Tennis Club Mestre

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Mensile dello sport cittadino - anno I - numero 1 - febbraio 2010 Tennis Club Mestre UNIVERSI SOMMERSI “Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”. Così recita un celebre aforisma di Oscar Wilde. Un motto che – spe- riamo non ce ne voglia il famoso scrittore irlandese – facciamo no- stro per un attimo adattandolo ad un settore, quale lo sport, che cer- tamente non era in cima alla lista delle fonti a cui era solito ispirarsi per le sue elucubrazioni. “L’importante è che se ne parli” è però quanto hanno pensato molte società sportive locali dopo aver sfogliato il numero zero di 30di- EDITORIALE “Uragano” Islanders REYER MASCHILE REYER FEMMINILE VENEZIA CALCIO BOXE In corsa... per la salvezza Quando il ring si tinge di rosa Coppa italia nel mirino Si punta dritti ai playoff Le ragazze di Serie A2, i ragazzi di Serie C e le nuove leve del Settore Giovanile com- pongono il variegato universo Giants. Il tutto secondo la voca- zione della “linea verde” come grande risorsa. BASKET GIANTS A Marghera ce n’è per tutti 6 CALCIO A CINQUE Emozioni da Final Eight Il Casinò di Venezia, “campione d’inver- no” in Serie A2, si appresta a partecipare alla sua seconda Final Eight di Coppa Italia. Lo scorso anno fu sfiorato l’approdo in finale. Come andranno le cose a Zanè? 10 RUGBY SUPER 10 Una sosta da sfruttare Mentre la Nazionale italiana prova ad evi- tare il “cucchiaio di legno” al Sei Nazioni, il Casinò di Venezia va in cerca di gloria in Coppa Italia, dopo aver sfiorato il trionfo nel 2009. In più, la storia di Sevian Daupi. 12 a pag. 14 continua a pag. 2 Conta un centinaio di tesserati e ogni week end fa scendere in acqua due formazioni, quella femminile di serie A2 e quella maschi- le di serie C. È passato oltre mezzo secolo da quando la Mestrina Nuoto ha “importato” il waterpolo, coinvolgendo da subito tanti adepti in uno sport di squadra che, senza dubbio, non fa mancare spettacolo ed agoni- smo. Perché è un “delitto” che della pallanuo- to ci si accorga solo alle Olimpiadi. Provare per credere. In che modo? Concedendosi un’incursione a bordo vasca nella piscina di via Circonvallazione a Mestre. È lì che la Mestrina è pronta ad accettare la sfida di ap- passionarvi all’inconfondibile pallone giallo. da pag. 3 da pag. 13 a pag. 5 pag. 8-9 Setterosa sulla cresta dell’onda a pag. 11 Quale lo stato di salute del movimento sportivo nel nostro territorio? A spie- garlo ai lettori di 30disport è Raffaele Speranzon, appassio- nato Assessore allo Sport del- la Provincia di Venezia. L’INTERVISTA 2 LE RUBRICHE DI 30 La parola agli esperti Medicina sportiva, Psicologia, Sport e Diritto. Gli esperti rispondono alle vostre domande sulle colonne di 30di- sport. All’interno gli indirizzi di posta elettronica per inviarci i vostri quesiti. 7

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M e n s i l e d e l l o s p o r t c i t t a d i n o - a n n o I - n u m e r o 1 - f e b b r a i o 2 0 1 0

Tennis Club Mestre

U N I V E R S I S OM M E R S I

“Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”.Così recita un celebre aforisma di Oscar Wilde. Un motto che – spe-riamo non ce ne voglia il famoso scrittore irlandese – facciamo no-stro per un attimo adattandolo ad un settore, quale lo sport, che cer-tamente non era in cima alla lista delle fonti a cui era solito ispirarsi per le sue elucubrazioni.“L’importante è che se ne parli” è però quanto hanno pensato molte società sportive locali dopo aver sfogliato il numero zero di 30di-

E D I T O R I A L E

“Uragano” IslandersREYER MASCHILE REYER FEMMINILE VENEZIA CALCIO

BOXE

In corsa... per la salvezza

Quando il ring si tinge di rosa

Coppa italia nel mirino Si punta dritti ai playoff

Le ragazze di Serie A2, i ragazzi di Serie C e le nuove leve del Settore Giovanile com-pongono il variegato universo Giants. Il tutto secondo la voca-zione della “linea verde” come grande risorsa.

BASKET GIANTSA Marghera ce n’è per tutti

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CALCIO A CINQUEEmozioni da Final EightIl Casinò di Venezia, “campione d’inver-no” in Serie A2, si appresta a partecipare alla sua seconda Final Eight di Coppa Italia. Lo scorso anno fu sfiorato l’approdo in finale. Come andranno le cose a Zanè?

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RUGBY SUPER 10Una sosta da sfruttareMentre la Nazionale italiana prova ad evi-tare il “cucchiaio di legno” al Sei Nazioni, il Casinò di Venezia va in cerca di gloria in Coppa Italia, dopo aver sfiorato il trionfo nel 2009.In più, la storia di Sevian Daupi.

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continua a pag. 2

Conta un centinaio di tesserati e ogni week end fa scendere in acqua due formazioni, quella femminile di serie A2 e quella maschi-le di serie C. È passato oltre mezzo secolo da quando la Mestrina Nuoto ha “importato”

il waterpolo, coinvolgendo da subito tanti adepti in uno sport di squadra che, senza dubbio, non fa mancare spettacolo ed agoni-smo. Perché è un “delitto” che della pallanuo-to ci si accorga solo alle Olimpiadi. Provare

per credere. In che modo? Concedendosi un’incursione a bordo vasca nella piscina di via Circonvallazione a Mestre. È lì che la Mestrina è pronta ad accettare la sfida di ap-passionarvi all’inconfondibile pallone giallo.

da pag. 3

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a pag. 5 pag. 8-9

Setterosa sulla cresta dell’ondaa pag. 11

Quale lo stato di salute del movimento sportivo nel nostro territorio? A spie-garlo ai lettori di 30disport è Raffaele Speranzon, appassio-nato Assessore allo Sport del-la Provincia di Venezia.

L’INTERVISTA

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LE RUBRICHE DI 30La parola agli espertiMedicina sportiva, Psicologia, Sport e Diritto. Gli esperti rispondono alle vostre domande sulle colonne di 30di-sport. All’interno gli indirizzi di posta elettronica per inviarci i vostri quesiti.

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anno I - numero 1 ~ febbraio 2010

sport del novembre scorso. Ora, due mesi dopo, ecco il primo numero di un mensile che, va da sé, ha motivo di esistere pro-prio in ragione degli altrui appassionati sacrifici attorno ad campo di calcio o a bordo piscina.In poco tempo la famiglia di 30disport si è già allargata acco-gliendo più di qualche realtà sportiva che ha scorto e trovato in queste colonne un’opportunità per far finalmente parlare di sé. E ciò a prescindere dai risultati tecnici, che pur auspichia-mo sempre più positivi, ma piuttosto per farsi conoscere a 360 gradi. Con un occhio di riguardo a quel tessuto di movimento giovanile lontano dalle luci della ribalta, di cui si appropria inevitabilmente la parte prettamente agonistica dello sport.“Universi sommersi” è l’espressione che calza a pennello per il panorama sportivo lagunare, che 30disport ha iniziato ad esplorare per concedere una qualche vetrina anche ad “illu-stri” sconosciuti o quasi. Stando ai dati forniti dall’Assessorato allo Sport del Comune di Venezia (che ringraziamo) Venezia e

Mestre censiscono la bellezza di 527 Società Sportive, 196 in Centro Storico e 331 in Terraferma. L’Italia è un paese fin trop-po filo-calciofilo? Vero, ma nel territorio comunale le società “pallonare” sono 34, quattro in più di quelle ginniche e addirit-tura 9 in meno di quelle di pallacanestro. Considerevoli pure i dati individuali relativi ai praticanti, stilati dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT). A Venezia e Mestre su circa 271 mila abi-tanti un/terzo non pratica minimamente l’attività motoria, un/terzo (ma qui la tendenza è al ribasso) la pratica saltuaria-mente – ad esempio il calcetto del giovedì con gli amici, piut-tosto che l’oretta di corsa al parco – ed un ultimo terzo, invece, è quello degli agonisti-amatori legati ad una Società affiliata alle Federazioni.Ve l’avevamo detto no? Un vero e proprio “universo” che maga-ri, anche con 30disport, potrebbe diventare pian piano un po’ meno “sommerso”. Parliamone no?

Da poco più di sette mesi, in seno alla Provincia di Venezia, è al timone dell’As-sessorato alla cultura, spet-

tacolo, sport e politiche giovanili. Tanti e sti-molanti, dunque, i doveri istituzionali e le responsabilità con cui Raffaele Speranzon, mestrino doc classe ’71, ha già iniziato a con-frontarsi. Un interlocutore importante anche per noi di 30disport, sebbene in partenza un piccolo “chiarimento” sia d’obbligo…A conti fatti Speranzon, stiamo inter-vistando l’assessore, il cittadino o il tifoso?«Direi tutte e tre le cose in una, un assessore è sì un amministrato-re ma nulla vieta che possa essere pure un normale cittadino e un tifoso appassiona-to».Qual è a suo avvi-so lo stato di sa-lute dello sport nella provincia di Venezia?«Buono. Da parte delle Società sporti-ve c’è un buon livello di organizzazione ed una discreta autosuf-ficienza, grazie anche all’impegno costan-te di molti volontari. Inoltre, vista la cre-scente difficoltà del CONI nell’erogare fon-di, noto un maggiore

L’analisi del’Assessore provinciale Raffaele Speranzon sul nostro sportDirigenti promossi, impianti bocciati

l ’ i n t e r v i s t a

direttore responsabileMarco De [email protected]

hanno collaboratoRolando Del Mela, Lamberto Fano, Giacomo Garbisa, Italo Greci, David Marchiori, Carolina Marsico, Loredana Oliveto, Marco Parente, Luigi Polesel, Adalberto Sergi, Alberto Sirona, Spallabob

foto© Unionpress - Venezia, Matteo Bertolin, Marco Parente

grafica e impaginazioneLamberto Fano/Unionpress - Venezia

stampaCentro Stampa Editoriale s.r.l.

pubblicitàresponsabile: Claudio Marsico041.53.22.412 - [email protected]

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Mensile di approfondimentodello sport cittadino

anno I - numero 1 - febbraio 2010

r i c i c l a c a r t a

Testata registrata presso il Tribunale di Venezia n°19 del 3 novembre 2009

editore

Blue Fish Editore S.r.l.Via Pacinotti 4/A 30175 Venezia Margherawww.bluefisheditore.it - [email protected]

BLUEFISH EDITORE

senso di responsabilità nel voler contenere i costi. La Provincia, oltre a sostenere con i suoi contributi le società più meritevoli, promuove l’organizzazione di eventi che possono fare da vetrina per il territorio e per le attività produt-tive locali. Dobbiamo ringraziare società come la Reyer ed il VeneziaMestre Rugby in primis, ma anche il Venezia Calcio a 5 e a 11 femmini-le, il Tennis Club Mestre ed il CUS Venezia per lo sforzo che fanno in termini organizzativi e finanziari per garantirci i campionati di serie A che attirano l’interesse di migliaia di sporti-vi e conquistano alla pratica dello sport tanti giovani».Un tasto dolente riguarda l’impianti-stica…«La provincia di Venezia è penultima rispetto al resto del Veneto. Altrove quantità-qualità delle strutture e numero di praticanti sono

superiori ai nostri. Stadio, palasport, piscine, campi d’at-letica sono assoluta-mente inadeguati alle dimensioni, all’im-portanza ed al presti-gio di Venezia».A proposito di stadio, lei si è det-to contrario alla demolizione del vecchio Baracca di Mestre.«L’alienazione del Baracca è una por-cata. La vendita dello stadio farebbe rica-vare circa 10 milioni di euro, ma di questi solo due milioni sa-rebbero reinvestiti nello sport costruen-

do uno “stadiolo” di campagna accanto al pa-lasport Taliercio. Il Comune vuole fare cassa con uno dei pochi impianti sportivi della città. Una prospettiva inaccettabile, visto che anche la realizzazione del nuovo stadio promesso mille volte in campagna elettorale da Cacciari, poi Costa e poi ancora Cacciari, non ha mai vi-sto tradurre le parole in fatti».Impossibile non toccare l’argomento-Olimpiadi.«Venezia 2020 è anche un’opportunità per dotare il territorio degli impianti sportivi di cui necessita. La possibilità di realizzare le Olimpiadi dipende anche dal coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni di categoria, delle federazioni sportive. Se vogliamo vin-cere la sfida con Roma, la nostra forza deve essere la spinta del tessuto socio-economico di un’area decisamente più grande di quella

del comune di Venezia. Questa deve essere la candidatura dell’intero Nord Est. Cacciari e Galan tra qualche giorno non saranno più sindaco e governatore. Per questo è opportu-no che i candidati alla guida della Regione e del Comune dichiarino fin da subito la propria convinta adesione alla candidatura olimpica di Venezia».Si accennava in apertura allo Speranzon-tifoso. Del defunto Calcio Mestre purtroppo…«Il ricordo dei derby tra Venezia e Mestre nel calcio e nel basket mi fa venire i brividi. Quanta passione e che bella rivalità sportiva… C’erano due società in serie A1 di basket e due in C di calcio. Dopo tanti anni di fallimenti e fusioni abbiamo una squadra in Legadue di basket ed una in serie D di calcio. Non erano più belli gli anni 80?”.

di Marco de Lazzari

Raffaele Speranzon

dalla prima paginaEDITORIALE

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anno I - numero 1 ~ febbraio 2010

Il “Paron” atto IV A volte ritornano...

Da regina del mercato, can-didata alla A1, la Reyer ora deve pensare seriamente alla salvezza. Abbandonate le ambizioni di salto di ca-tegoria, in casa orogranata l’obiettivo è quello di con-quistare la permanenza in Legadue. Proprio nessuno, nemmeno il più pessimi-sta, si sarebbe immaginato un cammino così avaro di soddisfazioni per Causin e compagni. In sede di mer-cato estivo alla corte dell’ex coach Sandro Dell’Agnello erano giunti elementi di prima grandezza: Kiwane Garris in regia, Tommaso Rinaldi, Marco Allegretti e Christian Di Giuliomaria a rendere il pacchetto lunghi uno dei primi del campionato. A completare il quadro il passaportato Valentino Maxwell, giova-ne di belle (si credeva) spe-ranze e il cecchino Ronald “Boo” Davis. Al termine del girone di andata solo cinque le vittorie conqui-stare, quindi l’ennesimo attestato di fiducia al grup-po e Dell’Agnello da parte del presidentissimo Luigi Brugnaro: risultato, ancora sconfitte. E così è divenuto quasi un obbligo il cambio di conduzione tecnica: an-cora una volta Brugnaro dimostra tutto il suo amore (e gene-rosità) verso la Reyer. Ecco dunque direttamente dall’Eurolega il mestrino Andrea Mazzon, insieme ad un senior coach d’ec-cezione: Tonino Zorzi. Dopo circa una settimana dal loro inse-diamento, tagliati l’impalpabile Maxwell e il deludente Davis,

la cui coesistenza tattica (e non solo) con Janicenoks era diventato un problema che andava a sommarsi a tanti altri. La dirigenza reyerina ricorre dunque al mercato di riparazione ed ecco giun-gere in laguna due cestisti esperti come Alvin Young (da Pavia) e Tyrone Grant (dalla Benetton Treviso), il primo per garantire maggiore so-stanza difensiva e più fun-zionalità al gioco di squadra, il secondo per equilibrare il reparto lunghi. Ma i risultati della minirivoluzione stenta-no ancora a vedersi: le prime quattro gare della Reyer ri-disegnata dal nuovo tandem tecnico hanno prodotto zero punti. Qualche timido se-gnale di miglioramento si è intravisto, ma purtroppo non ancora sufficiente a far ritrovare la via del successo. Il tempo per risollevarsi non manca, ma servirà trovare in fretta l’alchimia giusta, com-pito delicatissimo affidato a Mazzon e Zorzi, di un grup-po probabilmente male as-sortito. Emblematico il caso di Garris, un passato illustre tra Eurolega e serie A1, gran-dissime qualità tecniche, ma il suo tipo di gioco si è dimo-strato essere l’opposto di ciò che serve in Legadue, vale

a dire fisicità e soprattutto rapidità. Consola un dato: i tifosi reyerini hanno confermato sostegno incondizionato alla squa-dra. Un punto fermo nella rincorsa alla salvezza, che si prean-nuncia in salita.

