MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole...

37
MEMORIE PER L*AVV. GIUSEPPE PICONE GIRGEMI STAMPERIA PROVINCIALE-COMMERCIALE di Salvator« M ontea 1866.

Transcript of MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole...

Page 1: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

MEMORIE

PER

L*A V V. G I U S E P P E P I C O N E

GIRGEMISTAM PERIA PROVINCIALE-COMMERCIALE

d i S a l v a t o r « M o n t e a

1866.

Page 2: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

Propri*t i UtWrnri*.

“P®-0 W M— Hpin

Page 3: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

ALLA

M IA G I R G E X T I Q U ESTO MONUMENTO

DI

CITTADINO AFFETTO.

Page 4: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

>; V . ■ '. *.. .-.

Page 5: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

PREFAZIONE

1

P i ù che i rivolgimenti politici e la potenza dei secoli che furono, la inerzia e la nostra riprovevole non ca­renza, ha coverto di un velo le glorie e le sventure di una Città, splendida un tempo per bellezza ed opulenza, Ira quante ne furon chiarissime al mondo ('). Ond ò che un silenzio più oltre prolungato, sarebbe delitto per chi sente la dignità del proprio paese, mentre non avvi città , o terra in Sicilia, che non vanti una storia, una monografia, un' opera qualunque che accenni alla spe­cialità delle proprie vicende.

E , perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano

Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera.Prima nello (plendor—

Finii. di Borghi, nella Pitia F I

«

Page 6: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

— 8 —

a lla d e s c r itto n e d i a lcune delle n o stre Ani id i Uà, ed a i c e n n i b iografic i d i ta lun i n o s tri c o n c i t ta d in i , p e r le t te r e e s c ie n te , o p e r a ltro ce leb ra tiss im i; m a n e l lo sv o lg e re i vari period i, in cui G irg en ti fu v is ta s o rg e ­r e , c a d e re , r iso rg e re alla g randezza , r ip io m b are n e lla m is e r ia e ne llo avvilim ento , è m estie ri in v e s tig a re le c a g io n i d i t a n te v ic iss itu d in i, c r in v en irle n e i c o s tu m i, n e l le le g g i, n e lla re lig io n e , n e i ca tac lism i so c ia li.

C h e , s e p e r ira d i tem p o , c i sono s ta te ra p ite le o p e re d e l n o s tro s to ric o F ilino , d i F ilis to , C allia , A n­tio c o , e d A n tan d ro s ira c u sa n i, d i T im eo d i T au ro in e n io , e d i p a re c c h i a l tr i s to r ic i s ic ilia n i, se sv e n tu ra ta m e n te

’ a n d a ro n p e rd u te l 'o p e ra d i A risto tile su lle re p u b b lic h e d e l le v a r ie c i t t à d e ll'iso la n o s tra ( ') , e le s to r ie d i l*o- l ic le to d a .Mende (*), se d i D iodoro c i sono s ta t i to lti m o lt is s im i lib r i d e lla su a Storia un i cornai e, e in te r a ­m e n te q u e lla S u lla sueennione dei Re (*), le m e d a g lie , le in s c r iz io n i , g l i ed ific i, g li s c r i t to r i d i a l t r e n az io n i m i a p p r e s te r a n n o n e lle p r im e epoche d e lla n o s tra s to -

O Dell' opera di Aristotile non ci rimangono che pochi frammenti, «lei quali due passi sulla «i» Ufuymrtì*w m la ù , sono citati da Polluce, e due altri da Dioginc Laerzio.

(’) Policleto, o Policnto da Mende scrisse le sue storie di Sicilia; fu dii capitano in Agrigento, e ne descrisse talune particolarità—È citato da Diodoro nel Li)». XIII, e. 83.

(*) Risulta dai nuovi frammenti di Diodoro, raccolti «lai Cardinal Mai, e tradotti da M* Crispi. (Franitn. del Lik. IX, c. 11).

