Mestre preadol e adol16 02 11

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ASSOCIAZIONE ITALIANA DISLESSIA UNA DIDATTICA EFFICACE. Conoscere e affrontare i disturbi specifici dell’apprendimento Mestre, 16 02 2011 dr Claudio Franceschini

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ASSOCIAZIONE ITALIANA DISLESSIA

UNA DIDATTICA EFFICACE.Conoscere e affrontare i disturbi specifici

dell’apprendimento

Mestre, 16 02 2011

dr Claudio Franceschini

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Le ragioni dell’interesse sulla dislessia e dei d.s.a.in generale

La conoscenza acquisita negli ultimi anni.

Le dimensioni del problema.

Il collegamento con i modelli di sviluppo normale delle abilità di apprendimento.

La possibilità di un intervento precoce

La possibilità di un trattamento

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Che cos’è l’apprendimento

Non è soltanto sviluppo cognitivo ( crescita misurabile + riorganizzazione e differenziazione)

Può esserci apprendimento senza sviluppo cognitivo ( es memorizzare definizioni senza comprenderne il significato)

Def: capacità di modificare i nostri comportamenti/ un determinato stato del sistema cognitivo in funzione dell’esperienza. L’apprendimento scolastico riguarda il processo di acquisizione di abilità e di concetti guidato dall’istruzione. L’istruzione guida l’apprendimento attraverso la trasmissione di procedure e di concetti. La procedura serve per accedere poi ai concetti e ne rappresenta la porta di accesso.

L’abilità è la capacità di un soggetto di eseguire una procedura composta di una serie di atti in modo rapido, standardizzato e con basso dispendio di risorse attentive.

Tratto con modifiche da G. Stella (2000) Sviluppo cognitivo. Paravia Bruno Mondadori Editore,

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Le abilità strumentali di lettura, scrittura, calcolo

• Si acquisiscono con la ripetizione frequente o allenamento della procedura, composta da una sequenza rigida di atti

• Risentono, oltre all’allenamento, anche del metodo usato e delle capacità di partenza del soggetto.

• Come si acquisiscono? 1 predisposizione di partenza 2 esposizione agli stimoli 3 semplicità e stabilità degli atti da compiere 4 progressiva velocizzazione

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La disabilità

La disabilità è la difficoltà o l’incapacità di costruire una serie di azioni per raggiungere uno scopo

• Incapacità di costruire una serie di azioni

• L’allenamento non produce gli effetti attesi

• Non scatta l’automatismo

• Le strategie di compenso non risolvono il problema, talvolta lo aggravano

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Epidemiologia dell’insuccesso scolastico

– Handicap fisico ( 21%) e psichico (79%) 2,1%– Svantaggio socio culturale 15 – 20%– Disabilità specifica di apprendimento 4%– Disturbo depressivo 2%– Disturbo di personalità 1%

Tratto con modifiche da G. Levi, Handicap e disadattamento scolastico, Giorn. Neuropsich.Età Evol,11, 1991

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La classificazione dei disturbi specifici di apprendimento

1. Il disturbo specifico di lettura e scrittura

2. La disortografia

3. La discalculia

4. Il deficit specifico della comprensione del testo

5. La sindrome non verbale

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Disturbo specifico di letturaE’ la compromissione nello sviluppo della capacità

di lettura che non è causata dall’età mentale, da deficit sensoriali o da inadeguata scolarizzazione.

Spesso coesistono un deficit di comprensione della lettura, di riconoscimento della parola, di lettura ad alta voce, di scrittura dei suoni di cui sono fatte le parole a causa del deficit di isolare per via uditiva i suoni che le compongono.

Spesso è presente una storia pregressa di disturbo evolutivo del linguaggio e una familiarità per deficit di lettura e scrittura

Complicanze: scolastiche e di adattamento socialeTratto con modifiche da P. Tressoldi e C. Vio,2002

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Come si presenta un b dislessico

Difficoltà a identificare i suoni delle singole parole.

Difficoltà a discriminare suoni affini.

Difficoltà a riconoscere le lettere dell’alfabeto.

Nella lettura: omissione, sostituzione, distorsione o addizioni di parole o parti di parole.

Lentezza nella lettura, lunghe esitazioni, perdita di posizione del testo, difficoltà a far la sintesi delle lettere nella parola.

Organizzazione spaziale inadeguata ( es. banco)

Disgrafia, difficoltà a copiare alla lavagna

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continua

Progressivo deficit di comprensione della lettura: incapacità a ricordare le cose lette, difficoltà a fare inferenze dal materiale letto, uso di conoscenze a carattere generale nel rispondere a quesiti sul testo letto.

Deficit e imprecisione fonetica in scrittura

Presenza di difficoltà di elaborazione uditiva (riconoscimento, categorizzazione e memoria sequenziale, inventare le rime)

Talvolta deficit di elaborazione visiva ( es discriminazione delle lettere) e deficit della attenzione

Problemi emotivi nei primi anni. Disturbi della condotta e iperattività più tardi.

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Il caso di Roberto ( n. 1994) con severa dislessia: un esempio positivo

Prima segnalazione delle insegnanti a fine 1° elementare per difficoltà condivise dai genitori riscontrate da gennaio della 1°. Riscontro di severe difficoltà di lettura ( riconosce 1 lettera) e di scrittura (MLA per mela, PRA per pera), deficit visuomotorio e grafomotorio ( disgrafia), rifiuto scolastico. Genitori entrambi sensibili e competenti. “ Carattere forte, se subisce delle limitazioni o delle frustrazioni si ribella ma poi si adegua”. Intelligenza normale. Comprensione di un testo normale. Alla fine della 2° e. impara a scrivere il suo nome e cognome. Demotivato, isolato e triste in classe oppure fa il pagliaccio. Dice alla psicologa: vorrei che per 100 giorni le maestre non mi dessero compiti a casa. A casa si impegna nei compiti, a scuola rifiuta di farlo, i genitori lamentano disinteresse delle insegnanti. Cambio di sede scolastica con la 3° e si decide di sospendere la logopedia per sgravare il bambino, programma semplificato a scuola. Il b lavora con motivazione ed è bene inserito. Crollo in 4° e. dipendenza operativa. Litigi con i compagni. Note sul diario. Rifiuto verso le verifiche. Attestazione di H. Alla fine della 1° media: viene caricato di compiti ( genitori), isolato in classe, non ha amici, appassionato di costruzioni di lego e nuoto, autonomo. Rifiuta calcolatrice e computer, accetta solo Carlo Mobile. Male in inglese e francese.

Fine 3° media: oltre alla dislessia( -3DS), persiste il deficit linguistico espressivo.

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Il caso di Mirco, n. nel 1991, con lieve dislessia e discalculia.

