Mobilità sostenibile. Approcci, metodi e strumenti di governance di Mariagrazia De Castro

download Mobilità sostenibile.  Approcci, metodi e strumenti di governance di Mariagrazia De Castro

of 21

description

Un sistema di trasporto efficiente è di primaria importanza per un paese industrializzato (in particolare per l’Italia in considerazione della collocazione e della conformazione geografica del paese) e costituisce la base per un ulteriore incremento di benessere con nuove prospettive di occupazione e quindi, di riduzione dell’esclusione sociale di parte dei cittadini. È comunque altrettanto essenziale che le attività di trasporto non danneggino la salute della popolazione e non compromettano la disponibilità di risorse per le generazioni future; problemi che coinvolgono difficili valutazioni di equità intergenerazionale e come tali non possono essere trascurati.Un trasporto pubblico urbano ed extraurbano efficiente può garantire che ciascun fruitore della città (che sia o meno motorizzato) abbia accesso al lavoro, ai punti commerciali, ai servizi ed agli impianti del tempo libero. In questi termini, il trasporto pubblico può altresì garantire dinamismo economico e coesione sociale, minori costi, minori spazi stradali occupati, meno energia consumata, minori danni alla salute dei cittadini.

Transcript of Mobilità sostenibile. Approcci, metodi e strumenti di governance di Mariagrazia De Castro

  • PREFAZIONE

    lobiettivo, o forse per meglio dire, il sogno di chi si dedica allaprofessione docente di riuscire a trasferire ai propri allievi, oltreallamore per la ricerca, il metodo e la sistematicit nellarontarecon completezza ed ordine mentale le tematiche oggetto di studio.

    Questo lavoro di Mariagrazia De Castro premia, oltre che lecapacit dellAutrice, il lavoro speso da me in tanti anni di in-segnamento universitario e gli obiettivi che fin da giovane misono proposta di raggiungere.

    nei diversi capitoli, lAutrice affronta i diversi aspetti del pro-blema con completezza e capacit critica, con ordine storico esuggestioni di sviluppo futuro.

    Mi preme inoltre sottolineare come la scelta delle tematiche diricerca da parte di Mariagrazia De Castro, nel corso e nella con-clusione, sia dei suoi studi universitari (come argomento di tesi),sia come interesse di attivit speculativa nel lungo periodo tra-scorso come collaboratrice della Cattedra di ecologia, sia statoil problema dei trasporti visto in una moderna ottica di soste-nibilit ambientale ed economica.

    Questa scelta deve essere letta come un sentito omaggio e devo-zione liale verso le competenze ed il lavoro del padre che nel set-tore trasportistico ha speso la propria vita ed attivit lavorativa.

    Viene cos ad essere sottolineata la sensibilit, oltre allintelli-genza dellAutrice, cui ben si conf lattivit di ricercatrice nelsettore delleconomia ambientale.

    Prof. eugenia Alojordinario di ecologiaUniversit del Sannio

  • INTRODUZIONE

    Questo volume nasce dalle riflessioni maturate, lungo il percorsodi ricerca, sulla crescente attenzione del mondo politico neiconfronti delle tematiche ambientali e della sostenibilit delle at-tivit di trasporto. La promozione di un sistema di mobilit sos-tenibile per la diminuzione degli impatti ambientali, sociali edeconomici provocati dalla circolazione di persone e merci, untema, quindi, di attuale interesse scientifico ed operativo.

    Lerrore che si tende a commettere nellanalizzare la relazione framobilit e sostenibilit consiste nel pensare agli effetti negativi cheessa genera trascurando limportanza che ha nel sostenere il pro-cesso di sviluppo sociale ed economico del territorio.

    La promozione di un modello di mobilit sostenibile dunque auspicabile non soltanto per il suo valore ecologico maanche per lequit sociale e per la sua capacit di produrre emantenere vantaggi economici in un tempo successivo a quellopresente. Tutti questi elementi convergono nelle decisioni di in-tervenire sui sistemi di trasporto per migliorarne limpatto am-bientale, facendo riferimento ad unistanza culturale dirinnovamento che non comporta pi solo una scelta razionaletra alternative tecniche ma una scelta strategica che contempla

  • aspetti di innovazione politica e strategica, nonch metodolo-gica, di qualit dellambiente e della vita.

    In questo volume viene proposta una lettura al sistema integratomobilit-territorio secondo un approccio olistico, che privilegiauna visione dinsieme e che non esclude, quindi, un approccioeducativo al problema, nel pi vasto scenario del miglioramentodella qualit della vita dei territori e dei suoi fruitori.

    Una nuova concezione, questultima, che impone una modernachiave di lettura che spinga a domandarsi che fare? agendo sullagenesi del consenso dei cittadini, in particolare dei pi giovani, perfare accettare e diffondere il cambiamento dello stile di vita. La pia-nificazione e gestione della mobilit sostenibile, quindi, deve avereun orizzonte temporale di medio lungo periodo che consideri tuttigli elementi del sistema dei trasporti, che consenta di prendere inconsiderazione non solo lofferta di infrastrutture e di servizi per lamobilit, ma anche politiche di domanda, che regolino lassetto delterritorio e soprattutto orientino i comportamenti.

