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PROGETTO PRODOTTI PER PELLI IMPURE

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P R O G E T T O

PRODOTTI PER PELLI IMPURE

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SOMMARIO Prodotti per pelli impure 2 Patogenesi dell’acne 3 Eziologia dell’acne 4

• Acne da fattori endogeni 4 • Acne da fattori esogeni 5

Lesioni elementari caratteristiche dell’acne 6 Classificazione di Cunliffe dell’entità dello stato acneico 7 Pelli impure 8 La ghiandola sebacea 8-10

• Composizione del sebo 11 • Secrezione sebacea 12 • La seborrea 13

Trattamento 14 • Trattamenti cosmetici 14 • Trattamento della pelle seborroica 15 • Trattamento della pelle acneica 15 • Indicazioni per pelle seborroica 16

Sostanze utilizzate a livello dermatologico e cosmetico 17-18 • Zolfo 18 • Benzoil perossido 19 • Acido retinoico 20 • Antibiotici topici 20 • Lipoaminoacidi 20 • Acido Linoleico 21 • Acido Gli colico 22 • Acido Azelaico 23

Estratti vegetali, acne e seborrea 24-27 Acne da cosmetici 28-29 Uso di cosmetici in soggetti acneici 30 Acne rosacea 31 Consigli pratici 32 Parametri per la creazione del giudizio Intesa 33 Bibliografia 34-35

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PRODOTTI PER PELLI IMPURE

Con la definizione “pelli impure” ci si riferisce ad una cute ricca di lipidi derivanti da un aumento della secrezione sebacea. Questo tipo di pelle è spesso coinvolta in fenomeni di tipo acneico che provocano disagi sia di tipo fisico che psicologico. Appare opportuno rammentare come l’acne costituisca una vera e propria patologia, che si manifesta in maniera multiforme e la cui cura prevede un approccio di tipo medico specialistico, particolarmente nei casi più gravi, in quanto un trattamento inadeguato può portare a indesiderati esiti cicatriziali. Nelle forme più lievi caratterizzate dalla sola presenza di comedoni o con numero limitato di papule e pustole, può essere sufficiente un approccio di tipo cosmetico volto a regola-re la secrezione sebacea e a impedire l’insorgere di processi infiammatori. Considerazioni non molto diverse possono essere fatte per lo stato di seborrea cutanea, una condizione di tipo pseudofisiologico che costituisce fattore primario per l’instaurarsi dei fenomeni acneici, dovuta ad un complesso stato fisiologico i cui meccanismi e le cui cause possono essere estremamente diverse (alterazione del follicolo pilifero, influenze ormonali, batteriche ed infiammatorie). Essenzialmente si tratta di una modificazione quali e quantitativa della secrezione sebacea, un’alterazione che non sempre evolve in fenomeni patologici quali l’acne. Nell’affrontare il problema dell’acne non ci si deve limitare solo al trattamento della con-dizione patologica ma anche delle alterazioni fisiologiche che hanno portato a tale condi-zione (ipersecrezione sebacea). L’acne colpisce un numero elevato di soggetti, si manifesta con una particolare frequen-za (circa 80 %) nell’età adolescenziale. Le lesioni cutanee che caratterizzano la condizione acneica, sono le più varie, esse van-no dai comedoni, alle pustole sino a lesioni più gravi del tipo nodulo-cistiche. Il trattamento dell’acne è volto a “controllare” il fenomeno, attendendo che esso giun-ga alla sua naturale soluzione e perciò fondamentale diviene l’aspetto psicologico del trattamento ed il fatto che un rapido miglioramento facilita il proseguimento della “tera-pia”. A seconda della gravità della condizione acneica la cura, costituita da un trattamento to-pico, può essere affiancata da un trattamento di tipo sistemico. In genere il trattamento topico, sufficientemente efficace nel controllare le forme acneiche meno gravi, è costituito da un approccio diversificato che comprende varie azioni: deter-genza, disinfezione, ma può richiedere l’uso di preparazioni specifiche. È su questo tipo di trattamenti che concentreremo la nostra attenzione.

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PATOGENESI DELL’ACNE (1)

Ormoni androgeni (testicolo, ovaio, surrene) 5α reduttasi

Recettori cellulari del follicolo pilo-sebaceo Aumentata attività Ipercheratosi della ghiandola sebacea follicolare Aumentata Formazione del produzione del sebo tappo corneo Comedone

Contaminazione batterica (lipasi)

Scissione dei trigliceridi in acidi grassi liberi

Rottura della parete follicolare

Irritazione del derma perifollicolare

Flogosi

Papula, pustole, nodulo, cisti

Nell’acne si assiste ad un fenomeno d’ipercheratosi che costituisce la risposta della cute all’effetto irritativo prodotto dal sebo modificato nella sua composizione dall’azione dei batteri presenti nel follicolo. Altri fattori contribuiscono al processo di ipercheratosi quali la carenza d’enzimi litici cellulari, l’alterazione della sostanza cementante e l’attività degli ormoni androgeni. Nel microcomedone (struttura caratteristica delle fasi iniziali dei pro-cessi acneici), si ha accumulo di sebo, residui cellulari e acqua, con formazione di un ambiente ideale per lo sviluppo batterico ed in particolare del Propionilbacterium acnes, un batterio anaerobico presente in alta concentrazione nei soggetti acneici. I batteri gra-zie alle loro lipasi scindono i trigliceridi in acidi grassi liberi dotati di potere infiammatorio e provocano la lisi della parete del follicolo con riversamento del sebo alterato a livello del derma. Il processo causa flogosi (reazione infiammatoria da corpo estraneo (18)) che conduce alla formazione delle lesioni tipiche dell’acne: papule, noduli e cisti.

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EZIOLOGIA DELL’ACNE

I fattori che conducono all’insorgenza di uno stato acneico sono molteplici e sulla base di essi è possibile classificare diverse forme di acne:

ACNE DA FATTORI ENDOGENI (acne essenziale)

Tipo Sottotipo Note

acne infantile (neonatorum)

Compare nelle prime settimane di vita, scompare entro po-chi mesi, qualora si manifesti più tardi il decorso può dura-re fino a 2 – 3 anni d’età. Alla base dell’affezione sono gli ormoni androgeni materni. Generalmente non necessità di alcuna terapia.

acne giovanile acne premestruale

Colpisce circa l’80% dei giovani di età compresa tra 12 e 20 anni, ma può perdurare anche dopo tale periodo soprat-tutto in soggetti femminili. Può essere associata alle alte-razioni che caratterizzano il ciclo riproduttivo femminile. Le lesioni acneiche colpiscono prevalentemente il viso, il collo, la parte alta del tronco e delle spalle, raramente si ha il coinvolgimento del cuoio capelluto, a carico del quale si osserva un’abbondante desquamazione seborroica.

acne comedonica

Forma d’acne in cui l’inestetismo è limitato a punti neri e comedoni e vi è assenza di pus. La pelle è secca ed asfittica e richiede un trattamento di tipo cosmetico.

acne necrotica (acne papulo pustolosa)

Fenomeno acneico derivante da un peggioramento dell’acne comedonica, pur in assenza di manifestazioni in-fiammatorie, si ha la comparsa di pustolette scarsamente rilevate, le quali si ricoprono di crosticine giallastre cui se-gue la formazione di evidenti cicatrici bianche depresse.

acne nodulare Acne in cui la lesione si diffonde in profondità, con forma-zione di ascessi che coinvolgono la zona perifollicolare.

acne volgare

acne conglobata

Costituisce una forma piuttosto grave di acne, si caratteriz-za per la confluenza di noduli ascessuali, che danno luogo a suporazione a livello dermico. Questo tipo di acne è caratterizzata da gravi conseguenze cicatriziali.

acne cheloidea

Non costituisce un vero e proprio tipo di acne ma piuttosto l’esito finale di una particolare lesione acneica. Caratteristica del sesso maschile, soprattutto nei soggetti dal collo corto, compare con la formazione di pustole alla nuca al limite dell’impianto dei capelli, qui si ha l a forma-zione di una massa dura e fibrosa a forma di noduli. La modificazione cheloidea, favorita dalla sudorazione e dallo sfregamento con gli abiti, può assumere un aspetto detur-pante.

acne fulminante

Si sviluppa su un processo acneico preesistente coinvol-gendo le aree del dorso e del petto con formazione di e-normi noduli, ulcerativi che evolvono in cicatrici deformanti. A tale patologia si associano febbre alta, dolori articolari e anemia.

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ACNE DA FATTORI ESOGENI (acne sintomatica)

acne da prodotti chimici, acne da cosmetici, acne da medicamenti

Prodotti Chimici

Idrocarburi clorurati, DDT, oli lubrificanti, paraffine, catrami (minerali o vege-tali) Esempio di questa patologia è la cloracne, fenomeno acneico legato all’esposizione ai vapori di cloro.

Farmaci (possono dar luogo ad acne o aggravarla)

Alcuni farmaci sono in grado di dare origine ad eruzioni di tipo acneico simili all’acne giovanile. I farmaci che possono dare origine a questo tipo di mani-festazioni sono: anticonvulsivanti, ioduri, bromuri, antitubercolari, vitamina B12, actinomicina D, corticosteroidi, ACTH, testosterone Le lesioni sono generalmente localizzate nelle zone caratteristiche dell’acne giovanile, ma possono essere presenti anche in zone diverse dalle aree se-borroiche. Non legato all’età, l’acne “da farmaci” da luogo a lesioni monomorfe caratte-rizzate da pustole e papule con assenza di comedoni (46). L’eruzione acneica scompare gradualmente dopo la sospensione del tratta-mento farmacologico. Vi sono farmaci che possono aggravare l’acne preesistente quali ad e-sempio: a) Derivati dell’idantoina, trimetadione e fenobarbitale.

Adolescenti che fanno uso di farmaci antiepilettici manifestano fenomeni acneici difficilmente controllabili. Si osserva la comparsa di lesioni che-loidee che possono coinvolgere il cuoi capelluto a seguito del trattamen-to con difenilidantoina e carbamazepina.

b) Farmaci con attività androgena, sia ormoni veri e propri, sia prodotti a-nabolizzanti.

