Mission IAEA sull'incidente nucleare causato dallo Tsunami in Giappone

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MISSIONE CONOSCITIVA INTERNAZIONALE DEGLI ESPERTI IAEA SULL’INCIDENTE NUCLEARE SEGUITO AL GRANDE TERREMOTO DELLA ZONA ORIENTALE DEL GIAPPONE E ALLO TSUNAMI. Tokyo, Fukushima Dai-ichi NPP, Fukushima Dai-ini NPP e Tokay NPP, Giappone. 24 Maggio – 1 Giugno 2011 Sintesi Preliminare

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MISSIONE CONOSCITIVA INTERNAZIONALE DEGLI ESPERTI IAEA SULL’INCIDENTE

NUCLEARE SEGUITO AL GRANDE TERREMOTO DELLA ZONA ORIENTALE DEL

GIAPPONE E ALLO TSUNAMI.

Tokyo, Fukushima Dai-ichi NPP, Fukushima Dai-ini NPP e Tokay NPP, Giappone.

24 Maggio – 1 Giugno 2011

Sintesi Preliminare

MISSIONE DEGLI ESPERTI IAEA IN GIAPPONE

Il grande terremoto di grado 9 della zona est del Giappone dell’11 Marzo 2011 generò una serie di grandi onde tsunami che colpirono la costa orientale del Giappone; l’onda più alta fu di 38,9 metri ad Aneyoshi, Miykako.

Il terremoto e le onde dello tsunami causarono devastazioni molto diffuse su gran parte del Giappone, con più di 14000 vite perdute. In aggiunta a questo, almeno 10000 persone risultano ancora disperse, assieme a molte altre fuggite dalle loro case come le città ed i villaggi sono stati distrutti o spazzati via. Molti aspetti dell’infrastruttura Giapponese sono stati compromessi da questa devastazione e perdita.

Come è accaduto ad altre industrie, diversi impianti per la produzione di energia nucleare sono stati colpiti dalle forti scosse e dalle grandi onde dello tsunami: Tokai, Higashi Dori, Onagawa, e Fukushima Dai-ichi e Dai-ini della TEPCO. Le Unità operative in questi stabilimenti furono spente con successo dai sistemi automatici, installati come parte del sistema di individuazione sismica delle centrali. Tuttavia, le grandi onde dello tsunami colpirono questi stabilimenti con modalità diverse e le più gravi conseguenze si verificarono nell’impianto di Fukushima Dai-ichi.

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Nonostante il fatto che l’alimentazione esterna venne a mancare quando il terremoto colpì, i sistemi automatici nella centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi inserirono con successo tutte le barre di controllo nei suoi 3 reattori operativi al momento della rilevazione del terremoto e tutti gli alimentatori diesel d’emergenza entrarono in funzione, come previsto. La prima di una serie di grandi onde tsunami raggiunse il sito di Fukushima Dai-ichi circa 46 minuti dopo il terremoto.

Queste onde tsunami travolsero le difese dello stabilimento di Fukushima Dai-ichi, che erano state progettate per resistere a onde alte al massimo 5,7 metri. La più grande che urtò questo impianto quel giorno, si stimò fosse più alta di 14 metri. Le onde raggiunsero le zone più profonde delle unità, causando l’interruzione dell’alimentazione, ad eccezione di un generatore diesel d’emergenza (6B), senza lasciare, quindi, nessun’altra fonte di alimentazione disponibile all’interno o fuori dal sito e prospettando scarse speranza di aiuto esterno.

Il blackout completo nella centrale di Fukushima Dai-ichi e l’impatto dello tsunami si tradussero nella perdita di tutti i sistemi di strumentazione e controllo dei reattori dall’1 al 4, con il reattore diesel di emergenza 6B che forniva corrente d’emergenza da suddividere tra le unità 5 e 6. Lo tsunami ed i grandi detriti associati causarono una distruzione su larga scala di molti edifici, porte, strade, cisterne ed altre infrastrutture del sito di Fukushima Dai-ich, inclusa la perdita dei dissipatori di calore. Gli operatori si trovarono di fronte ad uno scenario d’emergenza catastrofico e senza precedenti, senza alimentazione, controllo dei reattori o strumentazioni e, in aggiunta a questo, sistemi di comunicazione gravemente colpiti sia all’interno che all’esterno del sito. Gli operatori hanno dovuto lavorare nell’oscurità con quasi nessuna strumentazione e sistema di controllo per garantire la sicurezza dei sei reattori, delle sei vasche di combustibile associate, di una vasca di combustibile comune e degli impianti dei fusti esauriti.

Senza mezzi per controllare o raffreddare le tre unità dei reattori di Fukushima Dai-ichi, operativi fino al momento del terremoto, questi si scaldarono velocemente a causa del calore di decadimento del combustibile del reattore. Nonostante i coraggiosi e talvolta romanzeschi tentativi del personale operativo di ripristinare il controllo e raffreddare i reattori ed il combustibile esausto, si verificarono diversi danni al combustibile e una serie di esplosioni. Queste esplosioni causarono un’ulteriore distruzione del sito, rendendo ancora più impegnativa e pericolosa la situazione affrontata dagli operatori. E in più si aggiunse, la contaminazione radioattiva diffusa nell’ambiente. Questi eventi sono temporaneamente definiti come appartenenti alla categoria più elevata sulla scala INES.

Ad oggi, non è stato riportato alcun effetto sulla salute in nessuna persona a causa dell’esposizione alle radiazioni dell’incidente nucleare.

