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    Amaltea Trimestrale di cultura Anno III, Numero quattro, dicembre 2008 //4

    Vito Franc esc o De G iuseppe

    Mezzo pieno,

    mezzo vuoto

    Tanto tempo fa, un vecchio maestro tenta-va di spiegare ad un giovane studente ilconcetto di trovabilit dell'informazione.Cercava un esempio che fosse il pi con-creto possibile, ma in preda ad una com-pleta amnesia non riusciva a trovarne ne-anche uno.Lo studente lo guardava in attesa che riu-scisse a formulare un esempio concretoche gli facesse comprendere cosa si inten-desse per trovabilit.

    Il vecchio Maestro gli disse di immaginaredi dover cercare qualcosa in un vecchiomagazzino in cui gli oggetti erano sparsi esparpagliati senza alcun ordine ed alla rin-fusa. Gli disse quindi di provare ad imma-ginare la stessa situazione di ricerca, ma inun altro magazzino dove gli oggetti eranoconservati in ordine su ampi scaffali, facil-mente raggiungibili e su i quali gli oggettierano posti secondo un ordine che potevasin da subito essere identificato come alfa-betico dall'alto verso il basso e da sinistraverso destra.Lo studente lo guard stupito e disse: -Professore, cos chiaro che pi facile: come leggere un libro.-Per quanto la risposta dello studente fossechiara e logica, il Maestro rimase sorpresodal fatto che non era quello che volevasentirsi rispondere, ma lui stesso avevacostruito un concetto di ricerca e di trova-bilit dell'oggetto che non era nient'altroche la precisa riproduzione dello schemache abitualmente gli occidentali utilizzanonella lettura.

    Ancora oggi quando penso al problema del-la trovabilit e dell'usabilit dell'informa-

    zione mi viene in mente quell'episodio e larisposta che diedi al mio Maestro continuaa frullarmi in testa come se ancora oggi,non soddisfatto dell'esempio del mio Mae-stro tento di ricostruire una sequenza logi-ca che mi permetta di esplorare nuovicampi riguardo la manipolazione e la ela-borazione delle informazioni.Quando leggiamo un libro il nostro sguardopercorre un tragitto che va dall'angolo inalto a destra e scorre lateralmente verso

    sinistra. Quando giungiamo alla fine del ri-go, torniamo nuovamente verso sinistra escendiamo a quello sottostante per ripeterelo schema percettivo da sinistra a destra.Cos ci hanno insegnato a leggere fin dabambini.Leggere uno dei modi con cui raccoglia-mo informazioni e costruiamo la conoscen-za che ci permette di costruire strumenticoncettuali che ci consentono di adattarciall'ambiente in cui viviamo.Leggere non un'operazione di raccolta ecatalogazione dell'informazione, leggere il risultato, la conseguenza dell'applicazio-ne di uno schema appreso, di un processoattraverso il quale raccogliamo e catalo-ghiamo informazioni.Leggere non il solo processo che cono-sciamo, non l'unico ed il solo, ma quel-lo che utilizziamo con pi facilit poich quello che ci stato insegnato come ilmezzo che presenta il pi alto guadagno intermini di efficacia, ma non il solo.Leggere non l'unico processo di raccoltadell'informazione che conosciamo, ma

    quello che usiamo pi facilmente e conti-nuativamente. Questo perch ci stato in-

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    segnato non solo a leggere, ma che questo il mezzo pi rapido e con il pi alto gua-dagno in termini di efficacia, per quanto ri-guarda la raccolta delle informazioni, neitermini dello sforzo e del dispendio di e-nergie necessarie per acquisire informazio-

    ni. Tale Guadagno il risultato del rappor-to tra Dimensione dell'Informazione ed E-nergia necessaria per raccogliere l'informa-zione.Per Guadagno si intende quanto un'infor-mazione contribuisce alla strutturazione delbagaglio esperienziale e cognitivo di unsoggetto, ovvero quanta informazione ri-mane e viene utilizzata dopo essere stataacquisita, nella strutturazione del sistemacognitivo di un individuo.Se indichiamo con G il guadagno, D la di-

    mensione dell'informazione ed E l'energiautilizzata, avremo un rapporto di questotipo:

