Misura per misura La musica è infinita Produzioni speciali ......2015/04/16  · ottobre 2010|...

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Misura per misura saggio di Gustavo Zagrebelsky Misura per misura Marco Sciaccaluga Omaggio a Sanguineti La musica è infinita Gad Lerner e gli altri Pirandello al Duse La musica è infinita conversazione con Gian Piero Alloisio Produzioni speciali Drammaturgia contemporanea per due mesi al Duse Girotondo Esercitazione al Duse Hellzapoppin Luigi Squarzina Addio a un Maestro Spettacoli ospiti 2 3 4 5 6 7 8 ANNO XI | NUMERO 31 | OTTOBRE 2010 | GENNAIO 2011 Tariffa R.O.C.: Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1 comma 1, DCB Genova ALLA CORTE, EROS PAGNI DUCA DI VIENNA E FRATE CON BINDI «LA MUSICA È INFINITA» Eros Pagni con Alice Arcuri in una scena di Misura per misura (foto di Marcello Norberth) Uno sguardo sempre attento alla tradizione ma attratto anche dalla contemporaneità, per offrire al pub- blico spettacoli che possano sod- disfare tutte le curiosità culturali. È lo sguardo che ha guidato la com- posizione del puzzle della stagione 2010 - 2011 del Teatro Stabile di Genova, “raccontata” dal direttore Carlo Repetti, che sceglie di pre- sentarla partendo dallo slogan di quest’anno: «Costa poco, è per tutti, è vita». Quel “costa poco” indica uno degli obiettivi fondamentali del nostro lavoro: quello di offrire al pubblico spettacoli accessibili a tutte le tasche. È un impegno che abbia- mo mantenuto e continuiamo a mantenere, visto che i nostri prez- zi, caso credo unico, sono ormai bloccati da 11 anni. Ce lo possiamo permettere perché la risposta del pubblico è cresciuta: l’anno scorso c’è stato un aumento di presenze del 7 per cento e questo è un segna- le molto importante. Se in un momento di crisi la gente sceglie di passare parte del suo tempo libero a teatro, vuol dire che il teatro può essere ancora davvero una piazza coperta, un luogo d’incontro e di scambi vitali fra le persone. Come avete scelto gli spettacoli di questa stagione? Noi cerchiamo, come sempre, di proporre un cartellone il più pos- sibile ampio e diversificato, per tutti, scegliendo il meglio del pas- sato, ma guardando anche al pre- sente e al futuro. Anche in questa stagione ci sono, quindi, grandi classici e testi contemporanei, grandi attori ma anche tanti emergenti, a cominciare dal no- stro gruppo. Proprio con questa filosofia abbiamo di fatto rico- struito una compagnia stabile che conta ormai 20-30 attori, che han- no con noi un rapporto continua- tivo. E, poi, naturalmente, anche in questa stagione ci sono le star Mariangela Melato ed Eros Pagni. L’ultima affermazione del vostro slogan, “è vita”, sembra una sorta di ambizioso manifesto. Noi pensiamo che, nei momenti di crisi, ci sia un grande bisogno di capire dove stiamo andando, come va la nostra vita e come andrà quella dei nostri giovani. E il teatro è uno strumento impor- tante, perché, attraverso la “lettu- ra” di altre vite che ci hanno pre- ceduto o che ci accompagnano, ci aiuta a capire quello che accade intorno a noi. (continua a pagina 4) Giovedì 18 novembre (ore 20,30) debutta in prima nazionale alla Corte La musica è infinita: spet- tacolo di teatro-canzone scritto da Gian Piero Alloisio e de- dicato all’opera inedita di Um- berto Bindi. Prodotto dallo Sta- bile di Genova, in collaborazione con la Regione Liguria, La musi- ca è infinita è interpretato da Giuseppe Cederna, nel ruolo del Professore, con lo stesso Alloisio (il Cantautore), Maria Pierantoni Giua (la Cantante), Mario Arcari (il Polistrumentista), Barbara Bo- sio (la Violinista) e Dino Stellini (il Pianista). Regia di Andrea Li- berovici, scene di Guido Fiorato e luci di Sandro Sussi. Repliche fino a domenica 21 novembre. Con questo spettacolo, lo Stabile e la Regione rendono omaggio a Bindi, attraverso alcune sue can- zoni inedite, che confermano il valore di un artista che ha conse- gnato alla storia della canzone brani celebri quali Arrivederci, Il nostro concerto e l’internazionale You’r My World. All’origine dello spettacolo c’è la decisione degli eredi di Bindi (Massimo Artesi e Marisa Bindi) di affidare alla Regione Liguria la grande quan- tità di nastri, musicassette, spar- titi, copioni, pagine di diario, fotografie rimasti in casa del compositore: tantissime canzoni mai pubblicate, alcune con il La stagione di produzione dello Stabile di Genova si apre venerdì 15 ottobre alla Corte (ore 20.30) con la messa in scena di una com- media di William Shakespeare che parla di potere e di giustizia, di sesso e di corruzione, raccontando in modo divertente e coinvolgente la “naturale” follia degli esseri umani. Ricca di personaggi dalla forte e autonoma consistenza tea- trale e di colpi