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“C’era una volta, non tanto tempo fa, un premio…” di Maria Pepe 2° CONCORSO LETTERARIO “IL PENSIERO Libero alla memoria del notaio Carlo Calabrese mensile di cultura politica costume www.ilpensierolibero.it Dicembre 2013 - Anno IV - N. 11 - Gennaio 2014 - Anno V - N. 1 C hi non è venuto ha avuto torto! Sabato 30 Novembre nel salone delle feste del Circolo Unione, la Città di Pagani ha mo- strato la sua faccia pulita (una delle tante). In un tempo in cui, tutti, nessuno escluso, sem- brano essere marchiati dal peccato originale della “scorrettezza”. Il 2° Concorso Lettera- rio “Il Pensiero Libero” in memoria del no- taio Carlo Calabrese indossate le vesti di “fonte battesimale” ha lavato via la macchia acquisita per cittadinanza a tutti quelli che vi hanno preso parte. Partecipanti, organizza- tori, giurati, spettatori, ognuno di questi sep- pur inconsapevolmente ha provato a chi ha relegato la città nel più classico dei luoghi comuni che di anime belle questa è piena e che quel che occorre fare è semplicemente tirarle fuori dalle macerie. È questo concorso letterario, qualche cosa che va oltre il con- corso perché non pone la sua attenzione né tantomeno si ferma alla sola premiazione, e ai vincitori, ma si focalizza su di un progetto estremamente lungimirante. Analizzando le due edizioni avvenute ad un anno di distanza l’una dall’altra ne si colgono l’attuazione e i frutti. Obiettivo principe è quello di sensibi- lizzare e dunque aviccinare i giovani, ormai sempre più secondo la cronaca del momento persi dietro falsi miti e erronei punti di rife- rimento, alla cultura della legalità, della mo- ralità, della valenza; e insieme ai giovani le scuole, sempre più distanti dall’alunno per- sona e sempre più vicine alla schematicità di una scheda di valutazione. Smuovere e for- mare coscienze in sintesi il compito del con- corso, che è a sua volta estensione del mensile omonimo. Compito che viene svolto sempre meglio come la grande e soprattutto sentita partecipazione delle scuole (ancora più grande dello scorso anno) dimostra; una partecipazione fruttifera perché, oltre ai pic- coli scrittori che infondono speranza, sem- bra quasi utopistico poter oggi incontrare un adolescente dalla faccia pulita ed impacciata; ha trovato nel gruppo docente validi e pro- positivi collaboratori, che non solo si sono impegnati affinché i ragazzi prendessero parte al progetto e lo facessero nel giusto modo, ma cosa ancor più importante hanno deciso di loro sponte di continuare quanto iniziato. Un punto d’inizio non un arrivo. Non solo giovani. L’attenzione il concorso la pone anche su chi giovane non lo è più, perché forse qualche piccola revisione alla coscienza va fatta sempre e comunque, spe- cie quando l’amarezza e il cinismo accumu- lati durante lo scorrere della vita trasformano in rocce calcaree. Ovunque vi sia un obiet- tivo vi è sempre un insegnamento. L’inse- gnamento di credere. Credere nella forza di un’ideale, l’ideale di giustizia, che con grande forza e coraggio il mensile e il con- corso non senza fatica volitivamente portano avanti perché, non importa quanto impossi- bile e vano possa sembrare, solo così le cose possono cambiare seppur trattasi di minimi cambiamenti. Ma si sa il mare è fatto di gocce. Bisogna resistere e bisogna sapersi modificare nella forma ma mai nel conte- nuto, pur di non farsi schiacciare, pur di dare il proprio contributo… C’era una volta, non tanto tempo fa, un premio che si chiamava, PREMIO INTERNAZIONALE DI LETTE- RATURA RELIGIOSA. Questo premio era molto importante e prestigioso e grazie a questo, giunsero nella città di Pagani perso- naggi molto importanti della letteratura e non solo. Il premio anno dopo anno cre- sceva; cresceva e diventava sempre più grande sempre più splendente. Giunto alla sua nona edizione, quando sembrava aver consolidato il suo ruolo, cadde vittima di un malificio e sparì, come se non fosse mai esi- stito. Nessuno sembrava aver mai sentito parlare di questo premio e la vita continuava a scorrere come se niente fosse mai acca- duto; come se l’anonimato ritrovato non fosse mai stato lasciato. E fu in questa cor- nice di sterile e anonima aridità che un mago, mai stanco e sempre alla ricerca di una solu- zione per salvare la sua città liberò il premio dal maleficio. L’unico modo per spezzare l’incantesimo era la trasformazione. Il pre- mio divenne un mensile, il mensile si estese in un concorso e, seppur sotto altre forme, la cultura ritornò… Questo il mio racconto e in una kermess di poesia e narrativa non poteva certo mancare… così come non poteva man- care a testimonianza della lungimiranza del progetto, l’opera di diffusione, perché non vi è cultura senza diffusione. Viatico di questa è la sempre presente casa editrice STUDIO 12 a cui nella persona della signora Isabella Peroni va un sentitissimo grazie. La Studio 12 ha infatti raccolto in un volume tutte le opere vincitrici della precedente edizione. CHE NE SARÀ DELL’ITALIA? La stagione del conflitto generazionale È banale definire gli ultimi venti anni della nostra storia personale e collettiva “l’età di Silvio Berlusconi”, così come i prossimi anni “l’età di Matteo Renzi”, il vincitore, ma non di certo il nuovo imperatore del Partito Democratico. Porre i due a confronto, oggi, ha un significato, perchè dove termina l’avventura politica di uno ini- zia quella dell’altro. Ed è un singolare gioco di staffetta, in cui i due personaggi hanno dei punti di somiglianza. Ma si può anche rischiare di costruire falsi miti e la storia dovrà, poi, lavorare di brutto per separare ciò che è valido da ciò che ha solo poco senso o valore. Questo è proprio l’obiettivo della storia! Si potrà dire, di conseguenza, che questi venti anni sono stati sem- plicemente legati alla figura di Berlusconi. Per l’analisi dell’operato ed il giudizio su Renzi, invece, c’è tempo. Non si può d’altronde procedere solo sull’onda di prime impressioni e di emozioni, che sembrano oltretutto iniziare già a smorzarsi. Quando, invece, si parla di uomini che hanno dato una impronta alla storia, bisogna pensare a figure ben diverse ed a contesti particolari, congiunture che difficilmente si ripetono a ritmo battente. Sarebbe, forse, anche noioso. La nostra non è un’età. È solo una stagione di passaggi generazionali, che scandisce l’urto ormai violento tra vecchi e giovani. Un tema ri- corrente, in periodi specifici della storia! Per la verità bisognerebbe dire tra vecchi, che giocano a fare i gio- vani e giovani che divengono subito vecchi. È un poco il destino di questa età digitale. Le stagioni della vita si dilatano nel tempo, ma si contraggono nello spazio. I conflitti generazionali accelerano e non si riesce a coglierne tutte le prospettive e sfumature. Ormai il ventennio di Berlusconi dovrebbe essere alle spalle. In ge- nere i ventenni non portano bene. Si corre il rischio di finire male. Lui almeno ha chiuso sotto l’ombrello protettivo della democrazia e del suo sistema. Certo possono sempre sopraggiungere sorprese. Con il leader di Forza Italia non si sta mai tranquilli. Ora è, comunque, tempo di bilanci. Cosa resta, allora, di questo pe- riodo così lungo e non sempre polarizzato intorno alla esclusiva fi- gura di Berlusconi? In politica economica, ed il dato è difficilmente contestabile, è stato un disastro, non per le iniziative adottate, quanto per quelle non in- traprese, cose che hanno accompagnato, come in una sorta di corteo funebre, il declino dell’Italia. Lungo e notissimo l’elenco dei falli- menti e delle promesse inevase. Gli elementi più rilevanti di questa fase storica riguardano, invece, la politica estera e quella interna. Al di là di talune posizioni dav- vero assurde e singolari, legate alla sua vocazione da guascone (le numerose cadute di stile, ad esempio, o le contaminazioni con il re- gime di Gheddafi, cose che, a parte frecciate di stampa e polemiche forti dei paesi europei, non sono mai state stigmatizzate, però, con decisione e vera convinzione dagli avversari) la politica estera ha prodotto dei risultati. Essi troveranno una loro sistemazione e valu- tazione organica, con il procedere del tempo e la evoluzione delle vicende politiche internazionali. In politica interna il governo di Berlusconi nasceva sulle rovine fu- manti della prima repubblica, costellate da una ondata di suicidi e da una pericolosa radicalizzazione della lotta politica. Di certo lo sdo- ganamento della destra, da lui realizzato, ha rappresentato un ele- mento forte anche nello scenario politico europeo. E poco male se l’operazione è fallita. Ma di sicuro viene chiusa la lunga e dolorosa stagione dell’Italia, divisa tra fascismo ed antifascismo. La destra che vien fuori, negli anni novanta, aspira a dichiararsi europea, equili- brata ed erede della grande storia della linea politica immediatamente post risorgimentale e “ liberal”. Un ulteriore fallimento! Ma Berlu- sconi non può essere considerato la cartina di tornasole di tutti i mali. Stranamente il destino di Matteo Renzi è legato a fil doppio alla vi- cenda di Silvio Berlusconi. A quella egli deve molto. La vittoria dell’otto dicembre scorso non gli consente però rilassa- menti. Le primarie, in casa pidiessina, mostrano, alla fine, tre anime, diverse, al di là dei proclami di buone intenzioni e di convivenza anche affettuosa tra i contendenti. C’è l’anima radical di Civati, quella ortodossa di Cuperlo e, poi, quella popolare di Renzi. Il partito è spaccato, con diverse linee politiche, a partire dalla col- laborazione tra forze antagoniste, e con uno scontro generazionale senza precedenti ed estraneo alla logica della vecchia nomenclatura, che guarda stupita e disorientata. Anche qui aver messo insieme, dando vita al PD, storie ed ideologie così diverse non poteva gene- rare combinazioni indolori o non provocare crisi di rigetto. Toccherà a Renzi governare questi tumulti e le tante contraddizioni. E lo dovrà fare, in un quadro drammatico ed economicamente ridotto allo stremo, con le armi persuasorie del linguaggio, dei cambi di rotta re- pentini o degli stratagemmi più impensati. Come aveva fatto Berlu- sconi, rifugiandosi nel mondo incantato delle parole e delle promesse! E se non fosse sufficiente uno scenario così travagliato, si aggiunge la sentenza della Corte Costituzionale sul sistema elettorale, il “Por- cellum”. Si apriranno percorsi impensati di alleanze, anche trasver- sali, tra partiti, gruppi, movimenti e persone, alla ricerca di un nuovo modello elettorale. Ed il PD si troverà a dover giocare una partita impossibile, in quanto nel suo stesso seno vivono tesi radicalmente diverse sul come si debba votare. Se non ci fosse stato Berlusconi, probabilmente Renzi sarebbe stato un personaggio abbastanza scialbo e le primarie le avrebbe vinto Cu- perlo, l’anima più tradizionale e legata allo zoccolo duro dei vecchi militanti. La storia, comunque, non si scrive con i “se”! Nemmeno Plutarco potrebbe inserire i due tra le figure tratteggiate ne “Le vite parallele”. L’uno ha chiuso (forse…); l’altro ora apre. Dif- ficile, se non impossibile, che possano incontrarsi sul campo di bat- taglia della politica, con le truppe scalpitanti ed in attesa di ordini. Peccato! Ci sarebbe stato da divertirsi e, forse, la grigia politica avrebbe potuto avere delle scosse. editoriale di Renato Nicodemo* Le scissioni non portano bene Caro Gerardo, Cicerone definiva la storia magistra vitae ma nelle nostre scuole, come si sa, questa disciplina è trascurata se non addirittura stra- volta da professori e libri di testo faziosi (vedi sull’argomento la fa- mosa polemica di una decina di anni fa), per cui nella maggioranza dei casi la ignoriamo o la conosciamo male. Faccio questa premessa per parlare della recente scissione degli Al- faniani da Berlusconi e per richiamare un’altra scissione, quella del 1976 in seno al MSI, che tu certamente ricorderai. Orbene, una sessantina di parlamenti tra Camera e Senato, guidati da Alfano, hanno di recente – con il classico calcio dell’asino - ab- bandonato Silvio Berlusconi, peraltro in un momento difficile, per dar vita ad una nuova formazione politica con la motivazione di sal- vare – a loro dire – il governo Letta, di cui i capi degli scissionisti occupano la poltrona di ministro. Nel fare ciò hanno, ovviamente, pensato all’Italia e agli italiani che stanno loro tanto a cuore! Il peso specifico elettorale di questi è pari a zero, essendo stati no- minati da Berlusconi e non eletti dal popolo. Ben altro calibro ave- vano gli scissionisti di Democrazia Nazionale che nel 1976 abbandonarono Almirante e il MSI spaccando il partito praticamente a metà (9 senatori su 15 e 21 deputati su 35, oltre a 13 consiglieri re- gionali su 40, 51 consiglieri provinciali su 160 e 350 consiglieri co- munali si 1500). Si trattava di personaggi di alto profilo personale, morale, storico e di militanza politica, quali Ernesto De Marzio, Ga- stome nencioni, Raffaele Delfino, Pietro Cerullo, Angelo Nicosia, Giovanni Roberti, Enzo Giacchero, Giulio Cesare Graziani, Gino Birindelli, Alfredo Covelli, Achille Lauro, Piuera Gattesci Fondelli. Anche questi giustificarono la loro scissione per sostenere il governo monocolore di Andreotti, detto della “non sfiducia”, sostenendo così la Democrazia Cristiana e i partiti dell’arco costituzionale, comu- nisti compresi. Sopravvissero un triennio, fino alla prima tornata elettorale e poi, i miseri, scomparvero del tutto. Alle politiche del 1979 ottennero, in- fatti, appena lo 0,7%, mentre il MSI ebbe sostanzialmente gli stessi voti della legislatura precedente; dal che a metà spaccatura di ver- tice non corrispose nessun voto di sperso a livello di elettorato. Ma questa lezione della storia se non l’ha imparata il badogliano Fini, non poteva certo conoscerla l’ex democristiano Alfano che alla prossima tornata elettorale scomparirà insieme ai suoi sodali dalla scena politica italiana. “O Italiani, io vi esorto alle storie” (Foscolo); Ti saluto * già Direttore scolastico Una brevissima chiosa alla lettera dell’amico Renato Nicodemo, il quale mi ricorda “il mio esserci stato” in quell’ormai lontano 1976. Altra stagione politica, caro Renato, non rapportabile all’attuale. Basta considerare, ad esempio, che il consenso elettorale per il “no- stro” Movimento scaturiva da una scelta ideologica e programma- tica per cui la scissione da te ricordata era destinata al totale fallimento nonostante fosse stata promossa e capeggiata dalle pri- missime figure da te citate. Il consenso sarà ondivago; non tragga in inganno la figuraccia su- bita da Fini nell’ultima tornata elettorale. La prossima non sarà di- versa da quella della Prima Repubblica ove mezzi finanziari e compromessi vari faranno la differenza, soprattutto se dovesse es- sere introdotto il voto di preferenza. Convengo con te sul fatto della “ineleganza” consumata dagli scis- sionisti con un Berlusconi che avrebbe meritato ben altra solida- rietà nel momento più difficile della sua vicenda umana e politica. Forse non aveva messo in conto le debolezze, le lusinghe, la libi- dine del potere, il narcisismo della visibilità. Non mi va di usare il termine di “tradimento” perché Berlusconi, se vorrà continuare in politica, con tale gente dovrà convivere… Ma su questo argomento ritornerò per rendere più compiuto il mio pensiero. (gdp) Lettera al Direttore editoriale di Francesco Fasolino Auguri Il nostro particolare augurio, e non solo per queste festività natalizie L’Evento di successo: Altri servizi ed immagini sul Concorso nelle pagine 2, 3, 4, 8

