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Modelli compartimentali

e farmacocinetica

[email protected]

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+ Domanda

http://goo.gl/forms/I87Yy6kdDS

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+ Obiettivi

• Apprendere le tecniche matematiche per l’analisi della cinetica dei traccianti utilizzati per lo studio di sistemi endocrino-metabolici e del metabolismo d’organo

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+

Una disciplina ha tanto più la dignità della scienza quanto più fa uso dello strumento matematico

Galileo Galilei

Per parlare di matematica applicata alla biologia non basta introdurre dei metodi quantitativi nella descrizione dei fenomeni, occorre anche trovare delle connessioni e dei legami di tipo matematico, ovvero formulare dei modelli che abbiano carattere predittivo e servano a risolvere problemi specifici.

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+ Esempio

• Modelli che descrivono il metabolismo del glucosio, il metabolismo dei lipidi e l’azione dell’insulina che influenza sia il metabolismo del glucosio che quello dei lipidi.

• Farmacocinetica

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+ Farmacocinetica

• La farmacocinetica studia quantitativamente l'assorbimento, la distribuzione, il metabolismo e l'eliminazione dei farmaci.

• I farmaci vengono assorbiti, distribuiti, metabolizzati ed eliminati dall'organismo al quale vengono somministrati.

• Le velocita di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione sono determinanti per gli effetti di un farmaco.

• Un insieme di equazioni differenziali può descrivere i tempi e i modi in cui un farmaco viene assorbito, metabolizzato ed eliminato dall'organismo.

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+ Costruzione di un modello matematico • Gli elementi da tener presente per costruire

un modello valido possono essere in prima istanza suddivisi in:

– Obiettivi

– Ruolo delle conoscenze teoriche ed empiriche

– Struttura topologica ed analitica del modello

– Formulazione

– Identificazione

– Validazione

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+

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+ Identificazione del modello 1/2

• Con il termine identificazione ci si riferisce ai procedimenti con i quali si determina sia la struttura del modello matematico, sia il valore dei parametri che in esso figurano, in modo da ottenere la corrispondenza tra il comportamento del modello ed un adeguato complesso di dati sperimentali.

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+ Identificazione del modello 2/2

Le principali fasi del processo di identificazione sono: • determinazione della struttura del modello, in base alle

conoscenze a priori sulle leggi fisico-chimiche che regolano i fenomeni studiati o in base all’esigenza di far corrispondere le soluzioni delle equazioni ai dati sperimentali, anche senza attribuire un particolare significato fisico;

• progetto ed esecuzione dell’esperimento, quindi applicazione di “ingressi” e la misura delle “uscite”, cercando un compromesso opportuno tra significatività dell’esperimento ai fini dell’identificazione e i vincoli di natura etica e pratica (in particolare, un’identificazione a priori che l’esperimento sia o no in grado di fornire i valori incogniti dai dati sperimentali, e se eventualmente la stima sia unica);

• stima dei parametri, utilizzando algoritmi idonei e valutando la bontà della stima eseguita (accuratezza dei risultati) nel quadro del problema detto di identificazione a posteriori;

• messa a punto e ottimizzazione dell’esperimento progettato.

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+ Validazione del modello

• E la serie di prove con cui si testa la validità del modello. • Il concetto di validità e molto ampio e richiede un criterio di

valutazione. Ma tale criterio, molte volte rischia di essere soggettivo, soprattutto nei metri di misura. In linea generale: – Criteri interni, basati sulle caratteristiche interne del modello:

• Coerenza, in base alla quale non si devono presentare contraddizioni logiche, matematiche o fisiche.

• Validità algoritmica, relativa all’esigenza che le equazioni siano risolvibili in modo efficace e diano risultati con la precisione voluta.

– Criteri esterni, legati agli scopi, alle teorie e ai dati sperimentali: • Validità empirica, relativa alla corrispondenza del comportamento tra

sistema e modello • Validità teorica, relativa alla coerenza tra le ipotesi implicite e quelle

accettate. • Validità pragmatica, riferita all’efficacia del modello di raggiungere gli

obiettivi. Resta comunque complesso definire una misura oggettiva di tale efficacia.

• Validità euristica, relativa alla capacita del modello di fornire suggerimenti per l’interpretazione dei fenomeni, per la verifica delle ipotesi e l’individuazione di nuovi temi di ricerca.

