Modulo Jean Monnet Divenire europei: la dimensione sociale ... · 1961: l'arrivo di Kennedy alla...

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Jean Monnet – Centro Studi Europei Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione Università di Salerno Responsabile: Prof. Massimo Pendenza Staff scientifico del progetto: Dario Verderame, Beatrice Benocci, Vanessa Lamattina Modulo Jean Monnet Divenire europei: la dimensione sociale dell'integrazione europea 2016 Con decisione n. 2014-2049/01-001, la Commissione europea attraverso l’Education, Audiovisual and Cultural Executive Agency ha accettato di co-finanziare, a seguito di selezione, il progetto Becoming Europeans: the Social Dimension of European Integration, all’interno dell’azione chiave Jean Monnet, rientrante nel Programma Erasmus+, che finanzia progetti di eccellenza nell’insegnamento e nella ricerca su temi relativi al processo di integrazione europea.

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Jean Monnet – Centro Studi EuropeiDipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione

Università di Salerno

Responsabile:

Prof. Massimo Pendenza

Staff scientifico del progetto:

Dario Verderame, Beatrice Benocci, Vanessa Lamattina

Modulo Jean Monnet

Divenire europei: la dimensione sociale dell'integrazione europea

2016

Con decisione n. 2014-2049/01-001, la Commissione europea attraverso l’Education, Audiovisual and Cultural Executive Agency ha accettato di co-finanziare, a seguito di selezione, il progetto Becoming Europeans: the Social Dimension of European Integration, all’interno dell’azione chiave Jean Monnet, rientrante nel Programma Erasmus+, che finanzia progetti di eccellenza nell’insegnamento e nella ricerca su temi relativi al processo di integrazione europea.

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Europa come necessità, Europa come opportunità (1943-2015)Dr. Beatrice Benocci

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Divenire europei: la dimensione sociale dell'integrazione europea

Con decisione n. 2014-2049/01-001, la Commissione europea attraverso l’Education, Audiovisual and Cultural Executive Agency ha accettato di co-finanziare, a seguito di selezione, il progetto Becoming Europeans: the Social Dimension of European Integration, all’interno dell’azione chiave Jean Monnet, rientrante nel Programma Erasmus+, che finanzia progetti di eccellenza nell’insegnamento e nella ricerca su temi relativi al processo di integrazione europea.

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Europa come necessità, Europa come opportunità (1943-2015)

L'Europa nel sistema bipolare1955-1975

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Modulo Jean Monnet: Divenire europei: la dimensione sociale dell'integrazione europea. Europa come necessità, Europa come opportunità (1945/2015).

Dr. Beatrice Benocci aprile – maggio 2016

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Ancora Jean Monnet, 1956-1958Superata la difficile situazione della CED è di nuovo Jean Monnet, questa volta con l'aiuto del belga Paul Henry Spaak, a dare nuovoimpulso al progetto comunitario.

Giugno 1955, Messina: si riuniscono i ministri degli Esteri della CECA. Emergono due necessità: quella francese di “fare l'Europa per tappe e non al galoppo” e quella tedesco-olandese-italiana che guarda con favore alla nascita di un “mercato libero da ogni vincolo”. Nel volgere di breve tempo la Commissione Spaak elaborerà il piano di costruzione di due distinte comunità:

a) Comunità Economica Europea: che prevedeva una politica commerciale comune, un tariffario doganale comune (in un arco di dodici anni), la liberalizzazione progressiva della circolazione dei lavoratori e dei capitali e organizzazioni comuni per i mercati agricoli;b) Comunità per l'energia atomica, l'Euratom. (decollerà con grandi difficoltà a causa della questione atomica, posizione americana e francese).

Il 25 marzo del 1957 vennero firmati i trattati istitutivi delle due nuove comunità. Il 1° gennaio del 1958 sarebbero entrate in funzione.

