Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che...

24
Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre 2017 · CODROIPO (UD) · Euro 1,00 · Copia Gratuita Auguri di Buone Feste

Transcript of Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che...

Page 1: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre 2017 · CODROIPO (UD) · Euro 1,00 · Copia Gratuita

Auguri di Buone Feste

Page 2: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

CODERNO, Sedegliano (UD) · Via C. Percoto, 7/8Tel. 0432.915278 · www.ladimariute.it

Auguri di Buon Natalee Felice Anno Nuovo

• 22 Dicembre• 29 Dicembre con il nuovissimo Vasco Cover Show

• 31 Dicembre Brindiamo insieme al nuovo anno

• 5 Gennaio 2018 i Ragazzi Soli

Page 3: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

3

17

69

15 1619

20

21Editore: FORTE & CHIARO

Redazione: 33033 CODROIPO (UD)Via G.B. Candotti 75

Direttore Responsabile: Lucien Zinutti

Aut. Tribunale di Udine N° 2/2016del 28/01/2016

Invio articoli: [email protected] ed impaginazione:FORTE & CHIARO pubblicità e immagineStampa: Tipografia Menini9000 Copie

Per la pubblicità telefonare a:FORTE & CHIAROSonia Galeotto 340.5004319Isabella Basso 339.8443812

Pubblicità: [email protected] Copertina: Calzatutto

Patrocinio della Città di Codroipo

ARTICOLI

Ogni mese verranno pubblicati iVostri migliori articoli, corredati da

foto originali senza copyright.Inviare a [email protected]

14

da Mario e Michela CODROIPO · Via Roma, 134 · Tel. 0432.820050 · Cell. 345.2281711

SERVIZIO A DOMICILIO TUTTI I GIORNIAPERTO TUTTI I GIORNI

11:00/14:30 · 17:30/22:30Chiuso martedì e domenica a pranzo

PIZZA KAMUTPIZZA INTEGRALE

4 ⁄ EDITORIALE.

5 ⁄ NATALE LUMINOSO E... MISTERIOSO

6 ⁄ IL FARMACO IN MOVIMENTO: ISTRUZIONI PER L'USO

7 ⁄ NELLA SABBIA DELLO STRUZZO

8 ⁄ L'ONOREVOLE FINE DEL GENERALE CROATO

⁄ RICETTE DEI MIEI RICORDI: SHORTBREAD

9 ⁄ GLI HARMONY GOSPEL SINGERS ACCENDONO IL NATALE

10 ⁄ COM'ERA CODROIPO NEGLI ANNI '30?

11 ⁄ IL TRATTATO FU FIRMATO A VILLA MANIN?

12 ⁄ FAME... DI PERSONALE

13 ⁄ LA SCRITTURA: ABILITA' INNATA O ACQUISITA

14 ⁄ "GRAZIA RUVIDA" IL NUOVO ALBUM DEGLI EMPATIA

15 ⁄ UN VERO ROCKER A CUORE APERTO: OMAR PEDRINI

16 ⁄ IL COLONNELLO TANDA LASCIA IL COMANDO AL COLONNELLO DI GIROLAMO

17 ⁄ INAUGURAZIONE UN FILO DI FUMO

⁄ COM'E' FATTO UN SIGARO

19 ⁄ LA PANNOCCHIA: UTOPIA DI UGUAGLIANZA

20 ⁄ I NADAI DI CUANCHE J IERIN FRUTS

⁄ OVERBUGLINE - RUGBY CODROIPO

21 ⁄ IN FRIULANO:

⁄ LAVORS IN FILE

⁄ JAUN DAI ZEIS

⁄ LA ME ÇIASE

⁄ BARZELLETTE IN FRIULANO: GEOGRAFIE

22 ⁄ LA CAVALLERIA NELLA I GUERRA MONDIALE

23 ⁄ IL CUORE MALVAGIO

Page 4: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

BUONE FESTEDicembre 2017

4

Sono mesi che dai nostri telegiornali sof-fiano impetuosi venti di una grande ripresa dell’economia italiana, ma tant’è: anche quest’annata 2017 si conclude sulla scia degli ultimi anni, senza alcun significativo cambiamento ad invertire la scia della lun-ga crisi.

Un dato più di tutti ci spaventa: malgrado la Brexit , è in atto un esponenziale aumen-to d'immigrazione di nostri giovani verso l’Inghilterra e verso i paesi del Nord Euro-pa, né, a conferma di queste nuove millan-tate favorevoli condizioni economiche an-nunciate dal governo attuale, si sente mai

Editorialedi alcune caste; abbattendole spese inu-tili per una miriade di enti che proprio a nulla servono; raggruppando tutte le for-ze dell'ordine in un solo corpo di Polizia; ammodernando il nostro codice civile e penale, abrogando la miriade di leggi che si contraddicono, snellendo quindi il con-gestionamento delle pratiche dei tribunali e dando finalmente giustizia ai cittadini.

Affranchiamo le attività produttive dalla miriade di inutili e costosi adempimenti burocratici mascherati da ingannevole e meschina parvenza di legalità, ma invece meramente tesi a taglieggiare chi produ-ce e a creare posti di lavoro parassitari per chi vive di burocrazia. Insomma, tagliamo i rami secchi della pianta in modo che possa rigenerarsi! E infine, riconosciamo merito e rispetto a chi produce e crea posti di lavoro, invece di cercar consenso fomen-tando il basso sentimento dell’invidia. Di questo vorremmo sentir parlare, invece di ascoltare vaniloqui di incapaci.

Malgrado tutto questo, il mio augurio è di passare ugualmente delle serene festività natalizie, meditando e avendo speranza in un futuro migliore, consapevoli che dipen-de esclusivamente da noi, dalle preferenze ponderate e dal senso civico che sapremo mettere in campo nelle prossime elezioni, per dar l’avvio a un nuovo rinascimento dell’intelligenza e del buon senso.

Un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo a tutti i nostri lettori.

Lucien Zinutti

che alcun giovane europeo emigri verso l’Italia attirato da queste nuove opportuni-tà. Da noi, al contrario, arrivano solamente giovani disperati dal terzo mondo, che a differenza dei nostri, che se ne vanno, non hanno alcuna specializzazione e prospetti-va di lavoro, e quindi saranno presto co-stretti a delinquere per poter sopravvivere.

A ben guardare, la situazione italiana at-tuale è proprio l'opposto delle fakes news che ci raccontano nei TG nazionali. Siamo rimasti l'unico paese europeo ancorato a burocrazie borboniche che umiliano la di-gnità delle persone di buona volontà ed in-tralciano pesantemente lo sviluppo. Siamo sommersi da inutili e costose burocrazie e diritti concessi a pagamento, che distrug-gono quanto rimane del tessuto produttivo del nostro paese, e fanno desistere i giova-ni dall’intraprendere ogni iniziativa d’impre-sa; ecco perché i nostri ragazzi con voglia di fare se ne vanno in paesi più democra-tici, con poche leggi chiare e non mafiose, moderne e all'avanguardia.

Eppure invece di annunci roboanti, dal sapore ormai di comiche teatrali, a cui non seguono mai i fatti, basterebbe il coraggio d'iniziare un vero ammodernamento di questo paese che sta morendo per colpa di una classe dirigente che non ha il corag-gio di agire. Da dove iniziare? Ad esempio ridimensionando i privilegi inqualificabili

auguraBuone Feste

Page 5: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

5

FESTE E TRADIZIONI

Nel complesso periodo delle festività na-talizie, come in molti altri giorni del calen-dario cristiano, confluiscono simboli e tra-dizioni di svariate epoche precedenti che, in un processo di assimilazione nell’eredità religiosa precristiana, venivano per così dire “redente”.

Presso i Romani, dal 17 al 24 dicembre si festeggiavano i Saturnalia. Ricordando questo dio antico si voleva assicurare for-tuna alle semine invernali, in nome dell’età dell’oro in cui Saturno aveva regnato, il tem-po in cui la terra produceva spontaneamen-te tutto ciò di cui gli esseri viventi avevano necessità. Durante i Saturnalia venivano chiusi mercati, tribunali e scuole, venivano sospese le operazioni militari e la gente godeva di svariate momentanee conces-sioni. Veniva, per esempio, sorteggiato fra gli schiavi un “re delle cerimonie” che, da quel momento, poteva avanzare qualsiasi richiesta. Il mondo, in quel periodo, era alla rovescia: uomini che si vestivano da don-na, donne che indossavano le pelli degli animali, persone che si mascheravano per “svelare” ciò che durante il resto dell’anno dovevano tener celato. Era anche il perio-do dell’anno in cui ci si scambiava i regali. I doni si chiamavano strenae, rami di alloro e sempreverdi, come portafortuna. Il nome commemorava la dea dei boschi Strenia, dalle cui sacre piante provenivano i rami. I bambini ricevevano i sigillaria, piccole bambole di gesso vendute nelle fiere pae-sane solo durante quel particolare periodo. Poiché i Saturnalia ricorrevano nel periodo del solstizio d’inverno, erano divenuti an-che una festa celebrativa della luce, perciò molti regali erano costituiti da candele e lucernai in terracotta, piccoli oggetti che invocavano la rinascita del sole.

I rituali delle grandi feste invernali paga-ne vennero così assorbiti dalle celebrazio-ni del Natale cristiano che, nel IV sec. d.C. vennero fissate al giorno del 25 dicembre. Non si sa, non ancora, da cosa sia dipesa la decisione di scegliere proprio il 25. Dal punto di vista documentale esiste un Cro-nografo, una specie di almanacco, compo-sto nel 354 d.C. da Furio Dionisio Filocalo, in cui è riportato un frammento di calenda-rio liturgico cristiano in uso a Roma e risa-lente al 326. Tale documento, alla data VIII Kalendas Januarias - ovvero 25 dicembre - si legge: «Natus est Christus in Betleem Judeae», un’affermazione singolare e scon-certante poiché nei vangeli non vi è traccia della data e, di più, quello di Luca allude a un periodo completamente diverso affer-mando: «C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al gregge» (Luca 2,8) e si sa che la pastorizia in Palestina veniva e viene eser-citata tra la primavera e l’autunno!

È assai più probabile che il 25 dicembre sia, come indicato dal Cronografo Filoca-liano, un calendario civile, il “Natale dell’In-vitto”, cioè il Sol Invictus, divinità solare di Emesa introdotta dall’imperatore Aureliano (270-275).

Tuttavia, nonostante il Cattolicesimo aves-se fagocitato e rielaborato i rituali pagani, questi resistettero durante tutto il Medioe-vo e fino al Rinascimento. Il re del Natale si ritrova in Francia con il nome di Abbé de la Malgouverne o Prince des Sots; in Scozia si chiamava Abbot of Unreason; in Inghilterra era noto come Lord of Misrule, una sorta di “Signore del Disordine” scelto fra la gente del popolo, sorteggiando un fagiolo (come nei Saturnalia) e il suo regno poteva durare da Allhallows fino alla vigilia di Candlemas

- ovvero dal 31 ottobre al 2 febbraio - co-prendo quindi l’intero periodo invernale. In altri casi, non superava i 12 giorni del Nata-le. In ogni caso era soprattutto una stagio-ne di abbondanza e ilarità, si susseguivano feste e libagioni, danze e pantagrueliche mangiate. Nonostante i numerosi “rimpa-sti” culturali, un elemento resta invariato di questo periodo: la Magia. Il Natale rimane infatti, fra tutti i periodi dell’anno, quello più intriso di questo indefinito elemento, ingre-diente fondamentale del fascino di questa festa. Magia delle lunghe notti, del vento gelido che ulula, del ceppo crepitante sul fuoco fra mille faville danzanti come spiri-telli, l’abbondanza del cibo, i colori sgar-gianti, il buio pesante come un drappo di nero velluto e il candore accecante della neve e infine i doni, la sorpresa, la gioia, l’eccitazione, gli auguri, gli abbracci...

Questo non cambia. Passano i secoli e anche i millenni, ma questa è davvero Ma-gia, perché non muore. Si narra che tale magia investisse tutti gli esseri viventi, an-che gli animali e le piante. Quando il Sole rinasceva, gli animali potevano parlare, per una notte il sortilegio che impedisce agli uomini di udirne le parole, si spezzava.

Allo stesso modo, quando nacque Gesù, gli animali si sarebbero messi a parlare in latino...

