Mindfulness e salute

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la regolazione affettiva nella relazione paziente- operatore sanitario”. ©nicoletta cinotti 2014 martedì 10 giugno 14

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In che modo la gestione dello stress è rilevante per il recupero dopo un disturbo acuto, come l'infarto, o nella gestione di malattie come il cancro?

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”la regolazione affettiva

nella relazione paziente-

operatore sanitario”.

©nicoletta cinotti 2014

martedì 10 giugno 14

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educazione alla salute

attualmente e’ riconosciuto il ruolo positivo dei programmi di educazione alla salute e degli interventi di stress management nella riduzione delle recidive da infarto e nella prevenzione delle cause cardiologiche di mortalita’.

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funzionano?

E’ chiaro, comunque, che non tutti i pazienti mostrano miglioramenti nei loro stili di vita o nelle capacita’ di controllo della malattia in risposta a questi interventi.

la stessa cosa può essere affermata rispetto all’impatto dei programmi di informazione su larga scala sugli stili di vita sani (processi informativi orientati al problema).

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il peso degli affetti negativi

molte ricerche hanno cercato di individuare quali tipi di programmi sono piu’ efficaci. (Dusseldorp el al.. 1999; Linden. 2000; Mullen. Mains and Velez, 1992)

Alcune di queste ricerche propongono che le differenze individuali di regolazione emotiva rispetto alle minacce alla salute in associazione alla presenza di tratti di affettivita’ negativa(NA), possano avere un ruolo importante nel ridurre l’efficacia di questi programmi. (Leventhal, Brissette. and Leventhal. 2003; Leventhal.

Leventhal and Cameron 2001; Leventhal, Nerenz and Steele. 1984)

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il senso delle cose

dal punto di vista della teoria dell’autoregolazione, le persone hanno obiettivi di vita per i quali si impegnano. Possono riguardare il lavoro, la salute o le relazioni, intime o sociali. l’insieme di questi obiettivi e la sensazione di padroneggiare i mezzi per raggiungerli contribuisce al processo di identità personale e all’attribuzione di significato alla propria esistenza.

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cambiare gli obiettivi

LA MALATTIA COMPORTA UNA RIDEFINIZIONE DI QUESTI OBIETTIVI. QUESTA RIDEFINIZIONE PUò ACCOMPAGNARSI o produrre SINTOMI DEPRESSIVI E AFFETTI NEGATIVI.

un infarto spesso comporta una ridefinizione di questi obiettivi BRUSCA E RADICALE. IN OGNI CASO RICHIEDE LA CAPACITà DI DISINVESTIRE RISPETTO AD ALCUNI OBIETTIVI ED INVESTIRE SU ALTRI- FORSE NUOVI- STILI DI VITA.

inoltre NEL CASO DELLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI - E NON SOLO - GLI AFFETTI NEGATIVI POSSONO ESSERE CONSIDERATI, oltre che una risposta, anche UNA CONCAUSa ALL’EVENTO PATOLOGICO. (Sirois and Burg, 2003)

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cerq e infarto

una ricerca condotta ad amsterdam utilizzando il cerq (Cognitive emotional regulation questionnaire) su un campione di 160 pazienti al primo MI suggerisce che la regolazione delle emozioni, la presenza di affetti negativi, e il cambiamento degli obiettivi - in particolare l’investimento su nuovi obiettivi più che il disinvestimento dai vecchi obiettivi - sono significativamente rilevanti per il mantenimento del benessere nei 12 mesi successivi al primo MI.(N. Garnefski, MSc, PhD; V. Kraaij, MSc, PhD; M. J. Schroevers, MSc, PhD; J. Aarnink, MSc;2006)

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cosa sono gli affetti negativi

L’affettivita’ negativa (NA) e’ la tendenza a sperimentare ansia, depressione e le emozioni negative ad esse correlate.

La depressione è caratterizzata da ruminazione, pensieri catastrofici, scarsa energia fisica, scarsa motivazione all’azione, intendendo sia la resistenza ad intraprendere un’attività fisica che la difficoltà ad iniziare esperienze nuove.

la ruminazione e il pensiero catastrofico sono strategie cognitive di regolazione emotiva, connesse, appunta alla depressione.

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affetti negativi:la ruminazione

la ruminazione è una delle strategie di regolazione cognitiva delle emozioni più frequenti ed è caratterizzata dal ripetuto tornare a sentimenti e pensieri negativi.

ci sono correlazioni specifiche tra ruminazione e patologie cardiovascolari (Kubzansky LD, Davidson KW, Rozansky A 2005).