    Ladozione di un approccio integrato ha permesso, quindi, diindividuare i metodi e gli strumenti di governance della mobilitsostenibile sulla base di un approccio interdisciplinare che haconsentito di formulare proposte sul sistema della domanda dispostamento, piuttosto che sul sistema dellofferta, tenendo contodegli obiettivi di sostenibilit ambientale.

    La pianificazione della mobilit sostenibile richiede per il suosuccesso la partecipazione dei cittadini, delle organizzazioni dellasociet civile e delle diverse componenti sociali interessate ai diversiaspetti dei problemi della mobilit. Il processo di partecipazione parte integrante poich alla base del riconoscimento delle cri-ticit, della definizione degli obiettivi, della costruzione degli sce-nari dazione e della loro valutazione di sostenibilit sociale,economica ed ambientale.

    Non avventato, dunque, prospettare uninnovativa chiave dilettura degli strumenti e tecniche della pianificazione della mobi-lit sostenibile in funzione dellEducazione Ambientale intesacome promozione della consapevolezza dei problemi ambientali.

  • Un cenno va fatto alla struttura del volume. Nella prima partei contenuti sono concentrati sul tema dello sviluppo sostenibile,dei suoi obiettivi e dei suoi profili: la questione della sostenibilite le sue implicazioni sociali ed economiche acquisiscono un ruolocentrale e programmatico per il prosieguo della trattazione. Nellaseconda parte, saldati fortemente allapproccio delleducazione allasostenibilit, sono individuati metodi e strumenti di governancedella mobilit sostenibile sia in ambito urbano che in ambiti dipregio naturalistico e paesaggistico (i parchi e le aree protette).

    Nella trattazione, ha assunto un particolare significato anche ildiritto alla mobilit sostenibile come diritto per le fasce pi de-boli, che deve essere sostenuto dalle comunit locali e dalle istitu-zioni che devono partecipare, con metodo e con decisione, allapianificazione della mobilit sostenibile e alla programmazione diazioni che, viceversa, se indugiassero a livello diniziativa indivi-duale, rimarrebbero paralizzate in unepoca di competizione sem-pre pi forte a scala nazionale e internazionale.

    Desidero esprimere il mio pi sincero (ed affettuoso) ringrazia-mento alla professoressa Eugenia Aloj per aver sempre sostenuto,incoraggiato ed ispirato le mie idee e per aver sempre creato fertiliterreni di confronto scientifico in cui non fa in tempo a diven-tarne umile maestra che subito ne diventa allieva in un altro.

    LAutore

  • Capitolo primoLLOO SSVVIILLUUPPPPOO SSOOSSTTEENNIIBBIILLEE:: TTEEOORRIIEE EE PPRROOFFIILLII

    The more clearly we can focus our attention on the wonders and realitiesof the universe about us, the less taste we shall have for destruction.

    Rachel Carson, 1954

    Ridurre significa in primo luogo diminuire limpatto sulla biosfera deinostri modi di produrre e di consumare. Si tratta innanzitutto di limitare

    il sovraconsumo e lincredibile spreco generato dalle nostre abitudini.

    Nicolas Hulot, 2006

    1. LE TEorIE DELLo svILUppo EcoNomIco

    Lesperienza storica degli anni tra le due guerre mondiali (anniventi e Trenta), con la disoccupazione di massa che port in rilievolintervento pubblico e che auspic spese pubbliche nanziate condisavanzo, traghett la teoria e la politica economico ambientaleno agli anni cinquanta, quando la crescita economica torn adessere uno dei temi principali nelle agende degli economisti e deipolitici: una crescita economica sostenuta dallinnovazione tecno-logica sembrava orire un progresso senza limiti.

    Negli anni sessanta laumento dellinquinamento ambientale di-venne un problema sempre pi diffuso, con la conseguenza che inalcune societ industrializzate emerse la consapevolezza dei problemiambientali e furono elaborate nuove ideologie ambientaliste, alcunedelle quali si opponevano fortemente alla crescita economica.

  • 18 MobiLiT SoSTeNibiLe

    Alcuni economisti cominciarono ad occuparsi degli effetti sul-lambiente delle attivit economiche in modo sistematico e co-niarono anche un nome per la nuova branca della disciplina:environmental economics ovvero economia dellambiente. Le eco-nomie pi sviluppate (stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone) sierano improvvisamente trovate a fare i conti con una crescitaeconomica che non aveva solo prodotto dei vantaggi ma anchedei danni che si presentavano irrimediabili o costosissimi da ri-parare. Erano gli anni delle emergenze di inquinamento atmo-sferico nelle grandi citt (Londra, Tokyo, New York), gli anni incui rachel carson in Primavera silenziosa (1962) richiam lat-tenzione del mondo sullinquinamento prodotto dallagricol-tura chimica e sui danni che essa provocava ai terreni, alle acquee alla fauna selvatica.

    Dellautrice da ammirare il coraggio con cui descriveva gli ef-fetti sugli ecosistemi e sulla salute umana dei pesticidi e dei disin-festanti: il suo libro diventato il simbolo dellimpegno sociale edambientale. Quando luomo interviene con i pesticidi per proteg-gere le piantagioni e renderle pi produttive, danneggia lambiente,le catene alimentari, gli ecosistemi: uccide la natura e se stesso.