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+ Struttura analitica del modello

• Modelli deterministici, in cui le variabili di stato ed i parametri sono variabili deterministiche.

• Modelli stocastici, in cui le variabili di stato ed i parametri sono variabili aleatorie o processi stocastici.

• Modelli stocastici/deterministici, in cui le variabili di stato appartengono alla prima classe e i parametri all’altra, o viceversa.

• Modelli lineari e non, in cui le relazioni tra le variabili sono lineari o meno.

• Modelli a parametri concentrati, in cui si concentrano le cause e gli effetti in compartimenti e si costruiscono le relazioni tra le variabili di tali compartimenti.

• Modelli a parametri distribuiti, in cui cause ed effetti non possono essere compartimentalizzati.

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+ Modello del metabolismo del glucosio a digiuno

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+ Modello del metabolismo del glucosio a digiuno

• Poiché spesso il sito d’interesse non e accessibile, si effettua un prelievo di sangue (arterioso o venoso) e, tramite modelli matematici, si stimano i parametri d’interesse.

– Produzione di glucosio (input)

– Utilizzo di glucosio

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+ Modello del metabolismo del glucosio a digiuno • Dal prelievo di sangue a digiuno misuriamo la

concentrazione del glucosio [G].

• [G] e funzione sia della produzione (input) che dell’utilizzazione (output).

• Se sia l’input che l’output aumentano, [G] rimane costante. Quindi la sola conoscenza di [G] non ci permette di conoscere indipendentemente input e output e abbiamo bisogno di una sostanza che “tracci” il glucosio senza perturbarne lo stato stazionario.

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TRACCIANTI

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+ Tracciante

• È una sostanza marcata con un isotopo con le stesse caratteristiche chimico-fisiche ma diversa massa:

1. si comporta come la sostanza che vogliamo studiare (sost. tracciata)

2. possiamo misurare separatamente il tracciante dalla sost. tracciata

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+ Isotopi

• Gli isotopi (lett. nello stesso luogo) sono atomi dello stesso elemento chimico, e quindi con lo stesso numero atomico (cioè numero di protoni), ma con differente numero di massa, e quindi massa atomica.

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+ Isotopi

• La differenza delle masse e dovuta a un diverso numero di neutroni presenti nel nucleo dell'atomo.

• Se 2 nuclei contengono lo stesso numero di protoni, ma un numero differente di neutroni, i due nuclei avranno lo stesso comportamento chimico (con delle minime differenze nei tempi di reazione e nell'energia di legame), ma avranno comportamenti fisici differenti, essendo uno più pesante dell'altro.

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+ Isotopi

• Possono essere sia stabili che radioattivi.

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+ Breve richiamo

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+ Isotopi radioattivi

• La radioattività e causata dal rilascio spontaneo di particelle e/o energia elettromagnetica dal nucleo di un atomo.

• La radioattività risiede nei NUCLEI INSTABILI. • Nucleo decade con EMISSIONE DI RADIAZIONI. • I traccianti radioattivi si caratterizzano per sviluppare un

processo di decadimento con disintegrazione e produzione di nuovi elementi.

• Nel corso della disintegrazione vengono emesse radiazioni, la cui misura permette di seguire lo svolgersi dei processi in atto.

• La radioattività è misurata in: disintegrazioni/tempo. • L’unita standard sono i bequerel (Bq), corrispondente ad 1

decadimento per secondo • Un’altra unita di misura e il curie (Ci), equivalente a 3.7 x 1010

disint./sec.

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+ Proprietà dei radioisotopi

• Tipo di emissione

• Emivita

• Energia di emissione

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+ Tipi di emissione

• Particelle α: nuclei di elio (isotopi pesanti; Z>82)

• Particelle β: negatroni (elettroni) o positroni

• Raggi γ: radiazioni elettromagnetiche derivate da riarrangiamenti nucleari

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+ Velocità del decadimento radioattivo • Il decadimento segue una cinetica di I ordine:

– -dN(t)/dt = λN

– λ = costante di decadimento

• Integrando: – ln N(t)/No = - λt

• In pratica la velocita di decadimento e espressa come emi-vita o tempo di dimezzamento t1⁄2, cioè il tempo necessario perché l’attivita decada del 50 %: – ln0.5=-λt1⁄2