di scena dagli esiti sorprendenti, Misura per misura è una “dark comedy” che si svolge in una Vienna immaginaria, dove nulla è davvero quello che sembra, nulla sembra quello che è. I temi classicamente scespiriani dell’in- certezza e dell’ambiguità, della continua metamorfosi cui ogni realtà soggiace, e quello dell’asso- luta inconsistenza di ciò che defi- niamo realtà, dominano qui tutti gli avvenimenti, che trascorrono dalla reggia alla prigione, dal con- vento al luogo in cui si esercita la giustizia. Misura per misura, che resta in scena fino a domenica 7 novembre, si avvale della regia di Marco Sciaccaluga e ha come pro- tagonista Eros Pagni, nel ruolo del Duca di Vienna. Al suo fianco sono gli attori della Compagnia Stabile: Gianluca Gobbi (nel ruolo di An- gelo), Antonio Zavatteri (Escalo), Aldo Ottobrino (Claudio), Roberto Dal 9 novembre al 23 dicembre, lo Stabile mette in scena sul palcoscenico del Duse cinque spettacoli di Drammaturgia Con- temporanea, selezionati tra i cin- quanta che, tra il 1996 e il 2010, sono stati rappresentati in forma di “mises en espace” nell’ambito della Rassegna ideata da Carlo Repetti. Prodotte in forma parti- colare, sul palcoscenico pratica- mente vuoto, anche allo scopo di verificarne la tenuta con il pub- blico e per sperimentare nuovi registi e nuovi interpreti, alcune di queste “misessono già diven- tate dei veri proprio spettacoli in cartellone ma, per qualità del testo, della messa in scena e della prova attoriale, numerose altre avrebbero meritato la stes- sa sorte. È nata così l’idea di pro- porre per due mesi al Duse una selezione di cinque spettacoli Compagnia Stabile e il lavoro svolto sui suoi palcoscenici più grandi. Gli spettacoli proposti sono, nell’ordine, Controtempo di Christian Simeon (regia di Marco Sciaccaluga), Il ragazzo dell’ultimo banco di Juan Mayorga (regia di Alberto Giusta), Un posto lumi- noso chiamato giorno di Tony Kushner (regia di Massimo Me- sciulam), Ingannati da Ghassan Kanafani (regia di Nicola Pan- nelli), La guerra di Klamm di Kai Hensel e Il buio di giorno di Henning Mankell (entrambi con la regia di Filippo Dini). Prezzi speciali (7 se adulti e 4 se giovani sino ai 26 anni) per tutti gli Abbonati che scelgono di vedere – con un tagliando del- l’abbonamento – almeno uno di questi “5 spettacoli”: per i non abbonati, sconto del 30% sul prezzo del biglietto singolo. (essendo uno composto da due atti unici, i testi diventano sei) per far conoscere a tutto il pub- blico questa parte del lavoro di produzione dello Stabile, che in essa rispecchia il proprio costan- te interesse per la nuova dram- maturgia e individua una stimo- lante cinghia di trasmissione tra la parte più giovane della Luigi addio Cinque ‘‘ produzioni speciali ’’ per raccontare il presente testo di grandi autori, altre con la sola linea melodica, da completa- re. Un patrimonio che Alloisio, in- caricato dalla Regione di salvarlo, ha tradotto in un testo teatrale che, tramite il coinvolgimento del- lo Stabile, è diventato uno spetta- colo. La musica è infinita è un viaggio nella difficile vita dell’arti- sta (1932 - 2002) per cui è stata inventata la parola “cantautore”. Ad accompagnare lo spettatore lungo questo percorso biografico è il Professore, il quale scopre in alcune vecchie valigie il tesoro dell’eredità di Bindi, che torna co- sì a vivere attraverso l’intervento degli altri personaggi, proponen- do sul palcoscenico della Corte quindici sue canzoni inedite, ac- compagnate dalle parole di Gian Piero Alloisio, Giorgio Calabrese, Bruno Lauzi, Maurizio Maggiani, Mogol, Gino Paoli e altri ancora. La notizia della morte di Luigi Squarzina, avvenuta l’8 ottobre scorso, è giunta quando questo giornale stava andando in stampa. Il Teatro Stabile di Genova ha voluto comunque tributare almeno un ricordo (vedi pagina 8) al regista che dal 1962 al 1976 ne era stato condiretto- re, al fianco di Ivo Chiesa, contribuendo con i suoi spettacoli a fare di questo Teatro uno dei maggiori centri di pro- duzione nazionale e internazionale. Squarzina era nato a Livorno nel 1922. Serpi (Lucio), Roberto Alinghieri (il Bargello), Nicola Pannelli (Pompeo), Fabrizio Careddu (Fra’ Tommaso, Gomito, Bernardino), Marco Avogadro (il Gentiluomo, Schiuma, Fra’ Pietro), Massimo Cagnina (Madama Sfondata, il Cancelliere, il Boia), Alice Arcu- ri (Isabella), Antonietta Bello (Ma- riana, Suor Francesca) e Irene Villa (Giulietta). Le scene sono di Jean- Marc Stehlé e Catherine Rankl, la quale firma anche i costumi. Musiche a cura di Andrea Nicolini e luci di Sandro Sussi. Versione italiana di Alessandro Serpieri. «Misura per misura» di William Shakespeare inaugura la stagione di produzione del Teatro Stabile di Genova IL CAOS MISURA DELL’UOMO