Il senso dell’autoefficaciaLa diagnosi è stata formulata all’età di 18 anni, 4 a superiore, su

indicazione di una prof che lo aveva sentito legger male a sett 2007. La madre, avvisata, riconosce anche la sua storia personale nel sospetto formulato dalla prof di italiano. Problema di lettura fin dalle elementari. Da allora è stato vittima di segregazione, bullismo denigrazione fino alla 1° media. Poi la madre gli fa cambiare scuola. “Grazie a mia madre ho imparato a cavarmela da solo”.

Luglio 08: ragazzo alto, espressivo e loquace, muscoloso, parla dei suoi problemi nel dettato, nei temi di italiano, nel problem solving, ma non nella traduzione dal latino. “ Ho passato momenti difficili e ce l’ho fatta, sento ora che se ci sono riuscito allora, me la posso cavare”. Per studiare legge ripetutamente a casa ad alta voce.

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Come si fa la diagnosi di dislessia?La Consensus Conference promossa

dall’AID del 2007, ora in revisione, prevede

• Necessità di somministrare prove standardizzate di lettura a più livelli: lettere, parole, non parole, brano.

• La necessità di valutare congiuntamente i due parametri di rapidità e accuratezza nella performance.

• La necessità di stabilire una distanza significativa dai valori medi attesi per la classe frequentata dal bambino, convenzionalmente fissata a – 2 ds dalla media per la velocità e al di sotto del 5° percentile per l’accuratezza , in uno o nell’altro dei parametri menzionati.

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Cosa facciamo quando leggiamo

Parola scritta

Analisi visivaLessico ortografico in input

Sistema lessicale

Lessico fonologico

Conversione del grafema in fonema

Tratto da G. Stella, com. pers 2003

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Modello evolutivo di U. Frith lettura scrittura

Stadio logografico

Stadio logografico

Stadio alfabetico

Stadio alfabetico

Stadio ortografico Stadio ortografico

Stadio lessicale

Stadio lessicale

Tratto da Tressoldi, 1991* Effetto trainante o favorente

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Esemplificazione del mod. evolutivo• Livello logografico: il b legge o scrive parole in modo globale per

le caratteristiche visive delle parole. Riconosce il proprio nome scritto

• Livello alfabetico: Il b scrive parole che hanno una corrispondenza biunivoca tra n° di suoni e n° di lettere. Es.:cane>cane, gita>gita, chiodo> ciodo, bagno> banio.

• Livello ortografico: implica la conoscenza di tutte le regole di trasformazione dei suoni in segni, cioè delle eccezioni alla regola della corrispondenza biunivoca suono lettera. Es.: il suono iniziale /k/ di quadro, chilo e cane non consente alcuna previsione di bersaglio.

• Livello lessicale: le parole vengono lette o scritte direttamente senza bisogno di trasformazioni parziali tra grafemi e fonemi. Consente di scrivere stringhe omofone e non omografe, ad es.:

luna vs l’una, anno vs hanno, danno vs d’anno, alpino vs al pino.

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Evoluzione con l’età dell’abilità di lettura• L’evoluzione della velocità di lettura dalla seconda elem alla

terza media nei bambini dislessici trattati e seguiti longitudinalmente è di circa 0.028 + 0.30 x grado di scolarizzazione*

• L’evoluzione della velocità di lettura nei normolettori è 1,24 +0.5 x grado di scolarizzazione*.

*Tressoldi P.E., Stella G., Faggella M.(2001) The development of reading speed in italians with dyslexia: a longitudinal study. Journal of learning disabilities, 34,5: 414-17.

Normolettori Dislessici2° grado/primaria 2.28 sill/sec 0.83 sill/sec3° grado/primaria 3.00 0.934° grado/primaria 3,54 1,235° grado/primaria 3,94 1,536° grado/media 4.22 1.837° grado/media 4.75 2.138° grado/media 4.89 2.43Da Jozzino, 2006

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Come sarà un dislessico di lingua italiana da adulto?

• Il 20 % da adulto si normalizza, cioè applicando dei test specifici non si rileva il pregresso disturbo di lettura

• Il 45% sono soggetti compensati: sono soggetti che se sono esposti ad un testo lungo o complesso lamentano difficoltà a studiare, per esempio all’università. Si possono rilevare con appositi test.

• Il 35% sono persistenti, mantengono la loro difficoltà nella loro vita quotidiana

Tratto da G. Stella, comunicazione nel Congresso AID di San Marino del 22 09 2002

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Prognosie le diverse tipologie di prognosi

• Prognosi intesa come evoluzione a distanza della difficoltà di lettura

• Prognosi come possibilità di sviluppare un disturbo psicopatologico

• Prognosi come possibilità di avanzare nella carriera scolastica

• Prognosi come progetto di vita e capacità di reddito sviluppata in età adulta

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Fattori predittivi per un’evoluzione sfavorevole

• Disturbi di apprendimento di grado medio grave• Bassa velocità di lettura• Presenza di deficit multipli neuropsicologici• Comorbilità psichiatrica• Diagnosi tardiva• Trattamento insoddisfacente• Presenza di fattori multipli di vulnerabilità tra i quali

quello più incisivo è rappresentato da un ambiente familiare non ottimale

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DisortografiaE’ la difficoltà a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in

simboli grafici. La diagnosi di disortografia esclude un deficit di lettura. Viene fatta diagnosi sulla componente “trascrizione”, dimostrando in una prova di dettato un n° di errori superiore alla normalità.

Componente Prova Valutazione se < 10°p.

Discriminaz fonemica Ripet di non parole Disturbo discrim fonemica

Analisi fonemica Prove di analisi fon. Disturbo mbt e analisi fon.

Corrisp fonemi-grafemi Dettato fonemi isol Dist. di assoc fonemi-graf.

Dett.di non parole Dist. Fonolog di decodifica

Lessico di parole Dettato frasi omofone Disturbo lessico di parole

Velocità prassica Velocità scritt grafemi Disturbo prassie di scritt.

Tratto da Tressoldi e Vio, Diagnosi dei disturbi dell’apprendimento scolastico, Edizioni Erikson

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Disortografia

Prove standardizzate di ortografia1. Batteria per la valutazione della scrittura e dell’ortografia in età scolare di

Tressoldi e Cornoldi ( 2000)

2. Batteria per la valutazione della dislessia e della disortografia di Sartori, Job e Tressoldi (1995)

3. Batteria per la valutazione della scrittura di Rossi e Malaguti (1998)

Classificazione degli errori ( da Tressoldi)1. Errori fonologici, ad es. di omissione: pote per ponte, baco per bacio, e le

confusioni cafallo per cavallo ( associazione grafema-fonema)

2. Errori non fonologici: aqua, qucina, aradio (deficit ortografico)

3. Errori di doppie e accenti.

La suddivisione degli errori secondo un modello è fondamentale per avviare qualsiasi training di recupero

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Trattamento come presa in carico globale della dislessia

• Aiuto al bambino e alla sua famiglia attraverso la conoscenza e la spiegazione delle sue difficoltà e del prevedibile decorso del disturbo

• Consulenza alla scuola per la programmazione di percorsi didattici adeguati e l’eventuale utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi nell’ambito del PEP

• Riabilitazione specialistica logopedica e

neuropsicologica basata su un dettagliato profilo delle potenzialità e delle disabilità

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Difficoltà psicologiche del b. dislessico• I disturbi psicopatologici più frequentemente associati alla dislessia

nel bambino sono: i disturbi depressivi, il disturbo d’ansia, il disturbo oppositivo-provocatorio, il disturbo della condotta.

