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Pensieri, spunti, riflessioni dalla
PAROLA DI DIO e dalla Vita
Mese di GIUGNO 2005
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Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.
In particolare:
Perché la nostra società vada incontro, con gesti concreti di amore cristiano e fraterno, ai milioni di rifugiati che si trovano in condizioni di estrema povertà e di abbandono.
Perché il sacramento dell’Eucarestia sia sempre più avvertito come il cuore pulsante della vita della Chiesa.
Perché il Congresso Eucaristico nazionle aiuti a riscoprire che non si può vivere da cristiani senza celebrare la Domenica,
giorno del Signore.
Cuore di Gesù,fa che i tuoi sacerdoti approfondiscano ogni giorno il dono da Te ricevuto.
Stampato in proprio
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GIUGNO 2005 MERCOLEDI’ 1 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
TTUUTTTTOO VVIIVVEE IINN TTEE,, SSIIGGNNOORREE,, NNEEII CCIIEELLII EE SSUULLLLAA TTEERRRRAA
Tra i santi di oggi ricordiamo: CAPRASIO DI LERINS,
Santo, monaco
Era eremita in Provenza quando Sant’Onorato gli chiese di
accompagnarlo. Fondò con lui il monastero di Lérins. Morì dopo il
434.
Parola di Dio: Tb 3,1-11.16-17; Sal 24; Mc 12,18-27
Dal Vangelo secondo Marco 12,18-27
[18]Vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non c'è risurrezione, e lo interrogarono dicendo: [19] «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che se muore il fratello di uno e lascia la moglie senza figli, il fratello ne prenda la moglie per dare discendenti al fratello. [20]C'erano sette fratelli: il primo prese moglie e morì senza lasciare discendenza; [21]allora la prese il secondo, ma morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, [22]e nessuno dei sette lasciò discendenza. Infine, dopo tutti, morì anche la donna. [23]Nella risurrezione, quando risorgeranno, a chi di loro apparterrà la donna? Poiché in sette l'hanno avuta come moglie». [24]Rispose loro Gesù: «Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio? [25]QUANDO RISUSCITERANNO DAI MORTI, INFATTI, NON PRENDERANNO MOGLIE NÉ MARITO, MA SARANNO COME ANGELI NEI CIELI. [26]A riguardo poi dei morti che devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe? [27]Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in grande errore».
Più di una volta mi è capitato, dopo la lettura di questo brano di
vangelo, di incontrare persone che con aria di vera tristezza
venivano a dirmi: “Ma se in paradiso non ci saranno più marito ne
moglie, che cosa ne sarà del nostro rapporto con i nostri cari?”,
“Ho vissuto una vedovanza di circa vent’anni nella certezza della
risurrezione dei morti e nella speranza un giorno di poter rivedere
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mio marito e adesso Gesù ci dice che saremo come angeli nel
cielo: ma che cosa vuol dire?”
Bisogna capirlo bene questo brano di Vangelo. Innanzitutto Gesù
risponde a dei sadducei che non credevano alla risurrezione dei
morti e che erano andati da Lui con un caso estremo (la moglie
dei sette fratelli che riesce a sotterrarli tutti prima di morire).
Gesù dice: la risurrezione è certa perché Dio è il Dio della vita; la
risurrezione non è la riedizione della vita corrente ma ogni cosa
viene portata al suo completamento, al suo “massimo”; i rapporti
rimangono ma non sono più inficiati, deturpati dall’egoismo e dal
possesso sono invece espressi solo attraverso l’amore vero,
quello di Dio per tutti e per ciascuno.
Detto allora in termini più facilmente pratici: noi non solo
ritroveremo i nostri cari, ma il nostro rapporto con loro sarà
purificato da ogni forma di egoismo e li ameremo come li ama
Dio. Non è meraviglioso?
GIOVEDI’ 2 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
PPAARRLLAA,, SSIIGGNNOORREE,, PPEERRCCHHEE’’ IILL TTUUOO SSEERRVVOO VVUUOOLLEE
AASSCCOOLLTTAARRTTII
Tra i santi di oggi ricordiamo: ADALGISO, Santo, Monaco
Nacque in una illustre famiglia irlandese. Ordinato sacerdote partì
per un pellegrinaggio a Roma ma si fermò nella foresta di
Thierache per fare vita eremitica e vi rimase fino alla sua morte
verso il 670.
Parola di Dio: Tb 6,10-11;7,1.8-17;8,4-9; Sal 127; Mc 12,28-34
Dal Vangelo secondo Marco 12,28-34
[28]Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». [29]Gesù rispose: «Il primo è: ASCOLTA, ISRAELE. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; [30]amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. [31]E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi». [32]Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; [33]amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val
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più di tutti gli olocausti e i sacrifici». [34]Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Alla domanda sul primo dei comandamenti che lo scriba gli ha
rivolto Gesù risponde con quella che era la preghiera con cui più
volte al giorno si rivolgevano a Dio gli israeliti: questa preghiera
ci ricorda che l’amore di Dio e del prossimo sono la massima
espressione degli appartenenti al popolo di Dio. Ma sia nella
risposta di Gesù, sia nella preghiera c’è un verbo all’imperativo
che noi spesso dimentichiamo ed è: “Ascolta!”
Come posso io sapere che cosa voglia Dio da me se non lo
ascolto? Come posso sapere le necessità del mio prossimo se non
so ascoltarlo e vederlo? Le nostre mamme piemontesi quando
dovevano riprendere un figlio birichino o dovevano cercare di
farlo ragionare cominciavano sempre con grande saggezza
dicendogli “Scuta!”, “Ascolta!”
Prima di dire che Dio è muto e non ti parla, hai provato davvero a
far silenzio, ad aprire occhi e orecchie per ascoltarlo? Prima di
giudicare tuo fratello, hai provato ad ascoltare i motivi per cui si
comporta in quel determinato modo. Prima di dire: “alle necessità
dei poveri ci pensino i governi”, hai ascoltato davvero il pianto a
volte silenzioso e lontano della sofferenza?
VENERDI’ 3 GIUGNO: SACRATISSIMO CUORE DI GESU’
Una scheggia di preghiera:
IILL TTUUOO CCUUOORREE,, OO SSIIGGNNOORREE,, EE’’ IILL NNOOSSTTRROO RRIIFFUUGGIIOO
Tra i santi di oggi ricordiamo: CONO, Santo Abate
San Cono pare sia nato il 3 Giugno 1139 a Naso (Me) e
battezzato col nome di Conone. All'età di 15 anni durante una
Santa Messa rimane colpito da una frase del Vangelo di Matteo
(10,37): "Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di
me" e decide, superando l'iniziale ostilità dei facoltosi genitori, di
entrare nel Monastero di San Basilio nei pressi di Naso. Predilige
la vita eremitica e contemplativa e per questo vive in una grotta
in assoluta povertà. La sua fama inizia a diffondersi ben presto
nella popolazione che andava a trovarlo per ricevere da lui una
parola. Eletto abate del Convento di San Basilio qui vive per poco
tempo per ritornare in una grotta nei pressi del convento detta di
San Michele e qui muore in fama di santità il 28 marzo 1236.
Parola di Dio: Dt 7,6-11; SaI 102; 1 Gv 4,7-16; Mt 11,25-30
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Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-30
[25]In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. [26]Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. [27]Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. [28]Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. [29]Prendete il mio giogo sopra di voi e IMPARATE DA ME, CHE SONO MITE E UMILE DI CUORE, e troverete ristoro per le vostre anime. [30]Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».
Quando noi vogliamo dire la bontà di una persona diciamo che
quella persona è di buon cuore, quando vogliamo indicarne la
grettezza che “è senza cuore”.L'uomo da sempre ha scelto il
cuore come segno dell'amore. Il cuore, in sé, è un organo come
gli altri, seppur importantissimo. Ma Dio incarnandosi in Gesù,
assume in tutto il nostro linguaggio, e allora ecco il Cuore di Gesù
"mite ed umile", ecco Dio che ci ama con tutto il cuore, ecco il
cuore di Gesù trafitto da un colpo di lancia che resta aperto per
accogliere i nostri cuori.
Gesù è stato mite: non ci ha salvati con segni di potenza e di
forza, non si è imposto a nessuno, ha porto l’altra guancia a chi lo
percuoteva, ha guardato ai piccoli, ai poveri, ai malati, ai
peccatori, ha avuto gesti di attenzione e di delicatezza... Tutto
questo stride con la mentalità del nostro mondo che si fonda
sempre più su potere, arrivismo, sopraffazione... Ma questo
nostro mondo è contento, felice, sereno o sempre scontento,
insoddisfatto, triste?
Se cerchi la serenità anche nella prova, se vuoi trovare la pace di
Dio, imita Gesù, non lasciarti portar via dalle apparenze, non
fidarti delle esteriorità vuote, ritrova le piccole gioie della vita
quotidiana, fidati più degli affetti profondi che delle manifestazioni
inutili. Anche nella fede, nella preghiera, nella vita della Chiesa,
non fidarti troppo dei ragionamenti, delle parole, delle spiritualità
troppo artefatte: fidati di Gesù, rifugiati in Lui, imitalo.
“Ti ringrazio, o Signore, di aver preso anche tu un cuore umano,
di aver provato nel tuo cuore che cosa vuol dire amare, separarsi,
soffrire, vedersi traditi, sapersi amati; un cuore che ha scelto,
prediletto, perdonato. Quel tuo cuore umano , anche se è un
semplice muscolo, per me è comprensione, vicinanza,
condivisione, saper di essere accolti, sapersi amati con calore,
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con passione, con gioia. E quando ti accorgi invece che il mio
cuore è gretto, incapace di aprirsi di pulsare per i fratelli e per te,
fai una operazione di trapianto: insegnami ad amare come tu hai
amato.”.
SABATO 4 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
SSAACCRROO CCUUOORREE DDII MMAARRIIAA SSIIAATTEE
LLAA SSAALLVVEEZZZZAA DDEELLLL’’AANNIIMMAA MMIIAA
Tra i santi di oggi ricordiamo:OTTATO, Santo, vescovo
Nacque a Milevi (attuale Mila in Algeria) intorno al 320. In
gioventù era stato pagano, ma si convertì e fu fatto vescovo della
sua città. Fu un polemista e un teologo di grande importanza. E’
ricordato sia da Sant’ Agostino che da san Girolamo. Morì intorno
al 390.
Parola di Dio: Cuore Immacolato della B. V. Maria
Is 61,10-11; Cant 1 Sam 2,1.4-8; Lc 2,41-51
( Tb 12,1.5-15.20; Cantico da Tb 13,2.7-8: Mc 12,38-44)
Dal Vangelo secondo Luca 2,41-51
[41]I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. [42]Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; [43]ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. [44]Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; [45]non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. [46]Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. [47]E TUTTI QUELLI CHE L'UDIVANO ERANO PIENI DI STUPORE PER LA SUA INTELLIGENZA E LE SUE RISPOSTE. [48]Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». [49]Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». [50]Ma essi non compresero le sue parole. [51]Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.
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In questa festa del Cuore Immacolato di Maria, anche noi, come
Lei e come i saggi di Gerusalemme, rimaniamo stupiti davanti a
Gesù vera “buona notizia di Dio”.
Vi offro come meditazione su questo argomento un pezzo del mio
amico Bruno che da anni, ogni domenica offre a me e a tanti altri
un commento “da laico” alla Parola di Dio.
“Mi fa impressione la rapidità in cui si accumulano i giornali vecchi
in casa mia. Già l’indomani un quotidiano è invecchiato,
inservibile, superato dalle buone notizie. Chi aveva scritto un
articolo, un commento, un fondo… li vede buttati in un angolo
dopo qualche ora. Le parole hanno un ciclo di vita molto rapido.
Solo raramente qualche “pezzo” viene ripreso, criticato, chiosato
da altri giornalisti o uomini di cultura.
