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MONTE SAN SAVINO MUSEO CASSERO 2 giugno — 24 luglio 2011 a cura di Sergio Bianconcini

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monte san savinomuseo cassero

2 giugno — 24 luglio 2011

a cura diSergio Bianconcini

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Il progetto “Bottega Balla” non è una proposta che –come tante altre– declina e supporta uno dei molti percorsi formativi che la Scuola di oggi offre all’attenzione degli alunni o degli stessi docenti. Questo lavoro, che coinvolge tre realtà scolastiche del nostro territorio, vuole di fatto testimoniare una linea rigorosa e attendibile nel processo di recupero di un linguaggio così ricco e articolato come l’espressione artistica contem-poranea. Il catalogo della Mostra sulla esperienza di Balla è dunque il frutto di una felice intuizione che tende a privilegiare la dimensione culturale come piena e consapevole attuazione di una esperien-za di crescita di una comunità scolastica molto interessata a sviluppare una conoscenza sempre maggiore delle tendenze artistiche più recenti.Far conoscere il fenomeno futurista, apprezzarne i contenuti più complessi e rielaborarne una sin-tesi finalmente riuscita mediante un lungo lavoro di approfondimento è di fatto una palese dimo-strazione di una modalità senza dubbio originale e coerente di quel “fare scuola” nuovo e molto intrigante che rappresenta un aspetto positivo della scuola aretina di questo nostro tempo.La scelta –coraggiosa e allo stesso tempo saga-ce– di un approccio con il fenomeno futurista nella sua più alta elaborazione artistica rimanda poi a un concetto semplice e di facile lettura: la Scuola diviene davvero luogo di Cultura quando sa interpretare ogni momento della vita artisti-ca e e civile del Paese, sviluppando in questo percorso di ricerca e di approfondimento temi niente affatto scontati. In tal modo, il futurismo diviene un importan-te pretesto per comprendere svolte significative della storia contemporanea italiana nella sua ac-cezione più compiuta. E la grande lezione di un artista come Giacomo Balla costituisce una stra-ordinaria occasione per tutti quanti (soprattutto per i giovani allievi delle tre scuole coinvolte nel progetto) di rivisitare un periodo particolarmen-

te fecondo della più recente stagione artistica italiana.Se a tutto ciò si accompagna poi la capacità di rileggere in maniera critica l’elaborazione di un Maestro come Balla nelle sue più svariate forme allora davvero il lavoro paziente e altamente qualificato di studenti e docenti delle Scuole in-teressate propone soluzioni sorprendenti e per-sino originali, come risulta dalla lettura di questo catalogo che ci introduce alla Mostra di Monte San Savino.L'indubbia ricchezza dei contenuti del lavoro proposto e molto bene rappresentato in questo catalogo ci inducono dunque a pensare con qualche fondatezza che sia davvero possibile coltivare la speranza di una nuova feconda sta-gione per la cultura aretina, grazie anche all'im-pegno e alle brillanti intuizioni di un mondo gio-vanile che sa leggere e recuperare con insolito candore e raro rigore filologico la straordinaria lezione dell'arte. Rita Mezzetti Panozzi

Assessore Provinciale ai Benie alle Attività Culturali

Giacomo Balla con le figlie Luce ed Elica sul terrazzo di casa. Ai loro piedi sono riconoscibili i Fiori Futuristi

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SOMMARIO

GIACOMO BALLAdi Leonarda Cocci

pag. 6

L’ARTE DI ... FARE SCUOLAdi Luciano Tagliaferri

pag. 7

BALLA COI FIORIdi Iacopo Maccioni

pag. 8

Istituto Comprensivo Statale, Monte San Savino pag. 16

Liceo Artistico Piero della Francesca, Arezzo pag. 22

IL PROGETTO “BOTTEGA BALLA”di Sergio Bianconcini

pag. 10

GIACOMO BALLA, MODERNITA’ E FANCIULLEZZAdi Antonio Saccà

pag. 14

I.I.S.S. per Geometri V. Fossombroni, Monte San Savino pag. 52

SERIGRAFIE pag. 54

Ringrazio tutte le persone che hanno creduto in questo progetto, che lo hanno reso possibile con l’aiuto ed il consenso istituzionale, l’Asses-sore Provinciale ai Beni e alle Attività Culturali Rita Mezzetti Panozzi per la fiducia e l’appoggio che sin dalle prime fasi ha dato a quest’idea.

Grazie ai dirigenti scolastici delle tre scuole, prof. Jacopo Maccioni, prof. Luciano Tagliaferri e prof. Alessandro Artini ed a tutti gli insegnan-ti che con capacità e passione hanno prima elaborato la traccia del lavoro e poi ne hanno curato lo sviluppo e la realizzazione per un intero anno scolastico.

Un grazie speciale và agli studenti che hanno sperimentato, alcuni forse con iniziale diffiden-za, il tema della “Bottega Balla” nelle sue diverse accezioni, riprendendo così il “testimone ideale” lasciatoci da Giacomo Balla e che, ispirandosi alle sue idee, hanno realizzato con entusiasmo e fantasia oggetti e progetti. Li ringrazio soprat-tutto per aver accolto l’indicazione formulata da Balla e dalle sue figlie Luce ed Elica nell’ideare la cosiddetta “Bottega Balla”: “...rivolgersi ai gio-vani…perché loro è il futuro…”.

Ringrazio gli sponsor ufficiali che hanno con-diviso le finalità del progetto e contribuito alla realizzazione di questa mostra insieme a molti amici che hanno partecipato in forma voluta-mente anonima.Per la realizzazione dei prototipi dei gioielli e delle borse, grazie alle ditte Cast-Oro e Landi Pelletterie.

Infine un grazie a tutti coloro che in modo disinteressato, hanno collaborato con idee ed opere a questo progetto, nel rispetto del de-siderio di Giacomo Luce ed Elica Balla: “...che gli studenti possano crescere grazie all’Arte…”.

Sergio Bianconcini

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L’Istituto d’Arte-Liceo Artistico “Piero della Fran-cesca” partecipa al “progetto Bottega Balla”, con-dividendo l’esperienza con altre scuole. L’intento è quello di ricreare ”l’universo futurista” attraver-so la schedatura, progettazione e produzione di alcuni oggetti concepiti, pensati o ipotizzati da Giacomo Balla. Gli alunni delle varie sezio-ni hanno ripercorso, attraverso un processo di approfondimento, il cammino creativo per l’in-venzione di una nuova realtà, secondo quanto si prefiguravano i futuristi. Come in una bottega artigiana, hanno saputo far interagire le varie componenti necessarie ad essere creativi, fantasiosi, ricchi di inventiva ed ispirazione. In questo modo hanno prefigurato la creazione di tessuti, abiti o accessori, gioielli, rifacendo in chiave allegra un’aggregazione di elementi come un’opera d’arte per una nuova concezione della vita dove predomina il gioco cromatico, il colore sgargiante, la forma guizzan-te, il ritmo, il movimento o l’energia secondo l’estetica futurista. Arte e scuola, oppure fare arte è fare scuola (o viceversa), è questa una delle intenzioni del nostro istituto indirizzato a formare alunni pre-parati e professionalità capaci, specializzate e riconosciute. In un momento difficile per la stragrande mag-gioranza degli Istituti d’Arte italiani che sono stati messi in gravi difficoltà dalla Riforma Gelmini, questa scuola è riuscita a rimettersi in discussio-ne. La confluenza degli Istituti d’arte nel nuovo Liceo artistico, che diventa un liceo in grado di fare maturare tutti gli aspetti indicati nel profilo in uscita comune a tutti i licei, rischia di fare perdere un aspetto fondamentale della produ-zione artigianale italiana proprio nel momento in cui il tema del Made in Italy si rivela una carta importante da giocare per l’economia italiana. E questo progetto si inserisce proprio nel nuovo percorso del Piero della Francesca. Un istituto capace di costituire una risorsa fondamentale di creatività, idee, competenze che possono contri-buire a realizzare progetti di sviluppo economi-

co, di promozione culturale e lavorativa, e quindi di rilancio complessivo del tessuto economico provinciale fatto di piccole e medie aziende, la-boratori artigiani, botteghe di tradizione, consor-zi, cooperative, ma anche studi di design, quali fucine di idee che possono interagire con la stessa realtà educativa del Liceo Artistico “Piero della Francesca”.La creatività, la conoscenza e l’uso del proprio corpo, le emozioni e le varie sensibilità che trovano spazio in una scuola dove è tutto im-portante. La scuola come dovrebbe essere: una palestra per la vita reale. E soprattutto un am-biente d’apprendimento e non d’insegnamento: la differenza è notevole.

