Miami Italians - giorgiovecchi.files.wordpress.com · CÕ chi ci scappa appena pu e chi si rifatto...

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style n. 5 maggio 2014 pazzi per la florida Un po’ cafoni, un po’ splendidi. Qualcuno molto chic, con terrazza sull’Oceano. Sono gli italiani innamorati della città della movida. Ci vengono d’estate, d’inver- no, per le vacanze o per Natale. Trenta mila ci vivono. Uno di loro ha comprato l’appartamento più caro (18 milioni di euro). Imprenditori, calciatori, professioni- sti raccontano «che fare nel posto più bello del mon- do». E intanto gli affari immobiliari… style n. 5 maggio 2014 Miami Italians di marisa fumagalli e giacomo fasola Lapo Elkann ha aperto a Miami la sede americana di Italia Independent. Quanti italiani vivono a Miami? Secondo l’Aire sette mila, in realtà circa 30 mila. in società 108

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p a z z i p e r l a f l o r i d a

Un po’ cafoni, un po’ splendidi. Qualcuno molto chic, con terrazza sull’Oceano. Sono gli italiani innamorati della città della movida. Ci vengono d’estate, d’inver-no, per le vacanze o per Natale. Trenta mila ci vivono. Uno di loro ha comprato l’appartamento più caro (18 milioni di euro). Imprenditori, calciatori, professioni-sti raccontano «che fare nel posto più bello del mon-do». E intanto gli affari immobiliari…

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Miami Italians

d i m a r i s a f u m a g a l l i e g i a c o m o f a s o l a

Lapo Elkann ha aperto a Miami la sede americana di Italia Independent. Quanti italiani vivono a Miami? Secondo l’Aire sette mila, in realtà circa 30 mila.

i n s o c i e t à108

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«New York ai Caraibi». È Miami, la città più cool e trasversale del momento. Almeno per gli ita-liani: negli ultimi anni, appro-fittando dei prezzi convenienti, tantissimi hanno comprato casa in Florida (e proprio un italiano, il manager Riccardo Silva, ha acquistato per 18 milioni di euro l’appartamento più caro in asso-luto, un attico da 700 metri qua-dri più 600 di terrazzo). C’è chi ci scappa appena può e chi si è rifatto una vita oltreoceano, in una realtà dinamica e in grande crescita. Sì perché negli ultimi anni la città ha cambiato faccia.

Prima i turisti non uscivano da South Beach, oggi le sco-perte migliori – dalle gallerie d’arte ai ristoranti – si fanno a Downtown, l’area metropolitana. Vacanza e lavoro, cul-tura e divertimenti, tutto in un unico posto.

Un fan della prima ora è Renzo Arbore: «Si pronuncia Maiami, non Maiemi. Chiaro?». Può ben dirlo lui, inossi-dabile musicista e showman 76enne, proprietario di un avamposto in Florida sin dal lontano 1985. «All’epoca era frequentata soltanto da vecchi che ci andavano a svernare. E da qualche omosessuale. Certo era una città libera, con una natura bellissima. A me è piaciuta subito». Arbore ha comprato casa – grazie alla mediazione di Mike Bongiorno – e non l’ha più venduta: Miami Beach, Collins Avenue. Antesignano di una tendenza che sarebbe scoppiata 25 anni più tardi. Tutti pazzi per Miami, ora. Soprattutto gli italiani con vocazione internazionale e buon potere di acquisto, intrigati al punto da metterci radici più o meno stabili. È la tribù trasversale, anche per generazioni, che va e viene dall’East Coast quattro, cinque volte l’anno.

Alcuni si sono proprio trasferiti, trasformando la Flo-rida in residenza principale e sede del business. Come Matthew Chevallard, nome straniero e natali torinesi, che a Miami ha creato il marchio di scarpe Del Toro, o Giovanni Accongiagioco, 35 anni, direttore generale di Italia di Indipendent. «Sono di base qui» spiega «e faccio la spola con l’Italia. Una scelta strategica. Gli Stati Uniti sono il nostro primo mercato, nel 2012 abbiamo aperto la filiale. Dove abito? North Beach, proprio di fronte alla spiaggia». O come Stefano Frittella, che in città gestisce diversi ristoranti alla moda: il Pelican RestCafè, il Caffè Milano e Il Bolognese. Negli Stati Uniti dal 1992, è appro-dato a Miami passando per Los Angeles e New York: «Nel 2001, dopo la nascita di mia figlia, ho pensato che fosse la soluzione migliore, per il clima e non solo». Camillo Ricordi, medico conosciuto il tutto il mondo e direttore del Diabetes Research Institute, ci vive dal 1993 e si trova magnificamente. Con lui, altri dello stesso giro: «Abbiamo anche creato il gruppo Csi Miami, comunità scientifica italiana a Miami. L’università dà lavoro a molti di noi, e se hai mezza giornata libera puoi andare alle Bahamas…».

