MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E...

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Guardia di Finanza CASERMA MAVM VITTORIO GALIANO MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E TRASPORTI PROVVEDITORATO INTERREGIONALE PER LE OPERE PUBBLICHE PER IL LAZIO - ABRUZZO - SARDEGNA via Monzambano, 10 - Roma LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DELL'IMMOBILE ADIBITO A SALA PROVE DELLA BANDA MUSICALE DEL CORPO DELLA GUARDIA DI FINANZA NELL'AMBITO DELLA CASERMA MAVM VITTORIO GALIANO Dott. Arch. Vincenzo Fusco DIRETTORE DEI LAVORI: DATA SCALA 15 Settembre 2015 PROGETTISTI: REVISIONE C PROGETTO ESECUTIVO RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO: Dott. Ing. Maria Giannettino CAPITOLATO SPECIALE DI APPALTO GDF_CSA

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Guardia di FinanzaCASERMA MAVM VITTORIO GALIANO

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E TRASPORTIPROVVEDITORATO INTERREGIONALE PER LE OPERE PUBBLICHE

PER IL LAZIO - ABRUZZO - SARDEGNAvia Monzambano, 10 - Roma

LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DELL'IMMOBILE ADIBITO A SALAPROVE DELLA BANDA MUSICALE DEL CORPO DELLA GUARDIA DI

FINANZA NELL'AMBITO DELLA CASERMA MAVM VITTORIO GALIANO

Dott. Arch. Vincenzo Fusco

DIRETTORE DEI LAVORI:

DATA

SCALA

15 Settembre 2015

PROGETTISTI:

REVISIONE C

PROGETTO ESECUTIVO

RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO:

Dott. Ing. Maria Giannettino

CAPITOLATO SPECIALE DI APPALTO

GDF_CSA

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A.T. Advanced Technologies S.r.l. Tel.06/70497989 r.a.Fax 06/70493818 Dott.Ing.Gabriele Novembri Via Matteo Boiardo, 12 – 00185 Roma

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI PROVVEDITORATO INTERREGIONALE PER LE OPERE PUBBLICHE

LAZIO-ABRUZZO-SARDEGNA ROMA

Lavori di

RIQUALIFICAZIONE E RIFUNZIONALIZZAZIONE DEL COMPRENSORIO DEMANIALE DELLA CASERMA “VITTORIO GALIANO” DELLA GUARDIA DI FINANZA IN VIA DI PORTA FURBA ROMA

OGGETTO: Codice Lavoro 13/GDF/L/0052/00

CUP: D89G13000720001 CIG: 564764259C

CAPITOLATO SPECIALE DI APPALTO articolo 53, comma 4, periodi primo e terzo, del decreto legislativo n. 163 del 2006

(articoli 43, commi da 3 a 6, 138, commi 1 e 2, e 184, del d.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207)

CONTRATTO A CORPO

Importi in euro

1 Importo esecuzione lavoro a corpo 2.460.143,06

2 Di cui oneri per l’attuazione dei piani di sicurezza 83.521,51

3 Importo esecuzione lavoro a corpo soggetti a ribasso 2.376.621,55

A Totale appalto 1=(2 + 3) 2.460.143,06

Capitale Sociale € 10.400,00 int. vers. Tribunale di Roma sez. società commerciali n° 227/76 - C.C.I.A.A n°403746 P. I.V.A. 03576571008 - C.F. 02209070586

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dott. ing. Gabriele Novembri SOMMARIO

1 NATURA E OGGETTO DELL’APPALTO 10 1.1 Oggetto dell’appalto 10

1.2 Ammontare dell’appalto 11

1.3 Modalità di stipulazione del contratto 11

1.4 Qualificazione dell’impresa appaltatrice – Categoria prevalente 12

1.5 Categorie di lavorazioni omogenee categorie contabili 12

1.6 Individuazione della percentuale di manodopera 13

1.7 Descrizione sommaria delle opere 13

2 DISCIPLINA CONTRATTUALE 17 2.1 Interpretazione del contratto e del capitolato speciale d'appalto 17

2.2 Documenti che fanno parte del contratto 17

2.3 Disposizioni particolari riguardanti l’appalto 18

2.4 Fallimento dell’appaltatore 18

2.5 Rappresentante dell’appaltatore e domicilio; direttore di cantiere 18

2.6 Norme generali sui materiali, i componenti, i sistemi e l'esecuzione 19

2.7 Convenzioni in materia di valuta e termini 19

3 TERMINI DI ESECUZIONE 20 3.1 Consegna e inizio dei lavori 20

3.2 Consegne parziali 20

3.3 Termini per l'ultimazione dei lavori 20

3.4 Proroghe e differimenti 21

3.5 Sospensioni ordinate dalla DL 21

3.6 Sospensioni ordinate dal RUP 22

3.7 Penali in caso di ritardo 22

3.8 Programma esecutivo dei lavori dell'appaltatore 23

3.9 Inderogabilità dei termini di esecuzione 24

3.10 Risoluzione del contratto per mancato rispetto dei termini 24

4 CONTABILIZZAZIONE DEI LAVORI 26 4.1 Lavori a corpo 26

4.2 Rimborsi a fattura e lavori in economia 26

5 DISCIPLINA ECONOMICA 28 5.1 Anticipazione del prezzo 28

5.2 Pagamenti in acconto e ritenute 28

5.3 Pagamenti a saldo 30

5.4 Ritardi nel pagamento delle rate di acconto 31

5.5 Ritardi nel pagamento della rata di saldo 31

5.6 Revisione prezzi e adeguamento del corrispettivo 31

5.7 Cessione del contratto e cessione dei crediti 31 Pagina n 2

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dott. ing. Gabriele Novembri 6 CAUZIONI E GARANZIE 32 6.1 Cauzione provvisoria 32

6.2 Cauzione definitiva 32

6.3 Riduzione delle garanzie 33

6.4 Obblighi assicurativi a carico dell’appaltatore 33

7 DISPOSIZIONI PER L’ESECUZIONE 35 7.1 Variazione dei lavori 35

7.2 Varianti per errori od omissioni progettuali 35

7.3 Prezzi applicabili ai nuovi lavori e nuovi prezzi 36

8 DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SICUREZZA 37 8.1 Adempimenti preliminari in materia di sicurezza 37

8.2 Norme di sicurezza generali e sicurezza nel cantiere 38

8.3 Piano di sicurezza e di coordinamento 38

8.4 Modifiche e integrazioni al piano di sicurezza e di coordinamento 39

8.5 Piano operativo di sicurezza 39

8.6 Osservanza e attuazione dei piani di sicurezza 40

9 DISCIPLINA DEL SUBAPPALTO 41 9.1 Subappalto 41

9.2 Responsabilità in materia di subappalto 42

9.3 Art. 47. Pagamento dei subappaltatori 42

10 CONTROVERSIE, MANODOPERA, ESECUZIONE D'UFFICIO 44 10.1 Accordo bonario 44

10.2 Definizione delle controversie 44

10.3 Contratti collettivi e disposizioni sulla manodopera 45

10.4 Risoluzione del contratto - Esecuzione d'ufficio dei lavori 46

11 DISPOSIZIONI PER L’ULTIMAZIONE 49 11.1 Ultimazione dei lavori e gratuita manutenzione 49

11.2 Termini per l’accertamento della regolare esecuzione 49

11.3 Presa in consegna dei lavori ultimati 49

12 NORME FINALI 50 12.1 Oneri e obblighi a carico dell’appaltatore 50

12.2 Conformità agli standard sociali 53

12.3 Custodia del cantiere 53

12.4 Eventuale sopravvenuta inefficacia del contratto 54

12.5 Tracciabilità dei pagamenti 54

12.6 Spese contrattuali, imposte, tasse 55

13 NORME PER L’ACCETTAZIONE DEI MATERIALI 56 13.1 Norme generali per l’accettazione, qualità e impiego dei materiali: 56

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dott. ing. Gabriele Novembri 13.2 Norme generali per la provvista di materiali: 56

13.3 Acqua, calci, cementi ed agglomerati cementizi, pozzolane, gesso bitumi: 56

13.4 Elementi di laterizio e calcestruzzo: 58

13.5 Armature per calcestruzzo- Acciai per cemento armato: 59

13.6 Legnami: 60

13.7 Prodotti per pavimentazione edifici: 61

13.8 Materiali per rivestimenti: 65

13.9 Prodotti diversi – sigillanti,adesivi: 65

13.10 Infissi: 66

13.11 Infissi in alluminio: 68

13.12 Prodotti per il rivestimento interno: 70

13.13 Intonaci: 71

13.14 Prodotti per l’isolamento termico: 72

13.15 Prodotti per pareti esterne e partizioni interne: 74

13.16 Prodotti per l’assorbimento acustico: 76

13.17 Prodotti per l’isolamento acustico: 76

13.18 Materiali da fabbro - ferrosi 77

13.19 Opere da fabbro 79

13.20 Strutture in acciaio 80

13.21 Sistemi per rivestimenti esterni ed interni: 82

13.22 Opere di vetrazione, serramentistica e schermature: 83

13.23 Esecuzione delle pavimentazioni: 85

13.24 Cemento e Acciaio 86

13.25 Impianto elettrico e di comunicazione interna: 87

13.26 Impianto elettrico con bassa emissione elettromagnetica: 93

14 NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI VALORI 95 14.1 Norme generali: 95

14.2 Murature in genere: 95

14.3 Controsoffitti: 96

14.4 Pavimenti: 96

14.5 Rivestimenti: 96

14.6 Intonaci: 96

14.7 Tinteggiature e Verniciature: 97

14.8 Isolanti termici e acustici: 98

14.9 Lavori in metallo 98

14.10 Vetri, cristalli e simili: 98

14.11 Infissi in alluminio 98

14.12 Impianto elettrico 98

14.13 Opere di assistenza agli impianti: 99

14.14 Manodopera: 100

Pagina n 4

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dott. ing. Gabriele Novembri 14.15 Noleggi 101

14.16 Disposizioni generali relative ai prezzi – Invariabilità: 101

14.17 Lavori imprevisti: 102

15 OPERE ARCHITETTONICHE: DESCRIZIONE LAVORAZIONI 103

15.1 MURATURA M01 103

15.1.1 Prescrizioni tecniche generali 103

15.1.2 Trattamenti e finiture 103

15.1.3 Prestazioni 103

15.2 PARETI ACUSTICHE INTERNE (NP.AR.13 NP.AR.14) 103

15.2.1 Prescrizioni tecniche generali: 104

15.2.2 Regole per l’esecuzione: 104

15.2.3 Prestazioni: 105

15.3 USCITE DI SICUREZZA 105

15.3.1 Porta P1 106

15.3.2 Porta P2 (NP.AR.03): 106

15.3.3 Porta P3 (NP.AR.04): 106

15.3.4 Porta P4 (NP.AR.05): 107

15.3.5 Porta P5 107

15.4 VISIVA SALA REGIA (NP.AR.09): 107

15.4.1 Prestazioni: 107

15.5 RIVESTIMENTO DELLE IMBOTTI (NP.AR.01 NP.AR.07) 107

15.6 CONTROSOFFITTO – SALA REGIA 108

15.7 CONTROSOFFITTO ACUSTICO (NP.AR.10) 108

15.7.1 Prescrizioni tecniche generali: 109

15.7.2 Prestazioni pannellature: 109

15.8 TRATTAMENTI INTUMESCENTI SU STRUTTURA (NP.AR.06) 109

15.8.1 Trattamento intumescente: 109

15.8.2 Verniciatura: 109

15.9 SIGILLATURE ATTRAVERSAMENTI (NP.AR.07) 109

15.10 PAVIMENTAZIONE PALCO, SALA (NP.AR.02) 110

15.10.1 Prestazioni: 110

15.11 PAVIMENTAZIONE ATRIO – SERVIZI IGIENICI 110

15.12 PAVIMENTAZIONE SPAZIO TECNICO – SALA REGIA 110

15.13 PALCO (NP.AR.11) 110

15.13.1 Prescrizioni tecniche generali: 111

15.13.2 Trattamento e Finitura: 111

15.13.3 Prestazioni: 111

15.14 MASSETTI 111

15.14.1 Prescrizioni tecniche generali 112 Pagina n 5

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dott. ing. Gabriele Novembri 15.15 ISOLAMENTO TERMICO A CAPPOTTO 113

15.15.1 Isolamento a parete SALA PROVE (NP.AR.15) 113

15.15.2 Isolamento a parete SALA REGIA 113

15.15.3 Isolamento a pavimento SALA PROVE – ATRIO DI INGRESSO – SERVIZI IGIENICI (NP.AR.16) 114

15.16 FINITURA AD INTONACO 114

15.17 TINTEGGIATURA 114

15.18 LOCALE TECNICO ESTERNO 115

15.18.1 Opere edili principali 115

15.18.2 Finiture 115

15.19 STRUTTURA METALLICA 116

15.19.1 Spazio tecnico interno – Scala tecnica esterna 116

15.20 STRUTTURE IN C.A. 116

15.20.1 Prestazioni 116

16 OPERE IMPIANTISTICHE – IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE: DESCRIZIONE LAVORAZIONI 119

16.1 ASSISTENZA MURARIA AGLI IMPIANTI MECCANICI 119

16.2 CANALIZZAZIONI IN LAMIERA DI ACCIAIO ZINCATO 119

16.2.1 Prescrizioni tecniche generali: 119

16.2.2 Regole per l’esecuzione: 119

16.3 DIFFUSORI AD UGELLO ORIENTABILE 120

16.3.1 Prescrizioni tecniche generali: 120

16.3.2 Prestazioni 120

16.4 ELETTROPOMPA GEMELLARE A PORTATA COSTANTE 120

16.4.1 Prescrizioni tecniche generali: 120

16.5 GIUNTI ANTIVIBRANTI E DI DILATAZIONE 121

16.5.1 Prescrizioni tecniche generali: 121

16.6 GRIGLIE DI RIPRESA 121

16.6.1 Prescrizioni tecniche generali: 121

16.7 IMPIANTO ANTINCENDIO 121

16.7.1 Requisiti minimi progettuali 121

16.7.2 Prescrizioni tecniche generali: 121

16.7.3 Prestazioni: 122

16.8 ISOLAMENTO CONDOTTI 122

16.8.1 Prescrizioni tecniche generali: 122

16.8.2 Regole per l’esecuzione: 122

16.9 ISOLAMENTO DI TUBAZIONI 123

16.9.1 Prescrizioni tecniche generali: 123

16.9.2 Regole per l’esecuzione: 123

16.10 ISOLAMENTO DI VALVOLE, DILATATORI, FILTRI, CORPI ELETTROPOMPE 124

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dott. ing. Gabriele Novembri 16.10.1 Prescrizioni tecniche generali: 124

16.10.2 Trattamento e Finitura: 124

16.10.3 Regole per l’esecuzione: 124

16.11 IMPIANTO DI VENTILAZIONE CANALE D’ARIA 124

16.11.1 Requisiti minimi progettuali 124

16.11.2 Prescrizioni tecniche generali: 125

16.11.3 Prestazioni: 125

16.12 POMPA DI CALORE 126

16.12.1 Prescrizioni tecniche generali: 126

16.12.2 Prestazioni: 126

16.13 SERBATOIO INERZIALE 128

16.13.1 Prescrizioni tecniche generali: 128

16.14 SERRANDE AD ALETTE PARALLELE 128

16.14.1 Prescrizioni tecniche generali: 128

16.15 SERRANDE AD ALETTE CONTRAPPOSTE 128

16.15.1 Prescrizioni tecniche generali: 128

16.16 SERRANDE TAGLIAFUOCO 129

16.16.1 Prescrizioni tecniche generali: 129

16.16.2 Prestazioni: 129

16.17 SILENZIATORI RETTANGOLARI DA CANALE 129

16.17.1 Prescrizioni tecniche generali: 129

16.17.2 Regole per l’esecuzione: 129

16.18 SISTEMA DI REGOLAZIONE AUTOMATICA DEGLI IMPIANTI 129

16.18.1 Prescrizioni tecniche generali: 129

16.18.2 Prestazioni 130

16.19 TUBAZIONI IN ACCIAIO NERO 131

16.19.1 Prescrizioni tecniche generali: 131

16.19.2 Regole per l’esecuzione: 132

16.20 TUBAZIONI IN ACCIAIO ZINCATO 132

16.20.1 Prescrizioni tecniche generali: 132

16.20.2 Regole per l’esecuzione: 132

16.21 TUBAZIONI IN PEAD PER CONDOTTI FOGNARI 133

16.21.1 Prescrizioni tecniche generali: 133

16.21.2 Regole per l’esecuzione: 133

16.22 TUBAZIONI IN PEAD PER ADDUZIONE ACQUA POTABILE 134

16.22.1 Prescrizioni tecniche generali: 134

16.22.2 Regole per l’esecuzione: 134

16.23 TUBAZIONI IN POLIPROPILENE 135

16.23.1 Prescrizioni tecniche generali: 135

16.24 TUBAZIONI IN RAME 135

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dott. ing. Gabriele Novembri 16.24.1 Prescrizioni tecniche generali: 135

16.24.2 Regole per l’esecuzione: 135

16.25 TUBAZIONI IN RAME PREISOLATE PER RISCALDAMENTO E RIFRIGERAZIONE 136

16.25.1 Prescrizioni tecniche generali: 136

16.25.2 Regole per l’esecuzione: 136

16.26 TUBAZIONI IN PVC 136

16.26.1 Prescrizioni tecniche generali: 136

16.27 TUBAZIONE IN MULTISTRATO 137

16.27.1 Prescrizioni tecniche generali: 137

16.28 TERMOMETRI 137

16.28.1 Prescrizioni tecniche generali: 137

16.28.2 Regole per l’esecuzione: 137

16.29 UNITÀ DI TRATTAMENTO ARIA 137

16.29.1 Prescrizioni tecniche generali: 137

16.29.2 Prestazioni: 138

16.30 VALVOLAME 138

16.30.1 Prescrizioni tecniche generali: 138

16.30.2 Prestazioni: 138

16.31 VASI DI ESPANSIONE PRESSURIZZATI 141

16.31.1 Prescrizioni tecniche generali: 141

16.31.2 Regole per l’esecuzione: 141

16.32 VARIATORI DI PORTATA PER SISTEMI A PORTATA VARIABILE (VAV) 142

16.32.1 Prescrizioni tecniche generali: 142

16.33 VENTILCONVETTORE A PARETE 142

16.33.1 Prescrizioni tecniche generali: 142

16.34 VENTILCONVETTORE “SOPRAPORTA” 143

16.34.1 Prescrizioni tecniche generali: 143

16.35 VENTILATORE ESTRAZIONE SERVIZI IGIENICI 144

16.35.1 Prescrizioni tecniche generali: 144

16.36 VENTILAZIONE MECCANICA CONTROLLATA (VMC) 144

16.36.1 Prescrizioni tecniche generali: 144

16.36.2 Regole per l’esecuzione: 144

17 OPERE IMPIANTISTICHE – IMPIANTI ELETTRICI: DESCRIZIONE LAVORAZIONI 147

17.1 Premessa 147

17.1.1 Riferimenti normativi: 147

17.1.2 Interventi previsti: 148

17.1.3 Prescrizioni tecniche generali: 148

17.2 QUADRI ELETTRICI 148

17.3 IMPIANTO DI PRESE E FORZA MOTRICE: 167 Pagina n 8

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dott. ing. Gabriele Novembri 17.4 IMPIANTO TELEFONICO E TRASMISSIONE DATI: 167

17.5 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE 169

17.5.1 Apparecchi di illuminazione di sicurezza 169

17.5.2 Soccorritore per alimentazione e supervisione centralizzata dell’impianto di illuminazione di emergenza 169

17.5.3 Apparecchi di illuminazione ordinari – illuminazione a LED 170

17.5.4 Apparecchio di illuminazione a sospensione 171

17.5.5 Apparecchio di illuminazione stagni 171

17.5.6 Prodotti per illuminazione lineare 171

17.5.7 Binari elettrificati dali e standard. 171

17.5.8 Sistema di gestione e controllo luci dali 172

17.6 ILLUMINAZIONE TECNICA E STRUTTURA AMERICANA 172

17.7 SISTEMA DI RIVELAZIONE INCENDI: 174

17.7.1 Prevenzione d’inquinamento ambientale 174

17.7.2 Cavi elettrici 175

17.7.3 Cavi di collegamento loop 175

17.7.4 Elementi di campo 175

17.7.5 Rivelatore di fumo ad ampio spettro 175

17.7.6 Rivelatore di calore 176

17.7.7 Pannello allarme incendio 177

17.7.8 Pulsante allarme incendio 177

17.7.9 Attuatori e moduli di comando 178

17.7.10 Modulo di comando ingresso/uscita 179

17.7.11 Elettromagnete 180

17.7.12 Stazione di alimentazione 180

17.7.13 Rivelatori lineari di fumo 180

17.7.14 Centrale antincendio convenzionale a 4 zone 181

17.8 SISTEMA AUDIO-VIDEO PROIEZIONE-REGISTRAZIONE : 182

17.9 COLLAUDO: 188

17.9.1 Prove in corso d’opera 188

17.9.2 Collaudi finali 189

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dott. ing. Gabriele Novembri

NATURA E OGGETTO DELL’APPALTO 1

1.1 Oggetto dell’appalto L’appalto ha come oggetto l’esecuzione di tutte le opere, somministrazioni e le forniture necessarie per il completamento delle opere interne della nuova Sala prove della Banda Musicale della Guardia di Finanza, ivi comprese la mano d’opera e la fornitura di materiali e mezzi, assistenza e prestazioni complementari finalizzati all’esecuzione completa delle opere contrattualmente definite e sinteticamente descritte di seguito. La denominazione conferita dalla Stazione Appaltante è: Lavori di rifunzionalizzazione del comprensorio demaniale della Caserma “Vittorio Galiano” della Guardia di Finanza in via di Porta Furba Roma. Oggetto: codice Lavoro 13/GDF/L/0091/00 L’appalto si riferisce alla realizzazione di opere architettoniche quali pareti acustiche perimetrali, controsoffitto acustico e palco, nonché a opere impiantistiche quali il completamento dell’impianto di climatizzazione interno alla sala e la realizzazione dell’impianto illuminotecnico. Sono inoltre comprese opere di carattere generale, quali il completamento delle uscite di emergenza. La sala prove è sita all’interno della caserma MAVM Vittorio Galiano in Via della Batteria di Porta Furba 34 Roma. Sono parte integrante dell'appalto tutte le attività di organizzazione e coordinamento delle varie fasi esecutive, delle modalità di fornitura e della disposizione delle attrezzature che dovranno essere eseguite nella piena conformità con tutta la normativa vigente in materia di lavori pubblici, inclusa quella relativa alla prevenzione degli infortuni e di tutela della salute dei lavoratori. Le indicazioni del presente capitolato, gli elaborati grafici e le specifiche tecniche allegate forniscono la consistenza quantitativa e qualitativa e le caratteristiche di progettazione esecutiva e di esecuzione delle opere oggetto del contratto. Forma e dimensione dell’intervento oggetto dell’appalto risultano dal progetto esecutivo, il Capitolato si integra e si collega inscindibilmente con tutti gli altri documenti di gara ai quali si rimanda per quanto non indicato in queste pagine. In particolare, mentre nel presente documento sono definiti i vari tipi di materiali e componenti da impiegare nelle opere, sugli elaborati grafici sono riportate le loro caratteristiche dimensionali (diametri, potenzialità, ecc.) ed il loro posizionamento. Resta comunque convenuto che sono compresi nell’appalto tutti i lavori, le prestazioni, le forniture e le provviste necessarie per la realizzazione dell’oggetto dell’appalto, e dei quali l’impresa ha tenuto conto al momento della formulazione dell’offerta, potendone valutare la natura e la entità attraverso la ispezione diretta dei luoghi ed il contestuale esame dei documenti di progetto e della documentazione allegata, dei quali l’appaltatore dichiara di aver preso completa ed esatta conoscenza. L’esecuzione dei lavori è sempre effettuata secondo le regole dell’arte e l’appaltatore deve conformarsi alla massima diligenza nell’adempimento dei propri obblighi. Trova inoltre applicazione l’articolo 1374 del Codice civile. L'Appaltatore è tenuto, inoltre alla piena e diretta osservanza di tutte le norme nazionali e regionali (leggi, decreti, circolari, regolamenti, ecc.) con particolare riguardo ai regolamenti edilizi, d'igiene, di polizia urbana, dei cavi stradali, alle norme sulla circolazione stradale, a quelle sulla sicurezza ed igiene del lavoro vigenti al momento dell'esecuzione delle opere (sia per quanto riguarda il personale dell'Appaltatore stesso, che di eventuali subappaltatori, cottimisti e

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dott. ing. Gabriele Novembri lavoratori autonomi), alle norme dettate o impartite dalle UU.SS.LL., alle norme CEI, U.N.I., C.N.R.. Secondo l’art. 3 comma 5 della legge n 136 del 2010 e dell’articolo 66, comma 4, sono stati acquisiti i seguenti codici: CUP: D089G13000720001 CIG: 564764259C

1.2 Ammontare dell’appalto L’appalto è dato a corpo ai sensi dell’articolo 53 del Dlgs 163/2006 e degli articoli 43 sesto comma e 119 quinto comma del regolamento di attuazione. L’importo complessivo dei lavori oggetto del presente appalto ammonta a 2'376'621.55 € dei quali: Importo Lavori 2'376'621.55 €

• Opere edili 1'696’771.95 € • Opere impiantistiche elettriche 282’200.57 € • Opere impiantistiche meccaniche 397’649.03 €

Oneri della sicurezza non soggetti a ribasso 83’521.51 € Importo totale di appalto 2'460'143.06 € L’importo contrattuale corrisponde all’importo dei lavori 2'376'621.55 €, su tale importo deve essere applicato il ribasso percentuale, sull’importo offerto dall’aggiudicatario in sede di gara, aumentato dell’importo relativo agli oneri della sicurezza e la salute nel cantiere. L’importo relativo agli oneri per la sicurezza non è soggetto ad alcun ribasso di gara ai sensi dell’articolo 131 del Codice dei Contratti, dell’articolo 7 del D.P.R. n 222 del 2003 e dell’articolo 12 del D. Lgs. 14/08/1996 n 494. Gli importi potranno variare per varianti in corso d’opera previste all’art. 132 del decreto legislativo 12/04/2006 n163. La prestazione del presente appalto è soggetta all’imposta sul valore aggiunto (D.P.R. 26_10_1972 n.633) da sommarsi a carico dell’amministrazione, nella misura vigente al momento del pagamento che sarà a carico dell’amministrazione stessa su richiesta dell’appaltatore da effettuarsi prima dell’emissione della fattura.

1.3 Modalità di stipulazione del contratto Il contratto è stipulato a “corpo” ai sensi dell’articolo 53 del Codice dei Contratti, e dagli articoli 43 e 184 del Regolamento Generale. L’importo della contratto, come determinato in sede di gara, resta fisso e invariabile, senza che possa essere invocata da alcuna delle parti contraenti alcuna successiva verificazione sulla misura o sul valore attribuito alla quantità. Anche ai sensi dell’articolo 118 del Regolamento Generale, il prezzo convenuto non può essere modificato sulla base della verifica della quantità o della qualità della prestazione, per cui il computo metrico estimativo, posto a base di gara ai soli fini di agevolare lo studio dell’intervento, non ha valore negoziale. Ai prezzi dell’elenco prezzi unitari di cui agli articoli 32 e 41 del Regolamento Generale, si applica il ribasso percentuale offerto dall’appaltatore in sede di gara. I prezzi contrattuali riportati nell’elenco prezzi sono vincolanti anche per la definizione, valutazione e contabilizzazione di eventuali varianti, addizioni o detrazioni in corso d’opera, se ammissibili ed ordinate o autorizzate ai sensi dell’articolo 132 del Codice dei contratti. Il contratto dovrà essere stipulato, a pena di nullità, con atto pubblico notarile informatico, ovvero, in modalità elettronica secondo le norme vigenti per la

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dott. ing. Gabriele Novembri Stazione Appaltante, in forma pubblica amministrativa a cura dell'Ufficiale rogante dell'amministrazione aggiudicatrice o mediante scrittura privata.

1.4 Qualificazione dell’impresa appaltatrice – Categoria prevalente Ai sensi dell’articolo 61 del Regolamento Generale e in conformità a quanto riportato all’allegato A al medesimo regolamento, i lavori sono classificati nella categoria di opere generali OG01 - Edifici civili ed industriali. Ai sensi degli artt. 107, 108 e 109 del Regolamento, le parti di lavoro appartenenti alle categorie diverse da quella prevalente, con i relativi importi, sono indicate nella tabelle di cui al presente articolo. Tali parti di lavoro sono scorporabili e, a scelta dell'impresa, subappaltabili, alle condizioni di legge e del presente capitolato, fatti salvi i limiti, i divieti e le prescrizioni di cui ai commi successivi. Le ulteriori categorie generali e specializzate diverse da quella prevalente, di cui al primo comma, sono quelle di importo singolarmente superiore al dieci per cento dell'importo complessivo dell'opera o lavoro, ovvero di importo superiore a 150.000 euro. L'affidatario, in possesso della qualificazione nella categoria di opere generali ovvero nella categoria di opere specializzate indicate come categoria prevalente può, fatto salvo quanto previsto al successivo comma, eseguire direttamente tutte le lavorazioni di cui si compone l'opera o il lavoro, anche se non è in possesso delle relative qualificazioni, oppure subappaltare dette lavorazioni specializzate esclusivamente ad imprese in possesso delle relative qualificazioni. Non possono essere eseguite direttamente dall'affidatario in possesso della qualificazione per la sola categoria prevalente, se privo delle relative adeguate qualificazioni, le lavorazioni, indicate nel bando di gara o nell'avviso di gara o nella lettera di invito, di importo superiore ai limiti indicati dall'art. 108, terzo comma del Regolamento, relative a:

• categorie di opere generali individuate nell'allegato A del Regolamento; • categorie di opere specializzate individuate nell'allegato A del

Regolamento, come categorie a qualificazione obbligatoria. Esse sono comunque subappaltabili ad imprese in possesso delle relative qualificazioni. Resta fermo, ai sensi dell'art. 37, undicesimo comma, del Codice, il limite di cui all'art. 170, primo comma del Regolamento per le categorie di cui all'art. 107, secondo comma, di importo singolarmente superiore al quindici per cento; si applica l'art. 92, settimo comma del Regolamento .

La distribuzione relativa alle varie categorie di lavoro da realizzare, risulta nel seguente prospetto: IMPORTO % SUL TOTALE LAVORI 1) TOTALE OPERE EDILI OG01 1.696.771,95 71.39 2) IMPIANTI MECCANICI OS28 397.649,03 16.73 3) IMPIANTI ELETTRICI OS30 282.200,57 11.88

1.5 Categorie di lavorazioni omogenee categorie contabili Le categorie di lavorazioni omogenee di cui all’articolo 132, del Codice dei Contratti, agli articoli 3, 43, 161,184 del Regolamento Generale. CATEGORIA DESCRIZIONE CATEGORIE IMPORTO IN EURO INCIDENZA % LAVORI OG01 OPERE EDILI 1.696.771,95 71,39 INFISSI 35.860,74 1.50 PAVIMENTI E GRIGLIATI 66.858,51 2.81 PARETI ACUSTICHE 1.023.671,24 43.07 CONTROSOFFITTO ACUSTICO 139.702,00 5.87 PALCOSCENICO 146.665,94 6.17

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dott. ing. Gabriele Novembri OPERE PROVVISIONALI 76.447,80 3.21 OPERE DI PROTEZIONE TERMICA 111.388,16 4.68 SPAZIO TECNICO 67.086,53 2.82 TRATTAMENTI INTUMESCENTI 29.091,03 1.22 CATEGORIA DESCRIZIONE CATEGORIE IMPORTO IN EURO INCIDENZA % LAVORI OS28 IMPIANTI MECCANICI 397.649,03 16,73 CENTRALE TERMOFRIGORIFERA 211.516,02 8.89 FLUIDI VETTORI 6.928,09 0.29 DISTRIBUZIONE ARIA 146.187,07 6.15 REGOLAZIONE 31.471,95 1.32 ANTINCENDIO 1.545,90 0.06 CATEGORIA DESCRIZIONE CATEGORIE IMPORTO IN EURO INCIDENZA % LAVORI OS30 IMPIANTI ELETTRICI 282.200,57 11,88 RIVELAZIONE INCENDI 4.121,02 0.17 FORZA MOTRICE 20.956,71 0.88 ILLUMINAZIONE 119.337,73 5.02 DISTRIBUZIONE E QUADRI

ELETTRICI 102.129,15 4.29

AUDIO VIDEO 35.655,96 1.50 Ai quali vanno aggiunti gli oneri della sicurezza pari a 83.521,51€. Gli importi a corpo, non sono soggetti a verifica in sede di rendicontazione contabile ai sensi dell’articolo 22.

1.6 Individuazione della percentuale di manodopera Di seguito si riporta per macro categoria di lavoro l’incidenza della manodopera: CATEGORIA DESCRIZIONE CATEGORIE INCIDENZA

MANODOPERA OG01 OPERE EDILI 53.88 OS28 IMPIANTI MECCANICI 7.68 OS30 IMPIANTI ELETTRICI 15.09

1.7 Descrizione sommaria delle opere Le opere che formano oggetto dell'appalto risultano dagli elaborati grafici e dalle specifiche tecniche allegati al contratto di cui formano parte integrante e dalle seguenti indicazioni salvo quanto eventualmente specificato all'atto esecutivo dal direttore dei lavori. Sono, pertanto, comprese nel presente appalto le seguenti opere e progetti:

• PARETI ACUSTICHE: realizzazione di contropareti in materiale ligneo (MDF) dall’andamento geometrico descritto negli elaborati grafici specifici. Composte con stratigrafia complessa realizzata da sottostruttura metallica di ancoraggio alle pareti esistenti (desolidarizzazione a mezzo di elastomero). Realizzate con pacchetti specifici secondo elaborati grafici di progetto esecutivo. Il materiale impiegato in intercapedine dovrà essere in classe di reazione al fuoco A1 (sia esso cartongesso che lana minerale). Il pannello in MDF di finitura dovrà avere caratteristiche di fonoassorbimento congruenti con quanto riportato in relazione acustica. La sottostruttura è realizzata a mezzo di lamiera decapata di spessore 3mm piegatura ad L sagomata a laser ancorata a terra mediante piastre, il collegamento alle pareti laterali avviene mediante tiranti-puntoni.

• CONTROSOFFITTO ACUSTICO: realizzazione di controsoffitto con struttura di sostegno metallica ancorata alla struttura esistente, il controsoffitto sarà realizzato a mezzo di lastre lisce riflettenti acusticamente in MDF di classe di reazione conforme a quanto previsto nella tabella 3 del DM15/03/2005 e s.m.i. aventi un peso minimo di

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dott. ing. Gabriele Novembri 30kg/mq. L’ancoraggio alla struttura esistente rende necessario ricostituire la compartimentazione nell’attraversamento del controsoffitto EI esistente.

• TRATTAMENTO INTUMESCENTE: le strutture di sostegno del controsoffitto saranno rivestite a mezzo di un trattamento intumescente affinché sia loro conferita una caratteristica di resistenza al fuoco pari a R60. Le strutture metalliche di sostegno delle pareti acustiche perimetrali e le strutture del palco non necessitano di trattamenti intumescenti, in quanto non sono presenti contemporaneamente materiali infiammabili e fonti di innesco.

• SIGILLATURE ATTRAVERSAMENTI: realizzazione delle sigillature degli attraversamenti operati dai tubolari metallici a supporto della struttura del controsoffitto, passanti attraverso le pannellature preesistenti in lana di roccia ad alta densità. Essi saranno soggetti a certificazioni secondo quanto disposto dalla vecchia Circolare 91/61, poiché il controsoffitto è esistente.

• PAVIMENTAZIONE ANTISTANTE IL PALCO: il pavimento sarà in parquet ignifugo di classe di reazione al fuoco conforme con quanto riportato nella tabella 1 rigo 1 del DM15/03/2005 e s.m.i. (vecchia classe di reazione al fuoco classe 1).

• FINITURE SALA REGIA: nella sala regia sarà realizzata una pavimentazione in pavimento industriale in pastina e un controsoffitto in cartongesso.

• VISIVA SALA REGIA: realizzazione di infisso vetrato per sala regia tipo fisso, composto da profilati in alluminio e vetro stratificato di sicurezza, potere fonoisolante 45 dB.

• PAVIMENTAZIONE ATRIO: la pavimentazione esterna relativa all’atrio sarà realizzata in travertino chiaro romano. Nel presente Appalto sono inoltre comprese le lavorazioni finalizzate alla realizzazione del massetto premiscelato ivi previsto, oltreché dell’isolamento termico a pavimento.

• IMPIANTO ARIA CONDIZIONATA: completamento impianto di aria condizionata relativo alla Sala Prove. Realizzato a mezzo di impianto a tutt’aria esterna avendo cura di controllare le velocità di immissione dell’aria affinché non siano riscontrabili interferenze acustiche nel normale funzionamento della sala prove. L’impianto come meglio descritto negli elaborati specifici di progetto è realizzato a mezzo di ugelli a lunga gittata, posti su due zone differenziate, in tale modo sarà possibile ottimizzare l’impianto per sala piena e sala parzialmente piena.

• IMPIANTO D’ILLUMINAZIONE: completamento dell’impianto di illuminazione interno alla Sala Prove; sono comprese nell’ appalto in oggetto l’illuminazione di gala in fasce led dimmerabili e i terminali a torretta da installarsi al disotto del palco. L’illuminazione ordinaria permette di ottenere 500lux sul palco ed è realizzata a mezzo di binari elettrificati a led. E’ stata inoltre predisposta una americana funzionale alle esigenze sceniche manifestate dalla Banda musicale.

• IMPIANTO ELETTROACUSTICO – AUDIO VIDEO Installazione di un sistema audio a servizio della Sala Prove costituito da diffusori compatibili con le differenti esigenze manifestate dalla Committenza. Un impianto di video proiezione e registrazione provvisto di terminale a parete video-proiettore è inoltre compreso nel presente Appalto.

• USCITE DI SICUREZZA: Le uscite di emergenza, allineate sulla muratura esistente saranno caratterizzate dalla doppia finitura: esternamente in materiale plastico o equivalente affinché possano resistere alle intemperie e internamente rivestite in legno di colore scuro. Il posizionamento delle

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dott. ing. Gabriele Novembri porte, come da elaborati grafici realizza la presenza di imbotti che devono essere rivestiti in materiale ligneo mediante pannelli in MDF.

• RIVESTIMENTO IMBOTTI: Le uscite di sicurezza sono definite da imbotti realizzate mediante pannelli in MDF le cui prestazioni acustiche e conseguenti finiture saranno opportunamente definite con il progetto acustico a corredo. Le coperture saranno realizzate in analogia alle pareti assorbenti, con pannello fresato assorbente in fibra di poliestere e doppia lastra di cartongesso, i fianchi laterali saranno realizzati mediante pannellature lisce.

• PALCOSCENICO: realizzazione palcoscenico con finitura in parquet di classe di reazione al fuoco in legno trattato di tipo ignifugo, classe di reazione al fuoco conforme a quanto riportato nella tabella 1 rigo 1 del DM15/03/2005 e s.m.i, dotato di scalette di accesso. La struttura portante del palco sarà realizzata in tubolari metallici dotati di piedini di collegamento connessi al solaio previa interposizione di strato in elastomero desolidarizzante dalla struttura esistente; essi saranno del tipo telescopico consentendo una opportuna inclinazione del piano di calpestio. All’estradosso del solaio dovrà essere posizionato un materiale assorbente come identificato negli elaborati di progetto esecutivo. Per permettere l’accesso diretto dei componenti della Banda al palcoscenico si dispone la realizzazione di una scala tecnica in metallo esterna alla Sala Prove.

• MURATURA IN BLOCCHI DI CLS: sarà realizzata una chiusura in blocchi in calcestruzzo vibrocompresso con superficie a faccia vista la chiusura si è resa necessaria per caratterizzare acusticamente la sala regia, affinché fosse possibile ottenere un ambiente chiuso con idonee caratteristiche di fonoisolamento.

• ISOLAMENTO TERMICO A CAPPOTTO: per contenere i consumi energetici ed allo stesso tempo eliminare l’effetto tamburo, è stato realizzato un isolamento a cappotto sulle pareti perimetrali esistenti in pannelli in lana di roccia spessore 70mm in classe di reazione al fuoco A1 secondo UNI EN 13501-1. Affinché la sala risultasse opportunamente isolata termicamente rispetto all’autorimessa è stato previsto un isolamento a pavimento in pannelli di schiuma polyiso espansa rigida 70mm. La medesima tipologia di isolamento è prevista a servizio dell’atrio d’ingresso e del locale servizi igienici.

• ISOLAMENTO TERMICO A CAPPOTTO SALA REGIA: realizzazione di controparete in cartongesso isolata con 50mm di lana minerale 100Kg/mc.

• SERVIZI IGIENICI Si predispone l’adeguamento ai fini energetici del locale servizi igienici ospitato lateralmente alla Sala Prove. A seguito dello smontaggio dei serramenti esistenti, gli interventi caratterizzanti il blocco dei bagni sono la realizzazione di un massetto compatibile con la tipologia del lavoro di recupero, la posa di un isolamento termico all’estradosso del solaio in schiuma polyiso espansa rigida dello spessore di 70 mm e di una pavimentazione in piastrelle di gres fine porcellanato, dotato delle opportune opere di finitura, il montaggio di zoccolini in acciaio inox.

• LOCALE TECNICO Sarà predisposto un locale tecnico adiacente la Sala Prove al fine di ospitare le apparecchiature impiantistiche predisposte in sede progettuale nonché il collegamento in trincea tra tale locale e gli impianti siti all’intradosso del solaio di calpestio della Sala Prove. E’ compreso in appalto lo schermo acustico dei macchinari impiantistici rappresentato

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dott. ing. Gabriele Novembri dalle griglie afoniche, così come descritto negli elaborati grafici di dettaglio.

La stazione appaltante si riserva l'insindacabile facoltà di apportare, nel rispetto della normativa vigente in materia di lavori pubblici, le modifiche, le integrazioni o le variazioni dei lavori ritenute necessarie per la buona progettazione ed esecuzione dei lavori e senza che l'appaltatore possa sollevare eccezioni o richiedere indennizzi a qualsiasi titolo.

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dott. ing. Gabriele Novembri

DISCIPLINA CONTRATTUALE 2

2.1 Interpretazione del contratto e del capitolato speciale d'appalto In caso di discordanza tra i vari elaborati di progetto vale la soluzione più aderente alle finalità per le quali il lavoro è stato progettato e comunque quella meglio rispondente ai criteri di ragionevolezza e di buona tecnica esecutiva. In caso di norme del presente Capitolato speciale tra loro non compatibili o apparentemente non compatibili, trovano applicazione in primo luogo le norme eccezionali o quelle che fanno eccezione a regole generali, in secondo luogo quelle maggiormente conformi alle disposizioni legislative o regolamentari oppure all'ordinamento giuridico, in terzo luogo quelle di maggior dettaglio e infine quelle di carattere ordinario. L'interpretazione delle clausole contrattuali, così come delle disposizioni del presente Capitolato speciale, è fatta tenendo conto delle finalità del contratto e dei risultati ricercati con l'attuazione del progetto approvato; per ogni altra evenienza trovano applicazione gli articoli da 1362 a 1369 del codice civile. Ovunque nel presente Capitolato si preveda la presenza di raggruppamenti temporanei e consorzi ordinari, la relativa disciplina si applica anche agli appaltatori organizzati in aggregazioni tra imprese aderenti ad un contratto di rete, nei limiti della compatibilità con tale forma organizzativa.

2.2 Documenti che fanno parte del contratto Fanno parte integrante e sostanziale del contratto d’appalto, ancorché non materialmente allegati:

• il Capitolato generale d’appalto, per quanto non in contrasto con il presente Capitolato speciale o non previsto da quest’ultimo;

• il presente Capitolato speciale comprese le tabelle allegate allo stesso, con i limiti, per queste ultime, descritti nel seguito in relazione al loro valore indicativo;

• tutti gli elaborati grafici e gli altri atti del progetto esecutivo, ivi compresi i particolari costruttivi, ad eccezione di quelli esplicitamente;

• l’elenco dei prezzi unitari come definito dal medesimo capitolato; • il piano di sicurezza e di coordinamento di cui all’articolo 100 del Decreto

n. 81 del 2008 e al punto 2 dell’allegato XV allo stesso decreto, nonché le proposte integrative al predetto piano di cui all’articolo 131, comma 2, lettera a), del Codice dei contratti e all’articolo 100, comma 5, del Decreto n. 81 del 2008, se accolte dal coordinatore per la sicurezza;

• il piano operativo di sicurezza di cui all’articolo 131, comma 2, lettera c), del Codice dei contratti, all’articolo 89, comma 1, lettera h), del Decreto n. 81 del 2008 e al punto 3.2 dell’allegato XV allo stesso decreto;

• il cronoprogramma di cui all’articolo 40 del Regolamento generale; • le polizze di garanzia di cui agli articoli 35 e 37;

Sono contrattualmente vincolanti tutte le leggi e le norme vigenti in materia di lavori pubblici e in particolare:

• il Codice dei contratti; • il Regolamento generale, per quanto applicabile; • il decreto legislativo n. 81 del 2008, con i relativi allegati.

Non fanno invece parte del contratto e sono estranei ai rapporti negoziali: • il computo metrico e il computo metrico estimativo; • le tabelle di riepilogo dei lavori e la loro suddivisione per categorie

omogenee, ancorché inserite e integranti il presente Capitolato speciale; esse hanno efficacia limitatamente ai fini dell’aggiudicazione per la determinazione dei requisiti speciali degli esecutori e ai fini della

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dott. ing. Gabriele Novembri valutazione delle addizioni o diminuzioni dei lavori di cui all’articolo 132 del Codice dei contratti;

• le quantità delle singole voci elementari rilevabili dagli atti progettuali, e da qualsiasi altro loro allegato.

2.3 Disposizioni particolari riguardanti l’appalto La sottoscrizione del contratto da parte dell’appaltatore equivale a dichiarazione di perfetta conoscenza e incondizionata accettazione anche dei suoi allegati, della legge, dei regolamenti e di tutte le norme vigenti in materia di lavori pubblici, nonché alla completa accettazione di tutte le norme che regolano il presente appalto, e del progetto per quanto attiene alla sua perfetta esecuzione. Ai sensi dell’articolo 106, commi 2 e 3, del Regolamento generale, l’appaltatore dà atto, senza riserva alcuna, della piena conoscenza e disponibilità degli atti progettuali e della documentazione, della disponibilità dei siti, dello stato dei luoghi, delle condizioni pattuite in sede di offerta e ogni altra circostanza che interessi i lavori, che, come da apposito verbale sottoscritto col RUP, consentono l’immediata esecuzione dei lavori.

2.4 Fallimento dell’appaltatore In caso di fallimento dell’appaltatore la Stazione appaltante si avvale, senza pregiudizio per ogni altro diritto e azione a tutela dei propri interessi, della procedura prevista dagli articoli 136, 138 e 140 del Codice dei contratti. Se l’esecutore è un raggruppamento temporaneo, in caso di fallimento dell’impresa mandataria o di una impresa mandante trovano applicazione rispettivamente i commi 18 e 19 dell’articolo 37 del Codice dei contratti.

2.5 Rappresentante dell’appaltatore e domicilio; direttore di cantiere L’appaltatore deve eleggere domicilio a tale domicilio si intendono ritualmente effettuate tutte le intimazioni, le assegnazioni di termini e ogni altra notificazione o comunicazione dipendente dal contratto. L’appaltatore deve altresì comunicare le generalità delle persone autorizzate a riscuotere. Se l’appaltatore non conduce direttamente i lavori, deve depositare presso la Stazione appaltante il mandato conferito con atto pubblico a persona idonea, sostituibile su richiesta motivata della Stazione appaltante. La direzione del cantiere è assunta dal direttore tecnico dell’impresa o da altro tecnico, avente comprovata esperienza in rapporto alle caratteristiche delle opere da eseguire. L’assunzione della direzione di cantiere da parte del direttore tecnico avviene mediante delega conferita da tutte le imprese operanti nel cantiere, con l’indicazione specifica delle attribuzioni da esercitare dal delegato anche in rapporto a quelle degli altri soggetti operanti nel cantiere. L’appaltatore, tramite il direttore di cantiere assicura l’organizzazione, la gestione tecnica e la conduzione del cantiere. La DL ha il diritto di esigere il cambiamento del direttore di cantiere e del personale dell’appaltatore per disciplina, incapacità o grave negligenza. L’appaltatore è in tutti i casi responsabile dei danni causati dall’imperizia o dalla negligenza di detti soggetti, nonché della malafede o della frode nella somministrazione o nell’impiego dei materiali. Ogni variazione del domicilio, o del personale tecnico, deve essere tempestivamente notificata Stazione appaltante; ogni variazione del tecnico d’impresa deve essere accompagnata dal deposito presso la Stazione appaltante del nuovo atto di mandato.

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dott. ing. Gabriele Novembri 2.6 Norme generali sui materiali, i componenti, i sistemi e l'esecuzione

Nell'esecuzione di tutte le lavorazioni, le opere, le forniture, i componenti, anche relativamente a sistemi e subsistemi di impianti tecnologici oggetto dell'appalto, devono essere rispettate tutte le prescrizioni di legge e di regolamento in materia di qualità, provenienza e accettazione dei materiali e componenti nonché, per quanto concerne la descrizione, i requisiti di prestazione e le modalità di esecuzione di ogni categoria di lavoro, tutte le indicazioni contenute o richiamate contrattualmente nel presente Capitolato speciale, negli elaborati grafici del progetto esecutivo e nella descrizione delle singole voci allegata allo stesso capitolato. Per quanto riguarda l’accettazione, la qualità e l’impiego dei materiali, la loro provvista, il luogo della loro provenienza e l’eventuale sostituzione di quest’ultimo, si applicano rispettivamente l’articolo 167 del Regolamento generale e gli articoli 16 e 17 del capitolato generale d’appalto. L’appaltatore, sia per sé che per i propri fornitori, deve garantire che i materiali da costruzione utilizzati siano conformi al D.P.R. 21 aprile 1993, n. 246 e s.m.i. L’appaltatore, sia per sé che per i propri eventuali subappaltatori, deve garantire che l’esecuzione delle opere sia conforme alle «Norme tecniche per le costruzioni» approvate con il decreto del Ministro delle infrastrutture 14 gennaio 2008 (in Gazzetta Ufficiale n. 29 del 4 febbraio 2008).

2.7 Convenzioni in materia di valuta e termini In tutti gli atti predisposti dalla Stazione appaltante i valori in cifra assoluta si intendono in euro. In tutti gli atti predisposti dalla Stazione appaltante i valori in cifra assoluta, ove non diversamente specificato, si intendono I.V.A. esclusa. Tutti i termini di cui al presente Capitolato speciale, se non diversamente stabilito nella singola disposizione, sono computati in conformità al Regolamento CEE 3 giugno 1971, n. 1182.

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dott. ing. Gabriele Novembri

TERMINI DI ESECUZIONE 3

3.1 Consegna e inizio dei lavori L’esecuzione dei lavori ha inizio dopo la stipula del formale contratto, in seguito a consegna, risultante da apposito verbale, da effettuarsi non oltre 45 giorni dalla predetta stipula, previa convocazione dell’esecutore. Se nel giorno fissato e comunicato l’appaltatore non si presenta a ricevere la consegna dei lavori, la DL fissa un nuovo termine perentorio, non inferiore a 5 (cinque) giorni e non superiore a 15 (quindici) giorni; i termini per l’esecuzione decorrono comunque dalla data della prima convocazione. Decorso inutilmente il termine di anzidetto è facoltà della Stazione appaltante di risolvere il contratto e incamerare la cauzione definitiva, fermo restando il risarcimento del danno (ivi compreso l’eventuale maggior prezzo di una nuova aggiudicazione) se eccedente il valore della cauzione, senza che ciò possa costituire motivo di pretese o eccezioni di sorta da parte dell’appaltatore. Se è indetta una nuova procedura per l’affidamento del completamento dei lavori, l’appaltatore è escluso dalla partecipazione in quanto l’inadempimento è considerato grave negligenza accertata. E’ facoltà della Stazione appaltante procedere in via d’urgenza alla consegna dei lavori, anche nelle more della stipulazione formale del contratto, ai sensi dell’articolo 153, comma 1, secondo periodo e comma 4, del Regolamento generale e dell’articolo 11, comma 9, periodi terzo e quarto, e comma 12, del Codice dei contratti, se il mancato inizio dei lavori determina un grave danno all'interesse pubblico che l’opera appaltata è destinata a soddisfare; la DL provvede in via d’urgenza su autorizzazione del RUP e indica espressamente sul verbale le motivazioni che giustificano l’immediato avvio dei lavori, nonché le lavorazioni da iniziare immediatamente. Il RUP accerta l’avvenuto adempimento degli obblighi di cui all’articolo 41 prima della redazione del verbale di consegna di cui al comma 1 e ne comunica l’esito alla DL. La redazione del verbale di consegna è subordinata a tale positivo accertamento, in assenza del quale il verbale di consegna è inefficace e i lavori non possono essere iniziati. Le disposizioni sulla consegna di cui al comma 2, anche in via d’urgenza ai sensi del comma 3, si applicano anche alle singole consegne frazionate, in presenza di temporanea indisponibilità di aree ed immobili; in tal caso si provvede ogni volta alla compilazione di un verbale di consegna provvisorio e l’ultimo di questi costituisce verbale di consegna definitivo anche ai fini del computo dei termini per l’esecuzione, se non diversamente determinati. Il comma 2 si applica limitatamente alle singole parti consegnate, se l’urgenza è limitata all’esecuzione di alcune di esse.

3.2 Consegne parziali Ove necessario sono previste consegne parziali, senza oneri per l’Amministrazione.

3.3 Termini per l'ultimazione dei lavori Il tempo utile per ultimare tutti i lavori compresi nell’appalto è fissato in giorni 240 (duecentoquaranta) naturali consecutivi decorrenti dalla data del verbale di consegna dei lavori. Nel calcolo del tempo è tenuto conto delle ferie contrattuali e delle ordinarie difficoltà e degli ordinari impedimenti in relazione agli andamenti stagionali e alle relative condizioni climatiche. L’appaltatore si obbliga alla rigorosa ottemperanza del cronoprogramma dei lavori che potrà fissare scadenze inderogabili per l’approntamento delle opere necessarie all’inizio di forniture e lavori da effettuarsi da altre ditte per conto della

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dott. ing. Gabriele Novembri Stazione appaltante oppure necessarie all’utilizzazione, prima della fine dei lavori e previa emissione del certificato di regolare esecuzione.

3.4 Proroghe e differimenti Se l’appaltatore, per causa a esso non imputabile, non è in grado di ultimare i lavori nel termine contrattuale di cui all’articolo 14, può chiedere la proroga, presentando apposita richiesta motivata almeno 45 giorni prima della scadenza del termine di cui al predetto articolo 14. In deroga a quanto previsto al punto di cui sopra, la richiesta può essere presentata anche se mancano meno di 45 giorni alla scadenza del termine di cui all’articolo 14, comunque prima di tale scadenza, se le cause che hanno determinato la richiesta si sono verificate posteriormente; in questo caso la richiesta deve essere motivata anche in relazione alla specifica circostanza della tardività. La richiesta è presentata alla DL il quale la trasmette tempestivamente al RUP, corredata dal proprio parere; se la richiesta è presentata direttamente al RUP questi acquisisce tempestivamente il parere della DL. La proroga è concessa o negata con provvedimento scritto del RUP entro 30 giorni dal ricevimento della richiesta; il RUP può prescindere dal parere della DL se questi non si esprime entro 10 giorni e può discostarsi dallo stesso parere; nel provvedimento è riportato il parere della DL se questo è difforme dalle conclusioni del RUP. Nei casi di cui al comma 2 i termini di 30 giorni e di 10 giorni di cui al comma 4 sono ridotti rispettivamente a 10 giorni e a 3 giorni; negli stessi casi se la proroga è concessa formalmente dopo la scadenza del termine di cui all’articolo 14, essa ha effetto retroattivo a partire da tale ultimo termine. La mancata determinazione del RUP entro i termini di cui ai commi 1, 2 o 5 costituisce rigetto della richiesta. Trova altresì applicazione l’articolo 159, commi 8, 9 e 10, del Regolamento generale.

3.5 Sospensioni ordinate dalla DL In caso di forza maggiore, condizioni climatologiche oggettivamente eccezionali od altre circostanze speciali che impediscono in via temporanea che i lavori procedano utilmente a regola d’arte, la DL d’ufficio o su segnalazione dell’appal-tatore può ordinare la sospensione dei lavori redigendo apposito verbale sentito l’appaltatore; costituiscono circostanze speciali le situazioni che determinano la necessità di procedere alla redazione di una variante in corso d’opera nei casi previsti dall’articolo 132, comma 1, lettere a), b), c) e d), del Codice dei contratti; nessun indennizzo spetta all’appaltatore per le sospensioni di cui al presente articolo. Il verbale di sospensione deve contenere:

• l’indicazione dello stato di avanzamento dei lavori; • l’adeguata motivazione a cura della DL; • l’eventuale imputazione delle cause ad una delle parti o a terzi, se del

caso anche con riferimento alle risultanze del verbale di consegna o alle circostanze sopravvenute.

Il verbale di sospensione è controfirmato dall’appaltatore, deve pervenire al RUP entro il quinto giorno naturale successivo alla sua redazione e deve essere restituito controfirmati dallo stesso o dal suo delegato; se il RUP non si pronuncia entro 5 giorni dal ricevimento, il verbale si dà per riconosciuto e accettato dalla Stazione appaltante. Se l’appaltatore non interviene alla firma del verbale di sospensione o rifiuta di sottoscriverlo, oppure appone sullo stesso delle riserve, si procede a norma dell’articolo 165 del Regolamento generale.

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dott. ing. Gabriele Novembri In ogni caso la sospensione opera dalla data di redazione del verbale, accettato dal RUP o sul quale si sia formata l’accettazione tacita; non possono essere riconosciute sospensioni, e i relativi verbali non hanno alcuna efficacia, in assenza di adeguate motivazioni o le cui motivazioni non siano riconosciute adeguate da parte del RUP Il verbale di sospensione ha efficacia dal quinto giorno antecedente la sua presentazione al RUP, se il predetto verbale gli è stato trasmesso dopo il quinto giorno dalla redazione oppure reca una data di decorrenza della sospensione anteriore al quinto giorno precedente la data di trasmissione. Non appena cessate le cause della sospensione la DL redige il verbale di ripresa che, oltre a richiamare il precedente verbale di sospensione, deve indicare i giorni di effettiva sospensione e il conseguente nuovo termine contrattuale dei lavori differito di un numero di giorni pari all’accertata durata della sospensione. Il verbale di ripresa dei lavori è controfirmato dall’appaltatore e trasmesso al RUP; esso è efficace dalla data della comunicazione all’appaltatore. Se la sospensione, o le sospensioni se più di una, durano per un periodo di tempo superiore ad un quarto della durata complessiva prevista, o comunque superano 6 mesi complessivamente, l'appaltatore può richiedere lo scioglimento del contratto senza indennità; la Stazione appaltante può opporsi allo scioglimento del contratto ma, in tal caso, riconosce al medesimo la rifusione dei maggiori oneri derivanti dal prolungamento della sospensione oltre i termini suddetti, iscrivendoli nella documentazione contabile. Le disposizioni di cui ai commi precedenti si applicano anche a sospensioni parziali e riprese parziali che abbiano per oggetto parti determinate dei lavori, da indicare nei relativi verbali; in tal caso il differimento dei termini contrattuali è pari ad un numero di giorni costituito dal prodotto dei giorni di sospensione per il rapporto tra l’ammontare dei lavori sospesi e l'importo totale dei lavori previsto nello stesso periodo secondo il programma esecutivo dei lavori di cui all’articolo 19.

3.6 Sospensioni ordinate dal RUP Il RUP può ordinare la sospensione dei lavori per cause di pubblico interesse o particolare necessità; l’ordine è trasmesso contemporaneamente all’appaltatore e alla DL ed ha efficacia dalla data di emissione. Lo stesso RUP determina il momento in cui sono venute meno le ragioni di pubblico interesse o di particolare necessità che lo hanno indotto ad ordinare la sospendere i lavori ed emette l’ordine di ripresa, trasmesso tempestivamente all’appaltatore e alla DL.

3.7 Penali in caso di ritardo Ai sensi dell’articolo 145, comma 3, del Regolamento generale, nel caso di mancato rispetto del termine stabilito per l’ultimazione dei lavori, per ogni giorno naturale consecutivo di ritardo viene applicata una penale pari allo UNO per mille (euro UNO e centesimi ZERO ogni mille) dell’importo contrattuale. La penale, nella stessa misura percentuale di cui al comma 1, trova applicazione anche in caso di ritardo:

• nell’inizio dei lavori rispetto alla data fissata dalla DL per la consegna degli stessi ai sensi dell’articolo 13, comma 2 oppure comma 3;

• nell’inizio dei lavori per mancata consegna o per inefficacia del verbale di consegna imputabili all’appaltatore che non abbia effettuato gli adempimenti prescritti, ai sensi dell’articolo 13, comma 4;

• nella ripresa dei lavori seguente un verbale di sospensione, rispetto alla data fissata dalla DL;

• nel rispetto dei termini imposti dalla DL per il ripristino di lavori non accettabili o danneggiati.

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dott. ing. Gabriele Novembri La penale irrogata ai sensi punto due è disapplicata se l’appaltatore, in seguito all’andamento imposto ai lavori, rispetta la prima soglia temporale successiva fissata nel programma esecutivo dei lavori. La penale di cui al punto 2 e 4 è applicata all’importo dei lavori ancora da eseguire; la penale di cui al punto 3 è applicata all’importo dei lavori di ripristino o di nuova esecuzione ordinati per rimediare a quelli non accettabili o danneggiati. Tutte le fattispecie di ritardi sono segnalate tempestivamente e dettagliatamente al RUP da parte della DL, immediatamente al verificarsi della relativa condizione, con la relativa quantificazione temporale; sulla base delle predette indicazioni le penali sono applicate in sede di conto finale ai fini della verifica in sede di regolare esecuzione. L’importo complessivo delle penali non può superare il 10% (dieci per cento) dell’importo contrattuale; se i ritardi sono tali da comportare una penale di importo superiore alla predetta percentuale trova applicazione la risoluzione del contratto. L’applicazione delle penali non pregiudica il risarcimento di eventuali danni o ulteriori oneri sostenuti dalla Stazione appaltante a causa dei ritardi.

3.8 Programma esecutivo dei lavori dell'appaltatore Ai sensi dell’articolo 43, comma 10, del Regolamento generale, entro 30 (TRENTA) giorni dalla stipula del contratto, e comunque prima dell'inizio dei lavori, l'appaltatore predispone e consegna alla DL un proprio programma esecutivo dei lavori, elaborato in relazione alle proprie tecnologie, alle proprie scelte imprenditoriali e alla propria organizzazione lavorativa; tale programma deve riportare per ogni lavorazione, le previsioni circa il periodo di esecuzione nonché l'ammontare presunto, parziale e progressivo, dell'avanzamento dei lavori alle date contrattualmente stabilite per la liquidazione dei certificati di pagamento deve essere coerente con i tempi contrattuali di ultimazione e deve essere approvato dalla DL, mediante apposizione di un visto, entro cinque giorni dal ricevimento. Trascorso il predetto termine senza che la DL si sia pronunciata il programma esecutivo dei lavori si intende accettato, fatte salve palesi illogicità o indicazioni erronee incompatibili con il rispetto dei termini di ultimazione. Il programma esecutivo dei lavori dell'appaltatore può essere modificato o integrato dalla Stazione appaltante, mediante ordine di servizio, ogni volta che sia necessario alla miglior esecuzione dei lavori e in particolare:

• per il coordinamento con le prestazioni o le forniture di imprese o altre ditte estranee al contratto;

• per l'intervento o il mancato intervento di società concessionarie di pubblici servizi le cui reti siano coinvolte in qualunque modo con l'andamento dei lavori, purché non imputabile ad inadempimenti o ritardi della Stazione appaltante;

• per l'intervento o il coordinamento con autorità, enti o altri soggetti diversi dalla Stazione appaltante, che abbiano giurisdizione, competenze o responsabilità di tutela sugli immobili, i siti e le aree comunque interessate dal cantiere; a tal fine non sono considerati soggetti diversi le società o aziende controllate o partecipate dalla Stazione appaltante o soggetti titolari di diritti reali sui beni in qualunque modo interessati dai lavori intendendosi, in questi casi, ricondotta la fattispecie alla responsabilità gestionale della Stazione appaltante;

• per la necessità o l'opportunità di eseguire prove sui campioni, prove di carico e di tenuta e funzionamento degli impianti, nonché collaudi parziali o specifici;

• se è richiesto dal coordinatore per la sicurezza e la salute nel cantiere, in ottemperanza all'articolo 92, comma 1, del Decreto n. 81 del 2008. In ogni caso il programma esecutivo dei lavori deve essere coerente con il piano di sicurezza, eventualmente integrato ed aggiornato.

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dott. ing. Gabriele Novembri I lavori sono comunque eseguiti nel rispetto del cronoprogramma predisposto dalla Stazione appaltante e integrante il progetto esecutivo; tale cronoprogramma può essere modificato dalla Stazione appaltante al verificarsi delle condizioni sopra riportate.

3.9 Inderogabilità dei termini di esecuzione Non costituiscono motivo di proroga dell'inizio dei lavori, della loro mancata regolare o continuativa conduzione secondo il relativo programma o della loro ritardata ultimazione:

• il ritardo nell'installazione del cantiere e nell'allacciamento alle reti tecnologiche necessarie al suo funzionamento, per l'approvvigionamento dell'energia elettrica e dell'acqua;

• l’adempimento di prescrizioni, o il rimedio a inconvenienti o infrazioni riscontrate dalla DL o dagli organi di vigilanza in materia sanitaria e di sicurezza, ivi compreso il coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, se nominato;

• l'esecuzione di accertamenti integrativi che l'appaltatore ritenesse di dover effettuare per la esecuzione delle opere di fondazione, delle strutture e degli impianti, salvo che siano ordinati dalla DL o espressamente approvati da questa;

• il tempo necessario per l'esecuzione di prove sui campioni, di sondaggi, analisi e altre prove assimilabili;

• il tempo necessario per l'espletamento degli adempimenti a carico dell'appaltatore comunque previsti dal presente Capitolato speciale o dal capitolato generale d’appalto;

• le eventuali controversie tra l’appaltatore e i fornitori, subappaltatori, affidatari, altri incaricati dall’appaltatore né i ritardi o gli inadempimenti degli stessi soggetti;

• le eventuali vertenze a carattere aziendale tra l’appaltatore e il proprio personale dipendente;

• le sospensioni disposte dalla Stazione appaltante, dalla DL, dal Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione o dal RUP per inosservanza delle misure di sicurezza dei lavoratori nel cantiere o inosservanza degli obblighi retributivi, contributivi, previdenziali o assistenziali nei confronti dei lavoratori impiegati nel cantiere;

• le sospensioni disposte dal personale ispettivo del Ministero del lavoro e della previdenza sociale in relazione alla presenza di personale non risultante dalle scritture o da altra documentazione obbligatoria o in caso di reiterate violazioni della disciplina in materia di superamento dei tempi di lavoro, di riposo giornaliero e settimanale, ai sensi dell’articolo 14 del Decreto n. 81 del 2008, fino alla relativa revoca.

Non costituiscono altresì motivo di proroga o differimento dell'inizio dei lavori, della loro mancata regolare o continuativa conduzione secondo il relativo programma o della loro ritardata ultimazione i ritardi o gli inadempimenti di ditte, imprese, fornitori, tecnici o altri, titolari di rapporti contrattuali con la Stazione appaltante, se l’appaltatore non abbia tempestivamente denunciato per iscritto alla Stazione appaltante medesima le cause imputabili a dette ditte, imprese o fornitori o tecnici.

3.10 Risoluzione del contratto per mancato rispetto dei termini L’eventuale ritardo imputabile all’appaltatore nel rispetto dei termini per l’ultimazione dei lavori superiore a 30 (TRENTA) giorni naturali consecutivi produce la risoluzione del contratto, a discrezione della Stazione appaltante e senza obbligo di ulteriore motivazione, ai sensi dell’articolo 136 del Codice dei contratti.

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dott. ing. Gabriele Novembri La risoluzione del contratto trova applicazione dopo la formale messa in mora dell’appaltatore con assegnazione di un termine per compiere i lavori e in contraddittorio con il medesimo appaltatore. Nel caso di risoluzione del contratto la penale è computata sul periodo determinato sommando il ritardo accumulato dall'appaltatore rispetto al programma esecutivo dei lavori e il termine assegnato dalla DL per compiere i lavori con la messa in mora. Sono dovuti dall’appaltatore i danni subiti dalla Stazione appaltante in seguito alla risoluzione del contratto, comprese le eventuali maggiori spese connesse al completamento dei lavori affidato a terzi. Per il risarcimento di tali danni la Stazione appaltante può trattenere qualunque somma maturata a credito dell’appaltatore in ragione dei lavori eseguiti nonché rivalersi sulla garanzia fideiussoria.

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dott. ing. Gabriele Novembri

CONTABILIZZAZIONE DEI LAVORI 4

4.1 Lavori a corpo La valutazione del lavoro a corpo è effettuata secondo le specificazioni date nell’enunciazione e nella descrizione del lavoro a corpo, nonché secondo le risultanze degli elaborati grafici e di ogni altro allegato progettuale; il corrispettivo per il lavoro a corpo resta fisso e invariabile senza che possa essere invocata dalle parti contraenti alcuna verifica sulla misura o sul valore attribuito alla quantità di detti lavori. Nel corrispettivo per l’esecuzione del lavoro a corpo s’intende sempre compresa ogni spesa occorrente per dare l’opera compiuta sotto le condizioni stabilite dal presente Capitolato speciale e secondo i tipi indicati e previsti negli atti progettuali. Pertanto nessun compenso può essere richiesto per lavori, forniture e prestazioni che, ancorché non esplicitamente specificati nella descrizione dei lavori a corpo, siano rilevabili dagli elaborati grafici o viceversa. Lo stesso dicasi per lavori, forniture e prestazioni tecnicamente e intrinsecamente indispensabili alla funzionalità, completezza e corretta realizzazione dell'opera appaltata secondo le regola dell'arte. La contabilizzazione del lavoro a corpo è effettuata applicando all’importo netto di aggiudicazione le percentuali convenzionali relative alle singole categorie di lavoro indicate, di ciascuna delle quali è contabilizzata la quota parte in proporzione al lavoro eseguito, ai sensi dell’articolo 184 del Regolamento generale. L’elenco dei prezzi unitari e il computo metrico hanno validità ai soli fini della determinazione del prezzo a base d’asta in base al quale effettuare l’aggiudicazione, in quanto l'appaltatore era tenuto, in sede di partecipazione alla gara, a verificare le voci e le quantità richieste per l’esecuzione completa dei lavori progettati, ai fini della formulazione della propria offerta. Gli oneri di sicurezza (OS), sono valutati a corpo in base all'importo previsto separatamente dall'importo dei lavori negli atti progettuali e sul bando di gara, la liquidazione di tali oneri è subordinata all’assenso del coordinatore per la sicurezza e la salute in fase di esecuzione. Non possono considerarsi utilmente eseguiti e, pertanto, non possono essere contabilizzati e annotati nel Registro di contabilità, gli importi relativi alle voci disaggregate di cui all’articolo 184 del Regolamento generale, per l’accertamento della regolare esecuzione delle quali sono necessari certificazioni o collaudi tecnici specifici da parte dei fornitori o degli installatori e tali documenti non siano stati consegnati alla DL. Tuttavia, la DL, sotto la propria responsabilità, può contabilizzare e registrare tali voci, con una adeguata riduzione dell’aliquota di incidenza, in base al principio di proporzionalità e del grado di pregiudizio.

