Modello Organizzativo Didattico Unitario per le Scuole · Modello Organizzativo Didattico Unitario...
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MODUS
Modello Organizzativo Didattico
Unitario per le Scuole
20.11.2008 dal Protocollo di Intesa fra Regione Abruzzo e U.S.R.
nascono le
RETI PER IL RAFFORZAMENTO DEL SISTEMA DELL‟ISTRUZIONE
Collaborazione tra Istituzioni per:
• Creare fermento culturale nella Regione Abruzzo
• Sostenere l‟Abruzzo nel farsi interprete della strategia di Lisbona
• Rafforzare i processi di cambiamento della produzione e dell‟economia attraverso:
– L‟innovazione
– La ricerca
– La formazione
– La qualità
Riconoscimento del ruolo
nevralgico del Sistema Scuola.
Nasce il Progetto “Scuola e cultura della
valutazione” per:
• Sperimentare le prassi valutative
• Migliorare l‟offerta formativa
• Finalizzare la ricerca al raggiungimento di
modelli di qualità.
Vengono definite 5 tematiche
che saranno affrontate da 5 Reti di scuole:
• Valutazione delle scuole
• Valutazione delle professionalità
• Valutazione degli apprendimenti
• Valutazione dei comportamenti
• Certificazione delle competenze.
I Comitati tecnico scientifici, all‟uopo costituiti, avranno i seguenti
compiti:
• Reperire i modelli teorici e le esperienze più attuali sulle tematiche
• Creare una sorta di archivio
• Redigere Linee guida per ispirare l‟azione successiva
• Costruire un modello di ricerca
• Ricercare e diffondere le buone prassi già esistenti nelle scuole
• Sostenere le scuole nell‟attuazione delle Linee guida
• Realizzare il Report finale.
EVOLUZIONE NEL TEMPO DEL
CONCETTO DI VALUTAZIONE
Da
Valutazione come misura
A
Valutazione come sostegno
all‟apprendimento
A
Valutazione che non giudica né spiega, ma
comprende
IL RUOLO DELLA VALUTAZIONE
NEL CONTESTO SOCIALE
Da
Funzione selettiva ed elitaria
A
Funzione formativa ed egalitaria
A
Strumento di integrazione
VALUTAZIONE RIFLESSIVA,
AUTENTICA, PROATTIVA
AUTOVALUTAZIONE
Il modello di ricerca
Principi fondamentali:
• Coinvolgere in prima persona il docente
• Definire con chiarezza l‟ipotesi di ricerca
• Non separare la teoria dalla pratica
• Mettere in atto capacità di riflessione e competenze procedurali
• Esplicitare le fasi del percorso
• Decidere le tecniche da utilizzare per raccogliere ed analizzare le informazioni
• Verificare l‟attendibilità dei risultati sia attraverso criteri metrici che qualitativi
• Analizzare ed interpretare i risultati.
La ricerca è apprendimento continuo e
formazione permanente per chi la conduce.
LA VALUTAZIONE DELLE
SCUOLE
Una strategia per il miglioramento della
scuola
Uno strumento di analisi e ricognizione
dell‟esistente per
VALORIZZARE LE RISORSE ESISTENTI
Approcci alla cultura della qualità e della valutazione
• Soddisfazione del cliente. Un primo approccio si fonda sull'analisi dei bisogni formativi e dei giudizi espressi dai clienti, in base all'assunto per cui la soddisfazione del cliente diviene la chiave di volta con cui valutare un prodotto o servizio.
• Diagnosi organizzativa. Un secondo approccio mira ad allargare il campo non solo alle attese del cliente ma ad un'analisi sistemica dell'organizzazione scolastica, in grado di considerare il contesto ambientale entro cui la scuola opera, le risorse a disposizione, i processi attivati ed i loro risultati
• Autoanalisi di istituto. Un terzo approccio si basa su una matrice epistemologica di tipo psicosociale, con uno stretto legame tra valutazione e azione innovativa, a partire dal coinvolgimento diretto degli operatori nell'azione valutativa intesa come occasione di auto-apprendimento, e la focalizzazione del processo di auto-revisione su specifiche priorità individuate dalla scuola stessa
• Indicatori educativi. Un quarto approccio mira a mettere a punto un profilo generale del sistema educativo osservato, attraverso la definizione di un insieme organizzato di dispositivi di allarme utili ad accertare lo stato di salute del sistema ed a segnalare eventuali disfunzioni.