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  • Misura per misurasaggio di Gustavo Zagrebelsky

    Misura per misuraMarco SciaccalugaOmaggio a Sanguineti

    La musica è infinitaGad Lerner e gli altriPirandello al Duse

    La musica è infinita conversazione conGian Piero Alloisio

    Produzioni specialiDrammaturgia contemporaneaper due mesi al Duse

    Girotondo Esercitazione al DuseHellzapoppin

    Luigi SquarzinaAddio a un MaestroSpettacoli ospiti

    2 3 4 5 6 7 8

    A N N O X I | N U M E R O 31 | OT TO B R E 2 0 10 | G E N N A I O 2 0 11

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    ALLA CORTE, EROS PAGNI DUCA DI VIENNA E FRATE CON BINDI «LA MUSICA È INFINITA»

    E r o s P a g n i c o n A l i c e A r c u r i i n u n a s c e n a d i M i s u r a p e r m i s u r a ( f o t o d i M a r c e l l o N o r b e r t h )

    Uno sguardo sempre attento allatradizione ma attratto anche dallacontemporaneità, per offrire al pub-blico spettacoli che possano sod-disfare tutte le curiosità culturali.È lo sguardo che ha guidato la com-posizione del puzzle della stagione2010 - 2011 del Teatro Stabile diGenova, “raccontata” dal direttoreCarlo Repetti, che sceglie di pre-sentarla partendo dallo slogan diquest’anno: «Costa poco, è pertutti, è vita».Quel “costa poco” indica uno degliobiettivi fondamentali del nostrolavoro: quello di offrire al pubblicospettacoli accessibili a tutte letasche. È un impegno che abbia-mo mantenuto e continuiamo amantenere, visto che i nostri prez-zi, caso credo unico, sono ormaibloccati da 11 anni. Ce lo possiamopermettere perché la risposta delpubblico è cresciuta: l’anno scorsoc’è stato un aumento di presenzedel 7 per cento e questo è un segna-le molto importante. Se in unmomento di crisi la gente sceglie dipassare parte del suo tempo liberoa teatro, vuol dire che il teatro puòessere ancora davvero una piazzacoperta, un luogo d’incontro e discambi vitali fra le persone.Come avete scelto gli spettacoli diquesta stagione?Noi cerchiamo, come sempre, diproporre un cartellone il più pos-sibile ampio e diversificato, pertutti, scegliendo il meglio del pas-sato, ma guardando anche al pre-sente e al futuro. Anche in questastagione ci sono, quindi, grandiclassici e testi contemporanei,gran di attori ma anche tantiemergenti, a cominciare dal no -stro gruppo. Proprio con questafilosofia abbiamo di fatto rico-struito una compagnia stabile checonta ormai 20-30 attori, che han -no con noi un rapporto continua-tivo. E, poi, naturalmente, anchein questa stagione ci sono le starMariangela Melato ed Eros Pagni.L’ultima affermazione del vostroslogan, “è vita”, sembra una sortadi ambizioso manifesto.Noi pensiamo che, nei momenti dicrisi, ci sia un grande bisogno dicapire dove stiamo andando,come va la nostra vita e comeandrà quella dei nostri giovani. Eil teatro è uno strumento impor-tante, perché, attraverso la “lettu-ra” di altre vite che ci hanno pre-ceduto o che ci accompagnano, ciaiuta a capire quello che accadeintorno a noi.

    (continua a pagina 4)

    Giovedì 18 novembre (ore 20,30)debutta in prima nazionale allaCorte La musica è infinita: spet -tacolo di teatro-canzone scrittoda Gian Piero Alloisio e de -dicato all’opera inedita di Um -berto Bindi. Prodotto dallo Sta -bile di Genova, in collaborazionecon la Regione Liguria, La musi-ca è in finita è interpretato daGiu seppe Cederna, nel ruolo delProfes so re, con lo stesso Al loisio(il Can tautore), Maria Pie rantoniGiua (la Cantante), Mario Arcari(il Po listrumenti sta), Bar bara Bo-sio (la Violinista) e Dino Stellini(il Pia nista). Regia di An drea Li -be rovici, scene di Guido Fioratoe lu ci di Sandro Sussi. Replichefi no a domenica 21 novembre.Con questo spettacolo, lo Stabilee la Regione rendono omaggio aBin di, attraverso alcune sue can-zoni inedite, che confermano ilvalore di un artista che ha conse-gnato alla storia della canzonebrani celebri quali Arrivederci, Ilnostro concerto e l’internazionaleYou’r My World. All’origine dellospettacolo c’è la decisione deglieredi di Bindi (Massimo Artesi eMarisa Bindi) di affidare allaRegione Li guria la grande quan-tità di nastri, musicassette, spar-titi, copioni, pagine di diario,fotografie rimasti in casa delcompositore: tantissime canzonimai pubblicate, alcune con il

    La stagione di produzione delloStabile di Genova si apre venerdì15 ottobre alla Corte (ore 20.30)con la messa in scena di una com-media di William Shake speare cheparla di potere e di giustizia, disesso e di corruzione, raccontandoin modo divertente e coinvolgentela “naturale” follia degli esseriumani. Ricca di personaggi dallaforte e autonoma consistenza tea-trale e di colpi di scena dagli esitisorprendenti, Misura per misuraè una “dark comedy” che si svolgein una Vienna immaginaria, dovenulla è davvero quello che sembra,nulla sembra quello che è. I temiclassicamente scespiriani dell’in-certezza e dell’ambiguità, dellacontinua metamor fosi cui ognirealtà soggiace, e quel lo dell’asso-luta inconsistenza di ciò che defi-niamo realtà, dominano qui tuttigli avvenimenti, che trascorronodalla reggia alla prigione, dal con-vento al luogo in cui si esercita lagiustizia. Misura per misura, cheresta in scena fi no a domenica 7novembre, si av vale della regia diMarco Sciac caluga e ha come pro-tagonista Eros Pa gni, nel ruolo delDuca di Vienna. Al suo fianco sonogli attori della Compagnia Stabile:Gianluca Gobbi (nel ruolo di An -gelo), An tonio Zavatteri (Esca lo),Aldo Ot tobrino (Clau dio), Rober to