Perché dico questo? Perché incontrando domenica dopo domenica
i testi biblici proposti dalla liturgia corriamo il rischio di trattarli
come il giornale: li ascoltiamo, magari li consideriamo per qualche
sincera riflessione più approfondita e personale, ci lasciamo forse
prendere per qualche istante dal loro messaggio e poi… via…
siamo già al Vangelo della domenica successiva. C’è il pericolo
che non abbiamo incontrato la novità di Gesù. Eppure la “buona
notizia non la possiamo archiviare il giorno dopo in quanto essa è
persona viva, destinata a toccarci così da vicino da diventare
parte di noi stessi e del nostro destino. La “lieta novella” non ha
scadenza e non invecchia solo perché siamo passati ad altro”.
DOMENICA 5 GIUGNO:
X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Una scheggia di preghiera:
SSIIGGNNOORREE,, AABBBBII PPIIEETTAA’’ DDII MMEE PPEECCCCAATTOORREE
Tra i santi di oggi ricordiamo: FERDINANDO O FERNANDO DEL
PORTOGALLO, Santo
Nacque a Santarem nel 1402. Era figlio di Giovanni I, re del
Portogallo. Durante la lotta contro i mori fu preso in ostaggio dal
sultano di Fez e sopportò con pazienza la schiavitù fino alla morte
avvenuta nel 1252.
Parola di Dio: Os 6,3-6; SaI 49; Rm 4,18-25; Mt 9,9-13
al Vangelo secondo Matteo 9,9-13
[9]Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e
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lo seguì. [10]Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. [11]Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». [12]Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. [13]Andate dunque e imparate che cosa significhi: MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICIO. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Schematizzando ci sono due modi di vivere la religione: o
considerarla un insieme di credenze, riti e norme attraverso i
quali entrare in contatto con il Sacro e adempiuti i quali garantirsi
la bontà divina o quella gioiosa di scoprire la presenza e l’amore
di Dio nel cammino della vita, della natura e della storia e,
meravigliati, sentirsene parte al punto da vivere gioiosamente il
nostro rapporto con Lui, con la vita e con i fratelli. Se Dio pensi di
poterlo raggiungere, spiegare, comprare con la tua intelligenza,
con dei gesti rituali, con l’osservanza scrupolosa di alcune norme,
ti sbagli di grosso: Dio non è in vendita, Dio è più grande della
tua piccola intelligenza, Dio non ha bisogno delle tue offerte e di
per sé neanche delle tue preghiere per essere quello che è. Dio
sapeva che l’uomo da solo non lo avrebbe mai raggiunto e allora,
per amore, ha scelto la strada di essere Lui a venirgli incontro,
ma solo se l’uomo riconosce le proprie incapacità di salvarsi da
solo può avvenire l’incontro e la salvezza. Per poter accogliere la
salvezza di Gesù bisogna rendersi conto di appartenere ad una
categoria di persone: quella dei peccatori. Non dovremmo far
fatica a riconoscerci tali, eppure tante volte siamo talmente pieni
di noi che abbiamo la presunzione di essere giusti e di salvarci da
soli. Ma se ci succede questo, noi vanifichiamo l’opera e la croce
di Cristo, è come se gli dicessimo: “Tu sei morto in croce per noi,
ma potevi farne a meno perché intanto noi ci salviamo da soli,
con le nostre opere”. Così pure succede quando noi pensiamo che
la salvezza dipenda dai nostri sacrifici, dalle nostre offerte, dalle
nostre preghiere. Queste cose sono tutte utili, necessarie, ma
solo per permettere che la salvezza meritata da Gesù giunga a
noi e in noi sia manifestata.
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LUNEDI’ 6 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
IILL NNOOSSTTRROO AAIIUUTTOO EE’’ NNEELL NNOOMMEE DDEELL SSIIGGNNOORREE
Tra i santi di oggi ricordiamo: AGOBARDO DI LIONE,
Santo, Arcivescovo
Nacque in Spagna verso il 779, ma ancora ragazzo si stabilì a
Lione. Qui il vescovo Leidrado lo volle come suo ausiliare e poi
successore. Prese parte a tanti eventi sociali e politici dell’epoca.
Lottò contro le superstizioni e i duelli, Scrisse anche sia di
teologia sia di politica. Morì il 6 giugno 840.
Parola di Dio: 2Cor 1,1-7; SaI 33; Mt 5,1-12
Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12
[1]Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. [2]Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: [3] «BEATI I POVERI IN SPIRITO, perché di essi è il regno dei cieli. [4]Beati gli afflitti, perché saranno consolati. [5]Beati i miti, perché erediteranno la terra. [6]Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. [7]Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. [8]Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. [9]Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. [10]Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. [11]Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. [12]Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
Essere “beati”, felici, di una felicità piena e duratura è la naturale
aspirazione dell'uomo già durante la sua esperienza terrena. Egli
fu illuso da Satana quando con la disobbedienza ebbe a credere di
poter diventare come Dio. Si illude ancora quando ritiene di poter
ottenere piacere e gioia andando contro la volontà divina
realizzando progetti propri. Rischia ancora le più amare delusioni
quando spera di poter conseguire la piena beatitudine in questo
mondo. Ecco perché Gesù oggi ci proietta verso una dimensione
superiore, verso la meta ultima e finale, verso la realizzazione del
suo Regno qui e per sempre. I poveri in spirito, gli afflitti, i miti
sono coloro che nella semplicità e nella purezza della vita sanno
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accogliere e gustare i veri beni di Dio, ponendoli al disopra di ogni
altra aspirazione. Essi anelano alla giustizia e la testimoniano con
la vita. Sperimentano la misericordia divina nella gratuità e allo
stesso modo la donano ai fratelli, diventano così operatori di
pace. Sono puri nel cuore e l'occhio della loro anima è aperto alla
visione di Dio che abita e dimora in essi. Anche se perseguitati,
anzi proprio perché perseguitati, hanno la certezza di essere
accolti con Cristo nel suo regno di amore e di pace.
Il nostro mondo fa molta fatica a comprendere le beatitudini del
Vangelo, esse risuonano perfino assurde rispetto ai canoni di cui
l'uomo si è dotato. Se provassimo a scrivere le beatitudini del
mondo di oggi ci troveremo a invertire letteralmente quelle
proclamate da Cristo e ciò nonostante che appaia evidente che,
mentre quelle evangeliche conducono davvero alla pienezza della
gioia, quelle del mondo inesorabilmente deludono e ingannano.
Entrano in gioco il tempo e l'eternità, il tutto e subito e l'attesa
nella fede di un mondo diverso e migliore; s'intrecciano ancora la
visione umana della gioia e la proposta divina della felicità senza
fine e ancora il calcolo umano e la visione dei valori visti con
l'occhio della fede. Fin quando restiamo con lo sguardo basso
sulla terra e non alziamo gli occhi verso l'alto ogni nostra ricerca
di benessere e di gioia è purtroppo destinata a naufragare sul
nascere. E’ triste poi costatare che l'ansia non si smorza e le
brame crescono a dismisura e la morsa dell'angoscia ci opprime e
tutto ciò mentre Cristo seguita a ripeterci la via del vero bene...
MARTEDI’ 7 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
SSIIGGNNOORREE,, DDAA’’ GGUUSSTTOO AALL MMIIOO VVIIVVEERREE
Tra i santi di oggi ricordiamo: ANNA DI SAN BARTOLOMEO, Beata
Era nata nella Vecchia Castiglia ad Almendral nel 1549. Scelse di
essere carmelitana nel convento di Avila e fu compagna di santa
Teresa. Alla sua morte andò a fondare il convento carmelitano di
Anversa dove morì nel 1626.
Parola di Dio: 2 Cor 1,18-24; Sal 118; Mt 5,13-16
Dal Vangelo secondo Matteo 5,13-16
[13]Voi siete il sale della terra; ma SE IL SALE PERDESSE IL SAPORE, con che cosa lo si potrà render salato? A NULL'ALTRO SERVE CHE AD ESSERE GETTATO VIA E CALPESTATO DAGLI
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UOMINI. [14]Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, [15]né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. [16]Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
Ecco una leggenda cinese che ci illustra le parole di Gesù.
La Madre dei fiori, quando per la prima volta apparve sulla terra,
si fece accompagnare dai suoi figli: Peonia, Loto, Crisantemo,
Calicanto e Nanchino. Raccomandò loro di fiorire in tutto il
mondo.
Peonia, Loto, Crisantemo e Calicanto si misero subito all'opera,
disputandosi la migliore fioritura. Nanchino invece pensò: “Perché
fiorire così in fretta? Presto o tardi... è lo stesso! I fiori non sono
mai esistiti sulla terra: essere primi significa anche rischiare!”
In primavera i boccioli della Peonia esplosero in fiori di colore
rosso, bianco-neve e verde. Vedendoli Nanchino esclamò:
“Formidabile! Sarebbe meraviglioso se anch'io potessi fiorire
così... Fiorirò quest'estate”.
Sopraggiunse l'estate. Il sole splendeva. Nanchino si disse: “Il
calore è insopportabile. Fiorire adesso significa appassire in
fretta”. In quell'istante si aprirono i fiori di Loto. Nanchino pensò:
“È bello fiorire in estate, ma è troppo tardi. Fiorirò in autunno”.
Arrivò l'autunno. Il tempo era bello e fresco. Nanchino,
soddisfatto del clima e del paesaggio multicolore, si addormentò.
Al risveglio vide fiorire il Crisantemo e decise: “È troppo tardi,
fiorirò durante la prossima stagione”.
In inverno fiorì il Calicanto. Nanchino, nascosto in mezzo all'erba
secca, non si lasciò neppure sfiorare dall'idea di fiorire, a causa
del freddo. E così il tempo passò, senza che Nanchino conoscesse
mai il dolce profumo dei propri fiori.
Dio chiede di fiorire. Adesso. Spesso noi prendiamo tempo e
quello diventa tempo perso.
Questo invito è un'occasione privilegiata per impegnarci, oggi,
mettendo a servizio della Comunità i doni ricevuti dal Creatore,
sotto forma di semi.
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MERCOLEDI’ 8 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
SSEEII TTUU IILL MMIIOO DDIIOO,, LL’’UUNNIICCOO MMIIOO BBEENNEE
Tra i santi di oggi ricordiamo: CALLIOPE, Santa, Martire
Non sappiamo esattamente in quale delle persecuzioni successe,
ma Calliope arrestata come cristiana piuttosto che rinunciare alla
sua fede sopportò torture, mutilazioni, ustioni e poi il martirio.
Parola di Dio: 2 Cor 3,4-11; Sal 98; Mt 5,17-19
Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19
[17]NON PENSATE CHE IO SIA VENUTO AD ABOLIRE LA LEGGE O I PROFETI; NON SON VENUTO PER ABOLIRE, MA PER DARE COMPIMENTO. [18]In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. [19]Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Dio, durante l’Esodo, aveva fatto dono ad Israele della Legge.
Essa non era un giogo che il Padrone metteva sulla schiena del
suo servo per poterlo comandare, era invece una grazia che
permetteva al popolo di realizzarsi come popolo di Dio. I
comandamenti, anche oggi, più che un’imposizione, sono una
legge di libertà. Ma come sempre, quando ci sono delle leggi c’è il
pericolo che anche una legge buona, nella sua interpretazione e
applicazione diventi una legge pesante. Le leggi di Dio erano state
appesantite dalle tradizioni degli uomini al punto tale che si era
perso il genuino senso della Legge. Gesù viene non per modificare
la Legge, vanificarla, dare leggi nuove, ma per purificarla, farla
ritornare alla sua origine, motivarla: i comandamenti non hanno
senso se non sono vissuti nella dimensione dell’amore, un amore
che viene da Dio, che è risposta dell’uomo, che è rispetto di se
stessi e dei propri valori.