• Controllo degli esiti formativi .Un ultimo approccio alla valutazione della qualità della scuola centra l'attenzione, più che sui processi, sui risultati ottenuti. L'idea di fondo è che un sistema educativo risulti efficace se riesce a perseguire i propri obiettivi formativi e, conseguentemente, occorra dotarsi di un sistema rigoroso e puntuale di accertamento dei risultati di apprendimento ed educativi per poter valutare la qualità complessiva del servizio scolastico.
Fonte: M.Castoldi, Autoanalisi di istituto, in G.Cerini-M.Spinosi (a cura di), Voci della scuola, Tecnodid, Napoli, 2003.
Il Quadro teorico di riferimento
Per raggiungere una qualità di vita più elevata è necessario governare processi
di cambiamento sempre più veloci.
Il cambiamento si governa con l‟innovazione.
Per innovare bisogna apprendere, sperimentare e adottare nuove capacità di
agire.
APPRENDERE PER INNOVARE
LA QUALITA‟
NELLA FORMAZIONE
INDUCE QUALITA‟
DELLA FORMAZIONE?
La Qualità nella formazione fa i conti con la complessità
determinata dall‟interdipendenza di processi esterni ed
interni di difficile controllo.
Già nel 1975, la teoria del curricolo come
organizzazione, come il complesso di
esperienze cui è esposto l‟alunno è il
modello organizzativo olistico che sembra
prefigurare l‟integrazione fra le due qualità
(Nicholss-Guida pratica alla costruzione del
curricolo- 1975)
Le numerose sperimentazioni che hanno segnato la storia
della scuola italiana sono state spesso inficiate dalla scarsa
consapevolezza organizzativa.
La cultura organizzativa ha diffuso la
consapevolezza che il prodotto formativo è frutto
anche di una organizzazione
• Leadership
• Lavoro di squadra
• Gestione delle risorse umane e materiali
• Funzioni di supporto
La cultura organizzativa non è nata dentro la scuola, ma deriva da altre organizzazioni economiche e sociali, in primo luogo dalle
AZIENDE.
E‟ stata la sfida imposta dalla competitività globale a
determinare la tensione verso il miglioramento continuo per
raggiungere la qualità totale.
Dagli anni Novanta, l‟opinione pubblica chiede che anche i servizi istituzionali si muovano per raggiungere la massima efficacia ed efficienza.
La Legge sulla Trasparenza degli atti amministrativi e dell‟organizzazione nella Pubblica Amministrazione (Legge n. 241 del 7 agosto 1990) è la prima spallata alla sclerosi burocratica ed autoreferenziale degli apparati del servizio pubblico.
Produttività e qualità entrano nel glossario della
legislazione scolastica.
• 1990. Primo Protocollo di Intesa fra MPI e Confindustria: la cultura di impresa si propone come modello, anche ideologico, per gli insegnanti italiani.
• 1994. Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 (Testo Unico sull‟Istruzione), art. 603
“Nel quadro di definizione di strumenti idonei al conseguimento di una maggiore produttività nel sistema scolastico e al raggiungimento di obiettivi di qualità, il ministro della pubblica istruzione provvede alla determinazione di parametri di valutazione dell‟efficacia della spesa che tengano conto dei vari fenomeni che (…) si riflettono sui livelli qualitativi dell‟istruzione.”
• 1995. La legge n. 273 delega il governo ad emanare decreti sulla qualità dei servizi pubblici con i quali impone alla Pubblica Amministrazione di adottare la Carta dei Servizi.
Si configura un servizio teso a rendere conto all‟utenza e all‟opinione pubblica delle risorse che impiega e del loro utilizzo efficace.