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“C’era una volta, non tantotempo fa, un premio…”

di Maria Pepe

2° CONCORSO LETTERARIO“IL PENSIERO Libero”

alla memoria del notaioCarlo Calabrese

mensile di cultura politica costume www.ilpensierolibero.itDicembre 2013 - Anno IV - N. 11 - Gennaio 2014 - Anno V - N. 1

Chi non è venuto ha avuto torto! Sabato30 Novembre nel salone delle feste del

Circolo Unione, la Città di Pagani ha mo-strato la sua faccia pulita (una delle tante). Inun tempo in cui, tutti, nessuno escluso, sem-brano essere marchiati dal peccato originaledella “scorrettezza”. Il 2° Concorso Lettera-rio “Il Pensiero Libero” in memoria del no-taio Carlo Calabrese indossate le vesti di“fonte battesimale” ha lavato via la macchiaacquisita per cittadinanza a tutti quelli che vihanno preso parte. Partecipanti, organizza-tori, giurati, spettatori, ognuno di questi sep-pur inconsapevolmente ha provato a chi harelegato la città nel più classico dei luoghicomuni che di anime belle questa è piena eche quel che occorre fare è semplicementetirarle fuori dalle macerie. È questo concorsoletterario, qualche cosa che va oltre il con-corso perché non pone la sua attenzione nétantomeno si ferma alla sola premiazione, eai vincitori, ma si focalizza su di un progettoestremamente lungimirante. Analizzando ledue edizioni avvenute ad un anno di distanzal’una dall’altra ne si colgono l’attuazione e ifrutti. Obiettivo principe è quello di sensibi-lizzare e dunque aviccinare i giovani, ormaisempre più secondo la cronaca del momentopersi dietro falsi miti e erronei punti di rife-rimento, alla cultura della legalità, della mo-ralità, della valenza; e insieme ai giovani lescuole, sempre più distanti dall’alunno per-sona e sempre più vicine alla schematicità diuna scheda di valutazione. Smuovere e for-mare coscienze in sintesi il compito del con-corso, che è a sua volta estensione delmensile omonimo. Compito che viene svoltosempre meglio come la grande e soprattuttosentita partecipazione delle scuole (ancorapiù grande dello scorso anno) dimostra; unapartecipazione fruttifera perché, oltre ai pic-coli scrittori che infondono speranza, sem-bra quasi utopistico poter oggi incontrare unadolescente dalla faccia pulita ed impacciata;ha trovato nel gruppo docente validi e pro-positivi collaboratori, che non solo si sonoimpegnati affinché i ragazzi prendesseroparte al progetto e lo facessero nel giustomodo, ma cosa ancor più importante hannodeciso di loro sponte di continuare quantoiniziato. Un punto d’inizio non un arrivo.Non solo giovani. L’attenzione il concorsola pone anche su chi giovane non lo è più,

perché forse qualche piccola revisione allacoscienza va fatta sempre e comunque, spe-cie quando l’amarezza e il cinismo accumu-lati durante lo scorrere della vita trasformanoin rocce calcaree. Ovunque vi sia un obiet-tivo vi è sempre un insegnamento. L’inse-gnamento di credere. Credere nella forza diun’ideale, l’ideale di giustizia, che congrande forza e coraggio il mensile e il con-corso non senza fatica volitivamente portanoavanti perché, non importa quanto impossi-bile e vano possa sembrare, solo così le cosepossono cambiare seppur trattasi di minimicambiamenti. Ma si sa il mare è fatto digocce. Bisogna resistere e bisogna sapersimodificare nella forma ma mai nel conte-nuto, pur di non farsi schiacciare, pur di dareil proprio contributo… C’era una volta, nontanto tempo fa, un premio che si chiamava,PREMIO INTERNAZIONALE DI LETTE-RATURA RELIGIOSA. Questo premio eramolto importante e prestigioso e grazie aquesto, giunsero nella città di Pagani perso-naggi molto importanti della letteratura enon solo. Il premio anno dopo anno cre-sceva; cresceva e diventava sempre piùgrande sempre più splendente. Giunto allasua nona edizione, quando sembrava averconsolidato il suo ruolo, cadde vittima di unmalificio e sparì, come se non fosse mai esi-stito. Nessuno sembrava aver mai sentitoparlare di questo premio e la vita continuavaa scorrere come se niente fosse mai acca-duto; come se l’anonimato ritrovato nonfosse mai stato lasciato. E fu in questa cor-nice di sterile e anonima aridità che un mago,mai stanco e sempre alla ricerca di una solu-zione per salvare la sua città liberò il premiodal maleficio. L’unico modo per spezzarel’incantesimo era la trasformazione. Il pre-mio divenne un mensile, il mensile si estesein un concorso e, seppur sotto altre forme, lacultura ritornò… Questo il mio racconto e inuna kermess di poesia e narrativa non potevacerto mancare… così come non poteva man-care a testimonianza della lungimiranza delprogetto, l’opera di diffusione, perché non viè cultura senza diffusione. Viatico di questaè la sempre presente casa editrice STUDIO12 a cui nella persona della signora IsabellaPeroni va un sentitissimo grazie. La Studio12 ha infatti raccolto in un volume tutte leopere vincitrici della precedente edizione.

CHE NE SARÀ DELL’ITALIA?La stagione del conflitto generazionale

Èbanale definire gli ultimi venti anni della nostra storia personalee collettiva “l’età di Silvio Berlusconi”, così come i prossimi

anni “l’età di Matteo Renzi”, il vincitore, ma non di certo il nuovoimperatore del Partito Democratico. Porre i due a confronto, oggi, haun significato, perchè dove termina l’avventura politica di uno ini-zia quella dell’altro. Ed è un singolare gioco di staffetta, in cui i duepersonaggi hanno dei punti di somiglianza.Ma si può anche rischiare di costruire falsi miti e la storia dovrà, poi,lavorare di brutto per separare ciò che è valido da ciò che ha solopoco senso o valore. Questo è proprio l’obiettivo della storia!Si potrà dire, di conseguenza, che questi venti anni sono stati sem-plicemente legati alla figura di Berlusconi. Per l’analisi dell’operatoed il giudizio su Renzi, invece, c’è tempo. Non si può d’altrondeprocedere solo sull’onda di prime impressioni e di emozioni, chesembrano oltretutto iniziare già a smorzarsi.Quando, invece, si parla di uomini che hanno dato una impronta allastoria, bisogna pensare a figure ben diverse ed a contesti particolari,congiunture che difficilmente si ripetono a ritmo battente. Sarebbe,forse, anche noioso.La nostra non è un’età. È solo una stagione di passaggi generazionali,che scandisce l’urto ormai violento tra vecchi e giovani. Un tema ri-corrente, in periodi specifici della storia!Per la verità bisognerebbe dire tra vecchi, che giocano a fare i gio-vani e giovani che divengono subito vecchi. È un poco il destino diquesta età digitale. Le stagioni della vita si dilatano nel tempo, masi contraggono nello spazio. I conflitti generazionali accelerano enon si riesce a coglierne tutte le prospettive e sfumature. Ormai il ventennio di Berlusconi dovrebbe essere alle spalle. In ge-nere i ventenni non portano bene. Si corre il rischio di finire male.Lui almeno ha chiuso sotto l’ombrello protettivo della democrazia edel suo sistema.Certo possono sempre sopraggiungere sorprese. Con il leader diForza Italia non si sta mai tranquilli. Ora è, comunque, tempo di bilanci. Cosa resta, allora, di questo pe-riodo così lungo e non sempre polarizzato intorno alla esclusiva fi-gura di Berlusconi?In politica economica, ed il dato è difficilmente contestabile, è statoun disastro, non per le iniziative adottate, quanto per quelle non in-traprese, cose che hanno accompagnato, come in una sorta di corteofunebre, il declino dell’Italia. Lungo e notissimo l’elenco dei falli-menti e delle promesse inevase.Gli elementi più rilevanti di questa fase storica riguardano, invece,la politica estera e quella interna. Al di là di talune posizioni dav-vero assurde e singolari, legate alla sua vocazione da guascone (lenumerose cadute di stile, ad esempio, o le contaminazioni con il re-gime di Gheddafi, cose che, a parte frecciate di stampa e polemicheforti dei paesi europei, non sono mai state stigmatizzate, però, condecisione e vera convinzione dagli avversari) la politica estera haprodotto dei risultati. Essi troveranno una loro sistemazione e valu-

tazione organica, con il procedere del tempo e la evoluzione dellevicende politiche internazionali. In politica interna il governo di Berlusconi nasceva sulle rovine fu-manti della prima repubblica, costellate da una ondata di suicidi e dauna pericolosa radicalizzazione della lotta politica. Di certo lo sdo-ganamento della destra, da lui realizzato, ha rappresentato un ele-mento forte anche nello scenario politico europeo. E poco male sel’operazione è fallita. Ma di sicuro viene chiusa la lunga e dolorosastagione dell’Italia, divisa tra fascismo ed antifascismo. La destra chevien fuori, negli anni novanta, aspira a dichiararsi europea, equili-brata ed erede della grande storia della linea politica immediatamentepost risorgimentale e “ liberal”. Un ulteriore fallimento! Ma Berlu-sconi non può essere considerato la cartina di tornasole di tutti i mali.Stranamente il destino di Matteo Renzi è legato a fil doppio alla vi-cenda di Silvio Berlusconi. A quella egli deve molto.La vittoria dell’otto dicembre scorso non gli consente però rilassa-menti. Le primarie, in casa pidiessina, mostrano, alla fine, tre anime,diverse, al di là dei proclami di buone intenzioni e di convivenzaanche affettuosa tra i contendenti. C’è l’anima radical di Civati,quella ortodossa di Cuperlo e, poi, quella popolare di Renzi.Il partito è spaccato, con diverse linee politiche, a partire dalla col-laborazione tra forze antagoniste, e con uno scontro generazionalesenza precedenti ed estraneo alla logica della vecchia nomenclatura,che guarda stupita e disorientata. Anche qui aver messo insieme,dando vita al PD, storie ed ideologie così diverse non poteva gene-rare combinazioni indolori o non provocare crisi di rigetto. Toccheràa Renzi governare questi tumulti e le tante contraddizioni. E lo dovràfare, in un quadro drammatico ed economicamente ridotto allostremo, con le armi persuasorie del linguaggio, dei cambi di rotta re-pentini o degli stratagemmi più impensati. Come aveva fatto Berlu-sconi, rifugiandosi nel mondo incantato delle parole e dellepromesse! E se non fosse sufficiente uno scenario così travagliato, si aggiungela sentenza della Corte Costituzionale sul sistema elettorale, il “Por-cellum”. Si apriranno percorsi impensati di alleanze, anche trasver-sali, tra partiti, gruppi, movimenti e persone, alla ricerca di un nuovomodello elettorale. Ed il PD si troverà a dover giocare una partitaimpossibile, in quanto nel suo stesso seno vivono tesi radicalmentediverse sul come si debba votare. Se non ci fosse stato Berlusconi, probabilmente Renzi sarebbe statoun personaggio abbastanza scialbo e le primarie le avrebbe vinto Cu-perlo, l’anima più tradizionale e legata allo zoccolo duro dei vecchimilitanti. La storia, comunque, non si scrive con i “se”!Nemmeno Plutarco potrebbe inserire i due tra le figure tratteggiate ne“Le vite parallele”. L’uno ha chiuso (forse…); l’altro ora apre. Dif-ficile, se non impossibile, che possano incontrarsi sul campo di bat-taglia della politica, con le truppe scalpitanti ed in attesa di ordini. Peccato! Ci sarebbe stato da divertirsi e, forse, la grigia politicaavrebbe potuto avere delle scosse.

editoriale

di Renato Nicodemo*

Le scissioni non portano bene

Caro Gerardo,

Cicerone definiva la storia magistra vitae ma nelle nostre scuole,

come si sa, questa disciplina è trascurata se non addirittura stra-

volta da professori e libri di testo faziosi (vedi sull’argomento la fa-

mosa polemica di una decina di anni fa), per cui nella maggioranza

dei casi la ignoriamo o la conosciamo male.