L’ARTE DI.... FARE SCUOLAdi Luciano TagliaferriDirigente Scolastico

Ho letto molto su Giacomo Balla e devo dire che rimango affascinata dalla definizione di au-todidatta, si perché pur muovendo i primi passi all’Accademia Albertina di Torino, si avverte subito una vita tracciata dalla passione. Affronta temi umanitari pur studiando la luce, sperimentandone gli effetti, ma facendoci parte-cipe della sua sensibilità verso gli emarginati, gli oppressi.Insieme a Fortunato Depero redige il manifesto “Ricostruzione futurista dell’universo” che esten-de la poetica futurista a svariati campi della vita, insieme produssero una serie di costruzioni, as-solutamente non figurative, o “complessi plastici”, di cartone, lamiera, seta e altri materiali di uso corrente.Continuando sempre il suo percorso con i colori, la sua personale ricerca sul dinamismo, dove la purezza della forma geometrica, ci incanta, e cattura, e crea una interazione emotiva forte fra opera e spettatore, che lo distinguerà sempre.Rivedendo molte delle sue opere, mi ha fatto partecipe delle sue emozioni, catturando l’emo-zioni, la sua scomposizione, e ricostruzione co-loratissima è un grande insegnamento, e arriva integro anche ad un occhio inesperto.Credo che gli studenti siano stati trascinati in que-sto entusiasmo, in questa voglia di scomposizione, e nel contempo di risoluzione, hanno messo grande impegno, con dei risultati davvero lodevoli, i tre diversi temi, “Fiori di Giacomo Balla” hanno avuto nuova vita e interpretazione, la “virtuale casa Balla” viene reinterpretata con una freschez-za ed un nuovo entusiasmo, e anche il tema della “moda e gioielli” ci sorprende per la lettura che i giovani allievi ne hanno fatto, non solo lo spunto ma la rielaborazione. Visitando le sale del Museo, credo che contagerà ogni visitatore e lo porterà a capire che un grande innovatore come Balla, non ci può lasciare indifferenti, qualsiasi età noi abbiamo, i colori, le forme, e l’atmosfera, e il grande messaggio, ci arriva diretto…….. Mi sembra doveroso concludere questa mia pic-cola riflessione citando la frase del “Manifesto

Futurista”:

“Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo ral-legrandolo, cioè ricreandolo integralmente.”

GIACOMO BALLAdi Leonarda CocciDirettrice del Museo Cassero

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ripercorso dai nostri alunni. Per questo il lavoro ha dato soddisfazione: perché attraverso l’espe-rienza sono stati in grado di scoprire concet-ti complessi, di valutare opere apparentemente difficili da comprendere, di interpretare soggetti difficilmente traducibili senza una preparazione più che adeguata. Ed a loro questa competenza è arrivata senza sforzo, come per gioco. Pro-prio così come dovrebbe essere. Proprio così come vorrei che fosse: lavorare con entusiasmo perché si fa con piacere; lavorare con piacere perché si fa con entusiasmo.

Da quando la letteratura specialistica (con il Gardner di Formae mentis; iniziavano allora gli anni novanta) ha cominciato a sostenere l’esi-stenza, in ciascun individuo, di una pluralità di intelligenze, ho assiduamente lavorato per favo-rire, nelle scuole nelle quali mi sono trovato ad operare, lo sviluppo delle attività che sottostan-no ai linguaggi specifici che a loro volta fanno riferimento alle rispettive intelligenze. Con il linguaggio musicale sono stato fortunato. Sono sempre riuscito a trovare sia le risorse che le disponibilità affinché tutti gli alunni potesse-ro entrare dentro l’alfabeto musicale praticando direttamente la musica. Vale a dire, imparare a conoscere e controllare un alfabeto giocando, divertendosi e collaborando con il resto della classe in modo piacevole ma al contempo co-struttivo e capace di attivare processi mentali di sviluppo dell’intelligenza. E’ stato così facile avviare quel circolo virtuoso che ha portato ai risultati che possiamo vedere sia nel nostro ter-ritorio che nella vicina Cortona o Castelnuovo Berardenga. Progetti poi che a loro volta hanno provocato altre scuole per partire nella stessa avventura. Maggiori difficoltà invece le avevo incontrate ver-so il linguaggio delle immagini. E questo è molto strano se consideriamo come, questo linguaggio, avvolga la vita di ciascuno di noi fin dalla nasci-ta; provochi in noi l’attivazione di competenze spontanee; generi numerosi interessi e nume-rose attività anche piacevoli. Ma all’interno della scuola questo piacere appariva sempre come difficile da introdurre. Anno scorso, con la nuova insegnante di Arte, abbiamo iniziato a tentare percorsi, nella Secondaria di Primo Grado, che partendo dalla soddisfazione e dalla gioia del fare conducesse i ragazzi a scoprire i misteri, i segreti, le gioie e, principalmente, i segni del linguaggio artistico. Eravamo finalmente riusciti a partire ma non era ancora abbastanza. Quello che volevamo abbiamo avuto la possibilità di vederlo ben strutturato quest’anno all’interno di Bottega Balla, nella sezione che ci ha riguardato

Balla coi fiori appunto. Giacomo Balla ha offerto ai ragazzi ed alle ragazze delle classi terze della Scuola Secondaria di Primo Grado del nostro Istituto Comprensivo di Monte San Savino, di provare, finalmente, piacere nel “pisticciare” con l’Arte. Abbiamo visto così tutti gli alunni entrare dentro quel linguaggio che offre tante possibilità di piacere e di piacersi, di ricercare e scoprire, di osservare, di indovinare, di leggere ed an-che di realizzare e realizzarsi. E’ iniziato, credo, quel viaggio che ho atteso per anni. E’ inizia-to, spero, quel modo di concepire un linguag-gio come un’opportunità irripetibile per ciascun alunno, un’opportunità unica attraverso la quale consentire ai nostri ragazzi di praticare un’intel-ligenza, con l’esperienza concreta, con il fare, con l’azione. E’ speranza, è augurio. Per i nostri allievi, per la loro formazione, per il loro futuro ma principalmente per la nostra comunità. Infatti nella costruzione di intelligenze, le più ricche, le più vivaci possibili, tutti quanti hanno da guada-gnarci ed appare proprio superfluo soffermarci, qui ed ora, a specificare il perché.Giacomo Balla ha consentito a molti dei no-stri ragazzi di cimentarsi nella comprensione, interpretazione, realizzazione e riproposizione di opere plastiche; di scoprire attraverso queste, un gruppo di intellettuali, un pensiero, una pro-posta che è artistica, filosofica, culturale e, allo stesso tempo, offerta per una concezione di vita alternativa a quella dominante. Una vita che rompe con il passato per cercare nella quoti-dianità la novità. La proposta culturale futurista nasce infatti, credo, proprio dall’osservazione at-tenta dei cambiamenti in atto nella società, nelle conoscenze, nelle trasformazioni, nell’arte così come nel lavoro, nella tecnologia così come nelle scoperte e dalla sintesi della pluralità delle osservazioni effettuate. Il “movimento”, contrap-posto alla staticità, alla quiete risulta così l’ele-mento unificante i vari campi, i vari settori in tra-sformazione e il movimento, la trasformazione, diventa la chiave per leggere e interpretare la realtà. Questo processo di conoscenza è stato

BALLA COI FIORIdi Iacopo MaccioniDirigente Scolastico

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Il sogno e l’ambizione di questo progetto è stato così quello di raccogliere, cento anni dopo il suo messaggio ripartendo sia dal Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo che dalla sua storia e dalle sue opere.Rileggiamo così la traccia che è stata proposta come inizio di questo percorso durato un anno scolastico.