    Kenneth Boulding, nel 1966, in un celeberrimo articolo1 para-gon leconomia del passato a quella del cow-boy che riteneva diavere di fronte una frontiera da spostare continuamente e risorseinfinite, e leconomia del presente a quella dellastronauta che sullanavicella doveva risparmiare ogni risorsa, recuperare e riciclare ilmassimo possibile data la limitatezza delle risorse:

    Sia pure in modo pittoresco chiamer economia del cowboy leco-nomia aperta; il cowboy il simbolo delle pianure sterminate, delcomportamento instancabile, romantico, violento e di rapina che caratteristico delle societ aperte. Leconomia chiusa del futurodovr rassomigliare invece alleconomia dellastronauta: la Terra vaconsiderata una navicella spaziale, nella quale la disponibilit diqualsiasi cosa ha un limite, per quanto riguarda sia la possibilit diuso, sia la capacit di accogliere i rifiuti, e nella quale perci biso-

  • 19iNTRoduzioNe

    gna comportarsi come in un sistema ecologico chiuso capace dirigenerare continuamente i materiali, usando soltanto un apportoesterno di energia.

    sebbene la corrente economista dominante anche dopo il 1970continuasse a sostenere che la crescita economica potesse essere so-stenuta senza limiti (poich uneconomia in crescita non distruggenecessariamente le risorse naturali se leffetto dimpoverimento de-rivante dallesaurimento delle risorse fosse controbilanciato da cam-biamenti tecnici nei processi produttivi quali ad esempio ilriciclaggio) proprio a partire dagli anni settanta che si consoli-dano le teorie economiche ambientali.

    Timothy o riordan e r. Kerry Turner (1983) distinguono, inbase alla loro maggiore o minore radicalit, due macro classi diideologie ambientaliste e quattro tipi di visioni che vanno dal so-stegno a un processo di crescita allinterno del mercato, basatosulla tecnologia e che danneggia lambiente, ad una posizione che a favore di una conservazione e di una crescita controllata dellerisorse, fino a posizioni che rifiutano decisamente la crescita eco-nomica (vedi fig. 1).

    La posizione cornucopiana estrema o dellabbondanza a fa-vore dello sfruttamento delle risorse ed orientata alla crescita intermini di valore materiale, tendendo alla massimizzazione delprodotto Interno Lordo ed ipotizzando che i meccanismi di liberomercato (o che la pianificazione dello stesso), insieme con linno-vazione tecnologica possano assicurare la disponibilit di risorsenel lungo periodo. secondo questa teoria le risorse, una volta esau-rite, possono essere sostituite: tale possibilit di sostituzione lascialibero il mercato e leconomia senza vincoli. Dal punto di vistaeconomico, questa posizione ideologica lascia al libero mercato ilcompito di sostituire le risorse esaurite con altre nuove, senza vin-coli da parte dello stato.

    La posizione accomodante a favore di una gestione razionaledelle risorse e ritiene fondamentale seguire alcune regole di ge-stione delle risorse che rispettino una crescita razionale e quindi so-

  • moBILIT sosTENIBILE20

    stenibile (ad esempio luso di risorse rinnovabili). Questa posi-zione a favore della conservazione delle risorse e di una loro ge-stione razionale. Dal punto di vista economico si prevedelintervento dello stato nella regolazione delle esternalit e per lapreservazione di un capitale complessivo costante nel tempo.

    La posizione comunitarista sostiene la preservazione delle risorsee di un sistema socio-economico sostenibile: la natura non ha unvalore duso e di trasformazione, che quello attribuito dagli uo-mini, ma un valore intrinseco indipendente dalluso che gli uo-mini fanno di essa. Questa posizione dunque a favore dellapreservazione delle risorse tramite vincoli preventivi che permet-tano il mantenimento di uno stato stazionario in cui la crescitaeconomica e quella della popolazione si arrestino ad un tasso dicrescita pari a zero.

    La posizione deep ecology una posizione estremamente preser-vazionista a favore della natura e di un sistema economico che sibasa su un uso minimo delle risorse. I principi del movimentodella deep ecology si sostanziano nellattribuire un valore intrinsecoalla vita umana e non umana sulla Terra indipendentemente dal-lutilit che queste possano avere per gli scopi umani. per preser-vare tali valori il primo cambiamento deve essere ideologico edinteso come apprezzamento della qualit della vita piuttosto checome promozione di un alto tenore di vita. Questa linea di pen-siero ha portato ad auspicare economie steady-state ovvero a cre-scita zero e comunit bio-economiche pi radicali basate suunagricoltura che utilizzasse prodotti organici.

    sul piano etico-ambientale queste posizioni hanno sviluppato unprocesso dialettico tra antropocentrismo (o tecnocentrismo) ed ecocen-trismo (o biocentrismo). si tratta di due posizioni estreme allinternodelle quali si cadenzato il dibattito nel corso degli ultimi trentannie si sono affermate le politiche ambientali. I sostenitori dellantropo-centrismo, ritenendo la natura un magazzino di valore strumentale,dal quale attingere per i propri bisogni di crescita, attribuiscono po-sizione morale solo agli esseri umani e/o a tutti gli esseri viventi co-scienti e ci basta a salvaguardare lintegrit di base dellambiente.