Sostanze Acnegeniche

Cosmetici

Acne comedonica dovuta a sostanze acnegeniche. Le lesioni acneiche dovute a cosmetici compaiono dopo un uso prolungato del prodotto. L’insorgenza del fenomeno è legata alla presenza di sostanze dotate di un potenziale comedongenico; tali sostanze si trovano principalmente nelle creme idratanti, nelle creme base, nelle creme nutrienti, nei fondotinta, nei fard, esse comprendono (46) oli vegetali (olio d’oliva, burro di cacao), paraffi-ne (vaselina), lanoline, acidi grassi liberi, pigmenti (rossi D&C); queste so-stanze possono essere presenti anche in prodotti definiti “oily free”. In pazienti acneici che fanno uso di cosmetici si possono osservare due rea-zioni: a) Aggravamento dell’acne con formazione di comedoni (processo che ri-

chiede diversi mesi) b) Follicolite ovvero irritazione chimica dell’epitelio follicolare con formazio-

ne di pustole e papule (processo relativamente rapido).

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Lo sviluppo dello stato acneico comprende varie fasi in cui si ha la formazione di diversi tipi di lesioni e la cui evoluzione può essere estremamente diversificata. I vari tipi di lesioni e i livelli di gravita delle manifestazioni acneiche sono stati riassunti nelle seguenti tabelle:

LESIONI ELEMENTARI CARATTERISTICHE DELL’ACNE

Tipo di lesione Note

Microcomedone

Costituisce la lesione più precoce. Si tratta di un i-spessimento dello strato corneo (ipercheratosi) della porzione infundibolare del follicolo sebaceo, in altre parole di un follicolo costituito da una grossa ghian-dola sebacea associata ad un pelo vellus. Si assiste alla formazione di un “tappo” corneo che impedisce la fuoriuscita del sebo.

Punti bianchi (comedoni chiusi)

Si tratta di una microcisti contente sebo, cellule cor-nee e batteri che ostruiscono l’ostio follicolare

Punti neri (comedoni aperti)

Si tratta di una lesione caratterizzata dall’apertura dell’ostio follicolare e dalla presenza di cellule chera-tiniche e melanina nel materiale di riempimento.

Papule Lesioni che presentano un piccolo rilievo cutaneo, di consistenza solida. Possono regredire senza dare origine ad esiti cicatriziali.

Pustole Raccolte di essudato purulento derivanti da processi suppurativi susseguenti il processo infiammatorio

Noduli Formazioni solide che coinvolgono il derma superfi-ciale e medio.

Cisti Formazioni di varie dimensioni caratterizzate dalla raccolta di materiale sebaceo all’interno di cavità formatesi a seguito di processi infiammatori.

Macula Costituisce, in genere, lo stadio conclusivo del pro-cesso acneico. Se la pustola è limitata all’area del follicolo, la macula risulta superficiale e scompare durante la desquamazione fisiologica.

Cicatrice residua

Se si è in presenza di lesioni papulo-pustolose coin-volgenti la zona perifollicolare, come nel caso dell’acne necrotica, le cicatrici risultano di tipo vaioli-forme e spesso sono indelebili (pelle butterata). Più gravi sono le macule derivanti da lesioni acnei-che dovute ad acne nodulare flemmosa profonda.

Cheloide

Cicatrice rilevata, più o meno deformante, conse-guenza di processi acneici caratterizzati da abnormi ascessi (in genere nella nuca). Quando la cicatrice si infiltra e da origine a noduli e placche di consistenza lignea si parla di acne che-loidea.

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CLASSIFICAZIONE DI CUNLIFFE (45) DELL’ENTITÀ DELLO STATO ACNEICO

La tabella riporta in maniera schematica la classificazione dei vari stati acneici redatta dal dermatologo Cunliffe. In essa sono evidenziati i vari livelli di “gravità” e le manifestazioni cutanee che li caratterizzano.

0 1 2 3 4 5 6 ♦ •

♦♦ • ∗

♦♦♦ •• ∗

♦♦♦♦ ••• ∗∗

♦♦♦♦ ••• ∗∗∗ ⊗

♦♦♦♦ ••• ∗∗∗

⊗⊗⊗ ∇

♦♦♦♦ •••

∗∗∗∗ ⊗⊗⊗ ∇∇

Comedoni assenti o

scarsissimi per lo più

chiusi.

Comedoni presenti aperti

o chiusi

Comedoni presenti nu-merosi aperti

o chiusi

Comedoni numerosi di grosse di-

mensioni a-perti e chiusi

Comedoni aperti e chiusi molto nume-

rosi

Molti come-doni di grosse

dimensioni aperti e chiusi

Molti come-doni, aperti e

chiusi, di grosse di-mensioni

Pustole as-senti o saltua-rie di piccole dimensioni

Pustole pre-senti di picco-le dimensioni

Pustole pre-senti di medie

dimensioni

Molte pustole di grosse di-

mensioni.

Molte pustole di grosse di-

mensioni, presenza di

pus.

Molte pustole, presenza di

pus.

Molte pustole, presenza di

pus.

Flogosi gene-ralizzata

Flogosi gene-ralizzata

Papule as-senti

Papule pre-senti di medie

dimensioni

Papule pre-senti di picco-

le e medie dimensioni

Papule molte di grandi di-

mensioni

Papule molte, dolenti

Papule molte, grosse, do-

lenti

Noduli di me-die dimensio-

ni

Noduli di grosse di-mensioni

Noduli nume-rosi, grossi,

dolenti Lesioni cica-

triziali Cicatrici atro-fiche e iper-

trofiche ♦ Comedoni (aperti o chiusi) • Pustole ∗ Papule ⊗ Noduli ∇ Lesioni cicatriziali Il lasso di tempo in cui si passa dal microcomedone alla lesione conclamata varia da soggetto a soggetto. In genere dopo un periodo di circa 5 mesi dalla formazione del mi-crocomedone si assiste alla comparsa dei così detti comedoni chiusi, ovvero lesioni sporgenti di aspetto biancastro (punti bianchi) che possono giungere sino a 3 mm di diametro. Il materiale contenuto nel follicolo è in grado di giungere sino alla superficie cu-tanea, dilatando l’ostio follicolare, formando i comedoni aperti (punti neri), il cui aspetto nerastro è dovuto alla melanina derivante dalle cellule che si sono degradate e che sono contenute nel materiale amorfo del comedone. Le lesioni acneiche sono rappresentate da comedoni chiusi e da comedoni aperti. Nei soggetti acneici si osserva la coesistenza di lesioni in differenti stadi evolutivi, quali papule e pustole ed è per questa ragione l’acne viene definita “polimorfa”. L’estensione e la gravità del processo acneico sono influen-zate dalle caratteristiche individuali ma in ogni caso le lesioni più gravi si hanno in segui-to alla persistenza e alla confluenza di lesioni minori, con formazione di noduli e cisti che possono portare alla formazione di cicatrici atrofiche o ipertrofiche.

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Pelli impure La nostra pelle è costantemente ricoperta di sostanze lipidiche, tali sostanze contribui-scono a mantenere la cute morbida e idratata (riducendo l'entità dell'evaporazione cuta-nea), inoltre sono in grado di svolgere un’azione batteriostatica e fungistatica nei confron-ti di diverse classi di batteri e funghi. La secrezione lipidica svolge quindi una funzione essenziale per la vita dell'individuo (1). La quantità di lipidi generalmente presenti sull’epidermide è di circa 5 ÷ 10 mg/cm2, esi-stono però delle condizioni in cui la presenza di lipidi a livello cutaneo aumenta in manie-ra abnorme e si viene a verificare una condizione nota col termine di seborrea, in quanto la maggior parte dei lipidi presenti sulla cute proviene dai processi di secrezione caratte-ristici della ghiandola sebacea. La seborrea può dare origine ad un impoverimento delle difese naturali della cute e all'in-sorgenza di vere e proprie patologie che possono andare dalla dermatite seborroica sino all'acne. LA GHIANDOLA SEBACEA La ghiandola sebacea è responsabile della maggior parte della secrezione lipidica del corpo; essa è attiva sin dalla vita fetale e presenta un grado d’attività che varia secondo l’età e da individuo a individuo. Le ghiandole sebacee sono presenti su tutta la superficie cutanea, con la sola esclusione di alcune zone, quali ad esempio, la palma delle mani e la pianta dei piedi. Spesso associate ad un follicolo pilifero, le ghiandole sebacee possono trovarsi anche in zone prive di peli o nelle quali sono presenti piccolissimi peli (peli vellus) come ad esem-pio la fronte e le ali del naso. La loro distribuzione non è uniforme ma vi sono zone a maggiore densità le cui ghiandole risultano essere dotate di una maggior capacita produttiva, esempi ne sono il viso e il cuoio capelluto. La loro concentrazione varia da circa 400 ÷ 900 unità per cm2 nelle re-gioni più ricche, a solo 100 unità per cm2 nelle regioni più povere. Le dimensioni sono in-versamente proporzionali al diametro del follicolo ad esse associato. Le ghiandole sebacee di maggiori dimensioni sono localizzate a livello della fronte e del dorso in esse il dotto sebaceo si apre sul canale pilare di un follicolo pilifero vellus che è, dovendo raccogliere enormi quantità di secreto, enormemente dilatato.

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Anatomicamente le ghiandole sebacee sono classificate come tubulo-alveolari (2) o alveo-lari composte in quanto risultano essere costituite dall'unione di più acini (lobuli).

Figura 1

Struttura schematica di un pelo e del follicolo pilifero 2. ghiandole sebacee, 3. muscolo erettore del pelo, 4. guaina del follicolo

15. bulbo pilifero, 17. zona cheratogenica

Figura 2 Struttura e fisiologia della cute

I. Epidermide, II. Derma, III. Ipoderma 1. Strato corneo, 2a. Strato granuloso, 2b. Strato spinoso, 2c. Strato basale

7. Ghiandole ecrine, 8. Fusto del pelo, 11. Bulbo del pelo, 13 Ghiandole Sebacee

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Ciascun acino versa il suo contenuto all'interno del dotto escretore che si continua nel canale pilare; qui il secreto si arricchisce dei residui di desquamazione del dotto e dà ori-gine al sebo che giunge sulla superficie cutanea. Da quanto descritto appare evidente che l'unità secernente è l'acino, cellule in cui si as-siste all'accumulo, intracitoplasmatico, di una grande quantità di lipidi. Lo sviluppo cellula-re avviene attraverso un processo privo di soluzioni di continuità ma che per ragioni di semplicità viene suddiviso in tre fasi di differenziazione (1): cellule indifferenziate, cellu-le differenziate, cellule mature.