Oltre i già nominati, moltissimi sono gli antichi scrittori, di cui lo opere sulla antica Sicilia andaron puro perduto — Sono fra essi Ermi» da Mctimna, Atoniso «la Siracusa, Tcopoinpo da Scio, Eforo, Sileno «hi Caini In, Andrea da Pastorino, ed altri.

Page 7: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

— 9 -ria, buona pari« di materiali ari opera cotanto didl- cile e penosa.

FuvvJ una volta tra noi, chi volle dedicare un pen­siero, un'aspirazione alla memoria di Agrigento, ed a preghiera del nostro Senato, nel secolo XVI, Cristo- foro Scobar, canonico della nostra Cattedrale, intito­lava ad esso, ed al nostro vescovo Cibò una diecina di pagine, in cui sono trascritti letteralmente e sle­gati taluni brani di Kutropio, Polibio, Livio, Tucidide (nulla però di lliodoro) su parecchie devastazioni della pitta nostra. — Vi si cennano appena i nomi di alcuni nostri personaggi di quel tempo, vi si legge la pro­messa di qualche altra notizia tulle cose agrigentine, ma quel misero scrittoruccio ci lasciò delusi nella aspettazione (').

Il beneficialo Michele Piazza ci prometteva anche egli la Storia di Girgenti (*), ma non se ne videro nemmeno i manoscritti.

li nostro frate del tcrz'ordine Lo Jaeono, nel 1121 scriveva una rapsodia, da lui appellata Storia della aulica e della moderna città di Girgenti, ma senza critica, senza scopo, e che , dilatandosi negli annali della nostra Chiesa, non potrebbe ritenersi che quale un compendio della Sicilia Sacra del P in i, a meno di qualche tradizione dei suoi tempi, la quale non ci reca vantaggio veruno (*).

O Christoph. Scobar, D* AaSq. afri)., VeoeL(*) Lesoti, Sicilia m prospettica, § tìirpcnti.O D H 8, «siste in Girgenti, presso U signor D. Liborio Trainiti.

8

Page 8: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

- l O -llo trovato un m a n u sc rìtto anonim o, col tito lo : Sto­

ria d e li antica A ¡/rigenio, m a non c o n tie n e c h e il p rim o lib ro , n e i q ua le s i d is c u te , con qu alch e c r ì t ic a e d e r u ­d iz io n e , su i v a ri a b ita to ri d e ll 'an tic a c i t tà , su i m o n u ­m e n ti, su g l'id o li a d o ra ti d ag li A crag an tin i

S o rg e v a in d i il P . P an craz i ad i l lu s tr a re le s ic i­lia n e A ntichità , e d ed icav a u n volum e d e ll 'o p e ra su a a l la Storia d i Agrigento, m a non s i fe rm av a c h e a l la e p o c a g re c a . — In e sso tro v e ra i il ra c c o n to d i v a r i f a t t i , in q u e l r ìm o tiss im o p erìo d o a v v e n u ti, m a n u lla d e g l i o rd in a m e n ti p o litic i e c iv ili, d e i m a g is tr a t i , d e i c o s tu ­m i, d e llo s ta to econom ico , d e lle le t te r e , d e lle s c ie n te .

I l n o s tro g iu re c o n su lto a rc h eo lo g o V incenzo C a g lio , s i d ic e a v e r co m p ila to le M emorie storico-critiche agri­gentine , d a l la p r im a fondaz ione d e lla c i t t à , fm o a i s u o i te m p i ( 1 7 7 9 ) , m a la d i lu i m o r te to ls e a no i q u e l p re z io so m o n u m e n to , c h e s i d is s e r im a s to in e ­d ito p re s s o il m in o r su o f ra te l lo R aim ondo 0 , e c h e a n d ò ir r e p a r a b i lm e n te p e rd u to .