Racconta la leggenda...“Christus natus est” diceva il gallo.“Quando?” chiedeva il corvo.“Hac nocte” rispondeva la cornacchia.“Ubi?” interveniva il bue.La pecora annunciava “Betlemme” e l’asi-

no incitava tutti dicendo “Eamus”, andiamo. E la maggior parte degli animali aveva ob-bedito: la cicogna era accorsa, togliendosi le piume per rendere più soffice la culla del piccolo e, per questo, era divenuta la pro-tettrice dei bambini. Il pettirosso, sbattendo le piccole ali, aveva ravvivato il fuoco nella grotta per tenere al caldo il piccolo e il suo petto rosso, bruciacchiato dalle fiamme, era il segno della sua generosità. L’usignolo aveva fatto il nido vicino alla mangiatoia e, per la prima volta, aveva cantato, ispirato dai cori degli angeli e il suo canto era ri-masto ad allietare gli uomini come un’eco della gloria divina. Era apparso anche il gatto, che però si era rifiutato di unirsi alle bestiole inginocchiate e aveva mormorato qualche dolce parola al piccolo. Divertita, Maria lo aveva benedetto dicendo che il gatto avrebbe sempre vissuto presso il fo-colare dell’uomo senza mai diventare suo servo. La civetta invece, non si era svegliata in tempo per raggiungere gli altri al cospet-to del sacro bambino e perciò, per l’eterni-tà ella vaga ogni notte gridando “Ci sono anch’io”...

Le antiche leggende narrano anche degli alberi delle foreste che, la vigilia di Natale, nonostante i loro rami fossero neri e spogli, si caricavano di fiori, frutti e foglie. Sempre a Natale, i più fortunati, potevano scorge-re i semi di felce che, si pensava, fossero visibili solo ai solstizi. Chi fosse riuscito a prendere alcuni di quei semi, avrebbe ac-quisito immediatamente dei poteri come scorgere cose nascoste o fare da soli il la-voro di trenta uomini. I semi di felce inoltre, rendevano invisibili, proteggevano dal dia-volo e potevano rivelare il nascondiglio di un tesoro, proprietà quest’ultima anche del vischio. Ora, per noi, il vischio è poco più che una decorazione, ma per gli antichi era una pianta dai grandi poteri. Il luogo in cui nasceva, a metà strada fra la terra e il cielo, lo rendeva innanzitutto il simbolo dell’unio-ne fra l’umanità e la divinità. Un altro albero dotato di poteri era senz’altro il melo, albe-ro delle fate e del paradiso, talismano per accedere all’aldilà. I suoi frutti sopravvivono a tutti gli altri fin nel cuore dell’inverno e il suo succo, messo a fermentare, diventa un nettare che esalta le menti. Come bevanda porta gioia e come cibo toglie la fame.

Almeno da un paio di secoli, comunque, l’albero di Natale per eccellenza è l’abete. Da tempi antichissimi i popoli del Nord ta-gliavano rami di ciliegio, pero o biancospi-no che poi tenevano nell’acqua, al caldo e facevano rifiorire per la natività. Sembra che proprio da queste tradizioni derivi l’al-bero decorato con luci, frutti e piccoli doni, ma nessuno sa dire con esattezza come e quando sia avvenuta la trasformazione. Di certo il pino, con il suo brillante semprever-de, ben rappresenta l’immortalità, la vittoria sulla morte. Una leggenda racconta che fosse proprio l’abete l’albero della vita che cresceva nel giardino dell’Eden e, quando Eva colse il frutto proibito, le sue foglie e i suoi fiori si trasformarono in aghi. Solo la notte di Natale tornava a fiorire nel suo an-tico splendore.

Nei paesi anglosassoni si dice che il gran-de riformatore, Martin Lutero, una notte ri-mase così incantato dalla luce delle stelle che alla vigilia di Natale decorò un abete con tante candele per emulare la loro luce e lo regalò ai suoi figli.

I primi alberi di Natale furono descritti da un francese, di cui si è perso il nome, mezzo secolo dopo la morte di Lutero. “A Natale” scrisse “nei salotti di Strasburgo venivano sistemati degli abeti a cui erano appese rose di carta colorata, mele, biscot-ti, foglie d’oro e dolci”. Nei secoli seguenti, l’abitudine si diffuse per tutto il continente: quasi ogni casa aveva un abete che sfidava gli alberi spogli di dicembre con sontuose decorazioni. Luisa Chiap

907641

Natale luminoso e... Misterioso

Page 6: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

CONSIGLI SALUTARIDicembre 2017

6

Convegno con ildottor CIRO FRANCESCUTTO

La salute passa attraversoil movimento e la socialità. Il dottor Ciro Francescutto, diabetologo,

medico dello sport e promotore dei grup-pi di cammino e corsa, lo ha detto a gran voce, durante la serata ideata dal gruppo “Chei di Codroip”, in collaborazione con la Sezione comunale AFDS, presieduta da Mauro Ciani, con il patrocinio del Comune di Codroipo. Il suo motto è: Movimento e socialità favoriscono la salute.

Anche a Codroipo è attivo il gruppo “Chei di Codroip”, camminatori e corridori di ogni età che si ritrovano ogni giovedì mattina, ri-trovo alle 9.00, sera, ritrovo alle ore 20.30, il primo sabato del mese, ritrovo alle 14.30, sempre al campo sportivo.

Tutti con le magliette gialle, a sottolineare un traguardo in continua crescita, portato avanti da 27 volontari che gestiscono con entusiasmo e ammirevole spirito di squa-

I geni pretendono il movimento, per ri-spondere al progetto evolutivo. Curare lo stile di vita non assicura una lunga vita ma la diminuzione dei rischi.

Nell’alimentazione abbiamo svenduto il sano col buono, aumentando zuccheri, sale, grassi, farina raffinata, privata della parte preziosa e sana.

Il pane fatto in casa con farina integrale cambia il profilo della salute insieme a ciò che prevede la piramide alimentare ovvero 5 porzioni di frutta e verdura al giorno.

Dunque, colazione da re, pranzo da prin-cipe, cena da povero. In realtà la mattina si metabolizza e a cena si accumula.

I 9 fattori di rischio per la salute sono: età, sesso, familiarità, colesterolo, ipertensione, diabete, obesità addominale, fumo, seden-tarietà, che però non viene percepita come problema.

Invece causa il 9% delle morti premature e vari tumori. Sono raccomandati almeno 30 minuti al giorno di attività motoria mode-rata. L’Oms raccomanda di spegnere la tv e di fare esercizio fisico, almeno 6mila passi al giorno.

Il farmaco movimento comporta meno infarti, meno ictus, meno tumori.

L’abitudine al movimento produce un im-patto economico, di salute e di vita in più. Un esempio di cambiamento stabile a zero spese è il camminare e correre insieme, come fanno “Quelli della notte” che, da San Giovanni di Casarsa, paese di residenza del dottor Ciro, si sono espansi a ben 38 comu-ni in provincia di Udine e Pordenone, con 40mila persone mobilitate. “Se puoi sognar-lo, puoi farlo”.

La Vita è un miracolo e a volte ci si stupi-sce che ci sia la salute ovvero quello stato di completo benessere fisico e psichico più che la semplice assenza di malattia.

La salute si costruisce con il movimen-to che può diventare un gradevole gioco di squadra. Gratuito, gioioso, salutare”. La nuova sfida per il dottor Ciro Francescutto è quella di aumentare il numero dei gruppi fino a coprire l’intera popolazione, anche nazionale. Perché, purtroppo, sia l’Italia che il Friuli sono gli ultimi a investire nella pre-venzione. Pierina Gallina

Pulizia Auto... IgienizzazioneSanificazione con Presidi Medici

Lucidatura auto e moto

tute, giacche... in pelleinfo sms Erik Piva 339.3446225

dra l’associazione spontanea. Tutti uniti dal valore del movimento come antidoto all’obesità, diabete, ipertensione, con il pia-cere della socializzazione e dello stare in compagnia.

Anche a Codroipo, dunque, camminare e correre sono diventati una sorta di virus che genera epidemia positiva, salutare e gratuita, sulle orme dell’esperienza di S. Giovanni di Casarsa dove il Dottor Ciro Francescutto, ha da tempo promosso il pri-mo gruppo notturno di cammino e corsa. Dopo il saluto dell’Assessore alla cultura di Codroipo, Dott.ssa Tiziana Cividini, il dottor Ciro Francescutto ha parlato della propria esperienza e del progetto “Cura la tua sa-lute con stile”.

“Con poche modifiche si può essere arte-fici della propria sorte. Si può fare di più di ciò che si crede”.

Da cosa dipende, dunque, la nostra sa-lute? “I fattori sono: 20% la genetica, 20% l’ambiente e le opportunità che offre, 10% i medici, i farmaci, gli ospedali, 50% lo stile di vita.

Il farmaco in Movimento:istruzioni per l'uso

Auguri di Buone Feste

Page 7: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

7

VOLONTA' SOCIALE

L'Anglad Friuli Venezia Giulia nasce con la volontà di essere un punto di riferimen-to per ragazzi con problemi di tossicodi-pendenza e per le loro famiglie. Un luogo che fa da primo contatto per tutti coloro che hanno bisogno di aiuto e che pensano che un percorso comunitario possa esse-re la soluzione ai loro problemi. È l'Anglad a dare il primo sostegno al ragazzo o alla ragazza che ha smarrito la sua strada e ha bisogno di qualcuno che possa essere per lui un punto fermo a cui aggrapparsi. Un'associazione che può indirizzarli verso San Patrignano, introdurli ad una realtà unica dove potranno riprendere in mano i fili della Loro Vita. Ad aiutarli in questo, ragazzi che hanno terminato il loro percor-

so in comunità e genitori di ragazzi che si sono reinseriti. Si tratta di persone che sanno bene quali sono le paure, il disagio e il senso di sconfitta che vive chi fa uso di sostanze e che cosa sono costretti a passare i loro familiari. Per questo nel mo-mento in cui il ragazzo fa il suo ingresso in comunità, l'associazione continua a tenere un rapporto stretto con la sua famiglia, or-ganizzando uno o più incontri a settimana per riflettere su quanto accaduto, ma so-prattutto per capire come porsi un domani con il proprio parente una volta che avrà terminato il percorso. Un'associazione che per loro sarà comunque un punto di riferimento anche quando usciranno dalla comunità.

PrevenzioneIl nostro progetto di prevenzione droga si

chiama WeFree, esso è un modo di essere, di vedere il mondo e noi stessi. WeFree significa libertà dalle droghe, dalla bilancia, dallo spec-chio, dal giudizio degli altri e da tutto ciò che in qualche modo ci schiaccia e non ci permet-te di vivere.

C’è molto di più in ognuno di noiDa sempre, nella missione di San Patri-

gnano oltre al recupero c’è la prevenzione dell’uso di droghe. Uno sguardo verso giovani e giovanissimi, che direttamente o indiretta-mente vengono ogni giorno a contatto con la droga o vivono disagi tipici dell’adolescenza. Alla base di tutto c’è la mancanza di consape-volezza e di quanto si può essere meraviglio-si, amandosi ed accettandosi per ciò che si è senza la necessità di rifuggiarsi in un qualcosa che vada ad alterare la propria natura.

Scopri tutte le attività WeFreeE’ per questo che ogni anno oltre 6000 stu-

denti di scuole medie e superiori visitano la co-munità incontrando e confrontandosi con alcuni dei ragazzi a fine percorso. Sono loro a cercare di trasmettergli la difficoltà di uscire da una si-tuazione di tossicodipendenza. Un confronto di-retto, senza filtri, in cui i giovani scoprono il pro-blema della droga dall’esperienza di chi questo problema lo ha vissuto in prima persona.

Le storie dei ragazziOltre ad aprire le sue porte all’esterno, San

Patrignano porta in tutta Italia le sue iniziative di prevenzione, raccolte nel progetto WeFree. Lo fa attraverso due diversi format teatrali, dove a salire sul palco, sono ragazzi della comunità che raccontano la loro storia. 400 le rappresenta-zioni teatrali realizzate dal 2005, per un totale di 230mila studenti raggiunti, a cui si uniscono incontri con i ragazzi durante le assemblee sco-lastiche e attività di formazione per i docenti e genitori che spesso si trovano spiazzati e impo-tenti di fronte al problema droga, non avendo gli strumenti adeguati per affrontarlo.

Visita il sito WeFree.it

Nella Sabbia dello Struzzo

Lucio TonelliTel. 348 0909979Ci riuniamo ogni martedìin Via Santo Stefano 5 a Udine dalle 20:00 alle 22:00

Page 8: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

Dicembre 2017

8

Ricette dei miei R icordiÈ di nuovo

Natale... un al-tro anno se ne sta andando...