  • m. DE cAsTro 21

    Gli approcci tecnocentrici sono razionalisti: regolazione, gestionee utilizzo razionale sono le modalit che contraddistinguono il rap-portarsi allambiente. Lambiente assimilato ad altri fattori pro-duttivi e come tale trasformabile da parte di un sistema produttivoorientato verso una crescita virtualmente illimitata. Alla base diquesta posizione risiede una fiducia nel progresso tecnologico enella possibilit pressoch infinita di sostituzione di risorse scarse.

    I sostenitori dellecocentrismo attribuiscono valori morali ancheagli esseri viventi diversi dalluomo. Il punto di riferimento per que-ste posizioni rappresentato dalla land ethic di Aldo Leopold(1949)2: lecocentrismo esprime le posizioni pi radicali e utopi-stiche, con una visione conservativa della relazione societ-natura.

    Allinterno delle posizioni ecocentriche particolarmente affasci-nante lipotesi Gaia, formulata da James Lovelock nel 1979, se-condo la quale la vita modifica profondamente lambiente e questamodificazione opera in modo da stabilizzare lambiente. La terra un singolo enorme organismo che crea per se stesso, in modointenzionale, un ambiente ottimale.Gaia3 un sistema superorganismico, che comprende tutti i vi-

    venti della terra e conserva la composizione dellaria e la tempera-tura sulla superficie del pianeta, regolando le condizioni per lacontinuazione della vita.

    Le posizioni tecnocentriche si caratterizzano per un approccioindividualistico, antropocentrico mentre le posizioni ecologica-mente profonde, si caratterizzano per un approccio che preferisce lavisione olistica di una natura sacra e svincolata dalluomo.

    Lungo il continuo che unisce queste originali dicotomie, si sonocollocati altri approcci (lo sviluppo sostenibile, per esempio) inuna progressione che ha visto una sempre pi crescente lintegra-zione dei sistemi economici, ecologici e sociali nelle definizionidello sviluppo.

  • PoSi

    zioN

    iTeC

    NoCe

    NTRi

    CHe

    PoSi

    zioN

    ieCo

    CeNT

    RiCH

    e

    CoRN

    uCoP

    iANA

    eSTR

    eMA

    ACCo

    Mod

    ANTe

    deeP

    eCoL

    ogy

    CoM

    uNiT

    ARiS

    TA

    Sfru

    ttame

    nto de

    lle

    risors

    e

    Mass

    imizz

    azion

    e del

    PiL

    Cresc

    ita ec

    onom

    ica

    illimi

    tata

    Lo St

    ato no

    n dev

    e im

    porre

    vinc

    oli al

    lacre

    scita

    gesti

    one r

    azion

    alede

    lle ri

    sorse

    Merc

    ati co

    ntroll

    atiVa

    lore s

    trume

    ntale

    della

    natur

    a

    Lo St

    ato de

    ve

    interv

    enire

    nella

    regola

    zione

    delle

    estern

    alit

    Vinc

    oli am

    bient

    ali al

    lacre

    scita

    econo

    mica

    Valor

    e int

    rinsec

    o dell

    ana

    tura

    Man

    tenere

    uno s

    tato

    stazio

    nario

    della

    cre

    scita

    econo

    mica

    Sfru

    ttame

    nto m

    inimo

    delle

    riso

    rse am

    bient

    ali

    Anch

    e le s

    pecie

    vive

    nti

    divers

    e dall

    uomo

    hann

    o valo

    re mo

    rale

    SoST

    eNib

    iLiT

    M

    oLTo

    debo

    LeSo

    STeN

    ibiL

    iT

    debo

    LeSo

    STeN

    ibiL

    iT

    FoRT

    eSo

    STeN

    ibiL

    iT

    MoL

    ToFo

    RTe

    CoNS

    uMiS

    Mo

    CoNS

    uMiS

    Mo

    RiCi

    CLAg

    gio

    RiCi

    CLAg

    gio

    Fig. 1 - ideologie ambientaliste

  • 2. LE NUovE TEorIE TrA EcoLoGIA ED EcoNomIA

    Nel corso dei primi anni sessanta cominciarono a evidenziarsi idanni di unindustrializzazione spinta. Lapproccio della prote-zione ambientale nasce come reazione agli effetti negativi sul-lambiente: nascono i primi studi di impatto ambientale pur nellalogica dominante degli interventi a valle e pur continuando a pro-durre come prima aggiungendo, eventualmente, solo un impiantodi depurazione al termine del ciclo produttivo.

