MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE ARTIGIANI E PICCOLE … Età della pensione, record all’Italia (Enrico...

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Anno LXIII N. 4 Aprile 2012 TAB. B - Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento contiene I.R. e I.P. MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE ARTIGIANI E PICCOLE IMPRESE DELLA PROVINCIA DI TRENTO - CONFARTIGIANATO Associazione Riqualificazione energetica degli edifici pubblici Associazione Il porfido trentino volta pagina Nuovi orizzonti

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Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012TAB. B - Poste Italiane s.p.a.Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trentocontiene I.R. e I.P.

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE ARTIGIANI E PICCOLE IMPRESE DELLA PROVINCIA DI TRENTO - CONFARTIGIANATO

Associazione � Riqualificazione energetica degli edifici pubbliciAssociazione � Il porfido trentino volta pagina

Nuovi orizzonti

sommario

RIVISTA MENSILEDELL’ASSOCIAZIONE ARTIGIANI E PICCOLE IMPRESEDELLA PROVINCIA DI TRENTOADERENTE A CONFARTIGIANATO

ANNO LXIII � N. 4 APRILE 2012

Direttore responsabileStefano Frigo

Comitato di redazionePaolo Aldi, Flavia Angeli, Giancarlo Berardi, Alberto Dalla Pellegrina, Guido Radoani

Impaginazione e stampa Publistampa Arti grafiche, Pergine Valsugana

Autorizzazione del Tribunale di Trenton. 20 del 19.7.1949

Iscrizione all’ex Registro Nazionale della Stampa/ROC n. 5534

Tiratura13.250 copie

Chiusura in redazione2 aprile 2012

Direzione, redazione, amministrazione e pubblicità Associazione Artigiani e Piccole Impresedella Provincia di Trento Via Brennero, 182 - 38121 Trentotel. 0461.803800 - fax 0461.824315

Posta elettronica [email protected]

Sito internet www.artigiani.tn.it

La carta utilizzata per questa pubblicazioneproviene da foreste ambientalmente amministrate

Editoriale(Roberto De Laurentis) 3

Associazione

Primo pianoMAESTRO ARTIGIANOPresidenti di categoria a “Maestro Artigiano” (Stefano Frigo) 4Costruiamo il futuro dei Maestri Artigiani 5

Maestro Artigiano e Bottega Scuola,sempre più possibilità per gli artigiani

Sistema ArtigianatoCOOPERATIVA ARTIGIANA DI GARANZIA 56CEII TRENTINO 57SAPI 58

RubricheAVVISI 64

OPERE PUBBLICHEEcco la “Task Force”… speriamo possa servire (Stefano Frigo) 7Quanto cresce la popolazione trentina (Stefano Frigo) 8FINANZIAMENTIRiqualificazione energetica degli edifici pubblici 9RICERCAIl rapporto Almalaurea (Stefano Frigo) 11E in Trentino? (S.F.) 11FILIERA DEL PORFIDO DI QUALITÀIl porfido trentino volta pagina (Stefano Frigo) 13In Italia ci sono 7.500 evasori totali (Stefano Frigo) 14L’AZIENDAZanardi Servizi 15SPESE FAMIGLIARIIl carrello della spesa è sempre più caro 17ECONOMIAIn Trentino cala la domanda interna (S.F.) 18L’Istat: crollo del Pil (-0,7%) (Stefano Frigo) 18AREA STUDIComunità di Valle: istruzioni per l’uso (Claudio Filippi) 20Forze lavoro, i dati del terzo trimestre 2011 (Stefano Frigo) 21ISTATInflazione record nel 2011 22Lavoro, disoccupazione all’8,9% (S.F.) 23FEDART FIDIRapporto di Fedart Fidi sui confidi 24Cinquemila iscritti alla mobilità: mai così tanti in dieci anni (Stefano Frigo) 25EVENTIOrafi alla Mostra “DiVinNosiola” 26DONNE E LAVOROLa nuova imprenditorialità femminile e giovanile (Stefano Frigo) 28L’Italia non è un Paese di giovani. Retribuzioni: penalizzate le donne (S.F.) 28INNOVAZIONI“Makers”, gli artigiani che progettano il futuro (Riccardo Luna) 30PENSIONEEtà della pensione, record all’Italia (Enrico Marro) 32Nei prossimi mesi addio a 1.740 posti (S.F.) 33CONSORZIConsorzio Trentino Autonoleggiatori in sigla C.T.A. (Giorgio Dellagiacoma) 34NOVITÀConsorzio Trentinosalumi: nuovo Consiglio Direttivo 37Trentino Film Commission 37TASSELavoreremo una settimana in più… 38RETRIBUZIONEInflazione e tasse pesano, paghe ferme da dieci anni (Enrico Marro) 39ASSICURAZIONEPolizze temporanee caso morte (Walter Tamanini) 41BUROCRAZIASburocratizzazione? (Flavia Angeli) 43CULTURA 45CATEGORIE 47

2 l’Artigianato Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

inapa

Ho contributi sufficienti per andare in pensione?

Come devo fare per presentare la domanda?

Quale sarà l’importo che mi spetta?

Sono andato in pensione ma lavoro ancora.Pago sempre gli stessi contributi?

Qualcuno mi ha parlato di un supplemento di pensione.Di cosa si tratta?

Il Patronato INAPAuna risposta

a tuttele tue domande

Il Patronato INAPAmette a tua disposizionela consulenzadi medici ed avvocati

IL PATRONATO DEGLI ARTIGIANI

Se subisco un infortuniocosa devo fare?

Che cos’è il Pacchetto Famiglia?A chi posso rivolgermi per avere informazioni

editoriale

Di seguito la risposta del Presidente Roberto De Laurentis

Gentile Signora Valentina Soprani,sono onorato, leggendo la Sua lettera del 27 marzo al giornale “L’Adige”, di essere oggetto delle Sue attenzioni.

Non desidero certo contestare le Sue opinioni né sulla mia persona né sul-la mia attività di Presidente dell’Associazione Artigiani di Trento sia perchénon do mai smentite sia perché mi ispiro, da sempre, a quanto scriveva El-bert Hubbard «non dare mai spiegazioni: i tuoi amici non ne hanno biso-gno e i tuoi nemici non ci crederanno comunque». Mi permetta solo, timi-damente ed educatamente, di esortarLa, per eventuali prossime occasioni, ascrivere su qualcosa che Lei abbia potuto verificare personalmente e nonsulla base dei troppi si dice di cui è piena la Sua nota («avendo molti amiciartigiani con cui mi confronto» «mi dicono i miei amici artigiani» «mi di-cono» e via illazionando..). Allo stesso modo mi permetta, sempre timida-mente ed educatamente, di invitarLa alla frequentazione di amici – nonimporta se artigiani o meno – almeno un po’ documentati tanto sull’orga-nizzazione dell’Associazione quanto sull’attività svolta. Perché è spiacevo-le sapere che i Suoi amici non sono nemmeno a conoscenza che la Coo-perativa Artigiana di Garanzia è un intermediario finanziario, esattamentecon le stesse regole di un Istituto di Credito Cooperativo, da oltre un an-no. Perché è spiacevole sapere che i Suoi amici non leggono o fanno fati-ca a leggere o non capiscono cosa io vado scrivendo da tempo sul creditoe, dunque, non solo sulle Casse Rurali ma su tutti gli Istituti di credito. In-dipendentemente dall’area ex-Cederna. Perché è spiacevole sapere che iSuoi amici non sono a conoscenza di quante proposte – nel corso della miapresidenza – siano state inviate alla politica, al tavolo degli appalti pub-blici, all’Agenzia del lavoro ed è ancora più spiacevole sapere come i Suoiamici non conoscano quante proposte sono state condivise, accettate, in-serite (perfino!) nella legge finanziaria provinciale.

Così come è spiacevole sapere che i Suoi amici non conoscano nemmeno le modalità con cui avviene la comunicazione attraverso i media. In questianni – La sfido a trovare una sola voce contraria – io non ho mai avuto ne-cessità di scrivere ai giornali, di telefonare al giornalista “amico”, di implo-rare un’intervista e una comparsata radiofonica o televisiva, qualunque es-sa sia. Al contrario. Penso di venire interpellato non solo perché Presidentedell’Associazione Artigiani ma anche perché approfondisco, perché mi im-pegno a capire, perché sono informato, perché – forse presuntuosamente –ho perfino “qualcosa da dire”. Per tutelare e dare sempre più forza alla miacategoria che, con i suoi trentasettemila occupati, è oggi la forza economi-ca più numerosa della provincia.

Mentre è per me piacevole sapere che Lei così «spesso assente dal Trentinoper lavoro» viene tenuta al corrente di ogni mia iniziativa. Che evidente-mente può accadere anche in Sua assenza ma che, con puntualità certosina,viene per così dire “messa in archivio” dai Suoi amici artigiani e non. Con ilchiaro scopo – una volta rientrata in Trentino – di sottoporLa alla Sua gran-de attenzione e al Suo insindacabile giudizio. Concluso poi con «i compli-menti per la conduzione del quotidiano “l’Adige” che considero una prezio-sa fonte di notizie obiettive e puntuali»: evidentemente quando non scrivedel “signor De Laurentis”. Sempre che dal Suo indirizzo e-mail, a Sua insaputa ovviamente, altri nonabbiano scritto quella nota. Nel qual caso l’occasione mi è comunque gra-dita per essermi potuto rivolgere a Lei direttamente senza il filtro di amicicomuni – siano essi artigiani o meno – ai quali, in nessun caso, affiderei lamia presentazione. Stia bene. �

Lettera pubblicatasu “l’Adige”del 26 marzo 2012

3Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

4 l’Artigianato

primo piano �maestro artigiano

Presidenti di categoria a “Maestro Artigiano”

ERMANNO SAVOI, presidente categoria posatori porfido

«Siamo in sedici, sicuramente ungran bel numero, e il corso ha preso ilvia lo scorso 23 febbraio. In totale do-vremo frequentare 350 ore, un per -corso quindi complesso soprattuttoconsiderando il fatto che tutti noi“rubiamo” il tempo alle nostre rispet-tive attività. I motivi che mi hannospinto verso il “Maestro Artigiano” so-no essenzialmente due: la volontà di qualificare ulte-riormente la mia professionalità e la possibilità di potertrasmettere negli anni avvenire le competenze acquisi-ste ai ragazzi più giovani. Devo dire che qualcuno dinoi inizialmente era un po’ scettico ma sin dalle primeore del corso questo scetticismo è stato sostituito da ungrande entusiasmo. Stiamo ad esempio affrontando te-matiche che nel passato non si erano mai approfondi-te tipo la gestione del marketing e il rapporto con i pro-

pri collaboratori. Si ha insomma la bella sensazione diarricchirsi minuto dopo minuto, questo mi aspetto an-che da qui alla fine: continuare a crescere per poter poitrasferire le nuove competenze nella quotidianità».

PAOLO MALESARDI,presidente categoria autoriparatori

«Siamo a metà percorso avendoiniziato l’undici settembre del 2011e devo dire che sta andando tuttooltre le mie più rosee aspettative.Inizialmente mi sono avvicinato al“Maestro Artigiano” per una que-stione di formazione personale,pensando ciò di poter qualificare ul-teriormente il mio operato e, in otti-ca futura, poter essere utile ancheper quei giovani che vorranno intraprendere la miaprofessione. Con il passare delle ore ho capito cheavrei potuto e dovuto iscrivermi prima, il corso inquestione infatti si sta rivelando determinante per tut-ta una serie di situazioni. Basti pensare alla fase ini-ziale quando cominciarono a parlarci di marketing-strategie di mercato e a tanti di noi sembrava assurdo,poi ci siamo guardati in faccia e abbiamo capito chestavamo scoprendo e approfondendo concetti che cisarebbero potuti tornare utili all’inizio delle nostre at-tività. Per non parlare della gestione delle ore e dellaforza lavoro: per farla breve posso dirvi che ho giàcambiato il modus operandi all’interno della mia azien-da. Il corso si svolge durante il giorno ed è chiaro chesi tratta di un impegno non da poco, un impegno cheperò sono entusiasta di aver accettato. Mi sto renden-do conto che la mia crescita professionale è davverocontinua e anzi, vi dirò di più, sono cambiato anchea livello personale e caratteriale. Gestendo meglio illavoro, grazie alle nozioni imparate durante il percor-

Quattro presidenti di categoria che stanno frequentandocontemporaneamente i nuovi corsiper ottenere la qualifica di “Maestro Artigiano”. Una casualità che ci permette peròdi approfondire le motivazioni che portano ogni singolo soggetto a intraprendere un percorsoimpegnativo, ascoltare i singoli puntidi vista sull’organizzazione del corsoe capire quali sono le aspettative per il futuro prossimo. Come avrete modo di leggere i pensieri dei quattro artigiani in questione non si discostano moltoe sono accomunati da un grandeentusiasmo e un’enormesoddisfazione per l’impegno che stanno portando a termine.

� di Stefano Frigo

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so in questione, anche i rapporti con la famiglia nehanno notevolmente beneficiato».

ANDREA GIOVANNINI, presidente categoria odontotecnici

«Stiamo parlando di una possibi-lità formativa eccezionale anche perpoter nel futuro prossimo arricchirei nostri apprendisti. Abbiamo inizia-to lo scorso novembre ed è stata unascelta presa proprio in concertazio-ne con altri colleghi, essendo il pri-mo corso per “Maestro Artigiano”per quanto riguarda la nostra pro-fessione. Mi sono speso in prima persona per convin-cere altri professionisti e devo dire che sono più chesoddisfatto. Inizialmente ci siamo presentati in 22 edopo una prima selezione siamo rimasti in 16, nume-ro ideale per potersi rapportare in maniera costruttivacon i docenti. Al di là del fatto che stiamo tutti impa-rando cose nuove, fatto da non sottovalutare, è belloanche lo spirito di aggregazione che sta caratterizzan-do il nostro gruppo di lavoro. Da qui alla fine del cor-so mi aspetto di poter apprendere ancora numerosenozioni per poter così risultare ancora più preparato ecompetitivo in un mercato del lavoro che richiedequalifiche sempre più specifiche».

SILVIO ALDRIGHETTI, presidente categorie piastrellisti e posatori in legno

«Abbiamo iniziato da poco male sensazioni sono già ottime. Sia-mo 11 posatori in legno e 14 pia-strellisti e credo di poter dire chetutti ci siamo avvicinati al corso inquestione per migliorare ulterior-mente le nostre professionalità e ot-tenere una qualifica che sono certopotrà tornarci utile nel futuro. Miaspetto di poter imparare tante cose nuove così dapoter continuare ad essere all’altezza di un mercatosempre più competitivo e in un certo senso spietato.Al giorno d’oggi chi non si aggiorna rischia davverodi rimanere indietro e non andare più incontro allerichieste delle committenze. Al di là di questo però sitratta di un’occasione unica anche per quanto con-cerne le conoscenze personali di altri tuoi colleghi:troppo spesso infatti non si riesce a lavorare insiemeper degli inutili e inopportuni steccati di egoismo, inquesto caso invece penso si potranno creare delle re-ti di aggregazione di imprese che in tanti anni noneravamo riusciti a concretizzare. È evidente che au-mentando la massa critica si potranno creare delleopportunità professionali che singolarmente non sisarebbero potute affrontare». �

Costruiamo il futurodei Maestri ArtigianiASSOCIAZIONE ARTIGIANI 9 MARZO 2012

Affollata partecipazione di Maestri Artigiani al Seminario “Costruiamo il Futuro dei Maestri Artigiani”.

La giornalista Silvia Bruno, che ha moderato i lavori del convegno, nell’introdurre i temi all’ordine del giorno, ha evidenziato l’importanza che i Maestri Artigianiappartenenti a tutte le categorie che dal 2006 ad oggihanno effettuato il percorso per ottenere il titolo di Maestro Artigiano (acconciatori - sarti - falegnami - lattonieri - termoidraulici - carpentieri in ferro - estetisti)si conoscano, facciano rete per valorizzare il proprio pesonella formazione professionale, nel contesto artigiano e più in generale del tessuto sociale trentino.

Elena Casagrande, responsabile dei Maestri ArtigianiAcconciatori e Presidente delle Federazioni di Categoriadell’Associazione, nel suo intervento ha sottolineatocome: «L’impegno di questi anni nella diffusione dellacultura del “Maestro Artigiano” è stato proficuo e ricco di soddisfazioni, ma richiede sempre ulteriori sforzinell’elaborare strategie e pratiche efficaci per rafforzaretale cultura. Essere Maestro Artigiano significaintraprendere un viaggio che non finisce con l’acquisizionedel titolo ma che continua con una costante formazioneche ci accompagnerà per tutta la vita».«Il percorso di Maestro Artigiano – ha continuato Casagrande – ha permesso di riconoscere pubblicamente,attraverso un titolo, delle competenze proprie alla nostraprofessione garantendo una professionalità che deveessere spesa per far avvicinare e accompagnare i nostriragazzi a questa realtà delle piccole imprese artigiane.Occorre compiere uno sforzo ulteriore per allargare la platea degli artigiani che diventino ambasciatori attivinel divulgare i saperi di una professione artigiana quale la nostra che necessita di continui aggiornamenti e di collaborazione tra gli associati».Casagrande ha poi concluso ricordando come:«Il raggiungimento di un traguardo nel nostro viaggioche ci dà soddisfazione per i risultati raggiunti ma che è allo stesso tempo una partenza per progettare e realizzare nuovi e importanti obiettivi che permettanocrescita e qualità per un futuro migliore. Sono tre le parole chiave: Passione, Trasmissione ed Eccellenza!Se le cose che stiamo proponendo rientrano in questetre parole allora significa che stiamo andando nellagiusta direzione».Dopo Elena Casagrande è intervenuto il Presidentedell’Associazione Artigiani Roberto De Laurentis che,nel salutare gli intervenuti e nel sottolineare l’importanza della figura del Maestro Artigiano, ha accolto con grande interesse la nascita della BottegaScuola, vero strumento per la trasmissione del sapere da parte degli artigiani. Inoltre ha raccolto

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6 l’Artigianato

primo piano �maestro artigiano

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

l’invito di Elena Casagrande confidando che la Provinciaestenda, in tempi rapidi, a tutte le categorie che ne faranno richiesta la possibilità di avviare il percorsodi Maestro Artigiano.L’Assessore provinciale all’artigianato, industria e commercio Alessandro Olivi salutando l’intera platea dei Maestri Artigiani trentini ha per l’appunto introdottol’importante istituto della Bottega Scuola, approvato neigiorni scorsi dalla Giunta provinciale, con un’immagineche ci riporta agli inizi del Cinquecento a Firenze,all’apogeo delle corporazioni delle arti e dei mestieri.«Le Botteghe Scuola rivestivano allora il ruolo di ganglivitali dei tessuti urbani del basso medioevo, cardine per la successiva fioritura delle meravigliose città del Rinascimento – ha spiegato Olivi –. Basti pensare al capolavoro del David di Michelangelo, una sculturache il massimo artista del Rinascimento ha creato conla testa e le mani volutamente sproporzionate persottolineare l’importanza dell’una per il pensiero e delle altre quale strumento operativo dell’epoca».«Questa premessa – ha proseguito Olivi – è quindi un auspicio anche per il nuovo istituto delle BottegheScuola trentine, di cui il Maestro Artigiano rappresenta il fattore umano indispensabile quale propulsore di una nuova ripartenza economica. Non a caso,appartiene all’esperienza delle corporazioni medioevali e rinascimentali anche il patto di mutuo aiuto degli iscrittiche oggi la vostra Associazione si è impegnataalacremente a ricostituire con la creazione di una Mutuaprovinciale artigiana. La figura del Maestro Artigiano, cheassieme all’Associazione Artigiani intendiamo valorizzare il più possibile, rappresenta il fiore all’occhiello di ormainumerose categorie artigiane. Nell’ottobre scorso la Provincia ha riconosciuto il titolo a 16 Maestri Artigianilattonieri, a 16 Maestri Artigiani carpentieri in ferro e a 19 Maestri Artigiani termoidraulici».I tre nuovi gruppi vanno ad aumentare le fila dei quasicento Maestri Artigiani acconciatori, estetisti, sarti,nonché falegnami, sia arredatori che serramentisti, cuiè stato riconosciuto il titolo dopo i primi impegnativicorsi di apprendimento conclusisi in due tornate nel 2006 e nel 2009. L’assessore ha poi continuato:«Sono lieto di iniziare con voi e con l’Associazione un ulteriore percorso volto da un lato ad avviare unaformazione continua della vostra realtà per mantenerevive le già elevate capacità professionali e dall’altro

a sviluppare, anche con il supporto della nuovaCommissione per l’Artigianato che sta per insediarsi, il nuovo istituto della Bottega Scuola che potràcoinvolgervi e consentire così il passaggio delle competenze ai vostri allievi».«Ciò che spero si realizzi – ha concluso Olivi –è la nascita di una base di eccellenza che possa esserepunto di riferimento e base per una crescita di competenze diffusa. Un gruppo sempre più nutrito di Maestri Artigiani pronti a mettersi in relazione gli uni con gli altri, supportati da costanti fasi di aggiornamento. D’altra parte ora il Maestro Artigianodiventerà, grazie al nuovo istituto della Bottega Scuola,un punto di riferimento per la formazione professionalee per lo sviluppo di nuove competenze, con il passaggiodi sapere ai giovani apprendisti desiderosi di acquisirecapacità pratiche. Si creerà così quel connubio fra le galassie dell’impresa e della formazioneprofessionale, indispensabile per poter sfruttareappieno le Vostre capacità senza che vadano disperse».Successivamente all’intervento dell’Assessore Olivi, ha preso la parola il dott. Vito Cofler, direttoredell’Ufficio Artigianato della Provincia Autonoma, il quale ha illustrato in dettaglio il regolamentoapprovato recentemente, di disciplina dellecaratteristiche generali della Bottega Scuola.Infine è stato il turno di Emanuele Gecele di CEiiTrentino che è intervenuto in merito all’uso del marchiodi “Maestro Artigiano” evidenziando come il marchiostesso rappresenti una serie di percezioni nella mentedel consumatore e che in questo specifico caso devesignificare l’essere parte di un gruppo condividendo e testimoniando valori specifici.Flavio Antolini, docente e formatore, ha invecerelazionato in merito all’opportunità di una formazionedei Maestri Artigiani dove l’obiettivo principale è «quellodi sviluppare un progetto/percorso formativo sulleabilità trasversali rivolto a tutte le categorie dei MaestriArtigiani in cui i diversi temi vengono affrontatiprevedendo diverse situazioni formative che possonoessere scelte dai partecipanti sia nella loro totalità siaper temi di interesse la cui finalità sarà quella di favorireil processo di trasformazione individuale del MaestroArtigiano dove le competenze diventano professionalitàquando le stesse si fondono con la nostra personalità, la nostra storia, i nostri stili comunicativi, la nostraidentità, i nostri progetti personali e professionali».Tre i temi fondamentali per i corsi: comunicazione,motivazione e gruppo.Il 1° corso che riguarderà la comunicazione avràsvolgimento il 19 e il 20 aprile, il 2° corso che riguarda la motivazione avrà il suo svolgimento il 18 e il 19 maggioe infine il 3° corso con tema il gruppo avrà svolgimentonelle giornate del 19 e 20 giugno.Maria Lisa Beatrici, Maestra Artigiana acconciatrice,e Nicola Zambonato, Maestro Artigiano Termoidraulicohanno portato le loro esperienze a confronto, contestimonianze di percorsi che li hanno portati entrambia crescere come parte attiva di una realtà che fa grandetutta la categoria.

segue da pagina 5

associazione � opere pubbliche

7Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Ecco la “Task Force”…… speriamo possa servire

Prosegue il confronto fra la Giuntaprovinciale e i territori del Trentino,per mettere a fuoco problematiche

di particolare importanza e urgenza. Loscorso 23 marzo la Giunta – guidata dalPresidente Lorenzo Dellai – si è riunita aBorgo Valsugana, dove ha incontrato il presi-dente della Comunità di Valle Valsugana e Tesino San-dro D’Andrea e i suoi collaboratori. Si è discusso inparticolare di opere pubbliche, a partire da quelle giàfinanziate, per un importo inferiore al milione di eu-ro. L’obiettivo è quello di velocizzare le procedure chepermettano di dare il via libera ai lavori, anche per ve-nire incontro alle esigenze delle molte imprese del set-tore presenti in valle, che soffrono per gli effetti di unacrisi economica che nel 2012 si è già trasformata in re-cessione. Due le azioni previste, che verranno estese atutto il Trentino: l’attivazione di una “task force” chesciolga in tempi brevi tutti i nodi burocratici che ral-lentano l’appalto delle singole opere, facente pernosulla Comunità di Valle, e l’attivazione “a tappeto”della procedura della conferenza dei servizi. Gli inter-venti in fase di lavorazione, in Valsugana e Tesino, so-no attualmente 50, per una spesa totale di quasi 44milioni di euro. 46 invece gli interventi in fase di pro-gettazione, per complessivi euro 105.700.0000 circa. «Questi incontri – ha spiegato il Presidente Dellai –

hanno tutti una impostazione concreta e di valenzagenerale. Il tema affrontato oggi è di fondamentale im-portanza per fronteggiare un momento particolarmen-te difficile. Va detto innanzitutto che la Giunta ha già

programmato per il biennio 2012-2013diverse iniziative di natura strategica sulpiano economico. Proseguiamo quindi

su questa strada ma nel frattempo dobbia-mo fare i conti con un’emergenza molto forte,

che necessita anche di interventi di breve periodo.C’è già oggi tutta una serie di progetti di natura pub-blica, con risorse già stanziate, che faticano ad arrivareal cantiere, perché le procedure sono molto lunghe, leautorizzazioni tardano a venire. Ci siamo impegnati, ainiziare da qui, per attivare un gruppo di lavoro che inbrevissimo tempo possa dare il via agli appalti di ope-re pubbliche che attendono di partire, la maggior par-te sotto il milione di euro, ma alcuni anche sopra. C’èbisogno di una regia unitaria, in capo alle Comunità diValle. Le risorse a disposizione, insomma, vanno mes-se a frutto, nell’interesse delle realtà interessate ma an-che delle nostre imprese. Attiveremo quindi delle ap-posite “task force” per ogni territorio. Al tempo stesso,utilizzeremo al meglio la procedura della conferenzadei servizi, fino a quando tutti i progetti sotto il milio-ne di euro già finanziati non saranno stati cantierati.Iniziamo da qui perché qui il sistema delle imprese edi-lizie è molto forte e si sta rigenerando intelligente-mente, prova ne è l’avanzamento del “sistema legno”ma anche la richiesta, che ci è stata avanzata oggi, diavviare delle attività di ricerca nel campo dei materialiper la nuova edilizia. Questo approccio “di emergen-za” ci consentirà anche di testare un nuovo model-lo organizzativo, incardinato nelle Comunità di Valle,utilizzando leggi che già ci sono, ma che devono esse-

Lo scorso 23 marzo la Giunta si è riunita a Borgo Valsugana dove haincontrato Sandro D’Andrea. Tema principale sono state le opere pubblicheper un importo non inferiore al milione di euro.