Il menu del brunch per questo mese viene sospe-so. Continuo il menù con

La fine della storia di questo comandan-te Croato, Slobodan Praljak, la conoscete tutti, perché è stata plateale e drammatica allo stesso tempo.

Subito dopo essere stato condannato in appello per crimini di guerra a 20 anni di carcere, in diretta TV, si è alzato in piedi, e gridando «Slobodan Praljak non è un criminale», ha ingerito una fiala di veleno uccidendosi.

Triste epilogo di una tragedia che affon-da le sue origini in quella sporca guerra che sconvolse i Balcani 25 anni fa.

Non so bene quali colpe siano state ad-debitate al militare croato ma sono certo che se da una parte la giustizia dei vin-citori lo ha riconosciuto colpevole, sono altrettanto certo che dall’altra, i Croati, lo ricorderanno nei loro cuori come un gran-de combattente ed un grande uomo.

Con il suo gesto egli non ha voluto la-sciare l'ultima parola ai signori con toga ed ermellini che lo hanno giudicato e condannato.

Credo considerasse questi magistrati “nemici”, sebbene vestiti diversamente ma espressione diretta di quei paesi che nella guerra si sono schierati a favore dei serbi musulmani, che lui ha combattuto, e contro il suo popolo.

Si è comportato in definitiva come se fosse stato ancora in guerra, e avesse avuto addosso la mimetica anziché l’im-peccabile abito blu. Lui, il vinto, di fron-te alla sconfitta non si è arreso e non ha

dato alla corte dell’Aia la soddisfazione di togliergli l’onore.

Da militare convinto della legittimità del-le sue azioni, mettendo tra queste anche feroci atti compiuti per il bene del suo Pae-se, ha deciso di soccombere in modo pla-teale e in diretta televisiva mondiale.

È cosa nota che è un criminale chi com-batte e uccide dalla parte dei perdenti, mentre è un eroe se sta con i vincitori. Priebke uccise 5 persone in più di quel-le che i superiori comandi avevano ordi-nato e fu giustamente condannato come criminale di guerra. Paul Tibbets, il Pilota che sganciò la bomba su Hiroshima, fece 100.000 morti acclamato come un eroe e diventando Generale dell’USAF.

Se, per assurdo, i Croati avessero vinto la guerra il generale suicida sarebbe stato oggi un benestante pensionato acclamato dai suoi e rispettato da tutti.

La storia è sempre stata scritta dai vin-citori. È stato così in ogni guerra, anche in quelle che hanno coinvolto il nostro Pae-se.

Tuttora uomini straordinari e nostri con-nazionali vengono ignorati perché hanno avuto il grave torto di essere da una parte che i vincitori hanno deciso essere quella sbagliata.

Gli stessi vincitori che annacquando la realtà non si sono vergognati di far pas-sare l’8 settembre come una data storica da ricordare in positivo. La verità è che all’estero, tutt’oggi, per il comportamento

CONSIDERAZIONI

l’anno nuovo. A Natale non pos-sono mancare i biscotti, in Cana-da i Christmas cookies (biscotti di Natale) sono sempre presenti e fanno parte della tradizione. Ogni anno facevo (anche adesso se ri-esco a trovare il tempo) vari tipi di biscotti per me non è Natale sen-za i Christmas cookies!

Quest’anno vi propongo lo Short-bread. Lo Shortbread è un biscotto tipico Scozzese. Il biscotto nasce nel medioevo quando l’impasto di pane avanzato veniva essiccato a forno basso affinché diventava duro tipo fette biscottate. Con il tempo il lievito è stato sostituito dal

burro. Lo Shortbread era un lusso e veniva servito solo per occasioni spe-ciali, matrimoni, Natale e capodanno.

Shortbread• 250 gr. di burro • 1 cucchiaino di va-niglia • 150 gr. zucchero a velo • 400 gr. di farina • un pizzico di sale.

Lavorare con un cucchiaio di legno il burro con lo zucchero a velo affin-ché il tutto è cremoso. Aggiungere il sale e la vaniglia. Aggiunger la farina, un cucchiaio alla volta e mescolare bene. L’impasto rimarrà molto morbi-do. Versare l’impasto in una teglia da forno rettangolare (22x28) e preme-re l’impasto sul fondo della teglia per renderlo uniforme. Segnate i biscotti con un coltello (la forma tradizionale è il rettangolo) e poi con una forchet-te bucherellate i biscotti. Infornate nel forno già caldo (190°) per 20-35 mi-nuti finché i bordi sono dorati. Ritaglia-te i biscotti appena sfornati. Lasciateli raffreddare. Buon Natale a tutti.

Cinzia Paoluzzi

tenuto proprio quel giorno del ’43, pas-siamo come un popolo di persone inaffi-dabili e di opportunisti.

Cosa peraltro vera e confermata dal-le cronache di questi anni e dai continui cambi di casacca di politici inetti che elet-ti in un partito passano con disinvoltura ad un altro pur di sopravvivere.

Nella sua lucida follia, con il gesto estre-mo, il Generale Croato è stato un uomo coerente. Ha pagato in qualche modo il conto degli atti compiuti e di tutta la sua vita.

Magari avessimo anche in Italia politici e amministratori e dirigenti capaci di ge-sti di coerenza così eclatanti. Non dico di suicidarsi, ma almeno vergognarsi e di-mettersi se colpevoli di gravi inefficienze o gravi fatti.

Avete mai visto in Italia questi rappre-sentanti del popolo parlare di onore, di morale, di dignità? No perché l’obiettivo di tutte queste persone è sopravvivere sempre e comunque, con atti di furbizia mascherata da grande visione strategica.

Un carissimo amico, che purtroppo non è più tra noi, discutendo di argomenti e comportamenti degli italiani un giorno mi disse “da noi si applica la massima che di figure di merda non è mai morto nessu-no, anzi ci siamo abituati e si sopravvive benissimo”.

Penso che, purtroppo, avesse ragione.

Il Terrone

L'onorevole F ine del Generale Croato

Page 9: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

TOUR DI NATALE

9

Ci trovate in Via Ungaretti, 4/da Rivignano · dietro la COOP

Gli Harmony Gospel Singers, coro gospel di Ronchis, hanno iniziato il loro tour di Nata-le 2017. La loro musica arriva dritta al cuore e l'energia emanata durante i concerti sa trasportare nella magia dell'atmosfera nata-lizia. Chi assiste ai loro spettacoli non può trattenersi nel muoversi a ritmo delle loro canzoni lasciandosi condurre in un ascolto attivo battendo le mani e cantando assieme al coro.

Gli Harmony Gospel Singers sono diretti dalla Maestra Stefania Mauro, nata a Londra, laureata a Cambridge e diplomatasi in pia-noforte alla Royal School of Music di Londra, appassionata e profonda conoscitrice della musica Gospel.

In 14 anni di storia il coro ha all'attivo più di quattrocento concerti in Italia e molte to-unèe all'estero. Nel 2018 saranno in tour in Scozia mentre nel 2019 si esibiranno in Norvegia. A fine 2015 hanno registrato, agli Angel's Wings Recording Studios di Pan-tianicco, il loro ultimo album che è andato letteralmente a ruba, avendo venduto più di mille copie nel primo mese dalla sua uscita!

Il disco contiene dieci brani di cui tre ine-diti composti dalla direttrice Stefania Mauro e dalla band del coro.

Due dei tre brani inediti hanno ricevuto inoltre un importante riconoscimento a livel-lo mondiale agli “Akademia Music Awards” di Los Angeles come miglior brano Gospel.

Il loro disco si può trovare a tutti i loro con-certi, sulle piattaforme digitali e su Spotify.

Di seguito le date dei concerti del tour di Nata-le “Christmas at Home”: 7 dicem-bre - ore 20.30 Flaibano (UD) - Chiesa parrocchia-le • 8 dicembre - ore 16.00 POR-DENONE - Chiesa di Vallenoncello • 9 dicembre - ore 20.30 Codroi-po (UD) - Duomo • 14 dicembre - ore 20,30 Re-manzacco (UD) - Auditorium • 15 dicembre - ore 20.30 TREVISO - Concerto privato • 16 dicembre - ore 17.00 Aiello del Friuli (UD) – Palma-nova Outlet Village 16 dicembre • ore 20.30 Tricesimo (UD) - Teatro Garzoni • 19 dicembre - ore 20.30 UDINE - Teatro “Gio-vanni da Udine” • 23 dicembre - ore 20.30 Eraclea (VE) - Sala Consiliare • 29 dicem-bre - ore 20.30 Travesio (PN) - Auditorium • 1 gennaio 2018 - ore 17.00 Montegrotto Terme (PD) - Palaberta • 7 gennaio 2018 - ore 20.30 Pertegada (UD) - Chiesa • 20

Gli Harmony Gospel Singersaccendono il Natale

gennaio 2018 - ore 20.30 San Bonifacio (VR) - Chiesa • 3 febbraio 2018 - ore 20.30 Sutrio (UD) - Chiesa Per essere sempre ag-giornati sulle novità del coro: pagina facebo-ok “Harmony Gospel Singers” oppure visi-tate il sito www.harmonygospelsingers.com

Moni Zinu

Auguri

PRESENTA QUESTO COUPONALLA CASSA...

E SCOPRI LA SORPRESA

Page 10: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

Dicembre 2017

10

SOCIALE

Un Auditorium gremito ha reso degno plauso ai due ricercatori di “Codroipo nel tempo”, Egidio Moro e Maurizio Zorzini, cui va il merito di dar luce e valore alla storia della nostra città. Muniti di pass con tanto di nome e cognome, hanno trova-to posto, e con orgoglio, tanti codroipesi che si sono perfino commossi nel vedere personaggi, ville, palazzi, gente comune che dal 1930 al 1939 ha scritto la storia di Codroipo.

Lo storico Pierino Donada ha riportato alla realtà degli anni 30, momento em-blematico dato che, dal 1918 in poi, nulla fu come prima. Cambiarono i parametri economici e professionali, i politici, l’Italia che, da paese liberale, passò al fascismo. Anche a Codroipo - all’epoca Provincia del Friuli - l’ascesa del fascismo ha cam-biato le istituzioni, perfino nelle immagini. Nel 1923, appeso alle pareti delle scuole

c’era il ritratto del re. Nel 1924-25 il ritrat-to del re e del primo ministro. Nel 1925-26, il ritratto del re e del duce.

Cambiamenti rapidissimi riscontrabili anche nel compattamento territoriale di Codroipo con Rivolto e Camino.

Dal sindaco si passò al podestà del go-verno. Arrivarono la radio rurale e il cine-ma. La gente andava in piazza ad ascoltare i discorsi del duce. L’espansione portò alla guerra d’Etiopia nel 1936 con la conquista di Addis Abeba. Il re divenne imperatore. Con la Guerra di Spagna, combattuta dai volontari, si assistette a cambiamenti psi-cologici, tra cui l’idea di uno che comanda.

te su come trattare il numero 1.1 solo Dio, 1 solo re, 1 duce. All’epo-

ca nascevano le strutture pubbliche per i giovani, la G.I.L. (Gioventù Italiana del Lit-torio), i campi sportivi, il sabato fascista.

Nel 1937, in Germania, dal consistente debito di guerra, andò al potere Hitler, la Polonia venne invasa, l’Italia entrò in guer-ra il 10 giugno 1940.

Il prof. Donada ha consigliato di non giu-dicare mai il passato in base alle categorie di oggi, ma di lasciar parlare le immagini. Che hanno inquadrato, in quasi due ore, il decennio 1930-39, arricchito dalle spie-gazioni di Egidio Moro e Maurizio Zorzi-ni, che hanno altresì ringraziato chi ha dato le foto, il gruppo alpini e la compa-gnia teatrale Agnul di Spere.

Adriano Moretuzzo e Giorgio Della Lon-ga, in rappresentanza dei gruppi alpini, hanno poi sintetizzato il triennale lavoro di volontario ripristino del fortino di Beano, costruzione gemella di quello di Rivolto, reso visibile e con il ponte transitabile, dopo il taglio della vegetazione che li ri-copriva.

Si tratta di un fortino dalle pareti in ce-mento, con cupole corazzate che poteva-no girare a 360 gradi, in acciaio cemen-tato e sei cannoni Schneider. Fu usato dall’esercito italiano fino al 1980 come polveriera.

L’appuntamento è per la prossima pri-mavera, quando saranno proiettate le im-magini di Codroipo negli anni 40.