    Dal 9 novembre al 23 dicembre,lo Stabile mette in scena sul pal coscenico del Duse cinquespettacoli di Drammaturgia Con -temporanea, selezionati tra i cin-quanta che, tra il 1996 e il 2010,sono stati rappresentati in formadi “mises en espace” nell’ambitodella Ras segna ideata da CarloRepetti. Prodotte in forma parti-colare, sul palcoscenico pratica-mente vuoto, anche allo scopo diverificarne la tenuta con il pub-blico e per sperimentare nuoviregisti e nuovi interpreti, alcunedi queste “mises” sono già diven-tate dei ve ri proprio spettacoli incartellone ma, per qualità deltesto, del la messa in scena edella pro va attoriale, numerosealtre avreb bero meritato la stes-sa sorte. È nata così l’idea di pro-porre per due mesi al Duse unaselezione di cinque spettacoli

    Compagnia Stabile e il lavorosvolto sui suoi palcoscenici piùgrandi. Gli spettacoli propostisono, nell’ordine, Controtempo diChristian Simeon (regia di Mar coSciaccaluga), Il ragazzo dell’ultimobanco di Juan Mayorga (re gia diAlberto Giusta), Un posto lumi-noso chiamato giorno di To nyKushner (regia di Massimo Me -sciulam), Ingannati da GhassanKa nafani (regia di Nicola Pan -nelli), La guerra di Klamm di KaiHensel e Il buio di giorno diHenning Mankell (entrambi conla regia di Filippo Dini). Prezzispeciali (€ 7 se adulti e € 4 segiovani sino ai 26 anni) per tuttigli Abbonati che scelgono divedere – con un tagliando del-l’abbonamento – almeno uno diquesti “5 spettacoli”: per inon abbonati, sconto del 30%sul prezzo del biglietto singolo.

    (es sendo uno composto da dueatti unici, i testi diventano sei)per far conoscere a tutto il pub-blico que sta parte del lavoro diproduzione dello Stabile, che inessa ri specchia il proprio costan-te interesse per la nuova dram-maturgia e individua una stimo-lante cinghia di trasmissione tra la parte più giovane della

    Luigi addio C inque‘‘ produz ion i spec ia l i’’ per raccontare i l p resente

    testo di grandi autori, altre con lasola linea melodica, da completa-re. Un patrimonio che Alloisio, in -caricato dalla Re gione di salvarlo,ha tradotto in un testo teatraleche, tramite il coinvolgimento del -lo Stabile, è diventato uno spetta-colo. La musica è in finita è unviaggio nella difficile vita dell’arti-sta (1932 - 2002) per cui è statainventata la parola “cantautore”.Ad accompagnare lo spettatorelungo questo percorso biograficoè il Professore, il quale scopre inalcune vecchie valigie il tesorodell’eredità di Bindi, che torna co -sì a vivere attraverso l’interventodegli altri personaggi, proponen-do sul palcoscenico del la Cortequindici sue canzoni inedite, ac -compagnate dalle parole di GianPiero Alloisio, Giorgio Ca labrese,Bru no Lauzi, Maurizio Maggiani,Mogol, Gino Paoli e altri ancora.

    La notizia della morte di Luigi Squar zi na,avvenuta l’8 ottobre scorso, è giuntaquando questo giornale stava an dandoin stampa. Il Teatro Stabile di Ge novaha voluto comunque tributare almenoun ricordo (vedi pagina 8) al regista chedal 1962 al 1976 ne era stato condiretto-re, al fianco di Ivo Chiesa, contribuen docon i suoi spettacoli a fare di questoTeatro uno dei maggiori centri di pro-duzione nazionale e internazionale.Squarzina era nato a Livorno nel 1922.

    Serpi (Lucio), Ro berto Alin ghieri(il Bar gello), Ni cola Pan nelli(Pom peo), Fabrizio Careddu (Fra’Tom maso, Gomito, Bernar dino),Mar co Avogadro (il Gen ti luomo,Schiu ma, Fra’ Pie tro), Mas simoCa gni na (Mada ma Sfondata, ilCan cel liere, il Boia), Alice Arcu -

    ri (Isa bel la), Antoniet ta Bello (Ma-riana, Suor Fran ce sca) e Ire ne Vil la(Giu liet ta). Le scene so no di Je an-Marc Ste hlé e Ca the rine Rankl, laquale fir ma an che i co stumi.Musiche a cu ra di An drea Nicolinie luci di Sandro Sussi. Ver sioneitaliana di Alessandro Serpieri.