– 2.3log10 2 = λt1⁄2

– t1⁄2 = 0.693/λ

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+ Emivita

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+ Capacità di penetrazione

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+ Radioisotopi in medicina

• 24Na, t1⁄2 = 14.8 hr, β emitter, blood-flow tracer

• 131I, t1⁄2 = 14.8 hr, β emitter, thyroid gland activity

• 123I, t1⁄2 = 13.3 hr, γ−ray emitter, brain imaging

• 18F, t1⁄2 = 1.8 hr, β+ emitter, positron emission tomography

• 99mTc, t1⁄2 = 6 hr, γ−ray emitter, imaging agent

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+ Reazioni Chimiche vs Nucleari

Reazioni Chimiche Reazioni Nucleari

Gli atomi sono riarrangiati attraverso la rottura e la formazione di legami chimici

Gli elementi (o gli isotopi di uno stesso elemento) vengono convertiti uno nell’altro

Solamente gli elettroni negli orbitali atomici o molecolari sono coinvolti nella formazione o nella rottura dei legami

Protoni, neutroni, elettroni ed altre particelle elementari possono essere coinvolti

Le reazioni sono accompagnate dall’assorbimento o dal rilascio di una piccola quantità di energia

Le reazioni sono accompagnati dall’assorbimento o dal rilascio di una grande quantità di energia

La velocità di reazione sono influenzate da temperatura, pressione, concentrazione e catalisi

La velocità di reazione è normalmente non influenzata da temperatura, pressione e catalisi

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+ Isotopi maggiormente utilizzati nella ricerca biologica

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+ Isotopi stabili vs radioattivi

Isotopi stabili Isotopi radioattivi

Sicuri, non tossici Radiazioni ionizzanti

Possono essere utilizzati in neonati, bambini e donne in gravidanza

Non posso essere utilizzati in tutta la popolazione

Diversi traccianti possono essere utilizzati contemporaneamente in studi ripetuti

Limitazioni nel numero di traccianti e in studi ripetuti

Il costo di alcuni traccianti è davvero elevato

Non esistono isotopi a lunga vita per O e N

È necessaria una grande quantità di tracciante (elevato rumore di fondo)

Non ci sono problemi di rumore di fondo, è necessaria una piccola quantità di tracciante

Attrezzature costose, personale tecnico qualificato

Attrezzature semplici e poco costose

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+ Tracciante

• È una molecola in cui uno o più atomi sono stati sostituiti (“marcati”) con isotopi e che si comporta come la sostanza che vogliamo studiare (sost. tracciata).

• Nel caso che il tracciante si comporti sensibilmente diversamente dalle molecole che sostituisce (una massa diversa può influire su velocita di diffusione e di reazione chimica) si parla di effetto di frazionamento dell’isotopo.

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+ Tracciante

• Da notare che le sostanze comunemente elaborate dai sistemi biologici sono in molti casi ognuna già una mistura di isotopi, anche se uno di essi e presente in quantità percentuale molto maggiore.

• Nell’uso dei traccianti non si fa quindi altro che aumentare la percentuale di uno degli altri isotopi, cosi da permettere una più facile analisi dei processi in gioco. Oppure si introduce del tutto un nuovo isotopo.

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+ Isotopi stabili nel corpo umano

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+ Esempi tracciante

L-Phenylalanine L-[ring-3H5]Phenylalanine

L-[ring-2H5]Phenylalanine L-[2-15N]Phenylalanine L-[1-13C]Phenylalanine

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+ Come misurare i traccianti (1/4)

• Contatori di radioattività:

– Per ionizzazione (contatore Geiger-Muller),

– Per eccitazione (scintillatori - gamma counter, beta counter)

• Spettrometro di massa: massa delle molecole o degli atomi all’interno delle molecole dopo combustione o conversione in gas (CO2, N2, H2)

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+ Come misurare i traccianti (2/4)

• I traccianti radioattivi si caratterizzano per sviluppare un processo di decadimento con disintegrazione e produzione di nuovi elementi.

• Nel corso della disintegrazione vengono emesse radiazioni, la cui misura permette di seguire lo svolgersi dei processi in atto.

• Unità di misura nella pratica: unità di conto/tempo (fornisce la quantità di radiazione effettivamente rilevata).

• A pari condizioni di emissione, il valore in unita di conto è minore (al massimo uguale) rispetto quello teorico.