Dal “Manifesto per la Ricostruzione Futurista dell’Universo“Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente (…..) Le mani dell’artista passatista soffrivano per l’Og-getto perduto; le nostre mani spasimavano per l’Oggetto nuovo da creare (…) fili metallici (…) vetri colorati,carte veline, celluloidi (…) coloratis-simi, tessuti, specchi, stagnole colorate, e tutte le sostanze sgargiantissime…. La casa era una centrale futurmotorscuola .. (1)

“Giacomo Balla, dopo aver abbandonato cla-morosamente quanto aveva realizzato sino a quel momento, si lancia nella nuova avventura figurativa ed affronta con inesauribile invenzione TUTTO. (2)

Si doveva rifare tutto, dall’abbigliamento all’ar-redamento, dalle case private ai locali pubblici. Abiti, cappelli, cravatte, borse, scarpe, sciarpe, tovaglie, cuscini, tende, lumi, paralumi, paraventi, mobili, ceramiche, strumenti musicali, pubblicità.”Progettare e Costruire. (3) …….. Questo per sommi capi il ritratto di Gia-como Balla. Indossa un vestito da lui ideato, dal taglio semplice ed elegantissimo. Porta un paio di scarpe di sua creazione. Quest’uomo, meravi-gliosamente enciclopedico, sa dipingere un qua-dro e disegnare il modello di un vestito; creare un cappello per signora e fabbricare un mobile; costruire uno strumento musicale e metter su un teatrino per bambini. Sa far tutto. (4)

L’applicazione di questo processo di invenzione di una nuova realtà è stata sperimentata da Gia-como Balla nella sua prima casa romana, quella in via Porpora dove aveva abitato dal 1904 e che purtroppo fu distrutta nel 1926.In questa casa, posta ai bordi della Villa Borghe-se, Balla portò a completamento le sue ricerche figurative che lo avevano reso famoso ai primi del ‘900.Sempre qui maturò l’idea di dover superare “l’ar-te passatista” e si lanciò con entusiasmo nell’ap-plicazione dei principi del Futurismo, realizzò mobili come la stanza delle bambine ed altri arredi in parte andati dispersi.Questa casa divenne il cenacolo degli artisti fu-turisti e di quanti erano interessati a questo movimento rivoluzionario, e grande fu il danno quando fu demolita per fare spazio all’espansio-ne della Roma borghese nel quartiere dei Parioli.Dopo un intervallo di tre anni durante i quali fu ospite dei signori Ambron nella loro villa in via Aldrovandi, Balla ottiene, inizialmente in affitto, una nuova abitazione in via Oslavia in un con-dominio di edilizia popolare nel nuovo quartiere delle Vittorie in Prati.Questa sarà la casa dove vivrà con la sua fami-glia fino alla sua morte nel 1958. La ricerca non si era interrotta e in questa nuo-va casa l’artista costruisce di nuovo l’Universo Fu-turista interpretandone lo spazio, recupera mobili già creati, inventa nuovi arredi, lampade, oggetti, mobili, decorazioni, in collaborazione con le fi-glie Luce ed Elica. ...così le iniziative d’avanguardia cominciano sem-pre rivendicando la propria libertà e originalità rispetto ad ogni precedente, e sono di fatto promosse da persone isolate o da piccoli gruppi che possono agire conservando la loro indipen-denza dal resto della società, mentre enunciano programmi generali, valevoli per tutti….Le avanguardie ...si propongono di aprire a tutti un’esperienza gelosamente individuale, di parlare a tutti senza ascoltar nessuno…” (5)

Dalla rilettura del “Manifesto per la Ricostruzione Futurista dell’Universo” è nata l’idea di proporre questo come tema di lavoro e di ricerca nell’an-no scolastico 2010-2011, prima ai dirigenti e poi ai docenti ed infine agli studenti di tre scuole:l’Istituto Comprensivo Statale di Monte San Sa-vino, il Liceo Artistico Piero della Francesca di Arezzo e dl’Istituto per Geometri Fossombroni sezione di Monte san Savino.

E’ trascorso più o meno un secolo dall’enuncia-zione dei principi e dei Manifesti Futuristi che globalmente ambivano alla “Ricostruzione Futuri-sta dell’Universo”.Parte di quelle idee sono state realizzate ma alcune, meno indagate, sono ancora capaci di suscitare emozioni, dare origine a nuovi progetti e per gli allievi più giovani possono essere utile strumento per entrare nel mondo dell’arte mo-derna, capire come cento anni fa si è passati dall’arte rappresentativa a quella astratta o ad altri modi espressivi.

I Fiori di Balla si sono rivelati un notevole stru-mento didattico per i ragazzi delle scuole Medie.Vedere la natura in modo diverso dall’usuale, immaginarla e inventarla in nuove forme sotto la guida ideale di Giacomo Balla, realizzare oggetti da lui disegnati e interpretarli con nuovi colori e in parallelo scoprire il mondo della poesia e della musica futurista.Altri mondi compongono l’Universo Futurista : la moda, i gioielli, la cucina, la danza, il teatro, l’arredamento, l’architettura.Alcuni di questi sono stati il tema d’anno de-gli studenti del Liceo Artistico, sempre avendo come guida il lavoro e le ricerche e le intuizioni di Balla, in particolare le realizzazioni nell’ambito dell’abbigliamento ma traendo spunti anche dalle ricerche pittoriche sul movimento e sulla luce.Come nelle antiche “Botteghe d’arte” hanno avu-to un modello, una traccia ma la libertà di im-maginare, di creare nuove forme singolarmente od in gruppo.

Tutti questi ragazzi, quelli della scuola media, quelli del liceo artistico e quelli dell’istituto per Geometri, per un intero anno scolastico hanno “frequentato idealmente la Bottega di Giacomo Balla”.

L’idea di chiamare questo lavoro “Bottega Balla” nasce dalla testimonianza dei nipoti del Maestro su quanto fosse desiderio e volontà di Balla e delle sue figlie Luce ed Elica, l’aprire lo studio e la casa, ormai un tutt’uno, appunto la “Bottega”, a quanti fossero interessati al loro lavoro alle loro ricerche con attenzione particolare rivolta ai giovani, come sempre più pronti e aperti a recepire le intuizioni della “Ricostruzione Futurista dell’Universo .Nasce dalle parole di Giacomo Balla quando si accosta a Leonardo e Tiziano, dal Suo rivisitare Temi antichi come il dipingere i soffitti della sua casa romana così come aveva fatto nel 1912 a Dusseldorf in casa Lowenstein o dal lavoro delle figlie nella casa di campagna vicino Veio.Non più nuvole, angeli, personaggi mitologici ma geometrie, colore, diffrazione di luci applicazione degli studi chiamati “Compenetrazioni iridescenti”.L’intento è lo stesso aprire idealmente la scatola muraria con l’artificio ottico che inganna e apre all’immaginazione di spazi diversi, più ampi.Ma non con la prospettiva, strumento rivolu-zionario nel Rinascimento e nel Barocco, ma appunto con la luce, la geometria che scom-pone e disarticola le superfici creando riflessi o profondità.L’architettura moderna, non quella Futurista, se-guirà altre strade più proprie ed affascinanti con l’apertura reale e non immaginifica degli spazi, ma ancora una volta come già nel Rinascimento un Pittore ha segnato la strada quasi esprimendo un bisogno e un desiderio.

Balla ha segnato in modo eccezionale il mondo delle arti figurative del primo ‘900, purtroppo non ha trovato in vita chi riprendesse il suo testimone .

IL PROGETTO “BOTTEGA BALLA”di Sergio Bianconcini

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mente riconosciuto, che direttamente o indi-rettamente ha segnato nel tempo lo sviluppo figurativo della nostra società indicando con no-tevole anticipo molte direzioni di ricerca. Quasi cento anni dopo, gli allievi di tre scuole di Monte San Savino e di Arezzo frequentano idealmente la Bottega del Maestro Balla.Gli studenti dell’Istituto Comprensivo Statale di Monte San Savino, quelli del Liceo Artistico Piero della Francesca di Arezzo e dell’Istituto per Geo-metri Fossombroni sezione di Monte San Savino studiano i suoi lavori, si ispirano a quelle idee ancor oggi innovatrici, inventano, progettano, co-struiscono e colorano Alcuni di loro si sono recati in visita alla casa di campagna delle sorelle Balla vicino Roma, dove Elica e Luce hanno mirabilmente realizzato su soffitti e pareti le idee elaborate dal padre Giacomo quando, nei primi decenni del secolo scorso, indagava gli effetti di diffrazione su luce e colore con gli studi delle “compenetrazioni iridescenti”.