    G = D/E

    Il parity check indica qual la soglia mini-ma che il valore dell'informazione deveraggiungere per poter avviare , in quantoeconomicamente vantaggioso, il processodi acquisizione dell'informazione.Il valore di parit, il parity check, il valore

    cio oltre il quale l'informazione assumerilevanza per l'agente che la acquisisce eche di conseguenza attiva i processi di rile-vazione e captazione dell'informazione, ov-vero innesca i processi sensoriali di input egli attuatori meccanici ad essi riferiti, di Gdeve essere pari a 1. Cio la quantit dienergia deve corrispondere alla dimensionedell'informazione, matematicamente deveavere lo stesso valore della dimensionedell'informazione.Cio, se per acquisire un'informazione divalore 10, impieghiamo una quantit dienergia pari a 5 , avremo 10/5, cio un ri-sultato pari a 2, se invece impieghiamo 10di energia per un informazione di valore 5,avremo un rapporto di 5/10 pari a 0,5, cioun guadagno inferiore.Proviamo ora a descrivere sul piano praticoil concetto appena espresso.Nel primo caso, G = 10/5, il valore di Gpari a 2 ci dice che questo il valoredell'informazione rispetto all'energia impie-gata e ci d la dimensione finale dell'infor-mazione acquisita, mentre nel secondo ca-

    so, G =5/10, il valore di G di 0,5. Seconfrontiamo questi due valori notiamo

    come il valore del guadagno nel secondocaso pi basso che nel primo, ovvero chela dimensione dell'informazione pigrande che nel primo.Cosa intendiamo per per dimensione fina-le dell'informazione?

    Per dimensione finale intendiamo la quanti-t di informazione a nostra disposizioneper poter essere utilizzata.Questa ha una correlazione lineare positivacon l'energia impiegata per ottenerla, poi-ch occorrer altra energia per poterla im-plementare nella struttura di raccolta edutilizzo del sistema che raccoglie l'informa-zione.Tanta pi energia si sar spesa per racco-gliere l'informazione tanta meno energia cisar a disposizione per utilizzarla.

    Nel primo caso l'energia impiegata non su-pera il rapporto di 1 : 1 ovvero la parit trala quantit di energia utilizzata e la dimen-sione dell'informazione, nel secondo pialta. Nel primo caso non c' un dispendiodi energia, poca rispetto all'informazione,nel secondo c' troppa energia spesa. Nelprimo caso l'acquisizione dell'informazioneha avuto un costo che consente un gua-dagno elevato a prescindere dalla quantitd'informazione utilizzata. Nel secondo casol'energia impiegata alta e l'informazione

    acquisita per una parte corrispondentealla met della sua dimensione.Nel primo caso, l'informazione va ad inci-dere nella costituzione del sistema cogniti-vo, il dispendio d'energia far si che il si-stema di acquisizione dell'informazione laetichetter come utile da acquisire e prov-veder in tal senso.Nel secondo caso la dimensione dell'infor-mazione sar l'elemento che porter il si-stema ad applicare una maggiore energiaper acquisire l'intera informazione. In que-sto caso per il sistema valuter la dimen-sione dell'informazione rispetto alle dimen-sioni del sistema di acquisizione ed alleprocedure di stoccaggio dell'informazioneacquisita. Informazioni troppo grandi, pos-sono essere valutate come non utili perchtroppo costoso in termini di energia da im-piegare per la loro acquisizione e conser-vazione.

    Abbiamo cos annunciato e definito unanuova struttura, quella relativa all'acquisi-zione ed alla conservazione dell'informa-

    zione.