• Per effetto della geometria del sistema ricevitore ed altre sostanze presenti, la radiazione rilevabile è minore di quella teorica.

Traccianti radioattivi

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+ Come misurare i traccianti (3/4)

• Attività specifica: – radioattività/(massa) = unità di conto /(massa tempo)

• Quantità tracciante: quantità minima di tracciante da immettere, che permette: – di studiare 1 o più compartimenti.

– di essere piccola abbastanza da creare il minimo disturbo al sistema (in particolare per le radiazioni emesse).

• Nella pratica si opera con quantità inferiori al 1%.

Traccianti radioattivi

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+ Come misurare i traccianti (4/4)

• Non emettono radiazioni, per cui sono rilevati in base a misure legate alla differenza di massa con analoghi isotopi più comuni.

• Unità di misura: – molecole marcate/ totale molecole d’interesse presenti (altre

unità di misura sono comunque usate). – Attività specifica: molecole marcate/ totale molecole

d’interesse presenti/massa (altre unita di misura coincidono direttamente con a.s.)

• Essendo il metodo di misura meno sensibile di quello usato per i traccianti radioattivi, è necessario impiegare una maggiore quantità di tracciante, per altro permessa dalla minore pericolosità.

Traccianti stabili

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+ Utilizzo di isotopi in studi del metabolismo umano • Principio di diluizione del tracciante

– Modelli statici

– Modelli dinamici

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MODELLI NON-COMPARTIMENTALI

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+ Approccio non compartimentale

• Nessuna assunzione circa la distribuzione della sostanza all’interno del corpo

• Conoscenza descrittiva

• Scarsa correlazione rispetto alle specifiche funzioni di un organo

• La mancanza di assunzioni a priori consente di minimizzare gli eventuali bias dovute alla modellazione

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+ Esperimento

Bolo di sostanza

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+ Approccio non compartimentale

• Dati noti: – Dose

• Osservare: – Cmax (concentrazione massima) e Tmax (istante a cui

si verifica la concentrazione massima)

• Calcolare: – AUC e AUMC

– Clearance (CL)

– Emivita T1/2 , Fractional Removal rate (k)

– Volume di distribuzione

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+ Modelli non compartimentali

Sinonimi:

• Mean Residence Time approach

• Statistical Moment Approach

• Non-compartmental analysis

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+ Statistical Moments

Mean

• Describe the distribution of a random variable :

• location, dispersion, shape ...

Standard deviation

Random variable values

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+ Statistical Moment Approach

• Interpretazione statistica della “dispersione” di un farmaco all’interno del corpo – Vengono prese in considerazione le singole

“particelle”: si assume che si muovano in modo indipendente attraverso gli spazi cinetici secondo una probabilità di trasferimento fissa

– Il tempo trascorso all’interno del sistema è considerato come una variabile casuale

– I momenti statistici vengono utilizzati per descrivere la distribuzione di questa variabile casuale, e più in generale il comportamento delle particelle di farmaco nel sistema

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+ Statistical moment approach

0

dttCt n

AUCdttCdttCt

00

0

AUMCdttCt

0

• n-order statistical moment

• zero-order :

• one-order :

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THE MEAN RESIDENCE TIME Tempo medio di permanenza

49

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+

• Evaluation of the time each molecule of a dose stays in the system: t1, t2, t3…tN

• MRT = mean of the different times

MRT = N

t1 + t2 + t3 +...tN

Entry : time = 0, N molecules

Exit : times t1, t2, …,tN

Mean Residence Time

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+ Mean Residence Time

• Assunzione: la curva di concentrazione plasmatica fornisce informazioni sul tempo trascorso dalle molecole di farmaco nel corpo

• Esiste una sola via di eliminazione dal plasma (esempio: escrezione, metabolismo)

• Cinetica di eliminazione di tipo lineare

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+ Mean Residence Time

Consequence of linearity

• AUCtot is proportional to N

• Number n1 of molecules eliminated at t1+ t is proportional to AUCt:

C

(t)

C1

t1

C(t1) x t

AUCtot

X N n1 = AUCt

AUCtot

X N =

• N molecules administered in the system at t=0

• The molecules eliminated at t1 have a residence time in the system

equal to t1

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+ Mean Residence Time

Cumulated residence times of molecules eliminated during t at :

C

(t)