    « M i s u r a p e r m i s u r a » d i W i l l i a m S h a k e s p e a r e i n a u g u r a l a s t a g i o n e d i p r o d u z i o n e d e l T e a t r o S t a b i l e d i G e n o v a

    IL CAOS MISURA DELL’UOMO

  • ottobre 2010 | gennaio 2011

    4 l La musica è infinita

    G l i i n e d i t i d i U m b e r t o B i n d i n e l l o s p e t t a c o l o d e l T e a t r o S t a b i l e s c r i t t o d a G i a n P i e r o A l l o i s i o e

    «Musicalmente ci faceva le scar-pe a tutti», non esita a dichiarareGi no Paoli dell’amico UmbertoBin di, con il quale ha condivisol’origine genovese e gli anni dellanascita del fenomeno ben prestonazionale dei cantautori. E BrunoLauzi aggiunge: «Bindi è stato ilmigliore compositore italiano»,trovando eco in Tony Renis: «Um -berto è sta to l’orgoglio di questoPaese, per la grande musica cheha scritto e per tutto quello che harappresentato». Con Bin di acca-de che ciascuno di quelli che par-lano di lui, colleghi o critici chesia, non possa mai distinguerecompletamente l’artista dall’uo-mo, l’autore di celeberrime can-zoni dall’amico, la di ver sità dellasua musica dalla sua condizioneesistenziale di “diverso”. E diverso, come ben testimoniaGian Piero Alloisio nello spetta-colo La musica è infinita, Bindilo era davvero. Mario Luz zatoFegiz commenta: «Consi de ratoun cantautore, Bindi era inrealtà qualcosa di più: un com-positore che si colloca nella sto-ria musicale d’Italia come un“diverso” in tutti i sensi».Diverso lo era anche per il suocarattere timido, schivo, a volteanche inafferrabile: «Bindi eraun musicista autore di opere di

    straordinaria». È a questa dupli-ce forma di conoscenza – insiememusicale e storica, biografica emorale – che uno spettacolo qua -le La musica è infinita intendedare il suo contributo, avvalendo-si proprio di quel pa trimoniosegreto e a lungo na scosto, rap-presentato dagli inediti che glieredi di Bindi hanno lasciato allaRegione Liguria e alla cura diGian Piero Alloisio. E da tantescatole e valigie, simili a quelleche nello spettacolo sono portate

    grande respiro, ma era ancheuna persona molto triste» (Or -nella Vanoni); «era un uomo in -difeso, dalla bellezza fragile, cheha subito una persecuzione spie-tata» (Moni Ovadia); «un so li ta -rio vittima della difficoltà di esse-re intelligente» (ancora Lau zi);«un grande compositore che ave -va un unico difetto... era go lo -sissimo», chiosa scherzosamenteGiorgio Calabre se, trovando econei ricordi di Paolo Vil laggio: «Cisiamo conosciuti in un locale sto-rico di Genova, dove si andava iltardo pomeriggio per bere brododi trippa e mangiare fagiolane».Ma diverso era soprattutto per lanovità e la qualità della sua musi-ca. «Credo che Il nostro concertosia la canzone italiana più bellache sia mai stata scritta», si sbi-lancia Gianni Morandi. «Autoredi melodie impalpabili e raffina-

    B o z z e t t o d e l l a s c e n a d i G u i d o F i o r a t o p e r “ L a m u s i c a è i n f i n i t a ”

    te, da cantare con un fruscio vel-lutato e con slancio sinfonico, trale prime a dare in Italia la sensa-zione che la canzone potesseessere decisamente una formad’arte», spiega il critico Gino Ca -staldo; mentre Francesco Guc ciniconclude: «Tut ti i ragazzi che og -gi vogliono fare musica do vreb -bero conoscere a fondo le canzonidi Umberto Bindi e tutti i loro coe-tanei che vo gliono capire ilnostro Paese do vrebbero conosce-re la sua vita, in sieme tragica e

    (segue da pagina 1)Inoltre a teatro ogni spettatore èautonomo, può pensare ed emo-zionarsi in ma niera libera. Noicerchiamo di offrire tutto questoal nostro pubblico, sia attraversole nostre produzioni, sia sceglien-do di ospitare il meglio del teatronazionale. Fra le nostre produ-zioni, Misura per misura mettein scena il comportamento folledell’uomo a contatto col potere;Casa di bambola ci fa riflettere sul-l’immagine della donna per capi-re se è solo quella che ha ispiratoil manifesto del femminismo all’i-nizio del ‘900, o se, invece, è unafigura più complessa. Poi ci sonoIl ritorno a casa di Pinter, lo spet-tacolo su Umberto Bindi, La musi-ca è infinita, che vuole dare valo-re a un grande colpevolmenteemarginato, e quello di Libe ro -vici (Ope retta in nero), mentreal Duse proponiamo come “pro-duzioni speciali” le nostre piùinteressanti scoperte di dramma-turgia contemporanea, che diven-tano spettacoli di una rassegna

    rivolta ai giovani, ma anche aquella parte del pubblico chevuole sentirsi giovane.Quest’anno lo Stabile ha persodue persone molto importanti perla sua storia e per la sua identità:Edoardo Sanguineti e LuigiSquarzina. La scomparsa recente di Edoar -do Sanguineti prima e di LuigiSquar zina dopo, sono eventi do -lorosi che ci inducono, non solo aricordarli e ringraziarli perquanto hanno fatto per questoteatro e per la città, ma ci invita-no anche a ripensare la lorolezione, la loro eredità e a capirese, pur nel cambiamento e nell’e-voluzione del lavoro da noi svol-to, i principi di teatro d’arte e diteatro civile che hanno caratte-rizzato il loro percorso, sonorimasti a connotare anche ilnostro, in un tempo in cui la fun-zione di analisi, di critica e di sti-molo per la vita delle persone eper la società sembrano esseresempre più importanti.

    a cura di a.c.