Nella Mostra “Bottega Balla” vediamo vicini i la-vori degli studenti e quelli di Balla: alcuni modelli dei suoi fiori, progetti e realizzazioni di accessori per la moda, gioielli, tessuti e la ricostruzione virtuale di una parte della casa della famiglia Balla in via Oslavia a Roma.La scheda studio di catalogazione di alcuni og-getti di Casa Balla, gli oggetti stessi oltre alle se-rigrafie elaborate e curate dalle figlie Elica e Luce nello spirito della Bottega d’arte che il Maestro aveva creato e poi sviluppato insieme a loro.Bottega che per scelta e volontà di Giacomo e poi delle sue figlie era aperta a tutte le perso-ne interessate a conoscere ed apprendere con particolare interesse verso i giovani.Così gli studenti delle tre scuole hanno frequen-tato per un intero anno scolastico, con interesse e grande passione la Bottega Balla cogliendo spunti formali, indicazioni di nuove vie per la progettazione, raccogliendo il “testimone” della

sua ricerca, prima studiando i suoi lavori e poi rielaborando su quelle tracce ricerche e progetti individuali o di gruppo.Scuola e “Bottega” ritrovano in questo lavoro la sintesi dell’inventare e del realizzare di per-sona l’idea, verificandone la validità, la fattibilità, seguendo un percorso formativo, classico nel suo tracciato, ma innovativo per l’insegnamento “ideale” trasmesso da Giacomo Balla.

Bibliografia

(1) Riportato da Maurizio Calvesi, Le due avanguardie: dal Futuri-smo alla Pop Art, Bari: Laterza, 1984, p. 113.(2) Citato da Sabrina Carollo, I futuristi: la storia, gli artisti, le opere, Firenze: Giunti, 2004, p. 36.(3) Elena La Cava, “Casa Balla”, in Casa Balla e il futurismo a Roma, Roma: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1989, p. 24.(4) Enrico Santamaria, “Conversando con Giacomo Balla”, Griffa, vol. 10 (1920).(5) Leonardo Benevolo, Storia dell’architettura moderna, Bari: Laterza, 1960

Rinasce così Casa Balla, ma ormai pochi la fre-quentavano come cenacolo d’arte.Intanto Giacomo Balla proseguiva nella sua ri-cerca, ideava, progettava, ed insieme alle figlie decorava pareti, creavano arazzi, fabbricavano paralumi, cornici, fiori, ceramiche, realizzavano i vestiti futuristi, rendevano reale la casa FUTUR-MOTORSCUOLA.Insieme operavano recuperando legni abbando-nati, piccole pezze di stoffe dai diversi colori per realizzare gli arazzi, pergamene colorate per i paralumi destinati agli incontri delle serate futuri-ste romane (ne sono rimasti pochi, gli altri son finiti bruciati o persi per lo scarso valore che veniva loro attribuito). Nella casa ancora oggi si vedono gli strumenti di lavoro di Balla e delle figlie, squadre compassi, astucci per i pastelli, con i loro nomi incisi o dipinti.La casa era il loro laboratorio di sperimentazio-ne e mostra di quanto i tre realizzavano a di-mostrazione dei principi enunciati nel manifesto della Ricostruzione Futurista.Gli oggetti e gli arredi si integravano con le tele portate dall’altra casa, e con le nuove che Balla continuava a realizzare, con i lavori di Luce ed Elica che, oltre a collaborare con il padre, svi-luppavano una loro autonoma ricerca figurativa.Il disegno era progettazione di elementi che potevano essere realizzati anche da altri, non era solo l’artista il creatore di nuove forme del “nuovo universo futurista”.Balla, mentre costruisce e sviluppa un linguaggio personale e approfondisce questa ricerca, cerca di dimostrarne la validità generale come strada da percorrere per giungere ad una nuova sintesi formale, sia nell’ambito suo specifico della pittu-ra, che in quello dell’arredamento, della decora-zione di interni e dell’abbigliamento, delle scarpe, delle borse, degli arazzi.Disarticola ogni tema che è oggetto del suo studio, lo scompone trovando a volte, più che la soluzione, la traccia di un nuovo percorso di invenzione e di progettazione.Questo non fu lo sviluppo del Design negli

anni del primo dopoguerra in Italia, la sua ri-cerca autonoma e non collegata con il mondo dell’industria fu trascurata. Nei paesi del centro e nord-Europa, più sviluppati industrialmente, si sviluppò la ricerca di matrice razionalista nell’am-bito di scuole ad essa dedicate.Solo negli anni ’80 del ‘900 architetti e artisti come Sottsass con il gruppo Memphis ripresero forse quelle tracce geniali, riscoprendo il diritto alla fantasia, alla giocosità, ad una sorta di “pia-cere fanciullesco” nell’inventare forme.Nella casa di via Oslavia, non potendo modifica-re le strutture murarie, Balla le frazionò quasi ad annullarle con colori che dividevano le superfici, e che non offrivano rimandi prospettici: a volte i dettagli erano irridenti, la ricerca tendeva sempre prima ad annullare la tradizione, poi ad inventare il nuovo.Non era soltanto lui a realizzare quanto proget-tava, l’aiuto di Luce ed Elica non era solo fun-zionale, ma collaborazione che era stata scelta anche come premessa teorica.Ogni oggetto, ogni tema poteva essere realizzato o sviluppato sia dall’artista che anche e soprat-tutto da chi avesse volontà, interesse e fiducia nella validità di questo progetto.Casa Balla è stata, grazie al lavoro di Giacomo, Luce ed Elica, la realizzazione del progetto di “Ricostruzione Futurista dell’Universo”.E’ stata la testimonianza concreta di quelle idee.Oggi purtroppo rimangono solo parti di quel complesso eccezionale.I quadri più significativi sono sono stati donati allo Stato Italiano in due diversi periodi: nel 1982 dalle due sorelle, e nel 1994 dopo la loro mor-te in esecuzione della loro volontà. Sono attual-mente alla Galleria di Arte Moderna di Roma, al Museo degli Uffizi di Firenze e alla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.Rimangono in “Casa Balla” alcuni quadri, parte degli oggetti di arredo e dei mobili, le decora-zioni sui soffitti, e “lo studiolo rosso”.Rimane la testimonianza, anche se parziale, del grande lavoro di questo genio non sufficiente-

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mo fioriballa, e i lumi devono essere lumiballa, e non ci dovranno mancare i ventagliballa, e tanto ci coinvolge che se non siamo in grado di ricreare vogliamo, almeno, riprodurre, vogliamo un mondo nostro, ristampato, composto come ci piace, ripeto, se non siamo in grado di fon-darcelo lo riprendiamo dai sogni all'aria aperta di Giacomo Balla che rendeva “suo” ogni angolo di casa, si veda l'abitazione impersonata di Casa Balla a via Oslavia, a Roma, o parte della Villa nel Parco di Veio. Di questo influsso riproduttivo furono protagoniste e felici e volontarie vittime le figlie di Giacomo, Luce ed Elica. Alessandro Balla in una premessa all'esposizione che presen-tava la mutazione di soggetti di Giacomo Balla in tessuto, per mano di Luce, dichiara che le figlie vollero sparire devotamente nel padre, ma avevano un talento diretto, appartenente. E' così, ammiriamo le composizioni in tessuto di Luce per sé, la riproduzione diventa una “traduzione”, sembra che sussista un passaggio dal linguaggio del pennello a quello dell’applicazione con ri-camo di opere d'arte simmetriche. Lo stesso, direi, per queste rielaborazioni di studenti dai vari anni di studio ma tutti incredibilmente im-medesimati, tutti a vivere il mondo di Giacomo Balla e a rigenerarlo ma da dentro, diciamo, un possesso da posseduti. Alessandro Balla mi esalta questo pedagogismo mimetico, la compe-netrazione nell’opera dell’artista, e la ricreazione della stessa. E' così. Non si impara senza inte-riorizzazione. Sia le figlie di Giacomo Balla sia gli studenti dei quali vediamo l'opera entrarono in Giacomo Balla ammirandolo e amandolo e ne uscirono riproducendolo. In questo percorso vi è, più che conoscenza, un percorso espressivo, dicevo: un possesso da posseduti, e, anche, una propagazione. Se l'insegnamento ispirasse a conoscere amando l'opera degli artisti, e non soltanto, avremmo una società capace di ammi-rare, fonte prima di ogni civiltà. Diceva Friedrich Nietzsche che l'amore per il “genio” è lo scopo essenziale della scuola, dell'educazione. I docenti e gli studenti che hanno reso possibile questa

esposizione vivono di questa disposizione all'am-mirazione per la creatività, stimolo indispensabile per essere creativi.

