Modulo 1 - Che Cos e La Sociologia

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LEZIONE 1 – CHE COS’E’ LA SOCIOLOGIA CAPITOLO 1 CHE COS’È LA SOCIOLOGIA?. È opportuno individuare una definizione di sociologia. Sappiamo che gli usi possibili di questo termine sia nel linguaggio comune che nel linguaggio scientifico sono moltissimi. La risposta più ovvia è: “La sociologia è lo studio scientifico della società”. Ma definire la sociologia come una delle scienze sociali, il cui oggetto di studio è costituito dalla società umana, non è più soddisfacente. Ancor meno lo sono le tante, forse troppe, definizioni fornite dai vari addetti ai lavori in questi ultimi anni. Il concetto si è “volgarizzato” a tal punto che si è perso il significato più autentico di questa parola. In altri termini cosa vuol dire sociologia e quali dovrebbero essere i suoi contenuti 1 . Cosa significa la parola sociologia? Questa parola (termine, lemma, fenomena …), è stata coniata alla fine del 1700 da Auguste Comte 2 , definito convenzionalmente il padre della sociologia 3 . Ma analizziamo meglio il termine sociologia, che è un neologismo che combina una parola di origine latina (socius-società) ed una parola di origine greca (logos-discorso, dottrina), e sta ad indicare lo studio della società 4 Nell’immagine comune sociologia significa scienza della società, ma in realtà è lo studio dei comportamenti dell’individuo in società, o meglio lo studio scientifico della 1 A.M. Curcio, Saper stare in società: appunti di sociologia, Milano, FrancoAngeli, 2005, p. 23. 2 A. Comte, Corso di filosofia positiva, Torino, Utet, 1967. 3 R. Aron, Les étapes de la pensée sociologique. Montesquieu Comte Marx Tocqueville Durkheim Pareto Weber, Paris, Gallimard, 1967, trad. it. di A. Devizzi, Le tappe del pensiero sociologico, Milano, Mondadori, 1972, pp. 79-134. 4 P. Donati, Introduzione alla sociologia relazionale, Milano, FrancoAngeli, 2011, p. 21. 1

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LEZIONE 1 – CHE COS’E’ LA SOCIOLOGIA

CAPITOLO 1 CHE COS’È LA SOCIOLOGIA?.

È opportuno individuare una definizione di sociologia. Sappiamo che gli usi

possibili di questo termine sia nel linguaggio comune che nel linguaggio

scientifico sono moltissimi. La risposta più ovvia è: “La sociologia è lo studio

scientifico della società”.

Ma definire la sociologia come una delle scienze sociali, il cui oggetto di studio

è costituito dalla società umana, non è più soddisfacente. Ancor meno lo sono

le tante, forse troppe, definizioni fornite dai vari addetti ai lavori in questi ultimi

anni. Il concetto si è “volgarizzato” a tal punto che si è perso il significato più

autentico di questa parola. In altri termini cosa vuol dire sociologia e quali

dovrebbero essere i suoi contenuti1.

Cosa significa la parola sociologia?

Questa parola (termine, lemma, fenomena …), è stata coniata alla fine del

1700 da Auguste Comte2, definito convenzionalmente il padre della sociologia3.

Ma analizziamo meglio il termine sociologia, che è un neologismo che combina

una parola di origine latina (socius-società) ed una parola di origine greca

(logos-discorso, dottrina), e sta ad indicare lo studio della società4

Nell’immagine comune sociologia significa scienza della società, ma in realtà è

lo studio dei comportamenti dell’individuo in società, o meglio lo studio

scientifico della realtà e dei rapporti sociali (per cui protagonisti sono gli

individui).

La sociologia, precisa meglio Ferrarotti, è “il tentativo che la società compie per

chiarire sé a se stessa, non solo nelle sue condizioni statiche di uniformità e di

ripetibilità, bensì anche in quelle del suo cambiamento e della sua crisi. Di cui

deriva l’idea della sociologia come scienza in costante tensione”5.

La sociologia è dunque la scienza della società, ma non di qualsiasi società,

bensì di “quel tipo di società che volutamente rinuncia alle certezze ricevute

dal passato per esprimere dal proprio interno, i propri valori ed operare così

1 A.M. Curcio, Saper stare in società: appunti di sociologia, Milano, FrancoAngeli, 2005, p. 23.2 A. Comte, Corso di filosofia positiva, Torino, Utet, 1967.3 R. Aron, Les étapes de la pensée sociologique. Montesquieu Comte Marx Tocqueville Durkheim Pareto Weber, Paris, Gallimard, 1967, trad. it. di A. Devizzi, Le tappe del pensiero sociologico, Milano, Mondadori, 1972, pp. 79-134.4 P. Donati, Introduzione alla sociologia relazionale, Milano, FrancoAngeli, 2011, p. 21.5 F. Ferrarotti, Manuale di sociologia, Bari, Laterza, 1988, p. 14.