4.2 Rimborsi a fattura e lavori in economia

4.2.1.1 Rimborso a Fattura Le opere e/o le prestazioni escluse dall’Appalto siano esse già previste in progetto o che siano eventuali e impreviste, che la D.L. ritenga di poter eseguire da altra impresa e/o fornitori quali la fornitura di opere dell’impianto di illuminazione, i parapedonali mobili, i rilievi e le indagini specialistiche e quant’altro assimilabile. Il Responsabile del Procedimento si riserva la facoltà di ordinare ad altre ditte la fornitura e/o l’esecuzione di opere o prestazioni specialistiche, previste con rimborso a fatture, che richiedano una tecnica specializzata o siano oggetto di speciali brevetti, a suo esclusivo giudizio.

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dott. ing. Gabriele Novembri L'Amministrazione potrà procedere al pagamento della prestazione ordinata solo dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni. L'Amministrazione ha il diritto di chiedere all'Appaltatore che ha l’obbligo di provvedere, nei limiti del presente appalto o in casi di particolare emergenza, di fornire mano d'opera, mezzi d'opera e materiali per lavori e servizi cui intenda provvedere con opere in economia. Tali prestazioni saranno corrisposte per quanto concerne materiali e mezzi d'opera, con i prezzi di appalto, mentre per la mano d'opera si farà riferimento ai costi pubblicati al momento.

4.2.1.2 Opere in Economia L'Amministrazione ha il diritto di chiedere all'Appaltatore che ha l’obbligo di provvedere, nei limiti del presente appalto o in casi di particolare emergenza, di fornire mano d'opera, mezzi d'opera e materiali per lavori e servizi cui intenda provvedere con opere in economia. Tali prestazioni saranno corrisposte per quanto concerne materiali e mezzi d'opera, con i prezzi di appalto, mentre per la mano d'opera si farà riferimento ai costi di riferimento delle analisi previste in progetto. Tali costi saranno incrementati del 25,00 % per spese generali ed utili dell’Impresa. Le suddette maggiorazioni saranno soggette al ribasso contrattuale. Inoltre l'Amministrazione ha facoltà di chiedere, alle stesse condizioni di cui sopra, prestazione straordinarie di manodopera in economia, nonché mezzi d'opera e materiali nella quantità necessaria per provvedere allo spalamento e trasporto della neve, alla rimozione ed asportazione di materiali vari.

4.2.1.3 Valutazione dei manufatti e dei materiali a piè d’opera Non sono valutati i manufatti e i materiali a piè d’opera, ancorché accettati dalla DL.

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DISCIPLINA ECONOMICA 5

5.1 Anticipazione del prezzo Ai sensi dell’articolo 26-ter, della legge n. 98 del 2013, è dovuta all’appaltatore una somma, a titolo di anticipazione, pari al 10% (dieci per cento) dell’importo del contratto, da erogare dopo la sottoscrizione del contratto medesimo ed entro 15 (quindici) giorni dalla data di effettivo inizio dei lavori accertato dal RUP. Nel caso il contratto sia sottoscritto nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno, l’anticipazione è erogata nel primo mese dell’anno successivo, sempre che sia stato accertato l’effettivo inizio dei lavori. La ritardata corresponsione dell’anticipazione obbliga al pagamento degli interessi corrispettivi a norma dell’articolo 1282 codice civile. L’anticipazione è compensata nel corso dell’anno contabile nel quale è stata erogata, mediante trattenuta sull’importo di ogni certificato di pagamento emesso nello stesso anno. L’importo della trattenuta è determinato proporzionalmente suddividendo l’importo dell’anticipazione per le mensilità intercorrenti tra l’erogazione e la conclusione del primo anno contabile o la data prevista per l’ultimazione dei lavori, se anteriore; in ogni caso alla conclusione del primo anno contabile o all’ultimazione dei lavori, se anteriore, l’importo dell’anticipazione deve essere compensato integralmente. L’anticipazione è revocata se l’esecuzione dei lavori non procede secondo i tempi contrattuali e, in tale caso, spettano alla Stazione appaltante anche gli interessi corrispettivi al tasso legale con decorrenza dalla data di erogazione della anticipazione. Ai sensi dell’articolo 124, commi 1 e 2, del Regolamento generale, l’erogazione dell’anticipazione è subordinata alla prestazione, da parte dell’appaltatore, di apposita garanzia, alle seguenti condizioni:

• importo garantito almeno pari all’anticipazione, maggiorato dell’I.V.A. all’aliquota di legge, maggiorato altresì del tasso legale di interesse applicato al periodo necessario al recupero dell’anticipazione stessa in base al periodo previsto per la compensazione di cui sopra;

• la garanzia può essere ridotta gradualmente in corso d’opera, in proporzione alle quote di anticipazione recuperate in occasione di ogni parziale compensazione, fino all’integrale compensazione;

• la garanzia è prestata mediante presentazione di atto di fideiussione rilasciato da una banca o da un intermediario finanziario autorizzato o polizza fideiussoria rilasciata da impresa di assicurazione, conforme alla scheda tecnica 1.3, allegata al decreto ministeriale 12 marzo 2004, n. 123, in osservanza delle clausole di cui allo schema tipo 1.3 allegato al predetto decreto;

• per quanto non previsto trova applicazione l'articolo 3 del decreto del Ministro del tesoro 10 gennaio 1989 e l’articolo 140, commi 2 e 3, del Regolamento generale.

5.2 Pagamenti in acconto e ritenute Durante il corso dei lavori saranno pagati all'Appaltatore acconti dell'ammontare non inferiore a euro 200.000,00 valutato sulla base delle quantità di opere realizzate, al lordo delle ritenute di legge; l'ultima rata di acconto verrà corrisposta qualunque sia il suo ammontare. Il calcolo dell'acconto verrà effettuato sommando gli importi relativi ai lavori, così come definiti dal presente Capitolato e relativi allegati. All’importo come sopra calcolato verrà aggiunta la corrispondente aliquota dell’importo relativo agli oneri per la sicurezza, così come previsto in progetto. In caso di sospensione totale dei lavori, non prevista nel Programma dei Lavori Indicativo allegato al piano di sicurezza ex legge 494/96 e dal programma operativo dell’Impresa di durata superiore a mesi uno, la rata d'acconto, relativa

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dott. ing. Gabriele Novembri alle opere eseguite fino alla data della sospensione dei lavori stessa verrà corrisposta qualunque sia il suo ammontare. Sull’importo netto progressivo dei lavori, a garanzia degli obblighi dell'Appaltatore sulla tutela, protezione, assicurazione ed assistenza dei lavoratori, verrà operata una ritenuta dello 0,50% (zerocinquantapercento). In caso di ritardo nella emissione dei certificati di pagamento o dei titoli di spesa relativi agli acconti, rispetto alle condizioni e ai termini stabiliti dagli artt. 29 e 30 del Capitolato Generale LL.PP. approvato con D.M. LL.PP: n° 145/2000, spettano all’esecutore dei lavori gli interessi, legali e moratori, questi ultimi nella misura accertata annualmente con decreto del Ministro dei Lavori pubblici, di concerto con il Ministro del Tesoro. In sede di SAL l’appaltatore è, inoltre, tenuto ad esibire copia delle fatture emesse delle cooperative prestatrici del servizio di trasporto del personale dell’Amministrazione addetto alla sorveglianza e gestione dell’appalto, quando per tale servizio non venga utilizzato personale dipendente dell’appaltatore. Qualora si verificasse la circostanza che l’appaltatore utilizzi proprio personale dipendente, dovrà essere prodotta copia della documentazione comprovante il rapporto di lavoro subordinato tra autista e appaltatore. Il pagamento della rata a saldo, disposto previa garanzia fideiussoria, sarà effettuato non oltre il novantesimo giorno dall’emissione del certificato di collaudo provvisorio. Detto pagamento non costituisce presunzione di accettazione dell’opera, ai sensi dell’art. 1666, secondo comma, del Codice Civile. Nel caso l’appaltatore non abbia preventivamente presentato garanzia fideiussoria, il termine di novanta giorni decorre dalla presentazione della garanzia stessa. Relativamente alle modalità di liquidazione degli stati di avanzamento dei lavori, il Comando Generale della Guardia di Finanza come previsti nell’atto di Intesa sottoscritto provvederà:

• dapprima a corrispondere all’impresa mediante mandati diretti di pagamento, le somme che sono disponibili in ragione dei limiti di impegno maturati;

• poi, nel rispetto della procedura stabilita dalla Circolare n.15 datata 28 febbraio 2007 della Ragioneria Generale dello Stato, ad autorizzare l’impresa ad accendere uno o più mutui bancari con apposito istituto di credito, secondo schemi contrattuali preventivamente validati dal Dipartimento del Tesoro;

• infine, a verificare gli stati di avanzamento dei lavori pervenutigli dal Provveditorato Interregionale alle OO.PP. territorialmente competente ed inviarli successivamente all’Istituto di Credito mutuante, onde consentirgli l’erogazione delle somme all’appaltatore dell’opera.

Si precisa, altresì, che: • la stipula dei contratti di mutuo potrà intervenire solo in epoca successiva

all’emissione di uno o più S.A.L. , il cui ammontare è determinato a cura del R.U.P. o del Direttore dei Lavori, sulla scorta del capitolato tecnico, nonché all’emissione della relativa fattura;

• le rate del contratto di mutuo verranno corrisposte dall’Amministrazione all’Istituto finanziatore lasciando indenne l’impresa appaltatrice, previa sottoscrizione da parte della stessa (contestualmente alla stipula del mutuo) dell’atto di delega irrevocabile all’incasso;

• attesa la peculiarità dei fondi di finanziamento, l’onere di reperire l’Istituto finanziatore ricade esclusivamente in capo all’impresa stessa, esonerando quindi l’Amministrazione da eventuali ritardi che ne potrebbero derivare;

• in sede di gara, le imprese partecipanti dovranno espressamente attestare di aver preso conoscenza delle modalità di pagamento e dell’iter procedurale per ottenere il finanziamento, stabilito dalla citata Circolare n.15;

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dott. ing. Gabriele Novembri • è vietata la cessione dei crediti derivanti dal contratto di appalto; • l’Amministrazione predisporrà un piano finanziario (ipotetico e non

vincolante) da allegare al contratto di appalto, in cui verranno determinati gli oneri finanziari massimi da corrispondere ed i limiti di impegno annuali.

Il tasso di interesse si desumerà dalla lettura dello stesso effettuata per operazioni di “interest rate swap” “tasso lettera verso Euribor a sei mesi” rilevato alle ore 11,00 del giorno lavorativo precedente a quello in cui sarà formalizzata l’anticipazione delle risorse occorrenti alla realizzazione delle opere, maggiorato dello “spread” massimo previsto dalla normativa relativa alle concessioni di mutui con oneri a carico dello Stato, come da comunicazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze – Direzione Generale del Tesoro sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (Serie Generale) ai sensi dell’art. 45 – comma 32 della Legge 23.12.1998, n. 448.

5.3 Pagamenti a saldo Il conto finale dei lavori è redatto entro 45 (quarantacinque) giorni dalla data della loro ultimazione, accertata con apposito verbale; è sottoscritto dalla DL e trasmesso al RUP; col conto finale è accertato e proposto l’importo della rata di saldo, qualunque sia il suo ammontare, la cui liquidazione definitiva ed erogazione è subordinata all’emissione del certificato finale. Il conto finale dei lavori deve essere sottoscritto dall’appaltatore, su richiesta del RUP, entro il termine perentorio di 30 (trenta) giorni; se l'appaltatore non firma il conto finale nel termine indicato, o se lo firma senza confermare le domande già formulate nel registro di contabilità, il conto finale si ha come da lui definitivamente accettato. Il RUP formula in ogni caso una sua relazione al conto finale. La rata di saldo, comprensiva delle ritenute al netto dei pagamenti già effettuati e delle eventuali penali, nulla ostando, è pagata entro 30 (trenta) giorni dopo l’avvenuta emissione del certificato di regolare esecuzione previa presentazione di regolare fattura fiscale. Il pagamento della rata di saldo non costituisce presunzione di accettazione dell’opera, ai sensi dell’articolo 1666, secondo comma, del codice civile. Il pagamento della rata di saldo è disposto solo a condizione che l’appaltatore presenti apposita garanzia fideiussoria ai sensi dell'articolo 141, comma 9, del Codice dei contratti e dell’articolo 124, comma 3, del Regolamento generale, emessa nei termini e alle condizioni che seguono:

• un importo garantito almeno pari all’importo della rata di saldo, maggiorato dell’I.V.A. all’aliquota di legge, maggiorato altresì del tasso legale di interesse applicato al periodo di due anni;

• efficacia dalla data di erogazione della rata di saldo con estinzione due anni dopo l’emissione del certificato di regolare esecuzione;

• prestata con atto di fideiussione rilasciato da una banca o da un intermediario finanziario autorizzato o con polizza fideiussoria rilasciata da impresa di assicurazione, conforme alla scheda tecnica 1.4, allegata al decreto ministeriale 12 marzo 2004, n. 123, in osservanza delle clausole di cui allo schema tipo 1.4 allegato al predetto decreto.

Salvo quanto disposto dall’articolo 1669 del codice civile, l’appaltatore risponde per la difformità ed i vizi dell’opera, ancorché riconoscibili, purché denunciati dalla Stazione appaltante entro 24 (ventiquattro) mesi dall’ultimazione dei lavori riconosciuta e accettata. L’appaltatore e la DL devono utilizzare la massima diligenza e professionalità, nonché improntare il proprio comportamento a buona fede, al fine di evidenziare tempestivamente i vizi e i difetti riscontabili nonché le misure da adottare per il loro rimedio.

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dott. ing. Gabriele Novembri 5.4 Ritardi nel pagamento delle rate di acconto

Non sono dovuti interessi per i primi 45 (quarantacinque) giorni intercorrenti tra il verificarsi delle condizioni e delle circostanze per l’emissione del certificato di pagamento ai sensi dell’articolo 31 e la sua effettiva emissione e messa a disposizione della Stazione appaltante per la liquidazione; trascorso tale termine senza che sia emesso il certificato di pagamento, sono dovuti all’appaltatore gli interessi legali per i primi 60 (sessanta) giorni di ritardo; trascorso infruttuosamente anche questo termine spettano all’appaltatore gli interessi di mora nella misura stabilita con apposito decreto ministeriale di cui all’articolo 133, comma 1, del Codice dei contratti. In caso di ritardo nel pagamento della rata di acconto rispetto al termine stabilito, per causa imputabile alla Stazione appaltante, sulle somme dovute decorrono gli interessi moratori, nella misura pari al Tasso B.C.E. di riferimento di cui all’articolo 5, comma 2, del decreto legislativo n. 231 del 2002, maggiorato di 8 (otto) punti percentuali. Il pagamento degli interessi avviene d’ufficio in occasione del pagamento, in acconto o a saldo, immediatamente successivo, senza necessità di domande o riserve; il pagamento dei predetti interessi prevale sul pagamento delle somme a titolo di esecuzione dei lavori. E’ facoltà dell’appaltatore, trascorsi i termini di cui ai commi precedenti, oppure nel caso in cui l'ammontare delle rate di acconto, per le quali non sia stato tempestivamente emesso il certificato o il titolo di spesa, raggiunga il 15% (QUINDICIPERCENTO) dell'importo netto contrattuale, di agire ai sensi dell'articolo 1460 del codice civile, rifiutando di adempiere alle proprie obbligazioni se la Stazione appaltante non provveda contemporaneamente al pagamento integrale di quanto maturato; in alternativa, è facoltà dell’appaltatore, previa costituzione in mora della Stazione appaltante, promuovere il giudizio arbitrale per la dichiarazione di risoluzione del contratto, trascorsi 60 (sessanta) giorni dalla data della predetta costituzione in mora, in applicazione dell’articolo 133, comma 1, del Codice dei contratti. Per ogni altra condizione trova applicazione l’articolo 144 del Regolamento generale.

5.5 Ritardi nel pagamento della rata di saldo In caso di ritardo nel pagamento della rata di saldo rispetto al termine stabilito, per causa imputabile alla Stazione appaltante, sulle somme dovute decorrono gli interessi moratori.

5.6 Revisione prezzi e adeguamento del corrispettivo Ai sensi dell’articolo 133, commi 2 e 3 del Codice dei contratti, è esclusa qualsiasi revisione dei prezzi e non trova applicazione l’articolo 1664, primo comma, del codice civile.

5.7 Cessione del contratto e cessione dei crediti E’ vietata la cessione del contratto sotto qualsiasi forma; ogni atto contrario è nullo di diritto.

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dott. ing. Gabriele Novembri

CAUZIONI E GARANZIE 6

6.1 Cauzione provvisoria Ai sensi dell’articolo 75, commi 1 e 2, del Codice dei contratti, agli offerenti è richiesta una cauzione provvisoria con le modalità e alle condizioni cui alla lettera di invito.

6.2 Cauzione definitiva Ai sensi dell’articolo 113, comma 1, del Codice dei contratti, e dell’articolo 123 del Regolamento generale, è richiesta una garanzia fideiussoria a titolo di cauzione definitiva, pari al 10% (dieci per cento) dell’importo contrattuale; se l’aggiudicazione è fatta in favore di un'offerta inferiore all’importo a base d’asta in misura superiore al 10% (dieci per cento), la garanzia fideiussoria è aumentata di tanti punti percentuali quanti sono quelli eccedenti il 10% (dieci per cento); se il ribasso sia superiore al 20% (venti per cento), l'aumento è di due punti percentuali per ogni punto di ribasso eccedente la predetta misura percentuale. La garanzia fideiussoria è prestata mediante atto di fideiussione rilasciato da una banca o da un intermediario finanziario autorizzato o polizza fideiussoria rilasciata da un’impresa di assicurazione, in conformità alla scheda tecnica 1.2, allegata al d.m. n. 123 del 2004, in osservanza delle clausole di cui allo schema tipo 1.2 allegato al predetto decreto, integrata dalla clausola esplicita di rinuncia all'eccezione di cui all'articolo 1957, comma 2, del codice civile, in conformità all’articolo 113, commi 2 e 3, del Codice dei contratti. La garanzia è presentata in originale alla Stazione appaltante prima della formale sottoscrizione del contratto, anche limitatamente alla scheda tecnica. La garanzia è progressivamente svincolata a misura dell'avanzamento dell'esecuzione, nel limite massimo del 80% (ottanta per cento) dell'iniziale importo garantito; lo svincolo è automatico, senza necessità di benestare del committente, con la sola condizione della preventiva consegna all'istituto garante, da parte dell'appaltatore o del concessionario, degli stati di avanzamento dei lavori o di analogo documento, in originale o in copia autentica, attestanti l'avvenuta esecuzione. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 237-bis del Codice dei contratti, la garanzia, per il rimanente ammontare residuo del 20% (venti per cento), cessa di avere effetto ed è svincolata automaticamente all'emissione del certificato di collaudo provvisorio/di regolare esecuzione; lo svincolo e l’estinzione avvengono di diritto, senza necessità di ulteriori atti formali, richieste, autorizzazioni, dichiarazioni liberatorie o restituzioni. La Stazione appaltante può avvalersi della garanzia fideiussoria, parzialmente o totalmente, per le spese dei lavori da eseguirsi d’ufficio nonché per il rimborso delle maggiori somme pagate durante l’appalto in confronto ai risultati della liquidazione finale; l’incameramento della garanzia avviene con atto unilaterale della Stazione appaltante senza necessità di dichiarazione giudiziale, fermo restando il diritto dell’appaltatore di proporre azione innanzi l’autorità giudiziaria ordinaria. La garanzia fideiussoria è tempestivamente reintegrata nella misura legale di cui al combinato disposto dei commi 1 e 3 se, in corso d’opera, è stata incamerata, parzialmente o totalmente, dalla Stazione appaltante; in caso di variazioni al contratto per effetto di successivi atti di sottomissione, la medesima garanzia può essere ridotta in caso di riduzione degli importi contrattuali, mentre non è integrata in caso di aumento degli stessi importi fino alla concorrenza di un quinto dell’importo originario. Ai sensi dell’articolo 146, comma 1, del Regolamento generale, in caso di raggruppamento temporaneo o di consorzio ordinario la garanzia è prestata

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dott. ing. Gabriele Novembri dall’impresa mandataria in nome e per conto di tutti i concorrenti raggruppati con responsabilità solidale ai sensi dell'articolo 37, comma 5, del Codice dei contratti. Ai sensi dell’articolo 113, comma 4, del Codice dei contatti, la mancata costituzione della garanzia determina la decadenza dell'affidamento e l'acquisizione della cauzione provvisoria da parte della Stazione appaltante, che aggiudica l'appalto al concorrente che segue nella graduatoria.

6.3 Riduzione delle garanzie 1. Ai sensi degli articoli 40, comma 7, e 75, comma 7, del Codice dei contratti, l'importo della cauzione provvisoria di cui all’articolo 34 e l'importo della garanzia fideiussoria di cui all’articolo 35 sono ridotti al 50 per cento per i concorrenti ai quali sia stata rilasciata, da organismi accreditati ai sensi delle norme europee della serie UNI CEI EN ISO/IEC 17000, la certificazione del sistema di qualità conforme alle norme europee della serie europea UNI CEI ISO 9001:2008, di cui agli articoli 3, comma 1, lettera mm) e 63, del Regolamento generale. La certificazione deve essere stata rilasciata per il settore EA28 e per le categorie di pertinenza. In caso di raggruppamento temporaneo di concorrenti di tipo orizzontale le riduzioni di cui al comma 1 sono accordate se il possesso del requisito di cui al comma 1 è comprovato da tutte le imprese in raggruppamento. In caso di raggruppamento temporaneo o di consorzio ordinario di tipo verticale le riduzioni di cui al comma 1 sono accordate esclusivamente per le quote di incidenza delle lavorazioni appartenenti alle categorie assunte integralmente da imprese in raggruppamento in possesso del requisito di cui al comma 1; tale beneficio non è frazionabile tra imprese che assumono lavorazioni appartenenti alla medesima categoria. In caso di avvalimento del sistema di qualità ai sensi dell’articolo 49 del Codice dei contratti, per beneficiare della riduzione di cui al comma 1, il requisito deve essere espressamente oggetto del contratto di avvalimento. L’impresa ausiliaria deve essere comunque in possesso del predetto requisito in relazione all’obbligo di cui all’articolo 63, comma 3, del Regolamento generale. Il possesso dei requisiti è comprovato dall’annotazione in calce alla attestazione SOA ai sensi dell’articolo 63, comma 3, del Regolamento generale. In deroga, in caso di raggruppamento temporaneo o di consorzio ordinario, il possesso dei requisiti può essere comprovato da separata certificazione se l’impresa, in relazione allo specifico appalto e in ragione dell’importo dei lavori che dichiara di assumere, non è tenuta al possesso della certificazione del sistema di qualità in quanto assuntrice di lavori per i quali è sufficiente l’attestazione SOA in classifica II.

6.4 Obblighi assicurativi a carico dell’appaltatore Ai sensi dell’art. 129 del D.Lgs. 12 aprile 2006 n. 163, e art. 125 comma 2 del Regolamento di attuazione DPR 207/10 l’Appaltatore è obbligato a stipulare una o più polizze assicurative che tengano indenni la Stazione Appaltante da tutti i rischi di esecuzione determinati da qualsiasi causa, salvo quelli derivanti da errori di progettazione, insufficiente progettazione, azioni di terzi o cause di forza maggiore, e che prevedano anche una garanzia di responsabilità civile per danni a terzi nell’esecuzione dei lavori sino alla data di emissione del certificato di regolare esecuzione. Di conseguenza è onere dell’Appaltatore, da ritenersi compensato nel corrispettivo dell’appalto, l’accensione, presso compagnie di gradimento della Stazione Appaltante, di polizze relative:

• polizza decennale indennitaria a copertura dei rischi che gravano sull’appaltatore in relazione alla responsabilità ex art. 1699 c.c. per gravi difetti costruttivi, per valore pari ad almeno il 20% del valore dei lavori;

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dott. ing. Gabriele Novembri • polizza decennale R.C. fino ad un massimale di 5.000.000 di euro, a

copertura delle responsabilità ex art. 2053 c.c.. Le polizze di cui ai precedenti commi dovranno essere accese prima della consegna dei lavori e devono portare la dichiarazione di vincolo a favore della Stazione Appaltante e devono coprire l’intero periodo dell’appalto fino al completamento della consegna delle opere; devono altresì risultare in regola con il pagamento del relativo premio per lo stesso periodo indicato e devono essere esibite alla Stazione Appaltante prima dell’inizio dei lavori e comunque prima della liquidazione del primo stato d’avanzamento, alla quale non si darà corso in assenza della documentazione comprovante l’intervenuta accensione delle polizze suddette. La copertura assicurativa decorre dalla data di consegna dei lavori e cessa alla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione o comunque decorsi dodici mesi dalla data di ultimazione dei lavori risultante dal relativo certificato.

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dott. ing. Gabriele Novembri

DISPOSIZIONI PER L’ESECUZIONE 7

7.1 Variazione dei lavori La Stazione appaltante si riserva la facoltà di introdurre nelle opere oggetto dell’appalto quelle varianti che a suo insindacabile giudizio ritenga opportune, senza che per questo l’appaltatore possa pretendere compensi all’infuori del pagamento a conguaglio dei lavori eseguiti in più o in meno con l’osservanza delle prescrizioni ed entro i limiti stabiliti dagli articoli 43, comma 8, 161 e 162 del Regolamento generale e dall'articolo 132 del Codice dei contratti. Non sono riconosciute varianti al progetto esecutivo, prestazioni e forniture extra contrattuali di qualsiasi genere, eseguite senza preventivo ordine scritto della DL, recante anche gli estremi dell’approvazione da parte della Stazione appaltante, ove questa sia prescritta dalla legge o dal regolamento. Qualunque reclamo o riserva che l’appaltatore si credesse in diritto di opporre, deve essere presentato per iscritto alla DL prima dell’esecuzione dell’opera oggetto della contestazione. Non sono prese in considerazione domande di maggiori compensi su quanto stabilito in contratto, per qualsiasi natura o ragione, se non vi è accordo preventivo scritto prima dell’inizio dell’opera oggetto di tali richieste. Non sono considerati varianti ai sensi del comma 1 gli interventi disposti dalla DL per risolvere aspetti di dettaglio, che siano contenuti entro un importo non superiore al 10% (DIECI per cento) dell’importo delle categorie di lavoro dell’appalto, come individuate nella tabella di cui all’articolo 5, e che non comportino un aumento dell’importo del contratto stipulato. Sono ammesse, nell’esclusivo interesse della Stazione appaltante, le varianti, in aumento o in diminuzione, finalizzate al miglioramento dell’opera e alla sua funzionalità, sempre che non comportino modifiche sostanziali e siano motivate da obbiettive esigenze derivanti da circostanze sopravvenute e imprevedibili al momento della stipula del contratto. L’importo in aumento relativo a tali varianti non può superare il 10% (dieci per cento) dell’importo originario del contratto e deve trovare copertura nella somma stanziata per l’esecuzione dell’opera al netto del 50 per cento degli eventuali ribassi d'asta conseguiti in sede di aggiudicazione. Non costituiscono variante, ai sensi dei commi precedenti, i maggiori costi dei lavori in economia previsti dal contratto o introdotti in sede di variante, causati dalla differenza tra i costi, vigenti al momento dell’esecuzione dei predetti lavori in economia e i costi previsti dal contratto o introdotti in sede di variante. Resta ferma la necessità del preventivo accertamento della disponibilità delle risorse finanziarie necessarie da parte del RUP, su segnalazione della DL, prima dell’avvio dei predetti lavori in economia e in ogni occasione della loro variazione in aumento. La variante deve comprendere, ove ritenuto necessario dal coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, l’adeguamento del piano di sicurezza e di coordinamento, con i relativi costi non assoggettati a ribasso, e con i conseguenti adempimenti di adeguamento dei piani operativi. Nei casi, alle condizioni e con le modalità di cui all’articolo 162, commi 4, 5 e 6, del Regolamento generale, l’appaltatore, durante il corso dei lavori può proporre alla DL eventuali variazioni migliorative. Qualora tali variazioni siano accolte dalla DL, il relativo risparmio di spesa costituisce economia a favore della Stazione appaltante.

7.2 Varianti per errori od omissioni progettuali Se, per il manifestarsi di gravi errori imputabili alle carenze del progetto esecutivo, si rendono necessarie varianti che possono pregiudicare, in tutto o in parte, la realizzazione dell’opera oppure la sua utilizzazione, e che sotto il profilo

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dott. ing. Gabriele Novembri economico eccedono il quinto dell’importo originario del contratto, la Stazione appaltante procede alla risoluzione del contratto con indizione di una nuova gara alla quale è invitato l’appaltatore originario. In tal caso la risoluzione del contratto comporta il pagamento dei lavori eseguiti, dei materiali utili e del 10% (dieci per cento) dei lavori non eseguiti, fino a quattro quinti dell’importo del contratto originario.

7.3 Prezzi applicabili ai nuovi lavori e nuovi prezzi Le eventuali variazioni sono valutate mediante l'applicazione dei prezzi di cui all’elenco prezzi contrattuale. Se tra i prezzi di cui all’elenco prezzi contrattuale di cui al comma 1, non sono previsti prezzi per i lavori in variante, si procede alla formazione di nuovi prezzi, mediante apposito verbale di concordamento, con i criteri di cui all’articolo 163 del Regolamento generale.

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dott. ing. Gabriele Novembri

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SICUREZZA 8

8.1 Adempimenti preliminari in materia di sicurezza Ai sensi dell’articolo 90, comma 9, e dell’allegato XVII al Decreto n. 81 del 2008, l’appaltatore deve trasmettere alla Stazione appaltante, entro il termine prescritto da quest’ultima con apposita richiesta o, in assenza di questa, entro 30 giorni dall’aggiudicazione definitiva e comunque prima della redazione del verbale di consegna dei lavori:

• una dichiarazione dell'organico medio annuo, distinto per qualifica, corredata dagli estremi delle denunce dei lavoratori effettuate all'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), all'Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro (INAIL) e alle casse edili;

• una dichiarazione relativa al contratto collettivo stipulato dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative, applicato ai lavoratori dipendenti;

• il certificato della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, in corso di validità, oppure, in alternativa, ai fini dell’acquisizione d’ufficio, l’indicazione della propria esatta ragione sociale, numeri di codice fiscale e di partita IVA, numero REA;

• i dati necessari all’acquisizione d’ufficio del DURC, ai sensi dell’articolo 53, comma 2;

• il documento di valutazione dei rischi di cui al combinato disposto degli articoli 17, comma 1, lettera a), e 28, commi 1, 1-bis, 2 e 3, del Decreto n. 81 del 2008. Se l’impresa occupa fino a 10 lavoratori, ai sensi dell’articolo 29, comma 5, primo periodo, del Decreto n. 81 del 2008, la valutazione dei rischi è effettuata secondo le procedure standardizzate di cui al decreto interministeriale 30 novembre 2012 e successivi aggiornamenti;

• una dichiarazione di non essere destinatario di provvedimenti di sospensione o di interdizione di cui all’articolo 14 del Decreto n. 81 del 2008.

Entro gli stessi termini di cui al comma 1, l’appaltatore deve trasmettere al coordinatore per l’esecuzione il nominativo e i recapiti del proprio Responsabile del servizio prevenzione e protezione e del proprio Medico competente di cui rispettivamente all’articolo 31 e all’articolo 38 del Decreto n. 81 del 2008, nonché:

• una dichiarazione di accettazione del piano di sicurezza e di coordinamento di cui all’articolo 43, con le eventuali richieste di adeguamento di cui all’articolo 44;

• il piano operativo di sicurezza di ciascuna impresa operante in cantiere, fatto salvo l’eventuale differimento ai sensi dell’articolo 45.

Gli adempimenti di cui ai precedenti devono essere assolti: • dall’appaltatore e tramite questi da eventuali subappaltatori; • dal consorzio di cooperative o di imprese artigiane, oppure dal consorzio

stabile, di cui agli articoli 34, comma 1, lettere b) e c), del Codice dei contratti, se il consorzio intende eseguire i lavori direttamente con la propria organizzazione consortile;

• dalla consorziata del consorzio di cooperative o di imprese artigiane, oppure del consorzio stabile, che il consorzio ha indicato per l’esecuzione dei lavori ai sensi degli articoli 37, comma 7, e 36, del Codice dei contratti, se il consorzio è privo di personale deputato alla esecuzione dei lavori; se sono state individuate più imprese consorziate esecutrici dei lavori gli adempimenti devono essere assolti da tutte le imprese consorziate indicate, per quanto di pertinenza di ciascuna di esse, per il tramite di una di esse appositamente individuata, sempre che questa abbia espressamente accettato tale individuazione;

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dott. ing. Gabriele Novembri • da tutte le imprese raggruppate, per quanto di pertinenza di ciascuna di

esse, per il tramite dell’impresa mandataria, se l’appaltatore è un raggruppamento temporaneo di cui all’articolo 34, comma 1, lettera d), del Codice dei contratti; l’impresa affidataria, ai fini dell’articolo 89, comma 1, lettera i), del Decreto n. 81 è individuata nella mandataria, come risultante dell’atto di mandato;

• da tutte le imprese consorziate, per quanto di pertinenza di ciascuna di esse, per il tramite dell’impresa individuata con l’atto costitutivo o lo statuto del consorzio, se l’appaltatore è un consorzio ordinario di cui all’articolo 34, commi 1, lettera e), del Codice dei contratti; l’impresa affidataria, ai fini dell’articolo 89, comma 1, lettera i), del Decreto n. 81 è individuata con il predetto atto costitutivo o statuto del consorzio;

• dai lavoratori autonomi che prestano la loro opera in cantiere. Fermo restando quanto previsto all’articolo 46, comma 3, l’impresa affidataria comunica alla Stazione appaltante gli opportuni atti di delega di cui all’articolo 16 del decreto legislativo n. 81 del 2008. L’appaltatore deve assolvere gli adempimenti di cui ai commi 1 e 2, anche nel corso dei lavori ogni qualvolta nel cantiere operi legittimamente un’impresa esecutrice o un lavoratore autonomo non previsti inizialmente.

8.2 Norme di sicurezza generali e sicurezza nel cantiere Anche ai sensi, ma non solo, dell’articolo 97, comma 1, del Decreto n. 81 del 2008, l’appaltatore è obbligato:

• ad osservare le misure generali di tutela di cui agli articoli 15, 17, 18 e 19 del Decreto n. 81 del 2008 e all’allegato XIII allo stesso decreto nonché le altre disposizioni del medesimo decreto applicabili alle lavorazioni previste nel cantiere;

• a rispettare e curare il pieno rispetto di tutte le norme vigenti in materia di prevenzione degli infortuni e igiene del lavoro e in ogni caso in condizione di permanente sicurezza e igiene, nell’osservanza delle disposizioni degli articolo da 108 a 155 del Decreto n. 81 del 2008 e degli allegati XVII, XVIII, XIX, XX, XXII, XXIV, XXV, XXVI, XXVII, XXVIII, XXIX, XXX, XXXI, XXXII, XXXIII, XXXIV, XXXV e XLI, allo stesso decreto;

• a verificare costantemente la presenza di tutte le condizioni di sicurezza dei lavori affidati;

• ad osservare le disposizioni del vigente Regolamento Locale di Igiene, per quanto attiene la gestione del cantiere, in quanto non in contrasto con le disposizioni di cui al comma 1.

L’appaltatore predispone, per tempo e secondo quanto previsto dalle vigenti disposizioni, gli appositi piani per la riduzione del rumore, in relazione al personale e alle attrezzature utilizzate. L’appaltatore garantisce che le lavorazioni, comprese quelle affidate ai subappaltatori, siano eseguite secondo il criterio «incident and injury free».

8.3 Piano di sicurezza e di coordinamento L’appaltatore è obbligato ad osservare scrupolosamente e senza riserve o eccezioni il piano di sicurezza e di coordinamento predisposto dal coordinatore per la sicurezza e messo a disposizione da parte della Stazione appaltante, ai sensi dell’articolo 131, comma 2, lettera a), del Codice dei contratti e all’articolo 100 del Decreto n. 81 del 2008, in conformità all’allegato XV, punti 1 e 2, al citato Decreto n. 81 del 2008. L’obbligo di cui sopra è esteso altresì:

• alle eventuali modifiche e integrazioni disposte autonomamente dal coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione in seguito a sostanziali

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dott. ing. Gabriele Novembri variazioni alle condizioni di sicurezza sopravvenute alla precedente versione del piano di sicurezza e di coordinamento;

• alle eventuali modifiche e integrazioni approvate o accettate dal coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione ai sensi dell’articolo 44.

Il periodo necessario alla conclusione degli adempimenti di cui al comma 2, lettera a), costituisce automatico differimento dei termini di ultimazione di cui all’articolo 14 e nelle more degli stessi adempimenti:

• qualora i lavori non possano utilmente iniziare non decorre il termine per l’inizio dei lavori di cui all’articolo 13, dandone atto nel verbale di consegna;

• qualora i lavori non possano utilmente proseguire si provvede sospensione e alla successiva ripresa dei lavori ai sensi degli articoli 16 e 17.

8.4 Modifiche e integrazioni al piano di sicurezza e di coordinamento L’appaltatore può presentare al coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione una o più proposte motivate di modificazione o di integrazione al piano di sicurezza e di coordinamento, nei seguenti casi:

• per adeguarne i contenuti alle proprie tecnologie oppure quando ritenga di poter meglio garantire la sicurezza nel cantiere sulla base della propria esperienza, anche in seguito alla consultazione obbligatoria e preventiva dei rappresentanti per la sicurezza dei propri lavoratori o a rilievi da parte degli organi di vigilanza;

• per garantire il rispetto delle norme per la prevenzione degli infortuni e la tutela della salute dei lavoratori eventualmente disattese nel piano di sicurezza, anche in seguito a rilievi o prescrizioni degli organi di vigilanza.

L'appaltatore ha il diritto che il coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione si pronunci tempestivamente, con atto motivato da annotare sulla documentazione di cantiere, sull’accoglimento o il rigetto delle proposte presentate; le decisioni del coordinatore sono vincolanti per l'appaltatore. Se entro il termine di tre giorni lavorativi dalla presentazione delle proposte dell’appaltatore, prorogabile una sola volta di altri tre giorni lavorativi, il coordinatore per la sicurezza non si pronuncia:

• nei casi di cui al comma 1, punto 1, le proposte si intendono accolte; l’eventuale accoglimento esplicito o tacito delle modificazioni e integrazioni non può in alcun modo giustificare variazioni in aumento o adeguamenti in aumento dei prezzi pattuiti, né maggiorazioni di alcun genere del corrispettivo;

• nei casi di cui al comma 1, punto 2, le proposte si intendono accolte se non comportano variazioni in aumento o adeguamenti in aumento dei prezzi pattuiti, né maggiorazioni di alcun genere del corrispettivo, diversamente si intendono rigettate.

8.5 Piano operativo di sicurezza L'appaltatore, entro 30 giorni dall'aggiudicazione e comunque prima dell'inizio dei lavori, deve predisporre e consegnare alla DL o, se nominato, al coordinatore per la sicurezza nella fase di esecuzione, un piano operativo di sicurezza per quanto attiene alle proprie scelte autonome e relative responsabilità nell'organizzazione del cantiere e nell'esecuzione dei lavori. Il piano operativo di sicurezza, redatto ai sensi dell’articolo 131, comma 2, lettera c), del Codice dei contratti, dell’articolo 89, comma 1, lettera h), del Decreto n. 81 del 2008 e del punto 3.2 dell’allegato XV al predetto decreto, comprende il documento di valutazione dei rischi di cui agli articoli 28 e 29 del citato Decreto n. 81 del 2008, con riferimento allo

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dott. ing. Gabriele Novembri specifico cantiere e deve essere aggiornato ad ogni mutamento delle lavorazioni rispetto alle previsioni. Il piano operativo di sicurezza deve essere redatto da ciascuna impresa operante nel cantiere e consegnato alla stazione appaltante, per il tramite dell’appaltatore, prima dell’inizio dei lavori per i quali esso è redatto. Ai sensi dell’articolo 131 del Codice dei contratti l’appaltatore è tenuto ad acquisire i piani operativi di sicurezza redatti dalle imprese subappaltatrici di cui all’articolo 47, comma 4, lettera d), sub. 2), del presente Capitolato speciale, nonché a curare il coordinamento di tutte le imprese operanti nel cantiere, al fine di rendere gli specifici piani operativi di sicurezza compatibili tra loro e coerenti con il piano presentato dall’appaltatore. In ogni caso trova applicazione quanto previsto dall’articolo 41, comma 4. Ai sensi dell’articolo 96, comma 1-bis, del Decreto n. 81 del 2008, il piano operativo di sicurezza non è necessario4per gli operatori che si limitano a fornire materiali o attrezzature; restano fermi per i predetti operatori gli obblighi di cui all’articolo 26 del citato Decreto n. 81 del 2008. Il piano operativo di sicurezza costituisce piano complementare di dettaglio del piano di sicurezza e di coordinamento di cui all'articolo 43.

8.6 Osservanza e attuazione dei piani di sicurezza L’appaltatore è obbligato ad osservare le misure generali di tutela di cui all'articolo 15 del Decreto n. 81 del 2008, con particolare riguardo alle circostanze e agli adempimenti descritti agli articoli da 88 a 104 e agli allegati da XVI a XXV dello stesso decreto. I piani di sicurezza devono essere redatti in conformità all’allegato XV al Decreto n. 81 del 2008, nonché alla migliore letteratura tecnica in materia. L'appaltatore è obbligato a comunicare tempestivamente prima dell'inizio dei lavori e quindi periodicamente, a richiesta della Stazione appaltante o del coordinatore, l'iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, l'indicazione dei contratti collettivi applicati ai lavoratori dipendenti e la dichiarazione circa l'assolvimento degli obblighi assicurativi e previdenziali. L’appaltatore è tenuto a curare il coordinamento di tutte le imprese operanti nel cantiere, al fine di rendere gli specifici piani redatti dalle imprese subappaltatrici compatibili tra loro e coerenti con il piano presentato dall’appaltatore. In caso di raggruppamento temporaneo o di consorzio ordinario di imprese detto obbligo incombe all’impresa mandataria; in caso di consorzio stabile o di consorzio di cooperative o di imprese artigiane tale obbligo incombe al consorzio. Il direttore tecnico di cantiere è responsabile del rispetto del piano da parte di tutte le imprese impegnate nell’esecuzione dei lavori. Il piano di sicurezza e di coordinamento ed il piano operativo di sicurezza formano parte integrante del contratto di appalto. Le gravi o ripetute violazioni dei piani stessi da parte dell’appaltatore, comunque accertate, previa formale costituzione in mora dell’interessato, costituiscono causa di risoluzione del contratto. Ai sensi dell’articolo 118, comma 4, terzo periodo, del Codice dei contratti, l’appaltatore è solidalmente responsabile con i subappaltatori per gli adempimenti, da parte di questo ultimo, degli obblighi di sicurezza.

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dott. ing. Gabriele Novembri

DISCIPLINA DEL SUBAPPALTO 9

9.1 Subappalto Il subappalto o il subaffidamento in cottimo, ferme restando le condizioni di cui all’articolo 118 del Codice dei contratti, è ammesso nel limite del 30% (trenta per cento), in termini economici, dell’importo totale dei lavori. I lavori, possono sempre essere realizzati dall’appaltatore anche se non in possesso dei requisiti di qualificazione per la relativa categoria. L’affidamento in subappalto o in cottimo è consentito, previa autorizzazione della Stazione appaltante, subordinata all’acquisizione del DURC dell’appaltatore e del DURC del subappaltatore, ai sensi dell’articolo 53. Il subappalto e l’affidamento in cottimo devono essere autorizzati preventivamente dalla Stazione appaltante in seguito a richiesta scritta dell'appaltatore, nei termini che seguono:

• l’autorizzazione è rilasciata entro 30 giorni dal ricevimento della richiesta; tale termine può essere prorogato una sola volta per non più di 30 giorni, ove ricorrano giustificati motivi;

• trascorso il medesimo termine, eventualmente prorogato, senza che la Stazione appaltante abbia provveduto, l'autorizzazione si intende concessa a tutti gli effetti se sono verificate tutte le condizioni di legge per l’affidamento del subappalto;

L’affidamento di lavori in subappalto o in cottimo comporta i seguenti obblighi: • ai sensi dell’articolo 118, comma 4, del Codice dei contratti, l’appaltatore

deve praticare, per i lavori e le opere affidate in subappalto, i prezzi risultanti dall’aggiudicazione ribassati in misura non superiore al 20% (venti per cento);

• se al subappaltatore sono affidati, in tutto o in parte, gli apprestamenti, gli impianti o le altre attività previste dal Piano di sicurezza e coordinamento di cui al punto 4 dell’allegato XV al Decreto n. 81 del 2008 connessi ai lavori in subappalto, i relativi oneri per la sicurezza sono pattuiti al prezzo originario previsto dal progetto, senza alcun ribasso; la Stazione appaltante, per il tramite della DL e sentito il coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione, provvede alla verifica dell'effettiva applicazione della presente disposizione;

• nei cartelli esposti all’esterno del cantiere devono essere indicati anche i nominativi di tutte le imprese subappaltatrici, completi dell’indicazione della categoria dei lavori subappaltati e dell’importo dei medesimi;

• le imprese subappaltatrici devono osservare integralmente il trattamento economico e normativo stabilito dai contratti collettivi nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si svolgono i lavori e sono responsabili, in solido con l’appaltatore, dell’osservanza delle norme anzidette nei confronti dei loro dipendenti per le prestazioni rese nell’ambito del subappalto;

• le imprese subappaltatrici, per tramite dell’appaltatore, devono trasmettere alla Stazione appaltante, prima dell’inizio dei lavori in subappalto: la documentazione di avvenuta denunzia agli enti previdenziali, inclusa la Cassa edile, assicurativi ed antinfortunistici; la copia del proprio piano operativo di sicurezza di cui all’articolo 131, comma 2, lettera c), del Codice dei contratti.

Le presenti disposizioni si applicano anche ai raggruppamenti temporanei di imprese e alle società anche consortili, quando le imprese riunite o consorziate non intendono eseguire direttamente i lavori scorporabili. I lavori affidati in subappalto non possono essere oggetto di ulteriore subappalto pertanto il subappaltatore non può subappaltare a sua volta i lavori.

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dott. ing. Gabriele Novembri Se l’appaltatore intende avvalersi della fattispecie disciplinata dall’articolo 30 del decreto legislativo n. 276 del 2003 (distacco di manodopera) dovrà trasmettere, almeno 20 giorni prima della data di effettivo utilizzo della manodopera distaccata, apposita comunicazione con la quale dichiara:

• di avere in essere con la società distaccante un contratto di distacco (da allegare in copia);

• di volersi avvalere dell’istituto del distacco per l’appalto in oggetto indicando i nominativi dei soggetti distaccati;

• che le condizioni per le quali è stato stipulato il contratto di distacco sono tuttora vigenti e che non si ricade nella fattispecie di mera somministrazione di lavoro.

La comunicazione deve indicare anche le motivazioni che giustificano l’interesse della società distaccante a ricorrere al distacco di manodopera se questa non risulta in modo evidente dal contratto tra le parti di cui sopra. Alla comunicazione deve essere allegata la documentazione necessaria a comprovare in Capo al soggetto distaccante il possesso dei requisiti generali di cui all’articolo 38 del Codice dei contratti. La Stazione appaltante, entro 15 giorni dal ricevimento della comunicazione e della documentazione allegata, può negare l’autorizzazione al distacco se in sede di verifica non sussistono i requisiti di cui sopra.

9.2 Responsabilità in materia di subappalto L'appaltatore resta in ogni caso responsabile nei confronti della Stazione appaltante per l'esecuzione delle opere oggetto di subappalto, sollevando la Stazione appaltante medesima da ogni pretesa dei subappaltatori o da richieste di risarcimento danni avanzate da terzi in conseguenza all’esecuzione di lavori subappaltati. La DL e il RUP, nonché il coordinatore per l’esecuzione in materia di sicurezza di cui all’articolo 92 del Decreto n. 81 del 2008, provvedono a verificare, ognuno per la propria competenza, il rispetto di tutte le condizioni di ammissibilità e di esecuzione dei contratti di subappalto. Il subappalto non autorizzato comporta inadempimento contrattualmente grave ed essenziale anche ai sensi dell’articolo 1456 del codice civile con la conseguente possibilità, per la Stazione appaltante, di risolvere il contratto in danno dell’appaltatore, ferme restando le sanzioni penali previste dall’articolo 21 della legge 13 settembre 1982, n. 646, come modificato dal decreto-legge 29 aprile 1995, n. 139, convertito dalla legge 28 giugno 1995, n. 246 (ammenda fino a un terzo dell’importo dell’appalto, arresto da sei mesi ad un anno). Ai sensi dell’articolo 118, comma 11, del Codice dei contratti e ai fini dell’articolo 47 del presente Capitolato speciale non è considerato subappalto l'affidamento di attività specifiche di servizi a lavoratori autonomi, purché tali attività non costituiscano lavori.

9.3 Art. 47. Pagamento dei subappaltatori La Stazione appaltante, salvo quanto previsto nel seguito, non provvede al pagamento diretto dei subappaltatori e dei cottimisti e l’appaltatore è obbligato a trasmettere alla stessa Stazione appaltante, entro 20 (venti) giorni dalla data di ciascun pagamento effettuato a proprio favore, copia delle fatture quietanzate relative ai pagamenti da esso corrisposti ai medesimi subappaltatori o cottimisti, con l’indicazione delle eventuali ritenute di garanzia effettuate, pena la sospensione dei successivi pagamenti. La stessa disciplina si applica in relazione alle somme dovute agli esecutori in subcontratto di forniture le cui prestazioni sono pagate in base allo stato di avanzamento lavori o allo stato di avanzamento forniture.

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dott. ing. Gabriele Novembri Se l’appaltatore non provvede nei termini agli adempimenti di cui sopra, la Stazione appaltante sospende l’erogazione delle rate di acconto o di saldo fino a che l’appaltatore non adempie a quanto previsto. Ai sensi dell’articolo 17, ultimo comma, del D.P.R. n. 633 del 1972, aggiunto dall’articolo 35, comma 5, della legge 4 agosto 2006, n. 248, gli adempimenti in materia di I.V.A. relativi alle fatture quietanziate, devono essere assolti dall’appaltatore principale.

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dott. ing. Gabriele Novembri

CONTROVERSIE, MANODOPERA, ESECUZIONE D'UFFICIO 10

10.1 Accordo bonario Ai sensi dell’articolo 240, commi 1 e 2, del Codice dei contratti, se, a seguito dell’iscrizione di riserve sui documenti contabili, l’importo economico dei lavori comporta variazioni rispetto all’importo contrattuale in misura superiore al 10% (dieci per cento) di quest'ultimo, il RUP deve valutare immediatamente l’ammissibilità di massima delle riserve, la loro non manifesta infondatezza e la non imputabilità a maggiori lavori per i quali sia necessaria una variante in corso d’opera ai sensi dell’articolo 132 del Codice dei contratti, il tutto anche ai fini dell’effettivo raggiungimento della predetta misura percentuale. Il RUP rigetta tempestivamente le riserve che hanno per oggetto aspetti progettuali oggetto di verifica ai sensi dell’articolo 112 del Codice dei contratti. Il RUP può nominare una commissione, ai sensi dell’articolo 240, commi 7, 8, 9, 9-bis, 10, 11, 12, 14 e 15, del Codice dei contratti, e immediatamente acquisisce o fa acquisire alla commissione, ove costituita, la relazione riservata della DL e, ove nominato, del collaudatore, e, se ritiene che le riserve non siano manifestamente infondate o palesemente inammissibili, formula una proposta motivata di accordo bonario. La proposta motivata di accordo bonario è formulata e trasmessa contemporaneamente all’appaltatore e alla Stazione appaltante entro 90 (novanta) giorni dall’apposizione dell’ultima delle riserve. L’appaltatore e la Stazione appaltante devono pronunciarsi entro 30 (trenta) giorni dal ricevimento della proposta; la pronuncia della Stazione appaltante deve avvenire con provvedimento motivato; la mancata pronuncia nel termine previsto costituisce rigetto della proposta. La procedura può essere reiterata nel corso dei lavori una sola volta. La medesima procedura si applica, a prescindere dall’importo, per le riserve non risolte al momento dell’emissione del certificato di collaudo provvisorio. Sulle somme riconosciute in sede amministrativa o contenziosa, gli interessi al tasso legale cominciano a decorrere 60 (sessanta) giorni dopo la data di sottoscrizione dell’accordo bonario, successivamente approvato dalla Stazione appaltante, oppure dall’emissione del provvedimento esecutivo con il quale sono state risolte le controversie. Ai sensi dell’articolo 239 del Codice dei contratti, anche al di fuori dei casi in cui è previsto il ricorso all’accordo bonario ai sensi dei commi precedenti, le controversie relative a diritti soggettivi derivanti dall'esecuzione del contratto possono sempre essere risolte mediante atto di transazione, in forma scritta, nel rispetto del codice civile; se l’importo differenziale della transazione eccede la somma di 100.000 euro, è necessario il parere dell'avvocatura che difende la Stazione appaltante o, in mancanza, del funzionario più elevato in grado, competente per il contenzioso. Il dirigente competente, sentito il RUP, esamina la proposta di transazione formulata dal soggetto appaltatore, ovvero può formulare una proposta di transazione al soggetto appaltatore, previa audizione del medesimo. La procedura di cui al comma 6 può essere esperita anche per le controversie circa l’interpretazione del contratto o degli atti che ne fanno parte o da questo richiamati, anche quando tali interpretazioni non diano luogo direttamente a diverse valutazioni economiche. Nelle more della risoluzione delle controversie l’appaltatore non può comunque rallentare o sospendere i lavori, né rifiutarsi di eseguire gli ordini impartiti dalla Stazione appaltante. Resta fermo quanto previsto dall’articolo 240-bis del Codice dei contratti.

10.2 Definizione delle controversie

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dott. ing. Gabriele Novembri Ove non si proceda all’accordo bonario ai sensi dell’articolo 50 e l’appaltatore confermi le riserve, la definizione di tutte le controversie derivanti dall'esecuzione del contratto è devoluta al Tribunale ordinario competente presso il Foro di Roma ed è esclusa la competenza arbitrale.

10.3 Contratti collettivi e disposizioni sulla manodopera L’appaltatore è tenuto all’esatta osservanza di tutte le leggi, regolamenti e norme vigenti in materia, nonché eventualmente entrate in vigore nel corso dei lavori, e in particolare:

• nell’esecuzione dei lavori che formano oggetto del presente appalto, l’appaltatore si obbliga ad applicare integralmente il contratto nazionale di lavoro per gli operai dipendenti dalle aziende industriali edili e affini e gli accordi locali e aziendali integrativi dello stesso, in vigore per il tempo e nella località in cui si svolgono i lavori;

• i suddetti obblighi vincolano l’appaltatore anche se non è aderente alle associazioni stipulanti o receda da esse e indipendentemente dalla natura industriale o artigiana, dalla struttura o dalle dimensioni dell’impresa stessa e da ogni altra sua qualificazione giuridica;

• è responsabile in rapporto alla Stazione appaltante dell’osservanza delle norme anzidette da parte degli eventuali subappaltatori nei confronti dei rispettivi dipendenti, anche nei casi in cui il contratto collettivo non disciplini l’ipotesi del subappalto; il fatto che il subappalto non sia stato autorizzato non esime l’appaltatore dalla responsabilità, e ciò senza pregiudizio degli altri diritti della Stazione appaltante;

• è obbligato al regolare assolvimento degli obblighi contributivi in materia previdenziale, assistenziale, antinfortunistica e in ogni altro ambito tutelato dalle leggi speciali.

Ai sensi dell’articolo 5 del Regolamento generale, in caso di ritardo immotivato nel pagamento delle retribuzioni dovute al personale dipendente dell’appaltatore o dei subappaltatori, la Stazione appaltante può pagare direttamente ai lavoratori le retribuzioni arretrate, anche in corso d'opera, utilizzando le somme trattenute sui pagamenti delle rate di acconto e di saldo. In ogni momento la DL e, per suo tramite, il RUP, possono richiedere all’appaltatore e ai subappaltatori copia del libro unico del lavoro di cui all’articolo 39 della legge 9 agosto 2008, n. 133, possono altresì richiedere i documenti di riconoscimento al personale presente in cantiere e verificarne la effettiva iscrizione nel predetto libro unico del lavoro dell’appaltatore o del subappaltatore autorizzato. Ai sensi degli articoli 18, comma 1, lettera u), 20, comma 3 e 26, comma 8, del Decreto n. 81 del 2008, nonché dell’articolo 5, comma 1, primo periodo, della legge n. 136 del 2010, l’appaltatore è obbligato a fornire a ciascun soggetto occupato in cantiere una apposita tessera di riconoscimento, impermeabile ed esposta in forma visibile, corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore, i dati identificativi del datore di lavoro e la data di assunzione del lavoratore. L’appaltatore risponde dello stesso obbligo anche per i lavoratori dipendenti dai subappaltatori autorizzati; la tessera dei predetti lavoratori deve riportare gli estremi dell’autorizzazione al subappalto. Tutti i lavoratori sono tenuti ad esporre detta tessera di riconoscimento. Agli stessi obblighi devono ottemperare anche i lavoratori autonomi che esercitano direttamente la propria attività nei cantieri e il personale presente occasionalmente in cantiere che non sia dipendente dell’appaltatore o degli eventuali subappaltatori (soci, artigiani di ditte individuali senza dipendenti, professionisti, fornitori esterni, collaboratori familiari e simili); tutti i predetti soggetti devono provvedere in proprio e, in tali casi, la tessera di riconoscimento deve riportare i dati identificativi del committente ai sensi dell’articolo 5, comma 1, secondo periodo, della legge n. 136 del 2010.

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dott. ing. Gabriele Novembri La violazione degli obblighi di cui ai commi 4 e 5 comporta l’applicazione, in Capo al datore di lavoro, della sanzione amministrativa da euro 100 ad euro 500 per ciascun lavoratore. Il lavoratore munito della tessera di riconoscimento di cui al comma 3 che non provvede ad esporla è punito con la sanzione amministrativa da euro 50 a euro 300. Nei confronti delle predette sanzioni non è ammessa la procedura di diffida di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 23 aprile 2004, n. 124.

10.4 Risoluzione del contratto - Esecuzione d'ufficio dei lavori Costituiscono causa di risoluzione del contratto, e la Stazione appaltante ha facoltà di risolvere il contratto mediante lettera raccomandata, anche mediante posta elettronica certificata, con messa in mora di 15 giorni, senza necessità di ulteriori adempimenti, oltre ai casi di cui all’articolo 21, i seguenti casi:

• l’appaltatore sia colpito da provvedimento definitivo di applicazione di una misura di prevenzione di cui agli articoli 6 o 67 del decreto legislativo n. 159 del 2011, ovvero sia intervenuta sentenza di condanna passata in giudicato per i delitti previsti dall’articolo 51, commi 3-bis e 3-quater, del codice di procedura penale, dagli articoli 314, primo comma, 316, 316-bis, 317, 318, 319, 319-ter, 319-quater e 320 del codice penale, nonché per reati di usura, riciclaggio oppure per frodi nei riguardi della Stazione appaltante, di subappaltatori, di fornitori, di lavoratori o di altri soggetti comunque interessati ai lavori, ai sensi dell’articolo 135 del Codice dei contratti;

• inadempimento alle disposizioni della DL riguardo ai tempi di esecuzione o quando risulti accertato il mancato rispetto delle ingiunzioni o diffide fattegli, nei termini imposti dagli stessi provvedimenti;

• manifesta incapacità o inidoneità, anche solo legale, nell’esecuzione dei lavori;

• inadempimento accertato alle norme di legge sulla prevenzione degli infortuni, la sicurezza sul lavoro e le assicurazioni obbligatorie del personale;

• sospensione dei lavori o mancata ripresa degli stessi da parte dell’appaltatore senza giustificato motivo;

• rallentamento dei lavori, senza giustificato motivo, in misura tale da pregiudicare la realizzazione dei lavori nei termini previsti dal contratto;

• subappalto abusivo, associazione in partecipazione, cessione anche parziale del contratto o violazione di norme sostanziali regolanti il subappalto;

• non rispondenza dei beni forniti alle specifiche di contratto e allo scopo dell’opera;

• mancato rispetto della normativa sulla sicurezza e la salute dei lavoratori di cui al Decreto n. 81 del 2008 o ai piani di sicurezza di cui agli articoli 43 e 45, integranti il contratto, e delle ingiunzioni fattegli al riguardo dalla DL, dal RUP o dal coordinatore per la sicurezza;

• azioni o omissioni finalizzate ad impedire l’accesso al cantiere al personale ispettivo del Ministero del lavoro e della previdenza sociale o dell’A.S.L., oppure del personale ispettivo degli organismi paritetici, di cui all’articolo 51 del Decreto n. 81 del 2008;

• violazione delle prescrizioni in materia di tracciabilità dei pagamenti; • applicazione di una delle misure di sospensione dell’attività irrogate ai

sensi dell'articolo 14, comma 1, del Decreto n. 81 del 2008 ovvero l’azzeramento del punteggio per la ripetizione di violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro ai sensi dell'articolo 27, comma 1-bis, del citato Decreto n. 81 del 2008;

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dott. ing. Gabriele Novembri • ottenimento del DURC negativo per due volte consecutive, alle condizioni

di cui all’articolo 6, comma 8, del Regolamento generale; in tal caso il RUP, acquisita una relazione particolareggiata predisposta dalla DL, contesta gli addebiti e assegna un termine non inferiore a 15 (quindici) giorni per la presentazione delle controdeduzioni; in caso di assenza o inidoneità di queste propone alla Stazione appaltante la risoluzione del contratto, ai sensi dell’articolo 135, comma 1, del Codice dei contratti.

Il contratto è altresì risolto di diritto nei seguenti casi: • perdita da parte dell'appaltatore, dei requisiti per l'esecuzione dei lavori,

quali il fallimento o la irrogazione di misure sanzionatorie o cautelari che inibiscono la capacità di contrattare con la pubblica amministrazione, oppure in caso di reati accertati ai sensi dell’articolo 135, comma 1, del Codice dei contratti;

• nullità assoluta, ai sensi dell’articolo 3, comma 8, primo periodo, della legge n. 136 del 2010, in caso di assenza, nel contratto, delle disposizioni in materia di tracciabilità dei pagamenti;

• decadenza dell'attestazione SOA dell'appaltatore per aver prodotto falsa documentazione o dichiarazioni mendaci, risultante dal casellario informatico.

Il contratto è altresì risolto se, per il manifestarsi di errori o di omissioni del progetto esecutivo che pregiudicano, in tutto o in parte, la realizzazione dell’opera oppure la sua utilizzazione, come definiti dall’articolo 132, comma 6, del Codice dei contratti, si rendono necessari lavori suppletivi che eccedono il quinto dell’importo originario del contratto. In tal caso, proceduto all’accertamento dello stato di consistenza ai sensi del comma 3, si procede alla liquidazione dei lavori eseguiti, dei materiali utili e del 10 per cento dei lavori non eseguiti, fino a quattro quinti dell’importo del contratto. Nei casi di risoluzione del contratto o di esecuzione di ufficio, la comunicazione della decisione assunta dalla Stazione appaltante è fatta all'appaltatore nella forma dell'ordine di servizio o della raccomandata con avviso di ricevimento, anche mediante posta elettronica certificata, con la contestuale indicazione della data alla quale avrà luogo l'accertamento dello stato di consistenza dei lavori. Alla data comunicata dalla Stazione appaltante si fa luogo, in contraddittorio fra la DL e l'appaltatore o suo rappresentante oppure, in mancanza di questi, alla presenza di due testimoni, alla redazione dello stato di consistenza dei lavori, all'inventario dei materiali, delle attrezzature dei e mezzi d’opera esistenti in cantiere, nonché, nel caso di esecuzione d’ufficio, all’accertamento di quali di tali materiali, attrezzature e mezzi d’opera debbano essere mantenuti a disposizione della Stazione appaltante per l’eventuale riutilizzo e alla determinazione del relativo costo. Nei casi di risoluzione del contratto e di esecuzione d'ufficio, come pure in caso di fallimento dell'appaltatore, i rapporti economici con questo o con il curatore sono definiti, con salvezza di ogni diritto e ulteriore azione della Stazione appaltante, nel seguente modo:

• affidando ad altra impresa, ai sensi dell’articolo 140 del Codice dei contratti o, in caso di indisponibilità di altra impresa, ponendo a base d’asta del nuovo appalto o di altro affidamento ai sensi dell’ordinamento vigente, l’importo lordo dei lavori di completamento e di quelli da eseguire d’ufficio in danno, risultante dalla differenza tra l’ammontare complessivo lordo dei lavori posti a base d’asta nell’appalto originario, eventualmente incrementato per perizie in corso d’opera oggetto di regolare atto di sottomissione o comunque approvate o accettate dalle parti nonché dei lavori di ripristino o riparazione, e l’ammontare lordo dei lavori eseguiti dall’appaltatore inadempiente medesimo;

• ponendo a carico dell’appaltatore inadempiente:

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dott. ing. Gabriele Novembri o l’eventuale maggiore costo derivante dalla differenza tra importo

netto di aggiudicazione del nuovo appalto per il completamento dei lavori e l’importo netto degli stessi risultante dall’aggiudicazione effettuata in origine all’appaltatore inadempiente;

o l’eventuale maggiore costo derivato dalla ripetizione della gara di appalto eventualmente andata deserta, necessariamente effettuata con importo a base d’asta opportunamente maggiorato;

o l’eventuale maggiore onere per la Stazione appaltante per effetto della tardata ultimazione dei lavori, delle nuove spese di gara e di pubblicità, delle maggiori spese tecniche di direzione, assistenza, contabilità e collaudo dei lavori, dei maggiori interessi per il finanziamento dei lavori, di ogni eventuale maggiore e diverso danno documentato, conseguente alla mancata tempestiva utilizzazione delle opere alla data prevista dal contratto originario.

Nel caso l’appaltatore sia un raggruppamento temporaneo di operatori, oppure un consorzio ordinario o un consorzio stabile, se una delle condizioni di cui al comma 1, lettera a), oppure agli articoli 84, comma 4, o 91, comma 7, del decreto legislativo n. 159 del 2011, ricorre per un’impresa mandante o comunque diversa dall’impresa capogruppo, le cause di divieto o di sospensione di cui all’articolo 67 del decreto legislativo n. 159 del 2011 non operano nei confronti delle altre imprese partecipanti se la predetta impresa è estromessa sostituita entro trenta giorni dalla comunicazione delle informazioni del prefetto.

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DISPOSIZIONI PER L’ULTIMAZIONE 11

11.1 Ultimazione dei lavori e gratuita manutenzione Al termine dei lavori e in seguito a richiesta scritta dell’appaltatore la DL redige, entro 10 giorni dalla richiesta, il certificato di ultimazione; entro trenta giorni dalla data del certificato di ultimazione dei lavori la DL procede all’accertamento sommario della regolarità delle opere eseguite. In sede di accertamento sommario, senza pregiudizio di successivi accertamenti, sono rilevati e verbalizzati eventuali vizi e difformità di costruzione che l’appaltatore è tenuto a eliminare a sue spese nel termine fissato e con le modalità prescritte dalla DL, fatto salvo il risarcimento del danno alla Stazione appaltante. In caso di ritardo nel ripristino, si applica la penale per i ritardi prevista dall’articolo 18, in proporzione all'importo della parte di lavori che direttamente e indirettamente traggono pregiudizio dal mancato ripristino e comunque all'importo non inferiore a quello dei lavori di ripristino. Dalla data del verbale di ultimazione dei lavori decorre il periodo di gratuita manutenzione; tale periodo cessa con l’approvazione finale del certificato di regolare esecuzione da parte della Stazione appaltante. Non può ritenersi verificata l’ultimazione dei lavori se l’appaltatore non ha consegnato alla DL le certificazioni e i collaudi tecnici.

11.2 Termini per l’accertamento della regolare esecuzione Il certificato di regolare esecuzione deve essere emesso entro tre mesi dall’ultimazione dei lavori ed ha carattere provvisorio. Esso assume carattere definitivo trascorsi due anni dalla data dell’emissione. Decorso tale termine, il certificato di regolare esecuzione si intende tacitamente approvato anche se l’atto formale di approvazione non sia intervenuto. Durante l’esecuzione dei lavori la Stazione appaltante può effettuare operazioni di controllo o ogni altro accertamento, volti a verificare la piena rispondenza delle caratteristiche dei lavori in corso di realizzazione a quanto richiesto negli elaborati progettuali, nel presente Capitolato speciale o nel contratto. Trova applicazione la disciplina di cui agli articoli da 215 a 235 del Regolamento generale.

11.3 Presa in consegna dei lavori ultimati La Stazione appaltante si riserva di prendere in consegna parzialmente o totalmente le opere appaltate anche nelle more del collaudo, con apposito verbale immediatamente dopo l’accertamento sommario di cui all’articolo 55, comma 1, oppure nel diverso termine assegnato dalla DL. Se la Stazione appaltante si avvale di tale facoltà, comunicata all’appaltatore per iscritto, lo stesso appaltatore non si può opporre per alcun motivo, né può reclamare compensi di sorta. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 237-bis del Codice dei contratti, l’appaltatore può chiedere che il verbale di cui al comma 1, o altro specifico atto redatto in contraddittorio, dia atto dello stato delle opere, onde essere garantito dai possibili danni che potrebbero essere arrecati alle opere stesse. La presa di possesso da parte della Stazione appaltante avviene nel termine perentorio fissato dalla stessa per mezzo della DL o per mezzo del RUP, in presenza dell’appaltatore o di due testimoni in caso di sua assenza. Se la Stazione appaltante non si trova nella condizione di prendere in consegna le opere dopo l’ultimazione dei lavori, l’appaltatore non può reclamare la consegna ed è altresì tenuto alla gratuita manutenzione fino ai termini previsti dall’articolo 55, comma 3.

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NORME FINALI 12

12.1 Oneri e obblighi a carico dell’appaltatore Oltre agli oneri di cui al capitolato generale d’appalto, al Regolamento generale e al presente Capitolato speciale, nonché a quanto previsto da tutti i piani per le misure di sicurezza fisica dei lavoratori, sono a carico dell’appaltatore gli oneri e gli obblighi che seguono.

