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Il LES Un curricolo per la cittadinanza attiva Catania 16.12.2013 Prof. Angelo Morales 1

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Il LES

Un curricolo per la cittadinanza attiva

Catania 16.12.2013 Prof. Angelo Morales

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LES - LINEE GENERALI E COMPETENZE Al termine del percorso liceale lo studente si orienta con i

linguaggi propri della cultura nelle molteplici dimensioni attraverso le quali l’uomo si costituisce in quanto persona e come soggetto di reciprocità e di relazioni: l’esperienza di sé e dell’altro, le relazioni interpersonali, le forme di vita sociale e di cura per il bene comune, le relazioni istituzionali in ambito sociale, le relazioni con il mondo delle idealità e dei valori. L’insegnamento pluridisciplinare delle scienze umane, da prevedere in stretto contatto con l’economia e le discipline giuridiche, la matematica, la geografia, la filosofia, la storia, la letteratura, fornisce allo studente le competenze utili:

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1) a comprendere le dinamiche proprie della realtà sociale, con particolare attenzione al mondo del lavoro, ai servizi alla persona, ai fenomeni interculturali e ai contesti della convivenza e della costruzione della cittadinanza;

2) a comprendere le trasformazioni socio-politiche ed

economiche indotte dal fenomeno della globalizzazione, le tematiche relative alla gestione della multiculturalità e il significato socio-politico ed economico del cosiddetto “terzo settore”;

3) a sviluppare una adeguata consapevolezza culturale rispetto alle dinamiche psicosociali.

4) a padroneggiare i principi, i metodi e le tecniche di ricerca in

campo economico-sociale (!?)

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La conoscenza della società in cui viviamo, data la sua crescente complessità, non può essere affidata esclusivamente al sapere intuitivo ed esperienziale proprio del senso comune, ma richiede l’acquisizione di competenze specifiche che solo la scuola può dare. I licei “storici”, quali il classico e lo scientifico, delineano dei percorsi formativi ben definiti e consolidati, ma non coprono un’esigenza ormai sempre più avvertita nel nostro sistema sociale, quella di un corso di studi proiettato verso l’analisi della società contemporanea, nella quale la dimensione umano-sociale riveste una centralità che nei sistemi precedenti non era dato avvertire.

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Oggi è evidente l’influenza pervasiva nella vita di tutti delle scelte fatte in ambito tecnico scientifico ed economico, ma, come è stato efficacemente osservato: “la cultura scientifica, privata di riflessività sui problemi generali e globali, diventa incapace di pensarsi e di pensare i problemi sociali e umani che pone”. La drammaticità della situazione attuale è data in gran parte da una scienza, una tecnologia, e naturalmente un’economia che appaiono fuori controllo, e da specialisti dei diversi settori che assomigliano ad apprendisti stregoni incapaci di tenere a freno le forze da loro scatenate.

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“Il perdurare del processo tecno-scientifico attuale, processo del resto cieco che sfugge alla coscienza e alla volontà degli stessi scienziati (ed economisti! – ndr), conduce a una forte regressione di democrazia. Così, mentre l’esperto perde la capacità di concepire il globale e il fondamentale, il cittadino perde il diritto alla conoscenza” (E. Morin, La testa ben fatta, R. Cortina Editore). Da qui la necessità di quella che Morin definisce una democrazia cognitiva, perché gli intellettuali, e i semplici cittadini, delle future generazioni devono poter esercitare un controllo democratico sui processi economico-sociali e sulle possibili conseguenze della ricerca. La cittadinanza attiva non è qualcosa che si può insegnare nelle ore di “cittadinanza e costituzione”, ma deve caratterizzare l’intero curricolo scolastico.

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Ad una attenta riflessione non può sfuggire il ruolo che il sistema economico ha oggi nel determinare il destino di ognuno nel mondo globalizzato. La recente crisi finanziaria ha avuto, e continua ad avere, un impatto così devastante sui ceti e sui paesi più deboli da ridisegnare ampiamente il modello di relazioni sociali degli ultimi decenni. Proporre, quindi, una maggiore conoscenza dei fondamenti dell’economia già a livello liceale è un’idea del tutto condivisibile. E d’altra parte sia nel Liceo Socio-Psico-Pedagogico che nel Liceo di Scienze Sociali lo studio di questa disciplina era già previsto da anni. Ma, quale economia, studiata come e a qual fine?

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“Why did economists fail to foresee the crisis?”