Cellule indifferenziate ricche di ribosomi, reticolo endoplasmatico rugoso, evidenza di una no-tevole attività cellulare.

Cellule differenziate notevole sviluppo delle strutture deputate alla sintesi del materiale lipidi-co. Sono presenti numerosi vacuoli ricchi di lipidi(6).

Cellule mature hanno dimensioni maggiori e sono deformate dall'accumulo di lipidi in-tracellulari, sono soggette a disgregazione e alla rottura della membrana citoplasmatica con riversamento del loro contenuto all'interno del dotto escretore.

È la cellula in toto che partecipa alla secrezione sebacea; tale tipo di secrezione viene definita olocrina. Questo in contrapposizione alla secrezione ecrina caratteristica della ghiandole sudoripare, dove il secreto viene accumulato in una porzione di cellula e quindi espulso senza provocare lisi cellulare.

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COMPOSIZIONE DEL SEBO Il sebo costituisce, assieme ai lipidi di derivazione epidermica e all'acqua derivante dalla traspirazione (sudore e perspiratio insensibilis), quello che viene definito film idrolipidi-co. I lipidi presenti nel sebo sono costituiti per il 60 % da trigliceridi e in percentuali minori da cere, squalene, steroli liberi ed esterificati. I trigliceridi sono caratteristici della specie umana (7). Lo squalene è un prodotto intermedio della sintesi del colesterolo. In alcune specie animali si assiste alla formazione d’intermedi diversi quali il lanosterolo, sostanza che dà origine alla lanolina (sebo della pecora).

Tabella 1

Composizione % dei lipidi cutanei Sebo (1) Epidermide (2) Squalene 11.82 1 Idrocarburi saturi _ 8 Esteri degli steroli 1.29 8 Cere (esteri di acidi grassi su-periori con alcoli grassi superiori) 23.99 _

Trigliceridi 42.04 8 Acidi grassi liberi 17.17 9 Steroli (colesterolo) 2.02 18 Mono e digliceridi 1.66 13 Glico e Fosfolipidi _ 34 Altri 0.1 1

(1) Nazzaro Porro e Passi - Journal of investigative Dermatology, 73, (112) 1979 (2) Nieminen et al., Acta Dermatol. Venereol., 47 (237) 1967 La composizione del sebo varia durante la salita attraverso il condotto follicolare, si arric-chisce con frammenti di cellule, acqua, sostanze idrosolubili, digliceridi, monogliceridi e acidi grassi, questi ultimi derivano dall'azione di esterasi d’origine sia cellulare che batte-rica (8). I più importanti microrganismi coinvolti nel processo d’alterazione del sebo sono lo Sta-phylococcus epidermidis, il Pithyrosporum ovale ed il Propionilbacterium acnes. Quest’ultimo è sicuramente quello maggiormente coinvolto nel processo di scissione dei trigliceridi, questo grazie al fatto d’essere anaerobio e di posizionarsi all’uscita del con-dotto ghiandolare all’interno del follicolo (9, 10). Nel sebo gli acidi grassi liberi, se presenti nella giusta concentrazione, svolgono un’utile azione a livello cutaneo in quanto sono tossici per alcune classi di microrganismi e svol-gono un’attività batteriostatica e fungistatica. In alcuni periodi della vita, tuttavia, la concentrazione degli acidi grassi viene ad essere alterata a causa dell’azione dei succitati microrganismi. La flora cutanea assume un ruolo centrale nello sviluppo e nell’evoluzione del processo acneico, in particolare il P. acnes contribuisce alla rottura della parete follicolare con liberazione di fattori chemiotattici, ri-chiamo di leucociti neutrofili, che liberano enzimi idrolitici e provocano un ulteriore danno della parete del follicolo. Nella tabella 1 è riportata le composizione percentuale del sebo e dei lipidi epidermici. Appare evidente la marcata differenza in cere e squalene tra le due composizioni.

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SECREZIONE SEBACEA È noto che la secrezione sebacea è influenzata dalla presenza di ormoni androgeni, ma vi sono altri fattori di varia natura che concorrono al controllo dei livelli di secrezione; uno di essi è la concentrazione dei lipidi epidermici. La concentrazione lipidica influenza la secrezione poiché una alta concentrazione di se-bo provoca una riduzione nell’attività ghiandolare. Sulla base di questo meccanismo si è osservato che l’attività delle ghiandole sebacee diventa massima in seguito ad una dra-stica rimozione dei lipidi cutanei, con effetto opposto a quello desiderato. I fattori che influenzano la secrezione sebacea sono riportati nella seguente tabella:

Tabella 2 Fattori che influenzano la secrezione del sebo

fattore note

Età

Le ghiandole sebacee interrompono la produzione di sebo dopo alcuni mesi dalla nascita e restano silenti sino alla pubertà, qui si assiste ad una diversifica-zione individuale dell’attività con successivo decre-mento nella senescenza.

Alimentazione (contestato da alcuni autori (11)). Temperatura esterna (12) Stress (13)

Sesso Diversificazione tra soggetti maschili e femminili nell’intensità della secrezione sebacea

Androgeni

Alterazione dell’attività delle ghiandole sebacee conseguente all’alterazione dell’attività ormonale androgenica caratteristica del periodo puberale. Livelli normali di ormoni androgeni evidenziano una spiccata recettività della ghiandola nei confronti di tali ormoni con conseguente risposta abnorme.

Nella cute grazie alla presenza, a livello della ghiandola sebacea, dell’enzima 5-α-reduttasi (14), si ha la trasformazione del ∆4-androstenedione in diidrotestosterone da 2 a 5 volte più attivo del composto di partenza. A livello ghiandolare sono presenti altri due enzimi: 3-α-deidrogenasi e 5-α-diedrogenasi che producono sostanze ad elevata at-tività androgenica. Appare evidente come a livello follicolare si abbia una notevole attività ormonale e che tale attività debba essere massima in soggetti acneici. L’aumentata presenza di andro-geni non viene però riscontrata nei maschi acneici mentre tale incremento può essere ri-scontrato in soggetti femminili. Questa discrepanza e dovuta al fatto che nei soggetti ma-schi la produzione androgenica è già massiva mentre non lo è nelle femmine; un dosag-gio ormonale appare quindi utile solo per le donne soggette a decise manifestazioni ac-neiche (18). Il controllo ormonale della secrezione sebacea non è a carico solo degli ormoni androge-ni, ma altri ormoni agiscono modulando la secrezione e possono essere responsabili d’eruzioni acneiche. Appare molto evidente come la secrezione sebacea sia modulata da un complesso si-stema di fattori, una complessità che non permette di dare una risposta univoca al pro-blema del controllo dell’eccessiva secrezione ghiandolare.

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LA SEBORREA L’eccessiva produzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee, definita seborrea, si manifesta con la comparsa della “pelle grassa”. È bene rammentare che la semplice sensazione di pelle grassa non necessariamente in-dica uno stato di seborrea, tale sensazione può essere riscontata anche in soggetti che presentano una normale attività sebacea. La pelle grassa può essere distinta in: • pelle asfittica – sebo ceroso stagnante nel follicolo e non fuoriuscente • pelle oleosa – a sebo fluente con cute lucida, untuosa, con follicoli dilatati. Caratteristica della pelle grassa è, di solito, un’elevata secrezione sudorale che si mani-festa con una pelle lucida, untuosa, sudata, e con pori dilatati. In particolare la cute appa-re particolarmente lucida ed untuosa nelle zone mediane del viso e talvolta anche dello sterno e del dorso, inoltre, spesso, i soggetti presentano degli osti follicolari molto dilatati che conferiscono alla loro cute l’aspetto caratteristico della “pelle porosa”. Come abbiamo visto l’aumento della secrezione del sebo è conseguenza dell’alterazione dei normali processi di controllo dell’attività della ghiandola sebacea; una condizione “pa-rafisiologica” le cui cause sono generalmente di tipo genetico e familiare anche se esi-stono delle patologie (a volte anche gravi) che presentano come effetto secondario un aumento della produzione sebacea. Un’accentuata risposta da parte della ghiandola sebacea nei confronti degli ormoni an-drogeni presenti in circolo è, in assenza di fattori patologici, la causa principale dell’aumento della produzione di sebo, dell’insorgere della seborrea e secondariamente dell’acne. In ogni caso tale dualismo (androgeni – seborrea) non può essere generalizzato, esisto-no soggetti acneici che non presentano un’alterazione nei tassi ormonali plasmatici e, per contro, vi sono soggetti con tassi plasmatici alterati che non presentano alcun segno cli-nico di seborrea. Queste eccezioni suggeriscono che alla base della seborrea non vi è solo l’alterata produzione d’ormoni ma anche una loro alterata utilizzazione (15, 16, 17, 9). In ogni caso la seborrea costituisce il momento cruciale per lo sviluppo di problematiche di tipo acneico, anche se può essere solamente definita come “condizione necessaria ma non sufficiente all’insorgenza dell’acne”. Altri fattori quali lo stress, l’ambiente, i farmaci, i cosmetici grassi e sostanze irritanti possono, infatti, contribuire allo sviluppo o all’aggravamento dell’acne (26).

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TRATTAMENTO La soluzione di un problema complesso come il trattamento della seborrea ed in ultima analisi dell’acne, ha dato origine ad un diversificato ventaglio di risposte. La presenza di un alto numero di sostanze utilizzate, evidenzia che non esiste un ap-proccio univoco al problema acne. La soluzione varia da soggetto a soggetto, anche se, proprio grazie alla molteplicità degli approcci, circa l’80 % degli stati acneici può essere controllato. Il controllo dell’iperproduzione sebacea, quale coadiuvante nella terapia acneica o come prevenzione del suo insorgere, costituisce un problema delicato, legato al raggiungimen-to di una condizione d’equilibrio individuale in cui l’uso di un mirato sistema cosmetico deve portare ad una secrezione sebacea il più possibile simile a quella fisiologica, questo allo scopo di poter attendere che il processo d’ipersecrezione sia fisiologicamente corret-to dall’evolversi naturale dei livelli ormonali.