Luigi Polesel

Il “Paron”, così è conosciuto da tutti a Venezia, è uno di quei nomi che fa venire un sussulto al cuore a tutti gli innamorati storici del basket reyerino. Proprio sotto la guida di Tonino Zorzi la Reyer ha infatti scritto alcune tra le pagine più belle della propria storia ultra centena-ria. Nato a Gorizia il 10 giugno 1935, dopo una carriera da giocatore che lo ha visto vincere anche la classifica marcatori nella stagione 1954/1955 (con 527 punti nelle fila dell’Ignis Varese), è diventato uno dei migliori e più longevi coach italiani, con oltre 1000 presenze in panchi-na nei campionati di serie A1 o A2. Il suo primo approdo alla Reyer, da lui guidata in tre periodi diversi per ben 12 stagioni totali, è avvenuto nel 1971: due anni prima ave-va allenato la Partenope Napoli vincendo la Coppa delle Coppe. E’ rimasto alla guida della formazione orograna-ta fino al 1979 per poi tornarci dall’1980 al 1982 e dal 1985 al 1987, conquistando in totale tre promozioni nella massima serie con uno score complessivo di 158 vitto-rie e 131 sconfitte. Nella sua carriera Zorzi ha allenato inoltre Gorizia, Padova, Napoli, Siena, Reggio Calabria, Pavia, Montecatini, Pesaro, Avellino, Sassari e Ferentino. Più recentemente è entrato a far parte dello staff tecni-co dell’Air Avellino che ha portato a una storica vittoria in Coppa Italia, nonchè alla partecipazione all’Eurolega. Nello stesso anno il Consiglio Federale lo ha nominato Allenatore Benemerito di Eccellenza per la sua eccezio-nale carriera.

L.P.

15a giornata 10/01/10UMANA REYER 65FILENI JESI 86Maxwell n.e., Garris 19, Causin 1, Di Giuliomaria 6, Allegretti 8, Meini, Janicenoks n.e., Davis 24, Ceron 2, Tasca n.e., Rinaldi 5.Coach: Dell’Agnello.

16a giornata 17/01/10AB LATINA 81UMANA REYER 77Maxwell 3, Garris 21, Causin 7, Allegretti 8, Meini 7, Di Giuliomaria 7, Janicenoks n.e., Davis 18, Ceron, Rinaldi 6. Coach: Mazzon.

17a giornata 24/01/10UMANA REYER 61BIALETTI SCAFATI 74Maxwell n.e., Rombaldoni 7, Garris 12, Causin 5, Allegretti 4, Di Giuliomaria 2, Meini, Janicenoks 7, Camata, Devis 16, Ceron n.e., Rinaldi 8., Coach: Mazzon.

18a giornata 30/01/10SNAIDERO UDINE 70UMANA REYER 58Grant 6, Rombaldoni 9, Garris 7, Causin n.e., Allegretti 10, Young 4, Di Giuliomaria 1, Meini, Janicenoks 16, Camata, Ceron n.e., Rinaldi 5.Coach: Mazzon.

19a giornata 07/02/10FASTWEB CASALE 60UMANA REYER 57Grant 6, Rombaldoni 11, Garris 7, Causin, Allegretti, Young 20, Di Giuliomaria, Meini 2, Janicenoks 5, Camata n.e., Ceron n.e., Rinaldi 6. Coach: Mazzon

20a giornata 14/02/10 (h 18.15)UMANA REYERUCC CASALPUSTERLENGO

22a giornata 28/02/10 (h 18.15)PAUL MITCHELL PAVIAUMANA REYER

21a giornata 21/02/10 (h 18.15)UMANA REYERENEL BRINDISI

23a giornata 14/03/10 (h 18.15)UMANA REYERTRENKWALDER REGGIO EMILIA

24a giornata 21/03/10 (h 18.15)BANCO DI SARDEGNA SASSARIUMANA REYER

B A S K E T M A S C H I L E L E G A D U E

C L AS S I F I CABanco di Sardegna Sassari 28, Enel Brindisi e Trenkwalder Reggio Emilia 26, Prima Veroli 24, Miro Radici Vigevano, Fastweb Casale M. e Snaidero Udine 22, Carmatic Pistoia, Riviera Solare Rimini e Aget Imola 20, UCC Casalpusterlengo 18, Bialetti Scafati 14, Fileni Jesi 12, Umana Reyer, AB Latina e Paul Mitchell Pavia 10.

Una Legadue tutta da riconquistare

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anno I - numero 1 ~ febbraio 2010

“Sarebbe un po’ come se Fabio Grosso, invece che al Lione, fosse passato dall’Inter al Verona o alla Cremonese. Un giocatore forte e affermato, re-duce da un campionato non esaltante, che scende di due categorie dopo aver vinto lo scudetto: e lo fa scegliendo una nobile decaduta”.Così la Gazzetta dello Sport recitava il 16 luglio 2007 nel momento in cui Rodolfo Rombaldoni decise di accettare il trasferimento alla Reyer in se-rie B d’Eccellenza. Personaggio poco esuberante, straordinariamente educato nei modi e nello stile, in campo e fuori, tanto da passare per “freddo” tra i tifosi, la guardia marchigiana è alla sua terza stagione in orogranata. E in questa fase di forte difficoltà è visto da molti come una delle pedine più affidabili a disposizione del ticket Mazzon-Zorzi.Lo incontriamo nell’osteria dove Romba ama rifugiarsi a pranzo dopo l’allenamento della mattina, al suo tavolo “riservato” dai ti-tolari che lo coccolano come un figlio.La rifaresti, quella scelta…?«Di brutto! Perché cercavo emozioni e le ho trovate. Dopo Siena avevo bisogno di una dimensione più umana, che mi gratificasse sia come atleta sia come uomo. Insomma avevo bisogno di ritro-varmi. E qui ci metto dentro anche il periodo in cui sono stato “fuori”-Ve-nezia la scorsa estate, perché frain-tendendo la società mi ero sentito escluso dai piani per la nuova sta-gione. Poi per fortuna ci siamo spiegati e capiti».Ed ora tutti ti invocano…«Beh, onestamente farei volen-tieri a meno delle “invocazio-ni” visto che esco dall’inter-vento al piede che mi ha te-nuto fuori oltre due mesi. Comunque sto cercando di reagire sia all’infortu-nio sia alla contingenza che sta coinvolgendo la squadra cercando di dare più del massimo per recu-perare forma e punti».Il tutto con uno stile so-brio e “normale”, come molti ti riconoscono…«Janicenoks ama definir-mi strano e artista, penso e spero che sia un compli-mento…».Di certo non sei il pro-totipo di atleta che vie-ne veicolato oggi… hai tatuaggi o piercing?«No».L’I-phone?«No (e mostra ridendo un enorme Nokia di alta gamma… di qualche anno fa, nda)».Playstation?

«Non ci gioco più, comunque ho la psp».Insomma, rifuggi dall’archetipo attuale. Almeno il Suv o la Spider ce l’avrai!”(ride) «Qui devo fare una confessione: ce l’ho, ma la colpa è di Jani. Quest’estate sono andato dalle sue parti, in Lettonia e, parlando, ho raccontato che a casa servi-va un auto per mia moglie. Kris mi ha presentato un tizio inquietante, grassoccio, che mi ha sottoposto una Mercedes ML zozza ma seminuova. Il tizio mi porta a fare un giro, ovviamente parlando in una maniera del tutto incomprensibile cerca di

decantarmi le doti del mezzo… insomma alla fine me la sono portata a casa. Non prima di averla lavata però. E alla fine adesso lo usa mia moglie».Comunque, dicevamo, ti porti dietro quest’aria da ragazzo “per bene”…«Sono cresciuto in una famiglia di 5 figli, assolutamente normale. Mio padre – che era carabiniere – il momento di massimo orgoglio nei miei confronti lo ha vissuto dopo l’argento alle Olimpiadi quando tutto il paese gli diceva “Rodolfo è rimasto sempre lo stesso, come se non se ne fosse mai andato da Urbania”. Per lui la mia semplicità era ed è tuttora un grande motivo di orgoglio».Persona severa tuo padre?«Mah, il tipico padre/marito della sua generazione (è della classe ’33, ndr), quindi molto presente fisicamente, ma di poche parole. Per lui se stai bene

di salute e hai da mangiare non hai motivo di lamentarti e va bene così. Quando si andava in vacanza, i figli li preparava la mamma, lui era

già in macchina, suonava il clacson e gridava “e allora ci muoviamo o no???”. Di contro mia madre era il motore logistico della casa e quella che magari ci forniva anche più sponda per dialogare. Penso che senza mia madre mio padre sarebbe perso».Sono mai venuti a Venezia?«Certo, dopo enormi insistenze da parte mia, e ti assicuro che ve-derli salire in gondola è stato uno spasso».E al Taliercio a vederti giocare?«Capitolo tragico: mio padre vive fisicamente le mie partite. A casa sul satellite vede una tv di Brindisi che il lunedì sera ana-lizza la Legadue match per match, per lui è un’enorme soffe-renza. In questo periodo, poi, è come se fosse finito sotto un treno. E’ fuori di sé».Quindi bisognerà invertire la tendenza al più presto…«Assolutamente! Faccio appello ai miei compagni per salva-re la salute di mio padre… io infatti mi impegno tanto per quello, cosa credi? (ride)».E alla fine di quest’ anno cosa vedi?

«Penso innanzitutto a chiudere al meglio la stagione, poi se devo essere sincero mi piacerebbe davvero chiudere la carriera a Venezia

per tornarmene, quando sarà il momento, a Jesi da mia moglie. Qui mi trovo bene, ma capisco che oltre che ai programmi della società sarà fondamentale il mio stato di salute. Io sogno sempre di tornare in serie A, e vorrei farlo con Venezia, per restituire il degno palcoscenico alla Reyer e dare una soddisfazione a queste meravigliosa città».Anche perché la tua ultima apparizione in A…«Non me lo ricordare, per carità. A Siena non giocavo mai, poi in finale gara-3 contro Roma ho giocato gli ultimi 2’ inanellando una serie di vaccate in sequenza che avrei voluto morire. Per fortuna non sono stato decisivo, in negativo: vedrò di recuperare al più presto con la Reyer, ovviamente in positivo».

Lo dice ridendo, ma si sa che lo pensa veramente, questo ragazzotto con l’aria perennemente stranita. Un ragazzotto che nel 2008 ha preso per mano la squadra portandola in Legadue e che pare non

abbia nessuna intenzione di lasciare il lavoro a metà.

David Marchiori

Rombaldoni, il bello della normalità«Io e la Reyer, la città, i tifosi e il futuro». Il numero 5 orogranata a cuore aperto per i lettori di 30disport

B A S K E T M A S C H I L E L E G A D U E

QQQuest’ anno durante i match casalinghi della Reyer sono stati numerosi i tentativi di allietare il folto pubblico pre-sente. Dopo le cheerleaders, il leone, il tutor per i tifosi e la gara dei tiri da metà campo sono al vaglio della società altri momenti di piacevole intrattenimento.‘’Chi segna gà perso’’Nell’intervallo tra il secondo e il terzo quarto tre fortunati saranno sorteg-giati tra il pubbli-co e potranno sfi-dare ai tiri liberi Di Giuliomaria. Chi riuscirà a fare meno canestri dell’idolo oro-granata vincerà l’estensione della “Fidelity Card” anche per i match delle giovanili e per il cinema Dante. Del se-condo classificato verrà realizzata una sagoma da mettere davanti

all’ingresso del Taliercio, quando la squadra gioca fuori casa. Al terzo classificato, infine, verrà tatuato gratuita-mente sul braccio il logo di Facebook.‘’Ghost Writer’’Ogni partecipante dovrà mandare presso l’ufficio stam-pa della società un “componimento” di max 10 righe da utilizzare al termine di un match perso dalla squadra. Il

testo dovrà conte-nere almeno 3 fra-si di circostanza, una di stupore per la differenza ri-spetto ai progressi evidenziati in alle-namento e una di fiducia rispetto al match successivo. L’autore del mi-gliore comunicato stampa potrà svol-gere uno stage di tre mesi presso la Juventus Football Club.’’Do You Reyer?’’Chi volesse parte-

cipare al concorso per entrare nella dirigenza orogranata si dovrà presentare, vestito come se dovesse fare da testi-mone di nozze al cugino ricco, presso l’ingresso del tunnel degli spogliatoi, appoggiandosi alla parete con l’aria di chi è capitato lì per caso. A turno, coloro i quali riusciranno a passare indenni dalle pacche delle tifoserie ospiti sul plexiglass, che resisteranno alle avances del leone, e che riusciranno a vedere per intero una partita della squadra orogranata, verranno selezionati per entrare nella “stanza dei bottoni”.‘’Rambo del Taliercio’’Verrà premiato con una t-shirt ‘’duri i banchi’’ il tifoso va-loroso che riuscirà ad entrare e uscire dal Taliercio più di tre volte durante l’intervallo per andare a bere una cosa al ‘’bar’’. Per le prime settimane come prova fisica ba-sterà passare dai +40° del palazzetto ai -2 dell’esterno. Successivamente, con l’arrivo della bella stagione, verran-no studiati dei percorsi adeguati in cui i fortunati tifosi dovranno evitare i pugni di Garris, i blocchi di Camata, e gli asciugamani lanciati da Ceron, il tutto camminando scalzi sulle tessere ‘’All Matches’’ spezzate dai tifosi delusi e seminate per terra.