• L’autostima, il senso di sé, il proprio senso di efficacia possono esser compromessi da fattori di disagio quali la frustrazione, ansia, stress che caratterizzano l’esperienza di apprendimento, ma anche la vita in generale. Vissuto cronico di incapacità e sofferenza.

• Vanno considerate le ricadute sull’organizzazione familiare e sul clima di tensione e di conflitto che connota la vita quotidiana delle famiglie.

• Deficit settoriale, implicazioni emotive, ricadute familiari pesano sullo sviluppo psicologico del bambino.

• La difficoltà maggiore per il bambino nel suo iter scolastico è di tener distinto cosa e quanto dipende da lui e dal suo impegno e quanto dipende dalla presenza del disturbo. Ma dipende anche da quanto lui sa che gli adulti sanno fare la stessa distinzione.

• La differenziazione e la suddivisione delle responsabilità è un modo per far sentire meno soli questi bambini.

• L’evitamento della responsabilizzazione come difesa

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La discalculia evolutiva

E’ un disturbo delle abilità numeriche ed aritmetiche che si manifesta in bambini di intelligenza normale, che non hanno subito danni neurologici. Essa può presentarsi associata a dislessia ma è possibile che ne sia dissociata.

Rapporto con la dislessia: circa il 60% dei bambini dislessici ha una discalculia o almeno difficoltà nel processamento numerico. I bambini solo discalculici hanno difficoltà più severe spec. nelle moltiplicazioni/divisioni a mente e scritte

Evoluzione: scarsa modificabilità. Tra la 5° e la 3° media il 47% continua ad avere punteggi sotto il 5° centile, il 95% sotto il 25°. Scarse ricerche longitudinali.

Tratto da Profumo et al, La dislessia, aspetti cognitivi e psicologici, diagnosi precoce e riabil. Franco Angeli 2000.

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Il sistema dei numeri e del calcolo• Sistema dei numeri E’ un ambito lessicale autonomo rispetto al sistema linguistico, con regole sintattiche

precise tali da consentire una produzione illimitata. Sulla base delle regole di sintassi riesco ad assemblare i numeri ( numeri fino a 9, poi la decina, da 11 a 16, il cento, il mille, il milione).

Il sistema dei numeri si rappresenta con vari codici: orale, scritto, arabo, romano, ecc.Include una dimensione strutturale e una evolutiva.Dimensione evolutiva. I progressi che fanno i b quando si avvicinano ai compiti di

aritmetica: conteggio, cardinalità, somma, scomposizione e accorpamento; poi lettura e scrittura dei numeri, cioè la transcodifica, prima per i numeri semplici poi per quelli fonologicamente più complessi

Dimensione strutturale. Riguarda: la corretta transcodifica dal codice verbale all’arabico; l’uso dei segni convenzionali, tipo punto o virgola, per rappresentare gli elementi lessicali ( mila, milione, decimale); l’uso dello zero che deve esser rappresentato nel codice arabo ma non in quello alfabetico e il valore posizionale che le cifre assumono.

• Il sistema del calcoloDipende funzionalmente dal sistema dei numeri di cui si avvale sia in entrata sia in uscita.Contiene tre sottosistemi: il sottosistema di elaborazione del segno algebrico da cui ricavo

la procedura il sottosistema dei fatti aritmetici, cioè delle tabelline e calcoli cui accedo per memorizzazione; il sottosistema delle procedure di calcolo rispettando le regole di esecuzione dell’algoritmo, tipo incolonnamento, prestito, riporto.

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Epidemiologia ed evoluzione

• Ci sono pochi studi in letteratura e sono poco confrontabili per la diversità degli strumenti utilizzati

• Prevalenza nello studio inglese di Lewis et al.( 1993): 3,1% della popolazione di 9-10 anni, il 61% dei quali è associato a dislessia. Prevalenza dell’1% per la forma pura

• Prevalenza del 6,1% nella studio di Shalef et al. (1996) su 3029 ragazzi israeliani di 10-11 anni, il 17% di essi associato a dislessia. 3% nella forma pura.

• Evoluzione: in 3° media su 123 ragazzi israeliani discalculici 47% rimane tale e il 53% supera il criterio ( n° di errori ≥ 95° centile). La persistenza si correla con la gravità iniziale del disturbo e con la presenza di fratelli segnalati per difficoltà di calcolo, non si correla con il sesso, con il livello socioeconomico, col quoziente intellettivo.

Tratto dal Profumo, Congresso AID San Marino sett 2002

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Discalculia e sistema dei numeriI bambini con discalculia presentano evidenti difficoltà nei compiti di

transcodifica numerica quali lettura, scrittura e ripetizione dei numeri, mentre non ci sono incertezze nella codifica semantica.

Lettura di numeri a quattro cifre Scrittura di numeri su dettato 6776 Seicentosettantasei milleottocentotrentadue 1532 ( err. Lessicale) 3587 Trecentocinquantotto duemilaotto 208 ( err. Sintattico) 7001 Settecentouno

Discalculia e sistema del calcoloI bambini con discalculia presentano spesso serie difficoltà nei compiti di

calcolo aritmetico, sia mentale che scritto. Impossibile ricordare le tabelline dopo averle apprese con tanto sforzo! Idem per altri fatti numerici. Errori in scrittura: il segno algebrico, errori di calcolo del numero da elaborare, errori di direzione spazio temporale, intralcio dei sistemi di controllo

4070- 23x 1246= 15 3236 105 32 425

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Il disturbo specifico della comprensione del testo scritto

• Comprendere un testo significa costruirsi una rappresentazione mentale del suo contenuto.

• E’ “specifico” se accompagnato da una normale capacità di decodificare un testo ( poor readers o cattivi lettori).

• Difficoltà ( fattori contestuali) vs disturbo. 13,6 % nella scuola primaria e secondaria (Tratto da C. Pacifico, 2006). Storia naturale?

• I p.r. hanno un deficit di riconoscimento di parole, un deficit nella memoria di lavoro, deficit nella capacità di fare inferenze dal testo, deficit nell’uso di conoscenze precedenti. Non deficit fonologici.