� di Stefano Frigo

Suddivisione per settori e limiti di importo

Settore >= 500.000 >= 1.000.000 >= 1.500.000 >= 5.000.000 < 5.000.000 Totale opere per settore

Ambientale 2 1 3 € 4.357.582,57

Edile 3 8 4 1 3 19 € 40.465.648,71

Infrastrutturale 13 5 2 3 1 24 € 60.931.799,88

Totale opere per limiti importo

18€ 3.948.467,02

13€ 9.208.892,29

6€ 6.896.279,65

5€ 16.659.545,95

4€ 69.041.846,24 46

3

8 l’Artigianato

associazione � opere pubbliche

re applicate con maggiore rapidità e incisività. Quindi siparte dall’emergenza per arrivare a uno standard operativovalido per tutti».Fra gli interventi più importanti in Valsugana e Te-

sino abbiamo innanzitutto quelli di carattere viabili-stico: 3 sono in fase di lavorazione (per circa euro5.700.000) e altri 10 in fase di progettazione (per untotale di 49 milioni di euro). In fase di realizzazionegli interventi di rettifica e difesa dalle valanghe sullaprovinciale del Broccon, il rifacimento del ponte sulrio Chiavona, la sistemazione dell’abitato di IvanoFracena. In fase di progettazione fra gli altri la già ci-tata variante del Tesino, la messa in sicurezza dell’abi-tato di Roncegno Terme, e numerosi interventi riguar-danti rotatorie, marciapiedi e altre opere di pubblicautilità. Previsti anche interventi di mobilità ciclopedo-nale e nelle aree industriali. �

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

Quanto cresce la popolazione trentina

La popolazione residente in Trentino è in continua e costante crescita nell’ultimo ventennio. Attualmentesi cresce in un solo anno quasi come un tempo (tra il 1981 e il 1991) si cresceva in dieci anni. È ciò cheemerge dalla pubblicazione “La popolazione residentein provincia di Trento attraverso l’anagrafe e i flussidemografici”, disponibile sul sito del Servizio statisticadella Provincia (www.statistica.provincia.tn.it).

� di Stefano Frigo

La Magnifica Comunità degli Altopiani cimbri è l’areacon il più basso valore dell’indice di carico socialegiovani (19,1) ma il più alto indice di carico socialeanziani (38,1), confermando la presenza di unapopolazione residente relativamente più vecchia che nelresto del Trentino. Il volume complessivo degli iscrittiall’anagrafe, provenienti sia dall’Italia che dall’estero, è stato pari a circa 12.000 unità fino alla fine degli anni’90, per poi crescere progressivamente fino alle circa20.000 degli anni più recenti. Nello stesso periodo le cancellazioni anagrafiche si sono attestate tra 8.000e 9.000 unità per la maggior parte del periodo, convalori prossimi alle 13.000 solo negli anni più recenti.L’età media della popolazione attualmente è pari a 42,2anni e appare crescente nel tempo. Gli stranieriresidenti sono poco più di 46.000: la loro consistenza èandata via via crescendo a partire dall’inizio degli anni’90. La comunità straniera più grande è quella romena,seguita a lunga distanza da quelle marocchina emacedone. La natalità degli stranieri contribuisce inmodo determinante a sostenere il peso dellacomponente giovane. Nel 2009 il tasso di natalitàrisulta pari a 20,2 per gli stranieri e a 9,3 per gli italiani.Dal 1986 ad oggi l’età media è aumentata di circa 4 annisia nel valore complessivo che distinta per genere.

associazione � finanziamenti

Riqualificazione energeticadegli edifici pubbliciCriteri per il finanziamento

9Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Il provvedimento, adottato il 24 febbraio scorso dalla Giunta provinciale, dàattenzione ai rapporti tra le banche, i soggetti del sistema finanziarioe la Provincia.

Su proposta del Presidente Lorenzo Dellai, delVice presidente Alberto Pacher e dell’Asses-sore all’urbanistica Mauro Gilmozzi, la Giun-

ta provinciale ha adottato un provvedimento con cuisi dà attuazione alle norme previste in materia di ri-qualificazione energetica degli edifici pubblici; inparticolare per quanto riguarda i rapporti tra le ban-che, i soggetti del sistema finanziario e la Provincia.Con il provvedimento adottato il 24 febbraio si so-no decisi tra l’altro: le tipologie di intervento, i sog-getti che possono accedere allo specifico fondo, leprocedure, i criteri e le modalità per la concessionedel contributo provinciale.

La riqualificazione energetica degli edifici si attuaattraverso una serie di interventi volti principalmente:• al contenimento della dispersione termica (isola-mento dell’involucro);

• alla realizzazione di interventi con tecnologie in-novative ad alta efficienza energetica (caldaie, raf-frescamento, impiantistica...);

• alla realizzazione di sistemi di produzione energeti-ca rinnovabile (fotovoltaico, solare termico, geoter-mia...);

• al telecontrollo del funzionamento impiantistico;• alla gestione e all’uso razionale dell’energia.In particolare, con l’effettuazione degli interventi

di riqualificazione si vorrebbe favorire la “virtuosità”

di alcune scelte: vi è, oggi, la piena consapevolezzache, a causa della difficile congiuntura economica, ènecessario fare importanti tagli sul versante della spe-sa pubblica. E se non si vogliono tagliare le spese perl’erogazione dei servizi essenziali per i cittadini, l’u-nica strada alternativa percorribile, soprattutto sulversante della spesa corrente, è quella di valorizzarenuovi modi di operare e, soprattutto, di gestire le ri-sorse disponibili improntate alla sostenibilità, all’ef-ficienza e all’economicità. Una metodologia di azio-ne intelligente e concreta è – indubbiamente – quelladi tagliare la “bolletta energetica” e, per far questo,occorre effettuare oculate scelte di riqualificazioneenergetica sugli edifici pubblici con particolare riferi-mento a quelli che comportano maggiori consumienergetici (cioè: uffici, strutture sanitarie e scuole).Una metodologia che, in questo settore, si è rive-

lata assai interessante consiste nel far proporre la so-luzione (cioè l’individuazione degli interventi in con-creto da realizzare sull’immobile) alle stesse impreseche partecipano alle gare bandite dalle amministra-zioni proprietarie di immobili, trattandosi di soggettiche hanno già accumulato un’esperienza specifica:in questo modo l’offerta non verrebbe valutata uni-camente sotto il profilo economico, ma anche nella“bontà” della soluzione progettuale proposta e neiconseguenti riflessi in termini di contenimento ener-getico e prospettive di risparmio.

Ma esiste anche un secondo, ulteriore, importan-te profilo innovativo che attiene al coinvolgimentodelle imprese offerenti.La contrazione delle risorse finanziarie, infatti,

rende sempre più problematico, per l’ente pubblico,poter finanziare gli interventi: il rischio più grave,dunque, è che proprio gli interventi di riqualificazio-ne energetica, pur interessanti in una prospettiva dicontenimento di spesa nel medio-lungo periodo mache non sono – di per sé – essenziali in termini stret-tamente funzionali, non possano essere attivati perassenza di risorse immediate.L’idea, allora, è in buona sostanza quella di repe-

rire risorse finanziarie attraverso lo stesso investimen-to. Infatti, se la scelta progettuale è valida, significache sin dal primo anno dopo l’intervento sull’immo-bile si possono attendere dei risparmi sulla bollettaenergetica: ebbene, una parte di questo risparmio an-drà a beneficio immediato dell’ente e un’altra parteandrà a rimborsare la quota di capitale che lo stessorealizzatore metterà a disposizione ricorrendo a mutuierogati dal sistema bancario.Anche questo processo sarà favorito dalla Provin-

cia che ha approvato una deliberazione unitamente auno schema-tipo di convenzione con il quale inten-de promuovere la costituzione di fondi da parte delsistema creditizio con tassi e condizioni contrattualidefinite in tale convenzione.

Infatti, le risorse finanziarie utilizzate per la realiz-zazione dell’intervento non vengono versate dall’en-te pubblico proprietario dell’immobile, se non peruna quota parte, ma sono risorse recuperate sotto for-ma di risparmio energetico “in bolletta” conseguentealla riqualificazione energetica dell’edificio, trasferiteal soggetto realizzatore e finalizzate al rimborso delcapitale utilizzato per finanziare l’intervento.

Nello specifico, gli elementi caratterizzanti il pro-getto di riqualificazione energetica sostenuto dallaProvincia possono essere così sintetizzati: • è prevista la costituzione, da parte di banche e altrisoggetti del sistema finanziario, di fondi da destina-re a favore dei soggetti realizzatori degli interventi(imprese, artigiani, ecc,…) che devono provvederealla realizzazione e gestione degli interventi per laquota non coperta da finanziamento pubblico;

• per l’anno 2012 è prevista la concessione di un con-tributo all’ente pubblico proprietario dell’immobileda parte della Provincia pari al 20% (percentuale chesi riduce al 10% per gli interventi realizzati su immo-bili di aziende speciali e di società in house che gesti-scono servizi pubblici degli enti locali) rispetto a unaspesa massima ammissibile di 1 milione di euro;

• gli interventi devono essere finanziati per una quo-ta di norma non inferiore al 10% dal soggetto rea-lizzatore con risorse proprie ed eventualmente peruna quota dall’ente pubblico committente al finedi assicurare la sostenibilità dei progetti oltre cheimmediate ricadute in termini di riduzione dellaspesa corrente sul bilancio dell’ente stesso;

• alla restante parte della spesa per la realizzazionedell’intervento (di norma pari al 70% dell’investi-mento) provvede sempre il soggetto realizzatore at-traverso il ricorso a finanziamenti a valere sui fondicostituiti dalle banche e da altri soggetti del sistemafinanziario alle condizioni previste dallo schema diconvenzione adottato oggi.Significativi i benefici attesi dal progetto:

• stimolo alle azioni per il risparmio energetico e perlo sviluppo dell’edilizia sostenibile;

• leva di sviluppo per la complessiva filiera produtti-va del settore (professionisti, utilizzo di nuove tec-nologie, interventi costruttivi e di riqualificazioneenergetica);

• sviluppo del know-how del territorio;• coinvolgimento del capitale privato nel finanzia-mento degli interventi;

• risparmi di gestione per gli enti pubblici;• sostegno in funzione anticongiunturale alle impre-se del settore.Per l’anno in corso sono già stati programmati ri-

levanti apporti da parte del settore bancario locale:• MedioCredito Trentino-Alto Adige: 20 milioni• UniCredit: 20 milioni.Pure il sistema del credito cooperativo ha assicu-

rato la mobilitazione di risorse nell’ordine di 20 mi-lioni. �

[S.F.]

10 l’Artigianato Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

Ulteriore sgravio Irap decisodalla Giunta provinciale

I quotidiani locali hanno dato ampio risalto alladecisione della Giunta provinciale del 30 marzoscorso di aiutare famiglie e imprese trentine in questadifficile congiuntura con uno stanziamento di 30milioni, previsto da specifico Disegno di Legge. Le risorse sono così destinate:• 15 milioni ai nuclei famigliari più bisognosi, per un

sostegno al reddito; • 15 milioni alle imprese sotto forma di sgravio IRAP,

aggiuntiva rispetto a quelle già previste con la leggefinanziaria provinciale 2012.

Lo sgravio IRAP è stato richiesto dalla AssociazioneArtigiani anche attraverso il CoordinamentoImprenditori per attenuare il forte impatto dell’IMU(Imposta Municipale Unica) che si pagherà a giugno.

Occorre precisare che lo sgravio IRAP deciso dallaGiunta provinciale è diverso per imprese turistiche e commerciali (-0,5%) rispetto a quello per le impreseartigiane e industriali (-0,2%). Questa differenziazionedipende dal fatto che l’IMU è più elevata per gli immobili alberghieri e commerciali; quindi per ottenere il risultato di un abbattimento pariteticoper tutti i tipi di imprese (“circa il 50% dell’IMU”) è stato individuato uno sgravio IRAP differenziato.

associazione � finanziamenti

Il rapportoAlmalaureaI laureati italiani? Sempre più disoccupati

Un’altra brutta notizia per i ragazzi italiani. Ol-tre al tasso di disoccupazione giovanile supe-riore al 31% secondo i dati Istat di gennaio,

ora arriva anche l’aumento della disoccupazione tra ilaureati. È quanto stabilisce il XIV Rapporto Alma-laurea sulla condizione occupazionale dei “neo-dottori”, circa 400mila ragazzi coinvolti. Secondoil consorzio interuniversitario la disoccupazionedei laureati triennali è passata dal 16% del 2009 al19% del 2010. Dato che lievita anche per i laurea-ti specialistici, passato dal 18 al 20 per cento. Nonvengono risparmiati neanche gli specialistici “a ci-clo unico” come i laureati in medicina, architettu-

ra, veterinaria, giurisprudenza: anche per loro ladisoccupazione è passata dal 16,5 al 19%.

I risultati

«Si tratta di un fenomeno piuttosto preoccupan-te – sottolinea il rapporto – ma del resto basta dareun’occhiata agli investimenti fatti in questo periododal nostro Paese in questo settore. Francia, Germania,tutti i Paesi europei hanno investito di più nelle pro-fessioni qualificate per uscire dalla crisi, l’Italia è l’u-nica in controtendenza. Abbiamo una percentuale di

Secondo il rapporto Almalaurea passa dal 16% al 19% la disoccupazionedei laureati triennali.

� di Stefano Frigo

E in Trentino?

Guadagna di più rispetto alla media italiana chi si laureaa Trento. A tre anni dalla laurea presa nel 2008,considerando sia chi ha seguito i corsi prima e dopo la riforma, il netto in busta paga al mese è stato pari a poco più di 1.330 euro, 100 euro in più della medianazionale. Se si guarda alle facoltà molte sono le differenze. Dopo tre anni, esce perdenteGiurisprudenza, che ha una media di 1.084 euro netti al mese e le donne. Le laureate, in generale, guadagnano200 euro al mese in meno netti dopo tre anni, chediventano 400 euro dopo 5 anni (1.201 euro per le donne, 1.605 per gli uomini). Dopo un lustro, poi, chi è uscito da Lettere e filosofia ha un posto stabile solonel 42,9% dei casi, contro, ad esempio, il 90,5% degliingegneri o l’82,4% degli economisti e il 74% medio.I dati sullo stato dei laureati trentini nel 2011 a uno, tre e cinque anni dal titolo sono stati presentati ieri dal consorzio Almalaurea. Brutte notizie arrivano peri laureati specialistici a un anno dal titolo: poco più di uno su quattro ha un posto stabile (autonomo vero o dipendente a tempo indeterminato), meno del restod’Italia. Per quanto riguarda la laurea di primo livello (tre anni) a un anno dal titolo, il tasso di occupazione è

del 44%, in linea con la media nazionale. Tra gli occupatitriennali di Trento, il 26% è dedito esclusivamente al lavoro, il 18% coniuga la laurea specialistica con il lavoro. Chi continua gli studi con la laurea specialisticaè il 64%: il 46% è impegnato esclusivamente nellalaurea specialistica, mentre, come si è detto, il 18%studia e lavora. Il 7% dei laureati triennali di Trento, nonlavorando e non essendo iscritti alla laurea specialistica,si dichiarano alla ricerca di lavoro.Il lavoro stabile (contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo) coinvolge, a un anno dalla laurea, 33 laureati su cento di primo livello di Trento (la medianazionale è del 36%). Lavora in condizioni precarie (per la maggior parte con contratti a tempo determinato)il 67% dei laureati di Trento; è il 64% nel complesso dei laureati di primo livello. Il guadagno (sintesi tra chilavora esclusivamente, la maggioranza, e chi studia e lavora) si attesta su valori di poco superiori alla medianazionale: a un anno dalla laurea i laureati di primo livellodi Trento guadagnano 990 euro mensili netti; la medianazionale è di 942 euro. L’analisi deve tenere conto che si tratta di giovani che nella maggioranza dei casicontinua gli studi, rimanda cioè al post-laurea di tipospecialistico il vero ingresso nel mondo del lavoro.

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11Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

laureati modesta rispetto alla media Ocse, abbiamouna classe dirigente oltre 55 anni poco scolarizzata eper di più investiamo pochissimo su questo fronte».

Il confronto

Non conforta neanche il confronto con i dati del2007. I laureati triennali disoccupati del 2010 fotogra-fati da Almalaurea sono infatti aumentati dell’8%, per-centuale che lievita per i laureati specialistici (9%) eper gli specialistici a ciclo unico (+10%). Diminuisceanche il lavoro stabile: la stabilità riguarda infatti il42,5% dei laureati occupati di primo livello e il 34%dei laureati specialistici (con una riduzione, rispetti-vamente, di 4 e di 1 punto percentuale rispetto al-l’indagine 2010). Si dilata anche la consistenza delleforme contrattuali a tempo determinato e interinale,del lavoro parasubordinato e del lavoro nero. Feno-meno, quest’ultimo, che riguarda il 6% dei laureati diprimo livello, il 7% degli specialistici, l’11% di quel-li a ciclo unico.

Le retribuzioni

Brutte notizie anche sul fronte della remunerazio-ne: lo stipendio a un anno dalla laurea (pari a 1.105euro mensili netti per i laureati di primo livello,1.050 per gli specialistici a ciclo unico, 1.080 per glispecialistici), già non elevato, perde ulteriormentepotere d’acquisto rispetto alle indagini precedenti(con una contrazione compresa fra il 2 e il 6%). �

Per chi ha preso una laurea specialistica, sempre a 12 mesi dalla laurea, il lavoro è stabile per il 28% deilaureati di Trento (è il 33% nella media nazionale). Il lavoro precario riguarda il 71% dei laureati di Trento (è il 67% a livello nazionale); prevalgono (37%) i contratti a tempo determinato. Il guadagno è superiorealla media nazionale: 1.178 euro mensili netti, contro i 1.056 del complesso dei laureati specialistici. Lavora il 64% del totale contro la media italiana del 56%.Almalaurea ha poi analizzato anche come vanno le cosedopo tre e cinque anni.«Le crescenti difficoltà occupazionali incontrate daigiovani, neo-laureati compresi, negli ultimi anni si sonoinevitabilmente riversate anche sui laureati di più lungadata, anche se occorre sottolineare che, col trascorreredel tempo dal conseguimento del titolo, le performanceoccupazionali migliorano considerevolmente» spiegaAlmalaurea. Sono 701 i laureati biennali specialistici di Trento del 2008, intervistati a tre anni dal titolo,coinvolti nell’indagine, con un tasso di rispostadell’83%. Il 75% è occupato, più del complesso dei laureati specialistici a tre anni (73%). Il 16,5% risultaancora impegnato nella formazione. Chi cerca lavoro è il 9%. La quota di occupati stabili cresce di 25 puntipercentuali tra uno e tre anni dal titolo, raggiungendo il 53% degli occupati (media nazionale al 55%). Le retribuzioni nominali arrivano, a tre anni, a 1.337 euromensili netti (1.225 a livello nazionale). Se si consideranoanche i laureati con il vecchio sistema che hanno

partecipato all’analisi il valore del reddito netto scendea 1.333 euro. Tra i laureati, quelli che prendono meno sono quelli a Giurisprudenza: 1.084 euro, con le donne che sonoancora sotto quota 1.000. Al top è ingegneria con quasi1.500 euro al mese.Le condizioni di lavoro migliorano ancora nel tempo: i laureati di Trento del 2006 (sono 193 laureati pre-riformaquelli indagati, con un tasso di risposta dell’86%),intervistati dopo cinque anni raggiungono un tasso di occupazione dell’89%. Migliorano la stabilità (checoinvolge il 74% dei laureati) e il guadagno che è di 1.405euro mensili netti contro i 1.238 euro medi italiani.

[S.F.]

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associazione � ricerca

12 l’Artigianato Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

associazione � filiera del porfido di qualità

13Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Il porfido trentinovolta pagina

Standard minimi di qualità, prezzi di riferimento, stop alle lavorazioniesterne sono alcuni dei punti “rivoluzionari” del nuovo regolamento per ilcomparto lapideo trentino.

� di Stefano Frigo

Sta tutto in 12 articoli e quattro prospetti alle-gati. Estremamente conciso, com’è lo stile de-gli operatori del settore. Ma rappresenta una

piccola “rivoluzione” nel comparto lapideo trentino.È il regolamento per la “Filiera del porfido di qua-lità”, presentato a Fornace da Mariano Gianotti eDiego Laner, rispettivamente Presidente del Distrettodel porfido e delle pietre trentine e Amministratoreunico dell’omonima società che ne è il braccio ope-rativo, alla presenza dell’Assessore provinciale Ales-sandro Olivi e del Presidente provinciale dell’Asso-ciazione Artigiani Roberto De Laurentis.

Il regolamento rappresenta il primo passo per lacostituzione di una rete di Distretto. L’adesione allafiliera è volontaria, le singole aziende avranno tem-po fino a giugno, ma stringenti saranno gli impegniassunti: il rispetto di standard di qualità, codificatinelle caratteristiche tecniche della materia prima edei singoli prodotti e dalla previsione di una forchet-ta di tolleranza sugli scarti; prezzi minimi di riferi-mento, per evitare un’eccessiva concorrenza “intesti-na” sul prezzo; l’obbligo di controlli, di formazionedel personale e di misure per la sicurezza. E ancora ildivieto di dare all’esterno le lavorazioni del grezzo,che dovranno rimanere in azienda o essere affidate aimprese della filiera. A gestire il tutto, controlli com-

presi, sarà un nuovo organismo, il Tavolo operativodi filiera, che si avvarrà dell’Ente sviluppo porfido(Espo) quale soggetto gestore di filiera. Quello presentato lo scorso 24 febbraio dal Di-

stretto del porfido e delle pietre trentine, frutto di unpercorso partecipato che ha coinvolto i diversi attoridel sistema, è di fatto il regolamento per la “Filieradel porfido di qualità”. Il documento, che costituisceil primo passaggio concreto per la costituzione diuna rete di Distretto, è stato redatto da un gruppo dilavoro coordinato da Diego Laner e che comprende-va due rappresentanti delle associazioni di categoriadi industriali e artigiani, due persone indicate dai Co-muni della Val di Cembra e due membri designatidalle organizzazioni sindacali.Primo obiettivo di filiera è la qualità. Non solo di

prodotto, ma anche aziendale, e di processo, certifi-cando il prodotto dall’estrazione fino alla posa inopera, con la creazione di un marchio specifico di ri-conoscimento. Viene posta anche la massima atten-zione al rispetto delle norme e dei regolamenti at-tualmente in essere, compreso i disciplinari cava o gliaccordi sottoscritti con le parti sociali, creando un si-stema eticamente e socialmente avanzato.Importante infine lo sforzo per favorire gli scambi

di materiale fra tutti i soggetti della filiera senza nes-

14 l’Artigianato

associazione � filiera del porfido di qualità

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

suna prevaricazione, e l’obbligo di lavorazione delmateriale con maestranze proprie o in alternativa aisoggetti facenti parte della filiera. Questo per crearevalore aggiunto a tutto il sistema e a valle della filiera,rispettando i prezzi minimi di vendita e di interscam-bio fra gli aderenti.Ma ecco, nel dettaglio, alcuni dei passaggi strate-

gici codificati dal regolamento. Qualità aziendale.Rispetto delle normative ambientali, sociali e contri-butive e con un orientamento sempre più forte all’a-deguamento a normative ambientali di tipo volon-tario, tra cui EMAS ed EcoLabel; è raggiunta ancheattraverso la formazione permanente delle maestran-ze e degli imprenditori.

Qualità della materia primaRispetto dei criteri identificativi della qualità del-

la materia prima e delle tolleranze, con i relativi con-trolli. Ad ogni categoria di grezzo viene assegnato unprezzo che determina a sua volta il prezzo del pro-dotto finito.

Qualità di prodottoMarcatura CE e rispetto delle regole del marchio

“Porfido trentino controllato”.

Qualità di posa in operaRispetto delle regole in materia di lavoro, verifica-

to in parte mediante controlli, in parte mediante au-tocertificazioni di lavori eseguiti nel rispetto delleprocedure convenzionali, rispetto dei prezzi minimi,etc.

Qualità dei serviziCreazione di un apparato di servizi tecnici e logi-

stici coordinato ed efficiente.

Accesso alla filieraObbligatorio impegnarsi a lavorare i semilavorati

con proprie maestranze o, in alternativa, cedere il

materiale solo ad aziende facenti parte della filieramedesima. Per farlo le aziende adottano un sistema(software) per equilibrare il rapporto prezzo/qualitàdi grezzo e prodotto finito, garantiscono la corret-tezza della circolazione del materiale grezzo e adot-tano i prezzi di riferimento indicati nello stesso re-golamento.

Controlli sulle caratteristiche minime di semilavorati e grezzoEffettuati con cadenza almeno annuale dall’orga-

no di controllo, tollerano una percentuale di scartofisiologica del 10%. In caso di contenzioso possonoessere effettuati anche a chiamata.

Tavolo operativo di garanziaOrgano di controllo composto da quattro persone

esterne al mondo produttivo diretto del porfido, com-posto oltre che dal rappresentante di Espo, soggettogestore della filiera, da un rappresentante delle Am-ministrazioni comunali più rappresentative del porfi-do, da un rappresentante di Confindustria e da unrappresentante dell’Associazione Artigiani e PiccoleImprese. Le nomine saranno convalidate dal Tavolo diCoordinamento.

Segreteria operativaRuolo svolto dall’Espo (Ente sviluppo porfido) che

dovrà verificare periodicamente il rispetto del regola-mento e dei requisiti da parte delle aziende aderenti.

Agenzia per la gestione dello scarto. Figura tra gliintenti programmaticiContributo determinante nell’attivazione dell’A-

genzia sarà dato dal parere dei frantoisti locali da riu-nire in apposito gruppo di lavoro. �

In Italia ci sono 7.500evasori totali

Ammontano a oltre 50 miliardi i redditi non dichiarati

� di Stefano Frigo

Sono oltre 7.500 gli evasori totali, cioècompletamente sconosciuti al fisco, scoperti dallaGuardia di Finanza nel corso del 2011. Si tratta di imprese e lavoratori autonomi che avevanooccultato allo Stato redditi per oltre 21 miliardi di euro. Inoltre ci sono cinquanta miliardi di redditinon dichiarati al fisco e 8 miliardi di Iva evasa. Sono i risultati ufficiali dell’attività di contrastoall’evasione fiscale che la Guardia di Finanza ha condotto nel 2011. Complessivamente le Fiamme Gialle hannodenunciato 12mila persone nel corso delle indagini su frodi e reati fiscali.

Zanardi ServiziQuando un’azienda è sempre in movimento

La ditta Zanardi Servizi nasce come ditta indi-viduale nel 1988 con il nome della fondatriceZanardi Maria Teresina. L’azienda si occupava

allora solamente di pulizie in piccoli ambienti (ades. uffici) e nelle parti comuni dei condomini. Conil trascorrere del tempo, negli anni ’90, si affiancain maniera sporadica il figlio Ivan Bonvecchio che,nel corso delle vacanze estive e, successivamente,nel tempo libero residuale dagli studi universitari,dà una mano alla madre, così come molti altri figlidi artigiani.

Questo supporto diventa via via sempre più con-sistente e comincia a intravedere altre possibilità dibusiness, oltre a qualche interessante diversificazio-ne. Nel corso degli anni 2000 iniziano le prime as-sunzioni e i primi cambiamenti organizzativi e stra-tegici. Il punto di forza già allora era l’impostazioneartigiana nell’attenzione e nella cura dei dettagli edel servizio, personalizzazione dei servizi come fossecasa propria e una proposta di global service. Così al-

le pulizie si affianca anche il giardinaggio, piccoli la-vori di manutenzione, ecc. L’importanza non vieneperciò incentrata sul prodotto o servizio da vendere,quanto sul singolo bisogno di ogni cliente che deveessere continuamente soddisfatto attraverso la per-sonalizzazione dei servizi e soprattutto la “como-dità” di avere un unico interlocutore. Nel frattempoil figlio Ivan decide di continuare stabilmente l’atti-vità della madre, caso a dir poco raro, poiché non ac-cade di frequente che il figlio maschio porti avantil’impresa della madre, anche a fronte della possibi-lità di proseguire quella paterna, votata invece al set-tore termoidraulico.

