Mirco Tonioli. l'Allenamento della Tecnica

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I contenuti di una “lezione” le “informazioni” e il “messaggio”

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Casalmaggiore 29 marzo - Mirco Tonioli

Transcript of Mirco Tonioli. l'Allenamento della Tecnica

I contenuti di una “lezione”

le “informazioni” e il “messaggio”

L’allenamento della tecnica “dai la cera togli la cera”

Il mio interesse sull’argomento nasce da una

contraddizione metodologica:

il persistere di allenamenti di “tecnica”

in atleti evoluti anche di ottimo livello,

ma soprattutto da una esigenza personale:

l’insoddisfazione nel mio modo di insegnare

la tecnica...

“… Quotidianamente constatiamo, in particolare nei bambini di città, la mancanza di strutture motorie di base, per cui nella scuola elementare ed anche in quella superiore, mancano le capacità elementari di corsa, lancio, salto ed arrampicata.

Jeno Koltai: “Didattica dell’atletica leggera”

Budapest 1975

L’allenamento

Prevede lo sviluppo delle capacità motorie in

accordo con il Modello Prestativo della gara

che ci interessa

“Capacità condizionali vs Capacità coordinative” entrambe sono prerequisito della tecnica

L’apprendimento della tecnica si basa sulle capacità

coordinative

La possibilità di realizzarla sulle capacità condizionali

Resistenza Forza Rapidità Mobilità articolare

Capacità condizionali

Le Capacità Coordinative

Variamente definite da diversi autori che concordano comunque su alcune quali:

• Equilibrio

• Coordinazione intersegmentaria

• Coordinazione occhio-arto e spazio - tempo

• Capacità di differenziazione della forza

• ……..altre

Nei più giovani l’allenamento della tecnica coincide con l’allenamento delle capacità coordinative

L’analisi fattoriale di una batteria di 20 test motori

più 5 antropometrici selezionati, rivela l’esistenza di

7 fattori che spiegano il 57,9 della varianza totale.

Il più importante è il fattore “sviluppo fisico” e fra

questi ne compare uno attribuibile alla

“capacità di differenziazione della forza”

Convegno “motor coordination in sport and exercise”

Carbonaro, Merni, Madella - Bologna 22/23 settembre 2000

Capacità di differenziazione muscolare “il controllo del proprio corpo”

In uno studio in cui la capacità di differenziazione è stata

misurata con un dinamometro, senza dare feedback visivi

ai soggetti, si è confermata l’esistenza di questa specifica

capacità

La capacità di differenziazione muscolare pare essere più

sviluppata nei soggetti dotati di maggior “talento”

Convegno “motor coordination in sport and exercise” Merni, Cicchella, Toselli, Brasili, Bianchi - Bologna 22/23 settembre 2000

gesto automatico

&

gesto variabile

Alla mia generazione è stato raccontato che esistono due tipi di apprendimento motorio:

elastico (adattabile) tipico degli sport di situazione

rigido (automatico) tipico degli sport di prestazione

L’esperienza pratica rende evidente l’infondatezza di questa teoria

gesto automatico o variabile un concetto superato

Il modello (attuale) dell’apprendimento (secondo Meinel):

coordinazione grezza→coordinazione fine→disponibilità variabile

Diverse ricerche dimostrano che è automatizzato l’accoppiamento fra percezione e azione

Esempio: in una finale olimpica del lungo gli stessi atleti variano gli ultimi 4 passi anche del 7%

Madella - Le competenze didattiche dell’allenatore di alto livello - 22/12/2002

Alcune indicazioni per “il giovanile” “L’allenamento del giovane atleta non è lo stesso

dell’atleta evoluto ridotto in percentuale”

“Nel giovane prevalgono gli aspetti generali su quelli specifici”

“Nelle fasi giovanili un elevato numero di esperienze motorie costituisce una base da cui attingere in età successive”

“L’allenamento del giovane deve essere multilaterale”

“La programmazione deve essere pluriennale”

Ma tutto questo…concretamente…

LA MULTILATERALITA’

Convegno CONI Bologna 2013

In età prescolare il bagaglio motorio si amplia per imitazione

La pratica sportiva extrascolastica non

porta a miglioramenti significativi nella

capacità motorie dei ragazzi rispetto a

chi svolge attività spontanea

Nuova Atletica dal Friuli n.208–2008

D.Colella e A.Siressi–Sviluppo motorio e pratica sportiva)