I l d u c a d i S e r ra d if a lc o , n e l la s u a s p le n d id a o p e ra s u lle A ntich ità d i S ic ilia , n e l vo lum e c h e r ig u a r d a A grigento , n o n c i t r a m a n d a c h e p o c h i f a t t i d e l l 'e p o c a g r e c a , d e i q u a l i s e rv is s i a d i l lu s t r a r e 1 m o n u m e n t i ,

O Dal M. S. rilavo, eh« quello scrittore fossa vissuto nel 1747; quindi «gli non potrebbe essere n* Vincenzo Caglio che visse e fiori in epoca posteriore, ai Michele Piazza, che dovette vivere in epoca anteriore.

Ho sperato trovare la continuazione di quel lavoro, ma le mie ricerche sono state iuutilit

O Sciai, Preep. detta Storia delia Letteratnra del Secolo X V III.

Page 9: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

c l i c s o n o d i d e c o r o a q u e s t 'is o la , e re n d o n o G ir ({en ti e s p i la le d e lle a n tich ità g r e c h e .

P a r e c c h i a lt r i, fra ' qu ali il n os tro in s ta n ca b ile a r t is ta e d a r c h e o lo g o ItafTaello P o lit i , s i s o n o d a t i a s c r i i <■ re s u lle in s c r iz io n i , su lle m e d a g lie c m o n e te , su i v a s i fit­t ili o d a lt r o , e n o i d o b b ia m o s a p e r g r a d o a e o t e s to r o , a v v e g n a c h é la illu stra z ion e d i c o s e c h e s e m b r a n o in u ­t ili al v o lg o , c i a p p a r e c c h i a u te n t ic i d o c u m e n t i d i s to ­r ia . — R m o lti d i q u e s ti s a r e b b e r o tu tto ra f r a n o i , o v e

le v ic e n d e lo ca li n o n c e li a v e sse r o ra p ito ( ‘teEd in v e ro . nella seconda m età del secolo XYU1,

m onsignor Andrea Lucchesi-Palli, di non p eritu ra me­m oria, donava a questo Municipio la doviziosa sua bi­blio teca, alla quale aggiungeva copioso m onetario , ed u n picciolo musco di an ticag lie , rifruga te nei sepolcri ag rig en tin i. — Nel com inciam ento di questo secolo, il nostro cian tro ltaim ondi, raccoglieva anch 'eg li il suo m onetario; e il tanto commendevole cian tro Giuseppe P an ittc ri, uomo d i gusto dilicato, e di squisito se n tire ,

( ') Questo Consiglio Comunale, a mia istanza, è da órca quattro anni, deliberava la instituzione di un patrio Museo ,|intitolato V itto r io , dal nomo del Re? ma, pubblicato il rcal Decreto del 3 maggio 1863, per lo quale fu ordinato, che gli oggetti di arte e di antichità che si rinverreb­bero In Qirgcnti, dovessero formar parte del Museo di Palermo, non si cominciarono gli scavi, non si attuarono le offerte gratuite di parecchi cittadini, che promettevano donare taluni oggetti di Archeologia, dei quali si trovano possessori.

Ciò malgrado, si è già destinato il locale, si è stanziato un fondo in bilancio, e si è comincialo a raccogliere qualche oggetto di archeologia.

Speriamo, che gli ostacoli siano tolti, e sorga un'opera che da per se sola uobìlita una città.

Page 10: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

— 12 —

r e n a v a t e s o r i , a d i s s o t te r r a r e n e l la s u a v i l l a , e n e l l a N ecro p o li s t a tu e , s c u l tu r e , v a s i, m e d a g lie e v a r i e p i a n t e d i e d i f i c i . . . P e r ò n iu n o , d o p o la m o r te d e l G a g l io , s i a c c in g e v a a c o m p ila re u n a s to r i a ! — L 'o z io e le p iu m e i n c h i p o te v a , i l d i f e t to d e i m e s s i in c h i v o le v a e s e n ­t i v a , r e n d e t t e r o v an i g l i s f o r t i d i q u e i c i t t a d in i a m a n ­t i s s im i le p a t r i e co se !