• la fedele esecuzione del progetto e degli ordini impartiti per quanto di competenza, dalla DL, in conformità alle pattuizioni contrattuali, in modo che le opere eseguite risultino a tutti gli effetti collaudabili, esattamente conformi al progetto e a perfetta regola d’arte, richiedendo alla DL tempestive disposizioni scritte per i particolari che eventualmente non risultassero da disegni, dal capitolato o dalla descrizione delle opere. In ogni caso l’appaltatore non deve dare corso all’esecuzione di aggiunte o varianti non ordinate per iscritto ai sensi dell’articolo 1659 del codice civile;

• l’onere relativo alla formazione del cantiere attrezzato, in relazione alla entità dell’opera, con tutti i più moderni e perfezionati impianti per assicurare una perfetta e rapida esecuzione di tutte le opere prestabilite, ponteggi, adeguatamente protetti, in adiacenza di proprietà pubbliche o private, la recinzione con solido steccato, nonché la pulizia, la manutenzione del cantiere stesso;

• l’assunzione in proprio, tenendone indenne la Stazione appaltante, di ogni responsabilità risarcitoria e delle obbligazioni relative comunque connesse all’esecuzione delle prestazioni dell’appaltatore a termini di contratto;

• l’esecuzione, presso gli Istituti autorizzati, di tutte le prove che verranno ordinate dalla DL, sui materiali e manufatti impiegati o da impiegarsi nella costruzione, compresa l’esecuzione di prove di carico che siano ordinate dalla stessa DL sulle strutture portanti, nonché prove di tenuta per le tubazioni;

• le responsabilità sulla non rispondenza degli elementi eseguiti rispetto a quelli progettati o previsti dal capitolato;

• il mantenimento, fino all’emissione del certificato di regolare esecuzione, della continuità degli scoli delle acque e del transito sugli spazi, pubblici e privati, adiacenti le opere da eseguire;

• il ricevimento, lo scarico e il trasporto nei luoghi di deposito o nei punti di impiego secondo le disposizioni della DL, comunque all’interno del cantiere, dei materiali e dei manufatti esclusi dal presente appalto e approvvigionati o eseguiti da altre ditte per conto della Stazione appaltante e per i quali competono a termini di contratto all’appaltatore le assistenze alla posa in opera; i danni che per cause dipendenti dall’appaltatore fossero apportati ai materiali e manufatti suddetti devono essere ripristinati a carico dello stesso appaltatore;

• la pulizia del cantiere e delle vie di transito e di accesso allo stesso, compreso lo sgombero dei materiali di rifiuto lasciati da altre ditte;

• le spese, i contributi, i diritti, i lavori, le forniture e le prestazioni occorrenti per gli allacciamenti provvisori di acqua, energia elettrica, gas e fognatura, necessari per il funzionamento del cantiere e per l’esecuzione dei lavori, nonché le spese per le utenze e i consumi dipendenti dai predetti servizi;

• l’esecuzione di un’opera campione delle singole categorie di lavoro ogni volta che questo sia previsto specificatamente dal presente capitolato o sia richiesto dalla DL, per ottenere il relativo nullaosta alla realizzazione delle opere simili, nonché la fornitura alla DL, prima della posa in opera di

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dott. ing. Gabriele Novembri qualsiasi materiale o l’esecuzione di una qualsiasi tipologia di lavoro, della campionatura dei materiali, dei dettagli costruttivi e delle schede tecniche relativi alla posa in opera;

• la fornitura e manutenzione dei cartelli di avviso, fanali di segnalazione notturna nei punti prescritti e quanto altro indicato dalle disposizioni vigenti a scopo di sicurezza, nonché l’illuminazione notturna del cantiere;

• la costruzione e la manutenzione entro il recinto del cantiere di spazi idonei ad uso ufficio del personale della DL e assistenza, arredati e illuminati;

• la predisposizione del personale e degli strumenti necessari per tracciamenti, rilievi, misurazioni, prove e controlli dei lavori tenendo a disposizione della DL i disegni e le tavole per gli opportuni raffronti e controlli, con divieto di darne visione a terzi e con formale impegno di astenersi dal riprodurre o contraffare i disegni e i modelli avuti in consegna;

• la consegna, prima della smobilitazione del cantiere, di un certo quantitativo di materiale usato, per le finalità di eventuali successivi ricambi omogenei, previsto dal presente capitolato o precisato da parte della DL con ordine di servizio e che viene liquidato in base al solo costo del materiale;

• l’idonea protezione dei materiali impiegati e messi in opera a prevenzione di danni di qualsiasi natura e causa, nonché la rimozione di dette protezioni a richiesta della DL; nel caso di sospensione dei lavori deve essere adottato ogni provvedimento necessario ad evitare deterioramenti di qualsiasi genere e per qualsiasi causa alle opere eseguite, restando a carico dell’appaltatore l’obbligo di risarcimento degli eventuali danni conseguenti al mancato o insufficiente rispetto della presente norma;

• l’adozione, nel compimento di tutti i lavori, dei procedimenti e delle cautele necessarie a garantire l’incolumità degli operai, delle persone addette ai lavori stessi e dei terzi, nonché ad evitare danni ai beni pubblici e privati, osservando le disposizioni contenute nelle vigenti norme in materia di prevenzione infortuni; con ogni più ampia responsabilità in caso di infortuni a carico dell’appaltatore, restandone sollevati la Stazione appaltante, nonché il personale preposto alla direzione e sorveglianza dei lavori.

• la pulizia, prima dell’uscita dal cantiere, dei propri mezzi e/o di quelli dei subappaltatori e l’accurato lavaggio giornaliero delle aree pubbliche in qualsiasi modo lordate durante l’esecuzione dei lavori, compreso la pulizia delle caditoie stradali;

• la dimostrazione dei pesi, a richiesta della DL, presso le pubbliche o private stazioni di pesatura.

• gli adempimenti della legge n. 1086 del 1971, al deposito della documentazione presso l’ufficio comunale competente e quant’altro derivato dalla legge sopra richiamata;

• il divieto di autorizzare Terzi alla pubblicazione di notizie, fotografie e disegni delle opere oggetto dell’appalto salvo esplicita autorizzazione scritta della stazione appaltante;

• l’ottemperanza alle prescrizioni previste dal DPCM del 1 marzo 1991 e successive modificazioni in materia di esposizioni ai rumori;

• il completo sgombero del cantiere entro 15 giorni dal positivo collaudo provvisorio delle opere;

• la richiesta tempestiva dei permessi, sostenendo i relativi oneri, per la chiusura al transito veicolare e pedonale (con l’esclusione dei residenti) delle strade urbane interessate dalle opere oggetto dell’appalto;

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dott. ing. Gabriele Novembri • l’installazione e il mantenimento in funzione per tutta la necessaria durata

dei lavori la cartellonista a norma del codice della strada atta ad informare il pubblico in ordine alla variazione della viabilità cittadina connessa con l’esecuzione delle opere appaltate. L’appaltatore dovrà preventivamente concordare tipologia, numero e posizione di tale segnaletica con il locale comando di polizia municipale e con il coordinatore della sicurezza;

• l’installazione di idonei dispositivi e/o attrezzature per l’abbattimento della produzione delle polveri durante tutte le fasi lavorative, in particolare nelle aree di transito degli automezzi.

Ai sensi dell’articolo 4 della legge n. 136 del 2010 la proprietà degli automezzi adibiti al trasporto dei materiali per l'attività del cantiere deve essere facilmente individuabile; a tale scopo la bolla di consegna del materiale deve indicare il numero di targa dell’automezzo e le generalità del proprietario nonché, se diverso, del locatario, del comodatario, dell’usufruttuario o del soggetto che ne abbia comunque la stabile disponibilità. L’appaltatore è tenuto a richiedere, prima della realizzazione dei lavori, presso tutti i soggetti diversi dalla Stazione appaltante (Consorzi, rogge, privati, Provincia, gestori di servizi a rete e altri eventuali soggetti coinvolti o competenti in relazione ai lavori in esecuzione) interessati direttamente o indirettamente ai lavori, tutti i permessi necessari e a seguire tutte le disposizioni emanate dai suddetti per quanto di competenza, in relazione all’esecuzione delle opere e alla conduzione del cantiere, con esclusione dei permessi e degli altri atti di assenso aventi natura definitiva e afferenti il lavoro pubblico in quanto tale. In caso di danni causati da forza maggiore a opere e manufatti, i lavori di ripristino o rifacimento sono eseguiti dall’appaltatore ai prezzi di contratto decurtati della percentuale di incidenza dell’utile, come dichiarata dall’appaltatore in sede di verifica della congruità dei prezzi o, se tale verifica non è stata fatta, come prevista nelle analisi dei prezzi integranti il progetto a base di gara o, in assenza di queste, nella misura prevista dall’articolo 32, comma 2, lettera c), del Regolamento generale. Se i lavori di ripristino o di rifacimento di cui al comma 4, sono di importo superiore a 1/5 (un quinto) dell’importo contrattuale, trova applicazione l’articolo 161, comma 13, del Regolamento generale. Per ogni altra condizione trova applicazione l’articolo 166 del Regolamento generale. L'appaltatore è altresì obbligato:

• ad intervenire alle misure, le quali possono comunque essere eseguite alla presenza di due testimoni se egli, invitato non si presenta;

• a firmare i libretti delle misure, i brogliacci e gli eventuali disegni integrativi, sottopostogli dalla DL, subito dopo la firma di questi;

• a consegnare alla DL, con tempestività, le fatture relative alle lavorazioni e somministrazioni previste dal presente Capitolato speciale e ordinate dalla DL che per la loro natura si giustificano mediante fattura;

• a consegnare alla DL le note relative alle giornate di operai, di noli e di mezzi d'opera, nonché le altre provviste somministrate, per gli eventuali lavori previsti e ordinati in economia nonché a firmare le relative liste settimanali sottopostegli dalla DL.

L’appaltatore deve produrre alla DL un’adeguata documentazione fotografica relativa alle lavorazioni di particolare complessità, o non più ispezionabili o non più verificabili dopo la loro esecuzione oppure a richiesta della DL. La documentazione fotografica, a colori e in formati riproducibili agevolmente, reca in modo automatico e non modificabile la data e l’ora nelle quali sono state fatte le relative riprese. Poiché in fase progettuale non è stato possibile accedere alla copertura ed esaminare in dettaglio le caratteristiche geometriche e di conservazione della struttura di copertura, l'impresa con oneri a proprio carico compresi nei prezzi d'appalto è tenuta ad effettuare una accurata ispezione delle strutture di

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dott. ing. Gabriele Novembri copertura prima dell'inizio delle lavorazioni utilizzando le opere provvisionali, a seguito della quale redigerà un elaborato grafico riportante i dati suddetti. Sarà cura del CSE e della DL dare disposizioni in merito all'effettiva accessibilità di tali coperture in funzione dei risultati di tale indagine preliminare.

12.2 Conformità agli standard sociali I materiali, le pose e i lavori oggetto dell’appalto devono essere prodotti, forniti, posati ed eseguiti in conformità con gli standard sociali minimi in materia di diritti umani e di condizioni di lavoro lungo la catena di fornitura definiti dalle leggi nazionali dei Paesi ove si svolgono le fasi della catena, e in ogni caso in conformità con le Convenzioni fondamentali stabilite dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro e dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Gli standard sono riportati nella dichiarazione di conformità utilizzando il modello di cui all’Allegato «I» al decreto del Ministro dell’ambiente 6 giugno 2012 (in G.U. n. 159 del 10 luglio 2012), che deve essere sottoscritta dall'appaltatore prima della stipula del contratto. Al fine di consentire il monitoraggio, da parte della Stazione appaltante, della conformità ai predetti standard, gli standard, l'appaltatore è tenuto a:

• informare fornitori e sub-fornitori coinvolti nella catena di fornitura dei beni oggetto del presente appalto, che la Stazione appaltante ha richiesto la conformità agli standard sopra citati nelle condizioni d'esecuzione dell’appalto;

• fornire, su richiesta della Stazione appaltante ed entro il termine stabilito nella stessa richiesta, le informazioni e la documentazione relativa alla gestione delle attività riguardanti la conformità agli standard e i riferimenti dei fornitori e sub-fornitori coinvolti nella catena di fornitura;

• accettare e far accettare dai propri fornitori e sub-fornitori, eventuali verifiche ispettive relative ala conformità agli standard, condotte della Stazione appaltante o da soggetti indicati e specificatamente incaricati allo scopo da parte della stessa Stazione appaltante;

• intraprendere, o a far intraprendere dai fornitori e sub-fornitori coinvolti nella catena di fornitura, eventuali ed adeguate azioni correttive, comprese eventuali rinegoziazioni contrattuali, entro i termini stabiliti dalla Stazione appaltante, nel caso che emerga, dalle informazioni in possesso della stessa Stazione appaltante, una violazione contrattuale inerente la non conformità agli standard sociali minimi lungo la catena di fornitura;

• dimostrare, tramite appropriata documentazione fornita alla Stazione appaltante, che le clausole sono rispettate, e a documentare l'esito delle eventuali azioni correttive effettuate.

Per le finalità di monitoraggio di cui al comma 2 la Stazione appaltante può chiedere all’appaltatore la compilazione dei questionari in conformità al modello di cui all’Allegato “I” al decreto del Ministro dell’ambiente 6 giugno 2012. La violazione delle clausole in materia di conformità agli standard sociali di cui ai commi 1 e 2, comporta l'applicazione della penale nella misura di cui all’articolo 18, comma 1, con riferimento a ciascuna singola violazione accertata in luogo del riferimento ad ogni giorno di ritardo.

12.3 Custodia del cantiere E’ a carico e a cura dell’appaltatore la custodia e la tutela del cantiere, di tutti i manufatti e dei materiali in esso esistenti, anche se di proprietà della Stazione appaltante e ciò anche durante periodi di sospensione dei lavori e fino alla presa in consegna dell’opera da parte della Stazione appaltante.

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dott. ing. Gabriele Novembri 12.4 Eventuale sopravvenuta inefficacia del contratto

Se il contratto è dichiarato inefficace per gravi violazioni in seguito ad annullamento dell’aggiudicazione definitiva per gravi violazioni, trova applicazione l’articolo 121 dell’allegato 1 al decreto legislativo n. 104 del 2010 (Codice del processo amministrativo), come richiamato dall’articolo 245-bis, comma 1, del Codice dei contratti. Se il contratto è dichiarato inefficace in seguito ad annullamento dell’aggiudicazione definitiva per motivi diversi dalle gravi violazioni di cui al comma 1, trova l’articolo 122 dell’allegato 1 al decreto legislativo n. 104 del 2010, come richiamato dall’articolo 245-ter, comma 1, del Codice dei contratti. Trovano in ogni caso applicazione, ove compatibili e in seguito a provvedimento giurisdizionale, gli articoli 123 e 124 dell’allegato 1 al decreto legislativo n. 104 del 2010, come richiamati dagli articoli 245-quater e 245-quinquies, del Codice dei contratti.

12.5 Tracciabilità dei pagamenti Ai sensi dell’articolo 3, commi 1 e 8, della legge n. 136 del 2010, gli operatori economici titolari dell’appalto, nonché i subappaltatori, devono comunicare alla Stazione appaltante gli estremi identificativi dei conti correnti dedicati, anche se non in via esclusiva, accesi presso banche o presso Poste italiane S.p.A., entro 7 (sette) giorni dalla stipula del contratto oppure entro 7 (sette) giorni dalla loro accensione se successiva, comunicando altresì negli stessi termini le generalità e il codice fiscale delle persone delegate ad operare sui predetti conti. L’obbligo di comunicazione è esteso anche alle modificazioni delle indicazioni fornite in precedenza. In assenza delle predette comunicazioni la Stazione appaltante sospende i pagamenti e non decorrono i termini legali per l’applicazione degli interessi di cui agli articoli 29, commi 1,2 e 30, e per la richiesta di risoluzione di cui all’articolo 29, comma 4. Tutti i movimenti finanziari relativi all’intervento:

• per pagamenti a favore dell’appaltatore, dei subappaltatori, dei sub-contraenti, dei sub-fornitori o comunque di soggetti che eseguono lavori, forniscono beni o prestano servizi in relazione all’intervento, devono avvenire mediante bonifico bancario o postale, ovvero altro mezzo che sia ammesso dall’ordinamento giuridico in quanto idoneo ai fini della tracciabilità;

• i pagamenti di cui alla precedente devono avvenire in ogni caso utilizzando i conti correnti dedicati;

• i pagamenti destinati a dipendenti, consulenti e fornitori di beni e servizi rientranti tra le spese generali nonché quelli destinati all'acquisto di immobilizzazioni tecniche devono essere eseguiti tramite i conti correnti dedicati, per il totale dovuto, anche se non riferibile in via esclusiva alla realizzazione dell’intervento.

I pagamenti in favore di enti previdenziali, assicurativi e istituzionali, nonché quelli in favore di gestori e fornitori di pubblici servizi, ovvero quelli riguardanti tributi, possono essere eseguiti anche con strumenti diversi da quelli ammessi dal comma 2, lettera a), fermo restando l'obbligo di documentazione della spesa. Per le spese giornaliere, di importo inferiore o uguale a 1.500 euro possono essere utilizzati sistemi diversi da quelli ammessi, fermi restando il divieto di impiego del contante e l'obbligo di documentazione della spesa. Ogni pagamento effettuato deve riportare, in relazione a ciascuna transazione, il CIG e il CUP. Fatte salve le sanzioni amministrative pecuniarie di cui all’articolo 6 della legge n. 136 del 2010 la violazione delle prescrizioni di pagamento, costituisce causa di risoluzione del contratto. I soggetti che hanno notizia dell'inadempimento della propria controparte agli obblighi di tracciabilità finanziaria, procedono all'immediata risoluzione del

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dott. ing. Gabriele Novembri rapporto contrattuale, informandone contestualmente la Stazione appaltante e la prefettura-ufficio territoriale del Governo territorialmente competente.

12.6 Spese contrattuali, imposte, tasse Ai sensi dell’articolo 139 del Regolamento generale sono a carico dell’appaltatore senza diritto di rivalsa:

• le spese contrattuali; • le tasse e gli altri oneri per l’ottenimento di tutte le licenze tecniche

occorrenti per l’esecuzione dei lavori e la messa in funzione degli impianti; • le tasse e gli altri oneri dovuti ad enti territoriali (occupazione temporanea

di suolo pubblico, passi carrabili, permessi di scarico, canoni di conferimento a discarica ecc.) direttamente o indirettamente connessi alla gestione del cantiere e all’esecuzione dei lavori;

• le spese, le imposte, i diritti di segreteria e le tasse relativi al perfezionamento e alla registrazione del contratto;

• ai sensi dell’articolo 34, comma 35, della legge n. 221 del 2012, l’aggiudicatario, entro il termine di 60 (sessanta) giorni dall'aggiudicazione, deve rimborsare alla Stazione appaltante le spese per le pubblicazioni di cui all’articolo 122, comma 5, secondo periodo, del Codice dei contratti, su un quotidiano a diffusione nazionale e un quotidiano a diffusione locale.

Sono altresì a carico dell’appaltatore tutte le spese di bollo per gli atti occorrenti per la gestione del lavoro, dalla consegna alla data di emissione del certificato di regolare esecuzione. A carico dell'appaltatore restano inoltre le imposte e gli altri oneri, che, diret-tamente o indirettamente gravino sui lavori e sulle forniture oggetto dell'appalto. Il contratto è soggetto all’imposta sul valore aggiunto (I.V.A.); l’I.V.A. è regolata dalla legge; tutti gli importi citati nel presente Capitolato speciale si intendono I.V.A. esclusa. Il presente atto mentre obbliga sin da ora l'Impresa appaltatrice lo sarà per questa Amministrazione solo dopo che sarà intervenuta la registrazione del relativo decreto d'impegno di spesa da parte dell'organo competente.

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dott. ing. Gabriele Novembri

NORME PER L’ACCETTAZIONE DEI MATERIALI 13

13.1 Norme generali per l’accettazione, qualità e impiego dei materiali: Tutti i materiali dovranno corrispondere perfettamente alle prescrizioni di legge, al presente capitolato e alle prescrizioni degli artt. e voci dell'elenco prezzi; essi dovranno essere della migliore qualità e perfettamente lavorati. La direzione lavori avrà facoltà di rifiutare in qualunque tempo i materiali che fossero deperiti dopo l'introduzione nel cantiere, o che, per qualsiasi causa, non fossero conformi alle condizioni del contratto; l'appaltatore dovrà rimuoverli dal cantiere e sostituirli con altri a sue spese. Qualora si accertasse che i materiali accettati e già posti in opera fossero di cattiva qualità si procederà come disposto dall'art. 18 del capitolato generale d'appalto, approvato con decreto del Ministero dei lavori pubblici 19/4/2000, n.145 . Nel caso di prodotti industriali, la rispondenza a questo capitolato può risultare da un attestato di conformità rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione. Queste prescrizioni non potranno in ogni caso pregiudicare i diritti della stazione appaltante nella collaudazione finale.

13.2 Norme generali per la provvista di materiali: L'appaltatore assume, con la firma del contratto d'appalto, l'obbligo di provvedere tempestivamente tutti i materiali occorrenti per l'esecuzione di lavori compresi nell'appalto, e comunque ordinati dalla direzione lavori, quali che possano essere le difficoltà di approvvigionamento. L'appaltatore dovrà dare notizia alla direzione lavori della provenienza dei materiali e delle eventuali successive modifiche della provenienza stessa volta per volta, se ciò richiesto dalla direzione lavori. L'appaltatore resta obbligato a prestarsi in ogni tempo alle prove dei materiali impiegati, o da impiegare, sottostando a tutte le spese per il prelievo, la formazione e l'invio dei campioni presso i lavoratori ufficiali, nonché per le corrispondenti prove ed esami. I campioni verranno prelevati in contraddittorio. Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nei locali indicati dalla direzione lavori previa apposizione di sigilli e firme del direttore lavori e dell'appaltatore, nei modi più adatti a garantirne l'autenticità e la conservazione. I risultati così ottenuti saranno i soli riconosciuti validi dalle parti ed ad essi unicamente si farà riferimento a tutti gli effetti del presente appalto. Ogni materiale in fornitura per il quale è richiesta una caratteristica di resistenza e/o reazione al fuoco, va accompagnato dalla relativa certificazione e/o omologazione del Ministero dell'Interno in originale o copia conforme nonché dalla copia della bolla di fornitura. La certificazione e/o omologazione dovrà corrispondere alle effettive condizioni di impiego del materiale anche in relazione alle possibili fonti di innesco.

13.3 Acqua, calci, cementi ed agglomerati cementizi, pozzolane, gesso bitumi: • ACQUA

L'acqua per l'impasto con leganti idraulici (UNI EN 1008) dovrà essere dolce, di provenienza nota, limpida (norma UNI EN 7027), priva di sostanze organiche o grassi e priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e non essere aggressiva (pH 6-8) per il conglomerato risultante. L'acqua dovrà avere caratteristiche costanti nel tempo e conformi a quelle della norma UNI EN

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dott. ing. Gabriele Novembri 1008. In caso di necessità, dovrà essere trattata per ottenere il grado di purezza richiesto per l'intervento da eseguire. Acqua non proveniente da riutilizzi inquinanti. Non è consentito l'utilizzo di acqua di mare.

• CALCI Le calci devono provenire da materie prime naturali e dovranno essere prive di additivazioni di sintesi. Sono da escludersi leganti a base di clinker commercializzati comunemente come calci o derivati da agglomerati cementizi. Il processo produttivo dovrà essere documentato dal produttore. Le calci aeree ed idrauliche, dovranno rispondere ai requisiti di accettazione di cui al regio decreto 16/11/1939, n. 2231 e ai requisiti di cui alla norma UNI EN 459; le calci idrauliche dovranno altresì rispondere alle prescrizioni contenute nella legge 26/5/1965, n. 595 nonché ai requisiti di accettazione contenuti nel decreto ministeriale 31/8/1972 . Le calci idrauliche, oltre che ai requisiti di accettazione di cui al regio decreto 16/11/1939, n. 2231 e a quelli della norma UNI 459 per la categoria di appartenenza, devono rispondere alle prescrizioni contenute nella legge 26/5/1965, n. 595 ed ai requisiti di accettazione contenuti nel decreto ministeriale 31/8/1972 . Le calci idrauliche in polvere fina, omogenea e secca, devono essere fornite o in sacchi sigillati o in imballaggi speciali a chiusura automatica a valvola, che non possono essere aperti senza lacerazione, o alla rinfusa. Nei sacchi dovranno essere riportati il nominativo del produttore, il peso del prodotto e la indicazione se trattasi di fiore di calce o calce idrata da costruzione

• CEMENTI E LEGANTI IDRAULICI I cementi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella legge 26-5-1965, n.595 e nel decreto ministeriale 3/6/1968 e successive modifiche. In base al decreto ministeriale 12/7/1999, n. 314 i cementi sono soggetti a controllo e certificazione di qualità (UNI 10517). Gli agglomerati cementizi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella legge 26/5/1965, n. 595 e nel decreto ministeriale 31/8/1972. A norma di quanto previsto dal decreto del ministero dell'industria 12/7/1999, n. 314 , i cementi di cui all'art. 1, lettera a), della legge 26/5/1965, n. 595 (e cioè i cementi normali e ad alta resistenza Portland, pozzolanico e d'altoforno), se utilizzati per confezionare il conglomerato cementizio normale, armato e precompresso, devono essere certificati presso i laboratori di cui all'art. 6 della legge 26/5/1965, n. 595 e all'art. 20 della legge 5/11/1971, n. 1086 . Per i cementi di importazione, la procedura di controllo e di certificazione potrà essere svolta nei luoghi di produzione da analoghi laboratori esteri di analisi. In bioedilizia il cemento sarà prodotto con materie prime naturali senza alcuna additivazione di sostanze inquinanti, ottenuto con procedimenti produttivi documentati dal produttore, privo di prodotti siderurgici, ceneri di combustione o scorie di altoforno. Dovrà risultare privo di radioattività. Il cemento da impiegare in qualsiasi lavoro deve rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella legge 26/5/1965, n. 595 e nel decreto ministeriale 3-6-1968 e successive modifiche e integrazioni (decreto ministeriale 20/11/1984 e decreto ministeriale 13/9/1993 ). Il cemento deve essere, altresì, conforme al decreto del Ministero dell'industria 12/7/1999, n. 314 . La classificazione e i requisiti da soddisfare devono essere quelli previsti dalla norma UNI EN 197-1 "Cemento. Composizione, specificazioni e criteri di conformità per cementi comuni". Il cemento e gli agglomeranti cementizi devono essere forniti o in sacchi sigillati o in imballaggi speciali a chiusura automatica a valvola, che non possono essere aperti senza lacerazione, o alla rinfusa. I cementi e gli agglomerati cementizi devono essere in ogni caso conservati in magazzini coperti, sopra tavolati di legno sollevati dal suolo e ricoperti di cartonfeltri bitumati cilindrati o fogli di polietilene. I magazzini devono essere ben ventilati e riparati dall'umidità e da

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dott. ing. Gabriele Novembri altri agenti capaci di degradarli prima dell'impiego Se il cemento sarà sfuso, dovranno essere impiegati appositi ed idonei mezzi di trasporto: in questo caso il cantiere dovrà essere dotato di adeguata attrezzatura per lo scarico, di silos per la conservazione e di bilancia per il controllo della formazione degli impasti ed i contenitori per il trasporto ed i silos dovranno essere tali da proteggere il cemento dall'umidità e dovrà essere evitata la miscelazione tra i tipi e le classi di cemento. I sacchi dovranno essere mantenuti integri fino all'impiego e verranno rifiutati qualora presentassero manomissioni Per i cementi forniti in sacchi dovranno essere riportati sugli stessi il nominativo del produttore, il peso e la qualità del prodotto, la quantità di acqua per malte normali e la resistenza minima a compressione ed a trazione a 28 giorni di stagionatura, mentre per quelli forniti sfusi dovranno essere opposti cartellini piombati sia in corrispondenza dei coperchi che degli orifizi di scarico; su questi cartellini saranno riportate le indicazioni del citato art. 3 della legge 26/5/1965, n. 595 . L'introduzione in cantiere di ogni partita di cemento sfuso dovrà risultare dal giornale dei lavori e dal registro dei getti. Le qualità dei cementi forniti sfusi potrà essere accertata mediante prelievo di campioni come stabilito all'art. 4 della legge sopra ricordata. Il cemento che all'atto dell'impiego risultasse alterato sarà rifiutato e dovrà essere allontanato subito dal cantiere. Indipendentemente dalle indicazioni contenute sui sigilli, sui sacchi oppure sui cartellini, il direttore dei lavori potrà far eseguire su cemento approvvigionato, ed a spese dell'appaltatore, le prove prescritte.

• POZZOLANE Le pozzolane devono essere ricavate da strati mondi da cappellaccio ed esenti da sostanze eterogenee o di parti inerti; qualunque sia la provenienza devono rispondere a tutti i requisiti prescritti dal regio decreto 16/11/1939, n. 2230 .

• GESSO Il gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fine macinazione in modo da non lasciare residui sullo staccio di 56 maglie a centimetro quadrato, scevro da materie eterogenee e senza parti alterate per estinzione spontanea. Il gesso dovrà essere conservato in locali coperti, ben riparati dall'umidità e da agenti degradanti. Il gesso, confezionato in sacchi, dovrà essere sempre, sia all'atto della fornitura che al momento dell'impiego, asciutto ed in perfetto stato di conservazione; nei sacchi dovranno essere riportati il nominativo del produttore, la qualità ed il peso del prodotto e dovrà essere conservato in locali coperti e ben riparati dall'umidità e da agenti degradanti. L'uso del gesso dovrà essere preventivamente autorizzato dalla direzione lavori.

• BITUMI I bitumi e le emulsioni bituminose dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti nelle corrispondenti "Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali" (C.N.R. - Fascicolo n. 3 - Edizione 1958) e "Norme per l'accettazione dei catrami per usi stradali" (C.N.R. - Fascicolo n. 1 - Edizione 1951) e, nel caso di impermeabilizzazioni le disposizioni contenute nel fascicolo A.N.C.E. "Emulsioni bituminose - asfalti a freddo".

13.4 Elementi di laterizio e calcestruzzo: Gli elementi resistenti artificiali da impiegare nelle murature (elementi in laterizio ed in calcestruzzo) possono essere costituiti di laterizio normale, laterizio alleggerito in pasta, calcestruzzo normale, calcestruzzo alleggerito. Quando impiegati nella costruzione di murature portanti, essi debbono rispondere alle prescrizioni contenute nel decreto ministeriale 20/11/1987 . Nel caso di murature non portanti le suddette prescrizioni costituiscono utile riferimento, insieme a quelle della norma UNI 771-1.

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dott. ing. Gabriele Novembri Gli elementi resistenti di laterizio e di calcestruzzo possono contenere forature rispondenti alle prescrizioni del succitato decreto ministeriale 20/11/1987 . Per i materiali laterizi da impiegarsi nelle zone sismiche dovranno essere rispettate le prescrizioni vigenti di cui alla legge 2/2/1974, n. 64 ed al decreto ministeriale 14/1/2008 . La resistenza meccanica degli elementi deve essere dimostrata attraverso certificazioni contenenti i risultati delle prove e condotte da laboratori ufficiali negli stabilimenti di produzione, con le modalità previste nel decreto ministeriale di cui sopra. É facoltà del direttore dei lavori richiedere un controllo di accettazione, avente lo scopo di accertare se gli elementi da mettere in opera abbiano le caratteristiche dichiarate dal produttore. I laterizi dovranno essere prodotti da aziende dotate di sistema di qualità certificato e sorvegliato (UNI EN ISO 9001) e Sistema di Gestione ambientale (UNIEN ISO 14001) con impasti di argille con radioattività (Radio 226 e Torio 232) mai superiore ai 30 Bg\kg. I laterizi di qualsiasi dimensione e forma (pieni, semipieni, multiformi, forati, alveolari, tavelloni), dovranno presentare spigoli intatti, privi di fessurazioni, di colore uniforme in tutto il volume, con limitatissima presenza di "calcinaroli" (carbonato di calcio). Potranno essere di geometria rettangolare, per la posa con giunto di malta verticale, oppure di geometrie diverse per la posa ad incastro per la posa senza giunto di malta verticale. In ogni caso le facce dovranno essere planari e rettilinee e gli elementi andranno in opera sempre con giunto di malta orizzontale. Gli elementi in laterizio saranno definiti con dati tecnici relativi a: dimensioni, peso unitario, peso specifico, massa volumica, rapporto percentuale di foratura, resistenza a compressione, trasmittanza, coefficiente di conduttività termica, isolamento acustico, resistenza al fuoco e permeabilità al vapore ed ogni altro parametro necessario a descrivere le caratteristiche degli elementi. Qualsiasi tipo di additivo, organico o minerale e qualsiasi integrazione devono essere dichiarati dal produttore in termini percentuali e, in particolare, per la possibile cessione in opera. Le tavelle ed i tavelloni dovranno essere conformi alle norme UNI vigenti. Le tegole piane o curve, di qualunque tipo siano, dovranno essere esattamente adattabili le une sulle altre, senza sbavature e presentare tinta uniforme; dovranno essere, altresì, conformi alle norme UNI vigenti. Blocchi prefabbricati per murature Per le loro caratteristiche termico-igrometriche è ammesso l'uso di blocchi di calcestruzzo mescolato con argilla espansa o con fibre di legno mineralizzate. É ammesso anche l'uso di blocchi di gesso, latero-gesso o cartongesso per la realizzazione di tramezzi divisori purché i materiali base siano naturali, privi di additivi chimici e siano prefiniti con malte ecocompatibili.

13.5 Armature per calcestruzzo- Acciai per cemento armato: Gli acciai per l'armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute nel decreto ministeriale 14/1/2008 e relative circolari esplicative. In particolare all'atto dell'impiego i materiali devono presentarsi privi di ossidazione, corrosione, difetti superficiali visibili, pieghe. É fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all'origine. Barre e reti elettrosaldate in acciaio inox Acciaio tondo inossidabile a struttura austenitica per armatura di c.a. ad aderenza migliorata, per analisi chimica rispondenti a 304L (A.I.S.I.) e 316L (A.I.S.I.), rispettivamente acciai al Cr-Ni e Cr-Ni- Mo (17-26 per cento Cromo, 7-35 per cento Nichel, Carbonio < 0.15 per cento). Entrambi a basso contenuto di carbonio per garantire la saldabilità. Le caratteristiche meccaniche fanno

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dott. ing. Gabriele Novembri riferimento al tipo Fe B 44 K e dovranno rispondere ai requisiti previsti dal decreto ministeriale 14/1/2008 e relative circolari esplicative emanate in applicazione dell'art. 21 della legge 5/11/1971, n. 1086 . Tutte le forniture saranno accompagnate da: un certificato dell'analisi chimica e dell'indice di "pitting" emesso dallo stabilimento di produzione e relativo alla colata di fornitura e da un certificato di laboratorio ufficiale che si riferisce al tipo di armatura in modo da identificare l'azienda produttrice, lo stabilimento, il tipo di acciaio e la sua saldabilità.

13.6 Legnami: Si intendono per prodotti a base di legno quelli derivati dalla semplice lavorazione e/o dalla trasformazione del legno e che sono presentati solitamente sotto forma di segati, pannelli, lastre, ecc. I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura ed indipendentemente dalla destinazione d'uso. Il direttore dei lavori ai fini della loro accettazione può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate. Per le prescrizioni complementari da considerare in relazione alla destinazione d'uso (strutture, pavimentazioni, coperture, ecc.) si rinvia agli appositi artt. del presente capitolato ed alle prescrizioni del progetto. Dovranno essere scortecciati per tutta la loro lunghezza e conguagliati alla superficie; la differenza tra i due diametri medi delle estremità non dovrà oltrepassare il quarto del maggiore dei due diametri. Per il legno, la classificazione per resistenza è bene specificare la specie legnosa come da UNI EN 338 UNI 11035 il tipo di lavorazione, le tolleranze sulle sezioni trasversali (UNI EN 336) Umidità > 18 per cento come da UNI 13183 e UNI 8939. In bioedilizia si consente la messa in opera con umidità superiori considerando che la sezione trasversale varierà dello 0,24 per cento per ogni punto percentuale di variazione di umidità. I segati di legno a complemento di quanto specificato nel progetto o negli artt. relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti con le seguenti caratteristiche:

• tolleranze sulla lunghezza e larghezza: ± 10 mm; • tolleranze sullo spessore: ± 2 mm.

I pannelli a base di fibra di legno oltre a quanto specificato nel progetto, e/o negli artt. relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti con le seguenti caratteristiche:

• tolleranza sulla lunghezza e larghezza: ± 3 mm; • tolleranze sullo spessore: ± 0,5 mm; • umidità non maggiore dell'8 per cento; • massa volumica: per tipo tenero minore di 350 kg/m 3 ; per tipo semiduro

tra 350 e 800 kg/m 3 ;per tipo duro oltre 800 kg/m 3, misurate secondo la norma UNI vigente.

La superficie potrà essere: • grezza (se mantenuta come risulta dalla pressatura); • levigata (quando ha subito la levigatura); • rivestita su uno o due facce (placcatura, carte impregnate, smalti, altri). I pannelli a base di particelle di legno a compimento di quanto specificato nel progetto, o negli artt. relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti con le seguenti caratteristiche: • tolleranze sulla lunghezza e larghezza: ± 5 mm; • tolleranze sullo spessore: ± 0,5 mm; • umidità del 10 per cento ± 3 per cento;

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dott. ing. Gabriele Novembri • superficie: grezza; levigata. I pannelli di legno compensato e paniforti a complemento di quanto specificato nel progetto, o negli artt. relativi alla destinazione d'uso, si intendono fornite con le seguenti caratteristiche: • tolleranze sulle lunghezza e larghezza: ± 5 mm; • tolleranze sullo spessore: ± 1 mm; • umidità non maggiore del 12 per cento.

13.7 Prodotti per pavimentazione edifici: I prodotti per pavimentazioni dovranno essere del materiale indicato nel progetto tenendo conto che le dizioni commerciali e/o tradizionali (cotto, cotto forte, grès, ecc.) devono essere associate alla classificazione basata sul metodo di formatura e sull'assorbimento d'acqua in base alle norme UNI. Per ogni locale o gruppi di locali contigui gli elementi dovranno essere assolutamente uniformi nel colore e nelle dimensioni, senza alcuna tolleranza sul calibro e, pertanto, in ciascun locale od in gruppi di locali contigui dovranno essere impiegati elementi dello stesso calibro. Ogni imballaggio dovrà riportare i segni distintivi della scelta, del calibro e del colore e dovrà contenere piastrelle dello stesso calibro. Le piastrelle devono avere impresso sul retro, inciso o in rilievo, il marchio che permetta l'identificazione del produttore. I prodotti per pavimentazione devono rispondere al regio decreto 16/11/1939, n. 2234 per quanto riguarda le caratteristiche di resistenza all'urto, resistenza alla flessione e coefficiente di usura al tribometro ed alle prescrizioni del progetto. Piastrelle di ceramica A seconda della classe di appartenenza le piastrelle di ceramica estruse o pressate di prima scelta devono rispondere alle norme UNI EN 14411. I prodotti di seconda scelta, cioè quelli che rispondono parzialmente alle norme predette, saranno accettate in base alla rispondenza ai valori previsti dal progetto, ed, in mancanza, in base ad accordi tra direzione dei lavori e fornitore. Piastrelle di grès ceramico (fine porcellanato) Le piastrelle di grès ceramico dovranno essere di prima scelta, essere conformi per forma, dimensioni, calibri, tolleranze dimensionali e di forma, caratteristiche qualitative. Piastrelle di grès rosso Le piastrelle di grès rosso dovranno essere di prima scelta ed essere conformi per forma, dimensioni, calibri, tolleranze dimensionali e di forma, caratteristiche qualitative. Piastrelle di cotto forte smaltato Le piastrelle di cotto forte smaltato dovranno essere di prima scelta, presenteranno assoluta regolarità di forma, spessore uniforme, perfetta aderenza degli smalti, impermeabilità, nonché resistenza alle macchie, agli sbalzi termici, alle abrasioni ed agli aggressivi chimici; saranno costituite da un supporto di caratteristiche tra la maiolica ed il grès rosso, con resistenza a flessione non inferiore a 150 kgf/cmq ed assorbimento d'acqua maggiore del 15 per cento e da una superficie smaltata priva di scheggiature, fenditure, cavilli, fori, bolli, macchie e di durezza non inferiore al 6 grado Mohs. Pianelle comuni di argilla o "pianelle pressate ed arrotate di argilla" o "mattonelle greificate" Dovranno rispettare le caratteristiche previste dal regio decreto 16/11/1939, n. 2334, devono inoltre essere rispettate le prescrizioni seguenti: resistenza all'urto 2 Nm (0,20 kgm) minimo; resistenza alla flessione 2,5 N/mm 2 (25 kg/cm) 2 minimo; coefficiente di usura al tribometro 15 mm massimo per 1 km di percorso. Per il cotto in generale si utilizzeranno argille di cava ed il prodotto non dovrà essere trattato con vernici che ne impediscano la traspirazione; per questo motivo il trattamento superficiale protettivo del "cotto" dovrà essere effettuato sempre con cere e olii naturali in opera.

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dott. ing. Gabriele Novembri Graniglia per pavimenti alla veneziana La graniglia di marmo o di altre pietre idonee dovrà essere conforme, per tipo e granulosità, ai campioni di pavimento prescelti e risultare perfettamente scevra da impurità Pezzami per pavimenti a bollettonato I pezzami di marmo o di altre pietre idonee dovranno essere costituiti da elementi, dello spessore da 2 a 3 cm, di forma e dimensioni opportune secondo i campioni prescelti. Mattonelle di asfalto Le mattonelle di asfalto naturale dovranno essere composte da polvere d'asfalto naturale additivato di bitume puro nella percentuale minima del 10 per cento e dovranno essere di spessore non inferiore a 20 mm; dovranno avere forma e dimensioni perfettamente regolari, spigoli vivi, massa volumica non inferiore a 2000 kg/mc, resistenza alla flessione di 30 kgf/cmq, resistenza all'impronta di 0,5 ÷ 0,6 mm e potranno essere richieste dalla direzione dei lavori di colore naturale o colorate. Pavimenti in linoleum Dovranno essere conformi alle norme UNI vigenti, presentare superficie liscia e priva di discontinuità, striature, macchie e screpolature. Lo spessore non dovrà essere inferiore a 2,5 mm con una tolleranza non superiore del 5 per cento e la stagionatura non dovrà essere inferiore a mesi quattro. Il peso a metro quadrato non dovrà essere inferiore a 1,20 kg per millimetro di spessore per il tipo normale ed a 1,00 kg per millimetro di spessore per il tipo rigato con sottofondo di sughero con peso a parte di 0,65 kg per millimetro di spessore. Pavimenti in gomma Realizzati in lastre con buone mescolanze di gomma naturale o sintetica, dovranno essere privi di difetti quali porosità o rugosità; la superficie dovrà essere piana, ben levigata (a meno che sia stato espressamente richiesto un particolare disegno a rilievo) e priva di efflorescenze di natura tale da alterare il colore del pavimento. I pavimenti potranno essere del tipo con sottostrato o in unico strato colorato, la superficie degli stessi potrà essere liscia, rigata o a bolle mentre il rovescio sarà del tipo a peduncoli o sottoquadri per attacco con cemento o del tipo ad impronta tela per attacco con adesivo. Nei pavimenti per uso civile, lo spessore, se non diversamente prescritto, non dovrà essere inferiore a 3 mm per attacco del tipo ad impronta tela od a 4 mm per attacco del tipo a peduncoli; nei pavimenti per uso industriale lo spessore, se non diversamente prescritto, non dovrà essere inferiore a 4 mm per superficie liscia ed attacco del tipo a peduncoli o superficie a bolli e rovescio liscio e non inferiore a 10 mm per superficie rigata od a bolli ed attacco del tipo a sottoquadri. Qualunque sia il tipo e lo spessore, i pavimenti di gomma dovranno avere le seguenti caratteristiche: tolleranza nello spessore 0.30mm durezza Shore A 85 tolleranza durezza 5 resistenza all'invecchiamento artificiale (espressa come minimo valore di durezza dopo 7 giorni di esposizione alla temperatura di 70 °C)

Max 5%

assorbimento d'acqua (dopo 7 giorni di immersione alla temperatura di 20 °C)

Min 3%

impronta permanente Max 0.1% variazione lunghezza Max 3%

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dott. ing. Gabriele Novembri Prodotti di resina Applicati fluidi od in pasta, per rivestimenti di pavimenti, saranno del tipo realizzato: — mediante impregnazione semplice (I1); — a saturazione (I2); — mediante film con spessori fino a 200 mm (F1) o con spessore superiore (F2); — con prodotti fluidi cosiddetti autolivellanti (A); — con prodotti spatolati (S). I valori di accettazione saranno quelli dichiarati dal fabbricante ed accettati dal direttore dei lavori. I metodi di accettazione sono quelli contenuti nel presente art. facendo riferimento alla norma UNI 8298. Mattonelle, marmette, marmettoni di cemento Dovranno essere di ottima fabbricazione, con impasto vibrocompresso e con resistenza a compressione meccanica non inferiore a 150 kgf/cmq stagionati da almeno tre mesi, ben calibrati, a bordi sani e piani; non dovranno presentare né carie, né peli, né tendenza al distacco fra il sottofondo e lo strato superiore. La colorazione del cemento dovrà essere fatta con colori adatti, amalgamati ed uniformi. Le mattonelle, di spessore complessivo non inferiore a 18 mm, avranno uno strato superficiale di puro cemento colorato, di spessore costante non inferiore a mm 5. Le marmette a seconda del formato 20 × 20 o 25 × 25 saranno rispettivamente di spessore complessivo non inferiore a 18 e 22 mm ed i marmettoni a seconda delle dimensioni 30 × 30 o 40 × 40 saranno, rispettivamente, di spessore complessivo non inferiore a 28 e 32 mm; sia le marmette che i marmettoni avranno uno strato superficiale costituito da un impasto di cemento, sabbia, graniglia e scaglie di marmo non inferiore ad 1/3 dell'intero spessore dell'elemento. Masselli di calcestruzzo per pavimentazioni Saranno definiti e classificati in base alla loro forma, dimensioni, colore e resistenza caratteristica; per la terminologia delle parti componenti il massello e delle geometrie di posa ottenibili si rinvia alla documentazione tecnica. Essi devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza od a loro completamento devono rispondere a quanto segue:

• essere esenti da difetti visibili e di forma quali protuberanze, bave, incavi che superino le tolleranze dimensionali ammesse.

Sulle dimensioni nominali è ammessa la tolleranza di 3 mm per un singolo elemento e 2 mm quale media delle misure sul campione prelevato;

• le facce di usura e di appoggio devono essere parallele tra loro con tolleranza ± 15 per cento per il singolo massello e ± 10 per cento sulle medie;

• la massa volumica deve scostarsi da quella nominale (dichiarata dal fabbricante) non più del 15 per cento per il singolo massello e non più del 10 per cento per le medie;

• il coefficiente di trasmissione meccanica non deve essere minore di quello dichiarato dal fabbricante;

• il coefficiente di aderenza delle facce laterali deve essere il valore nominale con tolleranza ± 5 per cento per un singolo elemento e ± 3 per cento per la media;

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dott. ing. Gabriele Novembri • la resistenza convenzionale alla compressione deve essere maggiore di

50 N/mm 2 per il singolo elemento e maggiore di 60 N/mm 2 per la media. Prodotti di pietre naturali o ricostruite per pavimentazioni. Si intendono definiti come segue:

• elemento lapideo naturale: elemento costituito integralmente da materiale lapideo (senza aggiunta di leganti);

• elemento lapideo ricostituito (conglomerato): elemento costituito da frammenti lapidei naturali legati con cemento o con resine;

• lastra rifilata: elemento con le dimensioni fissate in funzione del luogo d'impiego, solitamente con una dimensione maggiore di 60 cm e spessore di regola non minore di 2 cm:

• marmetta: elemento con le dimensioni fissate dal produttore ed indipendenti dal luogo di posa, di solito con dimensioni minori di 60 cm e con spessore di regola minore di 2 cm;

• marmetta calibrata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere lo spessore entro le tolleranze dichiarate;

• marmetta rettificata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere la lunghezza e/o larghezza entro le tolleranze dichiarate.

Tutti i materiali scelti dovranno rispondere ad un livello di radioattività naturale (Radio - 226 e Torio - 232) non superiore a 30 Bq/kg.a. Per gli altri termini specifici dovuti alle lavorazioni, finiture, ecc., vedere la norma UNI 9379. I prodotti di cui sopra devono rispondere alle prescrizioni del progetto (dimensioni, tolleranze, aspetto, ecc.) ed a quanto prescritto nell'articolo “Prodotti di pietre naturali o ricostruite” della Parte II del presente capitolato speciale. In mancanza di tolleranze su disegni di progetto si intende che le lastre grezze contengono la dimensione nominale; le lastre finite, marmette, ecc. hanno tolleranza 1 mm sulla larghezza e lunghezza e 2 mm sullo spessore (per prodotti da incollare le tolleranze predette saranno ridotte); le lastre ed i quadrelli di marmo o di altre pietre dovranno inoltre rispondere al regio decreto 16/11/1939, n. 2234 per quanto attiene il coefficiente di usura al tribometro in mm; Linoleum Dovranno essere composti da olio di lino ossidato e polimerizzato, polvere di legno, pigmenti inalterabili e resine naturali; il tutto calandrato su un supporto a rete di fibre di poliestere nelle piastrelle, in tela di juta nei teli, legato allo strato d'usura in modo indelaminabile. La superficie deve essere liscia, lucida e marmorizzata, trattata con "finish" di protezione, difficilmente rimovibile. Il rivestimento dovrà essere stato approvato secondo le norme DIN 18171. La classificazione secondo CSTB dovrà essere: U3 P3E1/2C2. I prodotti tessili per pavimenti-moquettes, cocco e sisa Dovranno essere realizzati esclusivamente con fibre naturali (cocco sisalà.) indicate nelle schede tecniche del produttore. I prodotti colorati devono provenire da bagni di tintura naturale. Si intendono tutti i rivestimenti nelle loro diverse soluzioni costruttive e cioè: — rivestimenti tessili a velluto (nei loro sottocasi velluto tagliato, velluto riccio, velluto unilivello, velluto plurilivello, ecc.); — rivestimenti tessili piatti (tessuto, non-tessuto) — materie naturali come cocco e sisal. In caso di dubbio e contestazione si farà riferimento alla classificazione e terminologia della norma UNI 8013/1. I prodotti devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza o completamento a quanto segue:

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dott. ing. Gabriele Novembri • massa areica totale e dello strato di utilizzazione; • spessore totale e spessore della parte utile dello strato di utilizzazione; • perdita di spessore dopo applicazione (per breve e lunga durata) di

carico statico moderato; • perdita di spessore dopo applicazione di carico dinamico. • In relazione all'ambiente di destinazione saranno richieste le seguenti

caratteristiche di comportamento: tendenza all'accumulo di cariche elettrostatiche generate dal calpestio;

• numero di fiocchetti per unità di lunghezza e per unità di area; • forza di strappo dei fiocchetti; • comportamento al fuoco.

13.8 Materiali per rivestimenti: I materiali per rivestimento dovranno essere conformi alle norme UNI vigenti e dovranno:

• essere assolutamente uniformi nel colore e nelle dimensioni, senza alcuna tolleranza sul calibro e, pertanto, in ciascun locale dovranno essere impiegati elementi dello stesso calibro;

• riportare, su ogni imballaggio, i segni distintivi della scelta, del calibro e del colore;

• avere impresso sul retro, inciso o in rilievo, il marchio di identificazione del produttore. Piastrelle di ceramica smaltata Le piastrelle di ceramica smaltata dovranno essere di prima scelta, presenteranno regolarità di forma, spessore uniforme, perfetta aderenza degli smalti, impermeabilità, nonché resistenza alle macchie, agli sbalzi termici, alle abrasioni ed agli aggressivi chimici; saranno costituite da argille e/o caolini, sabbie e altri minerali con procedimenti che contemplino una cottura oltre i 900 °C, il supporto sarà poroso e ricoperto da uno strato vetroso trasparente o opaco, colorato e/o decorato. Klinker ceramico Il klinker ceramico ha caratteristiche simili al grès rosso e dovrà essere conforme alle norme DIN 18166. Il klinker presenterà una superficie opaca, vetrinata o smaltata, dovrà avere resistenza garantita al gelo, agli sbalzi termici, alla luce ed agli acidi e dovrà avere le seguenti caratteristiche:

massa volumica 2.10-2.20 g/cmc Assorbimento d’acqua 3%-5% Resistenza a flessione Min 200 kgf/cmq Durezza Mohs per superficie vetrinata o smaltata 6 Durezza Mohs per superficie opaca 7

13.9 Prodotti diversi – sigillanti,adesivi: Tutti i prodotti di seguito descritti vengono considerati al momento della fornitura. Il direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate. Per il campionamento dei prodotti ed i metodi di prova si fa riferimento ai metodi UNI esistenti. Sigillanti

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dott. ing. Gabriele Novembri Si intendono i prodotti utilizzati per riempire in forma continua e durevole i giunti fra elementi edilizi (in particolare nei serramenti, nelle pareti esterne, nelle partizioni interne, ecc.) con funzione di tenuta all'aria, all'acqua, ecc. Oltre a quanto specificato nel progetto, o negli artt. relativi alla destinazione d'uso, si intendono rispondenti alle seguenti caratteristiche:

• compatibilità chimica con il supporto al quale sono destinati: • diagramma forza deformazione (allungamento) compatibile con le

deformazioni elastiche del supporto al quale sono destinati; • durabilità ai cicli termoigrometrici prevedibili nelle condizioni di impiego,

cioè con decadimento delle caratteristiche meccaniche ed elastiche che non pregiudichino la sua funzionalità;

• durabilità alle azioni chimico-fisiche di agenti aggressivi presenti nell'atmosfera o nell'ambiente di destinazione.

Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde al progetto od alla norma UNI 11600 in possesso di attestati di conformità; in loro mancanza si fa riferimento ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla direzione dei lavori. Adesivi Si intendono i prodotti utilizzati per ancorare un prodotto ad uno attiguo, in forma permanente, resistendo alle sollecitazioni meccaniche, chimiche, ecc. dovute all'ambiente ed alla destinazione d'uso. Sono inclusi nel presente art. gli adesivi usati in opere di rivestimenti di pavimenti e pareti o per altri usi e per diversi supporti (murario, terroso, legnoso, ecc.). Oltre a quanto specificato nel progetto, o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti rispondenti alle seguenti caratteristiche:

• compatibilità chimica con il supporto al quale essi sono destinati; • durabilità ai cicli termoigrometrici prevedibili nelle condizioni di impiego

(cioè con un decadimento delle caratteristiche meccaniche che non pregiudichino la loro funzionalità);

• durabilità alle azioni chimico-fisiche dovute ad agenti aggressivi presenti nell'atmosfera o nell'ambiente di destinazione;

• caratteristiche meccaniche adeguate alle sollecitazioni previste durante l'uso.

Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde ad una norma UNI e/o è in possesso di attestati di conformità; in loro mancanza si fa riferimento ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla direzione dei lavori.

13.10 Infissi: Si intendono per infissi gli elementi aventi la funzione principale di regolare il passaggio di persone, animali, oggetti, e sostanze liquide o gassose nonché dell'energia tra spazi interni ed esterni dell'organismo edilizio o tra ambienti diversi dello spazio interno. Essi si dividono tra elementi fissi (cioè luci fisse non apribili) e serramenti (cioè con parti apribili); gli infissi si dividono, inoltre, in relazione alla loro funzione, in porte, finestre e schermi. Per la terminologia specifica dei singoli elementi e delle loro parti funzionali in caso di dubbio si fa riferimento alla norma UNI 8369 (varie parti). I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura; le modalità di posa sono sviluppate nell'art. relativo alle vetrazioni ed ai serramenti.

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dott. ing. Gabriele Novembri Il direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura, oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate. Le luci fisse devono essere realizzate nella forma, con i materiali e nelle dimensioni di progetto. In mancanza di prescrizioni (od in presenza di prescrizioni limitate) si intende che comunque devono nel loro insieme (telai, lastre di vetro, eventuali accessori, ecc.) resistere alle sollecitazioni meccaniche dovute all'azione del vento od agli urti, garantire la tenuta all'aria, all'acqua e la resistenza al vento. Quanto richiesto dovrà garantire anche le prestazioni di isolamento termico, isolamento acustico, comportamento al fuoco e resistenza a sollecitazioni gravose dovute ad attività sportive, atti vandalici, ecc. Le prestazioni predette dovranno essere garantite con limitato decadimento nel tempo. Il direttore dei lavori potrà procedere all'accettazione delle luci fisse mediante i criteri seguenti:

• mediante controllo dei materiali costituenti il telaio + vetro + elementi di tenuta (guarnizioni, sigillanti) più eventuali accessori, e mediante controllo delle caratteristiche costruttive e della lavorazione del prodotto nel suo insieme e/o dei suoi componenti; in particolare trattamenti protettivi del legno, rivestimenti dei metalli costituenti il telaio, l'esatta esecuzione dei giunti, ecc.;

• mediante l'accettazione di dichiarazioni di conformità della fornitura alle classi di prestazione quali tenuta all'acqua, all'aria, resistenza agli urti, ecc;

• di tali prove potrà anche chiedere la ripetizione in caso di dubbio o contestazione.

Le modalità di esecuzione delle prove saranno quelle definite nelle relative norme UNI per i serramenti. I serramenti interni ed esterni (finestre, porte finestre, e similari) dovranno essere realizzati seguendo le prescrizioni indicate nei disegni costruttivi o comunque nella parte grafica del progetto. In mancanza di prescrizioni (od in presenza di prescrizioni limitate) si intende che in ogni caso nel loro insieme devono essere realizzati in modo da resistere alle sollecitazioni meccaniche e degli agenti atmosferici e contribuire, per la parte di loro spettanza, al mantenimento negli ambienti delle condizioni termiche, acustiche, luminose, di ventilazione, ecc.; lo svolgimento delle funzioni predette deve essere mantenuto nel tempo. Il direttore dei lavori potrà procedere all'accettazione dei serramenti mediante il controllo dei materiali che costituiscono l'anta ed il telaio ed i loro trattamenti preservanti ed i rivestimenti mediante il controllo dei vetri, delle guarnizioni di tenuta e/o sigillanti, degli accessori. Mediante il controllo delle sue caratteristiche costruttive, in particolare dimensioni delle sezioni resistenti, conformazione dei giunti, delle connessioni realizzate meccanicamente (viti, bulloni, ecc.) e per aderenza (colle, adesivi, ecc.) e comunque delle parti costruttive che direttamente influiscono sulla resistenza meccanica, tenuta all'acqua, all'aria, al vento, e sulle altre prestazioni richieste. Il direttore dei lavori potrà altresì procedere all'accettazione della attestazione di conformità della fornitura alle prescrizioni indicate nel progetto per le varie caratteristiche od in mancanza a quelle di seguito riportate: Finestre — isolamento acustico — tenuta all'acqua, all'aria e resistenza al vento (misurata secondo le norme UNI EN 1027 1026 e 12211);

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dott. ing. Gabriele Novembri — resistenza meccanica (secondo norma UNI 9158). Porte esterne — tolleranze dimensionali secondo DM 30/11/1983; — tenuta all'acqua, aria, resistenza al vento (misurata secondo le norme UNI EN 1027, 1026); Schermi (tapparelle, persiane, antoni) con funzione prevalentemente oscurante dovranno essere realizzati nella forma, con il materiale e nelle dimensioni indicate nel disegno di progetto; in mancanza di prescrizioni o con prescrizioni insufficienti, si intende che comunque lo schermo deve nel suo insieme resistere alle sollecitazioni meccaniche (vento, sbattimenti, ecc.) ed agli agenti atmosferici mantenendo nel tempo il suo funzionamento. Porte e portoni omologati REI Il serramento omologato REI dovrà essere installato seguendo le specifiche indicazioni riportate nel certificato di prova che, assieme all'omologazione del Ministero dell'interno, alla dichiarazione della casa produttrice di conformità al prototipo approvato ed alla copia della bolla di consegna presso il cantiere, dovrà accompagnare ogni serramento. La ditta installatrice dovrà inoltre fornire una dichiarazione che attesti che il serramento è stato installato come specificato nel certificato di prova. Gli infissi esterni: realizzati con legno massello di prima scelta stagionato naturalmente dichiarato dal fornitore di provenienza europea a taglio selettivo da forestazione produttiva, con umidità relativa compresa fra il 12 e 18 per cento, ricco di sostanze autoprotettive quali oleoresine fenoli e tannini trattato con aria compressa a 60 in autoclave o a microonde con esclusione di collanti contenenti solventi a base di urea formaldeide; garanzie di tenuta all'acqua ed al vento conformi alle richieste con riferimento alle classificazioni previste dalle norme vigenti; il direttore lavori dovrà verificare che il materiale usato per il montaggio del telaio non dovrà essere a base di schiume, resine mastici siliconi di origine sintetica; i fissaggi con guarnizioni saranno in mastice /caucciù naturale. Gli infissi esterni saranno realizzati preferibilmente con doppio vetro basso emissivo e alta tenuta all'aria.

13.11 Infissi in alluminio: Caratteristiche prestazionali dei materiali in alluminio e normative: a) metodologia di scelta di classi di prestazione per i requisiti di permeabilità all'aria, tenuta all'acqua secondo UNI EN 12207 UNI EN 12210 UNI 11173 UNI EN 12208; b) Permeabilità all'aria secondo UNI EN 1026; c) Tenuta all'acqua secondo UNI EN 1027; d) Resistenza al vento secondo UNI EN 12211 con riferimento al decreto ministeriale 14-1-2008 e alla circolare 2-2-2009, n. 617 . e) Resistenza meccanica secondo i limiti stabiliti dalla norma UNI 9158. Le metodologie di prova sono riportate dalla norma UNI EN 107. Isolamento acustico La scelta della classe di isolamento acustico di un serramento e/o facciata dovrà essere rapportata alla destinazione d'uso del locale nel quale è inserito. Secondo quanto previsto dal DPCM 05/12/1997. Isolamento termico La scelta della prestazione di isolamento termico del serramento deve essere operata in base alle esigenze di risparmio energetico secondo la legge 9-1-1991, n. 10 e successive modifiche ed integrazioni.

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dott. ing. Gabriele Novembri Con riferimento ai metodi calcolo della UNI 10077 deve essere richiesto il valore di termotrasmittanza dell'intero serramento, tenendo conto di:

• trasmittanza termica del vetro • trasmittanza termica del telaio • trasmittanza termica dei pannelli.

Per evitare squilibri tra i valori di trasmittanza richiesti e la tenuta dei serramenti e/o facciate è opportuno che il livello della stessa sia rapportato al livello di trasmittanza richiesto. Sicurezza Al fine di non causare danni fisici o lesioni agli utenti i serramenti e/o facciate dovranno essere concepiti in modo che:

• non vi siano parti taglienti e superfici abrasive che possano ferire nell'utilizzo normale gli utenti o anche gli addetti delle operazioni di manutenzione

• resistano ad operazioni errate (ma possibili) senza rottura di parti vetrate, fuoriuscita di materiali dalla loro sede, rottura di organi di manovra e di bloccaggio, ecc.

Nei luoghi di lavoro, in accordo con le prescrizioni normative in materia di sicurezza (decreto legislativo 9-4-2008, n. 81 , legge 3-8-2007, n. 123 , e relativi decreti di attuazione) può essere inoltre prescritto di adottare vetri di sicurezza (UNI7697). Vetrazione I vetri ed i cristalli dovranno essere di prima qualità, perfettamente incolori e trasparenti con superfici complanari piane e uno spessore adeguato alle dimensioni e all'uso degli infissi su cui verranno montati. Nella scelta dei vetri sarà necessario attenersi a quanto previsto dalla norma UNI 7697 per il rispetto del decreto legislativo 6-9-2005, n. 206 , Titolo II, concernente la responsabilità del produttore per danno da prodotti difettosi. Dovranno risultare conformi alle norme UNI 572. I vetri dovranno essere posti in opera nel rispetto della norma UNI 6534-74, con l'impiego di tasselli di adeguata durezza, a seconda della funzione portante o distanziale. I tasselli dovranno garantire l'appoggio di entrambe le lastre del vetrocamera e dovranno avere una lunghezza idonea in base al peso da sopportare. La tenuta attorno alle lastre di vetro dovrà essere eseguita con idonee guarnizioni in EPDM o Dutral opportunamente giuntate agli angoli. La sigillatura tra le due lastre componenti la vetrata isolante dovrà essere effettuata con una prima barriera elastoplastica a base di gomma butilica e una seconda barriera a base di polimeri polisulfurici. Nel canalino distanziatore dovranno essere inseriti sali disidratanti con setaccio molecolare di 3 Amstrong che lo dovranno riempire su tutto il perimetro. Il produttore delle vetrate isolanti dovrà garantire la corrispondenza delle stesse a quanto indicato nella norma UNI 1279-2 e di essere in possesso del marchio di qualità Assovetro MQV. I vetrocamera dovranno essere forniti di garanzia decennale contro la presenza di umidità condensata all'interno delle lastre. I vetri di sicurezza dovranno essere realizzati negli spessori indicati nell'elenco prezzi, composti da due o più lastre di cristallo con interposizione di pellicola in PVB dello spessore da definire con la direzione lavori. Trattamenti

• protezione mediante verniciatura.

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dott. ing. Gabriele Novembri La verniciatura dovrà possedere le proprietà previste dalla norma UNI 12206 ed essere del tipo a polvere nel colore sarà scelto dalla direzione lavori su cartella RAL. Lo spessore di verniciatura dovrà essere di almeno 60 micron. Il rivestimento applicato sulle superfici non dovrà presentare alcuna incisione che metta a nudo il metallo. L'aspetto delle superfici in vista dovrà essere uniforme sia nella tonalità di colore, sia nel grado di brillantezza. Il rivestimento dovrà essere esente da graffi, rigonfiamenti, colature, ondulazioni e altre imperfezioni superficiali visibili ad occhio nudo ad una distanza non inferiore a 5 metri per le parti esterne e non inferiore a 3 metri per le parti interne. L'uniformità e la tonalità della colorazione dovranno essere concordati tra committente e fornitore mediante campionatura di riferimento.

• Protezione mediante ossidazione anodica. L'ossidazione anodica dovrà possedere le proprietà previste dalla norma UNI10681 e verrà eseguita sui profili con pretrattamento superficiale di tipo E2 (spazzolatura mediante scotch brite). Lo spessore di ossido anodico dovrà corrispondere alle norme UNI 2360, mentre per la qualità del fissaggio dello strato di ossido anodico si farà riferimento alle UNI 9833. I profili con parti in vista dovranno avere finitura Architettonico Spazzolato (ARS), mentre i profili non in vista la finitura dovrà essere Architettonico Satinato Chimicamente (ARC). Il tipo di colorazione e spessore di ossido anodico sarà a scelta della direzione lavori. I particolari anodizzati devono essere esenti da difetti visibili presenti nella superficie significativa quando vengono esaminati da una distanza non inferiore a 5 metri per applicazioni esterne, ed a 3 metri per applicazioni interne. Le caratteristiche visive superficiali (uniformità d'aspetto, colorazione, eccetera.) dovranno essere concordate fra committente e fornitore a mezzo di due campioni corrispondenti ai limiti di tolleranza delle caratteristiche stesse nel caso di finiture anodizzate. Bancali scossaline e raccordi in lamiera Se previsti a disegno, i serramenti dovranno essere completi di bancale in alluminio, collegamenti laterali e superiori in alluminio verniciato o anodizzato dello stesso tipo e colore dei serramenti (previa approvazione). Lo spessore delle lattonerie dovrà essere conseguente al loro sviluppo comunque non inferiore a 15/10. I sagomati dovranno essere montati in modo da non presentare viti o rivettature in vista. Lo sviluppo delle lattonerie dovrà coprire interamente le parti murarie, con risvolti di almeno 5 cm. Qualora le parti esterne esposte alla pioggia avessero superfici piane superiori ai 20 cm dovranno essere trattate con antirombo.

13.12 Prodotti per il rivestimento interno: Intonaci Sono rivestimenti realizzati con malta per intonaci costituita da un legante (calce, cemento, gesso) da un inerte (sabbia, polvere o granuli di marmo, ecc.) ed eventualmente da pigmenti o terre coloranti, additivi e rinforzanti. Gli intonaci devono possedere le caratteristiche indicate nel progetto e le caratteristiche seguenti:

• traspirabilità; • capacità di riempimento delle cavità ed eguagliamento delle superfici;

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dott. ing. Gabriele Novembri • effetto estetico superficiale in relazione ai mezzi di posa usati; • adesione al supporto e caratteristiche meccaniche.

Per i prodotti forniti premiscelati la rispondenza a norme UNI è sinonimo di conformità alle predette prescrizioni; per gli altri prodotti valgono i valori dichiarati dal fornitore ed accettati dalla direzione dei lavori. Vernici I prodotti vernicianti sono prodotti applicati allo stato fluido, costituiti da un legante ecologico e preferibilmente all'acqua, da una carica e da un pigmento o terra colorante che, passando allo stato solido, formano una pellicola o uno strato non pellicolare sulla superficie. I prodotti vernicianti devono possedere valori adeguati delle seguenti caratteristiche in funzione delle prestazioni loro richieste:

• dare colore in maniera stabile alla superficie trattata; • avere funzione impermeabilizzante; • essere traspiranti al vapore d'acqua; • impedire il passaggio dei raggi UV; • ridurre il passaggio della CO 2 ; • avere adeguata reazione e/o resistenza al fuoco (quando richiesto); • avere funzione passivante del ferro (quando richiesto); • resistenza alle azioni chimiche degli agenti aggressivi (climatici,

inquinanti); • resistere (quando richiesto) all'usura.

I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto od in mancanza quelli dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla direzione dei lavori. I dati si intendono presentati secondo le norme UNI 8757 e UNI 8759 ed i metodi di prova sono quelli definiti nelle norme UNI.

13.13 Intonaci: Gli intonaci, verranno eseguiti dopo accurata pulizia, bagnatura delle pareti e formazione di fasce di guida in numero sufficiente per ottenere la regolarità delle superfici. Le malte da intonaci devono essere conformi alle norme UNI EN 998. A superficie finita non dovranno presentare screpolature, irregolarità, macchie; le facce saranno regolari ed uniformi e gli spigoli eseguiti a regola d'arte. Le sabbie da impiegare saranno silicee, scevre da ogni impurità e dovranno rispondere alle caratteristiche di cui alle modalità di accettazione dei materiali. L'intonaco in due strati potrà avere uno spessore di mm 20 o 30 e, il primo dei quali sarà di mm 12 ed il secondo di mm 18 circa. Quando questo primo strato sarà alquanto consolidato, si applicherà il secondo strato che verrà steso con la cazzuola e regolarizzato con il frattazzo. Il terzo strato a finire sarà realizzato a frattazzo con malta fine o in calce. Il supporto dovrà presentare una superficie ruvida e fortemente porosa, con capacità di assorbimento media e nessuna traccia di contaminazione da oli, sali solubili, materiali disciolti o malfermi, strati superficiali incompatibilmente aggiunti. Gli intonaci dovranno essere costituiti da malte a base di calci di buona qualità che, poste a contatto con il supporto, devono aderire sia meccanicamente (per compressione) che chimicamente (combinandosi con elementi quali silice, allumina, ossidi di ferro, ecc.) formando un corpo unico e continuo con il supporto stesso. Gli impasti da utilizzare nei dovuti rapporti tra i componenti dovranno avere un legante con spiccate affinità chimiche con il supporto e manifestare proprietà di adesione maggiori di quanto non sia il loro potere di coesione. La dosatura dovrà essere realizzata mediante apposite casse di dosaggio tramite recipienti di cantiere (secchio, carriola) escludendo dosaggi approssimativi quali il "numero di palate". Per la preparazione di malte che costituiscano i tre strati

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dott. ing. Gabriele Novembri dell'intonaco (rinzaffo, arricciatura, finitura) dovranno scegliersi rispettivamente aggregati grossi, medi e fini; è da escludere in ogni caso il sovvertimento di tale sequenza. Composizione e dosaggi delle malte dovranno essere comunque preventivamente approvati da parte della direzione lavori. Per le nuove murature l'esecuzione degli intonaci, interni od esterni, dovrà essere effettuata dopo un'adeguata stagionatura delle malte di allettamento. Le superfici dovranno essere accuratamente preparate, pulite e bagnate. Per le vecchie strutture non intonacate si dovrà procedere al distacco di tutti gli elementi non solidali con le murature, alla bonifica delle superfici ed alla lavatura. Per le vecchie strutture già intonacate si procederà all'asportazione dei tratti di intonaco non aderenti o compromessi, alla scalpellatura delle superfici ed alla lavatura. La messa in opera dello strato di intonaco finale dovrà essere comunque preceduta dall'applicazione, sulle murature interessate, di uno strato di intonaco grezzo a cui verrà sovrapposto il tipo di intonaco prescelto. Intonaco grezzo Sarà costituito da un primo strato (rinzaffo) di malta di calce conforme alle caratteristiche richieste secondo il tipo di applicazione (per intonaci esterni od interni). Verranno predisposte delle fasce guida a distanza ravvicinata. Dopo la presa di questo primo strato verrà applicato un secondo strato (arricciatura) di malta più fine composte da inerti a granulometria variabile, tirato in piano a frattazzo, in modo da ottenere una superficie liscia ed a livello con le fasce precedentemente predisposte, stuccando e regolarizzando la superficie esterna così ottenuta. Intonaco civile Dovrà essere applicato dopo la presa dello strato di intonaco grezzo e sarà costituito da una malta, con grani di sabbia finissimi, lisciata mediante frattazzo rivestito con panno di feltro o simili, in modo da ottenere una superficie finale perfettamente piana ed uniforme. Sarà pertanto formato da tre strati, di cui il primo di rinzaffo, un secondo di arricciatura tirato in piano con regolo e frattazzo e la predisposizione di guide, un terzo strato di finitura formato da uno strato di colla della stessa malta passata al crivello fino, lisciata con frattazzo metallico o alla pezza su pareti verticali. Intonaci di finitura Finitura di intonaco a marmorino liscio lucidato - Esecuzione di una rasatura di calce grassa (grassello di calce), priva di aggregati, perfettamente spenta e lungamente stagionata totalmente idratata senza residui di ossidi di calcio, inerti cartonatici selezionati micronizzati o polvere di marmo, leganti organici e terre coloranti naturali, stesa a lama con la spatola americana in più passate fino alla totale costipazione di ogni asperità del supporto e applicazione di uno strato protettivo finale di cera d'api.