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I modelli matematici non possono sostituire la conoscenza della struttura storico-sociale della realtà. “…la matematica decontestualizza i suoi oggetti, e in campo economico ciò comporta il rischio del riduzionismo e della falsa neutralità. L’unico antidoto è la conoscenza della storia e la consapevolezza della dimensione politica dell’analisi economica” G. Lunghini

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“L'economia non è solo una materia tecnica, da insegnare nell'ambito della formazione aziendale. E' anche e soprattutto una materia d'insegnamento formativa, di fondamentale importanza per aiutare i giovani a comprendere la società in cui vivono e i problemi che continuamente ci si presentano, come quelli della recente crisi. Una formazione economica fin dagli studi liceali, che può essere approfondita negli studi universitari, è anche utilizzabile in via diretta in molti campi di lavoro in rapido sviluppo nelle società moderne, sia nelle imprese sia nel settore pubblico”

A. Roncaglia

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A che serve dunque un Liceo economico-sociale?

Non a preparare ad una professione, come in passato ad esempio il diploma di ragioniere. Un liceo non abilita ad alcunché, tranne che alla iscrizione a qualche facoltà universitaria. Il LES deve quindi essere considerato propedeutico alla facoltà di Economia? Anche, ma non solo. Lo studio liceale può naturalmente orientare verso l’iscrizione a diverse facoltà,ma deve mirare anzitutto ad una formazione di carattere generale: formazione alla cittadinanza.

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Proponendo una didattica per competenze, chi si è occupato della stesura delle indicazioni generali per i nuovi indirizzi sa bene che oggi un insegnamento centrato sui contenuti è improponibile. In ogni ambito del sapere il livello delle conoscenze muta così rapidamente che non basterebbe una cultura enciclopedica per tenere il passo. Ispirandosi a Bruner si sottolinea correttamente la necessità di far cogliere agli alunni i nuclei fondanti delle discipline, la loro struttura.

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Per Bruner una teoria dell’istruzione “deve specificare il modo in cui un insieme di cognizioni deve essere strutturato perché sia prontamente compreso dal discente. Una ‘struttura ottimale’ si riferisce ad un insieme di proposizioni da cui può essere generato un più vasto insieme di cognizioni: la formulazione di tale struttura dipende dallo stato di progresso di un particolare campo del conoscere…(e) l’efficacia di una struttura dipende dalla sua capacità di semplificare l’informazione, di generare nuove proposizioni e di rendere più maneggevole un insieme di cognizioni”.

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Nelle indicazioni ministeriali sui nuovi indirizzi troviamo diverse incongruenze rispetto agli obiettivi dichiarati. Se prendiamo il profilo delle scienze umane per il LES, leggiamo che riguardo alla Psicologia si devono “prendere in esame” per il primo biennio (in realtà per tutto il ciclo di studi, perché lo studio della disciplina finisce al secondo anno):

a) ”i diversi aspetti delle relazioni sui luoghi di lavoro”; b) “i processi sociali di influenzamento, cooperazione, conflitto e negoziazione nei luoghi di lavoro”…

Dove sono in questo contesto i concetti di base della disciplina?

A parte un accenno alla conoscenza degli “aspetti principali del funzionamento mentale” non è dato trovarli.

Ragazzi di 14-15 anni dovrebbero essere perciò in grado di fare psicologia applicata al lavoro senza conoscere i fondamenti della disciplina.

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Riguardo alla Sociologia (secondo biennio e quinto anno del LES) vengono indicati una serie di contenuti, finalizzati alla acquisizione di competenze quali: a)”comprendere le dinamiche proprie della realtà sociale…”; b) “comprendere le trasformazioni socio-politiche ed economiche indotte dal fenomeno della globalizzazione…”; c) “sviluppare una adeguata consapevolezza culturale rispetto alle dinamiche psicosociali”; d) “padroneggiare i principi, i metodi e le tecniche di ricerca in campo economico sociale”.

Ma, cosa vuol dire acquisire tali competenze per uno studente liceale? Che cosa distingue la sua preparazione da quella di uno studente universitario o di un ricercatore, che può essere indicata con gli stessi termini?

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PSICOLOGIA I° Biennio (Nostra proposta)

• Cenni di storia della disciplina: • I processi cognitivi • L’apprendimento • L’età evolutiva (cenni) • Interazioni sociali: I gruppi – La leadership • Stereotipi – Pregiudizi – Atteggiamenti - La scelta del lavoro - Dinamiche relazionali nei luoghi di lavoro:

cooperazione, negoziazione e conflitti.