Poi ci sono quelli che a Miami hanno la seconda casa, e che ci vanno il più spesso possibile. «È come New York, ma ai Caraibi» riassume Fabrizio Redaelli, 54 anni, com-mercialista milanese. «È sicura e pulita, offre contempo-raneamente i plus delle metropoli e delle città di mare. E negli ultimi anni è cresciuta in modo esponenziale» s’entusiasma Francesca Leone, 50 anni, artista (e figlia del regista Sergio) che due anni fa ha comprato un appar-tamento a Miami Beach: «Qui si sente l’influenza suda-mericana, si parla spagnolo, c’è una vicinanza culturale con l’Italia. A Miami faccio una vita semplice, mi rilasso. L’atmosfera è stimolante, ho pensato anche di affittare uno studio per poterci lavorare. Non voglio, però, che l’impegno mi tolga il gusto vacanziero in quest’angolo di paradiso». Aggiunge Giuliana Paoletti, a.d. di Image Building: «Di solito ci andiamo a Natale, in agosto e quando le vacanze scolastiche dei ragazzi lo permet-tono. La mattina è dedicata allo sport (mio marito corre e gioca a golf, io preferisco il tennis al Flamingo o sui

CHI VA IN FLORIDA A FAR VACANZA, CHI PER LAVORO: «C’È ANCHE IL GRUPPO CSI MIAMI, STA PER COMUNITÀ SCIENTIFICA ITALIANA»

SERGIO DOMPÉ

58 anni, presidente di Dompè (sopra è con la fidanzata Elsa Benitez e la figlia Rosyana). Pendolare. «Vado in Florida cinque o sei volte l’anno. Faccio base nell’appar-tamento di mio fratello a South Pointe o nella villa di Elsa a Sunset Island». Fascino latino. «A Miami ci trovi di tutto: città e mare, business e relax, Stati Uniti e Sudame-rica». La giornata perfetta. «Un’ora e mezza in spiaggia la mattina, di pomeriggio visito una galleria oppure vado in giro con mia figlia: c’è tanto da fare».

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31 anni, showgirl, conduttrice televisiva e radiofonica. Il periodo Miami. «Ci ho vissuto per cinque mesi, e poi per altri tre, lavorando come modella: un para-diso, dopo lo shooting subito in spiaggia». Cambiamenti. «Abitavo a Miami Beach: qualche anno fa le feste erano davvero esclusive, ora l’atmosfera è un po’ finta… Se mi trasferissi oggi sceglierei Key Biscayne, dove la qualità della vita è altissima e si può fare tanto sport». Locali. «Il mio ristorante preferito è Le Baoli, come hotel scelgo il Delano e The Setai, tutti a Miami Beach. Ma anche Downtown si è molto rivalutata: ottimi locali, negozi e gallerie».

LAURA BARRIALES

pilota e oggi produttore di vini con Castorani. Cinque anni fa ha comprato un appartamento a South Beach: «Era un ottimo momento per investire, il prezzo della mia casa nel frat-tempo è cresciuto del 30-40 per cento. Oggi acquistare in zona è meno conveniente». Paolo Nucci, 54 anni, professore univer-sitario e oftalmologo di fama, nello stesso periodo ha acquistato un appartamento a Bri-ckell, nel Financial District («dove giravano Miami Vice»), e ha convinto gli amici a fare altrettanto. I dati confermano che il boom si è registrato proprio fra il 2009 e il 2010: «I prezzi erano scesi parecchio, ora stanno risalendo» spiega Paola Gianasso di Scenari Immobiliari. E non si è più fermato, visto che nel 2013 l’aeroporto internazionale di Miami ha fatto registrare il record di 40 milioni di passeggeri. Secondo Filippo Maria Ionta di First The Real Estate, tanti comprano casa a Miami perché costa fino al 60 per cento in meno rispetto a New York e garantisce un’of-ferta di alto livello: «Nell’area che separa la baia dalla City sono stati investiti diversi

47 anni, commentatore Sky (sopra con la moglie Martina Colombari). Habitué. «Andiamo a Miami tutti gli anni, da sette anni consecutivi, a Natale o a Pasqua. Affit-tiamo un appartamento a South Beach, sem-pre tra la First e la Fifth Avenue». Il bello. «La spiaggia è enorme, mio figlio Achille si può scatenare... Per lui che adora il basket, poi, poter guardare dal vivo i Miami Heat è il massimo». La giornata perfetta. «La mat-tina presto vado a correre, poi colazione e subito in spiaggia fino al tardo pomeriggio. La sera, cena in casa o dagli amici».

campi di Bollettieri), il pomeriggio al mare. Nei locali, vecchi e nuovi, si mangia bene: ci sono ristoranti di altis-simo livello che fanno anche take-away, gli chef non se la tirano come alcuni dei nostri…».