Una religione legalista e formalista si preoccupa esclusivamente e
ossessivamente della buona o cattiva condotta da un punto di
vista esteriore, fissando e moltiplicando norme e regolamenti;
Cristo invece individua il peccato, lo stana nel suo riparo più
segreto: il cuore dell’uomo.
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Se invece io amo Dio che mi dà la sua legge e il prossimo come
mio reale fratello, osserverò la legge con amore, perché è un
dono prezioso ma saprò anche andare oltre alla legge quando
l’amore lo richiede. Per un cristiano, ad esempio, il
comandamento: “Non uccidere”, allora, non è solo più negativo
ma diventa: ama la vita, tua, degli altri, delle cose, e sempre
nell’amore diventa addirittura come per Gesù: “Non c’è amore più
grande che dare la propria vita per il fratello”.
GIOVEDI’ 9 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
LLEE TTUUEE PPAARROOLLEE,, GGEESSUU’’ SSOONNOO SSPPIIRRIITTOO EE VVIITTAA
Tra i santi di oggi ricordiamo: ANNA MARIA TAIGI, Beata
Nacque a Siena nel 1769. A vent’anni si sposò con un domestico
del principe Chigi. Da quest’uomo molto rozzo ebbe 7 figli. Donna
di fede ebbe estasi, visoni ma anche sofferenze, incomprensioni
persecuzioni e malattie. Fu un modello di sposa e di madre e
molti, anche papi e cardinali, la consultavano. Aveva il dono
particolare di riuscire a riconciliare le famiglie in difficoltà. Morì a
Roma il 9 giugno 1837.
Parola di Dio: 2 Cor 3,15-4,6; SaI 84; Mt 5,20-26
Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26
[20]Poiché io vi dico: SE LA VOSTRA GIUSTIZIA NON SUPERERÀ QUELLA DEGLI SCRIBI E DEI FARISEI, NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI. [21]Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. [22]Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. [23]Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, [24]lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. [25]Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. [26]In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!
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Cerchiamo di non far dire a Gesù proprio il contrario di quanto
voleva indicarci! Qualcuno, infatti leggendo questa o altre pagine
del Vangelo cerca indicazioni precise di comportamento
prendendo alla lettera questi esempi e diventa allora scrupoloso a
tal punto da non aver più respiro e da rischiare di cadere proprio
in quello che Gesù voleva indicarci come sbagliato: una morale
fondata solo sulla stretta osservanza di norme.
Quando Gesù ci parla di giustizia che deve superare quella degli
scribi vuol liberarci dalla ipocrisia, dall’“essere buoni” perché Dio
lo vuole e per evitare i suoi castighi.
Quando io amo una persona, mia unica preoccupazione e mia
gioia è realizzare ciò che a questa persona fa piacere, se poi fare
questo significa anche realizzare ogni mio bene, dovrei essere
ancora più contento. Se dunque Dio è per me il Padre buono e
misericordioso che mi ha presentato Gesù, per me sarà una gioia
cercare di mettere in pratica la sua volontà e per di più, facendo
questo sono convinto di realizzarmi nel miglior modo possibile.
Dunque i comandamenti rimangono, anzi sono perfino ampliati
ma l’osservarli non è un peso, una tassa ma un atto di amore e
man mano che io mi lascerò amare da Dio e amerò di più ne vivrò
sempre maggiormente lo spirito che li anima.
VENERDI’ 10 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
DDOONNAACCII OO SSIIGGNNOORREE UUNN CCUUOORREE SSEEMMPPLLIICCEE EE PPUURROO
Tra i santi di oggi ricordiamo: GETULIO, Santo, Martire
Sarebbe stato lo sposo di santa Sinforosa e sarebbe stato
martirizzato con Cereale, Amanzio e Primitivo a Roma durante la
persecuzione di Adriano.
Parola di Dio: 2 Cor 4,7-15; Sal 115; Mt 5,27-32
Dal Vangelo secondo Matteo 5,27-32
[27]Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; [28]ma io vi dico: CHIUNQUE GUARDA UNA DONNA PER DESIDERARLA, HA GIA COMMESSO ADULTERIO CON LEI NEL SUO CUORE. [29]Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. [30]E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto
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il tuo corpo vada a finire nella Geenna. [31]Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; [32]ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Può sembrare un insegnamento impossibile quello del vangelo di
oggi, e i ricercatori del peccato, su questa frase hanno costruito
tutta una morale fatta di limiti e di paure. E pensare che Gesù
dice frasi come questa per liberarci dalla paura e dalla schiavitù
della legge! Gesù non vuole negare la natura umana. Se ad un
bambino goloso di dolci tu metti davanti una bella torta è
automatico che gli venga l’acquolina in bocca. Questo non è né
male né bene, è fisiologico. Se però tu hai criterio e una scala di
valori, allora indirizzerai, magari con fatica, i tuoi istinti verso quei
valori. Quando vedo una bella donna o un bell’uomo, non posso
non sentire un’attrattiva o un interesse, ma se credo ai valori
della famiglia, delle mie scelte, allora saprò indirizzare anche il
mio cuore. Se riesco a fare questo, allora nulla mi scandalizzerà
più. Se vedo la mia e l’altrui persona non come oggetto di
possesso ma come un fratello o una sorella, figli di Dio, amati da
Lui, tempio dello Spirito, ecco che nasce in me la forza per
superare l’istintuale ed anche la morale non è più: “non devi
mangiare la torta”, “devi sacrificarti perché c’è un divieto”, ma
diventa: “gioisco per i doni che ho e che Dio ha fatto al mio
fratello e alla mia sorella e liberamente e gioiosamente mi
costruisco sui veri valori che Dio mi ha dato”.
SABATO 11 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
SSEERRVVIITTII DDEELLLLAA MMIIAA PPOOVVEERRTTAA’’,, SSIIGGNNOORREE
Tra i santi di oggi ricordiamo: UGO, BEATO, ABATE
Era nato a Tournai nel 1102. A vent’anni lasciò il mondo per
entrare nell’abbazia di San Martino di Tournai. Nel 1148 diventò
abate del costruendo monastero di Marchiennes. Morì nel 1158.
In vita aveva sopportato di una salute cagionevole ed era vissuto
nella sobrietà, castità e umiltà.
Parola di Dio nella festa di san Barnaba apostolo:
At 11,21b-26;13,1-3; Sal 97; Mt 10,7-13
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Dal Vangelo secondo Matteo 10,7-13
[7]E STRADA FACENDO, PREDICATE CHE IL REGNO DEI CIELI È VICINO. [8]Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. [9]Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, [10]né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. [11]In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. [12]Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. [13]Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi.
Celebrando oggi la festa di San Barnaba apostolo, abbiamo letto
un brano in cui Gesù indica il modo di essere missionari, e noi
sappiamo che questo non si riferisce soltanto a coloro che partono
per andare lontano ad annunciare Gesù, ma riguarda ciascuno di
noi che dovrebbe essere un vero testimone di Gesù. Però quanto
siamo ancora lontani dal realizzare questo: facciamo acqua da
tutte le parti! Ci illumini e consoli questo racconto di Bruno
Ferrero:
Un contadino portava l'acqua dalla sorgente al villaggio in due
grosse anfore che legava sulla groppa dell'asino, che gli
trotterellava accanto. Una delle anfore, vecchia e piena di
fessure, durante il viaggio, perdeva acqua. L'altra, nuova e
perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure
una goccia. L'anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e
inutile, tanto più che l'anfora nuova non perdeva l'occasione di far
notare la sua perfezione. “Non perdo neanche una stilla d'acqua,
io!”. Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse
all'anfora screpolata e le disse: “Guarda il bordo della strada”. “E’
bellissimo, pieno di fiori”. ”Solo grazie a te - disse il padrone - sei
tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada. lo ho comprato un
pacchetto di semi di fiori e li ho seminati lungo la strada, e senza
saperlo e senza volerlo, tu l’innaffi ogni giorno”.
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DOMENICA 12 GIUGNO:
XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Una scheggia di preghiera:
DDOONNAA,, SSIIGGNNOORREE AALLLLAA TTUUAA CCHHIIEESSAA SSAANNTTII SSAACCEERRDDOOTTII
Tra i santi di oggi ricordiamo: PAOLA FRASSINETI, Santa
Nacque a Genova nel 1809, sorella del sacerdote Giuseppe
Frassineti, si ritirò con lui a Quinto al Mare e fondò l’Istituto di
Santa Dorotea, dedito all’insegnamento. Questo Istituto ebbe una
buona diffusione sia a Roma come in alcune regioni dell’Europa e
dell’America. Paola morì a Roma nel 1882.
Parola di Dio: Es 19,2-6a; Sal 99; Rm 5,6-11;Mt 9,36-10,8
Dal Vangelo secondo Matteo 9,36-10,8
[9:36]Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. [37]Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! [38]PREGATE DUNQUE IL PADRONE DELLA MESSE CHE MANDI OPERAI NELLA SUA MESSE!». [10:1]Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità. [2]I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, [3]Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, [4]Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì. [5]Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; [6]rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. [7]E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. [8]Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
Dio salva gli uomini attraverso gli uomini. Prima di tutto “Lui che
era Dio annientò se stesso e prese in forma umana in tutto simile
a noi”. La salvezza non ci piove dall’alto come gesto benefico di
un Dio magnanime, ma “Dio si fece carne e venne ad abitare in
mezzo a noi”, “perché chi crede in Lui abbia la vita eterna” infatti
“a coloro che lo accolsero diede il potere di diventare figli di Dio i
quali non da carne né da sangue ma da Dio stesso sono stati
generati”. Non è Dio che obbliga noi a parlare il suo linguaggio
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ma è Lui che scende a parlare il nostro e ci dimostra il suo amore
fino alla croce e alla risurrezione.
Anche adesso il suo messaggio di salvezza ci giunge attraverso gli
uomini e le cose. I suoi sacramenti sono segni concreti, la sua
Chiesa è fatta di uomini santi e peccatori e il contatto con il sacro
ci viene mediato da uomini come noi con dei doni che sono però
esclusivamente Suoi. Per questo un uomo come me ma guidato
dallo Spirito Santo, il Papa, può garantirmi l’unità della Chiesa
nella Verità, per questo un uomo come me, ma incaricato da
Gesù può assicurarmi a nome di Dio e della Chiesa il perdono dei
peccati.
Ecco allora perché pregare “affinché Dio mandi operai nella sua
messe”, non tanto perché ci siano tanti preti o perché la Chiesa
diventi sempre più potente, ma perché Dio, attraverso questi
uomini, poveri come noi ma pieni dei suoi doni possa continuare a
trasmetterceli. Quando i preti avranno capito che il loro potere è
solo per questo servizio e quando tutti noi esigeremo da loro solo
Dio e i suoi doni allora, davvero non guarderemo più al numero
ma alla qualità e, preti e laici riscopriremo ciascuno secondo i
propri compiti la gioiosa missionarietà nei confronti di tutti.
LUNEDI’ 13 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
RRIIMMEETTTTII,, SSIIGGNNOORREE,, II NNOOSSTTRRII DDEEBBIITTII
PPEERRCCHHEE’’ AANNCCHHEE NNOOII LLII RRIIMMEETTTTIIAAMMOO AAII NNOOSSTTRRII DDEEBBIITTOORRII
Tra i santi di oggi ricordiamo:ALICE, Santa, Vergine
Il nome si confonda con quello di Adelaide, Aleida, Alida. Nata
presso Bruxelles, ancora piccolissima, manifestò fede e grande
pietà ed attorno a lei cominciarono a fiorire miracoli. Entrò in
monastero. Presto però si ammalò di lebbra e visse tutto il resto
della sua vita come segregata. Sopportò con amore dolori e
prove. Morì l’11 giugno 1250.
Parola di Dio: 2 Cor 6,1-10; Sal 97; Mt 5,38-42
Dal Vangelo secondo Matteo 5,38-42
[38]Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; [39]ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi SE UNO TI PERCUOTE LA GUANCIA DESTRA, TU PORGIGLI ANCHE L'ALTRA; [40]e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. [41]E se uno ti costringerà a fare
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un miglio, tu fanne con lui due. [42]Dá a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.