Attraverso un continuo e intenso percorso di ap-profondimento, costituito dalla frequenza a semina-ri, corsi e fiere di settore, la curiosità del figlio è spin-ta dall’obiettivo di capire un mondo in apparenzasemplice ma in realtà abbastanza complesso, proprioperché offre spesso molteplici soluzioni: distinguere ivari tipi di materiale, conoscere i prodotti chimici edi loro componenti, utilizzare attrezzature idonee, ecc.Sul fronte organizzativo-manageriale approfondiscealcuni aspetti dell’organizzazione, amministrazione evendita, seguendo in particolare i corsi organizzatiattraverso l’ufficio formazione dell’Associazione Arti-

associazione � l’azienda

Evasione internazionale Oltre 902 milioni di euro sono stati sequestratiimmediatamente ai responsabili dei reati fiscali; sulfronte dell’evasione fiscale internazionale, i redditi nondichiarati scoperti dalle Fiamme Gialle ammontano a circa 11 miliardi di euro. A finire sotto la lente dellaGuardia di Finanza principalmente i trasferimenti

di comodo delle residenze di persone e società neiparadisi fiscali e lo spostamento all’estero di capitali per non pagare le tasse in Italia. Rilevante è stata l’attivitàdi contrasto alle cosiddette “Frodi Carosello” che haportato alla scoperta di quasi 2 miliardi di Iva evasa.

Adesioni spontanee Sempre più elevato lo standard di qualità dei controlli:i verbali della Guardia di Finanza, nel 96% dei casi, sonostati integralmente recepiti dall’Agenzia delle Entrateper il successivo accertamento. In aumento anche i casidi coloro che aderiscono spontaneamente ai rilievimossi dai verificatori del Corpo, consentendol’immediata riscossione degli importi relativi al 10% dei verbali. Sono stati 12mila i soggetti denunciati,principalmente per aver utilizzato o emesso fatturefalse (1.981 violazioni), per non aver versato l’Iva (402 casi), per aver omesso la dichiarazione dei redditi(2.000 violazioni) o aver distrutto od occultato la contabilità (oltre 2.000 casi). Ai responsabili di reatifiscali sono stati sequestrati immediatamente oltre 902 milioni di euro.

15Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Storia e obiettivi della dittaZanardi Servizi srl

associazione � l’azienda

l’Artigianato16 Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

giani, proprio al fine di innovarsistrutturalmente e proporsi al me-glio sul mercato spesso anche trop-po affollato.

Guardando indietro questi ultimi25 anni, è significativo notare cheogni decennio ha portato in sé unacrescita o un cambiamento. L’ulti-mo di questi è avvenuto proprio nel2010, quando l’azienda si evolveulteriormente: entrambe le atti-vità artigianali dei genitori con-fluiscono in un’unica srl compo-sta da tre soci (madre, padre efiglio) e questa azienda viene orarafforzata grazie all’importante collaborazione diuna decina di dipendenti. L’attenzione per l’inno-vazione rimane un elemento costante e la volontàdi diventare specialisti della cura dei materiali fanascere un sodalizio con Bonasystems, una picco-la azienda produttrice di prodotti chimici alta-mente innovativi.

Grazie a questo sodalizio la Zanardi Servizi srl di-venta distributore e applicatore per il Trentino AltoAdige dei loro prodotti. La formazione mirata di al-cuni dipendenti, che condividono la stessa filosofia eimpegno aziendale, permette la creazione di unasquadra specializzata che si occupa di:• trattamento antiscivolo permanente e certifica-to su ceramiche e marmi;

• trattamento di pulizia rinnovante su pavimen-tazioni e superfici con prodotti a base acqua;

• trattamento su piastrelle con vetro liquido (pro-dotto unico in Italia e all’estero) che riduce laporosità della pavimentazione proteggendola dasporco e da macchie;

• trattamenti permanenti antigraffiti; • trattamenti antiacido su top in marmo di cuci-ne e bagni;

• trattamento antiimpronta su metalli (ad es. ac-ciaio);

• trattamento antigoccia su vetri e superfici ve-trate.Questa particolare specializzazione verso la cura e

la protezione delle superfici si deve però rispecchiareanche nella rivisitazione dell’immagine aziendale. Sista infatti lavorando sul marketing: creazione di nuo-vo logo e della conseguente linea grafica aziendale, si-to dedicato www.zanardiservizi.it, profilo su facebook.Quest’ultimo strumento risulta essere molto utile so-prattutto nell’aggiornamento costante del profilo at-traverso la pubblicazione quasi immediata delle fotodei differenti lavori e dei nuovi risultati raggiunti ne-gli interventi su vari cantieri in regione. La conoscen-za sempre più meticolosa dei vari materiali, la nuovaorganizzazione aziendale e la continua ricerca di part-nership stanno aprendo ancora nuove strade per la Za-nardi Servizi srl: sinergie sia con aziende di marmistiper il trattamento dei loro marmi, sia con rivendito-ri di piastrelle per affiancare il servizio post venditalegato alla manutenzione e ai trattamenti delle su-perfici. La Zanardi Servizi srl ha capito che è necessa-rio fare propria un’affermazione di Darwin e l’haadattata al proprio approccio al mercato: la soprav-vivenza di un’azienda non dipende dalla capacitàdi essere forte soprattutto nel contrastare la crisi,ma dalla sua capacità di adattarsi in modo dina-mico e attento ai cambiamenti. �

associazione � spese famigliari

17Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Il carrello della spesaè sempre più caro

Il 2011, del resto, è stato l’anno della grande infla-zione: a dicembre 2011 l’indice era schizzato al3,3% rispetto allo stesso mese del 2010, valori che

non si vedevano da tre anni a questa parte. Un’accele-razione che ha fatto letteralmente decollare anche labenzina. E la corsa – basta dare un’occhiata ai cartellicon i prezzi del carburante – non accenna a fermarsi.

Giù l’olio e su la carneL’Osservatorio dei prezzi e delle tariffe del Ministero

dello sviluppo economico ha pubblicato i dati relativia beni e servizi di largo consumo di dicembre 2011. Nelsettore alimentare (il riferimento è il prezzo medio)quasi tutti i prodotti sono aumentati. Prezzo record peril parmigiano reggiano (+28,78%), ma anche burro, lat-te e farina registrano un notevole incremento. Anchela colazione con biscotti frollini (+5,8%) e caffè tostato(+22,7%) pesa sul portafoglio. Meglio va solo per olio euova: insomma, meglio farsi una frittata che una bi-stecca (+4,13% per la carne bovina).

Frutta e verdura, più risparmiScorrendo l’elenco del settore ortofrutticolo, si in-

contrano decisamente molti prezzi al ribasso, rispettoal dicembre 2010. Una zuppa di cipolle bianche (1,37euro al chilo, con un calo del 17%), accompagnata daun piatto di lattuga (-10%) o di cavolfiori (-12%), po-trebbe pesare poco sul portafoglio. Buone notizie an-che per gli amanti della frutta: le clementine (2,01 eu-ro contro 2,07 al chilo) e le mele (un chilo di goldena 1,45 contro 1,48) hanno registrato una flessionedel prezzo, come pure le pere (2,14 contro 2,25 euro).

Più care, invece, le bananedel centro America: +3,8%.

Cura della personaIl dicembre 2011 ha con-

cesso un pochino di treguaalle famiglie con bimbi in te-nera età. È sceso infatti (anchese di poco) il costo dei panno-lini, in compenso per lavare ma-gliette e pantaloni in lavatrice si sono dovutisborsare più soldi (+2,1% del detersivo). Sale anche ilprezzo della carta igienica, come pure quello delloshampoo (+0,35%) e del sapone (+10,6%).Attenzione anche a chi sceglie prodotti «usa e get-

ta»: piatti di plastica e rotoloni di carta da cucina so-no passati rispettivamente da 3,48 a 3,63 euro e da1,46 a 1,51 euro.

Dall’auto al parrucchiereTra i beni monitorati vi sono quelli che riguardano

i servizi. Gli amanti della colazione al bar devono farei conti con i rincari: caffè espresso (da un prezzo me-dio di 0,93 a 1 euro) e cappuccino (da 1,32 a 1,35) so-no nel segno dell’aumento e anche il pranzo, con pa-nino veloce, diventa più oneroso (da 3,36 a 3,47 euro).E non sfugge ai rincari il pasto in pizzeria: da 8,31 a8,47 euro. Anche le signore che puntano a un looksempre in ordine, devono fare i conti con i rincari:messa in piega (+2,35%) e taglio di capelli (+2,37%). Esono guai anche se si rompe l’automobile: la ripara-zione dei freni è balzata a 122 euro (+7,28%) e pure l’e-quilibratura delle gomme a 73,82 (+8,1%).

Il “pieno” sempre più caroNei distributori trentini il prezzo della benzina ha

già superato 1,7 euro al litro, una corsa al rialzo inizia-ta già in dicembre, quando il prezzo medio al litro erasopra 1,6 euro al litro. Nel dettaglio, il prezzo della ben-zina verde con servizio alla pompa (10 litri) era di 16,64euro, quello senza servizio di 16,07. Per dieci litri di ga-solio, invece, lo scorso dicembre servivano 15,83 europer il “fai da te” e 16,45 con il servizio alla pompa.Prezzi decisamente lontani da quelli di un anno prima,quando solo con il servizio superava 1,4 euro al litro.Nel dicembre 2010 il prezzo medio per la benzina ver-de servita era 1,44 (1,42 con il fai da te), mentre un li-tro di gasolio costava “solo” 1,3 euro (1,33 servito). In-somma, in un anno c’è stato un incremento del 23%sul gasolio e del 15% sulla benzina verde. �

Venti acquisti, dai generi alimentari a quelli per la cura del corpo. Senza scordare una puntatina dal parrucchiere e un salto dal meccanico per un guasto ai freni.Una spesa da 236 euro, circa 15 euro in più di quello che si sarebbespeso un anno prima: il confrontofra i prezzi e le tariffe di dicembre2011 rispetto allo stesso periododell’anno precedente indica unchiaro aumento, per la maggiorparte dei prodotti di largo consumo.

In Trentinocala la domanda interna

Arrivano anche nella nostra provincia i segnalidella nuova ondata recessiva dell’economia.Per la prima volta, dopo quasi due anni di ri-

presa, il fatturato delle imprese provinciali cala di qua-si l’1%. La caduta è tutta della domanda interna ed ècausata dalla diminuzione del reddito disponibile dellefamiglie e dalla riduzione della ricchezza finanziaria. Inalcuni settori la frenata diventa un vero e proprio crol-lo: l’edilizia perde il 15%, il commercio al dettaglio el’artigianato l’8%, l’estrattivo, cioè il porfido, il 4%. Incontrotendenza l’export e quelle aziende – poche – cheoperano con l’estero: le prime stime dicono che leesportazioni trentine hanno raggiunto nel 2011 il re-cord storico di 3.100 milioni di euro.

Le tendenze generali

Il punto è stato fatto lo scorso 21 febbraio inCamera di Commercio dal presidente AdrianoDalpez e da Massimo Pavanelli e Matteo Degaspe-

ri dell’Ufficio Studi, che hanno presentato l’inda-gine congiunturale sul quarto trimestre 2011. Èintervenuto anche il direttore della FondazioneNord Est Daniele Marini. Il quadro internazionalevede il rallentamento della crescita mondiale ed eu-ropea e previsioni negative sull’Italia. In Trentinonell’ultimo trimestre dell’anno scorso il fatturatocomplessivo dei settori oggetto d’indagine è dimi-nuito dello 0,7% rispetto all’analogo trimestre del2010, prima variazione tendenziale negativa dopoquasi due anni di ripresa ininterrotta. Lo stop, tutta-via, non era inatteso: era stato anticipato dall’anda-mento negativo nel precedente trimestre degli ordinie dei giudizi prospettici degli imprenditori. L’occupa-zione è quasi ferma (+0,1%) mentre le ore lavorate di-minuiscono lievemente (-0,4%).

Grandi ok, piccole nei guai

Tra le componenti del fatturato, i ricavi in ambitoprovinciale sono diminuiti, sempre su base annua,del 4,2%, quelli realizzati fuori provincia ma in Italiadello 0,7%, mentre il fatturato conseguito all’estero èaumentato dell’8,4%. «Il Trentino – ha affermato Pa-vanelli – chiuderà il 2011 con 3.100 milioni di eurodi export, il miglior dato dal 2000», del 10% più alto

Dopo quasi due anni di ripresa, il fatturato delle impreseprovinciali cala di quasi l’1%.

L’Istat: crollo del Pil (-0,7%)

L’Italia torna in recessione. L’Istituto di statisticacertifica ciò che tutti gli osservatori si aspettavano:negli ultimi tre mesi del 2011 l’economia italiana si ècontratta per il secondo trimestre consecutivo ed èentrata tecnicamente in una fase recessiva. Debitopubblico in calo rispetto a novembre, ma in crescitadel 3% rispetto al 2010.

� di Stefano Frigo

Il Prodotto interno lordo dell’Italia nel quarto trimestre2011 è diminuito dello 0,7% sul trimestre precedente e dello 0,5% su base annua. Lo rileva l’Istat nella stimapreliminare, precisando che il periodo in esame ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al quarto trimestre 2010. L’Italia èdunque in recessione tecnica (il Pil è in calo per

il secondo trimestre consecutivo dopo che nel terzoquarto dell’anno l’Istat aveva registrato un ribassodello 0,2%). Il ritorno in recessione avviene dopo pocopiù di due anni: l’ultimo periodo di recessione eraterminato dopo il secondo trimestre del 2009. Il ribassodello 0,5% registrato dal Pil, su base annua, nel quartotrimestre 2011 rappresenta il primo calo tendenziale dalquarto trimestre del 2009.

I Pil dell’area euro (Ue-17) e della Ue-27 sono scesi dello0,3% nel quarto trimestre 2011 rispetto al trimestreprecedente: è quanto emerge dalla stima flashpubblicata oggi da Eurostat. Nel terzo trimestre la Ue-17aveva registrato una crescita dello 0,1% e la Ue-27 dello0,3%. Rispetto al quarto trimestre 2010, il Pil diEurolandia è aumentato dello 0,7% e quello della Ue-27dello 0,9%.

La crescita dell’Italia nel 2011 (+0,4%) ha subìto unanetta battuta d’arresto a confronto con quanto

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Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

del 2010. La domanda internazionale, quindi, inquesta fase attenua gli effetti della crisi sull’economialocale, ma a trarne maggiore beneficio sono soprat-tutto le imprese di medio-grande dimensione, ten-denzialmente più propense a esportare. Il 50% del-l’export trentino fa capo a 12 imprese e il 90% a 80aziende sul migliaio circa che vende almeno qualco-sa all’estero. Così le imprese con più di 50 addetti re-gistrano variazioni positive sia del fatturato (+1,4%)che dell’occupazione (+0,8%). Al diminuire della di-mensione, gli effetti della contrazione si fanno inve-ce più preoccupanti, fino alla caduta del 10,5% delfatturato e del 2% dell’occupazione delle microim-prese tra 5 e 10 addetti.

L’industria che corre

Il comparto manifatturiero, ha spiegato Degaspe-ri, appare il più in salute proprio perché include nu-merose imprese medio-grandi ed esportatrici. Il fat-turato del settore cresce su base annua del 4,6%.Segnali positivi arrivano anche dall’occupazione cheaumenta dello 0,7%. I settori maggiormente in evi-denza sono il tessile-abbigliamento e il metallurgico-meccanico. Segnali di difficoltà giungono invece dalsettore dei minerali non metalliferi.

Artigiani in affanno

Le imprese artigiane del manifatturiero e dei ser-vizi mostrano una svolta negativa nell’andamentocongiunturale, con un fatturato che diminuisce del7,9%. Questa dinamica si spiega essenzialmente conla caduta della domanda locale e nazionale verso lequali si orientano quasi esclusivamente le imprese ar-

tigiane. Negativa risulta anche la variazione dell’oc-cupazione, che si riduce dell’1,1% dopo alcuni tri-mestri di crescita.

Crisi strutturale

L’edilizia e il porfido, dicono in Camera di Com-mercio, sono settori in crisi strutturale. Il compartoestrattivo mostra andamenti negativi ormai dal2007. Nel quarto trimestre 2011 il fatturato diminui-sce del 3,6% e l’occupazione dell’1,9%. Il 63% delleimprese dichiara una diminuzione degli ordinativi.In peggioramento il settore edile, che vede ricavi incalo del 14,6% e occupazione in diminuzione del -l’1,2%. Particolarmente negativo il dato sugli ordinati-vi (-9,7%), che non lascia presagire evoluzioni in sen-so positivo del comparto.

Frenata di tir e negozi

L’autotrasporto mostra segnali contraddittori. Ilfatturato (+1,1%) conferma il trend positivo deiprimi tre trimestri dell’anno, ma il risultato è de-terminato da un ristretto numero di imprese me-dio-grandi, mentre le piccole sono in maggiore dif-ficoltà. L’occupazione cala del 4,7%, il risultatopeggiore tra i settori. Va male il commercio al det-taglio, con un calo del fatturato dell’8,2%, deter-minato però dalle vendite di auto, mentre super-mercati e alimentare tengono. L’ingrosso invece,più connesso al commercio estero, cresce del 3,7%.Servizi alle imprese e terziario avanzato risentonodella caduta della domanda interna ma aumentanol’occupazione dell’1,3%. �

[S.F.]

totalizzato nel 2010 (+1,4%). La differenza è così paria un punto percentuale. È quanto emerge dalle stimepreliminari dell’Istat (dati corretti per effetti dicalendario). Ma era andata ancora peggio nel 2009,quando la contrazione registrata fu pari al -5,1%. Le stime del governo avevano previsto per il 2011 unacrescita dello 0,6% (dato grezzo). La crescita acquisitaper il 2012, quella che si verificherebbe per il puroeffetto trascinamento del 2011 se in tutti e quattro i trimestri dell’anno si registrasse crescita zero, è negativa, pari a -0,6%. Il calo congiunturalecomplessivo registrato dal Pil è la sintesi di dinamichesettoriali del valore aggiunto positive per l’agricoltura,negative per l’industria, sostanzialmente stazionarie peri servizi. I prossimi dati sul Prodotto Interno Lordoverranno rilasciati a marzo.

Intanto il debito pubblico italiano a dicembre 2011 èsceso dai 1.904,8 miliardi di novembre e si è attestatoa quota 1.897,946 miliardi di euro, mentre è cresciuto

di 55 miliardi rispetto alla fine del 2010. L’incrementoè del 2,98%. Le entrate tributarie nel 2011 sonoaumentate dell’1,6% e si sono attestate a quota 403,110miliardi di euro. È quanto risulta dal Supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia dedicato allafinanza pubblica.

associazione � economia

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20 l’Artigianato

associazione � area studi

Comunità di Valle:istruzioni per l’uso

L’incontro del 5 marzo con i nostri “rappresentanti” artigiani

Sono circa quaranta gli imprenditori artigiani chehanno deciso di impegnarsi, sono stati eletti e rico-prono un qualche ruolo politico all’interno di giun-te e assemblee nelle nuove Comunità di Valle dellaProvincia di Trento. Per questo motivo, e alla luce deldibattito pubblico che sta coinvolgendo il processodi riforma istituzionale, ai vertici dell’AssociazioneArtigiani è sembrato importante sentire dalla loro vi-va voce come le varie Comunità stanno lavorando, ache livello di operatività sono arrivate, e quali posso-no essere le criticità che un processo istituzionale diquesta portata porta inevitabilmente con sé.L’incontro, svoltosi lo scorso 5 marzo presso la nuo-

va Sala dei Duecento dell’Associazione e moderato dalDirettore generale dell’Associazione, Nicola Berardi, hachiarito in modo esemplare quale sia la voglia di pro-tagonismo e la passione che questi rappresentanti ar-

tigiani stanno trasmettendo nei nuovi enti, indipen-dentemente dal loro ruolo. Sono intervenuti due pre-sidenti di Comunità, alcuni assessori, consiglieri dimaggioranza e di minoranza che hanno liberamentedibattuto per oltre due ore portando ciascuno, comeovvio, la visione e la posizione personale legata alproprio vissuto politico.In chiusura il Presidente provinciale dell’Associa-

zione De Laurentis ha inteso sottolineare come cia-

Interessante incontro con i nostri “rappresentanti” artigiani. L’urbanistica e ilPiano Territoriale di Comunità.

Le Comunità, che sostituiscono di fatto i Comprensori, hannoottenuto dalla Provincia parecchiecompetenze, la più importante delle quali è sicuramentel’urbanistica e la gestione del territorio.

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

� di Claudio Filippi

associazione � area studi

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scuno, secondo il ruolo che gli compete negli organidelle Comunità, debba essere chiamato a occuparsinon solo di artigianato o della propria categoria enon solo di questioni economiche ma anche di temilegati al sociale e allo sviluppo locale. L’aspetto im-portante sarà di riuscire a portare anche in questi per-corsi di pianificazione territoriale i valori fondantidell’artigianato trentino, pragmaticità, voglia di faree capacità di rischiare e intraprendere.Dal punto di vista operativo si sono inoltre regi-

strate le comprensibili differenze tra i territori chehanno ereditato la struttura e l’organizzazione dei vec-chi Comprensori rispetto alle nuove Comunità comequella degli Altipiani Cimbri e le cinque nate dallo“spacchettamento” del vecchio C5 (Paganella, Laghi,Val d’Adige, Cembra e Rotaliana); ma in tutte le Co-munità è emerso come i nostri rappresentanti stianolavorando molto, senz’altro molto più di quanto tra-spare e viene comunicato all’esterno.

L’urbanistica e il Piano Territoriale di Comunità

Le Comunità di Valle sono i 16 Enti territoriali del-la Provincia Autonoma di Trento che formano il li-vello istituzionale intermedio fra le Amministrazionicomunali e la Provincia stessa. Le Comunità sostitui-scono di fatto i Comprensori, però rispetto ad essihanno ottenuto dalla Provincia parecchie competen-ze, la più importante delle quali è sicuramente l’ur-banistica e la gestione del territorio.La gestione del territorio di ciascuna Comunità

sarà effettuata attraverso il Piano Territoriale di Co-munità - PTC (da cui deriverà poi il Piano Urbanisti-co a livello di Comunità) che ogni nuovo Ente dovràapprovare dopo un confronto con tutte le realtà asso-ciative imprenditoriali, sindacali, culturali. Dal con-fronto con le componenti sociali ed economiche do-vranno scaturire le linee guida per il futuro sviluppodel territorio delle Comunità. Bisognerà ad esempiooperare scelte forti, ma rispetto a quali settori econo-mici? Il turismo, l’agricoltura o l’artigianato? E anco-ra: come si potranno coniugare le diverse specificitàdelle Comunità affrontando le nuove sfide della com-petizione globale che si gioca in particolare tra terri-tori? Da queste scelte, e dalle linee di indirizzo chene deriveranno, le Comunità dovranno impostare leconseguenti scelte urbanistiche e le politiche di soste-gno allo sviluppo locale.Per agevolare questo percorso di approvazione del

Piano Territoriale, ogni Comunità dovrà predisporreun’analisi sociale ed economica del proprio territo-rio, definita Documento preliminare, che verrà con- segnato alle parti sociali, e quindi anche alla Rap-presentanza territoriale della nostra AssociazioneArtigiani.È evidente che è in questa fase che diventa essen-

ziale il ruolo dei rappresentanti sindacali dell’Asso-ciazione presenti su ogni territorio. Questi sono o sa-ranno chiamati ad apportare il loro contributo di

idee, analisi e proposte nell’ambito dei tavoli di con-certazione e di consultazione che, sui diversi temi, sistanno organizzando in seno alle varie Comunità. Aloro la funzione di delineare le linee di indirizzo perquella strategia di sviluppo che poi i colleghi “politi-ci” intervenuti all’incontro dello scorso 5 marzo do-vranno valutare, approvare e tradurre poi in politi-che e azioni concrete. �

Forze lavoro, i datidel terzo trimestre 2011

Nel terzo trimestre 2011 la provincia di Trento registraun significativo miglioramento nel mercato del lavoro:le forze lavoro sono in crescita su base annua del +1,5%, gli occupati del +1,6% e in contrazione i disoccupati dell’1,3%. Anche i giovani nella classe 15-24 anni risentono di questo contesto positivo. È questa la tendenza dalla rilevazione sulle forze di lavoro nel terzo trimestre 2011. I dati sono stato resinoti lo scorso 10 febbraio dal Servizio statistica della Provincia autonoma di Trento.

� di Stefano Frigo

Nel 3° trimestre 2011 per il complesso dellapopolazione si rileva un tasso di occupazione (15-64 anni) pari al 66,7% e un tasso di disoccupazione (15 anni e più) pari al 3,7%,entrambi i miglioramento sia rispetto allo stessotrimestre dell’anno precedente che alla media 2010.Anche per i giovani della classe 15-24 anni si ripropone una situazione simile.Analizzando la classe 15-24 anni si deve evidenziare,innanzitutto, che la gran parte degli appartenenti alla stessa (circa il 68% come media 2010) non partecipa al mercato del lavoro perché studente. Il tasso di occupazione, in questo caso, è pari al 29,4% e il tasso di disoccupazione è pari al 13,6%.Sia rispetto allo stesso trimestre dell’annoprecedente che alla media 2010 si rileva un tasso di occupazione in aumento (rispettivamente 28,0% e 27,3%) mentre il tasso di disoccupazione risultastabile sullo stesso trimestre dell’anno precedente e in contrazione sulla media 2010 (15,1%).Confrontandosi con il Nord Est e l’Italia si evidenzia la situazione chiaramente più positiva del Trentino. Nel Nord Est il tasso di occupazione giovanile nel 3° trimestre 2011 è pari al 27,1%, nello stesso periododel 2010 era pari al 27,8% e, in media 2010, 27,7%. Il tasso di disoccupazione giovanile è pari,rispettivamente, al 17,7%, 17,0% e 19,1%.In Italia il tasso di occupazione giovanile nel 3° trimestre 2011 è pari al 19,6%, nello stesso periodo2010 era pari al 20,5% e, in media 2010, 27,2%. Il tasso di disoccupazione giovanile è pari,rispettivamente, al 26,5%, 24,7% e 27,8%.

22 l’Artigianato

associazione � istat

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

Inflazione recordnel 2011Il livello più alto da luglio 2008

Il tasso d’inflazione medio annuo per il 2011 èpari al 2,8%, in sensibile accelerazione rispettoall’1,5% del 2010. Lo comunica l’Istat, confer-

mando le stime preliminari. Si tratta del valore me-dio annuo più alto dal 2008 (+3,3%). A dicembre, se-condo i dati definitivi dell’Istat, l’indice nazionaledei prezzi al consumo per l’intera collettività, com-prensivo dei tabacchi, registra un aumento dello0,4% rispetto al mese precedente e del 3,3% neiconfronti dello stesso mese dell’anno precedente (lostesso valore registrato a novembre). Il dato defini-tivo conferma la stima provvisoria. Sempre a di-cembre l’inflazione di fondo, calcolata al netto de-gli energetici e alimentari freschi, è stabile al 2,4%.Al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescitatendenziale dell’indice dei prezzi al consumo scen-de al 2,3% dal 2,4% di novembre.