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    L'acquisizione di un'informazione non pas-sa solo per la sua rilevazione, ma perchsia utile, cio affinch possa essere utiliz-zata deve comunque essere acquisita econservata.In realt nella definizione innanzi descritta,

    sembra emergere una strutturazione fon-data sull'applicazione della teoria dell'Equi-librio di Nash e gli studi sui giochi a "som-ma zero" studiati da Von Neuman.Nel 1949, John Nash elabora la sua teoriadove tenta di fondere i concetti di puntofisso in una trasformazione di coordinate"e le strategia che un agente razionale a-dotta in competizione con un altro agenterazionale. A prescindere dal numero di a-genti, Nash dimostra che, a certe condizio-ni, esiste sempre una condizione di equili-

    brio, che si verifica quando l'agente scegliela strategia che gli consente di massimiz-zare il suo guadagno, prevedendo che gliavversari non modificheranno i loro com-portamenti in funzione della sua scelta.Secondo Nash, il guadagno, da lui definitopay-off, derivato da un insieme integratodi strategie, infatti il risultato dipende dallestrategie scelte da tutti gli attori che inte-ragiscono1.Ma l'equilibrio di Nash o i giochi a "sommazero", cosa definiscono riguardo alla capa-

    cit di un sistema di trovare ed usare l'in-formazione per costruire conoscenza?Unendo le informazioni, assemblandole inuna struttura coerente si costruisce cono-scenza, la massimizzazione del guadagnoin termini di accrescimento della conoscen-za, si ottiene quando il sistema utilizza unastrategia di raccolta che permette a tutti gliagenti di avere a disposizione contempora-neamente le informazioni condividendole.In un ambiente di questo tipo nessuno de-gli agenti-sistemi, cerca di prevaleresull'altro cercando di acquisire pi informa-zioni dell'altro. Non viene utilizzata quindiuna logica a somma zero. Cio le informa-zioni non entrano solo nel dominio di unagente mentre nell'altro zero la quantitdi informazioni a disposizione. Non si veri-fica quindi la condizione dei giochi a som-ma zero nei quali uno perde e l'altro vince,uno ottiene tutto e l'altro non ottiene nien-te.Utilizzando la logica dell'Equilibrio di Nash,l'ambiente raggiunge l'equilibro quandotutti gli agenti che popolano l'ambiente

    1http://it.wikipedia.org/wiki/Equilibrio_di_Nash.

    hanno la possibilit di accedere alle infor-mazioni, nello stesso modo e per le stessequantit, permettendo agli agenti di nonmodificare il proprio comportamento infunzione della scelta degli altri poich a-vendo a disposizione sufficienti informazio-

    ni per prevedere il comportamento degliavversari non hanno bisogno di modificareil proprio in funzione delle loro scelte. Anziil guadagno ottenuto spinge gli agenti acondividere le loro informazioni con gli altriagenti, poich tale processo di condivisionemassimizza il guadagno in termini di stabi-lit del sistema ambiente.L'equilibrio di Nash non spiega e definisceper la struttura di rilevazione ed elabora-zione dell'informazione, ma descrive le re-gole di processazione dell'informazione

    stessa, rispetto ad un suo eventuale utiliz-zo.La logica che sembrerebbe quella che me-glio delle altre definisce i processi di co-struzione, rilevazione ed elaborazionedell'informazione sembra essere quellafuzzy, cio di quella logica che si basa sulragionamento con insiemi fuzzy.Il terminea fuzzy fa la sua comparsa nel1965, comparendo per la prima volta neltitolo di un saggio, Fuzzy Sets, di Lofti Za-deh, preside del Dipartimento di Ingegne-