Giacomo Balla è, con Umberto Boccioni, il personaggio dominante del Futurismo in pittu-ra, mentre Filippo Tommaso Marinetti sovrasta come personaggio propositore del movimento futurista, della affermazione di esso nell'opinione pubblica e, quindi, nella storia dell'arte, senza svalutare gli sperimentalismi espressivi in versi e in prosa del Marinetti, di una ritmazione dei periodi dinamica, frastagliata, sonora. Del resto, anche la pittura futurista cercò di rappresentare, e riuscì a rappresentare, una realtà “altra”, non quella ormai consegnata alla riproduzione foto-grafica, non la duplicazione della realtà consueta ma una realtà che subiva la modernità: velocità, luce, frantumazione, dissociazione, dissoluzione della figura umana, figura umana che, oltretutto, veniva scompaginata, resa a pezzi sparsi, la testa disunita dal corpo e lacerata, poniamo, in una sorta di geometrizzazione dissociata, spigolosa, o tondeggiante, comunque la prevalenza antropo-centrica spariva in un tutt'uno uomo macchina geometria luce velocità scomposizione a brani ri-composizione dissestata, “qualcosa” che non era la realtà consueta ma una realtà in cui l'uomo scontava le macchine e la velocità, specialmente.Di certo, con il Cubismo e insieme al Cubismo il Futurismo iniziò questa geometrizzazione dis-sociata, con maggior consapevolezza del Cubi-smo, in quanto nei Futuristi il rapporto uomo macchina luce velocità dissesto fu più organico, i Futuristi colsero che la società industriale cam-biava la percezione, ad esempio: gli uomini, i corpi visti a gran velocità, la successione dei movimenti...Giacomo Balla doveva avere una disposizione lirico eversiva, le due tendenze non sono in conflitto, meglio: sono in conflitto ma comple-mentari. Spesso una natura lirica, delicata cerca di inasprirsi per non risolversi nel dolciastro, nel malinconico. Alessandro Balla, discendente di Giacomo, al quale è rimasto fedele nella me-moria biografica e nell'ardua tutela dell'identità artistica, narra spesso della natura amabile e fan-ciullesca del grande futurista. In verità nell'opera

di Giacomo Balla il “fanciullo” si incontra con il “rivoluzionario”. Balla sconvolge e innova, sovver-te la realtà quale appare all'occhio comune, e la rigenera a modo suo, ma con una tendenzialità all'incantesimo, alla festosità dei colori, ad acco-stamenti insieme drammatici e placati, pezze di colore accostate in combinatorie geometriche mai fredde, la geometrizzazione non uccide la gioia o la forza vitale, Balla recupera l'umano nella vivacità coloristica. Ma non è questa la sede per valutare questa ri-creazione dopo la scomposizione che Giaco-mo Balla propose e affermò nella sua diffusis-sima opera, dove, insisto, eversione distruttiva e ricomposizione originale convivono suscitando un nuovo mondo, di solito incantevole per le coloriture geometrizzate mai fredde e attraver-sate da una tensione vitalistica, gioiosa, propo-sitiva verso l'affermazione: insomma, la velocità, il dinamismo moderno, la stessa modernità non uccisero, tutt'altro, lo spirito sognativo, teso al piacere dei colori e delle forme che era in Giacomo Balla, lo attualizzarono, lo moderniz-zarono. Voglio sottolineare che Balla coniugò la frantumazione della modernità alla festosità... E questo in tutto. Balla travolge ogni realtà. Bal-la rende ballica qualsiasi esistenza. Il fiore? Lo rende futurista, ballico. La sedia? La futurizza. La bandiera nazionale. Eccola futurballica. Non vi era oggettosoggetto che Balla non dissolvesse e ricomponesse. Egli sentì che la realtà come era non si adeguava al dinamismo geometricolirico che gli parve il connotato della modernità. Ed allora si incarica di questo prometeismo demiur-gico, disfare e rifare il mondo a “sua” immagine, come lo immaginava per renderlo moderno, e sognativo. Se volessi entrare meglio negli intenti di Giacomo Balla, direi che per mantenersi li-rico ma non scadere nel vecchio egli dissocia, modernizza potendo in questo modo esprime-re il lirismo. Questo disfarerifare Giacomo Balla lo comunica. Vedendo la sua opera vorremmo anche noi disfare e rifare. Le sedie correnti ci annoiano, vogliamo le sedieballa. E i fiori li voglia-

GIACOMO BALLA, MODERNITA’ E FANCIULLEZZAdi Antonio Saccà

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“... e lasciateci divertire!...” è questo il motto del nostro progetto sul Futurismo, nato da una proposta dell’architetto Bianconcini ben accolta dalle nostre professoresse di arte e immagine Caterina Mariucci, tecnologia Patrizia Grazzini e lettere Luciana Tripponcini, Rosalba Mariottini e Rossana Conti.Noi ragazzi abbiamo collaborato attivamente al progetto impegnandoci al massimo insieme alle nostre insegnanti.Il lavoro è stato suddiviso in due categorie: la parte letteraria curata dalle insegnanti di italiano, quella artistica seguita dalle professoresse delle materie “creative”.Riguardo alla sezione “teorica” abbiamo studiato alcune poesie futuriste, analizzandone il contenu-to e scoprendo il nuovo modo di scrivere che i poeti dell’Avanguardia fanno proprio.Allo stesso modo, abbiamo riconosciuto la di-versa sensibilità che pittori e scultori manifestano nelle loro opere.Ed è per meglio comprenderla che abbiamo riprodotto i “fiori” dell’artista Giacomo Balla, ade-rendo in tal modo al progetto “Balla coi fiori”. Inizialmente eravamo perplessi e scettici di fronte a una cosa talmente insolita come questa, poi ne siamo rimasti affascinati, apprezzando le diversità che essa presentava.In effetti, i fiori sono piccole realizzazioni in le-gno che consentono di esprimere ad ognuno la propria creatività.Durante le ore pomeridiane dedicate alla “costru-zione” delle sculture, ci siamo dilettati improvvi-sandoci artisti in erba: chi tagliava il compensato, chi scartavetrava, chi dipingeva... ognuno aveva il suo lavoro e, anche se, sotto sotto, qualcuno tentava di sfuggire ai comandi, tutti erano impe-gnati per la buona riuscita delle realizzazioni.E come conclusione alla fatica delle tre classi terze... ecco che a fine anno verrà allestita la nostra mostra!!Ma intanto, non potendo rimanere disoccupati... andiamo a ballare coi fiori!!