C1

t1

t1 : t1 x x N

tn : tn x x N

MRT = t1x tn x N C1 x t x N Cn x t x N

AUCTOT AUCTOT

tn

Cn C(1) x t

AUCTOT

C(n) x t

AUCTOT

n1

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+ Mean Residence Time

MRT = t1x tn x N C1 x t x N Cn x t x N

AUCTOT AUCTOT

MRT = =

MRT = t1x C1 x t tn x Cn x t AUCTOT

t C(t) t

C(t) t

ti x Ci x t

AUCTOT

AUMC

AUC

=

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+ Mean Residence Time

0

dttCAUC

0

dttCtAUMC

AUC

AUMCMRT

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+

From: Rowland M, Tozer TN. Clinical Pharmacokinetics – Concepts and Applications, 3rd edition, Williams and Wilkins, 1995, p. 487.

AUC

AUMC

• AUC = Area Under the zero-order moment Curve

• AUMC = Area Under the first-order Moment Curve

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+ Metodi di calcolo

• Integrazione numerica

– Metodo dei trapezi

• Fitting con equazioni poli-esponenziali

– Parametri Yi, ki

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+ Metodi di calcolo

• Integrazione numerica

– Metodo dei trapezi (lineare)

58

C

C

t

t

1

2

1

2

Concentration

Time

2

CCtt 1ii

i

1ii

2

CtCttt 1i1iii

i

1ii

AUC

AUMC

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+ Metodi di calcolo

• Integrazione numerica – Metodo dei trapezi (lineare)

– Vantaggi: • semplicità (calcolabile a mano)

– Svantaggi: • Assume una linea retta tra due dati adiacenti

• Se la curva ha rapide variazioni, l’errore può essere grande

• Sovrastima o sottostima, a seconda se la curva sia crescente o decrescente

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+

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+ Metodi di calcolo

61

Time (hr) C (mg/L) 0 2.55 1 2.00 3 1.13 5 0.70 7 0.43 10 0.20 18 0.025

AUC Determination

Area (mg.hr/L) - 2.275 3.13 1.83 1.13 0.945 0.900 Total 10.21

AUMC Determination

C x t (mg/L)(hr) 0 2.00 3.39 3.50 3.01 2.00 0.45

Area (mg.hr2/L) - 1.00 5.39 6.89 6.51 7.52 9.80 37.11

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+ Metodi di calcolo

• Cosa succede per tempi lunghi?

– Estrapolazione ad infinito

– Fitting dati con curve esponenziali

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+ Modellazione tramite somma di esponenziali

Generalizzazione per curve a più esponenziali

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+ Modellazione tramite somma di esponenziali

Area calculations by mathematical integration

n

1i

t

iieC(t)

kY

n

1i i

iYAUC

k

n

1i2

i

iYAUMC

k

For one compartment :

AUC =C0

k1

AUMC =C0

k1

2

MRT =1

k1

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+ Modellazione tramite somma di esponenziali

2

2

1

1 k

Y

k

YAUC

k

YAUC

i

i

2

2

2

2

1

1

2

k

Y

k

YAUMC

k

YAUMC

i

i

t

2

t

121 eeC(t)

kk

YY

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+ Estrapolazione ad infinito

66

last

last

t z

last

t

CdttCAUC

Assumes log-linear decline

z

lastlast

z

last

t

CtCAUMC

last

2

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+ Clearance

• Collega la concentrazione con la velocità di eliminazione

• L’ unita di misura dell’elimination rate è massa per unità di tempo (mg/min)

• L’unita di misura della Clearance e volume per unità di tempo (ml/min)

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+ Clearance

• Volume dal quale il farmaco viene rimosso in una data unità di tempo (volume / tempo)

• E’ una costante rispetto alla dose e al tempo

• Può essere calcolato da:

• Excretion rate (Rd) / Concentration – (mg/min) / (mg/ml) = ml/min

• Dose / AUC – (mg) / (mg/ml*min) = ml/min

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+ Emivita (I)

5

Quando il farmaco è stato somministrato per via endovenosa questi due parametri sono strettamente

dipendenti dal protocollo sperimentale, infatti le concentrazioni sono sempre decrescenti dopo somministrazione di un bolo ev, mentre il tempo di picco, in genere, corrisponde al tempo di

infusione se il farmaco viene infuso a velocità costante. 4 - Semivita: t1/2 (Funzione monoesponenziale)