L’autonomia ha comportato un rafforzamento delle
responsabilità richieste ai singoli operatori scolastici e alla
comunità scolastica nel suo insieme
Già dalla seconda metà degli anni Ottanta, il dibattito sull‟autonomia delle istituzioni scolastiche si era fatto strada nell‟opinione pubblica
Saranno la Legge Bassanini del 1997 (Legge n. 59, art. 21) e il successivo DPR 275/1999 a sancire l‟autonomia delle istituzioni scolastiche.
La Legge Costituzionale n. 3 del 2001 (modifiche al Titolo V della Costituzione) attribuisce alle Regioni e agli Enti Locali alcune prerogative legislative relative all‟istruzione scolastica e alla formazione professionale.
La scuola è oggi chiamata a valorizzare le differenti potenzialità dei contesti territoriali.
Sistema di valutazione del servizio
scolastico
A livello di singola istituzione per controllare e
pianificare la propria progettualità formativa sulla
base dei risultati raggiunti
A livello di sistema scolastico quale strumento per
l‟accertamento della tenuta complessiva del
servizio scolastico pubblico, di monitoraggio
delle sue dinamiche ai fini della decisione
politica e di orientamento per la sua evoluzione.
1993. il Ministero sostiene un Progetto inter IRRSAE sulla qualità delle
scuole, coordinato da Piero Romei.
Il Progetto si sviluppò fino al 1997 e portò alla luce le problematiche
dell‟applicazione alle scuole di modelli aziendali.
I punti deboli dell‟insegnamento vengono
così individuati:
• Individualismo fondato sull‟autosufficienza
rispetto al proprio compito
• Burocratizzazione intesa come routine
operativa
Il Progetto si rivolgeva agli insegnanti come
interlocutori/professionisti, proponendo attività di
formazione in servizio volte a fondare i seguenti enunciati:
• lo “specifico” della scuola, il suo campo di azione, è l‟apprendimento tramite le discipline;
• per apprendere le discipline occorre che gli allievi siano allenati all‟uso degli strumenti che producono un metodo di studio personale; che rispettino norme comportamentali condivise e definite entro il regolamento di istituto e nella programmazione di classe; che le dinamiche psico-sociali individuali e di classe siano tenute sotto controllo;
• per rispondere alla crescente complessità del mondo e della formazione è necessario valorizzare il lavoro in squadra e puntare sulla collegialità effettiva;
• la professionalità docente si esplica in spazi ampi e creativi di intervento individuali, i quali tuttavia non possono prescindere dal rispetto delle consegne e degli impegni assunti collettivamente;
• progettare l‟insegnamento significa scegliere e concentrarsi sugli apprendimenti necessari. (“Occorre che ciò che si insegna valga la pena di essere insegnato”)
L‟approccio di Romei non prevedeva alcuna valutazione
esterna, essendo fondato esclusivamente sulla
sollecitazione di dinamiche interne di rinnovamento
Il progetto, dunque, marciava contro i diversi
orientamenti del Ministero e della
Confindustria in merito alla qualità, che
andavano privilegiando l‟adozione di
modelli più sistematici e strutturati, quale
quello ISO 9000.
1994. il MPI e Confindustria firmano un nuovo Protocollo di Intesa dal quale prenderà
l‟avvio il Progetto Qualità Ministero/Confindustria e negli anni 1995/97 nasceranno i Poli
Qualità di Roma, Milano (Nord Ovest), Vicenza, Padova, Mantova (Nord Est), Napoli
(Sud)che progressivamente raggiungeranno circa 200 scuole.
Il Progetto aderisce all‟accezione della Qualità delle Norme ISO 9000.
ISO: Organismo Internazionale di Normazione
(Intenational Standardisation Organisation), al
quale aderiscono cento paesi nel mondo.
Fondato nel 1947 ha la sua sede a Ginevra. Gli
obiettivi principali dell‟ISO sono:
- Coordinare e unificare le norme
internazionali;
- Stabilire norme internazionali fondate sul
massimo consenso
Ancora oggi, la norma ISO 9001:2000 (evoluzione della precedente)
specifica i requisiti di un sistema di gestione per la qualità
quando una scuola:
ha l‟esigenza di dimostrare la sua capacità di fornire con regolarità prodotti/servizi
che ottemperino ai requisiti dei clienti e a quelli cogenti applicabili;
desidera accrescere la soddisfazione dei clienti tramite l‟applicazione efficace del
sistema, ivi inclusi i processi relativi per il miglioramento continuo del sistema e
l‟assicurazione della conformità ai requisiti dei clienti e a quelli cogenti applicabili.
