C'è musica e musica

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QUESTIONI CHE CONTANO DIOGENE N. 28 Settembre 2012 81 on faccio mai un passo senza il mio iPod, è come un com- pagno di viaggio. Spesso mi lascio trascinare dalla mu- sica, la sento ma non l’ascolto, divento parte di un turbine che mi estromette dalla realtà. Sì, è questo ciò di cui ho davvero bisogno: evadere, dimenticare ciò che mi cir- conda. E se la musica, invece, fosse lo strumento con il quale introiettarmi nella mia realtà, nel mio mondo? In fondo, la caratteristica peculiare che rende la musica qualcosa di unico nel suo genere è la capacità di agire in modo profondo sull’animo umano, con- dizionandone le emozioni e i senti- menti. Spesso noi tendiamo a dare questo per scontato, ma se ci pensiamo è una cosa sensazionale: una serie di suoni, di vibrazioni dell’aria, che presi singolarmente non ci direbbero nulla, unendosi armonicamente, formano un’entità in grado di scuotere violente- mente le nostre passioni. Proprio per questo motivo la musica ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’umanità, fin dalle sue origini, fin da quando un ipotetico omi- nide, colpendo più volte una roccia con un osso, notò che i suoni che aveva pro- vocato in modo casuale insieme non stavano poi così male. La storia della musica è lunga e complessa, proprio perché è lo specchio della storia del- l’umanità, delle gioie, dei dolori, delle speranze, delle paure degli uomini di ogni epoca. Oltre a ciò, la musica è C’è musica e musica Le riflessioni critiche di Platone sul valore educativo della musica. N K Alberto Massari K Cecilia Montani K Emanuele Locatelli K Martina Corbetta K Pietro Oldani Classe IA, Liceo Classico Salvatore Quasimodo, Magenta. Alceo e Saffo, cantaro attico a figure rosse, 470 a.C., Staatliche Antikensammlungen, Monaco, Germania.

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di Alberto Massari, Cecilia Montani, Emanuele Locatelli, Martina Corbetta e Pietro Oldani Classe IA, Liceo Classico Salvatore Quasimodo, Magenta. Vincitori del primo premio del premio di filosofia "Le questioni che contano" indetto da Loescher Editore.

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  • Q U E S T I O N I C H E C O N T A N O

    DIOGENE

    N. 28 Settembre 2012

    81

    on faccio mai un passo senzail mio iPod, come un com-pagno di viaggio. Spesso milascio trascinare dalla mu-sica, la sento ma non

    lascolto, divento parte di un turbineche mi estromette dalla realt. S, questo ci di cui ho davvero bisogno:evadere, dimenticare ci che mi cir-conda. E se la musica, invece, fosse lostrumento con il quale introiettarminella mia realt, nel mio mondo?In fondo, la caratteristica peculiare cherende la musica qualcosa di unico nelsuo genere la capacit di agire inmodo profondo sullanimo umano, con-dizionandone le emozioni e i senti-menti. Spesso noi tendiamo a darequesto per scontato, ma se ci pensiamo

    una cosa sensazionale: una serie disuoni, di vibrazioni dellaria, che presisingolarmente non ci direbbero nulla,unendosi armonicamente, formanounentit in grado di scuotere violente-mente le nostre passioni.Proprio per questo motivo la musica hasempre avuto un ruolo fondamentalenella storia dellumanit, fin dalle sueorigini, fin da quando un ipotetico omi-nide, colpendo pi volte una roccia conun osso, not che i suoni che aveva pro-vocato in modo casuale insieme nonstavano poi cos male. La storia dellamusica lunga e complessa, proprioperch lo specchio della storia del-lumanit, delle gioie, dei dolori, dellesperanze, delle paure degli uomini diogni epoca. Oltre a ci, la musica

    C musica e musica

    Le riflessionicritiche di Platone sul valoreeducativo della musica.

    NK Alberto MassariK Cecilia MontaniK Emanuele LocatelliKMartina CorbettaK Pietro Oldani

    Classe IA, Liceo Classico Salvatore Quasimodo, Magenta.

    Alceo e Saffo, cantaro attico a figure rosse, 470 a.C., Staatliche Antikensammlungen, Monaco, Germania.

  • sempre stata utilizzata, data la sua im-mensa capacit evocativa, per trasmet-tere dei messaggi o dei valori finalizzatiallarricchimento della persona in s odella sua conoscenza. Daltronde lo diceva anche Platone: Lamusica fa bene al corpo e allanima.Nella Repubblica, infatti, Platone ci pre-senta il suo pensiero a riguardo: egli cre-deva esistessero due tipi di musica, unareale e una ideale. Delle due, quellareale rappresentava il puro diverti-mento, portava con s distrazione e nonaffinava affatto lanimo, anzi lo rovi-nava, mentre quella ideale era essenzadella vera musica, intesa come lo stru-mento capace di elevare lanima allacontemplazione del divino, permet-tendo dunque alluomo di vivere se-

    condo rettitudine. Dunque andavanoevitate tutte quelle espressioni musicaliche non invitassero allarmonia n of-frissero alluomo la possibilit di mi-gliorare se stesso.