    Nei primi anni settanta si assiste allinternazionalizzazione diun dibattito che va progressivamente focalizzandosi intorno altema delle relazioni tra ambiente e sviluppo. Esso sar contrasse-gnato da due grandi conferenze delle Nazioni Unite a stoccolma(1972) e rio (1992) (si veda pi avanti).

    si delinea un approccio di gestione delle risorse che si basasulla ricerca e sullo sviluppo di nuove tecnologie per incrementarela conservazione delle risorse e lefficienza energetica.

    viceversa, lapproccio dei diritti di propriet, promuove unapolitica non interventista di controllo dellinquinamento che trovail suo fondamento teorico nel Teorema di Coase 4 secondo il qualela soluzione pi efficiente, di fronte al danno ambientale, unacontrattazione tra chi inquina e chi viene inquinato, in cui cia-scuno potrebbe compensare laltro in base al possesso o meno didiritti di propriet: se linquinatore a possedere il diritto, allorachi viene inquinato pu risarcirlo affinch non inquini; se invece chi viene inquinato a possedere il diritto, allora linquinatorepu risarcirlo affinch questi sopporti il danno.

    bene ricordare che un diritto di propriet si riferisce alluso diun bene il quale potrebbe essere il diritto di coltivare cereali sullaterra che si possiede.

    I sostenitori del paradigma ecologista, invece, sostengono chelo sviluppo economico pu essere considerato sia un processo diadattamento a un ambiente che cambia continuamente, sia essostesso origine del cambiamento dellambiente. Gli organismi, so-

  • moBILIT sosTENIBILE24

    prattutto gli uomini, non ricevono un ambiente dato e costante,ma cambiano ci che trovano e sono continuamente alla ricerca discelte alternative: gli organismi non sono semplicemente il risul-tato, ma anche le determinanti dellambiente in cui vivono.

    La teoria economica ortodossa non ha previsto il verificarsi dellacrisi ambientale globale: per molto tempo sono stati trascurati icosti sociali e gli effetti negativi e di vasta portata prodotti da spe-cifiche emergenze.

    Il degrado ambientale e la crescente scarsit di risorse hanno evi-denziato che la produzione, la scelta dei fattori produttivi e la loca-lizzazione delle produzioni stesse non avvengono nellambito disistemi chiusi o semichiusi, bens in sistemi aperti. Limplicazionepi immediata che tra il sistema economico e quello ecologico-sociale possano sorgere profonde incompatibilit, tali da consentireuna minaccia per il processo economico e la riproduzione sociale, equindi per il benessere e la sopravvivenza delluomo. Il degrado del-lambiente fisico e sociale e lesaurimento di importanti risorse nonrinnovabili rappresentano una conferma del fatto che il sistema eco-nomico profondamente collegato, sulla base di relazioni di inter-dipendenza, ad altri sistemi, e in questo senso fondamentalmenteun sistema aperto. Le implicazioni di carattere metodologico e co-gnitivo delleconomia come sistema aperto sono di vasta portata:1. La produzione e il consumo danno luogo a processi complessi,

    le cui gravi e individuabili conseguenze negative sullambientefisico e sociale hanno inevitabilmente un impatto sulla distri-buzione del benessere. Tali interdipendenze implicano un tra-sferimento forzato di costi sociali non sostenuti cherappresentano una redistribuzione a sfavore dei soggetti econo-micamente pi deboli della societ e delle generazioni future.

    2. Gli individui e i gruppi che nellambito di un determinato or-dinamento istituzionale hanno subito gli effetti negativi, sia intermini economici sia di salute, sono vittime di un processoproduttivo che non controllano e nei confronti del quale essinon hanno adeguata protezione.

  • m. DE cAsTro 25

    rivedere il modello economico in termini aperti e non pichiusi, apre la strada a considerazioni di sostenibilit del sistemaeconomico che significa rendere questultimo orientato al miglio-ramento della qualit della vita per comprendere in essa lutilitprocurata dal reddito reale (in termini puramente economici) maanche la cultura, lo stato di salute e il benessere spirituale.

    3. vErso UNo svILUppo sosTENIBILE

    Il concetto di sviluppo sostenibile sintetizza un problema di grandecomplessit, ovvero come rendere compatibili le esigenze delleco-nomia con le ragioni dellambiente, a livello planetario. Le rifles-sioni intorno a questo nodo sono scaturite dalla consapevolezza,emersa nel corso degli anni settanta, di una sostanziale contraddi-zione tra la crescita continua del prodotto lordo materiale dei di-versi paesi e la limitatezza delle risorse, e della capacit dellambientedi assorbire i rifiuti e le emissioni inquinanti. Il punto di partenzadella presa datto della nuova situazione si pu simbolicamente farrisalire alla famosa pubblicazione a cura del club di roma intito-lata The limits of Growth.5

    Il rapporto dimostrava scientificamente al mondo lesistenza dellimite dovuto alla presenza di riserve petrolifere in quantit fissa enon incrementabile. Fu pubblicato nel periodo in cui scoppiava laprima grande crisi mondiale del petrolio: si accentuarono pertantoi toni e le paure del futuro energetico. Lenergia divenne il princi-pale problema nazionale di ogni stato nel mondo, un problema checoinvolse cittadini, imprese e governi allo stesso modo. Le previ-sioni catastrofiche del club di roma, per non si avverarono (ilrapporto prevedeva lesaurimento di gran parte delle riserve di pe-trolio entro il 2000 trascurando di prefigurare lipotesi di nuovescoperte). La crescita del prezzo del petrolio negli anni settantaspinse i governi e le imprese a investire su riserve marginali o nonconvenzionali, i cui costi di estrazione erano elevati rispetto alle