• Approccio metacognitivo: conoscenze, strategie, controllo.• Correlazione, dimostrata, coll’ insuccesso scolastico.• Il trattamento più efficace è quello strategico ( uso di specifiche

strategie di comprensione) e, congiunto, metacognitivo.

Tratto da Carretti, Cornoldi, De Beni, I disturbi dello sviluppo, Il Mulino, 2002.

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La sindrome non verbale

Costellazione di sintomi non verbali da disfunzione parietale destra ( organizzazione spaziale e aritmetica)

• Carenti abilità visuospaziali• Discalculia• Deficit nei compiti tattili più complessi• Deficit di coordinazione motoria• Deficit organizzazione visuopercettiva• Segni neurologici minori all’ emisoma destro• Difficoltà emotivo relazionali ( timidezza)• Deficit attentivo con o senza iperattività.• Deficit specifici negli apprendimenti: aritmetica, geometria,

comprensione visuospaziale, disegno, geografia, scienze riconducibili alla scala visuospaziale SVS di Cornoldi

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L’intervento nella scuola media inferiore

• Difficoltà di transcodifica risolte o stabilizzate e non suscettibili di modifica, riduzione degli errori, maggior velocità. Ma: il testo scritto continua a non esser controllato, deficit di controllo della comprensione e deficit controllo della scrittura di un testo.

• Obiettivi:– Un intervento riabilitativo iniziale seppur tardivo è possibile sulla

comprensione del testo, ma anche sulla velocità di lettura, in teoria– Pianificare testi scritti– Ridurre il disagio soggettivo, prevenzione del rischio cognitivo, riduzione

del rischio affettivo.Tratto da Penge, ibidem, 2003

• Obiettivi scolastici: lavoro sulla comprensione del testo, metacognizione, uso di strategie didattiche, ad es le mappe, lavoro sulla scrittura

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Intervento nella scuola superiore

• Il problema più significativo rimane l’uso della lettura e scrittura come strumenti di pensiero e di apprendimento astratto, l’uso autonomo di strategie di apprendimento alternative al testo scritto ( mappe mentali, tecniche di memoria)

• Obiettivi:– La riabilitazione è tardiva ed è inefficace– Consulenza verso ragazzi e famiglie sui percorsi scolastici

compatibili con il disturbo allo scopo di ridurre la divaricazione– Prevenzione del rischio affettivo e sociale

Tratto da Penge, ibidem, 2003.

• Obiettivi scolastici: strategie di compenso e strumenti informatici per rendere il ragazzo/a più autonomo possibile. Verifiche e ed esercitazioni ridotte.

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La ragazzina di 12 a più adulta della sua età

La incontro a gennaio 2008, è una ragazza intelligente che mostra più dei suoi 12 anni, comunicativa e fiduciosa. Ma anche preoccupata di fare bella figura. Sa di esser troppo lenta.

“ Non sapevo leggere ad alta voce, poi ho imparato”Diagnosi di dislessia nel 2006. Reader & litigi a casa. Logopedia.A gennaio ( 1° media) la lettura è suff per velocità, fa errori ( vederlo

→venderlo, lungo →luogo)ma non eccessivi. I dati più compromessi sono i tempi di esecuzione delle prove di aritmetica ( tra -3 e -6 DS), esasperanti. Nel dettato di frasi fa molti errori ortografici, quasi assenti in un testo inventato da lei.

Un solo momento di sfogo: “ Non è giusto che io debba fare tutta questa fatica a studiare!” fa dire ad uno dei personaggi del fumetto che le faccio compilare

Concl: caso, frequente, di dislessia compensata con persistenti difficoltà. Probabile una discalculia. Come venir incontro all’ansia e al suo malessere emotivo latente che rischia di passare inosservato.

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L’esperienza di un genitore di due figli dislessici di 9 e 14 a, dopo un incontro di

aggiornamento

I bambini dislessici hanno, probabilmente, uno dei due genitori che è a sua volta dislessico. Alle riunioni dell'AID o alle iniziative divulgative partecipa quasi sempre il genitore non dislessico. Immagino che per l'altro genitore non sia facile affrontare la questione. Almeno per me non lo è stato. Sono del 1954, non molto giovane quindi ma nemmeno molto vecchio. In seconda elementare sono stato rinviato a settembre. Esame di riparazione per insufficienza in italiano (voto 5 per evidenti difficoltà di lettura). In terza elementare, a quel tempo, non c'era possibilità di rinvio. Promossi o bocciati. Sono stato quindi bocciato e ho dovuto ripetere l'anno. La scuola elementare per fortuna non è più così, anche se il dibattito politico attuale sembra farci capire che molti rimpiangono il passato ritenendolo, hai me, meno costoso. Le risparmio il resto ma avrà sicuramente capito che parlo da ex bambino dislessico. Ex bambino, ovviamente, vista l'età ma non ex dislessico. Fortunatamente crescendo in qualche modo sono riuscito a compensare ma di questo la scuola non ha nessun merito.

Comunicazione personale, dic 2008

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Cercando di capire le frustrazioni di mio figlio sono stato costretto a riportare alla coscienza, non senza dolore, analoghe frustrazioni che avevo ormai rimosso. Ripeto, possiamo rallegrarci del fatto che la scuola elementare un poco è cambiata ma le medie inferiori, al contrario, non hanno fatto in quarant'anni nessun passo avanti. Gli ultimi tre anni sono stati per mio figlio veramente difficili. Alle normali difficoltà dell'adolescenza si sono sistematicamente aggiunte infatti le frustrazioni e la ansie provocate un po' da tutto il corpo docente. Inoltre, a seguito di alcuni gravi episodi, sono intervenuto forse troppo pesantemente provocando un' ulteriore difficoltà al ragazzo costretto ad affrontare di conseguenza le più o meno velate ritorsioni. Evito di entrare nel particolare perché sono convinto comunque che i singoli episodi siano stati meno dannosi del costante, tenue, velato ma non troppo atteggiamento di dileggio subito dal ragazzo da parte dei prof. a causa della sua endemica "disorganizzazione". Ci si può difendere, infatti, se si viene obbligati a leggere ad alta voce in classe semplicemente ponendo un rifiuto. Poco male se a fronte di tale rifiuto si viene sistematicamente spediti dal preside. Quando mancano le parole per difendersi poi, si scoppia in lacrime in presenza dei compagni. Anche questo si può superare, ma non c'è difesa, forse perché si finisce col sentirsi effettivamente colpevoli, se sistematicamente si perdono penne, matite, colori, se non si trovano mai i quaderni giusti, se non si portano mai i libri che servono, se a casa si fanno un sacco di compiti non richiesti tralasciando invece i pochi effettivamente assegnati se si dimenticano le mutande in palestra, i maglioni in classe, la cartella in macchina, se non si sa che oggi è lunedì, che siamo in novembre e che alla fine della scuola mancano ancora molti mesi.