Tiro liberodi Spallabob [email protected]

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anno I - numero 1 ~ febbraio 2010

“RISTORANTE”Santi

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Aperto la domenicaCUCINA VENETAe INTERNAZIONALE

B A S K E T F E M M I N I L E S E R I E A 1

Arriva dalla Grecia una iniezione di fosforo per l’Umana. Tagliata la deludente statunitense Monique Currie, la dirigenza reyerina non ha perso tempo nel rimpinguare (qualitativamente) il roster a disposizio-ne di coach Eugenio Dalmasson. E così ecco la greca Anastasia Kostaki, già nota al pubblico italiano per le sue esperienze ad Alessandria e a Parma. Al suo debutto nel nostro campionato con la formazione pie-montese nel 2002/2003 le sue cifre erano state di 18.8 punti, 4 rimbalzi, 2.9 assist, toccando anche un high di 40 punti nella gara contro la Phard Napoli. L’ottima stagione con la formazione alessandrina le era valsa la chiamata, per quella successiva, da parte di Parma. Con la squadra emiliana, che quell’anno ha vinto il tricolore, Kostaki giocò 18 partite in campionato (12.5 punti, 3.1 rimbalzi e 2.7 assist di media) e 13 partite in Eurolega (12.8 punti, 3.2 rimbalzi e 2.9 assist) salvo poi doversi fermare anzitempo a causa di un infortunio. Maglia numero 20 per lei e tanto entusiasmo. «Sono l’ultima arrivata quindi è giusto che prenda l’ultimo numero disponibile - ha commentato il neo-acquisto - sono molto felice di essere qui e sono pronta a mettermi al servizio della squadra per dare il mio apporto». L.P.

Chiuso al quarto posto il girone di andata della regular season, è iniziata da gennaio la fase decisiva per l’Umana Reyer. Il 6 e 7 marzo, al palasport Taliercio, va in scena la Final Four che as-segnerà la Coppa Italia, primo obiettivo stagionale (in ordine cronologico) del team di Eugenio Dalmasson. Ma il “grande sogno” è quel tricolore solamente accarezzato nelle passate an-

nate, nel corso delle quali il basket femminile orogranata si è ritagliato uno spazio stabile nel gotha del movimento cestisti-co italiano. La strada che porta ai playoff, o meglio alla definiz-ione della griglia finale, non è molto lunga e dopo quattro turni l’Umana occupa stabilmente la quarta piazza. Ma qualcosa è cambiato tra dicembre e gennaio all’interno del roster la-gunare: sono rientrare a pieno regime Giorgia Sottana ed Eva Giauro, non c’è più la “meteora” Monique Currie, al suo posto ha esordito l’8 febbraio la greca Anastasia Kostaki. Manca an-cora all’appello Licia Corradini, i cui problemi alla schiena le impediscono di offrire il proprio prezioso contributo. Tirando le somme della prima parte di stagione, un elogio particolare va fatto a Mariangela Cirone, pluridecorato play campano, per tanti anni punto fisso della nazionale azzurra, capace di sob-barcarsi (stante le assenze di Sottana e Corradini) un sacco di minuti sulle spalle, conducendo la squadra nel suo percorso di crescita. Crescita non ancora compiuta del tutto, nonos-tante i miglioramenti di Laura Harper, finalmente “regina” sotto le plance, le positive performance al tiro di Gunta Basko, l’affidabilità di Sasha Jokic. E’ mancata un po’ all’appello Simona Ballardini, il cui indiscutibile talento sarà determi-nante nei playoff, così come dovrà ritrovare in fretta lo smalto dei tempi migliori Jenifer Nadalin, capitano lagunare (dopo l’uscita di scena causa-infortunio di Mery Andrade). A far quadrare il cerchio ci pensa il capace e serio coach Dalmasson, che alla sua prima esperienza come head coach femminile, sta confermando di essere una persona di sicura affidabilità. Fondamentale per arrivare ai playoff e puntare alla finalissima (non dimentichiamo che l’Umana è vicecampione d’Italia) sarà trovare continuità e giusto approccio ai match: d’ora in avanti ogni piccola distrazione sarà pagata a caro prezzo e di tempo per rimediare non ce ne sarà.

Mestre per due giorni capitale del basket femminile ital-iano. La Legabasket ha ufficializzato la sede delle Final Four di Coppa Italia di Serie A1 edizione 2009-2010, che sarà il Palasport Taliercio, “casa” del basket orogranata. Toccherà dunque all’Umana Reyer organizzare la kermesse in programma sabato 6 e domenica 7 marzo nel corso del-la quale Reyer, Schio, Taranto e Faenza si contenderanno la Coppa Italia con la formula della Final Four. Anche per la ventiquattresima edizione del prestigioso trofeo, le quattro squadre si affronteranno nella classica formula delle semifinali al sabato e della finale alla domenica, con i seguenti accoppiamenti: Club Atletico Faenza-Famila

È il momento del salto di qualità

Ecco la greca Kostaki, più fosforo in cabina di regia

L’occasione: riprendersi la Coppa al Taliercio

12a giornata 10/01/10SERALWALL LIVORNO 44UMANA REYER 81Fassina 2, Corradini 2, Cirone 15, Paparazzo, Ballardini 12, Nadalin 14, Jokic 5, Harper 8, Basko 14, Currie 9. Coach: Dalmasson.

13a giornata 17/01/10UMANA REYER 70BRACCO GEAS S.S.G. 56Fassina, Cirone 9, Paparazzo n.e., Ballardini 13, Sottana 7, Nadalin 6, Giauro, Jokic 14, Harper 6, Currie 15. Coach: Dalmasson.

14a giornata 24/01/10POOL COMENSE 67UMANA REYER 66Fassina 2, Cirone 8, Paparazzo n.e., Ballardini 10, Sottana 7, Nadalin 2, Giauro, Jokic 10, Harper 14, Currie 13. Coach: Dalmasson.

15a giornata 08/02/10UMANA REYER 81GMA PHONICA POZZUOLI 59Fassina 1, Paparazzo, Ballardini 15, Sottana 12, Nadalin 8, Giauro 3, Jokic 12, Harper 14, Basko 9, Kostaki 7. Coach: Dalmasson.

16a giornata 14/02/10 (ore 18.00)LAVEZZINI PARMAUMANA REYER

17a giornata 21/02/10 (h 18.00)UMANA REYERCLUB ATLETICO FAENZA

18a giornata 28/02/10 (h 18.00)LIOMATIC UMBERTIDEUMANA REYER

19a giornata 14/03/10 (h 18.00)ERG POWER&GAS PRIOLOUMANA REYER

11a giornata 20/12/09CRAS BASKET TARANTO 51UMANA REYER 49Fassina n.e., Corradini, Cirone 6, Paparazzo n.e., Ballardini 4, Nadalin 3, Jokic 13, Harper 11, Basko 12, Currie. Coach: Dalmasson.

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Wuber Schio, Cras Basket Taranto-Umana Venezia . Questo l’Albo d’Oro completo della Coppa Italia di Serie A1 femminile: 1969: Standa Milano, 1970: Pepsi Treviso 1971: Standa Milano, 1972: Standa Milano 1973: GEAS Sesto San Giovanni, 1984: Italbyte Viterbo, 1993: Pool Comense, 1994: Pool Comense, 1995: Pool Comense, 1996: Famila Schio, 1997: Pool Comense, 1998: Cariparma Parma, 1999: Famila Schio, 2000: Pool Comense, 2001: Cerve Parma 2002: Meverin Parma, 2003: Cras Taranto 2004: Famila Schio, 2005: Famila Schio, 2006: Banco di Sicilia Ribera, 2007: Germano Zama Faenza, 2008: Umana Reyer Venezia, 2009: Club Atletico Faenza.

C L AS S I F I CACras Taranto 28, Club Atletico Faenza 24, Famila Wuber Schio 22, Umana Reyer 20, Erg Power&Gas Priolo 18, Liomatic Umbertide, Bracco GEAS Sesto San Giovanni e Pool Comense 12, Lavezzini Parma 10, Seralwall Livorno e GMA Phonica Pozzuoli 8, Napoli Basket Vomero 2.

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anno I - numero 1 ~ febbraio 2010

A Marghera, una volta imboccata la stra-da della “linea verde”, la costruzione del futuro sta proseguendo mattone dopo mattone. La Sernavimar Giants, mili-tante in serie A2 femminile da sei anni, quest’anno infatti è stata completamente rinnovata, dopo un ciclo che aveva porta-to la squadra a due finali playoff e a due Final Four di Coppa di Italia di Lega, con la ciliegina della vittoria del trofeo nel 2007. La scelta estiva è stata di ripartire per costruire il futuro partendo dal vivaio Giants e da giovani di formazione-Reyer. La continuità e il rinnovamento delle Giants, definito dallo staff tecnico compo-sto dal coach Nevio Giuliani, dal suo vice Nico Bertoldero e dal d.s. Tullio Coccia, si è sviluppato partendo dall’esperienza della capitana Alessia Cappuccio e dalla forza emergente di Marta Granzotto (clas-se ’92). In biancoblù per dare consistenza alla squadra sono approdate Alessandra Visconti (da Lucca), Francesca D’Erasmo (Firenze), Erica Caracciolo (Bolzano), Greta Brunelli (La Spezia) e Gloria Vian (Reyer); inoltre la giovane Chiara Zanin (’92) da Reyer-Conegliano e, in doppio tesseramento sempre dalla Reyer, Giulia Brotto. A completare la squadra le under 19 Valentina Vianello, Carlotta Paties e Giorgia Ferrieri. In corso d’opera, inve-ce, è stata rivista la scelta di rinunciare alla straniera. Nella fase di preparazione

Piccoli “Giganti” crescono

C L A S S I F I C AS E R I E A 2 F E M M I N I L E

Virtus Cagliari e Meccanica Nova Bologna 34, 811 Sauris Udine 28, Sea Logistic Sanga Milano e Iveco Lenzi Bolzano 20, Roby Profumi Val di Taro, Tecno Allarmi Cervia e Fila San Martino di Lupari 18, Eredi Bertolli Crema 16, Sernavimar Giants Marghera, Mercede Alghero e CUS Cagliari 14, Pilot Italia Biassono 10, Memar Reggio Emilia 8.

C L A S S I F I C ASERIE C DIL. MASCHILE

CGN Pordenone 32, BVO Caorle 24, Gemini Venezia, NB Udine, ADP Codroipo 22, Ladurner Marghera e DB Montebelluna 20, PMP Oderzo, V. Padovae P. Rovigo 18, NP Gorizia, San Vendemiano e V Udine 16, VIS Spilimbergo e ZKB Trieste 14 San Daniele 12.

il serio infortunio di Granzotto (stop di 6 mesi) ha consigliato di puntare una playma-ker: la giovane unghe-rese Victoria Orso è stata sostituita nel girone di ri-torno dalla più esperta slovena Polona Orbec, la quale aveva già militato nel campiona-to italiano nel team pavese del Broni. Ad accomu-nare le ragazze c’è sicuramente la gran-de voglia di fare, maturare e migliorarsi, tanto è vero che in parecchie fanno parte della Nazionale Sperimentale, Under 18 e Under 20.In prospettiva futura il simbo-lo e i frutti del lavoro del Settore Giovanile-Giants sono rappresentati da Marta Granzotto, scelta nella sta-gione 2008/09 come miglior giocatrice del girone nord di A2 e premiata recentemente come atleta dell’anno

B A S K E T G I A N T S M A R G H E R A

dal Comune di Venezia. Marta cresciu-ta a livello di minibasket del Team 78 Martellago, ha trascinato le formazioni Giants a varie finali regionali e interre-gionali, è stata selezionata per tutte le rappresentative Nazionali giovanili e ha

esordito in serie A2 a soli 14 anni. Non per questo si è montata la

testa, anzi con tranquillità e con ottimismo ha anche su-perato un infortunio con ca-

parbietà, non mancando mai in palestra. Adesso Granzotto

è pronta al rientro e le Giants sor-ridono.

Marta Granzotto, 175 cm,playmaker.

C’è soddisfazione in seno al team maschile dei Giants Ladurner. Infatti quest’anno, l’ennesi-ma partecipazione al campionato nazionale di serie C Dilettanti, sta consentendo di rac-cogliere i frutti del lavoro dell’ultimo triennio.

A Marghera non ci sono dubbi di sorta. I veri punti di forza dell’universo-Giants sono il mini-basket e il settore giovanile. Quest’anno sono stati formati i 10 gruppi di basket e 10 di miniba-sket, con la partecipazione ai relativi campionati federali, nel settore maschile nelle categorie Under19 Elite, Under 17 Elite, Under 17 regionali, Under 13 ed Esordienti, in quello femmi-nile Under 19, Under 17, Under 15, Under 13 ed Esordienti; nel minibasket, infine, tre gruppi Aquilotti, tre gruppi Scoiattoli, uno Gazzelle, uno Libellule, nonché due gruppi di Avviamento allo Sport. Un panorama completo con quasi tutte le categorie rappresentate, di cui andare or-gogliosi. Lo sviluppo dell’attività di base, con gli importanti risvolti sociali e promozionali, ha fatto crescere il numero dei ragazzi e delle ragazze coinvolti di pari passo alla qualità tecnica e agonistica. Gli allenatori e istruttori delle squadre maschili sono: Davide Giangaspero, Stefano Bordignon, Marcello Zecchi, Davide Scarpa, Paola Baroni, Barbara Raccanelli, Gloria Vian e Greta Brunelli. I team femminili, invece, sono guidati da Nico Bertoldero, Mauro Sartori, Luca Birnberg, Dario Cazzin, Francesca D’Erasmo, Monica Luchetti e Irene Baroni; preparatore atletico di tutto il settore giovanile è Antonio Martina. Alla competenza dei tecnici si uniscono passione e laboriosità di numerosi genitori e dirigenti volontari, i quali seguono le molteplici attività di ogni squadra con grande spirito di servizio. L’ultima soddisfazione in ordine tem-porale è arrivata con il titolo provinciale “Join the Game 2010”, 3contro3 vinto il 31 gennaio scorso dalle ragazze Under 13 di coach Dario Cazzin.

La squadra occupa le zone alte della classifica e, nel corso del girone di andata, è riuscita a sgambettare la capolista Pordenone nonché a battere o giocare alla pari con tutte le forma-zioni di prima fascia che ambiscono ai playoff e alla promozione in serie B. Peccato però per alcune gare perse contro avversarie di bassa classifica, il che ha confermato come l’attua-le campionato sia aperto, molto combattuto e privo di partite facili. Coach Fabio Volpato e il g.m. Loris Cavaldoro hanno plasmato il roster mixando giocatori di valore e di gran-de esperienza a un gruppo di giovani di no-tevole talento: doveroso partire dal capitano e bandiera di Marghera Stefano Bordignon, proseguendo con Manuel Babetto (ex Reyer e Petrarca Padova in A), Alessandro Liberalato e Antonio Martina, più i nuovi arrivi estivi Fabio Capelli (ex Padova e pedina di grande continuità e sostanza) e Diego Cimarosti (di nuovo a Marghera dopo il biennio a Venezia e Favaro). Tra i giovani Filippo Gambarotto (’90) a Marghera da tre anni dalla Benetton, Tommaso Pascon e Sebastiano Stzalaistzer (’91) dal vivaio Giants-Malcontenta, Stefano Bailo (’89) da Valdobbiadene e Alessandro Vecchiato (’90). La rosa è completata dai “baby” Under 19 Mattia Pattarello (’91), Simone Furlani e Nicola Milella (entrambi del ’92). Il girone C campionato di serie C Dilettanti, cui danno vita 16 squadre di Veneto e Friuli, rappresenta una realtà importante con socie-tà sportive che hanno raggiunto buoni livelli

di professionalità e ambizione sportiva. Ma soprattutto offre ai giovani la possibilità di misurarsi con giocatori di esperienza, forti di trascorsi anche in serie superiori, come pure con i talenti provenienti dai migliori vivai del Triveneto. Il classe ’92 Tommaso Pascon si è guadagnato il posto da titolare nel quintetto dei Giants, dirigendo la squadra, spaccando le difese con le sue penetrazioni, con ottime medie nel tiro dalla distanza e una particola-re abilità nel rubare palloni a giovani e vecchi marpioni. Queste le sue cifre nell’attuale cam-

Palestra “Dario e Federica Stefani”via Rinascita - Marghera

SERIE A2 FEMMINILE21a giornata 20/02/10 (h 20.30)SERNAVIMAR - S.MARTINO LUPARI23a giornata 06/03/10 (h 20.30)SERNAVIMAR - VIRTUS CAGLIARI26a giornata 27/03/10 (h 20.30)SERNAVIMAR - SANGA MILANO

SERIE C DILETTANTI MASCHILE21a giornata 21/02/10 (ore 18.00)LADURNER - DB MONTEBELLUNA24a giornata 14/03/10 (ore 18.00)LADURNER - V. PADOVA26a giornata 28/03/10 (ore 18.00)LADURNER - N.P. GORIZIA

Sernavimar, talento e gioventùSi gettano le basi per il futuro: le ragazze in Serie A2 puntano a risalire

Ladurner: un gruppo che fa ben sperare

pionato: 12.5 punti a gara (12 di media nella va-lutazione) in 28’ sul parquet e 5° assoluto nelle palle recuperate; ottimi numeri che non sono sfuggiti ai tecnici della Nazionale, che lo han-no chiamato nella rappresentativa Under 20. Insomma, Marghera forse ha un debito con i lunghi, ma continua a sfornare ottimi play.