Trasversale, si diceva: Miami piace ai 30enni come ai 50enni. «Adoro stare in maniche corte. Per uno abituato a essere sempre in giro per il mondo, è fantastico poter pas-sare la giornata in ciabatte» esulta Jarno Trulli, 39 anni,

ALESSANDRO COSTACURTA

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1- SCEGLIERE LA ZONA

«SOUTH BEACH È PIÙ CARA MA COSTITUISCE

UN INVESTIMENTO SICURO: DIFFICILMENTE

PERDERÀ VALORE. IN ALTERNATIVA, SEMPRE A MIAMI

BEACH, SI PUÒ PUNTARE SU SUNNY ISLE. A DOWNTOWN,

PREZZI INTERESSANTI A EDGEWATER

(BISCAYNE BLD.) E BRICKELL, DUE

AREE CHE STANNO VIVENDO UN FORTE

SVILUPPO».

2- VISTA OCEANO

«CASA CON AFFACCIO OPPURE NO? GLI APPARTAMENTI

SULL’OCEANO COSTANO MEDIAMENTE

DI PIÙ, MA GLI ANNI DELLA RIPRESA

HANNO DIMOSTRATO CHE L’ACQUA È UN SOLIDO

CUSCINETTO: UN PLUS CHE

PRESERVA IL VALORE DELL’INVESTIMENTO

A PRESCINDERE DAL MOMENTO ECONOMICO».

3- CASA O CONDO?

«I CONDOMINI HANNO COSTI DI GESTIONE

PIÙ ALTI MA OFFRONO PIÙ GARANZIE DAL

PUNTO DI VISTA DELLA SICUREZZA E DELLA

MANUTENZIONE. LA VILLA HA SENSO

PER CHI HA UNA FAMIGLIA NUMEROSA

O CERCA PRIVACY ASSOLUTA. IL MERCATO

DELLE LOCAZIONI È FIORENTE, MA ALCUNI

CONDO PERMETTONO SOLO AFFITTI DI LUNGO

PERIODO (SEI MESI)».

4- SERVIZI DI LUSSO

«PALESTRA, CONCIERGE E RISTORANTE?

ALCUNI CLIENTI, PER RISPARMIARE SULLE

SPESE, PREFERISCONO GLI IMMOBILI SENZA SERVIZI. MA I CONDO

DI LUSSO, UN PLUS CHE ALTROVE NON

SI PUÒ AVERE, SONO I PIÙ RICERCATI

DAGLI INVESTITORI INTERNAZIONALI: CHI LI SCEGLIE AVRÀ VITA FACILE AL MOMENTO

DI RIVENDERE L’APPARTAMENTO».

5- CHIEDI UN PARERE

«SCEGLIERE UN AGENTE CHE CONOSCE LA ZONA

E AFFIDARSI A LUI (NEGLI USA TUTTI

POSSONO VENDERE TUTTO). IMPORTANTE

LA PIANIFICAZIONE FISCALE: CHI VUOLE

PAGARE MENO IMPOSTE DI SUCCESSIONE PUÒ COMPRARE

TRAMITE UNA SOCIETÀ ESTERA; L’ACQUISTO

COME PERSONA FISICA PERMETTE

DI RISPARMIARE SULLE TASSE ALL’ACQUISTO».

Su Jefferson Road, nell’Art Deco District di Miami Beach.

Appartamenti da 42 ai 50 metri quadri. Prezzi: da 170 mila euro.

Info: www.therealfirst.com.

In Alton Road, Miami Beach, villa in stile mediterraneo di 392 metri quadri su due livelli, con cinque

camere da letto. Costa 937 mila euro. Info: www.wireconsulting.it.

A Lincoln Road (Miami Beach), palazzo del 1925 ristrutturato. Gli

appartamenti, da 39 a 53 metri quadri, costano da 170 mila euro.

Info: www.therealfirst.com.

Blue Condominium, Downtown Miami, con vista su baia e skyline:

251 metri quadri su due livelli. Prezzo: un milione di euro. Info: www.wireconsulting.it.

A Brickell, zona in grande sviluppo a Downtown Miami: 115 metri

quadri, due camere, due bagni, vista sulla baia. Prezzo: 393 mila euro.

Info: www.zilbert.com.

Appartamento di 163 metri quadri al Continuum, condo a South Pointe. Due camere, due bagni più uno per gli ospiti. Prezzo: 2.875.000 euro.

Info: www.zilbert.com.