    ria Elettrica dell' Universit della Californiadi Berkeley.Se partiamo dal presupposto che le parolerappresentano insiemi, la distinzione chefacciamo tra parole pubbliche ed insiemiprivati e gli esseri umani pensano in termi-ni di insiemi2.Se si considera il ragionamento per insie-mi, ogni informazione definisce caratteri-stiche ascrivibili all'insieme a cui fa riferi-mento l'informazione considerata.La logica fuzzy risponde alle esigenze dicatalogare e riprendere l'informazione ca-talogata secondo principi che sembranoessere pi aderenti ad un funzionamentoanalogico, che avviene cio per grandezzecontinue, in funzione di variabili fisiche(tempo, temperatura, suono...) delle quali possibile rappresentare solo il segnale tragrandezze legate da una relazionedanalogia. Il segnale varia in modo conti-nuo assumendo i valori che sono assuntidalla grandezza fisica, variando quindi concontinuit nel tempo.

    2 B. Kosko, Il fuzzy-pensiero, Baldini&Castoldi, Milano2002.

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    I sistemi digitali funzionano invece sullabase di misurazioni discrete, come lo 0 el'1 per il processore di un computer, pos-sono quindi cio assumere solo un numerofinito di valori in un intervallo temporalefinito.

    Per un sistema analogico pi semplice,nonch vantaggioso economicamente par-lando poter definire lo stato dell'agente se-condo valori che non ne mutano le caratte-ristiche di appartenenza ad insiemi fuzzy.Se prendo un bicchiere d'acqua e ne bevola met, quello che resta continuer ad es-sere un bicchiere d'acqua, ma se lo bevotutto rimarr solo un bicchiere. nel primocaso l'oggetto apparterr all'insieme "bic-chiere d'acqua", sottoinsieme del pi gran-de insieme "bicchieri".

    Senza la logica fuzzy, che consente di con-tinuare a riconoscere il bicchiere d'acquacome tale anche se stato svuotato permet, sarebbe assi complicato ed energeti-camente dispendioso per il sistema che de-ve riconoscerlo, dover elaborare il costruttobicchiere in funzione dei tre stati conside-rati nell'esempio.Nel primo stato un "bicchiere d'acqua", inquanto "bicchiere pieno di liquido incoloreed insapore utile per la sopravvivenza ed ilripristino elettrolitico dell'organismo";

    Nel terzo stato un "bicchiere vuoto", unoggetto che pu essere utilizzato per variscopi ma che nel momento angolaredell'osservazione solo un "bicchiere".In questi due stati il costrutto bicchiere elaborabile anche da un sistema digitaleoperante per funzioni discrete. Potrebbeutilizzare vuoto e pieno come grandezzediscrete manipolabili a piacimento.Ma se consideriamo il secondo stato,quando il "bicchiere d'acqua" pieno a me-t non esiste insieme digitale che riesca adelaborare tale informazione, perch lostesso "bicchiere d'acqua" pu essere con-siderato "mezzo vuoto", concetto che po-trebbe fare entrare l'oggetto in un insiemediverso se viene considerato "mezzo pie-no", ma grazie alla logica fuzzy, "mezzopieno" e "mezzo vuoto" possono essere e-tichette applicabili allo stesso oggetto sen-za che questo debba essere spostato in unaltro insieme concettuale per permettere alsistema di elaborare l'informazione "bic-chiere d'acqua".Lo studente cresciuto ed ora ha qualche

    informazione in pi per poter leggere l'am-biente in cui vive, ma continua ad avere un

    dubbio, continua a farsi una domanda: maci che vedo e che poi rappresento con illinguaggio, condiviso da tutti perch tuttivedono la stessa cosa che vedo io o invecela condivisione non nient'altro che la ri-duzione costante dello scarto tra la mia

    rappresentazione della realt e quella deglialtri?Forse un giorno potrebbe scoprire che ciche si condivide non la rappresentazionedella realt, ma lo scarto tra tutte le rap-presentazioni della realt costruite da tuttigli agenti che popolano l'ambiente3.

    3http://lci.det.unifi.it/Courses/InfApp/cap33.pdf