La stabilizzazione della dinamica tendenziale de-riva dalla riduzione del tasso di crescita dei prezzi deibeni (+3,8%, dal +4% di novembre), compensata dal-l’aumento di quello dei servizi (+2,5%, dal +2,4% delmese precedente). Come conseguenza di tali anda-menti, il differenziale inflazionistico tra beni e servi-zi diminuisce di tre decimi di punto rispetto al mesedi novembre. Nel mese di dicembre, si rilevano tassitendenziali di crescita dei prezzi al consumo stabili, oin lieve rallentamento, per quasi tutte le tipologie dibeni e servizi.

Da un punto di vista settoriale, i due più impor-tanti effetti di sostegno alla dinamica dell’indice gene-rale derivano dagli aumenti congiunturali dei prezzidei beni energetici non regolamentati (+2,9%) e deiservizi relativi ai trasporti (+1,6%). I prezzi dei prodot-ti acquistati con maggiore frequenza aumentano dello0,5% su base mensile e del 4,3% su base annua (+4,2%a novembre). L’indice armonizzato dei prezzi al con-sumo aumenta dello 0,3% su base mensile e del 3,7%su base annua (lo stesso valore registrato a novembre).Il corrispondente tasso di crescita medio annuo, rela-tivo al 2011, è pari al 2,9% (dall’1,6% del 2010).

Anche in questo caso i dati definitivi confermanole stime preliminari. L’indice nazionale dei prezzi alconsumo per le famiglie di operai e impiegati, al net-to dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% sulpiano congiunturale e del 3,2% su quello tendenzia-le. Il corrispondente tasso di incremento medio an-nuo, relativo al 2011, è pari al 2,7%.

Forti rialzi anche sui prezzi di tutti i carburanti: labenzina aumenta dell’1,9% su novembre, mentre ilrelativo tasso di crescita tendenziale scende al 15,8%(dal 16,6% di novembre). Secondo quanto comunical’Istat, il prezzo del gasolio per mezzi di trasporto se-gna un rialzo congiunturale del 5,6% e cresce su ba-se annua del 24,3% (dal 21,1% di novembre). Si trat-ta del livello più alto dal luglio del 2008. �

Il tasso medio annuo che il 2012 eredita dal 2011 è pari all’1,3%. In casodi variazioni congiunturali nulle nel corso dell’anno, comunque l’inflazionemedia annua del 2012 si attesterà all’1,3%. Il carrello della spesa, i prodottiacquistati con più frequenza (dal cibo ai carburanti), aumenta del 3,5%.

associazione � istat

Lavoro,disoccupazione all’8,9%

Continua ad aumentare la disoccupazione inItalia raggiungendo livelli record. A dicembredello scorso anno il tasso di disoccupazione è

salito all’8,9% in aumento di 0,1 punti percentuali ri-spetto a novembre e di 0,8 punti percentuali su baseannua con una crescita, quindi, del 10,9%: battute,in negativo, anche le stime degli analisti che stima-vano un tasso al 8,7%. Si tratta del dato più alto dalgennaio 2004, anno d’inizio delle serie storichemensili dell’Istat.

Se si prendono in considerazione le serie stori-che trimestrali, invece, per ritrovare un tasso di di-soccupazione così alto bisogna tornare addiritturaal terzo trimestre del 2001. Lo ha reso noto l’Istatsottolineando che il numero di senza lavoro in Italiaha raggiunto quota 2 milioni e 243mila persone: sitratta di 1,243 milioni di maschi e un milione didonne. A pagare il prezzo più alto, ancora una vol-

ta però, sono i giovani: uno su tre di quanti parte-cipano attivamente al mercato del lavoro, è senzaimpiego con un tasso di disoccupazione al 31%, incalo di 0,2 punti base rispetto a novembre, ma inaumento di 3 punti su base annua.

Nel dettaglio, a dicembre gli occupati occupati era-no 22 milioni 903mila, un livello sostanzialmente in-variato rispetto a novembre, in presenza di un calo del-la componente maschile e di una crescita di quellafemminile: 13,510 milioni gli uomini, 9,393 milioni ledonne. Nel confronto con l’anno precedente, invece,l’occupazione diminuisce dello 0,1% (-23mila unità).Per i tecnici dell’Istituto di statistica c’è stato «un peg-gioramento consistente del mercato del lavoro». La di-soccupazione maschile cresce, dunque, del 5,1% rispet-to a novembre e del 15,1% su base annua. Diminuisceinvece il numero di donne senza impiego: -3,9% ri-spetto a novembre, -6,2% nel confronto su base annua.

Alla fine dello scorso anno, quindi, il tasso di oc-cupazione a dicembre è pari al 56,9% (fermo sul me-se e in calo di 0,1 punti percentuali sull’anno) con untasso di inattività al 37,5% (-0,1 su mese e -0,5 su an-no). L’analisi di genere mostra per i maschi un tassodi occupazione al 67,1%, di disoccupazione all’8,4%e di inattività al 26,7%; per le donne il tasso di occu-pazione è al 46,8%, quello di disoccupazione al 9,6%e di inattività al 48,2%. �

[S.F.]

23Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Istat: «Italia al livello del 2001».L’istituto di statistica: «C’è stato un peggioramento consistente delmercato». Un giovane su tre senzaimpiego. Su base annua i disoccupaticrescono del 10,9% a 2,423 milioni:1,243 milioni sono uomini.

24 l’Artigianato

associazione � fedart fidi

Rapporto di Fedart Fidisui confidi

700.000 piccole imprese italiane si rivolgono aiconsorzi di garanzia fidi per ottenere credito dallebanche. E nel 2011 i finanziamenti garantiti in esse-re da parte dei consorzi fidi alle Pmi hanno sfiorato i14 miliardi di euro. Ma la stretta creditizia pesa an-che sull’attività dei consorzi fidi: lo scorso anno unquinto dei finanziamenti garantiti dai confidi edeliberati dalle banche non è stato effettivamente

erogato alle imprese da parte degli istituti di cre-dito. Un fenomeno che si concentra negli ultimi tremesi del 2011, con il blocco pressoché totale delleerogazioni di finanziamenti.I dati emergono dalla quindicesima edizione del-

la ricerca presentata oggi a Roma da Fedart Fidi, laFederazione Nazionale Unitaria dei 144 Consorzi eCooperative Artigiane di Garanzia promossa da Con-

fartigianato, Cna e Casartigiani epresieduta da Fabio Petri.La ricerca rivela una flessione nei

finanziamenti garantiti negli ultimidue anni: nel 2010 l’ammontare deifinanziamenti garantiti in esserealle piccole imprese è stato pari a14,4 miliardi di euro, mentre nel2011 è sceso sotto i 14 miliardi.I consorzi fidi rappresentano

co munque un efficace baluardoper attenuare la crisi del credito.Nel 2010 i confidi di Fedart Fidihanno erogato quasi 7,3 miliardidi finan ziamenti garantiti a 700.534artigiani e piccole imprese. Cia-scun confidi ha garantito in mediafinanziamenti per 50,4 milioni.Si mantiene elevato il grado di

penetrazione del sistema Confidinel comparto artigiano, pari al 37%,a conferma del fatto che quasi 1 im-

Consorzi fidi “pilastro” anti credit crunch: nel 2011 garantiti 14 miliardialle Pmi. Il Presidente di Fedart Fidi, Fabio Petri, ha presentato un progettoper rilanciare il sistema della garanzia del credito.

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

Il sistema dei confidi aderenti a Fedart Fidi: dati di sintesi sui finanziamenti - anno 2010

Regione Totale Confidi Soci

Finanziamenti garantiti in essere al 31/12/2010*

Finanziamenti garantiti concessi nel 2010

Valori (Mln di €) % Valori (Mln di €) %

Piemonte 8 978 6,8% 355 4,9%

Valle d’Aosta 1 198 1,4% 66 0,9%

Lombardia** 23 2.241 15,6% 1.331 18,3%

Trentino A. A. 3 212 1,5% 73 1,0%

Veneto** 20 1.839 12,8% 1.369 18,9%

Friuli V. G. 2 390 2,7% 285 3,9%

Liguria 2 217 1,5% 101 1,4%

Emilia Romagna 4 2.329 16,2% 933 12,9%

Totale Nord 63 8.404 58,4% 4.513 62,2%

Toscana 2 1.729 12,0% 1.092 15,0%

Umbria 4 504 3,5% 147 2,0%

Marche 10 1.257 8,7% 454 6,3%

Lazio 7 470 3,3% 246 3,4%

Totale Centro 23 3.959 27,5% 1.939 26,7%

Abruzzo 13 527 3,7% 210 2,9%

Molise 5 85 0,6% 16 0,2%

Campania 3 55 0,4% 19 0,3%

Puglia** 13 179 1,2% 118 1,6%

Basilicata 3 52 0,4% 21 0,3%

Calabria 3 122 0,8% 28 0,4%

Sicilia 9 647 4,5% 267 3,7%

Sardegna 9 372 2,6% 126 1,7%

Totale Sud 58 2.038 14,2% 806 11,1%

Totale 144 14.401 100,0% 7.258 100,0%

* Il dato rappresenta una stima ottenuta attraverso unaelaborazione combinata tra le garanzie in essere dichiaratedai Confidi al 31 dicembre 1010 e la quota media digaranzia concessa dai Confidi di ogni Regione. Per ciò cheriguarda i fidi a breve, il dato rileva i fidi concessi e garantitie non gli importi effettivamente utilizzati.

** Dati stimati relativamente ai finanziamenti garantiti in essere di alcuni confidi.

La tabella contiene i dati complessivi del sistema, relativi ai confidi sia di 1° grado sia di 2° grado che svolgonoattività di cogaranzia e/o di garanzia diretta.

associazione � fedart fidi

prenditore artigiano su 2 si rivolge aiconfidi per dare soluzione alle proprieesigenze finanziarie e di rapporto con ilsistema bancario. Analizzando in parti-colare il solo comparto dell’artigianato, i confidi han-no garantito un quinto dei finanziamenti comples-

sivamente erogati dalle banche alleimprese del settore.La classifica delle regioni più at-

tive vede in testa il Veneto con 1.369milioni di euro di finanziamenti garantiti dai confidialle piccole imprese. Al secondo posto la Lombardiacon 1.331 milioni, al terzo posto la Toscana con1.092 milioni e al quarto posto si colloca l’EmiliaRomagna con 933 milioni.Il Presidente di Fedart Fidi Fabio Petri ha presentato

un progetto per rilanciare il sistema della garanziadel credito all’insegna della semplificazione e dell’effi-cienza. Al centro della proposta vi è il riconoscimentodella garanzia quale bene pubblico, in quanto stru-mento fondamentale per favorire l’accesso al credito.Quattro gli obiettivi della riforma sollecitata da FedartFidi: orientare le risorse pubbliche e private secondoprincipi di efficienza ed efficacia; semplificare la filie-ra della garanzia eliminando duplicazioni tra i ruoliassunti dai vari soggetti e la concorrenza tra gli atto-ri; raggiungere l’autosostenibilità del sistema con unmeccanismo di contribuzione automatica privata perciascuna operazione di garanzia; rendere misurabilel’impatto generato dagli interventi mediante un mo-dello econometrico appositamente definito. �

Cinquemila iscritti alla mobilità:mai così tanti in dieci anni

In generale in mobilità sono iscritti più uomini chedonne (66,3 contro 33,7%), più italiani che stranieri(78,9 contro 21,1%). La crisi però colpisce inproporzione più i lavoratori stranieri degli italiani.

� di Stefano Frigo

Sfiorano ormai le 5.000 unità gli iscritti in lista di mobilità in Trentino. Il 9 febbraio, il comitatoprovinciale mobilità ha infatti certificato la presenza in lista di 4.975 licenziati, il dato più elevato mairegistrato negli ultimi dieci anni. A riprova che non si tratta di un risultato isolato, ma di un trend moltopreoccupante, va ricordato che nel corso del 2011 unasola volta, ad agosto, in lista di mobilità sono risultatiiscritti meno di 4.700 lavoratori.

Gelata anche sui sospesi. I lavoratori in mobilità chehanno trovato un impiego a termine infatti a febbraio2012 sono indicati in 1.498, con un saldo negativo di 183unità rispetto al mese precedente e di 19 unità rispettoal dato di febbraio 2011, quando i sospesi furono 1.519 (-1,4% annuo). Guardando all’anno precedente, va segnalato che a dicembre i sospesi erano 1.681, a novembre 1.771, a ottobre 1.818, a settembre 1.897, ad agosto 1.912, a luglio 1.909 e a giugno 1.841. La nuova contrazione del numero del sospesi registrataa febbraio conferma un andamento che durava da mesi.

Si si eccettua la felice eccezione di gennaio 2012, a partire da settembre 2011 questo indicatore ha registrato costantemente il segno meno su basecongiunturale. Tra l’altro lo scorso anno si era chiusocon un differenziale positivo minimo rispetto al 2010: a dicembre 2011 infatti il numero dei sospesi perchéassunti a termine era stato superiore di un misero 1,6%rispetto allo stesso periodo di due anni fa. Nel raffronto tra gli iscritti in mobilità attuali e quelli dei tre anni precedenti emerge quanto il crollo dellafinanza internazionale del 2008 e la più recente crisi del debito sovrano dell’Eurozona producano effettinegativi sul mercato del lavoro anche in Trentino. Basti pensare che gli iscritti in mobilità di gennaio e febbraio continuano ad essere più numerosi dellamedia mensile del 2011, quando era stata raggiuntaquota 4.756 contro una media mensile di 4.417 nel 2010e di 3.807 nel 2009. In pratica, già lo scorso anno sonostati registrati in media 339 iscritti in più rispetto al 2010 (+7,7%) e 949 in più rispetto al 2009 (+24,9%). Il flusso di nuovi ingressi risulta sostenuto anche a febbraio. Sono infatti 307 gli iscritti in mobilità delmese, ben il 42,8% in più di febbraio 2011. Guardando ai mesi appena trascorsi i nuovi ingressi sono stati ben356 a gennaio 2012, 177 a dicembre 2011, 233 a novembre, 223 a ottobre e 203 a settembre.Guardando alla provenienza, i licenziati dalle piccoleimprese sono stati pari all’85,3% di tutti i nuovi ingressidel mese. Sul computo totale, la stragrandemaggioranza degli iscritti in mobilità – il 74,6% – è stata

25Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

continua a pagina 26

Orafi alla Mostra“DiVinNosiola”

“DiVinNosiola”, quando il vino si fa arte:l’artigianato incontra l’arte del vino in unoscenario inedito, Le Gallerie di Trento.

Quest’anno la Mostra DiVinNosiola dedicata al vi-no Nosiola, al Trentino DOC Vino Santo, alle grappedi Nosiola e di vinaccia di Trentino DOC Vino Santoverrà allestita in maniera del tutto particolare: i viniin esposizione saranno abbinati ai preziosi gioielli inoro, argento e pietre preziose realizzati dalla Catego-ria Orafi dell’Associazione Artigiani e Piccole Impre-se della Provincia di Trento.

Anche gli allestimenti sorprenderanno i visitatori:un tripudio di colori, giochi di luce e immagini cherichiamano la Valle dei Laghi e le sue eccellenze eno-logiche saranno protagonisti della Mostra.

La Mostra DiVinNosiola è aperta dal 29 marzo al6 maggio, presso Le Gallerie - Piedicastello, Trento.

Orari di aperturaTutti i giorni dalle ore 9.00 alle 18.00. Giorno di

chiusura: lunedì. Apertura serale durante gli eventi previsti nel pro-

gramma.

Degustazioni di vino Nosiola e di Trentino DOCVino Santo nei seguenti orari:• Sabato: 31 marzo - 7/14/21/28 aprile - 5 maggiodalle 15.00 alle 18.00.

• Domenica: 1/8/15/22/29 aprile - 6 maggiodalle 11.00 alle 18.00.

• Festività: 9 aprile - 25 aprile - 1 maggiodalle 11.00 alle 18.00.

In mostra le opere artigiane orafe di:• Fronza Roberto e Stefano - Trento• Nardelli & Garzetti Orafi - Trento• Kifra di Giorgio Chiarcos & C. - Trento• Mastro 7 - Mattarello• NIGI Sangiorgi Stefano - Levico• Gioielleria Pagnin, Pagnin Alessandro - Trento• Reversi - Milano• Laboratorio Oreficeria Scartezzini Fiorenzo - Trento• Vegetti Ilaria - Levico. �

associazione � eventi

26 l’Artigianato Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

licenziata da una piccola impresa. Complessivamente,all’8 febbraio 2012 e al netto dei nuovi ingressi, il settoredelle costruzioni continua a registrare il maggiornumero di addetti nelle liste di mobilità. Sul totale degliiscritti infatti ben il 22,1% lavorava nel comparto edile.Tra i settori le cui aziende mettono più addetti in mobilità c’è poi il metalmeccanico/metallurgico con il 14,8% degli iscritti totali, seguito dal commercio(13,7%), dai servizi non altrimenti definiti (11,2%), dai pubblici esercizi (9,6%) e dai trasporti (7,5%). Tra i licenziati dalle medie e grandi imprese la fanno da padrone i licenziati del settore metalmeccanico(38,2%), seguiti da quelli del commercio e dei trasporti,rispettivamente con l’11% e il 9,7%. Licenziano invece dipiù, tra le piccole imprese, quelle delle costruzioni(27,5% degli iscritti in mobilità secondo la Legge 236),seguite da quelle del commercio (14,7%) e degli altriservizi (14,3%). In generale in mobilità sono iscritti più uomini chedonne (66,3 contro 33,7%), più italiani che stranieri(78,9 contro 21,1%). La crisi però colpisce in proporzione più gli stranieri degli italiani, considerato

che la percentuale di iscritti in mobilità di originestraniera è più che doppia rispetto all’incidenza dellapopolazione non italiana – oggi all’9,2% – sul totale dei residenti in Trentino. Inoltre, tra i licenziati dallegrandi aziende sono in maggioranza gli over 50 con ben il 61% degli iscritti nelle liste in base alla Legge 223,mentre tra quelli provenienti dalle piccole aziende il 59,4% ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni, il 27,4% ha almeno 50 anni e il 13,2% non supera i 29.Come detto la media mensile di iscritti in mobilitàdurante il 2011 ha raggiunto quota 4.756 contro i 4.417registrati in media nel 2010 e i 3.807 del 2009, con una crescita del 24,9% rispetto a due anni fa. Va ricordato che già nel 2009 l’incremento del ricorsoalla mobilità era stato eccezionale: rispetto alla mediamensile del 2008, gli iscritti in mobilità risultavanoallora quasi il 40% in più, un tasso di crescita tantoimpetuoso da superare quello registrato tra il 2002 e 2008, quando l’aumento medio non raggiunseil 34%. In pratica, nel corso del 2009 le liste di mobilità si erano già proporzionalmente ingrossatepiù di quanto non fosse successo nei sei anni precedenti.

segue da pagina 25

Per informazioni turistiche APT TRENTO, MONTE BONDONE, VALLE DEI LAGHI

c/o Consorzio Pro Loco Valle dei Laghitel. 0461.216000 - 864400 - 216050

[email protected] • www.apt.trento.it

associazione � eventi

27Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

NARDELLI & GARZETTI ORAFIPiazza Duomo, 2438122 Trentotel. 0461.239724fax 0461.266084e-mail [email protected]

MASTRO 7Via della Ceriola, 938123 Mattarello di Trentotel. 0461.945354fax 0461.944607e-mail [email protected]

GIOIELLERIA PAGNINPAGNIN AlessandroVia Oss Mazzurana, 4938122 Trentotel. 0461.235105e-mail [email protected]

REVERSIAlzaia Naviglio Grande, 220144 Milanotel. 02.89415615e-mail [email protected]

LABORATORIO OREFICERIASCARTEZZINI FiorenzoVia di Pietrastretta, 6838122 Trentotel./fax 0461.824768 cell. 338. 1914984 e-mail [email protected]

VEGETTI IlariaVia Pontara, 738056 Levico Terme - Trentocell. 347. 9055297e-mail [email protected]

FRONZA Roberto e StefanoVia Galileo Galilei, 1038122 Trentotel. 0461. 231238cell 320. 3315409e-mail [email protected]

KIFRA di Giorgio Chiarcos & C. sncVicolo dell’Adige, 1338122 Trentotel./fax 0461.983481 e-mail [email protected]

NIGISangiorgi StefanoVia Dante Alighieri, 96Levico Terme - Trentotel. 0461.702170cell. 340.1924267e-mail [email protected]

La Giunta provinciale, su proposta degli asses-sori Alessandro Olivi, Tiziano Mellarini e Fran-co Panizza, ha approvato lo scorso 2 marzo

due nuove misure di intervento per promuovere lanuova imprenditorialità femminile e giovanile e perfavorire la continuità generazionale nelle aziende. Sitratta di criteri che attuano due articoli inseriti nellaLegge provinciale 6/1999 con la riforma della Leggeprovinciale 12/2011 di revisione degli incentivi alleimprese. Una delle novità fondamentali introdottedalla riforma degli incentivi, accanto al sostegno aimprese già operative e consolidate, è proprio la pro-mozione di nuova imprenditorialità, per qualificare einnovare la piattaforma delle imprese trentine. In entrambi i casi ci si rivolge in particolare al set-

tore delle piccole e medie imprese, verso le quali lariforma ha una funzione.

Aiuti per la nuova imprenditorialità femminile e giovanile

Gli interventi sono riservati dalla legge alle nuoveimprese ossia a quelle costituite da non più di venti-quattro mesi al momento della presentazione delladomanda.In particolare possono accedere agli aiuti le im-

prese dove le donne e i giovani (di età non superiorea 35 anni) rappresentano la maggioranza del capita-le e degli organi di amministrazione.Tutti i settori imprenditoriali possono richiedere

gli aiuti (non ci sono esclusioni in base a codici di at-tività); uniche condizioni sono: • essere iscritti nel Registro imprese di Trento; • non avere in corso procedure concorsuali; • disporre soltanto di unità locali sul territorio tren-tino. Sono previste due tipologie di agevolazione:

• un contributo a fondo perduto fino al 50% dei costisostenuti dall’impresa femminile o giovanile per l’av-

vio dell’attività. Tra i costi rientrano le spese di costi-tuzione (legali, amministrative e di consulenza), gliinteressi su finanziamenti bancari (il contributo puòcoprire fino al 50% del costo degli interessi del mu-tuo contratto dall’impresa fino a un importo massi-mo di 50.000 euro), le spese per energia, acqua e ri-scaldamento e i costi per contributi previdenziali perfigli e familiari. Il contributo è relativo a costi soste-nuti in un periodo massimo di cinque anni dopo lacostituzione dell’impresa;

• un contributo a fondo perduto fino al 50% per l’ac-quisizione di servizi di consulenza che le impresefemminili o giovanili devono acquisire per la valu-tazione complessiva dell’azienda, per la realizzazio-ne di un piano strategico (business plan), per l’ana-lisi economico finanziaria, per il tutoraggio e per laformazione pre-imprenditoriale. Con il provvedimento proposto sono riconosciu-

te come ammissibili tutte le spese sostenute fino a 12mesi precedenti la presentazione della domanda e,comunque fino al 31 dicembre 2012, le spese soste-nute a partire dall’entrata in vigore della legge (dal10 agosto 2011).

L’Italia non è un Paese di giovaniRetribuzioni: penalizzate le donne

Le italiane guadagnano il 20% meno degli uomini e il 71,3% del lavoro familiare delle coppie è ancoraa loro carico. Più di 144 anziani ogni 100 giovani: lo rileva il Rapporto sulla coesione sociale dell’Istat.

L’Italia invecchia sempre di più. Lo rivela il secondoRapporto sulla coesione sociale presentato da Inps,Istat e Ministero del Lavoro, secondo il quale al primogennaio 2011 si registrano 144,5 anziani ogni 100giovani. E diventeranno 256 ogni 100 giovani nel 2050. A determinare questo trend, è l’aumentodella sopravvivenza combinato con i bassi livelli di fecondità. Quanto a occupazione e disoccupazione,dallo studio Istat emerge che nel primo semestre 2011sono stati attivati oltre 5,325 milioni di rapporti di lavoro dipendente o parasubordinato: il 67,7% delle assunzioni è stato formalizzato con contratti a tempo determinato, il 19% con contratti a tempoindeterminato e l’8,6% con contratti di collaborazione.Sempre il Rapporto ricorda che il tasso di disoccupazione giovanile si attesta invece

La nuova imprenditorialità femminile e giovanile

Novità fondamentale della riforma è la promozione di nuovaimprenditorialità, per qualificare e innovare la piattaforma delle imprese trentine.

� di Stefano Frigo

associazione � donne e lavoro

28 l’Artigianato Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

Il livello di agevolazione per i costi di avvio è gra-duato in funzione degli anni di attività (maggiore aiu-to per i primi anni: 50%, minore aiuto per gli anni suc-cessivi: dal 30% al 15%). In ogni caso per le impreseavviate da “donne-giovani” è riconosciuta sempre lapercentuale massima di aiuto (50%). Relativamente al-le spese sono posti limiti minimi – euro 10.000 per cia-scuna domanda che potrà comprendere i costi relativiall’avvio per tutti i 5 anni nonché i costi di consulen-za – e massimi – euro 20.000 per spese legali e ammi-nistrative; euro 20.000 all’anno per ciascun anno pergli altri costi di avvio; euro 50.000 per consulenze.Le procedure di presentazione e di istruttoria sono

ispirate alla massima semplicità: • presentazione telematica o via pec; • procedura automatica di istruttoria; • erogazione dell’aiuto di anno in anno ad avvenutadimostrazione dei costi sostenuti.

Aiuti per il passaggio generazionale

Possono beneficiare dell’intervento le piccole im-prese a gestione familiare che hanno effettuato (danon più di 24 mesi al momento della domanda) oche intendono effettuare il passaggio generazionale.La definizione di impresa a gestione familiare e di

passaggio generazionale è stata formulata tenendoconto dell’ordine del giorno approvato in Consiglioprovinciale a margine dell’esame della legge di rifor-ma degli incentivi.Per definire l’impresa a gestione familiare è ri-

chiesta la proprietà di almeno il 75% da parte di sog-

getti legati da rapporto di parentela e la presenza ne-gli organi di amministrazione dei medesimi soggettiin modo da disporre della maggioranza.Il passaggio generazionale si sostanzia nell’atto di

trasferimento della maggioranza della proprietà del-l’impresa tra soggetti legati da rapporti di parentela.Tutti i settori imprenditoriali possono richiedere

gli aiuti (non ci sono esclusioni in base a codici di at-tività); uniche condizioni sono: • essere iscritte nel Registro imprese di Trento; • non avere in corso procedure concorsuali. Sono previste due tipologie di agevolazione:

• un contributo a fondo perduto del 30% dei costisostenuti per il riassetto organizzativo e societario.Tra i costi rientrano le spese legali, amministrativee di consulenza;

• un contributo a fondo perduto del 50% per l’acquisi-zione di servizi di consulenza destinati alla formazio-ne e al tutoraggio delle figure professionali destinatea gestire l’azienda con il passaggio generazionale. Sono riconosciute come ammissibili tutte le spese

sostenute fino a 12 mesi precedenti la presentazionedella domanda e, comunque fino al 31 dicembre 2012,le spese sostenute a partire dall’entrata in vigore del-la legge (dal 10 agosto 2011).Sono posti limiti minimi (euro 10.000 per ciascu-

na domanda) e massimi (euro 20.000 per spese lega-li e amministrative; euro 30.000 per formazione e tu-toraggio).Le procedure di presentazione e di istruttoria sono

ispirate alla massima semplicità: • presentazione telematica o via pec; • procedura automatica di istruttoria. �

al 27,4%, raggiungendo il 44% se riferito alle donnedel Mezzogiorno e il tasso d’inattività sale al 37,9%. I contratti precari dominano nel mercato del lavoro,perché quasi 8 nuovi contratti su 10 (ovvero il 76,3%)sono fatti con accordi a termine o collaborazioni.