Trattamenti cosmetici (38)

Prodotti Note

Detergenti

La rimozione con detergenti, dello strato lipidico superficiale dev’essere eseguita con cautela ed utilizzando prodotti non aggressivi ed in grado di mantenere un certo livello di lipidi cutanei; si rammenta come la ghiandola sebacea risponda ad un’eccessiva asportazione lipidica con un’iperproduzione e quindi con un rebound negativo. Nell’utilizzo dei detergenti a risciacquo acquoso i saponi appaino i meno indicati per la pelle acneica in quanto troppo aggressivi. Prodotti quali i syndets a pH acido pre-sentano una maggiore specificità e questo vale in particolare per quei prodotti che contengono zolfo, oli essenziali, estratti vegetali di timo, bardana, tormentilla, ecc. Tra i detergenti non a risciacquo acquoso vanno preferiti i latti detergenti a reazione acida e privi di oli minerali. Sono utili le emulsioni basate su oli vegetali quali l’olio d’oliva, soja, vinaccioli, conten-tenenti zolfo in forma organica, estratti vegetali e oli essenziali ad azione dermopurifi-cante.

Lozioni Tonificanti

Possono essere sia di tipo idroalcolico che di tipo analcolico. Si tratta di prodotti basati su acqua distillata di Hamamelis o di Rose nei quali sono stati aggiunti estratti vegetali di Bardana, Viola, Farfara, Cetriolo, Limone, Salvia, Ro-smarino, Timo, Tormentilla, Hamamelis, Lichene islandico. Inoltre questi prodotti pos-sono contenere zolfo solubile o zolfo organico o entrambi. Per una maggiore azione purificante possono essere presenti sostanze antimicrobiche solubili quali l’acido usnico o i sali d’ammonio quaternari.

Creme da giorno Prodotti

Normalizzanti

Di solito si tratta di emulsioni del tipo olio in acqua (O/A) caratterizzate da un aspetto evanescente e non grasso. Questi prodotti sono a reazione acida, dotati di un mode-sto potere opacante e asciugante. Utile la presenza di allantoina, zolfo organico, calamina, estratti vegetali e igarsan.

Creme da notte Prodotti

Normalizzanti

Possono essere emulsioni del tipo acqua/olio/acqua (A/O/A), le quali presentano un aspetto semigrasso. Solitamente sono presenti steroli, squalene, insaponificabili, vitamina A, estratti pla-centari.

Trattamenti Periodici

Generalmente si tratta di maschere che possono essere sia di tipo asciugante che di tipo gel o crema. Le maschere essiccanti solitamente contengono bentonite, caolino, calamina, ossido di zinco, undecilenato di zinco, irgarsan. I geli o le creme sono utilizzati come impacchi e nella loro preparazione possono essere introdotte alcune delle sostanze sopra elencate.

Il trattamento della pelle seborroica deve, come per la pelle con acne conclamata, essere svolto con costanza.

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Trattamento della pelle seborroica

Mattino

• Pulizia della cute attraverso l’uso di detergenti non saponosi (solidi o fluidi) contenti resine abietiche legate a polipeptidi (Abietoilpolipeptide), derivati undecillenici, steroli, solfoderi-vati.

• Tonificazione della pelle con lozione a basso contenuto al-colico. Lozioni basate sull’acqua di rose e hamamelis, citrato di alluminio o al complesso alluminio ed allantoina, in tali lo-zioni possono essere presenti estratti di hamamelis, tormen-tilla, cetriolo.

Giorno • Proteggere la cute con creme di tipo evanescente, opacan-

te, non grasse; prodotti caratterizzati da una certa acidità, contenenti acidi insaturi, steroli, estratti vegetali, calamina e zolfo organico.

Sera

• Pulizia con latte detergente a reazione acida, privo di oli mi-nerali, contenente zolfo libero od organico, estratti vegetali, sostanze purificanti.

• All’occorrenza applicare una crema semigrassa priva di va-selina, contenente acidi grassi insaturi, insaponificabili e zol-fo organico.

Periodicamente • maschera asciugante con attività assorbente e moderata-mente astringente.

Evitare • sostanze con attività comedogenica quali catrami, vaselina, isopropilpalmitato, ecc.

Quando la condizione acneica diviene evidente, i trattamenti cosmetici vanno affiancati o sostituiti da preparazioni dermatologiche (prescritte dallo specialista). La pelle grassa e ipercheratosica con punti neri e comedoni, caratteristica dei soggetti acneici, va trattata anch’essa in maniera costante. Generalizzando possiamo indicare il seguente approccio:

Trattamento della pelle acneica

Mattino

• Pulizia della cute con l’utilizzo di prodotti detergenti del tipo syndet e risciacquo acquoso.

• Tonificazione della pelle con lozione purificante. • Prima d’uscire, applicazione di una crema opacizzante pro-

tettiva.

Sera • Pulizia con latte detergente e lozione purificante • Applicazione di una crema normalizzante semigrassa.

Periodicamente • Impacco con maschera asciugante e purificante

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Per il controllo dell’ipersecrezione sebacea possono essere indicate inoltre alcune norme igieniche:

Indicazioni per pelle seborroica

EVITARE

Detergenti troppo drastici (l’uso di saponi alca-lini non risulterebbe utile, ma anzi ridurrebbe ulterior-mente la barriera acida epidermica) Prodotti contenenti oli minerali. Prodotti contenenti vaseline. Soluzioni eccessivamente alcoliche (il loro uso continuato porterebbe all’indurimento della cute)

MODERARE Sostanze ad attività astringente.

UTILIZZARE

Prodotti contenti sostanze idrofile, acidi grassi insaturi, agenti purificanti. L’ipersecrezione sudorale e i pori dilatati possono essere corretti con l’applicazione di sostanze dal modesto potere astringente quali: hamamelis, tormentilla, cetriolo, li-mone, e tra i prodotti chimici il citrato di al-luminio, il formiato di alluminio, il cloridra-to di alluminio, il cloridrossilattato e il clo-ridrossiallantoinato.

L’influenza dell’alimentazione sulla comparsa e sul controllo di affezioni di tipo acneico è ancora oggi fonte di discussione, se da un lato gli effetti della dieta sul controllo dello stato acneico appaiono privi di un reale riscontro e sono considerati di secondaria impor-tanza, pervasi di folclore popolare, alcuni autori (48) hanno riscontrato una reale correla-zione tra trattamento delle alterazioni intestinali e la risoluzione dello stato acneico; i ri-sultati evidenziano una relazione tra dieta e condizione acneica e inducono a consigliare una dieta povera in grassi ma ricca in fibre vegetali al fine di migliorare la secrezione se-bacea e con essa lo stato acneico conseguente. Un altro fattore importante nella seborrea e, di conseguenza, nell’acne è dato dall’ambiente. L’esposizione al sole conduce ad una momentanea riduzione della sinto-matologia, legata all’effetto antibatterico delle radiazioni UV, ma a quest’effetto positivo fa seguito una recrudescenza dell’affezione acneica a causa dell’azione cheratinizzante che il sole ha sulla cute e sul conseguente aumento di comedoni chiusi che esso provoca.

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Sostanze utilizzate a livello dermatologico e cosmetico (38)

Le sostanze di seguito descritte presentano prerogative ed aspettative d’uso diverse. La diversa eziologia della manifestazione acneica e la complessità del processo acneico, possono richiedere l’uso di più sostanze in una serie di applicazioni successive.

Sostanza Note

Tensioattivi

Generalmente di tipo cationico, ad azione antisettica. I tensioattivi anionici agiscono essenzialmente con un’azione sgrassante e detergen-te I tensioattivi cationici ed in parte gli anfoteri e i non ionici, presentano anche un’attività antisettica (esempi i sali di ammonio, piridinio o le betaine anfotere). Que-sti tensioattivi associano all’azione igienica l’azione disinfettante. Si utilizzano in saponi, syndets, lozioni, latti, creme, geli.

Antimicrobici specifici*

Spesso caratterizzati da un’azione antiossidante quali ad esempio il benzoilperos-sido (vietato in campo cosmetico) , molto utilizzato, in campo dermatologico, per la sua contemporanea azione esfoliante. In particolare antibiotici e sulfamidici sono utilizzati solo in specialità farmaceutiche mentre i clorofenoli sono presenti (a diverso dosaggio) nei presidi disinfettanti e nei cosmetici con fini purificanti e preventivi; tra queste sostanze le più usate sono l’esaclorofene (max. 0.1% in cosmesi) e l’etere tricloroidrossifenilico (irgasan) uti-lizzato sia in presidi (max. 2 %) sia in cosmetici (max. 0.3 %). Altre sostanze utilizza-te, analoghe alle precedenti, sono il bromoclorofene e la triclorocarbanilide. Per la sua azione riducente, cheratoplastica e sanitizzante è utilizzato anche lo zol-fo, sia in forma organica (carbossimetilcisteina) sia come precipitato o in forma col-loidale.

Estrogeni* Sono prodotti ad esclusivo uso medico.

Vitamine

Vitamina A [Acido retinoico (solo uso medico), retinolo (utilizzato sia come alcool li-bero che come estere acetico o palmitico)] Vitamina F (miscela di acidi insaturi essenziali) Vitamina B6 (piridossina) Vitamina H o biotina quale specifico antiseborroico

Lipidi insaturi es-senziali

Al fine di riequilibrare la loro scarsa presenza a livello cutaneo e aumentare la com-ponente antimicrobica.

Agenti assorben-ti ed essiccanti

Allo scopo di essiccare le pustole Si utilizzano sostanze inorganiche, quali coadiuvanti nel controllo delle manifesta-zioni acneiche, quali l’ossido di zinco, l’ossicloruro di bismuto, la calamina, l’undecilenato di zinco.