Faccio questa premessa per parlare della recente scissione degli Al-

faniani da Berlusconi e per richiamare un’altra scissione, quella del

1976 in seno al MSI, che tu certamente ricorderai.

Orbene, una sessantina di parlamenti tra Camera e Senato, guidati

da Alfano, hanno di recente – con il classico calcio dell’asino - ab-

bandonato Silvio Berlusconi, peraltro in un momento difficile, per

dar vita ad una nuova formazione politica con la motivazione di sal-

vare – a loro dire – il governo Letta, di cui i capi degli scissionisti

occupano la poltrona di ministro. Nel fare ciò hanno, ovviamente,

pensato all’Italia e agli italiani che stanno loro tanto a cuore!

Il peso specifico elettorale di questi è pari a zero, essendo stati no-

minati da Berlusconi e non eletti dal popolo. Ben altro calibro ave-

vano gli scissionisti di Democrazia Nazionale che nel 1976

abbandonarono Almirante e il MSI spaccando il partito praticamente

a metà (9 senatori su 15 e 21 deputati su 35, oltre a 13 consiglieri re-

gionali su 40, 51 consiglieri provinciali su 160 e 350 consiglieri co-

munali si 1500). Si trattava di personaggi di alto profilo personale,

morale, storico e di militanza politica, quali Ernesto De Marzio, Ga-

stome nencioni, Raffaele Delfino, Pietro Cerullo, Angelo Nicosia,

Giovanni Roberti, Enzo Giacchero, Giulio Cesare Graziani, Gino

Birindelli, Alfredo Covelli, Achille Lauro, Piuera Gattesci Fondelli.

Anche questi giustificarono la loro scissione per sostenere il governo

monocolore di Andreotti, detto della “non sfiducia”, sostenendo così

la Democrazia Cristiana e i partiti dell’arco costituzionale, comu-

nisti compresi.

Sopravvissero un triennio, fino alla prima tornata elettorale e poi, i

miseri, scomparvero del tutto. Alle politiche del 1979 ottennero, in-

fatti, appena lo 0,7%, mentre il MSI ebbe sostanzialmente gli stessi

voti della legislatura precedente; dal che a metà spaccatura di ver-

tice non corrispose nessun voto di sperso a livello di elettorato.

Ma questa lezione della storia se non l’ha imparata il badogliano

Fini, non poteva certo conoscerla l’ex democristiano Alfano che

alla prossima tornata elettorale scomparirà insieme ai suoi sodali

dalla scena politica italiana.

“O Italiani, io vi esorto alle storie” (Foscolo);

Ti saluto

* già Direttore scolastico

Una brevissima chiosa alla lettera dell’amico Renato Nicodemo, ilquale mi ricorda “il mio esserci stato” in quell’ormai lontano 1976.Altra stagione politica, caro Renato, non rapportabile all’attuale.Basta considerare, ad esempio, che il consenso elettorale per il “no-stro” Movimento scaturiva da una scelta ideologica e programma-tica per cui la scissione da te ricordata era destinata al totalefallimento nonostante fosse stata promossa e capeggiata dalle pri-missime figure da te citate.Il consenso sarà ondivago; non tragga in inganno la figuraccia su-bita da Fini nell’ultima tornata elettorale. La prossima non sarà di-versa da quella della Prima Repubblica ove mezzi finanziari e

compromessi vari faranno la differenza, soprattutto se dovesse es-sere introdotto il voto di preferenza.Convengo con te sul fatto della “ineleganza” consumata dagli scis-sionisti con un Berlusconi che avrebbe meritato ben altra solida-rietà nel momento più difficile della sua vicenda umana e politica.Forse non aveva messo in conto le debolezze, le lusinghe, la libi-dine del potere, il narcisismo della visibilità.Non mi va di usare il termine di “tradimento” perché Berlusconi, sevorrà continuare in politica, con tale gente dovrà convivere…Ma su questo argomento ritornerò per rendere più compiuto il miopensiero. (gdp)

Lettera al Direttore editoriale

di Francesco Fasolino

AuguriIl nostro particolare augurio,

e non soloper queste festività natalizie

L’Evento di successo:

Altri servizi ed immagini sul Concorsonelle pagine 2, 3, 4, 8

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In questa pagina, con i loro nomi e co-gnomi, tutti i protagonisti del 2° Concorso

Letterario Il Pensiero Libero alla memoriadel notaio Carlo Calabrese. Ed ancora, con iloro loghi amici impegnati nelle attività cul-turali, solidaristiche, commerciali.Di particolare significato quella dell’ArecCampania, l’Associazione degli ex Consi-glieri regionali con il Patrocinio e presentealla manifestazione con i Dirigenti avv. Giu-seppe Albarella e dott. Pasquale D’Acunzi. Tutti, ciascuno per la propria parte, hannoreso ancor più godibile la splendida serataculturale. Prova ne sono anche le testimo-nianze scritte, fotografiche che pubbli-chiamo a partire da questa edizione.

Di particolare valore a pagina 3 le riflessioni

del notaio Nello Calabrese anche a nomedelle sorelle Consuelo e Laura. Non mi stancherò mai di ribadire che il Con-corso è nato dalla condivisione di una pro-

gettualità culturale. L’iniziale adesione dell’amico Nello è statocertamente determinante.Mi sia consentito citare due soli nomi, quellodi Alfredo Salucci e di Lello Aufiero, per illoro delicato e particolare apporto.

A tutti il mio grazie di cuore ed un arrive-derci al prossimo anno per la terza edizione.

Gerardo De Prisco

2Dicembre 2013 - Anno IV - N. 11 - Gennaio 2014 - Anno V - N. 1 2° Concorso Letterario

vincitori

nARRAtIvA JunIoR

1.Marzia Capaldo La violenza sulle donne non ha scuse2.Annalaura Cerone Bianco3.Alessia Di Palma Un sussurro nel vento

Diploma di Merito

- Germana Montervino Sogni e paure

PoESIA JunIoR

1.Simone Miracolo Identità2. Anastasia Allegretti Sono felice3.Stefania Cirillo La mia donna

Diploma di Merito

- Classe IV U IPSSEOA, Pagani Il valore della voceIn memoria del Ten. CC “M. Pittoni”

nARRAtIvA ADuLtI

1. Francesco Feola Fuori le mura2. Maria Rosa Di Domenico Una festa paesana memorabile3.Mario Manzo Femmine Fatali

Diploma di Merito

- Teresa Nastri La leggenda del poetae dell’ombra bianca

PoESIA ADuLtI

1.Davide Rocco Colacrai Canto dei miei sette anni1. Vincenzo Acquaviva Storie2. Giovanna Scutiero Sul podio del duemila3.Alfredo Pauciulo Respirare la luce dei sogni

Diploma di Merito

- Emma Tortora Ove io nacqui- Maria Emelinda Di Lieto A te- Lucia De Cristofaro Suggestioni notturne- Aniello De Prisco Sera- Valeria Nastri Fiori nel fango

vERnACoLo

1.Antonio Ranucci ‘A carrezza ‘e Dio2. Wanda Mainenti Sedici anni3.Lina Pinto Povera auliva

Diploma di Merito

- Maria Pia Pisapia A’ fucagna re nonna Peppa

LA PREMIAZIONE

IL CONCORSO LETTERARIO:“Creatività, emozioni, aggregazioni”

Istituto Comprensivo Roccapiemonte

SEzIonE PoESIA

- Maria Rosaria Pepe A scol- Francesca Massa da Primavera- Maria Ciancio Voglia d’estate- Ivana Stefanini Al mio papà- Cristian Bove Per la mia mamma

SEzIonE nARRAtIvA

- Daniele Spisso La mia passione

Istituto Comprensivo “S.S. Giovanni Paolo II – Anna Frank” San Marzano sul Sarno

SEzIonE PoESIA

- Sara Garofalo L’amore- Alessia Monteverde Tu- Raffaela Barba Se corri come un fulmine ti … come un tuono

Scuola Media “Eduardo De Filippo” Sant’Egidio del Monte Albino

- Rosaria Cleto Alcolismo- Sara Amitrano Libertà- Sofia Pappacena Un sogno- Sonia Pappacena Guardando avanti

Il ringraziamento

per la professionale

e gratificante collaborazione

quale componente della Giuria a

- Prof. Francesco Fasolino

- Prof. Basilio Fimiani

- Prof.ssa Maria Rollo

- Prof. Franco Salerno

- Francesco Amato Giornalista

- Prof.ssa Maria Butrico

- Prof.ssa Luciana Desiderio

- Prof. Antonio Pecoraro

- Mario Bottone Poeta

- Prof. Gaetano Califano

- Maria Pepe Giornalista

- Prof. Renato Nicodemo

- Prof.ssa Gabriella Brandes

- Dott. Antonio Cirillo

- Prof. Armando De Virgilio

- Dott.ssa Nunzia Gargano

- Dott.ssa Nicla Iacovino

- Dino Baldi Giornalista

- Prof.ssa Ermelinda Procida

- Dott.ssa Eleonora Rimolo

DIPLOMA DI MERITO

GIURIA

La concessione del Patrocinio

al Concorso Letterario

una scelta intelligente

per una presenza concreta

dell’Associazione a sostegno

della promozione culturale.

Con la più viva riconoscenza alla

Istituto Comprensivo Roccapiemonte- Dott.ssa Angela Nappi Dirigente Scolastico- Prof.ssa Annalaura Guarino

Istituto Comprensivo “S.S. Giovanni Paolo II – Anna Frank” San Marzano sul Sarno- Prof.ssa Emma Tortora Dirigente Scolastico

Scuola Media “Eduardo De Filippo” Sant’Egidio del Monte Albino- Prof. Marino Perrina Dirigente Scolastico- Prof.ssa Rosa Cirillo

RICONOSCIMENTI

IL RINGRAZIAMENTOPER LA PREZIOSA COLLABORAZIONE

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Potrei raccontare il 2° Concorso Lette-rario promosso da “Il Pensiero

Libero” nella veste di organizzatore del-l’evento, preferisco farlo da spettatore. Espettatore lo sono stato volutamente, ri-tagliandomi un attimo di serena curiositàconfuso fra il numeroso pubblico. Hoavuto modo così di osservare quello cheaccadeva. Ho guardato, con discrezione,i tanti presenti per coglierne la soddisfa-zione o l’indifferenza per quanto acca-deva loro intorno. Ho avuto anche lacalma di sequestrare nella mia memoria,ormai quasi satura come un computer, leriflessioni e gli accadimenti di quella se-rata particolare. E quella dello scorso 30 novembre è statadavvero una serata particolare, per l’af-fluenza di pubblico, tale da riempire unasala di trecento posti, fatto a dir poco ec-cezionale per un concorso letterario.Tanta partecipazione è stata il segno del-l’apprezzamento per il lavoro svolto e in-sieme la nascosta richiesta di continuarelungo la via intrapresa.

È stata una serata particolare anche perPagani e per l’Agro. Osservare quellagente, guardare i loro volti e coglierne ilpiacere di ascoltare una poesia o un branomusicale rende evidente quanto sia di-versa da come spesso la si immagina o lasi racconta. Emozione piacevole e intensa è stata lapremiazione dei partecipanti più giovani,quasi catapultati in un mondo ancoramolto lontano dal loro immaginario. Aquesti giovani aspiranti scrittori l’augu-rio che la loro vita possa essere una pia-cevole prosecuzione di quella serata. Diversa la sensazione che ho avutoquando sono stati premiati i ragazzi.Pochi anni di divario con i più piccoli magià tanta differenza nel proporsi. Le loro opere, a giudizio dei giurati, sonodi ottimo livello, qualcuna addirittura eccellente. La premiazione degli adulti ha sancitoper alcuni una bravura già sperimentata,per altri la scoperta di un mondo nuovo.Avere avuto, poi, una partecipante no-

vantenne che ha trasmesso a tutti la suavoglia di gareggiare e vincere è stato unaltro momento indimenticabile e nellostesso tempo istruttivo per piccoli egrandi. La serata del premio ha anche mostratocome certe manifestazioni possono es-sere, non solo un momento culturale, maoccasione di una utile interazione frascuola, famiglia e ambiente. Alla fine della manifestazione, quandotutti i premiati hanno ricevuto la giustaammirazione del pubblico, c’è stata an-cora una piacevole sorpresa. La poesia, lamusica, il canto hanno convinto i presentiche l’arte è magia, forza risanatrice ca-pace di schiudere nuovi orizzonti. Basta poco a immergersi in un modo fantastico, spazio bello e vivibile in cuiognuno spera di vivere. E questo è statopossibile anche grazie alla voce di AnnaCorvino e alla bravura della pianista Mar-gherita Volpe capaci di creare un’atmo-sfera surreale. Spero per tutti noi che ilsogno possa continuare.