    Musica per divertirsi e per educareNaturalmente Platone non si era inven-tato questa bipartizione della conce-zione di musica: nella Grecia antica,infatti, la musica si divideva in duegrandi filoni, ovvero quella irrazionale,legata al culto di Dioniso, il cui stru-mento caratteristico era laulos e quellarazionale, relazionata ad Apollo, ac-compagnata dal suono della cetra. MaPlatone non si ferma qui: oltre a elo-giare, come detto, la musica razionale,la inseriva anche allinterno del pro-

    gramma educativo che, nello Statoideale, il politico, fin da giovanissimo,avrebbe dovuto seguire. Ecco due passi della Repubblica parti-colarmente significativi da questopunto di vista: Ma quale sar leduca-zione? Non forse difficile trovarneuna migliore di quella scoperta gi datanto tempo? Essa consiste in sostanzanella ginnastica per il corpo e nella mu-sica per lanima. E leducazione musi-cale, non forse di estrema importanzaper il fatto che il ritmo e larmonia pe-netrano nel pi profondo dellanima evi si apprendono con la massima tena-cia, conferendole decoro, e infondonodignit in chi abbia ricevuto una cor-retta educazione, altrimenti produconoleffetto contrario? Chi stato educato a dovere in questocampo si accorger con grande acutezzadi ci che difettoso e mal costruitooppure imperfetto per natura, e congiusta insofferenza loder le cose belle eaccogliendole con gioia nellanimasapr nutrirsene per diventare un uomoonesto, mentre biasimer e detester abuon diritto le cose brutte sin da gio-vane, ancora prima di poterne capire ra-zionalmente il motivo; e una voltaacquisita la ragione la saluter con af-fetto, riconoscendo la sua grande affi-nit con leducazione ricevuta.Dunque, secondo Platone, a questo sidovrebbe tendere, ad una musica chetrasmetta principi educativi e che, permezzo di un determinato tipo di ritmie armonie, avvicini luomo alla contem-plazione dellidea del Bello e alla cono-scenza: La musica pu donare ali aivostri pensieri e illuminare la vostraanima di luce eterna.

    Platone e liPodMa come collegare il pensiero di Pla-tone allattualit? Chi pensa pi a unamusica educativa? Naturalmente, oggi-giorno, molte cose sono cambiate ri-spetto ai tempi del nostro filosofo. Sedunque egli parlava di due tipi diversidi musica riferendosi a due tipi diversidi armonia che sortiscono effetti oppo-sti, noi, riferendoci allattualit, prefe-riamo incentrarci sui differentimessaggi che la musica, e la canzone inparticolare, offrono.Per noi giovani la musica rappresenta

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    Ragazza con una lira, cantaro attico a figure rosse, 470 a.C., Staatliche Antikensammlungen, Monaco, Germania.

  • svago ed evasione: spesso siamo in-fluenzati dal nostro umore nello sce-gliere una canzone piuttosto cheunaltra, a volte abbiamo bisogno di unacarica, a volte di un conforto o spessosemplicemente di compagnia.Se dovessimo avere una concezionedella musica simile a quella di Platone,dovremmo cercare il miglioramento dinoi stessi anzich unicamente il ritmo.Facile a dirsi, ma oggi chi compone mu-sica con lidea di trasmettere qualcosa?Lobiettivo principale degli autori pia-cere, avere pubblico e ricavarne, cos,successo: la conseguenza che ne deriva che nessuno pi pensa che noi tutti,indipendentemente dallet, abbiamobisogno di una guida che vada interpre-tata, sentita pi volte, imparata a me-moria.Purtroppo si sta perdendo la valenzaeducativa della canzone: sono semprepi rari i testi in cui compaia un mes-saggio concreto di riflessione di attua-lit, di partecipazione emotiva. il caso della generalizzazione che lostesso Aristotele riscontrava nella poe-sia: essa, rappresentando casi universali,non si cala mai nel particolare e pu es-sere adattata, allevenienza, a persone ea esperienze diverse. Questo non vuoldire che non sia educativa, anzi; cos fa-cendo per luomo moderno rimaneuna larva, un individuo superficialesenza possibilit di confronto con sestesso.