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Preadolescenza e adolescenza: aspetti emotivi, relazionali

• Preadolescenza: integrazione del corpo che cambia • Adolescenza è: desiderio di identificarsi come individuo, cioè soggettivizzarsi, bisogno di allontanarsi dal modello genitoriale alla ricerca di un proprio modello, la richiesta di autonomia e di indipendenza, il bisogno di confronto e di accettazione da parte dei coetanei, l’acquisizione dell’identità sessuale.

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Il sé cognitivo, un altro modo di avvicinarci all’ adolescente con Dsa. Cos’è?

• E’ la rappresentazione cosciente che un individuo possiede circa la propria capacità di comprendere e di controllare il mondo esterno e il mondo interno con i propri strumenti del pensiero. Una difficoltà scolastica può rappresentare una esperienza traumatica in grado di indebolire il sé cognitivo.

• Il sé cognitivo è già operante nel corso della fase di latenza ma raggiunge la sua piena maturità all’ingresso in adolescenza, quando essa diventa una sorta di meccanismo di difesa in grado di esercitare un controllo mentale sulle modificazioni legate al processo adolescenziale. Tutti i fattori in grado di condizionare l’integrità del sé cognitivo hanno una potenzialità psicopatologica.

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Lo studio disciplinare nella scuola secondaria

• Viene effettuato quasi esclusivamente attraverso la lettura, per fissare i contenuti disciplinari

• Richiede continui processi di controllo (comprensione)

• I processi di controllo si realizzano attraverso la ri-lettura

• La ri-lettura utilizza la via fonologica

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Le evidenze riguardanti i DSA per un intervento corretto nella scuola superiore rimangono le

medesime• Le compromissioni neuropsicologiche sottostanti

l’inadeguato controllo della lettura e scrittura sono ancora presenti ( studio di Bologna, 2008)

• Residuano difficoltà nel controllo dello strumento di l. e s. Differente peso delle due componenti nei diversi compiti

• Cambiano le richieste proprie dei diversi ordini di scuola• Cambia l’elaborazione che il soggetto ha del suo

disturbo: nucleo psicopatologico depressivo e inibitorio• L’evoluzione del bambino con dislessia sembra però

paradossale: la lettura migliora ma i problemi scolastici aumentano. Perché?

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Come differiscono i DSA nella Scuola Secondaria Superiore dalla Scuola Primaria

• Per una minore difficoltà a controllare lo strumento della lettura e, meno, la scrittura

• Per un aumento della difficoltà di controllo dei compiti scolastici

• Per un malessere persistente non solo di fronte alla lettura ma anche di fronte allo studio come tale!

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Sul piano funzionale, nel corso della Scuola Secondaria Superiore per i DSA:

• anche quando le difficoltà di lettura appaiono “risolte”, residuano difficoltà nella scrittura dei testi

• la comprensione della lettura ed il suo uso per l’apprendimento di nuovi concetti sono precari

• l’uso del linguaggio orale come guida per la programmazione del testo scritto appare atipico

Tratto da R. Penge, 2006

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In altre parole: le manifestazioni del DSA in preadolescenza e adolescenza si

caratterizzano per• Discrepanza marcata tra competenze orali, conoscenze

non curricolari e competenze accademiche

• Lentezza, errori ortografici persistenti, povertà esecutiva nell’uso del codice scritto e/o nell’area delle operazioni matematiche, incluse le sequenze e le procedure

• Ampie difficoltà globali nei processi di apprendimento, con generale disinvestimento e comportamenti di rifiuto

generalizzato dell’apprendimento

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In generale, come studia un ragazzo dislessico (la lista degli errori)

• Tendenza a leggere solo una volta• Utilizzo quasi esclusivo della via lessicale• Tendenza a “riparare” le incongruenze senza ricorrere alle verifiche

attraverso la rilettura.• Difficoltà a sviluppare tecniche di analisi visiva della pagina e del

testo (previsione, parole chiave, sintesi..)• Credere che leggere più velocemente il testo di studio voglia dire

esser più bravo in lettura e imparare prima: la velocità non paga.• Confidare sull’apprendimento mnemonico ≠ l’apprendimento

concettuale e astratto ( “Ieri ho studiato per 3 ore la storia e sapevo tutto, oggi non so nulla”)

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Problemi emergenti e nuovi rispetto alla scuola elementare nei Dsa

• Il livello di lettura e scrittura raggiunto rende difficile il suo uso per l’apprendimento di concetti

e per l’espressione del proprio pensiero

• Alcuni percorsi formativi possono apparire difficilmente conciliabili con l’organizzazione assunta dal disturbo

• Rischio di fallimento e/o abbandono scolastico• Rischio di deriva sociale

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Quali sono i nodi critici da affrontare

• Il rifiuto della diversità per non rischiare l’esclusione dal

gruppo dei pari• Scelta del percorso formativo

• Le ripetenze

• La segnalazione

• Modalità di intervento, incluse le strategie di studio

• Lavoro a scuola, studio a casa

• Supporto ed autonomia, la personalizzazione degli strumenti compensativi

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Caratteristiche dell’intervento

• Intervento “tardivo”. Non è volto al recupero della

funzione, ma all’espansione del suo uso• Riduzione della compromissione dell’apprendimento,

delle relazioni e dell’autostima• Riduzione del disturbo psicopatologico• Prevenzione del rischio sociale

Contenuto dell’intervento• Acquisizione ed uso di strategie di apprendimento autonome

• Uso di strumenti dispensativi e compensativi

• Sostegno alle funzioni cognitive, affettive e sociali

• Scelta dei percorsi formativi in previsione dell’inserimento

lavorativo

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Intervento della scuola: progettare e attuare un percorso educativo personalizzato

• Valorizzazione delle competenze integre• Uso stabile di ausili e strumenti compensativi e

dispensativi• Individuazione degli obiettivi curricolari

pienamente raggiungibili• Individuazione degli obiettivi minimi per alcune

materie ad es lingua straniera• Valutazione differenziata• Prove d’esame

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Le prove di efficacia dei mezzi compensativiche si consigliano a scuola

• In generale, mancano prove di efficacia delle varie scelte d’intervento. Però

• In una ricerca dell’IRCCS di Medea del febbraio 2008 l’uso dell’audiolibro ( 20 casi studio 20 controllo 11-16 anni) dimostra un miglioramento della correttezza e della rapidità, un miglioramento emotivo comportamentale, riscontrato dai genitori e dagli insegnanti → il vantaggio dell’autonomia e della minor dipendenza → minor insofferenza, aggressività, opposizione.