Tommaso Pascon

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anno I - numero 1 ~ febbraio 2010

7Roberto Vianello specialista inortopedia e medicina dello sport r u b r i c a d i m e d i c i n a s p o r t i v a

I traumi distorsivi del ginocchio sono una delle cause più frequenti di ina-bilità, cosa ci può dire a riguardo?Il ginocchio esegue movimenti di rotazione e di flesso-estesione e i legamenti partecipa-no al controllo del movimento di questa ar-ticolazione. Soprattutto il legamento crocia-to anteriore che unisce il femore e la tibia, entra nel gioco del controllo delle torsioni ed è quello che più frequentemente subisce traumi. Un rumore, tipo “crack”, la presen-za di dolore, l’instabilità con la sensazione “del ginocchio che si sposta”, le distorsioni ripetute ed il gonfiore, sono i tipici sintomi di una lesione acuta o cronica del LCA.Le prospettive di un intervento di ricostru-zione sono di recuperare la stabilità del ginocchio, sia statica che dinamica, com-promessa con l’infortunio, di restituire un grado di movimento pressoché completo e di consentire un precoce ritorno all’attività professionale e sportiva.Cosa fare ?Di fronte alla distorsione di ginocchio la diagnosi tempestiva è fondamentale.Il primo approccio è una visita presso uno

specialista ortopedico che consiglierà even-tualmente indagini più appropriate quali una radiografia e una risonanza magneti-ca. Molto importante sarà anche un trat-tamento riabilitativo immediato perchè il ginocchio è molto spesso gonfio, dolente e il paziente è limitato anche nella vita quoti-diana e nelle sue azioni normali.Perchè fisioterapia da subito?L’importanza della fisioterapia nell’imme-diato post trauma ha lo scopo di ridurre il dolore, recuperare il movimento, limitare la perdita di tono muscolare e consentire il recupero articolare.Quale è il trattamento per questo tipo di lesioni?Può esserci la lesione di uno o più legamen-ti: le piu frequenti interessano il leg colla-terale mediale (LCM) e il crociato anterio-re (LCA) in base al tipo di legamento inte-ressato sarà approntato con il paziente un trattamento che può essere conservativo, cioè non chirurgico oppure un trattamento chirurgico. Le prospettive di un intervento di ricostruzione sono di recuperare la stabi-lità del ginocchio, sia statica che dinamica, compromessa con l’infortunio, di restituire un grado di movimento pressoché comple-to e di consentire un precoce ritorno all’at-tività professionale e sportiva.Parliamo del trattamento chirurgicoIl trattamento chirurgico ha lo scopo di ricostruire il legamento crociato anteriore che non guarisce da solo.Per cui grazie a tecniche mininvasive come l’artroscopia ci consente di sostituire il legamento lesionato con un sostituto ten-dineo che viene preso dal ginocchio dello

Fisiokinesiterapia Ortopedica, Traumatologicae Sportiva, Idrokinesiterapia, Terapie FisicheDirettore Sanitario Dott. Giuseppe Dal Mistro Medico Chirurgo - Medicina Fisica e RiabilitativaVia Don Tosatto, 61 – Mestre (VE)Tel. 041.5060511 – Fax 041.958051Aut. Reg. N. 323 del 11/04/02e-mail: [email protected]

stesso paziente o in certi casi viene usando un trapianto da cadavere.Come avviene l’intervento?L’operazione non viene fatta di solito in urgenza. Molto spesso è utile iniziare la riabilitazione già dopo il trauma per poi programmare l’intervento chirurgico che verrà fatto in condizioni ottimali per il gi-nocchio.La ricostruzione del LCA viene eseguita in artroscopia, una tecnica che ci consente, mediante un sottile tubicino a fibre ottiche, di esplorare l’articolazione ed eventual-mente trattare anche lesioni associate come ad esempio quelle meniscali o cartilaginee. Il tutto dura circa cinquanta minuti e ge-neralmente prevede il ricovero del paziente per una notte. Il trattamento riabilitativo inizia già il giorno seguente all’operazione.Cosa avviene dopo l’operazione?Già dal giorno dopo il paziente puo’ cam-minare con l’aiuto delle stampelle e di un tutore: è importante che l’intervento sia seguito da un periodo riabilitativo lungo che consente al ginocchio di recuperare movimento, tono muscolare e soprattutto permette a questo trapianto di consolidarsi con la parte ossea. Questo avviene di solito in cinque, sei mesi dopo il quale, eseguiti i controlli medici, il paziente può riprendere l’attività sportiva. Un paziente può evitare di essere sottopo-sto ad un intervento di ricostruzione del LCA a patto che sia informato sul tipo di lesione e impari ad usare correttamente il ginocchio lesionato evitando sport o atti-vità di torsione o di salti. In certi casi può essere utile anche l’uso di un tutore.

La distorsione del ginocchioIl dottor Roberto Vianello risponde alle vostre domande

gli esperti di

La pratica sportiva richiede abilità emo-tive e cognitive che incidono in maniera determinante nel risultato degli atleti.A tal proposito elementi come la con-centrazione, l’attenzione, la motivazio-ne o le dinamiche di gruppo all’interno di una squadra sono alcuni tra gli aspet-ti di cui si occupa la psicologia dello sport. La mente è l’elemento che gesti-sce le risorse dello sportivo ed è proprio sulla mente dell’atleta che si concentra buona parte dello sforzo degli allenatori che, pur competenti per la parte tecnica e fisica, si adoperano perché non ven-ga mai a mancare la condizione psico-logica. Come in tutti i campi dell’agire umano quindi anche nello sport la pre-disposizione psicologica gioca un ruolo fondamentale. Come il soggetto si ap-proccia al compito e alla situazione in-cide in modo tale da far prevedere il ri-sultato finale con uno scarso margine di errore. L’abusata locuzione del “pensare positivo” altro non è che la convinzione dell’atleta di poter ottenere un buon ri-sultato. Ciò non corrisponde per forza all’idea di un trionfo ad ogni costo (che può apparire lontano e quindi demoti-

di Maura Luperto, [email protected] vare la persona),

ma almeno all’idea di poter migliorare la propria presta-zione rispetto agli standard abituali. E’ noto che la realtà viene interpretata in base alla predisposizione mentale, per questo un atleta sfiduciato e con una insufficiente autostima concentrerà la sua attenzione quasi esclusivamente sulle variabili negative della situazione in cui è immerso e la sua prestazione soffrirà di questa errata impostazione. Un coach è quindi chiamato a richiama-re l’attenzione dell’atleta sulle sue risor-se individuali, sulle possibili situazioni positive che possono favorirlo durante la gara e sulla trasformazione della nor-male tensione pre-gara da paura per la prestazione a forza esplosiva che spinge verso l’obiettivo. In questo senso an-che la mente è come un muscolo e ri-sente positivamente dell’allenamento al “pensiero positivo”. Se la situazione poi riguarda una squadra è la condizione mentale del leader (magari il capitano) ad essere maggiormente sotto osserva-zione. Infatti il modo di pensare è con-tagioso e un leader con fiducia e forte personalità è in grado di fare da traino ad un’intera squadra e di far si che la parte migliore dello spirito dello sport si manifesti in tutta la sua potenza.

Lo spirito dello Sport

Rubrica di psicologia dello sport

Rubrica di sport e Diritto

Sport e diritto. Binomio dai tratti interes-santi. Come questa rubrica pensata per di-scutere di una sfaccettatura del fenomeno sportivo che trova le proprie risposte nel nostro ordinamento giuridico. Sullo sfondo di questa idea è stato ritaglia-to questo spazio dedicato, prima di tutto al dialogo, con i lettori, all’analisi di ar-gomenti di cronaca sportiva e dedicato a coloro che con la giusta dosa di curiosità avessero la voglia di porre quesiti e con-frontare opinioni, su alcuni degli aspetti giuridici correlati al mondo dello sport e della cultura che da ogni tipologia di sport viene ingenerato. Sono cresciuta professionalmente pensan-do che la formazione di un professionista sia fortemente determinata anche dal suo costante confronto con la Società e con la convinzione che il ruolo di avvocato deb-ba passare anche attraverso l’impegno in settori diversi, come lo sport attraverso il quale si apprende lo spirito di aggregazio-ne e quello della sana competizione.Per questo, già da questa prima uscita, vorrei esortare i lettori a condividere que-sto spazio per formulare assieme qualche riflessione soprattutto rivolta agli aspetti di etica del comportamento che tutti, in qualità di singoli cittadini e non solo quali sportivi, dovrebbero porsi come primario obiettivo.Nessuna retorica: tutti noi, non solo gli operatori del diritto, sappiamo quanto sia difficile ottenere giustizia o vedere soddisfatto un proprio diritto in ambito giurisdizionale. Le tensioni, specie quelle agonistiche-sportive, talvolta possono la-sciare strascichi dolorosi sia per chi vince che per chi perde. La prevenzione è quindi la via migliore per poter giocare una par-tita leale che, comunque vada, fa vincere entrambi i contendenti, qualsiasi sia la po-sta in palio. In quest’ottica davvero facile

di Eleonora Mingati, [email protected] è fare una ri-

flessione sul fenomeno doping, sempre più in espansione sempre più alla luce delle cronache. Il doping, inteso come uso o bensì abuso di sostanze anche medicinali con lo scopo di aumentare artificialmente il rendimen-to fisico e le prestazioni atletiche, è un’in-frazione sia all’etica dello sport, sia a quel-la della scienza medica nonché un reato secondo i dettami della vigente legge del 14 dicembre 2000 n. 376 sulla “Disciplina della tutela sanitaria delle attività sporti-ve e della lotta contro il doping” che con-sente un’individuazione più precisa del fenomeno stesso e permette di colpire più efficacemente una pratica in precedenza sanzionabile solo sul piano sportivo.Un fenomeno serpeggiante e diffuso che non manca di avere grande rilevanza nell’opinione pubblica per le continue no-tizie di sportivi professionisti e non inda-gati invischiati in questo giro d’affari che solo nel nostro paese è stimato in circa 600 milioni di euro.Tuttavia, l’aspetto socialmente più rile-vante, benché non faccia notizia, è quello del preoccupante coinvolgimento di un numero considerevole di soggetti, soprat-tutto giovani, che abusano di varie sostan-ze nel corso della pratica sportiva a livello amatoriale. Le iniziative per contrastarne la diffu-sione sono numerose e sono proposte da diversi enti (enti locali, università, federa-zioni sportive). Tuttavia manca un coordi-namento globale di tali iniziative. Anche qui la prevenzione è la prima delle realtà che possono arginare, se non addirittu-ra sconfiggere, nel tempo, questo illecito. Occorre partire da una rete congiunta di azioni che coinvolga la scuola di base, le università, la politica, i media e soprattut-to testimonial credibili che possano met-tersi a disposizione per far passare temi che altrimenti rimangono confinati in sa-lotti più o meno autorevoli.

Sport e Diritto

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anno I - numero 1 ~ febbraio 2010

I cinque pareggi consecutivi inanellati tra la fine di novem-bre e l’inizio di gennaio, francamente gridavano “vendetta”, se non altro perché proprio in quel periodo il Venezia ha dovuto riporre definitivamente nel cassetto le sue speranze di rimontare le forsennate Montichiari ed Este. Allo 0-0 di Pordenone (a suo modo da ricordare dal momento che solo al Bottecchia il Venezia è rimasto a secco in attacco) hanno fatto seguito un 2-2 e un incredibile 4-4 – rispettivamente, al Penzo con il Concordia e al Picchi di Jesolo – con vari gol di vantaggio sprecati e rimonta su-bita; dopodiché, all’indomani della sosta di fine 2009, le rimonte Collauto e soci le han-no messe a segno con il fiatone, a Quinto di Treviso (1-1) e a Sant’Elena contro la perico-lante Manzanese (2-2). Da allora però i ra-gazzi di Paolo Favaretto, nel momento più difficile, tanto sul piano psicologico quanto su quello tecnico, hanno saputo voltare pa-gina con determinazione. Il Venezia spu-meggiante di inizio campionato non c’è più, ma il gruppo è solido, il “rosso” conosce i suoi giocatori e riesce evidentemente a toc-care le corde giuste, nonché a ruotare con successo le pedine di una rosa che cammin

Avanti tutta. In attesa di buone nuoveC A L C I O S E R I E D

Le glorie del Vecio Leon? Difficile esibirle a Domegliara, dove de vecio puoi gustare un amarone ammazza-carta di credito, o sul terreno della Virtus Vecomp che è più adatto alla semina della patata da gnocchi che alle scar-pe bullonate. Eppure il Foot Ball Club Unione Venezia, rinfoderata spocchia e ricordi della serie quandocera-zamparinirecobaebattevimolinter, il suo campionato della rinascita lo conduce, eccome, ed è lì nella zona playoff, oggettivamente la sua dimensione. Anche se, molte, troppe partite nate per la goleada e chiuse con la divisione dei punti, ricordano la parabola racconta-ta dal mitico allenatore di basket Aza Nikolic: di quel-la mucca che, munta, riempie un secchio di latte e con un calcio ne riversa per terra il contenuto... Per scac-ciare i cattivi pensieri e incensare il giusto i vari Seno, Casagrande, Speggiorin, Favaretto senza dimentica-re Comune e Casinò, va ricordato che questa estate il club arancioneroverde dopo lo tsunami trentin-iraniano sembrava Londra all’indomani del bombardamento del-la Luftwaffe. E allora cerchiamo di consolidare il pre-sente per aggredire il futuro come stanno facendo dalle parti di via Gozzi. Per ora il Venezia è società che sfugge a voli pindarici ma esibisce in D una struttura da so-cietà professionista, paga puntuale gli stipendi e non fa mancare nulla a chi scende in campo. Enrico Rigoni è l’imprenditore che, con la regia di Mauro Pizzigati e di Ca’ Farsetti, ha messo i capitali perché il budget stagio-nale fosse rispettato, ma fa di tutto per non apparire e ciò appare abbastanza inspiegabile. Perché, fossimo noi nella sua posizione, ci concederemmo un bagno tra due ali di folla attraversando Piazza San Marco con la pretesa che persino i Mori e i Cavalli sopra la Basilica si inchinino al passaggio... Lo meriteremmo o no visto che abbiamo evitato al Vecio Leon di affrontare l’ora-torio San Crispino in Terza categoria? Dunque Rigoni è l’attualità ma anticipazioni giornalistiche parlano di cordate interessate all’ingresso nel club arancionerover-de. Bene, le vicende estive, la compagnia di giro che ha spacciato un attore per imprenditore (Golban, Firouz, sembrano nomi di Walt Disney, e noi babaloni a crede-re...), ci hanno reso talmente sospettosi che giurerem-mo sulla virilità di Maicol del Grande Fratello piutto-sto di avvallare altre “indiscrezioni” su fantomatici e

facoltosi gruppi pronti a investire sul Venezia. Perché il Venezia è una cosa seria, perché chi sta facendo calcio a Venezia quest’anno sono persone serie e nessuno sta a farsi prendere in giro. Come dite? Abbiamo parlato di tutto fuorché della squadra, degli avversari, delle sfide

Ritorna Paolo Tricoli per non fallire i playoff

20a giornata 17/01/10VENEZIA 2MONTEBELLUNA 0Cavarzan; Bigoni, Bivi, Vianello, Cardin; Segato, Nichele, Di Prisco (Tessaro); Collauto (Rigoni); Volpato, Corazza (Zanon). Allenatore: Favaretto. Marcatori: Vianello e Segato (rigore).

