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MODULO 4: CONTROLLO DEL RISCHIO
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CAPITOLO III
MONEY MANAGEMENT STRATEGICO E TATTICO:
CONSIGLI PRATICI
Mappa del capitolo
La gestione del rischio nel trading e la protezione del capitale
Money Management, Risk Management (gestione del rischio), Position Sizing, Bet Sizing
… Non importa come lo chiamate, l'importante è conoscerlo!
Premesse:
“…è meglio avere un sistema mediocre e una buona strategia di Money Management, piuttosto
che una scadente strategia di Money Management e un ottimo sistema…”.
“…quando si perde denaro, ci si ritrova con un capitale inferiore con cui lavorare. Per
riguadagnare il denaro perso, è necessario realizzare una performance percentuale
decisamente superiore a quella che si è appena persa…”
Il Money Management strategico e tattico: consigli pratici
La gestione del rischio nel trading e la protezione del capitale
Il Money Management
Suggerimenti generali per una semplice gestione del rischio nel trading
Il Sistema di Kelly
Conclusioni
Breve glossario di sopravvivenza del trader – le 36 regole base
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Perdere denaro è infatti di per sé negativo, ma ancor peggio è perderne tanto da
pregiudicare definitivamente le chance di proseguire nell’attività di investitore. Risulta di
fondamentale importanza, quindi, assumere un comportamento costante adottando tecniche
di protezione del capitale, che non devono in alcun modo essere disattese.
La buona gestione finanziaria si fonda sull'analisi approfondita del livello di rischio e di
performance propri di ogni categoria di investimento e sulla precisa identificazione degli
obiettivi che ogni singolo investitore ricerca.
Il Money Management
Nel corso degli ultimi anni si è assistito al proliferare di persone che cercano di investire
i propri soldi autonomamente, senza rivolgersi a professionisti del settore, spesso utilizzando i
servizi di trading on line offerti da qualsiasi istituto bancario.
Pochi traders e gestori, però, hanno sviluppato le doti di disciplina necessarie ed hanno ben
chiare le strategie di Money Management. Durante le “bolle speculative” parlare di strategie per
limitare il rischio è praticamente inutile. Negli ultimi anni, però, a causa dei ben noti movimenti
non sempre facilmente prevedibili (price actions) ci si è accorti di nuovo dell’importanza delle
tecniche di gestione del denaro e di gestione del rischio.
Money o Risk Management: è l’elemento fondamentale per il successo.
Il Money Management, in parole povere, vi dice su quanti contratti (o azioni, o asset) potete
lavorare in un certo momento considerando determinati parametri di portafoglio e rischio.
E’ praticamente impossibile guadagnare denaro senza un uso corretto di tecniche di
Money/Risk Management.
Un Risk Management che analizza il rischio legato alla posizione assunta è
imprescindibile per chi opera sui mercati. E' necessario essere consapevoli di quanto sia
difficile recuperare denaro dopo aver subito una grossa perdita poiché sarà richiesta una
performance sempre più elevata in funzione delle dimensioni della perdita stessa.
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Riprendiamo brevemente la Legge della Rovina Statistica (ampiamente trattata nel primo
capitolo di questo modulo): essa si focalizza su un punto fondamentale, ossia, indica la
performance necessaria per recuperare una determinata percentuale di perdita.