    Musica e commercioAccendendo la radio di questi tempi, sinota la netta predominanza di quellache comunemente viene chiamata mu-sica commerciale, oggi proveniente so-prattutto dai paesi anglofoni, ovvero untipo di musica finalizzata al successo sulmercato discografico, che attira latten-zione delle masse attraverso ritmimolto orecchiabili e ritornelli facil-mente memorizzabili. Per, le temati-che che troviamo (se le troviamo) inquesto tipo di espressione musicale, ilpi delle volte sono piuttosto scontate,oppure trattate in modo banale: moltoraramente sono presenti dei temi chefacciano veramente riflettere. In questacategoria rientrano anche quei gruppidi giovanissimi cantanti che al giornodoggi fanno impazzire le teenagers, le

    cui canzoni per, nonostante abbianomagari delle belle melodie, hanno, perla maggior parte, dei testi di una bana-lit disarmante; non un caso, infatti,diciamolo, che, dopo il boom degliascolti, basti poco tempo perch ca-dano nel dimenticatoio. La musica dadiscoteca poi per molti un diverti-mento, non c dubbio; di certo non un crimine ascoltarla n ballarla, ma indiscutibile che essa non arricchiscaluomo (daltra parte nessuno si maiaspettato che lo facesse), ma al contra-rio lo incurva sempre pi su di s, lo im-merge nel peso della solitudine.Ora, focalizziamo meglio il problema:nessuno qui vuole demonizzare uncerto tipo di musica, cio quella fina-lizzata solamente allo svago, perchmolto spesso necessaria, anche perevadere dalle fatiche della vita quoti-diana. Quello che preoccupa che, oggicome oggi, questa modalit si stia av-viando sempre di pi a diventarelunica esistente, non perch non cisiano pi artisti capaci di comporre unamusica in grado di far riflettere (qual-cuno che riesca a proporci qualcosa diinteressante ci deve pur essere!), maperch la domanda bassa, la maggiorparte dei giovani ormai non pi inte-ressata ai messaggi e di conseguenzaanche i produttori e le case discografi-che danno la precedenza alla musicache fa tanti ascolti, togliendo cos,molte volte, la possibilit di farsi sentiree conoscere a chi veramente ha qual-cosa di originale e interessante da dire.Questo un vero peccato, perch i gio-vani sono il futuro del mondo, sarannoloro a dover sanare una societ piena diproblemi come quella odierna, ma se lamusica, il mezzo che meglio di ognialtro potrebbe apportare loro precettietici ed educativi, quindi anche infor-mativi, non adempie a questa funzione,allora come possiamo sperare che altrimezzi lo facciano? Fortunatamente per, come gi detto,questa situazione non generalizzata:ci sono ancora artisti che riescono a ot-tenere grande successo quindi a farsisentire e amare da molti e contempora-neamente a trasmettere messaggi im-portanti o a sensibilizzare riguardo aproblemi della societ. Uno dei generimusicali che, secondo me, particolar-

    mente efficace nel fare ci il rap: esso,infatti, nato con la funzione di denunciasociale, grazie anche al ritmo serratoche d la possibilit materiale di diremolte cose nel tempo ridotto di unacanzone, riesce spesso a far riflettere suproblemi di vario genere, oltretuttotrattati con grande partecipazione emo-tiva dallartista, che molto spesso ne stato o ne personalmente coinvolto. Tirando le somme, a prescindere dai

    generi, come dobbiamo porci nei con-fronti della musica? Dobbiamo rifiu-tarne del tutto un certo tipo perchcrediamo che, a livello educativo, nonpossa portarci nulla? Assolutamente no,sarebbe inutile essere cos drastici.

    La musica come legge moraleQuello che dobbiamo fare , semplice-mente, essere critici verso la musica cheascoltiamo e consapevoli di essa (coscome dovremmo esserlo di ogni cosache facciamo): ci piace la melodia diuna canzone, oppure il suo ritmo, anchese ci rendiamo conto che il suo testonon ci trasmette nessun insegnamento?Ascoltiamola e apprezziamola ugual-mente, perch se larmonia di quellamusica riuscita a toccarci nel pro-fondo, a causarci delle emozioni, signi-fica che qualcosa di buono ci hacomunque portato. Per non dobbiamo diventare pigri.Cerchiamo di renderci conto che lamusica serve anche a trasmettere mes-saggi e insegnamenti e teniamo semprepresente che il mercato musicale cioffre ancora spunti di questo tipo: dob-biamo solo fare lo sforzo di andarli acercare. Non farlo sarebbe veramenteun peccato, perch significherebbe nonsfruttare per un fine assai nobile, ovveroleducazione, la devastante capacit co-municativa propria della musica. Ma,cosa pi importante di tutte, amiamo lamusica in tutte le sue forme, perchcome diceva Platone: La musica unalegge morale, essa d unanima alluni-verso, ali al pensiero, slancio allimma-ginazione, fascino alla tristezza, impulsoalla gaiezza e vita a tutte le cose. Essa lessenza di tutte le cose, lessenza del-lordine ed eleva ci che buono, di cuiessa la forma invisibile, ma tuttaviasplendente, appassionata ed eterna. K

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