M a , d o v e so n e s s i q u e s t i m o n u m e n t i , r a c c o l t i c o n t a n t a s o l e r t i a e d a m o re v o le u a q u a s i p a t e r n a ? . . A lan o - m e s s o e d e s p i la to i l m o n e ta r io e d i l p ic c io lo m u s e o J u c c h e s la n o ; v e n d u to a l r e d i B a v ie ra q u e l lo d e l lo i n s i ­g n e P a n i I t e r i ; i l m e d a g lie r e d i R a im o n d i t r a s f e r i t o in P a l e r m o . — Q u in d i è , c h e p r iv i c o m e s ia m o d i q u e g l i e l e m e n t i s t o r i c i , d e i q u a li s i è f a t t o f ln o g g i m e r c i ­m o n io c o llo s t r a n i e r o , è a r d im e n to , i l c o n fe s s o , i n t r a ­p r e n d e r e c a m m in o s i fa tic o so e d in c e r to .

P e r lo d i f e t to d i e s s i , so n o p iù v o lte in c ia m p a to n e l c o r s o d e i m ie i l a v o r i , e m i so n o in c o n t r a to i n im m e n s e l a c u n e , i l c o lm a r le q u a li m i è s t a to im p o s s ib i le p iù d i u n a f i a t a .

* S o r g o n o in f a t t i ta lv o lta n o m i d i ta lu n i a g r i g e n t i n i , o r n e l l e m e d a g l i e , o r n e l le in s c r iz io n i , m a d e i p a r t i c o l a r i d e l l a lo r o v i t a p u b b lic a o p r iv a ta n u l la c i h a t r a s m e s s o l a s t o r i a .

I l o l e t t o n e l l e p r im e i n o m i d i u n x m a m o m ( S i l a n o ) , d i u n ro c to z O (R o g io ) , e d i a l t r i ; m a s o n e s s i d i m a g i ­s t r a t i , d i v in c i to r i a i g iu o c h i o lim p ic i , o d ’in c i s o r i d e l l e

O n r D«Ua paleografia dalla medaglia acraganUna, apeaaa volta è rappraaentato da C.

Page 11: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

- 13 -

m edaglie, le quali ne riportano il nome? Ho trovata nelle seconde i nomi di un Mmfodoro, di un Lurut f o ­toni« c di altri, ma nulla per essi di grave momento mi è stata dato poter ricogliere altrove.

Sorgeva gravissima questione tra letterati di grande rinomanza sulla autenticità delle EpUlolt attribuite a Falaride, le quali appresterebbero immensa m as« di materiali starici, c quella discussione ebbe termine col ritenersi apocrife, c quindi bisogna assolutamente ri­gettarle (').

Tra Falaride e Terone si mostrano Telemaco, Era- méne, Calciopéo, Enesidémo, ma di essi null'altro bo potuto rinvenire che scarse ed infrante memorie nel carmi di Pindaro, e nel suo scoliaste. Cosi dalla morte di Falaride al regno di Terone sarebbe un vóto di dodici o quattordici olimpiadi; e queste lacune tro- vansi spesse e profonde per tutto il corso del lavoro, in modo che spinosissimo ed oscuro mi si è presen-

(') Queste F.pùloU, che da Suida (V. felapr) son detta aaamrmh, furono tenute autentiche nel medio ero, e Tzetzes nelle sue CUm£ ha piena fiducia nelle stesse. Bentley nella sua Disteritumt nJU epétkU di Falaride, ne dimostrò la falsiti, ricavandola dalle inverosimiglianze, dagli anacronismi, dallo stile. Bayle, Dodwell, Selden, e Tiraboschi sce­sero alla dissamina di questo documento, ma dopo le pii diligenti e piò profonde discussioni, la comune de' dotti lo ha rigettato come apo­crifo.