Se da una parte ci è facile riconoscere che la “non-violenza” è
l’unico modo per vincere odio e guerre, d’altra parte ci viene il
dubbio che mettendo in prativa una “non-violenza come quella
indicata dal vangelo di oggi si dia al malvagio e al male la
possibilità di approfittare e di continuare ancora maggiormente la
sua opera. Senza la pretesa di rispondere totalmente a questo
interrogativo proviamo sinceramente a chiederci che cosa volesse
dirci Gesù quando ci indicava questa strada.
Il cristianesimo, prima di tutto non è accontentarsi di mezze
misure.
La vera rivoluzione contro il male non è la lotta diretta contro il
male esterno, ma la conversione dal male interno, quello che non
ci permette di essere sereni davanti alle cose, quello che non ci
permette di vedere nel prossimo un fratello ma solo un nemico.
Il perdono vero non è mai un atto di viltà, un accondiscendere per
bonomia ma un costruire in se stressi e nell’altro una realtà
nuova, tant’è vero che quando succederà a Gesù di essere preso
a schiaffi Egli non farà seccare la mano del suo persecutore ma
con chiarezza gli dirà: “Se ho sbagliato dimostramelo, se no
perché mi schiaffeggi?”
Il perdono del fratello è sì una strada difficile ma deve partire da
una radice: dal fatto di riconoscere di essere perdonati totalmente
a nostra volta senza che potessimo per questo accampare nessun
diritto, e il culmine dell’amore di Dio per noi non è forse essere
andato sulla croce per noi “mentre eravamo peccatori”?
E, un ultima osservazione, forse anche solo umana: il ricorso alla
forza, alla violenza hanno mai garantito (anche all’interno della
Chiesa) una difesa della verità mentre viene offesa la carità?
MARTEDI’ 14 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
SSIIGGNNOORREE,, IINNSSEEGGNNAACCII AADD AAMMAARREE
Tra i santi di oggi ricordiamo: RUFINO E VALERIO, Santi, Martiri
Rufino e Valereio, cristiani del III secolo avevano lasciato Roma
per le Gallie. Avendo appreso dell’arrivo di un prefetto
notoriamente anticristiano fuggirono nella foresta ma vennero
egualmente arrestati e diedero testimonianza della loro fede in
mezzo alle torture. Furono poi decapitati.
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Parola di Dio: 2Cor 8,1-9; Sal 145; Mt 5,43-48
Dal Vangelo secondo Matteo 5,43-48
[43]Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; [44]ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, [45]perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. [46]Infatti SE AMATE QUELLI CHE VI
AMANO, QUALE MERITO NE AVETE? Non fanno così anche i pubblicani? [47]E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? [48]Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Durante un incontro, dopo avere parlato della carità, un signore
venne a parlarmi e più o meno mi diceva: “Lei ha parlato
dell’amore che ciascuno di noi dovrebbe avere. Io credo di essere
capace di amare infatti quando le cose vanno bene sono contento
di Dio, la mia preghiera è fervorosa e quando trovo il mio
prossimo di mio gradimento mi è facile volergli bene. Con dei
poveri gradevoli e disposti a fare come dico io sono persin capace
ad allargare il cordino del borsello… ma è impossibile amare chi ci
è contrario, chi istintivamente non mi piace, e anche Dio quando
si nasconde o permette che passiamo attraverso cose non buone
per noi non è facile accettarlo e dirgli ancora grazie!”
Credo che prima di tutto dobbiamo fare attenzione ad una cosa, a
non confondere amore con sentimento. L’amore ha come base
anche il sentimento ma se è solo sentimento non è più vero
amore. Il sentimento infatti è soggetto a tutte le debolezze
umane. Ad esempio il sentimento mi dice di prometterti oggi un
amore eterno e domani di amare di “amore eterno” un altro. Il
sentimento da solo poi spesso non regge al tempo, all’usura, alla
gelosia, al nascere di nuove prospettive… Allora amare chi ci vuol
bene è più facile, credere di amare Dio con tutto il cuore solo
perché le cose vanno bene è certamente un buon sentimento ma
non ancora amore.
Il vero amore lo si trova quando oltre al sentimento ( e qualche
volta “nonostante il sentimento”) si vuole il vero bene dell’altro
gratuitamente e senza pretendere niente in cambio.
Il discorso certamente meriterebbe di essere approfondito… ma
queste sono solo “schegge” Provi allora ciascuno di noi ad
approfondire queste riflessioni applicandole concretamente ad
esempio al nostro vivere in famiglia.
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MERCOLEDI’ 15 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
SSIIGGNNOORREE,, TTUU MMII SSCCRRUUTTII EE MMII CCOONNOOSSCCII
Tra i santi di oggi ricordiamo:GERMANA COUSIN, Santa
Una santità fatta di nulla potremmo dire per definire Santa
Germana. Era nata in una fattoria di Pribac, vicino a Tolosa nel
1579. Divenne presto orfana di madre e la nuova matrigna la
trattava male. A nove anni venne messa alla guardia delle pecore
e trattata da tutti malamente. Essa però continuava frequentare
la parrocchia, ad andare a messa quotidianamente, ad essere
caritatevole con tutti coloro che incontrava. A ventidue anni la
trovarono morta, un mattino dell’estate del 1601.
Parola di Dio: 2 Cor 9,6-11; Sal 111; Mt 6,1-6.16-18
Dal Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18
[1]GUARDATEVI DAL PRATICARE LE VOSTRE BUONE OPERE DAVANTI AGLI UOMINI PER ESSERE DA LORO AMMIRATI, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. [2]Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. [3]Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, [4]perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. [5]Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. [6]Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. [16]E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. [17]Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, [18]perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Mi è successo molte volte, e ringrazio Dio ogni volta che mi
capita, di scoprire persone che consideravi di media capacità
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cristiana, che, magari per tutta la vita, nel silenzio, hanno
dedicato parte dei loro proventi per i propri fratelli, che ogni
settimana, senza suonar la tromba, si sono impegnate in opere di
volontariato, che magari hanno dedicato parte della loro giornata
di riposo, dopo aver assolto ai doveri familiari, alla visita e
all’assistenza dei malati. Quanto bene nascosto c’è! Ma non
sarebbe un aiuto per tutti se questo bene emergesse un po’ di
più, fosse un po’ più conosciuto?
Gesù non ci dice di nascondere il bene, ci dice di non fare il bene
per essere visti e ammirati. Cioè Gesù apprezza sempre il bene,
sa che il bene fatto può essere anche di esempio e sprone agli
altri, ma ci mette in guardia dalla tentazione di sentirci troppo
buoni per aver fatto un po’ di bene, di vanificare il bene
pretendendo la gratificazione e l’applauso degli uomini. Cioè il
bene è bene e non va perso ma fare il bene vero dipende
dall’intenzione che ci metti, dal fine per cui lo fai. Detto con un
esempio: se ho fatto un’offerta per un lebbrosario, in qualunque
caso questa offerta servirà a qualcosa, ma per me se l’ho fatta
per scaricarmi la coscienza avrà un significato, se l’ho fatto per
amore un altro, se per farmi vedere buono ho già la mia
ricompensa, se per aiutare uno meno fortunato di me indica che
riesco a riconoscere i miei fratelli.Noi possiamo mascherarci come
vogliamo, possiamo ingannare gli altri sulla nostra bontà,
possiamo perfino riuscire qualche volta a mascherarci davanti a
noi stessi, ma Dio conosce il cuore e le sue vere intenzioni.
GIOVEDI’ 16 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
GGRRAAZZIIEE,, OO PPAADDRREE
Tra i santi di oggi ricordiamo:QUIRICO E GIULITTA, Santi, Martiri
Sono figlio e madre. Giulitta, arrestata perché cristiana non
rinunciò alla sua fede neanche quando il figlioletto Quirico di
appena tre anni venne ucciso sotto i suoi occhi. Subito dopo fu
martirizzata anche lei. Tutto questo avvenne tra il 268 e il 270
Parola di Dio: 2 Cor 11,1-11; Sal 110; Mt 6,7-15
Dal Vangelo secondo Matteo 6,7-15
[7]Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. [8]Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima
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che gliele chiediate. [9]VOI DUNQUE PREGATE COSÌ: PADRE NOSTRO che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; [10]venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. [11]Dacci oggi il nostro pane quotidiano, [12]e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, [13]e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. [14]Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; [15]ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.
“Quando ti sei svegliato questa mattina ti ho osservato e ho
sperato che tu mi rivolgessi la parola anche solo poche parole,
chiedendo la mia opinione o ringraziandomi per qualcosa di buono
che era accaduto ieri.
Però ho notato che eri molto occupato a cercare il vestito giusto
da metterti per andare a lavorare.
Ho continuato ad aspettare ancora mentre correvi per la casa per
vestirti e sistemarti e io sapevo che avresti avuto del tempo
anche solo per fermarti qualche minuto e dirmi: "Ciao".
Però eri troppo occupato.
Per questo ho acceso il cielo per te, l'ho riempito di colori e di
dolci canti di uccelli per vedere se così mi ascoltavi però
nemmeno di questo ti sei reso conto.
Ti ho osservato mentre ti dirigevi al lavoro e ti ho aspettato
pazientemente tutto il giorno.
Con tutte le cose che avevi da fare, suppongo che tu sia stato
troppo occupato per dirmi qualcosa.
Al tuo rientro ho visto la tua stanchezza e ho pensato di farti
bagnare un po' perché l'acqua si portasse via il tuo stress.
Pensavo di farti un piacere perché così tu avresti pensato a me
ma ti sei infuriato e hai offeso il mio nome, io desideravo tanto
che tu mi parlassi… c'era ancora tanto tempo…
Dopo hai acceso il televisore, io ho aspettato pazientemente,
mentre guardavi la TV, hai cenato, però ti sei dimenticato
nuovamente di parlare con me, non mi hai rivolto la parola.
Ho notato che eri stanco e ho compreso il tuo desiderio di silenzio
e così ho oscurato lo splendore del cielo, ho acceso una candela,
in verità era bellissimo, ma tu non eri interessato a vederlo.
Al momento di dormire credo che fossi distrutto. Dopo aver dato
la buona notte alla famiglia sei caduto sul letto e quasi
immediatamente ti sei addormentato.
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Ho accompagnato il tuo sogno con una musica, i miei animali
notturni si sono illuminati, ma non importa, perché forse
nemmeno ti rendi conto che io sono sempre lì per te
Ho più pazienza di quanto immagini. Mi piacerebbe pure
insegnarti ad avere pazienza con gli altri,
TI AMO tanto che aspetto tutti i giorni una preghiera, il paesaggio
che faccio è solo per te.
Bene, ti stai svegliando di nuovo e ancora una volta io sono qui e
aspetto senza niente altro che il mio amore per te, sperando che
oggi tu possa dedicarmi un po' di tempo
Buona giornata...
Tuo papà DIO.
VENERDI’ 17 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
SSEEII TTUU,, SSIIGGNNOORREE,, IILL MMIIOO VVEERROO TTEESSOORROO
Tra i santi di oggi ricordiamo: ALBERTO CHMIELOWSKI, Santo
Nacque a Igolamija in Polonia il 20 agosto 1845. Studiò a
Pitroburgo e poi a Varsavia. Nel 1863 partecipò alla insurrezione
contro l’oppressione zarista e perse una gamba. Ebbe molte
difficoltà a trovare la sua strada. Dal 1881 sentì di dover
propagandare il Terz’Ordine Francescano. A Cracovia si mise al
servizio dei derelitti e man mano diede vita alla Congregazione
dei fratelli del Terz’Ordine di San Francesco, gli Albertini cui
seguirono le Albertine. Morì a Cracovia il 25 dicembre 1916.