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Nel 1960 il presidente Eisenhower, fortemente preoccupato del disavanzo di bilancio, chiese ai tedeschi di iniziare a sostenere le spese per il mantenimento delle truppe americane in Europa e di intervenire nelle politiche di aiuto ai paesi in via di sviluppo.

Il mercato comune: detrattori e estimatori

Gli americani, inizialmente, sostennero la nascita del mercato comune europeo, considerandolo un altro elemento di coesione della comunità atlantica. Sul finire degli anni Cinquanta, però, sperimentando i primi problemi di bilancio cercheranno di creare una sorta di grande oasi tra il mercato europeo e quello americano, non riuscendovi.

Sin da subito contrari al mercato europeo furono gli inglesi. Nel 1957 contrapposero alla CEE un progetto di zona di libero scambio che riunisse tutti i paesi europei, anche i paesi scandinavi, l'Austria e la Svizzera, ma senza successo.

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Nel 1960, Londra dava vita all'EFTA (European Free Trade Association) con Svezia, Svizzera, Norvegia, Danimarca, Austria e Portogallo.

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La decisione di installare basi missilistiche in Germania occidentale e a Berlino Ovest avrebbe portato alla II Crisi di Berlino (novembre 1958).

Francia, Italia e Germania pensano a una propria forza atomica.

Adenauer inizia a chiedere una revisione degli accordi NATO.

Jean Monnet/De Gaulle

Se l'Europa comunitaria sembra aver trovato, grazie al lavoro di Jean Monnet, un suo percorso, gli stati europei sono costretti a prendere atto che il sistema bipolare è foriero di preoccupazioni e cambiamenti.

Sono questi infatti gli anni della Crisi di Suez (1956), della Crisi ungherese (1956), del lancio dello Sputnik sovietico e del missile gap (1957). Gli europei comprendono, da un lato che Washington è un alleato indipendente che può decidere di intervenire o meno in aiuto di uno stato atlantico, dall'altro che in caso di guerra il territorio del centro Europa sarebbe stato il primo obiettivo di una qualsivoglia rappreseglia atomica (manifestazioni contro la guerra atomica, Piano Rapacki).

Quella sicurezza americana, tanto cercata negli anni precedenti, lascia ora spazio a importanti ripensamenti. La stessa richiesta americana di dislocare in europa missili a gittata intermedia non trova il consenso di tutti gli europei: solo Italia, Inghilterra e Turchia accettano.

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Il difficile rapporto con gli Stati Uniti

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L'Europa terza forza, a guida francese, si poneva tra Stati Uniti e URSS ed era dotata di armi atomiche. Partner indiscusso di questa politica era la Germania di Adenauer.

Se in politica estera l'Europa sembrò trovare un indirizzo inedito con de Gaulle, in politica interna il francese rappresentò un ostacolo serissimo a ogni ulteriore progresso verso una maggiore integrazione. de Gaulle era, infatti, un strenuo difensore della sovranità nazionale, che non doveva essere condizionata o limitata, né dalla NATO, né dalla Comunità europea.

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De Gaulle e l'Europa degli Stati

Quando, nel 1958, de Gaulle arrivò alla guida della Francia in molti pensarono che ciò avrebbe rappresentato la fine del progetto di costruzione europea. Del resto, il generale non aveva mai mostrato simpatia per l'Europa comunitaria. A differenza di quanto atteso, de Gaulle non mise in discussione il progetto europeo, bensì lo trasformò, facendolo rientrare nel suo progetto di Europa terza forza.

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1958: amministrazione Eisenhower, Parigi rifiuta i missili a media gittata; si distingue dalla posizione anglo-americana in occasione della II Crisi di Berlino (nov. 1958).

1961: l'arrivo di Kennedy alla Casa Bianca non migliorò i rapporti con la Francia. La nuova amministrazione deplorava la nascita di piccoli contingenti atomici come quello francese e lanciava “la risposta flessibile” per la difesa atlantica.

Ma ciò che fece arrabbiare di più de Gaulle fu il tentativo di Kennedy di associare il mercato europeo a quello americano attraverso l'ingresso della Gran Bretagna nella CEE.