Una serata particolare di Alfredo Salucci

3 Dicembre 2013 - Anno IV - N. 11 - Gennaio 2014 - Anno V - N. 12° Concorso Letterario

Un gratificante impegno

Siamo onorati che un premio letterario, che si va affermando sempre

di più, sia legato al nome di nostro padre, ma il vero e più profondo

senso di questo premio è quello di diffondere nei nostri territori i valori

della poesia e della letteratura in genere, che sono l’amore, il sentimento

e la cultura, principi che debbono essere posti a base di ogni comunità.

Quello che più ci ha colpito è che da questa manifestazione è emerso che,

nonostante si parli male della scuola, esistono per fortuna degli insegnanti

che si commuovono con i loro ragazzi, che credono in quello che fanno,

che si impegnano per la crescita di quelli che saranno i protagonisti della

nostra società futura.

Anche noi ci siamo commossi vedendo che esiste non la speranza, ma la

certezza di una società migliore grazie a coloro che facendo il proprio

dovere affermano valori che sembrano essere oggi rari.

Vedere dei ragazzi non solo dalla faccia pulita ma che sono soprattutto

moralmente puliti ci fa capire che la nostra comunità sta migliorando.

Non dobbiamo dimenticare, e i meno giovani se lo ricorderanno, che nel

passato questo nostro territorio fu molto refrattario alle iniziative cultu-

rali. Un territorio condizionato da disagi sociali, in primis la camorra. Ta-

lune sollecitazioni della mente e del cuore facevano fatica ad imporsi

presso la più larga opinione pubblica.

Ebbene, siamo cresciuti, perché siamo gente forte, siamo una comunità

civile che cresce e lo dobbiamo soprattutto agli insegnanti e ai genitori

che hanno generato questi ragazzi eccezionali.

Dobbiamo avere fiducia, dobbiamo parlare bene delle nostra comunità,

dobbiamo controbattere a chi ci considera una comunità “scadente”: non

lo siamo!

E questa manifestazione ne è la conferma.

Noi ci impegniamo perché questa iniziativa culturale sia un piccolo con-

tributo affinché la nostra comunità migliori sempre di più.

Ci impegniamo soprattutto per i giovani in quanto la presenza dei ragazzi

non è soltanto ricchezza di energie nuove, ma è anche coinvolgimento

dei nuclei familiari e di tutti gli insegnanti che intorno ad essi si adope-

rano, così esprimendo un fattivo sentimento di coesione sociale.

Crediamo che la presenza dei ragazzi sia una condizione di rivitalizza-

zione di un mondo come il nostro paralizzato dall’indifferenza e che que-

sta iniziativa che è partita da “Il Pensiero Libero” e fatta anche propria

dalla Casa Editrice Studio 12 di Roma - a riguardo il più vivo ringrazia-

mento alla signora Isabella Peroni per l’omaggio della pubblicazione -

nasconda il più profondo bisogno di non lasciare inaridire le fonti della

nostra vita collettiva.

Se la nostra società è inevitabilmente civile formalismo, è pur vero che

non si reggerebbe a lungo, se al suo fondo, alle sue radici, non vivessero

emozioni e sentimenti genuini sempre nuovi e soprattutto espressi dalle

nuove generazioni in continuità con quelli che sono stati i valori dei no-

stri padri.

Nello Calabrese

La poesia da sempre ha rappresentatoper gli uomini un mezzo privilegiato

con il quale trasmettere emozioni alle per-sone dal fanciullo all’anziano. Il testopoetico ha subito grandi modificazioni neltempo, basti pensare al mutamento avutodal periodo illuminista quando la poesiaera dominata dalla fredda ragione, al pe-riodo romantico ottocentesco, nel quale lapoesia è stata valorizzata ricevendoun’enfasi e un aspetto tipico dei poeti del-l’epoca. Tutti questi anni di poesia sono scivolatialle spalle dell’umanità alla velocità di unbrivido lungo la schiena, fino ad oggi conpoeti contemporanei di qualunque età, tal-volta anche adolescenti. Non esiste un’età precisa per scoprire iltalento poetico che ognuno di noi po-trebbe avere, per noi ragazzi non bisognaessere bravi a scuola al compito di ita-liano, basta avere l’ispirazione giusta etutto può diventare poetico e magico: l’e-mozione di una interrogazione, lo sguardodi una bella ragazza, il pianto di un bam-bino, il sole di primavera o un cielo stellato… Io da alcuni anni ho scoperto di avere uninteresse per scrivere poesie, infatti, findall’età di undici anni ho partecipato avari concorsi letterari. Tra questi ho il pia-cere di segnalare il concorso a cui ho partecipato e vinto recentemente, deno-minato ”Il Pensiero Libero”. Già il titolodel concorso può far intuire che il temaletterario o poetico da sviluppare è scrivere una poesia o una narrazione in

massima libertà. Questa è la seconda edizione del con-corso, dedicato alla memoria del notaioCarlo Calabrese, uomo che con la sua lun-gimiranza e saggezza ha lasciato un segnoa Pagani, città di fede e cultura. Non avreimai pensato di vincere il concorso e perdi più classificarmi primo. La mia primareazione è stata una gioia immensa, chemi ha ripagato del lavoro svolto. La premiazione si è svolta al CircoloUnione di Pagani, centro di cultura dal1894. Qui sono state presentate tutte leopere premiate scritte da autori di qual-siasi età. Mi hanno colpito soprattuttopoesie di persone anziane, nelle qualiemergeva il loro passato e ciò a confermache attraverso la poesia anche il tempo èmagnanimo: eventi lontanissimi sono rie-vocati magicamente e tornano a splenderedi una vivezza impensabile, come fosseroaccaduti ieri. Suggestivo è stato anche ilricorso al dialetto, per rendere più verosi-mile la descrizione. Il concorso si è svolto in maniera inecce-pibile, un plauso va agli organizzatori edalla giuria; ma un apprezzamento partico-lare va gli autori delle opere proposte egià solo perché, in un mondo nel quale lapoesia sembra davvero emarginata e incui domina l’apparenza che non lasciaspazio all’espressione autentica, hannoavuto voglia di mettersi in gioco, la-sciando che le proprie emozioni si tra-sformassero in parola. Un elogio va anchealla pianista Paola Petrosino ed alla so-prano Anna Corvino, che con la loro mu-

sica hanno creato un’atmosfera paragona-bile a quelle dei salotti nobiliari dell’ ‘800.Io, per la partecipazione al concorso, hopensato a lungo il genere letterario da sce-gliere e infine ho optato per la poesia. Hointitolato la mia poesia “identità”: ri-guarda un discorso immaginario con unapersona alla quale dover spiegare sestessi, infatti, penso che per descriversi aqualcuno, non bastano le parole, ma oc-corre fargli visitare i luoghi dove si è vis-suti da sempre, fargli conoscere le stradedove vivi e la gente che frequenti, solocosì il tuo Io può emergere in un “istanta-nea” vera del tuo essere. Un esempio po-trebbe essere la casa avvolta dal teporedella famiglia, pane quotidiano che coin-vole tanti cuori in uno scrigno di valori,oppure visitare le strade che tutte le mattine percorro per recarmi a scuola o ilsole che illumina le piazze e le asciugadalla pioggia primaverile, o ancora pro-vare ad immaginare la parete della miastanza. Quindi mi chiedo: quali parole sipotrebbero mai usare che non siano spentacopia del vero? Superflue, come pioggiasul mare. Con queste ultime parole posso dire cheper questa poesia mi sono ispirato allaquotidianità, al vivere semplice di un ado-lescente che con i suoi amori e le sue abi-tudini può presentare se stesso, nonricorrendo alle parole, ma ad una inter-pretazione dell’anima e del pensiero che èl’unico mezzo che fa viaggiare la fantasiain un mondo fatto di tristezze, gioie, spe-ranze e amore.

Da “Aforismi e detti memorabili”

di Ezra Pound

La cosa essenziale in un poeta è che costruiscail suo mondo per noi. Può essere l’isola di

Prospero, la taverna con Falstaff, il nuovo mondodi Candide, o Firenze che ha sparso la vana glo-ria nelle regioni dell’Inferno, o il burlesco di Hu-dibras. Ma una realtà o fantasia egli deve costruireintorno a noi. [PPP. II]

Poesia, scrigno di emozioni di Simone Miracolo

Al Circolo Unione di Pagani la letteratura è stata trattata col ri-

spetto e l’importanza che merita, veraprotagonista lo scorso 30 novembrealla premiazione dei vincitori del Se-condo Concorso Letterario “Il PensieroLibero”.Gli organizzatori del Concorso, dichia-ratamente dalla parte dei giovani, cre-dono fermamente in alcuni aspettilegati alla letteratura, inestimabile espe-rienza per chi la fa e soprattutto per chine fruisce.La letteratura è innanzitutto espressionedel talento, diciamo pure del “genio”,il quale esula dal voto in pagella, comeha fatto notare il dottor Salucci. Da quila fondamentale importanza, accantoalla famiglia, della scuola – cui pure ilConcorso si rivolge – nella formazionenon solo del giovane scrittore ma delfuturo cittadino, culturalmente avve-duto e consapevole.La letteratura è una nobile occupazionein alternativa alla “strada”, in tutte leaccezioni negative che il termine puòassumere, come ha suggerito il senatoreDe Prisco.

La letteratura è poi una risposta più chemai attuale alla piaga dell’illegalità edella criminalità organizzata (vedi allavoce Saviano), aspetto con forza riven-dicato dal notaio Nello Calabrese.La letteratura, inoltre, è un momento diunità, di superamento delle barriere ter-ritoriali, sociali, ideologiche o di altranatura.Infine, d’accordo con quanto ha scrittoRaffaele Aufiero nello scorso numerodi questo Giornale, la letteratura èanche impegno politico, perché la po-litica è vita, è un bene di tutti, non ap-pannaggio di pochi. E la letteratura, lacultura in generale, è la linfa di cui devenutrirsi la politica e la vita!Fare cultura non è mai facile e scontato,e nel nostro Sud lo è ancor meno.Onore quindi al “Pensiero Libero” e alsuo bel Concorso, che rinnova – pub-blicando già il bando per la terza edi-zione – il suo impegno a farsi carico ditutte queste problematiche, e soprat-tutto a dar voce a una speranza: è pos-sibile rinascere dalle macerie di questomondo in crisi anche attraverso la letteratura.

La letteratura è una cosa seriadi Francesco Feola

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4Dicembre 2013 - Anno IV - N. 11 - Gennaio 2014 - Anno V - N. 1 2° Concorso Letterario

Anna Corvino, soprano

Margherita Volpe ha iniziato gli studi musi-cali giovanissima, rivelando immediata-mente un eccezionale talento pianistico.Dopo aver conseguito il diploma in pia-noforte con il massimo dei voti e la lode, siè perfezionata con i Maestri: A. Tramma, V.Krpan, P. Rosel, D. Grigore, M. D. Radu-canu, W. Krafft e A. Hintchev. Ha inoltreseguito i corsi di alto perfezionamento delM° M. Marvulli presso l’Accademia Musi-cale Pescarese. Ha rappresentato l’ Italiaagli Incontri Internazionali di musica clas-sica in Croazia nel 1993 e in Romania nel1994, ed è stata ospite negli spettacoli tele-visivi: “La vita in diretta”, “Le stelle delmediterraneo” (edizioni 1994, 1995, 1997,

1998, 1999), “... e la festa continua”, “Cam-pania viva”, “Ballo, amore e fantasia”, “IlFestival di Napoli” e “Sorrento in love”, an-dati in onda su emittenti nazionali ed inter-nazionali. Si è sempre classificata tra ivincitori in vari concorsi nazionali, siacome solista che in formazioni da camera.Ha tenuto concerti in varie città italiane, tracui: Napoli (Teatrino di Corte di PalazzoReale, Teatro Sannazzaro, Teatro Merca-dante, Biblioteca Nazionale, Circolo Uffi-ciali, Associazione Musicarte, AssociazioneLucana, Istituto Grenoble), Amalfi(Duomo), Bergamo (Teatro alle Grazie),Avezzano (Castello Orsini), Brindisi, Capri,Caserta (Cappella Palatina di PalazzoReale, Duomo), Como (Villa Carlotta),Ischia, Merano, Messina (Sala Laudamo delTeatro Vittorio Emanuele), Pavia, Pistoia,Pompei, Positano, Procida, Ravello (VillaRufolo, Chiostro di San Francesco), Roma,Salerno, Sorrento (Chiostro di San France-sco per l’estate Musicale Sorrentina), Taor-mina, ricevendo sempre unanimi consensidi pubblico e critica. Ha collaborato in qua-lità di M° accompagnatore alla Masterclassdel celebre flautista Maxence Larrieu.Intensa anche la sua attività didattica: ha in-

segnato pianoforte presso il Liceo Musicale“Franz Carella”, ha fatto parte della giuriadi vari concorsi musicali, ha collaborato inqualità di Commissaria Esterna agli esamidi pianoforte in Conservatorio ed attual-mente è docente presso una scuola mediastatale in provincia di Napoli. È presidentedell’Associazione Culturale “Il Parnaso”con la quale ha organizzato diverse rasse-gne musicali collaborando con la RegioneCampania, con la Provincia di Napoli e Sa-lerno e con svariati comuni. Ha seguito uncorso di perfezionamento alla “CatholicUniversity of America” e si è esibita in variconcerti a Washington. Recentemente hapreso parte allo spettacolo “Mediterraneo -I° Incontro Internazionale di Musica e Let-teratura” tenuto al Teatro Grande degliscavi di Pompei. Ha frequentato la specia-lizzazione in “Musica e Spettacolo” pressol’Istituto Universitario “Suor Orsola Benin-casa” di Napoli.

