Monte Berico - Enza Corrente Sutera - Davanti Allo Schero Ieri E Oggi - 2015

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T La stor'ta r'ìosîra. se siamo genitori cresciuti negli anni '60, con due sole reti televisive. il bianco e nero, la tivù dei ragazzi alle cinque de1 pomeriggio e dopo Carosello tutti a nanr.ra, con la mu- sica classica su radio e tivù alle Ceneri, Quaresima o se moriva il Papa o Kennedy, coi testi de1le canzoni d'amore di Modugno o Villa, col libro di lettura e il sussi- diario a scuola e, se eravamo pro- prio fortunati, anche i giornalini // Munt'llo e lr.r prima versione. Se siamo genitori piu giovani. negli anni '70, siamo cresciuti col terzo canale, e, al Nord con Tele- montecarlo e Capodistria. ia scuo- la media e le superiori in forte espansione con montaerre di libri Proviamo a racconta- re una storia di vita quotidiana usando I'umorismo e non il catastrof is m o. di ENZA CORRENTE SUTERA tra cui sbucava Línus o Malaldu.le radio libere che permettevano di telefonare in diretta e fare una de- dica: la trasgressione era il giorna- lino porno che girava clandestina- mente o i primi programn-ri televi- sivi a tarda notte. E, prirna ancora di tutti noi, per i nonni di oggi, negli anni '40 e'50 si passava da bambini ad adulti di co1po, spesso senza libri e quaderni e men che meno radio, televisione. cellulare e -qiornali o giornalini. Poi una diffusione rapidissima di telefoni, automobili, televisori, radio portalili. cornputer. inlernet. giochi in r ideo ...: di qua rroi geni- tori arvezzi a certi usi e consurrri, di i nostri figli che sono coirlol- ti in stimolazioni e suggestioni al consurno per lrrolti di noi tuttora

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Una storia di vita quotidiana usando I'umorismo

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TLa stor'ta r'ìosîra. se

siamo genitori cresciuti negli anni'60, con due sole reti televisive. ilbianco e nero, la tivù dei ragazzialle cinque de1 pomeriggio e dopoCarosello tutti a nanr.ra, con la mu-sica classica su radio e tivù alleCeneri, Quaresima o se moriva ilPapa o Kennedy, coi testi de1lecanzoni d'amore di Modugno oVilla, col libro di lettura e il sussi-diario a scuola e, se eravamo pro-prio fortunati, anche i giornalini //Munt'llo e lr.r prima versione.

Se siamo genitori piu giovani.negli anni '70, siamo cresciuti colterzo canale, e, al Nord con Tele-montecarlo e Capodistria. ia scuo-la media e le superiori in forteespansione con montaerre di libri

Proviamo a racconta-

re una storia di vita

quotidiana usando

I'umorismo e non il

catastrof is m o.

di ENZA CORRENTE SUTERA

tra cui sbucava Línus o Malaldu.leradio libere che permettevano ditelefonare in diretta e fare una de-dica: la trasgressione era il giorna-lino porno che girava clandestina-mente o i primi programn-ri televi-sivi a tarda notte.

E, prirna ancora di tutti noi, per inonni di oggi, negli anni '40 e'50si passava da bambini ad adulti dico1po, spesso senza libri e quadernie men che meno radio, televisione.cellulare e -qiornali o giornalini.

Poi una diffusione rapidissimadi telefoni, automobili, televisori,radio portalili. cornputer. inlernet.giochi in r ideo ...: di qua rroi geni-tori arvezzi a certi usi e consurrri,di là i nostri figli che sono coirlol-ti in stimolazioni e suggestioni alconsurno per lrrolti di noi tuttora

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sconosclute.Proviarno ora a sbirciare in casa

di una lanriglia qualunque primadi cena: la mamma prepara incucina seguendo sul piccolo scher-mo I'avventura di concorrenti alleprese con quiz abbordabili, lafiglia adolescente sdraiata suldivano ascolta musica con suoiPod il figlio piu piccolo giocaalla consolle del videogioco, ilpapà scrive un sms sul suo telefo-nino e anche il gatto non è dameno: ir.r buona postazione sullascrivania cerca di acchiappare ipiccoli pesci virtuali che ondeg-giano ne1 salvaschenno del com-puter. E forse anche prima di quel-I'ora, ciascuno di loro è stato coin-volto con vecchi e nuovi media. Ilpadre e la madre al lavoro davantiad uno schermo di computer, ilbambino e la sorella in attività consupporto di strumenti multimedialia scuola.