21a giornata 23/01/10DOMEGLIARA 3VENEZIA 3Lotti; Bigoni, Bivi, Vianello, Cardin; Collauto (Zanon), Segato, Di Prisco, Rigoni (Tessaro); Corazza, Volpato (Correzzola). Allenatore: Favaretto. Marcatori: Di Prisco, Corazza e Tessaro.

23a giornata 27/01/10VENEZIA 1VILLAFRANCA VR 0Cavarzan; Bigoni, Modolo, Vianello, Cardin; Tessaro, Nichele, Di Prisco; Collauto; Corazza, Volpato. Allenatore: Favaretto.Marcatore: Nichele.

23a giornata 31/01/10VIRTUS VECOMP 1VENEZIA 2Cavarzan; Bigoni, Modolo, Vianello, Cardin; Nichele; Collauto, Segato (Tessaro), Malagò (Di Prisco); Volpato, Correzzola (Corazza).Allenatore: Favaretto. Marcatore: Correzzola (2).

24a giornata 07/02/10VENEZIA 2MONTECCHIO 1Cavarzan; Bigoni, Modolo, Vianello, Cardin; Nichele; Rigoni (Di Prisco), Collauto, Malagò (Corazza); Volpato, Correzzola (Tessaro). Allenatore: Favaretto. Marcatori: Correzzola e NIchele.

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facendo ci si è resi conto essere non così profonda come pare-va inizialmente. Soprattutto in difesa gli uomini sono contati (non a caso dopo un lungo inseguimento il ds Seno ha ripor-tato in arancioneroverde Paolo Tricoli), per non parlare poi di un attacco dove Corazza e Correzzola iniziano ad alternarsi in maniera proficua, ma dove il vero insostituibile è Giovannone

Volpato. Vale a dire proprio l’unico elemen-to del team arancioneroverde a non avere nemmeno l’ombra di un sostituto per farlo rifiatare… Ad ogni modo da metà gennaio gli arancioneroverdi hanno cambiato mar-cia, proprio come pretendeva un campiona-to di serie D particolarmente ingarbugliato in zona playoff. Al successo per 2-0 sul Montebelluna nella prima giornata del giro-ne di ritorno ha fatto seguito il mezzo passo falso di Domegliara, con i veronesi lasciati liberi di recuperare nel finale due reti di di-savanzo. Un 3-3 dimenticato in fretta gra-zie ai sofferti successi su Villafranca (1-0), Virtus Vecomp (2-1 a Verona) e Montecchio Maggiore (2-1 al 91’). Senza andare tanto per il sottile il Venezia c’è… in attesa degli scontri diretti da affrontare in trasferta a Tamai, Este e Montichiari. M.D.L.

Simone Corazza tra Nicola Segato e Matteo Nichele

Giovanni Volpato

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anno I - numero 1 ~ febbraio 2010

Avanti tutta. In attesa di buone nuove Settore giovanile, presente e futuro sono quiC A L C I O S E R I E D

di qui a maggio? Ci sarà tempo, e poi cosa aggiungere? Che l’unico in Italia che non invidia il destro di Capitan Collauto è David Beckham? Ma lo sanno tutti, dai...

Rolando Del Mela

Lo studio: calcio e integrazione con il S.G.S.

In ordine cronologico l’ultimo a gua-dagnarsi una maglia da titolare, è stato il classe ’91 Matteo Malagò. Il quale, con il numero 10 sulle spalle, è uscito da sei mesi tribolati a causa di un infor-tunio al ginocchio capitatogli la scorsa primavera, quando già l’allora allena-tore Michele Serena aveva cominciato ad aggregarlo per gli allenamenti alla prima squadra in Prima Divisione. Ma, come detto, Malagò è solo l’ultimo di una nidiata di ragazzini fatti in casa e che il Venezia può esibire in campo: il che, a prescindere dalle qualità dei singoli, non è affatto poco consider-ate le disavventure estive della de-funta SSC Venezia. In serie D mister Favaretto fa affidamento sul terzino sinistro Michael Cardin, sul centrale Matteo Modolo, sui duttili Simone Rigoni e Mattia Zanon; alle loro spalle si affacciano poi il centrocampista Filippo Casagrande (già spesso in panchina), il promettente attac-cante marocchino Yassine Ennasri, il difensore Mattia Buso e il “cugino d’arte” Gianluca Collauto. Il vivaio arancioner-overde in sostanza è vivo, dopo i non pochi sacrifici estivi del presidente Mauro Pizzigati, del patron Enrico Rigoni e di una dirigenza che, con in testa Andrea Seno, Fabiano Speggiorin e Ignazio Guerra, non si è mai rassegnata al peggio. Nella sta-gione 2009/10 l’FBC Unione Venezia schiera quattro squadre nei campionati regionali e tutte sono nelle prime posizioni di classifica. Dopo un avvio complicato gli Juniores allenati da Vladimiro Carraro sono primi davanti a Montebelluna e Albignasego, avversario quest’ultimo battuto per 4-1 nello scontro diretto: a questo successo ha fatto seguito il 3-2 rifila-to il 6 febbraio alla Manzanese sul campo di “casa” di Scorzè. A Marano di Mira giocano invece gli Allievi regionali di mis-ter Andrea Fosco, terzi in graduatoria alle spalle di Noventa e Jesolo. Primi sono pure i Giovanissimi regionali del tecnico Paolo Toffanello, i quali giocano le partite casalinghe a Quarto d’Altino. Da ricordare infine alle loro spalle gli Esordienti di Remigio Renesto e le tre formazioni targate Marco Polo (il responsabile è Marco Funes) che militano nelle categoria più “verdi” quali Primi Calci, Piccoli Amici e Pulcini. M.D.L.

In Veneto il tesseramen-to dei giovani calciatori stranieri, extracomuni-tari e comunitari, rappre-senta più del 9% sul tota-le dei tesserati. E’ un dato certamente significativo quello emerso dall’inda-gine, non solo di valenza sportiva, ma a tutti gli effetti socio-economica, che ha condotto il Settore Giovanile e Scolastico del Veneto della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Una ricerca voluta ed

effettuata dall’Ufficio del Coordinatore Federale, Giuseppe Ruzza, a quattro mani con il collaboratore tecnico Piero Bianzale. Uno screening capillare sulla situazione del tesseramento dei giovani stranieri, con particolare attenzione agli extracomunitari e ai comu-nitari: al 25 novembre 2009 i primi risultano essere ben 4.243, i secondi 806, appunto oltre il 9% sul totale dei praticanti. «Un dato assolutamente rilevante e che sta a dimostrare come lo sport, aldilà di ogni retori-ca, “unisca e non divida” – sottolinea il Coordinatore Ruzza – anche in una regione “particolare” come il Veneto. Nello sport e anche nel sempre tanto discus-so calcio, possono essere tranquillamente “veicolati” i veri valori della convivenza, quali la solidarietà, l’ami-cizia a prescindere dalla lingua parlata o dal colore del-la pelle o dalla situazione economica, il rispetto delle differenze, l’integrazione vera. Questo, in sostanza, è il vero “fair play”. La partecipazione di tutti ed il rispet-to di regole, scritte e non scritte, da parte di tutti». Se ne è ricavata dunque la conferma di come il tessera-mento dei giovani extracomunitari, eccezion fatta per qualche caso particolarmente difficile, non è poi così difficile da attuare. Lo studio ha diviso i tesserati per nazionalità, per ciascuna Delegazione provinciale del Comitato Veneto FIGC e per età: ebbene, i giovani ex-tracomunitari maggiormente rappresentati sono ori-

ginari del Marocco (941) seguiti da quelli dell’Albania (718), mentre, per quanto riguarda i giovani comuni-tari, la parte del leone la fanno i giovani di nazionalità rumena (ben 689 sul totale di 806). Bene o male quasi tutte le nazioni sono rappresentate, non senza qualche curiosità, come la presenza di un giocatore dell’Antar-tide (Delegazione di Venezia), delle Seychelles e della Sierra Leone (Delegazione di Vicenza). Per quanto ri-guarda l’età, l’anno maggiormente rappresentato risul-ta essere il 1997 (517 giovani), seguito dall’anno 1995 (479). Sono rappresentati anche i giovanissimi “Piccoli Amici” dell’anno 2004 (nel numero di 37). Lo studio è a disposizione di tutte le Società e/o Enti che lo richie-dessero. Per averlo è sufficiente una richiesta scritta indirizzata all’Ufficio del Coordinatore (041/2524174, [email protected], www.figc.it/it/3336/21248/Homepage_Regione_SGS.shtml).

Mister Favaretto e il team manager Rivola

Gli Juniores arancioneroverdi

25a giornata 14/02/10 (h 14.30)VENEZIABELLUNO

26a giornata 21/02/10 (h 14.30)TAMAIVENEZIA

27a giornata 28/02/10 (h 14.30)ESTEVENEZIA

28a giornata 07/03/10 (h 14.30)VENEZIAALBIGNASEGO

27a giornata 10/03/10 (h 14.30)MONTICHIARIVENEZIA

C L A S S I F I C AMontichiari 58, Este 54, Tamai 45, Città di Je-solo 44, Venezia 43, Montebelluna 37, Città di Concordia 37, Union Quinto 35, Albignasego 32, Villafranca VR 31, Nuova Verolese 30, Sanvitese 30, Virtus Vecomp 30, Pordenone 28, Domeglia-ra 25, Belluno 20, Porfido Albiano 16, Manzane-se 15, Palazzolo 15, Montecchio Maggiore 11.

Simone Corazza tra Nicola Segato e Matteo Nichele

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anno I - numero 1 ~ febbraio 2010

In maniera più che legittima la soddisfazione è già di per sé enorme. Per il fatto di essere l’unica società superstite rispetto all’edizio-ne 2009, ma soprattutto per aver strappato il pass dalla “porta principale”, vale a dire dal primo posto in campionato occupato al termi-ne del girone di andata. Il Casinò di Venezia Calcio a 5 conta le ore che lo separano dal match di apertura della Final Eight di Coppa Italia di serie A2, kermesse in programma nell’ultimo week end di febbraio al palasport di Zanè (Vicenza). Giovedì 25 la sfida inau-gurale vedrà protagonisti (ore 15) proprio gli arancioneroverdi contro i temibili pugliesi del Promomedia Putignano, una compagine che in estate era stata allestita per disputare la serie A1: peccato però che il ventilato ripe-scaggio sia rimasto tale e, di conseguenza, i baresi si sono ritrovati in A2 con un organi-co da categoria superiore. Intanto l’avvio di 2010 in serie A2 ha riservato una sola gioia a Ercolessi e compagni (nella foto premiato con Sergio Romano sul palco del Teatro Goldoni per aver partecipato al Campionato Europeo con la Nazionale italiana). Al successo nel derby col Vicenza, infatti, hanno fatto seguito le sconfitte esterne di Magione, Asti e Belluno. Sabato 13 febbraio a Trivignano (ore 16) arri-verà il fanalino di coda Orvieto, martedì 16 la Domusdemaria (ore 15), quindi ci sarà la tra-sferta di Porto San Giorgio. Dopodiché sarà finalmente Final Eight. Il Casinò di Venezia in caso di successo contro Putignano affron-terà in semifinale (venerdì 26 alle ore 18.30) la vincente di Gruppo Fassina Conegliano-Modugno C5. La finalissima decisiva per asse-gnare il trofeo – inseguito anche da Giuriato Vicenza, Acqua&Sapone Marina Città Sant’Angelo, BPP Group Verona e Finplanet Fiumicino – si disputerà domenica 27 alle ore 20.45 sempre al palasport di Zanè (www.ve-neziacalcioa5.com). Adalberto Sergi

In Serie A viaggia a metà classifica l’ACF Venezia Casinò, nonostante gli ultimi im-

previsti scivoloni. Il 2010 era iniziato con sonanti vitto-rie, 3-0 al Torino e un entusiasmante 3-1 sul campo della Roma. Poi a smorzare gli entusiasmi la scoppola del 5-1 di Reggio Emilia e le inattese sconfitte casalinghe per 2-0 contro il Brescia e Fiammamonza. Sara Capovilla, venti-quattrenne veneziana del Centro Storico, con 5 reti è l’at-tuale bomber della squadra. 30disport ve la presenta.Sei ancora una giovane giocatrice, puoi descrive-re brevemente la tua carriera?“Beh, la mia carriera non è poi così importante… Ho co-minciato a giocare a 14 anni e ho fatto tutte le categorie dagli amatori alla serie B con l’ACF Mestre, poi A2 e A1 in arancioneroverde”.Come è stata accolta in famiglia la tua passione per il calcio?“Finché si riduceva a giocare insieme agli amici sotto casa non ci sono stati problemi. Quando invece mi hanno chie-sto di andare a giocare in una società di calcio, mia madre ha cominciato a brontolare! Due allenamenti e una parti-ta a settimana, in terraferma o in trasferta, erano troppo impegnativi secondo lei che, questo fa detto, non ha mai amato il calcio. Ma in fondo si preoccupava, a ragione, per le mie gambe e per tutte le botte che prendevo. Mio pa-dre invece ha sempre adorato e appoggiato il fatto che io giocassi a calcio, fosse per lui non si sarebbe mai perso neanche una delle mie partite”.Di solito che rapporto c’è (se c’è) tra calciatori e calciatrici? Cooperazione, competizione, ge-losia?“Non ci capita spesso di rapportarci con i calciatori. In campo, mai: giocare contro i maschi è inutile, in quanto il divario fisico è troppo grande. Diverso, invece, è giocare

qualche partitella con gli amici, senza agonismo, solo per divertirsi. Tutte quante lo facciamo ogni tanto, riuscendo spesso a farli ricredere sul luogo comune che le ragazze siano più scarse”.Dalla tua scheda sul sito www.acfvenezia.it ri-sulta che il tuo idolo calcistico è Ronaldo (non Cristiano del Real Madrid)…“Altroché! Amo anche Van Basten e Pirlo, ma è Ronaldo il mio pre-ferito: quando partiva con la palla incollata ai piedi era veramente un fenomeno, divertente, da guardare e riguar-dare! Appena è arriva-to all’Inter ha saputo subito sfoderare i suoi numeri anche contro le massicce difese ita-liane, non tutti sono stati in grado di farlo, abituati ai campionati stranieri. All’Inter e al Barcellona era davvero imprendibile!”.Di cosa ti occupi fuori dal campo?“Mi sono appena lau-reata in scienze della comunicazione. Ho appena finito (per ora almeno) la mia vita da studentessa”.Ci dicono che il tuo soprannome è Calsa, come mai?“È solo un sopranno-me legato a un episo-dio divertente succes-so insieme a una mia compagna di squadra, per un paio di calzini”.