Cheratolitici Cheratoplastici

La pelle acneica è, in genere, una pelle spessa e talvolta richiede esfoliazione dello strato corneo attraverso processi di peeling. Le pratiche di peeling sono di pertinenza dermatologica e vengono eseguite attra-verso l’uso di acido salicilico, resorcina, acido lattico, urea. In campo cosmetico, come moderati cheratolitici o cheratoplastici possono essere utilizzati l’urea, l’allantoina e l’acido lattico in piccola concentrazione. Sempre in campo cosmetico è possibile riscontrare l’uso estemporaneo di sostanze quali i succhi della papaia o dell’ananas in quanto ricchi di enzimi proteolitici.

Sebo regolatori Zolfo organico

Altre sostanze

Si utilizzano i complessi dell’alluminio con l’allantoina come, ad esempio, l’alluminio di-idrossiallantoinato o l’alluminio cloroidrossiallantoinato. Si utilizzano anche altri derivati dell’allantoina quali l’allantoina-biotina, l’allantoina acidoglicirretico ecc. Sono utilizzati anche componenti derivanti da oli essenziali di origine vegetale quali: camazulene e bisabololo (dall’olio essenziale di camomilla), acido glicirretico (dalla liquirizia), il complesso acido glicirretico-acido usnico

* essenzialmente per uso medico

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Al fine di esercitare un controllo sulla produzione del sebo si sono studiati vari approcci. Si utilizzano dei principi attivi in grado di intervenire sulla biosintesi del sebo, ovvero so-stanze che agiscano sulla sintesi lipidica. Esempio tipico di queste sostanze è lo zolfo organico (34, 35), sostanza in grado di inibire la formazione o l’azione del acil-coenzima A. Un secondo tipo d’approccio cosmetico all’ipersecrezione sebacea prevede di utilizzare un meccanismo di feedback sull’autoregolazione della produzione di sebo da parte della cute. ZOLFO Le virtù dello zolfo quale agente antiseborroico sono da tempo note ed utilizzate in cam-po dermatologico. L’attività di tale sostanza è stata studiata in relazione all’utilizzo d’acque termali sulfuree. Nell’uso di acque sulfuree e dei fanghi da esse prodotte si os-serva una netta diminuzione della seborrea, diminuzione che è altamente significativa già all’inizio del trattamento. L’attività antiseborroica dello zolfo è posseduta sia dallo zolfo molecolare sia da quello presente nelle acque termali sulfuree (in forma ionica come H2S e come solfato). Tale a-zione è riconducibile all’estrinsecarsi di quattro proprietà (37):

Attività dello zolfo

azione note

Effetto antiseborroico

Effetto diretto sulla ghiandola sebacea. Lo zolfo penetra a livello follicolare sino alla ghiandola sebacea e qui si concentra riducendo le capacità secernenti della ghian-dola stessa ed inibendo la diffusione del sebo (36). S’ipotizza che l’apporto esogeno d’idrogeno solforato provochi la rottura delle molecole di cheratina, rallen-tando sia il processo di differenziazione dei sebociti sia la secrezione sebacea prodotta.

Attività antimicrobica

Azione dovuta al potere riducente dell’acido solfidrico. Lo zolfo sottrae ossigeno necessario alla flora batterica presente nel follicolo sebaceo con conseguente azione battericida e fungicida; in particolare un ulteriore azione battericida è accreditata all’acido pentationico (H2S5O6), derivante dall’azione dei cheratinociti e d’alcuni batteri sulle molecole di zolfo. La riduzione della flora batterica si traduce in una mino-re attività lipasica e in una variazione positiva nella composizione del sebo.

Attività esfoliante e cheratolitica

Tale azione deriva dall’effetto irritante che lo zolfo svol-ge sull’epidermide, effetto direttamente proporzionale al-la concentrazione di zolfo applicata. L’esfoliazione pro-voca l’asportazione dei lipidi cutanei che permeano lo strato corneo e quindi provoca una riduzione della quan-tità dei lipidi presenti sulla cute.

Azione legata alle caratteristiche chimico fisiche del fango

Lo zolfo contenuto nelle acque termali viene applicato attraverso l’uso di fanghi. Nell’applicazione delle maschere s’instaura un passag-gio d’acqua dalla cute al fango con sensazione di sec-chezza cutanea da parte del soggetto acneico. Si ha un effetto di peeling meccanico, dovuto al legame tra le cellule superficiali ed il fango applicato, con conseguente sensazione di levi- gatezza cutanea.

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Lo zolfo così come altre sostanze quali l’acido salicilico, il resorcinolo ecc. veniva am-piamente utilizzato nel tentativo di controllare l’ipersecrezione sebacea e con questa l’acne ad essa associata. Queste sostanze pur mantenendo invariata la loro utilità sono state affiancate da prodotti più efficaci quali: BENZOIL PEROSSIDO

Viene utilizzato in varie forme (crema, gel, sapone) e presenta un effetto cheratolitico e batteriostatico. Tale composto rientra nell’elenco delle sostanze il cui utilizzo è vietato in campo cosme-tico (legge 713/86). La sinergia di queste azioni fa si che il benzoil perossido sia attivo nel determinare una rapida scomparsa delle pustole e delle papule, mentre l’effetto sui comedoni risulta esse-re più lento. L’attività cheratolitica determina, specie nel primo periodo di trattamento, secchezza e desquamazione cutanea. A tale inconveniente si può sopperire con l’uso di creme idra-tanti, inoltre durante il trattamento con questa sostanza è bene evitare l’esposizione al sole in quanto può dare origine a problemi di fotoallergia o fototossicità (31, 32, 33)

O

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O

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ACIDO RETINOICO

Pur essendo presente in creme, alla concentrazione dello 0.05 %, il suo uso costituisce un trattamento di tipo prettamente medico. Tale composto infatti rientra nell’elenco delle sostanze il cui utilizzo è vietato in campo cosmetico (n. 384 all. II legge 713/86). L’acido retinoico agisce incrementando il turnover epidermico con conseguente blocco del processo di cheratinizzazione dell’ostio follicolare e impedimento della formazione del comedone. Nelle prime fasi dell’utilizzo del prodotto si assiste ad una recrudescenza del-la sintomatologia acneica, dovuta ad un effetto irritante dell’acido retinoico, fatto questo che fa spesso interrompere la terapia. L’uso dell’acido retinoico dev’essere fatto sotto controllo medico ed evitando l’esposizione al sole. ANTIBIOTICI TOPICI Per le medesime ragioni dell’acido retinoico, non rientrano nei trattamenti di tipo cosmeti-co ma bensì nei trattamenti medici. Viene fatto uso di antibiotici scarsamente utilizzati in ambito sistemico, questo per ridurre i rischi di sensibilizzazione. Si usano tetracicline (poco utilizzate per la facilità con cui danno sensibilizzazione), eritromicina, clindamicina ed altri. LIPOAMINOACIDI Costituiscono sostanze con attività antiseborroica. Si tratta di composti di sintesi ottenuti dalla condensazione di aminoacidi d’origine naturale con acidi grassi (acido caprilico, un-decilenico, laurilico ecc.). Si tratta di sostanze ad elevata attività dermocosmetologica con elevata tollerabilità cuta-nea. Tra i lipoaminoacidi di particolare interesse sono l’acido dipalmitoilcistinico e l’acido undecinoil-collagenico. Questi composti sono in grado di svolgere un’azione modulatrice della secrezione seba-cea e contemporaneamente presentano proprietà antimicrobiche, specialmente su germi quali lo Staphylococcus aureus e il Propionilbacterium acnes. Il loro utilizzo all’interno di preparazioni cosmetiche comporta un’attività seboriequilibran-te e purificante.

OH

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ACIDO LINOLEICO

Nel trattamento della cute acneica, per contrastare il processo di ipercheratosi follicolare risulta importante l’uso dell’acido linoleico libero o della fosfatidilcolina (sostanza conte-nuta nella lecitina di soia e costituita per il 70% da acido linoleico (27)) L’utilizzo della fosfatidilcolina presenta diversi vantaggi rispetto all’uso dell’acido linoleico libero. Essa infatti è più resistente all’ossidazione, è quasi incolore, presenta un debole odore e le formulazioni che la contengono non richiedono additivi, sostanze queste ulti-me che possono creare problemi in una pelle sensibile tipo quella dei soggetti con predi-sposizione all’acne. È stato riscontrato come la quantità di acido linoleico presente nel sebo e nei lipidi epi-dermici sia inversamente proporzionale all’attività della ghiandola sebacea.(28). Inoltre la quantità di acido linoleico presente nei lipidi di soggetti normali è notevolmente superiore rispetto alla quantità di acido linoleico presente in soggetti affetti da acne (29, 30) (46% con-tro il 6%). Il trattamento di donne soggette ad acne con antiandrogeni e ormoni estrogeni provoca una diminuzione della secrezione sebacea e ad un aumento della concentrazio-ne di acido linoleico in tutte le classi di lipidi cutanei. Le proprietà dell’acido linoleico possono essere così riassunte. 1. è essenziale per la formazione della barriere lipidica cutanea. 2. è il precursore dell’acido 13-idrossioctadecadienoico (13-HODE), sostanza dotata di

attività antiproliferativa e in grado di inibire la produzione mediatori dell’infiammazione LTB4 (leucotriene B4).

3. è in grado di inibire la fagocitosi, la produzione di metaboliti attivi dell’ossigeno e inibi-sce i processi infiammatori. L’acido linoleico manifesta attività sia come componente di liposomi, che come acido libero.

In concomitanza con l’incremento della concentrazione dell’acido linoleico, conseguente al trattamento con fostatidilcolina, si ha una diminuzione della quantità di squalene. Lo squalene è uno dei principali indicatori dell’untuosità cutanea e dell’incremento nella produzione del sebo. Lo squalene costituisce un fattore primario nella patogenesi dell’acne. Da quanto sino ad ora esposto appare evidente l’utilità della fosfatidilcolina quale sostan-za da utilizzare nella preparazione di cosmetici rivolti a soggetti con pelle seborroica.