Pierina Gallina

Com'era Codroipo negli anni 30?

Cambiò anche il modo di insegnare. Nel registro del 1936 della classe prima di Biauzzo di Codroipo si legge la relazione dell’insegnan-

Page 11: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

11

QUESTIONI STORICHE

L'ultimo discendente dei Manin smenti-sce chi sostiene che il Trattato fu firmato a Campoformido.

Veniamo contattati da Alessandro Ar-mano che ci comunica di voler smentire quanto affermato da Francesca Meneghin e Diego Compagnoni, nell’articolo appar-so sull’ultima edizione di FORTE & CHIA-RO, in merito al luogo dove fu firmato il Trattato di Campoformido.

Il Sig. Alessandro Armano è discenden-te della famiglia Manin, deriva da un ramo del fratello dell'ultimo doge, Lodovico Giovanni Manin (Venezia 14 maggio 1725 Venezia 24 ottobre 1802) che morì sen-za figli. Il Sig Alessandro Armano, difatti, abita ancora Villa Manin; la sua dimora, si-tuata nell'ala est del corpo gentilizio, apre tutt'ora sul parco della Villa.

Dopo aver ricevuto il nostro numero di novembre, ci ha subito contattato per

mostrarci un libro appartenuto a sua non-na, che custodisce gelosamente e in cui si afferma che il famoso Trattato di Cam-poformido fu firmato invece a Villa Manin. Si tratta delle memorie del generale Mar-mont, pubblicate nel 1857.

Auguste Frédéric Louis Viesse de Mar-mont, governatore della Dalmazia, divenu-to Duca di Ragusa nel 1808 per meriti di guerra, era nato a Châtillon-sur-Seine, il 20 luglio 1774.

Fu colonnello comandante d'artiglieria al tempo della Campagna d'Italia e poi aiutante in campo di Napoleone, distin-guendosi in numerose battaglie. Il genera-le Marmont dedicò molto tempo della sua vecchiaia alla stesura delle sue Memorie, un'importante cronaca della storia milita-re dell'epoca. Morì a Venezia, il 22 mar-zo1852. Come potete vedere nella parte sottolineata in rosso nella copia che qui al-

leghiamo, a pagina 146 delle sue memorie egli dice che in quel paese, a metà strada tra Udine e Passariano, si sarebbe dovuto firmare la pace, ma in realtà a Campofor-mido non si è tenuta.. alcuna conferenza ma solo dovea in questo avvenire la firma-tura. Dice ancora: ... fui mandato in quel paese per apparecchiare ogni cosa e in-vitare contestualmente i plenipotenziari a seguirmi sino a Passariano. Si firmò avanti il pranzo datando da Campo Formio...

Questa testimonianza contribuisce a to-gliere ogni dubbio e a sgombrare il campo da false interpretazioni, per fare finalmen-te luce su dove fu realmente firmato il fa-moso Trattato.

Esistono a proposito, altre testimonian-ze in questo senso, rilasciate dal generale La Valette e dal Conte Cobenzl, che ugual-mente confermano che il Trattato fu firma-to a Villa Manin e non a Campoformido.

Il Trattato fu firmato a Villa Manin?

Marmont M.llo dell'Impero

AREA GIOCHI BIMBI in Via Candotti, 103 · Codroipo · Tel. 0432.1572589

Auguri di Buone FesteAPERTO17·24 ·31Dicembre

Page 12: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

CURIOSITA'Dicembre 2017

12

Tanta fame in ristorazione... ma di per-sonale!

Da: “il Piccolo” del mese scorso leggia-mo: “in ristorazione cercasi disperatamen-te almeno 180 persone da impiegare e più precisamente 100 camerieri, 50 tra cuochi e aiuto cuochi e 30 pizzaioli circa”; e questo solo in provincia di Trieste! Se proiettati sull’intera regione i numeri pos-sono tranquillamente triplicare, e non solo grazie alle stazioni turistiche di Grado e Li-gnano. Si parla dunque di una cifra attorno ai 600 posti di lavoro che restano vacanti in regione, per non parlare dell’Italia intera o dell’Europa.

In un periodo di alta disoccupazione cronica in Italia, specialmente giovanile, il dato rischia di essere davvero incompren-sibile.

Cerchiamo di capire quindi 1) le ragioni per cui a fronte di molti in cerca di lavoro questi posti di lavoro restano vuoti 2) le possibili soluzioni per cercare di superare tali blocchi risolvendo molti problemi sia dei titolari degli esercizi che degli aspiranti lavoratori.

PRESTIGIO: Il lavoro in ristorazione, parliamoci chiaro, è un lavoro duro, un lavoro considerato, erroneamente, “la-voro manuale”: nella mentalità di molte, troppe persone, fare il cuoco, pizzaiolo o fare il lavapiatti poco cambia. Quindi nella visione di vita dei nostri giovani, la mag-gioranza laureata o diplomata, andare a fare un lavoro di ristorazione equivale a un ripiego, a una regressione nella scala so-ciale, significa esporsi alle critiche di amici e parenti. Si preferisce quindi continuare a cercare il lavoro “di prestigio” senza la-vorare, piuttosto che accettare un lavoro

considerato, a torto, poco dignitoso. In ve-rità il lavoro è dignitoso sempre.

ORARI: gli orari di lavoro della ristora-zione sono troppo elastici sempre in ec-cesso e mai in difetto: ovvero i titolari si aspettano sempre che il personale fac-cia qualche mezz’ora o oretta in più per la chiusura, pulizie, preparazione ecc... e mai si sognano di dire, “ok oggi si è finito prima puoi andare” e se lo fanno decurta-no spesso gli stipendi ormai sempre più in caduta libera. Il fatto di lavorare sempre nei giorni di festa senza i previsti incentivi per il lavoro festivo certamente non invo-gliano ne un giovane ne un meno giovane a persistere nel lavoro in questo campo. Si sa se serve i sacrifici vanno fatti ma per ora si preferisce aspettare qualcosa di più garantito.

CONTRATTI E PAGHE: i margini dei ge-stori della ristorazione sono sempre più risicati a causa di tasse e balzelli sempre più onerosi. Di conseguenza essi si rival-gono sugli stipendi. Se un addetto chiede uno stipendio non sostenibile, si cerca di sostituirlo con qualcuno che si acconten-ta di meno. I contratti in ristorazione sono sempre meno stabili: le scadenze più sal-de sono semestrali di norma si lavora con contratti mensili o a due tre mesi. Questo ovviamente non fidelizza i dipendenti che di conseguenza non hanno stimoli e dan-no un servizio mediocre se non scarso.

Questa a grandi linee la situazione, ov-viamente andrebbero fatti molti distinguo.

E’ chiaro che così stanti le cose sia diffi-cile trovare personale qualificato e di con-seguenza tutto il settore della ristorazione rischi un grave declino. Non a caso gli esercizi ove si gode di prodotti e servizi di

alto livello sono quelli gestiti in prima per-sona dai titolari e familiari che hanno gli stimoli necessari per essere quasi sempre al massimo livello, e anche così ci sono comunque eccezioni negative.

Per invertire questa tendenza servono iniziative che possano elevare il livello del-la professionalità dal lato della offerta, un albo a livello nazionale per qualificare gli addetti in ristorazione per esempio non guasterebbe, sempre che non diventi un pretesto burocratico per spillare quote di iscrizione.

No! si deve: preparare bene gli addetti o selezionarli previo esame e dare loro una qualifica solo su base di merito, e senza pagamento di quote, come era stato inve-ce proposto per "l'albo pizzaioli" dai soliti marpioni.

In tal modo il personale troverebbe nuo-vo stimolo e dignità nel vedersi attribuita una qualifica ufficiale.

Sul piano della domanda i titolari do-vrebbero beneficiare di sgravi fiscali sul personale qualificato in modo da preferire questi e dare valore all’albo e ovviamente, in caso di sgravi fiscali, dovrebbero segui-re condizioni di lavoro più rigorose, con orari e condizioni più rigide sotto attento controllo degli organi preposti.

Una rivoluzione che può iniziare intan-to dalla formazione, e qualche spiraglio si vede con iniziative sempre meglio orga-nizzate su questo piano anche se siamo ancora lontani dai corsi universitari di ri-storazione, come in Brasile.

In ristorazione la formazione sta contan-do comunque sempre di più, e possiamo dire quindi che, quasi quasi, “vale più la grammatica che la pratica”,

Buone Feste! Ermanno Furlanis

Fame... di Personale

Ristorante "La Ferrata", dove, in una cornice naturale, potrai assaporare i nostri piatti, accompagnati da ottimi vini. Perfetta location per Cene aziendali, feste di compleanno, lauree e cerimonie. Ideale per organizzare i vostri matrimoni. Vi aspettiamo per il Pranzo di Natale e il Cenone di Fine Anno.

Loc. Ponte di Madrisio 4 · Varmo (Ud) · Tel. 0432.823671

Cenone di CapodannoAperitivo della Casa con bollicine di Valdobbiadene Benvenuto della Casa con crema di topinambur e le sue chips croccanti

AntipastiCarpaccio di tonno "pinne gialle" su insalatina di finocchio ed agrumi · Trota salmonata in carpione con cipolla di Tropea in saor

Fettuccine di seppie con sedano croccante e mela verde · Interpretazione della capasanta con il suo spiedino lardellato alguanciale di Sauris su passatina di cecino rosa del Valdarno e il suo frutto gratinato con pane alla provenzale e Gran Marnier

Primi piattiRisotto carnaroli con code di gamberi reali, porcini profumati al timo il tutto sfumato al Franciacorta

Sorbetto lime e basilicoSecondi piatti

Lombatina di vitello ripiena di profumi di bosco e speck affumicato di Sauris con purea di sedano rapa e tortino di patate gratinatoDessert Semifreddo al torroncino con salsa calda al cioccolato Lindt e crema all'inglese

Vini selezionati in abbinamento A mezzanotte i nostri biscottini della fortuna per il nuovo anno con spumante e la frutta della tradizione

e... se ballate, più tardi... il cotechino con le lenticchie e bovadaMusica ed intrattenimento a cura del Duo Live

Euro 75,00 a persona

Page 13: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

13

EVOLUZIONE

do di riconoscerne i suoni e di costruire, mediante le proprie esperienze, un proprio vocabolario e successivamente di produrre frasi di senso compiuto, anche mai sentite prima. Ma un bambino a cui viene dato un foglio e una matita come si comporta? Può imparare a scrivere se non viene istruito sul come fare, sulla modalità da seguire?

Il processo della scrittura a mano pre-vede dei prerequisiti, delle abilità di base, che un bambino deve avere già maturato. Partiamo comunque dal presupposto che li abbia al momento dell’ingresso a scuola. La domanda è: impara a scrivere da solo?

Come accennato prima, la scrittura è una tecnica, ma anche un comportamen-to. Scrivere non è una funzione esercitata esclusivamente dal binomio mano-penna.

Scriviamo con il corpo, con il respiro, con il ritmo, con il cervello, ecc. Ciò significa che è un processo alquanto complesso, da curare con la massima attenzione e me-ticolosità. Un allievo alle prime armi deve necessariamente prendere coscienza dei propri strumenti e delle loro potenzialità.

Come il corpo rigorosamente educato e allenato di un atleta esegue esercizi, anche i più complessi, con movimenti armoniosi ed eleganti, così la mano ben addestrata di uno scolaro riesce a tradurre i suoni in aggraziate lettere che seguendo le regole delle proporzioni danno origine a uno scrit-to, espressione del piacere di comunicare.

L’attenzione iniziale che un’insegnante pone verso un bambino nei primi passi dell’apprendimento della scrittura è signi-ficativo per maturare in lui la giusta perce-zione e padronanza delle abilità del suo corpo atte allo studio.

Il corpo eretto e i gomiti ben appoggia-ti sul tavolo a sostenere il peso del busto faranno si che la testa, ben bilanciata, non tenderà ad avvicinarsi al foglio, favoriranno la fluidità del movimento del braccio, pol-so, mano e dita impegnati nello scrivere ed eviteranno l’insorgenza di vizi e patologie più serie in futuro.

Un altro fattore da tenere presente fin da subito è l’impugnatura della penna. Una impugnatura funzionale ha una presa “a pinza”. L’opponibilità del pollice all’indice, un gesto evoluto che il bambino completa verso i 18 mesi, dona all’essere umano il requisito peculiare adatto a compiere il ge-sto grafico. Ciò che è importante non è che il bambino scriva entro le prime settimane di scuola, ma che apprenda la corretta di-namica per diventare autonomo nelle varie fasi di apprendimento e di personalizzazio-ne grafica.