Ad esempio, se da un capitale iniziale di 100 Euro perdete il 50%, restate con 50 Euro (100-
(100*50/100)=50). Ma se, partendo da 50 Euro, riguadagnate la stessa percentuale che avete
perso, il 50%, arrivate a 75 Euro (50+(50*50/100)=75)! Per comprendere meglio il concetto,
ecco una tabella:
Tabella A: Relazione che intercorre tra la perdita del capitale e il recupero necessario per ripristinare il
capitale iniziale
Il Money Management è un concetto difensivo
Vi permette di stare sul mercato in maniera da non esserne estromessi. Ad esempio vi dice se
avete abbastanza nuovo denaro per investire in nuove posizioni. Il Money Management non va
confuso con lo stop loss. Il posizionamento di uno stop non ha nulla a che fare col “quanto”. Le
statistiche confermano che il 90% dei traders perde denaro, il 5% raggiunge il break-even e solo
il 5% riesce a guadagnare. Spesso, il trader perdente potrebbe far parte di quel 10% che almeno
raggiunge il break-even se solo fosse capace di dimensionare correttamente le proprie
operazioni. La corretta gestione del rischio è la differenza tra un trading vincente ed uno
perdente. L’operare correttamente sul mercato è costituito al 90% dal Money e Portfolio
Management; un fatto, questo, che la maggior parte delle persone non riesce o non vuole
comprendere. Una volta che si ha il corretto Money Management, la disciplina e la psicologia
completano la figura del buon investitore.
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Il Money Management serve ad ottimizzare l’uso del capitale
Poche persone riescono a vedere il proprio portafoglio come un tutt’uno. Ancora meno
investitori/gestori riescono a fare il passo da una visione difensiva o reattiva del rischio (nella
quale misurano il rischio per evitare perdite: il rischio subìto, cioè lo stop loss.) verso una
visione aggressiva e proattiva in cui i rischi sono gestiti attivamente per un uso più efficiente
del capitale.
Il Money Management “base”
Deve essere ben chiaro, a chi si accinge ad operare sui mercati, che il punto fondamentale da
tenere a mente è la protezione e la salvaguardia del proprio capitale.
Solo se riuscirete a non diminuire l'efficienza del vostro capitale potrete sperare di rimanere
abbastanza a lungo sul mercato per poter continuare ad operare.
Se vi convincete di questo, se lo riterrete assai più importante del cercare disperatamente un
gain, presi dalla frenesia che è assai simile a quella che assale i giocatori di azzardo, allora siete
a buon punto.
Innanzitutto ponete la massima attenzione al drawdown, inteso come “la quantità di denaro che
si può perdere nella attività di trading, espressa in termini di percentuale del capitale totale a
disposizione”. (NB. Il drawdown è la differenza tra un picco ed una valle in un grafico di una
equity line). Il sistema di trading o la tecnica operativa che intendete adottare, o che avete usato
fino ad oggi, deve presentare un drawdown massimo tale da non intaccare l'efficienza del vostro
capitale. Vediamo a grandi linee alcuni elementi guida.
Suggerimenti generali per una semplice gestione del rischio nel trading
Il Money Management può essere applicato utilizzando svariate tecniche e strategie.
Dalle più semplici, legate al "buon senso" a quelle più complesse costituite dall'applicazione di
modelli matematici.
Per la maggior parte dei traders può esser sufficiente l'applicazione delle regole del "buon
senso" per riuscire a sopravvivere a lungo ed in maniera profittevole al proprio sistema di
trading ed al mercato.
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Vediamo quali sono le regole principali per una corretta gestione del rischio:
Questo concetto può essere esposto analizzando un sistema di trading meccanico (Trading
System). Supponiamo che il sistema abbia un drawdown massimo storico (ad esempio su 5
anni) di 10.000€. Aprite un conto di trading con i 10mila che il massimo drawdown vi suggerisce
e cominciate ad operare seguendo i segnali che il Trading System vi produce. Supponiamo che
dopo poco tempo cominciate a subire una serie di stop loss consecutivi che vi portano a 2000€
il vostro conto. Adesso la sua efficienza è enormemente diminuita e anche se il sistema
ricomincia a produrre buoni segnali, il vostro portafoglio non è più in condizione di lavorare
per seguirli.
Diciamo che voi ripristinate, a questo punto, i 10mila iniziali ed il sistema incappa in un
massimo drawdown. Siete fuori gioco.