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L’intervento dei Servizi Sanitari

• Proseguimento della presa in carico• Proseguimento della collaborazione con la

scuola e funzione di mediazione (terzietà)• Proseguimento del counceling alla famiglia• Alleanza terapeutica col ragazzo• Sostegno psicologico

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Sintesi dell’esperienza della logopedista nel trattamento dei DSA nella scuola secondaria

Le parole chiave • Rimotivare con il senso dell’autoefficacia e della limitazione del

problema• Rallentare ed enfatizzare la lettura• La quantità di studio e l’aiuto a fianco • Scalfire le strategie sbagliate di compenso• Puntare sulla pianificazione di un testo e sul metodo di studio

meno sulla cifratura e decifratura• Scuola: commisurare le richieste alle capacità presenti o deficitarie• Genitori: aver appreso un dato contenuto non vuol dire che sia

quanto vuole la scuola. La fatica inutile.• Le mappe mentali o i programmi di accelerazione della lettura

hanno dei limiti. Meglio una riabilitazione selezionata su un dato obiettivo

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IMPLICAZIONI SCOLASTICHE PER I GENITORI

• La conoscenza del problema è spesso nota e acquisita dalla sc. primaria• Ma per casi nuovi ( 11-19) la conoscenza non avviene in itinere e in modo

evolutivo, più naturale: è più traumatica perché arriva al termine della via crucis durata almeno 5-10 anni

• Al momento del passaggio di ciclo si pone il problema di quando informare la scuola portando la documentazione sanitaria: prima, al momento o dopo l’iscrizione? La sempre maggior richiesta di segretezza sulla diagnosi.

• Perché non si può più rinviare l’esplicitazione a posteriori? 1-Mancato consenso all’uso degli strumenti compensativi ( superabile). 2- Rifiuto da parte del ragazzo: “ Non voglio usare né calcolatrice né computer, non sono diverso dagli altri” “Meglio stupido che dislessico” .

• Se la diagnosi è fatta tra gli 11 e i 19 anni, la reazione usuale è quella descritta nella ns usuale reazione ad un trauma: rifiuto, rabbia, autocolpevolizzazione, lento adattamento.

• Nei genitori l’adattamento disfunzionale e fallimentare ha due poli: il DSA viene negato =“ E’ tutta colpa degli insegnanti” oppure il DSA diventa il luogo della simbiosi del genitore col figlio “ Sono tutto/a per te, ti sarò sempre vicino e ti difenderò dai cattivi”

• Il vissuto emotivo di delusione e di fallimento quando il figlio nel suo progetto di vita fa una scelta di esclusione scolastica a causa della dislessia.

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IMPLICAZIONI SCOLASTICHE PER I FIGLI

• Le peculiarità legate al disturbo persistono sebbene lo siano in modo individuale e poco prevedibile

• Perché con il procedere della scolarizzazione la lettura è sempre più importante per fissare i contenuti delle varie discipline, vs la scrittura.

• Perché la scuola procede con tempi troppo rapidi per i dislessici

• Perché le modalità di verifica adottate dalla scuola implicano maggiormente l’ uso della lettura come strumento di apprendimento

• Perché coesiste il problema delle strategie di studio

inefficaci.

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L’ adolescente che perde la fiducia in se stesso, cioè la sua autostima

• L’adolescente è molto attento a mostrare l’immagine di sé il più possibile positiva e adeguata ai valori del gruppo dei pari

• La difficoltà ad esser autonomo nelle attività scolastiche e l’immagine di sé di incompetenza scolastica determinano la caduta dell’autostima

• Giudicarsi negativamente e autorifiutarsi inducono alla rinuncia, alla limitazione dell’assunzione del rischio, alla chiusura della relazione

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L’uso del concetto di “sé cognitivo” nell’adolescente con Dsa: indicazioni operative per

insegnanti, tecnici, genitori

• come renderlo efficiente nell’utilizzazione delle strategie cognitive che lui sa non essere state compromesse;

• prendere coscienza delle competenze non danneggiate: quindi aiutarlo ad utilizzare in modo adeguato le risorse cognitive disponibili;

• saper giudicare le difficoltà di un compito: rendere efficaci le abilità di monitoraggio sia dal proprio funzionamento cognitivo, sia emotivo, sia affettivo.

• circoscrivere le difficoltà di un compito: non leggo bene ma comprendo quello che ho letto.

Tratto da R. Penge, con modifiche varie

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LE EMOZIONI E LE MOTIVAZIONI: in che cosa un adulto può aiutare il ragazzo con Dsa

• Aiutarlo a tollerare i propri limiti, sapersi accettare per quello che si è, sapersi accontentare: Il trattamento ha successo, non perché cessa il disturbo specifico di apprendimento, ma quando il bambino/ragazzo viene ad avere le capacità di accettare il dolore dei limiti;

• evitare oscillazioni tra onnipotenza e disfatta;• aiutarlo ad integrare gli eventi interni in modo tale da consentire il

mantenimento di un buon livello di autostima;• portarlo ad essere capace di ricevere forza dai successi e non farsi

annientare dalle frustrazioni;• aiutarlo a vivere l’intelligenza come soggetta a cambiamenti, a sviluppo; e

questi cambiamenti possono essere, almeno in certa misura, controllati dal soggetto;

• dare valore al ruolo giocato dall’impegno e dallo sforzo cognitivo;• portarlo a crearsi obiettivi di apprendimento, cioè incrementare le proprie

competenze e non avere obiettivi di “prestazione” per ottenere gratificazione.

Tratto da R. Penge, con modifiche varie

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3 tipologie di DSA in adolescenza

• Dsa riconosciuto e diagnosticato precocemente

Il ragazzo ha raggiunto un’accettazione combattuta del problema, è consapevole delle sue difficoltà ma anche delle sue risorse, è in grado di chiedere l’aiuto necessario, il disturbo rimane circoscritto all’ambito della lettura e scrittura o di singole funzioni ( es le sequenze)

• Dsa riconosciuto e diagnosticato recentemente, di solito su invio di un insegnante sensibilizzato e motivato

Per il ragazzo il dato di realtà fa svanire la confusione e la colpevolizzazione, gli procura un sollievo emotivo ma emerge incredulità, rifiuto, ansia preoccupazione perché il problema, reale ora, impone una nuova sfida prima di tutto a lui. Il problema dell’invio come alleanza comunicativa tra insegnante e famiglia

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Ma quanti sono i DSA presenti e non ancora riconosciuti nella scuola secondaria?

Cosa è importante fare?