La scrittura infatti passa per varie tappe evolutive. In prima elementare c’è la fase dell’apprendimento dei grafemi, in secon-da il consolidamento, in terza subentra il piacere di scrivere rispettando fedelmente il modello, dalla quarta in poi inizia il pro-cesso di personalizzazione che accompa-gna il passaggio del suo autore dalla sfera della pubertà a quella dell’adolescenza fino a giungere alla maturità.

È essenziale, quindi, che la scrittura ven-ga rispettata nel suo processo di evoluzio-ne, perché, allo stesso modo, significa ave-re riguardo per le delicate fasi attraverso cui il suo autore passa durante la crescita.

Dott.ssa Patrizia Salvi Grafologa e Rieducatrice della scrittura [email protected] - Tel 347 1608162

La Scrittura: Abilità innata o acquisita?Da qualche mese tanti piccoli studenti

sono alle prese con l’apprendimento della scrittura. All’ingresso della scuola primaria più di qualche bambino sa già scrivere il proprio nome e con orgoglio mostra alla maestra la sua abilità, mentre la maggior parte, come è solito, comincia a compren-dere come tradurre i suoni nella forma scritta proprio sui banchi. Ma sarà vero che chi sa scrivere sia realmente consapevole di cosa implichi il processo della scrittura a mano?

Molti bambini in età prescolare si diver-tono a giocare “alla scuola” o “all’ufficio” dove, carta e penna alla mano, si dedica-no freneticamente a riempire fogli di segni che hanno la presunzione di essere delle lettere. Si tratta di una scrittura inventata emulando la grafia e i movimenti che fanno gli adulti: una mossa su, una giù, un po’ a destra ed ecco fatto. “Papà, cosa ho scritto qui?” chiede il piccolo scrivano in attesa di un verdetto positivo.

La realtà è un po’ diversa. La scrittura a mano, infatti, è una tecnica e come tale si apprende seguendo regole precise da os-servare con rigore e interiorizzare.

La scrittura è un’attività neurofisiologica molto complessa, il bambino per poter scri-vere deve avere acquisito una certa matu-rità neuromotoria sia a livello generale che a livello di motricità fine. Premetto che l’ar-gomento è molto vasto, pertanto non sarà possibile esaurirlo in poche righe, tuttavia in questa sede desidero offrire uno spunto per una riflessione.

Un bambino posto in un contesto so-ciale a contatto con persone che parlano una determinata lingua, sarà presto in gra-

Via Piave, 71 · CODROIPO (Ud) · Tel. 0432.900760 · Cell. 335.300700

ORARIO FLESSIBILE su appuntamento APERTO ANCHE SABATO dalle 07:30 alle 17:00

ESPERIENZA · DISPONIBILITA’ · PROFESSIONALITA’

CONVENZIONATI CON LEMAGGIORI SOCIETÀ DI LEASING

Dopo il nonno e il figlio, ora anche il giovane nipote Giorgio continua la tradizione di famiglia nel mondo degli pneumatici. Da 40 anni la fami-glia Iacuzzo svolge il mestiere di gommista con precisione e professionalità. Ora tocca al gio-vane Giorgio continuare nella nuova officina in centro a Codroipo.All'inaugurazione hanno partecipato le autori-tà del capoluogo e moltissime persone amici e clienti per festeggiare insieme.

AMBIZIONE:PARTIRE

DA ULTIMIED ARRIVARE

PRIMI

INAUGURAZIONE DELLANUOVA SEDE

Page 14: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

MUSICA E NOVITA'Dicembre 2017

Dopo quattro anni dall'uscita del loro ulti-mo lavoro discografico il 1 dicembre, pres-so il bellissimo Teatro Arrigoni a San Vito al Tagliamento, gli Empatia hanno presentato il loro nuovo album dal titolo “Grazia Ruvi-da”. La registrazione di questo progetto è stata affidata a Nico Odorico, audio engine-er degli Angel's Wings Recording Studios di Pantianicco (Ud), con il quale la band nutre una profonda amicizia nata nel 1998 con l'uscita del loro primo disco “Il Cerchio Infi-nito” e proseguita per tutte le registrazioni successive, “L'altra parte dell'io” del 2000, “Aride Realtà” del 2002, “Dea” del 2013.

Storica band del pordenonese gli Em-patia si formano nel 1996, i componenti sono: Al Bruni voce e chitarra, Alan Castel-

"Grazia Ruvida"il nuovo album degli Empatia

lan chitarra, Imer De Paoli basso e Giusep-pe Moro batteria. La loro è una delle clas-siche storie di musica, un gruppo di amici che forma una band ed inizia un percorso che non sa dove li avrebbe portati. Durante questo percorso si sono ritrovati ad aprire molti concerti di grandi gruppi italiani come i Timoria, i Diaframma, gli Interno 17, i Rap-sodia e a partecipare a programmi televi-sivi come Help, condotto da Red Ronnie, accompagnati dall'amico Enrico Ghedi, tastierista dei Timoria. Nel 2001 e 2002 hanno partecipato al concorso “Tim Tour”, presentato sempre da Red Ronnie, suonan-do nelle tappe di Lignano e Trieste.

La novità di questo album è la scelta di suo-nare tutte le canzoni con strumenti unica-

mente acustici.Una scelta innovativa nella quale l'ener-

gia dei brani non ne perde assolutamen-te la potenza rock, anzi, viene addirittura valorizzata con l'inserimento di strumenti come il violoncello e la fisarmonica, im-pensabili per questo genere musicale e stupefacenti per il risultato ottenuto. L'album contiene undici tracce, due sono completamente inedite e nove sono le versioni acustiche di brani usciti nei prece-denti 20 anni di storia della band. Inoltre la band per le registrazioni ha coinvolto alcu-ni special guest: Laura Bisceglie suona con il suo inseparabile violoncello nei brani “Punto Interrogativo”, “Grigio”, “Amico Mio” e “Mantra”; Paolo Forte interviene con la sua straordinaria fisarmonica nelle canzo-ni “ Male Innocente”, “Utopico World”, “La Nostra Canzone”, “Sopravvivo”e Giovanni Scoot Venier canta nei brani “Sopravvivo”, “Punto Interrogativo”, “Lacrime di Rabbia”.

Nella serata di presentazione, oltre agli ospiti Laura Bisceglia e Giovanni Scoot Venier, hanno partecipato il gruppo di danzatrici fusion Evistela danzando sulle coreografie elaborate per la musica degli Empatia. Inoltre, è stata allestita una bellis-sima esposizione di opere lignee, eseguite dalla scultrice Arianna Gasperina, e dalle quali è stata ispirata la copertina e il titolo dell'album. Moni Zinu

Auguri Di Buone Feste

Page 15: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

15

INTERVISTA CON L'ARTISTA

Martedì e Mercoledì 09:00/12:30 · 14:30/19:00Giovedì 12:00/21:00 · Venerdì 09:00/18:00

Sabato 09:00/17:30 · Chiuso Lunedìsi riceve preferibilmente per appuntamento

Tel. 0432 908913Via C. Battisti 40 - CODROIPO (UD)

Il 2017 è l'anno del ritorno sulle scene in grande stile del cantante chitarrista Omar Pedrini, ex leader dei Timoria. Dopo un lun-go periodo di pausa forzata, dovuta ad un in-tervento a cuore aperto che lo ha costretto ad un blocco totale della sua attività, Omar è tornato più in forma che mai e lo ha fatto con due grandi lavori; il nuovo disco “ Come se non ci fosse un domani” e la sua auto-biografia “Cane sciolto”, scritta assieme allo scrittore Federico Scarioni. Ho avuto il pia-cere di incontrarlo durante un evento tenuto a Pordenone; Omar è una persona molto gentile e solare. Con l'occasione ho appro-fittato per rivolgergli qualche domanda.

Com'e cambiato Omar dai Timoria ad oggi?

Quelli che tu chiami i tempi dei Timoria sono i miei 20 anni, quindi oggi posso dire che sono un po' meno incosciente! Mi ri-tengo sempre un combattente, ma mi vo-glio un po' più bene rispetto a quei tempi, anche se sono sempre un rocker come una volta. Rocker ci si nasce e si muore anche, qualcuno dice che si nasca incendiari e si muore pompieri, io invece sono nato in-cendiario, come tutti, e morirò piromane!

Hai sempre scritto tu le canzoni?Sì. - Rispetto all'esperienza con i Timoria

come sono cambiate le tue canzoni? Sì, pri-ma scrivevo pensando alla band. Finché c'è stato Renga scrivevo pensavo alla sua voce, da “Sole spento” in poi ho iniziato a cantare io, quindi scrivevo pensando alla mia voce. Adesso penso alla mia voce, alle mie can-zoni, alla mia anima e non penso più alla band. C'è stato un grande cambiamento da allora, anche se poi tutti dicono che le can-zoni hanno il mio marchio di fabbrica, ma io non me ne accorgo, lo leggo da voi giorna-listi, che dite di riconoscere il mio stile.

Scrivi canzoni anche per altri artisti?

Non ho mai voluto, e me ne sono anche pentito negli otto anni in cui non ho più potu-to cantare per i miei problemi dovuti all'ope-razione; avrei sofferto anche di meno la man-canza di denaro! Ho avuto dei nomi grossi che me le hanno chieste anni fa, ma sono troppo geloso delle mie canzoni per darle ad altri, così come non canto canzoni di altri, se non canzoni che per me hanno un significato nella mia vita. Quindi anche il contrario, non riesco ad interpretare canzoni scritte da altri, ho bisogno di parlare della mia vita.

Come li vedi i giovani artisti di oggi?Purtroppo i giovani di oggi sono abba-

stanza inscatolati nella loro mentalità gra-zie alla televisione. Mi auguro che finisca presto, però siamo nell'era di Xfactor e dei talent quindi i ragazzini prima pensano a diventar famosi, o attraverso i talent o attra-verso i social, e poi a far la gavetta. in realtà qualcuno dovrebbe spiegargli che dovreb-bero fare il contrario, perché poi quando salgono sul palco nel 95% dei casi svanno incontro ad una grande delusione perché non hanno una base solida. Peraltro i talent sono programmi fatti bene, e questo frega bel po'. Io penso che la gavetta vada fatta nei locali e vadano prese quelle famose “mi-crofonate” in faccia che fanno tanto bene, come le abbiamo prese tutti prima di anda-re in televisione; invece questi partono in quarta e prevale l'aspetto della popolarità.

Questo tuo ultimo album di cosa parla? Da dove sono nate queste canzoni?

Questo album nasce quasi tutto dal sen-so di paura che abbiamo oggi. Oggi ci sve-gliamo e abbiamo paura del terrorismo o se c'è stata una bomba da qualche parte. A volte mi trovo a dire a mia moglie di non portare la bambina all'asilo in metrò, io ma-gari sono a Roma in concerto (noi viviamo a Milano) che essendo una metropoli senti ancora di più queste paure. Oggi veramente non sai mai da che parte girarti. Poi la pau-ra dell'inquinamento viviamo in un mondo iper-inquinato e questo mi fa male. Vedere che siamo talmente stupidi, o sentire presi-denti come Trump che rinnegano gli accor-di di Parigi sul clima, temo che l'uomo sia davvero il responsabile della sua estinzione. Autorevoli scienziati dicono che nel 2020 ci sarà l'anno dell'irreversibilità dell'inquina-mento e ci mancano pochi anni. Se non si prenderanno drastiche decisioni, che l'uo-mo non ha il coraggio di prendere perché il denaro vale molto di più della salute dei figli e dei nipoti, non si tornerà più indietro. Ma io

ci spero visto che abbiamo ancora 3 anni...Quali sono i tuoi progetti per il futuro?Con un cuore come il mio non faccio mai

progetti a lungo termine. Adesso finisco la tournè e nel frattempo sono anche in giro a presentare la mia biografia, uscita da po-chissimo. I miei progetti mi porteranno ad andare in giro fare promozione e suonare. Il disco è ancora fresco, è uscito a maggio di quest'anno, e voglio portarlo in giro per un annetto ancora. Sta andando bene e ne sono molto contento. Sono come due figli che devo accompagnare in giro, chi compra il mio libro e conosce le mie canzoni capisce quanto io sia autobiografico quando scrivo.

Nel libro parli di una figura che si chia-ma Joe, ma chi è Joe?