Parola di Dio: 2 Cor 11,18.21-30; Sal 33; Mt 6,19-23
Dal Vangelo secondo Matteo 6,19-23
[19]NON ACCUMULATEVI TESORI SULLA TERRA, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; [20]accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. [21]Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. [22]La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; [23]ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!
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LA VERA RICCHEZZA
C’era una volta, in un villaggio indiano, un uomo di nome Gokul.
Lavorava sodo e senza sosta, ma non accettava denaro, insisteva
sempre per essere pagato in grano e in indumenti. Diceva:
“Finché avrò cibo e vestiario per la mia famiglia mi riterrò
soddisfatto. Che cos’altro mi può servire?”. Un giorno il suo
datore di lavoro volle dargli per forza dieci rupie d’argento
dicendogli: “Va’ in città e compra un regalo per la tua sposa!”
Gokul le prese controvoglia e, tornato a casa, le mostrò alla
moglie. Grande fu il suo stupore vedendo brillare di gioia i suoi
occhi alla vista di quelle monete sonanti. “Desidero da tanto un
vestito di seta pura! Forse in città puoi trovare una stoffa pregiata
per confezionarlo!”. “lo vorrei un cavallo bianco e una spada
d’argento”, esclamò il figlio maggiore. “E io sogno uno scialle
rosso tutto ricamato e un paio di sandali dorati!”, intervenne la
figlia.
“Se queste cose vi rendono felici - rispose Gokul - ve le porterò
domani dalla città.” Molto presto, la mattina dopo, si mise in
cammino di buon’ora e arrivò al mercato della Città Santa, sulle
rive del Gange. C’era un’immensa varietà di tutto, di cose belle e
di lusso, che il pover’uomo non si era mai sognato che potessero
esistere. Un bancone esponeva stoffe pregiate di raso e di seta.
Stordito da tanta bellezza, scelse un taglio di stoffa ricamato
d’oro.Il venditore esclamò: “Ah, siete davvero un uomo di gusto.
Ne farete il vestito più bello di tutti, costa solo quattromila rupie!”
Gokul, stupito, aprì la mano e mostrò le sue dieci rupie d’argento
che brillavano lustre e pulite come non mai. Il venditore gridò
infuriato: “Fuori dal mio negozio! Ho perso il mio tempo a
mostrare le mie stoffe ad un uomo completamente pazzo!” Gokul,
mortificato, andò a cercare i sandali dorati per la figlioletta, ma
ancora una volta non ebbe successo. Sperando di poter almeno
soddisfare il desiderio del figlio, si diresse al luogo dove si
vendevano i cavalli. Gokul scelse un piccolo pony dall’andatura
maestosa che teneva il capo fieramente eretto. “Vi darò dieci
rupie che sono in mio possesso in cambio dell’animale”, disse al
mediatore. “Non mi fate perdere tempo”, rispose quello
indignato. Disgustato da tutta quella gente aggressiva e
maleducata, Gokul, pensieroso, si avviò in fretta verso casa,
quando la voce lamentosa di un mendicante attirò la sua
attenzione: “Fate la carità! Datemi qualcosa, fratello! Colui che
dona al povero sarà amato dal Signore. E il Signore lo ripagherà
con una felicità cento volte più grande delle ricchezze donate!”
27
Gokul pose sul palmo sporco della mano del mendicante le sue
dieci disprezzate rupie: “Prendete questo denaro. Ve lo dono
volentieri nel nome del Signore. Fatene l’uso che volete. A me
non è servito a nulla. E pregate perché io sia cento volte ripagato
in felicità e pace interiore.” Tornò alla sua famiglia, a mani vuote,
ma con un’immensa ricchezza: la saggezza. L’esperienza che
aveva fatto quel giorno gli aveva insegnato che la felicità non si
può comprare e che l’uomo che riesce a conquistare la serenità,
anche senza denaro, è molto più ricco di chi desidera con avidità
le ricchezze terrene.
SABATO 18 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
LLAA BBOONNTTAA’’ DDEELL SSIIGGNNOORREE DDUURRAA IINN EETTEERRNNOO
Tra i santi di oggi ricordiamo: ELISABETTA DI SCHONAU,
Santa , Monaca
Nata a Bonn nel 1129 circa, fu benedettina a Schönau, presso
Bingen, divenne superiora del convento nel 1157. Ebbe visioni ed
estasi che descrisse in diversi suoi scritti. Morì a Schonau nel
1165.
Parola di Dio: 2 Cor 12,1-10; Sal 33; Mt 6,24-34
Dal Vangelo secondo Matteo 6,24-34
[24]Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona. [25]Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? [26]Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? [27]E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? [28]E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. [29]Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. [30]Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? [31]NON AFFANNATEVI dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? [32]Di
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tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. [33]CERCATE PRIMA IL REGNO DI DIO E LA SUA GIUSTIZIA, E TUTTE QUESTE COSE VI SARANNO DATE IN AGGIUNTA. [34]Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà gia le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.
E poi venite a dirmi Vangelo non è anche un ottimo medicinale
per la nostra vita! La buona notizia di Gesù che ci presenta Dio
come un Padre buono che si interessa a noi, che è Provvidenza,
che ha a cuore il nostro vivere oltre che riempirci il cuore e quindi
farci bene in tutti i sensi non diventa anche un ottimo antidoto
contro l’ansia e tutte le sue conseguenze di paure, di pessimismo,
di depressione.
E’ vero che Gesù con l’annuncio della Provvidenza divina non vuol
dirci che noi non dobbiamo fare la nostra parte e mettere
gioiosamente in pratica tutti i doni che ci sono stati dati, ma è
anche vero che se noi mettiamo in scala i valori del Vangelo
rimane poco posto per le false preoccupazioni: se Dio è il mio
tesoro, la mia meta, mi preoccupo molto meno delle cose, non ne
divengo schiavo e so gustarle anche meglio. Se scopro che siamo
tutti figli di Dio, il prossimo non è prima di tutto un nemico da
combattere o da superare ma un fratello (magari difficile) con cui
camminare, le apparenze esteriori lasciano spazio alla verità
dell’essere, le ansie cessano perché riposo in Colui che è e che
può tutto e che vuole il mio bene… un po’ di “terapia evangelica”
ci renderebbe più sereni e forse anche psicologi e psichiatri
avrebbero meno clienti e più tempo per dire al mondo la bellezza
del vivere.
DOMENICA 19 GIUGNO
XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Una scheggia di preghiera:
AA TTEE MMII AAFFFFIIDDOO,, DDIIOO DDII MMIISSEERRIICCOORRDDIIAA
Tra i santi di oggi ricordiamo: ABGAR V DETTO IL NERO,
Santo, Re
Fu re di Edessa all’epoca di Gesù. La leggenda dice che avendo
sentito parlare di Gesù gli avesse scritto una lettera per pregarlo
di venire da lui per guarirlo di una malattia. Gesù avrebbe
risposto lodandolo per aver creduto e promettendogli di mandare
un suo apostolo, cosa che sarebbe successa ad opera di Taddeo.
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Parola di Dio: Ger 20,10-13; Sal 68; Rm 5,12-1; Mt 10,26-33
Dal Vangelo secondo Matteo 10,26-33
[26]Non li temete dunque, poiché NON V'È NULLA DI NASCOSTO CHE
NON DEBBA ESSERE SVELATO, E DI SEGRETO CHE NON DEBBA ESSERE
MANIFESTATO. [27]Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. [28]E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. [29]Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. [30]Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; [31]non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri! [32]Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; [33]chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
Specialmente durante il conclave per l’elezione del Papa più volte
le televisioni hanno indugiato sui grandiosi e meravigliosi affreschi
di Michelangelo nella cappella Sistina. A parte l’opera d’arte, a
parte la teologia che traspare da questi affreschi, essi, almeno
per me, rappresentano un po’ la visione che per l’insegnamento
ricevuto, avevamo da ragazzi del giudizio universale e che spesso
ancora oggi ci portiamo dietro: quella di un giudice che, svelando
le nostre intenzioni più intime mette a nudo la nostra povertà e a
suo giudizio decide se per noi paradiso o inferno. Eppure
nonostante la bellezza poetica della Divina Commedia, nonostante
le opere d’arte come quelle di Michelangelo, nonostante certi tipi
di predicazione, il Vangelo ci dice che non sarà così. Certo ci sarà
un giudizio; visto che sulla terra il bene e il male non sempre
sono automaticamente premiati o condannati è proprio della
Giustizia e di Dio che ci sia un giudizio, ma non sarà il giudice
(che per altro è sempre lo stesso Gesù misericordioso che ha dato
per noi la sua vita, che viene a cercare i lontani e che gioisce
quando un peccatore si converte) ma saremo noi stessi che
porteremo a conclusione le scelte della nostra vita senza poter
barare, senza poter nasconderci, manifestando con chiarezza se
davvero ci fidiamo della misericordia di Dio o se ancora una volta
costruiamo anche quel momento, come gli altri momenti della
nostra vita terrena sull’egoismo e, detto per me, questo mi fa
ancora più paura perché conosco bene le mie debolezza e il mio
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poco amore. Gesù il giudice, che pur sempre è dalla nostra parte
non potrà che ratificare quanto nelle scelte della vita e nella
conclusione di quel momento noi avremo deciso.
Se tutto questo ci crea paura, perché non cominciare oggi con
scelte di fede e di amore a costruirci quello che sarà il giudizio
che alla fine dei tempi noi stessi ci daremo? E perché non
cominciare già fin da oggi ad allenarci affidarci, nonostante tutto,
della misericordia di Dio?
LUNEDI’ 20 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
PPEERR LLAA TTUUAA MMIISSEERRIICCOORRDDIIAA,, SSIIGGNNOORREE,, RREENNDDIIMMII
MMIISSEERRIICCOORRDDIIOOSSOO
Tra i santi di oggi ricordiamo:ADALBERTO DI MAGDEBURGO,
Santo, Vescovo
Fu monaco benedettino a San Massimino di Treviri, poi verso il
950 chierico in Colonia. Fu a capo di una missione in terra russa
che ebbe però esito negativo. Nel 966 fu abate a Weissemburg, in
Alsazia. Nel 969 fu poi eletto Arcivescovo di Magdeburgo. Morì il
20 giugno del 981
Parola di Dio: Gn 12,1-9; Sal 32; Mt 7,1-5
Dal Vangelo secondo Matteo 7,1-5
[1]Non giudicate, per non essere giudicati; [2]perché COL GIUDIZIO CON CUI GIUDICATE SARETE GIUDICATI, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. [3]Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? [4]O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? [5]Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
Ieri meditavamo sul giudizio universale e ancora una volta oggi
nel Vangelo Gesù ci insegna quale sia il modo per prepararci un
giudizio favorevole: usare con gli altri lo stesso metro che
vorremmo usato con noi.
Nella vita non si può fare a meno di giudicare: abbiamo occhi per
vedere, dobbiamo compiere delle scelte che sempre implicano
giudizi, ma c’è modo e modo. Il metro è sempre uguale quando
giudico me stesso e quando giudico i politici, i commercianti, i
31
vicini di casa, mio marito o mia moglie, il mio capo ufficio, il mio
parroco? Noi quando giudichiamo gli altri è perché vorremmo ci
fosse “più giustizia”, spesso quando giudichiamo noi stessi invece
cerchiamo tutte le scusanti immaginabili e possibili se pur non
sospendiamo il giudizio su noi stessi sicuri che quanto facciamo
noi è sempre il meglio. Eppure se penso a quanto livore, a volte,
a quanta rabbia suscitano certi giudizi che do su quelli che sono i
veri o presunti nemici, sarei contento di essere giudicato con lo
stesso metro? Eppure Dio accetterà, come dicevamo ieri, che il
metro sia il medesimo che abbiamo usato noi. In questa
riflessione può esserci di aiuto questo racconto congolese:
C'era una volta un ragazzo con un brutto carattere: si irritava
molto spesso. La gente del villaggio lo evitava.