In accordo con il governo Giapponese, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) ha diretto una missione preliminare per raccogliere prove e individuare i primi insegnamenti da trarre dall’incidente alla centrale di Fukushima Dai-ichi e diffondere queste informazioni a tutta la comunità nucleare mondiale. Per raggiungere questo scopo, un gruppo di esperti ha intrapreso questa missione conoscitiva dal 24 Maggio al 1 Giugno 2011. I risultati di questa missione saranno comunicati alla Conferenza Ministeriale per la Sicurezza Nucleare della IAEA nella sede centrale a Vienna dal 20 al 24 Giugno 2011. Questa è una relazione sintetica preliminare per fornire un feedback al governo del Giappone.

Durante la missione della IAEA, la squadra di esperti sul nucleare ha ricevuto un’eccellente collaborazione da tutti i soggetti coinvolti, acquisendo informazioni da molti ministeri Giapponesi pertinenti, regolatori ed operatori nucleari. La missione ha visitato anche tre impianti nucleari colpiti – Tokai, Fukushima Dai-ichi e Dai-ini della TEPCO – per ottenere una valutazione della situazione delle centrali e dell’entità del danno. I

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sopralluoghi negli impianti hanno permesso agli esperti di parlare con lo staff operativo e visionare i lavori di restauro e riparazione in corso.

La missione ha raccolto prove, effettuato una valutazione preliminare ed ha sviluppato conclusioni preliminari e lezioni da imparare. Questi insegnamenti e conclusioni sono stati condivisi e discussi con gli esperti ed i funzionari Giapponesi. Le conclusioni cadono sostanzialmente nelle tre aree specialistiche: pericoli esterni, gestione degli incidenti gravi e misure di emergenza. Sono importanti per la comunità nucleare Giapponese, la IAEA e per la comunità nucleare mondiale per capire come migliorare la sicurezza nucleare.

Le principali conclusioni preliminari e gli insegnamenti acquisiti sono:

Il governo Giapponese, i regolatori e gli operatori nucleari sono stati estremamente disponibili nel condividere informazioni e nel rispondere alle molteplici domande da parte della missione investigativa per aiutare il mondo nell’apprendere insegnamenti per migliorare la sicurezza nucleare.

La reazione sul luogo da parte dello staff specializzato, determinato ed esperto, sottoposto a condizioni estremamente difficili è stata esemplare ed ha portato al miglior approccio per garantire la sicurezza, date le circostanze eccezionali. Lo staff è stato grandemente sostenuto da un supporto aggiuntivo altamente professionale, specialmente le disposizioni al J-Village per garantire la protezione dei lavoratori che lavorano nei siti.

La reazione di più lungo periodo del governo Giapponese per salvaguardare il pubblico, inclusa l’evacuazione, è stata impressionante ed estremamente ben organizzata. Un adeguato e tempestivo programma di approfondimento sulle esposizioni pubbliche e dei lavoratori e sul monitoraggio della salute sarà benefico.

La tabella di marcia stabilita per il ripristino dei reattori colpiti è significativa e acquisita. Necessiterà modifiche non appena saranno scoperti nuove informazioni e potrà essere supportata dalla cooperazione internazionale. La tabella di marcia deve essere vista come parte di un piano più ampio che si risolverà nella bonifica delle aree all’esterno del sito colpite da emissioni radioattive per permettere alle persone evacuate di ristabilire le loro normali condizioni di vita. Dimostrando così al mondo cosa si può realizzare in risposta a tali eventi nucleari estremi.

Il pericolo di uno tsunami fu sottostimato per diversi siti. I progettisti nucleari e gli operatori devono valutare appropriatamente i rischi di tutti i pericoli naturali, fornire protezione da questi e devono aggiornare periodicamente le loro valutazioni e le metodologie di valutazione, alla luce di nuove informazioni, esperienze e conoscenze.

La difesa in profondità, la distanza fisica, la diversità e i requisiti di ridondanza devono essere applicati per eventi estremi ed esterni, in particolare quelli con modalità di coinvolgimento comune, come le inondazioni estreme.

Il sistema regolatore nucleare deve dedicarsi adeguatamente agli eventi esterni estremi, anche alle loro revisioni periodiche; e devono assicurare il mantenimento dell’indipendenza normativa e la trasparenza delle parti, in tutte le circostanze in linea con gli Standard di Sicurezza IAEA.

Le gravi combinazioni a lungo termine di eventi esterni devono essere adeguatamente previste nella progettazione, nelle operazioni, nelle risorse e nelle misure di emergenza.

L’incidente Giapponese dimostra il valore dei solidi Sistemi di Risposta alle Emergenze con disposizioni adeguate per le comunicazioni, parametri essenziali d’impianto, controllo e risorse. Questi sistemi devono essere previsti per tutti i più grandi impianti nucleari che rischiano gravi

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potenziali incidenti. In aggiunta, deve essere disponibile equipaggiamento semplice, efficace e solido per ripristinare le funzioni essenziali di sicurezza in modo tempestivo per degli incidenti gravi.

I rischi connessi all’Idrogeno devono essere oggetto di una valutazione dettagliata e devono essere previsti sistemi di mitigazione necessari.

Disposizioni di emergenza, specialmente per le fasi iniziali, devono essere ideate per essere solide in risposta a gravi incidenti.

La Mission della IAEA sprona la comunità nucleare internazionale a trarre vantaggio dalla singolare opportunità creata dall’incidente di Fukushima, per cercare di apprendere e incrementare la sicurezza nucleare mondiale.

Traduzione amatoriale.Originale a questo indirizzo:

http://www.iaea.org/newscenter/focus/fukushima/missionsummary010611.pdf