Joe è il mio alterego, da 20 anni ormai. Racconto di Joe, che è il protagonista delle mie canzoni, ed è un po' come Mastroianni per Fellini, io sono Fellini e Joe è Mastroi-anni. E' una mia proiezione ed è nato nel periodo dei miei viaggi in India.

Ho chiuso questa intervista a Omar con questa domanda su Joe perché mi ha incu-riosito questa figura che si trova descritta nella sua autobiografia. Il libro è tutto tran-ne che noioso! Si sviluppa in un intreccio di racconti che svelano chi è Omar in una fat-tispecie di romanzo, tanto che ad un certo punto ci si chiede se è realmente vero tutto quello che c'è scritto! Moni Zinu

UnVero rocker a cuore aperto: Omar Pedrini

Auguriamo a tutta la Gentile Clientela

i migliori Auguri diun Felice Natale

e Buon Capodanno.

Ricordiamo che la vigilia di Natale

domenica 24 dicembre saremo apertidalle 9 alle 17

Page 16: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

Via Friuli, 1/A - Codroipo (Ud) | Tel. 0432 906873 | Cell. 392 6080439

d i P e r u c h S o n i a

Buon Natale e Felice Anno NuovoI nostri brand:

16

LANCIERI DI NOVARADicembre 2017

Il Colonnello Tanda lascia il comando al Colonnello di Girolamo

Codroipo (UD), 26 ottobre 2017. Nella tarda mattinata di giovedì, nella guarni-gione di Goricizza, sede del Reggimen-to “Lancieri di Novara” (5°), il Colonnello Francesco TANDA, 81° Comandante, dopo quasi due anni alla guida del repar-to, ha affidato lo Stendardo più decorato dell’Arma di Cavalleria al Colonnello Mario di Girolamo.

Alla cerimonia militare erano presenti il Comandante della 132^ Brigata corazzata “Ariete”, Generale di Brigata Angelo Mi-chele RISTUCCIA, da cui dipende il Reg-gimento, i Sindaci delle città di Codroipo, Dott. Fabio Marchetti, e di Bertiolo, Dott.ssa Eleonora Viscardis, il rappresentante del Sindaco della città di Sedegliano, le associazioni combattentistiche e d’arma, nonché di numerose autorità civili e reli-giose.

I “Bianchi Lancieri”, nel periodo di co-mando del Colonnello Tanda, sono stati intensamente impegnati in diverse e de-licate attività operative ed addestrative,

sia in ambito nazionale sia in quello inter-nazionale. In particolare, uomini e donne di “Novara” hanno preso parte all’opera-zione “Strade Sicure” nelle città di Mila-no, Brescia e Gradisca dove, per diversi mandati, hanno cooperato con le forze di polizia al fine di aumentare il controllo del territorio nelle aree più sensibili del Pae-se, riscuotendo in ogni circostanza il plau-so delle autorità di pubblica sicurezza.

Contemporaneamente, in ambito in-ternazionale, hanno partecipato all’Ope-razione “Leonte XXI” nel difficile, com-plesso e instabile scenario libanese, in ottemperanza alla risoluzione 1701 del-le Nazioni Unite, il cui successo è stato sancito dalle innumerevoli attestazioni di stima da parte delle autorità locali ma soprattutto dalla gente comune, sintomo della grande solidarietà e professionalità degli italiani nonché tratto distintivo dei “Bianchi Lancieri”, degni eredi dello stile e delle tradizioni di Cavalleria.

L’81° Comandante di “Novara”, nel suo

indirizzo di saluto, dove ha ripercorso le tappe fondamentali dei suoi due anni di comando ha voluto ringraziare tutti per l’ottimo lavoro svolto e per l’eccellente professionalità dimostrata in ogni occasio-ne – “Novara non è solo un Reggimento di Cavalleria, ma principalmente è uno sti-le di vita e un modo di concepire il dovere militare. E di questo, dopo due anni tra i ranghi dei Bianchi Lancieri, ne sono cer-to! […]” – sottolineando come il reparto sia una delle più belle realtà dell’Esercito Italiano – “I ‘Lancieri di Novara’ sono una preziosa unità militare al servizio del Pa-ese che, indipendentemente dalle trasfor-mazioni e cambi di denominazione, man-tiene sempre fede al proprio motto: Albis Ardua, ‘ai Bianchi le ardue imprese’”.

Al termine dell’emozionante discorso, il passaggio dello Stendardo dalle mani del Comandante uscente a quello suben-trante, ha sancito formalmente l’inizio del mandato del Colonnello di Girolamo quale 82° Comandante dei Lancieri di Novara.

Page 17: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

NUOVA GESTIONEFrancesco, Anna, Azzurra e Daniela

Vi aspettano nella Rinnovata Tabaccheria

17

EVENTI

Volado: Foglia di tabacco leggera di facile combustione. Seco: Foglia media. Contribui-sce all’aroma. Ligero: Foglia forte. Da Corpo e sapore al sigaro.

Il ripieno contribuisce largamente al volu-me del sigaro, ma, contrariamente a quanto si potrebbe intuire, non determina da solo il gu-sto del sigaro. In ogni caso, i fattori che deter-minano il gusto del ripieno vanno dal terreno di coltivazione alla posizione delle foglie im-piegate, fino alla lavorazione e all’affinamento (essicazione, fermentazione e stagionatura) del tabacco. L’azione del sole è determinante per nello stabilizzarsi e diversificarsi da foglia a foglia dell’intensità di forza e gusto.

La scelta delle foglie che compongono la Tripa, quindi, pur non determinando in solita-ria il gusto finale del sigaro, caratterizza, nelle varie miscele, aromi e pregio di sigari di qua-lità. Ad avvolgere il ripieno, in prima istanza, troviamo una particolare foglia detta Capote, la sotto-fascia, nota anche come binder agli anglofoni. La scelta di una buona capote è guidata principalmente dal modo in cui espri-me sapori e combustione.

Tripa e Capote assemblate, sono general-mente definite “bunch”.

Strato più esterno e visibile del sigaro, è, in ultimo, la Capa, la fascia (wrapper) che, tesa, avvolge l’intero corpo del sigaro, sigillata con resina inodore ed insapore. Raffinata e scelta per fornire anche solo visivamente prestigio al sigaro, rappresenta un componente chiave nel determinare il gusto finale del sigaro.

La capa, prodotta in varietà differenti distin-guibili per provenienza, affinamento e, quindi, aromi, può, per esempio, rendere un sigaro più o meno amaro, contribuire alla ricchezza dei sapori o arricchire di note piene e dolci la fumata. Francesco di Gregorio

Inaugurazione

"Un Filodi Fumo"

Sono passati ormai tanti anni da quando la signora Facchinutti ha aperto la sua ta-baccheria a Codroipo. Tutti la conosciamo, signora dolce e disponibile che ti accoglie sempre con un grande sorriso. Ma è giunto per lei il tempo di cambiare vita, di dedicar-si agli affetti e ai suoi amati nipoti. L'abbia-mo salutata con un forte abbraccio al pas-saggio del testimone. Ora ad accoglierci c'è "Francesco" che ci saluta anche lui con un grande e caldo sorriso. In bocca al lupo Patrizia e benvenuto Francesco!!!

Il SIGARO HABANOSComposizione. Conoscere come sono fat-

ti i sigari habanos e le parti in cui viene gene-ralmente divisa la loro struttura, può essere utile per approfondire la propria passione per i sigari e per capire al meglio le differenze tra le varie tipologie.

Esternamente è possibile distinguere per comodità esplicativa almeno 3 elementi:

· La testa · L’Anilla · Il PiedeLa testa è la porzione del sigaro in cui an-

drà effettuato il taglio, nel caso dei sigari cu-bani, e che andrà a contatto con le labbra per aspirare il fumo; L’anilla, fascetta che con-traddistingue il sigaro indicando il brand e/o il nome dello specifico prodotto; Il piede la par-te del sigaro già tagliata che si riscalda per far partire la combustione e, quindi, la fumata.

In sé, di fatto il sigaro è composto da spe-cifiche foglie di tabacco che, una volta lavo-rate per eliminare irregolarità sulla superficie, vengono rollate manualmente o per mezzo di macchinari per creare un unico elemento.

Le foglie utilizzate danno vita a tre elementi di riferimento:

· Tripa · Capote· Capa

Partendo dall’interno, la Tripa, nota anche come filler, rappresenta il contenuto, il ripie-no, appunto, del sigaro. È composta da un numero variabile di foglie in funzione dello spessore specifico della tipologia di sigaro, intere, nei sigari fatti a mano, o trinciate, nei sigari realizzati con sistemi automatizzati.

Le foglie impiegate per il ripieno si distin-guono in Volado, Seco e Ligero.

Buone Feste

Com'è Fatto un sigaro

Page 18: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

18

Dicembre 2017 SOCIALEBotti da spavento...

Il rumore dei botti e dei patardi crea, negli animali, una reazione di spavento che li porta a perdere l'orientamento. I cani sono gli animali più sensibili, nei quali il frastuono dei fuochi d'artificio, scatena una vera e propria fobia. Reagiscono scappando, treman-do e cercando di nascondersi. Per proteggere cani e gatti, tenerli in casa, non legarli, cercare di confondere il rumore con radio e televisione.

I gatti potrebbero anche diventare violenti ed attaccare il proprietario.

BuoneFeste

SERRAMENTI IN LEGNO/ALLUMINIOSERRAMENTI IN LEGNO

SERRAMENTI IN PVCSCALE · PORTE · PORTE BLINDATE

Via E di Colloredo, 86Iutizzo di Codroipo (Ud)Tel./Fax 0432.907948

[email protected]

Ciao, mi chiamo Tanne

Page 19: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

19

EVENTI

Da un anno a questa parte i disabili che frequentano La Pannocchia onlus sono stati impegnati in un progetto molto am-bizioso: costruire al meglio e con grandi dimensioni il Presepe per le feste di Natale 2017.

Dalla fine di gennaio l’artigiano Claudio Gremese si è dedicato a preparare e rita-gliare nei pannelli di compensato marino le figure più significative della Natività per farle poi dipingere ai suoi allievi, creando un presepio monumentale, coadiuvato da Gianni Comisso e Michela. Quest’opera vuole essere un biglietto di auguri e di ri-conoscimento del lavoro svolto con loro in questi mesi passati.

Per prime sono state realizzate le figure della Sacra Famiglia, l’angelo biondo e az-zurro realizzato con due scarpette azzur-re, anacronistiche ma simpatiche, il bue e l’asinello e la stella cometa.

Maria, madre dolcissima che stringe al petto il Bambino, vestita di cielo. Giuseppe li guarda, severo ma amorevole, attento a difenderli da ogni male.

Assieme ci sono gli animali della stalla di Betlemme, tutti racchiusi e protetti in una bolla senza tempo fatta di pezzetti di legno di tanti colori.

Nell’area antistante la stalla ecco i pa-stori con pecore e un altro asinello, e le donne, con il loro carico di amorevole soli-darietà. Gli animali domestici sono tra i più normali e diffusi: pecore e agnelli, oche e papere, un gallo, un gatto, una lepre e un cane che trasmettono una pacifica aria

di casa. Sopra la stalla e l’angelo, splende la Stella Cometa, avviso e richiamo per le genti del tempo.

Compaiono sullo sfondo anche i Re Magi con i loro doni preziosi, libera accet-tazione sia dei ricchi sia dei meno abbienti nella loro generosità solidale.

Tutte le figure umane hanno visi solo abbozzati, privi di lineamenti che possa-

Utopia di Uguaglianza

no distogliere l’attenzione dal concetto di uguaglianza.

Questa assenza vuol simboleggiare l’uguaglianza tra gli abitanti del mondo in-tero al di là e al di sopra delle idee che possano dividere gli animi. Tutti sono fi-nalmente uguali anche se solo utopistica-mente.

Lisetta Bertossi

AssociazioneLa

Pannocchia

Classe 1951

Page 20: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

TRADIZIONIDicembre 2017

20

I Nadai di cuanche j erin fruts, cui po’ dismenteaju, j metevin un pâr di scarpis jenfri lis lastris e i scûrs sierâs in cop, ju-ste par ch’al podes passâ l’uselut che nus lassave tai scafaros cualche neranse, un librut e tancij tocs di len, che nus fasevin

chê ore lì e justeapont propit parche al ere Jesù, lui al podeve nassî a cualsiasi ore e là ch’al ves volût.