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A partire dal secondo anno ha inizio lo studio della Metodologia della ricerca. Tutti i manuali di Scienze umane approntati dopo il riordino riducono la Metodologia alla Statistica, con rare eccezioni di alcuni che premettono alcune pagine introduttive, generalmente di difficile lettura e troppo sintetiche per poter essere realmente comprese dagli alunni. La statistica è una tecnica indubbiamente utile, e costituisce uno degli elementi costitutivi della ricerca sociale, ma ha senso, e ne può essere motivato lo studio, se se ne comprende l’utilità nel quadro complessivo della ricerca. E’ da lì, quindi, che occorre partire, facendo capire sin dall’inizio il senso di uno studio della società nei suoi diversi aspetti.

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Uno studio introduttivo sulle scienze umane può essere articolato come segue:

Natura Cultura Società • Mondo della natura e mondo dello spirito • La cultura materiale • Realtà concreta (le cose) e realtà astratta (valori, istituzioni

ecc.) • Mondo animale e mondo umano • L’uomo come animale sociale di cultura • La neotenia (Gehlen) • Il lavoro nel processo di ominizzazione • Le scienze naturali (oggetto – metodo – linguaggio) • Le scienze umane e sociali

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Nella definizione del curricolo del LES abbiamo sottolineato più volte la necessità di recuperare nell’ambito di un insegnamento pluridisciplinare (previsto dalle indicazioni ministeriali) la mancanza di un asse culturale chiaro e condivisibile. Ci sembra che, pur prevedendo l’attivazione di raccordi tra tutte le discipline, oltre la distinzione tra materie umanistiche e scientifiche, un orientamento significativo, rispondente all’identità dell’indirizzo, possa essere individuato nella definizione di un’area disciplinare “Scienze umane-Diritto-Economia politica”.

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“Tutti gli errori degli economisti derivano dal fatto che considerano la società come una società cooperativa, cioè come se gli individui producessero “merci” solo per soddisfare i reciproci bisogni e lo scambio intervenisse solo a questo livello. Ma questa rappresentazione non regge, perché in realtà la società si fonda su una base completamente diversa. Gli imprenditori investono e chiamano la forza lavoro ad una attività il cui scopo non è quello di “soddisfar bisogni”. J.M. Keynes

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Abbiamo quindi rilevato come nel primo biennio quest’ipotesi non sia facilmente praticabile per il fatto che l’insegnamento delle Scienze umane si limita alla Psicologia e (dal secondo anno) alla Metodologia della ricerca. Ci siamo perciò orientati verso un lavoro volto (nel primo biennio) alla acquisizione preliminare delle competenze trasversali di base indicate negli assi di Fioroni e ai fondamenti delle singole discipline (oggetto, linguaggio, metodo di indagine).

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Metodologia della ricerca NB: Le competenze indicate dal Miur a nostro avviso

non sono adeguate alle effettive possibilità di apprendimento degli alunni di un liceo. Condividiamo la premessa: “Lo studente matura gradualmente alcune competenze di base nell’ambito delle diverse metodologie di ricerca”. Le competenze successivamente elencate ci sembrano più adatte a studenti universitari, e riteniamo pertanto che debbano essere riformulate, tenendo conto del livello di maturità di uno studente liceale e del fatto che comunque la maturità liceale non abilita all’esercizio di una attività di ricerca, che va demandata agli studi universitari.

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23 MdR - Competenze specifiche

(Nostra proposta) • Comprendere il senso e l’importanza della ricerca scientifica

come strumento di analisi critica della realtà diverso dal senso comune e da altre modalità cognitive.

• Acquisire consapevolezza delle affinità e delle differenze tra le scienze naturali e quelle umano-sociali.

• Conoscere e saper applicare, pur nei limiti del lavoro che può essere svolto in ambito scolastico, alcuni dei principali metodi della ricerca sociale.

• Comprendere la necessità della ricerca pluridisciplinare e, tendenzialmente, interdisciplinare, per affrontare in maniera adeguata i molteplici problemi posti dalla realtà umana e sociale.

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ANTROPOLOGIA Lo studio di questa disciplina nel LES va caratterizzato rispetto al LSU,

dedicando una attenzione specifica all’Antropologia economica, partendo dal pioneristico “Saggio sul dono” di M. Mauss, e tenendo presenti gli studi fondamentali di K. Polanyi, sino alle più recenti ricerche di M. Godelier.

OSA (Nostra proposta)

- L'oggetto dell'antropologia economica. - L'antropologia economica come parte dell'antropologia sociale. - Economia formale ed economia sostanziale - Reciprocità – Redistribuzione – Mercato - La differenza tra bande, tribù, società contadine e regni. Tipologie dei sistemi

economico-sociali precoloniali, coloniali e postcoloniali. - Economie aborigene nelle società tribali senza Stato. - Economie aborigene nei regni tribali - Il mutamento determinato dal colonialismo nelle società tribali: 1500-1960.

