Mindfulness, le basi

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MINDFULNESS LE BASI GIANANDREA GIACOMA

Transcript of Mindfulness, le basi

M I N D F U L N E S S L E B A S I

G I A N A N D R E A G I A C O M A

T E M I

• Mindfulness nel MBSR

• Origini della mindfulness nel buddhismo

• Pratica

1 M I N D F U L N E S S N E L M B S R

DEFINIZIONE OPERATIVA

Essere attenti, in modo intenzionale, non giudicante, al momento presente.

Jon Kabat-zinn

Jon Kabat-zinn

Biologo con PhD al MIT, Professore emerito di Medicina presso la Medical School dell’Università del Massachusetts, è il fondatore del Center for Mindfulness e creatore del MBSR

MINDFULNESSBASEDSTRESSREDUCTION

Ha il grande merito di aver traghettato, oltre i pregiudizi, negli ambiti medici e scientifici una pratica interiore di meditazione antica come l’umana saggezza, con la quale in occidente ci siamo illusi di poter fare a meno.

MBSR MINDFULNESS BASED STRESS REDUCTION

1. Nascita 2. Fondamenti 3. Protocollo 4. Neuroscienze 5. Diffusione

MBSR 1. Nascita

• 1979 Boston • Ambito medico • Dolore cronico e stress • Partecipatory Medicine • Protocollo

MBSR 2. Fondamenti

• Buddhismo Theravada • Insight Meditation • Buddhismo laico

• Differenza tra dolore e sofferenza

• Riduzione degli automatismi • Disidentificazione data dalla

presenza consapevole

MBSR 3. Protocollo

• 25 - 30 praticanti • 8 settimane • Un incontro la settimana • 2 ore e mezza o 3 ore • Una sessione intensiva • Lavoro a casa 45 min con

tracce audio • Pratiche, condivisione e

inquiry • Body scan, mindfulness,

yoga • Sensazioni, percezioni • Flusso di emozioni e pensieri • Attimi di pura

consapevolezza

MBSR 4. Neuroscienze

• Crescita esponenziale dei paper

• Neuroplasticità

• Richard J. Davidson, Antoine Lutz

• (Wisconsin Univ.) • Lobo frontale sinistro,

funzione inibente

• Zindel Segal • Reti corticali corpo-presente e

narrativa-passato-futuro

• Paul Eckman • Controllo comportamenti

aggressivi

MBSR 5. Diffusione

• 240 Ospedali USA e EU • Università • Aziende • Cancro • Patologie cardiache • Diabete • SLA • Colon irritabile • Disturbi psicosomatiche • Disturbi psicopatologici

(Ansia, Depressione, Dipendenze)

• Bambini • Iperattività

K A B AT- Z I N N V I D E O

2 . O R I G I N I D E L L A M I N D F U L N E S S

CONSAPEVOLEZZA, PRESENZA MENTALE

Mentre il termine sati è spesso inteso come mera attenzione […] il significato primario è non

dimenticanza.

La base è un “forte notare”, sottolineando quindi la sua qualità discernente.

Alan Wallace (In “La cura della consapevolezza” a cura di Massimo Tomassini, 2012, Ed. Tecniche Nuove)

MINDFULNESS INTRO ALLA MEDITAZIONE BUDDHISTA

1. Cosa non è la meditazione 2. Samatha 3. Vipassana

MINDFULNESS 1. Cosa non è la meditazione

• Non è forzare la mente • Non è solo rilassarsi • Non è andare in trace • Non è paranormale o

new age • Non è fuggire la realtà • Non è innaturale • Non è troppo difficile

(In parte tratto da “La pratica della consapevolezza in parole semplici”, di H. Gunaratana, 1995, Ed. Ubaldini)

MEDITARE

Etimologicamente, in termini sanscriti e tibetani per definire ciò che in occidente chiamiamo “meditazione”

sono rispettivamente bhavana, che significa “coltivare”, e gom, che significa “familiarizzarsi”.

Matthieu Ricard (Tratto da “L’arte della meditazione”, di M. Ricard, 2008, Ed. Seperling & Kupfer)

MINDFULNESS 2. Samatha

• Meditazione di concentrazione su un oggetto

• Oggetto più diffuso è il respiro

• Stabilità propedeutica • La mindfulness è una

capacità essenziale per Samatha

• Meditazione di visione profonda

• Integra Samatha • Come oggetto ha tutto il

flusso dell’esperienza • Mindfulness è qui

combinata con la retta visione e l’esplorazione della mente

MINDFULNESS 3. Vipassana

3 P R AT I C A

ATTINGERE ALLA SORGENTE

“I problemi più grandi e importanti della vita sono, in fondo, tutti insolubili; e non possono non esserlo, perché esprimono la necessaria polarità inerente a ogni sistema di autoregolazione. Essi dunque non possono mai essere risolti, ma soltanto superati. Perciò mi chiesi se questa possibilità di superamento, e cioè di un ulteriore sviluppo psichico, non costituisse in genere il fatto normale, e se quindi il fatto patologico non consistesse proprio nel rimanere bloccati dentro o davanti ad un conflitto. Ogni individuo dovrebbe possedere, perlomeno potenzialmente, questo livello più alto, e poter dunque, in condizioni favorevoli, sviluppare tale possibilità. Nell'osservare il processo di sviluppo dei pazienti che tacitamente, quasi senza rendersene conto, erano riusciti a superare se stessi, vedevo che i loro destini avevano tutti un elemento in comune, in quanto il nuovo giungeva loro dalla sfera delle potenzialità nascoste, o dall'esterno o dall'interno. Essi lo accettavano e crescevano con il suo aiuto.”

C.G. Jung (Tratto da “Il segreto del fiore d’oro”, di C.G. Jung, 2011, Ed. Bollati Boringhieri)

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