Donne e lavoroNel mercato del lavoro italiano, comunque, il divario di genere è piuttosto accentuato. A cominciare dalleretribuzioni. Nel 2010, in media gli uomini hannopercepito una retribuzione più elevata (1.407 euro)rispetto alle italiane (1.131 euro), circa il 20% in più.Non solo. Il 71,3% del lavoro familiare delle coppie è ancora a carico delle donne: se avevamo dei dubbi,l’Istat conferma infatti il gap che divide uomini e donne in Italia e che rende così difficile da noi, per unadonna, conciliare il tempo del lavoro con quello dellacura familiare. In media, giornalmente, guardandoall’insieme del lavoro e delle attività di cura, la donnalavora un’ora e 3 minuti in più del suo partner quandoentrambi sono occupati. Per le coppie con figli il divariodi tempo sale a un’ora e 15 minuti. La maternità poi è legata quasi sempre a un contratto a tempoindeterminato per le lavoratrici dipendenti. Secondo il Rapporto, nel 2010 sono state circa 380mila

le lavoratrici dipendenti che hanno beneficiatodell’astensione obbligatoria per maternità. Fra le neo-mamme, il 91% ha un contratto a tempoindeterminato (e vive al Nord nel 58% dei casi), il 9% a tempo determinato (di cui il 52% concentrato nel Sude isole). Ammontano a 286mila, invece, i lavoratoridipendenti che hanno usufruito di congedi parentali(astensione facoltativa) nel 2010.

Nozze e figliInfine i figli: nel 2010 un bambino su quattro (25,4%)è nato al di fuori del matrimonio, il doppio rispetto a dieci anni prima. Il numero medio di figli per donnasi attesta a 1,41, con valori pari a 2,23 per le stranieree a 1,31 per le italiane. I bassi livelli di fecondità, insieme al notevole aumento della sopravvivenza,«rendono l’Italia uno dei Paesi più vecchi al mondo». Il matrimonio in Italia arriva ormai dopo i 30 anni e le nozze diminuiscono ancora, celebrate sempre piùspesso in municipio. Ci si sposa di meno e sempre piùtardi – sottolinea lo studio – perché l’età media al primomatrimonio è di 33,1 anni per gli uomini e di 30,1 anniper le donne (anno 2009), con uno spostamento in avanti di circa 6 anni rispetto al 1980.

[S.F.]

associazione � donne e lavoro

29Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

30 l’Artigianato

associazione � innovazioni

“Makers”, gli artigianiche progettano il futuro

La nuova rivoluzione industriale che bussa alleporte dell’Italia si è annunciata con un colpodi cannone. Dentro la Casa Bianca, accanto al-

lo Studio Ovale del Presidente. È accaduto qualchegiorno fa. Barack Obama aveva invitato i giovani ta-lenti che avevano vinto gare scientifiche di ogni tipo.Tra questi un ragazzino di 14 anni, Joey Hudy, oc-chialoni grossi da miope a incorniciare un viso minu-to. Joey viene da Phoenix, Arizona, ed è un “maker”,ovvero uno che costruisce oggetti: anzi li immagina,li progetta, li realizza e li vende. Tutto da solo. La suafabbrica è la sua cameretta. Alla Casa Bianca Joey ave-va portato un cannone. Anzi un extreme marshmallowcannon: insomma, uno spara-caramelle. Il Presidentequando ha visto questo oggetto lungo e sbilencodapprima ha sorriso, poi ha voluto provarlo: era laprima volta che qualcuno sparava dentro la CasaBianca, ha detto, non era sicuro che i servizi segretiavrebbero gradito la cosa. Joey ha caricato. Ha spara-to. Tunf. Il marshmallow ha attraversato il salone sen-za fare danni seguito da decine di occhi. E mentre il

Presidente rideva, il ragazzino gli ha dato il suo bi-glietto da visita: sotto il nome di Joey Hudy, Obamapiù tardi avrebbe letto una bella frase, una frase chedice quasi tutto di questa generazione che punta acambiare per sempre il concetto di fabbrica, di lavo-ro, di mercato. «Do not be bored, do something»,cioè smettetela di annoiarvi, fate qualcosa. Anzi, co-struitela questa cosa, oggi si può.

Dicono che questa dei “maker” sarà la nuova rivo-luzione industriale. Il primo a intuirlo è stato il diret-tore del magazine Wired, Chris Anderson, che nel 2010intitolò un suo saggio, “Gli atomi sono i nuovi bits”:prendeva spunto dal nome di un laboratorio aperto alMit di Boston qualche anno prima da Neil Gershen-feld, “Center for bits and atoms”, luogo dove produrrequasi-qualsiasi-cosa. «La cultura digitale dopo aver ri-voluzionato il mondo dei bit e quindi l’editoria, la mu-sica e i video attraverso Internet, ora sta per trasforma-re il mondo degli atomi, quindi degli oggetti fisici»,avvertì Anderson che è a sua volta un “maker”, nelsenso che ha avviato con molto successo la produzio-ne di droni fatti in casa e la sua neonata azienda di 16persone fattura tre milioni di dollari l’anno vendendokit per aeromodellini con videocamera incorporata.Come nella prima rivoluzione industriale fu una mac-china, la macchina a vapore, a innescare un cambia-mento epocale, anche in questo caso c’è di mezzo unamacchina: è la stampante 3D, in pratica è una mac-china che “stampa” oggetti come stamperebbe un fo-glio. Non si tratta di una cosa nuova in assoluto, sonotrent’anni che strumenti simili si usano in fabbrica.Ma tutto è cambiato quando nel 2009, in un ex birre-ria di Brooklyn, Bre Prettis, 38 anni, hacker con la pas-sione dei robot, ne ha realizzata una da circa mille dol-lari. Invece di 100 e passa mila. La nascita della miticaMakerBot è stato come il passaggio, negli anni Settan-ta, dai computer che occupavano una intera stanza ecostavano come un carrarmato, al pc da tavolo e pertutti: l’inizio di una rivoluzione, appunto. Quello del-la fabbrica personale.

Dalla cultura digitale sta nascendo una nuova generazione di creativi.Capaci di rivoluzionare oggetti e mercato. Una rivoluzione che, secondo gliesperti, manderà in pensione le aziende dell’era industriale.

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

� di Riccardo Luna [tratto da “la Repubblica” dell’8 marzo]

associazione � innovazioni

31Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

In questi tre anni con le stampanti 3D è stata stam-pata ogni cosa. C’è un architetto italiano, Enrico Dini,che stampa addirittura case o barriere coralline artifi-ciali per emiri arabi. E c’è chi ha stampato copie di pre-sidenti. È accaduto qualche giorno fa, a Washington:lo Smithsonian, che è il più grande museo del mon-do, ha annunciato di aver stampato una replica dellafamosa statua di Thomas Jefferson a Monticello. Loscopo? Replicare velocemente l’intera collezione delmuseo (137 milioni di pezzi) per farne delle mostreitineranti. Ma l’oggetto che ha fatto più scalpore è sta-to un violino, prodotto un anno fa da una società te-desca. The Economist gridò al miracolo mettendolo incopertina con il titolo “Stampami uno Stradivari”: ol-tre lo stupore per l’oggetto in sé, c’era l’intuizione diun ribaltamento di prospettiva: «La rivoluzione indu-striale inventò la produzione di massa e l’economiadi scala; ora invece le stampanti 3D consentono achiunque di produrre un singolo oggetto a costi bas-sissimi». Cosa comporta questo per il futuro lo haspiegato meglio di tutti lo scrittore canadese CoryDoctorow in un profetico romanzo del 2009, intitola-to appunto Makers: «I giorni di società chiamate Ge-neral Electric, General Mills, General Motors sono con-tati. Ci sono miliardi di opportunità imprenditoriali adisposizione delle persone creative e brillanti».

Il futuro, secondo Doctorow, è quindi di società co-me Local Motors: nata a sud di Boston, ha progettatoe realizzato un’auto da corsa con il contributo creativo

di migliaia di appassionati. «La Rally Fighter è passatadal progetto al mercato in 18 mesi, il tempo che ai co-lossi dell’auto a Detroit serve per cambiare le decora-zioni di una portiera», ironizza in proposito Anderson.Questa rivoluzione industriale ha molto della culturafai-da-te degli americani ma con un cuore, anzi un cer-vello italiano. Non si tratta più infatti soltanto di stam-pare o tagliare oggetti, ma di renderli intelligenti. E in-terconnessi. Per fargli fare delle cose. A questo pensaArduino. Ha un nome da re ma non è una persona, èun microcomputer da 20 euro che ha conquistato ilmondo (ce ne sono in giro 400mila ufficiali, con il pro-filo dell’Italia stampato sul circuito elettronico, più al-meno altrettanti clonati in Cina). Lo ha creato nel2005 un giovane ingegnere ribelle, Massimo Banzi, 42anni, mentre faceva un corso di interaction design aglistudenti della scuola di Ivrea. A cosa serve Arduino?Banalizzando, a far compiere un’azione a un oggetto:per esempio a farti ricevere un sms quando la tua pian-ta ha bisogno di acqua. E a moltissime altre cose piùimportanti. Tutte quelle che puoi immaginare. «Ardui-no è una piattaforma per il futuro», sintetizza Banziche all’estero è una vera star, uno dei leader della rivo-luzione in corso. Arduino è un progetto aperto, cosìcome la MakerBot, i droni di Anderson, l’auto da cor-sa di Boston e come tutto quello che fanno i “maker”.Vuol dire che sono stati progettati collettivamente,usando la rete, e non hanno copyright.

Questo è un aspetto cruciale adesso che decine diventure capital si avvicinano a un settore dove intra-vedono possibilità di guadagno. Adafruit per esem-pio, è una startup nata in un loft del quartiere di WallStreet e diventata famosa con degli oggetti intelli-genti realizzati riciclando le scatole metalliche permentine Altoid: l’anno scorso ha venduto kit per 5milioni di dollari. Ma come investire in un’aziendache non brevetta nulla e che anzi, si vanta di condi-videre tutto? Bre Pettis, che per MakerBot impiega82 persone e ha venduto kit per stampanti 3D fai-da-te per 10 milioni di dollari, avverte: «Chi non con-divide i propri progetti, sbaglia». Punto. È anchequesta la cultura digitale a cui faceva riferimentoAnderson nel suo saggio: la condivisione e la parte-cipazione applicata alla produzione di oggetti. E sevi sembra una cultura di nicchia, sappiate che sta di-lagando. Alle Maker Faire cinque anni fa andavanopoche migliaia di persone: ora sono centinaia di mi-gliaia, gli sponsor sono Microsoft, Pepsi Cola e Ford,e da tre anni una edizione molto spettacolare si svol-ge in Africa. Mentre i FabLab, lanciati dal Mit per re-plicare laboratori dove produrre facilmente oggetti,sono arrivati in tutto il mondo, persino in Afghani-stan e Costa Rica. In Italia ne è appena aperto uno,a Torino, si chiama Officine Arduino ed è nato sullascorta di un FabLab sperimentale varato in occasio-ne degli eventi per le celebrazioni dei 150 anni. Nes-suno sapeva dire bene cosa fosse quel posto lì, mac’era tutti i giorni la fila. Le persone facevano cose. I“maker” stanno arrivando. �

32 l’Artigianato

associazione � pensione

Età della pensione,record all’Italia

Adesso anche l’Europa prende atto, nero subianco, che con l’ultima riforma della previ-denza l’Italia avrà la più alta età di pensiona-

mento tra i Paesi membri, uguale per uomini e don-ne. E ciò non accadrà chissà tra quanto ma già nel2020. Lo certifica il Libro bianco sulle pensioni dif-fuso sotto la regia del Commissario per l’Occupazio-ne e gli affari sociali, László Andor. E finalmente nonc’è più, come accadeva in tutti i documenti ufficialidi Bruxelles, alcuna raccomandazione all’Italia, comeinvece c’è per gli altri Paesi, a eccezione di Germaniae Ungheria. Abbiamo insomma fatto “i compiti a ca-sa”, direbbero il Presidente del Consiglio, MarioMonti, e il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero.

Secondo la tabella di marcia della riforma, già nel2020 l’età di pensionamento in Italia sarà la piùalta in Europa, con 66 anni e 11 mesi per uominie donne, a fronte dei 65 anni e 9 mesi della Ger-mania e i 66 della Danimarca, si legge nel Libro

bianco. E questo primato si consoliderà successi-vamente perché la stessa riforma prevede adegua-menti periodici dell’età di pensionamento allasperanza di vita. Così si arriverà, secondo le previ-sioni, a 68 anni e 11 mesi nel 2040, a 69 anni e 9mesi nel 2050 e a 70 anni e 3 mesi nel 2060, annoin cui la Germania, se non interverranno riforme,sarà ferma a 67 anni, il Regno Unito a 68. Il salto è enorme se si pensa che fino allo scor-

so anno nel nostro Paese l’età di pensionamentodi vecchiaia era di 65 anni per gli uomini e 60 perle donne e c’era la possibilità di uscire dal lavorocon la pensione di anzianità a “quota 96” (60 an-ni d’età e 36 di contributi oppure 61+35). Ciò fa-ceva sì che nei confronti internazionali sull’etàmedia effettiva di pensionamento l’Italia accusas-se un paio d’anni in meno della Germania: nel2009 essa era di 60,8 anni per gli uomini e 59,4per le donne in Italia contro i 62,6 anni e i 61,9per i lavoratori e le lavoratrici tedesche.

Il rapporto di Bruxelles: dal 2020 ritiro più tardi che nel resto d’Europa.Previdenza, basta raccomandazioni della Ue al Governo.

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

� di Enrico Marro [tratto dal “Corriere della Sera” del 5 marzo]

L’aumento dell’età pensionabile è inevitabile, sisottolinea nel documento della Commissione, vistoche entro il 2060 la speranza di vita alla nascita do-vrebbe aumentare in Europa di 7,9 anni per i maschie di 6,5 anni per le femmine. Le riforme servirannoinoltre a contenere la spesa, che attualmente superain media il 10% del Prodotto interno lordo (in Italiasiamo intorno al 15%, ma la nostra è la società piùvecchia del continente) e che arriverà “probabilmen-te al 12,5%” nonostante i correttivi già decisi in nu-merosi Paesi.

L’equilibrio dei conti, però, non è tutto. Non a ca-so il Libro bianco è intitolato a pensioni “adeguate,sicure e sostenibili”. L’adeguatezza ha a che fare conl’importo degli assegni e il tenore di vita di 120 mi-lioni di anziani in Europa. I sistemi previdenziali, di-ce la Commissione, dovranno continuare a garantirel’“indipendenza economica” dei pensionati. In questo quadro viene analizzata la riduzione

del tasso medio di sostituzione (rapporto tra la pen-sione e la retribuzione) nei vari Paesi conseguente al-l’adozione di riforme. In Italia il taglio teorico è pe-sante: 15 punti tra il 2008 e il 2048. Nella realtà,però, esso si ridurrà di “soli” 5 punti per effetto del-l’aumento dell’età pensionabile che, col sistemacontributivo, fa crescere anche l’importo della pen-sione. A incrementare il tasso di sostituzione po-tranno concorrere, dice il rapporto, anche i fondipensione integrativi: «Occorrerebbe, tuttavia, che iregimi di pensione finanziati privatamente fosseropiù sicuri, avessero un miglior rapporto costi/effica-cia e fossero più compatibili con la mobilità di unmercato del lavoro flessibile».

Ed è proprio sul mercato del lavoro che si soffer-ma la seconda parte del Libro bianco, raccomandan-do di «aumentare la partecipazione delle donne e deilavoratori più anziani». Più occupazione, soprattuttose di qualità, significa infatti più entrate contributiveper pagare le pensioni, oltre ad avere riflessi positivisulla crescita e quindi sul rapporto tra spesa previ-denziale e Pil. Si raccomandano quindi politiche diformazione permanente e di conciliazione tra lavoroe famiglia. Anche di questo è chiamata a occuparsi latrattativa sul mercato del lavoro tra Governo e partisociali, attualmente arenata sulla difficoltà di trovarerisorse per gli ammortizzatori sociali (cassa integra-zione e disoccupazione). �

Già nel 2020 l’età di pensionamentoin Italia sarà la più alta in Europa, con 66 anni e 11 mesi per uomini e donne, a fronte dei 65 anni e 9 mesi della Germania e i 66 della Danimarca, si legge nel Libro bianco.

Nei prossimi mesiaddio a 1.740 posti

La buona notizia è che in provincia di Trento, nel primotrimestre 2012, sono previste 2.090 nuove assunzioni.La cattiva notizia – che annulla la prima – è chesaranno controbilanciate da ben 3.830 “uscite” di dipendenti dal mercato del lavoro (64,3% perscadenza contratto, 6,4% per pensionamento), con un saldo negativo di 1.740 occupati, pari a un -1,4% checolloca il Trentino all’ultimo posto in tutto il Nord e addirittura tra le province meno brillanti d’Italia,battuta solo da Viterbo, Foggia, Taranto, Brindisi,Reggio Calabria, Trapani, Messina, Agrigento, Catania.Anche Bolzano è indicata in calo, ma con una flessionemeno marcata: -0,9%.La pessimistica previsione arriva dal periodicoaggiornamento del sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro che, per la primavolta, accanto alle assunzioni in programma introduceun nuovo dato: il numero delle uscite di personaledipendente attese nello stesso periodo. A livellonazionale, si tratta di 227.500 posti che si perdonocontro 152mila assunzioni (una su tre di “under 30”). Si deve tener conto inoltre che in buona parte si tratta di riattivazioni di contratti in scadenza a fine 2011.Il 56,3% delle assunzioni previste a livello generale(51% nei servizi, 47% nell’industria) sono a tempodeterminato, mentre le figure professionali piùrichieste sono cuochi, camerieri, operai specializzatinelle costruzioni, tecnici amministrativi finanziari ebancari, personale non qualificato nelle pulizie e altriservizi alle persone, commessi, personale di segreteria,tecnici informatici. In Trentino-Alto Adige le entratepreviste sono in tutto 4.410, di fronte a 7.270 uscite(68% per scadenza contratto, 5% perpensionamento), per un saldo negativo di 2.870 unità: -1,1% il decremento occupazionale previsto a livelloregionale, contro il -0,7% della media italiana, al -0,6% del Nordest e del Veneto, al -0,4% lombardo.Segnale d’allarme da non sottovalutare e da studiarementre ci si può consolare con i dati strutturali al 2010:Trentino al minimo della disoccupazione tra i PaesiOcse, anche se ancora lontano 6 punti dal tasso dioccupazione austriaco, e 13 dall’Islanda.

[S.F.]

associazione � pensione

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34 l’Artigianato

associazione � consorzi

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

Consorzio TrentinoAutonoleggiatoriin sigla C.T.A.

� di Giorgio Dellagiacoma Responsabile Area Reti di Impresa

Consorzio Trentino Autonoleggiatori

«Il Consorzio, senza scopo di lucro,si propone l’obiettivo di incrementare l’attività delleimprese consorziate, di aumentarnele risorse tecniche ed organizzativeal fine di accrescerne l’efficienza e la competitività nel campo del trasporto persone».(Statuto C.T.A. - Art. 2 - Scopi)

Con questo passo fondamentale,posto negli “Scopi” all’art. 2 delloStatuto del Consorzio Trentino Au-tonoleggiatori in sigla C.T.A. voglia-mo conoscere questa realtà consor-tile, presente in ambito associativo,ripercorrendo le tappe più impor-tanti, attraverso una breve cronisto-ria che ci viene narrata da esponen-ti del Consorzio che hanno vissutoin prima persona questi primi dieci epiù anni di attività.

… Nel 1999 per volontà di alcuni im-prenditori del settore e con la colla-borazione dell’Associazione Arti-giani in un contesto di contrattiframmentati, indetti dalla PAT finoal 1998, dove ogni ditta concorrevaal ribasso per ogni minimo servizioe non era possibile ottimizzare le ri-sorse in campo, si è deciso di riuni-re in un unico consorzio tutte leaziende trentine operanti nel setto-re dell’autonoleggio che fossero in-

teressate all’operazione. Raggrup-pare le aziende in un’unica “impre-sa”, è stata sicuramente un’opera-zione ardua, ma faceva intravederenuove opportunità di sviluppo per leimprese consorziate. Le riunioni sisusseguivano a ritmo serrato, finoal completamento di tutte le opera-zioni, sfociate nella prima assem-blea generale del 19 luglio 1999. Find’allora si diceva che «il consorzioavrà successo se tutti uniti si daràun contributo strategico, operativo,sincero, onesto e leale, che pur ga-rantendo ad ognuno la propria auto-nomia d’impresa, faccia capire l’e-norme importanza che ha lo stareinsieme, fare rete d’impresa, sentir-si aziende che collaborano tra loro enon concorrenti che si guardano consospetto».All’inizio tutto si basava su un unicoappalto, quello del trasporto scola-stico. L’attività amministrativa sisvolgeva in un unico ufficio, messoopportunamente a disposizione dal-l’Associazione Artigiani. I preziosicollaboratori Enzo Comper, IreneLoner, Olimpia Kanellatu e la fattivacollaborazione di tutte le 110 azien-de consorziate, hanno reso possibi-le l’inizio dell’attività. In breve tempol’ufficio presso l’Associazione Arti-giani si era rivelato inadatto alle cre-scenti esigenze derivanti dalla ge-stione di un appalto complesso come

Nome Consorzio Trentino Autonoleggiatori in sigla C.T.A.

Locazione Sede Legale e Uffici Amministrativi: 38121 Trento - Via Klagenfurt, 52tel. 0461.956266 - fax 0461.950895e-mail: [email protected] - www.ctatn.it

Categoria promozione e sviluppo veicoli a noleggio

Consorziati n. 132 (di cui 114 sono le ditte impegnate asvolgere servizi di trasporto alunni e portatori di handicap,55 quelle impegnate a svolgere servizi di linea e 103 quelleimpegnate a svolgere servizi turistici - trattasi di numerisovrapponibili in quanto ogni ditta può svolgere più servizi)

in sigla C.T.A.

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associazione � consorzi

quello scolastico, cosicché si decisedi trasferirsi in uno spazio più am-pio, in via Maccani, integrando lostaff con Patrizia Comper e il diret-tore Mauro Merlo nel 2000. I settoridi interesse sono gradualmente cre-sciuti, con un forte incremento dei“servizi di linea” e l’inizio del “turi-smo”. Il crescente volume di lavoroe l’esigenza di dotare il CTA di mezzipropri hanno portato all’acquistodella nuova sede, quella attuale,in via Klagenfurt 52 a Trento.Il primo presidente è stato ilcav. Gino Valentini, ritiratosi nel2003 per motivi di salute, dal-l’ottobre al febbraio 2006 è su-bentrato Ferruccio Paterno-ster, che poi ha lasciato la caricaall’attuale Lorenzo Laner, riconfer-

mato recentemente nel febbraio2012 e quindi in carica per i prossimitre anni. Tutti e tre i presidenti hannoavuto un compito diverso, ma altret-tanto fondamentale. Prima vi era darealizzare una struttura, creandodei punti di riferimento per il futuro,in seguito la forte evoluzione, intempi brevissimi, ha richiesto deglienormi sforzi organizzativi e strut-turali, ed ora, in uno scenario sem-pre più complesso, sia come moledi lavoro che di burocrazia, la ricer-ca di ulteriori spazi di sviluppo perle ditte consorziate, salvaguardan-do l’acquisito, in uno scenario chevede sempre meno risorse.Con il bilancio del 2011 si è confer-mato un periodo positivo della vitadel Consorzio, superando per la pri-ma volta i 26.000.000 di euro di fat-turato, di cui circa il 60% provienedal trasporto scolastico e portatoridi handicap nella provincia di Tren-to. Lo sviluppo positivo non è un sem-plice incremento di un valore nume-

rico, ma rappresenta un maggior ca-rico di lavoro per le imprese consor-ziate che si sono impegnate a effet-tuare i servizi loro assegnati, nonchéun impegno sempre più gravoso peril Consorzio, sia relativamente allagestione burocratica che a quellastrategica di penetrazione nei varisettori di mercato.Per quanto riguarda il settore turisti-co, settore nel quale si è avuta unaflessione della quota di mercato do-vuta alla forte crisi economica checoinvolge il nostro paese, il CTA si èimpegnato per aumentare il suocoinvolgimento al fine di fornireun’immagine sempre più compattadelle ditte consorziate e ha estesol’ambito d’interesse al di fuori deisoli enti pubblici. Il CTA fornisce unaserie di garanzie/assicurazioni sup-plementari sia ai consorziati che aitrasportati garantendo ad esempioil pagamento ai consorziati entro 30giorni, questo permette di affronta-re con maggiore tranquillità un set-tore sempre più esposto ai rischi di

mercato. Clienti istituzionali e pri-vati riconoscono sempre più alCTA un ruolo importante. Si fi-dano del personale del CTA edelle ditte consorziate affidan-dogli servizi sempre più com-plessi.I settori “Turismo” e “Appalti”(dialisi, anziani, ecc.) hanno vi-sto nel 2011 un calo derivante,

Cariche sociali

PRESIDENTE• Lorenzo Laner

VICEPRESIDENTE• Giovanni Seppi

CONSIGLIERI• Denis Bertè• Christian Casagrande• Franco Bez• Claudio Mattuzzi• Lorenzo Paternoster• Loris Bettega• Oscar Formolo

REVISORI DEI CONTI EFFETTIVI• Mario Favaron• Paolo Pedri• Flavio Rigotti

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associazione � consorzi

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come già esposto, dalla crisi di mer-cato e dalle minori disponibilità eco-nomiche degli enti pubblici. Il settore“Linee” è leggermente incrementatoe il servizio “Muoversi” (sistema in-tegrato di trasporto dei disabili pro-mosso nel 2004 dalla Provincia Au-tonoma di Trento) anche quest’annoha confermato il trend di crescitacostante, segno dell’apprezzamen-to, da parte della clientela, per i ser-vizi erogati. Gli utenti “Muoversi”sanno che le ditte del CTA sono di-sponibili 365 giorni all’anno e 24 oreal giorno, compresi quindi sabato,domenica e festività varie, per per-corsi lunghi o corti.Il Consorzio offre inoltre un serviziodi “Auto Blu” disponendo di oltreventi autovetture e monovolumi difascia alta, tutte recentemente im-matricolate e dotate di massima si-

curezza ed ogni comfort. Tale servi-zio è rivolto a trasferimenti VIP (po-litici, dirigenti, funzionari…), shuttleconvention, servizi aziendali ecc.,con la possibilità di raggiungere tut-te le città italiane ed europee, leprincipali località turistiche delle Al-

pi e Dolomiti, i maggiori aeroportidel nord Italia e qualsiasi altra desti-nazione nazionale o all’estero.Con un occhio all’ecologia e un oc-chio al portafoglio, il CTA si è dotatodi un impianto fotovoltaico, colloca-to sul tetto del capannone sede de-gli uffici, che ha azzerato le spese diapprovvigionamento di energia elet-trica.Nonostante la crisi internazionale, ilCTA è riuscito a chiudere un bilanciopositivo anche nel 2011 e continua araccogliere soddisfazioni, dato que-sto che conferma la validità dellescelte fin qui intraprese…

Con questa affermazione finale siconclude quindi questa breve pre-sentazione descritta da esponentidel Consorzio Trentino Autonoleg-giatori in sigla CTA. Possiamo consi-derare che anche questa nostrarealtà artigiana consortile testimo-nia un modello organizzativo per losviluppo della competitività posto inessere da un’aggregazione tra piùimprese, con lo scopo di mettere incomune le differenti capacità, com-petenze e risorse, e parallelamentedi condividere rischi e oneri, in vistadel raggiungimento di un obiettivocomune, che questo Consorzio sem-bra proprio aver raggiunto.

associazione � novità

Consorzio Trentinosalumi:nuovo Consiglio Direttivo

Dopo tre anni di attività il 28 febbraio scorso ilConsiglio Direttivo del Consorzio Trentino-salumi ha concluso il suo mandato.

