Lucia De Ponti Mariagrazia Capello Bergamo, 16 aprile 2007.

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Lucia De Ponti Mariagrazia Capello Bergamo, 16 aprile 2007

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Lucia De Ponti

Mariagrazia Capello

Bergamo, 16 aprile 2007

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Stefano di StasioS. Maria della PaceTerni

Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell'oceano. Ma se questa goccia non ci fosse, all'oceano mancherebbe.

M.Teresa di Calcutta

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La rete d’offerta “formale”per la Cronicità

• RSA 5139 p.l.• CDI 421• CDD 425 (in attesa +10)• RSD 281 (in attesa +13)• IDR 405 p.l. (244 disabili psichici)

• VSS 4217• prestazioni saltuarie 4573

Totale: 15.461 “persone in carico”a vario titolo

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La domanda e le risposte

• 225.275 pazienti cronici

• 15.461 con “presa in carico” formale, pari al 6,86%

209.814 = 93,14%

hanno protezione “familiare”o “informale”

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La famiglia e le cure a casa

• Lo studio si è svolto dall’1 al 20 settembre 2006 • Ha coinvolto 281 pazienti e il loro care givers reclutati tra nuovi

pazienti e pazienti già in carico da tempo con le Cure Domiciliari• Il campione è omogeneo tra popolazione già in ADI (55,2%) e

nuova presa in carico (43,4%) (1,4 n.r.)• Ha utilizzato la “Caregiver Burden Inventory” (CBI) come scala

di valutazione dello stress

• Ha rilevato alcuni indicatori relativi al care giver: età, sesso, posizione lavorativa e luogo di cura entro cui si offre assistenza.

• Ha rilevato alcuni indicatori relativi al paziente: età, sesso, patologia prevalente e situazione relativa alle cure domiciliari

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Lo studio era orientato a verificare se le cure domiciliari “attenuavano” il livello di stress del care giver: i risultati sono stati inaspettati….

Il razionale

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Il metodo: interviste con CBI(Caregiver Burden Inventory)

• È uno strumento in grado di analizzare l’aspetto multidimensionale, elaborato per chi presta cura ed assistenza di pazienti affetti da malattia di Alzheimer e da altre patologie croniche degenerative .

• La CBI è costituita da 24 domande raggruppate in cinque differenti dimensioni

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Carico Oggettivo: comprensivo di items (1-5), evidenzia che il burden dipende dal tempo richiesto dall’assistenza e descrive il carico associato alla limitatezza di tempo del caregiver.

Carico Evolutivo: comprensivo di items (6-10) orientati a mettere in evidenza le sensazioni di perdita delle opportunità rispetto ai propri coetanei e rispetto alle aspettative di vita a causa degli impegni assistenziali.

Carico Fisico: comprensivo di items (11-14) che descrivono le sensazioni di fatica cronica e i possibili problemi di salute di natura somatica.

Carico Sociale: comprensivo di items (15-19) volti a evocare i sentimenti del caregiver riguardo alle relazioni con gli altri membri della famiglia e la presenza di eventuali conflitti.

Carico Emotivo: comprensivo di items (20-24) riguardanti le eventuali sensazioni negative del care-giver verso il familiare assistito.

Le cinque dimensioni

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I risultati: il Care giver

• È prevalentemente donna (73%), ma non solo (22,8% maschi); (4,2 n.r.)*

• È prevalentemente a casa (casalinghe o pensionate 72%), ma non solo (27,4% lavorano); (0.6 n.r.)*

• Assiste persone conviventi (61,9%), ma non solo (30,6%); (7.5 n.r.)*

• Il picco più consistente si riscontra nella fascia di età tra 56-65 anni

• Significativa la % di care givers over 75: 9,6%

*dato non rilevato

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I risultati: il paziente

• Sono in leggera prevalenza donne (53,4%), • Il 67,7% >75 anni, • Il 15,7% delle donne ha più di 90 anni, • 31,0 % pz. oncologici, • 23.6% patologie neurologiche• 22,8% altro• 17,4% demenze• 5.2% n.r.