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una transizione dal concetto di società come dato immodificabile di natura a

quello di società come progetto razionale e come prodotto di cultura”6.

In tal senso la sociologia è una scienza sinottica, in quanto studia la

complessità nel suo insieme: non analizza o disseziona semplicemente una

cosa nelle sue parti per poi sintetizzarle o riunirle insieme; ma tende ad

ottenere un sistema sociale, una visione panoramica di tutto l’insieme.

Ciò che distingue la sociologia da altri rami delle scienze sociali è il fatto che

studia la struttura, i processi e la natura della società umana in generale,

laddove le altre discipline sociali si occupano soltanto di aspetti parziali della

società.

L’unità della sociologia deriva dal suo metodo di analisi, infatti si interessa alle

collettività e alle relazioni interumane che si producono al loro interno,

tralasciando ogni caratteristica parziale dei gruppi societari. In questo modo la

sociologia mette sempre in relazione fenomeni che appartengono a vari settori

della vita sociale. Tenta di stabilire le connessioni pertinenti tra i fenomeni

politici e quelli religiosi, tra quelli economici e quelli bellici e tra i fenomeni

artistici ed etici.

Una cosa è certa: la sociologia, per la sua vastità e complessità, non può essere

indipendente dallo sviluppo delle altre scienze. Il suo campo di studio è così

vasto che nessuno potrebbe coltivarlo interamente da solo. La sociologia deve

conoscere di un particolare sistema sociale, qualcosa dei suoi componenti, del

suo ambiente geografico, delle sue istituzioni sociali, la lingua, l’estetica, la

religione, la morale, le leggi; deve avere ben chiara la sua struttura economica

e dei rapporti con gli altri popoli della società che si accinge a considerare. Per

questo la sociologia non può fare a meno di collaborare con numerose altre

discipline specializzate. Ma deve nel contempo contenersi entro precisi confini,

distinguendosi dalle altre scienze.

La sociologia si potrebbe quindi definire come la scienza positiva dei fatti

sociali, perché si distingue dalla storia, dalla biologia, dalla psicologia, dalla

filosofia, dall’etnografia, ecc. Il suo studio implica che si tenga conto di

discipline più specifiche o talora addirittura le sintetizzi, come riconosceva già

Vilfredo Pareto. “La società umana è l’oggetto di numerosi studi. Alcuni

costituiscono discipline speciali: come il diritto, la storia, l’economia politica, la

6 Ivi, p. 11.

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storia delle religioni, ecc.; alla loro sintesi che mira a studiare la società umana

in generale, si può dare il nome di sociologia”7. Come riconosce anche Pareto,

la sociologia, proprio perché abbraccia un ambito più vasto delle altre scienze

dell’uomo, “dipende anche, forse in misura maggiore, dai metodi, risultati delle

esperienze delle discipline affini: essa non è, pertanto, una scienza sociale del

tutto indipendente, mentre al contrario l’economia, la demografia e la scienza

politica godono di un’autonomia di gran lunga maggiore”8.

Quale definizione è possibile adottare per sociologia?

Anthony Giddens definisce la sociologia come “lo studio della vita sociale

umana, dei gruppi e della società … ha come oggetto il nostro stesso

comportamento di essere sociali … l’ambito della sociologia è estremamente

vasto: dall’analisi accidentale degli individui per strada fino all’esame dei

processi sociali globali”9.

Invece, secondo Mongardini, oggetto della sociologia “è tanto l’uomo nella sua

dimensione sociale, nelle sue costanti e nelle sue variabili dipendenti dal

processo di socializzazione, quanto le forme di rapporti socialmente rilevanti

che egli istaura con gli altri uomini, quanto ancora la maniera di concepire tali

rapporti. Un oggetto così composito è per un verso costante, nel senso che fin

dall’antichità si meditava sulla dimensione sociale dell’individuo, per l’altro

variabile, in quanto l’autonomia dei rapporti sociali, la loro rilevanza, il loro

modo di essere e il loro modo di essere pensati variano da epoca a epoca” 10.