  • moBILIT sosTENIBILE26

    tradizionali riserve di petrolio. Nello stesso tempo si diffuse linte-resse verso le fonti energetiche rinnovabili. Lo studio ha avuto ilmerito di aver introdotto il concetto di limite nello sviluppo eco-nomico e luso delle fonti energetiche alternative a quelle fossili edi aver posto laccento sui grandi tassi di crescita demografici rile-vati nel corso del Novecento. soltanto lo sviluppo sostenibile e ri-spettoso dei limiti avrebbe potuto garantire una crescita costantesenza rischi di esaurimento delle risorse.

    sintomatico che dal titolo originario The Limits of Growth iltermine Growth fosse stato tradotto con sviluppo piuttostoche con crescita. sembrava, insomma, che i tempi fossero maturiper passare da una visione fondata sullidentit crescita = sviluppo,ad una che riconoscesse lautonomia dei due concetti. Dal club diroma in poi si sviluppato un importante campo di ricerca scien-tifica, economica e di indirizzo delle politiche per uno svilupposostenibile. Dallidea dei limiti dello sviluppo e dai fallimenti dellaindustrializzazione sorto un secondo movimento di studi e diopinione guidato da economisti e sociologi come laustriaco IvanIllich, il francese serge Latouche, i tedeschi Ernst F. schumachere Wolfgang sachs, meglio noti anche come antisviluppisti.Infatti, questo movimento ha assunto una posizione pi radicaledella precedente, fino a sostenere la necessit di abbandonare lideadello sviluppo con il riconoscimento dellesistenza di limiti natu-rali allo sviluppo globale, considerato errato cercare di aumentareil ritmo di crescita dei paesi poveri: necessario, piuttosto, rallen-tare quello dei paesi ricchi.

    Una definizione sufficientemente chiara e soprattutto operativadi che cosa sia e di come si debba perseguire uno sviluppo soste-nibile richiede, quindi, che si faccia chiarezza sulle due grandezzeben note nella teoria economica: crescita e sviluppo.

    La crescita, nella sua accezione economica, laumento pura-mente quantitativo di beni e servizi prodotti dal sistema econo-mico in un dato periodo. La crescita economica un concettoriferito alla capacit di un sistema economico di incrementare ladisponibilit di beni e servizi atti a soddisfare il fabbisogno di una

  • m. DE cAsTro 27

    data popolazione. si suppone che la disponibilit di beni e servizidebba aumentare nel tempo, perch tendenzialmente cresce la po-polazione e con essa la domanda di beni. La crescita economica lindicatore economico maggiormente utilizzato dagli economisti,dai governi e dalle organizzazioni economiche internazionali. Lacrescita economica spesso associata al benessere della popolazione.La misura della crescita economica pi semplice e pi utilizzata il prodotto interno lordo (pIL), che misura il valore totale dei benie servizi prodotti in un anno. Il livello del pIL annuale in un si-stema economico dipende fondamentalmente dalla sua dotazionedi risorse economiche o fattori produttivi: lambiente (i fattori di-sponibili in natura), il capitale fisico (i fattori a loro volta prodotti)e il capitale umano (il numero di individui disponibili al lavoronelle specifiche condizioni sociali e legali). La relazione che esiste trail livello delle risorse economiche e il livello del pIL la produtti-vit, che pu essere misurata per ciascun fattore produttivo o pertutti i fattori insieme. Di conseguenza, i sistemi economici pos-sono produrre un pIL quasi elevato non solo in dipendenza dellaquantit delle risorse economiche, ma anche in dipendenza dellaloro produttivit che, in senso lato, dipende dallo loro qualit.

    con il termine sviluppo sintende linsieme delle modifichenella struttura economica, sociale, istituzionale e politica, che sononecessarie per realizzare la transizione da uneconomia agricola pre-capitalista ad una capitalista industriale. Le modifiche non sonoquindi solo di tipo quantitativo (crescita del prodotto Lordo), maanche di tipo qualitativo e vanno dalla progressiva perdita di pesodel settore agricolo e dallaumento delle attivit industriali, allanascita di una borghesia imprenditoriale, alladattamento del si-stema scolastico e dellapparato statale, alla riforma delle istitu-zioni politiche. In un certo senso si pu dire che lo sviluppo linsieme delle trasformazioni che tendono ad omologare lecono-mia e la societ di un paese arretrato (che infatti si dice sottosvi-luppato) al resto del mondo sviluppato. con il termine crescita siintende invece lincremento, misurato su base annua, del prodottointerno lordo pIL, di un paese che ha gi realizzato la transizione

  • moBILIT sosTENIBILE28

    verso uneconomia industriale, ovvero la crescita dei principali ag-gregati macroeconomici. mentre la crescita, quindi, dovrebbeavere essenzialmente caratteristiche quantitative, lo sviluppo do-vrebbe averne anche di qualitative.