La norma pone enfasi su:
la soddisfazione del cliente
attenzione anche a tutti gli attori dell‟organizzazione (dipendenti, ambiente sociale
esterno, ambiente fisico, ecc)
approccio basato sui processi
applicabilità della norma a tutti i tipi di organizzazione
il miglioramento continuo
il riferimento esplicito al rispetto delle norme che interessano anche i clienti.
L‟iter che una scuola deve seguire per certificarsi
è il seguente:
1)formazione del personale
2) redazione del manuale qualità
3) redazione delle procedure obbligatorie
4) redazione delle procedure operative
5) redazione delle istruzioni operative
e della modulistica.
CRITICHE
Delle norme ISO si è fatto un uso
pubblicitario più che di sostanza,
gli adempimenti burocratici e formali hanno
appesantito la struttura scolastica
e non hanno generalmente favorito il
conseguimento della qualità.
Sul versante della struttura di valutazione esterna
è nato nel 2001 l‟INVALSI.
• L‟Istituto annualmente raccoglie informazioni sul funzionamento delle istituzioni scolastiche.
• Il repertorio di indicatori controllati è variegato e sottende un modello di riferimento che potrebbe essere reso più esplicito, anche al fine di sollecitare le scuole ad impadronirsene. Gli stessi risultati di misurazione e i dati comparativi non sono oggetto di pubblica discussione. Giustamente si ritiene di non dover attribuire al sistema di valutazione funzioni sanzionatorie o fiscali, le quali negherebbero di fatto l‟autonomia decisionale delle scuole e mortificherebbero la sua natura professionale, ma questo non pare sufficiente a motivare la mancata pubblicizzazione dei dati di sistema e l‟avvio di un dibattito su di essi.
• In tal modo di fatto la valutazione esterna di sistema ad oggi può dirsi inesistente.
Viceversa l‟INVALSI realizza dal 2001 progetti Pilota per la
valutazione degli apprendimentinelle aree disciplinari di italiano,
matematica e scienze, con significativi feed-back alle scuole
partecipanti e possibilità di comparazione dei dati di scuola con quelli regionali, nazionali e dello stesso ordine scolastico.
Le pratiche auto-valutative hanno avuto
nel sistema scolastico italiano una
notevole diffusione, ma non sempre
sono state pertinenti con gli scopi e le
modalità che una corretta definizione
dell‟autovalutazione di istituto
dovrebbe perseguire.
dal Progetto ISIP, proposto dall‟OCSE-
CERI nel periodo 1982-87
Definizione dell‟autovalutazione di istituto:
“un'ispezione sistematica (descrizione e
analisi) da parte di una scuola, un sotto
sistema o un individuo (insegnante, capo
di istituto) dell'attuale funzionamento della
scuola come primo passo di un processo
di miglioramento” (Van Velzen, 1982).
Le scuole aderenti al progetto Aqua promosso dall‟IRRE Toscana, le scuole
partecipanti al Premio qualità della scuola promosso dall‟IRRE Veneto, la rete
di scuole REQUS sostenuta dal Polo qualità della Lombardia
stanno sperimentando il modello EFQM for Excellence
• il modello presenta caratteristiche di flessibilità e di non prescrittività che ben si attagliano al variegato percorso delle scuole, consentendo implementazioni successive nel processo di miglioramento;
• utilizza lo strumento dell‟auto-valutazione strutturata come spinta al miglioramento e condizione per costruire piani di miglioramento sistematici e rendicontabili; molte scuole italiane, come abbiamo detto, hanno fatto pratica, sia pure non sistematica, di auto-valutazione;
• propone una visione dell‟organizzazione in cui fattori/approcci/processi (scelte dell‟organizzazione) e risultati (output dell‟organizzazione) presentano una ponderazione congrua con le peculiarità della scuola;
• sollecita l‟auto-apprendimento come modalità di essere dell‟organizzazione (learning organisation) e il benchmarking come strumento di miglioramento e di adozione di best practices;
• dà peso alla responsabilità pubblica, un elemento di eticità che anche per la scuola non appare secondario, e che richiama una caratteristica fondante del modello europeo nella competitività internazionale.