Via Andolfi n°32 - 80045 – Pompei (NA)

Cell. 333 62 48 021

E-mail address: [email protected]

Il più vivo ringraziamento ad Anna Cor-vino, ospite d’onore della serata. Il suocanto già lo scorso anno aveva ammaliatol’uditorio attento e competente. Ancor piùsuadente quest’anno la sua voce accom-pagnata da una gestualità ammiccante.Un’autentica artista il nostro soprano chesi è esibito nell’ideale cornice musicaleespressa dalla brava pianista, prof.ssaMargherita Volpe.E’ troppo immaginare queste belle e pro-fessionali presenze anche per gli anni a venire?La loro disponibilità e generosità ci fa bensperare. (gdp)

Margherita Volpe, pianista

Un concorso letterario a Pagani? Unaltro concorso letterario? La novità

sa di deja vu, in un Paese, come il nostro,dove le statistiche registrano più scrittoriche lettori. E allora, un invitato, un giu-rato, ci si accosta con la riserva mentaledi chi sa che leggerà le solite banalità condite di niente, assisterà alla solita esi-bizione di geni incompresi dall’io ipertro-fico, condannati dall’industria culturale aessere scoperti solo dopo la morte, pre-senzierà alla inevitabile passerella di po-litici in cerca di lancio o di rilancioelettorale e via dicendo. Ma poi si consola leggendo che, comun-que, la serata offrirà un diversivo alle quo-tidiane, mortificanti serate televisive,perché promette l’esibizione del sopranoAnna Corvino, talento nostrano del belcanto, che ancora per poco ascoltaremo acasa nostra, prima che ne scoprano il va-lore i mammasantissima del teatro liriconazionale. Avendo ancora un pizzico dipuzza sotto il naso, scopri, però, che sta-volta il concorso ha coinvolto le scuole,

cioè i ragazzi e le ragazze: insomma queimammiferi strani vestiti di jeans a vitabassa, bicromati nelle chiome, calzati discarponi da montagna pure in pieno ago-sto, perennemente intenti a cliccare suiloro Iphone e Ipad parole infarcite di K edi X. Ti metti, perciò, di buon uzzo a leg-gere la dozzina di racconti che l’amico,segretario del concorso, ti ha spedito al-l’indirizzo email, sperando di mantenerela parola e di giungere alla fine senzatroppa sofferenza. La lettura procede conlentezza ma ti consola la constatazioneche, confusi tra i sedicenti, pretesi “scrit-tori”, qualcuno con la naturale vocazionealla scrittura c’è. E, armato di spirito datalent-scout lo segnali con un giudizio mi-surato e obbiettivo. Quando, poi, partecipi alla serata, scopriche i tuoi pregiudizi in buona parte eratali, che, cioè, eri stato frettoloso e ingiu-sto nel tirare anzitempo le conclusioni sul-l’ennesimo concorso letterario. Nonsoltanto perché quei giovani stranovestitisi dimostreranno seri e meditabondi, ma

anche perché scopri che, in posizione con-trappuntistica, le loro voci poetiche squil-lanti fanno da controcanto ad altre, piùbasse, più roche, più meditate di stagio-nati cantori di poesia vernacolare, che nonsoltanto sanno di metrica e di rima, mariescono persino a commuoverti nella rie-vocazione delle piccole gioie della vitadomestica o nel rimpianto della verde età,che pure a te è sfuggita tra le dita primache te ne accorgessi. Benvengano, dun-que, concludi, i concorsi letterari di pro-vincia, (mica hanno diritto di esistere sololo Strega e il Campiello?), anzi, aggiungi,fatene tanti, molti, nella speranza che in-citino gli Italiani, quelli cromocriniti equelli biancocriniti, a leggere i buoni autori più di quanto facciano al presente,e i politici a rivolgere il loro sguardo be-nevolo (non importa se interessato omeno) ai così detti “valori culturali”, perché fanno crescere sano il corpo so-ciale, che essi dovrebbero curare dai malidella cattiva contingenza economica eamministrativa.

Un Concorso Letterario a Paganidi Antonio Cirillo

Ho scritto, lo scorso anno, dell’incon-tro tra coloro che sono divenuti, poi,

il Presidente e il Segretario del ConcorsoLetterario promosso da questa testata. Dicome, da una posizione privilegiata, ebbila possibilità di assistere alla nascita, al-lora scrissi al concepimento, di un con-corso letterario che si prefiggeva l’arduocompito di proporsi come occasione dipromozione culturale.Vi assicuro che fu necessario grande co-raggio, enormi capacità organizzative euna abbondante dose di incoscienza peravventurarsi, volontariamente, su un sen-tiero tanto complesso. Ma gli ingredientic’erano tutti e il concorso letterario sifece. Buona la prima direbbero i cinefili,

ma non sufficiente ad appagare se un annodopo ci siamo ritrovati di nuovo qui. An-cora una volta promuovere il concorsostesso, ad attendere l’arrivo dei componi-menti, a chiarire i dubbi di qualche autore,a discutere delle modalità di valutazione,a comporre la giuria, a comunicare le pro-prie valutazioni e, in un susseguirsi conti-nuo di eventi, a ritrovarsi di colpo aspostare pacchi di libri, mettere in ordinele targhe dei vincitori, gli attestati, orga-nizzare la scaletta.Dovrebbe essere un ripetersi e, invece, èun raddoppiarsi.Due volte più forte è stata l’emozione divedere il Salone delle Feste del CircoloUnione colmo di pubblico, due volte più

bello è stato vedere tanti ragazzi premiatiper il loro lavoro, due volte più coinvol-gente è stato vedersi alternare sul palco gliautori delle opere vincitrici e due volte piùgratificante è stato sentirsi parte attiva diquell’affascinante meccanismo che fa, delconcorso letterario promosso da “Il Pen-siero Libero”, un importante appunta-mento nel panorama culturale del nostroterritorio e non solo.Rimane un solo dubbio ancora: scoprirese, per la terza edizione, le emozioni se-guiranno una progressione aritmetica, tri-plicando, o geometrica, quadruplicando,e per risolverlo, ormai, è sufficiente at-tendere meno di un anno.

Dal concepimento alla nascita alla crescitadi Francesco Amato

Istituto Comprensivo “S.S. Giovanni Paolo II – Anna Frank” San Marzano sul Sarno.

Il nostro Direttore editoriale con la prof.ssa Emma Tortora Dirigente scolastico

e le ragazze premiate per la sezione Poesia: Sara Garofalo, Alessia Monteverde,

Raffaela Barba

Scuola Media “Eduardo De Filippo” Sant’Egidio del Monte Albino

Il nostro Direttore editoriale la prof.ssa Rosa Cirillo

e le ragazze premiate per la sezione Poesia: Rosaria Cleto, Sara Amitrana,

Sofia Pappacena, Sonia Pappacena

Istituto Comprensivo Roccapiemonte

Il nostro Direttore editoriale la prof.ssa Annalaura Guarino

e i ragazzi premiati per la sezione Poesia: Maria Rosa Pepe, Francesca Massa,

Maria Ciancio, Ivana Stefanini, Cristian Bove; per la Narrativa Daniele Spisso

IMMAGINI RELATIVE ALLEPREMIAZIONI

A sinistra in alto la pubblicazione edita da Studio 12 di Roma per le opere premiate lo scorso anno.

A seguire le targhe in ceramica. L’opera è stata creata da Il Coccio di Pagani appositamente per il Concorso

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Il 7 Dicembre 2013 laBaccaro Art Gallery hainaugurato la personale diGennaro Scarpetta “Dor-mire mentre piove”. Lapersonale è composta da19 lavori del nuovo ciclodel giovane artista cam-pano, che ha continuatoad arricchire la sua pitturadi riferimenti sviluppatidurante i suoi lunghi sog-giorni parigini e berlinesi.Sono Invenzioni bizzarree fantastiche che si inter-secano con effetti spettacolari e di grande ar-monia, un racconto ricco di metafore edallusioni. Un tappeto di forme geometrichemulticolori, composte da un reticolo di lineeintrecciate.Materici i suoi lavori, materico il fondo,spesso nero in questo ciclo, intravede spiraglidi luce. Sono una costante i colori vivaci, cheanimano uno scrigno o una stanza dei ricordi,

tra vecchi giochi un po’ fuori moda, una trot-tola, un omino di legno, una piccola ruota pa-noramica o ancora, stoviglie retrò.La pittura risente fortemente del migliorEspressionismo europeo, che si serve del co-lore per imprimere volume ed intensità alle fi-gure. Materia e colore diventano un vortice, si

intersecano, si sostengonoa vicenda, l’uno mette inmostra l’altra.Ricordi di Rouault nel-l’uso del colore nero checontorna le figure risaltan-dole; di Chagall nelle fi-gure sospese, sbilenche;di Schiele nelle sue ca-sette multicolori ed in mi-niatura, addolcite nelleforme come se fossero ag-glomerati di zucchero.Oggi Scarpetta vive inSvizzera dove continua a

dedicarsi totalmente al suo lavoro di artista ededica questa personale, che si protrarrà sinoal 7 Gennaio 2014, al pubblico campano.A completare la serata, la performance teatrale“Scoppiato amore” di Teatro Grimaldello,tratta dalla commedia dell’arte italiana, conAntonio Grimaldi e Cristina Milito Pagliara.

Antonella Ferraro

Condannata all’economia della bancarella:questo sembra il destino della città di

Pompei, che da sempre non riesce a decollarenon soltanto in anni di recessione e di crisimondiale, come quelli che stiamo vivendo,ma anche nei periodi più floridi dell’econo-mia nazionale, del passato meno recente. Ep-pure i dati statistici ufficiali dicono che oltredue milioni e mezzo di turisti ogni anno visi-tano gli scavi archeologici e altrettanti, se nondi più, sono i pellegrini (cifre ufficiali non neesistono, perché, a differenza dei primi, que-sti non staccano biglietti d’ingresso), che ven-gono a inginocchiarsi innanzi al quadromiracoloso della Vergine del Rosario, nellabasilica pontificia edificata da Baroto Longo.Unica beneficiaria sembra essere la catena dibancarelle che affolla e deturpa i dintorni delsito turistico e del centro mariano, o l’orga-nizzazione (perché si sussurra che ci sia) chestarebbe dietro di loro. Ognuno, però, vedeche si tratta di un duplice filone d’oro, un au-tentico tesoro turistico-commerciale, che po-trebbe far schizzare alle stelle il fatturatoeconomico della città, e persino funzionare davolano di sviluppo dell’intero interland vesu-viano, economicamente depresso e privo diogni speranza occupazionale per i suoi gio-vani. Chi, dunque, ha pronunciato quella con-danna infausta contro la città di Pompei econtro il comprensorio di cui è, in un certosenso, il capoluogo? Le autorità miopi e insi-pienti o la stessa classe imprenditoriale pom-peiana? Le une e l’altra, si potrebberispondere, senza tema di smentita. Quali le

ragioni? Qualcuno ha detto, senza nessun in-tento blasfemo, che Pompei è una e trina comela santissima trinità. C’è il Padre, il Figliuoloe lo Spirito santo. Il Padre è la Curia arcive-scovile, il figliuolo è il Comune di Pompei e loSpirito santo è la Soprintendenza archeolo-gica, o diversamente, se più vi piace. La dif-ferenza tra la trinità teologica e quella profanasta nel fatto che mentre le persone della primasi consustanziano, cioè l’una condivide la na-tura dell’altra, quelle della seconda sono reci-procamente refrattarie, si respingono tra loro,come sostanze repellenti. E, infatti, ognuna diqueste istituzioni progetta, organizza e rea-lizza progetti e manifestazioni all’insaputadell’altra, e, in certi casi, a dispetto dell’altra,si potrebbe dire. Spettacoli e iniziative cultu-rali e ricreative ogni anno si svolgono senzache ci sia un collante comune, una condivi-sione. Il peggio è che quasi mai vengono coin-volti i tour-operators e spesso non leconoscono neppure gli stessi cittadini pom-peiani (non parliamo di quelli dell’interland).È vero che i tre Enti pubblici hanno natura efinalità diversi; è vero che ognuno risponde apadroni differenti, per cui gli incassi del San-tuario, tolte le spese, vanno al Vaticano, quellidella Soprintendenza, pagati i dipendenti,vanno al Ministero, e quelli del Comune, di-stribuite le prebende, restano alle casse muni-cipali, e, quindi, non c’è spazio alreinvestimento, ma è pure vero che non sonosoltanto quelli i profitti che la Città potrebbericavare, attraverso un cordinamento della“trinità profana”. Quali profitti? Oh, santo