L’Assemblea dei Consorziati ha pertanto eletto unnuovo Consiglio che rimarrà in carica come da sta-tuto per tre anni. I nuovi consiglieri sono Bertoldi Al-bino, Parisi Roberto, Somadossi Maurizio, mentre so-no stati confermati i consiglieri Belli Gilberto, BomèFabio, Cis Massimo, Ferrari Gino, Largher Loris e Si-ghel Enzo.

Il Consiglio Direttivo, riunitosi in data 8 marzo,ha quindi confermato alla presidenza Loris Largher ilquale sarà affiancato da due nuovi vice: Albino Ber-toldi, storico macellaio di Riva del Garda, e dal gio-vane Fabio Bomè. «La squadra era vincente e sono si-curo che con in nuovi arrivi sarà ancora piùcombattiva», ha dichiarato il Presidente ringraziandotutti per la rinnovata fiducia. Sentiti ringraziamentivanno da parte di tutti i consorziati anche ai consi-glieri uscenti Anselmi, Abram e Corrà. �

Rinnovato il Consiglio Direttivo del Consorzio Trentinosalumi. Confermato ilpresidente Loris Largher, che sarà affiancato dai nuovi vice, Albino Bertoldie Fabio Bomè.

Trentino Film Commission

Attiva dal 2010, la Trentino Film Commission promuovee sostiene le produzioni cinematografiche, televisive e documentaristiche, sia italiane che estere,  in grado di  valorizzare e diffondere il patrimonio culturale,ambientale e storico del territorio trentino.La Film Commission vuole quindi fornire assistenza alle produzioni cinematografiche, televisive,pubblicitarie e documentaristiche nazionali e internazionali che scelgono di operare sul territoriotrentino.

La TFC offre alle produzioni supporto logisticoattraverso la ricerca di location, facilitazioni alberghiere,il coinvolgimento di professionisti attivi sul territorio e il reperimento di contatti sia con le pubblicheamministrazioni che con le forze dell’ordine. Al contempo, la TFC è impegnata a favorire lo sviluppodell’industria audiovisiva locale e a proporre momentiformativi che rendano i professionisti del settorepresenti sul territorio sempre più qualificati.

I servizi offerti da Trentino Film Commission• Ricerca di location

È possibile consultare il database di immagini on lineoppure inviare specifiche richieste

• Database maestranzeÈ possibile consultare il database pubblico on line orichiederci i professionisti o le realtà necessarie allevarie esigenze

• Supporto nell’individuazione di soluzioni logistichee tecniche

• Informazioni preliminari relative ad aspettilogistici/burocratici

• Sopralluoghi• Uffici di produzione con allacciamenti• Contatto con autorità locali• Richiesta di permessi• Contatti agenzie casting• Facilitazioni per alberghi e trasporti

Le imprese interessate (videoperatori, fotografi,falegnami, elettricisti, sarti ecc.) possono chiedere diessere inseriti nella Guida alla Produzione sul sito diTrentino Film Commission(www.trentinofilmcommission.provincia.tn.it).

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38 l’Artigianato

associazione � tasse

Lavoreremouna settimana in più…… per pagare le tasse e i contributi

Un’altra lunga settimana di lavoro. Da dedicare,ahimè, interamente al Fisco. E sì, quest’annodovremo faticare sette giorni in più rispetto al

2011 per pagare tasse e contributi. Colpa delle mano-vre – estive e invernali, non fa molta differenza – ri-chieste dall’Unione Europea per cercare di tamponareil nostro deficit. E, soprattutto, la crisi dei debiti sovra-ni. Agli italiani, lo sappiamo, è stato chiesto un grossosacrificio. Ma solo rapportando le maggiori tasse intro-dotte nei mesi scorsi ai giorni di lavoro necessari perpagarle, questo sacrificio emerge ora con tutta la suaevidenza. Nel 2012 un quadro, o un impiegato con unbuono stipendio (47.216 euro lordi) – scelto dal 1990dal Corriere della Sera come contribuente tipo per de-terminare il Tax Freedom Day, il giorno della liberazio-ne fiscale – dovrà lavorare fino al 19 giugno per sfa-mare l’appetito di Erario, comuni ed enti previdenziali.E solo dal 20 giugno potrà, finalmente, cominciare aguadagnare per se stesso e per la sua famiglia. Fanno171 giorni di schiavitù fiscale. Nel 2011 la corvée fini-va il 14 giugno (il 2012 è bisestile, quindi lo sposta-mento in avanti del traguardo è di sette giorni). Quattro giorni di schiavitù tributaria in più, invece,

per l’altro contribuente, un operaio con moglie e figlioa carico, che, avendo un reddito inferiore (23.649 eu-ro), potrà festeggiare il suo Tax Freedom Day il 14 mag-gio. L’anno scorso poteva brindare alla liberazione giàl’11 maggio.

Il cambio. Anno nuovo, elaborazione nuova. Il TaxFreedom Day ha cambiato faccia. Il modello inventa-to nel 1990, infatti, non era più adatto a registrare iprofondi cambiamenti subiti dal nostro sistema fi-scale. E, soprattutto, quelli registrati negli ultimi me-si con un netto aumento delle imposte indirette (Iva)e di quelle sui beni (Imu, patrimoniale sugli investi-menti finanziari). A cui avrebbe dovuto accompa-gnarsi una riduzione del carico fiscale sul lavoro equindi delle imposte sui redditi. Ma questi sgravinon si sono finora visti. Speriamo, anche su questofronte, in una fase 2. Mentre in passato il focus del-l’elaborazione era basato sul singolo contribuente, esulla sua borsa della spesa, ora si cercherà di eviden-ziare piuttosto la dinamica delle singole imposte: l’I-

va, le accise, le patrimoniali. Inoltre si è dato mag-giore peso, per quanto riguarda i consumi, ai datimedi italiani. Ne è uscito un miglioramento della si-tuazione dell’impiegato. Basti pensare che, se si fos-se utilizzato il vecchio criterio, il Tax Freedom Day sa-rebbe arrivato il 30 giugno, praticamente a metàanno. Anche in questo caso lo slittamento in avantisarebbe stato comunque di sette giorni, il che evi-denzia la bontà del nostro modello. Con la nuovaelaborazione l’ormai insostenibile pesantezza del Fi-sco emerge, comunque, con tutta evidenza: 171 gior-ni di lavoro su 366 equivalgono a una pressione tri-butaria del 46,7%. Quindi molto più alta dellamedia. Per l’operaio, invece, la nuova modalità dicalcolo è addirittura peggiorativa. Ma vediamo oral’identikit dei nostri due contribuenti tipo.

L’identikit. Il quadro ha moglie e un figlio a carico,abita in una casa di sua proprietà con rendita cata-stale di 1.100 euro (pari alla media della rendita del-le abitazioni A2 di tipo civile della provincia di Mila-no). Per il calcolo dell’addizionale regionale Irpef si èapplicata quella della Regione Lombardia, mentreper quella comunale si è utilizzata l’aliquota dello0,426% corrispondente al rapporto tra il gettito del-l’addizionale e la sua base imponibile. Il reddito del2012 è stato rivalutato dell’1,8% rispetto a quello del2011 (dati Istat). I suoi risparmi ammontano a40.000 euro di cui 12.160 in conto corrente e 27.840in titoli e fondi. La stima dell’Iva e delle accise a ca-rico del contribuente si basa sul presupposto chequesti nelle sue abitudini di spesa rifletta quelle me-die delle famiglie di tre componenti come rilevatedall’Istat nell’indagine annuale sui consumi. Stesseconsiderazioni per l’operaio: rendita della casa 446euro, valore medio abitazioni A3. In conto correnteha circa 6.000 euro. Stesso aumento degli stipendi,stessa composizione del nucleo familiare.

I nuovi pesi. Ma che cosa ha fatto spostare in avantidi così tanto il Tax Freedom Day? Soprattutto l’Imuche vale da sola tre giorni di lavoro. Poi l’aumentodell’Iva, che nel 2012 dovrebbe rincarare ancora. For-te aumento anche per le accise sui carburanti. E poi,come ogni anno, si fanno sentire i morsi dell’accop-piata tasse-inflazione: salgono i redditi, ma l’Irpefcon le sue aliquote progressive sale più velocemente.Un mostro che divora il reddito. E che nessuno pro-va a combattere. Pensando piuttosto a circondarlo dialtri mostriciattoli. �

I calcoli sul CorrierEconomia: fino al 19 giugno lo stipendioandrà al Fisco.

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

associazione � retribuzione

39Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Inflazione e tasse pesano,paghe ferme da dieci anni

Le retribuzioni dei lavoratori italiani sono bassee tartassate. Negli ultimi 15 anni hanno persoterreno nei confronti internazionali. E la diffe-

renza tra i salari più ricchi e quelli più poveri è au-mentata. Adesso, poi, con l’inflazione che ha ripresoa correre e con la stangata Monti appena decisa, laperdita di potere d’acquisto rischia di essere pesante.Partiamo dai raffronti con gli altri Paesi, utilizzando idati 2010 dell’Ocse, l’organizzazione dei Paesi più in-dustrializzati. L’Italia si colloca al 22esimo posto su 34nella classifica dei salari netti: 25.155 dollari (19.350euro al cambio di ieri). Mille euro in meno della me-dia Ocse e quasi 4 mila in meno della media dell’Ue a15. Nel Regno Unito la retribuzione netta è stata di 11mila euro superiore a quella media italiana. In Ger-mania hanno preso quasi 5 mila euro in più che danoi, in Francia 2 mila e perfino in Spagna ci hannosuperato di circa 1.500 euro. L’Italia è comunque ulti-ma per livello di salario netto tra i Paesi del G7.

Volete una spiegazione? Ce ne sono tante, ma unala fornisce la stessa Ocse, mettendo a confronto il li-vello di imposizione fiscale (tasse e contributi) suglistipendi. L’Italia si colloca al quinto posto su 34, conun prelievo del 46,9% misurato sulla retribuzionemedia di un lavoratore single senza figli. Ci battono,nell’ordine, solo Belgio (55,4%), Francia (49,3%),Germania (49,1%) e Austria (47,9%). Invece, Spagna,Olanda e Danimarca stanno intorno al 38-39% e ilRegno Unito al 32,7%. Se poi si mettesse a confron-to il prelievo su un lavoratore con carichi familiari èprobabile che la posizione dell’Italia peggiorerebbe,per esempio rispetto alla Francia che ha il Fisco colquoziente familiare.Questa la fotografia attuale, ma la cosa che preoc-

cupa di più, osserva Carlo Dell’Aringa, uno dei mas-simi esperti della materia, è che «negli ultimi 10-15anni la posizione relativa dell’Italia è peggiorata. Èaumentato cioè il divario rispetto a Regno Unito,Germania, Francia e Olanda. Il motivo è che la pro-duttività è rimasta quasi ferma, mentre altrove è au-mentata». Dal ’96 a oggi le retribuzioni lorde sono ri-maste al palo. Scrive la Banca d’Italia nell’ultimarelazione annuale: «Nel settore privato tra il 1996 e il2010 le retribuzioni reali di fatto per unità di lavorosono aumentate dello 0,7% all’anno, quelle contrat-tuali dello 0,4%». Ma nell’ultimo anno è venuta me-no anche la tenuta rispetto all’inflazione ufficiale.Gli ultimi dati dell’Istat, riferiti al terzo trimestre del2011, segnalano che nei confronti dello stesso perio-do del 2010 le retribuzioni lorde sono aumentatedell’1,4%, cioè meno della metà rispetto ai prezzi(l’inflazione ha raggiunto il 3,3% a novembre). Inol-tre, secondo l’Ires-Cgil guidato da Agostino Megale, ilfiscal drag, cioè le maggiori imposte che si pagano pereffetto dell’aumento nominale dei redditi, ha sottrat-to ai salari lordi più di 200 euro all’anno dal 2000 al2010. E nel 2011, secondo l’Ires, uno stipendio me-dio perderà circa 260 euro di potere d’acquisto ri-spetto all’inflazione e 306 euro a causa del fiscal drag:in tutto 566 euro. L’inflazione e il cosiddetto cuneo fiscale, dunque,

hanno un peso nel far perdere terreno ai salari, già tra-dizionalmente bassi in Italia, a causa della strutturaproduttiva dominata dalle piccole e piccolissime im-prese. Sempre l’Istat osserva che «i lavoratori dipen-denti delle microimprese (meno di 10 addetti) perce-piscono una retribuzione annua pro capite di 18,4mila euro, il 65,6% di quella percepita in media dai di-pendenti delle imprese con 250 addetti e oltre (28,1

� di Enrico Marro [tratto da www.corriere.it]

40 l’Artigianato

associazione � retribuzione

mila euro). Il differenziale retributivo medio legato al-la dimensione aziendale è riscontrabile in tutti i ma-crosettori di attività economica». Le imprese con piùdi 250 dipendenti sono appena 3.502 su un totaledi 4,3 milioni. Quelle con meno di 10 addetti 4,1milioni. La dimensione media delle aziende italia-ne è di 3,9 addetti. Il valore aggiunto pro capitenelle microaziende è di 24 mila euro, in quelle conpiù di 250 dipendenti è invece di 60 mila euro. Ec-colo il legame tra salari e produttività.

A questa situazione di base, già svantaggiata, sisomma una scarsa crescita della produttività, in par-te riconducibile proprio al nanismo imprenditoriale,in parte ad altri fattori. Spiega Dell’Aringa: «Il bassoandamento dei salari riflette a posteriori la dinamicadella produttività. Si tratterebbe invece di legare re-tribuzioni e produttività ex ante, attraverso una con-trattazione più efficiente. In altre parole, se i lavora-tori, azienda per azienda, sanno che producendo dipiù guadagneranno di più, questo può innescare uncomportamento virtuoso che farà crescere la produtti-vità e quindi i salari». È un po’ quello che è successoin Germania e negli altri Paesi dove la contrattazioneaziendale è sviluppata e c’è una maggiore partecipa-zione dei dipendenti ai risultati dell’impresa. Ci sonopoi almeno altri due fattori che svantaggiano l’Italianei confronti internazionali. 1) I maggiori costi deiservizi pubblici e privati alle imprese: dai trasporti al-la giustizia, dall’elettricità alla burocrazia. 2) Un livel-lo di istruzione della manodopera inferiore alla me-dia dei Paesi Ocse e con una formazione spesso nonin linea con le richieste delle imprese.

Per rimettere in moto la produttività bisognaquindi agire su più fronti, attraverso riformestrutturali, accompagnate da una contrattazionepiù moderna e partecipativa. Più produttività si-gnifica più salario. A patto però che il prelievo fi-

scale e contributivo non aumenti e che l’inflazio-ne venga tenuta sotto controllo. Questo per la me-dia dei lavoratori. Ma c’è un’emergenza che riguar-da i precari e più in generale i poor workers, quelli conretribuzioni povere e instabili che si allontananosempre più dai lavoratori più ricchi. Il salario mediodel 10% più ricco nel nostro Paese, dice l’Ocse, è ol-tre 10 volte quello del 10% più povero: 49.300 eurocontro 4.877, e il divario è aumentato rispetto aglianni Novanta, quando era di 8 a 1. Secondo il 12°Rapporto sulle retribuzioni in Italia 2011 di OD&M,effettuato elaborando le retribuzioni di un campionedi 700 mila lavoratori, i dirigenti guadagnano in me-dia 106.886 euro lordi, i quadri 53.585, gli impiegati27.009, gli operai 21.793. E «con riferimento ai primi6 mesi del 2011, solo i dirigenti hanno avuto un au-mento del proprio potere d’acquisto».

Il problema dei poor workers, dice Dell’Aringa, va af-frontato con decisione, facendo costare di più deter-minate forme di rapporto di lavoro abusate dalleaziende: «Mi riferisco alle false partite Iva, alle falsecollaborazioni e ai falsi stage. Bisogna aumentare icontributi sui lavori precari con un unico committen-te e forse bisogna pensare a un salario minimo. Eppoi,si devono mandare anche i carabinieri». Solo così leaziende non troveranno più conveniente mascheraredietro rapporti di lavoro autonomo o di collaborazio-ne quelli che sono invece lavoratori subordinati a tut-ti gli effetti. Eliminati gli abusi, bisogna «non toccareforme contrattuali che funzionano, come l’apprendi-stato, il lavoro interinale e i contratti a termine, chehanno tutte le garanzie del caso e spesso sono untrampolino verso i contratti a tempo indeterminato».Per questi ultimi, conclude Dell’Aringa, bisogna rilan-ciare la produttività, ridurre la differenza tra lordo enetto, tagliare quindi il cuneo fiscale e gli altri costi.Tra questi ultimi ci sono anche quelli dei licenzia-menti. Ma tagliarli non è il toccasana. �

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

associazione � assicurazioni

41Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Polizze temporaneecaso morte…… per pensare al futuro di chi resta

Èuna delle grosse preoccupazioni della vita, diquelle che non fanno dormire la notte e, mol-to spesso, si evita di parlarne anche in fami-

glia per non alimentare paura.Morire anzitempo! Non è bello pensarci, però qual-

che volta è necessario doverlo fare.Se si hanno figli piccoli, un mutuo da pagare, se

in famiglia uno solo dei genitori lavora, ecco, perquesti ed alcuni altri motivi, una polizza caso morteè quello che serve per vivere senza angoscia l’attesadi ciò che potrebbe accadere in futuro perché garan-tisce agli eredi un capitale nel caso in cui l’assicuratomanchi prematuramente.

Le polizze caso morte sono definite “temporanee”perché il capitale è corrisposto solo se l’evento nega-tivo (la morte) avviene in un determinato intervallotemporale, stabilito fin dall’inizio dall’assicurato, cheva da un minimo di 2 anni a un massimo di 20 - 30e in taluni casi 40 anni. Se l’evento assicurato non siverifica, il capitale non è corrisposto e i premi pagatirimangono acquisiti dalla Compagnia. Di fatto è quello che accade quando si acquista

una polizza auto: se provoco dei danni causando l’in-cidente l’assicurazione paga il danneggiato; se ciònon avviene l’assicurazione ne ha un “guadagno”. Le possibilità per pagare questo tipo di polizze so-

no due: in unica soluzione (premio unico) al mo-mento della sottoscrizione del contratto, oppure pe-riodica con premio annuo o rateizzato.La differenza fra le due soluzioni consiste esclusi-

vamente nel costo: il premio unico, che la compa-gnia preferisce perché lo incassa prima e in unica so-luzione comportando minori problemi gestionali,costa meno. Non ci sono differenze nella prestazione assicura-

ta, nel senso che l’obbligo di copertura per l’assicura-zione scatta subito sia in caso di pagamento a premiounico sia in caso di pagamento rateizzato nel qual ca-so, se nel corso della durata del contratto si sospen-dono i pagamenti (magari per una semplice dimenti-

canza), l’assicurazione non è tenuta a corrispondereil capitale ai beneficiari designati. È anche vero però che le annualità precedente-

mente pagate non vanno “perse”: anche a mesi di di-stanza dall’ultimo pagamento (generalmente nonpiù di 12) è possibile riattivare la polizza pagando gliarretrati. Il primo passo da fare quando si intende acquista-

re una polizza temporanea caso morte è compilareun questionario e/o sottoporsi a visita medica. Il per-ché è ovvio: non può sottoscrivere una temporaneacaso morte colui che è già ammalato e sa di avere po-chi mesi di vita! In genere, maggiore è l’età dell’assicurato, più nu-

merose sono le domande alle quali si è chiamati a ri-spondere o più approfondita è la visita medica a cuieventualmente saremo sottoposti e, naturalmente,maggiore è il costo per assicurarsi.

Una polizza caso morte è quello che serve per vivere senza angoscia l’attesadi ciò che potrebbe accadere in futuro.

� di Walter Tamanini

42 l’Artigianato

associazione � assicurazioni

Certamente non è superfluo sottolineare che alledomande è meglio rispondere con sincerità assoluta,perché negare o nascondere una malattia potrebbecostar caro: nel caso, infatti, risultasse che le risposteal questionario non erano veritiere, l’assicurazionepotrebbe anche rifiutarsi di pagare e nulla potremoeccepire in merito.A ulteriore garanzia delle compagnie, per i con-

tratti per i quali non esiste l’obbligo di visita medica,esiste il cosiddetto “periodo di carenza” che nellamaggior parte dei casi è di 6 mesi dopo la firma del-la polizza durante i quali, se l’assicurato dovessemancare, il capitale non sarebbe comunque corrispo-sto ma i premi pagati sarebbero restituiti agli eredi. Se l’assicurato verrà a mancare, ovviamente sono

gli eredi che dovranno farsi avanti presso la compa-gnia e rivendicare il pagamento della prestazione, ilche non è sempre scontato in quanto non sono rarii casi in cui gli eredi non sono a conoscenza del fat-to che il loro congiunto aveva sottoscritto, magarimolti anni prima, una polizza caso morte e, a mag-gior ragione, non è a conoscenza della morte dell’as-sicurato la compagnia per la quale anche l’eventualemancata corresponsione di un’annualità a seguito didecesso potrebbe essere ritenuta un semplice ritardonel pagamento.Ci sono, però, dei casi in cui le compagnie di assi-

curazione possono rifiutare il pagamento del capita-le assicurato.

Quali sono? Prima di tutto il caso di dolo, che po-trebbe essere del contraente ma anche del beneficia-rio: classico caso quello della moglie o del marito cheammazza il coniuge assicurato per intascare i soldidell’assicurazione. Altro caso: la partecipazione del-l’assicurato ad atti dolosi o peggio, ad esempio il ca-so dell’assicurato che rimane ucciso mentre rapinauna banca.Ci sono, anche, situazioni meno eclatanti come

l’incidente di volo avvenuto a bordo di velivoli chenon avevano l’autorizzazione a volare, oppure in casodi gare automobilistiche non di regolarità, od ancoraper decessi dovuti all’uso di sostanze stupefacenti.Le compagnie, generalmente, non prevedono la

corresponsione del capitale ai beneficiari se il suici-dio avviene entro uno - due anni dalla sottoscrizionedella polizza ma che invece la effettuano se avvienesuccessivamente a questo periodo.Come accennavamo in precedenza, il costo di una

polizza temporanea caso morte dipende in larga mi-sura dall’età del soggetto che si vuole assicurare: piùè avanzata, e quindi più è statisticamente probabileche l’evento si realizzi, più la polizza è cara ed è pro-prio seguendo questo principio che, a parità di età, ledonne pagano meno degli uomini; la loro vita me-dia, infatti, è più lunga.

In conclusione parliamo di beneficio fiscale.Anche se stipulate dopo il 31/12/2000 le polizze

caso morte sono deducibili IRPEF nella misura del19% dei premi versati per un massimo di euro1.291,14 (attenzione: il cumulo con altre polizze vitao infortuni eventualmente già presenti non può ol-trepassare detto importo). Per godere dei benefici fiscali, però, occorre che la

durata delle stesse sia di almeno 5 anni. Rammen-tiamo che il capitale eventualmente corrisposto èesente dal computo IRPEF e dall’imposta di succes-sione. �

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

Quando si intende acquistare una polizza temporanea caso mortebisogna compilare un questionarioe/o sottoporsi a visita medica. Non può sottoscriversi colui che è già ammalato e sa di averepochi mesi di vita!

associazione � burocrazia

43Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Sburocratizzazione?

Se da una parte abbiamo la crisi che sta pie-gando le aziende, segnando forti cali di fattu-rato, dall’altra vediamo la difficoltà delle im-

prese stesse a far fronte alla mancanza della liquidità,con crediti difficili da incassare che a loro volta fan-no registrare difficoltà nell’effettuare il saldo dei de-biti, grazie alla stretta creditizia di cui si sta ampia-mente parlando. Il nostro Governo sta lavorando,finalmente, al decreto che prevederà la semplifica-zione, contemplando la tanto attesa, ormai da anni,sburocratizzazione riservata alle aziende, soprattuttoquelle di piccole e medie dimensioni. Le aziende in-fatti, a fronte di fatturato in contrazione, non registra-no diminuzione del carico burocratico, e gli impiegatirimangono sommersi dalle scartoffie che alimentanogli scaffali dei nostri uffici.Sarà anche pur vero che alcune cose sono state fat-

te, o meglio attuate, come ad esempio la possibilitàper un giovane di aprire una SRL con un solo euro dicapitale sociale, sarà anche vero che lo potrà fare an-che in un giorno, ma in base all’attività che formeràl’oggetto sociale, saranno stati spiegati a questi giova-ni gli adempimenti burocratici e/o contabili ai qualidovranno sottostare e ai quali dovranno far fronte perpoter esercitare quella data attività? Alle normative fiscali si sono affiancate quelle sul-

la sicurezza e poi quelle ambientali. Troviamo infatti che qualsiasi azienda deve fare il

check up con la normativa sulla sicurezza collegata al-l’ultima modifica con la Legge 81, con la stesura delDVR, il Documento di valutazione dei rischi. Cosìviene richiesto il corso di pronto soccorso, che deveessere sempre aggiornato con abbinamento della cas-setta del pronto soccorso in ogni ambiente di lavoro,con contenuto minimo in base all’allegato 1 o 2, dasostituire quando scaduta. In base al rischio viene ri-chiesto il corso di antincendio con obbligo degliestintori in base ai mq, ovviamente controllo deglistessi ogni 6 mesi e revisione con regolare cadenza.C’è poi il corso di responsabile servizio di prevenzio-ne e protezione RSPP, altrimenti si può ricorrere a un

terzo incaricato previo pagamento del servizio. Se cisono dipendenti, annualmente scatta l’obbligo dellevisite mediche da fare, e laddove ci sono autisti an-che di mezzi speciali, anche nel caso di soli muletti,non dimentichiamo il test antidroga. Non ci dobbia-mo meravigliare per questo, dato che sono 2 milionigli italiani che fanno uso regolare di droghe (cocai-na).Sempre in materia di sicurezza alle imprese edili

viene richiesto il POS, il Piano operativo della sicu-rezza; il DURC, il Documento unico di regolaritàcontributiva e il Tesserino di riconoscimento per tut-ti i dipendenti che sono in cantiere.A talune categorie spetta il corso per lavori in ten-

sione, quello per i ponteggi, e ancora il corso per la-vori in altezza, sia al titolare che ai dipendenti. Corso per guidare il muletto se previsto in azien-

da. Corso per il rinnovo della carta del conducente,80 ore obbligatorie per tutti gli autisti con patente C.Se poi nella tua azienda sono previsti lavori di ma-

nutenzione e riparazione, ecco la necessità del DUVRI,il Documento unico di valutazione dei rischi di inter-ferenza. RLS Responsabile dei lavoratori per la sicurez-za, non obbligatorio, corso per l’incaricato, e se questose ne va altro corso per il sostituto, oppure paghi unesterno con quota annuale, e avanti con le spese.In base all’attrezzatura e tipo di lavorazione e/o

produzione scatta la valutazione del rumore, nota be-ne che se il macchinario viene sostituito o anche so-lo il posto dove è situato ecco che bisogna rifare ildocumento. Stessa procedura se hai a che fare con lepolveri, partendo dall’autorizzazione per le emissionidiffuse e/o convogliate, in base all’impianto.Valutazione vibrazioni in riferimento alle attrez-

zature che la prevedono, come sopra, cambi attrezza-tura e nuovo documento. Verifiche impianti di terraogni 2 o 5 anni. Verifiche per attrezzature di solleva-mento. PIMUS Piano di montaggio, uso e smontag-gio ponteggi.Verifica porte di sicurezza o emergenza. DPI Di-

spositivi di protezione individuali (registro di conse-

Il nostro Governo sta lavorando al decreto che prevederà la semplificazione,contemplando la tanto attesa sburocratizzazione riservata alle aziende,soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni.

