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Milano, 28 marzo 2001 AITech-Assinform AITech-Assinform Una politica industriale per l’IT Una politica industriale per l’IT e per la competitività dell’Italia e per la competitività dell’Italia Ennio Lucarelli, Presidente Roma, 21 febbraio 2006

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Milano, 28 marzo 2001

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Una politica industriale per l’ITUna politica industriale per l’ITe per la competitività dell’Italiae per la competitività dell’Italia

Ennio Lucarelli, Presidente

Roma, 21 febbraio 2006

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L’Associazione e la L’Associazione e la missionmission

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Il profiloIl profilo

AITech-AssinformAITech-Assinform

Rappresentanza unica dell’IT italiana

Aderente a

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La mission AssociativaLa mission Associativa

Promuovere e sostenere l’industria IT in quanto comparto strategico per

l’innovazione del Paese e per la competitività delle imprese italiane, sviluppando iniziative

di internazionalizzazione, innovazione di sistema e diffusione di cultura tecnologica

INFORMATION TECHNOLOGY LEVA PER LO SVILUPPO

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Il mercatoIl mercato

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Il mercato italiano dell’ITIl mercato italiano dell’IT Un mercato (19.700 milioni € nel 2004) in consistente calo da

oltre un triennio e in forte ritardo rispetto al resto d’Europa

Una conseguente, mancata opportunità di crescita e di recupero di competitività dell’economia nel suo complesso

Una presenza rilevante di società pubbliche che, usufruendo prevalentemente di affidamenti in house, sottraggono spazi al mercato ed alla concorrenza (individuate oltre 40 aziende a livello locale che nel 2004 hanno fatturato 688 milioni €, con incremento annuo del +20% e costi medi per dipendente di 71.580 €);

Tra i settori più in difficoltà nell’utilizzo di IT si segnalano: le piccole e medie imprese la pubblica amministrazione, soprattutto quella centrale

(-35% per IT nella finanziaria 2006 rispetto al 2005)

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Il nostro Paese, forte delle eccellenze e delle competenze che caratterizzano il comparto,

può e deve aumentare la propria capacità di export di beni e servizi informatici

L’exportL’export Nel rapporto fra esportazione ed importazioni, per i soli

servizi I.T., nel 2004, l’Italia è all’ultimo posto a causa del passivo nella bilancia dei pagamenti (dati Eurostat) ed in peggioramento rispetto all’anno precedente (-519 milioni di € nel 2004);

Irlanda ed Inghilterra (rispettivamente +14.420 e + 4.914 mln di € nel 2004), seguiti da Lussemburgo, Spagna e Svezia, sono stabilmente primi, per dimensione dell’attivo.

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Il settoreIl settore

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E’ un settore di eccellenza per la nostra economia, ricco di imprese, figure professionali e competenze, che costituiscono il core

dell’innovazione in Italia

Il settoreIl settoreE’ un comparto molto articolato, che include:

la ricerca e/o lo sviluppo di tecnologie, servizi e soluzioni; la produzione e/o l’integrazione di beni e servizi; l’innovazione organizzativa; la consulenza e la formazione; i contenuti e i servizi digitali.

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Questi ultimi risultati rivelano una crisi di mercato senzaprecedenti nella storia del settore

Il settoreIl settoreAddetti e imprese 370.000 occupati, di cui oltre il 70% con contratto di lavoro

dipendente ed il 45% donne; costi interni per addetto pari a 43.770 €/ anno;

80.000 imprese, di cui 25.000 società di capitali (mediamente con 10 addetti);

l’occupazione, più che raddoppiata fra il 1991 ed il 2001, ha seguito una richiesta di prodotti e servizi comunque in crescita per poi rallentare negli ultimi anni fino a giungere al regresso del 5% nel 1° semestre 2005.

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Le proposteLe proposte

Linee di un Piano industriale IT Linee di un Piano industriale IT (primi 100 giorni, 9 punti)(primi 100 giorni, 9 punti)

VincoliVincoli- poca consapevolezza: IT leva di sviluppo- poca consapevolezza: IT leva di sviluppo

- pochi insediamenti esteri in Italia e poca IT italiana - pochi insediamenti esteri in Italia e poca IT italiana all’esteroall’estero

- troppo Stato nell’IT- troppo Stato nell’IT-poca attenzione a -poca attenzione a PMI-IT e a e a fattori d’innovazione + fattori d’innovazione +

R&DR&D

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AITech-Assinform ritiene indispensabile focalizzare l’attenzione delprossimo governo su questo punto, senza voler suggerire soluzioni

specifiche, nel rispetto delle esigenze indicate.La governance va certamente rafforzata per consentire, in una logica

di squadra, di strutturare programmi e azioni coordinate, mirate ed efficaci

1) la governance politica dell’innovazione1) la governance politica dell’innovazione Nell’attuale Legislatura, la governance si è affrontata con

esito positivo (e-government, banda larga), pur in carenza di risorse e di poteri, che hanno inevitabilmente condizionato l’azione politica in materia

Esigenze: evitare di influenzare scelte tecniche di mercato con orientamenti politici; tutelare la proprietà intellettuale

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2) l’aggregazione della domanda e 2) l’aggregazione della domanda e dell’offertadell’offerta

La ridotta dimensione che caratterizza l’impresa italiana può ridurne la capacità competitiva;

la piccola/media impresa IT sa affrontare mercati piccoli e frazionati (PMI, professionisti, piccoli esercizi commerciali, artigianato, piccoli enti locali), ma è in difficoltà sui grandi progetti o sulle capacità di export delle proprie soluzioni.