Il vostro "fallimento" non dipende dal Trading System che stavate utilizzando. Dipende
esclusivamente dal non essere stati adeguatamente capitalizzati per seguire NEL LUNGO
TERMINE i segnali che il vostro sistema genera.
Il vostro conto di trading, e voi, dovreste essere preparati per un drawdown di almeno il doppio
di quello che un back-testing del vostro Trading System vi segnala (e per i profitti, tenete in
considerazione la metà di quelli indicati dal back-testing). Nell'esempio precedente, se il
drawdown massimo storico era di 10mila €, dovreste avere un conto di partenza di almeno
20mila o più.
1. Non essere sottocapitalizzati. Importante è avere dei capitali adeguati allo
strumento (future o azionario) sul quale ci accingiamo ad operare e non prendere
eccessivi rischi. Questi due princìpi aiutano a sopravvivere abbastanza a lungo per
poter essere in condizione di prosperare. Esistono numerosi esempi di traders con
piccoli capitali che sono stati "eliminati" velocemente all'inizio della loro carriera.
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2. Rischiare, nella singola operazione, solamente una piccola percentuale del
capitale a disposizione, preferibilmente non più del 5% del proprio portafoglio. Si
possono accumulare delle fortune, nel lungo periodo, anche facendo trading solo con
2-3 contratti per volta. L'importante è sopravvivere abbastanza a lungo per
continuare a lavorare sul mercato, senza esserne "spazzati via" (wiped-out).
3. Usate stop-orders reali. Inseriteli subito dopo aver assunto posizione sul
mercato. Gli stop-loss "mentali" non funzionano!
6. Mantenete un rapporto reward/risk (= rendimento/rischio) minimo di 2:1 e
preferibilmente 3:1 o più. In altre parole, se rischiate 1 punto cercate di avere un
target di almeno 2, meglio 3 punti.
4. Limitate il rischio del vostro intero portafoglio al massimo al 20%. In altre
parole, se doveste subire stop-loss contemporaneamente in tutte le posizioni che
avevate assunto, fate in maniera che vi rimanga ancora l'80% del capitale di
partenza.
5. Siate realistici sui rischi effettivi richiesti per partecipare al mercato di un certo
strumento. Ad esempio non sottovalutate il rischio che comporta una posizione
overnight su un mercato molto volatile o su uno strumento in leva (leverage) come
nel mercato del future dello Standard&Poor's (250$ a punto per il contratto
principale, 50$ a punto per il mini).
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10. Comprendere la correlazione tra i diversi mercati e quella delle proprie
posizioni. Se siete "lunghi" sul gasolio da riscaldamento, sul Crude Oil e sul Brent, in
realtà non avete 3 posizioni diverse!! Poiché questi mercati sono altamente correlati,
in realtà avete UNA posizione nel settore energia con TRE volte il rischio di una sola
posizione. Sarebbe lo stesso di avere tre posizioni nel Crude Oil, oppure tre nel
gasolio da riscaldamento.
9. Non aggiungete mai posizioni a posizioni che siano in perdita (average down).
Se vi trovate dal lato sbagliato, contro mercato, ammettetelo rapidamente e
chiudete la posizione. Il proprio EGO spesso è dannoso per il corretto trading.
8. Cercate di bloccare (lock) almeno una parte dei guadagni che state realizzando.
Se siete fortunati da prendere un movimento sostanzioso in breve tempo, liquidate
almeno una parte della posizione. Questa regola è soprattutto valida per lo short-
term trading nel quale i large gains sono pochi.
7. Più siete traders attivi, più operazioni realizzate e minori dovrebbero essere i
rischi per ogni trade. Se fate decine di operazioni al giorno non vi potete permettere
di rischiare il 3% su ogni trade-- una giornata negativa potrebbe "spazzarvi via" (se,
ad esempio, subiste 10-15 stop-loss di fila il vostro capitale perderebbe efficienza). I
traders di lungo periodo, quelli che fanno 5-7 operazioni all'anno, possono rischiare
di più su ogni trade (diciamo il 3-5% per operazione). Indipendentemente da quanto
siete attivi sul mercato, però, limitate il rischio-portafoglio al 20%.