� di Flavia Angeli

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associazione � burocrazia

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

gna e verifica della scadenza degli stessi, vedi il ca-schetto che dura 5 anni, anche se non utilizzato). Se caro imprenditore sei tranquillo di aver adem-

piuto a tutti gli oneri ecco che arriva il calcolo del ri-schio per campi elettromagnetici e radiazioni ioniz-zanti in ambienti di lavoro.Dal 2010 c’è nell’aria il SISTRI, il sistema di trac-

ciabilità dei rifiuti, con oltre due anni di proroghe eche per ora ha fatto tanto discutere e tremare, con in-stallazione delle black box sugli automezzi dedicati aitrasporti dei rifiuti speciali e/o pericolosi. Fino ad orasi procede con il trasporto accompagnato dal formu-lario rifiuti. C’è poi chi deve registrare questi docu-menti, provvedere alla stampa sul registro di carico escarico, con dichiarazione annuale MUD. Ovvio cheper movimentare i rifiuti speciali l’azienda deve esse-re in possesso di regolare autorizzazione rilasciatadall’Albo gestori ambientali, contro pagamento deidiritti annuali previsti in base al tipo di autorizzazio-ne e ai quantitativi trasportati annualmente. Cambiautomezzo, modifichi l’autorizzazione e avanti. Ogni azienda è obbligata ad avere la PEC, Posta

elettronica certificata, figuriamoci che ci sono picco-lissime aziende ancora sprovviste di computer! E co-me fanno le aziende collocate in quelle zone non an-cora raggiunte dalla rete di internet? L’assurdo diquesto interessante mezzo di comunicazione è chespesso è la Pubblica Amministrazione stessa a evitarel’invio tramite PEC, preferendo la cara vecchia e co-stosa raccomandata, rimarcando che solo in questomodo l’invio assume prova documentale e certa.Quando lavori per terzi ecco che devi per forza

avere l’assicurazione contro terzi, per tutelarti pereventuali errori di percorso che si possono semprepresentare.Quando partecipi ad appalti, non mancherà mai

la dichiarazione antimafia, anche se sembrerebbe che

fosse al vaglio del nostro Ministro Severino la possi-bilità di autodichiarazione con relativa abolizionedell’antimafia! Non dimentichiamo la tracciabilitàdei flussi finanziari, con inserimento dei codici CIGe CUP nei DDT, che andranno riportati nelle fattureed anche nelle relative RIBA. Così arrivi ad avere unelenco per cliente di numerazioni a 10 cifre, da ri-portare e rigirare, da far girare la testa.Che dire poi dell’aggiornamento professionale per

il titolare, fondamentale per stare al passo con i tem-pi e obbligatorio in base al piano formativo steso peri dipendenti. Gli adempimenti non sono esauriti, mami fermo perché c’è da far girare la testa se continuo.Sembra facile da dire questa tanto acclamata pa-

rola “sburocratizzazione”, ma sta di fatto che unavolta avviato un percorso, difficile sembra poter tor-nare indietro, se per un dato permesso, oppure peruna concessione, sono stati aperti uffici pubblici, no-minati funzionari, chi sarà a decidersi a togliere talu-ni “adempimenti” pensando che poi anche i relativifunzionari dovranno essere riorganizzati e/o mobili-tati? E tutte le società di servizi nate a supporto diquesti bisogni acclamati dalle aziende?Considerando la classifica stilata dalla Banca

mondiale, la dice lunga l’87° posto che spetta all’Ita-lia per facilità di fare impresa. Pure nell’accesso alcredito ci spetta un lodevole 98° posto, mentre perl’avvio di un’impresa ci troviamo al 77° posto delleclassifiche. L’eccesso di burocrazia penalizza la realizzazione

delle opere pubbliche, solo con l’avvento dell’infor-mation technology da parte della Pubblica Ammini-strazione si potranno abbattere costi e tempi per leimprese. Anche in Trentino solo il 13% della modu-listica burocratica si può trasmettere on line, evitan-do l’invio cartaceo. Se poi pensiamo che in una relazione al Parla-

mento il Governo ammette di non saper dire quantesono le leggi che i cittadini e imprese debbono ri-spettare, la dice davvero lunga. Ci pensa Confartigia-nato in un rapporto presentato in queste ultime set-timane a far presente che negli ultimi 3 anni sonostate 189 le nuove norme fiscali emanate, compli-cando la gestione delle aziende.Dall’Europa ci arriva il richiamo della Small Busin-

nes Act per agevolare le PMI, ma il lavoro fino ad orasvolto in tal senso non viene nemmeno avvertito dal-le piccole aziende che si trovano a dover impiegaretempo e denaro per adempimenti farraginosi e com-plicati. Dunque il lavoro dell’Amministrazione Pubblica e

del Governo sarà quello di far fronte a questo gridodi allarme lanciato dalle PMI, ed è questo il momen-to per agire, dato che la burocrazia non fa aumenta-re il Pil ma viceversa lo brucia.Liberare risorse per le imprese, in questo momen-

to economico difficile può rappresentare una rispo-sta a un mercato ingessato, per concedere tempo al-l’imprenditore per reinventarsi e proporsi all’attaccodi nuovi mercati e/o di nuove idee. �

Liberare risorse per le impresepuò rappresentare una risposta a un mercato ingessato, per concederetempo all’imprenditore perreinventarsi e proporsi all’attacco di nuovi mercati e/o di nuove idee.

cultura

45Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Quale futuroper il mercato dell’arte?

Partiamo da cosa è succes-so lo scorso anno in que-sto settore. La fascia più

alta complessivamente ha inve-stito molto, recuperando dopo icontraccolpi del 2008. Il mer-cato dell’arte si è allargato deci-samente verso l’Asia. L’investi-mento in arte è entrato a farparte del circuito degli investi-menti e i consumi di lusso deipiù ricchi si sono riversati sulmercato artistico.Il giro d’affari del mercato

dell’arte contemporanea è cre-sciuto dai 254 milioni di dollaridel 2000 ai 2,1 miliardi nel2011, quello dell’arte antica haraggiunto i 60 miliardi di dolla-ri. Cinesi ed americani sono gliinvestitori che hanno guidatoquesta ripresa.L’allargamento del mercato

dell’arte dà garanzie e migliorisicurezze, più regioni mondialilo frequentano e meno diventarischioso, se non funziona beneuna parte un’altra corre.Anche questa volta assistia-

mo al fatto che le crisi finanzia-rie non contagiano, perlomenoimmediatamente, il mercato del-l’arte. Tra i Top200 collezionisti indicati da Artnews,solo sette si occupano di fondi di investimento e so-lo tredici vedono dipendere la propria ricchezza dal-la finanza. Con mercati azionari deboli e titoli di stato che

danno grandi preoccupazioni l’arte risulta essere unmercato più affidabile. Il segmento dell’arte contem-poranea è capace di resistere alla crisi con un tasso direndimento medio annuo che negli ultimi 16 anni si

è assestato sul 4,65%, superioreal 4,06% registrato dall’oro. I da-ti vengono da un’anticipazionedel Focus 2012 dell’Osservatoriodel centro di studi economiciNomisma e dell’Università LumJean Monnet e confermano chel’acquisto dell’opera di un arti-sta contemporaneo garantisceuna remunerazione migliore(+3,39% all’anno, a partire dal2006) rispetto a una abitazionein una grande città italiana(+1,68) o all’investimento in ti-toli azionari (+0,69%).In questo quadro si inseri-

sce un sempre maggior rappor-to con internet e la tecnologia:aste, fiere online e sempre nuo-vi portali negli ultimi annihanno attratto nuovi entranticome Artnet.com, Paddle8, Art-price e Blacklots. E il mercatocorre attraverso nuovi canali,altri operatori. I collezionistitrovano nuove offerte e graziea internet anche maggioreinformazione, una migliore co-noscenza del mercato e del suoandamento.

Diverso il discorso dell’anda-mento del mercato dell’arte se lasciamo la fascia piùalta. Qui la crisi finanziaria e la scarsità di risorse pe-sano e gli operatori professionali ne soffrono le con-seguenze. Per chi può comprare in questo momentoc’è la possibilità di fare ottimi acquisti.

In Italia nel suo complesso il mercato dell’arte ge-nera un volume d’affari di quasi 1,4 miliardi prodottiper il 43% dal segmento moderno e contemporaneo.

In un periodo così delicato per l’economia è opportuno riflettere su comeproteggere i nostri risparmi, come diversificare i nostri investimenti.Cerchiamo di capire cosa sta succedendo nel mercato dell’arte alla fine delprimo trimestre del 2012 e se questo può essere interessante.

� di Paolo Aldi

46 l’Artigianato

cultura

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

Nella seconda parte del 2011 le performance delle piùimportanti case d’asta, da Sotheby’s a Christie’s, nonsono state esaltanti con perdite principalmente nelsettore del moderno mentre il segmento del contem-poraneo è riuscito a mantenere pressoché invariate leperformance di vendita. Contemporaneamente è dimi-nuito il giro d’affari delle aste italiane. Dai quasi 60milioni del primo semestre dell’anno si è passati ai54,35 del secondo semestre, con una diminuzione del2,2%. Le case d’asta si sono affacciate sul 2012 con unfatturato totale di oltre 117 milioni e un processo diristrutturazione, con la chiusura di Finarte e un disim-pegno in Italia di colossi come Christie’s e Sotheby’s,tramite un ridimensionamento del numero delle astee degli occupati.

In sintesi il mercato dell’arte si caratterizza conl’ingresso sempre maggiore dei fondi e degli strumen-ti di investimento strutturato, la dimensione presso-ché industriale dei processi di vendita e di gestionedel bene artistico, la capacità dei beni artistici di crea-re plusvalore e la capacità di generare redditività.Quindi l’arte è senza dubbio un investimento e ci so-no due tipologie di investitori e di approccio finan-ziario all’opera d’arte. Il primo è speculativo. Inve-ste quindi su ogni genere di opera d’arte per lanciareo far girare il nome di un artista ed eventualmente

rivendere l’opera quando ha acquisito valore. È unmercato questo molto veloce e praticamente sonoloro a fare l’opera d’arte. E ci sono poi i collezioni-sti, coloro che amano l’arte e ricercano nelle operela realizzazione di sé, comprando solo per una verapassione. �

Questo mese vi consigliamodi visitare:

Mart - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea - Rovereto (TN) Alice in Wonderland - sino al 3 giugnoPostmodernismo. Stile e sovversione 1970-1990sino al 3 giugnoGina Pane, È per amor vostro l’altro - sino all’8 luglioAfro, Il periodo americano - sino all’8 luglio

Arte Sella - Val di Sella, Borgo ValsuganaOpere dalla collezione permanente dell’Associazione,Il mondo animale di Arte Sella - sino alla primavera

Galleria Civica G. Segantini - Arco (Tn) Roberto Floreani - sino al 10 giugno

Museo Riva del Garda - Riva del Garda (Tn) Lotze, Le vedute fotografiche dei Lotze 1860 - 1880sino al 10 giugno

Spazio Klien - Borgo Valsugana (Tn) Enrico Ferrrari, Montagne - sino al 15 aprile

Paolo Maria Deanesi - RoveretoArmando Lulaj, No More Feelings - sino al 20 maggio

Atelier Foto Paolo Aldi - RoveretoPaolo Aldi, Sunny flowers (Fiori di sole)sino al 6 maggio

Torre Mirana - TrentoAstrazioni 7 - sino al 22 maggio

Galleria d’arte il Castello - TrentoElena Brazzale & Aura Zecchini, Naturalia & Mirabilia- sino al 22 maggio

Palazzo Roccabruna - TrentoL’impressione del colore. Montagne in fotocromia1890-1910 - sino al 6 maggio

Studio d’Arte Raffaelli - TrentoLaurina Paperina, New Pollution - sino al 31 maggio

Palazzo Libera - Villa LagarinaPiermario DorigattiPittore, irrimediabilmente pittore - sino al 5 maggio

Yearly return in the art market compared to the other asset classes: 2005-2011

Asset Nominalreturn

Realreturn Volatility Correlation

with art

WTI (oil) 23.98% 21.37% 49.4% 20.05%

Gold bullion 21.03% 18.42% 12.4% 6.46%

S&P GSCI Commodity 17.49% 14.88% 34.2% 25.64%

Art 12.86% 10.25% 15.8% 100%

US Credit bonds 5.13% 2.52% 1.7% 27.78%

10-Year US note 3.58% 0.97% 1.9% -32.13%

S&P500 3.07% 0.46% 21.4% 33.72%

associazione � categorie

47Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Sfruttare le opportunitàinternazionaliRaggiungere nuovi mercati

Alivello locale si registra – parallelamente auna contrazione sempre maggiore dei consu-mi – un aumento dell’importo delle vendite

all’estero, con un totale di volume d’affari nel 2011di 3.139 milioni di euro pari a un 11% in più rispet-to al 2010.Questi dati testimoniano in maniera chiara come

i mercati tradizionali di riferimento stanno veloce-mente cambiando. La calante domanda del mercatoabituale (trentino e nazionale) sta infatti sempre piùspingendo le aziende a guardarsi attorno e a decide-re di avviare processi di internazionalizzazione peraccedere a nuove opportunità dibusiness all’estero.L’ingresso in nuovi mercati è

fondamentale per la crescita ester-na di un’impresa, ma le enormiopportunità che si prospettano so-no affiancate da grandi rischi.

Infatti le aziende possono sfrut-tare in modo non corretto ed effi-ciente le proprie risorse, esponen-dosi a rischi che possono non solocompromettere l’ingresso sul mer-cato ma anche danneggiare l’eco-nomia dell’azienda stessa.Per compiere il grande passo è

quindi necessario disporre di proce-dure strutturate e ben studiate, af-finché un simile progetto davveroporti a risultati positivi. L’Associa-zione Artigiani, sempre attenta allenuove necessità delle proprie azien-de, ha deciso quindi di mettere a di-sposizione dei propri associati unaserie di strumenti e di competenzein grado di affiancare gli artigianiall’interno di questi processi di svi-luppo aziendale.

Un’attività mirata con lo scopo di proporre mi-glioramenti e supporto alle aziende che già operanooltre confine e di sostenere con idonei strumentiquelle aziende che decidono di intraprendere atti-vità economiche con l’estero.

Proprio per dare un servizio più mirato possibile,tutte le aziende interessate sono invitate a comuni-care i propri dati attraverso la scheda di manifesta-zione di interesse che è allegata alla rivista di que-sto mese e sul sito www.artigiani.tn.it all’internodella sezione Categorie/Internazionalizzazione. �

Quasi tutti i giorni la stampa locale e nazionale evidenzia come in questofrangente la chiave di volta per la ripresa stia, per le imprese italiane, nelleesportazioni e nelle opportunità sui mercati esteri.

L’Associazione Artigiani ha deciso di mettere a disposizione dei propri associati una serie di strumenti e di competenze in grado di affiancare gli artigiani per l’avvio di nuoviprocessi di internazionalizzazione.

� di Veronica Costa

AREA CATEGORIE

INTERNAZIONALIZZAZIONE

48 l’Artigianato

associazione � categorie

Il 2012 sarà un annomolto difficile

«Se il 2011 non è finito bene, il 2012 èaddirittura iniziato peggio!». Con que-sta telegrafica frase, Mauro Cazzaniga

– consigliere nazionale del gruppo di mestiere “Arre-do” e presidente per la Lombardia della FederazioneLegno Arredo di Confartigianato Imprese – esprimeil suo commento sulla fase congiunturale che sta at-traversando la sua regione, da sempre leader nella la-vorazione del legno e nella produzione di mobili earredi. «Sono soprattutto le piccole realtà ad accusa-re più delle altre gli effetti della crisi ancora in atto.Le uniche aziende a salvarsi, sempre nell’ambito del-le piccole dimensioni, sono quelle che stanno lavo-rando per l’estero e facendo dei “contract”. C’è in-somma chi sta segnando il passo, perché qui da noiil mercato interno è completamente fermo e anchechi lavora ha poi problemi con le banche, le qualinon stanno dando l’aiuto necessario ad andare avan-ti, pagamenti che si allungano, difficoltà ad incassa-re dai clienti e chi ha fatto investimenti indebitan-dosi, adesso è davvero a rischio chiusura. Dicevoprima – prosegue Cazzaniga – che qui in Lombardiatutto è completamente fermo: anche chi può conta-re sullo stipendio fisso, ha timore di spendere; il ter-rorismo mediatico sta facendo il resto. Non solo: orac’è accanimento anche verso chi deve andare a com-perare. Mi spiego: è giusto – anzi, doveroso – che icontrolli vengano eseguiti, però non bisogna arriva-re a intimorire i territori come è successo in alcunelocalità italiane. Così facendo, si bloccano economia

e commercio e noi piccoli siamo quelli che ci rimet-tiamo. Lo stesso Governo Monti, se da una parte hafatto bene a combattere l’evasione, dall’altra non haincentivato il lavoro».

E per l’anno in corso? «Come detto, siamo partiti molto male. Chi va

meglio sono le aziende strutturate, quindi chi hauna certa dimensione, mentre i piccoli hanno da-vanti una sola strada percorribile: legare fra loro eoperare in rete. È inutile che una Camera di Com-mercio mi dica che il numero delle imprese è au-mentato: se le imprese sono di più ma il totale deglioccupati è poi inferiore e soprattutto sparisconoaziende “storiche del manifatturiero”, per lasciareposto ad “aziende di servizi” che anche per quantoriguarda l’indotto, muovono sicuramente meno,non mi sembra che si possano adoperare toni trion-falistici. E poi, ci sono altri indicatori economici daguardare, chiamati fatturati e utili».

Quali prospettive vi sono davanti? «Noi piccoli che grazie a questa nostra “indivi-

dualità” abbiamo fatto delle nostre aziende un tessu-to “creativo” diversificato, dobbiamo però ora con-vincerci a fare rete, sia per acquistare materia prima,sia per vendere. In questo mercato che sta andandosempre più verso la grande distribuzione, dove si ac-quistano prodotti “low cost”, dobbiamo sempre piùpuntare sull’eccellenza – la personalizzazione –, l’evi-denziare il “Made in Italy”; i grandi numeri a bassocosto possono farlo quei paesi dove la manodopera icosti aziendali, la burocrazia e la tassazione non soncerto quelli del nostro bel paese. Le pubbliche istitu-zioni possono fare qualcosa: un esempio viene da al-cune amministrazioni locali, che hanno creato leconsulte dell’economia. Fra le proposte nuove, anchequella di allestire un sito internet con l’elenco di tut-te le imprese del territorio. Sono le classiche idee chenascono in periodi difficili, con la speranza che si tra-sformino in opportunità». �

Cazzaniga: «Le uniche aziende a salvarsi, sempre nell’ambito delle piccoledimensioni, sono quelle che stanno lavorando per l’estero e facendo deicontract».

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

LEGNO / ARREDO

associazione � categoriePIASTRELLISTI

49Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Visita alla ditta Indexdi Verona

Il 5 marzo 2012 una trentina di piastrellisti han-no partecipato alla giornata formativa su collan-ti e isolanti, organizzata dal Direttivo di catego-

ria, presso la Index di Verona.La giornata è stata suddivisa in due parti.La mattina gli associati hanno potuto approfon-

dire la loro conoscenza: delle competenze professio-nali del posatore (conoscenza dei supporti dei mate-riali e delle sollecitazioni), della normativa europeaEN 12004 - EN 12002 e delle modalità di impermea-bilizzazione e posa di terrazzi, bagni e piscine conprodotti mono e bicomponenti.Il pomeriggio invece è stato occupato dalle prove

pratiche nel centro di formazione della Index in cuii tecnici della ditta hanno dimostrato le potenzialitàdei loro prodotti e, allo stesso tempo, hanno dimo-strato quali sono le corrette modalità di posa di de-terminati materiali. Tutti sono rimasti soddisfatti della giornata anche

perché molti partecipanti hanno approfittato delviaggio in pullman per scambiarsi consigli con gli al-tri artigiani presenti.Il prossimo appuntamento per la categoria dei

piastrellisti e posatori in legno si avrà con l’uscita delprezziario che dovrebbe essere pronto per la fine diaprile. �

Molto soddisfatti i piastrellisti della giornata formativa su collanti e isolanti,organizzata dal Direttivo di categoria presso la Index di Verona.

� di Jacopo Pedrotti

ANTENNISTI - FUMISTI - SPAZZACAMINI

Seminario su lavori in quota

� di Jacopo Pedrotti

Lo scorso 27 febbraio si è tenuta, presso il PoloTecnologico di Trento, una serata informativa sulle norme di sicurezza per i lavori in quota alla quale erano presenti circa trenta persone traantennisti, fumisti e spazzacamini.I due relatori, i Tecnici della Prevenzionedell’U.O.P.S.A.L. Matteo Bettega e Paolo Ducati,hanno illustrato le principali norme e accorgimentida rispettare per ridurre il pericolo di infortuni a seguito di cadute dall’alto.Oltre a una relazione sulle principali normative che regolamentano il settore, particolare attenzione è stata posta all’individuazione e installazione dei punti di ancoraggio e al corretto utilizzo dei DPI;molti lavoratori ritengono infatti che un’unicatipologia di DPI possa proteggere da tutti gli infortuni, i relatori hanno invece spiegato come per ogni lavorovi sia un dispositivo di sicurezza adeguato.Una parte della serata è stata inoltre riservata alla spiegazione dei pericoli che possono occorrerese non vengono correttamente calcolati il tiranted’aria e l’effetto pendolo.Chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni sulla serata può scaricare le slidesdal sito dell’Associazione.

Un gruppo di alto livello composto da docentirinomati a livello internazionale ha interlo-quito con tutti i rappresentanti di categoria e

dei governi presenti, insieme alla Commissione eu-ropea.«Come UETR abbiamo ribadito sia alla Commissio-

ne UE che ai “saggi” che il divario economico, sociale,legislativo e di controlli fra stati europei è ancora trop-po grande. La concorrenza sleale e il dumping socialeda parte di vettori di determinati paesi è ben lontanodall’essere risolto, dunque il cabotaggio non può esse-re liberalizzato», afferma il Presidente di Confartigia-nato Trasporti e UETR Francesco Del Boca.

«Sempre più attori a livello nazionale negli altristati chiedono un forte regime di responsabilità con-divisa per i committenti che ordinano viaggi in cabo-taggio a imprese non residenti. All’audizione abbia-mo sentito posizioni in tal senso da inglesi, francesi etedeschi. Di ciò sono personalmente molto compia-ciuto poiché è stata la Confartigianato Trasporti, at-traverso UETR, a chiedere per prima a livello comuni-tario l’attuazione di un pieno ed effettivo regime dico-responsabilità di tutta la filiera del trasporto: datempo ci battiamo per questo sui tavoli di Bruxelles, eil messaggio inizia a passare», ha aggiunto.Tratto dal sito www.confartigianatotrasp.it �

Si è tenuta a Bruxelles lo scorso 28 febbraio l’audizione europea per fare ilpunto sullo stato del mercato comunitario dell’autotrasporto e valutare,fra le varie iniziative da prendere in futuro, anche la questione dell’aperturadel cabotaggio.

� di Andrea de Matthaeis

Costi: imprese di autotrasportoitaliane penalizzate

� tratto dal sito www.alboautotrasporto.it

Uno studio realizzato dalla Ernst & Young per contodell’Albo confronta il carico fiscale delle aziende italianerispetto ai concorrenti di Germania, Francia, Spagna,Austria, Slovenia, Ungheria, Romania, Polonia.

Il Comitato Centrale dell’Albo degli autotrasportatorifinanzia progetti di studio e ricerca per inquadrare i fenomeni economici e politici che riguardano la movimentazione di merci. Tra quelli più recenti,presentati dal Comitato Centrale alla fine del dicembre2011, l’“analisi comparativa del carico fiscale e contributivo nel sistema normativo vigente” (che èpossibile scaricare dal sito www.alboautotrasporto.it nellaversione integrale), realizzata dalla Ernst & Young su incarico dell’Albo stesso, ha messo a confronto l’impattodelle imposte su fatturati e costi delle nostre aziende, in relazione ai loro competitori internazionali. L’indaginenon prende in considerazione tutti i paesi dell’UnioneEuropea, ma si concentra su Germania, Francia, Spagna,Austria, Slovenia, Ungheria, Romania, Polonia.