Nel 1998, il ministero della PI avviò un progetto concluso nell‟anno
scolastico 2000/2001:
il Monitoraggio nazionale dell‟autonomia
Oggetto il Piano dell‟Offerta formativa
FINALITA‟
scandagliare tre macro-indicatori: la flessibilità
la responsabilità l‟integrazione
MERITO
Aver recuperato attività non sistematiche di autovalutazione pregresse
averne consentito la sistematizzazione
aver diffuso su tutto il territorio nazionale una pratica autovalutativa
La Rete Stresa
“un progetto di auto-valutazione per il
miglioramento della qualità della scuola
realizzato da una rete di scuole
prevalentemente della provincia di
Bergamo”
Produrre qualità in campo
formativo non significa
necessariamente adottare un
modello formale, riconosciuto,
visibile.
"Valutazione di sistema e strumenti per l'analisi
d'istituto" nella scuola dell’obbligo trentina.
• L'esperienza trentina parte nel 1990 con la istituzione del Comitato provinciale di valutazione del sistema scolastico trentino (art.7 della Legge provinciale 9.11.1990, n. 29) "al fine di fornire alla Giunta provinciale gli strumenti per valutare la produttività del sistema scolastico nella provincia di Trento, nel suo complesso e nelle sue articolazioni territoriali, nonché per valutare nel tempo gli effetti delle iniziative legislative e delle politiche scolastiche condotte a livello provinciale"
• Si caratterizza quindi inizialmente come valutazione di sistema che poggia su un modello concettuale di lettura del sistema scolastico e di scelta/raggruppamento degli indicatori prossimo al CIPP model di Stufflebeam, 1971.
• Il CIPP (Context, Input, Process, Product) Model si deve a Stufflebeam che lo propose nel 1971 (Stufflebeam D.L. et Al., Educational Evaluation and Decision Making, Itasca, Ill. Peacock, 1971) con la finalità di trovare un modello che supportasse il decision making attraverso l'utilizzo di informazioni significative relative alle varie fasi di un qualunque processo formativo.
Il modello permette un'interpretazione sistemica della situazione analizzata (ad es. istituto scolastico).
AUTOVALUTAZIONE PER
• creare all‟interno dell‟organizzazione una „cultura‟ di miglioramento permanente e di autovalutazione critica che potrebbe essere coadiuvata da esercizi periodici di autovalutazione;
• sostenere il „benchmarking‟ che, in termini estremamente semplificati, è il processo mediante il quale un‟organizzazione ha la possibilità di confrontarsi con le altre misurando la propria struttura organizzativa e la propria performance rispetto ad esse.
L‟obiettivo di tale confronto è essenzialmente quello di trovare „prassi migliori‟, basandosi sui buoni risultati
conseguiti in altre organizzazioni.
Il secondo passaggio è quello di pervenire alla definizione di una
“mappa di indicatori” di facile rilevazione e documentazione, ma in
grado di aiutare il processo di analisi attraverso dati confrontabili nel
tempo e nello spazio.
• La sezione Contesto richiede una descrizione degli
aspetti rilevanti del territorio in cui è inserita la
scuola e delle caratteristiche degli alunni: il livello
d‟istruzione della popolazione residente; l‟analisi dei
bisogni formativi generali dell‟utenza potenziale
della scuola; le risorse culturali e formative presentii
nel territorio ed il loro grado di fruibilità; la struttura
socio produttiva del territorio, compresi la densità
della popolazione, le principale dinamiche sociali, le
infrastrutture sanitarie, ecc.