E durante la cena? Senza entra-re troppo nel1o specifico e senzaevocare tempi in cui si stava tuttizitti perche parlava la T! sappia-mo di non esagerare affatto neldire che si è seduti in tavola con unospìte sempre fisso, che non è

affatto né discreto, ne silenzioso,né rispettoso dei bisogni e delleesigenze di tutti.

E dopo cena? La dipendenzacontinua alla grande perché se for-se non si e tutti insieme davantiallo stesso programma televisivo,è certo che ci si distribuisce, soli-tari e incantati. davanti a un picco-ìo o grande schermo: quello dellaTl del videogioco, del computerper navigare o per vedere un CD,perfino del minuscolo schermo delteiefonino per giocare, per scaln-biare sms, per rivedere foto.

Potremmo lare tante riflessioniin merito; limitianoci a rilevarecome i nuovi media siano diventatinon solo componente della quoti-

dianità familiare in tutte le ore incui si è svegli, ma anche fortemen-te determir.ranti le dinamiche dellerelazioni tra tutti i membri dellafamiglia, incidendo in modo pe-sante anche nell'organizzazione e

gestione del tempo sia individualeche di tutti. Pensiamo all'ascoltodel telegiornale durante i pasti,aÌla fruizione isolata/individualedella T! di internet o altri medianelle varie stanze di casa, per.rsia-

rìo ancora alla TV babysitter perbambini e badante per anziani.pensiamo al modo ossessrvo concui ci si approccia al telefonino, oai trilli che sostituiscono le paroledella comunicazione interpersona-le. E indubbio che accendere ilteler isole e sorbire quanlo vienetrasmesso, e gesto facile e gratifi-cante. Così come lo è navigare su

internet, ascoltare f iPod filmare oinviare un sms col telefonino, gio-care alla consolle ... Ma quale è illimite tra 1a fruizione positiva diuno strumento tecnologico, pursofisticato, e 1'abuso nell'uso. cheporta alla passività, alla manipola-zione, alla dipendenza?

Guardare la TV scegliendoneun programma, giocare a quel vi-deo gioco, navigare su quel sitonon è solo accendere un elettrodo-mestico, ma orientarsi entro unmondo (multimediale e informati-co) regolato da interessi e criteriferrei, da valori tanto rigidi quanto"poco" appariscenti, il più delle

volte sfumati e del tuttcl sconosctu-ti agli utenti stessi. Cio, in altreparoie, significa che dietro unvideo, una connessione o un pro-gramma televisivo, o ancora -dietro sofisticari disposirir i tecno-logici, che ci permettono di colle-garci col mondo, si nasconde unanotevole complessità dr strategiecommerciali e ideologiche, di ap-parati linguistici ed economici chehanno 1o scopo di attirare uditori-fi'uitori e non certo quello di occu-parsi della loro tutela o dei lororeali bisogni.

E, mentre leggiamo queste righetanto di nuo\ o \ iene inventato e

costruito in una corsa senza sostadi cui non si vede ne si intuisce lafine. Almeno noi adulti lo sappia-mo: serenità e felicità non derivanodal possesso di tutto quanto il mer-cato tecnologico propone ... Íìaqual è la nostra posizione educativacoi nostri figli'l Abbiamo la consa-pevolezza che questo forsennatoconsumismo mediatico ha bisognodi essere filtrato e tamponato? E inquesta opera rigorosa che coinvol-ge forse soprattutto cio che vie-ne trasmesso da questi strulnenti"contestiamo e condanniatìlo tuttobuttando come nel vecchio detto

- sia I'acqua calda sia il bambino?Tn questo bailarrrme di messaggi e

strurnenti, e possibile esercitareuna azione educatir a, orientata eti-camente secondo un certo ordine divalori?

La dipendenza da piccolo o grande schermo è ormai un malecomune difficilmente estirpabile, data la sua forza piu potentedi qualsiasi droga.