V. Tirai). Star, della Letkr. »taf. V. I — Dnrnct de Prede, Acerete tulio eloMmenb dà Greci m Sicilia, ediz. Pai peg. 66.

Chi amasse leggere quelle epistole, le troverebbe in Fabriào, BUL UiL graie.; In Pancnzi, Indotte in italiano.

Page 12: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

— 14 —Ulto quel periodo di s to ria , ch e p o treb b e p e r a v v e n tu ra sem brare agevole e sp lendentissim o.

Si avvicendano e si p rec ip itano g li a v v e n im e n ti n e l periodo che segue, in cui si vedono i C a r ta g in e s i o ra vincitori degii A grigen tin i, o r a l le a ti , o r v in ti ; m a , al varia r di quelle vicende, penoso m i è s ta to il la v o ro di riu n ire ed arm onizzare le varie p a r ti d i u n a s to r i a s b r a ­n a ta in pochi fram m enti di vari s c r i t to r i .

Quando le aquile rom ane a b b ra n c a n o i d e s t in i d e l­l'Isola. A cragantc r id o tta a f illi) rrlliya lc , p e r d e l 'a u to ­nom ia, e la prim a su a c e le b rila .— L a c e r a ta d a l le g u e r r e s e n i l i , c dalla av id ità dei P re to r i , la v e d re m o r ip a ­ra rs i all’om bra della m o n arch ia , e r ic o m p a r ire q u a lc h e fiata nei fasti della C h iesa , e d allo s v e n to la re d e l v e s ­sillo d i .Maometto.— E qui a l tr a im m e n sa la c u n a , a v v e ­g n ac h é i diplom i a ra b o -a g rig e n tin i c h e s e r b a v a n s i n e llo a rch iv io cap ito lare d i n o s tra C a tte d ra le , d e i q u a l i t a ­lun i b ran i fu ron veduti d a l n o s tro l le g r e g o r io , s ia n o s ta t i b a rb a ra m en te d isp e rs i o d i s t n i t t i .

Ma il d ife tto d e i d o cu m en ti s p e r im e n ta s i p iù s e n s i ­b ile n e l periodo prossim o a lla d o m in a z io n e norm anna, conc io ssiaché i diplom i d i n o s tr a C a t te d r a le s ia n o s t a t i no n c u ra ti o p e rd u ti in g ra n p a r te , e l a s t e s s a s v e n ­te r à ab b ian to c ca to quelli d e lia C asa n o s t r a c o m u n a le , d e i qua li no n e s is to n o c h e le c o p ie , e d i l p iù a n t i c o d i e s s i n o n co n ti e b e l 'a n n o 1 3 0 0 .

Ad o n ta d i q u e s to a p p a re c c h io s c o r a g g ia n t e , io s o n fe rm o n e l m io p ro p o sito .

Non s c r iv e rò u n a Storia, a v v e g n a c h é m i m a n c h in o

Page 13: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

- l i -« li '•l<'in<>nli necessari ad flJt'Tn cotanta: io lutti quanto ini potuto fra^WglHrcE esporrò in .t/emorie,eh« comprenderanno ru r i /Vri’oifi, i|i| quali il pruno sarà il M ilir o o f a h i t y o , e: verserà sulla epoca mitolo­gica , lino alla venuti delle colonie greche in Sicilia; il secondo sarà lo H U en M nel quale saranno svolti i falli che ci riguardano, lino alla prima invasione car­taginese; il terzo sarà lo n lì e n o - g i r l t i y i n e H r . nel quale esporrò la fin g a lo tti tra conquistatori e conquistiti, c questo periodo ci guiderà al /torneino, che sarà il quarto, nel quale Agrigento è travolta nella vita tur­binosa della capitale del mondo; indi cerch erò illustrare il quinto, clic sarà V A m b o ; l'u ltim o comprenderà la storia sotto la monarchia fino ai nostri giorni.