Un bel giorno il padre chiamò il ragazzo, gli diede un sacchetto di
chiodi e gli disse: "Ogni volta che perdi la pazienza e litighi con
qualcuno, pianta un chiodo sullo steccato del nostro cortile di
casa".
Il giorno dopo il ragazzo conficcò ben 37 chiodi.
Il padre disse: "Figlio mio, devi imparare a controllarti di più! Non
puoi continuare ad arrabbiarti 37 volte al giorno!".
Nelle settimane seguenti il ragazzo imparò a moderarsi un po', e
il numero di chiodi sullo steccato diminuiva di giorno in giorno.
Finalmente arrivò il giorno in cui il giovane non piantò neppure un
chiodo.
Allora corse raggiante dal padre e gli disse: "Sai, non ho piantato
nemmeno un chiodo!".
Il padre allora gli diede un altro consiglio: "Ora, per ogni giorno
che non perdi la pazienza e non litighi con qualcuno, estrai un
chiodo dallo steccato".
Passarono i giorni. E arrivò il momento in cui il ragazzo, di nuovo
felice poté dire al padre di aver estratto tutti i chiodi. Il genitore
allora condusse il figlio davanti allo steccato e disse: "Ragazzo
mio, ti sei comportato bene, ma guarda quanti buchi sono
rimasti. Lo steccato, così sforacchiato, non sarà mai più quello di
una volta! Quando litighi con qualcuno e lo insulti, gli lasci una
ferita come questi buchi”.
Puoi piantare un coltello in una persona e poi levarlo; ma rimarrà
sempre la ferita. Non importa quante volte ti scuserai. La ferità
rimarrà. E sarà questa ferita che un giorno brucerà in te.
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MARTEDI’ 21 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
SSIIGGNNOORREE NNOOII SSIIAAMMOO TTUUOOII,, GGRREEGGGGEE DDEELL TTUUOO PPAASSCCOOLLOO
Tra i santi di oggi ricordiamo: JOSE ISABEL FLORES VARELA,
Santo, Sacerdote
Nacque in Messico il 28 novembre 1866. Per 26 anni fu
cappellano in una parrocchia della diocesi di Guadalajara. Durante
la rivoluzione fu denunciato da un compagno, arrestato,
incarcerato. Portato in un camposanto cercarono di impiccarlo ma
non vi riuscirono, vollero sparargli ma le armi non funzionarono,
allora un soldato lo sgozzò.
Parola di Dio: Gn 13,2.5-18; Sal 14; Mt 7,6.12-14
Dal Vangelo secondo Matteo 7,6.12-14
[6]Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. [12]Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. [13]Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; [14]QUANTO STRETTA INVECE È LA PORTA E ANGUSTA LA VIA CHE CONDUCE ALLA VITA, e quanto pochi sono quelli che la trovano!
Gesù in un altro brano del vangelo ha detto di essere la porta
dell’ovile attraverso la quale passano il buon Pastore e le pecore
che da Lui sono invitate ad entrare per essere protette e ad uscire
per andare verso pascoli di erbe fresche. Gesù però qui dice che
bisogna passare attraverso una porta stretta e a noi, a prima
vista può sembrare strano che Gesù che è Via, Verità e Vita sia
una porta stretta, ma proviamo a rifarci proprio all’ esempio
pastorale di Gesù. I pastori alla sera sia per poter essere in più a
difendere il gregge, sia per vegliare meglio mettevano insieme i
propri greggi, quando potevano al chiuso in un ovile o anche
all’aperto formando un recinto in cui raccoglievano tutte le
greggi. Per evitare contestazioni sia la sera che la mattina
facevano passare le pecore attraverso uno stretto ingresso per
poterle contare. Era il modo attraverso il quale il pastore
riconosceva le sue pecore, controllava che ci fossero tutte,
evitava di unire al proprio gregge quelle degli altri. Gesù allora ci
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dice di “passare attraverso Lui” per poterci riconoscere suoi e se
questo è esaltante per noi perché siamo riconosciuti uno per uno
da Lui è anche molto impegnativo perché il buon pastore ci fa
suoi proprio insegnandoci a vivere come lui, non attaccati alle
facili e piccole soddisfazioni del mondo, non ricercatori in dio di un
mago che risolva i nostri problemi, ma come persone che
liberamente guardano al proprio maestro per imparare a vivere e
ad amare come è vissuto ed ha amato Lui e allora significa anche
“prendere ciascuno la propria croce con amore e andargli dietro”.
MERCOLEDI’ 22 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
DDIIFFEENNDDIIMMII,, SSIIGGNNOORREE
DDAA QQUUEELLLLII CCHHEE CCEERRCCAANNOO DDII PPOORRTTAARRMMII VVIIAA DDAA TTEE
Tra i santi di oggi ricordiamo: ALBANO, Protomartire inglese
Era di origine romana, ma visse in Inghilterra tra il III e il IV
secolo. Per proteggerlo dalla persecuzione ospitò un sacerdote
cristiano che lo convertì alla fede. Scoperto, Albano rifiutò di
sacrificare agli dei, venne torturato e poi decapitato nell’anno
287, primo martire in terra inglese.
Parola di Dio: Gn 15,1-12.17-18; Sal 104; Mt 7,15-20
Dal Vangelo secondo Matteo 7,15-20
[15]GUARDATEVI DAI FALSI PROFETI CHE VENGONO A VOI IN VESTE DI PECORE, MA DENTRO SON LUPI RAPACI. [16]Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? [17]Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; [18]un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. [19]Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. [20]Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere.
Nel corso della storia fino ai nostri giorni sono stati e sono ancora
numerosi i ciarlatani e i millantatori. Purtroppo i venditori di fumo
trovano sempre un certo numero di adepti, o meglio, di vittime.
Le testimonianze più evidenti dei nostri giorni sono i cosiddetti
venditori telematici, i quali a spese di ingenui creduloni hanno
accumulato ingenti guadagni. Godono di una vasta clientela anche
la schiera dei maghi e degli indovini e dei sedicenti guaritori. Non
sono meno fortunati i banditori di nuove dottrine, i capo setta e i
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falsi profeti di ogni genere. Si aggrava ulteriormente la situazione
quando si spacciano da profeti e da guide spirituali individui che
cercano il proprio tornaconto e non il vero bene delle anime. Lo
stesso Gesù li addita come mercenari o come camuffati da pecora
mentre dentro sono lupi rapaci. C'è dato di poter fare su questa
scia un'umiliante constatazione: il basso livello di istruzione e
ancor più grave la debolezza della fede e dello scarso senso di
appartenenza alla propria chiesa. L'inganno alligna di preferenza
dove trova alberi senza radici e senza frutti. Quando invece trova
una fede radicata questa genia di falsi profeti non trova spazio. La
constatazione finale è allora duplice: una quella di cercare di
riconoscere dai frutti le piante e l’altra per poter far questo quella
di vincere l’ignoranza e il superficialismo della fede.
GIOVEDI’ 23 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
SSIIGGNNOORREE,, TTUU MMII SSCCRRUUTTII EE MMII CCOONNOOSSCCII
Tra i santi di oggi ricordiamo:ATTALO, Santo, Martire,
Era nato a Pergamo, diventato cristiano andò a predicare il
cristianesimo a Lione, vi fu martirizzato con atroci supplizi nel
177.
Parola di Dio: Gn 16,1-12.15-16; Sal 105; Mt 7,21-29
Dal Vangelo secondo Matteo 7,21-29
[21]NON CHIUNQUE MI DICE: SIGNORE, SIGNORE, ENTRERÀ NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI. [22]Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? [23]Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. [24]Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. [25]Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. [26]Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. [27]Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu
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grande». [28]Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento: [29]egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi.
E’ perfin troppo facile applicare questo detto di Gesù,
specialmente se diventa occasione per giustificare la nostra non
preghiera, ecco allora le solite frasi: “Pregare non serve... Dire il
Rosario non è forse un ripetere da pappagallo?... Quella persona
tanto pia è una baciapile ma poi…”.
Gesù ci mette in guardia da una fede fatta a compartimenti stagni
non comunicanti tra loro. La fede non è puro attivismo, essa si
fonda sull’ascolto della Parola (ricordiamo l’episodio di Marta e
Maria). Dio è la Roccia su cui noi dobbiamo costruire. Se Dio è
soltanto un paravento, se lo tiriamo fuori solo la domenica per poi
nasconderlo nella vita quotidiana, la fede è un verbalismo inutile,
e la nostra, risulta una costruzione unicamente terrena se si
fonda solo su noi stessi, sui nostri progetti, sul fare tanto e in
fretta senza approfondire, senza scavare. Gesù ci dice che
dobbiamo fare la volontà del Padre, ma questa volontà dobbiamo
cercarla, pregarla, approfondirla; solo allora il nostro essere
cristiano sarà equilibrato: non fondato sulle parole e neanche
fatto di tante cose ma senza Cristo.
VENERDI’ 24 GIUGNO
NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Una scheggia di preghiera:
FFIINN DDAALL GGRREEMMBBOO DDII MMIIAA MMAADDRREE TTUU MMII HHAAII CCHHIIAAMMAATTOO,,
SSIIGGNNOORREE..
Tra i santi di oggi ricordiamo: AGILBERTO, Santo, Vescovo
Fu un vescovo che viaggiò molto ed operò in luoghi diversi. Era
stato ordinato in Francia poi passò in Irlanda e poi ancora in
Inghilterra per finire vescovo di Parigi dal 668 dove rimase fino
alla sua morte verso il 680.
Parola di Dio: Is 49,1-6; Sal 138; At 13,22-26;Lc 1,57-66.80
Dal Vangelo secondo Luca 1,57-66.80
[57]Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. [58]I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. [59]All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano
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chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. [60]Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». [61]Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». [62]Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. [63]Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. [64]In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. [65]Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. [66]Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. DAVVERO LA MANO DEL SIGNORE STAVA CON LUI. [80]Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Oggi è la solennità della Natività di Giovanni Battista. Per
pochissimi santi la Chiesa celebra il natale: celebra quello di
Gesù, di Maria, Sua Madre e di Giovanni Battista: un modo di dire
grazie a Dio per il dono che fa alla nostra famiglia umana con
loro. E la festa di Giovanni ci dà occasione per riflettere su chi
siano stati e siano oggi i profeti. Alle volte si pensa che siano
persone che predicono il futuro... macché, quelli sono gli indovini!
No, i profeti sono amici di Dio che, animati nel profondo dallo
Spirito Santo, indicano al popolo l'interpretazione di eventi,
ammoniscono, scuotono, a volte anche con metodi piuttosto
inusuali e rudi. Straordinaria la presenza dei profeti nella
Scrittura, uomini diversi sedotti da Dio che fanno diventare la loro
vita una catechesi vivente, un monito continuo al popolo, a volte
al costo della propria vita. Persone che rischiarano le tenebre e
che invitano alla speranza. E, tra questi, spicca come un gigante
Giovanni Battista. Giovanni crudo asceta del deserto, Giovanni
tagliente predicatore, Giovanni disposto a morire per mantenere
fede alla sua missione di verità. Giovanni che prepara e dispone il
popolo all'accoglienza del Messia ma che, teneramente, resta
anche lui spiazzato dall'originalità di questo Messia. D'altronde:
come biasimare Giovanni?! Il più grande dei profeti ma anche il
più sfortunato: invita a conversione, grida e minaccia, indica un
Messia vendicativo con l'ascia pronta a tagliare l'albero che non
produce frutto e poi arriva Gesù che invece di abbattere
accarezza e pota l'albero per fargli portare più frutto! Impressiona
il fatto che addirittura Giovanni sia spiazzato dall'inaudita
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tenerezza di Dio: anche lui deve arrendersi alla contro-logica del
Dio d'Israele.