Proprio per questo la sociologia è nata nel XIX secolo come risposta ai

cambiamenti della modernità. Nel momento in cui l’osservazione dell’individuo

nella società ha assunto caratteri empirico – sperimentali, che sono tipici di

ogni conoscenza scientifica, si è iniziato a parlare di sociologia.

Questo è avvenuto quando i rapporti sociali sono diventati un numero

considerevole e tali da rendere possibile l’osservazione dei loro caratteri tipici,

la descrizione e l’analisi delle loro regolarità ed uniformità.

Tre fenomeni hanno contribuito a cambiare il mondo:

a) La rivoluzione industriale: processo economico e sociale innescato dal

1760 al 1830 in Inghilterra;

7 V. Pareto, Compendio di sociologia generale, Torino, Enaudi, 1978, p. I.8 S. Giner, Manuale di sociologia, Roma, Meltemi, 1996, p. 13.9 A. Giddens, Fondamenti di sociologia, Bologna, Il Mulino, 2006, p. 11.10 C. Mongardini, L’epoca della società, Roma, Bulzoni, 1970, pp. 10 – 11.

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b) La rivoluzione francese del 1789, che ha seguito quella americana del

1776;

c) La rivoluzione scientifica: mutamento radicale che ha condotto la

scienza ad acquisire una sua autonomia.

Queste tre rivoluzioni hanno posto le basi del mondo moderno, creando una

nuova consapevolezza, che ha dato luogo alla necessità di un nuovo strumento

di analisi dei fenomeni sociali, la sociologia appunto.

Un’altra aspirazione della sociologia è quella di essere una scienza, vale a dire

costituire una branca del sapere umano volto alla comprensione razionale e

obiettiva di un ambito della realtà. “In tal senso la sociologia assolve ai

requisiti di ogni scienza, e non si può dunque affermare che essa non sia tale

in virtù del semplice fatto che gli specifici metodi di analisi che caratterizzano

altre scienze, non sono applicabili alla società. Certo, le scienze naturali

possiedono una solidità straordinaria ove siano paragonate alle scienze umane

e sociali, e non solo perché sono coltivate da molto più tempo e ad esse sono

dedicate risorse di gran lunga superiori: anche il potere si semplificare il loro

oggetto di studio, da un lato, e di raggiungere dall’altro una maggiore

indipendenza emotiva dello scienziato, dinanzi a ciò che viene studiato,

conferisce loro una grandissima superiorità sulle scienze sociali per ciò che

concerne l’affidabilità delle scoperte e il rigore dell’enunciazione delle ipotesi

sul reale”11. Sul rapporto tra sociologia e scienze naturali si sofferma anche

Mongardini, quando sostiene che da quasi “un secolo assistiamo a reiterati

tentativi di dare maggior certezza alla sociologia o alle scienze sociali in

genere, applicandovi o ritrovandovi le stesse leggi delle scienze naturali. … Ma

il vecchio mito positivista che portava ad identificare scienze sociali e scienze

naturali non ha alcuna giustificazione e fondatezza, in primo luogo per la

natura dell’oggetto, in secondo luogo per la distanza dell’osservatore”12. Le

scienze sociali devono individuare dei propri metodi conoscitivi e accettare

come inevitabile un maggior grado di approssimazione e di indeterminazione,

entrambe dovute ad una maggiore vicinanza della realtà oggetto di analisi.

Il dissidio se la sociologia sia una scienza naturale positiva o al contrario sia

soltanto una branca degli studi umanistici o della filosofia sociale diventa

11 S. Giner, Manuale di sociologia, op.cit., p. 15.12 C. Mongardini, La conoscenza sociologica, Genova, ECIG, 2002, p. 23.

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superfluo: la sociologia infatti, come altre scienze umane, è una disciplina

bidimensionale13. È dunque una scienza perché soddisfa il significato

fondamentale espresso dal vocabolo latino scientia, “vale a dire una

conoscenza oggettiva e razionale della realtà o più esattamente

un’aspirazione coerente e rigorosa verso il possesso di questo tipo di sapere,

ma è anche scienza perché assomma in sé i requisiti minimi di empirismo,

teoria, apertura, neutralità etica e critica che sono richiesti da qualsiasi

scienza”14.

e, secondo i dettami della scienza” 15.

13 A.M. Curcio, Saper stare in società: appunti di sociologia, op.cit, p. 29.14 S. Giner, Manuale di sociologia, op.cit., p. 16.15 Z. Bauman, La scienza della libertà. A cosa serve la sociologia, Introduzione di M. Magatti, Trento, Erickson, 2014, p. 8.

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