Miniaturizzazione = riduzione - B_materiali... · •Cosenza, Giovanna, Semiotica dei nuovi media,...
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Federica Baroni - Università degli Studi di Bergamo 1
Miniaturizzazione = riduzione
• della dimensione della componentistica
• delle dimensioni dei calcolatori
• dei costi
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ENIAC
• Primo calcolatore elettronico universale
• 18.000 valvole/30 tonnellate (5000 add/sott al secondo)
• programmabile da 6 persone su singoli interruttori e cavetti
General – purpose→versatilità
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EDVAC
• Aritmetica binaria vs decimale
• Unico dispositivo di memorizzazione per dati e istruzioni
• Rif. all’architettura di von Neumann
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MiniaturizzazioneTecnologia Tecnologia
Valvole 1945-1955
Transistor 1955-1965
Circuiti integrati (microchip) 1965-1980
Microprocessori 1980-
Anni ‘60
• Grandi centri di calcolo
• Macchine costose
• Specialisti
Anni ‘70
• Informatica centralizzata
• Un elaboratore per molti utenti
Anni ‘80
• Elaboratore monoutente per tutti
• Interfaccia grafica facilitata
1984
Anni ’90 – Oggi
• Computer = rete
• Internet
• Web
• Web 2.0
• Multimedia
• Cloud
• Velocità• Dimensioni
(portabilità/mobilità)• Affidabilità
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Personal Computer
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Legge di Moore (1965)
Il nr di transistor in un circuito raddoppia ogni 2 anni circa
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Calcolatore
• Macchina fisica: hardware (ferraglia)
• Macchina virtuale: software (istruzioni)
• Sistema di diffusione di informazioni: Web
• Comunicatore bidirezionale: Web 2.0
[Lazzari, 2012]
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Tecnologie (digitali) educative
• Sistemi informatici che possono supportare l’apprendimento:• Formale: in istituzioni scolastiche
• Non formale: pratiche organizzate, fuori dai contesti scolastici (es.aziende o gruppi)
• Informale: contesti più vari (famiglia, media, web, etc.)
• Diffusione (anni ‘80) per miniaturizzazione e sempre maggiore connettività
• Da calcolatore + comunicatore → a comunicatore + elaboratore
• Utente medio Progettazione centrata sull’utente (user centred
design)58
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• Miniaturizzazioneo sostenibilità
oportabilità (medesimi programmi sw in diversi ambienti operativi, tradizionali o mobili → uso di programmi in mobilità)
o trasparenza (discrezione)
MetodologiaQualità del
docente
Qualità delle interazioni
tra pari
Qualità delle interazioni docente-
alunni
Progettualità didattica
(Instructionaldesign)
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Prospettiva BYOD (Bring Your Own Device)
• Pc
• Tablet
• Smartphone
• eBook reader
• Etc..
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Multimedialità
• Debole: es. dialogo + immagini
• Intrinseca: es. fumetto
• Additiva: es. sottotitoli
• Ristretta: convergenza al digitale
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Multimedialità
Sono multimediali in senso pieno i testi che mettono insieme unapluralità di media intesi come forme di comunicazione, attraverso unastrategia di comunicazione unitaria, in una combinazione che nonsiamo ancora abituati a pensare assieme, che cioè ci pare nuova e chefruiamo attraverso più di un canale sensoriale
[Cosenza, 2004]
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Visualizzazioni
• Scienza moderna: tecniche di rappresentazione visiva
• Infanzia
• Disabilità (CAA – adattamento del testo)
• Pubblicità
• Infografica
• Visual CV
• Instructional Design (ICT - Visual Design)
• Universal Design for Learning
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Competenza digitale
1. Computer Literacy: operare con le ICT
2. Information Literacy: ricercare e selezionare le informazioni
3. Media Literacy: analizzare criticamente i messaggi dei media
4. Visual Literacy: decodificare e interpretare le immagini
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Teoria dell’apprendimento MM
Le persone possono apprendere più a fondo dalle parole e dalle immagini piuttosto che dalle sole parole
[Mayer, 2005]
«Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco»
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Teoria dell’apprendimento MM
1. Rappresentazioni visive e verbali elaborate in canali separati (Teoria doppia codifica)
2. Ciascun canale ha capacità di elaborazione limitata (Cognitive LoadTheory)
Memoria di lavoro: «Magico numero 7 ± 2»
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Teoria dell’apprendimento MM
3. Apprendimento: quando si elaborano attivamente parole e immagini rilevanti
Selezione OrganizzazioneIntegrazione
con info pregresse
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Teoria dell’apprendimento MM
[Mayer, 2005]
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Principi MM
1. Multimedia principle: gli studenti apprendono meglio da parole e immagini piuttosto che dalle sole parole;
2. Spatial contiguity principle: gli studenti apprendono meglio quando parole e immagini in relazione tra loro sono presentate vicine anziché distanti, siano esse su carta o su schermo;
3. Temporal contiguity principle: gli studenti apprendono meglio quando parole e immagini sono presentate simultaneamente piuttosto che in successione;
4. Coherence principle: gli studenti apprendono meglio quando parole, immagini e suoni incoerenti vengono esclusi dalla presentazione;
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Principi MM
5. Modality principle: gli studenti apprendono meglio da animazioni e narrazioni (parlato) piuttosto che da animazioni e testo su schermo (scritto);
6. Redundancy principle: gli studenti apprendono meglio da animazioni e narrazioni piuttosto che da animazioni, narrazioni e testo scritto → ACCESSIBILITÀ??