Vanno promossi grandi progetti della domanda - supportati dall’innovazione e con specifiche azioni di politica economica - in aree di grande rilevanza/criticità per il Paese (es: turismo, beni culturali, logistica, ecc.), in collaborazione con Confindustria e con riferimento a quanto già sviluppato in altri Paesi (vedi Distretti del Sapere in Francia)

Analogamente, l’aggregazione di nuclei di domanda più piccoli, a livello locale, può agevolare l’aggregazione dell’offerta, per raggiungere soglie più importanti

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In tale contesto, l’Associazione chiede di ampliare l’area di concorrenza,sia riducendo, ove possibile, i requisiti di accesso previsti da alcune grandi gare,

che i vincoli al subappalto (nel settore dell’IT sono diverse le condizioni rispetto ai lavori pubblici, dai quali la normativa origina)

e promuovere l’aggregazione dell’offerta dei grandi operatoriin partecipazione con quelli piccoli e medi

3) i grandi progetti e il subappalto3) i grandi progetti e il subappalto I grandi progetti della domanda dovrebbero essere

connessi alla partecipazione, soprattutto da parte degli operatori di settore a rilevanza nazionale, ai grandi progetti di finanziamento europeo (spazio, satellitare, ecc.), anche in una logica di forte coinvolgimento delle PMI del settore

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4) l’internazionalizzazione4) l’internazionalizzazione L’internazionalizzazione è un punto nodale di un’efficace

politica industriale per il settore, anche a supporto del sistema economico nazionale.

La proposta associativa va in 3 direzioni:

Sostenere l’accesso delle imprese italiane IT ai mercati esteri, in particolare alla luce delle opportunità generate dall’allargamento della U.E. e dai mercati emergenti (Cina, India).

Favorire gli investimenti stranieri in Italia, facilitando anche gli insediamenti industriali nel settore.

Sostenere progetti d’internazionalizzazione dei marchi globali del “made in Italy” che ricorrano all’IT come fattore strategico di competitività

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5) la liberalizzazione nei servizi IT5) la liberalizzazione nei servizi IT Nel tempo sono nati, soprattutto a livello locale, numerosi soggetti pubblici o pubblico-privati (oltre 100 già censiti) che operano direttamente sul mercato, prevalentemente con affidamenti in house e che sottraggono mercato alle imprese private. Contestualmente, il settore pubblico contrae gli investimenti, con scarso utilizzo di strumenti quali il project financing e l’outsourcing

L’Associazione propone che sia ridefinito il ruolo delle imprese a capitale pubblico sul mercato, in una logica di indirizzo e coordinamento della domanda, piuttosto che di presenza diretta nell’offerta di servizi

le aziende private possono svolgere l’importante ruolo di partner della PA, portando capacità progettuale e co-finanziamenti (tessera cittadino, grandi banche dati italiane, sicurezza/ privacy/ architettura delle soluzioni)

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6) la semplificazione delle regole6) la semplificazione delle regole

Le nuove tecnologie sono strumento essenziale nella semplificazione della burocrazia e nella disintermediazione tra PA e cittadini/imprese

L’Associazione vuole contribuire a definire nuove regole sia nelle forniture tra Stato e privati, inclusi i beni e servizi IT (qualità, certezza

nei tempi, moderazione dei ribassi non giustificati, ecc.), sia nei rapporti tra pubblica amministrazione e utenti, questi ultimi semplificati

da un uso efficace delle nuove tecnologie

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7) la collaborazione tra imprese e 7) la collaborazione tra imprese e universitàuniversità

Il sistema universitario italiano offre una maggiore attenzione per l’IT. La collaborazione fra università ed imprese deve essere incentivata e potenziata, con particolare riferimento a:

Formazione di base e continua delle risorse umane del comparto Ricerca applicata, per arrivare ad aumentare il numero di prodotti

innovativi della filiera Trasferimento tecnologico

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8) la qualità del capitale umano8) la qualità del capitale umano La qualità del capitale umano in una logica di formazione

di base (scuola) e continua (università e imprese) è fattore indispensabile all’innovazione e alla competitività dei sistemi economici

Qualità accompagnata da un’adeguata regolamentazione del lavoro per la società dell’informazione

L’Associazione chiede la definizione di un piano articolato di sostegno alla formazione alle nuove tecnologie, sia in ambito pubblico che privato, che punti anche alla collaborazione tra imprese e università

E’ necessario che il comparto si doti di una moderna regolamentazione del lavoro che coniughi flessibilità per le imprese della società della conoscenza e tutele per chi vi lavora

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9) la riforma delle professioni9) la riforma delle professioni

Nelle more di una riforma attesa ormai da dieci anni continuano ad aver buon gioco interessi corporativi che lavorano per ampliare la sfera di competenza degli ordini

L’Associazione intende impegnarsi per una riforma delle professioni che non leda gli interessi rappresentati dalle imprese associate,

sia in termini di libertà di costituire società di capitali, sia quanto alla qualificazione tramite certificazione di parte terza