13.14 Prodotti per l’isolamento termico: Generalità Si definiscono materiali isolanti termici quelli atti a diminuire in forma sensibile il flusso termico attraverso le superfici sulle quali sono applicati. Per la realizzazione dell'isolamento termico si rimanda alle relazioni specifiche. I materiali vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure chiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate. Nel caso di contestazione per le caratteristiche si intende che la procedura di prelievo dei campioni, delle prove e della valutazione dei risultati sia quella indicata nelle norme UNI ed in loro

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dott. ing. Gabriele Novembri mancanza quelli della letteratura tecnica (in primo luogo le norme internazionali ed estere). Per tutti i materiali isolanti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, si devono dichiarare le seguenti caratteristiche fondamentali:

• dimensioni: lunghezza - larghezza, valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla direzione dei lavori;

• spessore: valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla direzione dei lavori;

• massa areica: deve essere entro i limiti prescritti nella norma UNI o negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla direzione dei lavori;

• resistenza termica specifica: deve essere entro i limiti previsti da documenti progettuali (calcolo in base alla legge 9-1-1991, n. 10 e s.m.i ).

Saranno inoltre da dichiarare, in relazione alle prescrizioni di progetto le seguenti caratteristiche: • reazione o comportamento al fuoco; • limiti di emissione di sostanze nocive per la salute; • compatibilità chimico -fisica con altri materiali; • traspirabilità; • riciclabilità. Per i materiali isolanti che assumono la forma definitiva in opera devono essere dichiarate le stesse caratteristiche riferite ad un campione significativo di quanto realizzato in opera. Il direttore dei lavori può inoltre attivare controlli della costanza delle caratteristiche del prodotto in opera, ricorrendo quando necessario a carotaggi, sezionamenti, ecc. significativi dello strato eseguito. Sono inoltre sconsigliati tutti i materiali che possono liberare nell'aria, anche solo in fase di montaggio, fibre e particelle dannose per la salute. Materiali sintetici di riciclo MATERIALI DI ORIGINE MINERALE Argilla espansa Deve derivare da argille crude prive di sostanze quali calcari, cloruri, solfati, sostanze organiche combuste (carbonio), metalli pesanti. Dovrà provenire dall'espansione del materiale originario per cottura in forni rotanti a circa 1.200 °C. L'alta temperatura determina una pressione interna dovuta all'azione dei componenti organici volatili presenti che, prima di essere del tutto eliminati, si espandono creando una dilatazione dei granuli. La struttura dovrà risultare a granuli sferici di dimensioni variabili. Può essere utilizzata sciolta, impastata con calce spenta o legante pozzolanico naturale, in blocchi compatti. É impiegata per il riempimento di intercapedini, per massetti alleggeriti, per murature. La particolare struttura fisica e geometrica garantisce una migliore uniformità di diffusione per insufflaggio nelle intercapedini rispetto a materiali analoghi, riducendo notevolmente i rischi di ponti termici. Minerale leggero, incombustibile, atossico, inattaccabile da agenti chimici e da parassiti, roditori e insetti, imputrescibile, inalterabile nel tempo, riciclabile. Calcite

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dott. ing. Gabriele Novembri Dovrà provenire dall'espansione di una roccia a struttura microporosa con shock alla temperatura di 1.200 °C tale che il peso sia circa 100 kg/m 3 . Può essere utilizzata, adeguatamente miscelata con calce idraulica, per ottenere una malta minerale naturale da impiegare per intonaci. Fonoassorbente, coibente, resistente al fuoco (non brucia, non contribuisce allo sviluppo dell'incendio, non subisce trasformazioni chimiche), imputrescibile, alta diffusività, riciclabile. Perlite espansa Dovrà derivare dalla espansione della riolite, roccia vulcanica classificata come lava di recente effusione, caratterizzata da pori di ridottissime dimensioni e cellule chiuse; del materiale dovrà essere certificata l'assenza di radioattività. L'espansione può variare fino a 20 volte il volume originario, producendo un granulato molto leggero. Può essere utilizzata in granuli o pannelli. É impiegata per sottofondi, massetti e calcestruzzi alleggeriti, come additivo per intonaci, isolamento di tetti, coperture piane, leggera, porosa, traspirante, chimicamente inerte, resistente al fuoco (in caso di incendio non emette fumi tossici), inattaccabile da parassiti, roditori e insetti, riciclabile come inerte per calcestruzzo. Vermiculite espansa Dovrà derivare da un silicato di alluminio e magnesio idrato con tracce di ossidi di ferro (minerale filosilicato di tipo argilloso), estratto in blocco e poi trattato ad alte temperature con eliminazione di impurità e sostanze organiche. L'espansione può variare sino a 15-50 volte il volume originario. Può essere utilizzata in granuli insufflati in intercapedini nonché come additivo per l'alleggerimento del calcestruzzo e per intonaci resistenti al fuoco. Caratteristiche: chimicamente inerte, esente da emissioni, incombustibile (in caso di incendio non emette fumi tossici), inattaccabile da parassiti, roditori e insetti, riciclabile come inerte per calcestruzzo. Vetro cellulare espanso (vetroschiuma) Isolante alveolare leggero ottenuto da vetro chimicamente puro, mediante un processo di fusione, e successiva espansione, senza l'utilizzo di leganti. Può essere utilizzato sotto forma di lastre, pannelli, coppelle ed elementi vari. Dovrà essere impiegato solo nei casi in cui non sia necessaria o sia stata già compromessa la traspirabilità del supporto da coibentare oppure quando sia necessario applicare una barriera al vapore. Caratteristiche: impermeabile, stagno al vapor d'acqua, incombustibile, resistente a materie aggressive ed agli attacchi di parassiti e roditori. L'applicazione dei pannelli richiede l'uso di adesivi e sigillanti che possono essere inquinanti riciclabili per frantumazione e utilizzo dei frammenti come materia prima.

13.15 Prodotti per pareti esterne e partizioni interne: Si definiscono prodotti per pareti esterne e partizioni interne quelli utilizzati per realizzare i principali strati funzionali di queste parti di edificio. Le partizioni interne in bioedilizia devono garantire la traspirabilità del sistema edilizio e l'utilizzo di materiali naturali identificati nella scheda tecnica del produttore. Per la realizzazione delle pareti esterne e partizioni interne si rinvia all'art. che tratta queste opere. I prodotti vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate. Nel caso di contestazione si intende

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dott. ing. Gabriele Novembri che la procedura di prelievo dei campioni, le modalità di prova e valutazione dei risultati sono quelli indicati nelle norme UNI ed in mancanza di questi quelli descritti nella letteratura tecnica (primariamente norme internazionali). I prodotti a base di laterizio, calcestruzzo e similari non aventi funzione strutturale (vedere art. murature) ma unicamente di chiusura nelle pareti esterne e partizioni devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed a loro completamento alle seguenti prescrizioni:

• gli elementi di laterizio (forati e non) prodotti mediante trafilatura o pressatura con materiale normale od alleggerito devono rispondere alla norma UNI 771 (detta norma è allineata alle prescrizioni del decreto ministeriale sulle murature);

• gli elementi di calcestruzzo dovranno rispettare le stesse caratteristiche indicate nella norma UNI 771, i limiti di accettazione saranno quelli indicati nel progetto ed in loro mancanza quelli dichiarati dal produttore ed approvati dalla direzione dei lavori;

• gli elementi di calcio silicato, pietra ricostruita, pietra naturale, saranno accettate in base alle loro caratteristiche dimensionali e relative tolleranze; caratteristiche di forma e massa volumica (foratura, smussi, ecc.); caratteristiche meccaniche a compressione, taglio e flessione; caratteristiche di comportamento all'acqua ed al gelo (imbibizione, assorbimento d'acqua, ecc.).

I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto ed in loro mancanza saranno quelli dichiarati dal fornitore ed approvati dalla direzione dei lavori. I prodotti ed i componenti per facciate continue dovranno rispondere alle prescrizioni del progetto ed in loro mancanza alle seguenti prescrizioni:

• gli elementi dell'ossatura devono avere caratteristiche meccaniche coerenti con quelle del progetto in modo da poter trasmettere le sollecitazioni meccaniche (peso proprio delle facciate, vento, urti, ecc.) alla struttura portante, resistere alle corrosioni ed azioni chimiche dell'ambiente esterno ed interno;

• gli elementi di tamponamento (vetri, pannelli, ecc.) devono essere compatibili chimicamente e fisicamente con l'ossatura; resistere alle sollecitazioni meccaniche (urti, ecc.); resistere alle sollecitazioni termoigrometriche dell'ambiente esterno e chimiche degli agenti inquinanti;

• le parti apribili ed i loro accessori devono rispondere alle prescrizioni sulle finestre o sulle porte;

• i rivestimenti superficiali (trattamenti dei metalli, pitturazioni, fogli decorativi, ecc.) devono essere coerenti con le prescrizioni sopra indicate;

• le soluzioni costruttive dei giunti devono completare ed integrare le prestazioni dei pannelli ed essere sigillate con prodotti adeguati.

La rispondenza alle norme UNI per gli elementi metallici e loro trattamenti superficiali, per i vetri, i pannelli di legno, di metallo o di plastica e per gli altri componenti, viene considerato automaticamente soddisfacimento delle prescrizioni sopraddette. I prodotti ed i componenti per partizioni interne prefabbricate che vengono assemblate in opera (con piccoli lavori di adattamento o meno) devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza, alle prescrizioni indicate al punto precedente. Prodotti a base di cartongesso Devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed, in mancanza, alle prescrizioni seguenti: avere spessore con tolleranze ± 0,5 mm, lunghezza e larghezza con tolleranza ± 2 mm, resistenza all'impronta, all'urto, alle

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dott. ing. Gabriele Novembri sollecitazioni localizzate (punti di fissaggio) ed, a seconda della destinazione d'uso, con basso assorbimento d'acqua, con bassa permeabilità al vapore (prodotto abbinato a barriera al vapore), con resistenza all'incendio dichiarata, con isolamento acustico dichiarato.

13.16 Prodotti per l’assorbimento acustico: Si definiscono materiali assorbenti acustici (o materiali fonoassorbenti) quelli atti a dissipare in forma sensibile l'energia sonora incidente sulla loro superficie e, di conseguenza, a ridurre l'energia sonora riflessa. Sono da considerare assorbenti acustici tutti i materiali porosi a struttura fibrosa o alveolare aperta. A parità di struttura (fibrosa o alveolare) la proprietà fonoassorbente dipende dallo spessore. Per tutti i materiali fonoassorbenti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, si devono dichiarare le seguenti caratteristiche fondamentali:

• lunghezza • larghezza, valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure

specificate negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla direzione dei lavori;

• spessore: valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla direzione dei lavori;

• massa areica: deve essere entro i limiti prescritti nella norma UNI o negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettati dalla direzione tecnica;

• coefficiente di assorbimento acustico, misurato in laboratorio in base alle modalità prescritte dalla norma UNI ISO 354, deve rispondere ai valori prescritti nel progetto od in assenza a quelli dichiarati dal produttore ed accettati dalla direzione dei lavori.

I prodotti vengono considerati al momento della fornitura; la direzione dei lavori ai fini della loco accettazione può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure chiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni sopra riportate. In caso di contestazione i metodi di campionamento e di prova delle caratteristiche di cui sopra sono quelli stabiliti dalle norme UNI ed in mancanza di queste ultime, quelli descritti nella letteratura tecnica (primariamente norme internazionali od estere). Se non vengono prescritti i valori valgono quelli proposti dal fornitore ed accettati dalla direzione dei lavori.

13.17 Prodotti per l’isolamento acustico: Si definiscono materiali isolanti acustici (o materiali fonoisolanti) quelli atti a diminuire in forma sensibile la trasmissione di energia sonora che li attraversa. Tutti i materiali comunemente impiegati nella realizzazione di divisori in edilizia posseggono proprietà fonoisolanti. Per materiali omogenei questa proprietà dipende essenzialmente dalla loro massa areica. Quando sono realizzati sistemi edilizi compositi (pareti, coperture, ecc.) formate da strati di materiali diversi, il potere fonoisolante di queste strutture dipende,

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dott. ing. Gabriele Novembri oltre che dalla loro massa areica, dal numero e qualità degli strati, dalle modalità di accoppiamento, dalla eventuale presenza di intercapedine d'aria. Per tutti i materiali fonoisolanti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, si devono dichiarare le seguenti caratteristiche fondamentali:

• Dimensioni: lunghezza - larghezza, valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla direzione dei lavori;

• Spessore: valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla direzione dei lavori.

• Massa areica: deve essere entro i limiti prescritti nella norma UNI o negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettati dalla direzione tecnica.

Saranno inoltre da dichiarare, in relazione alle prescrizioni di progetto, le seguenti caratteristiche:

• modulo di elasticità; • fattore di perdita; • reazione o comportamento al fuoco; • limiti di emissione di sostanze nocive per la salute; • compatibilità chimico-fisica con altri materiali; • traspirabilità; • riciclabilità.

I prodotti vengono considerati al momento della fornitura; la direzione dei lavori ai fini della loro accettazione può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure chiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni sopra riportate. Per i materiali fonoisolanti che assumono la forma definitiva in opera devono essere dichiarate le stesse caratteristiche riferite ad un campione significativo di quanto realizzato in opera. La direzione dei lavori deve inoltre attivare i controlli della costanza delle caratteristiche del prodotto in opera ricorrendo quando necessario a carotaggi, sezionamenti, ecc. significativi dello strato eseguito.

13.18 Materiali da fabbro - ferrosi I materiali metallici da impiegare nei lavori dovranno corrispondere alle qualità, prescrizioni e prove appresso elencate. I materiali dovranno essere esenti da scorie, soffiature, bruciature, paglie o qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione, trafilatura, fucinatura e simili. Sottoposti ad analisi chimica dovranno risultare esenti da impurità e da sostanze anormali. La loro struttura micrografica dovrà essere tale da dimostrare l'ottima riuscita del processo metallurgico di fabbricazione e da escludere qualsiasi alterazione derivante dalla successiva lavorazione a macchina od a mano che possa menomare la sicurezza d'impiego. Ferma restando l'applicazione del decreto 15-7-1925, che fissa le norme e condizioni per le prove e l'accettazione dei materiali ferrosi, per le prove meccaniche e tecnologiche dei materiali metallici saranno rispettate le norme di unificazione vigenti.

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dott. ing. Gabriele Novembri In mancanza di particolari prescrizioni i materiali devono essere della migliore qualità esistente in commercio; essi devono provenire da primarie fabbriche che diano garanzia di costanza di qualità e produzione. I materiali possono essere approvvigionati presso località e fabbriche che l'appaltatore ritiene di sua convenienza (in bioedilizia il più vicino possibile all'area di cantiere) purché corrispondano ai requisiti di cui sopra. L'appaltatore dovrà informare l'appaltante dell'arrivo in officina dei materiali approvvigionati affinché, prima che ne venga iniziata la lavorazione, l'appaltante stesso possa disporre i preliminari esami e verifiche dei materiali medesimi ed il prelevamento dei campioni per l'effettuazione delle prove di qualità e resistenza. É riservata all'appaltante la facoltà di disporre e far effettuare visite, esami e prove negli stabilimenti di produzione dei materiali, i quali stabilimenti pertanto dovranno essere segnalati all'appaltatore in tempo utile. Le suddette visite, verifiche e prove, le cui spese tutte sono a carico dell'appaltatore, dovranno essere effettuate secondo le norme vigenti. Dei risultati delle prove dovrà essere redatto regolare verbale in contraddittorio tra il direttore lavori e l'appaltatore, o loro rappresentanti. Nel caso di esito sfavorevole delle prove sopraindicate l'appaltatore potrà rifiutare in tutto od in parte i materiali predisposti od approvvigionati, senza che l'appaltatore possa pretendere indennizzo alcuno o proroga ai termini di esecuzione e di consegna. I profilati in acciaio dolce (tondi, quadri e piatti) devono essere del tipo a sezione prescritti per l'opera particolare e comunque corrispondenti ai campioni approvati dalla direzione lavori. Non sono ammesse spigolature, ammaccature, tagli od altri difetti di aspetto dovuti a cattiva lavorazione e non rientranti nelle normali tolleranze di laminazione. Profilati tubolari in lamiera d'acciaio non devono avere spigolature, ammaccature, tagli od altri difetti di aspetto dovuti a cattiva lavorazione e non rientranti nelle normali tolleranze di profilatura. La ferramenta e le bullonerie in genere devono essere di ottima qualità e finitura. Tutte la ferramenta devono corrispondere ai campioni approvati dalla direzione lavori ed essere di tipo unificato per tutta la fornitura. Viti, bulloni, ecc. devono pure essere di robustezza, tipo e metallo adeguati all'impiego ed alla ferramenta prescelta. Per la zincatura di profilati di acciaio per la costruzione, oggetti fabbricati con lamiere non zincate di qualsiasi spessore, oggetti fabbricati con tubi, tubi di grande diametro curvati e saldati insieme prima della zincatura ed altri oggetti di acciaio con spessori maggiori di 5 mm recipienti fabbricati con lamiere di acciaio di qualsiasi spessore con o senza rinforzi di profilati di acciaio, minuteria od oggetti da centrifugare; oggetti fabbricati in ghisa, in ghisa malleabile ed in acciaio fuso, dovranno essere rispettate le prescrizioni della norma di unificazione: UNI 5744-66. Rivestimenti metallici protettivi applicati a caldo. Rivestimenti di zinco ottenuti per immersione su oggetti diversi fabbricati in materiale ferroso. Tutte le parti in acciaio per le quali negli elaborati progettuali sia stata prevista la protezione dalla corrosione mediante zincatura dovranno rispettare la specifica esposta alle righe seguenti. Tale tipo di trattamento sarà adottato quando previsto in progetto e/o su ordine della direzione lavori quando le normali verniciature non diano sufficienti garanzie, sia in relazione al tipo di aggressione ambientale, sia in relazione alle funzioni assegnate alle strutture metalliche da proteggere.

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dott. ing. Gabriele Novembri La zincatura dovrà essere effettuata a caldo per immersione in appositi impianti approvati dalla direzione lavori. I pezzi da zincare dovranno essere in acciaio di tipo calmato, è tassativamente vietato l'uso di acciaio attivi o effervescenti. Le parti da zincare dovranno essere pulite e sgrassate (SSPC - SP-63) e sabbiate al metallo bianco secondo SSPC: SP 10; SSA: SA 1/2. Gli spessore minimi della zincatura varieranno a seconda dello spessore del pezzo da zincare. Zincatura dei giunti di saldatura Per le giunzioni eseguite per saldatura si dovrà procedere al ripristino della saldatura, secondo le modalità appresso indicate:

• rimuovere lo zinco preesistente per una lunghezza non inferiore a 10 cm; • pulire e irruvidire la superficie scoperta mediante spazzolatura meccanica; • metallizzare le superfici mediante spruzzo di particelle di zinco allo stato

plastico fino a raggiungere uno spessore non inferiore a 40 microns; • verniciatura finale (vedere voce di capitolato ) come all'art. relativo.

Gli spessori indicati nelle specifiche saranno verificati per campione con apposito strumento elettronico, fornito dall'appaltatore. L'appaltatore garantisce la buona applicazione dei rivestimenti in genere contro tutti i difetti di esecuzione del lavoro e si impegna ad eseguirlo secondo le regole dell'arte e della tecnica. L'appaltatore eseguirà il lavoro soltanto se le condizioni atmosferiche o ambientali lo consentono in base alle prescrizioni su esposte e programmando il lavoro in modo da rispettare i tempi di esecuzione stabiliti per il ciclo protettivo. Per le pitturazioni su superfici zincate a passivazione avvenuta dello zinco, realizzata anche con l'applicazione in officina di acido cromico previa fosfatazione con fosfato di zinco, si procederà ad un'accurata sgrassatura con solventi organici o con idonei sali sgrassanti e comunque con trattamento ad acqua calda e idropulitrice a pressione. Si procederà quindi ad un irruvidimento superficiale con tele abrasive o con spazzolatura leggera. Sarà applicata infine una mano di vernice poliuretanica alifatica, di tinta a scelta della direzione lavori e con uno spessore a film secco di 80 microns, su un fondo di antiruggine epossidica bicomponente con indurente poliammidico del tipo specifico per superfici zincate e con uno spessore a film secco di 50 microns. Potrà essere usato in alternativa un ciclo costituito dall'applicazione di vernice tipo Acril Ard con uno spessore a film secco di 70 microns, dato senza la costituzione dello strato di fondo.

13.19 Opere da fabbro L'appaltatore deve tenere presente nella formulazione della sua offerta che l'esecuzione delle opere da fabbro, sia nell'ambito di edifici, sia nelle aree esterne facenti parte dei complessi dovendo necessariamente essere subordinata ai programmi generali e particolari di esecuzione degli impianti, può risultare diversa sia per discontinuità di esecuzione della posa, sia per la concomitanza di esecuzione, nella stessa area o nello stesso edificio di lavori di competenza di altre ditte, da quella normalmente programmata e più conveniente per l'appaltatore.

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dott. ing. Gabriele Novembri Di quanto sopra l'appaltatore non può richiedere maggiori compensi a qualsiasi titolo per gli oneri conseguenti a maggiori difficoltà di posa, a difficoltà di approntamento dei materiali a piè d'opera, a discontinuità di effettuazione dei lavori, a particolari tipi di ponteggi e protezioni da adottarsi, ed altri, anche se non elencati nella presente descrizione. La posa delle opere in ferro in genere deve essere eseguita con la massima precisione e secondo le migliori regole di arte. Devono essere rispettati quote, fili, allineamenti, piombi per il perfetto posizionamento di ogni elemento. Tutti gli elementi devono essere solidamente e sicuramente fissati. Tutti i manufatti per i quali sia prevista la verniciatura in opera, devono, prima della posa, essere verniciati con una mano di antiruggine al cromato di zinco, previa preparazione completa delle superfici con eliminazione di ogni traccia di ruggine, grassi, calamità, ecc. Sulle parti non più accessibili dopo la posa deve essere applicata preventivamente anche una seconda mano di antiruggine. Gli elementi zincati non a vista, che dovessero eventualmente subire, tagli, saldature od altri aggiustamenti che provochino la rimozione od il danneggiamento della zincatura, devono essere accuratamente ritoccati con antiruggine al cromato di zinco in corrispondenza dei punti danneggiati, previa pulitura, con rimozioni di ogni scoria o detrito, delle superfici interessate, onde evitare ogni ulteriore eventuale erosione.

13.20 Strutture in acciaio Le strutture di acciaio dovranno essere progettate e costruite tenendo conto di quanto disposto dalla legge 5-11-1971, n. 1086 "Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica", dalla legge 2-2-1974, n. 64 . "Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche", dalle circolari e dai decreti ministeriali in vigore attuativi delle leggi citate, del decreto ministero infrastrutture 14-1-2008 , e ogni altra disposizione in materia. L'impresa sarà tenuta a presentare in tempo utile, prima dell'approvvigionamento dei materiali, all'esame ed all'approvazione della direzione dei lavori:

• gli elaborati progettuali esecutivi di cantiere, comprensivi dei disegni esecutivi di officina, sui quali dovranno essere riportate anche le distinte da cui risultino: numero, qualità, dimensioni, grado di finitura e peso teorici di ciascun elemento costituente la struttura, nonché la qualità degli acciai da impiegare;

• tutte le indicazioni necessarie alla corretta impostazione delle strutture metalliche sulle opere di fondazione.

I suddetti elaborati dovranno essere redatti a cura e spese dell'appaltatore. Le strutture in acciaio dovranno essere realizzate secondo le indicazioni di Progetto impiegando acciaio inossidabile austenitico paramagnetico, per evitare azioni perturbatrici di campi magnetici provenienti da fonti diverse da quelle naturali, nonché per annullare totalmente qualsiasi interferenza magnetica. Nell'impiego di acciaio inossidabile si dovrà fare riferimento alla normativa UNI 6900-71 ed AISI. Ogni elemento metallico della struttura dovrà essere adeguatamente protetto contro il fuoco, ai sensi delle specifiche norme di sicurezza e verso l'ambiente corrosivo. I rivestimenti prescelti per le opere in acciaio, previa approvazione della direzione lavori e, per competenza, del progettista, dovranno garantire: l'eliminazione delle operazioni di manutenzione degli stessi; il mantenimento della leggibilità della specifica identità tecnologica di ciascun elemento.

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dott. ing. Gabriele Novembri Dovranno pertanto essere di norma impiegati rivestimenti del tipo intumescenti. Le prove di carico delle strutture dovranno avvenire dopo la loro ultimazione in opera e prima che siano applicate le ultime mani di vernice, previa verifica dell'esecuzione in conformità ai relativi elaborati esecutivi di progetto. Collaudo tecnologico dei materiali Ogni volta che i materiali destinati alla costruzione di strutture di acciaio pervengono dagli stabilimenti per la successiva lavorazione, l'impresa darà comunicazione alla direzione dei lavori specificando, per ciascuna colata, la distinta dei pezzi ed il relativo peso, la destinazione costruttiva e la documentazione di accompagnamento della ferriera costituita da:

• attestato di controllo; • dichiarazione che il prodotto è "qualificato" secondo le norme vigenti.

La direzione dei lavori si riserva la facoltà di prelevare campioni di prodotto qualificato da sottoporre a prova presso laboratori di sua scelta ogni volta che lo ritenga opportuno, per verificarne la rispondenza alle norme di accettazione ed ai requisiti di progetto. Per i prodotti non qualificati la direzione dei lavori deve effettuare presso laboratori ufficiali tutte le prove meccaniche e chimiche in numero atto a fornire idonea conoscenza delle proprietà di ogni lotto di fornitura. Tutti gli oneri relativi alle prove sono a carico dell'impresa. Le prove e le modalità di esecuzione sono quelle prescritte dal decreto ministeriale 14-1-2008 ed altri eventuali a seconda del tipo di metallo in esame. Controlli in corso di lavorazione L'impresa dovrà essere in grado di individuare e documentare in ogni momento la provenienza dei materiali impiegati nelle lavorazioni e di risalire ai corrispondenti certificati di qualificazione, dei quali dovrà esibire la copia a richiesta della direzione dei lavori. Alla direzione dei lavori è riservata comunque la facoltà di eseguire in ogni momento della lavorazione tutti i controlli che riterrà opportuni per accertare che i materiali impiegati siano quelli certificati, che le strutture siano conformi ai disegni di progetto e che le stesse siano eseguite a perfetta regola d'arte. Ogni volta che le strutture metalliche lavorate si rendono pronte per il collaudo l'impresa informerà la direzione dei lavori, la quale darà risposta entro 8 giorni fissando la data del collaudo in contraddittorio, oppure autorizzando la spedizione delle strutture stesse in cantiere. Montaggio Il montaggio in opera di tutte le strutture costituenti ciascun manufatto sarà effettuato in conformità a quanto, a tale riguardo, è previsto nella relazione di calcolo. Durante il carico, il trasporto, lo scarico, il deposito ed il montaggio, si dovrà porre la massima cura per evitare che le strutture vengano deformate o sovrasollecitate. Le parti a contatto con funi, catene od altri organi di sollevamento saranno opportunamente protette. Il montaggio sarà eseguito in modo che la struttura raggiunga la configurazione geometrica di progetto, nel rispetto dello stato di sollecitazione previsto nel progetto medesimo. In particolare, per quanto riguarda le strutture a travata, si dovrà controllare che la controfreccia ed il posizionamento sugli apparecchi di appoggio siano conformi alle indicazioni di progetto, rispettando le tolleranze previste. La stabilità delle strutture dovrà essere assicurata durante tutte le fasi costruttive e la rimozione dei collegamenti provvisori e di altri dispositivi ausiliari dovrà essere fatta solo quando essi risulteranno staticamente superflui.

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dott. ing. Gabriele Novembri Nei collegamenti con bulloni si dovrà procedere alla alesatura di quei fori che non risultino centrati e nei quali i bulloni previsti in progetto non entrino liberamente. Se il diametro del foro alesato risulta superiore al diametro sopraccitato, si dovrà procedere alla sostituzione del bullone con uno di diametro superiore. É ammesso il serraggio dei bulloni con chiave pneumatica purché questo venga controllato con chiave dinamometrica, la cui taratura dovrà risultare da certificato rilasciato da laboratorio ufficiale in data non anteriore ad un mese. Per le unioni con bulloni, l'impresa effettuerà, alla presenza della direzione dei lavori, un controllo di serraggio su un numero adeguato di bulloni. L'assemblaggio ed il montaggio in opera delle strutture dovrà essere effettuato senza che venga interrotto il traffico di cantiere sulla eventuale sottostante sede stradale salvo brevi interruzioni durante le operazioni di sollevamento, da concordare con la direzione dei lavori. Nella progettazione e nell'impiego delle attrezzature di montaggio, l'impresa è obbligata a rispettare le norme, le prescrizioni ed i vincoli che eventualmente venissero imposti da enti, uffici e persone responsabili riguardo alla zona interessata, ed in particolare: — per l'ingombro degli alvei dei corsi d'acqua; — per le sagome da lasciare libere nei sovrappassi o sottopassi di strade, autostrade, ferrovie, tranvie, ecc.; — per le interferenze con servizi di soprassuolo e di sottosuolo. Prove di carico e collaudo statico Prima di sottoporre le strutture di acciaio alle prove di carico, dopo la loro ultimazione in opera e di regola, prima che siano applicate le ultime mani di vernice, quando prevista, verrà eseguita da parte della direzione dei lavori una accurata visita preliminare di tutte le membrature per constatare che le strutture siano state eseguite in conformità ai relativi disegni di progetto, alle buone regole d'arte ed a tutte le prescrizioni di contratto. Ove nulla osti, si procederà quindi alle prove di carico ed al collaudo statico delle strutture; operazioni che verranno condotte, a cura e spese dell'impresa, secondo le prescrizioni contenute nei decreti ministeriali, emanati in applicazione della legge 5-11-1971, n. 1086 .

13.21 Sistemi per rivestimenti esterni ed interni: Si definisce sistema di rivestimento il complesso di strati di prodotti della stessa natura o di natura diversa, omogenei o disomogenei che realizzano la finitura dell'edificio. Durante la posa del rivestimento si curerà l'esecuzione dei giunti, il loro allineamento, la planarità della superficie risultante ed il rispetto di eventuali motivi ornamentali. Si curerà in base alle funzioni attribuite dal progetto al rivestimento, la esecuzione dei fissaggi e la collocazione rispetto agli strati sottostanti onde evitare incompatibilità termiche, chimiche od elettriche. Saranno limitate tutte le possibili vibrazioni dovute al sistema di montaggio. Verranno inoltre verificati i motivi estetici, l'esecuzione dei giunti, la loro eventuale sigillatura, ecc. Durante l'esecuzione, per tutti i tipi predetti, si curerà per ogni operazione la completa esecuzione degli strati, la realizzazione dei punti particolari, le condizioni ambientali (temperatura, umidità, eventuali ponti acustici) e la corretta condizione dello strato precedente (planarità correttezza geometrica, essiccazione, maturazione, assenza di bolle, ecc.) nonché le prescrizioni relative alle norme di igiene e sicurezza.

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dott. ing. Gabriele Novembri Il direttore dei lavori per la realizzazione del sistema di rivestimento opererà come segue. Nel corso dell'esecuzione dei lavori (con riferimento ai tempi ed alle procedure) verificherà via che i materiali impiegati e le tecniche di posa siano effettivamente quelle prescritte ed inoltre almeno per gli strati più significativi verificherà che il risultato delle operazioni predette sia coerente con le prescrizioni di progetto e comunque con la funzione che è attribuita all'elemento o strato realizzato. In particolare verificherà per i rivestimenti le modalità di fissaggio, la corretta esecuzione dei giunti.

13.22 Opere di vetrazione, serramentistica e schermature: Si intendono per opere di vetrazione quelle che comportano la collocazione in opera di lastre di vetro (o prodotti similari sempre comunque in funzione di schermo) sia in luci fisse sia in ante fisse o mobili di finestre, portafinestre o porte; Si intendono per opere di serramentistica quelle relative alla collocazione di serramenti (infissi) nei vani aperti delle parti murarie destinate a riceverli. La realizzazione delle opere di vetrazione deve avvenire con i materiali e le modalità previsti dal progetto ed ove questo non sia sufficientemente dettagliato valgono le prescrizioni seguenti. Le lastre di vetro, in relazione al loro comportamento meccanico, devono essere scelte tenendo conto delle loro dimensioni, delle sollecitazioni previste dovute a carico di vento e neve, alle sollecitazioni dovute ad eventuali sbattimenti ed alle deformazioni prevedibili del serramento. Devono inoltre essere considerate per la loro scelta le esigenze di isolamento termico, acustico, di trasmissione luminosa, di trasparenza o traslucidità, di sicurezza sia ai fini antinfortunistici che di resistenza alle effrazioni, atti vandalici, ecc. Gli smussi ai bordi e negli angoli devono prevenire possibili scagliature. I materiali di tenuta, se non precisati nel progetto, si intendono scelti in relazione alla conformazione e dimensioni delle scanalature (o battente aperto con ferma vetro) per quanto riguarda lo spessore e dimensioni in genere, capacità di adattarsi alle deformazioni elastiche dei telai fissi ed ante apribili; resistenza alle sollecitazioni dovute ai cicli termoigrometrici tenuto conto delle condizioni microlocali che si creano all'esterno rispetto all'interno, ecc. e tenuto conto del numero, posizione e caratteristiche dei tasselli di appoggio, periferici e spaziatori. Nel caso di lastre posate senza serramento gli elementi di fissaggio (squadrette, tiranti, ecc.) devono avere adeguata resistenza meccanica, essere preferibilmente di metallo non ferroso o comunque protetto dalla corrosione. Fra gli elementi di fissaggio e la lastra deve essere interposto materiale elastico e durabile alle azioni climatiche. La posa in opera deve avvenire previa eliminazione di depositi e materiali dannosi dalle lastre, serramenti, ecc. e collocando i tasselli di appoggio in modo da far trasmettere correttamente il peso della lastra al serramento; i tasselli di fissaggio servono a mantenere la lastra nella posizione prefissata. Le lastre che possono essere urtate devono essere rese visibili con opportuni segnali (motivi ornamentali, maniglie, ecc.). La sigillatura dei giunti tra lastra e serramento deve essere continua in modo da eliminare ponti termici ed acustici. Per i sigillanti e gli adesivi si devono rispettare le prescrizioni previste dal fabbricante per la preparazione, le condizioni ambientali di posa e di manutenzione ed essere privi di emissioni nocive per l'ambiente. comunque la sigillatura deve essere conforme a quella richiesta dal progetto od effettuata sui prodotti utilizzati per qualificare il serramento nel suo insieme.

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dott. ing. Gabriele Novembri L'esecuzione effettuata secondo la norma UNI 6534 potrà essere considerata conforme alla richiesta del presente capitolato nei limiti di validità della norma stessa. La realizzazione della posa dei serramenti deve essere effettuata come indicato nel progetto e quando non precisato deve avvenire secondo le prescrizioni seguenti. Le finestre collocate su propri controtelai e fissate con i mezzi previsti dal progetto e comunque in modo da evitare sollecitazioni localizzate. Il giunto tra controtelaio e telaio fisso, se non progettato in dettaglio onde mantenere le prestazioni richieste al serramento, dovrà essere eseguito con le seguenti attenzioni:

• assicurare tenuta all'aria ed isolamento acustico; • gli interspazi devono essere sigillati con materiale comprimibile e che resti

elastico nel tempo; se ciò non fosse sufficiente (giunti larghi più di 8 mm) si sigillerà anche con apposito sigillante capace di mantenere l'elasticità nel tempo e di aderire al materiale dei serramenti;

• il fissaggio deve resistere alle sollecitazioni che il serramento trasmette sotto l'azione del vento o di carichi dovuti all'utenza (comprese le false manovre).

La posa con contatto diretto tra serramento e parte muraria deve avvenire: • assicurando il fissaggio con l'ausilio di elementi meccanici (zanche,

tasselli ad espansione, ecc.); • sigillando il perimetro esterno con malta previa eventuale interposizione di

elementi separatori quale non tessuti, fogli, ecc.; • curando l'immediata pulizia delle parti che possono essere danneggiate

(macchiate, corrose, ecc.) dal contatto con la malta. Le porte devono essere posate in opera analogamente a quanto indicato per le finestre; inoltre si dovranno curare le altezze di posa rispetto al livello del pavimento finito. Per le porte con alte prestazioni meccaniche (antieffrazione), acustiche, termiche o di comportamento al fuoco, si rispetteranno inoltre le istruzioni per la posa (date dal fabbricante ed accettate dalla direzione dei lavori. La posa dei serramenti in alluminio dovrà essere eseguita da personale specializzato nel rispetto delle prescrizioni UNCSAAL DT16. I fissaggi dovranno essere previsti ogni 70-80 cm ed essere eseguiti mediante viti in acciaio inox. I sigillanti dovranno corrispondere a quanto prescritto dalle norme di riferimento, non devono corrodere le parti in alluminio con cui vengono in contatto e dovranno essere conformi alla norma UNI 11600. Inoltre nel caso di contatto dei sigillanti con vernici a base bituminosa deve essere verificata la compatibilità. Le sigillature dovranno essere realizzate secondo criteri prestazionali tali da garantire tenuta all'acqua, tenuta all'aria, tenuta alla polvere e realizzazione di continuità elastica durevole nel tempo tra due supporti in movimento (struttura dell'edificio e elemento di tamponamento). La sigillatura tra i telai ed il contesto edile adiacente dovrà essere eseguita impiegando sigillanti al silicone a reticolazione neutra nel rispetto delle istruzioni del fabbricante, avendo cura di realizzare giunti non inferiori a 4 mm e non superiori a 8 mm, con profondità minima di 6 mm. Il cordone di sigillatura dovrà essere supportato da apposito materiale di riempimento inerte elastico a cellule chiuse.

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dott. ing. Gabriele Novembri Sarà compito del serramentista proporre al committente la migliore soluzione di collegamento al muro, atta ad evitare la formazione di punti freddi nelle zone perimetrali ai telai. Il direttore dei lavori per la realizzazione opererà come segue. Nel corso dell'esecuzione dei lavori (con riferimento ai tempi ed alle procedure) verificherà via che i materiali impiegati e le tecniche di posa siano effettivamente quelle prescritte. In particolare verificherà la realizzazione delle sigillature tra lastre di vetro e telai e tra i telai fissi ed i controtelai; la esecuzione dei fissaggi per le lastre non intelaiate; il rispetto delle prescrizioni di progetto, del capitolato e del produttore per i serramenti con altre prestazioni. A conclusione dei lavori eseguirà verifiche visive della corretta messa in opera e della completezza dei giunti, sigillature, ecc. Eseguirà controlli orientativi circa la forza di apertura e chiusura dei serramenti (stimandole con la forza corporea necessaria), l'assenza di punti di attrito non previsti, e prove orientative di tenuta all'acqua, con spruzzatori a pioggia, ed all'aria, con l'uso di fumogeni, ecc.

13.23 Esecuzione delle pavimentazioni: Si intende per pavimentazione un sistema edilizio avente quale scopo quello di consentire o migliorare il transito e la resistenza alle sollecitazioni in determinate condizioni di uso. Per la pavimentazione sarà effettuata la realizzazione degli strati utilizzando i materiali indicati nel progetto; quando non sia specificato in dettaglio nel progetto od a suo complemento si rispetteranno le prescrizioni seguenti. Durante la realizzazione si curerà la continuità dello strato, la corretta sovrapposizione o realizzazione dei giunti e l'esecuzione dei bordi, risvolti, ecc. Sarà infine curato che la superficie finale abbia caratteristiche di planarità, rugosità, ecc. adeguate per lo strato successivo. Durante la realizzazione si curerà la uniforme e corretta distribuzione del prodotto con riferimento agli spessori e/o quantità consigliate dal produttore in modo da evitare eccesso da rifiuto od insufficienza che può provocare scarsa resistenza od adesione. Si verificherà inoltre che la posa avvenga con gli strumenti e nelle condizioni ambientali (temperatura, umidità) e preparazione dei supporti suggeriti dal produttore. Per lo strato di rivestimento a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle prescrizioni già date nell'art. sui prodotti per pavimentazioni. Durante la fase di posa si curerà la corretta esecuzione degli eventuali motivi ornamentali, la posa degli elementi di completamento e/o accessori, la corretta esecuzione dei giunti, delle zone di interferenza (bordi, elementi verticali, ecc.) nonché le caratteristiche di planarità o comunque delle conformazioni superficiali rispetto alle prescrizioni di progetto, nonché le condizioni ambientali di posa ed i tempi di maturazione. Per lo strato di isolamento acustico, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento per i prodotti alle prescrizioni già date nell'apposito articolo. Durante la fase di posa in opera si curerà il rispetto delle indicazioni progettuali e comunque la continuità dello strato con la corretta realizzazione dei giunti/sovrapposizioni, la realizzazione accurata dei risvolti ai bordi e nei punti di interferenza con elementi verticali (nel caso di pavimento cosiddetto galleggiante i risvolti dovranno contenere tutti gli strati sovrastanti). Sarà verificato, nei casi dell'utilizzo di supporti di gomma, sughero, ecc., il corretto posizionamento di questi elementi ed i problemi di compatibilità meccanica, chimica, ecc., con lo strato sottostante e sovrastante.

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dott. ing. Gabriele Novembri Per lo strato di rivestimento valgono le indicazioni fornite nell'art. sui prodotti per pavimentazione (conglomerati bituminosi, massetti calcestruzzo, pietre, ecc.). Durante l'esecuzione si curerà, a secondo della soluzione costruttiva prescritta dal progetto, la continuità e regolarità dello stato (planarità, deformazioni locali, pendenze, ecc.). L'esecuzione dei bordi e dei punti particolari. Si curerà inoltre l'impiego di criteri e macchine secondo le istruzioni del produttore del materiale ed il rispetto delle condizioni climatiche e di sicurezza e dei tempi di presa e maturazione.

13.24 Cemento e Acciaio L'acciaio di armatura deve essere conforme alla Norma UNI EN 10080 ed a quanto indicato negli elaborati progettuali. Gli elementi metallici utilizzati in diaframmi gettati in opera, come tubi, piastre, connettori, ecc. non devono essere di acciaio zincato o di altri materiali che possano produrre effetti elettrostatici risultanti in un aumento dello strato di fango bentonitico (bentonitecake) o che possano causare corrosione elettrochimica dell'armatura. Qualora il progetto preveda un'armatura all'interno di un pannello questa può essere composta da una o più gabbie entro la lunghezza del pannello. Il progetto delle gabbie di armatura deve essere fatto in accordo alla ENV 1992. Il progetto deve prevedere non solo un'adeguata resistenza del muro finale, bensì anche l'adeguata resistenza e rigidità durante l'esecuzione, in particolare nelle fasi di movimentazione e posa in opera del calcestruzzo. Si deve inoltre consentire al calcestruzzo fresco di fluire facilmente attorno a ciascun componente. La lunghezza verticale di una gabbia di armatura deve essere tale che la distanza tra la sua base e il fondo dello scavo sia di almeno 0,2 m. La gabbia di armatura deve includere:

• armatura verticale, generalmente disposta in uno o due strati su ciascuna faccia del muro;

• armatura orizzontale, sotto forma di tiranti, staffe o altre forme adatte;

• barre di sospensione e sollevamento; e se necessario:

• armatura speciale per ancoraggi, puntelli o altri elementi strutturali connessi al diaframma;

• barre a crociera per aumentare la rigidità della gabbia per le operazioni di movimentazione;

• cassaforma per rientranze o tubi per ancoraggi, servizi ...; • tubi verticali per iniezione, barre di arresto, prove di controllo, ecc.

Il tipo di cemento da utilizzarsi deve tenere in considerazione l'aggressività del suolo e dell'acqua freatica. Il cemento dovrà essere conforme alla Norma UNI EN 197-1:2006. Il contenuto minimo di cemento deve essere correlato alle dimensioni massime dell'aggregato come da prospetto. DIMENSIONE MASSIMA GRANI [mm]

CONTENUTO MINIMO CEMENTO [Kg/mc]

32 350 25 370 20 385 16 400 Il rapporto acqua cemento non deve eccedere lo 0.6

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dott. ing. Gabriele Novembri 13.25 Impianto elettrico e di comunicazione interna:

Disposizioni generali Il direttore dei lavori per la pratica realizzazione dell'impianto, oltre a coordinamento di tutte le operazioni necessarie alla realizzazione dello stesso, deve prestare particolare attenzione alla verifica della completezza di tutta la documentazione, ai tempi della sua realizzazione ed a eventuali interferenze con altri lavori. Verificherà inoltre che i materiali impiegati e la loro messa in opera siano conformi a quanto stabilito dal progetto. Al termine dei lavori si farà rilasciare il rapporto di verifica dell'impianto elettrico, come precisato nella "Appendice G" della Guida CEI 64-50 = UNI 9620, che attesterà che lo stesso è stato eseguito a regola d'arte. Raccoglierà inoltre la documentazione più significativa per la successiva gestione e manutenzione. Gli impianti elettrici dovranno essere realizzati a regola d'arte, in rispondenza alla legge 1-3-1968, n. 186 ed al decreto ministeriale 22-1-2008, n. 37 . Si considerano a regola d'arte gli impianti elettrici realizzati secondo le norme CEI applicabili, in relazione alla tipologia di edificio, di locale o di impianto specifico oggetto del progetto e precisamente: — CEI 11-17(1981) e variante V1(1989). Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica. Linee in cavo. — CEI 64-8(1987) e varianti V1(1988) e V2(1989). Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata a 1500V in corrente continua. — CEI 64-10(1988). Impianti elettrici nei luoghi di spettacolo o intrattenimento. — CEI 64-2(1987): Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione o di incendio. — CEI Sl423: Raccomandazioni per l'esecuzione degli impianti di terra negli edifici civili. Inoltre vanno rispettate le disposizioni del decreto ministeriale 16-2-1982 e della legge 7-12-1984, n. 818 per quanto applicabili. Qualità dei materiali elettrici Ai sensi dell'art. 2 della legge 18-10-1977, n. 791 e del decreto ministeriale 22-1-2008, n. 37 , dovrà essere utilizzato materiale elettrico costruito a regola d'arte, ovvero che sullo stesso materiale sia stato apposto un marchio che ne attesti la conformità (per esempio IMQ), ovvero abbia ottenuto il rilascio di un attestato di conformità da parte di uno degli organismi competenti per ciascuno degli stati membri della Comunità economica europea, oppure sia munito di dichiarazione di conformità rilasciata dal costruttore. I materiali non previsti nel campo di applicazione della legge 18-10-1977, n. 791 e per i quali non esistono norme di riferimento dovranno comunque essere conformi alla legge 1-3-1968, n. 186 . Tutti i materiali dovranno essere esenti da difetti qualitativi e di lavorazione. Caratteristiche tecniche degli impianti e dei componenti Criteri per la dotazione e predisposizione degli impianti. Nel caso più generale gli impianti elettrici utilizzatori prevedono: punti di consegna ed eventuale cabina elettrica; circuiti montanti, circuiti derivati e terminali; quadro elettrico generale e/o dei servizi, quadri elettrici locali o di unità immobiliari; alimentazioni di apparecchi fissi e prese; punti luce fissi e comandi; illuminazione di sicurezza, ove prevedibile. É indispensabile per stabilire la consistenza e dotazione degli impianti elettrici la definizione della destinazione d'uso delle unità immobiliari (ad uso abitativo, ad uso uffici, ad altri usi) e la definizione dei servizi generali (servizi comuni:

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dott. ing. Gabriele Novembri portinerie, autorimesse, box auto, cantine, scale, altri; servizi tecnici: cabina elettrica; ascensori; centrali termiche, idriche e di condizionamento; illuminazione esterna ed altri). Quali indicazioni di riferimento per la progettazione degli impianti elettrici ove non diversamente concordato e specificato, si potranno assumere le indicazioni formulate dalla Guida CEI 64-50 per la dotazione delle varie unità immobiliari e per i servizi generali. Sulla necessità di una cabina elettrica e sulla definizione del locale dei gruppi di misura-bisognerà contattare l'ente distributore dell'energia elettrica. Criteri di progetto Per gli impianti elettrici, nel caso più generale, è indispensabile l'analisi dei carichi previsti e prevedibili per la definizione del carico convezionale dei componenti e del sistema. Con riferimento alla configurazione e costituzione degli impianti, che saranno riportate su adeguati schemi e planimetrie, è necessario il dimensionamento dei circuiti sia per il funzionamento normale a regime, che per il funzionamento anomalo per sovracorrente. Ove non diversamente stabilito, la caduta di tensione nell'impianto non deve essere superiore al 4 per cento del valore nominale. É indispensabile la valutazione delle correnti di corto circuito massimo e minimo delle varie parti dell'impianto. Nel dimensionamento e nella scelta dei componenti occorre assumere per il corto circuito minimo valori non superiori a quelli effettivi presumibili, mentre per il corto circuito massimo valori non inferiori ai valori minimali eventualmente indicati dalla normativa e comunque non inferiori a quelli effettivi presumibili. É opportuno: — ai fini della protezione dei circuiti terminali dal corto circuito minimo, adottare interruttori automatici con caratteristica L o comunque assumere quale tempo d'intervento massimo per essi 0,4s; — ai fini della continuità e funzionalità ottimale del servizio elettrico, curare il coordinamento selettivo dell'intervento dei dispositivi di protezione in serie, in particolare degli interruttori automatici differenziali. Per gli impianti ausiliari e telefonici saranno fornite caratteristiche tecniche ed elaborati grafici (schemi o planimetrie). Criteri di scelta dei componenti I componenti devono essere conformi alle prescrizioni di sicurezza delle rispettive norme e scelti e messi in opera tenendo conto delle caratteristiche di ciascun ambiente (ad esempio gli interruttori automatici rispondenti alle Norme CEI 23-3, le prese a spina rispondenti alle Norme CEI 23-5 e 23-16, gli involucri di protezione rispondenti alle Norme CEI 70-1). Integrazione degli impianti elettrici, ausiliari e telefonici nell'edificio Generalità sulle condizioni di integrazione. Va curata la più razionale integrazione degli impianti elettrici e la loro coesistenza con le altre opere ed impianti. A tale scopo vanno formulate indicazioni generali relative alle condutture nei montanti (sedi, canalizzazioni separate, conduttori di protezione ed altre) o nei locali (distribuzione a pavimento o a parete, altre). Per la definizione di tali indicazioni si può fare riferimento alla Guida CEI 64.50 ove non diversamente specificato. É opportuno, in particolare, che prima dell'esecuzione e nel corso dei lavori vengano assegnati agli impianti elettrici spazi adeguati o compatibili con quelli per gli altri impianti tecnici, onde evitare interferenze dannose ai fini dell'installazione e dell'esercizio.

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dott. ing. Gabriele Novembri Impianto di terra I collegamenti di equipotenzialità principali devono essere eseguiti in base alle prescrizioni della norma CEI 64.8. Bisogna preoccuparsi del coordinamento per la realizzazione dei collegamenti equipotenziali, richiesti per tubazioni metalliche o per altre masse estranee all'impianto elettrico che fanno parte della costruzione; è opportuno che vengano assegnate le competenze di esecuzione. Si raccomanda una particolare cura nella valutazione dei problemi di interferenza tra i vari impianti tecnologici interrati ai fini della corrosione. Si raccomanda peraltro la misurazione della resistività del terreno. Impianto di protezione contro le scariche atmosferiche Nel caso tale impianto fosse previsto, esso deve essere realizzato in conformità alle disposizioni del decreto 22-1-2008, n. 37 . É opportuno predisporre tempestivamente l'organo di captazione sulla copertura ed adeguate sedi per le calate, attenendosi alle distanze prescritte dalle norme CEI 81.1. Si fa presente che le suddette norme prevedono anche la possibilità di utilizzare i ferri delle strutture edili alle condizioni indicate al punto 1.2.17 della norma stessa. Il collaudo definitivo deve iniziare entro il termine stabilito dal capitolato speciale d'appalto ed, in difetto, non oltre sei mesi dalla data del certificato di ultimazione dei lavori. Il collaudo definitivo dovrà accertare che gli impianti ed i lavori, per quanto riguarda i materiali impiegati, l'esecuzione e la funzionalità, siano in tutto corrispondenti a quanto precisato nel capitolato speciale di appalto, tenuto conto di eventuali modifiche concordate in sede di aggiudicazione dell'appalto stesso. Ad impianto ultimato si deve provvedere alle seguenti verifiche di collaudo: — rispondenza alle disposizioni di legge; — rispondenza alle prescrizioni dei VV.F.; — rispondenza a prescrizioni particolari concordate in sede di offerta; — rispondenza alle norme CEI relative al tipo di impianto, come di seguito descritto. In particolare, nel collaudo definitivo dovranno effettuarsi le seguenti verifiche: — che siano osservate le norme tecniche generali; — che gli impianti ed i lavori siano corrispondenti a tutte le richieste e preventive indicazioni, inerenti lo specifico appalto, precisato dall'amministrazione appaltante nella lettera di invito alla gara o nel disciplinare tecnico a base della gara, purché risultino confermate nel progetto-offerta della Ditta aggiudicataria e purché non siano state concordate delle modifiche in sede di aggiudicazione dell'appalto; — che gli impianti ed i lavori siano in tutto corrispondenti alle indicazioni contenute nel progetto-offerta, purché non siano state concordate delle modifiche in sede di aggiudicazione dell'appalto; — che gli impianti ed i lavori corrispondano inoltre a tutte quelle eventuali modifiche concordate in sede di aggiudicazione dell'appalto, di cui è stato detto alle precedenti lettere b) e c); — che i materiali impiegati nell'esecuzione degli impianti, dei quali, siano stati presentati i campioni, siano corrispondenti ai campioni stessi; — inoltre, nel collaudo definitivo dovranno ripetersi i controlli prescritti per la verifica provvisoria. Anche del collaudo definitivo verrà redatto regolare verbale. 1) Esame a vista Deve essere eseguita una ispezione visiva per accertarsi che gli impianti siano realizzati nel rispetto delle prescrizioni delle norme Generali, delle Norme degli impianti di terra e delle Norme particolari riferendosi all'impianto istallato. Detto

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dott. ing. Gabriele Novembri controllo deve accertare che il materiale elettrico, che costituisce l'impianto fisso, sia conforme alle relative Norme, sia scelto correttamente ed istallato in modo conforme alle prescrizioni normative e non presenti danni visibili che possano compromettere la sicurezza. Tra i controlli a vista devono essere effettuati i controlli relativi a: — protezioni, misura di distanze nel caso di protezione con barriere; — presenza di adeguanti dispositivi di sezionamento ed interruzione, polarità, scelta del tipo di apparecchi e misure di protezioni adeguate alle influenze esterne, identificazione dei conduttori di neutro e di protezione, fornitura di schemi cartelli ammonitori, identificazione di comandi e protezioni, collegamenti dei conduttori. Inoltre è opportuno che questi esami inizino durante il corso dei lavori. 2) Verifica del tipo e dimensionamento dei componenti dell'impianto e della apposizione dei contrassegni di identificazione Si deve verificare che tutti i componenti dei circuiti messi in opera nell'impianto utilizzatore siano del tipo adatto alle condizioni di posa ed alle caratteristiche dell'ambiente, nonché correttamente dimensionati in relazione ai carichi reali di funzionamento contemporaneo od, in mancanza di questi, in relazione a quelli convenzionali. Per cavi e conduttori si deve controllare che il dimensionamento sia fatto in base alle portate indicate nelle tabelle CEIUNEL; inoltre si deve verificare che i componenti siano dotati dei debiti contrassegni di identificazione, ove prescritti; 3) Verifica della sfilabilità dei cavi Si deve estrarre uno o più cavi dal tratto di tubo o condotto compreso tra due cassette o scatole successive e controllare che questa operazione non abbia provocato danneggiamento agli stessi. La verifica va eseguita su tratti di tubo o condotto per una lunghezza pari complessivamente ad una percentuale tra l'1 per cento ed il 5 per cento della lunghezza totale. A questa verifica prescritta dalle norme CEI 11-11 (Impianti elettrici degli edifici civili) si aggiungono, per gli impianti elettrici negli edifici prefabbricati e costruzioni modulari, anche quelle relative al rapporto fra il diametro interno del tubo o condotto e quello del cerchio circoscritto al fascio di cavi in questi contenuto, ed al dimensionamento dei tubi o condotti. Quest'ultima si deve effettuare a mezzo apposita sfera come descritto nelle norme per gli impianti sopraddetti; 4) Misura della resistenza di isolamento Si deve eseguire con l'impiego di un ohmmetro la cui tensione continua sia circa 125 V nel caso di misura su parti di impianto di categoria O, oppure su parti di impianto alimentate a bassissima tensione di sicurezza; circa 500 V in caso di misura su parti di impianto di I categoria. La misura si deve effettuare tra l'impianto (collegando insieme tutti i conduttori attivi) ed il circuito di terra, e fra ogni coppia di conduttori tra loro. Durante la misura gli apparecchi utilizzatori devono essere disinseriti; la misura è relativa ad ogni circuito intendendosi per tale la parte di impianto elettrico protetto dallo stesso dispositivo di protezione. I valori minimi ammessi per costruzioni tradizionali sono: — 400.000 ohm per sistemi a tensione nominale superiore a 50 V; — 250.000 ohm per sistemi a tensione nominale inferiore od uguale a 50 V. — I valori minimi ammessi per costruzioni prefabbricate sono: — 250.000 ohm per sistemi a tensione nominale superiore a 50 V; — 150.000 ohm per sistemi a tensione nominale inferiore od uguale a 50 V;

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dott. ing. Gabriele Novembri 5) Misura delle cadute di tensione La misura delle cadute di tensione deve essere eseguita tra il punto di inizio dell'impianto ed il punto scelto per la prova; si inseriscono un volt metro nel punto iniziale ed un altro nel secondo punto (i due strumenti devono avere la stessa classe di precisione). Devono essere alimentati tutti gli apparecchi utilizzatori che possono funzionare contemporaneamente: nel caso di apparecchiature con assorbimento di corrente istantaneo si fa riferimento al carico convenzionale scelto come base per la determinazione della sezione delle condutture. Le letture dei due voltmetri si devono eseguire contemporaneamente e si deve procedere poi alla determinazione della caduta di tensione percentuale; 6) Verifica delle protezioni contro i corto circuiti ed i sovraccarichi Si deve controllare che: — il potere di interruzione degli apparecchi di protezione contro i corto circuiti, sia adeguato alle condizioni dell'impianto e della sua alimentazione; — la taratura degli apparecchi di protezione contro i sovraccarichi sia correlata dalla portata dei conduttori protetti dagli stessi; 7) Verifica delle protezioni contro i contatti indiretti Devono essere eseguite le verifiche dell'impianto di terra descritte nelle norme per gli impianti di messa a terra (norme CEI 64-8). Si ricorda che per gli impianti soggetti alla disciplina del decreto legislativo 9-4-2008, n. 81 , va effettuata la denuncia degli stessi alle Unità Sanitarie locali (U.S.L.) a mezzo dell'apposito modulo, fornendo gli elementi richiesti e cioè i risultati delle misure della resistenza di terra. Si devono effettuare le seguenti verifiche: — esame a vista dei conduttori di terra e di protezione. Si intende che andranno controllate sezioni, materiali e modalità di posa nonché lo stato di conservazione sia dei conduttori stessi che delle giunzioni. Si deve inoltre controllare che i conduttori di protezione assicurino il collegamento tra i conduttori di terra ed il morsetto di terra degli utilizzatori fissi ed il contatto di terra delle prese a spina; — si deve eseguire la misura del valore di resistenza di terra dell'impianto, utilizzando un dispersore ausiliario ed una sonda di tensione con appositi strumenti di misura o con il metodo di voltamperometrico. La sonda di tensione ed il dispersore ausiliario vanno posti ad una sufficiente distanza dall'impianto di terra e tra loro; si possono ritenere ubicati in modo corretto quando sono sistemati ad una distanza dal suo contorno pari a 5 volte la dimensione massima dell'impianto stesso; quest'ultima nel caso di semplice dispersione a pacchetto può assumersi pari alla sua lunghezza. Una pari distanza va mantenuta tra la sonda di tensione ed il dispersore ausiliario; — deve essere controllato in base ai valori misurati il coordinamento degli stessi con l'intervento nei tempi previsti dei dispositivi di massima corrente o differenziale; per gli impianti con fornitura in media tensione, detto valore va controllato in base a quello della corrente convenzionale di terra, da richiedersi al distributore di energia elettrica; — quando occorre sono da effettuare le misure delle tensioni di contatto e di passo. Queste sono di regola eseguite da professionisti, ditte od enti specializzati. Le norme CEI 64-8 (1984) forniscono le istruzioni per le suddette misure; — nei locali da bagno deve essere eseguita la verifica della continuità dei collegamenti equipotenziali tra le tubazioni metalliche di adduzione e di scarico delle acque, tra le tubazioni e gli apparecchi sanitari tra il collegamento

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dott. ing. Gabriele Novembri equipotenziale ed il conduttore di protezione. Detto controllo è da eseguirsi prima della muratura degli apparecchi sanitari. Norme generali comuni per le verifiche in corso d'opera, per la verifica provvisoria e per il collaudo definitivo degli impianti. Per le prove di funzionamento e rendimento delle apparecchiature e degli impianti, prima di iniziarle, il collaudatore dovrà verificare che le caratteristiche della corrente di alimentazione, disponibile al punto di consegna (specialmente tensione, frequenza e potenza disponibile) siano conformi a quelle indicate nel capitolato speciale d'appalto e cioè quelle in base alle quali furono progettati ed eseguiti gli impianti. Qualora le anzidette caratteristiche della corrente di alimentazione (se non prodotta da centrale facente parte dell'appalto), all'atto delle verifiche o del collaudo non fossero conformi a quelle contrattualmente previste, le prove dovranno essere rinviate a quando sia possibile disporre di corrente di alimentazione delle caratteristiche contrattualmente previste, purché ciò non implichi dilazione della verifica provvisoria o del collaudo definitivo superiore ad un massimo di 15 giorni. Nel caso vi sia al riguardo impossibilità da parte dell'azienda elettrica distributrice o qualora l'amministrazione appaltante non intenda disporre per modifiche atte a garantire un normale funzionamento degli impianti con la corrente di alimentazione disponibile, sia le verifiche in corso d'opera, sia la verifica provvisoria ad ultimazione dei lavori, sia il collaudo definitivo, potranno egualmente aver luogo, ma il collaudatore dovrà tener conto, nelle verifiche di funzionamento e nella determinazione dei rendimenti, delle variazioni delle caratteristiche della corrente disponibile per l'alimentazione, rispetto a quelle contrattualmente previste e secondo le quali gli impianti sono stati progettati ed eseguiti. Per le verifiche in corso d'opera, per quella provvisoria ad ultimazione dei lavori e per il collaudo definitivo, la ditta appaltatrice è tenuta, a richiesta dell'amministrazione appaltante, a mettere a disposizione normali apparecchiature e strumenti adatti per le misure necessarie, senza potere per ciò accampare diritti a maggiori compensi; Se in tutto od in parte gli apparecchi utilizzatori e le sorgenti di energia non sono inclusi nelle forniture comprese nell'appalto, spetterà all'amministrazione appaltante di provvedere a quelli di propria spettanza, qualora essa desideri che le verifiche in corso d'opera, quella provvisoria ad ultimazione dei lavori e quella di collaudo definitivo, ne accertino la funzionalità. Tutti i prodotti, gli accessori, la componentistica di ricambio ed in genere i materiali elettrici e meccanici da utilizzare per la costruzione e l’installazione dell’impianto saranno:

• conformi a tutte le norme legislative di sicurezza, funzionalità, commercializzazione e normalizzazione;

• in regola con le direttive europee e le relative marcature (quali "Bassa Tensione 73/23 e 93/68 CEE”, "Compatibilità Elettromagnetica 89/336 CEE”, ”Macchine”, ecc.);

• compatibili tra loro, correttamente proporzionati e coordinati, di facile sostituibilità e reperibilità;

• corredati delle necessarie documentazioni di garanzia, istruzioni di montaggio e avvertenze d'uso;

• adeguati alle condizioni ambientali di installazione ed opportunamente protetti sia ai fini antinfortunistici sia allo scopo di preservare le caratteristiche di funzionalità e durata nel tempo (protezione anticorrosiva, ecc.);

Tutti componenti dovranno essere idonei per installazione entro impianti trattamento acque, all’aperto o al chiuso secondo quando indicato nel progetto e

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dott. ing. Gabriele Novembri con i gradi di protezione meccanica specificati di seguito, alle seguenti condizioni di riferimento:

• Temperatura massima +40°C • Temperatura minima -20°C • Umidità relativa a 20°C 90% • Attitudine sul livello del mare <1000m

Il funzionamento degli impianti e i relativi componenti dovranno essere garantiti per un periodo di 24 mesi dal collaudo di accettazione.

13.26 Impianto elettrico con bassa emissione elettromagnetica: Tutti i materiali e gli apparecchi impiegati negli impianti elettrici devono essere adatti all'ambiente in cui sono istallati e devono avere caratteristiche tali da resistere alle azioni meccaniche, corrosive, termiche o dovute umidità alle quali possono essere esposti durante l'esercizio. Tutti i materiali e gli apparecchi devono essere rispondenti alle relative norme CEI e tabelle di unificazione CEI-UNEL, ove queste esistano. Per i materiali la cui provenienza è prescritta dalle condizioni del capitolato speciale d'appalto, potranno pure essere richiesti i campioni, sempre che siano materiali di normale produzione. É raccomandata nella scelta dei materiali, la preferenza ai prodotti nazionali. L'impianto elettrico sarà eseguito: — a regola d'arte, in conformità alle particolari prescrizioni dell'ente erogatore e come precisato nella "Appendice G" della Guida CEI 64-50 = UNI 9620; — in rispondenza alla legge 1-3-1968, n. 186 ed al decreto 22-1-2008, n. 37 ; — utilizzando materiale costruito a regola d'arte ed esente da difetti qualitativi e di lavorazione; — con materiali e messa in opera conformi ad un progetto esecutivo; — secondo normative di riferimento degli apparecchi elettrici (direttive 89/336/CEE, 92/31/CEE e 73/23/CEE); — nel rispetto delle disposizioni del decreto ministeriale 16-2-1982 e della legge 7-12-1984, n. 818 per quanto applicabili e ai sensi della legge 18-10-1977, n. 791 e legge 1-3-1968, n. 186 ; — da installatore abilitato. Prima di qualunque opera è indispensabile verificare i livelli di inquinamento elettrico e magnetico esistenti allo scopo di individuare eventuali campi elettromagnetici provenienti da fonti esterne o fonti interne. Per l'esecuzione delle diverse parti degli impianti valgono le indicazioni di seguito riportate: — le linee elettriche di adduzione dal gruppo misura saranno collocate preferibilmente nell'area sud dell'edificio; — i quadri generali e secondari di distribuzione, in particolare se posizionati entro 2,00 m da zone a prolungata permanenza di persone, dovranno essere formati da carpenteria metallica con adeguato collegamento a terra del circuito di dispersione delle schermature; — la distribuzione interna dovrà essere eseguita con struttura a stella evitando assolutamente di formare anelli chiusi o parzialmente chiusi attorno ai locali destinati a permanenza di persone, i cavi con isolamento a base di poliolefine e antifiamma (Norme CEI 20-22); — i comandi luce dovranno essere di tipo unipolare e dovranno agire esclusivamente sul conduttore di fase. In alcun caso dovrà essere interrotto il conduttore di neutro; — i cavi schermati nonché scatole di derivazione e porta-apparecchi schermate con vernice conduttiva alla grafite o con tubi metallici comunque dotate di cavo di collegamento della schermatura al circuito di dispersione delle schermature di sezione minima di 2,5 mmq. Detti cavi schermati e scatole saranno utilizzati solo per i circuiti non assoggettati al disgiuntore;

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dott. ing. Gabriele Novembri — vernice schermante a base di grafite stesa su adeguato fondo di pareti, ad elevata concentrazione di grafite, cassette porta apparecchi, quadri da incasso, cavi e coperchi, con una resa di 25 mq/l e collegata alla messa a terra separata di sezione minima di 1,5 mmq; — tessuto schermante costituito da una griglia in rame spiralizzato steso su supporto in tessuto di juta e cotone o direttamente su strati di intonaco, rivestimenti isolanti o sottopavimento, da applicare sia a secco o fresco su fresco; — circuito di interconnessione delle schermature presenti (calze dei cavi e scatole) formato da un conduttore di adeguata sezione sezione minima di 2,5 mmq indipendente dal conduttore di protezione (PE). Detto conduttore avrà origine dal nodo equipotenziale e si svilupperà per tutto l'impianto e non dovrà, in nessun punto dell'impianto, essere collegato al conduttore di terra; — disgiuntore automatico bipolare di rete (bio-switch) del tipo esclusivamente unipolare in possesso di marchi di omologazione internazionali e conforme alle normative di sicurezza CE. Detto apparecchio dovrà essere collegato in modo da interrompere esclusivamente il conduttore di fase, in nessun modo dovrà essere interrotto il conduttore di neutro e mantenere il potenziale continuo di circa 6 V con ripristino automatico della tensione a nuova richiesta di carico, funzionante con qualsiasi carico resistivo. Il disgiuntore sarà installato in modo da disconnettere solo le linee luce e prese di servizio, tutti gli utilizzatori che necessitano di alimentazione costante dovranno avere linee preferenziali dal quadro generale. L'installazione di un disgiuntore di corrente (bio-switch) del tipo esclusivamente bipolare sarà prevista solo nel caso di alimentazione fase-fase e quindi si avrà l'interruzione di ambedue i conduttori. Alimentazione di rete 230 Volt AC, potenza di carico massimo 16 A, ingombro 4 PE, dotato di spie di sicurezza e per la diagnosi del funzionamento; — verifica strumentale: ultimato l'impianto e data tensione allo stesso si potranno verificare strumentalmente i livelli di campo elettrico e induzione magnetica all'interno dell'abitazione in particolare per le zone di stazionamento inserimento parte capitolato meccanico

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dott. ing. Gabriele Novembri

NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI VALORI 14

14.1 Norme generali: La quantità dei lavori e delle provviste sarà determinata a misura, a peso, a corpo, in relazione a quanto previsto nell'elenco dei prezzi allegato. Le misure verranno rilevate in contraddittorio in base all'effettiva esecuzione. Qualora esse risultino maggiori di quelle indicate nei grafici di progetto o di quelle ordinate dalla direzione, le eccedenze non verranno contabilizzate. Le macchine ed attrezzi sono dati a noleggio per i tempi prescritti dalla direzione lavori e debbono essere in perfetto stato di servibilità, provvisti di tutti gli accessori per il loro regolare funzionamento, comprese le eventuali linee per il trasporto dell'energia elettrica e, ove occorra, anche il trasformatore. Sono a carico dell'appaltatore la manutenzione degli attrezzi e delle macchine e le eventuali riparazioni, in modo che essi siano sempre in buono stato di servizio. I noli dei ponteggi saranno sempre valutati in proiezione verticale di facciata per le superfici ed i periodi autorizzati dalla direzione lavori. I relativi prezzi si riferiscono al attrezzature date in opera, compreso trasporto, montaggio e smontaggio, e realizzate a norma delle vigenti leggi in materia. Nel trasporto s'intende compresa ogni spesa, la fornitura dei materiali di consumo e la mano d'opera del conducente. I mezzi di trasporto, per i lavori in economia, debbono essere forniti in pieno stato di efficienza e corrispondere alle prescritte caratteristiche. Tutte le provviste dei materiali per le quantità prescritte dalla direzione lavori saranno misurate con metodi geometrici, salvo le eccezioni indicate nei vari articoli del presente capitolato, o nelle rispettive voci di elenco prezzi le cui indicazioni sono preminenti su quelle riportate nel presente titolo.