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11. Studiate la volatilità del mercato sul quale vi accingete ad operare ed adeguate
la dimensione della posizione (position sizing) alle condizioni della volatilità stessa.
Assumere posizioni più piccole in mercati altamente volatili. Siate consci del fatto
che la volatilità è ciclica.
12. Applicate la tecnica di "pyramiding" in maniera corretta. Cioè aggiungete
posizioni solo a posizioni profittevoli e fate in modo che la posizione più grande sia
quella del primo trade. Ad esempio se normalmente assumete posizioni in
portafoglio di 1000 azioni per titolo, fate in modo di comprarne 600 col primo trade.
Aggiungetene in seguito 300 (se il primo trade diviene profittevole) ed in ultimo
altre 100 se il titolo si muove ulteriormente nella direzione da voi auspicata. Inoltre,
se fate pyramiding, siate certi che il rischio totale della posizione segua le regole
precedentemente indicate (ad esempio, 2% nell'intera operazione, rischio totale di
portafoglio non superiore al 20%, etc etc.).
13. Prendete il profitto quando la posizione è a vostro favore. Una volta che il
profitto che state realizzando nella operazione ha superato la cifra che
corrispondeva al vostro rischio iniziale, chiudete una parte della posizione e portate
lo stop-loss sul valore del breakeven.
14. Ponete la massima attenzione al drawdown, inteso come “la quantità di denaro
che si può perdere nell’attività di trading, espressa in termini di percentuale del
capitale a disposizione”. (NB. Il drawdown è la differenza tra un picco ed una valle
in un grafico di una equity line)
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15. Cercate di conoscere il mercato in cui state operando. Regola soprattutto valida
nel mercato dei derivati (opzioni, futures).
16. Quando avete subìto una serie di loss consecutivi, fermatevi e rivalutate il
mercato e la vostra metodologia di lavoro. Il mercato sarà sempre lì ad aspettarvi.
Gann riassume il concetto nel suo libro “How to make profits in commodities”,
pubblicato più di 50 anni fa: «Quando realizzate una serie di loss consecutivi, piccoli
o grandi che siano, c’è qualcosa di sbagliato in voi, e non sul mercato. Il trend
potrebbe essere cambiato. La mia regola è uscire ed aspettare. Studiare la ragione
delle perdite. Ricordate che non perderete mai denaro stando fuori dal mercato».
17. Considerate l’impatto psicologico del perdere denaro. Al contrario di molte altre
regole discusse qui, l’impatto psicologico è difficilmente quantificabile. Ciascun
individuo reagisce in maniera diversa. Dovete chiederlo a voi stessi onestamente:
“Cosa potrebbe accadere se perdessi XYZ Euro? Avrebbe un impatto materiale sul
mio stile di vita? Sulla mia famiglia o sul mio stato psicologico?” Dovreste imparare
ad accettare le conseguenze legate al subire una serie di stop-loss consecutivi.
Emotivamente, dovreste essere completamente consci dei rischi che state
assumendo.
18. Evitate di far sì che la “speranza” diventi la vostra strategia.
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Il punto principale è capire che il Money Management consiste, praticamente, nel
comprendere che è necessario studiare il rischio che l'investimento comporta per poter essere
in condizione di rischiare solamente una piccola percentuale, su ogni operazione, mantenendo
l'esposizione totale entro margini ragionevoli. La lista precedente non è completamente
esaustiva, ma dovrebbe aiutare ad evitare la maggior parte dei problemi.
Coloro che sopravvivono abbastanza sui mercati per diventare traders di successo non
sono solo studiosi di metodologie di trading e disciplinati applicatori di tali metodologie; sono
anche studiosi dei rischi associati alle loro tecniche.