    Pirandello inaugura la stagione al Duse“Questa sera si recita a soggetto” in scena da martedì 12 a domenica 24 ottobre

    produzione della Compagnia Gank in collaborazione con lo Stabile di Genova

    Messo in scena da Alberto Giusta (anche interprete del ruolo del regista Hinkfuss),Questa sera si recita a soggetto di Luigi Pirandello è uno spettacolo che si avvale dell’in-terpretazione di una compagnia di attori formatisi tutti alla scuola dello Stabile diGenova: Massimo Brizi, Mariella Speranza, Alessia Giuliani, Cristina Pasino, DavideLorino, Maximillian Dirr, Barbara Alesse, Ernesta Argira, Manuel Zicarelli e CarloSciaccaluga. Scene e costumi di Laura Benzi, luci di Sandro Sussi.Preceduta da Sei personaggi in cerca d’autore e da Ciascuno a suo modo, Questa sera sirecita a soggetto è la terza commedia del trittico pirandelliano sul “teatro nel teatro”. Iltema centrale è qui dato dagli interrogativi sui rapporti tra testo e messa in scena, tra illavoro del regista e quello degli attori chiamati a dare vita al mondo poetico dell’auto-re. Mentre il pubblico del teatro è in attesa che cominci lo spettacolo si sente un alter-care sempre più agitato dietro il sipario. Tra gli artefici dello spettacolo manca l’accordosul modo di rappresentare la commedia tratta dalla novella di Pirandello Leonora,addio!. Ecco l’occasione per una nuova riflessione su “che cosa è il teatro?”. Riflessioneche Pirandello svolge mescolando la storia di gelosia raccontata dal testo teatrale e icontrasti tra coloro che si accingono a metterlo in scena.

    Il cantautore e la sua musica “infinita”

    Quella volta con Gad LernerRicordo l’imbarazzo palpabile, l’apertura in un sorriso liberatorio e poi dinuovo il dubbio che s’impadroniva di Umberto Bindi, quando lo andai atrovare nella sua modesta casa di Roma nella primavera del 1991, forseriaprendogli una ferita esistenziale.Che senso aveva prolungare in un’Italia ormai evoluta la reticenza dietro cuiaveva sempre custodito la sua omosessualità? Ma si rendeva conto del donoprezioso che avrebbe fatto a tanti suoi coetanei vissuti come lui nel nascondi-mento, e ai giovani ancora impauriti di affacciarsi gay alla vita?Stavo preparando per la Raitre di Angelo Guglielmi la prima diretta televisivadedicata alla condizione omosessuale in Italia. Col locata in una data noncasuale, il 28 giugno, festa dell’orgoglio omo sessuale, e da tenersi in un teatrodi Bologna perché lì la presenza pubblica gay aveva già ricevuto legitti-mazione dal Comune. Ricorrenze e ambienti fatti apposta per spaventare ilmalinconico Umberto Bindi, che però si sentiva sollecitato a mettere unpunto fermo alla sua biografia, e di cer to a tante sofferenze. Il suo compagnoaveva gli occhi che luccicavano. Bindi oscillava, temeva la riprovazione fami-liare almeno quanto desiderava vivere un simile momento liberatorio.L’assenso mi giunse insperato e commovente, tormentatissimo. Non di -menticherò mai Umberto Bindi che nel camerino del teatro Testoni di Bo -logna piange e si ritrae: fino all’inizio della trasmissione dubitai che dav veroarrivasse quella sigla iniziale in cui speravamo: “Il nostro concerto”.La cipria ricoprì quelle lacrime, e poi di nuovo si disciolse quando le manicominciarono a scorrere sul pianoforte. Una voce rotta, sussurrata, poi ilcrescendo di un sollievo collettivo, e un forte senso di liberazione. Il patto conUmberto Bindi era chiaro, e fu rispettato: neanche una parola d’intervista, soloquel gesto. Un regalo a tanti omosessuali infelici, e a lui stesso per primo.

    Gad Lerner

  • ottobre 2010 | gennaio 2011

    La musica è infinita l 5

    m e s s o i n s c e n a d a A n d r e a L i b e r o v i c i . G i u s e p p e C e d e r n a p r o t a g o n i s t a

    Un viaggio, alla scoperta dimusiche mai ascoltate perparole mai scritte, alla scopertadi un artista rimasto per tantipoco più di un nome legato aun pregiudizio. È l’ultima provadi teatro-canzone di Gian PieroAlloisio, autore de La musica èinfinita, lo spettacolo su Um -berto Bindi prodotto dal TeatroStabile di Genova, in collabora-zione con la Regione Liguria,che andrà in scena alla Cortedal 18 al 21 novembre conGiuseppe Cederna e la regia diAndrea Liberovici. «Lo spettacolo ricostruisce lavita di Bindi attraverso il ric-chissimo materiale trovato nel -la sua ultima casa, un bilocalein provincia di Viterbo» raccon-ta l’autore che, su incarico dellaRegione, sta realizzando unarchivio informatico per recu-perare e promuovere quel pa -trimonio che il compagno e lasorella del cantautore gli hannoaffidato dopo la morte di Bindi,avvenuta nel 2002. Quasi unaltro segno del destino per Al -loisio, che ha due ricordi musi-cali precisi della sua infanzia:La ballata del Cerruti di Gior -gio Gaber – con il quale poi halavorato – e Il nostro concertodi Bindi, due canzoni che glifece ascoltare sua madre per laprima volta quando era bambi-no e che, in qualche modo,hanno segnato la sua vita.Nella casa di Bindi, Alloisio hatrovato nastri, spartiti, testi,fogli del diario, circa tremiladocumenti cartacei in tutto,200 musicassette, 150 ampex.«In questo spettacolo – spiega– cerco di far fare agli spettato-ri il percorso che ho fatto io daquando ho iniziato a occuparmidell’eredità di Bindi. Io non loconoscevo bene: mi aveva con-tattato nel 1989, proponendomidi scrivere dei testi sulle suemusiche ma poi ci eravamopersi e non se n’era fatto nien-te. L’idea che avevo di lui,comunque, era più legata allasua immagine di artista emargi-nato per la sua omosessualitàche al suo essere musicista». E,invece, la scoperta di tanti