PROGETTO “BALLA COI FIORI”Adinolfi Sofia, Bianchi Edoardo,Bigi Elisa, Rampini Leonardo,Sciabolini Lucia, Vitiello Luca

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALEMONTE SAN SAVINO

Caterina Mariucciinsegnante di Arte e Immagine, tutte le classi

Patrizia Grazziniinsegnante di Tecnologia, tutte le classi

Luciana Tripponciniinsegnante di Italiano Storia e Geografia, 3aA

Rosalba Mariottiniinsegnante di italiano Storia e Geografia, 3aB

Rossana Contiinsegnante di Italiano Storia e Geografia, 3aE

3a BAdinolfi Sofia, Amendola Rosaria Antonietta, Bianchi Edoardo, Bonaventi Rachele, Casini Alessia, Casucci Azzurra, Corsini Alice, Fanfoni Sofia, Ferrara Aniello, Hoxha Xhuljan, Ionascu Marius Catalin, Irimencu Nikolaos Mihai, Mac-millan Kelly, Moroni Andrea, Paffett Alsio, Rampini Leonardo, Stopponi Luca, Sulejmani Aljbert, Veltroni Guglielmo, Vitiello Luca, Zanni Giacomo

3a AAzemi Gerthart, Bigi Elisa, Bozzella Filippo, Bruschi Lorenzo, Cantelli Martina, Capogreco Valeria, Casini Clara, Ciofi Davide, Conti Emanuele, Domina Luca, El Moussafir Soukaina, Marongiu Gabriel, Murgoci Ioana Madalina, Piras Giulia, Salvini Anita, Saracutu Ovidiu Ionut, Sciabolini Lucia, Stoica Robert Stefanica

3a EBadii Edoardo, Bencivenga Kevin, Bracciali Daniele, Carini Luca, Checconi Andrea, Del Lungo Rachele, Dini Elia, Dragoni Andrea, Dragoni Matteo, Enrichetti Arianna, Ermini Francesca, Francioli Daniele, Galantini Francesco, Giornalieri Martina, Laurenzi Nicola, Marcianesi Valentina, Moretti Serena, Onisor Constantin Alin, Pinetti Mattia, Raspanti Luca, Settembrini Gianmarco, Tavanti Annalisa, Tavanti Chiara, Tiezzi Nico, Tonini Martina, Tonioni Nic-colo’, Vanni Eleonora.

STUDENTI

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Classi 3a A, 3a B, 3a EClassi 3a A, 3a B, 3a EISTITUTO COMPRENSIVO STATALE, MONTE SAN SAVINOISTITUTO COMPRENSIVO STATALE, MONTE SAN SAVINO

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Classi 3a A, 3a B, 3a EISTITUTO COMPRENSIVO STATALE, MONTE SAN SAVINO

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La scuola, nell’attuale difficile realtà economica e sociale, ha il compito di dare alle nuove genera-zioni gli strumenti per comprendere quella com-plessità, per permettere loro di potersi inserire al suo interno.Progettare a scuola, dunque, non deve avere come unico scopo il prodotto come risultato.Progettare a scuola deve servire a recuperare la centralità del processo inteso come metodo e percorso.Progettare a scuola deve avere come compito la cultura del progetto che è fattore legante tra i diversi saperi e, nel mondo della globalizzazio-ne in cui i nostri alunni vivono, è ricerca della propria matrice storico-culturale.Per queste ragioni il Liceo Artistico “Pier della Francesca” di Arezzo con le sezioni di Design del Gioiello, di Moda e del Costume teatrale e della Stampa serigrafica ha accettato con con-vinzione di collaborare a questa iniziativa che è partita, per molti studenti, dalla scoperta e dallo studio dell’opera artistica di Giacomo Balla, il padre spirituale dell’unica Avanguardia storica italiana, il Futurismo, che, nel suo studio a Roma, formò Boccioni con cui, nel 1910, firmò il Ma-nifesto della Pittura Futurista.Ma Balla andò oltre nel cogliere che la modernità della macchina avrebbe trasformato totalmente la società del suo tempo e per questo propose un’arte totale del quotidiano in cui i suoi con-temporanei avrebbero vissuto e nel 1915 firmò la “Ricostruzione futurista dell’Universo” con De-pero secondo cui le linee forze della velocità si trasformano in complessi plastici per ricostruire l’universo rallegrandolo. E questa provocazione hanno accettato gli alunni delle varie sezioni con la gioia e l’entusiasmo dell’età, pur seguendo un iter progettuale rigoroso.Nella prima fase essi hanno dunque compiuto un’indagine storica-artistica dell’artista e delle sue opere ed hanno fatto esperienza del significato vivo di ”arte totale” visitando di persona la casa di Isola Farnese di Elica e Luce Balla.Nella seconda fase ogni alunno ha creato pro-

poste personali di accessori di moda, come borse o scarpe o gioielli dalle forma aperte o creato pannelli e stoffe per rivestimenti partendo dall’ideale dinamo-cromatico delle opere di Balla.Infine si è giunti a veri e propri progetti di fattibilità produttiva che è stata verificata anche grazie alla possibilità di realizzazione di industrie del territorio; per gli accessori di moda questa occasione è stata creata grazie alla gentile di-sponibilità della ditta Landi Pelletterie di Arezzo, mentre per i gioielli della Ditta Cast-Oro di Ca-stiglion Fibocchi; la sezione di Stampa serigrafica ha, invece, utilizzato le stoffe prodotte per ridare vita ad oggetti di arredamento preesistenti.In questo modo l’Arte è diventata, come voleva Balla, “arte-azione, volontà, ottimismo, penetra-zione e gioia!”

FUTURBALLA AL LICEO ARTISTICOgli Insegnanti

LICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCAAREZZO

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Edoardo Magi

Debora PalmaArianna Menci

Classi 4a A e 5a A, Sezione Design del GioielloLICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCA, AREZZO Classi 4a A e 5a A, Sezione Design del Gioiello

Michele Bartolini

Mirko Lecca

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Classe 5a B, Sezione Design Moda e Costume Teatrale

Tania Bencini

Eleonora Calvani

Classe 5a B, Sezione Design Moda e Costume TeatraleLICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCA, AREZZO

Nico Piccinotti

Marianna Ricciardi

Classi 4a A e 5a A, Sezione Design del Gioiello

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Valeria Caselli

Silvia Ceccarelli

Classe 5a B, Sezione Design Moda e Costume TeatraleLICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCA, AREZZO

Vincenza Caracuta

Ilaria Caselli

Classe 5a B, Sezione Design Moda e Costume Teatrale

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Marco Ciabatti

Arianna Della Sala

Classe 5a B, Sezione Design Moda e Costume Teatrale

Eleonora Chiarella

Claudia Ciabatti

LICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCA, AREZZO Classe 5a B, Sezione Design Moda e Costume Teatrale

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Sofia Dirindelli

Chiara Forzoni

Classe 5a B, Sezione Design Moda e Costume Teatrale

Angelica Di Palma

Daniela Di Palma

LICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCA, AREZZO Classe 5a B, Sezione Design Moda e Costume Teatrale

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Sara Paggini

Maria Cristina Sandu

Classe 5a B, Sezione Design Moda e Costume Teatrale

Ylenia Marchionne

Giulia Menchini

LICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCA, AREZZO Classe 5a B, Sezione Design Moda e Costume Teatrale

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Classi 3a e 4a C, Sezione Design Stampa SerigraficaLICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCA, AREZZO Classi 3a e 4a C, Sezione Design Stampa Serigrafica

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Classe 5a E, Sezione Design Moda e Costume Teatrale

Francesca Fantoni

Chiara Leonessi

LICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCA, AREZZO Classi 3a e 4a C, Sezione Design Stampa Serigrafica

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Beatrice Nocentini

Sofia Rosadini

Classe 5a E, Sezione Design Moda e Costume TeatraleLICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCA, AREZZO

Sensarawati Loustalet

Irene Marrone

Classe 5a E, Sezione Design Moda e Costume Teatrale

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Noemi Tani, Elisa Ciancagli, Francisco Monsherill

Michela Bellino

Classe 5a E, Sezione Design Moda e Costume TeatraleLICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCA, AREZZO

Gianluca Tommassini

Martina Grappolini, Sara Levi

Classe 5a E, Sezione Design Moda e Costume Teatrale

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Melody Palmer

Classe 5a E, Sezione Design Moda e Costume TeatraleLICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCA, AREZZO

Michela Boscarato

Chiara Leonessi

Classe 5a E, Sezione Design Moda e Costume Teatrale

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Classe 5a L, Catalogazione e Rilievo dei Beni CulturaliLICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCA, AREZZO

Rilevamento dei dati per la catalogazione dei beni mobili storico artistici per la scheda OA