Dut câs il scûr e li stelis a erin come chês di miezegnot, come il frêt ch’al fase-ve cricâ parfin lis pieris. Dopo vê cjapade

I Nadai diCuanche j erin frutsmesse e la comunion, cuanche i rivavin a cjase, nus davin di bevi un pôc di café bon cu la sgnape drenti, cussì i rivavin un pôc a scjaldasi. A chei che, daspò lis vedemis a partavin la trape te cantine sociâl di Co-droip, sot Nadâl j vignive dade in gambio un pocje di sgnape e cussì ducij a podevin gjoldi di chist e pe ocasion encje il signôr ch’o vevin tal stomi.

Al fò un di chei ajns, mi somee il cin-cuantecuatri, ch’al vignî un frêt mostro.

Finide messe, bevude la sgnape cul si-gnôr tal stomi, la lune nus fasè viodi il Vâr lusint sfandorôs e fer, a si ere inglazzât e a nô fruts, no nus parè vere, j saltarin drenti contents come paschis cui scafaroz gno-ufs ch’a nus tignivin cjals i peis i scomen-zarin a sglizziâ. I vevin tirât sù i cunins e daspò vendûs ju vevin comprâs, ma vutu che une volte a erin pì fruts che clapts, vutu che il glaz al ere masse fin sul pì biel il glaz al si rompè, e nô ducij drenti cu l’aghe fin ta i zenoi.

Cussi cuacios, cuacios, i lerin a finile dentri te stale de cjase là che j eri a stâ jò in pazze de glesie, e ducij strafons si meterin tal miezi dai vigelus di lat ch’a erin za stâs scjernîs. Nissun si scomponè tal viodinus, a varan pensât chi vessin vût frêt, mancumâl parceche i vevin ben iniment i lens che l’uselut nus veve partât. Li j spie-tarin cuiets ch’a sunàs messe grande, par cjapâ encje chê di tant boins chi erin.

No sai se e al ves centrât di pì Jesù Bambin o l’efiet de sgnape, rivuart al chel fat che al capitâ daspò, fato stà che nissun di no si inmalâ nencje un rafredôr, nencje une starnudade cuasi un miracul. Ma en-cje mò cuanche mi ven inimênt chist fat mi incrudulis dal frêt.

BUONE FESTE A TUTTI VOI

Marisa Gregoris

Un libro per ricordare Massimo Gori il bimbo di 5 anni che un aneurisma si è portato via il 15 maggio scorso a Rivignano. 32 pagine con copertina cartonata di pregio adatta all'uso che i bambini sono soliti fare dei libri più amati. Una lettura per i piccoli e per i grandi, toccante, ma anche diver-tente. Racconta di Massimo il folletto che gioca e fa domande scherzose al papà, alla mamma, ai nonni, agli ami-ci dell'asilo, alla sorellina. Non solo... ma del suo affetto per le campane di Rivignano e la maglia bordeaux con il 147, la stessa che indossava a rugby.

Massimo infatti faceva parte dell'Under 6 dell'OverBugLine Co-droipo e quel gioco, con quella stra-na palla bislunga, era uno dei suoi divertimenti più grandi.

L'idea del libro è partita dalle ma-estre della Scuola dell’Infanzia di Teor, un piccolo ma sincero gesto di solidarietà nei confronti della fami-glia di Massimo: la mamma Jessica, il papà Ermes e la sorellina Nicole. È stato scritto da Pierina Gallina e illustrato da Vanessa Padovani e Andrea Dalla Costa che ne ha cu-rato anche l'elegante veste grafica.

“Tutto questo è stato fatto con il cuore" - spiegano le autrici - "con il solo scopo di esaudire il desiderio di Mamma Jessica. Per darle la certezza che il suo Massimo non sarà mai dimenticato e che vivrà a lungo anche grazie alle pagine del libro che parla di lui, con linguaggio lieve, in rima cadenzata, come piace ai bambini". Il libro sarà presentato venerdì 15 dicem-bre alle 20.30 all'Auditorium di Rivigna-no. La "Serata per Massimo", a libero in-gresso, vedrà la partecipazione del Coro Giovanile della Parrocchia di Rivignano, degli Animasogni, del percussionista Ste-fano Andreutti, e del Mago Lenard, con presentazione di Sonia Bertoli. L'inter-pretazione teatrale del libro sarà affidata agli allievi “Senior” di Teatrando, il corso di teatro della scuola di musica "Città di Codroipo", condotto da Monica Aguzzi. Ospite speciale Luca Morisi, campione della Nazionale di rugby. Ovviamente ci sarà l'OverBugLine Codroipo. “Massimo è presente in qualsiasi manifestazione che facciamo" - spiega il presidente del soda-lizio, Susanna Greggio, che era anche la sua allenatrice - "a lui abbiamo dedicato la Coppa Under 6 all'interno del Trofeo Città di Codroipo, nella nostra club house c'è un cuore enorme con il 147, il numero della sua maglia. Insomma il suo ricordo ci accompagna sempre.”

Piergiorgio Grizzo OverBugLine Rugby Codroipo

OverBugLine - Rugby Codroipo

capî che dilunc l’an i vevin fat i salvadis, duncje i me-ritavin dome che pachis.

La veretât a ere un’atre, bêz non’d’ere, ma nô si contentavin di cussì, ducij tal paîs j erinj siôrs di po-cje bondanze.

Ta i curtî a erin morârs graincij, ma no si podevin jemplaju di lusutis parce-che no si saveve nencje se ch’a fossin, po’ parsore lì a vevin di lâ a durmî lis dindis, lis faraonis e i use-lus.

Però in gambio par con-solanus, cuanche j lavin a scjaldasi te stale nus con-tavin flabis plenis di orcui, di striis, di Massaroi, cu la Rodie e di gjenitors ch’a bandonavin i fruts tal mieç dal bosc a murî di stents, ti fasevin vignî sì une pore santissime, ma tal stes timp si sintivin avonde for-tunâs, par vie che se encje nus emplavin di patafs, no nus bandonavin tal bosc.

Pre Toni Marcolin, cha l’ere il nestri predi, la mes-se di miezzegnot la faseve a cinc di matine, si viôt che Jesù Bambin a San Vidot al veve decidût di nassî a

Page 21: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

A Vildivar a si cjate un gnûf regjst cine-matografic: David Calligaris, nassût a Co-droip e dopo maridât a si e fate la cjase in Var, pari di doi frutins e unevore di passion par il cine. I soi lavôrs za fats a son:

Cheste volte al à vulût creâ alc di plui cre-atîf e studiât; la storie di vite di “Jacun dai Zeis” nassût a Paradîs di Puzinie e muart a Talmassons. Une mascare furlane che a fat storie in tai nestris paîs, ancje al dì di vuê si lu ricuarde par fa une ridadute, tra i doi secui de fin dal ’800 al scomenzâ dal ventesim secul, in do che al à vivût une si-tuazion storiche unevore particolâr, di une bande l’imperi Austro-Ungaric e di che al-tre le union de Italie vignude di pôc e ancje di tantis bandis une vore pôc vulude. I soi marcjâs a ju faseve di dutis dôs lis bandis cul lâ a vendi zeis, sportis, ristiei, manis, scovis…

Ancje Codroip cun le clape dal ’51 e Monsignor Cupulut e an fat di dut par ve li de cuatri fontanis il monument e fin a pôs agns fa al vignive dât il premi “Jacun dai Zeis” a ducji i personaz dal teritori che puartavin indevant la lenghe e culture fur-lane. Dut chest in tai ultins agns dal ’900 e fin a cinc agns fa.

Il mieç – metraz al sarâ presentât in curt in ducji i puescj che vuelin velu e sperant dal sucess che al varâ e par le prime al sarâ Talmassons, in do ca le muart e soterât, in te sale teatrâl. Il 24 di fevrâr 2018 a lis 20,30. [email protected]

21

IN FRIULANOLavors in File

La meÇiaseCome me nisun

al sint chel bon prufum

Odôrs misturazdal mangjâ al fen dai praz.

No è ta ne cale,a è four paîs e vicin a è la stale.

Vin simpri compagnie,dal jeur al miarli a la furmie.

E in pì tançius amîsca vegnin a çiatanus chi no ti dîs.

Ce stufasi, le simpri alc di fâ,cu la parone a comandâ.

Ai voul tignût ben i niizdai preziôs ricuarz proibîz.

Dopo tant lavorât par falea covente mantignilee gjoldile cu la vecjae,ca scomenze la pelae.

Te etât maduresi spere ta la pâs in tal miez da la nature.

Cussì si sin rilasâzma purtrop i timps a son cambiâz.

E la me cjase ca jere dome di protezion,cumò a e diventade une preson.

Giordano Paron di Rivignan

i scoi ca ocorevin par podê lavâ lis breis o i urinai, pal fat che jerin plui dûrs. Cu lis bachetis dal sangjt e fasevin lis scovis di len par scovâ i curtii e lis stalis. Il barbe Anzul al bateve il bacalâ che pò al vignive mitût in muel prime di falu cuei. I manis di pale, di manarie, forcje e ristiei a vignivin lissas cun dai tocs di veri in môt di tirâ vie dutis lis sclesis e ancje i manis di zei. Fra une baba-de e une gjaculatorie, lis feminis a fasevin i stramàs cui scartòs plui tenarùs, chei ca jerin tacâs a la panole e stâs a sujâ cul ultin soreli. Chei ca vevin lis pioris a podevin filâ la lane o fa cjalzus par ducji, ancje lis mais e i majons, che vignivin disfats tignint le lane buine e mitint che gnove. E jerin lis feminis che vevin il voli bon, parseche in te stale al jere dome un ferâl e al faseve pocje lûs, a comedavin i vistîs ca jerin rots e ancje i scarpez par i frutins, cu lis pezzotis pe suele e cun sot, san vevin, tocs di coperton di biciclete, la tomere vignive fate ancje cu la piel di farc pa lis zoculis cul tac dês femi-nis:- Jere unevore fofe- mi lu à dît none Lu-ciane e la bise Anzule, e ancje, che Santin di Romans al faseve lis zoculis o dalminis cul len dal poul; une , parseche al veve il pît numar 48 e in che volte nol cjatave nuje, po’ a lis puartave, lis dalminis, simpri ancje di unviêr in dutis lis ocasions e sense cjal-zuts. Davide di Musclet, al cjapave i farcs, ju spelave, distirave la piel su di une bree, da-spò vele cunzade, par sujâle a la vendeve, la miserie lu tirave su di pês e par dai alc a la schirie di fruts cal veve al cjapave cualchi franc e cussì al podeve crompai alc di meti sot i dincji.

R omeo Patatti

Jaun dai zeis

GEOGRAFIE

Cuant ca jerin lis zornadis curtis, in ta lis nestris cjasis di colonos, al jere simpri alc di fa in preparazion de viarte. I omis a fasevin i zeis cui vencs tajâs a la fin di otubar e po mitûs in te aghe curint par ca restassin plui dolz par podè lavoraju e ancje spelaju par i zeis par lavâ, ma ancje avâl par netâ lis samencjis da la porcarie. Cui scartos di bla-ve, chei plui tenars, a ju tacavin un dongje chel altri fasint une cuardute par fa sportis e intiessi il cûl da lis cjadreis. Cul sorc lunc a fasevin lis scovis e sculus, cun chel curt

Per natale e gran parte dell'anno, troverete questi simpatici pupazzi... visitate il territorio di Varmo.

Nei luoghi

Page 22: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

LaC avalleria nella PrimaGuerra Mondiale (10ª parte)

AssociazioneNazionale Arma di

CavalleriaSezione

“Lancieri di Novara”di Latisana

LANCIERI

22

Dicembre 2017

risposto: “Ma forse possiamo sperare che siano andati giù tutti i militari per la strada principale e dunque qui non ci dovrebbe essere nulla da temere”. Così, dopo aver salutato don Dall’Ava io e mio padre siamo tornati al mulino, giusto in tempo per vede-re una grande confusione, tanti soldati che erano appena arrivati. Un momento dopo sono giunti anche quelli del 5° Novara che portavano le mostrine bianche e hanno preso in consegna il telefono che si trovava in un’officina vicino al mulino. Infatti il 24 o il 25 ottobre lì erano venuti due soldati del genio che avevano avuto il compito di stare al telefono. Sono rimasti al telefono finchè

ARMA DI CAVALLERIA: UNO STILE DI VITA.

Oltre 3 secoli di storia, di gloria e di fedeltà ai più alti valori.