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affetti negativi: pensiero catastrofico

Anche i pensieri catastrofici - che esagerano la paura connessa all’esperienza della malattia - sono significativamente associati alla dis-regolazione emotiva in pazienti con patologie cardiovascolari e oncologiche.(Vlaeyen JWS, Timmermans C, Rodriguez L, et al.,2004)

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Affetti negativi:l’ansia

La sensibilità all’ansia, definita come paura delle sensazioni connesse all’ansia,che può a ben diritto entrare nell’area degli “affetti negativi” più diffusi, rappresenta la specifica tendenza a pensare che certe sensazioni siano pericolose.(McNally, 1990; Rapee &

Medoro, 1994).(ASI Scale- PANAS-NA)

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affetti negativi e infarto

le strategie di regolazione emotiva possono giocare un ruolo chiave nello sviluppo di problematiche emotive dopo esperienze stressanti connesse a patologie organiche.

le ricerche hanno mostrato che la depressione- che abbiamo visto essere uno delle principali costellazioni di affetti negativi - dopo un MI aumenta il rischio di complicazioni e di mortalità.

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processi di risposta alla malattia

Secondo Leventhal l’esperienza della malattia produce due livelli di processi di risposta solo parzialmente indipendenti.

Un livello e’ orientato al problema e un altro livello e’ orientato alla regolazione emotiva.

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problema o stress?I processi orientati al problema (Problem-focused processes) riguardano la costruzione di una rappresentazione cognitiva della malattia e comportano l’identificazione e l’inizio di strategie per la sua gestione, includendo i processi di valutazione della loro efficacia.

contemporaneamente vengono attivati dei processi di regolazione emotiva (emotion regulation processes) mirati a identificare l’esperienza emotiva, selezionando strategie efficaci per il controllo dello stress.

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problema e stress coesistono e interferiscono

Come dicevo prima questi due processi sono collegati:un intenso stress emotivo puo’ sovrastare la capacità di attenzione ai processi di coping, e compromettere gli sforzi legati al processo di soluzione del problema. viceversa una buona regolazione emotiva permette di gestire con efficacia i cambiamenti orientati allo stile di vita (riduzione grassi, attività fisica,gestione dell’ipertensione, gestione della dieta) (Smith. Kelly, Lazarus and Pope, 1993; Leventhal et al.. 2001; Metcalfe and Mischel. 1999)

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le credenze sulla malattia

l’idea (belief) che una malattia sia gestibile e/o controllabile è associata con un maggior uso delle strategie problem-focused.

L’idea(belief) di una maggiore minaccia e durata della malattia e di conseguenze più severe è maggiormente associata a strategie di regolazione emotiva.

le credenze sulla malattia si formano nei primi giorni dopo l’infarto. queste idee sono quelle più resistenti al cambiamento anche a fronte di evidenze cliniche positive.(Cameron et al.,2005)

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Interventi rispetto alle credenze sulla malattia

interventi focalizzati all’identificazione delle idee (beliefs) che forniscano risposte personalizzate risultano maggiormente efficaci se iniziati nei giorni immediatamente successivi all’evento, quando il paziente è ancora ospedalizzato e non quando è in riabilitazione.

questi interventi agiscono sul processo di formazione delle credenze relative alla malattia e sostengono la motivazione alla successiva riabilitazione cardiologica. (Petrie et

al., 2002; Cameron et al. 2004). L’efficacia risulta confermata anche nei follow-up a 3 mesi.

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le diverse strategie e l’impatto nella relazione con i curanti

nella relazione con gli operatori sanitari, i pazienti maggiormente coinvolti in processi di regolazione emotiva vengono percepiti come meno collaborativi e meno in grado di comprendere l’importanza di un cambiamento nello stile di vita.

questa considerazione - che è vera se si esamina solo l’aspetto comportamentale -rischia di innescare un circolo vizioso.

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il paziente è maggiormente coinvolto con processi di regolazione emotiva e meno con processi orientati al problema

i suoi processi di regolazione emotiva - essendo contraddistinti da NA sono meno efficaci - e lo rendono meno disponibile per i processi orientati al problema

questa sua modalità è giudicata meno collaborativa dagli operatori sanitari...(ed in effetti lo è)

riceve quindi un aumento di informazioni (inutili e pericolose) e un disinvestimento relazionale che aumenta il livello di NA

il circolovizioso

IL CIRCOLO VIZIOSO

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due pesi e due misure

fino ad oggi il ruolo dei processi informativi(problem focused) è stato prioritario rispetto all’importanza data ai processi di regolazione emotiva nella gestione della ripresa dopo una patologia cardiaca sia acuta (MI) che cronica.

in parte questo è dovuto all’idea che i processi di regolazione emotiva siano ad esclusivo carico del paziente e della famiglia.

e forse sarebbe interessante chiedersi come mai - visto che siamo sempre più consapevoli di come gli aspetti emotivi collaborano e interferiscono con il trattamento - lasciamo così tanto “fuori” questi aspetti....?