HO

O

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ACIDO GLICOLICO

L’acido glicolico utilizzato come elemento antiacne ha avuto favorevoli riscontri; specie l’uso di acido glicolico tamponato a pH 4.5 ed associato a fospfolipidi ricchi di acido lino-leico (26). Altri studi (50) hanno dimostrato l’attività dell’acido glicolico nel trattamento di varie forme acneiche (acne comedonica, acne papulo pustolosa, acne nodulare). In particolare è stata evidenziata la maggiore attività dell’acido glicolico nei confronti dell’acne comedonica con più rapido miglioramento della condizione clinica. L’acido glicolico manifesta la sua attività anche in altre forme acneiche, pur richiedendo un numero maggiore di applicazioni. Tutte le forme acneiche mostrano un miglioramento legato all’effetto peeling caratteristi-co dell’acido glicolico. In ogni caso gli effetti dovuti all’acido glicolico sono stati ottenuti u-tilizzando soluzioni concentrate dello stesso (70%) e applicando sulla cute tali prepara-zioni per tempi estremamente ridotti (2 ÷ 5 minuti) sempre sotto il controllo medico. Nell’ambito cosmetico, in genere, la concentrazione d’uso dell’acido glicolico si aggira tra il 5 ed il 15%; a tali concentrazioni svolge un’azione idratante ed imbibente nei confronti dello strato corneo con un moderato effetto di rinnovamento cellulare legato all’influenza che ha sulla fisiologia cutanea. Solamente a concentrazioni molto elevate (70 ÷ 90%) l’acido glicolico determina lo sfal-damento dello strato epiteliare con consistente rinnovamento cellulare e miglioramento dell’aspetto cutaneo. A tali concentrazioni l’acido glicolico non ha più carattere cosmetico ma svolge una funzione estetico-dermatologica caratteristica di un approccio di tipo me-dico specialistico. Da quanto precedentemente riportato si evince che la concentrazione di acido glicolico presente all’interno della formulazione costituisce un fattore determinante nell’effetto che il prodotto stesso avrà sulla cute. Ovviamente concentrazioni elevate di acido glicolico possono essere utilizzate solo con cautela e in presenza di personale medico. Le concentrazioni utilizzate nei prodotti cosmetici presentano un elevato grado di sicu-rezza, ma proprio per questa ragione richiedono tempi di utilizzo lunghi e gli obiettivi che si prefiggono sono generalmente diversi da quelli delle preparazioni di specifico uso me-dico. Molto spesso l’azione antiacne dell’acido glicolico non è legata alla sua attività come so-stanza singola, ma alla sinergia che esso riesce a creare con le altre sostanze che sono introdotte all’interno della formulazione cosmetica.

H C

H

COOH

OH

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ACIDO AZELAICO

È un acido dicarbossilico, ottenuto per ossidazione naturale di acidi grassi insaturi in po-sizione 9. Quest’acido è dotato di numerose proprietà biologiche (19, 20), tra queste alcune si sono dimostrate efficaci nel controllo degli stati acneici. L’acido azelaico manifesta un’azione cheratolitica ed anticomedogenica. È dimostrata (21) la sua capacità normalizzante del processo di cheratinizzazione della zona infundibolare ed è stata evidenziata la ridotta quantità di materiale corneo e batteri-co all’interno dell’infundibolo dopo un trattamento di 3 mesi con una crema al 20% in aci-do azelaico. L’effetto anticheratinizzante è dovuto ad un’azione inibente, dose e tempo-dipendente, nella sintesi del DNA e delle proteine coinvolte nelle varie fasi della cherati-nizzazione, un’azione reversibile e limitata nel tempo. L’azione svolta dall’acido azelaico è legata all’inibizione dell’attività dell’enzima 5-α-reduttasi, con conseguente riduzione sia della quantità di diidrotestosterone sia dell’attività della ghiandola sebacea (22, 25); fatto questo che comporta, dopo 3 mesi di trat-tamento, una remissione dello stato acneico ed una diminuzione della seborrea. L’azione antimicrobica, si esplica nei confronti dei batteri sia aerobi sia anaerobi. In par-ticolare si è dimostrata la sua azione inibente la sintesi proteica del S. epidermidis e del P. acnes (23, 24, 25) con effetto sia batteriostatico sia battericida nei confronti di microrgani-smi coinvolti nel processo acneico. Il controllo della flora batterica comporta una riduzione degli acidi grassi liberi contenuti nel sebo, grazie alla minore concentrazione delle lipasi batteriche, con conseguente di-minuzione dell’aggressività del sebo prodotto. L’effetto antimicrobico non dà origine allo sviluppo di resistenza batterica. Azione antiinfiammatoria, si esplica sia a livello superficiale sia a livello profondo. La concentrazione d’uso dell’acido azelaico è del 10% nella profilassi e del 20% nel trattamento dell’acne (25), e manifesta attività nei confronti di vari processi acneici: acne comedogenica, acne papulo-pustolosa, acne nodulo-cistica già dopo un periodo di trat-tamento di 2 mesi. Alcune delle sostanze riportate in precedenza non possono essere utilizzate in prodotti cosmetici e la loro presenza rende il prodotto una specialità farmaceutica il cui utilizzo deve essere condotto sotto controllo medico, esempio tipico di que-ste sostanze è l’acido retinoico.

O

O- Na+

O

+Na -O

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Estratti vegetali, acne e seborrea Vediamo ora schematicamente quali sono gli estratti vegetali che possono essere utiliz-zati in campo cosmetico al fine di ridurre la sensazione di “pelle grassa”, combattere la seborrea e svolgere un’azione coadiuvante nel trattamento delle sintomatologie acnei-che.

pianta nome botanico note(39)

Hamamelis Hamamelis virgignana L.

È una delle piante più note in campo cosmetico, questo in virtù della notissima acqua aromatica o acqua distillata di hamamelis, che usata tal quale è già un buon tonico. L’acqua distillata è un blando rinfrescante e disarossante mentre gli estratti si caratterizzano per una spiccata azione astringente. Gli impieghi degli estratti di hamamelis sono nella produzione di cosmetici destinati al trattamento di pelli arrossate, irrita-te, fragili, con pori dilatati o presentanti eccessiva secre-zione sebacea.

Bardana Arctium lappa L.

È ricca di inulina che dona agli estratti un’azione rigenerativa cellulare, azione che associata all’attività antinfiammatoria caratteristica dell’olio essenziale, ne consiglia l’uso in co-smetici destinati al trattamento delle pelli sensibili, impure ed inestetiche, con la preparazione di creme o lozioni speci-fiche per modificare l’aspetto estetico di pelli a tendenza ac-neica o che presentano cuperose. La pianta manifesta proprietà che sono utili nei casi di der-matosi, foruncolosi e acne(40). La cosmesi industriale utilizza abitualmente l’estratto glicolico al 2%- 5% in preparati destinati a pelli grasse, predisposte all’acne o alla seborrea.

Betulla Betulla alba L.

Uno dei principali usi degli estratti di betulla in campo cosme-tico risiede nella preparazione di prodotti con funzione astrin-gente, antisettica, dermopurificante. La betulla viene perciò sfruttata nelle formulazioni di cosmetici destinati al trattamen-to di pelli grasse con acne quali creme, tonici, geli, o prodotti per il cuoi capelluto nel caso di forfora o eccessiva essuda-zione (lozioni, frizioni, shampoo); questi prodotti svolgono funzioni normalizzanti di questi stati anomali ed inestetici. Gli estratti di betulla possono essere utilizzati in associazione con estratti di ratania o hamamelis.

Biancospino Crateagus monogyna L.

L’uso topico del Biancospino non è suffragato da indagini moderne anche se vi è un impiego, a livello di cosmesi indu-striale, degli estratti. Sulla scorta di diverse valutazioni formulistiche in funzione delle proprietà della pianta, si riscontra l’uso in preparati ad azione astringente e rinormalizzante cutanea. Estratti di biancospino possono essere utilizzati nella pre- parazione i creme, latti, lozioni per pelli grasse, in prodotti per il trattamento del cuoio capelluto di soggetti seborroici.

Bistorta Polygonum bistorta L.

Il suo uso in campo cosmetico è dovuto alle sue proprietà a-stringenti e purificanti. Gli estratti di bistorta sono utili nella preparazione di prodotti per il trattamento cutaneo di pelli grasse, con pori dilatati o pelli irritate e congestionate Si preparano creme, lozioni, maschere facciali in gel.

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pianta nome botanico note(39)

Camomilla Matricaria chamomilla L.

E’ molto usata in cosmesi sotto forma di estratto o di olio essenziale per le sue proprietà antinfiammatorie, cicatriz-zanti, antibiotiche. Gli estratti di camomilla sono utilizzati nella preparazione di lozioni a bassa gradazione alcolica destinate al tratta-mento depurativo volto alla pulizia della pelle. Ciò favori-sce la dilatazione dei pori ed il loro successivo svuota-mento, consentendo poi l’applicazione di latte o crema i-dratante o nutriente. Azione simile hanno i prodotti cosme-tici a base di camomilla destinati al trattamento di pelli ac-neiche.

Coda cavallina Equisetum arvense L.

Grazie alla loro leggera proprietà astringente, estratti di coda cavallina possono essere impiegati nella prepara-zione di lozioni, tonici e creme per il trattamento esterno dell’acne. Gli estratti svolgono infatti una azione normalizzante su pelli grasse e tendenzialmente seborroiche.

Elicriso Helichrysum italicum

Per uso cosmetico vengono usati l’olio essenziale, l’acqua distillata e gli estratti. Gli estratti di elicriso sono indicati nella preparazione di cosmetici specifici per il trattamento delle pelli impure ed inestetiche (acne, brufoli), o irritate attraverso creme e lo-zioni. Per le sue proprietà dermopurificanti è usato su pelli asfittiche e comedoniche.

Iperico Hypericum perforatum L.