Alcune considerazioni, allora. I profeti esistono ancora, sono
presenti in mezzo a noi. Uomini e donne che vivono il Vangelo
con tale coinvolgente semplicità e convinzione da diventare un
segno di conversione per noi tutti. Ciascuno di noi è chiamato a
diventare profeta, a diventare segno là dove vive, ad essere
almeno un po' trasparenza di Dio. Mi viene in mente il sospiro di
Mosè che, commentando il fatto che alcuni profetizzavano senza
suo permesso, sognava: "fossero tutti profeti i figli di Israele!"
SABATO 25 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
TTUU AASSCCOOLLTTII,, OO SSIIGGNNOORREE,, IILL GGRRIIDDOO DDEEII PPOOVVEERRII
Tra i santi di oggi ricordiamo: EUROSIA,
Santa, Vergine e Martire
Nacque nell’864. Il suo nome significa : “buona rugiada slava”.
Morti i suoi genitori è accolta come figlioccia dai duchi Boriboy.
Mentre , ancora giovanissima è in viaggio per andare sposa a
Fortunio Jimenez, figlio del re di Aragona, viene assalita da un
bandito, Aben Lupo che vuole farla sua e le chiede anche di
rinnegare la fede. Al suo diniego la uccide.
Parola di Dio: Gn 18,1-15; Cantico da Lc 1,46-50.52-55;
Mt 8,5-17
Dal Vangelo secondo Matteo 8,5-17
[5]Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: [6] «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». [7]Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò». [8]Ma il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. [9]Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Fà questo, ed egli lo fa». [10]All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. [11]Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, [12]mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti». [13]E Gesù disse al centurione:
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«Và, e sia fatto secondo la tua fede». In quell'istante il servo guarì. [14]Entrato Gesù nella casa di Pietro, vide la suocera di lui che giaceva a letto con la febbre. [15]Le toccò la mano e la febbre scomparve; poi essa si alzò e si mise a servirlo. [16]Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati, [17]perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: EGLI HA PRESO LE NOSTRE INFERMITÀ E SI È ADDOSSATO LE NOSTRE MALATTIE.
Dai Vangeli appare chiaro che Gesù suscita giudizi
diametralmente opposti nei suoi uditori: alcuni lo esaltano,
credono in Lui, lo riconoscono come il profeta inviato da Dio, lo
identificano con il Messia atteso, gli riconoscono una “autorità”
che non riescono a scorgere nei capi religiosi del tempo. Altri
tramano continuamente contro di lui cercando subdoli e maligni
pretesti per accusarlo. Coloro che lo cercano sono
prevalentemente i poveri e gli umili, i puri di cuore, quasi
naturalmente aperti al suo messaggio di novità e di amore che
egli va proclamando. Oggi costatiamo un'eccezione: è un
centurione, un pagano, a cercarlo. Viene ad implorare la
guarigione non per sé, non per un suo famigliare, ma per un suo
servo, che giace paralizzato e soffre terribilmente. “Io verrò e lo
curerò”, dice il Signore. Venire per curare anime e corpi è la sua
missione e non si sottrae al suo compito. Egli si compiace della
fede di quel pagano che non si ritiene degno di accogliere il
Signore sotto il suo tetto, convinto che una sua parola è già
sufficiente per ottenere quanto desidera. Gesù vede con gioia che
il suo annuncio sta già valicando e valicherà i confini del popolo
d'Israele per spaziare ovunque troverà accoglienza nella
semplicità e nella purezza del cuore. “Va’, poi dice al centurione,
sia fatto secondo la tua fede”. Davvero il Signore Gesù è venuto a
colmare ogni distanza; Egli non è legato al tempo e allo spazio
perché “Egli comanda e tutto è fatto”, ha in sé tutta la potenza di
Dio. L'unica condizione siamo noi a porla e riguarda appunto la
nostra fede. Altra certezza c'infonde l'istantanea guarigione della
suocera di Pietro: questa volta egli tocca la mano dell'inferma e
subito la febbre scompare ed è pronta a servire il Signore. Egli
ancora ci tocca per guarirci, ancora viene a noi e prende dimora
nei nostri cuori. Ci tocca nella realtà e nel mistero della santa
Eucaristia che prendiamo nelle nostre mani per poi fonderci con
Lui nell'intimità della perfetta comunione. Egli viene e ci tocca
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nell'intimo per prendere le nostre infermità e addossarsi le nostre
malattie, quelle personali e quelle più profonde della nostra
umanità. È importante, decisivo lasciarsi toccare!
DOMENICA 26 GIUGNO
XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Una scheggia di preghiera:
IILL TTUUOO AAMMOORREE PPEERR NNOOII,, SSIIGGNNOORREE,, SSUUPPEERRAA OOGGNNII CCOOSSAA
Tra i santi di oggi ricordiamo:ANDREA GIACINTO LONGHIN,
Beato, Vescovo
Nacque il 23 novembre 1863 a Fiumicello di Campodarsego
(provincia di Padova) da contadini molto poveri ma religiosi. A 16
anni chiese di entrare nel noviziato dei Cappuccini e prese il nome
di Andrea Giacinto. Fu per 18 anni direttore spirituale dei giovani
religiosi. Conosciuto personalmente da Pio X, lo fece vescovo di
Treviso. Per cinque anni visitò la sua diocesi, riformò il seminario,
fece una programmazione per la formazione permanente del
clero. Durante la guerra del 15-18, rimase al suo posto e
provvide alla assistenza dei poveri e dei feriti e in seguito alla
ricostruzione. Morì il 26 Giugno 1936.
Parola di Dio: 2 Re 4,8-11.14-16a; Sal 88; Rm 6,3-4.8-11;
Mt 10,37-42
Dal Vangelo secondo Matteo 10,37-42
[37]CHI AMA IL PADRE O LA MADRE PIÙ DI ME NON È DEGNO DI ME; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; [38]chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. [39]Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. [40]Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. [41]Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. [42]E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Questo brano di Vangelo risulta di inaudita lontananza dalla
nostra realtà. Questo Gesù che chiede il primo posto, prima degli
affetti, questo Gesù che ci chiede di entrare nel mistero della
sofferenza, questo Dio che ci chiede di perderci, lascia sbigottiti.
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E' possibile vivere ciò che il Signore chiede? E' davvero
realizzabile quanto il Signore vuole? Misurando, con un po' di
sano realismo e di autenticità, questa parola con la nostra vita,
non si può che restare scoraggiati. Eppure non credo che la
Buona Notizia scoraggi, non penso che il Vangelo, che è proposta
di vita, stile di libertà, pienezza di amore, ci ponga degli obiettivi
così irraggiungibili. La prima reazione, leggendo la Parola, è
quella di sentirci inadeguati. Il Signore, invece, ci chiede di
spostare lo sguardo da noi a lui. Invece di dire: "non è possibile
essere cristiani in questo modo!", il Signore ci chiede di dargli
fiducia. Allora la Parola s’illumina, e mi chiedo: ma colui che
pretende così tanto, questo Signore così esigente, cosa ci
propone in cambio? Il Signore si presenta come colui che è più
dei nostri affetti, più della sofferenza, più della vita stessa. Dio si
presenta come il tutto, mantiene ciò che promette, gioca a chi è
più generoso. Sì, questa pagina deve gonfiare il nostro cuore di
gioia. Non perché sentiamo che le cose che il Signore ci chiede
sono irraggiungibili. No. Ma perché se ce lo chiede è che la sua
presenza è di più! Intuisco, allora, quanto grande dev'essere la
presenza del Signore nel cuore di chi crede sul serio. Intuisco,
barlume nella mia mediocrità, Ma: come arrivare a tanto?
Accogliendo, ci dice il Vangelo. Accogliendo chi porta la Parola
senza pregiudizi, con semplicità e fede. Come accogliamo la
Parola? Come accogliamo chi ce l'annuncia? Sempre così pronti a
fermarci a chi ne parla, piuttosto che ad ascoltare il contenuto.
Esiste una chiusura di cuore (la più terribile!) che ci impedisce di
accogliere il Vangelo perché scandalizzati o infastiditi da chi
l'annuncia. "Ma come, questo prete, questo cristiano, così
incoerente mi parla in questo modo di Dio?". E così sbarriamo il
cuore alla Parola, impediamo a Dio di agire nella nostra vita.
Accogliere significa fidarsi. Accogliere significa abbattere i propri
muri per finalmente intravedere la pienezza dell'amore. Gesù ci
suggerisce l'atteggiamento del giusto.
LUNEDI’ 27 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
SSEEII LLAA MMIIAA LLUUCCEE,, SSEEII LLAA MMIIAA SSAALLVVEEZZZZAA,, SSEEII LLAA MMIIAA
GGIIOOIIAA,, AALLLLEELLUUIIAA
Tra i santi di oggi ricordiamo: LADISLAO D’UNGHERIA, Santo, Re
Era nato in Polonia verso il 1040 e fu eletto al trono grazie ad
acclamazione popolare. Fu detto anche “il Pio” per la sua
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giustizia, sapienza e fede nel governare. Diffuse la fede tra il suo
popolo. Morì a Nitra in Slovacchia nel 1095
Parola di Dio: Gn 18, 16-33; Sal 102; Mt 8,18-22
Dal Vangelo secondo Matteo 8,18-22
[18]Vedendo Gesù una gran folla intorno a sé, ordinò di passare all'altra riva. [19]Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai». [20]Gli rispose Gesù: «LE VOLPI HANNO LE LORO TANE E GLI UCCELLI DEL CIELO I LORO NIDI, MA IL FIGLIO DELL'UOMO NON HA DOVE POSARE IL CAPO». [21]E un altro dei discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre». [22]Ma Gesù gli rispose: «Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti».
Tutte le volte che leggo questo brano del Vangelo mi vengono in
mente certi “procacciatori di vocazioni” che ho incontrato nel
cammino della vita che pur di pescare qualcuno da aggiungere
come numero alla “schiera degli eletti” non mancavano di
presentare la vocazione religiosa come fosse la panacea di tutti i
mali, la strada per realizzare ogni felicità. Gesù non fa
assolutamente così. Quando chiama non nasconde le difficoltà,
non dice che seguirlo è una passeggiata in un corteo fatto di
gloria e di onore, ma al massimo è prendere la croce e seguirlo
verso il Calvario; andargli dietro non significa farsi una posizione,
perché il figlio dell’uomo non ha neanche un sasso dove posare il
capo, non è sedere alla destra o alla sinistra di Dio perché quei
posti sono già occupata da due ladri crocifissi come il Salvatore,
non è trovare gente che si inchina e che ti serve ma è mettersi a
lavare dei piedi sporchi, è fare spazio perché altri ti passino
avanti… Ma allora seguire Gesù è tristezza? È solo sacrifico?
Assolutamente no! (come si usa dire oggi) Seguire Gesù è avere
trovato il tesoro per cui le altre cose diventano carabattole,
rinunciare a piccoli piaceri quotidiani significa allargare il cuore
perché accolga meglio il salvatore, fare spazio agli altri significa
cominciare ad amare come Dio ama. La caratteristica del
cristiano è il distacco dai beni del mondo non perché essi siano
“brutti e cattivi” ma per mettere al primo posto il Signore. I suoi
ministri hanno il dovere di andare “sgombri” di ogni peso e liberi
da ogni umana preoccupazione. È difficile oggi convincersi che il
distacco dai beni materiali e l'abbandono fiducioso alla
Provvidenza divina possa essere motivo di interiore libertà e
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garanzia di vera ricchezza eppure il senso della povertà cristiana
sta proprio lì: posso essere povero solo perché sono già ricco di
Dio.