• La sezione Processi prevede l'analisi delle modalità attraverso
le quali la scuola opera per ottenere i risultati previsti: le
caratteristiche del Piano formativo e della carta dei servizi;
l‟organizzazione spazio temporale dell‟offerta didattica; le
strategie d‟intervento per l‟individualizzazione del percorso
formativo; il clima di scuola e quello di classe; le dimensioni
quali-quantitative dei processi di innovazione e di
aggiornamento del personale; i collegamenti con il territorio,
soprattuto per l‟uso delle risorse culturali e formative in esso
presenti; i collegamenti in rete, ovvero lo scambio di dati e/o
materiali didattico – valutativi con altre scuole e con centri di
ricerca e di servizio; l‟apertura della scuola in orari
extrascolastici agli allievi per attività formative
extrascolastiche; la partecipazione e la collegialità; la
continuità orizzontale e verticale
• Nella sezione Risorse dovrà essere
condotta una analisi delle risorse
strutturali (spazi attrezzature), umane
(le caratteristiche cognitive e affettivo
– motivazionali della popolazione
scolastica in ingresso e le
caratteristiche professionali degli
insegnanti) e finanziarie.
• Nella sezione Risultati dovranno
essere esaminati gli obiettivi dichiarati
nei documenti ufficiali (Progetto di
Istituto e Programmazioni) ed il loro
esito;
• vanno inoltre raccolti ed esaminati i dati
desumibili dalle schede di valutazione ed i
risultati di eventuali prove standardizzate di
accertamento di profitto, con particolare
riferimento alle acquisizioni disciplinari in
matematica e lingua italiana, i riscontri di
soddisfazione dell‟utenza e degli insegnanti.
• Infine nella Sintesi dell‟analisi si riassumono le
principali indicazioni emerse dalla lettura dei dati
e dalla riflessione su di essi.
Il percorso di autoanalisi, utilizzando
anche concetti e strumenti derivati dalla
total quality, può essere rivolto al
miglioramento dell‟organizzazione per
segmenti, vale a dire alla possibilità di
prendere in considerazione un pezzo
alla volta della nostra organizzazione,
ad esempio quel pezzo che qui ed ora sta
abbassando in modo preoccupante i livelli
di soddisfazione: dell'utente e/o del
personale e/o della amministrazione
• Fra gli strumenti della valutazione/autovalutazione vanno
segnalati i “sistemi di indicatori di prestazione” che
rappresentano un modo per misurare lo stato attuale
dell‟istruzione.
• Secondo D. Nuttal, “… gli indicatori sono dei mezzi per
fornire informazioni sullo stato di un sistema educativo e
sociale. Essi agiscono come un primo dispositivo
d‟allarme dal quale siamo avvertiti che qualcosa sta
andando male, più o meno come gli strumenti sul
cruscotto di un‟automobile segnalano agli autisti qualche
problema o li rassicurano che tutto sta funzionando a
dovere. … Alcuni autori limitano la definizione in senso
strettamente quantitativo. … Altri … tendono ad
includere nel campo degli indicatori enunciati descrittivi o
anche valutativi”.
I modelli presentano riferimenti teorici
strutturati e requisiti che ne definiscono la
specificità.
Le esperienze sono costituite da un insieme di
strumenti e di elementi di tipo teorico e
metodologico, non necessariamente riconducibili a
un unico approccio sistematico
Modelli ed esperienze
Modelli ed esperienze
Si affinano e si
arricchiscono
continuamente
Si articolano in una
pluralità di strumenti e di
supporti
E‟ necessario appropriarsi di un
metodo di ricerca-azione, di
riflessione in corso d'opera che
consenta, nella complessità della
situazione attuale, di trovare le
strategie per operare nel quotidiano
con saperi e tecniche rinnovate ed
efficaci in relazione alle esigenze del
contesto ed agli obiettivi
che ci si pone.
