Minastirith 10/08
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Transcript of Minastirith 10/08
Anno 0 - Numero I - Ottobre 2008 - Organo a diffusione interna (c.i.p) Associazione Culturale FUROR - Via Stretto Cappuccini, 32 - info: [email protected]
“Furor arma ministrat” Virgilio, Eneide, I, 150
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PRIMA DI TUTTO… Prima di affrontare qualsiasi altro argomento è certamente necessario fissare in modo chiaro e conciso le
coordinate entro le quali si colloca-collocano quell’insieme di valori eti-ci e di simboli che usiamo chiamare
“mondo della Tradizione”. Occorre innanzitutto dire che la parola Tra-dizione non è da riferirsi a quelle
usanze che caratterizzano ogni co-munità e ne costituiscono l’aspetto che diremo folkloristico, quasi abi-
tudinario. Questa, semmai, è solo la variante esteriore e per di più residuale - vista la spinta
“globalizzante” odierna -, di ciò che è per noi la Tradizione, ovvero quel nucleo di insegnamenti etici e spiri-
tuali che soli permettono la nascita e lo sviluppo di una civiltà vera. Non è facile spiegare in poche frasi
il concetto di Tradizione; certamen-te ne cogliamo l’essenza se affer-miamo che il centro di questo mon-
do sta in ciò che non è visibile. Dio, o comunque il Principio Supremo, è infatti il primo fondamento di una
civiltà tradizionale e sana. Più pre-cisamente, è il fondamento di ogni azione, sia singola che comunitaria
e, di conseguenza, della stessa struttura sociale, che proprio per questo ha carattere gerarchico. Lo
Spirito e il Sacro stanno alla base di una società gerarchicamente orga-nizzata, come suggerisce la stessa
origine della parola gerarchia, deri-vante appunto dal greco hieros, sa-
cro, e archè, Principio Generatore e
Ordinatore: la gerarchia è quindi quell’Ordine Sacro, che sacralizza la
diversità spirituale dell’uomo e ne indirizza lo spirito. Infatti, è impen-
sabile una società tradizionale sen-za differenziazioni, proprio perché l’uomo si confronta con Dio e non
con l’omologante azione del nume-ro, tanto quanto non è pensabile un ’az ione restaurat r i ce d i
quest’ordine senza la contempora-nea costanza nella ricerca di Dio. È evidente, quindi, già da questo pri-
mo punto, quanto siano abissali le distanze che separano il mondo moderno, in pratica ateo, fondato
sulla quantità e sull’economia, da una civiltà tradizionale, che ritualiz-za e vive in funzione di Dio ogni
singolo istante, solo ad Egli confor-mando la propria esistenza.
________________dentro le Mura________________
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________________Orientamenti________________
PER APPROFONDIRE:
- Il genocidio vandeano, Secher R, Effedieffe, 1991
- I falsi miti della rivoluzione francese, Dumont J., Effedieffe, 1990
LA RIVOLTA VANDEANA 13 marzo 1793. Per la Vandea
(Francia) è la storia di un giorno di
lotta, l’inizio di una battaglia per la
libertà, è la storia di tanti eroi morti
per la propria terra. A quel tempo la
Vandea era una regione prevalente-
mente rurale, ricca di campi coltiva-
ti e di boschi, da qualche anno illusa
dalle false promesse dei
rivoluzionari che promet-
tono un abbassamento
delle tasse che non arrive-
rà mai. E intanto i beni del
clero vengono confiscati e
per i suoi componenti ini-
zia una vera e propria
persecuzione. Al momento
del bisogno, però, di fron-
te agli umori controrivolu-
zionari di Spagna e Inghil-
terra, la neonata repubblica decide
la leva di ben 300.000 uomini. Per i
vandeani è l’ennesimo sopruso, è
ora di reagire: dopo tanti abusi es-
sere anche costretti ad andar via
dalla propria terra per servire un
governo “nemico” è troppo. Così i
contadini e cacciatori vandeani, in-
sieme ad alcuni nobili realisti, si lan-
ciano in una guerriglia contro le
truppe della repubblica, in difesa
della loro religione, delle loro tradi-
zioni e della loro aristocrazia.
L’Armata Cattolica e Reale, costitui-
ta dai vandeani, prende inizialmente
possesso delle città di Sammur ed
Angers. Ma la risposta repubblicana
è dura: già alla fine dell’anno
l’Armata viene sconfitta a Chalet, Le
mans e Sorenay, in maniera defini-
tiva. La guerra è persa. Ma questo
non basta a placare la brama di
vendetta: la Convenzione (il gover-
no repubblicano), che aveva votato
a favore dell’annientamento delle
ricchezze del territorio
vandeano (comprese
quelle naturali), ma an-
che a favore dello stermi-
nio di tutti i suoi abitanti
e soprattutto delle don-
ne, in quanto “solchi ri-
produttori di mostri”, ap-
plica punto per punto
queste leggi. Seguono
saccheggi, incendi, fuci-
lazioni, annegamenti ed
avvelenamenti. Degli 800.000 van-
deani ne mancano all’appello addi-
rittura 200.000; la maggior parte
delle vittime sono, come promesso,
donne; quasi tutte le abitazioni ven-
gono rase al suolo. Della Vandea
rimane poco, ma quel poco conser-
va l’Onore e il ricordo luminoso di
una comunità che si ribellò alla su-
bumana visione dei rivoluzionari,
affrontandone le conseguenze, fino
al sacrificio della vita. È questo uno
dei frutti di cui la tanto esaltata Ri-
voluzione Francese volle fare dono
all’umanità, per avvicinarla all’ora
della sua fine.
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________________Il terzo tempo________________
CHI SIAMO… L’associazione culturale Furor nasce per dare una seria alternativa al
degrado imperante della nostra cit-tà. Siamo fermamente convinti che
in questo momento di profonda cri-si la promozione dello sport costi-tuisca uno strumento importantissi-
mo per poter ridare una speranza e un supporto a tanti occhi spenti.
Molti lamentano l’assenza di stimoli per i giovani ma pochi cercano, con i fatti, di impegnarsi per invertire il
senso di marcia di questa situazio-ne. Catanzaro non ha bisogno di
convegni, fiere, festicciole, locali e discoteche ma di riscoprire l’uomo, il divertimento sano, la gioventù.
Con questo piccolo organo di infor-mazione, aperto a chiunque voglia
dare un contributo, desideriamo testimoniare una visione alternativa della vita fondata sulla gioia e sulla
volontà di riscoprire quella forza creativa che porta l’uomo al conti-
nuo superamento di sé. Crediamo fermamente nello sport come mez-zo di formazione, di autodisciplina e
di ottimo mezzo per acquisire l’unica forma mentis - quella del
combattente - utile ad affrontare degnamente la vita e tenersi in pie-
di in mezzo alle macerie. Solo dan-do il massimo di sé lo si potrà pre-tendere anche dagli altri: non si
può pensare di cambiare le cose se prima non si cambia sé stessi.
IL SEGNO DEI TEMPI…
Per la tua informazione
quotidiana e per la tua formazione puoi trovare i
nostri ed altri interessanti contributi su:
www.azionetradizionale.com
APPUNTAMENTI… - Tutti i sabati, alle 15.30
(puntuali!), nell’anfiteatro del parco scuola Agraria:
corsa e tecniche base della kickboxing...