14.2 Murature in genere: Tutte le murature in genere, salvo le eccezioni in appresso specificate, saranno misurate geometricamente, a volume od a superficie, secondo la categoria, in base a misure prese sul vivo dei muri, esclusi cioè gli intonaci. Sarà fatta deduzione di tutti i vuoti di luce superiori a 1,00 mq e dei vuoti di canne fumarie, canalizzazioni, ecc., che abbiano sezione superiore a 0,25 mq, rimanendo per questi ultimi, all'appaltatore, l'onere della loro eventuale chiusura con materiale in cotto. Così pure sarà sempre fatta deduzione del volume corrispondente alla parte incastrata di pilastri, piattabande, ecc., di strutture diverse, nonché di pietre naturali od artificiali, da pagarsi con altri prezzi di tariffa. Nei prezzi unitari delle murature di qualsiasi genere si intende compreso ogni onere per formazione di spalle, sguinci, canne, spigoli, strombature, incassature per imposte di archi, volte e piattabande. Nei prezzi delle murature di qualsiasi specie, qualora non debbano essere eseguite con paramento a faccia vista, si intende compreso il rinzaffo delle facce visibili dei muri. Tale rinzaffo sarà sempre eseguito, ed è compreso nel prezzo unitario, anche a tergo dei muri che debbono essere poi caricati a terrapieni. Per questi ultimi muri è pure sempre compresa l'eventuale formazione di feritoie regolari e regolarmente disposte per lo scolo delle acque ed in generale quella delle immorsature e la costruzione di tutti gli incastri per la posa in opera della pietra da taglio od artificiale. Qualunque sia la curvatura data dalla pianta ed alle sezioni dei muri, anche se si debbano costruire sotto raggio, le relative murature non potranno essere comprese nella categoria delle volte e saranno valutate con i prezzi delle murature rette senza alcun compenso in più.

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dott. ing. Gabriele Novembri Le murature di mattoni ad una testa od un foglio si misureranno a vuoto per pieno, al rustico, deducendo soltanto le aperture di superficie uguale o superiore a 1 mq, intendendo nel prezzo compensata la formazione di sordini, spalle, piattabande, ecc., nonché eventuali intelaiature in legno che la direzione dei lavori ritenesse opportuno di ordinare allo scopo di fissare i serramenti al telaio anziché alla parete.

14.3 Controsoffitti: I controsoffitti piani saranno pagati in base alla superficie di estensione, indipendentemente dal posizionamento nello spazio, saranno quindi misurati secondo estensione effettiva, non tenendo conto di eventuali raccordi con le murature perimetrali. Nel prezzo dei controsoffitti sono compresi e compensati tutte le armature, forniture, magisteri e mezzi d'opera per dare i controsoffitti finiti a regola d’arte. Sono ricompresi nel prezzo le sigillature da effettuarsi per l’ancoraggio dello stesso al controsoffitto esistente per la ricostituzione della continuità EI 120 dello stesso.

14.4 Pavimenti: I pavimenti, di qualunque genere, saranno valutati per la superficie vista tra le pareti delimitanti l’ambiente. I prezzi di elenco per ciascun genere di pavimento comprendono l'onere per la fornitura dei materiali e per ogni lavorazione intesa a dare i pavimenti stessi completi e rifiniti come prescritto nelle norme sui materiali e sui modi di esecuzione, compreso il sottofondo. In ciascuno dei prezzi concernenti i pavimenti, anche nel caso di sola posa in opera, si intendono compresi gli oneri, le opere di ripristino e di raccordo con gli intonaci, qualunque possa essere l'entità delle opere stesse.

14.5 Rivestimenti: I rivestimenti in legno saranno valutati considerando le facce esposte internamente alla sala, tenendo conto dell’effettivo sviluppo in estensione dovuto alla presenza di forme curvilinee. Nel prezzo sono ricomprese le finiture di testata delle fasce componenti il rivestimento, la struttura di ancoraggio alla muratura esistente nonché tutto quanto necessario per poter considerare l’opera a regola d’arte.

14.6 Intonaci: I prezzi degli intonaci saranno applicati alla superficie intonacata senza tener conto delle superfici laterali di risalti, lesene e simili. Varranno sia per superfici piane, che curve. L'esecuzione di gusci di raccordo, se richiesti negli angoli fra pareti e soffitto e fra pareti e pareti, con raggio non superiore a 15 cm, è pure compresa nel prezzo, avuto riguardo che gli intonaci verranno misurati anche in questo caso come se esistessero gli spigoli vivi. Nel prezzo degli intonaci è compreso l'onere della ripresa, dopo la chiusura, di tracce di qualunque genere, della muratura di eventuali ganci al soffitto e delle riprese contro pavimenti, zoccolature e serramenti. Gli intonaci interni sui muri di spessore maggiore di 15 cm saranno computati a vuoto per pieno, a compenso dell'intonaco nelle riquadrature dei vani, che non saranno perciò sviluppate. Tuttavia saranno detratti i vani di superficie maggiore di 4 mq, valutando a parte la riquadratura di detti vani.

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dott. ing. Gabriele Novembri Nessuno speciale compenso sarà dovuto per gli intonaci eseguiti a piccoli tratti anche in corrispondenza di spalle e mazzette di vani di porte e finestre.

14.7 Tinteggiature e Verniciature: Nei prezzi delle tinteggiature, coloriture e verniciature in genere sono compresi tutti gli oneri di cui all'articolo "Tinteggiature" della parte II del presente capitolato oltre a quelli per mezzi d'opera, trasporto, sfilatura e rinfilatura d'infissi, ecc. Le tinteggiature interne ed esterne per pareti e soffitti saranno in generale misurate con le stesse norme sancite per gli intonaci. Per la coloritura o verniciatura degli infissi e simili si osserveranno le norme seguenti: a) per le porte, bussole e simili, si computerà due volte la luce netta dell'infisso, oltre alla mostra e allo sguincio, se ci sono, non detraendo l'eventuale superficie del vetro compresa con ciò anche la verniciatura del telaio per muri grossi o del cassettoncino tipo romano per tramezzi o dell'imbotto tipo lombardo, pure per tramezzi. La misurazione della mostra o dello sguincio sarà eseguita in proiezione su piano verticale parallelo a quello medio della bussola (chiusa) senza tener conto di sagome, risalti o risvolti; b) per le finestre senza persiane, ma con controsportelli, si computerà tre volte la luce netta dell'infisso, essendo così compensata anche la coloritura dei controsportelli e del telaio (o cassettone); c) per le finestre senza persiane e senza controsportelli si computerà una volta sola la luce netta dell'infisso, comprendendo con ciò anche la coloritura della soglia e del telaio (o cassettone); d) per le persiane comuni si computerà tre volte la luce netta dell'infisso, comprendendo con ciò anche la coloritura del telaio; e) per le persiane avvolgibili si computerà due volte e mezzo la luce netta dell'infisso, comprendendo con ciò anche la coloritura del telaio ed apparecchio a sporgere, salvo il pagamento a parte della coloritura del cassettoncino coprirullo; f) per il cassettone completo, tipo romano, cioè con controsportelli e persiane, montati su cassettone, si computerà sei volte la luce netta dell'infisso, comprendendo con ciò anche la coloritura del cassettone e della soglia; g) per le opere in ferro semplici e senza ornati, quali finestre grandi a vetrate e lucernari, serrande avvolgibili a maglia, infissi di vetrine per negozi, saranno computati i tre quarti della loro superficie complessiva, misurata sempre in proiezione, ritenendo così compensata la coloritura dei sostegni, grappe e simili accessori, dei quali non si terrà conto alcuno nella misurazione; h) per le opere in ferro di tipo normale a disegno, quali ringhiere, cancelli anche riducibili, inferriate e simili, sarà computata una volta l'intera loro superficie, misurata con le norme e con le conclusioni di cui alla lettera precedente; i) per le opere in ferro ornate, cioè come alla lettera precedente, ma con ornati ricchissimi, nonché per le pareti metalliche e le lamiere stirate, sarà computata una volta e mezzo la loro superficie, misurata come sopra; l) per le serrande da bottega in lamiera ondulata o ad elementi di lamiera sarà computata tre volte la luce netta del vano, misurato, in altezza, tra la soglia e la battitura della serranda, intendendo con ciò compensata anche la coloritura della superficie non in vista; m) i radiatori dei termosifoni saranno pagati ad elemento, indipendentemente dal numero delle colonne di ogni elemento e della loro altezza; n) l'applicazione della carta fodera e da parati sarà misurata per la sola superficie della parte rivestita, senza cioè tener conto delle sovrapposizioni, e nel relativo prezzo è compreso ogni onere di cui all'articolo "Tinteggiature" della parte II del presente capitolato.

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dott. ing. Gabriele Novembri Tutte le coloriture o verniciature s'intendono eseguite su ambo le facce e con i rispettivi prezzi di elenco si intende altresì compensata la coloritura, o verniciatura, di nottole, braccioletti e simili accessori.

14.8 Isolanti termici e acustici: Gli isolamenti termoacustici verranno valutati in base alla superficie effettivamente isolata, con detrazione dei vuoti di superficie maggiore di 0,25 mq; sono compresi nel prezzo i risvolti, le sovrapposizioni, ecc. I prezzi di elenco relativi agli isolamenti termoacustici compensano tutti gli oneri previsti dal presente capitolato speciale, nonché tutti gli accorgimenti quali sigillature, stuccature, nastrature, ecc. atti ad eliminare vie d'aria e ponti termici od acustici.

14.9 Lavori in metallo Tutti i lavori in metallo saranno in generale valutati a peso e i relativi prezzi verranno applicati al peso effettivo dei metalli stessi a lavorazione completamente ultimata e determinato prima della loro posa in opera, con pesatura diretta fatta in contraddittorio ed a spese dell'appaltatore, escluse bene inteso dal peso le verniciature e coloriture. Nei prezzi dei lavori in metallo è compreso ogni e qualunque compenso per forniture accessorie, per lavorazioni, montatura e posizione in opera.

14.10 Vetri, cristalli e simili: La misura dei vetri e cristalli viene eseguita sulle lastre in opera, senza cioè tener conto degli eventuali sfridi occorsi per ricavarne le dimensioni effettive. Il prezzo è comprensivo del mastice, delle punte per il fissaggio, delle lastre e delle eventuali guarnizioni in gomma prescritte per i telai in ferro. I vetri e i cristalli centinati saranno valutati secondo il minimo rettangolo ad essi circoscritto.

14.11 Infissi in alluminio Gli infissi di alluminio, come finestre, vetrate di ingresso, porte, pareti a facciate continue, saranno valutati od a cadauno elemento od al metro quadrato di superficie misurata all'esterno delle mostre e coprifili e compensati con le rispettive voci d'elenco. Nei prezzi sono compresi i controtelai da murare tutte le ferramenta e le eventuali pompe a pavimento per la chiusura automatica delle vetrate, nonché tutti gli oneri derivanti dall'osservanza delle norme e prescrizioni contenute nelle norme sui materiali e sui modi di esecuzione.

14.12 Impianto elettrico a) CANALIZZAZIONI E CAVI — I tubi di protezione, le canalette portacavi, i condotti sbarre, il piatto di ferro zincato per le reti di terra, saranno valutati al metro lineare misurando l'effettivo sviluppo lineare in opera. Sono comprese le incidenze per gli sfridi e per i mezzi speciali per gli spostamenti, raccordi, supporti, staffe, mensole e morsetti di sostegno ed il relativo fissaggio a parete con tasselli ad espansione. — I cavi multipolari o unipolari di MT e di BT saranno valutati al metro lineare misurando l'effettivo sviluppo lineare in opera, aggiungendo 1 m per ogni quadro al quale essi sono attestati. Nei cavi unipolari o multipolari di MT e di BT sono comprese le incidenze per gli sfridi, i capi corda ed i marca cavi, esclusi i terminali dei cavi di MT. — I terminali dei cavi a MT saranno valutati a numero. Nel prezzo dei cavi di MT sono compresi tutti i materiali occorrenti per l'esecuzione dei terminali stessi.

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dott. ing. Gabriele Novembri — I cavi unipolari isolati saranno valutati al metro lineare misurando l'effettivo sviluppo in opera, aggiungendo 30 cm per ogni scatola o cassetta di derivazione e 20 cm per ciascuna scatola da frutto. Sono comprese le incidenze per gli sfridi, morsetti volanti fino alla sezione di 6 mm 2, morsetti fissi oltre tale sezione. — Le scatole, le cassette di derivazione ed i box telefonici, saranno valutati a numero secondo le rispettive caratteristiche, tipologia e dimensione. Nelle scatole di derivazione stagne sono compresi tutti gli accessori quali passacavi, pareti chiuse, pareti a cono, guarnizioni di tenuta, in quelle dei box telefonici sono comprese le morsettiere. b) APPARECCHIATURE IN GENERALE E QUADRI ELETTRICI — Le apparecchiature in generale saranno valutate a numero secondo le rispettive caratteristiche, tipologie e portata entro i campi prestabiliti. Sono compresi tutti gli accessori per dare in opera l'apparecchiatura completa e funzionante. — I quadri elettrici saranno valutati a numero secondo le rispettive caratteristiche e tipologie in funzione di: i) superficie frontale della carpenteria e relativo grado di protezione (IP); ii) numero e caratteristiche degli interruttori, contattori, fusibili, ecc. Nei quadri la carpenteria comprenderà le cerniere, le maniglie, le serrature, i pannelli traforati per contenere le apparecchiature, le etichette, ecc. Gli interruttori automatici magnetotermici o differenziali, i sezionatori ed i contattori da quadro, saranno distinti secondo le rispettive caratteristiche e tipologie quali: a) il numero dei poli; b) la tensione nominale; c) la corrente nominale; d) il potere di interruzione simmetrico; e) il tipo di montaggio (contatti anteriori, contatti posteriori, asportabili o sezionabili su carrello); comprenderanno l'incidenza dei materiali occorrenti per il cablaggio e la connessione alle sbarre del quadro e quanto occorre per dare l'interruttore funzionante. — I corpi illuminanti saranno valutati a numero secondo le rispettive caratteristiche, tipologie e potenzialità. Sono comprese le lampade, i portalampade e tutti gli accessori per dare in opera l'apparecchiatura completa e funzionante. — I frutti elettrici di qualsiasi tipo saranno valutati a numero di frutto montato. Sono escluse le scatole, le placche e gli accessori di fissaggio che saranno valutati a numero.

14.13 Opere di assistenza agli impianti: Le opere e gli oneri di assistenza di tutti gli impianti compensano e comprendono le seguenti prestazioni:

• scarico dagli automezzi, collocazione in loco compreso il tiro in alto ai vari piani e sistemazione in magazzino di tutti i materiali pertinenti agli impianti;

• apertura e chiusura di tracce, predisposizione e formazione di fori ed asole su murature e strutture di calcestruzzo armato;

• muratura di scatole, cassette, sportelli, controtelai di bocchette, serrande e griglie, guide e porte ascensori;

• fissaggio di apparecchiature in genere ai relativi basamenti e supporti; • formazione di basamenti di calcestruzzo o muratura e, ove richiesto, la

interposizione di strato isolante, baggioli, ancoraggi di fondazione e nicchie;

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dott. ing. Gabriele Novembri • manovalanza e mezzi d'opera in aiuto ai montatori per la movimentazione

relativa alla posa in opera di quei materiali che per il loro peso e/o volume esigono tali prestazioni;

• i materiali di consumo ed i mezzi d'opera occorrenti per le prestazioni di cui sopra;

• il trasporto alla discarica dei materiali di risulta delle lavorazioni; • scavi e rinterri relativi a tubazioni od apparecchiature poste interrate; • ponteggi di servizio interni ed esterni; • le opere e gli oneri di assistenza agli impianti dovranno essere calcolati in

ore lavoro sulla base della categoria della manodopera impiegata e della quantità di materiali necessari e riferiti a ciascun gruppo di lavoro.

14.14 Manodopera: Gli operai per i lavori in economia dovranno essere idonei al lavoro per il quale sono richiesti e dovranno essere provvisti dei necessari attrezzi. L'appaltatore è obbligato, senza compenso alcuno, a sostituire tutti quegli operai che non riescano di gradimento alla direzione dei lavori. Circa le prestazioni di manodopera saranno osservate le disposizioni e convenzioni stabilite dalle leggi e dai contratti collettivi di lavoro, stipulati e convalidati a norma delle leggi sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi. Nell'esecuzione dei lavori che formano oggetto del presente appalto, l'impresa si obbliga ad applicare integralmente tutte le norme contenute nel contratto collettivo nazionale di lavoro per gli operai dipendenti dalle aziende industriali edili ed affini e negli accordi locali integrativi dello stesso, in vigore per il tempo e nella località in cui si svolgono i lavori anzidetti. L'impresa si obbliga altresì ad applicare il contratto e gli accordi medesimi anche dopo la scadenza e fino alla sostituzione e, se cooperative, anche nei rapporti con i soci. I suddetti obblighi vincolano l'impresa anche se non sia aderente alle associazioni stipulanti o receda da esse e indipendentemente dalla natura industriale della stessa e da ogni altra sua qualificazione giuridica, economica o sindacale. L'impresa è responsabile in rapporto alla stazione appaltante dell'osservanza delle norme anzidette da parte degli eventuali subappaltatori nei confronti dei rispettivi loro dipendenti, anche nei casi in cui il contratto collettivo non disciplini l'ipotesi del subappalto. Il fatto che il subappalto sia o non sia stato autorizzato, non esime l'impresa dalla responsabilità di cui al comma precedente e ciò senza pregiudizio degli altri diritti della stazione appaltante. Non sono, in ogni caso, considerati subappalti le commesse date dall'impresa ad altre imprese:

• per la fornitura di materiali; • per la fornitura anche in opera di manufatti ed impianti speciali che si

eseguono a mezzo di ditte specializzate. In caso di inottemperanza agli obblighi precisati nel presente articolo, accertata dalla stazione appaltante o ad essa segnalata dall'Ispettorato del lavoro, la stazione appaltante medesima comunicherà all'impresa e, se del caso, anche all'Ispettorato suddetto, l'inadempienza accertata e procederà ad una detrazione del 20 per cento sui pagamenti in acconto, se i lavori sono in corso di esecuzione, ovvero alla sospensione del pagamento del saldo, se i lavori sono stati ultimati, destinando le somme così accantonate a garanzia dell'adempimento degli obblighi di cui sopra.

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dott. ing. Gabriele Novembri Il pagamento all'impresa delle somme accantonate non sarà effettuato sino a quando dall'Ispettorato del lavoro non sia stato accertato che gli obblighi predetti sono stati integralmente adempiuti. Per le detrazioni e sospensione dei pagamenti di cui sopra, l'impresa non può opporre eccezioni alla stazione appaltante, né ha titolo al risarcimento di danni.

14.15 Noleggi Le macchine e gli attrezzi dati a noleggio debbono essere in perfetto stato di servibilità e provvisti di tutti gli accessori necessari per il loro regolare funzionamento. Sono a carico esclusivo dell'appaltatore la manutenzione degli attrezzi e delle macchine. Il prezzo non comprende gli oneri relativi alla mano d'opera, al combustibile, ai lubrificanti, ai materiali di consumo, all'energia elettrica e a tutto quanto occorre per il funzionamento delle macchine. I prezzi di noleggio di meccanismi in genere, si intendono corrisposti per tutto il tempo durante il quale i meccanismi rimangono a piè d'opera a disposizione dell'amministrazione, e cioè anche per le ore in cui i meccanismi stessi non funzionano, applicandosi il prezzo stabilito per meccanismi in funzione soltanto alle ore in cui essi sono in attività di lavoro; quello relativo a meccanismi in riposo in ogni altra condizione di cose, anche per tutto il tempo impiegato per riscaldare la caldaia e per portare a regime i meccanismi.

14.16 Disposizioni generali relative ai prezzi – Invariabilità: I prezzi unitari in base ai quali, dopo deduzione del pattuito ribasso d'asta, saranno pagati i lavori appaltati a misura e le somministrazioni, sono indicati nel seguente elenco. Essi compensano:

• circa i materiali, ogni spesa (per fornitura, trasporto, dazi, cali, perdite, sprechi, ecc.), nessuna eccettuata, che venga sostenuta per darli pronti all'impiego, a piede di qualunque opera;

• circa gli operai e mezzi d'opera, ogni spesa per fornire i medesimi di attrezzi e utensili del mestiere, nonché per premi di assicurazioni sociali, per illuminazione dei cantieri in caso di lavoro notturno;

• circa i noli, ogni spesa per dare a piè d'opera i macchinari e mezzi pronti al loro uso;

• circa i lavori a misura ed a corpo, tutte le spese per forniture, lavorazioni, mezzi d'opera, assicurazioni d'ogni specie, indennità di cave, di passaggi o di deposito, di cantiere, di occupazione temporanea e d'altra specie, mezzi d'opera provvisionali, carichi, trasporti e scarichi in ascesa o discesa, ecc., e per quanto occorre per dare il lavoro compiuto a perfetta regola d'arte, intendendosi nei prezzi stessi compreso ogni compenso per gli oneri tutti che l'appaltatore dovrà sostenere a tale scopo, anche se non esplicitamente detti o richiamati nei vari articoli e nell'elenco dei prezzi del presente capitolato .

I prezzi medesimi, per lavori a misura ed a corpo, nonché il compenso a corpo, diminuiti del ribasso offerto, si intendono accettati dall'appaltatore in base ai calcoli di sua convenienza, a tutto suo rischio. Essi sono fissi ed invariabili; però l'amministrazione si riserva la facoltà di rivedere e modificare i prezzi di appalto alle condizioni e nei limiti di cui alle disposizioni legislative vigenti all'atto dell'aggiudicazione.

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dott. ing. Gabriele Novembri 14.17 Lavori imprevisti:

Nel caso in cui la stazione appaltante, tramite la direzione lavori, ritenesse di dover introdurre modifiche o varianti in corso d'opera, ferme restando le disposizioni di legge vigenti, le stesse verranno concordate e successivamente liquidate sulla base di una nuova perizia, eventualmente redatta e approvata in base a nuovi prezzi concordati mediante apposito verbale ai sensi dell'art. 163 del decreto del Presidente della Repubblica 5-10-2010, n. 207 . Se l'appaltatore non accetta i nuovi prezzi così determinati e approvati, la stazione appaltante può ingiungergli l'esecuzione delle lavorazioni o la somministrazione dei materiali sulla base di detti prezzi, comunque ammessi nella contabilità; ove l'appaltatore non iscriva riserva negli atti contabili nei modi previsti, i prezzi s'intendono definitivamente accettati. Gli operai forniti per le opere in economia dovranno essere idonei ai lavori da eseguirsi e provvisti dei necessari attrezzi.

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dott. ing. Gabriele Novembri

OPERE ARCHITETTONICHE: DESCRIZIONE LAVORAZIONI 15

15.1 MURATURA M01 Il progetto esecutivo prevede l’esecuzione di alcune murature in blocchi di calcestruzzo vibrocompresso, in particolare per la chiusura del blocco sala regia al piano terra, per questioni di isolamento acustico.

Prescrizioni tecniche generali 15.1.1La posa dovrà avvenire con malta classe M2 opportunamente additivata con idrorepellenti di massa compatibili con il sistema di impermeabilizzazione dei manufatti in cls costituenti la muratura ed i giunti dovranno essere stilati in modo da non presentare alcuna irregolarità, od interruzione. La muratura dovrà garantire assenza di fessurazioni da ritiro igrometrico; pertanto il ritiro tra condizioni estreme dovrà essere inferiore a 0,5 mm/m (prEN 772-14) e dovranno essere previsti opportuni giunti di dilatazione.

Trattamenti e finiture 15.1.2E’ stato impiegato per la realizzazione della muratura un blocco a faccia vista, questo perché in alcuni punti potrebbe non essere facilmente accessibile per l’intonacatura. Dovrà essere concordato con la DL la necessità di intonacare tali partizioni nei pressi della scala metallica di collegamento tra il piano terra e il primo livello (già esistente).

Prestazioni 15.1.3Le prestazioni sono le seguenti:

• Coefficiente di assorbimento capillare Cw,s < 26 (prEN 772-11); • Assorbimento all’acqua per immersione 18% (prEN 772-8); • Massa volumica non inferiore a 2050kg/mc; • Resistenza meccanica media a compressione >9.0N/mmq; • Compressione caratteristica >7.0N/mmq; • Trazione media del calcestruzzo >3.0N/mmq; • Dimensioni 40x20x20.

15.2 PARETI ACUSTICHE INTERNE (NP.AR.13 NP.AR.14) La sala prove è internamente rivestita con delle pareti acustiche che ne caratterizzano fortemente sia la volumetria che la risposta acustica. Il sistema controparete acustica, descritta negli elaborati grafici specifici, è realizzato con un sistema di ancoraggio metallico che permette di ottenere delle differenti intercapedini di aria rispetto alla muratura esistente. La stratigrafia delle pareti è realizzata secondo due differenti tipologie una assorbente una riflettente, con il medesimo trattamento esterno. Stratigrafia assorbente:

• Intercapedine di aria variabile; • Doppia lastra di cartongesso con finitura specifica in classe A1; • Intercapedine 20mm riempita con materiale in fibra di poliestere secondo

indicazioni progetto esecutivo; Pannello in MDF fresato passo 14-2 con finitura simil legno. Stratigrafia riflettenti:

• Intercapedine di aria variabile; Pannello in MDF fresato passo 14-2 con finitura simil legno.

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dott. ing. Gabriele Novembri I rivestimenti delle imbotti delle porte saranno realizzati con la stessa tipologia di pannellatura, secondo disposizioni da progetto esecutivo, i fianchi laterali saranno realizzati in MDF liscio (stratigrafia riflettente senza fresatura), le coperture dei varchi saranno realizzate in stratigrafia assorbente.

Prescrizioni tecniche generali: 15.2.1Per la realizzazione delle contropareti andranno opportunamente posizionate le sottostrutture metalliche, affinché la forma geometrica interna della sala sia rispondente a quanto riportato negli elaborati grafici di progetto esecutivo. Nel montaggio andrà posta particolare cura agli attacchi alla muratura e al solaio esistente i quali dovranno risultare desolarizzati mediante interposizione di elastomero. Il rivestimento interno è realizzato a mezzo di fasce di 77cm di altezza e comunque conforme agli elaborati esecutivi, poste perfettamente in verticale, la sovrapposizione tra due fasce consecutive dovrà essere posta in opera in modo che i ricorsi siano paralleli. Il rivestimento interno è realizzato con fasce parallele al solaio, con sviluppi curvilinei ad un lungo la verticale, tra due fasce consecutive esiste un discostamento minimo di 50mm che permetterà l’inserimento di una illuminazione scenografica a led. La finitura a vista è fresata, andrà quindi posta particolare attenzione ai giunti di continuità, che dovranno comunque permettere al materiale di assorbire le piccole dilatazioni termiche dovute alla variazione di temperatura ed umidità. La particolare conformazione geometrica delle fasce, riportata negli allegati di progetto esecutivo, è tale da dover realizzare preventivamente al montaggio dei “conci” in MDF realizzati ad hoc a piè d’opera in tal modo il montaggio sulla struttura metallica in lamiera decapata potrà avvenire con un controllo geometrico sulla forma molto più accurato, nel rispetto di un risultato sicuramente più ottimale. I conci saranno dotati di costole di irrigidimento minimo 3 costole, affinché la struttura sia sufficientemente rigida, le stesse saranno realizzate sempre in MDF ignifugo. Per quanto concerne le porte e la visiva saranno realizzati degli imbotti sempre in MDF secondo elaborati grafici di progetto esecutivo.

Regole per l’esecuzione: 15.2.2Il montaggio delle contropareti acustiche avverrà dopo la realizzazione di “conci” in MDF, sarà realizzata una sottostruttura metallica a controllo numerico ancorata al solaio mediante piastra di ancoraggio e collegata verticalmente alla muratura esistente a mezzo di tiranti-puntoni. I collegamenti con le strutture esistenti saranno realizzati con l’interposizione di materiale desolarizzante. I profili delle costole metalliche saranno opportunamente sagomati per poter collegare i pannelli in MDF. Le pannellature in MDF saranno realizzate a “conci”, sarà quindi preassemblata la parte fresata a vista con due chiusure ortogonali alla stessa, a formare delle “C” che saranno opportunamente curvate nella lunghezza a rispettare il disegno geometrico posto alla base dei disegni esecutivi. Dove lo studio acustico lo richiede (in particolare nei tratti più curvi sia sulla parete fronte palco che retro palco) sarà realizzato un particolare pacchetto verticale, composto da pannello MDF in vista, materassino assorbente in aderenza e doppia lastra di cartongesso, questo affinché sia possibile raggiungere determinati coefficienti di assorbimento acustico, necessari per la buona riuscita dell’acustica complessiva della sala. La medesima tipologia di pacchetto sarà realizzata sulle coperture degli imbotti delle porte, mentre i fianchi laterali saranno realizzati in MDF liscio.

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dott. ing. Gabriele Novembri Prestazioni: 15.2.3

Le prestazioni dei pannelli “conci” saranno differenti a seconda si tratti del pannello base o del pannello assorbente (identificato negli elaborati di progetto esecutivo):

• Pannello base composto da: o Pannello in MDF pieno con finitura fresata:

- Densità 760kg/mc; - Spessore 17mm; - Fresatura 14-2. - Reazione al fuoco: classe 1 (secondo DM

15/03/2005);

• Pannello assorbente composto da: o Pannello in MDF con risuonatori e finitura fresata:

- Densità 760kg/mc; - Spessore 17mm; - Fresatura 14-2; - Reazione al fuoco: classe 1 (secondo DM

15/03/2005); o Fibra di poliestere:

- Densità 20kg/mc; - Spessore 20mm; - Classe di reazione al fuoco 1(secondo DM

15/03/2005); o Doppia lastra di cartongesso:

- Densità: 800-1000kg/mc; - Spessore: 12,5mm. - Reazione al fuoco: incombustibile classe A1;

Caratteristiche di fonoassorbimento certificate secondo ISO 354 del pacchetto comprensivo di fibra di poliestere: Hz 100 125 160 200 250 315 400 500 630 800 α 0.04 0.15 0.16 0.17 0.21 0.25 0.32 0.45 0.54 0.70 1k 1.25k 1.6k 2k 2.5k 3.15k 4k 5k 6.3k 8k 10k 0.79 0.97 1.11 1.22 1.14 1.01 0.80 0.67 0.62 0.67 0.59

15.3 USCITE DI SICUREZZA Il completamento della sala prevede il posizionamento di alcune porte di differente natura, alcune configurate come uscita di emergenza. Le luci fisse devono essere realizzate nella forma, con i materiali e nelle dimensioni indicate nel disegno di progetto. In mancanza di prescrizioni (od in presenza di prescrizioni limitate) si intende che comunque devono, nel loro insieme (telai, lastre di vetro, eventuali accessori, ecc.), essere conformi alla norma UNI 7959 ed in particolare resistere alle sollecitazioni meccaniche dovute all'azione del vento od agli urti, garantire la tenuta all'aria, all'acqua e la resistenza al vento. Quanto richiesto dovrà garantire anche le prestazioni di isolamento termico, isolamento acustico, comportamento al fuoco e resistenza. I serramenti interni ed esterni (finestre, porte finestre, e similari) dovranno essere realizzati seguendo le prescrizioni indicate nei disegni costruttivi o comunque nella parte grafica del progetto. In mancanza di prescrizioni (od in presenza di prescrizioni limitate) si intende che comunque nel loro insieme devono essere realizzati in modo da resistere alle sollecitazioni meccaniche e degli agenti

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dott. ing. Gabriele Novembri atmosferici e contribuire, per la parte di loro spettanza, al mantenimento negli ambienti delle condizioni termiche e acustiche. I serramenti, anche qualora non fosse specificato nei disegni o nelle specifiche tecniche, dovranno essere forniti e posati completi di tutti gli accessori necessari al loro perfetto funzionamento in relazione all'utilizzo previsto. La riduzione dei varchi delle porte è esclusa dal prezzo delle porte. Con riferimento alle lavorazioni riguardanti i serramenti si riporta in questa sede che sono stati previsti con il presente Appalto la sostituzione delle porte rilevate all’interno del blocco dei servizi igienici e dunque il loro conseguente smontaggio. Queste attività rientrano nel più ampio quadro dell’adeguamento ai fini energetici che ha interessato la Sala Prove.

Porta P1 15.3.1Fornitura e posa in opera di infisso interno; luce netta 90x210 cm; a singola anta in legno color nero, completa di telaio, controtelaio tubolare in acciaio con zanche d'ancoraggio alle pareti, correttamente dimensionati, approvati, garantiti e certificati secondo norme tecniche applicabili e idonei alle funzioni richieste, maniglia in acciaio inox. La porta dovrà essere dotata di regolare certificazione al fuoco e omologazione. Compreso l'uso dei materiali di consumo, l'uso della necessaria attrezzatura, la distribuzione dei materiali e dei manufatti al posto di posa, l'assistenza muraria alla posa in opera, l'esecuzione di idonea pulizia a posa ultimata, il carico ed il trasporto dei materiali di risulta alle pubbliche discariche, il corrispettivo alle stesse, ogni altro onere e modalità di esecuzione per dare la fornitura e posa in opera eseguita a regola d'arte.

Porta P2 (NP.AR.03): 15.3.2Fornitura e posa in opera di infisso interno; luce netta 240x210 cm; a doppia anta in legno con doppia colorazione interna nera ed esterna bianca con protezione dalle intemperie; dotata di maniglione antipanico, priva di caratteristiche EI, avente caratteristiche di fonoisolamento almeno pari a Rw di 28dB; completa di telaio, controtelaio tubolare in acciaio con zanche d'ancoraggio alle pareti, correttamente dimensionati, approvati, garantiti e certificati secondo norme tecniche applicabili e idonei alle funzioni richieste, maniglia in acciaio inox. Compreso l'uso dei materiali di consumo, l'uso della necessaria attrezzatura, la distribuzione dei materiali e dei manufatti al posto di posa, l'assistenza muraria alla posa in opera, l'esecuzione di idonea pulizia a posa ultimata, il carico ed il trasporto dei materiali di risulta alle pubbliche discariche, il corrispettivo alle stesse, ogni altro onere e modalità di esecuzione per dare la fornitura e posa in opera eseguita a regola d'arte.

Porta P3 (NP.AR.04): 15.3.3Fornitura e posa in opera di infisso interno; luce netta 180x210 cm; a doppia anta in legno con doppia colorazione interna nera ed esterna bianca con protezione dalle intemperie; dotata di maniglione antipanico, priva di caratteristiche EI, avente caratteristiche di fonoisolamento almeno pari almeno a Rw di 28dB; completa di telaio, controtelaio tubolare in acciaio con zanche d'ancoraggio alle pareti, correttamente dimensionati, approvati, garantiti e certificati secondo norme tecniche applicabili e idonei alle funzioni richieste, maniglia in acciaio inox. Compreso l'uso dei materiali di consumo, l'uso della necessaria attrezzatura, la distribuzione dei materiali e dei manufatti al posto di posa, l'assistenza muraria alla posa in opera, l'esecuzione di idonea pulizia a posa ultimata, il carico ed il trasporto dei materiali di risulta alle pubbliche discariche, il corrispettivo alle stesse, ogni altro onere e modalità di esecuzione per dare la fornitura e posa in opera eseguita a regola d'arte.

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dott. ing. Gabriele Novembri Porta P4 (NP.AR.05): 15.3.4

Fornitura e posa in opera di infisso interno; luce netta 90x210 cm; a singola anta in legno color nero, esente da caratteristiche di resistenza al fuoco; con caratteristiche acustiche di fonoisolamento pari almeno a Rw di 40dB completa di telaio, controtelaio tubolare in acciaio con zanche d'ancoraggio alle pareti, correttamente dimensionati, approvati, garantiti e certificati secondo norme tecniche applicabili e idonei alle funzioni richieste, maniglia in acciaio inox. Compreso l'uso dei materiali di consumo, l'uso della necessaria attrezzatura, la distribuzione dei materiali e dei manufatti al posto di posa, l'assistenza muraria alla posa in opera, l'esecuzione di idonea pulizia a posa ultimata, il carico ed il trasporto dei materiali di risulta alle pubbliche discariche, il corrispettivo alle stesse, ogni altro onere e modalità di esecuzione per dare la fornitura e posa in opera eseguita a regola d'arte.

Porta P5 15.3.5Fornitura e posa in opera di infisso interno; luce netta 70x200 cm; a singola anta in legno color bianco, completa di telaio, controtelaio tubolare in acciaio con zanche d'ancoraggio alle pareti, correttamente dimensionati, approvati, garantiti e certificati secondo norme tecniche applicabili e idonei alle funzioni richieste, maniglia in acciaio inox. La porta dovrà essere dotata di regolare certificazione al fuoco e omologazione. Compreso l'uso dei materiali di consumo, l'uso della necessaria attrezzatura, la distribuzione dei materiali e dei manufatti al posto di posa, l'assistenza muraria alla posa in opera, l'esecuzione di idonea pulizia a posa ultimata, il carico ed il trasporto dei materiali di risulta alle pubbliche discariche, il corrispettivo alle stesse, ogni altro onere e modalità di esecuzione per dare la fornitura e posa in opera eseguita a regola d'arte.

15.4 VISIVA SALA REGIA (NP.AR.09): Fornitura e posa in opera di infisso vetrato per sala regia e saletta traduttori, del tipo fisso. Composta da profilati in alluminio a taglio termico e vetro stratificato di sicurezza (55,2acustico/16 argon/10 temprato), caratteristiche di fonoisolamento 45dB. Sono compresi e compensati i trasporti nell'ambito di cantiere, le opere provvisionali ed ogni altro accessorio per il montaggio, il fissaggio e la posa in opera a regola d'arte completa delle necessarie certificazioni ed omologazioni. Il tutto approvato, garantito e certificato secondo norme tecniche applicabili e idoneo alle funzioni richieste.

Prestazioni: 15.4.1Prestazioni richieste:

• Caratteristiche di fonoisolamento:45dB; • Tipologia del vetro: stratificato di sicurezza 55.2/16 argon/10 temprato.

15.5 RIVESTIMENTO DELLE IMBOTTI (NP.AR.01 NP.AR.07) Realizzazione delle imbotti in corrispondenza delle uscite di sicurezza mediante rivestimento in pannelli di MDF caratterizzati da differenti finiture: le pareti saranno rivestite da pannellature lisce di spessore pari a 17 mm, densità 760 kg/mc; munite di sottostruttura metallica retrostante ancorata alle strutture preesistenti e alle costole delle pareti acustiche costituenti il rivestimento della Sala Prove. Ai fini acustici si dispone l’utilizzo dei pannelli qualificati da prestazioni fonoassorbenti in corrispondenza dell’architrave dei singoli varchi, dunque di pannelli così stratificati, come riportato precedentemente:

• Pannello assorbente composto da: o Pannello in MDF con risuonatori e finitura fresata:

- Densità 760kg/mc; - Spessore 17mm;

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dott. ing. Gabriele Novembri - Fresatura 14-2; - Reazione al fuoco: classe 1 (secondo DM

15/03/2005); o Fibra di poliestere:

- Densità 20kg/mc; - Spessore 20mm; - Classe di reazione al fuoco 1(secondo DM

15/03/2005); o Doppia lastra di cartongesso:

- Densità: 800-1000kg/mc; - Spessore: 12,5mm. - Reazione al fuoco: incombustibile classe A1.

15.6 CONTROSOFFITTO – SALA REGIA Realizzazione di controsoffitto realizzato con una lastra in cartongesso spessore 15 mm, fissata mediante viti autoperforanti ad una struttura costituita da profilati in lamiera d’acciaio zincato spessore 0.6 mm secondo un interasse di 600 mm, compresa la struttura stessa e la stuccatura dei giunti, le opere provvisionali, i ponteggi e quant’altro occorrente per restituire l’opera finita, escludendo la rasatura.

15.7 CONTROSOFFITTO ACUSTICO (NP.AR.10) Fornitura e posa in opera di controsoffitto acustico realizzato a mezzo di pannelli in MDF in classe di reazione al fuoco equivalente alla vecchia classe1 (certificato secondo DM 15/03/2005) con bassofondo per giunzione di pannelli consecutivi accoppiati con densità pari a 640 kg/mc, spessore complessivo 60 mm (o accoppianti 2X30mm), posti in opera con cestelli e piattaforme elevatrici, comprensivi di struttura di ancoraggio alle strutture metalliche poste in copertura e di quant’altro necessario per restituire l’opera finita. I pannelli posti al di sopra del palco con funzione acustica riflettente saranno realizzati secondo forme e dimensioni del progetto esecutivo, saranno lisci e dotati di struttura di supporto tale da garantire rigidità al pannello stesso. I pannelli posti nella zona antistante il palco saranno realizzati di forma e dimensione secondo progetto esecutivo, saranno quindi di forma convessa, saranno quindi retroincisi, e avranno una struttura rigida realizzata a mezzo di profili scatolari. Le strutture metalliche a supporto del controsoffitto saranno rappresentate da n.7 telai distinti a giacitura piana orizzontale ed inclinata, la cui dimensione e disposizione planimetrica sono desumibili mediante gli elaborati grafici a disposizione. L’idonea installazione delle suddette strutture metalliche prevede la verifica preliminare della compatibilità dello stato di fatto con le misurazioni effettuate in fase di rilievo. Essi sono definiti da maglie rettangolari di dimensione differente coerentemente con la posizione di installazione:

• Controsoffitto acustico sovrastante il palco o 5 telai a giacitura orizzontale costituiti da 3 maglie rettangolari

ciascuna di dimensioni pari a 2.00x5.00 m; i profilati metallici componenti saranno IPE 120 acciaio tipo S275; ad essi saranno opportunamente agganciate le pannellature in MDF, le cui prestazioni tecniche sono in seguito descritte. Tale apparato è ancorato alla sovrastante struttura esistente attraverso tubolari metallici dimensioni 60x5 mm di lunghezza variabile, compatibilmente con l’inclinazione della copertura.

• Controsoffitto acustico sovrastante la sala Pagina n 108

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dott. ing. Gabriele Novembri o 3 telai a giacitura inclinata costituiti da 8 maglie rettangolari

ciascuna di dimensioni pari a 2.50x5.00 m; i profilati metallici componenti saranno IPE 160 acciaio tipo S275; ad essi saranno opportunamente agganciate le pannellature in MDF, le cui prestazioni tecniche sono in seguito descritte. Tale apparato è ancorato alla sovrastante struttura esistente attraverso tubolari metallici dimensioni 76.1x5 mm di lunghezza variabile, compatibilmente con l’inclinazione della copertura e delle stesse pannellature.

Il nodo di connessione fra i telai in profilati laminati IPE e i profilati tubolari consentirà una opportuna regolazione in altezza in funzione del posizionamento delle pannellature in legno e sarà definito da una configurazione compatibile con differenti combinazioni di carico, come da elaborati grafici a disposizione, in osservanza alla normativa tecnica vigente.

Prescrizioni tecniche generali: 15.7.1Per la realizzazione dei controsoffitti andranno opportunamente posizionate le sottostrutture metalliche di sostegno dei pannelli in MDF, andranno opportunamente verificate le strutture sottostanti per verificare i punti di ancoraggio. La struttura di sostegno del controsoffitto sarà ancorata alla struttura esistente perforando lo schermo EI già presente in sito, dovrà quindi essere opportunamente ricostituita la sigillatura.

Prestazioni pannellature: 15.7.2Le prestazioni previste le seguenti:

• Pannello in MDF: o Reazione al fuoco: classe 1 (certificata secondo DM 15/03/2005); o Densità strato in MDF:640-700 kg/mc; o Spessore strato in MDF:60 mm (o 30mm+30mm); o Finitura liscia

15.8 TRATTAMENTI INTUMESCENTI SU STRUTTURA (NP.AR.06) L’edificio dovrà garantire una resistenza al fuoco pari a R60, si rende necessario applicare dei trattamenti di protezione alle strutture metalliche di sostegno del controsoffitto.

Trattamento intumescente: 15.8.1Fornitura ed applicazione di pittura intumescente monocomponente in emulsione acquosa a base di resine sintetiche per la protezione al fuoco degli elementi strutturali in acciaio, in osservanza delle disposizioni normative tecniche in vigore – D.M. 16.02.2007 e ENV 13381-4. Per applicazione su strutture protette poste all’interno in situazioni ambientali normali non si prevede un trattamento preliminare di protezione; per esigenze estetiche si realizza una verniciatura così descritta al paragrafo seguente.

Verniciatura: 15.8.2Le strutture metalliche a sostegno saranno opportunamente verniciate mediante smalto sintetico opaco compatibile con la posa su manufatti in ferro, in tinta di colore nero o comunque approvato dalla D.L, questo per minimizzare il loro impatto estetico.

15.9 SIGILLATURE ATTRAVERSAMENTI (NP.AR.07) Realizzazione delle sigillature in corrispondenza degli attraversamenti operati dai tiranti metallici nel controsoffitto preesistente TONGA – nello specifico la plafonatura realizzata con pannelli spessore 25 mm, densità 100 kg/mc -

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dott. ing. Gabriele Novembri mediante isolamento in lana minerale e sigillante acrilico, negli spessori indicati con gli elaborati e le relazioni a disposizione.

15.10 PAVIMENTAZIONE PALCO, SALA (NP.AR.02) Fornitura e posa in opera di pavimento in Rovere "a listelli" incollati con collante poliuretanico monocomponente.

Prestazioni: 15.10.1Le prestazioni previste sono le seguenti:

• Parquet in Rovere: o Reazione al fuoco: classe 1 (certificata secondo DM 15/03/2005); o Larghezza listoncino:12cm; o Lunghezza listoncino: 100cm o Spessore strato del listoncino di legno:14 mm; o Incollaggio con adesivo poliuretanico monocomponente; o Classe E1 per il rilascio di formaldeide.

15.11 PAVIMENTAZIONE ATRIO – SERVIZI IGIENICI La pavimentazione dell’atrio è realizzata in lastre di travertino chiaro romano avente perimetro minimo pari a 120 cm di forma quadrata o rettangolare, la cui disposizione e configurazione sono consultabili mediante gli elaborati grafici a disposizione; le lastre saranno di spessore pari a 2 cm, poste in opera su uno strato di allettamento in malta bastarda, previo spolvero di cemento tipo 32.5 con giunti connessi a cemento bianco o colorato includendo tagli e sfridi. Una nuova pavimentazione sarà posata anche all’interno del blocco dei servizi igienici; essa è in gres fine porcellanato di prima scelta, stimandone la posa in opera su un preliminare letto di malta bastarda. I giunti dei singoli elementi di dimensioni pari a 20x20 cm in tinta unita naturale saranno realizzati in cemento bianco o equivalente sigillante.

15.12 PAVIMENTAZIONE SPAZIO TECNICO – SALA REGIA La pavimentazione della sala regia e dello spazio tecnico è realizzata con pavimento industriale a pastina eseguito con calcestruzzo a resistenza caratteristica, Rck 25 N/mmq, lavorabilità S3, spolvero con miscela di 6 Kg di cemento e 14Kg di quarzo sferoidale per mq. Compresa la successiva delimitazione di aree di superficie 8 mq realizzata con l’esecuzione di tagli longitudinali e trasversali, di profondità pari ad un terzo dello spessore complessivo della pavimentazione e larghi 0,5cm, successivamente sigillati con resine bituminose di colore grigio. Spessore: 10mm.

15.13 PALCO (NP.AR.11) Il palco è realizzato con struttura metallica, materassino assorbente e pannellatura in gessofibra (incombustibile), sarà infine rifinito con parquet (NP.AR.02). Il palco sopraelevato è costituito da: sottostruttura metallica, comprensiva di piastre di aggancio in acciaio inox e guarnizioni di separazione, approvato, garantito e certificato secondo norme tecniche applicabili e idoneo alle funzioni richieste; sovrastante piano di posa in pannelli di gessofibra spessore 37.5 mm (3x12.5mm) comprensivo di predisposizioni per le torrette elettriche di alimentazione per l’illuminazione dei leggii; con posizionato all’interno un materassino lana di roccia da 40mm di spessore densità 30-40 kg/mc con funzione di antirombo. Compreso l'uso dei materiali di consumo, l'uso della necessaria attrezzatura, la distribuzione dei materiali e dei manufatti al posto di posa, l'assistenza muraria

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dott. ing. Gabriele Novembri alla posa in opera, l'esecuzione di idonea pulizia a posa ultimata, il sollevamento o l'abbassamento dei materiali di risulta al piano di carico, il carico ed il trasporto dei medesimi alle pubbliche discariche, il corrispettivo alle stesse, ogni altro onere e modalità di esecuzione per dare la fornitura e posa in opera eseguita a regola d'arte.

Prescrizioni tecniche generali: 15.13.1La struttura portante del palco sarà realizzata in tubolari metallici dello spessore minimo di 3mm, sarà dotata di piedini di collegamento a terra che verranno collegati saldamente al solaio con l’interposizione di uno strato elastomero in grado di desolidarizzare la struttura. I suddetti piedini di collegamento saranno di tipo telescopico, consentendo il montaggio opportunamente inclinato del solaio di calpestio del palco. La struttura dovrà essere dotata di controventature di irrigidimento. Il passo massimo della struttura dovrà essere 0.5 m per 1.0m. All’estradosso del solaio dovrà essere posizionato un materiale assorbente come identificato negli elaborati di progetto esecutivo. Dovrà essere posta particolare attenzione al collegamento tra le lastre in gessofibra e i tubolari metallici di supporto, il collegamento potrà avvenire anche mediante incollaggio, purché si impieghi una colla di tipo elastico e non vengano lasciate bolle d’aria tra i due differenti materiali che potrebbero creare problematiche acustiche. Nel realizzare lo strato di 12.5*3mm di gessofibra, i giunti delle lastre devono essere sfalsati, il supporto incombustibile è indispensabile a garantire la classe di reazione al fuoco richiesta per la pavimentazione in parquet.

Trattamento e Finitura: 15.13.2La finitura sarà realizzata mediante parquet incollato con colla poliuretanica monocomponente, secondo descrizione riportata al punto 10.107. andrà posta particolare cura nella realizzazione della testata del palco, dovrà essere rispettato il motivo architettonico riportato negli elaborati grafici di progetto esecutivo.

Prestazioni: 15.13.3Le prestazioni previste sono le seguenti:

• Parquet: classe di reazione al fuoco 1 (certificata secondo DM 15/03/2005);

• Pannello in gessofibra: o Spessore:12.5*3mm o Densità:1100kg/mc -1200kg/mc o Classe di reazione al fuoco: A1 (certificata secondo DM

15/03/2005); o Resistenza a flessione >5.5N/mmq

• Pannello assorbente lana di roccia: o Spessore:40mm o Densità:30kg/mc -40kg/mc o Classe di reazione al fuoco: A1 (certificata secondo DM

15/03/2005).

15.14 MASSETTI Il progetto prevede per alcuni locali, fra i quali l’atrio di ingresso e il blocco dei servizi igienici, il rifacimento di un massetto, questo per garantire all’opera un isolamento termico in particolare nei confronti della sottostante autorimessa. Il massetto sarà di tipo premiscelato di uno spessore pari agli elaborati di progetto esecutivo, sarà costituito da inerti selezionati e additivi specifici

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dott. ing. Gabriele Novembri premiscelati idonei per la posa in ambienti interni; il composto è ad asciugamento rapido e ritiro fortemente compensativo, non aderente al piano di posa. Il sottofondo realizzato dovrà essere compatibile con i carichi di utilizzazione permanenti e variabili previsti in sede di progetto strutturale.

Prescrizioni tecniche generali 15.14.1Dovrà essere predisposta una fascia di nastro comprimibile di spessore variabile compresa tra 4-8mm da fissare lungo i bordi perimetrali, in modo che il massetto risulti desolidarizzato rispetto alla muratura esistente, dovrà essere posta particolare cura nel realizzare una superficie completamente planare atta all’installazione di una pavimentazione in parquet.

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dott. ing. Gabriele Novembri 15.15 ISOLAMENTO TERMICO A CAPPOTTO

Isolamento a parete SALA PROVE (NP.AR.15) 15.15.1Le pareti delimitanti l’involucro sull’esterno sono isolate termicamente mediante l’applicazione di un cappotto interno, la tipologia di isolamenti è variabile rispetto al locale isolato. La realizzazione di un idoneo isolamento termico a cappotto è prevista sulla superficie verticale interna in corrispondenza delle pareti acustiche perimetrali, l’isolamento ha contemporaneamente funzione termica e acustica di antirombo. I pannelli in lana di roccia saranno tassellati alla muratura perimetrale, dovranno essere opportunamente segnalati gli impianti presenti affinché nonostante l’applicazione in aderenza del materiale isolante sia comunque possibile individuare i passaggi impiantistici presenti, in modo da facilitare le operazioni di manutenzione. E’ necessario quindi, conseguentemente alla posa dei pannelli di isolante, segnalare adeguatamente i passaggi impiantistici a parete di qualsiasi genere, affinché sia possibile l’ordinaria attività di manutenzione sugli stessi.

15.15.1.1 Prescrizioni Tecniche generali L’isolamento termico a cappotto interno sarà ancorato alle pareti perimetrali tramite tasselli, sarà realizzato avendo cura di sfalsare i giunti trai pannelli e curando le giunzioni affinché queste non costituiscano ponte termico, avendo anche carattere acustico di assorbente, dovrà essere posta particolare cura nella fase di montaggio senza permettere al materiale di essere applicato già compresso (e quindi applicato con un numero di tasselli idoneo). Sul materiale installato, che andrà a ricoprire i passaggi impiantistici dovrà essere segnato in modo inequivocabile il passaggio dell’impiantistica, in modo da facilitare eventuali operazioni di manutenzione.

15.15.1.2 Prestazioni Le prestazioni previste sono le seguenti:

• Lana di roccia dello spessore di 70mm; • Formato 1200x600mm; • Densità 40kg/mc; • Marcatura CE EUCEB, certificato compatibilità ambientale; • Classe di reazione al fuoco A1; • Conducibilità termica dichiarata a 10°C 0.035W/mk; • Resistenza alla diffusione del vapore acqueo pari a 1; • Calore specifico Cp= 1030 kJ/kgK.

Isolamento a parete SALA REGIA 15.15.2Il progetto esecutivo prevede un isolamento differente realizzato nella sala regia, questo per questioni di spazio, sarà realizzato un isolamento a cappotto mediante l’impiego di lana di vetro/lana di roccia dello spessore di 50mm e densità di 100kg/mc, sarà poi realizzata una controparete in cartongesso a rifinire l’ambiente.

15.15.2.1 Prescrizioni Tecniche generali Realizzazione di una controparete in cartongesso sul lato della sala regia confinante con l’ambiente interno realizzata mediante profili e cartongesso standard, tra i profili, distanziati di circa 60cm sarà interposta la lana di vetro, posta in aderenza alla muratura e bloccata sulla muratura stessa a mezzo di malta adesiva specifica.

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dott. ing. Gabriele Novembri 15.15.2.2 Prestazioni

Le prestazioni previste sono le seguenti: • Lana di roccia/lana di vetro dello spessore di 50mm; • Formato 1200x600mm; • Densità 100kg/mc; • Marcatura CE EUCEB, certificato compatibilità ambientale; • Classe di reazione al fuoco A1; • Conducibilità termica dichiarata a 10°C 0.037W/mk; • Resistenza alla diffusione del vapore acqueo pari a 1; • Calore specifico Cp= 1030 kJ/kgK.

Isolamento a pavimento SALA PROVE – ATRIO DI INGRESSO – SERVIZI IGIENICI (NP.AR.16) 15.15.3Nella sala prove è previsto un isolamento termico all’estradosso del solaio di calpestio del locale, affinché sia possibile ottenere un isolamento termico congruo ad un luogo di lavoro. Sarà quindi realizzato un massetto galleggiante sullo stato di fatto esistente. La stessa tipologia di lavorazione è prevista in funzione dell’atrio di ingresso, la cui nuova pavimentazione sarà posata previa posa del medesimo massetto galleggiante e del suddetto strato isolante. Il blocco dei servizi igienici è pur’ esso oggetto della posa di uno strato isolante ai fini di un adeguamento in materia energetica.

15.15.3.1 Prescrizioni Tecniche generali Essendo già stati predisposti i varchi delle porte sulle pareti perimetrali dovrà essere realizzata una piccola rampa di raccordo tra la quota interna alla sala prove e la quota presente all’esterno del marciapiede ad oggi già realizzato. La suddetta rampa dovrà essere realizzata nello spessore dell’imbotte delle porte, in tali situazioni puntuali potrà essere impiegato un materiale di analoghe caratteristiche ma di spessore ridotto.

15.15.3.2 Prestazioni Le prestazioni previste sono le seguenti:

• Pannelli rigidi in schiuma polyiso espansa rigida di 70mm; • Formato 1200x600mm; • Densità minima 35kg/mc; • Marcatura CE; • Conducibilità termica dichiarata a 10°C 0.023W/mk; • Resistenza alla diffusione del vapore acqueo pari a 148; • Resistenza a compressione minima 130 KPa; • Calore specifico Cp= 1453 kJ/kgK.

15.16 FINITURA AD INTONACO Intonaco civile formato da un primo strato di rinzaffo o sbruffatura, da un secondo strato tirato in piano con regolo e frattazzo con predisposte poste e guide, rifinito con sovrastante strato di colla della stessa malta passato al crivello fino, lisciata con frattazzo metallico alla pezza, compresi i ponteggi fino ad un’altezza dei locali di 4 m, su pareti verticali e quanto occorre per dare l’opera finita: con malta di cemento tipo 32.5 e sabbia, composta da 400 kg di cemento per 1,00 mc di sabbia.

15.17 TINTEGGIATURA Tinteggiatura a base di calce per posa su pareti, soffitti, volte, prevedendo mano di preparazione (imprimitura) con latte di calce opportunamente diluita, esclusi i ponteggi esterni e la preparazione dei pareti con rasatura e stuccatura. Su superfici interne è realizzata anche con colori tenui, per uno strato a coprire eseguito a pennello.

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dott. ing. Gabriele Novembri 15.18 LOCALE TECNICO ESTERNO

Si prevede la realizzazione di un locale tecnico nelle immediate adiacenze della Sala Prove al fine di accoglierne le principali apparecchiature di tipo meccanico. Con riferimento a questo locale dunque si opera una preliminare distinzione fra le lavorazioni di carattere principale e quelle mirate a completarne la corretta esecuzione seppur di importanza secondaria.

Opere edili principali 15.18.1E’ necessario approntare uno scavo a sezione aperta per consentire lo sbancamento localizzato che ospiterà le fondazioni della struttura portante. Le operazioni di scavo includono il taglio e la rimozione di radici, ceppaie, pietre; risulta parimenti compensato l’onere per il rispetto delle eventuali costruzioni sotterranee preesistenti da conservare, quali fogne, condutture di vario genere, cavi, etc. Spianamento, profilatura delle pareti dello scavo e le altre operazioni riconducibili all’attività di scavo saranno eseguite in condizioni di sicurezza in conformità alla normativa vigente. Il getto di calcestruzzo da effettuare per l’esecuzione delle strutture di fondazione interrate e il compimento delle strutture in elevazione osserva quanto indicato nel presente documento con il paragrafo relativo alle strutture in c.a. Il volume in elevazione del locale tecnico si compone della muratura in blocchi di calcestruzzo vibrocompresso precedentemente descritti. Le attività di costruzione seguiranno la fase di demolizione – e conseguente trasporto in discarica o impianti autorizzati - delle apparecchiature murarie preesistenti non idonee alla corretta esecuzione dell’involucro costituente il locale tecnico; tale lavorazione sarà eseguita a carico di murature in pietrame del luogo o con ricorsi a mattoni di qualsiasi genere, forma, spessore mediante martello demolitore a qualsiasi altezza e/o profondità adottando gli accorgimenti atti a preservare e tutelare l’incolumità degli operai, includendo le riparazioni di eventuali danni arrecati a terzi e a condutture pubbliche e private. Sono inoltre compresi il trasporto dei materiali all’interno del cantiere, l’accatastamento degli stessi laddove indicato dalla Direzione Lavori, al cui insindacabile giudizio si rimette la decisione relativa al possibile riutilizzo dei materiali così ricavati, a disposizione dell’Amministrazione.

Finiture 15.18.2Completano l’opera lavorazioni accessorie in seguito descritte: Si prevede un rivestimento esterno delle pareti mediante lastre di marmo bianco di Carrara dello spessore pari a 20 mm e delle dimensioni non superiori a 150x65 cm e non inferiori a 40x20 cm, realizzate con coste fresate a spigoli vivi, con faccia a vista, posate in opera con malta bastarda, comprendendo le attività accessorie quali stuccatura, stilatura e suggellatura dei giunti fra lastre adiacenti con malta di cemento. A completamento dell’opera si comprende la pulizia finale. Al di sopra delle copertine in lastre di pietra naturale in travertino, a superficie a vista levigata e coste rifilate poste in opera con malta bastarda, comprendendovi le occorrenti operazioni di finitura. Il locale tecnico ospita schermi acustici costituiti da griglie afoniche di dimensioni variabili aventi la funzione di attenuare le sorgenti sonore impiantistiche; del peso orientativo di 50 kg/mq e spessore pari a circa 30 cm, caratterizzate da indice di riduzione sonora compatibile con le esigenze conseguenti alla scelta dei macchinari impiantistici adottati.

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dott. ing. Gabriele Novembri 15.19 STRUTTURA METALLICA

Spazio tecnico interno – Scala tecnica esterna 15.19.1Si predispone una struttura metallica costituita da profili portanti un grigliato tecnico accessibile dal pianerottolo della scala di collegamento fra i livelli terra e primo della sala regia. Tramite questa installazione è consentita l’ordinaria manutenzione delle installazioni impiantistiche previste a servizio della Sala. All’esterno della Sala Prove si predispone una scala tecnica metallica esterna; la struttura portante è costituita da profilati di natura analoga a quelli adoperati per la realizzazione del collegamento interno prima descritto; essa è munita di idonea protezione rappresentata da ringhiera in metallo fornita e posta in opera, ritenendo compreso ogni onere e magistero. Realizzazione della struttura portante in profilati laminati a caldo tipo S235 di qualsiasi sezione e dimensione, compatibilmente con le indicazioni descritte con gli elaborati progettuali, fornito e posto in opera in conformità alle norme CNR 10011, comprese piastre, squadre, tiranti, bullonatura con bulloni di qualsiasi classe o saldatura, eventuali tagli e fori, le opere provvisionali, le opere murarie per la posa in opera ed ogni altro onere e magistero. Predisposizione di impalcato calpestabile in grigliato di tipo elettroforgiato per gradini, piatti, portanti e a maglia delle dimensioni dipendenti dai carichi di esercizio e dall’interasse delle travi portanti, completi di ganci fermagrigliato e accessori vari, forniti e posti in opera compreso ogni onere e magistero: acciaio zincato a caldo.

15.20 STRUTTURE IN C.A. Fornitura e getto in opera di conglomerato cementizio per la formazione di qualsiasi opera in elevazione in cemento armato e a qualsiasi altezza, classe Rck 35 N/mmq rer la realizzazione di soletta controterra e setti di contenimento. con l'esclusione dell'acciaio per armatura e delle casserature, compensati a parte. Il mix-design, la preparazione, la posa in opera e la maturazione del calcestruzzo devono essere conformi a quanto prescritto dalla UNI EN 206-1 ed altre norme competenti.

Prestazioni 15.20.1Nel seguito si fa esplicito riferimento a normative tecniche che nel tempo possono evolversi in normative equivalenti in ambito europeo; in tal caso si intende che i riferimenti devono essere conformi alle suddette normative europee aggiornate. Per i cementi si fa particolare riferimento alle norme, indicazioni, caratteristiche e prescrizioni contenute nella UNI-ENV 197/1. I cementi utilizzati dovranno essere forniti da uno stesso cementificio; ove non sia possibile, l'Appaltatore è tenuto a completare comunque con lo stesso tipo di cemento i manufatti iniziati, interrompendo il getto in corrispondenza di situazioni statiche ed estetiche ritenute corrette ed accettabili dal Direttore dei Lavori. Il cemento deve essere conservato in luogo asciutto od in contenitori chiusi a perfetta tenuta d’acqua. Durante la conservazione nei sili si dovranno adottare tutte le precauzioni necessarie per evitare fenomeni di condensazione all'interno degli stessi. I diversi tipi di cemento devono essere conservati in contenitori separati, facilmente riconoscibili, in modo da impedire errori di utilizzazione. In caso di lunga permanenza del legante nei sili o nei locali di deposito, si dovranno predisporre opportune verifiche di laboratorio atte ad accertare il mantenimento delle caratteristiche originali del prodotto.

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dott. ing. Gabriele Novembri Per gli aggregati si fa riferimento a massa volumica normale compresa fra 2000 e 3000Kg/mc, determinata secondo UNI 8520. Gli inerti in genere dovranno corrispondere ai requisiti prescritti dalla normativa vigente. Gli aggregati dovranno presentare caratteristiche qualitative tali da poter essere classificati di categoria A, in funzione dei limiti di accettazione definiti nella parte 2^ della norma UNI 8520: "aggregati consigliati per calcestruzzi con resistenza caratteristica Rck≥30 N/mmq". Dovrà essere attentamente analizzata la possibilità di insorgenza di reazioni tipo "ASR" (alcali-silice), prendendo tutti i provvedimenti e le precauzioni indicate nella UNI 9858/5.7 e nella UNI 8520/22. La sabbia da impiegare nelle malte e nei calcestruzzi, sia essa naturale o di frantumazione, dovrà provenire da rocce non gelive, aventi alta resistenza alla compressione, essere priva di materie terrose ed organiche, essere preferibilmente di qualità silicea, di grana omogenea, stridente al tatto. Tra le ghiaie si escluderanno quelle contenenti elementi di scarsa resistenza meccanica, sfaldati o sfaldabili e quelle interessate da fenomeni anche modesti di erosione e di incrostazione. I pietrischi e le graniglie dovranno provenire dalla frantumazione di rocce dure, preferibilmente silicee, a struttura microcristallina o di calcari compatti, puri e dotati di notevole resistenza alla compressione, all’urto, all’abrasione; saranno a spigolo vivo, scevri da materie terrose ed organiche. Ghiaie e pietrischi devono provenire da rocce non gelive. Le miscele degli inerti fini e grossi, mescolati in percentuale adeguata, dovranno dar luogo ad una composizione granulometrica costante, che permetta di ottenere i requisiti voluti sia nell’impasto fresco (consistenza, omogeneità, pompabilità, aria inglobata, etc.), sia nell'impasto indurito (resistenza, modulo elastico, ritiro, fluage, coefficiente di dilatazione termica lineare, etc.). Gli inerti devono essere conservati in luoghi puliti, su di un piano di calcestruzzo opportunamente inclinato, al fine di evitare qualsiasi ristagno d'acqua. Sono comunque proibiti i depositi su terra e controterra. Le diverse classi granulometriche, così come gli inerti di categorie diverse, devono essere conservati separatamente, evitando ogni possibile miscelazione.

Per quanto concerne l’acqua dell’impasto dovrà ottemperare alle prescrizioni della UNI 8981/7. Dovrà, inoltre, corrispondere alla EN 1008 o presentare, in alternativa, un tenore di sali disciolti minore dello 0.2% in peso. Per le acque non provenienti dai normali impianti di distribuzione di acqua potabile, si dovrà stabilirne l'idoneità mediante gli esami necessari per rilevare la presenza di sostanze con influenza negativa sui fenomeni di presa e indurimento del calcestruzzo, nonchè sulla durabilità. L'acqua dovrà essere comunque limpida, incolore, inodore e sotto agitazione non dovrà dare luogo a formazione di schiume persistenti. Per quanto concerne gli additivi saranno utilizzati additivi opportuni al fine tra l’altro:

• di ottenere una adeguata consistenza del calcestruzzo; • di ottenere adeguati tempi di maturazione; • di limitare il fenomeno fessurativo entro i limiti ritenuti accettabili; • di assicurare una adeguata compattezza al calcestruzzo (garantendo

anche una adeguata impermeabilità).

Gli additivi dovranno corrispondere alle prescrizioni delle UNI da 7106 a 7120 e della UNI EN 934-2. Gli additivi eventualmente utilizzati dovranno migliorare e potenziare le caratteristiche finali dei manufatti ed essere impiegati secondo le precise prescrizioni del produttore che dimostrerà, con prove di un Laboratorio

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dott. ing. Gabriele Novembri Ufficiale da sottoporre al giudizio del Direttore dei Lavori, di rispondere ai requisiti richiesti ed alle disposizioni vigenti. Non sarà consentito l'utilizzo, per la confezione di malte e calcestruzzi privi di ritiro, di additivi a base di aggregati metallici catalizzanti. Nel caso di utilizzo di additivi "superfluidificanti", dovranno essere impiegati esclusivamente quelli a base acrilica o melamminica. La quantità di additivi, se ne vengono usati, non deve superare i 50 g/Kg di cemento né deve essere minore di 2 g/Kg di cemento nella miscela. E’ consentito l’impiego di additivi in quantità minore soltanto se preventivamente dispersi nell’acqua di impasto. La quantità di additivo liquido che superi i 3 l/mc di calcestruzzo deve essere presa nel calcolo del rapporto a/c (UNI 9858/5.8).