SEI AFFARI DA COGLIERE AL VOLO

I CONSIGLI DELL’ESPERTO

COMPRAR CASA A MIAMI

d i g i o r g i o v e c c h i ( z i l b e r t i n t e r n a t i o n a l r e a l t y )

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miliardi di euro e coinvolti i migliori archi-tetti, da Richard Meyer a Zaha Adid» spiega.

Un tempo, racconta Elizabeth Le Van Kim (Le Van Kim P.R.) che frequenta Miami sin dagli anni Ottanta, era pericoloso persino uscire di casa la sera. Oggi la qualità della vita è alta, i prezzi bassi. Ma gli italiani non scelgono Miami solo per la convenienza. L’atmosfera è vivace, il clima ideale, gli amici si incontrano – ma anche no – in spiaggia, sui campi da tennis e da golf. Oppure nelle gal-lerie d’arte, specialmente durante Art Basel, la Fiera Internazionale di Arte Moderna che si svolge a dicembre. Per gli amanti del genere, c’è anche un’offerta gastronomica invidiabile, dal giapponese Zuma a Tur-luck’s, famoso per le aragoste, agli italiani Cipriani (una delle tante filiali dell’Harry’s Bar di Venezia) e Casa Tua. Per dirla con Ser-gio Dompé, presidente dell’omonima casa farmaceutica, «Miami piace per l’ospitalità, il dinamismo, l’equilibrio fra una vita piace-vole e un’attività lavorativa anche intensa».

Dompé è il prototipo del frequentatore di Miami 2.0: va in Florida sia per affari sia per piacere, e cerca di vivere il meglio della città. Vale lo stesso discorso per Giorgio Squinzi,

28 anni, creative director di Del Toro (a fianco con la fidanzata Jacqueline Kirsten). Italia-Florida. «Sono nato a Torino, papà è italiano, e a sette anni mi sono trasferito negli Stati Uniti. A Miami ho creato il mio marchio di scarpe». Questione di business. «Produciamo nelle Marche, ma la sede è qui. Miami è il posto ideale per noi: i brand di abbigliamento sono ancora pochi, quindi non abbiamo molta concorrenza, ma nello stesso tempo siamo vicini a New York». Pen-dolare. «Torno in Italia ogni due o tre mesi, e anche in Florida ho tanti amici italiani. Abito a North Beach, una zona poco turi-stica, mentre per il flagship store di Del Toro abbiamo scelto Wynwood, un quartiere che negli ultimi anni si è completamente rinno-vato». Young Miami. «I miei ristoranti pre-feriti sono Casa Tua e Nobu. Come locali, scelgo Delancey’s e Wall».

MATTHEW CHEVALLARD

Italiani a Miami. Da sinistra, l’ex calciatore Paolo Maldini, che da anni ha casa in città; Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi in vacanza; Teo Mammucari, conduttore de Le Iene, sullo skateboard; la tennista Flavia Pennetta, pure lei con appoggio in Florida.

presidente di Confindustria, e la moglie Adriana Spazzoli, responsabile del mar-keting di Mapei. «L’azienda ha una sede in Florida sin dal 1995» spiega Spazzoli, «è una base perfetta per coprire Stati Uniti e Centro America. Noi ci andiamo tre o quattro volte

l’anno, abbiamo un’abitazione a Fort Lau-derdale, Nord di Miami, e approfittiamo dei viaggi di lavoro per un po’ di mare e qualche puntata in città: ottimi ristoranti, belle mostre e un costo della vita più che sostenibile».

Capitolo famiglie: «A Miami c’è tantis-simo per i ragazzi» assicura Alessandro Costacurta, commentatore Sky e testimonial dell’Associazione per la lotta alla trombosi. A differenza degli ex colleghi calciatori Ales-sandro Nesta e Paolo Maldini, Costacurta non ha casa ma ogni anno affitta un apparta-mento a South Beach. «Da genitore dico che è la destinazione ideale. Lo scorso inverno, in un giorno di brutto tempo, sono andato con mio figlio all’Aventura Mall: si è divertito un sacco». Ultima categoria, i vorrei ma non posso (per ora). La showgirl Laura Barriales, voce di SuperMax su RadioDue, è un’habitué delle vacanze in Florida ma ha un cruccio: «Due anni fa mi hanno fatto una proposta di lavoro molto buona a Miami, avrei dovuto condurre un programma sul calcio euro-peo in onda un canale latinoamericano. Ho rifiutato, ma la tentazione era fortissima…». Avviso per gli altri aspiranti: sul sito luxurye-state.com c’è, in vendita, la villa a Palm Island che fu di Al Capone. Certo, bisogna avere un po’ di pelo sullo stomaco, e circa sei milioni di euro nel portafoglio.

IL BOOM FRA IL 2009 E IL 2010: «IN CINQUE ANNI IL PREZZO DELLA MIA CASA A SOUTH BEACH È SALITO DEL 40 PER CENTO» DICE JARNO TRULLI

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