In questo lavoro io non ho inteso che a proporre modelli da imitare, ed errori da sfuggire, a promuo­vere nei miei concittadini il sentimento della propria dignità, ad esprimere i bisogni della Città nostra, e proporre i mezzi di soddisfarli.

Verrà di (e lo desidero ardentemente) che queste mie Memorie saranno ridotte a miglior forma, ed a per­fezione , sia per estensione di maggiori conoscenze, che potranno per avventura acquistarsi, sia per virtù di citi saprà meglio di me disporle, ed allora andrò superbo della lode che sarà’ per essere tributata a quel tale, che avrà corretto i miei errori, ed aggiunto altre notizie alle da me già narrate.

Page 14: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

K ,‘ *tf' Sjw*., .»« -r¡ ^ • î i S à » ? 8

^ '{ *

® ¿ 2 * lt | ® # ‘¡tr •■

-, .9 ,*■ .> . R f ¿ h;'£#\ ; «. ■

-• •* ' i•‘.,.. •};. -7 ‘ ><£ g j| -v*S2* % ^ ’ _^TOI>À f “Æ | ■

% r * ? * # | 1 / f • ¿i-1?¿í'. .-’■ * . ' ■ •/;

-" 'r i* t V ^ Ä > .* :• ' i -

• : , ^ V jj

s t * ¿ ;

Page 15: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

M E M O R IA PR IM A•et»

PERIODO MITICO, 0 PELASGO

Page 16: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

CAPO l'M C O

1 r E L XS G I — ACRI0X8.

C he le varie mitologie contengano tradizioni di (a tti, i quali, »vestiti dello straordinario, formano elemento di storiche verità, non iivvi al mondo ch’il nieghi— E quelle verità, in rapporto alle storio agrigentine, curerò io ricogliere dai vari miti, da fatti uni­versali, o da monumenti che serviranno a rischiarare la storia, e di questa mi varrò a sua vicenda ad illustrare e gli uni e gli altri; in modochè un connesso alternare di logico ordine di idee e di fatti, ci renderà la ragione degli avvenimenti, i quali sarò ad esporre colla maggior precisione che per me si possa.

Sicilia, a l par che le altre regioni antichissime, ebbe una mi­tologia propria, nazionale, che poi fé’ parte della mitologia dei Greci, e potrà ciò agevolmente rilevarsi, dal perchè in ciascuna quasi delle precipuo città nostre, o in ciascun dei luoghi piò ri­nomati di nostra Isola, r i ebbe divinità proprie, e propri miti. — Siracusa si ebbe Aifèo, Ciane ed Àretusa, sui quali favoleggiarono i poeti; Ennft la nascita di Cerere; il lago di Pergùsa il ratto di

Page 17: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

- 2 0 -

Proscrpina; Mile i Bori del Sole; Zancl* 1* folce di Saturno; l'Etna i Giganti e i Ciclopi, Mancatori dei fulmini di Giove, e Vulcano; Titola ¡»tara i Monti Croni, e gli IVi Palici; Agrigento si chi** Arrapai, figlio di Giove e della nimfo Stcrope. il quale vuoisi fon. datore della città nostra, e membro detta famiglia dei Giganti (').

Io non riprodurrò la opinione di Hans, Palmcri, Natale c liu- rigny, i quali, sprezzate le tradizioni, il mito e T autorità dogli antichi scrittori, li fecero a negare la esistenza di quella famiglia non solo, ma di quelle eziandio che (Mcpi, e Lestrigoni, c Aofo- t * furono addomandate. — Nè vorrò apporre a dimostrazione della esistenza di esse il rinvenimento di ossa smisurate, che ovun­que nell'isola si son dissepolte, avvegnaché la scienza sia accorsa a dissipare i sogni di quei creduli, che nelle ossa di immani qua­drupedi, vollero ravvisare quelle di mmimyigautL— Io dirò solo, che queste famiglie di uomini, famosi polla immaginata dismisurn dei loro corpi, siano esistite in 8tcilia ed altrove, e che. jk-U.i loro robustezza, selvatichezza tradizionale, e pelle egregie opere, pelle quali talune di esse furon distinte, abbiano svegliato nella gente antica tale sentimento di meraviglia e di terrore, da essersi rite­nute come di straordinaria struttura, e da essere spinte dalla poesia nei campi di Fiegra a pugnare contro Giovo.