    Il concetto di sviluppo senzaltro uno dei pi ambigui e sfu-mati di tutto il campo delle scienze sociali, con una storia ed unaetimologia complessa. In biologia il termine descrive un processoattraverso il quale sono rilasciate le potenzialit di un soggetto odi un organismo, fino al pieno raggiungimento della sua formanaturale e completa. Il trasferimento dalla sfera biologica a quelladelle scienze sociali avviene alla fine del settecento e, come rilevaHettne Bjrn nel 1986, la sempre maggiore identificazione dellacrescita col progresso rappresent una novit nel pensiero occi-dentale. per alcuni, lidea di sviluppo deve collegarsi ad una stra-tegia dei bisogni fondamentali. La teoria dei basic needs suggerivaad ogni paese di garantire uno standard minimo ai gruppi pi po-veri della popolazione. Questo standard doveva coprire, attraversoun reddito minimo, i bisogni primari di una famiglia per quantoriguarda cibo, abitazione, vestiario, ma anche servizi essenzialiquali la disponibilit di acqua potabile, ligiene pubblica, i tra-sporti, le cure mediche, listruzione, oltre che un impegno ade-guatamente remunerato per chiunque voglia lavorare. La teoriadei basic needs stata poi riveduta e riformulata a met degli anniottanta da parte di due economisti dello sviluppo, paul streetene Francis stewart, i quali richiamarono lattenzione sulla necessitdi attuare politiche di lotta alla povert basate sul trasferimento dibeni e servizi, soprattutto nel campo della sanit e della scuola,oltre che sul reddito. Lobiettivo pi generale quello di garantireil raggiungimento di uno stato di vita piena per tutti e non sol-tanto il raggiungimento di una data soglia di reddito. Questa vi-sione dello sviluppo sposta lattenzione dagli indicatori economici(pIL) riferiti ad unintera collettivit, alla singola condizione indi-viduale: lintento quello di sfuggire il rischio che dietro a valoricomplessivi o medi si nascondano profonde diseguaglianze.Inoltre, mentre le teorie tradizionali della crescita ponevano lin-

  • m. DE cAsTro 29

    nalzamento delle condizioni sociali e il soddisfacimento dei biso-gni fondamentali degli individui a valle del processo di crescita, lateoria dei basic needs ribalta completamente la prospettiva: at-traverso il soddisfacimento dei bisogni umani che si pu pensaredi favorire la crescita economica.

    oggi il concetto di sviluppo generalmente accettato quello disviluppo umano, concetto che, se non esclude del tutto lo sviluppoeconomico, non si riduce per a questunico aspetto. Infatti, lap-proccio allo sviluppo umano trova il suo fondamento nella con-vinzione che debbano essere ampliate le opportunit a disposizionedei singoli individui che appartengono ai paesi pi poveri, attra-verso la formazione ed il potenziamento delle capacit umane.ogni individuo deve essere messo nella condizione di condurre unavita sana, di acquisire competenze e di accedere alle risorse neces-sarie per condurre una vita degna e per contribuire allo sviluppo delsuo paese. Nel 1990 le Nazioni Unite hanno ufficializzato questonuovo approccio ai problemi dello sviluppo che abbandona la vi-sione puramente economica dellaumento del reddito pro-capite, econferma la necessit della misurazione di variabili quali istruzione,sanit, diritti civili e politici. riecheggiando in particolare la teo-ria degli entitlements delleconomista indiano Amartya sen se-condo la quale lo sviluppo desiderabile quello che consente aciascuno leffettiva acquisizione delle risorse determinata, oltre chedal reddito, dallesistenza di meccanismi istituzionali e politici ido-nei il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo pubblica ilprimo Rapporto sullo sviluppo umano. LIndice di sviluppo Umano(IsU) istituzionalizza un nuovo modo di misurare lo sviluppo, in-teso come processo di ampliamento delle possibilit di scelta dellagente. sono aggregati in un indice ponderato i seguenti indicatori:1. speranza di vita alla nascita (che esprime anche il grado di or-

    ganizzazione sanitaria);2. livello di istruzione (misurato dal tasso di alfabetizzazione degli

    adulti e dal numero medio di anni di scuola frequentati);3. standard di vita rappresentato dal pIL reale (convertito in ter-

    mini di parit di potere dacquisto e in dollari internazionali).

  • moBILIT sosTENIBILE30

    Lindice, pi adatto del pIL pro capite, pu misurare il progressosocioeconomico di un paese, in quanto tiene conto non solo delreddito, ma anche in parte della qualit della vita, misurando lo svi-luppo e i progressi raggiunti da una popolazione nel suo complesso.

    4. crEscITA E svILUppo: UNA DIsTINzIoNE

    mentre il concetto di sviluppo comporta delle trasformazionianche qualitative, quello di crescita sostanzialmente un concettodi tipo quantitativo. Nei primi anni del dopoguerra lo sviluppo inteso soprattutto come crescita economica. Bisogna aspettare allafine della prima decade dello sviluppo (anni sessanta-settanta) perassistere ad una drastica caduta nellottimismo verso la crescitaeconomica a causa degli insuccessi nelle politiche di sviluppo e deisempre pi evidenti costi sociali della stessa.