La politica di de Gaulle non piaceva agli altri stati europei. Alcuni di loro vedevano nell'ingresso di Londra uno strumento di ridimensionamento del ruolo francese e del direttorio tedesco.

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De Gaulle l'Europa e gli Stati Uniti

● Nel 1959, nel perseguimento del suo progetto, de Gaulle ritirava dalla NATO la flotta mediterranea e nel 1963 quella atlantica; successivamente chiese la rimozione delle basi missilistiche NATO dal territorio francese e nel 1966 annunciò il ritiro definitivo del paese dalla NATO. Ciò costrinse a una ridefinizione dell'assetto NATO e il conseguente trasferimento del quartier generale a Bruxelles. La Francia, dichiarò de Gaulle rimaneva nell'Alleanza Atlantica e ne sosteneva gli obiettivi.

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Adenauer e l'asse franco-tedesca in Europa

Adenauer e de Gaulle non amavano Kennedy, confidavano in una forza atomica autonoma. Il Cancelliere tedesco aveva una pessima idea di Kennedy e la costruzione del Muro di Berlino (1961) e la gestione della crisi di Cuba (1962) avevano finito col rafforzare la sua ostilità.De Gaulle vedeva nella Germania occidentale il glacis che proteggeva dall'URSS (funzione di controllo e di sicurezza). Entrambi caldeggiavano un'idea di Europa degli Stati e non amavano l'idea di procedere

alla creazione di organi indipendenti europei con competenze superiori ai limiti previsti dai Trattati di Roma. Nel gennaio 1963 firmarono il Trattato dell'Eliseo, che avrebbe dovuto dar vita a

una stretta collaborazione dei due paesi, dall'economia alla difesa.

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Londra

Nel 1961, gravata da problemi economici, la Gran Bretagna si candidava a entrare nella CEE, nel 1962 Kennedy lanciava il “grand design”, una sorta di “crescere insieme” della Comunità atlantica e europea. Il Congresso americano approvava il Trade Expansion Actche consentiva al presidente di negoziare con il MEC la riduzione su base reciproca le tariffe doganali fino al 50%. Il progetto prevedeva anche: una difesa comune, aiuti alle nazioni piùpovere, una politica coordinata dalla politica all'economia. Nel gennaio del 1963 Parigi si dichiarò contraria all'ingresso britannico e con esso al grand disegn kennediano.

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De Gaulle e la Comunità europea

La comunità europea non ebbe vita facile con de Gaulle:- alla fine del 1961 si apriva un negoziato tra i membri sulla politica agricola

comunitaria (PAC): difesa della produzione agricola francese, nessun cedimento sovranità - 1962 Piano Fouchet I, II (idea unione di stati) - 1965 di nuovo la PAC: difesa produzione agricola francese, nessun cedimento sovranità - rifiuto costante all'ingresso della GB (Adenauer sulla stessa linea) In tutti i casi la Francia si mosse per la salvaguardia dei propri interessi (politica agricola) e per evitare un'unione europea, quindi una cessione di sovranità.

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Il cambio di passo: Pompidou e Brandt

Nonostante de Gaulle, che aveva finito con il precludere una qualsivoglia forma di integrazione europea, nel corso degli anni Sessanta la comunità avevadato i suoi frutti: - deciso aumento del PIL per tutti gli Stati europei; - nel 1968, con due anni di anticipo, era stata approvata l'abrogazione di tutti i diritti doganali all'interno del mercato comune e adottata una tariffa unica esterna; - nel 1968 avvio di accordi di associazione con i paesi africani e convenzioni con stati dell'Unione africana e malgascia.La CEE diventava un punto di riferimento e nel 1967 la Gran Bretagna, guidata da Wilson, riproponeva la candidatura inglese. L'Europa economica risultava vincente e attrattiva e sempre più lontana dalle questioni internazionali. Anche l'avvento di uomini di sinistra alla guida del processo europeo non modificò quell'idea di fondo che l'Europa dovesse rimanere in un certo qual modo neutrale o equidistante (ma ciò era possibile grazie alla garanzia americana/del resto un qualsiasi progetto di difesa avrebbe rimesso in gioco la questione della sovranità).