Tipo di scheda: OALivello di ricerca: CCodice Regione:12Ente schedatore: V LLocalizzazione geografico-amministrativaStato: ItaliaRegione: LazioProvincia: RomaComune: RomaFrazione: Isola FarneseCollocazione specificatipologia: edificioqualificazione: casa privatadenominazione: Casa Balladenominazione raccolta: Eredi BallaOggettodefinizione: sediatipologia: isolataSoggettoidentificazione: sediaCronologiasecolo: XXfrazione di secolo: II quartoda: 1930 a: 1930Definizione culturaleautore: Giacomo Ballaruolo: ideatore-esecutoreAmbito culturale: Futurismoriferimento all’intervento: FuturismoDati tecnicimateria e tecnica: legno incastrato e dipintoMisureunità: cm altezza: 69, larghezza: 70, profondità: 42Stato di conservazionestato di conservazione: ottimo Condizione giuridica: appartenente ad un privato

DescrizioneLa sedia, formata da incastri lignei, ha una forma trapezoidale con due bracci rettangolari ed è di-pinta con fasce verdi chiaroscurate, accompagnate lateralmente da linee gialle oblique - e più piccole - che si uniscono al centro. Ai bordi, una serie di linee tratteggiate che ritornano anche negli elementi orizzontali.Notizie storico criticheGiacomo Balla nasce a Torino il 18 luglio 1871. Nel 1895 si trasferisce a Roma dove si dedica alla pittura, dimostrando una grande sensibilità alla luce. La sua

ricerca artistica, che ben presto sfocia nel Futurismo di cui sarà uno dei maggiori ed originali esponenti, s’incentra sull’esaltazione del movimento come nei dipinti “Dinamismo di un cane al guinzaglio”, “Le mani del violinista”, per poi giungere all’Astrattismo nella serie “Compenetrazioni iridescenti” o in “Forme, grido: Viva l’Italia”.Giacomo Balla muore a Roma il 1 marzo 1958.Questa sedia viene realizzata come oggetto d’ar-redo. E’ un’opera statica e si colloca come pezzo d’artigianato di carattere e costruzione tradizionale e rustica nel quale però Balla riesce ad immettere un vivificante colore che deriva dalla scomposizio-ne della luce. Depero e Balla scrivono il Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo (1915) in cui accolgono il suggerimento marinettiano dell’opera d’arte come oggetto, aprendo così il capitolo del costruttivismo e creando complessi plastici fissi e mobili, come quello in questione. Ciò che imprime all’opera che stiamo analizzando un aspetto futurista è il colore, distinto da una prevalenza di gialli e verdi che ricordano le “Compenetrazioni iridescenti“, dove i colori si presentano come schegge luminose che s’organizzano in giuoco astratto e dinamico. Questa sedia ha una sua specifica funzionalità, legata all’uso quotidiano e domestico. Essa è molto simile a quella dove è seduta la moglie di Balla come si vede in foto del 1930 che è presa nello studio dell’artista: questa foto è conservata a Rovereto (TN). Nell’Ar-chivio del Novecento, Fondo Depero. Infine, notiamo una somiglianza cromatica con uno dei soffitti dipinti e con un armadio della Casa di Balla in Roma.

BibliografiaE. CRISPOLTI, Casa Balla e il Futurismo a Roma, ca-talogo della mostra (Roma 1989), Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma 1989, p.25G.CRICCO, F.P. DI TEODORO, Itinerario nell’Arte. Dall’Art Nouveau ai giorni nostri, vol 5, Zanichelli, Bologna 2009, pp. 1340–1342.G.LISTA, A.MASOERO, Futurismo 1909-2009 Velocità+Arte+Azione, catalogo della mostra (Milano, 6 febbraio-7 giugno 2009), Skira, Ginevra 2009, p.156.

Data di compilazione: 3 maggio 2011

Nomi dei compilatori: Bernardini Alessio, Casarin Ele-onora, Florea Lenuta Bogdana della classe 5aL, sez. Rilievo e Catalogazione dei Beni Culturali, dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Piero della Francesca” di Arez-zo, a.s. 2010- 2011.

Classe 5a L, Catalogazione e Rilievo dei Beni Culturali

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Classe 5a L, Catalogazione e Rilievo dei Beni CulturaliLICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCA, AREZZO

Rilevamento dei dati per la catalogazione dei beni mobili storico artistici per la scheda OA.

Tipo di scheda: OALivello ricerca: CCodice regione: 12Localizzazione Geografico Amministrativa Stato: ItaliaRegione: LazioProvincia: RomaFrazione: Isola Farnese Collocazione SpecificaTipologia: EdificioQualificazione: Casa Privata Denominazione: Eredi BallaDenominazione raccolta: Eredi BallaOggettodefinizione: Portacartetipologia: IsolataSoggettoidentificazione: Portacartetitolo: PortacarteCronologiasecolo: XXfrazione secolo: I/II quartoda:1920 A: 1930Definizione Culturalenome: Giacomo Ballaruolo: Ideatore EsecutoreAmbito Culturaledenominazione: Futurismoriferimento all’intervento: FuturismoDati Tecnicimateria e tecnica: Legno incastrato, intagliato e dipintoMisureunità: cm; altezza: 30; larghezza: 17; profondità:17Stato Di Conservazione: BuonoCondizione Giuridica: Appartenente ad un privato

Descrizione:L’oggetto è formato da una base rettangolare irre-golare. Le forme si sviluppano in tronchi di piramide anch’essi irregolari che terminano in parallelepipedi, sistemati in verticale per contenere fogli di carta. I colori utilizzati sono il bianco, il rosa, l’arancione e l’ocra.

Notizie Storico-Critiche:Giacomo Balla, nato il 18 Luglio 1871, inizia con precocità a disegnare e dipingere. Nel 1900 trascorre alcuni anni a Parigi e nel 1901 Umberto Boccioni e Gino Severini diventano suoi allievi per apprendere la

pittura di paesaggio. Nel 1910 aderisce al Futurismo firmando il “Manifesto dei pittori Futuristi”. Fra il 1914 e il 1915 la sua ricerca approda dal Futurismo al Dinamismo astratto, come si vede nella serie delle “Compenetrazioni iridescenti”. Nel 1918 firma il “Ma-nifesto del colore” che è una testimonianza del suo interesse per i colori e per il linguaggio artistico. Muore a Roma il 1 Marzo 1958.Il porta carte è stato realizzato da Balla probabilmen-te tra il 1913 e il 1930 per una delle sue due case di Roma e provincia. Nei colori è presente un’influenza delle contempora-nee opere di Fortunato Depero. A testimonianza di questa amicizia citiamo, fra le altre, la foto scattata dallo stesso Depero, che ritrae Balla nello studio con la moglie e le figlie del 1936. Inoltre l’utilizzo di questi colori contrastanti ricorda quelli impiegati da Balla nella realizzazione dello “Studio rosso”.L’oggetto risalta per le sue forme assolutamente in-solite che danno l’impressione di dinamismo, effetto accentuato anche dalle diverse tonalità di colore.L’opera sembra ricordare “Compenetrazione iride-scente radiale” (vibrazioni prismatiche del 1913-1914), in virtù delle linee ascendenti di colore pastello.Inoltre per le caratteristiche cromatiche ricorda “Pan-ciotto” del 1920.

Bibliografia:P. HULTER, Futurismo e Futurismi, Fabbri Bonpiani, Milano, Maggio 1986, pp. 92-235.E. CRISPOLTI, Casa Balla e Futurismo a Roma, enci-clopedia italiana, 1989, p. 7.G. LISTA, A. MASOERO, Futurismo 1909-2009– velocità+arte+azione, Milano, 6 Febbraio 2009, p. 365..

Data di compilazione: 3 Maggio 2011

Nomi dei compilatori: Bruni Massimiliano, Molino Ele-na, Franchini Giulia, Sorini Silvia, Martino Carlo, Moretti Sofia, Romualdi Elia, Iljazaj Sermi, della classe 5aL della sez. Catalogazione e Rilievo dei Beni Culturali dell’I.I.S. Piero della Francesca, Arezzo, a.s. 2010- 2011

Classe 5a L, Catalogazione e Rilievo dei Beni Culturali

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CLASSE 5a L Sezione Catalogazione e Rilievo dei Beni Culturali

Prof.: A. AndantiBernardini Alessio, Bruni Massimiliano, Casarin Eleonora, Florea Lenuta Bogdana, Franchini Giulia, Iljazaj Sermi, Martino Carlo, Molino Elena, Sorini Silvia, Moretti Sofia,

Romualdi Elia.