Analizzando il fatturato delle nostre imprese di settoresi nota che un ostacolo per il conseguimento di più alti livelli risiede nella frammentazione del mercatoitaliano. L’autotrasporto paga questa caratteristica sia in termini di capacità di offrire servizi più complessi,sia in termini di confronto con la committenza. Dallo studio emerge che le classi dimensionaliintermedie sono le meno performanti sotto il profilo dei costi, anche se comparati con quelli degli operatoriresidenti nei Paesi dell’Europa dell’Est. Al contrario le aziende italiane appartenenti alle classi dimensionali“estreme”, e cioè monoveicolari o con oltre 10 veicoli a disposizione, sembrerebbero godere di un livello di costi meno oneroso: tuttavia anche in questo caso le imprese italiane presentano costi relativi maggiori se rapportati a quelli delle imprese più performantidell’Europa dell’Est (da +36% a +41%).Le aziende italiane di autotrasporto sono risultate non concorrenziali rispetto ai loro concorrenti. In particolare, secondo la ricerca, gli autotrasportatoriitaliani rischiano un’ulteriore marginalizzazione, non solo a livello internazionale (nel contesto generaleeuropeo), ma anche in patria. La “ricetta” proposta dallostudio, sebbene non assimilabile a una proposta di carattere politico, va nella direzione di unaimplementazione del ruolo della logistica.

associazione � categorie

50 l’Artigianato Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

Audizione europea sulmercato dell’autotrasporto

AUTOTRASPORTATORI

Con febbraio scorso si è concluso il percorsoformativo per circa 70 imprese artigiane delsettore metalmeccanico in tema di marcatura

CE dei cancelli.Si è trattato del frutto di un lungo lavoro che ha vi-

sto coinvolti il Consiglio Direttivo di categoria, l’AreaCategorie dell’Associazione e SAPI srl, nella ricerca emessa a punto della soluzione più consona alle esi-genze di fabbri e carpentieri associati coinvolti nellamarcatura CE dei cancelli di propria produzione. Nelcorso del tempo sono stati fatti molteplici incontricon più sedi di Confartigianato di altre regioni fino aquando, l’estate scorsa, Associazione Artigiani ha datoavvio alla definizione di un protocollo d’intesa conConfartigianato Marca Trevigiana, mediante il quale èstato siglato in autunno un rapporto di collaborazioneavente come obiettivi principali la condivisione diesperienze e conoscenze, a partire dal software per lamarcatura CE dei cancelli di proprietà dei “confratellitrevigiani”, fino al miglioramento del servizio che ledue associazioni offrono quotidianamente alle rispet-tive imprese associate.Con tale accordo, Confartigianato Marca Trevigia-

na ha messo a disposizione dei nostri associati unsoftware disponibile on-line, accessibile mediantespecifico nome utente e password, mediante il qualedimensionare i propri cancelli in funzione anche del-la caratteristica di resistenza al carico del vento. Talesoftware infatti, è stato validato dal laboratorio noti-ficato Cert, Centro di Certificazione e Test di TrevisoTecnologia, e consente, mediante l’invio dei dati delcancello dimensionato mediante il software, di otte-nere il certificato di resistenza al carico del vento sen-za dover costruire necessariamente un prototipo eportarlo in laboratorio per la prova fisica. Ciò è im-portante anche nell’ottica del nuovo RegolamentoEuropeo 305/2011 relativo ai prodotti da costruzio-

ne, il quale prevede che, a partire da luglio 2013, ladichiarazione di conformità dovrà essere sostituita dal-la dichiarazione di prestazione nella quale andrà indi-cata obbligatoriamente la prestazione di almeno unadelle caratteristiche essenziali del prodotto, a diffe-renza di ora che è possibile utilizzare l’opzione “npd”(prestazione non determinata) per ogni prestazione.Il software è stato quindi il fulcro attorno al quale

è stato progettato un percorso per consentire alle im-prese di procedere con la marcatura CE di cancelli. Èstata proposta anche una prima parte formativa percoloro che erano totalmente digiuni in tema di mar-catura, al fine di gettare una base conoscitiva sulla di-rettiva prodotti da costruzione 89/106/CEE, sul nuovoregolamento 305/2011 e sulla norma UNI EN 13241-1“Porte e cancelli industriali, commerciali e da garage –norma di prodotto – prodotti senza caratteristiche diresistenza al fuoco o controllo del fumo”.I partecipanti sono stati quindi suddivisi in gruppi

ai quali è stato illustrato un manuale per il controllodella produzione di cancelli rispondente a quanto ri-chiesto dalla norma UNI EN 13241-1, le modalità peradattarlo e per applicarlo alla propria realtà. Sonoquindi seguite più sessioni per illustrare il software eper procedere con le esercitazioni pratiche.Per chi non avesse preso parte al percorso, è pos-

sibile avere informazioni in merito al software e almanuale del controllo della produzione ai fini dellamarcatura CE dei cancelli contattando SAPI srl -dott.ssa Valentina Friziero tel. 0461.803775 (orario8.00-14.00). �

associazione � categorieMETALMECCANICI

51Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Marcatura CEcancelli

Il settore metalmeccanico ha effettuato un corso di formazionedi 70 ore circa in tema di marcaturaCE dei cancelli, dove è stato definitoun protocollo d’intesa conConfartigianato Marca Trevigiana,mediante il quale è stato siglato in autunno un rapporto di collaborazione.

associazione � categorie

Commissione provincialeper l’abilitazione

Il Maestro Artigiano è una figura relativamentegiovane nel panorama dell’artigianato trentino: èstata infatti istituita dalla Giunta provinciale nel

2003, con l’individuazione di alcune tipologie di me-stieri al quale conferire il titolo, fra cui proprio la figu-ra di acconciatore, che è stata riformata prevedendouna nuova disciplina nel corso del 2008. I Maestri Ar-tigiani rappresentano figure di eccellenza nell’artigia-nato e sono ormai una presenza importante all’inter-no delle categorie artigiane coinvolte, anzi su queste lafigura sembra aver esercitato un’azione di qualificazio-ne professionale, sia in forma diretta sulle imprese diartigiani che hanno conseguito il titolo, sia in formaindiretta sul complesso delle categorie coinvolte. Inol-tre la figura del Maestro Artigiano comincia ad esserericonosciuta, e quindi utilizzata, nel mondo della for-mazione: un esempio è proprio la presenza dei MaestriArtigiani acconciatori come docenti all’interno delcorso necessario per sostenere l’esame di abilitazionealla professione e nella commissione di esame, indi-spensabile dal 2008 in Trentino per diventare impren-ditori in questo settore.Il titolo di abilitazione professionale rilasciato dal-

la Provincia autonoma di Trento ha inoltre validitàsull’intero territorio nazionale, considerato che la di-sciplina introdotta rispetta ampiamente i requisitiminimi previsti dalla norma quadro statale.

La nuova Commissione provinciale per l’abilita-zione professionale di acconciatore nominata oggidalla Giunta – in sostituzione della precedente Com-missione che ha da poco terminato il proprio opera-to – è composta da:

• Sandro Catarci, imprenditore in possesso del tito-lo di Maestro Artigiano acconciatore e riconferma-to in veste di presidente per un altro triennio;

• Elena Casagranda, imprenditore in possesso del ti-tolo di Maestro Artigiano acconciatore e vicepresi-dente della nuova Commissione;

• Clara Barbieri, esperta in gestione d’impresa e pro-duzione dei servizi di acconciatore;

• Mario Miorandi, esperto in gestione d’impresa eproduzione dei servizi di acconciatore;

• Francesco Cofone, funzionario del Servizio scuoladell’infanzia, istruzione e formazione professionale;

• Vito Cofler, funzionario del Servizio industria e ar-tigianato;

• Erminia Cologna, funzionario del Servizio indu-stria e artigianato, quest’ultima con funzioni di se-gretario verbalizzante.

L’esecutivo provinciale ha inoltre stabilito di asse-gnare, come spese per il funzionamento della Com-missione, 26.000 euro da ripartire in tre anni. �

ACCONCIATORI

52 l’Artigianato Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

Nominata lo scorso 16 marzo dalla Giunta provinciale, su propostadell’Assessore all’industria,artigianato e commercio, AlessandroOlivi, la Commissione provincialeper l’abilitazione professionaleall’attività di acconciatore, unicoorgano in Trentino che puòassegnare questa idoneità. Si tratta di un organismo di elevataqualità, composto da due insegnantispecializzati, da due Maestri Artigiani – la cui nomina è stata concordata con le associazioni di categoria –,nonché da due delegati dei settoriArtigianato e Formazione professionale della Provincia.

53Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

associazione � categorieACCONCIATORI

Il Nuovo Rinascimentodell’Acconciatura

Lunedì 12 marzo a Bologna,in occasione dei 10 anni diCamera Italiana dell’accon-

ciatura, la Presidente Elena Casa-grande ha partecipato ad un’im-portante tavola rotonda dal titolo:“Il Nuovo Rinascimento dell’Ac-conciatura, lo stimolo a fare sem-pre di più e meglio per la catego-ria che rappresentiamo”.Una categoria in trasformazio-

ne, quella degli acconciatori, chedeve fondare il suo Rinascimentosui valori e sull’importante ereditàdei mestieri del passato: si è parla-to dell’attuale crisi, degli stimoli edelle opportunità di crescita per lacategoria.Presenti nomi illustri del mon-

do dell’acconciatura e del total lookquale Franco Curletto, Diego DallaPalma che hanno portato le loroesperienza lavorative e messaggi dipositività per la crescita di unaprofessione sempre più proiettataverso operatori sensibili non soloall’aggiornamento professionale,ma anche a quello gestionale. La tavola rotonda è stata l’occa-

sione per ascoltare il vissuto deiprofessionisti dell’acconciatura neiconfronti dell’attuale scenario.Nel corso della tavola rotonda,

Gian Andrea Positano, responsabi-le Centro Studi di Unipro, ha pre-sentato un’indagine 2012 “I par-rucchieri in Italia oggi” dove gliobiettivi erano sia di rilevare il vis-suto dei professionisti dell’accon-ciatura nei confronti dell’attualecongiuntura economica, sia di rile-

Lorenzo Bezzi, presidente della categoria, all’assemblea dello scorso 15 febbraiotenutasi presso la sala al 1° piano dell’Associazione Artigiani di Trento, hapresentato le principali attività del 2011 e inizio 2012.

� di Jacopo Pedrotti

54 l’Artigianato

associazione � categorie

Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

vare le azioni messe in atto dai sa-loni da parrucchiere nell’ultimoanno per contrastare la crisi econo-mica. Positano conclude eviden-ziando che l’indagine non è anco-ra definitivamente conclusa e chele tabelle riportate sono solo delleanticipazioni in attesa che lo stu-dio sia portato a termine.

• I PICCOLI ECONOMICI: piccolisaloni di paese, non informatiz-zati, titolare non giovane e prez-zi molto bassi.

• I PICCOLI DINAMICI: piccoli sa-loni di città, informatizzati, tito-lare giovane, prezzi medio-alti.

• I MEDIO-GRANDI CLASSICI: me-di saloni di città di media gran-dezza, non informatizzati, titolarenon giovane e prezzi medio-bassi.

• I MEDIO-GRANDI ÉLITE: medi ograndi saloni di città, informa-tizzati e con prezzi alti.

Le tabelle riguardanti l’indagi-ne 2012 “I Parrucchieri in Italiaoggi” riportate nell’articolo sonosolo delle anticipazioni in attesache l’indagine stessa sia definiti-vamente conclusa. Le stesse sonostate gentilmente fornite da UNI-PRO - Associazione Italiana Impre-se Cosmetiche, su richiesta dellaCamera Italiana dell’Acconciaturae in collaborazione con TOTENExT srl di Padova.Sul sito www.artigiani.tn.it po-

tete consultare l’indagine comple-ta cliccando dal menù Categorie -Federazione Benessere - CategoriaAcconciatori. �

ACCONCIATORI

Gianni Manzetti, Vice Presidente UNIPRO, Elena Casagrande, Presidente delle Federazioni di Categoria Associazione Artigiani Trento, Tiziana Angelozzi, responsabile NazionaleConfartigianato Benessere, Savino Moscia, Presidente Nazionale Acconciatori di CNA, Lino Fabbian,Presidente Nazionale Acconciatori di Confartigianato.

55Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Buona Pasquadal Comitatodi Redazione

Associazione Artigiani e Piccole Impresedella Provincia di Trento

56 l’Artigianato Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

sistema artigianato �cooperativa artigiana di garanzia

Le rate dei mutuitornano a scendere

UNICREDIT

Tassi per nuove operazioniattivate dal 20 gennaio 2012Euribor 3 m/365 mmp + spread

Rating Mutuo durata < 5 nSPREAD

Mutuo durata > 7 nSPREAD

Fido di c/cSPREAD

C/c smobil. cred.SPREAD

1. Sicurezza massima 4,85 5,15 3,90 3,502. Sicurezza elevata 5,10 5,40 3,90 3,503. Sicurezza 5,35 5,65 4,40 4,004. Ampia solvibilità 6,10 6,40 4,40 4,005. Solvibilità regolare 6,60 6,90 5,40 5,006. Discreta solvibilità 6,85 7,15 5,40 5,007. Solvibilità sufficiente 7,85 8,15 - -

BANCA SELLA- BOVIO CALDERARI

Tassi per nuove operazionivalidi dall’1 giugno 2009Euribor 3 m/365 mmp + spread

RATINGAAA-AA

RATINGA - BBB

RATINGBB-B

FASCIA C

C/C 1,60 1,80 2,50 3,70S.B.F. 0,65 0,95 1,80 3,00ANT.FATT. 0,70 1,15 2,00 3,20MUTUI CHIROGRAFARI 3,75 4,00 4,20 4,75

BANCA POPOLAREDEL TRENTINO

Tassi per nuove operazionivalidi da novembre 2011Euribor 3 m/365 mmp + spread

Mutuo Fido di c/c C/c smobilizzo crediti

Rating Garanzia50%

Garanzia80%

Garanzia50%

Garanzia50%

Rating A da 3,40 a 4,55 da 3,25 a 4,40 6,25 4,10Rating M da 3,70 a 5,05 da 3,55 a 4,90 6,85 4,55Rating B da 4,25 a 5,65 da 4,05 a 5,35 7,35 5,00Rating NC da 5,85 a 7,25 da 5,25 a 6,45 8,30 5,70

L’Euribor in flessione. Ulteriori ribassi attesi nel secondo semestre dell’anno.

Operazioni garantitePrestito/mutuo

durata max 84 mesi

Apertura di creditoin c/c max 75.000 e

durata 36 mesi Rinnovabile

Fido per accreditoeffetti sbf

durata 36 mesiRinnovabile

Anticipo su fatturedurata 36 mesi

Rinnovabile Aggiornamento

Casse Rurali Euribor 3M+34,25

Euribor 3M+2,503,95

Euribor 3M+1,903,35

Euribor 3M+1,903,35 1 marzo 2012

Unicredit Euribor 3M Tassi fissati in base al Rating (vedi tabella) 1 marzo 2012

Banca di Trento e Bolzano Euribor 3Mda 2,00 a 2,75 3,826 3,076 3,326 1 marzo 2012

Banca Sella-Calderari Tassi fissati in base al Rating (vedi tabella) 1 marzo 2012

Cassa Risparmio Bolzano Euribor 6Mda 2,75 a 4,15

Euribor 3Mda 2,45 a 3,90

Euribor 3Mda 1,75 a 3,00

Euribor 3Mda 2,00 a 3,25 1 marzo 2012

Banca Popolare Alto Adige Euribor 6Mda 3,50 a 5,50

Euribor 3Mda 2,75 a 3,75

Euribor 3Mda 1,75 a 2,75

Euribor 3Mda 2,25 a 3,25 1 marzo 2012

Credito Valtellinese Euribor 3Mda 1,75 a 6,00

Euribor 3Mda 2,50 a 8,00

Euribor 3Mda 1,50 a 4,25

Euribor 3Mda 1,50 a 4,25 1 marzo 2012

Banca Valsabbina 4,50 5,187 3,437 3,437 1 marzo 2012

Artigiancassa Euribor 1Mda 1,10 a 1,40 - - - 1 marzo 2012

Banca Popolare del Trentino Tassi fissati in base al Rating (vedi tabella) 1 marzo 2012

Tutti gli imprenditori che hanno una buona ideatra le mani e non sanno come svilupparla, con-cretizzarla e naturalmente difenderla dalla con-

traffazione, hanno adesso un punto di riferimento inpiù. Stiamo parlando di Spo.T. che va ad arricchire lagamma di attività a sportello per le imprese del ter-ritorio che rientrano nel Giardinaggio Aziendale eche sono svolte da CEii Trentino anche in collabora-zione con il Servizio Industria e Artigianato della Pro-vincia autonoma di Trento. Attraverso di esse, CEiiTrentino supporta l’innovazione nelle imprese, favori-sce i processi di crescita imprenditoriale e aziendale eaccompagna in vario modo le imprese artigiane lungola via dello sviluppo. Ecco cosa ci racconta il referenteEmanuele Gecele.

Da quali presupposti nasce lo sportello Spo.T.? «L’idea di costituire questo sportello nasce in se-

guito al secondo bando di concorso per l’applicazionedella metodologia TRIZ. Nelle due edizioni sono statecoinvolte complessivamente 14 aziende dell’artigia-nato trentino. Da questa esperienza abbiamo confer-mato il fatto che le piccole imprese necessitano di as-sistenza e di sostegno: hanno le idee innovative maspesso non sanno come svilupparle, concretizzarle etutelarle. Ecco perché abbiamo voluto strutturare unospazio dedicato che prende il nome di Sportello Triz(Spo.T.). Inoltre sono sempre più le aziende che chie-dono informazioni su come tutelare le loro idee inno-vative. Per esempio nel 2011 a CEii Trentino abbiamosupportato oltre sessanta piccole imprese nella valu-tazione della loro idea imprenditoriale – dieci dellequali hanno successivamente depositato una doman-da di brevetto – e nel 2012 sono già venti quelle chestiamo seguendo».

Cosa possono trovare gli imprenditori che si rivolgono a Spo.T.? «Innanzitutto troveranno una persona disposta ad

assisterle e supportarle nello sviluppo di un progetto.Dapprima faremo insieme una valutazione dell’idea

stessa, analizzandone le caratteristi-che tecniche ed individuandone ipunti di forza e di debolezza. Saràpoi considerata la possibilità di svi-lupparla attraverso la metodologiaTRIZ, in seguito verrà condotta unaricerca preliminare esplorativa suprodotti/processi simili e già esisten-ti sul mercato e nelle banche datebrevettuali. Inoltre sarà valutata la

possibilità di tutelare l’idea attraverso brevetti ostrumenti alternativi, ragionando sulla convenienzaper la stessa impresa di proseguire su questa strada. Incaso affermativo individuiamo le competenze ester-ne che possano procedere al deposito della domandadi brevetto».

Hai nominato TRIZ, cosa vuole dire?«TRIZ è un acronimo russo che in italiano viene

tradotto con teoria per la soluzione di problemi in-ventivi e consente alle aziende di risolvere problemitecnici in modo sistematico. TRIZ è una teoria maanche un insieme di strumenti che possono aiutareil progettista/inventore a sviluppare i propri prodot-ti. In qualsiasi contesto operativo i problemi (intesicome tali sia le difficoltà del processo produttivo, siala generazione di nuove idee progettuali) possono es-sere risolti grazie a un ragionamento induttivo checonduce a un modello generale. Una volta trovata lasoluzione più ampia, la si può contestualizzare e ap-plicare al caso concreto, superando l’inerzia psicolo-gica che può derivare dal modo tradizionale di risol-vere problemi. Questa metodologia più di altre siadatta al mondo delle piccole imprese. Alcuni stru-menti propri del metodo, infatti, sono già utilizzatiinconsciamente al loro interno, sia nella fase di pro-gettazione delle idee, sia in quella di applicazione eproduzione. Con l’aiuto di TRIZ questi processi crea-tivi vengono identificati e standardizzati in un pro-cedimento che va a integrarsi con le conoscenze e lecapacità dell’imprenditore». �

Hai bisognodi uno Spo.T.?

Presso gli uffici di CEii Trentino si può trovare ogni martedì lo sportello per lavalorizzazione delle idee innovative.

sistema artigianato �CEii Trentino

57Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Emanuele Gecele

� di Silvia Gadotti

sistema artigianato �CEii Trentino

Il concetto di sicurezza, in ambito aziendale, si de-clina in varie sfumature. Da quella più tradiziona-le nel senso del rispetto delle nome vigenti, a quel-

le che riguardano la sfera più ampia del benessere deilavoratori. A tal proposito l’ottava edizione del bandodi concorso Premio Lavoro in Sicurezza istituito dal-la Provincia autonoma di Trento e gestito da CEii Tren-tino, intende premiare quelle imprese trentine chehanno avviato progetti e azioni positive nell’ambitodell’igiene e della sicurezza del lavoro, dell’integra-zione sociale, economica e ambientale dell’attivitàlavorativa, delle politiche di conciliazione dei tempidi lavoro e famiglia. Sono requisiti aggiuntivi per la va-lutazione dei progetti: la presenza di sistemi di ge-stione e qualità aziendale, la presenza di sistemi in-tegrati di sicurezza e salute e le certificazioni UNIEN ISO 14001:2004 e/o EMAS, OHSAS 18001:2007 e/oSA 8000 e Family Audit.

Il concorso è aperto a tuttele piccole imprese private deisettori dell’artigianato, delcommercio, dell’industria,dei servizi, anche in forma dicooperativa. In palio ci sonotre premi da 11.000 euro lor-di. Le aziende hanno tempo fi-no al 4 maggio per inviare lapropria candidatura e il bandodi concorso si trova in allegato

a questo numero del mensile oppure si può scaricaredal sito www.ceii.it e dall’apposito spazio www.infor-ma.provincia.tn.it/scadenze_avvisi/ sul portale dellaProvincia autonoma di Trento.L’ottava edizione prevede inoltre una novità a favo-

re dei dipendenti e dei collaboratori dell’azienda, chepotranno segnalare la propria impresa impegnata ininiziative a sostegno del benessere dei lavoratori. In ag-giunta ai tre premi sopracitati, è previsto per l’impresa“più votata” un ulteriore riconoscimento di 4.000 eu-ro lordi da destinare a interventi a beneficio dei propricollaboratori. Per questa iniziativa la scadenza è statafissata per il 31 agosto 2012. La proroga del termine riguarda solamente le se-

gnalazioni che provengono da dipendenti e collabo-ratori; per gli altri casi rimane invariato il termine del4 maggio. �

SAPI

Salute e sicurezza sul lavoro

Valutazione dei rischi da campi elettromagnetici in ambiente di lavoro.Entrata in vigore 30 aprile 2012

Il testo unico della sicurezza [Decreto legislativo 81/08]nel titolo VIII analizza i rischi in ambito lavorativo legatiagli agenti fisici. Ricordiamo che il titolo affronta separatamente i varipotenziali rischi citando le esposizioni che devono esserevalutate:• Esposizione al rumore• Esposizione alle vibrazioni meccaniche• Esposizione ai campi elettromagnetici• Esposizione alle radiazioni ottiche artificialiLa valutazione relativa all’esposizione ai campielettromagnetici entrerà a regime, come previsto dalladirettiva europea di riferimento, il 30 aprile 2012.Per gli interessati sul sito della SAPI srl [www.sapi.tn.it] è possibile scaricare un documento esplicativo del rischio.

Si ricorda inoltre che gli interessati possono sentiredirettamente la SAPI per ulteriori informazioni o scrivereall’indirizzo [email protected]

Un premio per la sicurezza sul lavoro

C’è tempo fino al 4 maggioper iscriversi alla ottava edizione del bando di concorso istituito dallaProvincia autonoma di Trento e gestito da CEii Trentino.

� di Silvia Gadotti

58 l’Artigianato Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

sistema artigianato �CEii Trentino

59Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

Per il terzo anno consecutivo l’artigianato trenti-no che crede nel design come leva di innova-zione e di sviluppo si trasferisce dal 17 al 22

aprile a Milano, nel variegato e stimolante contestodel Fuori Salone, un vero e proprio museo en plen airche anima zona Tortona e vie limitrofe con una molti-tudine di eventi dedicati a tutto ciò che è moda, ten-denza, stile, architettura. Quartier generale per l’edizione 2012 sarà l’“Autori-

messa”, in via Tortona 20, uno spazio coperto di 450metri quadrati dove avranno voce le quattordici piccolerealtà che delineano il profilo del Trentino, fortementecaratterizzato dall’attitudine a sperimentare e a innovareall’interno del complesso scenario produttivo contem-poraneo. Il design viene così interpretato da differentipunti di vista e poi declinato nei suoi molteplici aspetti:da manufatto artigianale a prodotto industriale, da ele-mento di comunicazione a servizio. Un appuntamento,

quello di DEA+FuoriTrentino, che nel corso degli anniha saputo crescere e strutturarsi, guadagnando visibilitàe riconoscibilità tra gli operatori del settore e gli addettiai lavori, ma anche tra i visitatori che hanno già potutoapprezzare questo lato dal Trentino nelle precedenti edi-zioni del Fuori Salone nel 2010 e nel 2011. Per le quattordici aziende trentine che vi prende-

ranno parte sarà un’occasione di visibilità internazio-nale assolutamente da non perdere e allo stesso tempoun’esperienza altamente formativa ed emozionante,difficile da dimenticare e ricca di stimoli. L’iniziativaDEA+FuoriTrentino è organizzata da CEii Trentinocon Trentino Sviluppo e il coordinamento scientificodel Dipartimento Indaco del Politecnico di Milano,grazie al sostegno dell’Assessorato all’Artigianato dellaProvincia autonoma di Trento.

Le aziende trentine che saranno a DEA+FuoriTrentino

DEA Design per il TrentinoSette progetti sviluppati da aziende trentine in col-

laborazione con giovani designer nell’ambito dell’ini-ziativa realizzata da CEii Trentino e Trentino Sviluppo

Le imprese trentinee il design internazionale

Dal 17 al 22 aprile prende vita a Milano lo spazio DEA+FuoriTrentino all’internodell’Autorimessa in via Tortona 20, che restituisce l’immagine di un territorioinnovativo e sensibile alla sperimentazione.

� di Silvia Gadotti

60 l’Artigianato Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

sistema artigianato �CEii Trentino

con il coordinamento scientifico del Dipartimento IN-DACO del Politecnico di Milano.

Aicad Srl (Trento) e il designer Luigi Boselli Presenteranno un innovativo prodotto dove gli

aspetti tecnico-funzionali e di confort saranno bilan-ciati alle esigenze di stile e design dettate dalla moda.

Caretta Technology R&D Srl (Rovereto) insieme a Sartori Ambiente (Arco) e al designer Emanuele Magini Propongono un contenitore di nuova generazione

e dal design accattivante per differenti tipologie di ri-fiuto.

GW Ghinè Srl (Carano) e il designer Chiara OnidaHanno realizzato una struttura espositiva multifun-

zionale per fiere, temporary shop, esposizioni e corner.

Panificio Moderno snc (Rovereto) in collaborazione con Anna Campetti Daranno visibilità a un progetto di valorizzazione dei

prodotti gastronomici e rivisitazione della strategia dimarketing e comunicazione a 360 gradi dell’azienda.

Raffaelli Contract (Rovereto) e il designer Riccardo Berrone Hanno realizzato un’analisi strategica e un piano di

comunicazione per l’Opificio delle Idee, sfruttando lenuove tecnologie.

Rsens srl (Trento) e Tommaso Ceschi Presenteranno un contenitore di design per un rile-

vatore di gas Radon già realizzato.

Tama spa (Taio) Ha pianificato con Simone Simonelli una campa-

gna di promozione dell’immagine aziendale a livellonazionale e internazionale tramite un progetto innova-tivo di design legato alla comunicazione e al prodotto.

A quella sopra citata si aggiunge l’Area Fuori-Trentino, composta da altre sei aziende trentine chehanno fatto del design la propria leva di innovazionee che presentano una selezione della loro più recenteproduzione in ambiti differenti, dall’oggettistica rea-lizzata in legno alle soluzioni di arredo più struttura-te, dall’outdoor all’interior, dal design decorativo allelavorazioni artistiche. Queste sono: Falegnameria Danielli di Cavedine,

Falegnameria Trettel di Predazzo, Mos Design di Ar-co, Rustiklegno di Mollaro di Taio, Santoni Vetri diArco, Stones Company di Civezzano. �

Nelle foto alcune esposizioni della scorsa edizione di DEA+FuoriTrentino

61Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012 l’Artigianato

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64 l’Artigianato Anno LXIII � N. 4 � Aprile 2012

rubriche � avvisi

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