Nel 1969, il panorama internazionale si caratterizzava per una sorta di triangolazione tra USA, URSS e Cina e per un certo disinteresse americano verso le questioni europee. Possiamo dire che l'allontanamento americano dall'Europa è conseguente al crescere della questione vietnamita e anche alla definizione, nel 1966, di un sistema di difesa atlantico basato sulla risposta flessibile. La stessa crisi cecoslovacca del 1968 (sovranità limitata), che susciterà grande commozione in Europa, finiva per rientrare in quella sorta di stabilizzazione o cristallizzazione europea, considerata ormai da tutti immodificabile. La guerra fredda = conflitti regionali. Nel 1968 viene firmato il TNP.

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Il cambio di passo: Pompidou e Brandt

In questa nuova cornice si sviluppa il nuovo cammino della comunitàEuropea, ancora una volta traghettato dall'asse franco-tedesca.

Nel 1969, appena insediatosi, George Pompidou proponeva la convocazione di un nuovo Vertice europeo, trovando il pieno appoggiodel Cancelliere Willy Brandt.

1° dicembre 1969, Vertice dell'Aja: allargamento, definizione degli obiettivi finali dell'unione economica e monetaria europea, a completamento indispensabile del grande mercato, e rilancio dell'unione politica.

Il Vertice sancì il rilancio del progetto di integrazione europea.

Giugno 1970: riprendono i negoziati, interrotti ben due volte, per l'intransigenza di De Gaulle, con Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca e Norvegia, i cui atti di adesione furono firmati, a Bruxelles, il 22 gennaio 1972. Nasceva l'Europa dei Nove. La Norvegia via referendum non entrava.

Il progetto di unione monetaria, però, si arenò a causa della necessità di creare un organismo sovranazionale, cui demandare le politiche economiche e di bilancio degli stati membri.

Di lì a poco la crisi petrolifera del 1973 (Yom Kippur) costrinse gli europei a una profonda riflessione in tema di risorse energetiche.

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Grande Europa: fine questione europea, dissoluzione Nato e Patto di Varsavia

La grande Europa di Willy Brandt

Essa era il luogo, la culla, della futura riunificazione tedesca: in essa era possibile restituire alla Germania occidentale un ruolo leader nel progetto di riunificazione tedesca e, indirettamente, nel processo di integrazione europea. Brandt riteneva che la soluzione della questione tedesca risiedesse nella più generale questione europea, passando attraverso la risoluzione di tutte le questioni ancora irrisolte dalla fine della seconda guerra mondiale e, soprattutto, rientrasse nel quadro di una risoluzione del problema degli armamenti.

Adenauer: politica di forza (scelta innaturale)

Brandt: dalla politica dei piccoli passi alla Ostpolitik (il prezzo della riunificazione, ma non sicuro il risultato):- rinuncia ai territori dell’Oder/Neisse- riconoscimento del trattato di Monaco come non valido ab initio- rinuncia all’utilizzo dell’arma nucleare. 1970/1973: Ostvertraege o Trattati orientali

Fermo sostegno all'ingresso della GB nella CEE: la questione della riunificazione tedesca richiedeva la partecipazione sia di Londra sia di Parigi, in quanto ancora potenze di occupazione incaricate insieme a Washington e Mosca dell'individuazione di una sua soluzione. Un irrigidirsi del contrasto tra questi due paesi avrebbe finito con allontanare ancor più nel tempo il raggiungimento di una possibile soluzione per la Germania.

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Trattato di Mosca, Trattato tedesco-polacco, Trattato tedesco-ceco, Trattato tra le due Germanie “Zusammenwachsen”

Nb: Francia controllo sulla Germania