    pezzi musicali, registrati via viacon mezzi sempre meno evolutitecnologicamente a causa delpeg giorare delle condizioni eco-nomiche di Bindi, ha messo Al -loisio di fronte a un mondo sco-nosciuto e inaspettato, e a tantigeneri musicali diversi. «Per Bin-di fu usato per la prima volta iltermine cantautore ma, in realtà– osserva – lui era un composi-tore e il suo era un messaggiomusicale, diversamente dai can-tautori del suo tempo per i quali,invece, il messaggio era affidatosoprattutto alle pa role. E quelloche emerge di lui è soprattuttola sua fedeltà a se stesso, al suoessere musicista fino all’ulti-mo. Lo spettacolo vuole essereun invito a ciascuno di noi ariscoprire la fedeltà a se stesso, ariconoscersi in un’azione positi-va». Attraverso il percorso dram-maturgico quindi anche il pub-blico entra in quella casa e sco-pre poco a poco frammenti del -la vita di Bindi e tracce dellepersone che passarono di lì.«Ho trovato una registrazione diTenco che fischia la melodia diUn giorno dopo l’altro, in un na -stro con la scritta: Tenco perBindi» racconta ancora Alloisio.«Ci sono anche favole in musicaper bambini, come Scarpetterosse, una versione della fiabadi Andersen rielaborata daGiorgio Calabrese, che ho inse-rito nello spettacolo. Mi è statodetto, invece, che FernandaPivano si fermò due settimane acasa di Bindi ma fatichiamo a

    G i a n P i e r o A l l o i s i o G i u s e p p e C e d e r n a

    na I): « Ca ra Isa bel la, ho una pro -posta che mira al vostro bene, ese vorrete ascoltarla ciò che èmio è vostro e ciò che è vostromio». Una proposta alquantooscena, simile a quella che aIsabella aveva fat to Angelo e chesembrava aver fatto scattare l’in-dignazione del Duca. Certo imezzi usati dall’uno e dall’altroper concupire con successo lafanciulla, destinata altrimenti allavita monacale, sono diversi, anziopposti: la minaccia di un ma le(nel caso di Angelo), l’offerta diun bene (nel caso del Du ca). Ma,diversi i mezzi, identico il fine. Uncaso, quello del Duca, di caritàpelosa. Anzi, la sua occasione dibene, cioè il mezzo per vincere lafanciulla, è data proprio dal maledi Angelo. Non sarebbe esistitaal trimenti. In certo senso, l’azio-ne del Duca sfrutta (a suo van-taggio) quella del vicario ch’egli,per la sua cattiva azione, condan-na a morte (salvo perdonarlo incambio del ma trimonio conMariana). Alla fine, l’unico che fauna brutta fine è un certo Lucio,un po ver’uomo condannato al laforca per aver sparlato del Duca,cioè per aver attentato alla suaonorabilità!

    9. E Isabella? Isabella avrebbe lapossibilità di scompaginare il lie to,ipocrita fine, semplicemen te rifiu-tando la proposta del Duca. Ma nonsappiamo se lo fa. Il dra mma siconclude sen za che le sia data l’ul-tima pa rola e così rimaniamo in so -speso, nel dubbio se anch’essa siavittima di contraddizioni e se lasua virtù sia soltanto un’esibizione,destinata a cessare di fronte allaproposta d’un vecchio che l’allettacol luccichio del potere.

    10. In breve, le ultime battutemesse in bocca al Duca illumina-no retrospettivamente tut to l’in-treccio teatrale. Nes suno si sa -rebbe aspettato una simile con-clusione, per la pia fanciulla chesognava di offrire la sua verginitàalla vita conventuale. È precisa-mente un coup de théâtre, unosberleffo al potere, rivolto nonsolo contro il corrotto Angelo, maanche contro il virtuoso Duca.Dunque, una denuncia del velenoche il po tere sempre e comunquecontie ne e che in tossica chiun-

    que lo maneggi. Sottoquesto aspetto, Mi -sura per misura nonè una tragicommediama, contrariamente aquanto detto all’ini-zio, è una vera, auten-tica rappre sentazionetragica del po tere.Gustavo Zagrebelsky

    La tragicommedia della giustizia(segue da pagina 2)