La pratica sportiva extrascolastica non porta a

miglioramenti significativi nella capacità motorie dei

ragazzi rispetto a chi pratica attività spontanee (Nuova Atletica dal F. 208–2008 D.Colella e A.Siressi–Sviluppo motorio e pratica sportiva)

E’ possibile trarre alcune conclusioni anche antitetiche:

Non importa una attività motoria codificata è meglio una qualunque attività spontanea (critica ai minisport)

OPPURE

La qualità e le modalità di ciò che si propone fa la differenza con la normale attività spontanea

OPPURE

La proposta deve variare in relazione all’età degli allievi

Aggiornamento regionale 2009 Di Maggio – Corradi

“…si evidenzia una preparazione troppo selettiva, la mancanza di un ampio

bagaglio psicomotorio, un indirizzo rivolto agli esercizi speciali e alla

‘’pseudo tecnica‘’

della specialità, ricercando risultati

immediati.”

ESORDIENTI B C ….multidisciplinarietà / gioco

ESORDIENTI A - RAGAZZI ….multilateralità

RAGAZZI – CADETTI….multilateralità orientata

CADETTI – ALLIEVI ….definizione delle tecniche

GIOVANI ATLETI ….specializzazione

ATLETI EVOLUTI.…allenamento

ATLETI ALTO LIVELLO….variazione, innovazione

Una definizione degli ambiti

E’ evoluto l’atleta che, per preparazione, età, esperienza e capacità è in grado di svolgere

correttamente tutte le proposte di allenamento

Con GIOVANE ATLETA possiamo intendere colui che non ha ancora raggiunto il completo sviluppo fisico (circa 19 anni nei maschi ma anticipabile nelle femmine anche a 15 anni)

Si può essere giovani ed evoluti

Si può non essere giovane senza essere evoluto

il giovane velocista-ostacolista

Tecniche specifiche di gara: la corsa, la partenza, accelerazione, il passaggio dell’ostacolo, il cambio nella staffetta

Tecnica esecutiva dei principali esercizi con sovraccarico

Tecnica di multibalzo

…che altro…

CADETTI – ALLIEVI ….definizione delle tecniche

L’allenamento della tecnica

• Conoscere la tecnica

• Avere un modello ideale di riferimento

• Comprendere le regole tecniche alla

base del gesto

• Applicare le regole con competenza

tecnica in modo anche individualizzato

L’allenamento della tecnica

Avere un modello ideale di riferimento

L’osservazione selettiva

Per ottenere risultati l’allenatore deve imparare a

osservare selettivamente ossia a concentrarsi

sulle sequenze chiave del movimento globale.

Di Maggio – Corradi 2009

Estrarre regole tecniche dalla

conoscenza del gesto

“E’ importante il modo con il quale l’allenatore

considera gli obiettivi dell’allenamento.

Il numero degli obiettivi diminuisce quanto

maggiore è la sua esperienza.”

Verkhoshansky - Atleticastudi 3/4/5 1996

L'allenamento della tecnica

Ma allenare la tecnica somministrando esercizi come

fossero una medicina non funziona, sono necessarie

capacità didattiche

L’allenamento della tecnica

E come allenano la tecnica negli sport come la ginnastica artistica dove la perfetta esecuzione di esercizi molto complessi è il fine stesso della competizione?

E in quelli dove la tecnica viene posta alla

base della efficacia “marziale” del gesto come nel judo (nella tradizione orientale)?

L’allenamento della tecnica nell’atleta evoluto

I tecnici intervenuti nelle loro relazioni

parlano di allenamento tecnico analitico,

di ripetizione quasi ossessiva del gesto

da parte dell’atleta, spesso senza il

controllo diretto dell’allenatore

Tavola rotonda:

L’allenamento della tecnica nell’atleta evoluto

Mercoledì 16 Febbraio, 2005 ore 21,00

Sala Riunioni Record Sport

Programma

Introduzione Franco Merni

L’esperienza nella ginnastica Giacomo Zuffa

L’esperienza nelle arti marziali Fioravante Minelli

L’esperienza nei lanci Marinella Vaccari

Allenamento tecnico

Record sport 03/03/05 - Marina Piazza Bandettini allenatrice nazionale ginnastica ritmica - lezione per la facoltà di scienze motorie