Gli estratti glicolici e oleosi sono molto usati in campo co-smetico per le proprietà astringenti, antinfiammatorie e ci-catrizzanti. L’olio di iperico, introdotto in cosmetici, agisce da tonifi-cante, stimolante (specie sul pelli stanche e rilassate), le-nitivo, rinfrescante. Sulle pelli grasse ed impure, creme e latti a base di iperico hanno lo scopo di riequilibrare la secrezione sebacea, questo grazie all’azione detergente ed astringente che compatta i pori dilatati dall’eccesso di sebo. Tale azione può essere incrementata con l’uso di tonici e di lozioni.

Ippocastano Aesculus hippocastanum L.

In campo cosmetico gli estratti di ippocastano sono utiliz-zati per la preparazione di acque toniche e lozioni per pelli arrossate, irritate, con acne o couperose per le proprietà astringenti e decongestionanti.

Lavanda Ladandula spica L.

In cosmesi gli estratti di lavanda sono utilizzati in prodotti destinati al trattamento del cuoio capelluto contro stati di forfora o eccessiva secrezione sebacea. Estratti di lavan-da sono altresì utilizzati nella preparazione di creme e lo-zioni per il trattamento delle pelli impure (come nel caso dell’acne giovanile) per l’azione dermopurificante e cica-trizzante.

Lichene Islandico Cetraria islandica L.

In campo dermatologico è usato a scopo antisettico o co-me dermopurificante e deodorante. Grazie alla presenza dell’acido usnico i derivati del lichene islandico sono utilizzati in prodotti detergenti e deodoranti. Derivati del lichene islandico sono introdotti in creme an-tiacne grazie all’azione antimicrobica dell’acido usnico.

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pianta nome botanico note(39)

Melaleuca Melaleuca alternifolia

L’olio essenziale risulta essere dotato di attività antimicrobica ed è utile nel trattamento di diverse altera-zioni cutanee(41). L’uso dell’olio essenziale di melaleuca si è dimostrato efficace nel trattamento di soggetti con acne lieve o moderata, attraverso l’applicazione di un gel al 5%. Tale attività è risultata paragonabile a quella di una lozio-ne contenete il 5% di benzoilperossido, anche se gli effetti si presentano più lentamente.

Menta Mentha piperita L. Per la sua efficacia quale lenitivo e dermopurificante, l’estratto di menta viene usato in creme cosmetiche per pelli acneiche.

Mirtillo Vacinium myrtillus L.

Per le proprietà antisettiche, astringenti ed antinfiammato-rie è usato in cosmesi anche per pelli grasse ed acneiche. Decotti di foglie sono utilizzati con funzione di lavaggio a-stringente. Gli estratti sono utilizzati nella produzione di creme, lozioni, geli, destinati al trattamento di pelli irritate, sensibili e al trattamento topico dell’acne.

Passiflora Passiflora incarnata L.

La componente flavonoidica è alla base dell’azione locale protettiva ed antinfiammatoria. Gli estratti di passiflora sono utilizzati nella produzione di tonici per il viso, lozioni dopobarba, prodotti per il tratta-mento dell’acne, in shampoo e prodotti per il cuoio capel-luto.

Quercia Quercus robur L.

Per le proprietà astringenti, cicatrizzanti ed antisettiche gli estratti vengono usati nella preparazione di prodotti per l’igiene corporea (saponi e bagnoschiuma) di soggetti con pelli impure e grasse, spesso associati ad altri estratti do-tati di funzionalità simile.

Ratania Krameria triandra In cosmesi si sfruttano le proprietà astringenti, purificanti e disarossanti nella formulazione di creme, latti, lozioni, geli destinati al trattamento di pelli grasse e impure.

Rosmarino Rosmarinus officinalis L.

In campo cosmetico si sfruttano le qualità dell’olio essen-ziale quali l’azione stimolante, tonificante e dermopurifi-cante. Gli usi sono quindi orientati verso il trattamento del-le pelli impure e grasse con latti e lozioni, con shampo per capelli. Per l’azione tonificante è usata in bagnoschiuma e frizioni dopobagno.

Salvia Salvia officinalis L.

Dalla salvia si ottiene un olio essenziale con alto coeffi-ciente fenolico dotato d’attività dermopurificante. Si prepa-rano creme, lozioni, maschere per il trattamento di pelli impure ed acneiche.

Sambuco Sambucus nigra L.

Gli estratti di sambuco per la loro riconosciuta attività normalizzante della secrezione sebacea, sono utilizzanti nella preparazione di prodotti cosmetici per pelli grasse e seborroiche. Grazie alla sua leggera azione astringente e addolcente si preparano creme, tonici e maschere facciali per il trattamento di pelli impure o irritate.

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pianta nome botanico note(39)

Tarassaco Taraxacum officinale L.

In cosmesi gli estratti di tarassaco sono usati come dermopurificanti e rinfrescanti cutanei. Entrano come componente nella preparazione di creme, lozioni, geli destinati al trattamento di pelli impure, arros-sate.

Timo Thymus vulgaris L.

Per le proprietà antisettiche e purificanti sono usati in campo cosmetico l’olio essenziale e gli estratti in prodotti igienici e detergenti destinati a pelli grasse, comedoniche ed impure. Gli estratti in virtù dei derivati fenolici che contengono, presentano una marcata attività riducente dell’eccessiva secrezione sebacea, inoltre svolgono una funzione tonifi-cante , stimolante e depurativa della cute.

Tiglio Tilia platyphyllos

Gli estratti di tiglio svolgono un azione cosmetica di tipo lenitivo, rinfrescante, emolliente sfruttabile nella prepara-zione di creme, lozioni e geli destinati a pelli sensibili, de-licate, stanche, arrossate, con couperose o acne.

Appare evidente che gli estratti vegetali dotati di una maggiore o minore attività antiacne o antiseborrea, utilizzati in campo cosmetico, sono numerosi. La loro presenza all’interno di un prodotto cosmetico, evidenziata dal nome latino in eti-chetta, costituisce un fattore di difficile valutazione riguardo la reale attività svolta in quanto la concentrazione d’uso è in genere non troppo elevata, fatto questo che ne limita la potenziale efficacia. In genere gli estratti vegetali presenti sono ottimi coadiuvanti, nel raggiungimento dell’effetto desiderato, ma necessitano spesso del contemporaneo utilizzo di più prodotti o della presenza di più sostanze attive all’interno del medesimo prodotto.

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Acne da cosmetici Per alcune forme acneiche, non legate alla pubertà o a patologie concomitanti, si è ipo-tizzata una relazione con l’uso di prodotti cosmetici, questo per il fatto che alcuni dei componenti delle formulazioni cosmetiche presentano una potenziale attività comedon-genica. Con il termine “attività comedogenica” s’intende un’abnorme differenziazione dell’epitelio follicolare con conseguente formazione del comedone. L’acne cosmetica colpisce entrambi i sessi a qualunque età, ma appaiono maggiormente esposti i soggetti femminili tra i 30 e i 40 anni, con pelle grassa e ampio uso di cosmetici. In genere le lesioni sono localizzate alla porzione più bassa del viso e da questo fatto de-riva il termine “acne del mento”. Secondo altri autori la manifestazione clinica dell’acne da cosmetici è data dalla comparsa di numerosi comedoni su guance e fronte (47), come-doni che possono derivare da un processo d’aggravamento delle lesioni acneiche pree-sistenti o possono essere originati dal cosmetico stesso. Attualmente si preferisce sostituire al termine “acne cosmetica” il termine di “acne femmi-nile postadolescenziale”, questo per evidenziare la non completa correlazione tra acne adulta e l’utilizzo dei prodotti cosmetici. Nell’uso dei prodotti cosmetici si assiste alla for-mazione di una lesione che ricorda quelle provocate dall’acne volgare. Secondo Kligman si tratta di un processo in cui le sostanze chimiche ad azione irritante, presenti nel co-smetico, provocano un danno epiteliale a livello del follicolo con conseguente riversa-mento del sebo nel derma e successiva risposta immunitaria (richiamo di leucociti neu-trofili). Si tratta di un’azione complessa in cui la sostanza irritante dà origine al processo ma non concorre in altro modo ad esso; il risultato finale dell’esposizione a sostanze irri-tanti è un’infiammazione del follicolo con formazione di papulo-pustole che assomigliano moltissimo alle alterazioni dell’acne volgare ma la cui eziologia è opposta a quella carat-teristica dell’acne: si ha prima la lesione infiammatoria e successivamente l’evoluzione in un comedone secondario. Si osserva come l’acne cosmetica frequentemente ricopra una preesistente acne volgare dando così origine ad ibridi che evidenziano la capacità del cosmetico d’aggravare il fe-nomeno acneico in soggetti sensibili. Bisogna rammentare come nell’ambito cosmetico siano utilizzate sia materie prime po-tenzialmente comedogeniche, che possono provocare ipercheratosi del follicolo sebaceo e formazione di microcomedoni, sia prodotti potenzialmente pustolo-genetici in grado di provocare lesioni papulo-pustolose (47). L’acne cosmetica costituiva, alcuni anni fa, una problematica molto sentita. Nel 1972 cir-ca il 50% dei prodotti cosmetici era considerato potenzialmente comedogenico(42). Attualmente la situazione è migliorata e le componenti cosmetiche sono testate al fine di valutarne la capacità nell’indurre eruzioni acneiche(43) allo scopo di ridurre i rischi da par-te del consumatore e di poter porre la dicitura “non comedogenico” tra le qualità del pro-dotto commercializzato. Le case cosmetiche testano i prodotti finiti, determinandone il potenziale comedogenico, al fine di porre sul mercato prodotti cosmetici sempre più sicuri. Bisogna però dire che non tutti riconoscono l’attendibilità delle metodiche utilizzate per valutare la potenzialità comedogenica di una materia prima cosmetica (43). Particolari cri-tiche vengono rivolte all’esistenza di una lista negativa delle sostanze cosmetiche (so-stanze ad attività comedogenica(44)), anche alla luce della rivalutazione di alcune materie prime, avvenuta a seguito del differente comportamento che queste manifestano sul mo-dello sperimentale (orecchio di coniglio) e sulla cute umana.