Questa antichissima stirpe di nomini intraprendenti, fu detta dai poeti, figlia Ma terra (*).

Di questi figli delta (erra, di questa stirpe antichissima e pri­mitiva signorava la origine, quantunque Trogo Pompeo la vor­rei** nata in Sicilia (*), Beroso venuta quivi dalTÀrmenia, e Di­dimo dalla Tracia.

Or queste due ultime optami, che sembrano a prima giunta singolari o fantastiche, trovano saldo sostegno nelle piò recenti

0 Beroso, Manetone, ed altri.(') Ih yf, lena, regione, pam. Presso gli Egizi dkevasi, che i Gi­

tanti sano stati generati dalla terra, quando essa dapprima dava origine agli animali. — Diod. Lib. I, c. 26, ediz. Lipsia 18%.

0 Una (Stoma) patria Cgrhpm fiat—Justtn. ad Trog. Uh. IV, e. 4

Page 18: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

- 21 —

riitrclifi Milla stirpi prlasga , *vv»*gna' h ri »ia m»rf*bil* , ri*)u i»«ir|K? dei Giganti ma «•niatita n«?lU tt^ ea T p»/*, »n r*gy/0i fc più lontane di aito e di credenza, nelle quali i m onun^nti dei T rog lod iti, le piram idi, le pagòde t i labirinti sono «»tim ati *ia quei popoli opera dei geni o dei Giganti, e da questi erede*ano i greci-elf^ni essere derivato il popolo dei Pelaagi ( ') . Ed ei pare, che i noHtri A prile e V alguam cra, c Raoul-Rochette ai appongano ni vero , conciossiachù dalle investigazioni sulle lingue e sulla uniti della razza umana, sitisi giunto a rilevare, che le tre stirpi salvate dairuniveraale flagello, discese dalla cima dell'Ararat. siansi sparse huI g lobo naufragato a rianimarlo; che VAsia 6ia stata la prima regione ad essere abitata, e che una gente indiana, la quale fa dotta Tracc-pclasga, abbia occupato il litorale dell'A sia minore ; che una parte di essa e la più antica siasi stabilita odia Greci* e nel Peloponneso, co l nome d i F d a s g i od E l è n i , e siasi estesa d appoi sullo isole e sul continente d’Italia (*)- E pdatga dovette essere la stirpe venuta ad abitare Sicilia; e questa immigrazione in epoca rimotissima, non serbata dalla tradizione, dovette generare il m ito dei Giganti e dei Ciclopi, derivati da unico stipite coi Greci-eliòni.

Questa unità di stirpe d vien confermata da Euripide (■ >, r»p-

(*) Cantù Cesare, Stona Universale, Lih. i l , c. SA(*) Idem, ibid. Lib. I, c. 6 e 7.(*) Nel Polifetno, Atto li, Scena Ulisse dice cosi al Ciclope :

A S m «otri il ccr gli m m à tuoi Gian ti » qnesti «atri di ptror f i vita,£ farne d'essi alla to t bocca «a empio Otto

Ai Frigii poiNoi non ftbbi&mo perdonata l'onta IntoUernbil che ci taro, « « porte IN questa pioria tu ne sa »oa «MB*JFpmM ài Grecia n ti ripa* hmgki Annidi, «orto «ni te n *e «teda Che getta fioco.

TwA. di lfichalang. CsnmU.