MARTEDI’ 28 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
SSAALLVVAACCII,, SSIIGGNNOORREE,, SSIIAAMMOO PPEERRDDUUTTII
Tra i santi di oggi ricordiamo: ERLEMBALDO Santo, Martire
Fu monaco e soldato contemporaneamente. Apparteneva alla
nobile famiglia milanese dei Cotta, collaborò con il vescovo
Arialdo per riformare i costumi del clero. Fu ucciso il 28 giugno
1075 dai seguaci del vescovo simoniaco Guido contro cui si era
schierato.
Parola di Dio: Gn 19,15-29; Sal 25; Mt 8,23-27
Dal Vangelo secondo Matteo 8,23-27
[23]Essendo poi salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono. [24]ED ECCO SCATENARSI NEL MARE UNA TEMPESTA COSÌ VIOLENTA CHE LA BARCA ERA RICOPERTA DALLE ONDE; ED EGLI DORMIVA. [25]Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». [26]Ed egli disse loro: «Perché avete paura, uomini di poca fede?» Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia. [27]I presenti furono presi da stupore e dicevano: «Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?».
Ha sempre lasciato perplessi il leggere che Gesù dorme mentre si
sta scatenando una violenta tempesta che scaglia onde
minacciose sulla barca dei suoi discepoli. È ancora più
sorprendente costatare nella storia e nella vita che lo stesso
Signore appaia talvolta disinteressato e assente mentre vicende
minacciose si abbattono sul mondo, sulla sua chiesa e sulle
singole persone. Quel sonno e quel distacco ha scandalizzato e
scandalizza molti, ha generato e genera spesso crisi di fede, ha
indotto molti a parlare del silenzio di Dio, dell'assenza di Dio dal
nostro mondo. Qualcuno è giunto a parlare della “morte di Dio” e,
sulla stessa scia ha fortemente dubitato del suo amore per noi.
Ma è Dio che è assente, Lui che ha intessuto una storia di
salvezza per l’uomo, Lui che in Gesù si è fatto in tutto come noi
eccetto che nel peccato per salvarci, o siamo noi che con la nostra
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poca fede non lo vediamo? Quando manca la fede le burrasche
assumono dimensioni distruttive. E’ quasi sempre l'uomo a
scatenarle, ma non è capace di riconoscere le proprie
responsabilità, apportare i necessari rimedi, anzi le attribuisce a
Dio e osa incolparlo; emana condanne contro quel Dio che egli
volutamente ignora. Non è quindi il silenzio o il disinteresse o
ancor meno l'assenza o la morte di Dio la causa delle nostre
disfatte, ma l'oscuramento dell'anima, il buio della fede che
genera tempeste, violenze, sopraffazioni ed è ancora la stessa
mancanza a scatenare la paura in coloro che le subiscono. E’ di
qualche giorno fa l'ammonimento del Signore che ci ricordava di
non aver paura di coloro che possono uccidere il corpo, ma
piuttosto di coloro che possono distruggerci dentro creando
l'inferno nella nostra vita. Ai nostri giorni malessere profondo e
decantato progresso convivono assurdamente insieme e sono
pochi coloro che con intelligenza e sapienza ne sanno scrutare
difetti e valori. Non alziamo la testa per bestemmiare Dio ma
apriamo gli occhi per vederlo accanto a noi solidale tutte le volte
che lottiamo per vincere ogni specie di male.
MERCOLEDI’ 29 GIUGNO
Santi Pietro e Paolo
Una scheggia di preghiera:
BBEENNEEDDEETTTTOO IILL SSIIGGNNOORREE CCHHEE LLIIBBEERRAA II SSUUOOII AAMMIICCII
Tra i santi di oggi ricordiamo: SALOME E GIUDITTA,
Sante Penitenti
Vissero verso la fine del sec. XI. La storia leggendaria che le
riguarda dice che Salome, di ritorno da un pellegrinaggio in
Terrasanta ebbe una serie di disgrazie fisiche, al punto che
lebbrosa chiese di essere murata in una cella di un convento.
Giuditta era una sua parente. Si mise a cercarla e quando la trovò
anche lei decise di dedicare la sua vita alla preghiera e alla
penitenza.
Parola di Dio: At 12,1-11; Sal 33; 2 Tm 4,6-8.17-18;Mt 16,13-19
Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-19
[13]Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». [14]Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». [15]Disse loro: «Voi chi dite che io sia?».
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[16]Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». [17]E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. [18]E IO TI DICO: TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERÒ LA
MIA CHIESA E LE PORTE DEGLI INFERI NON PREVARRANNO CONTRO DI
ESSA. [19]A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Strani materiali, quelli usati da Gesù per edificare la sua Chiesa!
Pietro, con tutto rispetto, è un ottimo uomo ma tutt’altro che il
santo che noi ci aspetteremo, tutto pio, mistico, buono,
misericordioso. Da quanto ci raccontano i Vangeli, Pietro vien
fuori con tutto il suo caratteraccio.
E’ un pescatore, anzi un piccolo boss di una cooperativa di
pescatori, è un impulsivo, è anche portato a reagire
violentemente fino al punto di impugnare la spada; in certe
occasioni è presuntuoso, si permette di dire a Gesù quello che
deve fare. Ma nello stesso tempo è debole, ha paura, ragiona con
mentalità umana... Eppure è il materiale preferito da Gesù. Gesù
sa vedere le possibilità di bene di quest’uomo, sa la sua capacità
di amare, vede le sue lacrime di pentimento, si fida di lui e di
quanto in lui può operare lo Spirito.
E Paolo? Non era forse un integralista, un persecutore dei
cristiani? Non è forse l'intellettuale, lo studioso, l'intransigente,
l'uomo senza mezze misure con se stesso e con gli altri, lo
scaltro, il coraggioso, il temerario? Eppure Gesù va a cercarlo, lo
butta giù da cavallo, lo vuole tutto per sé.
Se Pietro avesse detto: “Signore, tu mi chiedi troppo! Intanto mi
cambi il nome e mi chiami roccia. Forse ti sei sbagliato. Io non
sono una roccia, sono molto fragile, alle volte tradisco quelli che
si fidano di me. E poi ho una famiglia da mantenere, ho anche
una suocera… lasciamo perdere!”; e se Paolo avesse detto:
“Proprio Tu mi parli! Lo sai che io perseguito i tuoi discepoli, li
porto in prigione dove forse saranno uccisi! Scegli qualcun
altro…”, come il Regno di Dio e la buona novella di Gesù si
sarebbero potuti espandere? Dio si serve di materiali ben strani
per costruire il suo Regno, ma Dio allora come oggi ha bisogno di
uomini, ha bisogno di me e di te, non perché siamo indispensabili
per la nostra intelligenza, per la fede integerrima, per la bontà
totale, ha bisogno di noi così come siamo, ma gioiosi nel
testimoniarlo. Non deludiamo l’amore di Dio in Cristo e pur
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conoscendo i nostri limiti lasciamoci “portare là dove Lui vorrà”
per il bene nostro e per poter offrire a Gesù un po’ di noi stessi.
GIOVEDI’ 30 GIUGNO
Una scheggia di preghiera:
GGEESSUU’’ MMIISSEERRIICCOORRDDIIOOSSOO,, PPEERRDDOONNAA IILL MMIIOO AAMMIICCOO
Tra i santi di oggi ricordiamo:ADELIA, Santa
Era nata nella prima metà del VII secolo da una nobile famiglia.
Entrò in monastero, ma pensò anche ai sofferenti fondando un
ospedale nella città belga di Orp Legrand. Morì nel 670.
Parola di Dio: Gn 22,1-19; SaI 114; Mt 9,1-8
Dal Vangelo secondo Matteo 9,1-8
[1]Salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città. [2]ED ECCO, GLI PORTARONO UN PARALITICO STESO SU UN LETTO. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». [3]Allora alcuni scribi cominciarono a pensare: «Costui bestemmia». [4]Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché mai pensate cose malvagie nel vostro cuore? [5]Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina? [6]Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora il paralitico, prendi il tuo letto e và a casa tua». [7]Ed egli si alzò e andò a casa sua. [8]A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Quando uno è paralitico, oltre alla malattia soffre di un handicap
molto grande. Per muoversi, per fare le cose che gli aggradano,
ha bisogno di altri.
Il paralitico del Vangelo poteva avere tutta la fede che voleva in
Gesù, ma se i suoi amici non si caricavano di lui e della sua
barella e si mettevano in viaggio, non avrebbe potuto incontrare
Gesù a da Lui ricevere non una, ma due grazie: il perdono dei
peccati e la guarigione dalla paralisi.
Spesso l'uomo, caduto nelle spire del peccato, resta paralizzato.
Provate a pensare, ad esempio, a quando ci si è lasciati
invischiare dal male, come sia difficile rompere con esso e con le
sue abitudini, le sue costrizioni; un drogato non riesce facilmente
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a venirne fuori, anche se in certi momenti lo vorrebbe: c'è il
bisogno fisico, la paura della sofferenza, il 'giro' in cui è entrato…
Quando ci si ritrova paralizzati così, forse si vorrebbe risolvere il
problema, ma da soli non possiamo niente, neppure recarci da
Gesù.
Abbiamo bisogno di amici che ci aiutino. Possiamo diventare amici
per aiutare. Il senso vero dell'amicizia è proprio qui. Non sono
amico solo perché "con te mi trovo bene", neanche perché
"insieme ne abbiamo combinate di cotte e di crude", sono amico
vero specialmente quando posso fare per te qualcosa che tu, da
solo, in quel momento, non potresti fare.
E c'è ancora un'altra grande forma di aiuto che possiamo offrirci a
vicenda, specialmente quando siamo impediti di poter agire
immediatamente nei confronti dell'altro, ed è la preghiera di
intercessione.
E' uno dei doni più preziosi che possiamo fare. Non serve a
scaricarci le responsabilità: se chiedo qualcosa per un amico,
devo essere disponibile, appena ne avessi la possibilità, di farmi
in quattro per farglielo avere.
Non è inutile perché Gesù apprezza tutto quello che è amore e
amicizia ed è favorevolmente disposto a chi, per amore, non
chiede per sé, ma per gli altri.
Sono convinto che se nella mia vita ho potuto, qualche volta, fare
un po’ di bene, è dovuto certamente alla preghiera umile e
profonda di tante persone, cominciando da mia madre, che ogni
giorno pregano per me.
E nella preghiera di intercessione non occorre neppure specificare
entità e quantità di dono richiesto, basta affidare alla bontà di
Dio: Lui provvede a dare ciò che è buono e giusto.
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Visto l’ultimo nostro argomento di riflessione ma piace suggerirvi una preghiera per i fratell i scritta da Germana Resch, una mistica fondatrice con don Stefano Ferreri delle Suore di Betania di Fiamenga (Mondovì)
Verbo di Dio che per il tuo grande amore hai preso la natura umana e ti sei fatto nostro fratello,
Gesù Salvatore che hai accordato la risurrezione di Lazzaro all’affetto e alle preghiere di Marta e di Maria sue sorelle,
degnati di esaudire le domande che ti rivolgiamo dal profondo del cuore per i nostri fratelli.
Conservali costanti nella fede, ferventi nella pietà, puri nelle tentazioni, forti nella prova, coraggiosi nell’opera.
Proteggili contro tutti i pericoli, riconducili a te se si fossero smarriti, assistili soprattutto nell’ora della morte, affinché, dopo essere stati tuoi servi sulla terra, siano un giorno, e noi con essi, i tuoi eletti nel cielo. Così sia.
Riflessioni di don Franco Locci
Che si possono trovare anche in internet al seguente sito:
http://spazioinwind.libero.it/schegge
L’ e-mail di posta elettronica con cui poter comunicare è:
Oppure si può scrivere al seguente indirizzo:
Don Franco Locci Via S. Lorenzo 9/5 10060 NONE (TO)
Stampato in proprio dalla Comunità “Piccola Betania”
Via Pasquero, 8 Vicoforte Fiamenga CN
Tel. 0174/563075 fax 0174/569030 e-mail: [email protected]
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*Pro-manuscripto*