    Nel corso degli anni settanta appaiono le riflessioni pi indica-tive su uno sviluppo alternativo che si evolve lungo unefficace sin-tesi nella dicotomia sviluppo dallalto top down versus sviluppodal basso bottom up, uno sviluppo che, pur non prescindendo dalcriterio di efficienza economica, punta lattenzione sulla necessitdi una massima valorizzazione delle risorse locali e sullattivazionee sul controllo locale dei meccanismi endogeni dello sviluppo.

    5. Lo svILUppo sosTENIBILE: DALLA coNFErENzA DI sToccoLmA ALsUmmIT DI rIo

    Nel 1972 la conferenza di stoccolma, per la prima volta, avevaconsiderato in maniera critica il rapporto tra crescita ed ecosistemain considerazione dellirreversibile sfruttamento delle risorse nonrinnovabili. A scala mondiale la Dichiarazione conseguente sancivache la tutela dellambiente dovesse diventare parte integrante di

  • m. DE cAsTro 31

    uno sviluppo compatibile con le esigenze di protezione delle ri-sorse. La consapevolezza di voler operare verso una gestione eco-compatibile del territorio ha preso maggior vigore, a livellointernazionale, nel corso degli Anni ottanta e per la prima volta nel 1987 stato definito dalla Commissione Brundtland, nel-lambito del rapporto Our Common Future, il concetto di svilupposostenibile che garantisce i bisogni delle generazioni attuali senzacompromettere la possibilit che le generazioni future riescano asoddisfare i propri. Il concetto informatore di questo modello disviluppo la capacit di assicurare la sopravvivenza delle genera-zioni presenti senza mettere a rischio quella delle generazioni fu-ture per il raggiungimento di una migliore qualit della vita, unosviluppo equo, unequa accessibilit alle risorse ed il consegui-mento di un livello ambientale non dannoso per luomo e per lealtre specie viventi. La conferenza delle Nazioni Unite di rio deJaneiro, nel 1992, sancisce 27 principi che confermano le caratte-ristiche dello sviluppo sostenibile come concetto integrato recla-mando la necessit di coniugare le tre dimensioni fondamentali einscindibili: Ambiente, Economia e societ.

    Il progresso tecnologico sostenibile si pone allora come stru-mento per raggiungere lobiettivo di un uso oculato delle risorsenaturali diminuendo il consumo di quelle non rinnovabili, dellalimitazione dei rifiuti prodotti e della sostituzione del capitale na-turale (territorio, risorse materiali, specie viventi) con capitale co-struito (risorse naturali trasformate). La conferenza di rio, rispettoa quella di stoccolma, rappresenta un elemento di continuit e dirottura poich prende atto dei risultati ottenuti quali: mitigazionedegli inquinamenti, di produzione di normativa, distituzionaliz-zazione della questione ambientale, di spesa pubblica per lam-biente, di sensibilit popolare, ma evidenzia anche che non sonosufficienti. necessaria unazione pi decisiva. Di conseguenza perunefficace tutela dellambiente, condizione necessaria della soste-nibilit, non sufficiente considerare solo il tradizionale approcciosettoriale e di emergenza, ma necessaria una politica preventivache incida sulle cause e che comporti la necessit di politiche eco-

  • moBILIT sosTENIBILE32

    nomiche e sociali che determinino le trasformazioni dellambiente,e quindi la necessit di riforme strutturali che diano alla questioneambientale un posto centrale nelle azioni di governo.

    La Dichiarazione di rio sullAmbiente e lo sviluppo ha ap-provato quattro documenti:1. convenzione per la conservazione della biodiversit 2. convenzione sul clima 3. Dichiarazione autorevole di principi, giuridicamente non vin-

    colante, per un consenso globale sulla gestione, conservazionee sviluppo delle foreste

    4. Agenda 21

    Sostenibilit globale e locale: Agenda 21

    Agenda 21 il programma di azioni indicato dalla conferenzadi rio che definisce attivit da intraprendere, soggetti da coin-volgere e mezzi da utilizzare in relazione alle tre dimensionidello sviluppo sostenibile (Ambiente, Economia, societ), po-nendosi come processo complesso data la diversa natura deiproblemi affrontati e i riferimenti alle diverse scale di governodegli interventi.

    I problemi ambientali si attestano, infatti, sia su di una dimen-sione globale, nellambito della quale si manifestano effetti di por-tata planetaria, sia su di una dimensione locale caratterizzata dafenomeni specifici, legati allo stato dellambiente e ad attivit chesul medesimo territorio hanno sede.

    Entro questo scenario hanno preso a mano a mano rilevanzatemi come la pianificazione strategica integrata, la concertazione,la programmazione negoziata, la partecipazione della comunit aiprocessi decisionali, la ricerca e la sperimentazione di strumentioperativi adeguati, alla cui soluzione si stanno impegnando da al-cuni decenni e con prevedibili difficolt, le comunit internazio-nali e nazionali, ai diversi livelli.

  • EDIZIONI ALTRAVISTA

    Copyright Edizioni Altravista via Dante Alighieri, 1527053 - Lungavilla (PV) tel. 0383 364 859 fax 0383 377 926 www.edizionialtravista.com

    Visita il nostro sito webwww.edizionialtravista.com

    capitoli