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interdipendenza

nello stesso tempo la parziale interdipendenza dei processi orientati al problem solving e dei processi di regolazione emotiva spinge a fare anche altre considerazioni al riguardo.

processi orientati al problema

MALATTIA processi orientati alla regolazione

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il circolo viziosol’ ipotesi è che i processi orientati al problema inducano un reazione simile alla soppressione delle emozioni nelle persone con alti tratti di NA innescando così il circolo vizioso.(Cameron, 2003; Denollet, 2000; Weihs, Enright, Simmens

and Reiss, 2000).

Persone con alti e bassi livelli di NA sembrano essere ugualmente capaci di sostenere comportamenti orientati alla soluzione del problema. Ma questi programmi sembrano ostacolare o bloccare le capacità di autoregolazione nei pazienti con alti tratti di NA.

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Le differenze su base NA

le persone con tratti rilevanti di NA mostrano risultati particolarmente positivi ai programmi di stress management. Il risultato di questi programmi è maggiormente positivo per le persone con alti tratti di NA rispetto a quelle che presentano scarsi elementi di NA (Cameron, 2000; Lane. Feinglos, McCaskill, Surwit and Ross, 1993) .

programmi di stress management riducono la percentuale di mortalità post MI nei pazienti con alti tratti di NA ma non nei pazienti con bassi tratti di NA (Frasure-Smith, 1991).

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Riassumendo...

I pazienti con processi di risposta alla malattia maggiormente orientati alla regolazione emotiva non solo non beneficiano degli interventi orientati al problema ma possono peggiorare la loro situazione (a causa dell’ AS, dei processi ruminativi e del pensiero catastrofico).

la loro capacità di seguire i programmi orientati al problema è pari a quella dei pazienti con bassi tratti di na ma è limitata dai loro processi disfunzionali di regolazione emotiva. in questi casi la relazione con gli operatori sanitari è un elemento di estrema rilevanza. sono pazienti che necessitano di rassicurazione affettiva e fiducia, piu’ che di informazioni. ma soprattutto necessitano di relazione.

il periodo critico per lo strutturarsi di credenze depressive sulla malattia è nei primi giorni dopo l’mi.

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....riassumendo...i pazienti con bassi tratti di na sono maggiormente sensibili ai programmi di educazione alla salute e rispondono meno positivamente ai programmi di stress management orientati all’apprendimento di strategie di regolazione emotiva.

la valutazione delle credenze sulla malattia e la somministrazione precoce dell’erq e del Kims potrebbe permettere di avere un quadro sulla tipologia di intervento adeguata.

i pazienti con bassi tratti di na hanno una prospettiva di recupero e sopravvivenza significativamente migliore dei pazienti con alti tratti di na.

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appendice: kims e erqKIMS permette di distinguere tra 4 fattori: (i) la capacita’ di osservare sensazioni fisiche, emozioni, pensieri e fenomeni esterni(Osservazione), (ii)la capacità di nominare i fenomeni osservati(Fattore descrittivo), (iii) la capacità di limitare l’attenzione al presente (consapevolezza)(iv)La capacità di sperimentare senza giudicare (accettazione)

Domande che riguardano le strategie di regolazione emotiva

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programmi di stress magagement

quali sono gli elementi considerati alla base di efficaci programmi di stress management?

Una breve citazione di Donald Bakal, ci aiuta a comprendere l’importanza centrale della consapevolezza corporea: << Somatic awareness is at cutting edge...and represents a way of truly empower individuals in their efforts to mantain or restore good healt. Somatic awareness constitutes an innate wisdom that people have about their own psychobiological health...somatic awareness represents the next stage in the evolution of holistic health care>>

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la consapevolezza corporea

in effetti cosa ci può essere di più ovvio se non riportare l’attenzione al corpo andando a regolare gli affetti negativi che sono associati alla percezione corporea dopo un evento morboso?

uno dei programmi attualmente più diffuso negli stati uniti per la gestione dello stress è il programma MBSR che vede condividere l’esperienza di partecipazione tra curante e pazienti

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programma mbsr

è caratterizzato dal lavoro sui 4 elementi identificati dal KIMS

attualmente lo sto sperimentando in associazione con il lavoro corporeo bioenergetico

Per saperne di più visita il sito www.nicolettacinotti.net

o il mio canale you tube Cinonico

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