Le semivita (t1/2) è un parametro che viene utizzato per descrivere la pendenza delle curve di

concentrazione nella loro fase di scomparsa terminale e il suo significato è legato ad una proprietà matematica della funzione monoesponenziale, come è mostrato nella figura seguente. Grafico delle concentrazioni plasmatiche di farmaco interpolate da una funzione monoesponenziale. La funzione

monoesponenziale ha la proprietà di dimezzare sempre il suo valore dopo un intervallo fisso di tempo. La semivita in

questo esempio è 2 ore e nel grafico si vede che la monoesponenziale che interpola i punti sperimentali (linea continua)

dimezza il suo valore ogni 2 ore.

Si osservi che la curva dimezza sempre il suo valore indipendentemente dal tempo da cui si parte, in altre parole lo stesso risultato si potrebbe ottenere partendo dal valore della curva al tempo 1 ora.

Se si mettono in grafico i logaritmi delle concentrazioni riportate nella stessa figura, oppure se si usa la scala semilogaritmica, si ottiene una retta (vedi figura sotto). I grafici in scala semilogaritmica sono molto utilizzati per rappresentare i dati di farmacocinetica

essenzialmente per due motivi. Primo, perché consentono di ampliare la scala delle concentrazioni in modo da poter osservare chiaramente l’andamento dei dati in tutto l’intervallo nel quale sono

compresi, anche quando questo spazia su diversi ordini di grandezza. Secondo perché aiutano nella scelta del modello più adatto a descrivere i dati sperimentali.

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

0 2 4 6 8 10

tempo (ore)

conc

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+ Emivita (II)

5

Quando il farmaco è stato somministrato per via endovenosa questi due parametri sono strettamente

dipendenti dal protocollo sperimentale, infatti le concentrazioni sono sempre decrescenti dopo somministrazione di un bolo ev, mentre il tempo di picco, in genere, corrisponde al tempo di

infusione se il farmaco viene infuso a velocità costante. 4 - Semivita: t1/2 (Funzione monoesponenziale)

Le semivita (t1/2) è un parametro che viene utizzato per descrivere la pendenza delle curve di

concentrazione nella loro fase di scomparsa terminale e il suo significato è legato ad una proprietà matematica della funzione monoesponenziale, come è mostrato nella figura seguente. Grafico delle concentrazioni plasmatiche di farmaco interpolate da una funzione monoesponenziale. La funzione

monoesponenziale ha la proprietà di dimezzare sempre il suo valore dopo un intervallo fisso di tempo. La semivita in

questo esempio è 2 ore e nel grafico si vede che la monoesponenziale che interpola i punti sperimentali (linea continua)

dimezza il suo valore ogni 2 ore.

Si osservi che la curva dimezza sempre il suo valore indipendentemente dal tempo da cui si parte, in altre parole lo stesso risultato si potrebbe ottenere partendo dal valore della curva al tempo 1 ora.

Se si mettono in grafico i logaritmi delle concentrazioni riportate nella stessa figura, oppure se si usa la scala semilogaritmica, si ottiene una retta (vedi figura sotto). I grafici in scala semilogaritmica sono molto utilizzati per rappresentare i dati di farmacocinetica

essenzialmente per due motivi. Primo, perché consentono di ampliare la scala delle concentrazioni in modo da poter osservare chiaramente l’andamento dei dati in tutto l’intervallo nel quale sono

compresi, anche quando questo spazia su diversi ordini di grandezza. Secondo perché aiutano nella scelta del modello più adatto a descrivere i dati sperimentali.

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

0 2 4 6 8 10

tempo (ore)

conc

Modellazione tramite somma di esponenziali: - T 1/2 = 0.693/k

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+ Volume di distribuzione

• Vd lega la concentrazione della sostanza alla quantita di sostanza (A) (tracciante/farmaco) presente nel corpo

– A=CxVd

• Vd una costante rispetto alla dose e al tempo

• Vd=[Dose/(AUC0-∞ *k)]=CL/k = CL*MRT

• Se diamo un bolo, la concentrazione estrapolata al tempo 0: C0=Dose/Vd

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+

• MRT = AUMC / AUC

• Clearance = Dose / AUC

• Vss = Cl x MRT = Dose x AUMC

AUC2

Ricapitolando