L‟autovalutazione deve prendere le mosse
da un‟esigenza diffusa di miglioramento di
uno o più aspetti dell‟organizzazione
• Indagine presso il personale della scuola e
presso gli utenti
Il Gruppo di Progetto metterà a confronto i
diversi modelli esaminati circa le modalità
adottate per esplorare lo/gli aspetto/i
Si “personalizza” quindi il modello e lo si
applica
45
Lo sfondo
Identificazione delle caratteristiche delle “scuole efficaci” (Scheerens, Hopkins):
una direzione della scuola a forte orientamento pedagogico
un clima scolastico di aiuto e sostegno
l’impegno per programmi qualificati e ampi
finalità precise ed aspettative di alto livello nei confronti degli studenti
un sistema di verifica dei risultati e del livello degli studi
formazione permanente del personale
partecipazione e sostegno da parte dei genitori
sostegno da parte delle autorità scolastiche locali
46
• Queste caratteristiche possono essereconsiderate come esempi di veri e proprifattori di qualità: requisiti qualitativi difunzionalità che permettono di distinguere unabuona scuola da una scuola che buona non è
• I fattori di qualità costituiscono quindi ledimensioni concettuali in cui si articola ladomanda valutativa e rappresentano queirequisiti che caratterizzano e distinguono,secondo una determinata modellizzazione edeterminate scelte di valore, la qualità diun certo programma
• Ogni fattore così specificato puó essere piúfacilmente correlato ad un certo numero diindicatori.
47
Modello valutativo Idea di “buona scuola”
Nessun approccio che parta da
un modello semplificato della realtá
puó considerarsi “neutro”,
poiché si basa su scelte di valore
(cosa é migliore) e di rilevanza
(cosa é piú importante) che
andrebbero esplicitate
48
I passi di un percorso di autoanalisi d'istituto1. Formazione e legittimazione del gruppo di lavoro2. Ipotesi di domanda valutativa in relazione al progetto di
autoanalisi3. Verifica della domanda a partire dai bisogni dei soggetti
interessati4. Definizione condivisa di alcuni fattori di qualità5. Individuazione di almeno un indicatore per ogni fattore6. Selezione indicatori, definizione delle variabili operative e
produzione degli strumenti per raccogliere dati/informazioni mancanti
7. Somministrazione strumenti, raccolta dati e informazioni8. Elaborazione statistica: report dati e informazioni, ipotesi
di lettura in relazione alla domanda valutativa e ai fattori di qualità
9. Discussione, integrazione e condivisione del report coi soggetti interessati
10. Pubblicazione dei risultati
49
I dati acquistano significato seconfrontati:
• su un piano diacronico, cioè dopoaver analizzato l’evoluzione dellasituazione nel corso del tempo;
• su un piano sincronico utilizzando idati analoghi di un ampio numerodi scuole.
Necessità di lavorare
in rete
50
VANTAGGI DELLA RETE
• Confrontare i dati raccolti dalle scuole in rete
• Individuare valori di riferimento e linee ditendenza
• Ottenere dati fondati su cui costruire azioni dimiglioramento
• Scambiare informazioni e “buone pratiche”
• Valutare, migliorare e sviluppare il modellostesso
• Confrontarsi con le esperienze esterneattraverso le pratiche delle scuole aderenti
51
IL MODELLO: ASPETTI OPERATIVI
Monitoraggio annuale
Autovalutazione di istituto per supportare il miglioramento interno
Lavoro in rete: confrontarsi per migliorare
Progetto di valutazione di
scuola
fase 0: preparazione
Fam iliarizzarsi col m odello e
predisporre le condizioni per
avviare il processo
fase 1: lancio (o rilancio)
N egoziare con il D irigente
Scolastico, col C ollegio D ocenti
e con il C onsiglio d 'Istituto
program m a e m odalità di
lavoro, risorse e com posizione
della C om m issione Autoanalisi
fase 2: rilevazione dati
Progettare le m odalità
di rilevazione (tem pi, fonti
e soggetti) e attuare la
raccolta dati
fase 3: analisi e
interpretazione dei dati
Analizzare i dati, selezionare
gli elem enti significativi,
confrontarli con soggetti
com petenti, condividere
ipotesi interpretative e
redigere il R apporto
Annuale d 'Istituto
fase 4: m etavalutazione
V alutare e rivedere
criticam ente le procedure
adottate, le m odalità di lavoro
e i risultati o ttenuti e
riprogettare il m onitoraggio
per l'anno successivo
PROCESSI
IL CRUSCOTTO
1.Caratteristiche dell’utenza
2. Adeguatezza delle risorse
materiali.
3. Adeguatezza delle risorse
umane.
4. Funzionalità dello
sviluppo professionale.