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dott. ing. Gabriele Novembri

OPERE IMPIANTISTICHE – IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE: DESCRIZIONE LAVORAZIONI 16

16.1 ASSISTENZA MURARIA AGLI IMPIANTI MECCANICI Sarà a completo carico dell’Appaltatore degli impianti l’esecuzione di tutti gli interventi sulle opere e strutture murarie di minore entità, quali: fissaggio di staffe e sostegni per tubazioni e apparecchiature sia mediante •

chiodi da sparo che con tasselli murati; fori di attraversamento di tubazioni, canaline, cavi, conduttori, ecc.; • apertura di tracce nel pavimento e nelle pareti per il posizionamento di •

tubazioni, canali, ecc.; sigillatura dei passaggi REI con materiale intumescente omologato di pari •

resistenza; ponteggi interni; • basamenti delle macchine della centrale; • spostamento ed adeguamento dei pozzetti esistenti e relativi accessori; • lavorazioni accessorie e quanto altro necessario per dare il tutto •

completamente funzionante e finito a regola d'arte Sarà ugualmente a carico dell’Appaltatore degli impianti l’esecuzione dei necessari lavori di ripristino. Gli oneri per tali interventi debbono intendersi inclusi nel prezzo complessivo dell’appalto. La distribuzione impiantistica verticale (aria, gas tecnici, acqua, idricosanitaria, elettrico e speciali) e prevista all’interno di cavedi che saranno realizzati con pareti in cartongesso. In corrispondenza degli organi di comando e degli stacchi ai singoli locali saranno da prevedere delle apposite botole di ispezione e manovra.

16.2 CANALIZZAZIONI IN LAMIERA DI ACCIAIO ZINCATO

Prescrizioni tecniche generali: 16.2.1Le condotte saranno in acciaio zincato con spessori minimi ammessi: Canali rettangolari:

• 6/10 di mm per canali con lato maggiore inferiore a 350 mm; • 8/10 di mm per canali con lato maggiore inferiore a 750 mm; • 10/10 di mm per canali con lato maggiore inferiore a 1.200 mm; • 12/10 di mm per canali con lato maggiore inferiore a 2.000 mm.

Canali circolari: • 4/10 per diametro < 150 mm; • 6/10 per diametro < 300 mm; • 8/10 per diametro < 800 mm; • 10/10 per diametro < 1000 mm; • 12/10 per diametro > 1000 mm.

Regole per l’esecuzione: 16.2.2Curve dei canali rettangolari:

raggio interno non inferiore a 3/4 della larghezza dei canali; in alternativa •alette deflettrici che dividano il canale in sezioni aventi il raggio interno uguale alla larghezza di ogni sezione;

bordi di entrata e di uscita delle alette rinforzati con risvolto a 180° per •evitare pulsazioni e rumori delle alette all'interno dei canali.

Supporti dei canali: canali sostenuti ad intervalli di 2 m per evitare frecce; • sospensioni dei canali rettangolari con profilati ad U imbullonati su due •

aste filettate aventi diametro minimo di 8 mm e zincate a bagno; Pagina n 119

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dott. ing. Gabriele Novembri dimensioni dei profilati ad U: •

o U 25x15x2,5 mm per lato appoggio canale inferiore a 800 mm; o U 30x30x3,0 mm per lato appoggio canale da 800 a 1500 mm; o U 50x40x4,0 mm per lato appoggio canale superiore a 1500 mm.

• Aperture per la pulizia di condotte:

16.3 DIFFUSORI AD UGELLO ORIENTABILE

Prescrizioni tecniche generali: 16.3.1I diffusori ad ugello orientabile a lunga gittata progettati per la diffusione dell’aria in ambienti di grande volumetria ove è necessario controllare la direzione del flusso d’aria e garantire elevate portate d’aria. Gli ugelli devono essere regolabili mediante servomotore, adatti all’installazione a parete e realizzati in alluminio con guarnizione di rotazione in materiale indeformabile.

Prestazioni 16.3.2In tutti i diffusori le serrande di taratura sono state posizionate ad una certa distanza dalla bocchetta per evitare un eccessivo rumore. Infatti entrambe le tipologie di diffusori sono state progettate per raggiungere valori di NR<20.

16.4 ELETTROPOMPA GEMELLARE A PORTATA COSTANTE

Prescrizioni tecniche generali: 16.4.1Pompa gemellare a coclea, monostadio, a presa diretta, con bocche di aspirazione e di scarico in linea di diametro identico. La pompa gemellare è dotata di due teste pompa parallele. La pompa è dotata di un design a sfilamento superiore, vale a dire la testa della pompa (motore, testa pompa e girante) può essere rimossa per la manutenzione o il servizio con il corpo pompa ancora nella tubazione.

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dott. ing. Gabriele Novembri Ogni testa della pompa è dotata di una tenuta a soffietto in gomma non bilanciata. La tenuta meccanica è secondo EN 12756. Il collegamento delle tubazioni è tramite flange DIN PN 6/10 (EN 1092-2 e ISO 7005-2). Ciascuna testa della pompa è dotata di un motore asincrono raffreddato ad aria di identiche dimensioni.

16.5 GIUNTI ANTIVIBRANTI E DI DILATAZIONE

Prescrizioni tecniche generali: 16.5.1Dove necessario le reti aria ed acqua devono essere dotati di idonei giunti antivibranti o giunti di dilatazione. Le canalizzazioni così come tutte le apparecchiature con parti in movimento devono essere dotate di idonei giunti antivibranti di collegamento alle reti e di appoggio ai basamenti ed alle strutture edili. In corrispondenza dei giunti strutturali dell’edificio si dovrà provvedere all’installazione di idonei compensatori di dilatazione assiali per la rete delle tubazioni. Giunto antivibrante atto ad interrompere le onde sonore generate dalle vibrazioni su canalizzazioni in acciacco zincato create da organi in movimento (UTA o estrattori). Saranno del tipo a spinta eliminata ed avranno le seguenti caratteristiche:

• corpo in gomma caucciù in un unico pezzo con flange in acciaio vulcanizzate sul corpo oppure di tessuto tipo poliestere + PVC o fibra di vetro + silicone;

• flange di collegamento secondo norme UNI PN 10; • giunto sulla lamiera a perfetta tenuta d’aria;

Per evitare la propagazione delle vibrazioni sulle strutture metalliche di sostegno si adotterà del neoprene.

16.6 GRIGLIE DI RIPRESA

Prescrizioni tecniche generali: 16.6.1Le griglie di ripresa saranno del tipo ad alette fisse con passo 50 e superficie opportunamente aumentata per evitare disturbi sonori e garantire un valore di NR<20.

16.7 IMPIANTO ANTINCENDIO

Requisiti minimi progettuali 16.7.1I sistemi di fissaggio per impianti antincendio devono essere verificati e dimensionati da un’azienda produttrice, capace di valutare le sollecitazioni statiche cui vengono sottoposte le strutture e le tubazioni, in conformità alle norme UNI 9489 / VDS / NFPA di riferimento. L'installatore dovrà provvedere alla presentazione del progetto preliminare dei sistemi di fissaggio previsti, completo della relazione di calcolo e dell'elenco dei materiali necessari alla costruzione delle strutture.

Prescrizioni tecniche generali: 16.7.2Le strutture devono essere realizzate con profilati di tipo prefabbricato, in acciaio zincato, costruiti con materiale conforme alle norme DIN EN 10025/10147/10142, completi del sistema di fissaggio rapido STEX35 e STEX45. I collari devono essere in acciaio St 37-2 zincato, per tubazioni da 21.3 mm a 273.0 mm di diametro, di tipo conforme alle norme UNI 9489 / VDS / NFPA. Le mensole devono essere di tipo prefabbricato, in acciaio zincato, complete di tabella con valori di carico centrale, di punta e distribuito. Gli accessori quali squadrette,

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dott. ing. Gabriele Novembri piastre di base ed elementi di collegamento devono essere di tipo prefabbricato, in acciaio zincato.

Prestazioni: 16.7.3I profilati devono essere:

• di tipo prefabbricato, in acciaio zincato; • costruiti con materiale conforme alle norme DIN EN 10147; • delle dimensioni adeguate a sostenere il carico statico cui sono sottoposti; • asolati; • di spessore (0.8 mm) (1.0 mm) (2.0 mm) (2.5 mm) (3.0 mm), forniti in

barre da (2 mt) (3 mt) (6mt); • con bordo irrobustito per un'installazione stabile del sistema di aggancio

rapido; • con nervatura centrale per aumentarne la resistenza meccanica a

trazione / compressione; • con bocca aperta di 21.4 mm; • completi di tappi di chiusura, per protezione antinfortunistica. • Gli elementi di montaggio devono essere: • in acciaio, con zincatura elettrolitica; • con il dado a martello, preassemblato sulla piastra di fissaggio per

ottenere il sistema di aggancio rapido; • con resistenza al carico antiscivolo di 1.4 KN – 7 KN; • con resistenza al carico in tensione di 2.6 KN – 9 KN; • di tipo a piastra per il fissaggio di collari tramite barra filettata, vite a

piastra per il fissaggio di collari tramite trochetto filettato già installato di lunghezza da 50 a 130 mm).

• Gli accessori di montaggio, quali squadrette e piastre di base, devono essere:

• in acciaio, con zincatura elettrolitica; • con il dado a martello, preassemblato sulla piastra di fissaggio per

ottenere il sistema di aggancio rapido; • del tipo squadretta universale per il fissaggio ad altro tipo di profilato,

squadretta con piastra per il fissaggio ai profilati trasversali, piastra di base per costruire mensole a sbalzo da installare a soffitto ed a pavimento, per costruire strutture portanti da installare a parete con supporto da entrambi i lati;

• di spessore minimo 3 mm. I collari di sostegno devono essere:

• in acciaio, con zincatura elettrolitica secondo norme DIN 50961; • del tipo pensile, approvato UNI / VDS con attacco filettato o con manicotto

ad occhiello.

16.8 ISOLAMENTO CONDOTTI

Prescrizioni tecniche generali: 16.8.1Tutti i condotti di mandata ed estrazione dell’aria (qualora sia previsto un sistema di recupero dell’energia) dovranno essere opportunamente coibentati.

Regole per l’esecuzione: 16.8.2I valori minimi dello spessore di isolante per canali di distribuzione di aria calda per la climatizzazione invernale dovrà essere, come previsto dal DPR 412/93, in funzione della conduttività termica utile dell’isolante utilizzato l (alla temperatura media di 40°C).

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dott. ing. Gabriele Novembri l

(Wm°C) 0,03

0 0,03

2 0,03

4 0,03

6 0,03

8 0,04

0 0,04

2 0,04

4 0,04

6 0,04

8 0,05

0 Spessore (mm) 19 21 23 25 28 30 32 35 38 41 44

Per le canalizzazioni inserite nelle pareti perimetrali del locale all’interno dell’isolamento termico dell’involucro edilizio, gli spessori minimi sono ridotti al 50%. Le canalizzazioni che corrono entro strutture non affacciate ne’ all’esterno ne’ su locali non riscaldati gli spessori minimi sono ridotti al 30%. Ove necessario e/o richiesto (ad esempio per condotti passanti all’esterno) dovrà essere previsto un rivestimento in lamiera di acciaio zincato per la protezione dell’isolante.

16.9 ISOLAMENTO DI TUBAZIONI

Prescrizioni tecniche generali: 16.9.1Tutte le tubazioni di adduzione di acqua calda e fredda e di distribuzione dei fluidi termovettori dovranno essere opportunamente coibentate per contenere le dispersioni di calore e, nel caso di acqua refrigerata, anche per evitare fenomeni di condensa superficiale.

Regole per l’esecuzione: 16.9.2I valori minimi dello spessore di isolante delle tubazioni di acqua fredda dovranno essere, in funzione del diametro esterno e della conduttività termica utile dell’isolante utilizzato l (alla temperatura media di 40°C), compresi nei valori minimi come da tabella:

l (Wm°C) Diametro esterno della tubazione (mm)

< 20 20 a 39 40 a 59 60 a 79 80 a 89 ≥ 100

0,040 13 19 19 32 32 32

0,042 13 19 19 32 32 32

I valori minimi dello spessore di isolante delle tubazioni di acqua calda dovranno essere, in funzione del diametro esterno e della conduttività termica utile dell’isolante utilizzato l (alla temperatura media di 40°C), compresi nei valori minimi come da tabella:

l (Wm°C) Diametro esterno della tubazione (mm)

< 20 20 a 39 40 a 59 60 a 79 80 a 89 ≥ 100

0,030 13 19 26 33 37 40

0,032 14 21 29 36 40 44

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dott. ing. Gabriele Novembri

0,034 15 23 31 39 44 48

0,036 17 25 34 43 48 52

0,038 18 28 37 46 51 56

0,040 20 30 40 50 55 60

0,042 22 32 43 54 59 64

0,044 24 35 46 58 63 69

Per le tubazioni montanti verticali dell’acqua calda poste all’interno dell’isolamento termico dell’involucro edilizio, gli spessori minimi dell’isolamento che risultano dalla tabella devono essere moltiplicati per 0,5. Per le tubazioni correnti entro strutture non affacciate ne’ all’esterno ne’ su locali non riscaldati gli spessori devono essere moltiplicati per 0,3.

16.10 ISOLAMENTO DI VALVOLE, DILATATORI, FILTRI, CORPI ELETTROPOMPE

Prescrizioni tecniche generali: 16.10.1Ove necessario e/o richiesto (ad esempio per tubazioni di acqua refrigerata, oppure per tubazioni poste all’esterno o in altri casi) dovranno essere isolati, compensatori di dilatazione, filtri ad Y e simili, corpi elettropompe.

Trattamento e Finitura: 16.10.2Il materiale usato sarà lo stesso di quello delle tubazioni rispettive.

Regole per l’esecuzione: 16.10.3Nel caso di tubazioni isolate con materiali espansi, potrà venire usato nastro apposito, dello spessore di alcuni millimetri, costituito da un impasto di prodotti bituminosi e granuli di sughero, disposto in più strati, fino a raggiungere uno spessore pari a quello dell’isolamento della tubazione. La finitura esterna dell’isolamento sarà dello stesso tipo di quella delle relative tubazioni, realizzata in modo da poter essere facilmente smontata senza distruggerla (gusci chiusi con clips), in particolare per i corpi elettropompe e le valvole. Se richiesto, l’isolamento dei componenti per acqua refrigerata sarà realizzato con gusci di alluminio, entro i quali verrà schiumato il loco del poliuretano espanso. Rimarranno fuori del guscio i dadi dell’eventuale premistoppa ( o i tappi dei filtri ad Y). In ogni caso l’isolamento (e la relativa finitura) di valvolame, filtri, etc,, dovrà essere realizzato, ove sussistano pericoli di condensa (acqua fredda e/o refrigerata) e nel caso di apparecchiature soggette a pioggia o a gocciolamenti, in modo da essere assolutamente stagno, impermeabile all’acqua ed al vapore, ricorrendo esclusivamente all’uso di sigillanti siliconici o poliuretanici di tutti i punti ove ciò sia necessario.

16.11 IMPIANTO DI VENTILAZIONE CANALE D’ARIA

Requisiti minimi progettuali 16.11.1I sistemi di fissaggio per impianti meccanici di ventilazione e canali d'aria devono essere verificati e dimensionati da un’azienda produttrice, capace di valutare le sollecitazioni statiche cui vengono sottoposte le strutture ed i canali d'aria, in conformità alle norme DIN di riferimento. L'installatore dovrà provvedere alla presentazione del progetto preliminare dei sistemi di fissaggio previsti, completo

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dott. ing. Gabriele Novembri della relazione di calcolo e dell'elenco dei materiali necessari alla costruzione delle strutture.

Prescrizioni tecniche generali: 16.11.2Le strutture devono essere realizzate con profilati di tipo prefabbricato, in acciaio zincato, costruiti con materiale conforme alle norme DIN EN 10025/10147/10142, completi del sistema di fissaggio rapido. I collari devono essere in acciaio St 37-2 zincato, per canali circolari spiralati da 71.0 mm a 1250.0 mm di diametro, con profilo isolante gommato per isolamento acustico conforme alle norme DIN 4109. Le strutture dovranno comprendere supporti ed elementi completi di profilo antiacustico, per l'attenuazione delle vibrazioni in conformità alle norme DIN 4109. Non sarà ammesso l'uso di elementi metallici a diretto contatto con i canali d'aria.

Prestazioni: 16.11.3I profilati devono essere:

• di tipo prefabbricato, in acciaio zincato • costruiti con materiale conforme alle norme DIN EN 10147 • delle dimensioni adeguate a sostenere il carico statico cui sono sottoposti • asolati • di spessore (0.8 mm) (1.0 mm) (2.0 mm) (2.5 mm) (3.0 mm), forniti in

barre da (2 mt) (3 mt) (6mt) • con bordo irrobustito per un'installazione stabile del sistema di aggancio

rapido • con nervatura centrale per aumentarne la resistenza meccanica a

trazione / compressione • con bocca aperta di 21.4 mm • completi di tappi di chiusura, per protezione antinfortunistica

Gli elementi di montaggio devono essere: • in acciaio, con zincatura elettrolitica • con il dado a martello, preassemblato sulla piastra di fissaggio per

ottenere il sistema di aggancio rapido • con resistenza al carico antiscivolo di 1.4 KN – 7 KN • con resistenza al carico in tensione di 2.6 KN – 9 KN • di tipo a piastra per il fissaggio di collari tramite barra filettata, vite a

piastra per il fissaggio di collari tramite trochetto filettato già installato di lunghezza da 50 a 130 mm)

Gli accessori di montaggio, quali squadrette e piastre di base, devono essere: in acciaio, con zincatura elettrolitica

• con il dado a martello, preassemblato sulla piastra di fissaggio per ottenere il sistema di aggancio rapido

• del tipo squadretta universale per il fissaggio ad altro tipo di profilato, squadretta con piastra per il fissaggio ai profilati trasversali, piastra di base per costruire mensole a sbalzo da installare a soffitto ed a pavimento, per costruire strutture portanti da installare a parete con supporto da entrambi i lati

• di spessore minimo 3 mm I collari di sostegno dei canali circolari spiralati devono essere:

• in acciaio, con zincatura elettrolitica secondo norme DIN 50961 • in due pezzi, con profilo isolante in gomma per isolamento acustico

secondo norme DIN4109, adatto per temperature comprese tra -40°C / +120°C, classe di resistenza al fuoco B2 conforme alla norma DIN 4102

• del tipo: con vite di serraggio a scatto rapido per canali d'aria da 71 mm a 630 mm di diametro, con attacco doppio filetto, fascetta 20/25 mm di

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dott. ing. Gabriele Novembri larghezza e 1.5 mm di spessore, vite di serraggio, adattabile alla forma del canale; con doppio bullone di serraggio, per canali d'aria da 71 mm a 1250 mm di diametro, con attacco filettato senza attacco, con capacità di carico in sospensione di 2.00 KN fino a 250 mm di diametro, di 2.50 KN fino a 560 mm di diametro, di 2.80 KN fino a 1250 mm di diametro

I supporti SD per i canali devono essere: • in acciaio, con zincatura elettrolitica secondo norme DIN 50961 • con elemento antiacustico conforme a norma DIN 4109, adatto per

temperature comprese tra -40°C / +120°C, classe di resistenza al fuoco B2 conforme al la norma DIN 4102

• per canali orizzontali, del tipo con attacco filettato e capacità di carico di 2.50 KN-3.00 KN, oppure bloccato o rivettato

• per canali verticali, del tipo rivettato.

16.12 POMPA DI CALORE

Prescrizioni tecniche generali: 16.12.1Refrigeratore di liquido monoblocco a pompa di calore aria/acqua, per la produzione di acqua refrigerata, durante l’estate, e di acqua calda, durante l’inverno. La macchina sarà realizzata con materiali resistenti agli agenti atmosferici che la rendono idonea per installazione all’esterno: struttura con profilati di acciaio di forte spessore per una elevatissima resistenza alle più gravose sollecitazioni durante le operazioni di movimentazione e trasporto. Assemblaggio completo e carica gas refrigerante saranno effettuati in fabbrica con conseguente riduzione di costi e tempi di installazione che richiederà i soli collegamenti elettrici e idraulici. Test di fine linea consistente in una prova di funzionamento con lettura e monitoraggio dei parametri operativi, simulazione allarmi, esame visivo. Progettazione, costruzione e collaudo secondo il programma di Garanzia della Qualità aziendale in accordo alla normativa ISO 9001 Certificazione del sistema di Gestione Ambientale secondo ISO 14001:2004. Conformità alle direttive europee 2006/42CE, 2006/95CE, 2004/108CE, 97/23CE e successive modifiche.

Prestazioni: 16.12.2Compressori

• N. 2 compressori ermetici a spirale orbitante (SCROLL) con profilo spirali ottimizzato per refrigerante R410A.

• Controllo della capacità frigorifera ON / OFF (0 / 100% ogni compressore).

• Motore elettrico trifase a 2 poli con avviamento diretto. • Protezione elettronica relè sequenza fasi. • Elettroriscaldatore carter. • Protezione termica del motore elettrico tramite sensori di temperatura

interni all’avvolgimento. • Supporti in gomma.

Scambiatore lato impianto (gas/acqua) • A piastre saldo brasate, con piastre corrugate e connessioni in AISI 316 e

materiale brasante Cu; singolo circuito lato acqua; doppio circuito frigorifero.

• Isolamento anticondensa in poliuretano a cellule chiuse. • Sensori di temperatura su ingresso e uscita acqua.

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dott. ing. Gabriele Novembri • Pressostato differenziale per controllo mancanza flusso acqua montato in

fabbrica. • Connessioni idrauliche con estremità scanalata. Il giunto flessibile non è

fornito di serie (accessorio). • Resistenza antigelo.

Scambiatore lato sorgente (aria/gas) • A pacco alettato con tubi di rame a speciale rigatura interna e aletta in

alluminio ad alta efficienza, specificamente sviluppata per garantire un alto coefficiente di scambio termico e contenute perdite di carico. La combinazione dei due fattori, tubi ed alette speciali, permetterà di coniugare in modo ottimale i seguenti aspetti: massima capacità in rapporto alla dimensione dello scambiatore, minima carica di refrigerante,diminuzione della portata aria necessaria per lo scambio termico.

• Particolare circuitazione lato refrigerante al fine di ottimizzare le prestazioni in pompa di calore.

• Telaio in lamiera zincata. • Sonda di temperatura aria esterna.

Sezione ventilante • Ventilatori assiali con pale a falce e griglie di protezione, ottimizzati per

bassi livelli sonori. • Motore elettrico di tipo AC direttamente accoppiato con controllo di

condensazione (durante il ciclo estivo) e di evaporazione (durante il ciclo invernale) con variazione continua della velocità di rotazione dei ventilatori.

• Protezione IP54. Circuito frigorifero

• Componenti per ogni circuito frigorifero: • Valvola per inversione ciclo frigorifero. • Valvola di espansione termostatica. • Valvola elettromagnetica sulla linea liquido • Indicatore di liquido e d’umidità. • Ricevitore di liquido con valvola di sicurezza e rubinetto di servizio. • Filtro deidratatore e deacidificante sulla linea liquido. • Rubinetti di servizio sulla linea liquido e sulla mandata gas. • Valvole di ritegno. • Valvola di sicurezza lato alta e bassa pressione. • Trasduttori di pressione con funzione di indicazione, controllo e

protezione su alta e bassa pressione. • Pressostato di sicurezza a riarmo manuale su alta pressione. • Separatore di liquido su linea aspirazione. • Sistemi di drenaggio olio e recupero olio. • Sistema di sbrinamento IDEA® basato su una lettura dinamica dei

parametri di evaporazione. Attraverso un sistema di sensori, il microprocessore dovrà rilevare l’effettiva presenza di ghiaccio sulla superficie dello scambiatore gas/aria e attivare i cicli di sbrinamento solo quando necessario, con conseguente riduzione dei consumi energetici.

• Tubazioni frigorifere in rame con isolamento anticondensa sulla linea di aspirazione.

• Tubazioni flessibili per raccordo sensori di pressione. • Carica di fluido refrigerante R410A.

Quadro elettrico In accordo alle normative EN60204-1, sarà idoneo all’installazione esterna, completo di:

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dott. ing. Gabriele Novembri • Sezionatore generale blocco-porta. • Fusibili per i compressori. • Interruttori di protezione magnetotermica per i ventilatori e per le pompe

acqua (se presenti). • Teleruttori per ogni singolo utilizzo. • Trasformatore per l’alimentazione dei circuiti ausiliari e del

microprocessore. • Pannello su cui sono installati gli organi di comando. • Selettore di funzionamento Estate / Inverno. • Tensione d'alimentazione: 400/3/50

Sistema di controllo Microprocessore con display a simbologia grafica per la gestione e il monitoraggio degli stati di funzionamento e allarme. Il sistema deve comprendere:

• Contatto libero da tensione per allarme generale. • Contaore di funzionamento componenti principali. • Memoria “flash” per la conservazione dei dati in caso di mancanza

alimentazione. • Gestione a menu con password di protezione. • Connessione LAN

Accessori • Gruppo idronico con 2 pompe a media prevalenza. • Kit silenziante per una estrema riduzione della rumorosità della macchina. • Kit brine per la produzione di soluzione glicolata fino a –12°C. • Ventilatori assiali per alta prevalenza con motore elettrico EC. • Kit LNO 85%.

16.13 SERBATOIO INERZIALE

Prescrizioni tecniche generali: 16.13.1Serbatoio inerziale verticale in acciaio zincato, a pressione massima di 6 bar, per condizionamento e riscaldamento, con copertura esterna in pvc ed isolamento termico in schiuma poliuretanica di idonee dimensioni e caratteristiche. Idoneo per l’installazione esterna.

16.14 SERRANDE AD ALETTE PARALLELE

Prescrizioni tecniche generali: 16.14.1Impiegate come organi di intercettazione e costituite da robusta intelaiatura d’acciaio zincato spessore minimo 1,6 mm, montate su perni d’acciaio rotanti in boccole in ottone e bronzo, teflon e nylon con aste disconnessione. Bordi delle alette sagomati in modo da sovrapporsi nella posizione di chiusura. Se ad azione manuale, asta di comando facilmente accessibile, se azione automatica fornite complete di levismi adatti per le regolazioni richieste.

16.15 SERRANDE AD ALETTE CONTRAPPOSTE

Prescrizioni tecniche generali: 16.15.1Impiegate come organo di regolazione ed hanno caratteristiche costruttive analoghe a quelle descritte sopra. Ad azione manuale, comando rinviato all’esterno del canale; oppure ad azione automatica, automatismi previsti per il tipo di regolazione richiesta.

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dott. ing. Gabriele Novembri Serrande poste sulle prese d’aria esterna con intelaiatura ed alette zincate a caldo e finitura con due strati di vernice a fuoco. Per le altre serrande alette in acciaio galvanizzato, intelaiatura in lamiera pesante ed una mano di vernice sintetica. Chiaramente visibile dall’esterno il posizionamento delle alette.

16.16 SERRANDE TAGLIAFUOCO

Prescrizioni tecniche generali: 16.16.1Serranda tagliafuoco a pala unica certificata REI 120 Esecuzione: pala in cartongesso telaio in lamiera d’acciaio zincato. Dotazioni:

• Microinterruttore per segnalare la posizione della pala • Sganciatore termico mediante fusibile tarato a circa 70 °C • Servocomando con ritorno a molla

Prestazioni: 16.16.2Montaggio curato in modo da assicurare l’accessibilità ai vari meccanismi. Sigillatura effettuata lungo tutto il contorno impiegando lana di roccia, con peso/volume non inferiore a 80 kg/m3, compressa fra il telaio della serranda ed il muro di supporto. Riempimento omogeneo per tutto lo spessore del muro; parti terminali in prossimità delle due facce esterne riempite con malta ordinaria. Nel caso di montaggio in batteria garantita la perfetta tenuta al fuoco anche in corrispondenza degli accostamenti fra una serranda e l’altra impiegando materiali refrattari e piastre di accoppiamento. Sono accettate solo serrande tagliafuoco corredate di certificato ufficiale di prova che ne attesta la rispondenza alle prescrizioni contenute nella Circolare del Ministero dell’Interno – Direzione Generale dei servizi antincendi n. 91 del 14 settembre 1961, del Decreto Ministeriale 26 marzo 1985 ed eventuali successive integrazioni e modifiche. Compresi tutti gli accessori di montaggio.

16.17 SILENZIATORI RETTANGOLARI DA CANALE

Prescrizioni tecniche generali: 16.17.1I silenziatori previsti hanno alte prestazioni acustiche, grandi qualità costruttive e basse perdite di carico; tutti i modelli hanno di serie i profili aereodinamici sui setti per ridurre al minimo la resistenza al flusso dell’aria e la rigenerazione del rumore. I pannelli fonoassorbenti sono di fi bra minerale con elevate caratteristiche di assorbimento acustico; sono rivestiti con un velo di vetro rinforzato. I setti sono alloggiati entro telai portanti in lamiera d’acciaio zincata, fissati sulla superficie della struttura. I silenziatori dispongono di flange alle due estremità per agevolare l’unione ai condotti dell’aria.

Regole per l’esecuzione: 16.17.2L’installazione dei silenziatori si realizza normalmente a canale. Il montaggio avviene utilizzando le flange di cui i silenziatori sono dotati, accoppiate a quelle dei canali. La posizione del silenziatore deve essere opportunamente studiata in modo che non vi sia il rischio di rientri di rumore nel canale a valle del silenziatore stesso.

16.18 SISTEMA DI REGOLAZIONE AUTOMATICA DEGLI IMPIANTI

Prescrizioni tecniche generali: 16.18.1L’architettura del sistema di regolazione e supervisione deli impianti meccanici è basata su un processore a 32 bits, memoria dedicata a strategia e memorizzazione dati: 24 Mbyte, che permette di non perdere dati e

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dott. ing. Gabriele Novembri programmazione anche in caso di indefinita assenza di alimentazione. Questi controllori hanno la possibilità, sempre senza aggiunta di moduli esterni, di trasmettere direttamente gli allarmi via e-mail con protocollo SMTP e, sul nodo Ethernet di comunicazione, hanno abilitati i protocolli FTP, SMTP, UDP, TCP, IP, HTTP, T.R.E.N.D, DHCP, WINS, DNS e opzionalmente i protocolli XML e BACnet. alimentazione, di tipo estraibile singolarmente e con bloccaggio a vite. Nella vasta libreria di blocchi grafici per la loro programmazione, conforme alla Norma IEC-61131-3, i controllori in argomento hanno anche blocchi con funzionalità complesse come, per esempio, blocchi in grado di automatizzare il “free cooling” delle UTA in funzione dei parametri ambientali interni ed esterni, e tipo l’”OSS” Optimized Start & Stop per gli impianti tecnologici, in grado di “studiare” il comportamento termico degli ambienti ottimizzando, di conseguenza, le fasce di accensione e di spegnimento degli impianti, permettendo di ottenere il minor consumo di energia per la climatizzazione, garantendo comunque il massimo confort. I controllori presentano un grado di protezione IP20 NEMA1 e sono alimentabili con tensioni che vanno dai 100 ai 240 Vac ±10%, 50/60Hz, in modo da essere immuni da possibili fluttuazioni sia del livello di frequenza che del livello della tensione di alimentazione, riuscendo a garantire le proprie funzionalità anche in condizioni critiche di guasto sulla rete elettrica che comporti forti abbassamenti di tensione fino a 100Vac residui. Rispondono alle seguenti normative sulla compatibilità elettromagnetica: EN50081-1:1992; EN61000-3-2:1995 + A1:1998 + A2:1998; EN61000-3-3:1995; EN61000-6-2:1999; e sicurezza EN61010:2001 (Installation Category III - fixed installations). Il sistema è completo di un display da 8” touch screen grafico a colori, per la gestione di apparati e sistemi BEMS. Permette all’utente di interagire con le diverse parti dell’impianto controllato, in modo semplice, immediato e alla portata anche degli utenti non esperti di sistemi di supervisione. In base ai propri diritti sul sistema, permette per esempio di visualizzare e modificare i programmi orari di attivazione dei dispositivi sotto controllo, di monitorare gli allarmi, di modificare i parametri di regolazione dei controllori distribuiti in campo e di visualizzare i grafici in essi memorizzati.

Prestazioni 16.18.2Le principali caratteristiche degli ingressi e delle uscite dei controllori previsti sono le seguenti: UD: uscite digitali; ID: ingressi digitali UA: uscite analogiche; IA: ingressi analogici. Principali funzionalità: Impostazioni programmi orari: Sarà possibile, mediante appositi passi guidati, •

inserire anche eccezioni ai programmi orari e ai calendari attività programmati; Visualizzazione andamenti grafici: per poter tenere sotto controllo e poter •

analizzare su base grafica, gli andamenti delle grandezze caratteristiche del sistema, anche localmente e senza operare da una postazione PC.

16.18.2.1 Elenco punti centrale termofrigorifera

Descrizione punto UD ID UA IA

Pompa di calore 2 2

Elettropompe circuito caldo-freddo 2 6

Elettropompe circuito post 2 6

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dott. ing. Gabriele Novembri

Elettropompa circuito recupero 1 3

Sonda di pressione acqua 2

Sonda di temperatura acqua 2

Servocomandi per serrande aria 3 3

Ventilatori 2 6 2

Sonda di temperatura aria 5

Sonda di pressione 1

Sonda di umidità 3

Sonde rivelatrici di fumo 2

Pressostati differenziali 5

Servocomando valvole 2

TOT 9 26 7 20

16.18.2.2 Elenco punti unità terminali

Descrizione punto UD ID UA IA

VAV 8 8 4

Diffusori ambiente 12 12

Temperatura ambiente 1

TOT 0 8 20 17

16.19 TUBAZIONI IN ACCIAIO NERO

Prescrizioni tecniche generali: 16.19.1• Mannesman senza saldature UNI 8863 SM (serie media) fino a 2"

compreso, UNI 7287-74 per diametri superiori; • Spessori: • secondo quanto sotto indicato (quando sono soggetti solo a pressione

interna e non a sollecitazioni derivanti da dilatazioni termiche impedite, carichi esterni, etc.):

o per lavori non soggetti al capitolato del Ministero dei Lavori Pubblici, come prescritto dalla norma UNI 1285-68 "Calcolo di resistenza dei tubi metallici soggetti a pressione interna";

o per lavori soggetti al capitolato del Ministero dei Lavori Pubblici, come prescritto dalla circolare n. 2136 "Istruzioni per l'impiego delle tubazioni in acciaio saldate" del Ministero dei Lavori Pubblici.

Velocità dell'acqua raccomandate: • mandata pompe 1 ÷ 1,5 m/s • aspirazione pompe 0,8 ÷ 1,0 m/s • collettori principali 1,0 ÷ 1,5 m/s • montanti 0,8 ÷ 1,2 m/s • collegamenti vari 0,5 ÷ 1,0 m/s

Formazione delle reti:

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dott. ing. Gabriele Novembri • raccordi agli apparecchi e rubinetterie eseguiti con pezzi smontabili per

una facile manutenzione; nel • caso di collegamenti filettati i bocchettoni dovranno essere a tre pezzi; • tubazioni senza curve a piccolo raggio né brusche variazioni di sezione; • curve normalmente di tipo stampato da saldare; • curve ottenute con piegatura del tubo a freddo o a caldo fino al diametro

di 40 mm; non sono ammesse • variazioni di sezione per le curve; • attacchi a scarpa per diametri superiori ai 2". • diametro tubazioni non inferiore a 1/2" in qualunque caso.

Regole per l’esecuzione: 16.19.2Posa:

• fuori dalle pareti o dai pavimenti; • fuori dai passaggi dell'aria di ventilazione; • in uno spazio che permetta il loro montaggio.

Collegamento delle tubazioni in uno dei seguenti modi: • giunto a flange saldate di testa; • giunto a flange saldate a sovrapposizione; • saldatura ossiacetilenica; • saldatura elettrica.

Saldature: • estremità delle tubazioni da saldare tagliate con cannello da taglio e

rifinite a mola secondo DIN 2559, ossia: o spessore fino a 4 mm: sfacciatura piana, distanza tra le testate prima

della saldatura 1,5 ÷ 4 mm; o spessore superiore a 4 mm: svasatura conica a 30° distanza fra le

testate prima della saldatura 1, ÷ 3 mm; Verniciatura:

• preparazione della superficie da verniciare mediante raschiatura; • verniciatura di fondo antiruggine al minio di piombo; • verniciatura di finitura con pittura olefenolica di colore da definire con la

Direzione Lavori.

16.20 TUBAZIONI IN ACCIAIO ZINCATO

Prescrizioni tecniche generali: 16.20.1 Mannesman senza saldature UNI 8863/SM (serie media) secondo UNI EN •

10240 A1 filettabile con zincatura a bagno di forte spessore. Acciaio Fe 330, estremità filettate secondo UNI-IS07 con manicotto UNI-ISO 50.

Regole per l’esecuzione: 16.20.2Posa:

• collegamenti esclusivamente con raccordi e pezzi speciali in ghisa malleabile a bordo rinforzato UNI 5192 zincati a bagno (non è ammessa la saldatura)

• cambiamenti di direzione e collegamenti con raccordi zincati in ghisa malleabile con bordi rinforzati (non ammessa curvatura o piegatura);

• per la posa incassata a pavimento o a parete, tubazioni rivestite con nastratura o guaina avente la duplice funzione di proteggere le superfici contro eventuali aggressioni di natura chimica e di consentire una sufficiente dilatazione delle reti;

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dott. ing. Gabriele Novembri • per la posa in vista impiego di staffaggi con supporti apribili a collare,

disposti in quantità tale da impedire flessioni di qualsiasi genere, sia nel caso di posa verticale che orizzontale;

• posa effettuata con cura e con gli opportuni accorgimenti per evitare mutue influenze delle temperature di fluidi distribuiti a temperature diverse.

Staffaggi: • collari di fissaggio in acciaio zincato (con guarnizione antirumore e

antivibrazione; • mensole e staffe zincate oppure in acciaio nero verniciate con due mani di

antiruggine al minio di piombo, previa accurata pulitura delle superfici, e mano a finire.

16.21 TUBAZIONI IN PEAD PER CONDOTTI FOGNARI

Prescrizioni tecniche generali: 16.21.1Le tubazioni usate per condotte idriche in pressione dovranno rispettare le pressioni nominali richieste, non riportare abrasioni o schiacciamenti. Sulla superficie esterna dovranno essere leggibili: nome del produttore, sigla IIP, diametro, spessore, SDR, tipo di Polietilene, data di produzione, norma di riferimento; inoltre il tubo PE dovrà avere minimo n. 4 linee coestruse (azzurre per tubo acqua e gialle per tubo gas) lungo la generatrice. Il colorante utilizzato per la coestrusione deve essere dello stesso compound utilizzato per il tubo. La giunzione dei tubi, dei raccordi, dei pezzi speciali e delle valvole di polietilene devono essere conformi alle corrispondenti prescrizioni UNI EN 12201-1÷5/04 e devono essere realizzata, a seconda dei casi, mediante:

• saldatura di testa per fusione, mediante elementi riscaldanti (termoelementi) in accordo a UNI 10520/97;

• saldatura per fusione, mediante raccordi elettrosaldabili in accordo a UNI 10521/97;

• raccordi con appropriato serraggio meccanico con guarnizione (vedi UNI 9736/90), aventi caratteristiche idonee all'impiego.

Dovranno comunque essere usati i raccordi o pezzi speciali di altro materiale (polipropilene, resine acetaliche, materiali metallici) previsti in progetto e ritenuti idonei dalla D.L.. Per diametri fino a mm 110, per le giunzioni di testa fra tubi, sono in uso appositi manicotti con guarnizione circolare torica ed anello di battuta.

Regole per l’esecuzione: 16.21.2Prima della saldatura i tubi di polietilene dovranno essere perfettamente puliti con adeguate attrezzature da qualsiasi materiale estraneo che possa viziare il futuro esercizio della condotta. Sulle teste da saldare la pulizia dovrà avvenire sia all'esterno che all'interno per almeno 10 cm di lunghezza. Eventuali deformazioni o schiacciamenti delle estremità dovranno essere eliminate con tagli o corrette utilizzando le ganasce della macchina saldatrice. Le superfici da collegare con manicotto elettrico (elettrosaldabile) dovranno essere preparate esclusivamente a mezzo di apposito raschiatore meccanico per eliminare eventuali ossidazioni della superficie del tubo. Le macchine ed attrezzature usate per il montaggio delle tubazioni in polietilene dovranno essere preventivamente approvate dalla D.L. I tubi da saldare dovranno essere appoggiati su appositi rulli di scorrimento ed essere tenuti dalla stessa attrezzatura in posizione perfettamente coassiale. Prima della saldatura, se le facce da unire non si presentano perfettamente parallele e combacianti, le estremità dovranno essere intestate con apposita attrezzatura a rotelle in maniera da rispondere a questo requisito.

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dott. ing. Gabriele Novembri Prima della saldatura le tubazioni dovranno essere perfettamente asciutte, prive di qualsiasi traccia di umidità. Nel corso della saldatura e per tutto il tempo di raffreddamento, la zona interessata dovrà essere protetta da sole diretto, pioggia, neve, vento e polvere. La gamma di temperatura dell'ambiente ammessa durante le operazioni dovrà essere compresa fra 0 e 40 gradi centigradi. A saldatura avvenuta la protezione dovrà garantire un raffreddamento graduale ed il sistema di bloccaggio dei tubi sulla macchina saldatrice dovrà garantirne la ferma posizione fino a raffreddamento. La sezione dei cordoni di saldatura dovrà presentarsi uniforme, di superficie e larghezza costanti, senza evidenza di soffiature od altri difetti. Al termine delle operazioni di saldatura sull'ultima testa di tubo dovrà essere posto idoneo tappo ad espansione per garantire il mantenimento della pulizia all'interno della condotta. Alla posa delle tubazioni sul fondo dello scavo si procederà solo con adeguati mezzi d'opera per evitare deformazioni plastiche e danneggiamento alla superficie esterna dei tubi dopo aver verificato la rispondenza plano-altimetrica degli scavi in funzione delle prescrizioni progettuali e della D.L.

16.22 TUBAZIONI IN PEAD PER ADDUZIONE ACQUA POTABILE

Prescrizioni tecniche generali: 16.22.1Rispondenti ai requisiti di cui al progetto di norma EN 12201-2. Giunzioni:

• riduzioni concentriche, da saldare tra la tesa delle tubazioni e le cartelle di appoggio in polietilene;

• pezzi speciali (T, TT) in polietilene, saldabili di testa • prese a staffa e raccordi a compressione in polipropilene nero, con anello

di serraggio in poliacetato bianco, anelli di rinforzo in acciaio inox “AISI 304” e bulloni in acciaio galvanizzato;

• flange in acciaio inox “304” rivestito in PE, con i bulloni in acciaio zincato; • giunzione delle tubazioni per saldatura di tesa (polifusione) utilizzando

l’apposita attrezzatura in modo da ottenere un fattore di saldatura e la resistenza del cordone di base.

Parametri per le saldature: • temperatura superficiale di termoelemento (200 10 ° C); • tempo di risaldamento in relazione allo spessore in ogni caso non

inferiore a 30 s; • pressione durante il riscaldamento riferita alla superficie da riscaldare

0,75 kgf/cmq; • pressione di saldatura riferita alla superficie da saldare 1,5 kgf/cmq.

Regole per l’esecuzione: 16.22.2Prescrizioni per le saldature:

• manufatti da saldare con diametri e spessori corrispondenti; • testate dei tubi preparate controllando la planarità della superficie di

taglio; se questa planarità non esiste, o se occorre tagliare uno spezzone di tubo, occorre adoperare frese manuali per i piccoli diametri, a nastro o circolari per i diametri e gli spessori maggiori, queste ultime con velocità moderate per evitare il riscaldamento del materiale;

• testate sgrassate con trielina od altri solventi clorurat; • tubazioni saldate e rimosse e messe in opera solo quando la zona di

saldatura sia raffreddata naturalmente ed abbia raggiunto una temperatura non superiore a 60°C;

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dott. ing. Gabriele Novembri • giunzioni alle saracinesche flangiate mediante cartello di appoggio in

PEAD saldate di testa all’estremità del tubo, secondo le modalità prescritte in precedenza e flange scorrevoli in acciaio plastificato, con inserzione di guarnizioni;

• tubazioni priva di tensioni di alcun genere per l’adattamento alle esigenze di posa; vietato in particolare qualsiasi modellamento del tubo realizzato sia a freddo che a caldo;

• la tubazione non deve fare da portante ma deve essere portata e libera; • nessuna forza deve sollecitare la tubazione; • necessità di gioco nell’attraversamento di strutture portanti; • tubazioni avvolte completamente: • con sabbia sotto le zone a verde (minimo 20 cm da ogni lato); • con cls sotto le pavimentazioni stradali (minimo 26 cm da ogni lato).

16.23 TUBAZIONI IN POLIPROPILENE

Prescrizioni tecniche generali: 16.23.1Per l’adduzione idrica verranno utilizzati tubi in polipropilene random i quali dovranno soddisfare i requisiti della UNI ISO/TR 7471. Il materiale impiegato sarà dotato delle seguenti caratteristiche:

• resistenza a agenti chimici e sostanze acide e basiche; • inattaccabilità dalle correnti vaganti; • isolamento acustico; • bassa conduttività termica (conducibilità 0,23 W/m*K); • bassa perdita di carico (rugosità interna 0,007µ), • atossicità; • resistenza alla fessurazione sotto tensione; • facile lavorabilità. • La giunzione dei tubi potrà essere per polifusione o saldatura, mediante

utilizzo di elementi riscaldanti, o per saldatura con manicotto elettrico. Tutti gli inserti metallici sono in ottone OT 58 e la filettatura realizzata secondo le norme ISO 228 e DIN 2999.

16.24 TUBAZIONI IN RAME

Prescrizioni tecniche generali: 16.24.1Tubazioni in rame (CU DHP) conformi alla tabella EN 1057, serie pesante, con tenore di rame minimo del 99,9%, disossidate con fosforo (P residuo compreso tra 0,015% e 0,04%) conformemente alla UNI 5649/71 serie B.

Regole per l’esecuzione: 16.24.2Tubi sgrassati internamente con superficie interna ed esterna liscia, esenti da difetti come bolle, soffiature, scaglie, ecc Giunti tra tubi e raccordi a brasare effettuati mediante brasatura dolce con lega saldante Sn Ag 5 (stagno con il 5% di argento) a bassa temperatura di fusione (300° C) o equivalente. Le superfici da saldare dei tubi in rame e raccordi pulite metallicamente. Pulizia con lana di acciaio fine o tela a smeriglio con grana inferiore/uguale a 240 oppure spazzole metalliche circolari e rotonde. Estremità dei tubi successivamente spalmate con disossidante.

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dott. ing. Gabriele Novembri 16.25 TUBAZIONI IN RAME PREISOLATE PER RISCALDAMENTO E RIFRIGERAZIONE

Prescrizioni tecniche generali: 16.25.1Tubazioni in rame (CU DHP) conformi alla tabella EN 1057, serie pesante, con tenore di rame minimo del 99,9%, disossidate con fosforo (P residuo compreso tra 0,015% e 0,04%) conformemente alla UNI 5649/71 serie B.

Regole per l’esecuzione: 16.25.2Tubi sgrassati internamente con superficie interna ed esterna liscia, esenti da difetti come bolle, soffiature, scaglie, ecc. Giunti tra tubi e raccordi a brasare effettuati mediante brasatura dolce cori lega saldante Sn Ag 5 (stagno con il 5% di argento) a bassa temperatura di fusione (300° C) o equivalente. Le superfici da saldare dei tubi in rame e raccordi pulite metallicamente. Pulizia con lana di acciaio fine o tela a smeriglio con grana inferiore/uguale a 240 oppure spazzole metalliche circolari e rotonde. Estremità dei tubi successivamente spalmate con disossidante. Rivestimento esterno con guaina in polietilene a cellule chiuse di densità circa 45 kg/m3, classe 1 di reazione al fuoco, rifinita con una pellicola esterna estrusa in PE, il tutto esente da CFC, idoneo per impianti di riscaldamento e condizionamento.

Diametro esterno x Spessore

Spessore guaina isolante Peso unitario

De x S [mm] S [mm] Pu [kg/m] 6x1 8 0.1396 8x1 8 0.1954

10x1 9 0.2286 12x1 9 0.2674 14x1 12 0.3223 16x1 12 0.3714 18x1 12 0.4296 22x1 15 0.5862

16.26 TUBAZIONI IN PVC

Prescrizioni tecniche generali: 16.26.1Devono rispettare le tabelle qui di seguito indicate: UNI EN 1329-1:2000 per scarichi all'interno dei fabbricati fino a 50°C, pluviali, reti di ventilazione UNI EN 1329-1:2000 per scarichi all'interno dei fabbricati fino a 90°C UNI EN 1452-2:2001 per fluidi in pressione, acquedotti, irrigazione UNI EN 1401-1:1998 per fognature interrate Le tubazioni devono essere complete di pezzi speciali, come braghe, giunti a T, giunti di dilatazione, tappi di ispezione, ecc.. I giunti tra tubi in PVC devono generalmente essere del tipo a bicchiere sigillato con collante. Ove sia necessario acconsentire una dilatazione assiale, i giunti devono essere del tipo a doppio bicchiere con anello di gomma. L'assuntore dovrà indicare questi giunti alla D.L. per approvazione. La tenuta delle giunzioni deve essere assicurata da speciali mastici idrorepellenti ai siliconi, raccomandati dalle singole case produttrici.

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dott. ing. Gabriele Novembri 16.27 TUBAZIONE IN MULTISTRATO

Prescrizioni tecniche generali: 16.27.1Tubo multistrato corazzato per condotte in pressione, costituito da:

• strato interno in polietilene reticolato PE-Xb; • due strati leganti di adesivo prima e dopo il tubo metallico intermedio; • strato intermedio, tubo in lega di alluminio saldato testa-testa

longitudinalmente; • rivestimento in polietilene alta densità a cellule chiuse con le seguenti

caratteristiche: • Materiale: polietilene alta densità a cellule chiuse • Densità: 33 Kg/m³ • Resistenza alla trazione: > 0.18N/mm² • Allungamento a rottura: > 80% • Permeabilità al vapore: < 0.15 ng/Pa.s.m • Comportamento al fuoco: autoestinguente classe 1 • Conducibilità termica (a 40°C): lambda =0.0397 W/mK

Marchiato ogni metro con sigla produttore, marchio e numero distintivo, data di produzione, diametro del tubo, norma di riferimento.

16.28 TERMOMETRI

Prescrizioni tecniche generali: 16.28.1• caratteristiche conformi alla specifica tecnica ISPESL D.M. 1/12/1975

(cap. R2C); • tipo a quadrante a carica di mercurio con gambo sensibile immerso in

pozzetto con olio; • scala graduata in gradi centigradi; • fondo scala 120°C per acqua calda, 50°C per acqua refrigerata; • completo di pozzetto termometrico per il controllo con termometro

campione.

Regole per l’esecuzione: 16.28.2Posizionamento su ogni collettore, a monte e a valle di ogni trattamento di fluidi e su ciascun circuito di utenza.

16.29 UNITÀ DI TRATTAMENTO ARIA

Prescrizioni tecniche generali: 16.29.1Le unità di trattamento aria dovranno essere realizzate in linea produttiva certificata in accordo agli standard qualitativi ISO 9001 – 2008 e dovranno seguire Ie seguenti normative e direttive armonizzate: EN 13053-2006 Condizionamento – classificazione unità di trattamento aria, prestazioni componenti e sezioni EN 1886-2007 Condizionamento – prestazioni meccaniche unità di trattamento aria Il dimensionamento delle unità e relativa componentistica integrata dovrà essere conforme alle direttive di marchiatura CE:

• 2006/50/EC 1973/23/EC – Direttiva bassa tensione • 2004/108/EC – Direttiva EMC compatibilità elettromagnetica • 2006/42/EC – Direttiva machine • 97/23/EG – direttiva machine sottopressione

Le unità dovranno essere conformi ai requisiti della EN 13053.

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dott. ing. Gabriele Novembri Dove applicabili dovranno essere incluse le opzioni necessarie alla conformità alla VDI 6022.

Prestazioni: 16.29.2La gamma di unità di trattamento aria e il relativo programma di selezione dovranno essere certificati Eurovent ed elencati nella pagina web Eurovent-Certification. Il costruttore delle unità aria dovrà fornire schede tecniche dettagliate contenenti almeno le seguenti informazioni: Disegni in scala, dimensioni e pesi di ogni unità e di ogni modulo di trasporto

• Prestazioni di ogni componente • La classe energetica secondo calcolazione Eurovent • Perdite di pressione aria di ogni componente interno • Potenza specifica ventilatore dell’unità • livello di potenza sonora e livello di pressione sonora propagato dalla

aspirazione e immissione. • lista dei componenti di controllo selezionati.

La velocità massima attraverso le superfici alettate delle batterie non dovrà eccedere 3,0 m/s per il riscaldamento e 2,5 m/s per la batteria di raffreddamento. I ventilatori e motori dovranno essere selezionati alla predita media di pressione dei filtri. Come parte del programma Eurovent, dovrà essere fornita la classe di efficienza di ciascun motore ventilatore e gruppo unità. Le schede tecniche dovranno chiaramente riportare le seguenti indicazioni:

• La classe di efficienza energetica di ogni gruppo ventilatore/motore e dell’unità completa.

• La potenza specifica ventilatore di ogni ventilatore/motore e dell’unità completa

• La velocità di attraversamento aria attraverso la superficie alettata delle batterie.

16.30 VALVOLAME

Prescrizioni tecniche generali: 16.30.1Tutti gli organi di intercettazione devono avere diametro nominale maggiore o uguale al diametro interno della tubazione, sulla quale debbono essere montati. Tutti gli organi di intercettazione devono essere del materiale più adatto al fluido trasportato. La pressione (PN) e temperatura di esercizio devono essere idonei al tipo di fluido convogliato, considerando una maggiorazione del 20% rispetto ai valori massimi di pressione e temperatura raggiungibili; Il valvolame deve essere filettato fino a 2” e flangiato per diametri superiori. Di norma, salvo diversa indicazione, dovranno essere utilizzati i seguenti tipi di

valvolame: • valvole a sfera a passaggio totale per intercettazioni fino a 2” • valvole a farfalla per intercettazioni superiori a 2” • valvole di taratura con attacchi di pressione a monte e valle ed indicatori

di posizione

Prestazioni: 16.30.216.30.2.1 Saracinesche a cuneo gommato

• corpo in ghisa sferoidale, di tipo piatto • asta in acciaio inox con tenuta dell’asta a mezzo di O-Ring di gomma

Perbunan

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dott. ing. Gabriele Novembri • cuneo gommato • pressione massima ammissibile = 16 kg/cm² • temperatura di esercizio = 70°C • esenti da manutenzione • flange dimensionate secondo UNI PN 16 con gradino di tenuta • verniciatura esterna/interna con resine epossidiche

16.30.2.2 Valvole a sfera in ottone o ghisa flangiate • corpo in ottone o ghisa • sfera in ottone cromato • sedi di tenuta in PTFE (Teflon) • pressione massima ammissibile = 16 kg/cm² • temperatura di esercizio = 100°C • flange dimensionate secondo UNI PN 16 con gradino di tenuta • manovra con un quarto di giro.

16.30.2.3 Valvole a sfera in ottone filettate • corpo in ottone • sfera in ottone cromato • guarnizioni delle sedi e guarnizioni di tenuta dello stelo in teflon • pressione massima ammissibile = 16 kg/cm² • giunzioni filettate • manovra con un quarto di giro

16.30.2.4 Valvole di intercettazione a soffietto • corpo in ghisa • soffietto in meahanite • pressione massima ammissibile = 16 kg/cm² • temperatura di esercizio = 200°C • flange dimensionate secondo UNI PN 16 con gradino di tenuta.

16.30.2.5 Valvole di intercettazione a tenuta morbida • corpo in ghisa • asta in acciaio inox • tappo gommato in EPM • pressione massima ammissibile = 16 kg/cm² • temperatura di esercizio = 120° • scartamento corto con indicatore di apertura ed esenti da manutenzione • flange dimensionate secondo UNI PN 16 con gradino di tenuta

16.30.2.6 Valvole di intercettazione a farfalla • corpo in ghisa • disco in ghisa sferoidale • guarnizioni di tenuta in EPDM o VITON • perno in acciaio • pressione massima ammissibile = 16 kg/cmq • temperatura di esercizio = -35 + 140°C • leva di manovra in ghisa od acciaio, a disco a 10 posizioni od in

alternativa riduttore di manovra a • adatte per inserimento fra flange dimensionate secondo UNI PN 16

16.30.2.7 Valvole di ritegno di tipo intermedio • corpo e battente in ghisa • sede di tenuta nel corpo con anello in bronzo o ghisa • tenuta sull'otturatore in gomma dura • pressione massima ammissibile = 16 kg/cm² • temperatura di esercizio = 100°C • flange dimensionate secondo UNI PN 16 con gradino di tenuta

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dott. ing. Gabriele Novembri 16.30.2.8 Valvole di ritegno tipo Wafer a doppio clapet

• corpo e clapet in acciaio al carbonio • chiusura con O-Ring di Viton • tenuta sull’otturatore in gomma dura • pressione massima ammissibile = 16 kg/cm² • temperatura di esercizio = 150 °C • adatte per inserimento fra flange dimensionate secondo UNI PN 16 • con gradino di tenuta

16.30.2.9 Valvole di ritegno a molla filettate • corpo in bronzo • molla in acciaio INOX • pressione massima ammissibile = 16 kg/cm² • temperatura di esercizio = 100 °C • attacchi filettati.

16.30.2.10 Valvole di taratura filettate • corpo e sede in bronzo • otturatore in Armatron • manopola e ghiera per la taratura • pressione massima amissibile = 16 kg/cmq • attacchi per prese di pressione ad innesto • temperatura di esercizio = 120°C • attacchi filettati

16.30.2.11 Valvole di taratura flangiate • corpo in ghisa • coperchio e parti interne in acciaio • anello di tenuta in gomma sintetica • manopola e ghiera per la taratura • pressione massima ammissibile = 16 kg/cm² • attacchi per prese di pressione ad innesto • temperatura di esercizio = 110 °C • flange dimensionate secondo UNI PN 16 con gradino di tenuta.

16.30.2.12 Valvole stabilizzatrici automatiche di portata • Corpo in ottone. • Attacchi filettati • Cartuccia interna sostituibile in acciaio inox. • Pmax d'esercizio 25 bar. • Campo di temperatura -20°÷120°C. • Predisposto per l'applicazione di prese di pressione e tubazione di scarico

16.30.2.13 Valvole motorizzate • Corpo in ghisa o in bronzo con attacchi a vite passo gas o a flangia a

dima UNI; • stelo in acciaio inossidabile su premistoppa per la trasmissione del moto

dal servomotore all'otturatore; • molla di reazione in acciaio temperato; • otturatore interno a sede piana o ad ogiva con anelli di tenuta

16.30.2.14 Valvole di sfiato • corpo ghisa o in ottone • del tipo a sfera cava flottante, a passaggio totale con un attacco a saldare

di testa e un attacco filettato • dovranno essere saldate alla tubazione completamente aperte e

successivamente dovranno essere chiuse. • Tipologia:

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dott. ing. Gabriele Novembri • a due vie, per consentire una chiusura del flusso del fluido controllato, del

tipo a sede semplice, se la pressione del fluido da controllare è modesta, a sede doppia bilanciate, se la pressione del fluido è elevata;

• a tre vie miscelatrice, con due entrate ed una uscita, otturatore a doppia superficie, che lavora tra due sedi; ha il compito di miscelare due fluidi in entrata sulla via di uscita;

• a tre vie deviatrice, con un'entrata e due uscite, due otturatori che lavorano su due sedi separate; ha il compito di deviare il flusso entrante su una delle due uscite o proporzionare il flusso fra la due uscite;

• a farfalla; è costituita essenzialmente da un anello che racchiude un disco ruotante attorno ad un asse passante per od in prossimità del suo centro.

16.31 VASI DI ESPANSIONE PRESSURIZZATI

Prescrizioni tecniche generali: 16.31.1Vaso di espansione di acciaio di qualità, fondi bombati con risvolti di congiunzione al corpo saldati all'arco elettrico, zincati internamente ed esternamente a bagno dopo la lavorazione, serbatoio completo di:

• piedi di appoggio in profilato di ferro zincati; • boccaporto di ispezione a flangia; • attacchi per i collegamenti necessari a VM con raccordo di smontaggio

fino a 1,5, oltre a flangia, corredati di controflange, guarnizioni di tenuta, bulloni dadi;

• indicatore di livello in tubo di plexiglass, schermo antiurto, rubinetto di intercettazione e scarico ø 1/2";

• manometro a quadrante con rubinetto portamanometro in bronzo da ø1/2" a tre vie con flangia di controllo, tubazione a serpentina di collegamento;

• valvola per scarico di fondo; • termometro a quadrante; • valvola di sicurezza a molla sfogo aria,

Vaso di espansione in lamiera di acciaio saldata di spessore idoneo alla pressione di bollo, completo di punzonatura I.S.P.E.S.L., e membrana interna in gomma ad elevata resistenza ed elasticità, per la separazione tra liquido e azoto di precarica.

Regole per l’esecuzione: 16.31.2Esecuzione pensile fino a capacità di 300lt, a pavimento con base di appoggio per grandezze superiori, Pressione di bollo di 500 KPa per serbatoio graffato e 600 KPa per serbatoio saldato, Temperatura massima di esercizio 95°C, minima 5°C, Completo di attacco filettato gas per collegamento al circuito e di ogni altro onere per dare l'opera finita, Il vaso di espansione sarà installato sulla linea di espansione, collegata direttamente al circuito senza interposti organi di intercettazione, e in un punto caratterizzato da una ridotta pressione a regime. Il vaso sarà coibentato e rivestito con lo stesso materiale utilizzato nell'ambito della linea cui è collegato, Sul tratto di tubazione in corrispondenza dell'allacciamento della linea di espansione dovrà essere installato un manometro per la lettura della pressione di esercizio, Saranno conformi alla normativa vigente, di tipo omologato dall'ISPESL e saranno completi di "certificato di taratura e/o collaudo" rilasciati dagli organi competenti.

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dott. ing. Gabriele Novembri 16.32 VARIATORI DI PORTATA PER SISTEMI A PORTATA VARIABILE (VAV)

Prescrizioni tecniche generali: 16.32.1Sono dispositivi di controllo della portata dell’aria per sistemi a portata . Sono costituiti da:

• un VAV circolare inserito in un involucro fonoassorbente a sezione rettangolare in grado di abbattere 20dB rispetto alla rumorosità prodotta dall’aria.

• una o più flange di lettura con profilo alare, situate all’interno del VAV • il segnale viene trasmesso in seguito a una differenza di pressione al

servomotore • servomotore alimentato a 24 V e dotato di un’unità elettronica di

misurazione controllo con microprocessore, • microprocessore per la regolazione della pala in modo da garantire la

portata di progetto. taratura della portata effettuata in fabbrica ma variabile dall’utente tramite apposito apparecchio di regolazione ZEV

Dati costruttivi: • telaio e pala in acciaio zincato rivestito internamente di materiale

fonoassorbente (lana di roccia) protetto da lamiera microstirata • flangia di lettura è realizzata in alluminio con supporti in ma- teriale

plastico Descrizione funzionamento: La sonda di pressione legge la differenza tra la pressione statica e la dinamica tra le due camere e trasmette il segnale, che dipende dalla portata passante, al servomotore. In funzione di tale segnale e del valore di portata che viene richiesto dal segnale di tensione elettrica fornito, il servomotore apre o chiude la serranda per garantire il passaggio della portata desiderata. In fabbrica viene realizzata una taratura che prevede la ricostruzione tra il segnale di differenza di pressione della sonda (non a cavallo del VAV!) e la portata passante. Vengono definiti, inoltre, gli estremi del campo di lavoro del VAV in termini di portata. Il legame tra il segnale di tensione al morsetto e la portata desiderata è di tipo lineare.

16.33 VENTILCONVETTORE A PARETE

Prescrizioni tecniche generali: 16.33.1Ventilconvettori monobatteria per installazione verticale con mobile di copertura costituiti da:

16.33.1.1 Mobile di copertura E' composto da robuste spalle laterali in materiale sintetico antiurto (ABS) e da una sezione frontale in lamiera d'acciaio zincata a caldo e preverniciata. La griglia di mandata dell'aria, in materiale sintetico, è di tipo reversibile ad alette fisse ed è posizionata sulla parte superiore. Ampi scomparti laterali per il contenimento delle tubazioni, delle valvole di regolazione, dei rubinetti di intercettazione, della scheda elettronica di gestione, del pannello di comando elettrico o del ricevitore dei segnali inviati dal telecomando, della scheda di comunicazione dati e della pompa di sollevamento condensa (dove previsto) .

16.33.1.2 Struttura interna portante In lamiera zincata composta da due spalle laterali e da una parete posteriore isolate con materassino a cellule chiuse.

16.33.1.3 Filtro Rigenerabile in polipropilene a nido d'ape. Il telaio, in lamiera zincata, è inserito in guide fissate sulla struttura interna che permettono una facile estrazione. Una copertura frontale del filtro, in materiale plastico dello stesso colore della griglia di mandata, evidenzia la presenza dello stesso.

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dott. ing. Gabriele Novembri 16.33.1.4 Gruppo ventilante

Costituito da ventilatori centrifughi a doppia aspirazione, particolarmente silenziosi, con giranti in alluminio o materiale sintetico, bilanciate staticamente e dinamicamente, direttamente calettate sull'albero motore.

16.33.1.5 Motore elettrico Motore elettronico brushless sensorless sincrono a corrente continua a magneti permanenti del tipo BLAC trifase, controllato con corrente ricostruita secondo un’onda sinusoidale da una scheda elettronica ad inverter monofase 220-240 V, 50-60 Hz, in funzione della temperatura ambiente.

16.33.1.6 Batteria di scambio termico E' costruita con tubi di rame ed alette di alluminio fissate ai tubi con procedimento di mandrinatura meccanica. La batteria a tre ranghi è dotata di due attacchi ؽ” gas femmina. I collettori sono corredati di sfoghi d'aria e di scarichi d'acqua da Ø 1/8” gas. La batteria è di tipo reversibile: il lato degli attacchi può perciò essere invertito in fase di montaggio in cantiere.

16.33.1.7 Bacinella raccolta condensa prodotta dalla batteria e dal gruppo valvole In materiale plastico, realizzata a forma di L e fissata alla struttura interna. Le prestazioni dovranno essere certificate secondo norme EUROVENT per le prove di prestazioni termiche (Eurovent 6/3) ed acustiche (Eurovent 8/2).

16.34 VENTILCONVETTORE “SOPRAPORTA”

Prescrizioni tecniche generali: 16.34.1Ventilconvettori monobatteria per a parete con mobile di copertura costituiti da:

16.34.1.1 Mobile di copertura E' composto da robuste spalle laterali in materiale sintetico antiurto (ABS) e da una sezione frontale in lamiera d'acciaio zincata a caldo e preverniciata. La griglia di mandata dell'aria, in materiale sintetico, è di tipo reversibile ad alette fisse ed è posizionata sulla parte superiore. Ampi scomparti laterali per il contenimento delle tubazioni, delle valvole di regolazione, dei rubinetti di intercettazione, della scheda elettronica di gestione, del pannello di comando elettrico o del ricevitore dei segnali inviati dal telecomando, della scheda di comunicazione dati e della pompa di sollevamento condensa (dove previsto).

16.34.1.2 Struttura interna portante In lamiera zincata composta da due spalle laterali e da una parete posteriore isolate con materassino a cellule chiuse.

16.34.1.3 Filtro Rigenerabile in polipropilene a nido d'ape. Il telaio, in lamiera zincata, è inserito in guide fissate sulla struttura interna che permettono una facile estrazione. Una copertura frontale del filtro, in materiale plastico dello stesso colore della griglia di mandata, evidenzia la presenza dello stesso.

16.34.1.4 Gruppo ventilante Costituito da ventilatori centrifughi a doppia aspirazione, particolarmente silenziosi, con giranti in alluminio o materiale sintetico, bilanciate staticamente e dinamicamente, direttamente calettate sull'albero motore.

16.34.1.5 Motore elettrico Motore elettronico brushless sensorless sincrono a corrente continua a magneti permanenti del tipo BLAC trifase, controllato con corrente ricostruita secondo un’onda sinusoidale da una scheda elettronica ad inverter monofase 220-240 V, 50-60 Hz, in funzione della temperatura ambiente.

16.34.1.6 Batteria di scambio termico E' costruita con tubi di rame ed alette di alluminio fissate ai tubi con procedimento di mandrinatura meccanica. La batteria a tre ranghi è dotata di due attacchi ؽ” gas femmina. I collettori sono corredati di sfoghi d'aria e di scarichi d'acqua da Ø

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dott. ing. Gabriele Novembri 1/8” gas. La batteria è di tipo reversibile: il lato degli attacchi può perciò essere invertito in fase di montaggio in cantiere.

16.34.1.7 Bacinella raccolta condensa prodotta dalla batteria e dal gruppo valvole In materiale plastico, realizzata a forma di L e fissata alla struttura interna. Le prestazioni dovranno essere certificate secondo norme EUROVENT per le prove di prestazioni termiche (Eurovent 6/3) ed acustiche (Eurovent 8/2).

16.35 VENTILATORE ESTRAZIONE SERVIZI IGIENICI

Prescrizioni tecniche generali: 16.35.1Aspiratore centrifugo da condotto idoneo alla ventilazione in modo intermittente dotato:

• Timer per il ritardo dello spegnimento del ventilatore; • Valvola di non ritorno per evitare rientri di aria; • Motore dotato di termofusibile di protezione • Doppia velocità; • Filtro lavabile; • Livello sonoro contenuto.

16.36 VENTILAZIONE MECCANICA CONTROLLATA (VMC)

Prescrizioni tecniche generali: 16.36.1• recuperatore di calore ad altissimo rendimento (>90%); • Dimensioni compatte ed altezza ribassata per installazione all’interno di

edifici residenziali con temperatura ambiente compresa tra 0° e 45°C; • Gamma composta da 1 modello con portata d’aria di 150 m³/h; • Soluzione plug-n-play con microprocessore e quadro elettrico montati e

pre-cablati a bordo macchina; • Microprocessori di gestione • Scambiatore in polipropilene in controcorrente che garantisce altissime

efficienze (>90%); nel recupero del calore sensibile; Descrizione:

• Struttura autoportante in doppia pannellatura in lamiera plastificata bianca a sandwich su isolante in schiuma poliuretanica iniettata; spessore 20 mm;

• Pannello per facile ispezione e manutenzione; • Connessione facilitata plug-n-play all’alimentazione di rete; • Sbrinamento temporizzato automatico dello scambiatore; • ventilatori radiali a pale rovesce con motori a controllo elettronico di

velocità, a basso consumo, monofase (230v-1-50/60Hz), portata massima: 150 m3/h.

Accessori: • Plenum di distribuzione/ripresa aria; • by-pass automatico per il free-cooling.

Regole per l’esecuzione: 16.36.216.36.2.1 Plenum di distribuzione

Plenum da installare direttamente a bordo del recuperatore di calore, collegato alle bocche di mandata e ripresa, dal plenum si dipartono poi i condotti alle singole bocchette.