Il sistema di Kelly
Spesso sentiamo parlare dell'importanza della diversificazione, della gestione del rischio,
del Money Management.
Quanto denaro dobbiamo mettere in una operazione?
Che percentuale del nostro portafoglio possiamo allocare in un singolo titolo?
Quando dobbiamo vendere o comprare?
Questi sono tutti quesiti ai quali possiamo rispondere definendo e cercando di applicare un
sistema di Money Management. In questa parte affrontiamo il Criterio di Kelly, una delle tante
tecniche che possono essere usate per gestire il proprio denaro in maniera efficiente.
La storia
John Kelly, che lavorava per il Bell Laboratory in AT&T, sviluppò originariamente la formula
per la quale è conosciuto per studiare i problemi di noise sul segnale che si presentavano nelle
telefonate in lunga distanza. Subito dopo che il metodo venne pubblicato, però, la comunità dei
giocatori d'azzardo professionisti si rese conto del potenziale che il metodo esprimeva quando
applicato allo studio della ottimizzazione delle puntate delle scommesse (bet sizing) sulle corse
dei cavalli. Il sistema permetteva ai giocatori di massimizzare la scommessa ottimizzandola per
il lungo periodo. Attualmente la Formula di Kelly è utilizzata da molti come sistema di Money
Management non solo nei giochi d'azzardo ma anche nelle attività di investimento.
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Le basi
Ci sono due componenti fondamentali che costituiscono il Criterio di Kelly:
La probabilità di vincita (winning probability) --- La probabilità, cioè, che ciascuna singola
operazione (trade) si traduca in un risultato positivo (gain)
Rapporto media vincita/media perdita (winAv/lossAv ratio) --- Il valore medio delle operazioni
chiuse in vincita (media del gain) diviso per il valore medio delle operazioni chiuse in perdita
(media del loss).
Questi due fattori sono inseriti nella equazione di Kelly:
Dove:
W = Winning probability
R = WinAverage/lossAverage ratio
Il risultato è la "Percentuale di Kelly" (Kelly %), che esamineremo di seguito.
In quale modo metterla in pratica
Il sistema di Kelly può esser messo in opera seguendo questi semplici steps:
1. Registrate le vostre ultime 50-60 operazioni sul mercato. Prendete la lista delle
operazioni fatte con il vostro broker oppure, se state usando un sistema meccanico di
trading, potete effettuare un back testing dello stesso e registrare i valori ottenuti.
2. Calcolate il "W", cioè le probabilità di vincita. Per fare questo, dividete il numero delle
operazioni che hanno generato un gain per il totale delle operazioni effettuate (positive
e negative). Il risultato sarà un numero compreso tra 0 ed 1 (esempio: 50 operazioni
totali. 30 chiuse in gain e 20 chiuse in loss. W= 30/50 = 0.6).
3. Calcolate "R", cioè il rapporto "winAv/lossAv". Per fare questo dividete il valore medio
del gain generato dalle operazioni positive per il valore medio dei loss. (Ad esempio:
media delle operazioni in gain =500€ ; media delle operazioni chiuse in loss = 300€;
R=500/300= 1.66).
4. Inserite i valori W ed R ottenuti, nella equazione di Kelly K% = W - (1 - W) / R.
5. Segnate il risultato ottenuto.
Kelly % = W - (1 - W) / R
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Interpretazione dei risultati
La formula produce come risultato un numero minore di 1. Esso rappresenta la dimensione
(size) della posizione che dovrebbe essere assunta sul mercato; la percentuale del vostro
portafoglio, cioè, con la quale dovreste eseguire l'operazione.
Per esempio, se il risultato della equazione fosse 0.05, allora dovreste usare il 5% del vostro
portafoglio per ogni singola posizione che andrete ad assumere sul mercato. Questo sistema, in
sostanza, vi suggerisce quanto dovreste "diversificare".