Come descriveresti l’attuale campionato di serie A del tuo Venezia Casinò?“Il campionato di una squadra come la nostra (che pun-ta alla salvezza) è sempre difficile. Però stiamo andando meglio rispetto all’anno scorso, abbiamo giocato ottime partite, cerchiamo di migliorarci sempre e per ora siamo lì a metà classifica. Guai però a perdere la concentrazione,

perché tutte le squa-dre sono competitive e nessuna ti regala niente. Quindi anche se per ora ci stiamo comportando bene, dobbiamo rimanere agli stessi livelli. E non è facile”.Finora sei la ca-pocannoniera del Venezia. Se a fine anno arrivassero proposte da altre squadre, anche di città un po’ lonta-ne, accetteresti un trasferimento?“Oddio, non ho mai pensato di trasferir-mi “per il calcio”. Lo farei, magari perché mi si presenta qual-che altra opportunità interessante (studio o lavoro), ma non esclu-sivamente per gioca-re a calcio. Il calcio femminile non è come quello maschile, per me non è un “lavoro” ma solo una passione. Comunque mai dire mai, se mi offrissero uno stipendio potrei anche pensarci!”.

Coppa Italia, il Venezia ci crede

Venezia Casinò, la parola alla Capo(villa)

Seconda Final Eight di fila per i lagunari. A Zanè con ambizioni

C L A S S I F I C ATorres Sassari 32, Graphistudio Tavagnacco 28, Bardolino Verona 23, Roma 20, Reggiana 16, Venezia Casinò e Lazio 14, Torino 13, Chiasiellis e Brescia 10, Atalanta 7, Fiammamonza 6.

CALCIO A CINQUE SERIE A2 - CALCIO FEMMINILE SERIE A

19a giornata 13/02/10 (h 16.00)CASINÒ DI VENEZIACOAR ORVIETO

17a g. 16/02/10 (recupero; h 15.00)CASINÒ DI VENEZIADOMUSDEMARIA

20a giornata 20/02/10 (h 16.00)F&G SAN GIORGIOCASINÒ DI VENEZIA

21a giornata 06/03/10 (h 16.00)CASINÒ DI VENEZIAGRUPPO FASSINA

FINAL EIGHT COPPA ITALIA SERIE A2(al palasport di Zanè - Vicenza)Quarti di finale 25/02/10 (h 15.00)CASINÒ DI VENEZIAPROMOMEDIA PUTIGNANO

Eventuale semifinale venerdi 26/02/10 h 18.30 controMODUGNO C5 o GRUPPO FASSINA

Eventuale finale sabato27/02/10 h 20.45

Giuriato Vicenza e Asti Garage 38, Gruppo Fassina e BPP Group Verona 35, Casinò di Venezia 33, Maran Credit Solution Spoleto 30, Archis CUS Chieti 28, National Credit Magione 27, F&G San Giorgio 22, Kiwi Sports Belluno 19, Domusdemaria 15, Civitanova FC 14, Imola C5 9, Coar Orvieto 3.

C L A S S I F I C A

Sara Capovilla

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Entusiasmo e gioia per puntare in alto

Via al 2010 con il piede giustoLa stagione ago-nistica in cor-so ha registrato una considere-vole crescita nel numero, ormai superiore a “quo-ta 100”, degli atleti tesserati per la Mestrina. La società ha quindi potuto iscriversi a tut-ti i campionati giovanili, men-tre gli allenatori hanno iniziato a dover far fronte all’inedito “pro-blema” dell’ab-

bondanza. Oggi i tecnici Tibor Herodek e Luca Gambardella si possono permettere anche di escludere dalla partita qualche ragazzo poco assiduo negli allenamenti (secondo una linea educativa pienamente condivisa dalla società) e devono talvolta fronteggiare qualche “muso lungo” per la mancata convocazione o lo scarso impiego durante gli incontri. Ma i campionati sono lunghi e ci sarà spazio per tutti, anche per chi volesse ancora aggregarsi (particolarmente gradito sarebbe qualche altro rinforzo tra i più piccoli, nati dal 1997 in poi). Il tutto in un cli-ma di amicizia e forte coesione nei gruppi che hanno permesso alla Mestrina di crescere, sia nel numero dei tesserati sia degli appassiona-ti, togliendosi qualche soddisfazione anche sul piano dei risultati: l’under 17 maschile, infatti, è campione del Triveneto in carica. Inoltre gli atleti dell’Under 20 maschile e dell’Under 17 femminile sono spesso chiamati a dar man for-te anche alle prime squadre in serie C e in A2, mentre gli “esordienti” Under 13 sono ancora alle prese con i primi rudimenti della disciplina della pallanuoto.

Il 23 gennaio scorso è cominciata la stagione della Mestrina Nuoto maschile con due vitto-rie ed una inspiegabile sconfitta. La squadra allenata per il secondo anno dal gigante serbo Tibor Herodek, reduce dal secondo posto del 2008/09, è stata potenziata con gli innesti del “mestrino doc” Alessandro Capo (al ritorno dopo due stagioni passate in serie B al 2001 Padova), del ligure Nicolò Maglio (ex scudetta-to Juniores con Imperia) e di tre atleti prove-nienti dalla squadra di Piove di Sacco: il por-tiere Mauro Galvan, Marco Copiello e Alberto Tredese. Il girone in cui è stata inserita la com-pagine mestrina è formato da undici squadre, tra cui le altre venete 2001 Padova, Aquaria di Piove di Sacco e CSS Verona (entrambe neo-promosse) mentre l’Emilia-Romagna è rap-presentata da Ravenna, CN Persiceto, CUS Bologna (altra matricola), Reggiana Nuoto, dalle due parmigiane RN Parma e Coop Parma. Infine a completare il girone è la pe-sarese Valmar di Nuova Feltria. Ventidue dun-

que le giornate in programma, con due riposi, per un campionato che finirà il 26 giugno. Per la prima posizione, l’unica che darà accesso alla serie B, si profila una lotta tra le squadre di Padova e Ravenna (retrocesse proprio dal-la serie cadetta) senza trascurare RN Parma e la veronese CSS, parecchio rinforzata. Scaramanzia a parte a questo quartetto va ag-giunta di diritto la Mestrina Nuoto, presenta-tasi ai nastri di partenza forte del buon secon-do posto dello scorso anno e soprattutto ulte-riormente rinforzata dai nuovi inserimenti. Il ko per 10-7 del secondo turno non ha scalfito la fiducia, anche perché il settebello mestrino per tutta la stagione confida soprattutto nel “fattore campo”, catturando il pubblico con intensità agonistica, vivacità e velocità tipiche della pallanuoto. Proprio al fine di richiama-re sugli spalti di via Circonvallazione un folto pubblico, l’accesso alle partite della Mestrina di serie C (come pure di serie A2 femminile) è rigorosamente gratuito.

Uno sguardo al vivaio

Viale Ancona, 1130170 Mestre (VE)tel. 041.5321100fax [email protected]

I l t u o p a r t n e ra s s i c u r a t i v oe f i n a n z i a r i o

S E R I E A 2 F E M M I N I L E

6a giornata 14/02/10 (h 15.15)MESTRINA CASINÒ VE PNPALLANUOTO TRIESTEIl “derby del Nord Est” è davvero un’occasione da non perdere. Contro una Pallanuoto Trieste tradizional-mente mai doma, servirà la miglior Mestrina.

7a giornata 21/02/10 (h 12.30)PALLANUOTO LIVORNOMESTRINA CASINÒ VE PN

8a giornata 28/02/10 (h 15.15)MESTRINA CASINÒ VE PNVELA ANCONANell’acqua della Piscina del Centro si cala il setterosa marchigiano. Una matricola che in A2 sta pagando lo scotto del salto di categoria. Niente sconti da una Mestrina Casinò che rincorre la vetta.

S E R I E C M A S C H I L E

4a giornata 14/02/10 (h 19.00)CSS VERONAMESTRINA NUOTOTrasferta insidiosa ma tutta da gu-stare; non a caso i tifosi hanno inizia-to ad organizzare un autobus per la “gita” in riva all’Adige.

5a giornata 21/02/10 (h 9.45)MESTRINA NUOTOVALMAR NUOVA FELTRIAL’incontro si preannuncia vibrante. Il Settebello mestrino non dovrà fare sconti contro la neopromossa com-pagine di Pesaro.

6a giornata 28/02/10 (h 19.45)Mestrina NuotoRN ParmaIncontro di cartello contro una del-le pretendenti al passaggio alla ca-tegoria superiore. Contro Parma la Mestrina avrà bisogno di un grande calore da parte del pubblico.

anno I - numero 1 ~ febbraio 2010

Le ragazze della Mestrina Pallanuoto, targata Casinò di Venezia, sono partite a spron battu-to nella serie A2 del 2010. Alle tre vittorie delle prime tre uscite (10-7 contro il Quartu S.Elena, 12-6 a Osimo e 6-4 a Osio Sotto) ha fatto segui-to il pareggio casalingo per 7-7 contro le geno-vesi del Locatelli, mentre si è conclusa con una sconfitta per 7-4 la trasferta di Tolentino contro l’arcigna formazione di casa. La squadra allena-ta da Giovanni Zaccaria può contare quest’anno su un’ossatura matura ed esperta che ne fa una delle pretendenti al salto in serie A1: importan-ti gli inserimenti di atlete emergenti quali le ge-melle (classe ’90 e italiane al 100%) Sofia e Viola Zywicki, nonché di Daniela Leone e di Daniela Oriandi, attaccante proveniente dalla categoria superiore. Consapevoli del valore delle avversa-rie, Trieste, Firenze e Tolentino su tutte, in via Circonvallazione si vuole far leva sull’entusiasmo e sulla forza del gruppo, secondo la “filosofia” da sempre portata avanti dalla Mestrina Nuoto. Le

indicazioni scaturite dai primi incontri descrivo-no la Mestrina Casinò come una formazione agi-le, attenta in difesa e con una notevole gamma e varietà di soluzioni offensive. L’amalgama potrà ancora essere migliorato, ma nell’ambiente tutti auspicano possa essere il pubblico a fare la dif-ferenza, nelle partite casalinghe, come “uomo” in più. Da parte sua l’appassionato presidente Giorgio Pagan raccomanda alle sue squadre di fare sempre leva sulla gioia di giocare per una società che, con grande orgoglio, festeggerà nel-la prossima stagione le sue prime 55 candeline. Il connubio della pallanuoto come sport carat-teristico di Mestre deve continuare ancora per molto! Invitiamo gli appassionati di sport a ve-nire a scoprire le emozioni della pallanuoto nel-le seguenti giornate di domenica, con inizio alle 15.15: il 14 febbraio contro la rivale di sempre cioè la Pallanuoto Trieste (Piscina del Centro) e il 28 febbraio contro la “Vela di Ancona” (alla Piscina di Preganziol).

SERIE A2 FEMMINILE

SERIE C MASCHILE

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anno I - numero 1 ~ febbraio 2010

R U G B Y S U P E R 1 0

Nato in Albania nel 1989, con doppia nazionalità e nel giro dell’Italia di rugby fin dall’under 15, Sevian Daupi ora coltiva un sogno: portare la palla ovale nel suo paese d’origine. Il giovane mediano è arrivato a Mestre nel 2008 ma la sua storia rugbistica si può dire inizi nel 1997, quando la sua famiglia partì da Durazzo alla volta dell’Italia e dopo qualche tempo si trasferì a Modena. Lì ha inizio la passione per il rugby e il talento si vede da subito. Nazionale under 17, under 18, under 19, Italia Sevens Trials e Junior World Championship in Giappone nel 2009. Un mare d’azzurro per Sevian che però non dimentica le sue origini: «Mi piacerebbe fare qual-cosa per portare il rugby in Albania, dove non esiste una federazione e nessuno conosce questo sport». Ora questo progetto potrebbe diventare realtà. A Pordenone gli ex abitanti di Shqiperia (il paese del-le aquile come gli stessi albanesi chiamano la madre patria) costituiscono la più importante comunità extra-comunitaria presente sul territorio provinciale. E’ lì che opera come istruttore nelle scuole Piergiorgio Grizzo: «Ho notato la presenza di moltissimi ragazzi albanesi, quasi tutti con qualità atletiche e carattere agonistico superiori alla media - spiega - una sorta di attitudine naturale nei confronti del rugby. Eppure, questo sport per qualche ragione storica o culturale nel loro paese di origine è del tutto sconosciuto». Di qui l’idea di costituire la prima rappresentativa nazionale albanese di rugby, che nascerà giocoforza in Italia, dal momento che in Albania a rugby non ci gioca nessuno. Così è stato coinvolto il Rugby Pordenone, l’Associazione Pordenone Ovale e a fare da ca-pitano e testimonial della selezione è stato chiamato proprio il “veneziano” Sevian Daupi. Sabato 6 febbraio si è svolto nella cittadina friulana il primo raduno della neonata Kombetarja Shqiptare e rugbit (la nazionale albanese di rugby) e sono stati convocati 26 giocatori. Ad accoglierli uno staff tecnico di prim’ordine con Valter Cristofoletto (30 caps in maglia azzurra dal 1992 al 2000) e Luca Tramontin (ex giocatore di Casale e Viadana in serie A1). «L’obiettivo – spiega Francesco Silvestri, presidente del Rugby Pordenone – è quello di far debuttare la rappresentativa albanese a giugno, il 6 o il 13, qui a Pordenone, con-tro una selezione che potrebbero essere i Nuovi Dogi di Elio De Anna o il Forum Iulii». Il primo passo di un progetto spor-tivo e sociale che va verso la realizzazione del sogno di Sevian.