16.36.2.2 Condotti di distribuzione Per la distribuzione e la ripresa dell’aria dal plenum alle singole bocchette si utilizzano specifici condotti e relativi raccordi appositamente studiati e realizzati per essere utilizzati negli impianti di ventilazione. Sono disponibili in due diverse misure, 63/75 e 76/90, da utilizzarsi in funzione della lunghezza del condotto;

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dott. ing. Gabriele Novembri sono inoltre disponibili in due diverse colorazioni esterne, blu e rossa, per distinguere le linee di mandata (blu) da quelle di ripresa (rosso), in questo modo si facilita l’installazione in cantiere e si evitano errori di collegamento tra bocchette e plenum. La superficie interna dei condotti perfettamente liscia ed antistatica evita l’accumulo di sporco, polveri, ecc, e garantisce la massima igienicità del sistema. La superficie esterna corrugata ne permette la piegatura con minimi raggi di curvatura e ne facilita la posa permettendo il passaggio anche nei punti più angusti. Il trattamento anti-UV ne garantisce la durata anche se esposti alla luce del sole ed il trattamento autoestinguente garantisce la sicurezza in caso di incendio. I condotti superiori a 3 metri di lunghezza lineare dovranno essere di tipo rigido per evitare eccessive perdite di carico. Per le dimensioni dei condotti si rimanda agli elaborati di progetto.

16.36.2.3 Condotti per collegamento esterno Per collegare le macchine per la ripresa e l’espulsione dell’aria all’esterno si dovranno utilizzare tubazioni in PPE. Per le dimensioni dei condotti si rimanda agli elaborati di progetto.

16.36.2.4 Diaframma di riduzione Questo accessorio si installa con gli elementi di connessione del plenum e permette di bilanciare le portate alle singole bocchette. Costituito da un disco con linee di rottura premarcate per adattare il diametro del foro di riduzione interno al valore calcolato.

16.36.2.4.1 Griglie di ventilazione Le griglie di ventilazione si collegano ad innesto ai terminali di ventilazione, si utilizzano fino ad una portata di aria max. di 30 m³/h. Costruite in acciaio inox.

16.36.2.5 Dispositivo di regolazione e controllo Il pannello di controllo touch screen con installazione a parete per:

• Selezione manuale della velocità dei ventilatori: OFF regolazione tra [MIN-MAX].

• Sbilanciamento portata aria tra flusso di mandata e ripresa • Gestione automatica della velocità dei ventilatori: sensore di CO2,

CO2/VOC, HR con intervalli della grandezza misurata impostabili dall’utente; 3 livelli di velocità

• velocità continua. • Funzione booster (ventilatori a massima velocità) a tempo impostabile

dall’utente. • Switch ON/OFF da remoto dell’unità. • Cronoprogrammazione settimanale. • Gestione del by-pass. • Prevenzione della formazione di brina sullo scambiatore di calore. • Visualizzazione dello stato di funzionamento della macchina ed eventuali

allarmi dettagliato (sinottico e dettaglio). • Selezione remota dello stato di funzionamento dell’unità: contatto chiuso

= macchina ON; contatto aperto = macchina OFF o disalimentata. • Verifica stato filtri mediante ore di funzionamento dell’unità o tramite

lettura della caduta di pressione a cavallo dei filtri. • Verifica stato di funzionamento dei ventilatori mediante segnale

tachimetrico se presente o tramite lettura della differenza di pressione tra l’esterno e l’interno dei condotti di mandata o ripresa.

• Gestione contemporanea di più di 1 unità identiche (fino a 4) con un unico pannello di controllo - master & slave.

• Possibilità di modificare la lingua del pannello di controllo remoto (inglese, italiano, francese, tedesco, spagnolo).

Caratteristiche: • Alimentazione: 9 / 30 VDC 20mA

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dott. ing. Gabriele Novembri • Temperatura massima di esercizio: 0 / 50 °C • Temperatura massima di stoccaggio: -20 / 70 °C

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dott. ing. Gabriele Novembri

OPERE IMPIANTISTICHE – IMPIANTI ELETTRICI: DESCRIZIONE LAVORAZIONI 17

17.1 Premessa E' scopo del presente documento la definizione dei requisiti delle apparecchiature, dei materiali, nonché dei criteri di esecuzione per la realizzazione degli impianti elettrici e speciali previsti nell’ambito della Progettazione Esecutiva dei lavori di completamento acustico e messa a norma della sala prove della Banda Musicale del Corpo della Guardia di Finanza presso la Caserma “MAVM Ten. Col. Vittorio Galiano” Il progetto esecutivo allegato al capitolo di appalto definisce le linee guida da rispettare per la loro realizzazione affinché siano garantite le presentazioni richieste. Il Disciplinare contiene la descrizione, anche sotto il profilo estetico, delle caratteristiche, della forma e delle principali dimensioni dei materiali e dei componenti previsti in progetto, nonché i riferimenti normativi, le prove, le norme di accettazione e le modalità di fornitura, approntamento, trasporto, stoccaggio e posa in opera. Tali procedure dovranno essere correttamente espletate secondo quanto disposto dal presente Disciplinare, non essendo ammessi materiali non espressamente previsti e soggetti a tali norme e regole. Per quanto riguarda le apparecchiature previste in progetto esse dovranno essere rispondenti per dimensioni, peso, numero, qualità specie e lavorazioni alle indicazioni specificate nel presente disciplinare.

Riferimenti normativi: 17.1.1Le modalità e le caratteristiche d’installazione degli impianti elettrici e speciali corrisponderanno a quanto disposto DM nr.37 del 22/01/2008 e s.m.i. "Disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici ". Nell'esecuzione degli impianti si dovranno rispettare le disposizioni di legge e di normativa vigenti, comprese le eventuali varianti e le nuove norme che dovessero entrare in vigore durante l'esecuzione dei lavori. Si richiamano in particolare:

• Le norme CEI nella loro globalità; • Le prescrizioni degli Enti preposti al controllo degli impianti: Ispettorato del

Lavoro, INAIL, Vigili del Fuoco, ENEL, etc.. Ove non esistono prescrizioni di legge o di norme CEI si dovrà fare riferimento alle norme CENELEC ed alle raccomandazioni IEC. Si dovrà comunque fare riferimento alla regola d'arte in materia. S’intendono "a regola d'arte", quei materiali ed impianti costruiti nel rispetto delle Leggi e Normative di cui sopra e dei migliori requisiti qualitativi e funzionali. Per quanto omesso e non diversamente precisato nel presente Capitolato e nei documenti che possono ad esso essere allegati o in esso richiamati, dovrà essere assicurata come minimo la rispondenza ai requisiti delle seguenti norme:

• Vigente legislazione antinfortunistica italiana, in particolare il D.P.R. del 27.04.55 n. 547

• Norme EN 50091-1 (CEI 74-4) • Norme EN 50091-2 • Norme ISO 9001 (UNI EN 29001-2) • Norme ISO 3746 • Norme EN 55011/22° • Norme IEC 801.2 livello 4 • Norme IEC 801.3 livello 3 • Norme IEC 801.4 livello 4 • Norme IEC 801.5 livello 10 • Norme IEC 950 • Norme IEC 146-4 • Norme IEC 68-2-6 • Norme IEC 529 (CEI 70-1)

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dott. ing. Gabriele Novembri • Norme CEI 21-6 • Norme CEI 20-20 • Norme CEI 64-8 • Norme CEI 17-13

Interventi previsti: 17.1.2Per impianti elettrici si intendono gli impianti di illuminazione e gli impianti di F.M. Per impianti speciali si intendono impianto automatico di rivelazione incendio, impianto audio, impianto di video proiezione ed di illuminazione tecnica. I requisiti contenuti nella presente specifica devono essere interpretati come prescrizioni generali. Rimane compito e responsabilità dell'Appaltatore la definizione specifica di dettaglio, nel rispetto delle norme e delle prescrizioni contenute negli elaborati di progetto. L'Appaltatore è pertanto tenuto a verificare, coordinare ed eventualmente adeguare le relative progettazioni costruttive sulla base della seguente specifica tecnica. L'Appaltatore dovrà fornire quanto necessario, anche se non espressamente descritto, per realizzare gli impianti completi e perfettamente funzionanti. Gli interventi consisteranno nella realizzazione dei seguenti impianti: • Impianto elettrico

o Quadri elettrici principali e secondari; o Vie cavo principali e secondarie; o Impianto di illuminazione; o Impianto forza motrice;

• Impianti elettrici speciali: o Impianto rivelazione incendi; o Sistema audio o Sistema di video-proiezione o Sistema illuminazione tecnica.

Prescrizioni tecniche generali: 17.1.3Criteri di dimensionamento delle condutture elettriche Le caratteristiche strutturali dei conduttori dovranno essere dimensionate in relazione ai seguenti parametri:

• Tensione nominale e massima del sistema elettrico in cui il cavo dovrà essere installato;

• Condizioni di posa previste; • Massima corrente assorbita dal carico che il cavo alimenta; • Massima caduta di tensione ammissibile sul carico alimentato (non deve

essere superiore al 4%). Ogni cavo dovrà essere dimensionato in modo che la portata (Iz) sia superiore o almeno uguale alla corrente di impiego (Ib) definita come la corrente assorbita da tutte le utenze elettriche alimentate contemporaneamente dal cavo considerato e che comporti una caduta di tensione massima sul carico alimentato inferiore al limite di progetto.

17.2 QUADRI ELETTRICI I componenti proposti per i quadri elettrici dovranno rispondere agli standard più elevati in vigore ed essere prodotti da primari costruttori. Il dimensionamento delle apparecchiature deve garantire il superamento di qualsiasi regime di funzionamento prevedibile, sia nominale che di guasto, sotto tutti i profili tecnici (meccanico, elettrico, termico, chimico, etc.), senza degradamento delle caratteristiche nominali.

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dott. ing. Gabriele Novembri I componenti devono avere elevate caratteristiche di comportamento in caso d’incendio, come la non propagazione della fiamma, la ridotta emissione di gas e fumi corrosivi, tossici ed opachi. L’attributo minimo richiesto è la caratteristica “autoestinguente”. Particolare cura sarà dedicata alla costruzione ed al trattamento degli involucri delle apparecchiature eventualmente installate all’aperto, in considerazione della loro maggiore esposizione all’ambiente. I cavi per il cablaggio interno dei quadri avranno le caratteristiche seguenti:

o Cavi a 400/230 V colori: nero, marrone, grigio con l’indicazione della fase relativa (R,S,T);

o Cavo di neutro blu chiaro; o Cavo di terra giallo-verde.

Per quanto riguarda le tensioni ausiliarie, la colorazione sarà differenziata in modo tale da agevolare il riconoscimento delle varie tensioni. Tutti i cavi e le apparecchiature saranno numerate e identificate in modo da avere una precisa corrispondenza con gli schemi elettrici forniti dall‘Impresa. I conduttori di cablaggio saranno installati all’interno di apposite canaline in PVC e saranno collegati a mezzo di puntalini a compressione e contrassegnati per facilitarne l’identificazione. Tutti i conduttori collegati nelle morsettiere avranno sigle identificative. Ogni filo avrà la stessa sigla, sia in morsettiera in entrata che in quella in uscita dall’apparecchiatura. Tutti i conduttori, sia in morsettiera sia sulle apparecchiature saranno comodamente accessibili per le operazioni di manutenzione e/o modifica. Le morsettiere di tutti i quadri elettrici dovranno essere ancorate a non meno di 400 mm dal pavimento. Le morsettiere dei quadri avranno targhette ben visibili indicanti le sigle relative. Inoltre saranno conformi anche alle regolamentazioni e normative previste dalla Legislazione Italiana per la prevenzione degli infortuni ed igiene sul lavoro. Isolamento in aria, dati ambientali (riferiti al locale ove è installato il quadro):

o Temperatura ambiente - 5°C + 40 °C; o Umidità relativa max 95%; o Altezza di installazione minore di 1000 m s.l.m.

I circuiti ausiliari saranno eseguiti impiegando cavetti flessibili isolati in materiale termoplastico, aventi sezione non inferiore ad 1,5 mm2 ed isolante del tipo non propagante l’incendio, secondo le norme CEI 20-22, muniti di capicorda a compressione e siglati alle estremità. Tale siglatura sarà identica a quanto riportato sugli schemi elettrici funzionali redatti dall’Impresa. Le morsettiere dei circuiti ausiliari saranno disposte a sufficiente distanza dall’involucro della cella e delle apparecchiature al fine di renderle agevolmente accessibili per ogni intervento sulla cavetteria ausiliaria. Tutti i pannelli saranno muniti di portelle frontali; un blocco meccanico impedirà la loro apertura se non è aperto il relativo interruttore. Le portelle di tutti i tipi di quadri saranno munite di opportune guarnizioni atte ad impedire l’entrata della polvere e la battuta ferro-ferro. I quadri saranno dotati di una sbarra di terra in rame. Gli elementi di carpenteria degli scomparti quali struttura portante, pannelli, diaframma, ecc., saranno imbullonati (o saldati) tra loro in modo da assicurare un buon contatto elettrico.

17.2.1.1 Interruttori scatolati Caratteristiche meccaniche ed elettriche Gli interruttori scatolati per distribuzione devono essere adatti a stabilire, portare ed interrompere correnti fino a 1600 A e devono essere altresì in grado di stabilire, portare per una durata specificata, interrompere correnti anomale o di

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dott. ing. Gabriele Novembri corto circuito fino alla massima corrente di corto circuito presente nel punto d’installazione, in accordo con la norma CEI EN 60947-2. Devono essere in esecuzioni tripolare o quadripolare, del tipo a limitazione di corrente; devono essere cioè in grado d’interrompere prima che la corrente di corto circuito raggiunga il valore di cresta in modo da non pregiudicare la sicurezza degli impianti o delle persone. Gli interruttori devono essere tropicalizzati nell'esecuzione standard e quindi adatti anche per ambienti umidi per una temperatura massima di funzionamento fino a 70ºC e senza nessun declassamento fino a 50°C. Deve essere possibile l’installazione orizzontale e verticale nei quadri. Devono essere in esecuzione fissa o rimovibile / estraibile in funzione di quanto indicato negli elaborati grafici. Gli interruttori devono essere dotati di dispositivo di sgancio libero per evitare di interdire la manovra di apertura o di sgancio attraverso la leva di comando. Il comando a levetta dell’interruttore in esecuzione base deve assolvere anche la funzione di indicatore di posizione dei contatti:

o ON (interruttore chiuso) o OFF (interruttore aperto) o TRIPPED (interruttore sganciato)

Caratteristiche elettriche • Tensione nominale di impiego Ue: 500-690 V c.a. • Tensione nominale di isolamento Ui: 500-750 V c.a. • Frequenza nominale f: 50-60 Hz • Correnti nominali a 40° C In: fino a 1600 A • Correnti assegnate ininterrotte a 40 °C Iu = In • Temperatura di riferimento: 40°C • Sganciatori: elettronici o a microprocessore con funzioni protettive L+S+I,

L+I, L+S o L = protezione contro sovraccarico con intervento ritardato a tempo

lungo inverso; o Soglia: regolabile;Temporizzazione inversa: regolabile mediante

impostazione delle curve di intervento. o S = protezione contro cortocircuito con intervento ritardato a tempo

breve inverso o indipendente;Soglia: regolabile;Temporizzazione inversa: regolabile mediante impostazione delle curve di intervento;

o I = protezione contro corto circuito con intervento istantaneo regolabile;Soglia: regolabile.

• Potere di interruzione nominale estremo a 415`V c.a. per Icu: 16÷100 kA con cosfi=0,25; per 20 <Icu 50 kA; con

• Potere di interruzione nominale di servizio a 415 V c.a. Ics: 100 % di Icu • Corrente di breve durata nominale (1 s) Icw: 5÷32 kA • Tensione nominale di tenuta ad impulso Uimp: 8 kV con onda di prova

1,2/50 s • Manovra: indipendente • Sezionamento: segnalato dalla posizione della leva di manovra • Intervento automatico: segnalato dalla posizione della leva di manovra • Installazione: orizzontale o verticale senza declassamenti delle

prestazioni nominali • Alimentazione: lato linea o lato carico senza declassamenti delle

prestazioni nominali 17.2.1.2 Sganciatori

Gli sganciatori di sovracorrente devono essere con soglia d’intervento regolabile e devono proteggere le fasi e il polo di neutro al 100% fino a 100A. Oltre 100A la protezione del polo di neutro deve essere effettuata al 60% del valore delle fasi. Gli sganciatori devono essere del tipo:

• termo magnetico (TM) o

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dott. ing. Gabriele Novembri • elettronici (LSI – LSIG – LISN – LSIGN)

in funzione di quanto indicato dagli elaborati grafici. La scelta del tipo di sganciatore deve essere in funzione delle necessità impiantistiche ed è indicato negli elaborati grafici. Comunicazione Gli interruttori devono essere predisposti per comunicare, nell’ambito di un sistema di supervisione, sulla rete di campo. Gli interruttori devono trasmettere i seguenti stati e allarmi e comandi:

• apertura, chiusura e reset dell’interruttore; • stato dell’interruttore. • messaggio interruttore scattato.

17.2.1.3 Interruttori modulari Gli interruttori di tipo modulare fino a 125A sono adatti per essere utilizzati negli impianti elettrici di bassa tensione per la protezione contro i sovraccarichi e di corto circuito delle condutture, delle apparecchiature e degli equipaggiamenti elettrici in genere. Sarà costituito da una scatola (contenitore) in materiale isolante stampato nel cui interno saranno racchiuse tutte le parti attive dell'interruttore. Tali parti attive sono costituite essenzialmente da un contatto principale fisso per ogni polo, situato sulla parte superiore del contenitore in intimo collegamento con i codoli esterni per l'attestazione delle linee in cavo. Un contatto principale mobile inferiore (uno per ogni polo) che permetta tramite una leva di comando posta sulla parte frontale del contenitore, la chiusura o l'apertura di detto contatto. Tale operazione risulterà essere indipendente dalla forza o velocità esercitata sulla leva di manovra. L'esecuzione sarà del tipo a scatto per montaggio su profilato unificato. Le caratteristiche d’intervento degli interruttori modulari devono essere, in dipendenza delle scelte progettuali rilevabili dagli elaborati grafici, di tipo:

• A (Ig = 2 - 3 In), • B (Ig = 3 - 5 In), • C (Ig = 5 - 10 In), • D (Ig = 10 -20 In).

Il Potere nominale d’interruzione (PNI) deve essere rilevato dagli elaborati grafici di progetto e deve essere sempre superiore al valore di Icc nel punto d’installazione. Il PNI deve comunque essere sempre superiore o uguale a 6kA. Il PNI deve essere riferito alla norma CEI EN 60898 ad eccezione dei quadri secondari posizionati all’interno delle cabine elettriche dove deve invece essere riferito alla norma CEI EN 60947-2. L’installazione degli interruttori modulari deve essere di tipo fisso in accordo con la normativa CEI EN 60898. L’accoppiamento meccanico tra l’interruttore ed il relativo blocco differenziale deve essere tale da non permettere la successiva separazione. Gli interruttori devono essere dotati di dispositivo per la segnalazione della posizione dei contatti sul fronte dell’apparecchio laddove indicato dagli elaborati grafici e di un sistema di chiusura a saracinesca dei morsetti in modo che sia garantito il grado di protezione IP2X sui morsetti stessi. Caratteristiche principali

• Tensione nominale di impiego Ue: 230/400 V ca • Tensione nominale di isolamento Ui: 240/415 V ca • Frequenza nominale f: 50-60 Hz • Taratura: fissa • Temperatura di riferimento: 30 °C • Manovra: indipendente • Sezionamento: segnalato dalla posizione della leva di manovra

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dott. ing. Gabriele Novembri • Intervento automatico: segnalato dalla posizione della leva di manovra • Installazione: orizzontale o verticale senza declassamenti delle

prestazioni nominali con dispositivo di fissaggio rapido (aggancio bistabile) su profilato EN 50022 mm 35

• Alimentazione: lato linea o lato carico senza declassamenti delle prestazioni nominali

• Gradi di protezione: IP40 interruttore, IP20 morsetti • Morsetti: serraggio con utensili dotati di parte terminale a taglio o a croce,

fasi separate tra loro mediante diaframma isolante • Ausiliari elettrici installabili: segnalazione posizione contatti; segnalazione

intervento su guasto; sganciatore minima tensione istantaneo o ritardato; sganciatore a lancio di corrente

• Accessori meccanici installabili: blocco a lucchetto Protezione differenziale

• Protezione differenziale istantanea, corrente differenziale nominale Idn: 30,300,500 mA

• Protezione contro gli scatti intempestivi: onda di corrente di prova 8/20 microsecondi

• Sensibilità alla forma d’onda: o Tipo AC per l'utilizzazione con corrente alternata (circuiti luce e f.m. di

uso generale); o Tipo A per l'utilizzazione con apparecchi di classe 1 con circuiti

elettronici che danno origine a correnti pulsanti e/o componenti continue (circuiti f.m. dedicata per i PC, circuiti luce in presenza di componenti – quali starter, reattori, ecc. – che danno luogo a componenti pulsanti e/o continue della corrente).

• Intervento differenziale: segnalato meccanicamente sul frontale • Pulsante di prova • Campo di intervento differenziale: 0.5-1 Idn (per correnti alternate) 0.11-

1.4 Idn (per correnti pulsanti) La fornitura si intende in opera, sul quadro, sul centralino o ovunque prevista, comprensiva di tutti gli oneri ed accessori di completamento previsti dal costruttore o necessari all'installazione, in conformità alle attuali normative vigenti, alla regola dell’arte ed alle indicazioni di progetto, per dare il lavoro finito e funzionante.

17.2.1.4 Quadri di distribuzione primaria Il sistema di quadri per distribuzione di energia in Bassa Tensione deve essere sottoposto alle prove di tipo AS secondo la norma CEI EN 61439-1:2013, o in alternativa alle prove previste dalla CEI 17-13/1 in vigore fino al 2014. Si intendono applicate le seguenti norme:

• CEI 17.113 – Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 1^: Regole generali

• CEI 17.114 – Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 2^: Quadri di potenza

• CEI 17-13/1 in vigore fino al 2014 • CEI 70.1 - Gradi di protezione degli involucri (Codice IP) • CEI 70-3 - protezione meccanica • Direttiva 2004/108/CE - compatibilità elettromagnetica

I quadri devono essere costruiti secondo un sistema di tipo modulare.

17.2.1.4.1 Struttura La struttura del quadro sarà realizzata con montanti funzionali (predisposti per fissaggio pannelli, cerniere porte, ancoraggi per eventuali affiancamenti, ecc...) in

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dott. ing. Gabriele Novembri profilati di acciaio e pannelli di chiusura (nel caso in cui l'esecuzione non sia di tipo monoblocco). Le parti metalliche costituenti una robusta struttura e le relative pannellature dovranno avere spessore non inferiore a 15/10 di mm. La struttura sarà chiusa su ogni lato e posteriormente; i pannelli perimetrali saranno fissati a mezzo di serraggi non sporgenti. Tutte le pannellature dovranno essere bordate e fissate alla struttura con viti a brugola incassate. Quelle costituenti le portine anteriori dovranno muoversi su cerniere non visibili all'esterno; la tenuta dovrà essere affidata a guarnizioni in gomma antinvecchiante e la chiusura a serratura con chiave tipo Yale o ad impronta, incassata quadra o triangolare. Le portine dovranno essere inoltre opportunamente asolate per la fuoriuscita delle leve di comando degli interruttori di potenza installati all'interno della carpenteria; tutte le asole dovranno essere rifinite con idonee cornicette coprifilo.

17.2.1.4.2 Sistemi Di Supporto Sbarre I sistemi supporto sbarre devono offrire soluzioni con diverse possibilità di gradini di corrente in relazione alla corrente nominale fino a 6300 A. Deve essere possibile la realizzazione di impianti con sistemi di reti TN-C,TN-S,IT e TT. La zona sbarre, situata nella parte centrale del quadro, tra il fronte e il retro, dovrà contenere, montato su morsettoni isolanti, il sistema di sbarre principali e le sbarre di derivazione e distribuzione agli interruttori di potenza. Le sbarre dovranno essere accessibili dal retro dello scomparto, mediante l'asportazione delle lamiere di protezione utilizzando propri attrezzi. Laddovè si interverrà su quadri esistenti, la posizione delle sbarre si adeguerà alla soluzione già in essere. Le sbarre principali e le sbarre di derivazione dovranno essere realizzate in piatto di rame elettrolitico, dimensionate per le correnti nominali e di corto circuito indicate sugli schemi elettrici. Le sbarre dovranno essere ancorate e sostenute mediante l'impiego di setti reggisbarre in materiale isolante stampato (resina poliestere con fibra di vetro), che assicurino la perfetta tenuta agli sforzi elettrodinamici che potrebbero derivare dalle correnti di corto circuito dell'impianto. Le giunzioni delle sbarre dovranno essere realizzate senza forature, mediante l'impiego di appositi morsetti. Le sbarre principali e quelle di derivazione costituiranno un sistema di distribuzione trifase con neutro.

17.2.1.4.3 Barra collettrice di terra I quadri dovranno essere percorsi longitudinalmente da una barra collettrice di terra in rame, solidamente imbullonata alla struttura metallica. Tutta la struttura e gli elementi di carpenteria dovranno essere francamente collegati fra loro mediante viti speciali, per garantire un buon contatto elettrico fra le parti. Le porte dovranno essere collegate alla struttura metallica tramite trecciole flessibili in rame aventi sezione minima pari a 16 mm2. La messa a terra degli interruttori in esecuzione estraibile dovra' essere assicurata, durante la fase di sezionamento, da una pinza strisciante su un pattino di rame collegato direttamente alla sbarra di terra. Tutti i componenti principali dovranno essere collegati a terra. Su ciascuna estremità della sbarra di terra si dovranno prevedere morsetti adatti al collegamento con cavo all'impianto di messa a terra della cabina.

17.2.1.4.4 Kit Di Montaggio Per interruttori automatici aperti, scatolati, sezionatori, apparecchi modulari così come anche contattori, deve essere disponibile un programma completo di kit dedicati allo scopo. Piastre di montaggio modulari regolabili o piastroni per uso elettrotecnico così come componenti dedicati alla ventilazione e climatizzazione

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dott. ing. Gabriele Novembri completeranno le spettro di particolari per la realizzazione anche di quadri tipici per uso industriale od automazione.

17.2.1.4.5 Kit Sbarre Prefabbricate Devono essere disponibili sistemi di collegamento di sbarre in rame prefabbricati quali:

• Kit sbarre per interruttori aperti ai cavi di collegamento • Kit sbarre per interruttori aperti alle sbarre di distribuzione verticali • Kit sbarre per interruttori scatolati ai cavi di collegamento • Kit sbarre per interruttori scatolati alle sbarre di distribuzione verticali

17.2.1.4.6 Celle Ausiliari

Le celle ausiliari potranno essere posizionate indifferentemente sopra la cella interruttore interessata o a fianco della stessa, in apposito scomparto laterale. All'interno delle celle dovranno essere previste, in accordo agli schemi elettrici, le seguenti apparecchiature:

• strumenti di misura; • commutatori amperometrici e voltmetrici; • rele' ausiliari per comandi, segnalazioni e allarmi; • dispositivi di protezione dei circuiti ausiliari; • lampade di segnalazione; • morsettiere per circuiti ausiliari.

Le celle ausiliari dovranno essere accessibili dal fronte del quadro, tramite apertura dell'apposita porta incernierata, messa a terra.

17.2.1.4.7 Sistemi di segregazione Il quadro di distribuzione primaria dovrà garantire una separazione delle sbarre dalle unità funzionali e la separazione delle unità funzionali tra loro, realizzando una forma di segregazione come descritto dagli schemi elettrici di progetto e comunque non inferiore a 2a. Dati generali

• Tensione nominale di impiego: 400 V + N; • Tensione di isolamento: 660 V; • Frequenza nominale: 50 Hz; • Tensione di prova per 60 sec. - circuiti di potenza: 2.500 V; - circuiti

ausiliari: 2.000 V; • Corrente nominale di c.to c.to: In relazione alle indicazioni di progetto; • Grado di protezione: In relazione alle indicazioni di progetto IP 3X o IP

4X; • Eventuale portella Dx/Sx: Trasparente con chiusura a chiave; • Esecuzione: In relazione alle indicazioni di progetto, con o senza vano

cavi; • Componenti plastici: Autoestinguenti secondo le norme UL 94 Grado V0,

IEC 695.2.1; • Accessori di trasporto: i quadri con altezze maggiori di 600 mm saranno

dotati di appositi golfari di sollevamento a comparsa; • Temperatura assoluta: -5 °C / +40 °C; • Valori medi temperatura: 35 °C; • Umidità relativa: = < 50 % con 40 °C di temperatura ambiente; • Altitudine s.l.m.: < 2.000 m;

Targhe Devono essere realizzate con scritte indelebili e situate in modo da essere visibili quando il quadro deve essere installato. Tali targhe riporteranno almeno:

• Marcatura CE;

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dott. ing. Gabriele Novembri • Norme di riferimento; • Nome e marchio di fabbrica del costruttore; • Numero di identificazione del quadro; • Tensione nominale Un (V); • Corrente nominale In (A); • Frequenza (Hz); • Grado di protezione (IP)

Altre informazioni tecniche in accordo con la relativa norma CEI potranno essere riportate su documenti e cataloghi riguardanti il quadro. Si rimanda allo schema unifilare del quadro per le specifiche di dettaglio.

• Quadri di distribuzione secondaria Il quadro di bassa tensione a servizio della sala regia e suoi similari devono essere progettati e costruiti avendo come riferimento:

• la regola dell'arte attuale • le prescrizioni del progettista espresse tramite la presente Norma tecnica

e gli altri documenti di progetto • le norme di riferimento • il rispetto delle esigenze funzionali, di sicurezza e di manutenzione degli

impianti nel loro complesso e dei singoli componenti. I quadri di distribuzione e per i componenti deve essere massimizzato l'uso di materiali di serie e normalizzati, la cui reperibilità sul mercato deve essere prevista per lungo tempo. Si rimanda allo schema unifilare deil quadri per le specifiche di dettaglio. Norme tecniche

• CEI 23-51 - Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare

• CEI 17.113 – Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 1^: Regole generali

• CEI 17.114 – Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 2^: Quadri di potenza

• CEI 17-13/1 in vigore fino al 2014 • CEI 70.1 - Gradi di protezione degli involucri (Codice IP) • CEI 70-3 - protezione meccanica • Direttiva 2004/108/CE - compatibilità elettromagnetica

Condizioni normali d’esercizio I quadri di distribuzione devono essere adatti all’installazione in ambienti di uso comune e particolare cura verrà data, oltre alla costruzione, anche al design. Le condizioni di normale funzionamento deve essere:

• temperatura ambiente < 40°C • grado d’inquinamento < 3

Caratteristiche elettriche • Tensione nominale d’isolamento Ui: 690 V~ • Tensione di esercizio nominale Ue: 400 V~ • Tensione nominale di tenuta ad impulso Uimp.: 8 kV / 6kV • Frequenza nominale: 50 Hz • Forma costruttiva: 1 • Classe di isolamento: 1

Le altre caratteristiche elettriche necessarie per la completa definizione dei quadri sono desumibili dai documenti di progetto. Caratteristiche costruttive I quadri elettrici di distribuzione devono avere la struttura di tipo a monoblocco o flat pack affiancabile. La struttura dell’armadio deve essere in lamiera di acciaio

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dott. ing. Gabriele Novembri verniciato con parete esterna liscia realizzata con vernici epossidiche. Le porte di chiusura devono avere un angolo di apertura di 180° per assicurare che le stesse non creino impedimento lungo le vie di fuga qualora l’installazione avvenga in locali con pubblico accesso. Le porte devono essere realizzate con vetro deve essere di sicurezza con particolare attenzione al design. I cavi devono avere accesso dall’alto o dal basso tramite apposito passacavi ad apertura variabile. La suddivisione interna avviene tramite moduli da 150 mm o superiori suddivisi da apposite spazi per l’installazione frontale di canaline in PVC auto estinguente abbondantemente dimensionate. All'interno i quadri devono essere provvisti di opportuni telai completi di profilati tipo DIN e piastre di fondo. I quadri dovranno contenere le opportune segregazioni orizzontali e verticali per dividere eventuali settori differenti. Tutte le apparecchiature montate all'interno dei quadri ed in modo particolare le parti di più frequente ispezione devono essere facilmente identificabili ed accessibili per l'esercizio e la manutenzione dei quadri stessi. Tutte le linee di alimentazione si devono attestare direttamente ai morsetti dei relativi interruttori generali, mentre le linee di distribuzione si devono attestare ad apposite morsettiere di potenza numerate, previste nella parte inferiore e/o superiore. Le morsettiere devono essere disposte in modo da poter realizzare agevolmente collegamenti interni ed esterni; devono essere in steatite o materiale con analoghe caratteristiche; devono avere viti e serraggio autobloccante provviste di pressaconduttore. Tutte le connessioni interne per correnti sino a 100A devono essere eseguite con cavi e/o conduttori di sezione adeguata alloggiati entro canalette in materiale plastico autoestinguente disposte in modo ordinato. Per correnti superiori ai 100A i collegamenti devono essere realizzati in sbarre opportunamente dimensionate. Tutti i cavi in ingresso ed in uscita dai quadri elettrici devono essere siglati alle estremità con apposite targhette segnacavi che ne identifichino il quadro di provenienza,il servizio ed il tipo di macchine (o utenza) alimentata; le varie sigle devono essere riportate sugli schemi elettrici as- built dei quadri stessi. Nel quadri deve essere installata una barra collettrice di terra di sezione adeguata; tutte le parti metalliche del quadro devono essere messe a terra. Le parti incernierate e le lamiere di sostegno per il fissaggio delle apparecchiature devono essere collegate alla struttura fissa mediante conduttori flessibili isolati di sezione non inferiore a 6mm2. La barra di terra deve essere disposta in modo da permettere un agevole collegamento dei conduttori di protezione dei cavi dell'impianto senza ostacolare i collegamenti dei conduttori attivi dei cavi stessi. Tutte le apparecchiature devono essere dotate di un porta-targhetta in materiale plastico trasparente con cartoncino intercambiabile con le indicazioni pantografate delle utenze servite riscontrabili sugli schemi elettrici di potenza e funzionali; non sono ammesse targhette di tipo adesivo. Le targhette di identificazione delle utenze devono essere serigrafate, indelebili e imperdibili. Tutti materiali e gli apparecchi devono essere rispondenti alle norme CEI, alle tabelle di unificazione CEI-UNEL. I centralini per la distribuzione in ambiente saranno del tipo da incasso a parete, di dimensioni idonee a contenere i circuiti di energia normale/emergenza e sicurezza, mediante setto di segregazione. I quadri conterranno gli interruttori di sicurezza dove espressamente indicati sugli schemi unifilari. Ove espressamente indicato nel progetto gli interruttori differenziali saranno da 30 mA istantanei del tipo a restart automatico previa verifica del circuito. I centralini avranno le seguenti caratteristiche:

o Tensione di isolamento V 690 o Tensione di esercizio fino a V 690 o Frequenza Hz 50/60

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dott. ing. Gabriele Novembri o Tensione ausiliaria V o Materiale Contenitore Tecnopolimero isolante autoestinguente o Colore esterno RAL7035 o Forma di segregazione 1 o Grado di protezione esterno (IP) 4X o Grado di protezione interno (IP) 2X

• Cavi elettrici

La presente specifica riguarda i cavi da impiegare negli impianti elettrici (distribuzione, luce, f.m. ecc.) ed ha lo scopo di fornire i dati tecnici dei cavi nonché le indicazioni principali per la loro scelta. In particolare, i cavi elettrici dovranno avere i seguenti requisiti per la sicurezza in caso di incendio:

o non propagazione dell’incendio (CEI 20-22 e varianti); o grado di isolamento Uo/U=0,6/1 kV (salvo dove diversamente indicato); o fermo restando i requisiti sopraccitati, nella scelta dei cavi bisogna tener

conto delle loro caratteristiche tecniche (temperatura massima di esercizio, temperatura massima di corto circuito);

o in tutti i tipi di posa dei cavi va rispettato il raggio minimo di piegatura indicato dal costruttore;

Per quanto sopra non riportato, valgono le prescrizioni delle norme CEI 11-17. Tipi di posa Vengono di seguito descritte raccomandazioni ed avvertenze inerenti i sistemi di posa dei cavi Pose interrate Per i tipi di posa compresi in questa categoria si tengano presenti le seguenti indicazioni: • qualora il percorso attraversi zone con presenza di solventi aromatici si

devono impiegare cavi con protezione al piombo; • si consiglia di evitare le pose in esame in presenza di agenti corrosivi, tossici

o comunque inquinanti; • cavi direttamente interrati: posa non ammessa; • cavi infilati in tubazioni interrate; posa da utilizzarsi solo con tubazioni che

hanno una adeguata resistenza meccanica. Cavi in cunicoli non praticabili Posa da preferire prevalentemente all’interno delle cabine e sale quadri. Cavi in passerella/canali metallici Consigliata all’interno dei locali per la distribuzione di ogni tipo di cavo con guaina, tale posa deve essere utilizzata in ogni area che dispone di adeguate strutture di sostegno. Essa presenta il vantaggio, rispetto alla posa interrata, di possibili ampliamenti delle linee, sia per l’osservazione diretta dello stato di conservazione dei cavi e delle tubazioni che li contengono, nel tratto che va dalla passerella/canale alla utenza. Cavi infilati entro tubazioni Posa da utilizzare fra i percorsi principali dei cavi (passerelle, canali, ecc.) e le diverse utenze, prese e illuminazione, circuiti di comando e segnalazione, ecc.. In caso di protezione completa del cavo il tubo deve essere in acciaio zincato mentre in tutti gli altri casi può essere in materiale plastico. Cavi fissati a vista su qualsiasi tipo di struttura Tale sistema di posa non è ammessa. Posa per impianti civili e similari Prevalentemente si impiegheranno cavi flessibili infilati in tubazioni di PVC pesante, rigido o flessibile. Sono ammessi cavi solo con isolamento principale purché posti all’interno di tubazioni incassate nelle pareti.

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dott. ing. Gabriele Novembri Prescrizioni riguardanti i circuiti

a) isolamento dei cavi: i cavi utilizzati nei sistemi di prima categoria devono essere adatti a tensione nominale verso terra e tensione nominale (Uo/U) non inferiori a 0,6/1 KV. Quelli utilizzati nei circuiti di segnalazione e comando, ove non diversamente specificato, devono essere a tensioni nominali non inferiori a 450/750V.Questi ultimi, se posati nello stesso tubo, condotto o canale contenenti cavi previsti con tensioni nominali superiori, devono essere adatti alla tensione nominale maggiore;

b) colori distintivi dei cavi: i conduttori impiegati nell'esecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle colorazioni previste dalle vigenti tabelle di unificazione CEI-UNEL 00721. In particolare, i conduttori di neutro e protezione devono essere contraddistinti, rispettivamente ed esclusivamente, con il colore blu chiaro e con il bicolore giallo-verde. Per quanto riguarda i conduttori di fase, essi devono essere contraddistinti in modo univoco per tutto l'impianto dai colori: nero, grigio (cenere) e marrone;

c) sezioni minime e cadute di tensione ammesse: le sezioni dei conduttori, calcolate in funzione della potenza impegnata e della lunghezza dei circuiti (affinché la caduta di tensione non superi il valore del 4% della tensione a vuoto), devono essere scelte tra quelle unificate. In ogni caso non devono essere superati i valori delle portate di corrente ammesse, per i diversi tipi di conduttori, dalle tabelle di unificazione CEI-UNEL 35024 e 35023. Indipendentemente dai valori ricavati con le presenti indicazioni, le sezioni minime dei conduttori di rame ammesse sono: • 1,5 mm² per circuiti di segnalazione e telecomando; • 1,5 mm² per illuminazione di base, derivazione per prese a spina per altri

apparecchi di illuminazione e per apparecchi con potenza unitaria inferiore o uguale a 1 kW;

• 2,5 mm² per derivazione con o senza prese a spina per utilizzatori con potenza unitaria superiore a

• 1 kW e inferiore o uguale a 2 kW; • 4 mm² per montanti singoli o linee alimentanti singoli apparecchi utilizzatori

con potenza nominale superiore a 2 kW e inferiore o uguale a 3 kW; d) sezione minima dei conduttori di neutro: la sezione dei conduttori di neutro non deve essere inferiore a quella dei corrispondenti conduttori di fase nei circuiti monofase, qualunque sia la sezione dei conduttori e, nei circuiti polifase, quando la sezione dei conduttori di fase sia inferiore o uguale a 16 mm². Per conduttori in circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mm², la sezione dei conduttori di neutro può essere ridotta alla metà di quella dei conduttori di fase, col minimo tuttavia di 16 mm² (per conduttori in rame), purché siano soddisfatte le condizioni richieste dalla norme CEI 64-8.

e) sezione dei conduttori di terra e protezione: La sezione del conduttore di terra deve essere: non inferiore a 16 mm2 (rame e ferro) se sono protetti contro la corrosione ma non protetti meccanicamente; 25 mm2 (rame) e 50 mm2 (ferro) se non sono protetti contro la corrosione; uguale a quella dei conduttori di protezione se sono protetti meccanicamente e contro la corrosione.

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dott. ing. Gabriele Novembri La sezione dei conduttori di protezione non deve essere inferiore al valore ottenuto con la formula:

Sp = (√I² t) /K dove: Sp = sezione del conduttore di protezione (mm²).

I = valore efficace della corrente di guasto che può percorrere il conduttore di protezione per un guasto di impedenza trascurabile (A).

t = tempo di intervento del dispositivo di protezione (s). K = coefficiente, il cui valore dipende dal materiale del conduttore di protezione, dall'isolamento e dalle temperature iniziali e finali. I valori di K possono essere desunti dalle Tabelle 54B, 54C, 54D e 54E delle norme CEI 64-8. Le sezioni minime dei conduttori di protezione, in alternativa alla formula sopra riportata, possono essere desunte dalla Tabella seguente, tratta dalle norme CEI 64-8/5, con le prescrizioni riportate negli articoli successivi delle stesse norme CEI 64-8/5 relative ai conduttori di protezione.

SEZIONE MINIMA DEL CONDUTTORE DI PROTEZIONE Sezione del conduttore di fase che alimenta la macchina o l’apparecchio

Conduttore di protezione facente parte dello stesso cavo o infilato nello stesso tubo del conduttore di fase

minore o uguale a 16(mm²)

= sezione del conduttore di fase

maggiore di 16 e minore o uguale a 35(mm²)

16(mm²)

maggiore di 35(mm²) metà della sezione del conduttore di fase

f) propagazione del fuoco lungo i cavi: i cavi in aria, installati individualmente, cioè distanziati tra loro di almeno 250 mm, devono rispondere alla prova di non propagazione del fuoco di cui alle norme CEI 20-35. Quando i cavi sono raggruppati in ambiente chiuso in cui sia da contenere il pericolo di propagazione di un eventuale incendio, essi devono avere i requisiti in conformità alle norme CEI 20-22;

g) provvedimenti contro il fumo: allorché i cavi siano installati, in notevole quantità, in ambienti chiusi frequentati dal pubblico e di difficile e lenta evacuazione, si devono adottare sistemi di posa atti ad impedire il dilagare del fumo negli ambienti stessi o, in alternativa, si deve ricorrere all'impiego di cavi di bassa emissione di fumo secondo le norme CEI 20-37 e 20-38.

h) problemi connessi allo sviluppo di gas tossici e corrosivi: qualora i cavi, in quantità rilevanti, siano installati in ambienti chiusi frequentati dal pubblico, oppure si trovino a coesistere in ambiente chiuso, con apparecchiature particolarmente vulnerabili da agenti corrosivi, deve essere tenuto presente il pericolo che i cavi stessi, bruciando, sviluppino gas tossici o corrosivi. Ove tale pericolo sussista, occorre fare ricorso all'impiego di cavi aventi la caratteristica di non sviluppare gas tossici o corrosivi ad alte temperature, secondo le norme CEI 20-37 e 20-38.

i) sezione minima del conduttore di terra La sezione del conduttore di terra deve essere non inferiore a quella del conduttore di protezione suddetta con i minimi di seguito indicati:

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dott. ing. Gabriele Novembri sezione minima (mm2) • protetto contro la corrosione ma non meccanicamente .............16 (rame) 16

(ferro, zinco) • non protetto contro la corrosione ................................................25 (rame) 50

(ferro, zinco) • protetto meccanicamente ............................................................norme CEI 64-

8/5 art. 543.1 tipologia cavi Cavi non propaganti l’incendio tipo FG7(O)R Questi cavi sono previsti per l’impiego generale e rispondono alle seguenti caratteristiche: • Norma di riferimento: CEI 20-13 • tensioni nominali: 0,6/1 kV • tensione di prova: 4 kV • temperatura di esercizio max.: 90°C • temperatura di corto circuito max.: 250°C • conduttore: corda rotonda flessibile di rame rosso ricotto • isolamento in gomma HEPR ad alto modulo • guaina termoplastica in PVC di qualità Rz colore grigio • colore delle anime come da norma CEI rispondenza alle norme: CEI 20-22 II– non propagazione dell’incendio; CEI 20-35 – non propagazione della fiamma; CEI 20-37 – bassa emissione di gas corrosivi in caso di incendio; CEI 20-11, 20-34 elevate caratteristiche meccaniche ed elettriche. Cavi non propaganti l’incendio tipo N07V-K Questi cavi sono previsti per l’impiego generale e rispondono alle seguenti caratteristiche: • Norma di riferimento: CEI 20-20 • tensioni nominali: 450/750 V • tensione di prova: 2,5 kV • temperatura di esercizio max.: 70°C • temperatura di corto circuito max.: 160°C • conduttore: corda rotonda flessibile di rame rosso ricotto • isolamento in PVC di qualità R2 • colore delle anime come da norma CEI • rispondenza alle norme: CEI 20-22 II– non propagazione dell’incendio; CEI

20-35 – non propagazione della fiamma; CEI 20-37 – bassa emissione di gas corrosivi in caso di incendio

Cavi resistenti al fuoco e LSZH Questi cavi sono previsti per l’impiego nei circuiti di sicurezza e rispondono alle seguenti caratteristiche: • Norma di riferimento: CEI 20-45 ed.2 • tensioni nominali: 0,6/1 kV • tensione di prova: 4 kV • temperatura di esercizio max.: 90°C • temperatura di corto circuito max.: 250°C • conduttore: corda flessibile di rame rosso • barriera ignifuga: nastro mica/vetro

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dott. ing. Gabriele Novembri • isolamento elastomerico reticolato di qualità G10 • guaina termoplastica speciale di qualità M1 di colore azzura • colore delle anime come da norma CEI • rispondenza alle norme: CEI 20-22 III – non propagazione dell’incendio; CEI

20-35 – non propagazione della fiamma; CEI 20-37, 20-38 – bassissima sviluppo di fumi di gas tossici e corrosivi in caso di incendio; CEI 20-36/4-0, 20-36/5-0 cavi resistenti al fuoco

Cavi non propaganti l’incendio tipo N07G9-K Questi cavi sono previsti per l’impiego generale e rispondono alle seguenti caratteristiche: • Norma di riferimento: CEI 20-38 • tensioni nominali: 450/750 V • tensione di prova: 2,5 kV • temperatura di esercizio max.: 90°C • temperatura di corto circuito max.: 250°C • conduttore: corda flessibile di rame rosso • isolamento in elastomerico reticolato di qualità G9 • colore delle anime come da norma CEI • rispondenza alle norme: CEI 20-22 II– non propagazione dell’incendio; CEI

20-35 – non propagazione della fiamma; CEI 20-37, 20-38 – bassissima emissione di fumi e gas tossici in caso di incendio

Cavi di Media tensione del tipo RG7H1OR Questi cavi sono previsti per l’impiego generale e rispondono alle seguenti caratteristiche: • Norma di riferimento: CEI 20-13 • tensioni nominali: 6/10 kV • temperatura di esercizio max.: 90°C • temperatura di corto circuito max.: 250°C • conduttore: corda rotonda compatta di rame rosso • isolamento con mescola di gomma ad alto modulo G7 • strati semiconduttori: elastomerico estruso pelabile a freddo • schermatura: schermo a nastri di rame rosso su ogni anima • riempitivo: materiale non igroscopico • guaina termoplastica in PVC di qualità Rz colore rosso • colore delle anime come da norma CEI • rispondenza alle norme: CEI 20-35 – non propagazione della fiamma.

• Canalizzazioni e tubazioni portacavi Tutte le canalizzazioni e le tubazioni dovranno essere conformi alle norme CEI . La posa dovrà essere eseguita in modo ordinato secondo percorsi orizzontali o verticali, paralleli o perpendicolari a pareti e/o soffitti, senza tratti obliqui ed evitando incroci o accavallamenti non necessari. Dovranno essere evitate le giunzioni su tubi di tipo corrugato o di tipo flessibile o di diametro diverso. Per le giunzioni fra tubazioni rigide e tubazioni flessibili dovranno essere impiegati gli adatti raccordi previsti allo scopo dal costruttore del tubo flessibile. Il serraggio con clips strette con viti è ammesso solo sul lato tubo rigido e se non viene abbassato il grado di protezione previsto per l'impianto.

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dott. ing. Gabriele Novembri In mancanza di indicazioni o prescrizioni diverse sulle tavole di progetto, nei locali umidi o bagnati o all'esterno canalette e tubazioni saranno in materiale isolante e tutti gli accessori per la messa in opera, quali mensole o staffe di sostegno per le canalette, morsetti di fissaggio per i tubi, dovranno essere in materiale plastico o in acciaio inossidabile. All'interno di detti locali le varie parti costituenti le canalette (tratti rettilinei, curve etc.) dovranno essere collegate fra loro mediante bulloni in nylon o in acciaio inossidabile. Negli impianti in vista (generalmente stagni) l'ingresso di tubi in cassette, contenitori e canalette dovrà avvenire tramite adatto pressatubo senza abbassare il grado di prestazione previsto. Per consentire l'agevole infilaggio e sfilaggio dei conduttori il rapporto fra il diametro interno del tubo protettivo ed il diametro del fascio di cavi contenuti dovrà essere almeno pari a: - 1,3 per le linee luce, fm e simili; - 1,3 per le linee telefoniche; - 1,3 per i cavi coassiali di impianto TV. Il diametro delle tubazioni non dovrà comunque essere inferiore a quello riportato sui disegni di progetto. Analogamente alle dimensioni delle canalette portacavi non dovranno essere inferiori a quelle riportate sui disegni e, salvo diversa indicazione o in assenza di dimensione, le canalette dovranno essere dimensionate per portare i cavi su un unico strato. Sempre allo scopo di facilitare l'infilaggio non dovranno essere eseguite più di due curve, o comunque curve per più di 180 gradi sulle tubazioni protettive senza l'interposizione di una cassetta di transito. Analogamente nei tratti rettilinei non dovrà essere superata la lunghezza di 10 m senza l'interposizione di una cassetta rompitratta. Le tubazioni interrate dovranno rispondere alle seguenti caratteristiche costruttive e di posa: (salvo diversa prescrizione di progetto o indicazione della D.L.)

- Essere di materiale termoplastico (pvc) e dotate di sufficiente resistenza allo schiacciamento;

- Avere i giunti di tipo a bicchiere sigillati con apposito collante, o di tipo filettato per evitare lo sfilamento e le infiltrazioni di acqua;

- Essere posate a non meno di 0,5 m di profondità, avendo cura di stendere sul fondo dello scavo e sopra il tubo, una volta posato, uno strato di sabbia di circa 10 cm di spessore; i tratti interrati, ove sia prevedibile il transito di automezzi, dovranno essere protetti con copponi di calcestruzzo vibrato.

- Dovranno essere previsti pozzetti di ispezione in corrispondenza ai cambiamenti di direzione e ad intervalli non superiori a 15 m nei tratti rettilinei;

- I tratti rettilinei orizzontali dovranno essere posati con pendenza verso un pozzetto per evitare il ristagno dell'acqua;

- Il tratto entrante nel fabbricato deve essere posato con pendenza verso l'esterno, per evitare l'ingresso di acqua;

- Dopo aver infilato i cavi, le estremità all'interno e/o all'esterno del fabbricato dovranno essere chiuse con un tappo e sigillate o con un passacavo stagno;

- Tutti i pozzetti dovranno essere senza fondo, o comunque con fori adeguati ad evitare il ristagno dell'acqua.

- Prima della chiusura di tracce o scavi, e di eventuali controsoffitti e/o pavimenti sopraelevati, dovrà essere avvisato con sufficiente anticipo il D.L., in modo da consentire un esame a vista delle modalità con cui è stata effettuata la posa delle canalizzazioni.

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dott. ing. Gabriele Novembri - Tutte le variazioni dei percorsi rispetto a quelli di progetto dovranno essere

preventivamente approvate dalla D.L., ed essere riportate sui disegni da consegnare alla Committente al termine dei lavori stessi.

Canaletta (asolata) in acciaio zincato Sarà forata (asolata) e ottenuta da lamiera di acciaio protetta con zincatura a fuoco sendzimir oppure, se indicato nel computo metrico o nella specifica, con zincatura a fuoco per immersione dopo le lavorazioni foratura e piegatura, corredata di coperchio. I fianchi dovranno avere un'altezza di almeno 50 mm e lo spessore dovrà corrispondere a quello indicato in altri elaborati. Per la sospensione saranno impiegate , per quanto possibile, mensole ancorate sia a profilati fissati a soffitto, sia con tasselli direttamente a parete in modo da avere sempre un lato libero. La distanza fra due sostegni non dovrà essere superiore a 1.5 m e comunque tale che la freccia d'inflessione non risulti superiore a 5 mm. La distanza della canaletta dal soffitto o da un'altra sovrapposta dovrà essere di almeno 20 cm. Il collegamento fra due tratti dovrà avvenire mediante giunti di tipo telescopico o ad incastro in modo da ottenere la perfetta continuità del piano di scorrimento dei cavi ed evitarne l'abrasione durante la posa oppure impiegando giunti ad angolo di tipo esterni e piastre coprigiunto interne. Per eseguire cambiamenti di direzione, variazioni di quota, di larghezza, ecc., dovranno essere impiegati gli accessori allo scopo previsti dal costruttore in modo da ridurre al minimo, e per dimostrata necessità, gli interventi quali tagli, piegature, etc,. In ogni caso gli spigoli che possono danneggiare i cavi dovranno essere protetti con piastre terminali coprifilo. Per il collegamento delle varie parti dovranno essere impiegati non meno di quattro bulloni in acciaio zincato o cadmiato di tipo con testa tonda e larga posta all'interno della canaletta e muniti di rondella. Nel caso fosse necessario il coperchio, questo verrà indicato di volta in volta nel computo metrico estimativo o nella specifica dei materiali e dovrà essere asportabile per tutta la lunghezza anche in corrispondenza degli attraversamenti di pareti. Per la canaletta zincata per immersione dovrà essere ripristinata la protezione nei punti in cui dovesse essere indispensabile intervenire con tagli, brusche piegature, fori, etc., oltre ovviamente alla zincatura per immersione potranno essere impiegate vernici catodiche rispetto allo zinco, quali minio o cromato di Pb. Per i canali metallici devono essere previsti i necessari collegamenti di terra ed equipotenziali, secondo quanto previsto dalle norme CEI 64-8. Nei passaggi di parete devono essere previste opportune barriere tagliafiamma che non degradino i livelli di segregazione assicurati dalle pareti. Passerella a traversine in acciaio zincato Potrà essere impiegata per il fissaggio di linee in cavo di tipo a formazione multipolare con guaina o cavi unipolari superiori a 16mmq (es. RG7OR/4 - RG7R/4 - N1VV-K - FG70R/4 FG7R/4). Sarà altresì impiegata nei cavedii a sviluppo verticale e aperti per tutta la loro lunghezza. Sarà costituita da listelli in profilato a "C" in acciaio pesante zincato a fuoco di lunghezza appropriata, secondo le esigenze in modo che risultino max due strati di cavi, fissati a mezzo morsetti fissacavi scorrevoli affiancati in materiale isolante antiurto, completi di vite e piastra di bloccaggio. Canaletta in acciaio zincato IP 40-44 Vale, in generale, quanto descritto per la canaletta di tipo asolata. La canaletta sarà dotata di coperchio fissato o a scatto o mediante moschettoni e asportabile

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dott. ing. Gabriele Novembri per tutta la lunghezza anche in corrispondenza agli attraversamenti di pareti, e sarà di tipo chiuso. Di volta in volta risulta precisato sui disegni o nel computo metrico il grado di protezione richiesto. Particolare cura dovrà essere posta affinché non risulti abbassato in corrispondenza di giunzioni, collegamenti con tubi derivati dalla canaletta, cassette di derivazione, contenitori, etc. Per i canali metallici devono essere previsti i necessari collegamenti di terra ed equipotenziali, secondo quanto previsto dalle norme CEI 64-8. Nei passaggi di parete devono essere previste opportune barriere tagliafiamma che non degradino i livelli di segregazione assicurati dalle pareti. Tubazioni in acciaio zincato • Tubo in acciaio zincato Sarà in acciaio trafilato con sezione circolare zincato. Sarà impiegato quando ritenuto necessario per la posa in vista all'interno (a parete, a soffitto, nel controsoffitto o sotto pavimento sopraelevato). Nel caso di impiego per l'esecuzione di impianti stagni (grado di protezione non inferiore a IP 44) dovranno essere impiegati i seguenti accessori in acciaio zincato:

- per le giunzioni: manicotti o raccordi in tre pezzi; - per i cambiamenti di direzione: curve ampie o curve ispezionabili stagne;

(oppure potrà essere adottato il sistema della piegatura diretta evitando però che si abbiano strozzature, diminuzioni della sezione e danneggiamenti della zincatura);

- per i collegamenti a canalette o contenitori: ghiera e controghiera. Nel caso di impiego in impianti in cui non sia richiesta l'esecuzione stagna potranno essere impiegati manicotti, curve e raccordi in lega leggera di tipo apribile, serrati sul tubo con cavallotti e viti. Dovrà in ogni caso essere garantita la continuità elettrica fra le varie parti, ed essere effettuata la messa a terra alle estremità. • Tubo flex in acciaio zincato con rivestimento in PVC (GUAINA) Sarà costituito da un tubo flessibile a spirale in acciaio zincato a doppia aggraffatura con rivestimento esterno in guaina morbida di pvc autoestinguente con campo di temperatura di impiego da -15C a +80C. La guaina esterna dovrà presentare internamente delle nervature elicoidali in corrispondenza all'interconnessione fra le spire del tubo flessibile e ciò allo scopo di assicurare una perfetta aderenza ed evitare che si abbiano a verificare scorrimenti reciproci. Per il collegamento a tubi di altro tipo, canalette, cassette di derivazione o di morsettiere dei motori, contenitori etc., dovranno essere impiegati esclusivamente i raccordi metallici previsti allo scopo dal costruttore e costituiti da: corpo (del raccordo), manicotto con filettatura stampata per protezione delle estremità taglianti e per la messa a terra, guarnizione conica, ghiera di serraggio e controdado o manicotto filettato a seconda che il collegamento sia con cassette, canalette o contenitori, oppure con tubi filettati. In ogni caso non è ammesso bloccare le estremità del tubo flessibile con raccordi del tipo a clips serrate con viti. Tubo rigido in p.v.c Sarà della serie pesante a bassissima emissione d'alogeni e resistente alla prova del filo incandescente a 850C, con grado di compressione minimo di 750 N. Potrà essere impiegato per la posa a pavimento (annegato nel massetto e ricoperto da almeno 15 mm di malta di cemento) oppure in vista (a parete, a soffitto, nel controsoffitto o sotto il pavimento sopraelevato).

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dott. ing. Gabriele Novembri Non è ammessa la posa interrata (anche se protetto da manto di calcestruzzo) o in vista in posizioni dove possa essere soggetto a urti, danneggiamenti etc.. Le giunzioni e i cambiamenti di direzione dei tubi potranno essere ottenuti sia impiegando rispettivamente manicotti e curve con estremità a bicchiere conformi alle citate norme e tabelle. Sarà anche possibile eseguire i manicotti e le curve a caldo sul posto di posa. Nel caso sia adottato il secondo metodo le giunzioni dovranno essere eseguite in modo che le estremità siano sovrapposte per un tratto pari a circa 1-2 volte il diametro nominale del tubo e le curve in modo che il raggio di curvatura sia compreso fra 3 e 6 volte il diametro nominale del tubo. Tubazioni e accessori avranno marchio IMQ. Nella posa in vista la distanza fra due punti di fissaggio successivi non dovrà essere superiore a 1 m, in ogni caso i tubi devono essere fissati in prossimità di ogni giunzione e sia prima che dopo ogni cambiamento di direzione. In questo tipo di posa, per il fissaggio saranno impiegati collari singoli in acciaio zincato e passivato con serraggio mediante viti trattate superficialmente contro la corrosione e rese imperdibili; oppure saranno impiegati collari c.s.d. in materiale isolante, oppure morsetti in materiale isolante sempre serrati con viti (i tipi con serraggio a scatto sono ammessi all'interno di controsoffitti, sotto pavimenti sopraelevati, in cunicoli o analoghi luoghi protetti). Collari e morsetti dovranno essere ancorati a parete o a soffitto mediante chiodi a sparo o viti e tasselli in plastica. Nei locali umidi o bagnati e all'esterno, degli accessori di fissaggio descritti potranno essere impiegati solo quelli in materiale isolante, le viti dovranno essere in acciaio nichelato o cadmiato o in ottone. Tubo flessibile in p.v.c. serie pesante (corrugato) Sarà conforme alle norme CEI 23-80 e alle norme della seria CEI EN 61386(serie pesante) in materiale autoestinguente, provvisto di marchio italiano di qualità. Sarà impiegato esclusivamente per la posa sottotraccia a parete,a soffitto o a pavimento curando che in tutti i punti risulti ricoperto da almeno 20 mm di intonaco oppure entro pareti prefabbricate del tipo a sandwich. Non potrà essere impiegato nella posa in vista o interrata (anche se protetto da manto di calcestruzzo) e così pure non potranno essere eseguite giunzioni se non in corrispondenza di scatole o di cassette di derivazione. I cambiamenti di direzione dovranno essere eseguiti con curve ampie (raggio di curvatura compreso fra 3 e 6 volte il diametro nominale del tubo). Avrà una resistenza allo schiacciamento non inferiore a 750 N. Cavidotto in pvc corrugato pesante per posa interrata Sarà della serie pesante con grado di compressione minima di 1250 N conforme alle tabella UNEL 37118 e alla norma CEI 23.8 - 23.29. Sarà in materiale autoestinguente provvisto di marchio IMQ. Sarà impiegato esclusivamente per la posa interrata curando che in tutti i punti risulti ricoperto da almeno 100 cm lungo le tratte e in prossimità dei pozzetti. Laddove non sia possibile raggiungere tale profondità di posa, si provvederà a ricoprire il cavidotto con getto in calcestruzzo. Lungo le tratte, ogni 25 metri massimo sui tratti rettilinei o in corrispondenza di cambi di direzione, saranno installati dei pozzetti in cemento con chiusino in ghisa nelle zone carrabili, cortili o pavimentate e nelle zone a verde. Sarà dotato di cavetto interno in acciaio zincato. Distribuzione sottotraccia per posa ad incasso Quando l'impianto è previsto per la realizzazione sotto traccia, i tubi protettivi devono essere in materiale termoplastico per i percorsi sotto intonaco, in acciaio smaltato a bordi per gli attraversamenti a pavimento. Il diametro interno dei tubi deve essere pari ad almeno 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi in esso contenuti. Tale coefficiente deve

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dott. ing. Gabriele Novembri essere di 1,5 volte quando i cavi siano del tipo sotto piombo o sotto guaina metallica. Il diametro del tubo deve essere tale da permettere di sfilare e di reinfilare i cavi in esso contenuti con facilità e senza che gli stessi risultino danneggiati. Il diametro interno non deve essere inferiore a 10 mm. Il tracciato dei tubi protettivi deve avere un andamento rettilineo orizzontale o verticale. Nel caso di andamento orizzontale deve essere prevista una minima pendenza per favorire lo scarico di eventuale condensa. Le curve devono essere effettuate con raccordi o con piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la sfilabilità dei cavi. La tubazione deve essere interrotta con cassette di derivazione ad ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura muraria e ad ogni deviazione della linea principale e secondaria. Le giunzioni dei conduttori devono essere eseguite nelle cassette di derivazione impiegando opportuni morsetti o morsettiere. Le cassette devono: • essere costruite in modo che ad installazione avvenuta, non sia possibile l'introduzione di corpi estranei. Il coperchio delle cassette deve essere apribile solo con idoneo attrezzo; • essere predisposte per l’inserimento di separatori di tensione, oppure affiancabili mediante appositi accessori che garantiscano l’allineamento. L’utilizzo di detti separatori o di cassette affiancate è necessario quando si devono separare circuiti alimentati a diverse tensioni. Gli impianti utilizzatori alimentati attraverso organi di misura centralizzati, i tubi protettivi dei montanti e le relative cassette di derivazione devono essere distinti per ogni montante. E' ammesso utilizzare lo stesso tubo e le stesse cassette solo quando i montanti alimentano lo stesso complesso di locali e risultano contrassegnati per la loro individuazione. Il numero dei cavi che si possono introdurre nei tubi è indicato nella tabella N-CAV, desunta dalla Norma CEI EN 50086, che costituisce il riferimento normativo per ogni ulteriore indicazione in merito all'argomento in oggetto. Distribuzione sottotraccia per posa a parete Negli impianti a vista i canali portacavi devono essere di materiale isolante, resistente al fuoco, antiurto. I canali portacavi devono essere rispondenti alle Norme CEI EN 50085-2-1. Gli elementi che costituiscono le canalizzazioni, siano essi a pavimento (battiscopa), a parete o a soffitto, devono possedere le seguenti caratteristiche: - materiale impiegato: PVC rigido autoestinguente antiurto; - grado di protezione: almeno IP 4X; - smontabilità con attrezzo; - resistenza all'urto a temperatura ambiente: 1 J; - resistenza all'urto a bassa temperatura: 1 J a -5 °C; - temperatura di impiego: da -5 °C a +60 °C; - reazione al fuoco secondo UL 94 grado VO; - resistenti all'invecchiamento come definito nella Norma CEI EN 50085-2-1; - resistenza di isolamento superiore a 100 MΩ. La canalizzazione dell'impianto a vista dev'essere completa di accessori: tasselli, giunzioni, angoli, scatole di derivazione, porta-apparecchi, fianchetti e chiusura di testata. In particolare: - le scatole porta-apparecchi devono essere di profondità compresa tra 25 mm e 60 mm circa; - il canale a più scomparti e le scatole di smistamento e derivazione a più vie devono garantire la separazione sia elettrica che meccanica devono avere idonei scomparti tali da realizzare l'impedenza dei circuiti. In presenza di pareti curve, la canalizzazione deve essere realizzata con uno o più canali affiancati ad uno scomparto, aventi un raggio di curvatura minimo di 50 cm (a sezione normale).

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dott. ing. Gabriele Novembri La copertura dei canali e delle scatole deve poter essere asportata solo mediante l'impiego di un idoneo attrezzo ed il sistema di fissaggio alle pareti deve garantire una buona tenuta allo strappo. L’impianto prese sarà realizzato mediante l’impiego di frutti modulari per incasso a parete del tipo: • Unel bipasso 10/16 A; • Bipasso 10/16 A; • Interbloccate + fusibili 16A 2P+T 230V; Interbloccate tipo CEE 3P+N+T 14A 400V • Interbloccata 63 A; Le postazioni di lavoro saranno dotate di gruppi prese composte da prese shuko 2P+T 10/16A, presa bipasso 2P+T 10/16A, presa fonia RJ45, presa dati RJ45. In prossimità di ogni motore saranno installati i necessari sezionamenti di sicurezza, così come richiesto dalle norme CEI 64-8.

17.3 IMPIANTO DI PRESE E FORZA MOTRICE: L’impianto prese sarà realizzato mediante l’impiego di frutti modulari per incasso a parete del tipo: • Unel bipasso 10/16 A; • Bipasso 10/16 A; • Interbloccate + fusibili 16A 2P+T 230V; Interbloccate tipo CEE 3P+N+T 14A 400V • Interbloccata 63 A; Nel palco saranno installate cassette livellabili quadrate dotate di bordo superiore regolabile tramite livellamento dall’interno in modo tale da far coincidere la cassetta con il bordo esterno del pavimento circostante. Le cassette sono realizzate in acciaio INOX e sono equipaggiate con dispositivi elettrici di serie civile a standard italiano in numero massimo pari a 14 moduli. Le cassette nella fattispecie saranno dotate di n.6 prese shuko e n.1 UNEL. Le cassette hanno protezione pari a IP20 in corrispondenza dell’uscita cavi, IP 40 fra cornice e coperchio. Le cassette sono progettate per sopportare anche carichi pesanti. Cassette livellabili a scomparsa saranno disposte nel sottopalco anche ai fini della distribuzione delle vie cavi per alimentazione elettrica e speciale. La sala regia sarà dotata di un doppio canale porta apparecchi in alluminio anodizzato da installare a parete: i canali per incasso apparecchi garantiscono l’accesso alle prese di energia, nella fattispecie n.4 UNELE e n.4 bipasso della serie civile a standard italiano. In prossimità di ogni motore saranno installati i necessari sezionamenti di sicurezza, così come richiesto dalle norme CEI 64-8.

17.4 IMPIANTO TELEFONICO E TRASMISSIONE DATI: Di seguito verranno indicate alcune precauzioni che saranno strettamente osservate nell’installazione dei cavi per la trasmissione dati e impianto telefonico, queste sono dettate dagli standard o semplicemente dall’esperienza sul campo. L’impianto elettrico di alimentazione sarà in c.a. 50 Hz. Per mantenere la compatibilità delle barriere di sicurezza (SELV) ed elettromagnetiche, i cavi di segnale devono sempre essere separati dai cavi di alimentazione elettrica.

• Massima sbinatura delle coppie del cavo dati in rame alla terminazione: 4 mm;

• Massima trazione sul cavo dati in rame: 10 kg; • Minimo raggio di curvatura, 4 volte il diametro in installazione e 8 volte in

opera; • Sguainamento massimo del cavo dati in rame: 32 mm; • Evitare accuratamente la torsione del cavo dati;

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dott. ing. Gabriele Novembri • Evitare di variare la geometria del cavo (es. schiacciamenti,

ovalizzazione); • Non posare i cavi di potenza e segnale in parallelo, ma incrociarli a 90

gradi; • Distanza minima del cavo dati dai cavi elettrici se installati in parallelo:

160 mm; • Disporre i cavi di potenza e di segnale entro canalette a norma UL94 V0; • Utilizzare cavi di potenza e di terra più corti possibile; • Non formare spire nella posa dei cavi di potenza rispettando il raggio di

curvatura raccomandato dallo standard ed evitando così il passacavi orizzontale.