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La tendenza attuale dell’Antropologia ad estendere il proprio ambito di indagine dai popoli “primitivi” o lontani al mondo occidentale richiede un confronto sistematico con la Sociologia. La Storia è un costante punto di riferimento dell’una e dell’altra. E l’Economia? Se torna ad essere una “Scienza morale e sociale”, come era intesa dai classici, se quindi ridiventa Economia politica (e non Economics, come pretende l’ortodossia dominante), la sua relazione con le scienze umane è, direi, intuitiva. Lo studio di un sistema sociale è monco se non riesce ad assumere un’ottica interdisciplinare, in cui l’Economia politica è parte essenziale. Ma, appunto, occorre fare delle scelte molto impegnative.

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La Scolastica non si è dissolta con la fine del Medio Evo. Si presenta continuamente sotto nuove forme. Oggi la nuova “Scolastica” (sistema di pensiero funzionale al mantenimento di un dato sistema sociale) ha assunto la forma dell’attuale ortodossia economica. Per uscirne forse occorre una nuova “rivoluzione copernicana”, che deve necessariamente investire il mondo della scuola, dell’università e della cultura.

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“Vuoi dirmi che strada dovrei prendere per uscire di qui?” “Dipende molto da dove vuoi andare”

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SOCIOLOGIA Da una lato, occorre ridimensionare le competenze

specifiche che troviamo nelle indicazioni nazionali. Dall’altro è ragionevole anticipare al secondo biennio parte degli OSA previsti per il quinto anno, e specificamente:

a) il contesto socio-culturale ed economico in cui nasce e si sviluppa il modello occidentale di welfare state;

b) le trasformazioni socio-politiche ed economiche indotte dal fenomeno della globalizzazione, le tematiche relative alla gestione della multiculturalità, il significato socio-politico ed economico del cosiddetto “terzo settore”.

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PLURIDISCIPLINARITA’

Diversamente da quanto sin qui detto in relazione alla necessità di acquisire i nuclei fondanti delle diverse discipline, ora occorre “prendere le mosse non tanto da definizioni di concetti e da esposizioni di teorie, quanto piuttosto dalla considerazione dei fenomeni concreti e dei loro vari aspetti, per risalire da questi ai contesti disciplinari che forniscono una base adatta per il loro inquadramento teorico” (AAVV, Scienze sociali e riforma della scuola secondaria, Einaudi, 1977). “Questa base può essere offerta…dall’individuazione di alcuni ‘blocchi problematici’ la cui trattazione trascende l’ambito di c o m p e t e n z a d i u n a s i n g o l a d i s c i p l i n a ” .

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Tali “blocchi problematici” vengono così indicati: • Il rapporto tra società e natura – a cui corrisponde il

“blocco” concernente il territorio, la popolazione e le risorse;

• Il rapporto tra economia e società – a cui corrisponde il “blocco” concernente i processi di produzione, di distribuzione e di consumo dei beni;

• Il rapporto tra potere e società – a cui corrisponde il “blocco” concernente l’organizzazione politica e il diritto;

• Il rapporto tra cultura e società – a cui corrisponde il “blocco” concernente la personalità, la cultura e i processi di comunicazione.

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Ipotesi di lavoro pluridisciplinare per il IV anno Tema: Economia e società

Discipline interessate: Antropologia, Sociologia, Economia Politica e Storia.

• Antropologia: Eguaglianza e diseguaglianza sociale dalle società acquisitive alla rivoluzione agricola.

• Sociologia: La divisione sociale del lavoro. • Economia politica: Analisi dell’economia di mercato. • Storia: La transizione dal feudalesimo al capitalismo (o

la prima Rivoluzione industriale)

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Gli argomenti indicati corrispondono in linea generale a quanto previsto per lo studio delle diverse discipline nel secondo biennio. Le competenze da fare acquisire concernono la comprensione: a)della relazione tra un sistema sociale e il modello di economia in esso prevalente; b)del nesso esistente tra la stratificazione sociale (o la sua assenza, nel caso delle società acquisitive) e la divisione sociale del lavoro; c)del carattere storico-sociale delle categorie economiche; d)della importanza di uno studio pluridisciplinare per affrontare problemi complessi come quello in oggetto.

Il modulo proposto richiede una programmazione integrata tra le discipline interessate per circa un trimestre.

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