Riuscirà un rugbista, che è stato capace di non fare una piega davanti alla haka degli All Blacks, a reggere le più che probabili crisi isteriche di Sandra Milo, le esternazioni della Lecciso, il tanga della Galanti o le possibili avan-ces di Aldo Busi? La risposta in diretta tv, su Raidue all’Isola dei Famosi. La notizia infatti, è che l’ex trequarti del Casinò di Venezia Denis Dallan, ora in forza all’Amatori Milano, parteciperà alla trasmissione di Simona Ventura.“Figo, maschio e nudo”, così si aspettano di vederlo quelli del sito di cultura gay, www.tuttuomini.it.Denis già da tempo f lirta col mondo dorato dello spettacolo. Oltre a varie esperienze come modello e testimonial di Dolce&Gabbana nel 2009, era venuto in contatto con la Simona nazionale che lo aveva voluto ospite a Quelli che il Calcio mandando Cristiano Malgioglio in collegamento negli spogliatoi dopo la partita contro la Benetton. Allora il fervente inviato, oltre a Denis “placcò” anche Scott Palmer e il trevigiano Andrea Marcato. Malgioglio non resistette all’idea di autografare i giocatori sulla nuda pelle (come testimoniato dalla foto). A Denis il nostro più caloroso in bocca al lupo per la sua avventura da naufrago!

Il sogno di Daupi:il rugby in Albania

Durante il Sei Nazioni le squadre italiane si concentrano sulla Coppa Italia. Dopo aver sfiorato la vittoria perdendo la finale di Ro-vigo contro l’Overmach Parma nell’edizio-ne 2009 il Casinò di Venezia ci riprova. Le dieci squadre sono state suddivise in due gironi, si giocano partite di sola andata e in semifinale passano le prime due classifica-te. Il 14 marzo, sui campi dei team meglio classificati si decideranno le finaliste, que-ste si scontreranno la settimana successi-va in campo neutro. Ecco il calendario del XV orogranata.

1a giornatadomenica 7 febbraioCasinò di Venezia: riposo

2a giornatadomenica 14 febbraio ore 15.00Ferla L’Aquila – Casinò di Venezia

3a giornatadomenica 21 febbraioore 15.00Casinò di Venezia – Petrarca Padova

4a giornatadomenica 28 febbraioore 15.00Futura Roma – Casinò di Venezia

5a giornatadomenica 07 marzoore 15.00Casinò di Venezia – Mps Viadana

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G O S S I P15di

Sevian Daupi

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anno I - numero 1 ~ febbraio 2010

Union Boxe a Mestre, un pugno in un pie-no volto ai moderni super centri fitness. Un

cazzotto che ha tutta la forza di 78 anni di storia e di tutto il romanticismo del pugilato che ha ispirato il grande cine-ma. Dimenticate il parquet, i faretti e gli ambienti luccican-ti delle moderne palestre. Da Union Boxe, in via Olimpia, troverete un sottotetto col pavimento di graniglia, un ring al centro e pugili ovunque. Chi salta la corda, chi fa pesi, chi “fa guanti” in piccole sfide casalinghe, chi mena a più non posso un vecchio sacco ormai spellato dai colpi. Alle pareti, la condensa del fiato e del sudore e vecchie foto: il campione Francesco De Piccoli, Enrico Simoni degli anni ’60, Gino Campagna del 1950, i resti della locandina del match Anzivino vs Correggioli. Qui, tra saliva e paraden-ti, troviamo Federica Marangoni (vicecampionessa italiana 2008) ed Eleonora Sponchia – rispettivamente 26 e 28 anni – ovvero le due donne-pugile che ormai da qualche tempo danno lustro alla boxe nostrana.Ragazze, come mai avete scelto proprio i guantoni? Federica - «Mi sono sempre piaciuti gli sport di contatto, poi forse è stato il dna del nonno ex pugile a spingermi...».Eleonora - «Io facevo equitazione a livelli agonistici ma non ne potevo più dell’ambiente snob. Nella boxe ho trovato una nuova dimensione e mi sono appassionata».Quando avete iniziato?Federica - «Nel 2005, ho iniziato con la kick boxing ma pre-sto mi sono innamorata del pugilato, da allora ho disputato 21 incontri con 13 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte».Eleonora - «Era il 2006, quando ho cominciato c’era già Federica. Lei era già brava mentre io ero fisicamente a terra, ho preso un sacco di pugni prima di poter compe-tere con lei».

Collezionismo, passione, fanatismo, go-liardia. Questi gli ingredienti dell’Old

Subbuteo Club Mestre-“No ze un Zogo”. Un gruppo di amici che, partiti qualche mese fa da un garage, ha rinverdito con sfide a suon di schicchere la passione per “il calcio in punta di dito”. Il club, nato in modo spontaneo com-plice il tam tam internettiano tramite il sito www.oldsub-buteo.it, sta diventando il punto di riferimento per chi, tra due risate e una birra, vuole provare o ri-provare l’ebbrezza del tocco di palla su panno verde. Gli old subbuteisti hanno i loro riti e le loro fazioni, c’è chi lucida gli omini col Pronto prima della partita e chi lo considera un sacrilegio, ci sono i

cultori delle basi pesanti e di quelle leggere, ci sono gli artisti del “girello” e quelli che fanno i pallonetti... Da togliere il fia-to poi per le squadre personalizzate con sponsor e stemmi, identica riproduzione delle divise di qualsiasi epoca e sta-gione. Dulcis in fundo i giocatori riprodotti con le loro carat-teristiche salienti, Gullit con le treccine, piuttosto che qual-che altro con la maglietta di fuori e i calzettoni abbassati. Al mercoledì quelli dell’Old Subbuteo mollano mamme, mogli o fidanzate che siano e si ritrovano alla pizzeria Al Cavallino di Mestre, per dar vita a tornei dal sofisticato tabellone o per qualche rilassante amichevole. C’è spazio per tutti e per gli eliminati è stata istituita la Cialtron’s League che, a dispet-

Come è avvenuto il vostro esordio sul ring?Federica - «Appena salita sul ring ho pensato “ma chi me l’ha fatto fare?”, poi ho rotto il ghiaccio e ho finito in cre-scendo portandomi a casa una bella vittoria, da allora ho preso fiducia e mi sono appassionata ancora di più».Eleonora - «Ero molto emozionata e ho preso un sacco di botte. Una cosa da scoraggiarsi. Conoscendomi mi sono data tempo e già dal secondo incontro le cose sono andate bene. Ormai ho all’attivo 20 match e un bel po’ di soddisfazioni».Vi allenate ogni giorno, questo vi lascia spazio per la vita privata?Federica - «Io lavoro tutto il giorno in un’enoteca, a volte all’alba vado a correre e alla sera vengo in palestra. Prima degli incontri ho una vita rigida e regolatissima. Faccio fa-tica ma cerco spazi anche per gli affetti e la vita privata».Eleonora - «Anch’io lavoro, faccio la cameriera. Spesso per ve-dermi il mio ragazzo deve venire in palestra».Come si conciliano boxe e femminilità?Federica - «Non mi pongo il problema, se qualcuno mi vede con un occhio nero dico candidamente che ho fatto a pugni!».Eleonora - «Da quando pratico la boxe la mia femminilità è aumentata. Mi curo di più, mi sono anche fatta crescere i capelli. Forse per compensare l’immagine che ho quando indosso paradenti e caschetto. Poi per nascondere un oc-chio nero basta solo un po’ di trucco»

Marco Parente

Marangoni e Sponchia, un ring per due

Subbuteo, un “cult” che non ha età

B O X E

Nel 1930 nasce il circolo Pugilistico Mestrino che nel 1932 diventa “Società Sportiva Union Boxe Mestre”. Viene nominato presidente Ugo Nerici e insegnante Arturo Paletti. La Società Pugilistica, successiva-mente all’interruzione dell’attività avvenuta durante il periodo bellico, nel 1948 venne riaffiliata presso la Federazione Pugilistica Italiana. Dal 1956 al 1960 la Società inizia una collaborazione e poi assorbe il Circolo Pugilistico Spinea.Tra i maestri della Società oltre ad Arturo Paletti, ri-cordiamo Antonio Caneo, l’ex pugile Renato Moraes, Costantini, Enrico Simoni pugile e allievo di Caneo e Adriano Favaro, ex pugile della Società 1° serie. Nei cinquantasei anni di attività l’Union Boxe Mestre ha conseguito importanti affermazioni in campo nazio-nale ed internazionale dando meritata soddisfazio-ne ai dirigenti ed agli sportivi locali. Sarebbe troppo lungo elencare tutti gli atleti del vivaio pugilistico mestrino che hanno riportato significativi risulta-ti, tra questi ben 35 Campioni d’Italia, 69 Campioni Interregionali e centinaia di Regionali.

Mezzo secolo di Union Boxe

Federica Marangoni

Eleonora Sponchia

to del nome, è diventato un ambito trofeo. Dalla nascita del club a oggi sono molte le amicizie e i gemellaggi che l’OSC Mestre ha stretto in giro per l’Italia, e alcuni organizzano gite domenicali dedicate a tornei un po’ dappertutto. Il 30 gennaio scorso l’intero club si è riunito a Mestre per sfidare i vicentini del club Magnagati nella fedele rievocazione dei Mondiali di calcio del 1934. Un’ intera giornata di subbuteo e amicizia, pranzo compreso, terminata con la vittoria degli Stati Uniti (che nella realtà vennero eliminati agli ottavi per-dendo 7-1 con l’Italia poi Campione del mondo). Referente del club è Marcello Rizzo: curiosi o appassionati possono contattarlo alla mail [email protected]

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La partita non è ancora finita e a deciderla po-trebbe essere un colpo di coda. La posta in palio è la candidatura italiana per le Olimpiadi 2020, ma fra Roma e Venezia solo una otterrà l’ambita investitura. Nella capi-tale, sindaco Alemanno in testa, convinti che il CONI abbia già deciso, sono sicuri di portare a casa un trionfo da sven-tolare sotto il naso dei “provinciali” veneziani, aggettivo de-qualificativo usato in maniera ricorrente dalla stampa romana. Ma di per-dere la partita il Comitato Venezia 2020 non ci pensa nemmeno, forte di un appoggio tra-sversale che abbraccia la sfera politica e quel-la economica. La tela tessuta dal Comitato veneziano è fitta. Nella stessa squadra ci sono politici del centrodestra e del centro-sinistra, in un’abile azione di lobby che ha portato a pubbliche uscite pro-Venezia Luca Zaia e Renato Brunetta, ministri nazionali sì ma, per ovvi motivi, particolarmente sen-sibili alle Olimpiadi venete quale carta da giocare nella corsa alle poltrone di governa-tore della Regione e sindaco del capoluogo lagunare alla prossima tornata elettorale. A dir la verità il cavallo olimpico lo cavalcano tutti, dai testimonial sportivi olimpionici alle rappresentanze del tessuto economico. Il 28 gennaio la Camera di Commercio di Venezia ha lanciato “Venezia 2020: io dico sì”, una vetrofania che tappezzerà le vetrine di tutti gli esercizi del Centro Storico e di Mestre. All’iniziativa hanno aderito tutte le associazioni di categoria indistintamente e pieno sostegno, dopo Confindustria Veneto che fa parte del Comitato in qualità di so-

Sono grandi, grossi e fanno sul serio. Dopo diversi anni di oblio, torna in la-guna il football americano sotto il sim-bolo dell’onda stilizzata degli Islanders Venezia. All’inizio dell’avventura, 26

anni fa, furono i Mariners Venezia, un manipolo di ragazzi poco avvezzi a yard

e touchdowm, che poi divennero gli Islanders fino allo scioglimento. Ma dal 2009 i blu-teal – colori sociali della squadra che si allena e gioca al campo sportivo della Gazzera in via Brendole – sono tornati a vivere. E

infatti, dopo appena un anno, sabato 20 febbraio i ragazzi allenati dall’head coach

Stefano Brutesco (coadiuvato dal defensive coach Tommaso Canuto e dall’assistant co-ach Davide Petruccelli) prenderanno parte al campionato italiano “football a 9” affiliato alla Federazione Italiana di American Football (FIDAF). Dopo un precampionato da protago-

nisti con schiaccianti vittorie contro Mustangs Trieste, Draghi Udine e Knights Persiceto, le prime due compagini di categoria superiore, gli Islanders si preparano al debutto ufficiale nel torneo 9-Men, football 9 contro 9, che li ve-

drà inseriti nel girone Nord Est assieme alle Aquile Ferrara, Chief Ravenna, Hurricanes

Vicenza e Warriors Bologna. Proprio i felsinei sono l’ultima sorpresa della

Federazione che ha aggiunto la

Se il football è veneziano...

squadra in extremis scompaginando calen-dario e accesso ai playoff. Un ostacolo in più sulla strada degli Islanders che, pur da novizi, puntano decisamente ai playoff, for-ti di un roster di livello, impreziosito dagli innesti del corner back Marco Pavone, del tight end Enrico Triches e del ricevitore/quarterback Henry Koeune. L’iscrizione dei Warriors, tuttavia, rende in salita la scala-ta degli isolani, visto che i bolognesi sono la seconda squadra del team che milita nel campionato IFL (Italian Football League), l’elite del football americano italiano. «Ai playoff passano solo le prime due squadre, quindi si riducono le percentuali di accesso alla fase finale – sottolinea Stefano Nerozzi, quarterback in campo e vicepresidente dietro la scrivania –. Non possiamo esse-re felici della decisione della Federazione, tuttavia siamo fiduciosi perché le sfide di

precampionato ci hanno dato risposte in-coraggianti». E che il fenomeno blu-teal stia iniziando a prendere piede in città lo dimostrano il sostegno di numerosi spon-sor e la passione di tanti ragazzi che, pur non adatti a scendere in campo con casco e imbottiture, hanno deciso di restare nel gruppo per aiutare la squadra in quest’av-ventura. Ma gli Islanders sono anche un fe-nomeno di costume, tanto che domenica 7 febbraio, in occasione del Super Bowl 2010 (che ha visto i New Orleans Saints trionfare sugli Indianapolis Colts) l’Hard Rock Cafe di Venezia ha voluto i blu-teal quali special guest nella serata a tema dal titolo “Sure Plays a Mean Football”, organizzata dalle 23 alle 5 del mattino per vivere assieme le emozioni dell’evento cult del grande foot-ball a stelle e strisce.

Giacomo Garbisa

F O O T B A L L A M E R I C A N O

Henry Koeueneclasse ‘79, U.S.A.

Venezia 2020, il testa a testa con la Roma Capitale entra nel vivo

cio promotore assieme alle città di Venezia, Treviso, Padova e Regione Veneto, lo ha espresso anche Unioncamere del Veneto a nome delle sette Camere di Commercio regionali. Ad oggi non sono ancora scesi in campo i grandi nomi dell’imprenditoria del Nordest, ma Federico Fantini, diretto-re del Comitato, assicura che prima del 5 marzo, data di consegna dei dossier al Coni, ci saranno pure quelli. Un nodo cruciale lo ricoprirà il Quadrante di Tessera, poten-ziale polo d’attrazione internazionale ora solo sulla carta, ma Fantini è convinto che le chance di portare a casa la candidatura italiana a ospitare i XXXII Giochi Olimpici e Paralimpici siano più che buone, anche in virtù di un dossier speciale relativo pro-prio alle Paralimpiadi. «Rio de Janeiro ha battuto Chicago grazie a un forte progetto paralimpico – ha spiegato – Noi, anche se il CONI non lo richiede esplicitamente, ne presenteremo uno dettagliato». La partita è agli sgoccioli, dopodiché il CONI emetterà il responso che tutti si augurano all’insegna della massima trasparenza. L’epoca di Roma caput mundi è passata da tempo.

G.G.