Iddio! Quelli che un turismo stanziale po-trebbe portare. Sì, perché il turismo pom-peiano, sia quello culturale, sia quello di fede,è del tipo “mordi e fuggi”. Quasi tutti i turistivanno a dormire, a mangiare e a divertirsi aSorrento, a Capri o a Napoli. Senza contaregli stranieri che partono da Roma, sporcano lacittà e se ne tornano nella città eterna. Pochis-simi visitatori degli Scavi e quasi nessun pel-legrino si fermano, infatti, qui più di alcuneore di un solo giorno: quelle che gli bastanoper avere un assaggio, un’idea della cittàmorta, o recitare, con i grani del Rosario tra ledita, la tradizionale preghiera alla Madonna.E qui il discorso cade non solo sulle vitupe-rate autorità civili e religiose, ma anche suglioperatori commerciali. Circa le prime: comesi fa a non capire che il turista (o pellegrinoche sia) non trova nessuna attrattiva per rima-nere a Pompei? Se resta, la sera che fa? Va ingiro a guardare le vetrine dei negozi? Ci sonopochi ristoranti, un solo cinema-teatro, nellemani della Chiesa, non una sala conferenze(quella della Casa del Pellegrino è pur essadella Curia e senza un programma) , non unadiscoteca, un night, una balera, un internet-café o, che so io, una sala bingo, o un un altroluogo di disimpegno (ma pure di impegno cul-turale), di svago o di divertimento. Niente diniente: una noia mortale! Ecco perché glistessi pompeiani giovani, ma anche le coppiecon le carrozzine dei pargoli e i nonni coi ni-potini per mano, preferiscono andare a giron-zolare per i sentieri luminosi e affollati delcentro commerciale della Cartiera, perché lì

trovano tutto: le luci e i colori dei negozi, unsupermarket, le migliori firme dell’alta moda;tutto: dalla telefonia ai giocattoli, bar, sfizivari, pizzerie, Mac-Donald, un parco giochi epersino il confort dell’aria condizionata.Hanno voglia di protestare e proclamare ser-rate, i commercianti di Pompei, contro il sin-daco, ritenuto reo di aver reso deserto la serail centro della città a favore della Cartiera. Lacolpa è anche loro: non hanno saputo rinno-varsi, adeguarsi ai tempi: non potevano viverein eterno “di rendita”, cioè dell’investimentodei loro padri, dovevano a loro volta investire,per crescere. E non hanno saputo chiedere achi di dovere di rinunciare all’economia dellabancarella per un progetto più in grande, davera città a vocazione turistica di massa. Li hadivisi la miopia imprenditoriale e la gelosia dimestiere. Alcuni anni fa, un intraprendentepresidente dell’I.P.A., l’associazione interna-zionale di polizia, organizzò un raduno dellepolizie di tutta Europa. Dato l’alto numerodelle prenotazioni (Pompei è un nome ma-gico, oltre che noto in tutto il mondo), riunìl’associazione degli albergatori pompeiani perpredisporre la necessaria sistemazione alber-giera e di ristorazione. Sudò le proverbialisette camicie, perché non esisteva (e non esi-ste ancora) un albergo o due di dimesioni talida ospitare contemporaneamente centinaia dipersone. Nessun investitore “straniero” o no-strano chiede di costruirlo, perché sa che pas-serebbe guai burocratici a non finire, e perchésa che edificherebbe una cattedrale in mezzoal deserto del busines dell’intrattenimento edello svago. Allora, quell’intraprendente pre-sidente dell’IPA cercò di distribuire i poliziottieuropei nei vari alberghi e scoprì non solo chele strutture non offrivano tutti un paragonabilestandard di servizi, il che era prevedibile, maanche che i titolari litigavano tra loro a chi do-

veva ospitare poliziotti tedeschi e olandesi,notoriamente più propensi a spendere oltre ilprezzo della pensione, e chi doveva ospitarepolacchi e ungheresi, più restii agli extra. Mio-pia commerciale e gelosia di mestiere, come sidiceva. Morale della favola: questo è il mo-mento in cui i vecchi pregiudizi e la vecchiediffidenze debbono essere superati. La “trinitàprofana” trovi un terreno d’intesa, nell’inte-resse dello sviluppo economico della città edel comprensorio, qualcuno più sensibiledegli altri, non importa se laico o chierico, as-suma l’iniziativa di un tavolo di coordina-mento (a proposito l’Ente Provinciale delTurismo dov’è finito?) e provi a usare megliola grancassa dei mass-media e i tour-opera-tors. Ma soprattutto si dia da fare per libera-lizzare l’iniziativa del divertimento. Tutticapiamo che un nigth-club non può sorgeredietro la basilica, tutti sappiamo che non sipuò mettere una sala bingo negli Scavi, ma chivive in queste zone sa pure che il territorio co-munale è ampio a sufficienza per ospitare, di-stanti dai “santuari” della fede e della cultura,strutture ricreative. Non pensiamo a una LasVegas dell’interland vesuviano, ma almeno agrandi alberghi, a ampi villaggi turistici, a ci-nema multisala, a più teatri, ad auditorium perconcerti, a sale da gioco (Sorrento anni fa vo-leva un Casinò, perché non anche Pompei?), oalmeno a parte di queste cose. E perché no, unfestival del cinema della fede, in analogia aGiffoni, che si inventò felicemente il festivaldel cinema per ragazzi? La Curia non po-trebbe che approvarlo, sfruttando al massimole possibilità del “suo” cine-teatro “Mattiello”,anche se non sarebbe sufficiente alla bisogna.Insomma: sveglia signori, lo richiede il popolodi Pompei e l’economia nazionale. Date provadi lungimiranza e di senso degli affari. È il vo-stro momento.

Dicembre 2013 - Anno IV - N. 11 - Gennaio 2014 - Anno V - N. 15

Pompei ovvero l’economia della bancarelladi Antonio Cirillo

REGoLAMEnto

art. 1 Sezioni

Il Concorso si articola in CINQUE sezioni a tema liberoSEZIONE 1: POESIA SEZIONE 2: NARRATIVA SEZIONE 3: POESIA IN VERNACOLO SEZIONE 4: POESIA junior (riservata ai minori di 18 anni) SEZIONE 5: NARRATIVA junior (riservata ai minori di 18 anni)art. 2 Modalità di partecipazione

Ogni autore può partecipare a più sezioni del concorso.La poesia deve avere una lunghezza non superiore ai 40 versi, corpo 12.Il racconto deve avere una lunghezza non superiore a 25.000 bat-tute, corpo 12.art. 3 Invio delle opere

Le opere, n. 3 copie, dovranno essere inviate a:Segreteria del Concorso Letterario Il Pensiero Libero

Dott. Alfredo Salucci Via D’Anna, 34 – 84012 Angri (SA)Una terza copia, in formato WORD.doc, dovrà pervenire al se-guente indirizzo e-mail: [email protected]

Una sola copia cartacea dovrà contenere: 1. titolo dell’opera2. firma dell’autore3. generalità dell’autore (Nome, cognome, data di nascita, indi-

rizzo, CAP, recapito telefonico, e-mail)4. la seguente dichiarazione:

Io sottoscritto, nome e cognome, dichiaro di essere l’autore deltesto e di detenerne tutti i diritti a titolo esclusivo. Dichiaro inol-tre che il testo è inedito. Si autorizza al trattamento dei dati personali secondo le norma-tive vigenti.Per i partecipanti minorenni l’autorizzazione alla partecipazioneal concorso, deve essere firmata da un genitore, inoltre dovrà es-sere acclusa una copia di un documento di riconoscimento atte-stante l’età anagrafica del concorrente.

5. Autorizzazione a un’eventuale pubblicazione sul giornale Il Pen-siero Libero.

art. 4 termine della presentazione delle opere

Il testo, corredato da quanto specificato all’articolo 3, dovrà per-venire entro le ore 24 del giorno 15 settembre 2014.art. 5 Giuria

La giuria, composta di critici, poeti e scrittori, sarà presentata alpubblico durante la cerimonia di premiazione. Il giudizio della giu-ria è insindacabile.art. 6 Premi

Saranno premiati i primi tre lavori classificati, per ogni sezione. Leprime opere classificate, per ogni sezione, saranno pubblicate su IlPensiero Libero.

La giuria si riserva la facoltà di assegnare altri premi e menzionispeciali a opere particolarmente meritevoli. art. 7 Esclusione dal Concorso

Non saranno ammesse le opere non rispondenti ai requisiti del Concorso.art. 8

La partecipazione al Concorso è gratuita.art. 9 Privacy

I dati dei partecipanti saranno garantiti secondo la legge n. 675/96sulla privacy. art. 10 Premiazione

La data e il luogo della cerimonia di premiazione saranno comuni-cati agli interessati a mezzo e-mail e pubblicati su Il Pensiero Libero.L’invito alla cerimonia di premiazione non dà diritto a eventualispese di viaggio e di soggiorno.I vincitori impossibilitati a partecipare alla cerimonia di premiazionepotranno delegare altre persone per il ritiro del premio.I risultati del Concorso e le motivazioni della giuria relative alleopere vincitrici saranno pubblicati su Il Pensiero Libero.I lavori letterari inviati non saranno restituiti.

Info: Segreteria del Concorso 3391811322

e-mail [email protected]

3° CONCORSO LETTERARIO “IL PENSIERO Libero”alla memoria del Notaio Carlo Calabrese

Èin corso alle Scuderie del Quirinale lamostra che ripercorre le tappe della

folgorante vicenda, umana e politica, diAugusto, figlio adottivo epronipote di Cesare.Chiusa la stagione dellelotte fratricide che avevanosegnato il declino della Re-pubblica, Augusto inau-gura una nuova stagionepolitica, quella dell’Im-pero. Costruzione meravi-gliosa che non avrebbedovuto conoscere tramontocome faceva prevedere lasua durata, mai da altrieguagliata se non dal Cele-ste Impero dei cinesi, or-gogliosamente chiamato“Impero di mezzo” caduto solo all’albadel Novecento. I due imperi avevano lavocazione dell’equilibrio tra gli opposti ela tolleranza religiosa. Ma i duecento ca-polavori presenti in mostra parlano so-prattutto di arte augustea, inaugurando lapercezione nuova che si ha oggi di quel

grande principe, prima di oggi ricordatosolo nel 1937 con la Mostra augustea dellaRomanità.

Fu quella un’occasioneepocale perché Augusto,considerato il fondatoredell’Impero, divenne ilfulcro di un coerente si-stema propagandisticoche vedeva in Mussolini ilsuo successore ed erede,fondatore di un nuovo Im-pero. Forse per reazione aquesta visione troppo po-liticizzata, il principatoaugusteo è rimasto inombra fino al 1988quando al Gropius-Bau diBerlino si tenne, sulla

base di un’idea di Eugenio La Rocca e conla collaborazione di moltissimi studiosi, lamostra “Augustus und verlorene Repu-blik” che propose non solo una visioneagiografica del principe, ma una revisionecritica del suo operato, con le sue luci e lesue ombre. L’esposizione appena aperta

parte dalla splendida statua di Arles che fail paio con l’altra scultura di Augusto,quella di Prima Porta, e poi si diffonde sul-l’arte augustea che Ranuccio Bianchi Ban-dinelli, il più autorevole studioso italianodell’arte antica, riteneva fredda e incapacedi trasmettere emozioni. Grazie all’espo-sizione alle Scuderie del Quirinale sap-piamo invece che artisti rodii già attivi aRoma in età tardo repubblicana realizza-rono alcune teste di Giove Ammone nelforo di Augusto. Esse ci riportano alle nu-merose Korai dello stesso foro - tutte re-plicate in esemplari di qualità molto altasul modello della due Korai centrali del-l’Eretteo di Atene - che con la loro fugapreludono alle figure tutte uguali dell’ar-chitettura industriale ottocentesca e fannocapire che il contesto in cui si trovano leopere d’arte conferisce ad esse il valorepiù genuino. “In questa logica - nota Eu-genio La Rocca - risulta imprudente clas-sificare qualunque monumento dell’arteaugustea con formule convenzionali.Roma augustea è stata un crogiuolo discuole e ambienti artistici che mai primadi allora si era determinato per dare vocead un impero che si prefiggeva di essereuniversale e che rimane lascito universaleper l’Occidente”.