La rete è basata su un cablaggio in rame che fa uso di cavi UTP per dati; il cavo utilizzato deve essere del tipo flessibile, multifilare. Ove possibile la distribuzione orizzontale avverrà all’interno di controsoffitti mediante canaline o tubazioni rigide di idonee dimensioni. Come regola generale, le canaline e le tubazioni saranno dimensionate in base ai flussi di cavi che ospiteranno, garantendo comunque un’ulteriore disponibilità di spazio utile all’interno. I passaggi dalla tubazione alla canalina avverrà mediante scatola di distribuzione. Al fine di assicurare un elevato grado di esecuzione ed estetico, tutta la tratta comprese le scatole di supporto, sarà realizzata con l’utilizzo di componenti prestampati di una stessa linea di prodotto. Le prese saranno sistemate in una scatola modulare a incasso avente tutte le seguenti caratteristiche tecniche e funzionali:

• modulari UTP a 8 posizioni/8 conduttori, tipo RJ45; • prestazioni superiori alla Categoria 6; • terminazione su blocchetti tipo 110 perpendicolari rispetto alla faccia

frontale, con perforazione di isolante IDC angolata di 45°; • terminazione di conduttori solidi o stranded, con sezione da 22 a 24

AWG; • temperatura operativa da -10 a 60° C; • dimensioni 20 x 20 x 31 mm (H x L x P); • corpo plastico resistente a forti impatti, non propagante la fiamma e

classificato UL® 94V-0 Termoplastico; • presenza di guide per il corretto instradamento delle coppie del cavo

verso gli 8 punti di terminazione; • dotazione di icone plastiche per l’identificazione; • montabili perpendicolari o inclinate a 45° sulle placche di supporto

standard; • possibilità di riterminazione dei cavi per almeno 200 volte; • forza di ritenzione del plug pari a 133N, con almeno 750 cicli di

inserimento; • Tutte le prese dovranno essere conformi al Programma di certificazione

UL. La sala prove sarà dotata di rack dati. Il rack sarà basato sulla tecnica 19” (482,6 mm) a standard EIA-310, secondo norma IEC 297-1, del tipo aperto (telaio) se alloggiato in specifici locali tecnici protetti da restrizioni d’accesso, oppure del tipo chiuso (armadio) in mancanza di tali requisiti. Le dimensioni del rack saranno 800x800x2100 e sarà dotato di porta vetro temprato da pavimento comprensivo di o pannelli di permutazione RJ45 uso dati, pannelli di permutazione uso telefonico, passacavi ad anelli orizzontali, striscia di alimentazione, prese+differenziale-magnetotermico, bretelle di permutazione UTP RJ45/RJ45 Cat 6, coppie AWG a filamenti , cassetto ottico predisposto per 24 bussole, comprensivo di bussole e connettori del tipo SC atti ad attestare i cavi in fibra in

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dott. ing. Gabriele Novembri arrivo nel quadro, cordoni di permutazione50/125 per fibra ottica SC, accessori vari di collegamento e fissaggio, così come da progetto esecutivo.

17.5 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE

Apparecchi di illuminazione di sicurezza 17.5.1I servizi di sicurezza, comprendenti la sorgente, i circuiti e gli apparecchi di illuminazione, devono assicurare l'illuminazione necessaria per la sicurezza delle persone, in caso di mancanza dell'illuminazione ordinaria. Essi dovranno essere installati negli ambienti per la cui destinazione è richiesta, dalle vigenti norme, un'illuminazione di sicurezza. Gli apparecchi per l’illuminazione di emergenza e di sicurezza, dovranno essere del tipo ad elevatissima efficienza in grado di assicurare prestazioni illuminotecniche richieste da progetto. Inoltre, gli apparecchi di illuminazione dovranno poter essere installati senza un orientamento predefinito, garantendo sempre i parametri di illuminamento previsti in progetto anche se installati a plafone, a parete o ad incasso filo muro. Inoltre sarà caratterizzato da una tecnologia elettronica che permetta la verifica immediata dell’apparecchio e del suo stato delle batterie e dovranno consentire il loro monitoraggio quando inseriti in un impianto centralizzato. Gli apparecchi di illuminazione dovranno avere le seguenti caratteristiche: Potenze: 8, 11, 18, 24 W Funzionamento: Non Permanente (SE), Permanente o Pubblico Spettacolo (SA/PS) Conformità: EN 60598-1, EN 60598-2-2, EN 60598-2-22, UNI EN 1838, UNI 11222 Grado di protezione: IP20, IP40 e IP5X minimo garantito Autonomia: non inferiore a 1h, 2h, 3h Installazioni: parete, soffitto, incasso, controsoffitto Ottica: simmetrica, in alluminio antiabbagliamento I livelli di illuminamento previsti nei singoli ambienti sono stati ricavati in conformità con i minimi dettati dalla normativa UNI EN 12464-1, palesate i cui valori vengono di seguito indicati: 300 Lux sala prove (nel progetto esecutivo si raggiungono 500 lux dimmerabili per la Zona palco; 300 lux per la Zona ascolto) ; 200 lux Locali tecnici, magazzino; 200 lux Bagni, archivi, servizi etc.

Soccorritore per alimentazione e supervisione centralizzata dell’impianto di illuminazione di 17.5.2emergenza

Il soccorritore dovrà gestire, comandare e supervisionare gli apparecchi di emergenza. Attraverso una centrale computerizzata, controlla tutte le lampade di un impianto di emergenza. La centrale è in grado di gestire e memorizzare le informazioni provenienti dalle lampade assicurando la perfetta e puntuale manutenzione dell’impianto Il soccorritore è conforme alla norma CEI EN50171, può essere installato nel locale tecnico predisposto in base alla norma CEI EN 50272-2; è dotato di batterie ermetiche al piombo senza necessità di manutenzione. Ha uscite differenziate per carico permanente (SA) e non permanente (SE); si innesca un bypass automatico in caso di guasto del soccorritore. Garantisce l’innesco di allarmi sonori in loco e remotabili per tutte le situazioni di emergenza

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dott. ing. Gabriele Novembri quali guasto inverter, funzionamento in bypass, scarica completa delle batterie, pulsante di sgancio per lo spegnimento dei circuiti. Il soccorritore deve avere le seguenti caratteristiche tecniche:

• Batterie: 2.000VA • Autonomia: 1h • Uscita: 230VAC • Ingresso/Uscita: Monofase/Monofase • Tipo batterie: Piombo

Apparecchi di illuminazione ordinari – illuminazione a LED 17.5.3Proiettore orientabile con adattatore per installazione su binario tensione di rete per sorgente LED ad alta resa con emissione monocromatica in tonalità warm White (3000K). Ottica flood (3035°). Alimentatore elettronico integrato all'interno del prodotto. L’apparecchio è realizzato in pressofusione di alluminio e materiale termoplastico, permette una rotazione di 360° attorno all’asse verticale e un’inclinazione di 90° rispetto al piano orizzontale, è dotato di blocchi meccanici del puntamento, per entrambi movimenti, e si attuano agendo con uno stesso utensile su due viti, una lateralmente all’asta e una sull’adattatore a binario. Dissipazione del calore passiva. Proiettore atto a contenere fino a due accessori piani contemporaneamente . È possibile inoltre l’applicazione di un ulteriore componente esterno a scelta tra alette direzionali e schermo antiabbagliamento. Tutti gli accessori esterni sono ruotabili di 360° rispetto all’asse longitudinale del proiettore. L’illuminazione di emergenza nel locale sala prove viene realizzata tramite proiettori alimentati da soccorritore: Proiettore per interni orientabile con adattatore per installazione su binario a tensione di rete e per sorgente LED ad alta resa con emissione monocromatica in tonalità di colore warm white. Ottica flood . Apparecchio realizzato in alluminio pressofuso. La doppia orientabilità permette una rotazione di 360° attorno all'asse verticale e un inclinazione di 90° su piano orizzontale. Blocchi meccanici del puntamento sia per la rotazione attorno all'asse verticale che rispetto al piano orizzontale. Alimentatore elettronico incorporato. L'apparecchio di illuminazione da incasso a LED deve essere in grado di garantire un risparmio energetico superiore al 50% rispetto alle tradizionali soluzioni con lampade fluorescenti T8 elettroniche.

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dott. ing. Gabriele Novembri Apparecchio di illuminazione a sospensione 17.5.4

Apparecchio di illuminazione con corpo in lamiera di acciaio con verniciatura ottenuta ad immersione per anaforesi con smalto acrilico bianco, stabilizzato ai raggi UV, per installazione in controsoffitti, versione quadrata. Completo di ottica dark light ad alveoli a doppia parabolicità in alluminio satinato o verniciato con traversini rigati per una distribuzione diffusa. L’ottica è fissata al corpo dell’apparecchio di illuminazione a scatto con cordina anticaduta. Completo di portalampada in policarbonato con contatti in bronzo fosforoso, fusibile di protezione, lampade e cablaggio con reattore elettronico. L’apparecchio di illuminazione deve essere conforme alle norme EN60598, CEI 34,21 e grado di protezione secondo le norme EN60529.

Apparecchio di illuminazione stagni 17.5.5Apparecchio di illuminazione con corpo in stampato ad iniezione, in policarbonato grigio RAL 7035, infrangibile ed autoestinguente, stabilizzato ai raggi UV, di elevata resistenza meccanica grazie alla struttura rinforzata da nervature interne. Completo di diffusore in stampato ad iniezione in policarbonato trasparente prismatizzato internamente per un maggior controllo luminoso, autoestinguente V2, stabilizzato ai raggi UV, con finitura esterna liscia per facilitare le operazioni di pulizia. Riflettore in acciaio zincato preverniciato a forno con resina poliestere stabilizzato ai raggi UV. Completo di portalampada in policarbonato con contatti in bronzo fosforoso, fusibile di protezione, lampade con potenza 18/36/58 W e cablaggio con reattore convenzionale. L’apparecchio di illuminazione deve essere conforme alle norme EN60598, CEI 34.21 e grado di protezione secondo le norme EN60529, non inferiore a IP55.

Prodotti per illuminazione lineare 17.5.6Per ottenere un’illuminazione ambientale si predispongono prodotti per illuminazione lineare con LED monocromatico bianco, realizzati su circuito flessibile bianco. La protezione esterna del prodotto è in guaina di PVC trasparente con tappi terminali. Il grado di protezione IP65 è riferita alla striscia con lunghezza integrale. Le estremità del circuito sono dotate di connettori con grado di protezione IP20. Il prodotto viene fornito in bobine di 5 metri avvolte in appositi supporti. La strip è sezionabile ad interasse di 50 mm, minimo 3 LED. Il LED è di colore bianco, 3000 K, l’alimentazione è a 12V, 24W totali, 60 led/m. Il prodotto di illuminazione lineare deve essere alimentato mediante alimentatori per led 70W a tensione costante/12 Vdc. Ciascun alimentatore deve alimentare al massimo 3 strip in linea quindi al massimo 15 m di prodotto. I cablaggi devono essere eseguiti mediante i connettori predisposti. L’alimentatore ha IP20.

Binari elettrificati dali e standard. 17.5.7I proiettori a led sono installati su binari elettrificati a loro volta pendinati a soffitto alla parte resistente dello stesso. Il binario dali è realizzato in alluminio. All’interno sono alloggiati i conduttori, racchiusi in profili estrusi rigidi di materiale isolante ad alta rigidità di elettrica. Due conduttori di alimentazione più due conduttori DALI che permettono il controllo dei prodotti (accensione, dimmerazione). Il binario standard è realizzato in alluminio, con all'interno alloggiati i conduttori, racchiusi in profili estrusi rigidi di materiale isolante ad alta rigidità elettrica. I 3 conduttori di fase con il neutro comune formano 3 circuiti distinti permettendo 3 accensioni separate.

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dott. ing. Gabriele Novembri Sistema di gestione e controllo luci dali 17.5.8

Deve essere installato un sistema di gestione e controllo delle luci dimmerabili. La centrale di controllo Permette di regolare tutte le luci dell’ambiente tramite i tasti + e –. Permette di accendere/spegnere e regolare separatamente i gruppi di lampade installate. Permette di richiamare fino a 3 scene. Permette di accendere/spegnere l’intero ambiente tramite il tasto On/Off. È dotata di un ricetrasmettitore IR per dialogare con un PC o con un telecomando. Può essere riconfigurata tramite un PC e richiamare fino ad un massimo di 7 gruppi o 7 scene (rimangono fissi i tasti +, – ed On/Off). Un sistema aperto di gestione che sfrutta il protocollo di comunicazione DALI per creare regie luminose personalizzabili e flessibili, assicurando il massimo risparmio energetico. Attraverso l’apposito pannello di controllo, è possibile selezionare e far eseguire diverse scene di luce e colore in relazione agli effetti e alle atmosfere che si intende creare. Il sistema di gestione è integrato con una tastierina a 10 tasti per la gestione di tutti i gruppi e tutte le scene configurate nel sistema. Un tasto per on/off, 2 tasti per dimmerazione, 4 tasti per gruppi, 3 tasti per scene. Installazione su scatole da incasso standard 503 (non incluse). • Controlla e richiama fino ad un massimo di 7 gruppi/scene • Gestisce max 64 carichi DALI. • Gestisce max 10 periferiche (interfaccia pulsanti, multisensore, tastiera

ausiliaria) • Soluzione Plug and Play tramite dispositivo Split and Play • Riconfigurabilità da PC dei tasti di scene e di gruppo • Gestisce tutte le sorgenti luminose (alogena, fluorescenza, incandescenza,

LED, lampada a scarica) • Gestisce lampade RGB • Può essere personalizzato con mascherine stampate • Rx/Tx IR a bordo

17.6 ILLUMINAZIONE TECNICA E STRUTTURA AMERICANA Il sistema di illuminazione tecnica deve comprendere l’installazione di profiler con sorgente di luce LED in versione Tungsten (3100K). La sorgente luminosa è composta da un array di 19LED x 10W, garantendo una proiezione completamente omogenea (senza pixel o dots) e calibrata alla medesima temperatura colore. La sorgente luminosa e ottica deve avere le seguenti caratteristiche:

• 19x10W (3A) LEDs-array • Lumen: Tungsten 5736 lm • Lux: Tungsten 12786 @2m • Peak intensity: Tungsten 51142cd • Color rendering: Tungsten >83R • Temperatura colore: Tungsten 3100K • Durata media vita LED: >50'000 ore

Funzionamento ed elettronica: • Diverse configurazioni DMX disponibili (1, 2, 3 canali) • 1 canale dimmer; • 2 canali: dimmer, dimmer fine; • 3 canali: dimmer, dimmer fine, strobe

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dott. ing. Gabriele Novembri • Interfaccia di controllo mediante display LED 4 char • Regolazione curva dimmer: 5 configurazioni selezionabili • Frequenza dei diodi anti-flicker (>400Hz) adatta per ripresa in camera • Silenziosità di funzionamento, ventilazione ad aria forzata con ventole

silenziate Corpo e alimentazione:

• Corpo in alluminio ad alta resistenza progettato per facilitare la dissipazione termica

• Progettato per essere compatibile con accessori quali spade, porta gobo/effetti, tubi-lente di altri famosi proiettori ERS

• Ambiente: IP20 • Connessioni di alimentazione Input/Output: Neutrik NAC3MPA/NAC3MPB • Connessioni di segnale Input/output: XLR3p/5p • Staffa di sospensione, maniglie posteriori e leve di serraggio ideate per

facilitare e velocizzare le fasi di montaggio e puntamento • Alimentazione: 100-240V 50/60Hz • Condizioni di esercizio: -20/45 °C • Output alimentazione per connessione di più unità in serie: fino a 8

proiettori a 230V • Consumo ad emissione massima: 230W • Peso: 9,6 kg • Dimensioni (LxAxP): 380x530x645 mm

I sagomatori devono essere montati su una struttura “americana” costituita da traliccio in alluminio a sezione quadrata con lato da 29 cm. Le caratteristiche della struttura devono essere le seguenti:

• Tubi correnti: tubo estruso Ø 50x2 mm 6082 T6. • Diagonali: tubo estruso Ø 20x2 mm 6082 T6. • Terminali: piastra in fusione d'alluminio.

La struttura metallica sarà completa di paranco elettrico, catene per paranco, cinghie ad anello in poliestere, pinze per travi in acciaio, grilli ad omega in acciaio con perno a vite filettato di portata pari a 2,00 t in modo tale da permettere il corretto funzionamento di movimentazione. Quest’ultimo sarà azionato tramite controllo per motori a tensione diretta da 4 a 8 canali e mediante l’installazione di motori di classe “F”, trifase 400 V, 50 Hz, carico limite pari a 500kg, potenza pari a 0.45 kW. Sulla struttura devono essere installati in aggiunta ai sagomatori, i proiettori Fresnel con sorgente LED nella versione Tungsteno (3100 K), di cui le caratteristiche tecniche principali corrispondono alle seguenti:

• 9x10W (3A) LEDs-array • Lumen: Tungsten 3090 lm • Lux (10°): Tungsten 6788 @2m • Peak intensity: Tungsten 27000cd • Color rendering: Tungsten >83Ra • Angolo di proiezione: zoom 10°-60° • Durata media vita LED: >50'000 ore

Funzionamento ed elettronica: • Diverse configurazioni DMX disponibili (1, 2 canali) • 1canale: dimmer • 2 canali: dimmer, dimmer fine • Interfaccia di controllo mediante display LED 4 char • Regolazione curva dimmer: 5 configurazioni selezionabili • Frequenza dei diodi anti-flicker (>400Hz) adatta per ripresa in camera • Silenziosità di funzionamento, ventilazione ad aria forzata con ventole

silenziate

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dott. ing. Gabriele Novembri Corpo e alimentazione:

• Corpo in alluminio ad alta resistenza progettato per facilitare la dissipazione termica

• Progettato per essere compatibile con accessori standard in commercio • Ambiente: IP20 • Connessioni di alimentazione Input/Output: Neutrik NAC3MPA/NAC3MPB • Connessioni di segnale Input/output: XLR3p/5p • Staffa di sospensione, maniglie posteriori e leve di serraggio ideate per

facilitare e velocizzare le fasi di montaggio e puntamento • Alimentazione: 100-240V 50/60Hz • Condizioni di esercizio: -20/45 °C • Output alimentazione per connessione di più unità in serie: fino a 16

proiettori a 230V • Consumo ad emissione massima: 100W • Peso: 5,5 kg • Dimensioni (LxAxP): 281x388x325 mm

I corpi illuminanti da montare sulla struttura americana sono gestiti da un controller che deve essere installato per il corretto funzionamento e ottimizzazione del sistema di illuminazione tecnica. Le caratteristiche del controller sono:

• Protocollo DMX-512 con 24 canali di funzionamento • 4 pagine con 12 programmi ciascuna, attivabile attraverso i 48 playback

faders • 2 Pulsanti AUX programmabili • Impostazione di dissolvenza e velocità di esecuzione per ogni singola

scena • Sound-activated: Input audio • Selettore di polarità DMX • Dissolvenza regolabile per ogni modalità di funzionamento • Blackout ad inserimento lineare • Compatibile MIDI IN/OUT • 6U rack compatibile • Connessioni:XLR 3p/5p • Alimentatore: 12V DC 500mA • Peso: 4,5kg • Misure (LxAxP): 483x267x89 mm

17.7 SISTEMA DI RIVELAZIONE INCENDI: Di seguito saranno descritte le caratteristiche del sistema di rivelazione incendi da installare presso le strutture oggetto di intervento come riportato sugli elaborati grafici.

Prevenzione d’inquinamento ambientale 17.7.1Ai fini della salvaguardia ambientale, le apparecchiature dovranno:

• Presentare parti, come imballaggi od involucri, che siano facilmente smaltibili.

• Impiegare imballaggi riciclabili • Essere di facile manutenzione • Essere smaltibile in maniera semplice e consentire un'agevole

separazione dei differenti materiali. • Presentare dei contrassegni d'identificazione incisi sui vari materiali

plastici (senza inchiostro) • Tutte le parti, incluse quelle in plastica, dovranno essere facilmente

smaltibili al termine del loro ciclo di vita nel rispetto delle norme ecologiche per la tutela dell'ambiente.

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dott. ing. Gabriele Novembri Cavi elettrici 17.7.2

Trattandosi di impianti in luogo con rischio d’incendio e con elevata presenza di persone, dovranno essere utilizzati esclusivamente cavi elettrici, installati entro canali, passerelle predisposte e tubazioni, isolati in elastomerico reticolato di qualità G10 non propagante l’incendio e a bassa emissione di fumi e gas tossici e corrosivi, con conduttori a corda flessibile di rame rosso e guaina in mescola termoplastica di qualità M1 di colore azzuro resistente al fuoco. I cavi dovranno essere conformi alle Norme CEI 20-45 II, 20-22 III, 20-35, 20-37, 20-38, 20-36/4-0, 20/36/5-0 (sigla FTG10OM1); Dovranno essere completi di sistemi di siglatura e di identificazione indelebili in maniera da poter individuare velocemente e semplicemente il circuito di appartenenza.

Cavi di collegamento loop 17.7.3I cavi che costituiscono il loop dell'impianto dovranno essere costituiti da cavo conforme alla EN50200 come prescritto dalla UNI 9795/2010. Il cavo in questione dovrà essere twistato e schermato di colore rosso, con twistatura a passo di 10 centimetri circa, grado d'isolamento 4, schermo con filo di drenaggio, halon free, resistente al fuoco per almeno 30 minuti e a bassa emissione di fumi.

Elementi di campo 17.7.4Tutti i rivelatori di fumo dovranno essere equipaggiati con caratteristiche di analisi intelligente del segnale assicurando così un elevato grado di affidabilità e attendibilità nella rilevazione incendio. I sensori dovranno eseguire complesse analisi dei segnali provenienti dall’ambiente in modo continuo, processando grandi quantità di dati grazie ad un microprocessore installato al loro interno. Questi segnali si basano su tre tipologie:

• Ampiezza (intensità del segnale), • Gradiente (Rate of rise, variazioni del valore misurato nel tempo), • Fluttuazione (piccoli ma repentini cambiamenti nel valore misurato).

I valori raccolti saranno calcolati tramite algoritmi definiti (precise regole matematiche) e caratterizzati da una serie di parametri (parameter set). Il risultato di tale calcolo opportunamente elaborato e confrontato con una serie di valori memorizzati nella banca dati del sensore produrrà il cosiddetto “livello di pericolo”, che farà decidere al sensore se inoltrare o meno alla centrale la relativa segnalazione. L’elaborazione del segnale effettuata secondo tale tecnologia permetterà di distinguere tra evento di pericolo (fuoco) e fenomeni ingannevoli e di disturbo che provocano falsi allarmi. Infatti, la tecnica usata per raggiungere il livello di pericolo non è data dalla misura istantanea di valori per determinare il superamento o meno di una soglia definita di allarme bensì più segnali sono osservati su un periodo continuativo ed elaborati secondo calcoli matematici. Oltre a ciò i rivelatori di fumo non devono essere sensibili a normali fluttuazioni di temperatura all’interno dell’intervallo di temperatura operativa del sensore, al contrario anomale variazioni di temperatura provocheranno il giusto effetto sulla risposta del rivelatore.

Rivelatore di fumo ad ampio spettro 17.7.5Il rivelatore di fumo dovrà garantire una risposta uniforme a tutti i prodotti di combustione tipici di incendi a fiamma viva con presenza di fumo e di fuochi covanti. La camera del rivelatore dovrà consentire la rivelazione di ogni tipo di fumo visibile, fumo scuro incluso. Il rivelatore di fumo dovrà essere conforme alle norme EN 54-7.

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dott. ing. Gabriele Novembri La risposta dei rivelatori dovrà essere determinata da un insieme di algoritmi memorizzati nell'unità sensibile progettati in modo tale da sopprimere le interferenze transitorie ed altri fenomeni spuri senza ridurre la capacità di rivelare incendi autentici. Il rivelatore dovrà essere in grado di eseguire un’autodiagnosi e di segnalare alla centrale sino a 4 differenti stati operativi. Inoltre dovrà essere in grado d'inviare alla centrale informazioni addizionali, contenenti tutti i dati rilevanti circa lo stato del rivelatore e dovranno consentire alla centrale un aggiornamento continuo delle informazioni relative alle condizioni ambientali in cui il rivelatore si trova. Il rivelatore dovrà essere autonomamente in grado di segnalare alla centrale impostazioni improprie di applicazione evitando in tal modo allarmi indesiderati. Le apparecchiature dovranno essere identificabili dalla centrale, in modo individuale, per tipologia di apparecchiatura, per impostazione dei parametri e per posizione geografica all'interno del sistema. Il sistema dovrà essere in grado di riconfigurarsi automaticamente secondo i parametri richiesti nel caso in cui uno o più rivelatori vengano rimossi definitivamente, reinseriti o sostituiti ed anche in assenza di alimentazione. Il rivelatore dovrà essere dotato di LED di indicazione allarme visibile a 360° (per la segnalazione di allarme di rivelatori installati in posizione difficilmente visibili come in controsoffitto). Il rivelatore di fumo sarà idoneo a funzionare in un campo di temperatura compreso tra –10°C e + 60°C. I rivelatori si potranno collegare alla centrale mediante cavo in precedenza indicato, tramite un circuito ad anello chiuso o aperto. Il sistema dovrà consentire derivazioni di rete a T senza degrado nello scambio d'informazioni tra la centrale ed i rivelatori installati sul tratto di rete a T. Il rivelatore dovrà essere protetto contro le interferenze elettromagnetiche in accordo a IEC 801-3 per valori sino a 50 V/m e da 1MHz ad 2 GHz. L’isolatore integrato nel rivelatore dovrà essere in grado di isolare cortocircuiti sulla linea bus di rivelazione in modo da non inficiare il corretto funzionamento degli altri sensori collegati sulla stessa linea.

Rivelatore di calore 17.7.6Il rivelatore di calore dovrà essere disponibile in una sola versione. La rivelazione sarà basata sul principio del gradiente della temperatura (rate of rise). Le differenti temperature a seconda delle applicazioni dovranno poter essere programmate dalla centrale mediante comandi software. Il rivelatore dovrà anche essere in grado di misurare in modo indipendente la temperatura ambiente e quella interna del contenitore in modo tale che un incremento di temperatura possa essere determinato immediatamente. Altresì il rivelatore dovrà possedere un doppio sensore termico incrementando così l’immunità a fenomeni interferenti ed, in caso di guasto di un elemento di rivelazione della temperatura ed apposita trasmissione di segnalazione alla centrale, l’altro dovrà continuare ad essere operativo non pregiudicando il corretto funzionamento del sensore. Il rivelatore di fumo dovrà essere conforme alle norme EN 54-5 e dovrà contenere un microprocessore interno per ricevere comandi ed impostazioni dalla centrale. La risposta del rivelatore dovrà essere determinata da un insieme di algoritmi memorizzati nell'unità sensibile e progettati in modo tale da sopprimere le interferenze transitorie ed altri fenomeni spuri senza ridurre la capacità di rivelazione. Gli algoritmi dovranno essere impostabili a distanza secondo 2 differenti tipologie predefinite.

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dott. ing. Gabriele Novembri Il rivelatore dovrà essere dotato di LED di indicazione allarme visibile a 360° (per la segnalazione di allarme di rivelatori installati in posizione difficilmente visibili). Il sistema dovrà essere autonomamente in grado di segnalare alla centrale impostazioni improprie di applicazione evitando in tal modo allarmi indesiderati. Le apparecchiature dovranno essere identificabili dalla centrale, in modo individuale, per tipologia di apparecchiatura, per impostazione dei parametri e per posizione geografica all'interno del sistema. Il rivelatore non dovrà richiedere la predisposizione di alcun interruttore per l'inserimento dell'indirizzo delle apparecchiature. Il rivelatore dovrà essere in grado di riconfigurarsi automaticamente secondo i parametri richiesti nel caso in cui uno o più rivelatori vengano rimossi definitivamente, reinseriti o sostituiti ed anche in assenza di alimentazione. L’isolatore integrato nel rivelatore dovrà essere in grado di isolare cortocircuiti sulla linea bus di rivelazione in modo da non inficiare il corretto funzionamento degli altri sensori collegati sulla stessa linea. I rivelatori saranno collegati alla centrale locale tramite un circuito a due conduttori sorvegliato totalmente mediante cavo in precedenza indicato, tramite un circuito ad anello o aperto. Il sistema dovrà consentire derivazioni di rete a T senza degrado nello scambio d'informazioni tra la centrale ed i rivelatori installati sul tratto di rete a T. Il rivelatore di calore sarà idoneo a funzionare in un campo di temperatura compreso tra –25°C e + 50°C o tra –25°C e + 70°C in funzione del tipo di parametrizzazione. Il rivelatore dovrà essere protetto contro le interferenze elettromagnetiche in accordo a IEC 801-3 per valori sino a 50 V/m nel campo da 1MHz ad 2 GHz.

Pannello allarme incendio 17.7.7Il pannello di allarme ottico acustico completo di pellicola con scritta ALLARME INCENDIO, dovrà fornire quando necessario chiare e semplici informazioni visive ed acustiche. L’avviso sarà dato da un suono continuo o intermittente e da una scritta illuminata mediante LED ad elevata luminosità, da una luce fissa o intermittente. Il pannello deve essere conforme allo norma EN54. Dovrà essere realizzato in contenitore plastico (ABS autoestinguente) con frontale in policarbonato con le seguenti caratteristiche :

• Alimentazione: tensione nominale 24 VDC • Assorbimento massimo: 130 mA • Pressione sonora: 98 dB (A) • Grado di protezione minimo: IP40

Pulsante allarme incendio 17.7.8L'allarme dovrà essere attivato mediante la rottura del vetro senza la necessità di strumenti speciali, come ad esempio il martelletto. La finestra in vetro dovrà essere progettata in modo tale da evitare di ferire chi procede all'azionamento. Il pulsante di allarme dovrà essere collegabile insieme agli altri dispositivi come i rivelatori di fumo su un’unica linea di rivelazione. Il pulsante d'allarme dovrà essere in grado d'isolare i cortocircuiti sulla linea di rivelazione per evitare di inficiare il funzionamento degli altri rivelatori collegati sulla stessa linea di rivelazione. La funzione d'isolamento dovrà essere ripristinata su richiesta dalla centrale, quando la condizione di cortocircuito verrà eliminata. Il pulsante d'allarme dovrà possedere un numero di identificazione unico memorizzato nei propri circuiti elettronici, accessibile dalla centrale.

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dott. ing. Gabriele Novembri Il pulsante d'allarme dovrà essere sorvegliato e segnalare ogni anomalia (ad es. aumento della resistenza dei contatti di attuazione d'allarme) alla centrale nonché la condizione di guasto. Il pulsante d'allarme dovrà incorporare un LED per segnalare otticamente la sua attivazione. Dovrà essere possibile verificare il funzionamento del pulsante d'allarme senza rompere il vetro della finestrella. La rimozione forzata di un pulsante d'allarme dovrà generare una segnalazione di guasto. Il pulsante d'allarme dovrà risultare conforme agli standard EN 54-11. Il pulsante dovrà essere idoneo alla installazione sia in ambienti chiusi che all’aperto ed anche all’applicazione in montaggio incassato. Dovrà essere possibile montare la parte contenente l'elettronica separatamente e solo prima della messa in servizio onde evitare ogni possibile danno dovuto ai lavori d'installazione. L’housing dovrà essere disponibile in vari colori: rosso, giallo ,blu, verde. Il pulsante di allarme sarà idoneo a funzionare in un campo di temperatura compreso tra 0°C e + 50°C. La costruzione elettrica dovrà avere un grado di protezione minimo IP44.

Attuatori e moduli di comando 17.7.9L’impianto di rivelazione incendi sarà dotato di moduli di interfaccia ed attuatori per l’interfaccia con alcuni impianti tecnologici; inoltre saranno ubicati come da indicazioni planimetriche dispositivi per la segnalazione manuale e ottico-acustica.

• moduli di interfaccia ed attuatori per il comando dei magneti di ritenuta delle porte tagliafuoco, dei pannelli ottico-acustici di allarme incendio e per l’arresto dei ventilatori delle unità di trattamento aria;

• moduli di interfaccia ed attuatori, completi di modulo di conferma dell’avvenuta azione, per il comando delle serrande tagliafuoco dei canali di mandata e ripresa aria;

• moduli di comando per consentire l’azionamento di apparecchiature o lo sgancio di alcuni interruttori, al fine di porre in condizione di sicurezza l’impianto (azionamento estrattori, sgancio porte e serrande di compartimentazione, ecc…);

• Pulsanti manuali di allarme ubicati in locali presidiati e lungo le principali vie di fuga; elettronica con circuito ad auto-indirizzamento. Completo di dispositivo di isolamento di corto circuiti sulla linea di rivelazione. Attivazione mediante azione su lastra in vetro con punto di rottura. Idoneo al montaggio superficiale in ambienti asciutti. Installazione su linea di rivelazione a 2 conduttori: completo di diodo Led rosso per l'indicazione locale dello stato di attivazione.

Morsetti di collegamento: 0,2...1,5 mmq Temperatura di esercizio: -25...+60 gradi C; Umidita': <=100% relativa; Grado di protezione: IP54.

o Pannelli di segnalazione ottico-acustica di allarme incendio lungo i corridoi e negli spazi comuni; Il Pannello di segnalazione sarà dotato di pittogramma con scritta "ALLARME INCENDIO". Possibilità di settare il suono e la segnalazione luminosa o come impulsiva o come fissa.

• Realizzato in contenitore plastico con frontale in plexiglass Livello sonoro: 98 dB; Alimentazione: 24 Vdc;

• Assorbimento: 130 Ma. o Sirene per esterno autoalimentate con tensione ingresso 24 VDC.

• Assorbimento massimo: 1,6 A; • Pressione sonora: 100 dB a 3 metri;

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dott. ing. Gabriele Novembri • Grado di protezione: IP 54; • Temperatura di esercizio: da -25°C a +55°C; • Completa di Batteria: 1 x 12 V 1,9 Ah.

o Elettromagnete box alluminio rinforzato per muro. Elettromagnete inserito in contenitore in alluminio rinforzato dotato di due passa filo 20,5 mm montati nella parte superiore, e di un pulsante di sblocco di colore rosso nella parte inferiore. Il dispositivo meccanico inserito nel centro della bobina magnetica permette, nel momento in cui si toglie tensione alla bobina, lo sganciamento immediato della porta tagliafuoco eliminando la possibile resistenza dovuta alla persistenza di megnetismo residuo.

• L’Elettromagnete viene installato al fine di mantenere aperte le porte tagliafuoco o di passaggio e rilasciarle automaticamente in caso di allarme incendio. Completo di contro-placca. Staffa in acciaio e supporto in alluminio. Dotato di pulsante di sblocco. La placca di fissaggio consente l'installazione a pavimento a soffitto e a parete sia in posizione assiale che perpendicolare rispetto alla porta. Altezza totale, registrabile, di 15 cm.

• Alimentazione: 24 VDC / 60 mA • Forza di tenuta: 50 Kg • Alimentazione elettrica: Versioni ordinabili : 24 Vcc, Potenza nominale a

20°C 2 watt • Grado di protezione IP 42 • Collegamento elettrico Doppio connettore • Conformità EN 1155

o Combinatore telefonico per invio di chiamata di emergenza su linea telefonica dedicata; A sintesi vocale dotato di 2 canali, 10 numeri, funzione "seguimi" memoria non volatile per le selezioni ed i messaggi della sintesi; possibilità di messaggi con durata sino a 10 s. Interfaccia attivazioni canali con ingressi di tipo bilanciato. Protezione anti-rimozione.

• Alimentazione: 12 Vcc Completo di batteria 12 Vcc 5,7 Ah. Omologato PPTT e certificazione IMQ.

Modulo di comando ingresso/uscita 17.7.10Il modulo dovrà fornire un'interfaccia tra le uscite di comando della centrale e i dispositivi come porte tagliafuoco, impianti di aspirazione del fumo, barriere antifumo, segnalazioni, ecc. I contatti di comando del modulo dovranno essere compatibili per 30 Vdc - 2A. Le uscite di comando dovranno poter essere attivate, mediante programmazione, da ogni rivelatore collegato allo stesso sistema di rivelazione incendio. Dovrà essere possibile disconnettere il modulo di comando anche operando tramite tastiera dalla centrale o da un suo terminale. Per l'attivazione delle uscite dei relè di comando non dovrà essere richiesta alcuna alimentazione addizionale. Il modulo di comando potrà essere collegato alla centrale mediante la normale rete interattiva bipolare. Il modulo di comando dovrà essere a microprocessore, dovrà avere un proprio numero di identificazione e dovrà essere equipaggiato con un separatore/isolatore di linea senza per questo perdere la funzione di controllo e di conferma. Inoltre dovrà ritornare al suo stato normale non appena verrà eliminato il cortocircuito. La sua funzionalità dovrà essere indicata otticamente da un opportuno LED. Sia il LED che il pulsante dovranno essere accessibili solamente a contenitore aperto. La sezione dedicata ai n. 2 ingressi interattivi, avrà ingressi separati, ognuno dei quali con

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dott. ing. Gabriele Novembri proprio indirizzo e totalmente sorvegliati. I terminali di collegamento e i componenti elettronici dovranno essere disponibili separatamente al fine di poter effettuare il cablaggio prima di inserire il modulo elettronico e/o per inserirlo in eventuali altri idonei contenitori. Dovrà essere possibile sostituire le parti elettroniche senza rimuovere la morsettiera per il cablaggio. Il modulo sarà idoneo a funzionare in un campo di temperatura compreso tra –20°C e +60°C. Alloggiato in contenitore per montaggio a vista e idoneo alla installazione su barra omega con un grado di protezione minimo IP30. Il modulo di comando dovrà essere protetto contro le interferenze elettromagnetiche in accordo alla EMC Directive 2004/108/EC.

Elettromagnete 17.7.11L’ elettromagnete dovrà essere inserito in contenitore in alluminio rinforzato, dotato di un pulsante di sblocco di colore rosso nella parte inferiore e in grado di sviluppare una forza di tenuta adeguata come di seguito indicato. Il dispositivo meccanico inserito nel centro della bobina magnetica permette, nel momento in cui si toglie tensione alla bobina, lo sganciamento immediato della porta tagliafuoco eliminando la possibile resistenza dovuta alla persistenza di magnetismo residuo. La chiusura della porta tagliafuoco sarà assicurata dai dispositivi a molla. Dovrà possedere le seguenti caratteristiche:

• Forza di tenuta non inferiore a: 40 kg • Alimentazione. 24 VDC • Potenza assorbita: 2 watt • Grado di protezione minimo: IP42 • Conformità: EN 1155

Stazione di alimentazione 17.7.12• Stazione di alimentazione con sezione ricarica batterie, in grado di

alloggiare due batterie da 12 Vdc 17 Ah in box metallico. Completa di 1 relais di allarme per segnalazione guasto.

• La stazione di alimentazione deve essere dotata di una serie di fusibili per la protezione della linea di alimentazione di rete, della batteria e di 2 uscite. Devono essere presenti inoltre, diversi contatti di scambio per la segnalazione remota degli allarmi, led che indicano lo stato delle uscite dell’alimentatore. Caratteristiche:

• Alimentazione: 230 VAC • Tensione in uscita: 27,6 VDC • Corrente massima: 5 A • Conformità: EN54-4

Rivelatori lineari di fumo 17.7.13Rivelatore lineare di fumo, composto da un’unica unità ottica (TRX) e da due riflettori da porsi sul lato opposto. Raggio di protezione compreso tra 5 e 70 metri oppure sino a 100 con speciale riflettore. Sensibilità regolabile su sei livelli con due variabili in funzione dell’ambiente. Controllo automatico del guadagno per compensazione perdita del segnale a causa impolveramento. Facile allineamento grazie alle manopole di regolazione, al mirino d’allineamento ed alla lettura digitale della potenza del segnale. Contatto di allarme e di guasto. Grazie ad apposita interfaccia integrata il rivelatore può colloquiare con centrale ed il suo indirizzo viene programmato per mezzo di selettori rotanti (da 01 a 99). Certificato CPD in accordo alla normativa EN 54 parte 14. Tensione di funzionamento 15-32Vcc. Assorbimento a riposo 2 mA, in allarme 8,5 mA. Temperatura di funzionamento da -30°C a +55°C. Umidità relativa sino a 93% (senza condensa). Grado di protezione IP54.

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dott. ing. Gabriele Novembri Centrale antincendio convenzionale a 4 zone 17.7.14

La centrale verificherà ed elaborerà i segnali di uscita dei rivelatori in accordo con i dati predefiniti dall'utente. La centrale dovrà soddisfare totalmente i requisiti della norma EN 54 parte 2 e 4. La centrale dovrà essere in grado di effettuare il riporto immediato e completo di tutti gli allarmi con attivazione simultanea delle uscite e delle sirene alimentate direttamente dal loop di rivelazione. Altresì dovrà essere in grado di gestire il trattamento dei diversi livelli di pericolo e dei vari tipi di segnalazione degli apparati di campo per consentire l’adozione di contromisure differenziate, in particolare dovrà saper discriminare tra:

• Allarmi • Pre-allarmi • Guasti apparato • Anomalie apparato • Esclusioni apparato • Isolatori apparato attivato • Limiti di compensazione deriva rivelatore superato • Applicazioni rivelatore non idonee

Inoltre la centrale dovrà essere in grado relativamente ai segnali dei livelli di pericolo dagli apparati di mantenerli sino al reset di sistema, anche se il relativo apparato viene scollegato. In fase di lettura degli apparati collegati sui loop, la centrale deve essere in grado di utilizzare la funzione di configurazione automatica che consente la lettura di tutti i device collegati da parte della centrale e il loro assegnamento a zone individuali. Tutte le uscite di comando risultano attive in caso di allarme. La centrale dovrà possedere internamente un orologio integrato in grado di effettuare automaticamente ed autonomamente la commutazione ora legale/ora solare. La centrale dovrà essere in grado di compiere autonomamente un continuo controllo ed auto-test dei rivelatori e delle schede installate all’interno di essa senza inficiare in alcun modo sulle funzionalità di rivelazione. L’impianto rivelazione incendi sarà realizzato con i seguenti tipi di cavo:

• Cavi FG10(O)M1 0,6/1kV non propaganti l’incendio CEI 20-22 III, resistenti al fuoco CEI 20-36, a ridottissimo sviluppo di fumi opachi e gas tossici, con assenza di gas corrosivi CEI 20-37 (attuatori);

• Cavi twistati e schermati in alluminio 2x1mm. non propaganti l’incendio CEI 20-22 II, grado 4 (loop rivelazione incendi).

Dovrà essere inoltre rispettata la configurazione di centrale di seguito descritta nonché le relative caratteristiche:

• gestione fino a 32 rivelatori di tipo convenzionale • Numero illimitato di pulsanti • 2 uscite sirene monitorate • 1 uscita guasto Form C • 1 uscita relè incendio Form C • Fusibili resettabili • Funzione “one man test” (test eseguibile da parte di un solo tecnico) • Innesco manuale dell’allarme incendio • Certificazione EN54-2/4 • Ingresso “class change” (con cambio di stato) • Led visualizzazione stato • Chiave di sicurezza per commutare tra livelli d’accesso 1 e 2 • Inclusione / esclusione indipendente di ogni zona e delle suonerie; • Contenitore di plastica ABS; • Consumo 50 mA 230Vac; • Temperatura di funzionamento -5C° +40C°;

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dott. ing. Gabriele Novembri • 1 batteria da 12 V/7 Ah (non inclusa) alloggiabile internamente

17.8 SISTEMA AUDIO-VIDEO PROIEZIONE-REGISTRAZIONE : L’impianto audio dovrà essere previsto per garantire l’ascolto dei brani musicali eseguiti nella sala prove, sia nella zona palco sia nella zona antistante. Saranno predisposti diffusori passivi a tre vie 400W AES 126dB SPL da pendinare alla struttura resistente della copertura della sala prove, aventi le seguenti caratteristiche: Componenti:

• 2 Woofer da 8’’ con bobina da 2’’, di cui uno coassiale con HF Driver a compressione da 1", membrana in titanio e bobina da 1,4’’

• Guida d’onda conica 100°x100° (HxV) • Impedenza: 8Ohm • Amplificatore consigliato: fino a 800W RMS/8Ohm • Sensibilità: 97dB @1W/1m • Risposta in frequenza: 70-18000Hz (±3dB) • Frequenza di crossover: 200/2000Hz • Range consigliato per HPF esterno: da 80Hz a 120Hz • Filtro passivo con protezione sul driver

Connessioni

• Connettori Speakon NL-4 in/out Neutrik • Costruzione cabinet: • Profilo trapezoidale asimmetrico con doppia angolazione (25°/45°) • Cabinet in multistrato di betulla da 15mm • Sistema di sospensione rapida flytrack o golfare M8 su 6 punti • Adattatore per supporto a stand di 35mm

Applicazioni:

• Diffusore ad elevata definizione suggerito per la produzione vocale e musicale, in situazioni live o di riproduzioni registrate

• Per sonorizzazione di qualità in ambienti dove siano richieste dinamica e elevata pressione sonora

System type Passive – 3 way Built-in amp (W/EIAJ) AES / Program Power 400W / 800W Recommended amp up to 800W RMS Input impedance 8Ohm Coverage angle 100°x100° (HxV) Frequency response 70-18.000Hz (±3dB) Low frequency 8”Nd woofer / 2” coil Low/High frequency 8” woofer / 1” driver coaxial Input sensitivity 97dB @1W/1m (Free Field) Max SPL-Cont./Peak 120/126dB (Free Field) Crossover frequency 200/2000Hz Protection HF signal compression Trapezoidal taper 25°-45°

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dott. ing. Gabriele Novembri

Input connections Neutrik NL4 Speakon in/out Weight 17kg Dimensions (WxHxD) 240x480x260mm Sulla struttura americana devono essere installati diffusori attivi bi-amplificati in classe D, a due vie 1000W+400W, 131 Db SPL con le seguenti caratteristiche:

Componenti: • Woofer Nd da 15’’ con bobina da 3’’ • HF Driver a compressione con gola da 2’’, membrana in titanio e bobina

da 3’’ • Guida d’onda a direttività costante 90°x60° (HxV) • Elettronica: • Sistema di bi-amplificazione in classe D 1400W (1000W LF + 400W HF) • DSP audio con 4 preset (full range-HPF-coupling-monitor) per la

selezione della risposta in frequenza ottimale del diffusore • Pannello di controllo: selezione dei preset DSP, volume, indicatore di

livello a led, indicatori di clip e protezione

Costruzione cabinet: • Profilo trapezoidale asimmetrico con doppia angolazione (45°/30°) • Cabinet in multistrato di betulla da 18mm • Sistema di sospensione rapida flytrack o golfare M8 su 6 punti • Adattatore per supporto a stand di 35mm

Connessioni:

• Connettori XLR in/out Neutrik; Powercon in/out

Applicazioni: • Diffusore ad elevata definizione suggerito per la produzione vocale e

musicale, in situazioni live o di riproduzioni registrate • Per sonorizzazione di qualità in ambienti dove siano richieste dinamica e

elevata pressione sonora • DSP preset per impiego front-fill, monitor near-field e mid-field, sezione

medio-alti, in array System type Active – 2 way Built-in amp (W/EIAJ) 1400W (1000W LF + 400W HF) AES / Program Power Recommended amp Input impedance 10KOhm Coverage angle 90°x60° (HxV) Frequency response 45-18.000Hz (±3dB) Low frequency 15” Nd woofer / 3” coil High frequency 2” driver / 3” coil Input sensitivity 4dBu (1,228Vrms) Max SPL-Cont./Peak 125/131dB (Free Field) Crossover frequency 1100Hz User controls full range-HPF-coupling-monitor Protection RMS limiter, fast limiter, temp

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dott. ing. Gabriele Novembri

Trapezoidal taper 45°-30° Connections Neutrik XLR in/out; Powercon in/out Weight 34kg Dimensions (WxHxD) 430x743x405mm Fuori dalla zona del palco devono essere installati diffusori subwoofer amplificati in classe D da 1500W, 134 dB SPL: Componenti:

• Woofer Nd da 18’’ a lunga escursione con bobina da 4’’

Elettronica: • Sistema di amplificazione in classe D 1500W • DSP audio con 4 preset (punch-extended low-coupling-infra) per la

selezione della risposta in frequenza ottimale del diffusore • Pannello di controllo: selezione dei preset DSP, volume, indicatore di

livello a led, indicatori di clip e protezione

Costruzione cabinet: • Cabinet in multistrato di betulla da 24mm • Adattatore per supporto a stand di 35mm

Connessioni:

• Connettori XLR in/out Neutrik; Powercon in/out Applicazioni:

• Diffusore per il rinforzo della gamma bassa suggerito in situazioni live o di riproduzioni registrate

• Per sonorizzazione di qualità in ambienti dove siano richieste dinamica e elevata pressione sonora

• Per installazioni in teatri o sale congressi grazie alla eccellente qualità acustica

System type Active – bass reflex Built-in amp (W/EIAJ) 1500W AES / Program Power Recommended amp Input impedance 10KOhm Coverage angle omnidirectional Frequency response 30-150Hz (±3dB) Low frequency 18” Nd woofer / 4” coil Input sensitivity 4dBu (1,228Vrms) Max SPL-Cont./Peak 128/134dB (Free Field) User controls punch-extended low-coupling-infra Protection RMS limiter, fast limiter, temp Connections Neutrik XLR in/out; Powercon in/out Weight 51kg Dimensions (WxHxD) 561x700x620mm

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dott. ing. Gabriele Novembri Le apparecchiature dovranno essere alimentate tramite cavi di potenza flessibili a 2 conduttori da 2.5 mmq, diametro esterno 8; la gestione avverrà tramite mixer digitale a 16 ingressi collegato mediante cavi DMX 120 ohm 3 poli. Schermatura 90%, diametro esterno 5.40 mm. Il cavo bilanciato dovrà avere schermatura al 92%, diametro esterno 6.35 mm. Il mixer digitale avrà le seguenti caratteristiche:

• 16 Ingressi Mono (TRS + XLR), 3 Ingressi Stereo (TRS) • 4 FX Return Stereo • 4 FX Return Stereo • 16 Bus

Mix Out (LR, Mono Mix 1-4, Stereo Mix 1-3) • 4 Motori FX • Digital Out AES • Montabile a rack da 19" • GEQ 1/3 Ottava, compressore e delay su Main LR e Mix Mono Out • Insert, PEQ 4 bande, compressore e delay sulle uscite Mix Stereo • Generator di segnale integrato

Dovrà essere predisposta una coppia di controller stereo DPS feedback con le seguenti caratteristiche:

• filtri notch di precisione a pendenza rapida per ogni canale stereo • Parametri editabili dei filtri • Esclude il feedback in impianti di sonorizzazione • 4 preset dalla fabbrica, 16 preset utente • Possibilità di funzionamento mono o a 2 canali • Risoluzione AD/DA a 24bit • Attenuazione 45 dB • A scelta controllo continuo dei segnali oppure impostazione manuale dei

filtri • Display 2x20 dot matrix retroilluminato • Livelli di ingresso e uscita regolabili • Funzione bypass • Ingressi e uscite XLR bilanciati e jack 6.3 mm • Montaggio in rack 19’’ • Banda passante: 20-20000 Hz • Alimentazione 230 V/50 Hz/ 20VA

Per permettere la registrazione dei brani musicali eseguiti in sala prove dovranno essere appesi, sui binari elettrificati della sala, i microfoni aventi le seguenti caratteristiche:

• Capsula : Condensatore polarizzato permanentemente • Caratteristica polare: Cardiode • Risposta in frequenza: 30-20000 Hz • Sensibilità con circuito aperto: 39 dB • Impedenza: 250 ohm • Max livello sonoro ingresso: 139 dB • Gamma dinamica: 115 dB • Rapporto segnale/rumore: 70 dB • Attenuazione bassi: 80 Hz • Requisiti di alimentazione: 11-52 V C.C. • Connettore di uscita: spinotto integrato XLR- 3 poli

Per l’impianto di video proiezione dovrà essere predisposto uno schermo per proiezione di dimensione 500x375 a comando elettrico con cassonetto in allumini verniciato. Il motore elettrico di comando è monofase, alimentazione 200

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dott. ing. Gabriele Novembri V-50 Hz, IP44, 17 giri al minuto. La potenza nominale è pari a 120 W. Il fissaggio dello schermo deve avvenire mediante staffaggi alla struttura in alluminio predisposta per l’illuminazione tecnica. Lo schermo deve essere di tipo ignifugo. La tela deve essere in doppia foglia di PVC per garantire l’eliminazione di imperfezioni create da fonti luminose poste dietro la superficie di proiezione. Lo schermo servirà da supporto al video proiettore che dovrà essere installato a parete ad un’altezza consona per permettere la video proiezione. Il video proiettore dovrà avere le seguenti caratteristiche:

IMMAGINE Tecnologia di proiezione 3 x 1,93 cm (0,76") Display LCD con MLA Risoluzione nativa 1920 x 1200 (WUXGA) Rapporto di contrasto 1 6000:1 Luminosità 1 6200 ANSI Lumen (ca. 80% in Eco Mode), con std. lente opzionale Lampada 350 W UHP AC (264 W UHP AC Modalità eco) Durata lampade [ore] 3000 (4000 Modalità eco, 2000 Modalità funzionamento verticale) Obiettivo 6 lenti opzionali attacco di montaggio rapido Rapporto di proiezione in base all'ottica selezionata (opz. std. NP13ZL, 1,5-3,02:1) Distanza di proiezione [m] 0.7 (NP11FL) - 76.4 (NP15ZL) Dimensioni Schermo (diagonale) [cm] / [inch] Massimo: 1.270 / 500"; Minimo: 76 / 30" zoom Manuale (x2 con lente opzionale NP13ZL) Focus Manuale Risoluzioni supportate 4096 x 2160 (4k); 2560 x 1600 (WQXGA); 2048 x 1080 (2k); 1920x1200 (WUXGA) - 640x480 (VGA); 1080i/50/60; 1080p/24/25/30/50/60; 720p/60; 720p/50; 576i/50; 576p/50; 480p/60; 480i/50 Frequenza Orizzontale: analogico 15/24-100 kHz, digitale: 15/24-153 kHz; Verticale: analogico: 48-120 Hz, digitale: 24-120 Hz CONNETTIVITÀ Computer analogico Ingresso: 1 x 5BNC, diviso con Segnale a Componenti (YPbPr); 1 x Mini D-sub 15-pin, compatibile con Component (YPbPr) Connettori Digitali Ingresso: 1 x Porta Display; 2 x HDMI™ che utilizza HDCP (tecnologia di protezione da copia) Uscita: 1 x HDMI Video Ingresso: condivisione 1 x BNC R S-Video Ingresso: condivisione 1 x BNC G/B Audio Ingresso: 1 x supporto audio DisplayPort; 2 x 3.5 mm Stereo Mini Jack per ingresso analogico Computer; 2 x supporto audio HDMI Uscita: 1 x 3.5 mm mini jack stereo (variabile) Controllo Ingresso PC: 1 x D-Sub 9 pin (RS-232), Ethernet USB 1 x Tipo A (USB 2.0 velocità alta) 3D Sync Uscita: 1 x Mini DIN 3pin Signali Video NTSC; NTSC443; PAL; PAL60; PALM; PALN; SECAM TELECOMANDO Ingresso: 1 x Presa 3,5 mm Telecomando 3D Setup; Auto Adjust; Controllo Eco Mode; Correzione Geometrica; DisplayPort; Edge Blending; Formato immagine; Funzione di fermo; Funzione help; Funzione PBP/POP; Funzione PIP; Gestione sorgenti; HDMI; Immagine Test; Multiscreen; Mute Immagine; Pagina (su, giù); Power (On-OFF); Regolazione dell'immagine; Regolazione volume; Selezionare (su, giù, sinistra, destra); Zoom digitale CARATTERISTICHE ELETTRICHE Corrente elettrica 100-240 V AC; 50 - 60 Hz Consumo di Energia [W] 460 (Normal) / 362 (Eco) / 4.9 (Network Stand-by) / 0.16 (Stand-by); Ruhemodus (Lampe aus): 16 CARATTERISTICHE MECCANICHE Dimensioni (l x a x p) [mm] 499 x 142 x 359 (senza piede o ottica) Peso [kg] 8,4

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dott. ing. Gabriele Novembri Rumore delle ventole [dB (A)] 33 / 39 (Eco / Normale) Nella sala regia sarà installato un dac recorder, registratore ad alta definizione per le attività di registrazione, avente le seguenti specifiche tecniche: RECORDING MEDIA:

D cards 512 MB – 2 GB SD 4–32 GB SDHC

CF cards 1–64 GB Type I

USB flash drives 2–64 GB

RECORDING AND PLAYBACK FORMATS: CM mode

Fs (sampling frequency) 44.1 kHz, 48 kHz, 88.2 kHz, 96 kHz, 176.4 kHz and 192 kHz

Resolution 16-bit and 24-bit

Playback BWF (.wav extension)

Recording BWF and WAV (both .wav extension)

DSD mode

Fs (sampling frequency) 2.8224 MHz and 5.6448 MHz

Playback/Recording DSDIFF (.dff extension) DSF (.dsf extension)

Number of channels 2 mono/1 stereo

AUDIO PERFORMANCE: Recording

Distortion, PCM 24-bit and DSD mode (THD+N, 24kHz) 0.003% or less (−16 dB, BALANCED, JEITA) 0.005% or less (UNBALANCED, JEITA)

S/N ratio, PCM 24-bit 113 dB or higher (−20 dB, BALANCED, JEITA) 111 dB or higher (UNBALANCED, JEITA)

S/N ratio, DSD mode 106 dB or higher (–20 dB, BALANCED, AES-17 20 kHz LPF) 104 dB of higher (UNBALANCED, AES-17 20 kHz LPF)

Frequency response, PCM 24-bit Fs = 44.1 kHz or 48 kHz: 20 Hz – 20 kHz (+0,1 dB, −0,5 dB (JEITA)) Fs = 88.2 kHz or 96 kHz: 20 Hz – 40 kHz (+0,1 dB, −1 dB (JEITA)) Fs = 176.4 kHz or 192 kHz: 20 Hz – 80 kHz (+0,1 dB, −6 dB (JEITA))

Frequency response, DSD mode 20 Hz – 50 kHz (+0,1 dB, −3 dB (JEITA)) 20 Hz – 100 kHz (+0,1 dB, −12 dB (JEITA))

Crosstalk, PCM 24-bit and DSD mode (1 kHz) 105 dB or higher (JEITA)

Playback

Distortion, PCM 24-bit and DSD mode (THD+N, 1 kHz) 0.003% or less (BALANCED, JEITA) 0.001% or less (UNBALANCED, JEITA)

S/N ratio, PCM 24-bit 118 dB or higher (−20 dB, BALANCED, JEITA) 116 dB or higher (UNBALANCED, JEITA)

S/N ratio, DSD mode 116 dB or higher (–20 dB, BALANCED, AES-17 20 kHz LPF) 114 dB or higher (UNBALANCED, AES-17 20 kHz LPF)

Frequency response, PCM 24-bit Fs = 44.1 kHz or 48 kHz: 20 Hz – 20 kHz (+0,1 dB (JEITA) Fs = 88.2 kHz or 96 kHz: 20 Hz – 40 kHz (+0,1 dB, −0.3 dB (JEITA)) Fs = 176.4 kHz or 192 kHz 20 Hz – 80 kHz (+0,1 dB, −3 dB (JEITA))

Frequency response, DSD mode 20 Hz – 50 kHz (+0,1 dB, −3 dB (JEITA)) 20 Hz – 100 kHz (+0,1 dB, −12 dB (JEITA)

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dott. ing. Gabriele Novembri 17.9 COLLAUDO:

Le prove e i collaudi andranno effettuati secondo le norme UNI e CEI. Comprendono i seguenti controlli di conformità: a) conformità del singolo elemento di impianto; b) conformità tecnico-funzionale del singolo blocco di impianto; c) conformità prestazionale del singolo blocco di impianto; d) conformità generale impiantistica. a) Controllo di conformità del singolo elemento di impianto • verifica di rispondenza ai campioni approvati e depositati nell’apposito “ufficio campioni”; • verifica di rispondenza ai dati progettuali ed alle specifiche tecniche di gara; • verifica di rispondenza per corretta installazione. b) Controllo di conformità tecnico-funzionale Per controllo di conformità tecnico-funzionale si intende la verifica di rispondenza alla norma, la verifica di corretta costruzione dell’insieme ed il controllo operativo-funzionale. Sono compresi come minimo nei controlli di conformità i seguenti interventi: • verifica dei gradi di protezione; • controllo dei ripari e delle misure di allontanamento; • controllo del grado di isolamento dei circuiti; • verifica della sfilabilità dei cavi; • verifica della separazione dei circuiti • controllo delle cadute di tensione e delle resistenze di terra; • prove di intervento dei dispositivi di protezione e della continuità dei circuiti di protezione; • misura della impedenza totale dell’anello di guasto e della resistenza di conto circuito; • prove di funzionamento. c) Controllo della conformità prestazionale Comprende come minimo le seguenti prestazioni: • Comfort illuminotecnico • Funzionalità impiantistica.

Prove in corso d’opera 17.9.1Consistono nella verifica qualitativa e quantitativa dei materiali e nelle prove di funzionamento dei singoli apparecchi. Tali verifiche preliminari sono eseguite utilizzando personale ed attrezzature messe a disposizione dalla ditta che esegue i lavori. Gli oneri per tali verifiche sono a carico della ditta stessa. - Protezioni: verifica della loro adeguatezza e del loro coordinamento; misura delle impedenze dell’anello di guasto; - Sicurezza: verifica di tutto l’impianto di terra, prova di continuità dei conduttori di protezione ed equipotenziali, misura della resistenza dell’impianto di dispersione; verifica della inaccessibilità di parti sotto tensione, salvo l’impiego di utensili; - Conduttori; verifica dei percorsi, della sfilabilità e del coefficiente di riempimento, delle portate e delle cadute di tensione, prova di isolamento dei cavi fra fase e fase e tra fase e terra; verifica delle sezioni dei conduttori; Quadri: prova di isolamento prima della messa in servizio, verifica del coordinamento dei dispositivi di protezione, prova di funzionamento di tutte le apparecchiature, degli interblocchi e degli automatismi; - Impianti di terra e parafulmine: verifica dell’efficienza dell’impianto, misura della resistenza verso terra dell’impianto;

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dott. ing. Gabriele Novembri - Apparecchiature varie ed impianti a correnti deboli: prove e misure funzionali, verifica dei dispositivi di allarme e sicurezza.

Collaudi finali 17.9.2ESAMI A VISTA Per esame a vista si intende l’esame dell’impianto elettrico per accertare che le sue condizioni di realizzazione siano corrette. L’esame a vista deve accertare che i componenti elettrici siano conformi alle prescrizioni di sicurezza richieste dalle norme (ciò può essere accertato dall'esame di marchiature o di certificazioni). Che i materiali siano stati scelti correttamente e messi in opera in accordo con le prescrizioni delle normative vigenti. L’esame a vista riguarda le seguenti condizioni, per quanto applicabili: - metodi di protezione contro i contatti diretti ed indiretti, ivi compresa la misura delle distanze; tale esame riguarda per esempio la protezione mediante barriere od involucri, per mezzo di ostacoli o mediante distanziamento; - presenza di barriere tagliafiamma o altre precauzioni contro la propagazione del fuoco e metodi di protezione contro gli effetti termici; - scelta dei conduttori per quanto concerne la loro portata e la caduta di tensione; - scelta e taratura dei dispositivi di protezione e di segnalazione; - presenza e corretta messa in opera dei dispositivi di sezionamento o di comando; - identificazione dei conduttori in particolare dei neutro e di protezione; - presenza di schemi, di cartelli monitori e di informazioni analoghe; - identificazione dei circuiti, dei fusibili, degli interruttori, dei morsetti, ecc. - idoneità delle connessioni dei conduttori; - agevole accessibilità dell’impianto per interventi operativi e di manutenzione. PROVE Tutto dove necessario: - protezioni contro i contatti indiretti; - tipo e dimensionamento componenti; - sfilabilità cavi; - continuità dei conduttori di protezione e dei conduttori equipotenziali principali e supplementari; - resistenza di isolamento dell’impianto elettrico; - protezione per separazione dei circuiti nel caso di sistemi SELV e PELV e nel caso di separazione elettrica; - resistenza di isolamento dei pavimenti e delle pareti; - protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione; - misura dell’impedenza dell’anello di guasto; - prove di polarità; - prova di tensione applicata; - prove di funzionamento; - prove di intervento dei dispositivi di sicurezza e di riserva; - misura della caduta di tensione; - misura dell’illuminamento medio; - verifica degli apparecchi per il comando e l’arresto di emergenza; prove impianti a correnti deboli. Verifica delle protezioni contro i contatti indiretti. Misura del valore di resistenza di terra dell’impianto, utilizzando un dispersore ausiliario ed una sonda di tensione con appositi strumenti di misura o con un metodo voltamperometrico. Controllo in base ai valori misurati del coordinamento degli stessi con l’intervento nei tempi previsti dei dispositivi di massima corrente o differenziale. Per gli impianti con fornitura in media tensione, detto valore controllato in base a quello della corrente convenzionale di terra, del Distributore di energia elettrica.

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dott. ing. Gabriele Novembri Quando occorre, sono da effettuare le misure delle tensioni di contatto e di passo. Nei locali da bagno verifica della continuità del collegamento equipotenziale tra le tubazioni metalliche di adduzione e di scarico delle acque, tra le tubazioni e gli apparecchi sanitari, tra il collegamento equipotenziale e il conduttore di protezione. Prova di continuità dei circuiti di protezione effettuata con una corrente di almeno 0,2A. Verifica del tipo e dimensionamento dei componenti. Verifica che tutti i componenti dei circuiti messi in opera nell’impianto utilizzatore siano del tipo adatto alle condizioni di posa ed all’ambiente, nonché correttamente dimensionati in relazione ai carichi reali in funzionamento contemporaneo, o, in mancanza di questi, in relazione a quelli convenzionali. Verifica della sfilabilità dei cavi. Estrazione di più cavi dal tratto di tubo o condotto compreso tra due cassette o scatole successive e controllare che questa operazione non abbia provocato danneggiamenti agli stessi. Misura della resistenza di isolamento. Resistenza di isolamento tra coppie di conduttori attivi e tra conduttori attivi e terra (durante questa misura i conduttori di fase e di neutro possono essere collegati assieme. Nei sistemi TN-C, il conduttore PEN è considerato come parte della terra). La resistenza di isolamento, misurata con i valori della tensione di prova indicati nella tabella che segue, è considerata come soddisfacente se ogni circuito, con gli apparecchi utilizzatori disinseriti, ha una resistenza di isolamento non inferiore a quanto indicato in seguito. Le misure devono essere effettuate in c.a. L’apparecchio di prova deve essere in grado di fornire la tensione di prova indicata nella tabella quando eroga la corrente di 1 mA. Quando il circuito comprende dispositivi elettronici, durante le misure i conduttori di fase e di neutro devono essere collegati assieme. Questa precauzione è necessaria perché l’effettuazione della prova senza una connessione tra i conduttori attivi potrebbe danneggiare i dispositivi elettronici. - Tensione nominale del circuito (V) - Tensione di prova c.c. (V) Resistenza di isolamento (MW) SELV e PELV 250 ³ 0,25 Fino a 500 V compresi, con l’eccezione dei casi di cui sopra 500 > 0,5 Oltre 500 V 1000 > 1,0

- Verifica della separazione dei circuiti PROTEZIONE MEDIANTE SELV Separazione delle parti attive del sistema SELV da quelle di altri circuiti e dalla terra, verificata mediante una misura della resistenza di isolamento. PROTEZIONE MEDIANTE PELV Separazione delle parti attive del sistema PELV da quelle di altri circuiti, verificata mediante una misura della resistenza di isolamento. PROTEZIONE MEDIANTE SEPARAZIONE ELETTRICA Separazione delle parti attive da quelle di altri circuiti e dalla terra, essere verificata mediante misura della resistenza di isolamento.

- Misura della resistenza di isolamento dei pavimenti e delle pareti Quando sia necessario soddisfare le prescrizioni di protezione per mezzo di luoghi non conduttori, si devono eseguire almeno tre misure nello stesso locale, delle quali una a circa 1 m da qualsiasi massa estranea accessibile posta nel locale, e le altre due a distanze maggiori.

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dott. ing. Gabriele Novembri Queste misure devono essere ripetute per ogni tipo di pavimento e di parete del locale.

- Verifica della protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione

La verifica dell’efficacia delle misure di protezione contro i contatti indiretti mediante interruzione automatica dell’alimentazione viene effettuata nel seguente modo: PER SISTEMI TN La rispondenza alle prescrizioni normative deve essere verificata con: - la misura dell’impedenza dell’anello di guasto (questa misura può non essere necessaria quando siano disponibili calcoli dell’impedenza dell’anello di guasto e quando la disposizione dell’impianto permetta la verifica della lunghezza e della sezione dei conduttori, nel qual caso è sufficiente la verifica della continuità dei conduttori di protezione); - la verifica delle caratteristiche del dispositivo di protezione associato (cioè mediante esame a vista della corrente nominale e delle caratteristiche di intervento degli interruttori automatici e dei fusibili ed anche mediante prove di funzionamento per i dispositivi a corrente differenziale). PER SISTEMI TT La rispondenza alle prescrizioni delle norme CEI 64-8 CAP. 413.1.4.2 deve essere verificata con: - la misura della resistenza di terra per le masse dell’impianto; - la verifica delle caratteristiche del dispositivo di protezione associato; questa verifica deve essere effettuata: • per dispositivi a corrente differenziale mediante esame a vista e con prove di funzionamento; • per i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti mediante esame a vista (corrente di regolazione per gli interruttori automatici, corrente nominale per i fusibili e caratteristiche di intervento); • la verifica della continuità dei conduttori di protezione.

- Misura dell’impedenza dell’anello di guasto La misura dell’impedenza dell’anello di guasto deve essere effettuata con una corrente a frequenza uguale a quella nominale del circuito. Il valore dell’impedenza dell’anello di guasto misurata deve essere in accordo alla CEI 64-8 cap. 413.1.3.4 per i sistemi TN e cap. 413.1.5.8 per i sistemi IT. Quando si applica il collegamento equipotenziale supplementare in accordo con quanto descritto dalla norma CEI 64-8 CAP. 413.1.6, in caso di dubbio sull’efficacia di tale collegamento essa deve essere verificata nel modo seguente: misurata alla resistenza R tra ogni massa ed ogni massa estranea simultaneamente accessibili con soddisfacimento della seguente condizione: R < UL/Ia dove: UL = tensione di contatto limite convenzionale; Ia = corrente di funzionamento del dispositivo di protezione entro 5s.

- Prova di polarità Quando sia vietato installare dispositivi di interruzione unipolare sul conduttore di neutro, si deve effettuare una prova di polarità per verificare che tali dispositivi siano installati solo sulle fasi.

- Prova di tensione applicata Questa prova viene effettuata sui componenti non costruiti in fabbrica, e che non siano stati sottoposti a prove di tipo, con il metodo indicato nell’Appendice della norma CEI 1713/I.

- Prove di funzionamento Prove di funzionamento regolare dei vari apparati alla tensione nominale. - Prove di intervento dei dispositivi di sicurezza e di riserva Attivazione del funzionamento dei dispositivi di alimentazione di sicurezza e di riserva con verifica che i valori di

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dott. ing. Gabriele Novembri tensione, frequenza, forma d’onda e le tempistiche di intervento siano idonee.

- Misura della caduta di tensione La misura della caduta di tensione deve essere eseguita tra il punto di inizio dell’impianto ed il punto scelto per la prova; si inseriscono un voltmetro nel punto iniziale ed un altro nel secondo punto (i due strumenti devono avere la stessa classe di precisione). Devono essere alimentati tutti gli apparecchi utilizzatori che possono funzionare contemporaneamente; nel caso di apparecchiature con assorbimento di corrente istantaneo si fa riferimento al carico convenzionale scelto come base per la determinazione della sezione delle condutture. Le letture dei due voltmetri si devono eseguite contemporaneamente e si deve procedere poi alla determinazione della caduta totale percentuale che non deve essere superiore al 4%.

- Misura dell’illuminamento medio Misura, con luxmetro digitale dei valori di illuminamento nei locali campione e verifica dell’illuminamento medio e del fattore di uniformità.

- Verifica degli apparecchi per il comando e per l’arresto di emergenza Accertamento della presenza e delle caratteristiche degli apparecchi per il comando e l’arresto di emergenza di macchine e componenti con prova di intervento e ripristino.

- Prove impianti a correnti deboli Controllo dei sistemi e prove funzionali di rispondenza a quanto previsto. In particolare per l’impianto automatico di rivelazione incendi: - prova dei rivelatori a campione con controllo che i rivelatori entrino in funzione e che la segnalazione sia corretta; - prova degli allarmi; - verifica della corrispondenza dei numeri di identificazione; - verifica funzionale di tutte le centrali.

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