Il sistema richiede anche senso pratico, comunque. Una regola da tenere a mente,
indipendentemente da quello che potrebbe risultare applicando i vostri dati statistici alla
formula di Kelly, è di non investire mai più del 20-25% del vostro capitale in un singolo
strumento. Una posizione superiore a questa percentuale sarebbe un rischio troppo elevato per
chiunque, nel lungo periodo.
Esempio 1:
W=0.5; R=2
Kelly% = 0.5-(1-0.5)/2
0.5-0.25 = 25%
Esempio 2:
W=0.4; R=1
Kelly% = 0.4-(1-0.4)/1
0.4-0.6 = -20%!!!
SE IL NUMERO E’ NEGATIVO BISOGNA INTERROMPERE IMMEDIATAMENTE L’OPERATIVITA’:
SI VA IN ROVINA!!!
Il sistema è efficiente? Il sistema di Kelly si basa sulla applicazione di una formula matematica
ma alcuni potrebbero domandarsi se, un sistema sviluppato per studiare fenomeni di "rumore"
su linee telefoniche, possa essere adatto anche al mercato azionario.
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Mostrando la crescita simulata di un "conto di trading" basata su un modello matematico, si può
dimostrare la sua affidabilità. Necessariamente, le due variabili richieste devono essere inserite
correttamente e ci si basa sull'ipotesi che l'investitore mantenga fissi i parametri di rischio (le
variabili) assunti in origine.
Figura 1: Rappresentazione grafica della Equity Curve di un numero fissato di “conti di trading”
In Figura 1 possiamo vedere l'andamento simulato di 30 "conti di trading", su 453 operazioni,
tramite la rappresentazione della loro "Equity Curve". Origine della simulazione sul valore 100.
I parametri adottati sono:
La media del singolo loss uguale alla media del singolo gain (win/loss=1)
La probabilità di trade vincente uguale al 60% (win probability =0.6)
Il Criterio di Kelly suggerisce, in questo esempio, di allocare non più del 19.9% del capitale a
disposizione (bet-size) per eseguire ciascuna operazione (quindi un massimo di 5 operazioni
su diversi strumenti in contemporanea).
Il risultato evidenziato nella immagine è un ritorno positivo nel lungo periodo su tutti gli
accounts dei 30 traders dell'esempio (da notare, comunque, alcuni ritorni negativi nel breve
periodo con un minimo a 86, che corrisponde al 14% di loss). Il massimo return simulato, al
termine delle 453 operazioni, è stato del 124% (inizio a 100, fine a 224).
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Perché, allora, non tutti guadagnano?
Nessun sistema di Money Management è perfetto. Questo sistema vi aiuta a stabilire il
dimensionamento e diversificare il portafoglio in maniera efficiente, ma ci sono molte cose che
il sistema non può fare. Non può selezionare il titolo vincente per conto vostro (stock picking);
non può assicurarvi che continuerete a fare trading con gli stessi parametri di adesso (rapporto
win/loss e winning probability); e non può predire improvvisi rovesciamenti di mercato. Inoltre,
c'è sempre un certo livello di "fortuna" o casualità nel mercato che può alterare le vostre
performance "ideali". Ad esempio, considerate ancora l'immagine di prima. E' evidente come il
miglior return simulato sia stato del 124% ma il peggiore è stato di circa il 50%. Entrambi gli
accounts avevano gli stessi parametri di studio di partenza, ma la "casualità" (randomness) nella
successione dei loss e dei gains possono creare temporanee oscillazioni nei valori degli accounts
stessi.
Conclusioni
Il Money Management non può assicurarvi che otterrete sempre ritorni positivi dalle vostre
operazioni, ma è fondamentale per:
Decidere correttamente il sizing (dimensionamento) di una posizione
Limitare e contenere le perdite
Ottimizzare e massimizzare i gains
Razionalizzare obiettivi e rischi
Attuare una efficiente diversificazione del portafoglio.