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Nella valutazione della comedogenicità di un prodotto è bene considerare le interazioni tra i vari componenti, queste possono portare a gradi di comedonicità diversi (superiori o inferiori) rispetto a quanto rilevato dagli studi sulle sostanze singole. In ogni caso i prodotti cosmetici attualmente disponibili sono nella stragrande maggioran-za non acnegenici e l’attività delle sostanze in essi contenuti non è in genere causa di aggravamento dell’acne in soggetti adulti (46). Riassumendo: i cosmetici non sono, generalmente, causa primaria d’eruzioni di tipo ac-neico (49), il loro effetto principale è quello di aggravare ed intensificare l’acne in soggetti sensibili dando origine alle follicoliti caratteristiche dell’acne cosmetica. Sostanze ad attività comedogenica sono raramente responsabili dell’acne nelle donne adulte. È pur vero che i prodotti cosmetici possono, in alcuni casi, dare luogo ad un’apparente persistenza dell’acne, ma in ogni caso non sono agenti eziologici primari. Recenti valutazioni relative a patologie acneiche in donne adulte hanno evidenziato co-me, nella maggioranza dei casi, la sospensione completa dell’utilizzo di prodotti cosmeti-ci non abbia come effetto la remissione completa dello stato acneico (49), evidenziando l’azione secondaria del cosmetico nel causare l’acne adulta. Il potenziale acnegenico di un prodotto cosmetico non può essere valutato unicamente sulla base della semplice lettura dei suoi ingredienti, infatti “potere irritante” e “comedo-genicità” sono stati stimati su singole materie prime mentre la valutazione della reale po-tenzialità comedogenica del prodotto finito dev’essere eseguita sul prodotto stesso. Una materia prima può essere fortemente comedogenica, se esaminata come sostanza pura, ma può divenire innocua qualora sia propriamente diluita e mescolata nella formu-lazione finita. Si può affermare che in un prodotto cosmetico è raro che un ingrediente manifesti attività comedogenica se introdotto in formula ad una concentrazione inferiore al 10%; general-mente gli ingredienti cosmetici sono introdotti in concentrazioni inferiori a questa soglia (con l’eccezione di: acqua, olio di vaselina, tensioattivi e pochi altri). In ogni caso le sostanze acnegeniche cosmetiche non sono comparabili con gli acnege-nici professionali: sostanze, tipo cloro, che provocano notoriamente fenomeni d’eruzione acneica (esempio la cloracne). Va rammentato che non solo i cosmetici possono essere causa d’aggravamento della condizione acneica ma che altri fattori possono concorrere ad avere quest’effetto, ad e-sempio la luce ultravioletta può aggravare o indurre uno stato acneico (46) e intensificare il potenziale acnegenico di alcune sostanze.

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Uso di cosmetici in soggetti acneici (46)

La vita di relazione può far insorgere il desiderio di utilizzare i prodotti cosmetici per “co-prire” gli inestetismi derivanti dall’acne. Attualmente il mercato offre una serie di prodotti che vengono dichiarati “non comedoge-nici” e “non acnegenici”, quindi “teoricamente” sicuri in quanto non aggravanti la condi-zione acneica. Sulla reale sicurezza dei prodotti cosmetici non si può asserire nulla, senza considerare caso per caso, se non che le attuali conoscenze permettono alle aziende, attente alla va-lidità dei loro prodotti, di formulare cosmetici di tranquilla applicazione. Nel soggetto acneico il cosmetico da make-up offre un supporto psicologico notevole e il suo uso “corretto” non dev’essere ostacolato. Nella seguente tabella sono riportate alcune semplici indicazioni sull’uso di tali prodotti:

Tabella 13 Cosmetici da make-up usati negli stati acneici

Tipo di cosmetico Note

Correttori

Creme o liquidi con o senza olio. Questi prodotti hanno una colorazione verde menta per coprire forme d’acne non particolarmente scure, possiedono una colorazione verde scuro al fine di co-prire lesioni acneiche maggiormente pigmentate.

Fard

Si tratta di prodotti formulati come polveri, liquidi o creme il cui colore varia dal rosa, all’arancio al rosso. Questi prodotti sono utilizzati nella parte superiore della guancia al fine di donare un’apparenza di colori-to roseo al viso. I soggetti con acne alle guance possono utilizzare questi prodotti per coprire l’eritema e rendere mag-giormente uniforme l’aspetto della guancia. L’uso di fard in polvere dev’essere fatto con cautela in quanto v’è il rischio della formazione di piccoli aggre-gati che possono indurre reazioni da corpo estraneo. Il fard può fungere da prodotto coprente efficace in soggetti giovani che non vogliono o che non possono utilizzare un fondotinta.

Ciprie

Si tratta di prodotti cosmetici costituiti essenzialmente da Talco e pigmenti. Sono in grado di apportare una copertura omogenea della zona acneica, sia utilizzate da sole che in asso-ciazione con un fondotinta. L’applicazione della cipria da sola dovrebbe essere eseguita solo previa applicazione di una normanle crema idratante sottotrucco (crema base) sulla pelle. L’uso di ciprie trasparenti può essere utile al fine di miscelare meglio il fondotinta, specie in zone di pas-saggio (attaccatura dei capelli, linea del mento, ecc.) e donare un risultato estetico migliore. Le ciprie possono essere utilizzate in paziente con e-levata produzione di sebo al fine di ridurre la lucidità della pelle purché la cipria sia sempre applicata in quantità ridotta.

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Acne Rosacea o Rosacea (38)

Vi sono delle condizioni patologiche che possono dare origine a dermatosi che assumo-no un aspetto simile all’acne, una di queste patologie è sicuramente la rosacea. Essenzialmente si tratta del peggioramento di una preesistente condizione di labialità va-sale in cui si assiste all’apparizione di processi infiammatori e suppurativi che possono coinvolgere il follicolo pilifero; le conseguenti follicoliti si assommano alla preesistente di-strofia vasale dando origine alla dermatosi. Benché la rosacea possa ricordare l’acne volgare essa non è legata a questo tipo di pa-tologia. L’eruzione acneica è sempre preceduta e caratterizzata dalla formazione di comedoni cui possono seguire tutte le manifestazioni cutanee precedentemente descritte. I comedoni sono assenti nella rosacea. L’acne è legata a una cute seborroica mentre la rosacea è spesso caratteristica di cuti secche e fini. Inoltre l’acne è peculiare della pubertà mentre la rosacea appare in età più avanzata. Infine le follicoliti da rosacea appaiono tutte sotto forma di papulo-pustole miliari, grosse come una capocchia di spillo, infiammate, rugose al tatto, contornate da una tumefazio-ne. Le papulo-pustole, in stadi avanzati, possono assumere aspetto noduloso e qualora siano localizzate al naso dare luogo al voluminoso fenomeno della rinofima. La rosacea costituisce lo stadio finale di una disfunzione vasale, si tratta di un processo non polimorfo che non può essere affrontato con gli stessi approcci utilizzati nell’acne.

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Consigli pratici Al fine di offrire il miglior consiglio è bene rammentare che: ü L’acne costituisce una vera e propria patologia il suo trattamento, specie per i casi

più gravi, deve prevede un approccio di tipo medico specialistico, in quanto un trat-tamento inadeguato può portare a inconvenienti di tipo cicatriziale. Però non tutte le affezioni acneiche richiedono un trattamento farmacologico e per quelle più lievi o moderate (presenza di comedoni ma con numero limitato di papule e pustole) può essere sufficiente un trattamento di tipo cosmetico volto a regolare la secrezione sebacea e a impedire l’insorgere di processi infiammatori.

ü Rammentare sempre che il trattamento è volto a controllare la manifestazione acnei-

ca ma che non può risolverla, in quanto frutto di un momentaneo disordine fisiologico ed che il trattamento dev’essere continuo proprio perché non risolutivo.

ü Escludere sempre la presenza di fattori concomitanti, quali l’uso di cosmetici ricchi di

sostanze grasse d’origine minerale o la presenza d’alterazioni fisiologiche che pos-sono avere nell’eruzione acneica un sintomo concomitante.

ü Consigliare l’uso di sistemi detergenti non troppo aggressivi, in quanto un eccessiva

asportazione dei lipidi cutanei risulterebbe deleteria per il microsistema cutaneo e da-rebbe risultati opposti a quelli desiderati, con un aumento della secrezione ghiandola-re.

ü Sconsigliare l’esposizione al sole o ai raggi ultravioletti in quanto ai momentanei ef-

fetti benefici derivanti dell’azione antisettica dei raggi UV fanno seguito gli effetti ne-gativi dovuti dalla stimolazione del processo di ipercheratosi cutanea prodotto dal so-le.

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PARAMETRI PER LA CREAZIONE DEL GIUDIZIO INTESA

Nell’analisi dei prodotti per pelli impure, sono stati considerati i seguenti fattori: • sono state analizzate le formulazioni qualitative determinando la funzione di ogni com-

ponente sulla base di quanto stabilito nell’Inventario Europeo degli ingredienti cosmetici; di conseguenza si è valutata la corrispondenza tra le caratteristiche vantate dal prodotto e gli ingredienti presenti in etichetta;

• presenza di sostanze con attività conclamata e supportata da bibliografia; • presenza di sostanze vegetali attive sulla cute, coadiuvanti o ad azione sinergica con al-

tre sostanze; • presenza di sostanze dermofunzionali; • presenza di Trietanolammina. E’ stato attribuito un valore per ogni parametro e dalla somma dei punti ottenuti da ciascun prodotto si è giunti all’attribuzione del GIUDIZIO INTESA ai singoli prodotti. La classificazione prevede i seguenti giudizi: • Molto buono • Buono • Medio • Non classificato Note: se non c’è corrispondenza tra Info sulla confezione e proprietà reali, queste sono se-gnalate nella parte finale delle Indicazioni Intesa come “Info da confezione”.

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Questo lavoro è stato realizzato con la consulenza di: • Prof. Pier Giovanni Baraldi, Dipartimento di Scienze Farmaceutiche – Università di Ferrara. • Dott. Mario Zappaterra, Scuola di Specializzazione in Scienza e Tecnologie Cosmetiche – Università di Ferrara. Coordinamento scientifico a cura delle Associazioni Titolari di Farmacia di Bellu-no, Bergamo, Bolzano, Lecco, Mantova, Pavia, Trento e Vicenza.