L’impero di Augustodi Antonio Pecoraro

GENNARO SCARPETTA

Page 6: mensile di cultura politica costume … · 2014. 1. 18. · ficile, se non impossibile, che possano incontrarsi sul campo di bat-taglia della politica, con le truppe scalpitanti ed

Come sempre, come più volte asserito, ecome già descritto in precedenti articoli,ogni qualvolta sul nostro territorio, ad ini-zio autunnale, ma anche durante la stagioneestiva, si abbattono piogge più o meno in-tense, accade il finimondo con numerosi al-lagamenti sparsi ovunque nella nostra città.(Oggi l’acqua, quando piove, a tombini

ostruiti e obsoleti, con la cementificazione

in atto e in pieno abuso edilizio, si riversa

nelle strade causando gravi danni alle abi-

tazioni e alla circolazione. Dopo ogni piog-

gia/acquazzone, il tratto che va dall’incrocio

del Cimitero di Pagani fino a S. Lorenzo di-

venta puntualmente impraticabile per il

“fiume” che proviene dalla cosiddetta “Va-

riante di Pagani” e dalle stradine laterali

asfaltate e cementificate (da un precedente

articolo di Novembre 2011). La nostra città,a distanza di 2 anni dall’articolo citato, con-tinua a giacere in condizioni pessime dalpunto di vista della manutenzione che nonviene effettuata da chi dovrebbe farla. Sipensi solo agli alberi che sono sui marcia-piedi di Piazza S. Alfonso, ormai carichi al-l’inverosimile di foglie, tanto che al primovento sicuramente cadranno. Ultimamentesi è potuto osservare (con stupore!) che ilprimo albero, privilegiato, quello all’altezzadella Scuola guida, è stato sfoltito, non si saperché, mentre gli altri giacciono sotto ilpeso di rami stracolmi di foglie (si aspettache qualcuno venga abbattuto dal vento).Ma ad una riflessione più attenta, si può ar-guire che l’intervento di sfoltimento siaopera di un privato che non del Comune. Eche dire dei tombini ostruiti in via Pittoni, ein tantissime altre strade cittadine, che nonvengono ripuliti delle foglie e dei rifiuti chene ostruiscono le feritoie (d’altronde ciò èla naturale conseguenza dello giacere, ormaida anni, dei rifiuti in mezzo alle strade dellanostra città offesa e umiliata, sulla gestionedei rifiuti, dalla commissione straordinariache governa questo paese da molti mesi,senza che nessuno intervenga a normaliz-zare un servizio di raccolta rifiuti gestito dalConsorzio a dir poco scandaloso per il qualenon si vede una via d’uscita. I vari comitaticivici sorti nella nostra città, tornano, dopoi numerosi colloqui avuti con i commissari,senza risultati apprezzabili. Intanto la cittàcontinua a vivere nell’immondizia con gliaddetti che puliscono a macchia di leopardo,lasciando ampie zone nei rifiuti e con mezzida terzo/quarto mondo (vedasi contenitoriplastica trascinati dagli addetti nei qualisono riposti i rifiuti, mentre in paesi civili,ma senza andare in quelli nordici, si utiliz-zano i mezzi con spazzole rotanti. È onesta-mente umiliante per il cittadino che paga(chi paga!) bollette carissime per un servizioche non viene minimamente reso.Eppure, ancora una volta, come più volteasserito in questa rubrica, in tema di ge-stione del territorio, e delle acque in parti-colare, dopo i primi allagamenti verificatisicon le prime piogge nella prima decade delmese di Novembre, bisogna guardare indie-tro ad esempi probanti ed esattamente all’o-pera messa in atto dai Borbone nel 1600 chesistemarono tutta una zona a nord di Napolicon la costruzione di canali che si chiama-vano e si chiamano ancora Regi Lagni cheebbero la funzione di prosciugare un terri-torio che veniva regolarmente allagato dacorsi d’acqua che scorrevano in quella zona (il nome “Clanio” da cui deriva“lagno/lagni” è molto noto anche grazie allacitazione riservatagli da Virgilio). I Regilagni costituiscono la rete idrografica di ca-nali per irreggimentare le acque, prevenirele inondazioni e tenere a disposizione leacque in caso di siccità. Si trovavano nel ter-ritorio a nord di Napoli e interessavano unazona amplissima nella quale raccoglievanoacque piovane e sorgive convogliandole

dalla pianura a Nord di Napoli per oltre 56km da Nola verso Acerra, Brusciano, Pomi-gliano d’Arco, Afragola e quindi al mare,tra la foce del Volturno ed il Lago di Patria,estendendosi lungo 110.000 ettari pianeg-gianti dalle grandi qualità agrarie delimitatia nord-ovest dal litorale domizio e dal ba-cino del Volturno, a sud-est dall’area caser-tano-nolana e a sud-ovest dai CampiFlegrei. L’efficienza di questa opera inge-gneristica, all’avanguardia per l’epoca, è unesempio di tecnologia orografica ammire-vole e i nostri antenati non conobbero lefrane che vediamo oggi. Il canale principaleattraversa la pianura campana da est a ovest,dall’area nolana fino al litorale domizio, at-traversando il territorio di comuni popolosicome Nola, Marigliano, Acerra, Caivano,Marcianise, Casal di Principe, Villa Literno,Castel Volturno: una fascia a cavallo tra leprovince di Napoli e Caserta, per un tragittolungo 55 chilometri, a cui vanno aggiunti210 chilometri di canali secondari che con-fluiscono “a spina di pesce” nell’asta prin-cipale. Nati come opera di contenimentodelle acque, gli alvei borbonici si sono tra-sformati, dal novecento in poi, in una ap-pendice scarichi fognari. Più di un milionee mezzo di residenti, infatti, sono compresinei comuni del bacino idrografico, con in-sediamenti industriali, pratiche agricole in-tensive e una presenza diffusa di aziendezootecniche. Oggi, all’interno di questo ter-ritorio, che comprende settantatre comunidelle province di Napoli e Caserta, sonostati censiti migliaia di siti contaminati o po-tenzialmente contaminati, oppure luoghi diabbandono incontrollato di rifiuti) (Preso danote di Rosalba Valente dell’Università diBologna). Siamo in una zona di strettissimaattualità……… Se si pensa all’avvelena-mento dei territori nel casertano e nel napo-letano, vien da piangere di fronte a unatragedia immane che testimonia l’igno-ranza, l’egoismo e il cinismo della malavitaorganizzata che ha rovinato, con lo sversa-mento di rifiuti tossici, tutta una zona rino-mata non solo paesaggisticamente ma anchestoricamente, (perché da sempre culla di ci-viltà), causando morte di migliaia di per-sone per l’insorgere di patologie tumorali.

Sono clamorose le dichiarazioni, (divulgatesolo oggi) del camorrista Schiavone, secre-tate dallo Stato nel 1997, e relative all’in-terramento in un vasto territorio dellaCampania, nel napoletano e nel casertano,di rifiuti tossici e dimostrano ancora unavolta il cinismo e l’inefficienza della poli-tica, soprattutto quella locale, che ha fattotrascorrere tutto questo tempo senza attivarealcuna bonifica sul territorio campano (vistoche si era a conoscenza di tutto quello cheera avvenuto. Il risultato è che la camorracon l’estorsione e il pizzo ha in questi annidistrutto l’apparato produttivo costringendomolte aziende a chiudere, con l’interra-mento dei rifiuti ha distrutto l’ agricolturafonte alternativa e tradizionale della nostraterra. I prodotti campani, infatti, vengono at-tualmente discriminati in seguito alla divul-gazione del pentito Schiavone e laconcorrenza delle aziende del nord è anchespietata oltre che sleale (come è accadutoper l’azienda POMI’ che ha precisato, conuna campagna pubblicitaria massiccia, che isuoi prodotti sono confezionati con prodottinon campani). Anche i media televisivi, inuna nota trasmissione, hanno, forse voluta-mente, allargato notevolmente il territorioinquinato arrivando addirittura dal casertanoalla Piana del Sele che, come si sa, dista uncentinaio di Km. dalle zone incriminate diinquinamento. Alla fine risulta che tutta laCampania nasconde nelle sue viscere rifiutitossici e invece questi sono localizzati sonoin alcune zone. Ci si augura che i politici,uscendo fuori dall’omertà, dimenticando letattiche clientelari, in uno scatto di orgoglio,si facciamo sentire in Parlamento affinchèle aziende incriminate (i cui nomi sono noti,in quanto impressi sui rifiuti interrati) chehanno sversato tramite la camorra paghinoduramente, non solo con condanne penaliesemplari, ma sia loro addebitata la bonificamilionaria del martoriato territorio cam-pano. Che nasca da questa bonifica un bar-lume di luce per questi figli cui fino ad oggiè stato negato il futuro ad opera di una cri-minalità organizzata ignorante (che non haesitato a rovinare la terra dove vivono anchei propri figli) e di una classe politica com-plice e rapace.

6Dicembre 2013 - Anno IV - N. 11 - Gennaio 2014 - Anno V - N. 1

PAGAnI e DIntoRnI: Ieri e oggi di Armando De Virgilio

L’oDIERno tERRItoRo DEvAStAto

E L’oPERA InGEGnERIStICA DEI REGI LAGnI BoRBonICI(Apprendere dai nostri avi come si tutelava il territorio)

I regi lagni nella zona interessataSpettacolo ricorrente in zone

degradate: carcasse di animali

Espandere ai risparmiatori la conoscenzadel certificate e incoraggiarne la presenzaall’interno dei loro portafogli facendo levasui loro specifici punti di forza, è questouno degli obiettivi che i consulenti finan-ziari dovrebbero porsi.I certificate sono prodotti finanziari che siprestano a realizzare numerose strategiedi investimento o di copertura di portafo-gli, con l’obiettivo di generare una sovraperformance rispetto alla partecipazionediretta nel sottostante offrendo allo stessotempo la protezione, parziale o totale, delcapitale investito. I certificati, essendostrutturati su ampia gamma di azioni, in-dici e materie prime centrano gli obiettividi diversificazione ed ottimizzazione diportafoglio. L’ottimo time-to-market deicertificate, inoltre, permette di offrire so-luzioni sempre attuali e in grado di co-gliere i mutevoli trend di mercato.La loro breve durata rende questi prodottiperfetti per usi tattici. Inoltre, i redditi de-rivati dall’investimento in certificate sonoconsiderati redditi diversi: le plusvalenzederivati dall’investimento in Certificatepossono essere compensate con eventualiminusvalenze pregresse generate da inve-stimenti in altri strumenti finanziari, peresempio quelle derivati dalla vendita diazioni. Da non dimenticare inoltre la quo-tazione dei certificate sul Sedex di BorsaItaliana, che rappresenta garanzia di tra-sparenza e liquidità.Tali prodotti possono essere inseriti nelproprio asset indifferentemente dalleaspettative future. Siria, Fed, crescita eco-

nomica cinese ed elezioni tedesche hannocreato fermento nei mercati portando gliinvestitori a dedicare particolare atten-zione al tema della volatilità. Questo scenario non preoccupa data l’ampiagamma dei prodotti. Una strategia rialzi-sta o laterale, ad esempio, potrebbe esseresoddisfatta con i BONUS CAP CERTI-

FICATE: prendiamo il Bonus Cap sulFtse Mib con scadenza 17 giugno 2016.Questo strumento potrebbe essere unabuona soluzione per puntare sul listinoazionario italiano proteggendosi dalla vo-latilità creata dalle tensioni politiche.Ad una protezione del capitale per ribassidel sottostante fino al 30% abbina unbonus a scadenza pari al 27% in soli treanni, ossia pari al 8,44% annualizzato.Per investimenti più specifichi si puòanche scommettere su un titolo azionario.La gamma di prodotti disponibili oggi sulSedex di Borsa Italiana è molto ampia. Cisono società che hanno recentementeemesso tredici certificate bonus cap suazioni. Questi certificati prevedono bonusa scadenza fino al 27% e protezione delcapitale investito in caso di ribassi dellaquotazione del sottostante fino a -40%.Un esempio allettante è rappresentato dalbonus cap su Telecom Italia, con scadenza1 luglio 2015, che offre la possibilità diottenere un premio particolarmente alto(25%) proteggendo il capitale fino ad unribasso pari al 40%.

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Una specialità del nostro territorio:

l’abbandono dei rifiuti

novembre.

Un muro di Ignoti dei

ci abbraccia sul confine

di ogni conoscenza

e il varco si apre più nero:

così fuggiamo da quello

che siamo, fumo denso

da dissolversi nel breve spazio

di una vita.

(A inseguirla, in fondo, poi,

la morte,

non si arriva prima di lei.