• Non sottovalutare difficoltà specifiche ed errori ricorrenti. Fare sempre delle ipotesi sul perché dell’errore ricorrente, ma occorre competenza

• Non basta il riscontro di atteggiamenti ostili o elusivi. L’evitamento del compito può essere una difesa contro il disagio patito per la figuraccia davanti ai compagni ( “ Meglio evitare o reagire e prendersi una nota che passare per deficiente”)

• Assumersi il rischio di affrontare con lo studente e la sua famiglia il problema dell’invio al servizio clinico

• Orientare la formazione, l’aggiornamento e la motivazione degli insegnanti per acquisire competenza sui DSA

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La conclusione del genitore critico e consapevole

Nelle iniziative volte a far conoscere il problema ai docenti si dovrebbe sottolineare sempre che la conseguenza della dislessia non è semplicemente o solo una certa difficoltà nel leggere ma una complessiva difficoltà dello stare al mondo secondo certi schemi. Difficoltà che comunque non deve mai essere oggetto di dileggio. Nelle iniziative volte a far conoscere il problema ai docenti si dovrebbe sottolineare sempre l'importanza della loro posizione e l'enorme quantità di sofferenza che un loro approccio disattento può

Comunicazione personale, dic 2008

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59

Chris Singleton, Modena, 16 aprile 2009Current UK university statistics

• Attualmente circa 45,000 studenti dislessici in UK• Circa 5% del numero totale di studenti• Dislessia e’ la categoria diagnostica di disabilita’ piu’

rappresentata (circa 43% di tutti gli studenti “disabili” sono dislessici).

• Circa 58% sono stati scoperti di essere dislessici all’ingresso di universita’

• Circa 42% sono identificati dopo l’ingresso

• Attualmente ci sono studenti dislessici universitari 10 volte piu’ rispetto a 1994/05.

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• Facolta’ con una alta frequenza di studenti dislessici:– Belle arti, Agraria, Ingegneria, Architettura, Scienze

motorie

• Facolta’ con una media frequenza di studenti dislessici:– Scienze sociali; Scienze Informatiche; Psicologia;

Biologia; Umanistiche

• Facolta’ con una bassa frequenza di studenti dislessici:– Lingue; Pedagogia; Giulisprudenza; Matematica;

Medicina; Economia aziendale

Richardson & Wydell (2003) Richardson & Wydell (2003) Reading and WritingReading and Writing, 16, 475-503., 16, 475-503.

Page 61: Mestre preadol e adol16 02 11

• Uno studio qualitativo basata sulle esperienze di 27 studenti/ex-studenti

• I partecipanti hanno avuto generalmente uno dei due seguenti concezioni sulla loro identita’ “neurodifferente”:– Una concezione di “diversita’”: la neurodiversita’ viene vista

come una differenza che comprende un insieme di forze e debolezze (= caratteristica),

– Un concezione “media/deficitaria”: neurodiversita’ e’ vista come una condizione medica svantaggiosa ( = disturbo)

• La prima concezione risulta associarsi con espressioni di una maggiore ambizione lavorativa e un’ autostima scolastica superiore.

Griffin & Pollak, 2009: Griffin & Pollak, 2009: Student experience of neurodiversity in higher Student experience of neurodiversity in higher

education: education: insights from the BRAINHE projectinsights from the BRAINHE project

DyslexiaDyslexia 15: 23-41 15: 23-41

Esperienza di neuro-diversita’ degli studenti in istituzioni scolastiche superiori

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La dislessia evolutiva nell’adulto

Dislessia recuperata• Le prestazioni del soggetto con pregressa diagnosi di DE sono

comparabili in tutti gli ambiti a quelle dei normolettori

Dislessia compensata• La lettura di materiale significativo (testi e non parole) è abbastanza

fluente (lenta ma non sempre sotto-soglia), mentre la lettura di non-parole è significativamente lenta e inaccuarata

Dislessia persistente• Tutti i parametri di lettura, in tutti i tipi di stimoli (testo, parole e non-

parole) sono significativamente sotto-soglia per rapidità e accuratezza

Tratto da G. Stella con modifiche, 2008.

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Dislessia compensata (caratteristiche neuropsicologiche)

• È in grado di leggere con discreta fluenza (> 3 sill/sec)• Legge stimoli significativi senza commettere errori

- Compenso lessicale -• Gli errori compaiono negli stimoli a bassa frequenza (non parole,

lessici specialistici, ecc.)• Permane deficit di automatizzazione (prontezza nella risposta)• In paz di 15-22 anni i tempi di lettura e la correttezza

• P è -1,34 ds•NP è -2,13 ds•T è -4,05 ds

•P = 2,33%•Np = 13,07%•T = 6,20%

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Dislessia compensata(conseguenze funzionali)

• Affaticabilità in tutti i compiti che richiedono lettura, cefalee e disturbi funzionali• Difficoltà di comprensione e di studio• Difficoltà con la lettura delle lingue straniere• Difficoltà nelle prove a tempo• Difficoltà con le prove con risposta a scelta multipla• Bassa autostima • Netto miglioramento nella lettura di materiale significativo (testo e parole)• Persistenza di difficoltà nella lettura di materiale non significativo (non-parole)

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Dislessia persistente

• Lettura molto stentata, lenta (< 3 sill/sec)• Lettura inaccurata (< 5° centile)• Impossibilità di studiare senza aiuto• Rifiuto della scolarizzazione• Disturbi di socializzazione• In un gruppo di casi severi studiati da G. Stella

i tempi di lettura sono:

• P è -5,09•NP è -4,79•T è -8,99

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Prime conclusioniTempi: – i dislessici compensati mostrano un vantaggio nella lettura di parole, ma non nel testo – i dislessici severi non evidenziano alcun vantaggio dovuto al compenso lessicale Errori: – In entrambi i gruppi gli errori sono nettamente più numerosi nelle NP – Differenze qualitative

Il lessico quindi può moderarne gli effetti Restano da capire i motivi per cui alcuni si compensano, mentre in altri soggetti questo non avviene

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Il processo di lettura nell’adulto normale

• Utilizza prevalentemente la via lessicale• Ricorre alla via fonologica per le parole nuove (lessici speciali)• Ricorre ad una verifica per la via fonologica quando coglie

incongruenze nella ricostruzione del significato• Richiede capacità di balancing tra

– strategia guidata linguisticamente (via lessicale)

– strategia analitica (via fonologica)• Senza balancing la comprensione del testo diviene conferma delle

attese• Senza balancing risulta difficile lo studio

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Il caso di Roberto ( n. 1994) con severa dislessia: un esempio positivo

Prima segnalazione delle insegnanti a fine 1° elementare per difficoltà condivise dai genitori riscontrate da gennaio della 1°. Riscontro di severe difficoltà di lettura ( riconosce 1 lettera) e di scrittura (MLA per mela, PRA per pera), deficit visuomotorio e grafomotorio ( disgrafia), rifiuto scolastico. Genitori entrambi sensibili e competenti. “ Carattere forte, se subisce delle limitazioni o delle frustrazioni si ribella ma poi si adegua”. Intelligenza normale. Comprensione di un testo normale. Alla fine della 2° e. impara a scrivere il suo nome e cognome. Demotivato, isolato e triste in classe oppure fa il pagliaccio. Dice alla psicologa: vorrei che per 100 giorni le maestre non mi dessero compiti a casa. A casa si impegna nei compiti, a scuola rifiuta di farlo, i genitori lamentano disinteresse delle insegnanti. Cambio di sede scolastica con la 3° e si decide di sospendere la logopedia per sgravare il bambino, programma semplificato a scuola. Il b lavora con motivazione ed è bene inserito. Crollo in 4° e. dipendenza operativa. Litigi con i compagni. Note sul diario. Rifiuto verso le verifiche. Attestazione di H. Alla fine della 1° media: viene caricato di compiti ( genitori), isolato in classe, non ha amici, appassionato di costruzioni di lego e nuoto, autonomo. Rifiuta calcolatrice e computer, accetta solo Carlo Mobile. Male in inglese e francese.