CLASSE 3a C, Sezione Design e Stampa Serigrafica

Prof.: M. Pichi, A.M. MattesiniBarbagli Sara, Carta Janavy, Cellai Laura, Fiumicelli Elia, Gaina Roxana Madalina, Giovannini Sofia, Iacob Lavinia Lucia, Mainella Teodora, Manelli Sara, Mugnai Emmanuel, Perniciaro Sara Caterina, Rassinati Elena, Solorzano Mu-noz Genesis Maybeth, Terranova Fabio, Valentini Ylenia,

Villani Marco, Bogoni Luke Anthony.

Professori di Storia dell’Arte: O. Ingravallo e P. Semoli

CLASSE 5a ESezione Design Moda e Costume Teatrale

Prof.: C. Scarpellini, R. BotarelliBellino Michela Vita, Ciancagli Elisa, Fantoni Francesca, Francisco Monsherill, Grappolini Martina, Guidoni Claudia, Leonessi Chiara, Levi Sara, Loustalette Sens Saraswati, Mar-rone Irene, Nocentini Beatrice, Palmer Melody, Rosadini Sofia, Tani Noemi, Tommasini Gianluca, Boscarato Michela.

LICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCA, AREZZO

CLASSE 4a ASezione Design Del Gioiello

Prof.: S. Ferrari, G.F. Cherici, A. Lucani, F. Marioli, M. Ministeri Bartolini Michele, Caroccia Jessica, D’oppido Alessio, For-gione Judith, Gonzalez Jemez Danoys, Lecca Mirko, Magi Edoardo, Marmorini Samuele, Menci Arianna, Merli Fran-cesca, Paduano Chiara, Palma Debora, Picchioni Anita, Piccinotti Nico, Ricciardi Maria Nuvola, Severi Alice, Testi

Giada, Villar Collado Jose’ Bernardo.

CLASSE 5a A Sezione Design Del Gioiello

Prof.: R. Paionni, G.F. Cherici, A. Lucani, F. Marioli, M. Ministeri Agostini Simone, Brasola Davide Emanuele, Cappelli Ta-tiana, Caselli James, Fagnoni Mantechi Marco, Hollbacher Lisa, Mancini Alunno Schiasa, Rocca Fabio, Rossi Gianpie-tro, Tarchi Marta, Tassini Raffaele, Tetkov Ramon Noel,

Zelli Daniele, Ballantini Leonardo.

CLASSE 5a BSezione Design Moda e Costume Teatrale

Prof.: E. Chiarenza, A. NunziatiAcunzo Mariangela, Angius Alessandro, Bencini Tania, Cal-vani Eleonora, Caracuta Vincenza, Caselli Ilaria, Caselli Valeria, Ceccarelli Silvia, Chiarella Eleonora, Ciabatti Clau-dia, Ciabatti Marco, Della Sala Arianna, Di Palma Angelica, Di Palma Daniela, Dirindelli Sofia, Forzoni Chiara, Kaur Sharanjit, Marchione Ylenia, Menchini Giulia, Paggini Sara,

Sandu Maria Cristina.

LICEO ARTISTICO PIERO DELLA FRANCESCA, AREZZO

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Classe 5a M.S.S.

fotografia

ricostruzione virtuale

Davide AccastelloJacopo Gambini

I.I.S.S. PER GEOMETRI, V. FOSSOMBRONI, MONTE SAN SAVINO

Il tema di studio “Casa Balla” è stata una novità nell’ambito dei programmi del corso di studi per Geometri.In una prima analisi sembrava essere pertinenza dell’insegnamento della storia dell’Architettura, ma ad un esame più attento è stato evidente che il campo era più ampio, coinvolgeva sia lo studio e la progettazione degli interni che quello delle arti visive e dell’arredamento.Casa Balla è un importante esempio di uno spa-zio modificato nella sua percezione attraverso la decorazione delle pareti e dei soffitti nell’ambito del Futurismo italiano.Tecniche illusionistiche tipiche della pittura ad affresco nei grandi palazzi e nelle chiese dei secoli scorsi. Qui però tutto è realizzato grazie alla geometria, senza figure umane o animali né paesaggi, solo piani colorati, campi di colore perimetrati con linee rette o curve.La scelta è stata quella di studiare e approfon-dire lo spazio di accesso di questa abitazione, l’ingresso, e quello di distribuzione, il corridoio, per capire come era stato utilizzato e appa-rentemente modificato questo spazio grazie agli arredi, alle pitture che coprivano ininterrottamen-te pareti, armadi e soffitti, e dove una serie di quadri faceva da schermo agli impianti.Questo studio, dalla struttura nuda dell’ambiente alla sua sistemazione, è stato svolto con pro-grammi di disegno per il computer, strumento didattico e di lavoro per i nostri studenti, per ripercorrere idealmente con le immagini rico-struite gli spazi analizzati.

Natalino Mazzoniinsegnante

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Forme Grido W l’Italia

Scienza contro oscurantismo

L’idea di riprodurre un’opera d’arte, di renderla fruibile a più persone, è un tema che ha interes-sato profondamente il mondo dell’arte nei primi decenni del secolo scorso.Idea comune al Design, all’Architettura, alla Moda e a tutto il mondo delle Arti Figurative e di quelle applicate.Diffusione resa possibile dai nuovi procedimenti industriali realizzabili nei diversi campi applicativi.Alcuni secoli fa la stampa con caratteri mobili e componibili, aveva reso disponibili e fruibili a molti i testi che sino ad allora erano privilegio delle elites culturali, religiose ed a volte econo-miche o politiche. Altre tecniche erano già uti-lizzate nel mondo delle arti figurative, acqueforti, litografie, xilografie, ma limitando l’espressione ad un monocromatismo.La stampa serigrafica, amplia queste possibilità liberando lo spazio del colore nelle sue varie accezioni.E’ una tecnica di realizzazione che può essere applicata a più temi e su materiali diversi, con-sente la produzione di “multipli”, la riproduzione di opere originali o di quelle progettate per questo tipo di tecnica espressiva.Le opere realizzate con questa tecnica possono essere limitate e numerate, o essere prodotte senza limite se non quello tecnico dei materiali utilizzati.Ecco che così siamo nel campo dell’opera d’arte non più pezzo unico ma seriale.Alcuni disegni di Giacomo Balla erano già stati tema di riproduzione per gli “Arazzi con applica-zione di tessuti e ricamo” da parte di sua figlia Luce. Riproduzione che era parte del progetto espressivo nel momento in cui la tecnica del colore era quella del colore pieno compatto a stesura omogenea, senza sfumature. Il bozzetto dell’opera precedeva ovviamente queste realizza-zioni, così come altri studi e bozzetti precede-vano la realizzazione dei suoi quadri.Le serigrafie esposte nella mostra “Bottega Balla“ ed in parte nel catalogo sono frutto dello stesso pensiero.

Dopo la morte del Maestro le figlie Luce ed Elica hanno curato la trasposizione dal bozzetto alla stampa serigrafica così come Luce aveva fatto con gli Arazzi. Riprendono il disegno di Giacomo e ne curano la realizzazione con la massima attenzione ai colori con l’esperienza e la conoscenza sviluppatasi nei decenni di lavoro svolto insieme al padre. Collaborazione attuata anche nella decorazione sia delle pareti e dei soffitti di casa Balla in via Oslavia, che nella casa di campagna della famiglia Balla dove le due artiste hanno ripreso e sviluppato, applicandolo ad un intero ambiente, il tema della luce stu-diato da Giacomo Balla nelle “Compenetrazioni iridescenti”.Ritorna così il tema della scuola o Bottega d’Ar-te, dal Maestro agli allievi da loro, crescita arti-stica e diffusione di cultura.

SERIGRAFIE

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Pessimismo e Ottimismo

Linee Forza di paesaggio + Sensazione di ametista

Linee Forza di paesaggio + Volo di rondine

Marvento

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Porta penne Futurista, legno colorato anno 1918

Arazzo, tessuto con applicazioni e ricami, “Motivo decorativo futurista”, misure 127 X 77,5 cm

Arazzo, tessuto con applicazioni e ricami “Farfalgattini”, misure 117 X 66 cm Fiore Futurista, anno 1925 circa

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monte san savinomuseo cassero

2 giugno — 24 luglio 2011

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