• A 10 / 12 anni l’allenamento si suddivide a metà fra preparazione tecnica e preparazione fisica

• A 11 / 14 anni abbiamo 30% preparazione fisica / 70% preparazione tecnica, per un totale di 35-40 ore/settimana

Nell’allenamento: • I diversi elementi tecnici sono trattati separatamente. • Le parti di mobilità articolare e di forza interagiscono

nella capacità di mantenere le posizioni

Approccio globale vs approccio analitico SdS n.78 luglio-settembre 2008 “l’insegnamento della tecnica natatoria”

Nella ricerca, inerente il nuoto, si trova

che il metodo di insegnamento globale

è migliore in soggetti dotati di maggiore

abilità; conviene quello analitico per chi

ha meno capacità motorie di base

Madella - Le competenze didattiche dell’allenatore di alto livello 22/12/2002

“L’esercizio analitico è valido per atleti abili e di livello, per gli altri non c’è transfert.”

…nell’allenamento tecnico

“apprendimento motorio e feedback verbale”

Da SdS n.65 aprile-giugno 2005

L’analisi dei risultati dimostra che il

miglioramento più alto c’è stato per il

gruppo che riceveva feedback ogni 3

tentativi, seguito dal gruppo con

feedback misto, quindi quello con

feedback continuo e ultimo quello di

controllo senza feedback.

L’allenamento tecnico

L’allenamento della tecnica non può

prescindere dalla partecipazione

attiva dell’atleta, l’abilità

dell’allenatore consiste nella capacità

di stimolarla in ogni modo

“La tecnica è la soluzione del problema e dipende dalla coordinazione”

22/12/2002 Arturo Hotz - Metodologia dell’insegnamento

Se non siamo capaci di realizzare la giusta

velocità, possiamo però essere capaci di

riprodurre il giusto ritmo.

Un gesto con il giusto ritmo può essere

accelerato

L’apprendimento motorio “GiocoSport” seminario con A.Madella 02/03/1996

La metodologia dell’insegnamento non è una sequenza di atti razionali, l’insegnante non è uno scienziato ma un manager che gestisce persone e situazioni

Il feedback è importante, si deve dare un

feedback adeguato alle sensazioni dell’allievo.

Per questo non sono utili correzioni di tipo descrittivo

L’allenamento della tecnica

riassumendo:

L’allenamento tecnico per i giovani “non ancora atleti” è una cosa

L’allenamento della tecnica sportiva è un altra cosa

L’allenamento della tecnica nell’atleta evoluto è cosa ancora diversa

E’ importante cosa facciamo e come lo facciamo fare riassumendo:

• L’insegnante è un manager che gestisce persone e situazioni

• Gli aspetti condizionali come la mobilità articolare e la forza influenzano la capacità di mantenere le posizioni

• (NELLA DIDATTICA) il metodo globale è migliore in soggetti abili; per chi ha meno capacità motorie di base conviene quello analitico

• (NELL’ALLENAMENTO TECNICO) l’esercizio analitico è valido per atleti abili e di livello, per gli altri non c’è transfert.

• Dare feedback adeguati alle sensazioni dell’allievo, evitare quelli di tipo descrittivo

• Non è indispensabile la presenza costante del tecnico come feedback esterno, l’importante è la partecipazione attiva del soggetto.

• Con feedback non continui si da modo all’atleta di elaborare le sensazioni

• Non è necessario realizzare la giusta velocità, importante è il giusto ritmo che possa poi essere accelerato

…durante l’allenamento tecnico

Chiedere e stimolare sempre l’attenzione

degli allievi su quello che fanno e farli

ragionare immediatamente dopo l’esercizio

sulle sensazioni che hanno avuto.

Ricercare le stesse sensazioni nella

esecuzione dell’esercizio di gara.

Quando allenare la tecnica? Aggiornamento regionale 2009 Di Maggio – Corradi

Nella fase di specializzazione, dopo averne

creato i presupposti coordinativi e

condizionali in età giovanile

Nel corso della stagione, il lavoro sulla tecnica

si svolge nelle fasi più lontane dalle

competizioni, l’allenamento della tecnica

utilizza esercizi analitici che rompono le

coordinazioni esistenti e richiede tempo per

ristabilire nuovi equilibri

BUON ALLENAMENTO!!

FINE