    L A V I T A È U N A C A N Z O N EC o n v e r s a z i o n e c o n G i a n P i e r o A l l o i s i o

    trovare i suoi testi». I docu-menti ritrovati a casa del can-tautore svelano, insieme al suoamore sconfinato per la ma -dre, anche un mondo inedito direlazioni interpersonali, come«l’amicizia fra Bindi e unasignora romana che ogni tantoandava a trovarlo per guardareinsieme film in bianco e nero».E poi ci sono tante canzoni contesti di grandi autori, comeMogol, e tante musiche a cuiAlloisio ha messo un testo,alcune delle quali verrannoeseguite nello spettacolo. «Sto cercando di fare unarchivio consultabile dagli au -tori – spiega Alloisio – percompletare i brani musicali: lecanzoni di Bindi sono ancoramolto ri chieste nel mondodella discografia».Le pagine del diario e alcuneconfessioni registrate, invece,raccontano, qualcosa di piùdell’uomo: «Era una personache aveva sofferto molto per lasolitudine» spiega Al loisio.«Lui diceva che tutti i pro blemierano cominciati quando i suoiproduttori avevano deciso difarlo cantare in pubblico. Eraconvinto che se si fosse limita-to a fare il compositore, dietrole quinte, non avrebbe avutoproblemi: il suo corpo invecenon poteva mentire. La sua sen-sibilità non ce la faceva a reg-gere allo star system. Del restoneanche Luigi Tenco e PieroCiampi ce l’avevano fatta».

    Annamaria Coluccia

    6. Claudio e Giulietta. Claudiosembra di spo sto a se guire il suode stino, ma, appena se ne pre-senta la possibilità non esita achiedere, minimizzandolo, il sa-crificio di Isabella, sebbene es sasia votata alla verginità del con-vento. Non è certo un esem pio didignità, il suo dialogo con la sorel-la. Inizia col proposito di prepa-rarsi santamente alla morte, maappena si apre uno spiraglio, perquanto infamante per Isabella, nonesita ad aggrapparcisi, dimenti-cando le parole no bili dette appe-na un minuto pri ma. Isabella, infat-ti, reagisce du ra mente, colpendo ilfratello con un’accusa infamante(atto III, scena I): «Ah, tu bestia!Vi gliac co infedele! Miserabile di -sone sto! Vuoi che io ti rifaccia uo -mo con il mio vizio? Non è una spe-cie di incesto trarre vita dalla ver-gogna della tua stessa sorella?». EGiulietta? Che legame d’amoresarebbe quello ch’essa accetta, conun uo mo vile che non ha esitato asacrificare l’onore di una sorella?

    7. Mariana, a sua volta. È di -sposta ad accettare il matrimoniocon Angelo, un uomo che setteanni prima l’ha abbandonata perragioni di meschino interesse (ladote persa in un naufragio),ragioni per di più coperte con lacalunnia d’aver trovato in leicomportamenti riprovevoli; unuomo che le si è unito carnal-mente, credendola un’altra don -na; un uomo che ora la sposa soloper sfuggire alla sentenza dimorte che, altrimenti, sarebbestata eseguita su di lui, per ragio-ni non diverse da quelle in basealle quali egli aveva condannatoClau dio: misura per misura.

    8. Il Duca è apparentemente lafigura positiva di tutto il dramma,colui che scioglie i nodi e sistemaogni cosa al suo posto. Fin troppobene, però, perché anche lui citrova il suo vantaggio. Sembravaessere il principe disinteressato,benefattore, protettore dei debo-li e vendicatore della giustizia. Maalla fine anche la sua figura vienesporcata dal sospetto – anzi piùche dal sospetto – d’ipocrisia. An -gelo non otterrà Isabella, la “bellafanciulla” alla quale il vecchioDuca non lesina la sua paternaprotezione; l’otterrà, o almenocercherà d’ottenerlaproprio lui che, inquesto mo do, si mani-festa come un “dop-pio” del suo corrottovicario. Dopo es sersiprodigato per gli altri,alla fine si svela inquella che è la suaintenzione (atto V, sce -

    ” nel ricordo degli amici

    Stufo dei vecchi sistemi? ...e allora cambia!

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    in scena da Giuseppe Cerderna,sono venuti fuori dei tesori, chenon si limitano alle quindici can-zoni inedite che saranno eseguitedal vivo, ma comprendono anchemolti altri documenti, tra cuialcune testimonianze di amici ecompagni di strada.Nella trascrizione dattiloscritta diuna recensione radiofonica del1993, ad esempio, Sandro Ciottiscriveva: «Bindi ha confermatola straordinaria capacità di sta-bilire con gli ascoltatori un pontenon effimero grazie alla sugge-stione di composizioni eccezio-nalmente ispirate e affidate aorditi musicali resi ulteriormen-te suggestivi da testi mai banali,che restituiscono al le parole diuna canzone di gnità perdute».Quella stessa dignità che il piani-sta Giancarlo Cardini dice di averscoperto nella musica di Bindisin dagli anni del Conservatorio,dove insieme ai classici «ascolta-vo senza alcuna prevenzione, eanzi con il massimo possibile deipiaceri, soprattutto dal momen-to in cui, era il 1959, apparve Ar -rive derci, cioè una delle canzonipiù belle di tutti i tempi (la piùbella estremizzavo!) di cui miinnamorai subito. Lo spartitoper canto e pianoforte di questacanzone e il relativo disco a 45giri furono per me dei veri ogget-ti di culto. Il solo vedere la coper-tina di Ar rive derci, ad esempio,con quel gioco fo tografico dimani che si toccano, era suffi-ciente a mettermi in quello statodi felicità interiore ca pa ce diilluminare un’intera giornata».