Il Criterio di Kelly è uno dei tanti modelli che possono essere usati per aiutarvi a fare questo:
stabilire il corretto sizing di una posizione.
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Breve glossario di sopravvivenza del trader – le 36 regole base
REGOLE DI OPERATIVITA’
1. Non impegnare più del 10% del capitale di rischio (CDR) in una sola operazione di
trading.
2. Non avere più di 5 operazioni di trading aperte contemporaneamente (= max 50% sul
CDR).
3. Usare sempre uno stop loss adeguato e non spostarlo o toglierlo una volta piazzato.
4. Individuare un obiettivo, sia per ogni singola operazione che per tutta la propria attività
di trading.
5. Se il trend si rivela favorevole inserire ed adeguare un livello di stop profit.
6. Lasciar correre gli utili e tagliare le perdite.
7. Non permettere che una operazione in utile si tramuti in una in perdita.
8. Non aprire una operazione se è in contrasto con il trend.
9. Se si è nel dubbio è meglio chiudere e, se nel dubbio, comunque è meglio non aprire.
10. Non mediare mai una operazione in perdita: attendere o chiudere.
11. Rammentarsi della ciclicità dei mercati: cercare le opportunità in entrambe le direzioni.
12. Stabilire dei rapporti rendimento/rischio per le operazioni di trading di almeno 2:1.
13. Dopo una perdita non incrementare la percentuale, ma diminuirla fino ad avere
recuperato.
14. Fare pyramiding solo sui trends molto chiari e molto forti.
15. Operare solo su mercati/titoli liquidi.
16. Non operare su opzioni, warrants o derivati se non se ne conoscono a fondo meccanismi
e rischi.
17. Non comperare o vendere solo perché il prezzo è basso o alto.
18. Non seguire mai i consigli dei “bene informati”, specie se parenti, amici o sportellisti
bancari.
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REGOLE DI COMPORTAMENTO
1. Seguire sempre le regole di operatività.
2. Essere disciplinati, disciplinati e ancora disciplinati.
3. Pensare in modo autonomo, indipendente e rispettare le proprie linee guida: non
seguire la massa.
4. Comprendere e dominare le emozioni, specie l’incertezza, la paura e l’avidità.
5. Mantenere le cose semplici: la complessità genera confusione.
6. Rimanere umili: la troppa sicurezza produce le peggiori perdite.
7. Essere pazienti: saper aspettare le giuste opportunità è una delle più grandi doti del
trader.
8. Avere la forza di ammettere uno sbaglio e chiudere anche se in perdita
9. Non operare se non si è sereni e fisicamente in forma.
10. Fare l’analisi e/o studiare le proprie strategie a mercato chiuso.
11. Mantenere una prospettiva - anche in termini di peso operativo - fra trend di breve,
medio e lungo.
12. Essere obiettivi: avere il coraggio di guardare in faccia la realtà del mercato
13. Avere la forza di mantenere una posizione o una strategia contro tutto e tutti.
14. Essere flessibili e disponibili a cambiare rapidamente strategia se il quadro tecnico
cambia.
15. Non chiudere per impazienza, ma soprattutto non aprire per l’ansia di poter perdere
un’occasione.
16. Diversificare sia in termini di mercati che di titoli.
17. Astenersi dall’operare dopo grossi guadagni o grosse perdite o dopo una striscia di
win/loss.
18. Ricordarsi che il mercato è una macchina per deludere, ma che ha comunque sempre
ragione.
E nonostante tutto questo, anche se applicherete tutte e 36 le regole con costanza, la strada per
il guadagno attraverso il trading resterà comunque molto difficile. Ricordatevi sempre che le
statistiche ufficiali dicono che il 99% di coloro che aprono un conto di trading smette di operare
o perde tutto il capitale di rischio entro i primi 12 mesi.