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I risultati: le patologie

Malattie neurologiche 23,6%:• Coma anossico• Distrofia muscolare• Esiti di ictus• Esiti di trauma cranico• Para-tetra paresi• Paraplegia• Parkinson• Sclerosi multipla• Sclerosi Laterale Amiotrofica

Malattie oncologiche 31%:

•Tutti i tumori

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I risultati: le patologie

Altro 22,8%:•Anemia•Vasculopatia•Patologia arti•Bronco-pneumopatia•IRC•Miocardiopatia•Diabete•Epatopatia

Demenze 17,4%:

•Alzheimer

•Demenza vascolare

•Demenza senile

•Altre demenze

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Il “valore soglia” per ogni dimensione corrisponde ad un punteggio di 2,5

(Novak M e Guest C “ Application of a multidimensional Caregiver Burden Inventory” Gerontologist 1989; 798-803)

Analisi del risultato

•L’analisi è stata effettuata analizzando singolarmente le cinque dimensioni che compongono il questionario

•Il valore di stress è stato calcolato sul numero di care-givers che hanno risposto a tutte le domande di ogni singola dimensione.

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0

10

20

30

40

50

60

70

Nuova ADI già in ADI

tot CBI

val. soglia

CBI totale: i care givers dei soggetti già in ADI hanno punteggio più elevato, anche se ancora non oltre soglia …

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0

10

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30

40

50

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70

altro demenze neurologica onco

tot CBI

val.soglia

CBI totale: i care givers dei soggetti con patologie croniche ad evoluzione lenta hanno punteggio più elevato, anche se ancora non oltre soglia …

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0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

3,5

caricooggettivo

caricoevolutivo

carico fisico carico sociale carico emotivo

punteggggio medio soglia

Analizzando i cinque profili si osserva che la soglia è superata per il “carico oggettivo”; questo item è correlato al tempo richiesto dall’assistenza e descrive il carico associato alla limitatezza di tempo del caregiver.

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Valori medi del carico suddivisi per sesso del care giver

00,5

11,5

22,5

33,5

caricooggettivo

caricoevolutivo

caricofisico

caricosociale

caricoemotivo

femmine

maschi

valore soglia

Il carico è lievemente influenzato dal sesso del care giver: le donne accusano maggiore peso (sono più sincere? Hanno più compiti da svolgere?)

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Carico e patologie: appare evidente come le patologie croniche a evoluzione lenta rappresentino il maggiore fattore di rischio per il care giver; da osservare che anche il carico evolutivo e quello fisico superano il valore 2.

0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

3,5

4

caricooggettivo

caricoevolutivo

caricofisico

caricosociale

caricoemotivo

altro

demenze

neurologiche

oncologiche

valore soglia

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Conclusioni

Editoriale del 05-04-2007 su GRG News

…le comunità –e quindi soprattutto gli enti locali- dovrebbero capire che le famiglie di non autosufficienti hanno bisogno di continuo supporto psicologico e pratico. E’ utilissimo qualsiasi intervento che permette il diffondersi di realtà volontaristiche in grado di offrire supporti organizzati a chi deve prestare un’assistenza di “36 ore”. Non è pensabile offrire supporto a tutti con il solo impegno dei servizi pubblici, se la comunità è sorda e cieca di fronte ai bisogni delle persone più deboli.

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Conclusioni

Il mondo della ricerca, della cultura e della formazione dovrebbe capire che lo “sporcarsi le mani” per trovare soluzioni ai problemi dell’assistenza alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie è un’impresa nobilissima sia sul piano umano che su quello intellettuale.

Ma quando avverrà questo salto di prospettiva?

Marco Trabucchi

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Servizio Programmazione e Controllo

Cure Domiciliari

grazie