Fine 3° media: oltre alla dislessia( -3DS), persiste il deficit linguistico espressivo.

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Il caso di Mirco, n. nel 1991, con lieve dislessia e discalculia.

Il senso dell’autoefficaciaLa diagnosi è stata formulata all’età di 18 anni, su indicazione di una

prof che lo aveva sentito legger male a sett 2007. La madre, avvisata, riconosce anche la sua storia personale nel sospetto formulato dalla prof di italiano. Problema di lettura fin dalle elementari. Da allora è stato vittima di segregazione, bullismo denigrazione fino alla 1° media. Poi la madre gli fa cambiare scuola. “Grazie a mia madre ho imparato a cavarmela da solo”.

Luglio 08: ragazzo alto, espressivo e loquace, muscoloso, parla dei suoi problemi nel dettato, nei temi di italiano, nel problem solving, ma non nella traduzione dal latino. “ Ho passato momenti difficili e ce l’ho fatta, sento ora che se ci sono riuscito allora, me la posso cavare”. Per studiare legge ripetutamente a casa ad alta voce.

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La ragazzina di 12 a più adulta della sua età

La incontro a gennaio 2008, è una ragazza intelligente che mostra più dei suoi 12 anni, comunicativa e fiduciosa. Ma anche preoccupata di fare bella figura. Sa di esser troppo lenta.

“ Non sapevo leggere ad alta voce, poi ho imparato”Diagnosi di dislessia nel 2006. Reader & litigi a casa. Logopedia.A gennaio ( 1° media) la lettura è suff per velocità, fa errori ( vederlo

→venderlo, lungo →luogo)ma non eccessivi. I dati più compromessi sono i tempi di esecuzione delle prove di aritmetica ( tra -3 e -6 DS), esasperanti. Nel dettato di frasi fa molti errori ortografici, quasi assenti in un testo inventato da lei.

Un solo momento di sfogo: “ Non è giusto che io debba fare tutta questa fatica a studiare!” fa dire ad uno dei personaggi del fumetto che le faccio compilare

Concl: caso, frequente, di dislessia compensata con persistenti difficoltà. Probabile una discalculia. Come venir incontro all’ansia e al suo malessere emotivo latente che rischia di passare inosservato.

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L’esperienza di un genitore di due figli dislessici di 9 e 14 a, dopo un incontro di

aggiornamento

I bambini dislessici hanno, probabilmente, uno dei due genitori che è a sua volta dislessico. Alle riunioni dell'AID o alle iniziative divulgative partecipa quasi sempre il genitore non dislessico. Immagino che per l'altro genitore non sia facile affrontare la questione. Almeno per me non lo è stato. Sono del 1954, non molto giovane quindi ma nemmeno molto vecchio. In seconda elementare sono stato rinviato a settembre. Esame di riparazione per insufficienza in italiano (voto 5 per evidenti difficoltà di lettura). In terza elementare, a quel tempo, non c'era possibilità di rinvio. Promossi o bocciati. Sono stato quindi bocciato e ho dovuto ripetere l'anno. La scuola elementare per fortuna non è più così, anche se il dibattito politico attuale sembra farci capire che molti rimpiangono il passato ritenendolo, hai me, meno costoso. Le risparmio il resto ma avrà sicuramente capito che parlo da ex bambino dislessico. Ex bambino, ovviamente, vista l'età ma non ex dislessico. Fortunatamente crescendo in qualche modo sono riuscito a compensare ma di questo la scuola non ha nessun merito.

Comunicazione personale, dic 2008

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Cercando di capire le frustrazioni di mio figlio sono stato costretto a riportare alla coscienza, non senza dolore, analoghe frustrazioni che avevo ormai rimosso. Ripeto, possiamo rallegrarci del fatto che la scuola elementare un poco è cambiata ma le medie inferiori, al contrario, non hanno fatto in quarant'anni nessun passo avanti. Gli ultimi tre anni sono stati per mio figlio veramente difficili. Alle normali difficoltà dell'adolescenza si sono sistematicamente aggiunte infatti le frustrazioni e la ansie provocate un po' da tutto il corpo docente. Inoltre, a seguito di alcuni gravi episodi, sono intervenuto forse troppo pesantemente provocando un' ulteriore difficoltà al ragazzo costretto ad affrontare di conseguenza le più o meno velate ritorsioni. Evito di entrare nel particolare perché sono convinto comunque che i singoli episodi siano stati meno dannosi del costante, tenue, velato ma non troppo atteggiamento di dileggio subito dal ragazzo da parte dei prof. a causa della sua endemica "disorganizzazione". Ci si può difendere, infatti, se si viene obbligati a leggere ad alta voce in classe semplicemente ponendo un rifiuto. Poco male se a fronte di tale rifiuto si viene sistematicamente spediti dal preside. Quando mancano le parole per difendersi poi, si scoppia in lacrime in presenza dei compagni. Anche questo si può superare, ma non c'è difesa, forse perché si finisce col sentirsi effettivamente colpevoli, se sistematicamente si perdono penne, matite, colori, se non si trovano mai i quaderni giusti, se non si portano mai i libri che servono, se a casa si fanno un sacco di compiti non richiesti tralasciando invece i pochi effettivamente assegnati se si dimenticano le mutande in palestra, i maglioni in classe, la cartella in macchina, se non si sa che oggi è lunedì, che siamo in novembre e che alla fine della scuola mancano ancora molti mesi.

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IMPATTO DELLA DISLESSIA NEGLI APPRENDIMENTI NELLA SCUOLA SECONDARIA

1. Lo spazio racchiuso nello spazio triangolare ora deve estendersi fino ad includere i rapporti con i coetanei

2. La progressiva complessità degli apprendimenti

3. L’uso di linguaggi settoriali

4. L’astrazione dei processi cognitivi

5. L’ impatto sulla vita quotidiana della famiglia

6. Le conseguenze psicologiche personali e il proprio progetto di vita