Venezia si prepara anche quest’anno ospitare il Salone Nautico. Prenderà infatti il via il prossimo 18 marzo alla Stazione Marittima la nona edi-zione dell’evento nautico dell’Adriatico. Quattro quest’anno i giorni – da giovedì a domenica - per scegliere la propria barca o la rotta della vacanza in Charter e approfondire i grandi temi legati alla cultura del mare. Un appuntamento im-perdibile per tutti coloro che amano la nau-tica e il mare, per scoprire le ultime novità del settore, sia a vela sia a motore, e un’ampia scelta di piccole imbarcazioni, adatte a tut-ti i gusti e a tutte le tasche, nuove ed usate. Forte del profondo pescaggio della darsena, anche quest’anno il Salone di Venezia ( www.festivaldelmare.com) riserva una grande attenzione al mondo della vela e ai prodotti dei migliori cantieri stranieri e italiani. Test experience riservato a tutte le imbarcazioni disposte in darsena ed anche – novità as-soluta per un salone nautico - ai gommoni. Una speciale concessione consentirà infatti

ai cantieri produttori di imbarcazioni pneu-matiche di far provare ai potenziali clienti il mezzo desiderato su un percorso di prova di alcuni chilometri in laguna, a poche centinaia di metri dalla Stazione Marittima. Al Salone di Venezia, la tradizionale offerta espositiva prevede un’ampia scelta di usato di qualità e una nuova area dedicata al charter di gran-di yacht e al noleggio di piccole unità, per prenotare fin d’ora le proprie vacanze estive. Particolare attenzione sarà dedicata all’area del design d’interni.

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Il mestrino Cristian Cavaldoro oggi ha quarant’anni e da quando ne aveva cinque vive sui campi da tennis, prima come giocatore (fino alla serie B) poi da maestro. Da ra-gazzino martellava a colpi di pallina il muro del palaz-zetto di via Olimpia, come tennista cresciuto nelle fila del TC Mestre ha portato a casa parecchie coppe e medaglie, ma recentemente l’importante “vittoria” è stata quella di aprire un Circolo tutto suo, proprio di fronte al palasport Taliercio, coronando così un suo vecchio sogno.Cavaldoro, come sta andando il tennis in genera-le? «Meglio. Dopo il declino degli anni ’90 sono aumentati i praticanti e i bambini hanno ripreso in mano la racchetta. Io lavoro molto con i ragazzi di 10 anni e spero che, una volta rag-giunta l’età critica dell’adolescen-za, vogliano continuare senza cambiare disciplina».Il tennis è uno sport costoso?

Cristiano Cavaldoro, ex talento sulla terra rossa, ora maestro con un circolo tutto suo

S C H E R M A - T E N N I S

Quanto paga un genitore per mandare un bambino a gioca-re? «Non credo costi più di altri sport. Un genitore con 80 euro al mese iscrive il figlio a un corso che prevede due allena-menti a settimana».Anche nel tennis, come in altri sport, le donne stan-no ottenendo risultati migliori? «Direi di sì, Pennetta, Schiavone e Vinci sono decisamente forti e non voglio di-menticare la luminosa carriera della mestrina doc Tathiana Garbin. I maschi? Seppi, Starace lottano e sono buoni giocato-ri, ma le speranze per il futuro sono Bolelli e Fognini».Come se la passa invece il tennis mestrino? «A Mestre secon- do me ci vorrebbe più collaborazione

tra circoli. Io sono in contat-to con dei miei colleghi di

Verona che si sono con-sorziati, si trovano, fan-no incontri, raduni coi bambini. Si scambiano idee, opinioni, svilup-pano iniziative assie-me. Qui altri ci hanno provato ma poi non è il tutto è tramontato.

Mi piacerebbe tentare di nuovo, personalmente

sono disponibile e aperto al confronto».

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c a m p a g n a p u b b l i c i t a r i a

i n d u s t r i a

c a t a l o g o

Il successo per due par-tite ad una ot-tenuto dome-nica 7 febbra-io contro il Nuovo Tennis Bovolone, ha

consentito al Circolo Tennis Veritas di inaugurare la bacheca con la con-quista della Coppa Comitato Veneto 2010. Un successo esaltante per i quarantenni dipendenti della “mul-tiutility” veneziana operativa nei set-tori dell’igiene ambientale e del ciclo idrico integrato. Sulla terra rossa del campo neutro di Mogliano Veneto (Treviso) il Circolo Tennis Veritas ha battuto per 2-1 nella finalissima la formazione veronese del Nuovo Tennis Bovolone: i protagonisti sono stati i due singolaristi Nicola Barbiero e Marco De Biasio nonché il doppio

formato da Luciano Franceschin e Stefano Bertocco. In precedenza il CT Veritas (nato nel luglio 2007) ave-va gettato le basi per sollevare la sua prima Coppa Comitato Veneto supe-rando nei quarti di finale la squadra bellunese “B” del CT Polpet e, in se-mifinale, l’AT Olimpica Dossobuono. Il Bovolone, invece, aveva eliminato il Polpet “A” e il TC Serenissima di Jesolo. Nella foto il gruppone del CT Veritas al termine della finalissima di Mogliano: da sinistra Daniele Bigozzi (presidente-giocatore), Marco De Biasio, Gianantonio Carrara, Luciano Franceschin, Stefano Bertocco, Nicola Barbiero, Paolo Dalla Giustina (capitano) e Nicola Maran (prepa-ratore atletico). Il CT Veritas ha la sua sede sportiva a Zelarino (in via Castellana, 93/E) presso la Canottieri Mestre: info sul sito internet ufficiale www.ctveritas.it.

Lo scorso anno non andò oltre uno scialbo sesto posto nella kermesse stravinta dal Giappone. Nonostante sul piano tecnico l’attuale fase sia tutt’altro che entusiasman-te, è legittimo attendersi dei segnali di risveglio da parte dell’Italia che si appresta ad ospitare la sua prima ed unica tappa di Coppa del Mondo. Dove? A Venezia naturalmen-te. Da venerdì 19 a domenica 21 febbraio, infatti, al pala-sport “Giobatta Gianquinto” dell’Arsenale andrà in scena l’edizione 2010 della “Coppa Città di Venezia – 6° Trofeo Casinò”, prova di Coppa del Mondo di fioretto maschile individuale e a squadre. Il 33° atto dell’ormai storica ma-nifestazione è stato allestito come sempre dalla Dielleffe Scherma Venezia (in collaborazione con la Federscherma), reduce dal successo organizzativo di dodici mesi fa con la giornata conclusiva svoltasi nella splendida sala con-gressi dell’hotel Molino Stucky Hilton. Proprio l’eccellen-te riuscita dello scorsa stagione ha spinto la Federazione Internazionale ad inserire la “Coppa Città di Venezia” tra le cinque tappe mondiali del Grand Prix: un privi-legio condiviso solo con Parigi, Shanghai, Tokio e San Pietroburgo. La gara, che nel 2009 a livello individuale fu vinta dal britannico Kruse, si annuncia di altissimo livello, con la presenza dei migliori interpreti della spe-cialità. Quella di Venezia sarà la terza tappa di Coppa del Mondo stagionale, dopo quelle già tenutesi a Copenhagen e Parigi. Le aspettative tecniche sono notevoli, soprattut-to per il fatto che Venezia, come Parigi, assegnerà un dop-pio punteggio. Una chance tutt’altro che trascurabile per i fiorettisti intenzionati a migliorare la propria posizione nel ranking mondiale. Info sulla manifestazione sul sito internet www.dielleffeschermavenezia.it.

Coppa Città di Venezia6° Trofeo

Casinò

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Proiettato ver-so le celebra-zioni per il Sessantennale, che ricorrerà il 12 giugno del 2011, il Panathlon Club di Venezia, fondatore del

movimento panathletico mondiale, ha re-centemente rinnovato il proprio Consiglio Direttivo. Dopo il quadrienno di presiden-za firmata Guido Sesani (numero uno della gloriosa Canottieri Querini), il testimone è passato a Piero Ragazzi (massimo dirigen-te della Polisportiva Murano), “promosso” presidente del Panathlon di Venezia dopo aver rivestito il ruolo di vice sia nell’ultimo

Tredici anni dopo è nuova-mente Giorgio Chinellato il presidente del Panathlon Club di Mestre. L’avvocato me-strino, noto an-

che per essere vicepresidente della Reyer di pallacanestro, aveva già guidato il club servi-ce nel 1996-1997 e, all’inizio del 2010, è stato rieletto all unanimità dai 58 soci. Chinellato eredita il testimone da Michele Beato (presi-dente della Serenissima Nuoto) che passa al ruolo di past president, mentre il professor Antonio Serena è stato promosso per accla-mazione presidente onorario. Per il biennio

biennio di Paolo Minchillo, sia nel qua-driennio di Guido Sesani. Nella sua prima riunione il Consiglio Direttivo ha definito l’organigramma assegnando le altre cari-che: vicepresidente vicario è Luca Ginetto (noto giornalista del TG3 del Veneto), vice-presidente e tesoriere Giuseppe Zambon, prefetto Corrado Scrascia e segretario Gianni Darai. Fanno poi parte del Direttivo Claudio Bonamano (direttore marketing del Casinò di Venezia), Stefano Cazzaro (ex grande arbitro internazionale di pallacane-stro), Antonella Gierardini, Massimiliana Martini, Gian Emilio Zambon nonchè il Past President Guido Sesani. Il programma del 2010 verrà illustrato nella conviviale in programma il prossimo 25 febbraio (www.panathlonvenezia.com).

2010-2011 il Consiglio Direttivo sarà così composto: presidente Giorgio Chinellato, past presidente Michele Beato, presidente onorario Antonio Serena, membri Franco Bacciolo, Maria Bonaldo, Fabrizio Coniglio, Massimo Di Tonno, Alessio Ferronato, Pierangelo Scaffidi, Natale Scalise, Claudio Versolato e Alessandro Valentini; Roberta Lazzaro, invece, è stata nominata socio-de-legato al “Bosco di Mestre”. La definizione del nuovo Direttivo è stato il primo atto uf-ficiale del Panathlon di Mestre che, il 12 gen-naio scorso, ha brindato ai suoi primi 25 anni di attività. Un traguardo importante e che il socio-tesoriere Alessio Ferronato ha voluto ricordare ripercorrendo in un dvd le tappe e le iniziative principali del quarto di secolo ap-pena trascorso (www.panathlonmestre.it).

Panathlon Venezia:tocca a Piero Ragazzi

Panathlon Mestre:torna in sella Chinellato

Piero Ragazzi Giorgio Chinellato

Il 25 novembre scorso Chuck Jura è tornato a in città. Organizzatori del blitz dello Sceriffo gli ir-riducibili baskettari che da circa un anno lavo-rano per la rinascita del Basket Club Mestre. Si definiscono i figli di quella che negli anni ’70 e ’80 veniva chiamata la “basketcity ita-liana”, quelli che dormivano in sacco a pelo davanti ai botteghini pur di accaparrarsi un biglietto. A loro il gesto dell’ex dirigente Gallorini, che l’anno scorso ha ceduto i ci-meli dell’estinto Basket Mestre alla Reyer, ha fatto venire il mal di pancia. Il loro pro-getto mira alla rinascita di una squadra chia-mata Basket Club Mestre, una società che si dichiari erede di quella che ha fatto battere i loro cuori nei tempi che furono. Per ora hanno contattato la Pallacanestro Mestrina (miltante in Promozione) e fornito loro casacche biancorosse. Hanno anche creato un gruppo su Facebook e inaugurato il sito www.basketclubmestre.it. La giornata tra-scorsa con Jura è stata però tutt’altro che virtuale. L’americano si è recato alla palestra Kolbe, ha incontrato i giovani della Pallacanestro Mestrina posando per le foto di rito. In serata, tra magliette, striscioni e altri cimeli, ha cenato con i tifosi di sempre e con alcuni vecchi amici. Lo Sceriffo oltre ad aver stupito tutti per la sua grande disponibilità, ha definito entusiasmanti i suoi anni trascorsi me-strini. Jura, di origini europee (madre tedesca e padre cecoslovacco), giunse in Italia nel 1972 accompagnato dalla moglie Janet e con in tasca una laurea in sociologia. Aveva 22 anni. Trascorse otto anni a Milano, uno a Lugano e approdò trentenne a Mestre. Due anni intensi che i tifosi ancora ricordano. Chuck ha definito quelli passati in Italia gli anni più belli della sua vita, pieni di splendidi ricordi e ha parlato di un “amico fraterno” riferendosi a Pieraldo Celada, l’indimenticato e com-pianto presidente mestrino che gli fece indossare la canotta della Superga.

Il profilo di Charles “Chuck” Juradata di nascita 28 marzo 1950

luogo Columbus - Nebraska (U.S.A.)altezza 206 cmruolo centro

DA GIOCATORE

Giovanili University of Nebraska-Lincoln

1972/73 Mobilquattro Pallacanestro Milano (serie A1)628 punti (24.2)

1973/74 Mobilquattro Pallacanestro Milano (serie A1)650 punti (25.0)

1974/75 Mobilquattro Pallacanestro Milano (serie A1)1266 punti (31.7)

1975/76 Mobilquattro Pallacanestro Milano (serie A1)1095 (33.2)

1976/77 Xerox Pallacanestro Milano (serie A1)1052 punti (33.0)

1977/78 Xerox Pallacanestro Milano (serie A1)997 punti (30.2)

1978/79 Xerox Pallacanestro Milano (serie A1)793 punti (27.3)

1979/80 Federale Lugano (Lega A Svizzera)

1980/81 Superga Basket Mestre (serie A2)967 punti (26.9)

1981/82 Jesus Jeans Basket Mestre (serie A1)773 punti (24.2)

1982/83 Sav Alpe Bergamo (serie A2)994 punti (30.1)

1983/84 Inattivo

1984/85 Master V Roma (serie A2)653 punti (27.2)

CARRIERA – Dopo esser diventato un’icona nel team cestistico della University of Nebraska, fu scelto dai Chicago Bulls al terzo giro del draft NBA del 1972, lo stesso di Julius Erving e Bob McAdoo, ma anche del reyerino Steve Hawes. Nello stesso anno fu scelto anche dagli Utah Stars al secondo giro del draft ABA, ma lo “Sceriffo” (nickname dovuto alla professione di suo padre) non ha mai giocato in nessuna delle due Leghe Pro statunitensi. Nell’estate 1976 firmò per i Cleveland Cavaliers, ma si pentì subito e pagò una penale pur di tornare in forza all’“altra Milano” (rispetto alla più nobile Olimpia, oggi Armani Jeans). In Italia ha vinto per tre volte consecutive, tra il 1975 e il 1978, la classifica di miglior realizzatore del campionato italiano. Il suo high è di 52 punti, raggiunto l’8 ottobre ’75 in Mobilquattro Milano-Brina Sebastiani Rieti (103-110) ed eguagliato il 16 aprile ’78 in Xerox Milano-Sapori Mens Sana Siena (114-105). Con la Superga Mestre allenata da Massimo Mangano, e con la Sav Bergamo di coach Carlo Recalcati, ha vinto il campionato di serie A2. Dopo una stagione nella Montesacro Roma firmò per la Pallacanestro Livorno ma prima dell’inizio del campionato si ritirò dall’attività.

Chuck Jura!

Amore rinnovato tra lo “Sceriffo” e MestreS P E C I A L E B A S K E T M E S T R E16