INPUT
1 2 3
1. Successo scolastico
interno.
2. Valore aggiunto
dell’offerta formativa.
3. Inserimento lavorativo e
proseguimento scolare.
OUTPUT E
OUTCOME
1 2 3
A. Condizioni organizzative
gestionali:
A.1. Leadership efficace.
A.2. Coesione del personale.
A.3. Comunicazione efficace.
A.4. Partecipazione e
coinvolgimento dell'utenza.
A.1 A.2
A.3 A.4
B. Processo di insegnamento
apprendimento:
B.1. Differenziazione processi
formativi.
B.2. Integrazione delle
esperienze formative.
B.3. Clima di accoglienza e
benessere.
B 4.Strutturazione efficace
dell’azione didattica
LEGENDA
Non rilevato
Stabile
Migliora
Peggiora
1. Capacità di attrazione dell’utenza.
2. Integrazione servizi
scolastici/extrascolastici.
CONTESTO
1 2
E’ l'attività svolta dalla scuola nel ciclo scolastico annuale
e nel ciclo della formazione scolastica completa di uno
studente, sia dal punto di vista delle condizioni organiz-
zative e gestionali, sia per quanto riguarda le modalità di
insegnamento-apprendimento a livello di classe
E’ relativo alle condizioni
di alimentazione del
processo formativo (risorse
e strumenti di cui dispone
la scuola all'inizio della
sua attività, ivi compresa la
"materia prima" su cui
lavora)
E’ relativo alle modalità
di interazione tra scuola e
ambiente esterno
E’ relativo ai
risultati formativi a
breve e a lungo
termine (le
caratteristiche del
“prodotto finito", gli
esiti del programma
di lavoro in
relazione a
bisogni/risorse/
aspettative presenti
all'inizio)
B.1 B.2
B.3 B.4
4
CAF
Common Assessment Framework
versione semplificata e liberalizzata del
Modello EFQM per il settore pubblico,
assunto dalla UE come base per il
confronto e il miglioramento delle sue
amministrazioni pubbliche. Anche in
questo caso la partecipazione comporta la
produzione di una “application”, cioè di un
rapporto di autovalutazione molto
approfondito.
NU
OV
A P
RO
GR
AM
MA
ZION
E
FATTORI DI CONTESTO E DI PROCESSO RISULTATIP
RO
GET
TO D
IM
IGLIO
RA
MEN
TO
Leadership
Personale
Processi
Risultati orientati al personale
Risultati relativi alle
performance chiave
Politiche e strategie
Risultati orientati all’utenza
Partenershipe risorse
Risultati orientati
allasocietà
INNOVAZIONE E APPRENDIMENTO
• Le nove caselle rappresentano i criteri in base ai quali valutare il percorso di un’organizzazione verso l’eccellenza
• Ogni criterio è a sua volta suddiviso in sottocriteri
• Ciascun sottocriterio presenta una serie di aree da esaminare
• Per ogni sottocriterio vengono introdotte alcune domande che devono essere prese in considerazione in fase di valutazione
• Non si tratta di parametri obbligatori né esaustivi ma di elementi intesi a esemplificare ulteriormente il significato del relativo criterio
LA SUDDIVISIONE DEI 9 CRITERI
IN 28 SOTTO-CRITERI
9
CRITERI
28
SOTTO-
CRITERI
AREE E
DOMANDE
INNOVAZIONE E VALUTAZIONE
La struttura a nove box identifica i principali aspetti dell’organizzazione che è necessario considerare.
Ciascuno di questi box rappresenta un criterio.
Il criterio identifica il principale elemento da considerare nel valutare l’organizzazione.
Innovazione e valutazione
• Il criterio costituisce l’ambito in cui esercitare il tentativo di miglioramento o di potenziamento di un aspetto della vita della scuola
IL MODELLO PER LA SCUOLA
“Il CAF è uno strumento generico, è
raccomandabile una personalizzazione
del suo utilizzo, ma con l’obbligo di
rispettare i suoi elementi costitutivi: i nove
criteri, i 28 sottocriteri e il sistema di
punteggio”
Sintesi criteriale
Il report criteriale
Il report per indicatori
Il report per item