7. Individual differences principle: gli effetti di una buona progettazione di ambienti e materiali multimediali sono più evidenti per i soggetti con più basse conoscenze in entrata e per coloro che dimostrano maggiori abilità visuospaziali (una maggiore capacità di integrare rappresentazioni visive e verbali).
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Principi MM
8. Segnaling principle: l’apprendimento può essere facilitato dall’aggiunta di elementi che evidenziano l’organizzazione del materiale che merita maggiore attenzione;
9. Segmenting, pretraining principles: si apprende meglio quando un messaggio multimediale è presentato in segmenti piuttosto che in un’unità continua di informazioni e quando si conoscono i termini e i concetti di base in esso contenuti;
10. Personalization, voice principles: le persone apprendono meglio quando le presentazioni multimediali seguono uno stile colloquiale piuttosto che formale e quando le parole sono pronunciate da una voce umana piuttosto che da una macchina o da un parlante con un accento diverso dal proprio.
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Immagini: funzioni psicologiche
[Landriscina, 2011]
Funzione Scopo
Supporto all’attenzione Attirare l’attenzione sugli elementi importanti
Attivazione della conoscenza Facilitare il recupero delle conoscenze preesistenti e attivare le nuove
Minimizzazione del carico cognitivo
Minimizzare il carico cognitivo estraneo
Costruzione di modelli mentali Facilitare la costruzione di nuovi schemi mentali
Supporto al transfer dell’apprendimento
Rappresentare caratteristiche chiave dell’ambiente
Supporto alla motivazione Suscitare interesse senza ostacolare l’apprendimento
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LIM
• Lavagna interattiva multimediale
• Tipologie hw: fissa non integrata, fissa integrata, mobile
• Sw: generico o programmi dedicati
• Salvataggio, archiviazione e distribuzione della lezione
• Sw proprietario (es Notebook per Smartboard) o open source (es.Ardesia): problema del riuso
• Sviluppo di standard interoperabili (es. iwb)
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Lavagne e setting
• Lavagna tradizionale
• LIM con hw e sw in commercio
• Wiimote Whiteboard
• In classe con setting tradizionale
• In classe con setting flessibile
• In aula dedicata LIM
• In aula polivalente
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Storia delle LIM
• USA 1991 (ambito aziendale)
• Italia 2005 (ambito educativo)
• Italia 2014 → oggi diffuse soprattutto in scuole statali e in aule dedicate → «Profe, oggi facciamo la LIM?» (trasparenza??)
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LIM per
• Proiettare
• Archiviare
• Documentare
• «Giocare»
• Rielaborare esperienze
• Moltiplicare esperienze
• Includere
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Potenziale
• Lezione più efficiente
• Estendere le potenzialità dell’insegnamento
• Cambiamento delle pratiche didattiche (inclusione, personalizzazione, cooperazione)
• Dinamiche relazionali e comunicative nuove
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Punti di forza
• Visualizzazione condivisa → socializzazione (ins-alunno, tra alunni)
• Strumento di interazione → con l’hw e tra utenti
• Interazione e apprendimento significativo
• Diversa metodologia didattica
• Nuovo setting e nuovi ruoli
• Motivazione
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Sw per LIM free e open source
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Presentazioni MM
• Anni Ottanta
• Comunicazione uno-a-molti (in presenza?)
• Modificabilità
• MM
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Mappe concettuali MM (es.DSA)Funzioni della mappa Caratteristiche dei DSA
Evidenzia collegamenti logici tra concetti Inefficiente organizzazione sequenziale
Sintesi con parole chiave o brevi frasi conosciute
Lentezza nella scritturaDifficoltà nell’accesso autonomo alle informazioni
Aiuta il recupero delle informazioni tramite la scaletta dei punti principali durante le verifiche scritte e orali
Difficoltà nel recupero delle informazioni in memoriaDifficoltà di accesso al lessico specifico
Associa immagini a parole Stile visivo
Visualizza l’ordine di presentazione degli argomenti
Difficoltà nei processi di automatizzazioneDifficoltà procedurali
Promuove la scrittura secondo schemi preorganizzati
Buone capacità ideativeDifficoltà specifiche di scrittura
[Stella e Grandi, 2011] 82
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Mappe concettuali MM (es.DSA)Funzioni della mappa Caratteristiche dei DSA
Evidenzia collegamenti logici tra concetti Inefficiente organizzazione sequenziale
Sintesi con parole chiave o brevi frasi conosciute
Lentezza nella scritturaDifficoltà nell’accesso autonomo alle informazioni
Aiuta il recupero delle informazioni tramite la scaletta dei punti principali durante le verifiche scritte e orali
Difficoltà nel recupero delle informazioni in memoriaDifficoltà di accesso al lessico specifico
Associa immagini a parole Stile visivo
Visualizza l’ordine di presentazione degli argomenti
Difficoltà nei processi di automatizzazioneDifficoltà procedurali
Promuove la scrittura secondo schemi preorganizzati
Buone capacità ideativeDifficoltà specifiche di scrittura
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Presentazioni MM
• PPT vs Prezi https://prezi.com/
• https://www.slideshare.net/
• Principi di qualità??
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Bibliografia
• Calvani, Antonio (a cura di), Principi di comunicazione visiva e multimediale, Roma, Carocci, 2011
• Cosenza, Giovanna, Semiotica dei nuovi media, Roma-Bari, Laterza, 2004
• Mayer, Richard, The Cambridge Handbook of Multimedia Learning, New York, Cambridge University Press, 2005
• Stella, Giacomo, Luca Grandi (a cura di), Come leggere la dislessia e i DSA, Firenze, Giunti, 2011
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