Eleonora Rimolo

Sostienidistribuito gratuitamente

Bonifico su: C/C presso Monte dei Paschi di Siena, Filiale di Paganiintestato a Gerardo De PriscoIBAN: IT08P0103076311000001057589Causale: IL PENSIERO LIBERO

A fronte del contributo verrà rilasciata fattura o ricevuta. Sarà possibile sul sitowww.ilpensierolibero.it pubblicare attività professionali ed imprenditoriali. Gliinteressati potranno scrivere a: [email protected]

Contributi pervenuti nei mesi di Novembre e Dicembre al giorno 17:- Associazione ex Consiglieri Regione Campania euro 1.000,00- Associazione Medica “M.L. Bianchini” Nocera Inferiore euro 200,00- Notaio Nello Calabrese Pagani euro 2.450,00–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––Costi anno 2013giornale euro 5.424,00varie euro 775,00Secondo Concorso Letterario euro 2.995,00

tot. 9.194,00Ricavi anno 2013

euro 8.227,00–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

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17 Dicembre 2013

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Venerdì, 1° novembre 2013, nel sa-lone del Circolo “Unione” di Pagani

si è tenuta una manifestazione incentratasulla figura di s. Alfonso ripensata comeopportunità per la rinascita della città. La circostanza immediata dell’evento èstata la benedizione di una nuova scul-tura del Santo, opera dell’artista paga-nese Domenico Striano, che ha riprodottoil fondatore dei Redentoristi in atteggia-mento di soccorso verso ipotetici terre-motati con crollo di mura e cumuli dipietre. L’evento faceva capo al dott. GerardoTorre, che per mesi ha lavorato al risul-tato della serata. Insieme a lui, al presi-dente del Circolo, dott. Luigi De Prisco,all’avvocato Matteo Baselice che ha trat-teggiato la figura di sant’Alfonso avvo-cato, hanno intrattenuto il nutritopubblico presente il padre Provinciale deiMissionari Redentoristi dell’Italia Meri-dionale, p. Davide Perdonò, e lo scri-vente. Hanno allietato gli astanti gliinterventi musicali di Vincenzo Romano,che ha eseguito una sua composizione sutesto di s. Alfonso, Curri, curri, Mamma

mia accompagnandosi con la sua tam-morra, e brani laudistici liguoriani mira-bilmente eseguiti dal Coro PolifonicoAlfonsiano sostenuti dalla chitarra di An-tonio Saturno, dal basso acustico di Sal-vatore Esposito Ferraioli e dal flauto diSimona Peluso.L’intervento del p. Perdonò è risultato digrande interesse sia per quanto ha esposto relativamente all’operato dei Redentori-sti di Pagani, sia per quanto ha propostoal fine di rinverdire culto e conoscenza disant’Alfonso e incrementare il turismoreligioso nella città liguoriana.Per quanto riguarda l’attività dei Reden-toristi locali, il p. Davide ha evidenziatole preziose iniziative, di cui è stato pro-motore il sottoscritto soprattutto con iconcerti dell’ensemble Coro Polifonico

Alfonsiano-Orchestra Alfaterna e con lenumerose incisioni apprezzate, gradite ediffuse nei cinque continenti dalle mi-gliaia di Redentoristi, che hanno interna-zionalizzato il nostro prodotto locale.In rapporto allo sviluppo del turismo re-ligioso, il p. Provinciale ha chiarito cheannualmente nella città di sant’Alfonsogiungono circa cinquemila pellegrini, iquali sono controbilanciati nelle difficoltàdi ordine logistico (mancanza di struttureidonee: dai parcheggi ai vari confort) dalcalore, garbo e attenzioni dei Redentori-sti nelle visite guidate ai luoghi alfonsiani(particolarmente basilica e museo). Dalla constatazione di fatto che i pelle-grini vengono a Pagani per s. Alfonso, ilrelatore ha esortato gli interessati al turi-smo religioso paganese a non disorientarei visitatori con inopportune stazioni che,per un verso incrementerebbero i disagilogistici, e per l’altro deconcentrerebberoi pellegrini dalla primaria finalità del loroturismo. La figura di sant’Alfonso – hasottolineato il p. Davide – ha carattere disingolarità nella storia della Chiesa per lapoliedricità della personalità. L’intento del turismo religioso paganese,quindi, dovrebbe tutelare tale singolaritàconcentrandosi sulla figura del Santo.Per quanto attiene all’intervento del sot-toscritto – Sant’Alfonso musicista – vadetto che esso è stato incentrato su noteessenziali della tematica. Note maturatein circa trent’anni di riflessioni, dibattiti,convegni, studi, saggi, ecc. La peculiarità musicale del nostro Santonon consiste né nella quantità delle com-posizioni, né nell’aulicità del linguaggio,né in alcunché di specificamente musi-cale, bensì in un atteggiamento del cuoree della mente che porta il Musicista dottoa mimetizzarsi con quello popolare persublimarne il prodotto e renderlo più ido-neo alla lode divina. Da ciò nasce quel suo stile, che ha in-

fluenzato profondamente il genere sacro

popolare dal Settecento ad oggi: un mododi melodizzare che concede spazio allavoce per poggiarsi sui suoni i quali, in talmodo, hanno possibilità di coniugarsimeglio con le parole. Egli attinge talvolta, come abbiamo detto,il materiale primo dal popolo, poi lo no-bilita e lo restituisce al legittimo proprie-tario, che lo riutilizza con entusiasmo,perché lo riconosce come proprio anchese abbellito da altri. Per questo motivo, forse, il Santo musi-cista non è attento ad attribuirsi tale re-pertorio, al contrario di quanto fa con lamusica del Duetto e con i testi poeticidelle sue liriche, che scrupolosamentepubblica a nome proprio o in coda a sueopere (Le glorie di Maria del 1750,Opere Spirituali del 1758, Operette spi-

rituali del 1769), o del Sarnelli (Il mondo

santificato del 1739 e 1740), oppure inraccolte specifiche (Canzoncine spirituali

del 1769; ecc.). È emblematico l’episodio di Nola, in cuiAlfonso tutela la paternità dei suoi versinei confronti di Don Michele Zambadelli,che vorrebbe copiare il testo del suo Tu

scendi dalle stelle. Sarebbe stato interes-sante ed illuminante per noi, se il Santo,utilizzando melodie preesistenti, neavesse indicato il cantasi come secondola prassi dell’epoca. Non lo fa, e una ra-gione forse c’è: la melodia, anche se at-tinta al repertorio popolare - quando lo è- in parte è sua e quindi non può essereindicata semplicemente con l’asetticocantasi come. In tutto ciò un dato rimane inconfutabile:Alfonso si colloca come musicista popo-lare nel Settecento per raccogliere l’ere-dità della lauda monodica francescana delDue-Trecento e trasmetterla rinnovata aisecoli successivi. Peccato che tutto que-sto non sia risaputo neanche da tantiesperti!

L’Associazione Medica M.L. Bianchini diNocera Inferiore, ed i medici della NuovaScuola Medica Salernitana sempre attentinell’ambito della ricerca scientifica, cre-scono anche oltre i confini nazionali insi-gnendo del titolo di socio onorario ilProfessor Henning Walczak, PhD Chair,Centre For Cell Death, Cancerad Inflam-mation. Il professore, assieme alla suaequipe, è impegnato da anni, presso l’Uni-versità di Londra, UCI Cancer Institute,nello studio delle patologie tumorali.Attualmente il professor Henning è partico-larmente impegnato nella ricerca nell’am-bito delle patologie tumorali polmonari, unlavoro costellato da numerosi sacrifici che,inevitabilmente, costringono a sottrarretempo alla propria famiglia per potersi de-dicare alla ricerca, che a volte diventa esa-sperante, mettendo a dura prova il fisico e leaspettative.In occasione del conferimento del titolo ilProfessore ha voluto sottolineare l’impor-tanza che la ricerca scientifica riveste pertutti. Augurandosi che tutti gli stati deci-dano di investire maggiori risorse nella con-sapevolezza che non si tratterebbe di unacapitolo di spesa ma di un proficuo investi-mento sul futuro. Avere la possibilità dicombattere queste terribili patologie vuoldire, ad esempio, ridurre drasticamente icosti delle lunghe degenze a cui spesso por-tano. Allineare il volume degli investimentinella ricerca alla media europea è ancorapiù importante in Italia ove tanti sono i ri-cercatori dotati di invidiabili potenzialità.A portare, a Londra, il caloroso saluto del-l’Associazione Marco Levi Bianchini haprovveduto il presidente professor CarloMontinaro, condiviso, all’unanimità, daicolleghi del Consiglio Direttivo, Dott. Ni-cola Cardillo, Dott. Salvatore Annarumma,Dott. Giuseppe Avallone, Dott. Amedeo Ri-molo, Dot, Giovanbattista Visconti, Dott.Angelo Scarpa, Dott. Francesco Califano,Dott. Carlo Giardina.

Al saluto dei medici dell’Associazione diNocera Inferiore ha fatto seguito quello delDott. Pio Vicinanza, presidente della NuovaScuola Medica Salernitana.I Medici di entrambe le Associazioni hanno,infine, proposto di invitare, in un prossimofuturo, il Prof. Henning Walczak, per poterproporre una sinergia scientifica che af-fronti le patologie causate dall’inquina-mento del nostro territorio.Dell’Equipe dell’Università di Londra faparte, anche, una giovane Nocerina ladott.ssa Antonella Montinaro, che ha fre-quentato il liceo scientifico di Nocera e si èlaureata in Farmacia presso l’Università diFisciano Salerno con 110 e lode e menzionedi merito della commissione, conseguendopresso la stessa Università il Dottorato inFarmacia.

Francesco Amato

ASSoCIAzIonE MEDICA

MARCo LEvI BIAnCHInI“Scuola Medica San Giovanni in Parco

Privilegium Frederi II et Regis Diploma 1220”

nocera Inferiore

A Londra, oltre i confini nazionali

Dicembre 2013 - Anno IV - N. 11 - Gennaio 2014 - Anno V - N. 17

Serata di studio al Circolo “Unione” di Pagani per la nuova statua di s. Alfonso

di P. Paolo Saturno C.Ss.R.

Nella splendida cornice di Palazzo Ce-lentano di San Marzano sul Sarno

(SA) si è svolta la conferenza conclusiva,per l’anno 2013, delle attività dell’Associa-zione Medica Marco Levi Bianchini.Moltissimi gli associati che, in compagniadi familiari e amici, sono intervenuti alla se-rata in cui tradizionalmente ci si scambianogli auguri per le ormai prossime festività.Ad aprire la serata – evento è stata la rela-zione del Presidente Carlo Montinaro cheha ricordato agli ospiti alcune delle nume-rose attività svoltesi durante l’anno. Unaserie di appuntamenti che caratterizzano, dasempre, il lavoro dell’Associazione che sipropone il compito di fare informazionemedica sul territorio a favore dei cittadini.Tanti, infatti, i convegni organizzati nelcorso dell’anno per informare i pazienti sui

rischi per la salute indotti da comportamentierrati, offrendo anche la possibilità di con-frontarsi con esperti di acclarata fama comenel caso del Professor Marco Apperti dellaSocietà Italiana Flebologia.Ma è, in particolare, l’attenzione rivolta allegiovani generazioni ad aver caratterizzatol’anno appena concluso. L’interesse verso igiovani si è concretizzato, infatti, nella col-laborazione con il Liceo Statale A. Galiziadi Nocera Inferiore dove si è svolto un pro-gramma rivolto alla salute pubblica e allaprevenzione. E, ancora, tante le attività le-gate all’educazione alimentare così comealla problematica dell’inquinamento am-bientale, a dimostrazione del fatto che me-dicina non significa semplicementediagnosi e terapia ma, vuol dire attenzionealla qualità della vita.

Una “crescita sana può avvenire solo in unterritorio sano”, afferma il presidente Mon-tinaro, ricordando che la qualità della vitasi misura anche attraverso i la disponibilità,sul territorio, di servizi che rendono più se-rena la vita dei cittadini. San Giovanni inParco, l’ospedale dei poveri a cui si ispira laScuola Medica dell’Agro Nocerino Sar-nese, ne deve essere la prova tangibile.A conclusione della conferenza gli inter-venti del dottor Antonio De Angelis de IlMonitore, e del Vice – Presidente dell’As-sociazione dottor Salvatore Annarumma,hanno preceduto i brindisi di Auguri e l’ar-rivederci ad un prossimo anno sociale an-cora più ricco di attività e di informazionemedica.

* componente del Consiglio Direttivo

L’attività dell’Associazione nel 2013di Nicola Cardillo*

In primo piano da sinistra il prof. Hen-

ning Walczak; al suo fianco il prof.

Carlo Montinaro; alle spalle un gruppo

di allievi dell’Università di Londra

Uno scorcio dell’uditorio nel corso della relazione del Presidente dell’Associazione Carlo Montinaro

Riflessioni

In via del tutto eccezionale pubblichiamo la composizionedi Franco Rossi segnalata al nostro Direttore editoriale dalsignor Raffaele Striano.

Franco Rossi

Page 8: mensile di cultura politica costume … · 2014. 1. 18. · ficile, se non impossibile, che possano incontrarsi sul campo di bat-taglia della politica, con le truppe scalpitanti ed

In prima fila da sinistra dopo il nostro Direttore la prof.ssa Di Matteo, il prof. Fasolino, il dott. Montinaro, l’avv. Albarella del Direttivo Arec.

Si notano il dott. Cardillo e il dott. Cirillo, il prof. Salerno. A destra nelle prime file alcuni componenti delle famiglie Calabrese e Tortora Della Corte

La signora Maria Teresa Tortora Della Corte,

moglie del notaio Carlo alla cui memoria è intestato il Concorso

Il notaio Nello Calabrese

Da sinistra: Consuelo e Laura Calabrese

Valeria Tevere e Letizia Vicidomini

che hanno dato voce ai poeti

8Dicembre 2013 - Anno IV - N. 11 - Gennaio 2014 - Anno V - N. 1 2° Concorso Letterario

Mensile di culturapolitica costume

Direttore Editoriale:Gerardo De Prisco

Direttore Responsabile:Maria Pepe

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di Nocera Inferiore n.9

del 27 luglio 2009

con l’integrazione del 14 maggio 2010

Iscrizione al ROC n. 20216

del 19/10/2010

Manoscritti e fotografie anche senon pubblicati non si restituiscono.

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Al centro la prof.ssa Rosa Rosanna Dirigente scolastico IPSSEOA, alla sua sinistra

il dott. Carlo Montinaro presidente Associazione Medica Nocerina M.L. Bianchini

Al centro dopo Alfredo Salucci l’avv. Giuseppe Albarella

e il dott. Pasquale D’Acunzi del Direttivo Arec-Campania

Nell’ordine da sinistra dopo il nostro Direttore: Alfredo Salucci, Lello Aufiero

e Luigi De Prisco, presidente del Circolo Unione

Veduta parziale del Salone M. Ferrante Brindisi augurale per la Terza edizione. Da sinistra: L. Vicidomini, V. Tevere, Laura,

Consuelo, Maria Teresa e Nello Calabrese, C. Montinaro, N. Cardillo, G. Albarella

La splendida serata attraverso le immagini

2013