Pozzuolo del FriuliSi abbattono gli alberi intorno al paese

per lasciare campo libero alle mitraglia-trici e si alzano barricate. Una sezione di mitragliatrici e messa nell’ufficio postale - casa Cossio - nella piazza Julia per battere provenienze dalla strada di Udine, un’altra dalla porta della casa del cappellano bat-teva la via Santa Vittoria, mentre una della Bergamo verrà messa sempre in casa Cos-sio, ma rivolta verso Mortegliano. Il capitel-lo di Quo Vadis che si trova all’inizio delle vie Udine e di Santa Vittoria, sarò colpito proprio dalle prime due mitragliatrici. Fran-cesco Goricizzo all’epoca aveva 16 anni ed era figlio del mugnaio Biagio titolare del mulino De Cecco, versa Mortegliano, e sa-peva scrivere bene. “In quei giorni pioveva molto e quei poveri soldati camminavano, sempre avanti; c’è stato il periodo dal 26 al 29 ottobre del 1917 quando vedevano venir giù soldati che occupavano tutta la strada e poi c’è stata una giornata di pausa del grande passaggio. Il 29 ottobre alcuni reparti della III Armata che arrivavano da via Mortegliano si sono fermati, nel po-meriggio, anche nel nostro mulino. Erano proprio affamati! Mia madre, allora, ha fatto

lo hanno lasciato in consegna a quelli del 5° Novara e loro se la sono data a gam-be. Per tutta la notte del 29 ottobre si sono sentite la pattuglie che venivano su e giù e anche gli spari delle fucilate; al mattino pre-sto del giorno dopo siamo andati a vedere sulla finestra del granaio, dove si vedono ancora i colpi nel muro e all’improvviso c’è arrivata addosso una scarica di mitraglia da portarci via la testa! Siamo scesi giù, allora e proprio in quel momento ho visto arriva-re un cavaliere a tutta carica. (Continua nel prossimo numero).

Cav. Francesco Canestrino

loro quelle polente che si facevano nelle famiglie di una volta, come da noi che eravamo 16 o 17 in casa e mangiavamo quasi solo polenta. Mia madre ha preparato per quei soldati 7 polente, loro hanno man-giato tutto e più tardi, verso sera, hanno ricevuto l’ordine di partire e raggiungere il paese. Dopo un paio d’ore che se n’erano andati mio pa-dre ed io abbiamo deciso di sali-re in paese per vedere che cosa fosse successo; siamo partiti e quando siamo arrivati all’osteria da Misana, mio padre ha esclamato: “Ma qui, in paese, non c’è proprio niente”. Allora siamo ritornati indie-tro, dato che il paese era tranquillo, e sulla strada del mulino abbiamo incontrato il parroco Dall’Ava al quale mio padre ha chiesto: “Allo-ra, signor santolo, che cosa dice, che cosa pensa?”. Il parroco gli ha

Page 23: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

RIFLESSIONI

23

“Il male fisico e quello psichico sono di natura. La malattia è una manifestazione vitale, a volte tremenda e dolorosa, ma sta nell’ordine disordinato delle cose. Va com-battuta con criteri scientifici e con la forza d’animo, coniugando possibilmente l’impo-stazione che possiamo definire “occiden-tale”, più tecnicale e talora parcellizzata, con quella “orientale”, senz’altro più olistica e capace di assumere tutto l’uomo come soggetto cui dedicare attenzione.

Il male va sconfitto, ma tutto l’essere umano va considerato e curato.

Il male morale legato all’agire umano, no, non è semplicemente di natura, ma è anche di cultura e legato alle scelte della libertà. Il male morale è dentro la sfera della liber-tà, più o meno, direi più che meno, perché non credo al determinismo “spinozista”: il grande filosofo ebreo/portugues/olandese non avrebbe mai avallato una lettura me-ramente deterministica del suo pensiero. Spinoza credeva fermamente che l’uomo, nell’ambito delle sue circostanze vitali, pur subendo le circostanze stesse, avesse co-munque sempre un ruolo decisivo nel fare o non fare certe azioni, azioni buone o azio-ni male.

La morte del capomafia Salvatore Riina mi pone domande che trovano solo diffi-cilissime e inesaustive risposte. Come si può essere “esseri-umani” capaci di tanta efferata crudeltà? Ricordo Arancia mecca-nica di Stanley Kubrick, e l’assurda violen-za perpetrata dal branco guidato da Alex (Malcom Mc Dowell), ma la violenza del capomafia defunto è di un altro genere, perché è direttamente funzionale al potere. O meglio, anche in Alex vi è un tema di potere, magari sul branco, però in Riina si tratta di potere economico, sociale, territo-riale, diffuso, temuto, dissimulato o meno che sia. In proposito suggerirei di rileggere Leonardo Sciascia.

L’uomo della mafia nuota in un mare co-nosciuto di solidarietà e di familismo amo-rale. E’ apprezzato oltre che temuto. Venti-sei ergastoli, anzi un numero teoricamente infinito di anni di carcere (9999, tanto per quantificare quasi periodicamente una cifra senza fine), di cui lui si compiaceva, perfino,

a sentire i suoi detti intercettati. Ne ha fatti ventiquattro. E’ stato mandante di un nu-mero imprecisato di omicidi, di stragi famo-se e tremende, che non occorre nemmeno qui citare, tanto note sono a chiunque.

Resta il tema del come si fa ad avere un cuore così malvagio, e allora torna a darsi come fondamento il sistema di dis-valori sotteso. Quest’uomo, come altri crudeli esemplari del genere umano, veramente ha sempre pensato di essere nel giusto, di essere nel suo buon diritto di agire come ha sempre agito? Sembra certamente, a te e a me, caro lettore, impossibile che si pos-sa dare una cosa del genere. Sembra, ma evidentemente così non è: vi sono cuori e menti in grado di sentire/pensare di essere nel giusto a comportarsi come Riina.

Si è parlato di mostro, di dis-umanità, e va bene: la descrizione metaforica aiuta a dare le dimensioni dei fatti, ma non basta. Bisogna rassegnarsi ad ammettere che l’uomo -in generale- è in grado di compiere azioni come quelle del boss appena dece-duto, e per il quale non riesco a provare odio, ma solo un sentimento di pena infini-ta, e non di carattere perdonistico.

La storia racconta tutto anzi tanto, sen-za insegnare mai nulla, narrando che sono accaduti innumerevoli atti e fatti di crudeltà indescrivibili, nelle guerre tra genti e po-poli, e anche in periodi di “pace”, che al-tri esseri umani si sono macchiati di delitti inenarrabili, analoghi o peggiori a quelli di cui si è reso responsabile l’uomo di cui qui parliamo, e non li cito, perché noti a tutti. Basti pensare a capi popolo orientali e oc-cidentali di tutti i tempi, anche molto vicini a noi, capi del XX secolo, alle dittature che si ponevano l’obiettivo di eradicare ogni op-positore con la forza e con la morte, e non solo ogni oppositore, ma anche ogni esse-re umano che non rispondesse a criteri di coerenza con il modello umano prefissato: basti solo il tema ebraico, per capirci.

Ebbene, allora si deve ammettere che l’istinto della malvagità, il voler fare il male è intrinseco nell’uomo, che il bene e il male, ambedue sono nell’uomo, sono dell’uomo, purtroppo, e così devono essere conside-rati. Il bene e il male sono due dimensioni

Il cuore del Malvagio

Natale 2017Specialità cotte

pronte da gustarePrimi

Crespelle con pere, formaggi e noci € 5,00 a porzioneCannelloni con ricotta e spinaci € 5,00 a porzionePasticcio con radicchio e speck € 5,00 a porzione

Lasagne alla bolognese € 5,00 a porzione

SecondiRollè di vitello con prosciutto crudo € 6,00 a porzione

Cosce di faraona con agrumi € 6,00 a porzioneTacchinella arrotolata con noci € 6,00 a porzione

Cervo con salmì € 6,00 a porzioneStinco di maiale alle erbe € 6,00 a porzione

ContorniPatate al forno € 3,00 a porzione Fondi di carciofi € 3,00 a porzione

Radicchio rosso al forno e speck € 4,50 a porzioneSformato con funghi, zucca e gorgonzola € 4,00 a porzione

Insalata russa € 3,00 a porzione

Prenotazioni entro martedì 19 dicembre 2016 · Tel. 0432.906098 · 338.2136770 · [email protected]

morali dell’agire umano, la cui valenza è nota e presente nella valutazione di ogni coscienza matura. Ecco: si parla di coscien-za matura. Ma Riina che coscienza aveva? Una coscienza matura o una coscienza erronea? Possiamo facilmente dire che la sua coscienza, per come la intendiamo cor-rentemente, era quantomeno “silenziata”, o resa tale dal contesto e dalle abitudini mal-vagie, da lui ritenute non solo plausibili, ma di suo diritto.

Ci viene da dire: pazzesco! Però è così, e probabilmente in analogia a come la pen-sano i suoi compari o successori, o simili, come gli uomini di altre cosche e mafie, come i narcos messicani, come i cinici sfruttatori di esseri umani che trafficano con i migranti nel deserto africano e nel Mediterraneo, come i terroristi e i loro man-danti, come ogni uomo che abbia, appun-to, silenziato l’ultimo barlume di coscienza rimasto, forse.

L’ultima domanda è questa: ma figure come Riina conservano nel fondo oscuro dell’anima qualche dubbio ancora circa la moralità o meno del loro agire? Non lo sappiamo. Nessuno può leggere nel cuore dell’uomo. Possiamo solo sperare, e non solo in questo, ma che l’uomo evolva an-che biologicamente e psicologicamente verso un’umanità più completa.

Blog www.renatopilutti.it

CERCASIcapannone in affitto,

mq. 200 circa,con soffitto alto,

per attività artigianale.Zona Codroipo

e dintorni.Tel. 331.9872923

Page 24: Mensile del Medio Friuli · Anno II n° 11 · Dicembre ... · tili per una miriade di enti che proprio a ... I bambini ricevevano i sigillaria, piccole ... la vigilia di Natale,

L A V A S E C C O - L A V A N D E R I A

L AVA N D E R I A I N C L A S S E A

Orari: aperto dal lunedì al venerdì 08:30/13:00 - 15:00/19:00 - sabato 08:30/13:00Via Circonvallazione Sud, 54 - 33033 Codroipo (Ud) - Tel. 0432 1716686

Gilet ..................................................................€ 3,50Spolverino .............................................. da € 7,00Cappotto e soprabito ............................. € 11,00Giubbino corto piuma .......................... € 10,00Giubbino lungo piuma ......................... € 11,00Pellicce ecologiche ..................................€ 12,00Vestito donna da ....................................... € 6,00Camice cotone .............................................€ 2,00Camice seta ................................................. € 5,00Gonna pieghe ............................................. € 5,00

Cravatte, Foulard .........................€ 2,00/€ 3,00Maglia pullover ..........................................€ 3,50Pantalone ......................................................€ 4,60Gonna liscia ................................................. € 4,00Giacca ..............................................................€ 5,60 Giacconi ............................................ € 10,00/11,00Capi in pelle ..................... da € 25,00 a € 60,00Trapunta sintetica 1 piazza ................€ 12,00Trapunta sintetica 2 piazze ................€ 14,00Piumone naturale 1 piazza..................€ 15,00

I nostri Prezzi

Siamo sempre un passo avanti!

Piumone naturale 2 piazze ................. € 17,00Coperte merinos 1 piazza ...................€ 20,00Coperte merinos 2 piazze ................... € 25,00Coperte copriletti 1 piazza ................... € 8,00Coperte copriletti 2 piazza ................. € 10,00Tendaggi ........................................................ € 5,00Biancheria al Kg.Abiti Sposa su preventivoCopridivani su preventivoStiratura su preventivo

I nostri punti di forzaNuovissimi macchinari Barbanti stiro

Rammendo con intelaiaturaRifacimento delle frange

Prodotti biologici

Lavaggio abiti da sposaLavaggio biancheria per ristoranti, alberghi e comunità

Lavaggio tende da sole, materassi, scarpe, borse e pelle di tutti i tipi

Lavanderia ecologica convasta fornitura di detersivi professionaliUsiamo prodotti ecologici, ipoalleregenici e superconcentrati (1 litro vale 3)

A disposizione la rammendatrice e servizio di sartoria e magliaia

Buone FesteVieni a trovarci,

per Te tante

idee regalo

originali!

Offerte specialiPrezzo e qualità al vostro servizio

CAMICIE lavate, stirate e appese a soli € 2,00solo stiro € 1,50

TAPPETI € 4,00 al Kg.