Page 19: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

0)1-- 22 -

presentante Difese che propri Politomi», qttnl ano che riconosca gite dilli » Grecia, a coi conforma la nostra geografia fh*iri*pom «caria e «Vaia, oro j nomi »follo citi A, occupate poscia »fallo rolojiio oltane, rivolano gli elementi »lei greco linguaggi«» ( eoi »•»»fiTmiiwi gli eliòni afeshii, che nella loro rimota antichità, usarono »lolla pa­leografia pehuga, e col rivela infine lo stato »li civiltà »Icirlsola. contemporaneo alla esistenza dei Ciclopi.— E ila osservaisi infatti, che i Trojani e gli ¿limi fossero aneli Vasi della stirpe poliwgn , e che i primi, appena distrutta la loro capitale, approdati in Sicilia, trovino Erice, ore sorgeva un tempio a Tenere (*), mentre Ulisse (elio in linguaggio pelasgo-albanew, suona riapintore (*)), trova

(') Mino* approda in Sicilia, sbarca alla foce del fiume \iXtxo<, pi m i « una colonia di Cretesi in una città, cui egli chiamò EiiU'tai-Miiioii, la quale, al diro di Eraciide Poetico, chiama vasi prima (llentu).

Tn»ukia fu rapitale dei Siculi. Quella parola non rap p iw u ta nel dialetto siculo, che Trmania, nomo dell'Isola, e questo si compone «la tftfc (tre) ed (sommità).

Aivliiii da Corinto fonda Siracusa nelTisoletta, che prima del suo arrivo, noma vasi of t (Orligia), o questo nome da vasi pure dagli eliòni aDolo, d i era antichissimo sovmnnomo di Diana.

Nel dialetto eolico, la lingua degli Eliòni si avvicina a quella dei Po- lasgi.

Jtuhvor, Atene eco. Lib. I, c. 2.Lo colonie albanesi in Sicilia, parlano la lingua pelasga antichissima,

(he in moltissime parole serba gli elementi della greca.V. Bidoni, Qwiruttiti Setoli, ecc. p ) Diod. Lib. IV, c. 83.Qui è luogo a marcare un anacronismo di Virgilio nella sua Eneide.

Egli, descrivendo il viaggio di Enea pel mare africano, gli iacea vedere Camarina, Gela, ed Arrogante, — Ha Gela sorgeva quasi mezzo secolo dopo Siracusa, Camarina dopo un secolo, Aeraglito «ifeuia colonizzata dai Grioì nella Olimpiade XLIX.—Le città di questo nome nou esi­stevano dunque iti quel periodo.

Nell'epoca »icona sorgeri una r i t t i , che fa probabilmente Oratoci*, sulla sommità della rupe, che fa poi l'Acropoli di Acragonte.

(■) Itidera, Quaranta Secoli Race. I, pag- 7 c eegg.

Page 20: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

- 23 —imH Imi!» uh altru ciltè, «h** fu forse \stOnzio. i ‘ ampi "»ltnati -lai I »«‘»trigoni c i i Ciclopi, ch’oran pur*; Giganti. tu’*'. ••*•>>»r*> non erano elio Su:'mi e Siculi; avvina* hè, jm.t te-tirnoiifonza di Fi listo, abbiamo elio questi ultimi fonerò già dii-ccsi fra noi, ot­tanta« iuqu<’ anni prima tifila guerra *li Troja ('/.

1 iVlusgi erano guerrieri, artefici, erano ewi in uno stato <li prngn-.lita cultura, c furono appellati Giganti predio noi, nella Glissa guisa che presso altre nazioni, vernano appellati dello »tcs?o Homi* i guerrieri e gli uomini intraprendenti e robu-ti i*».

Or uno di cotesti Giganti, cioè uno dei figli della tcrr* noJra,

(*) Filislo, citato da Dione, Lil». I.(*) Presso gli Ebrei erano chiamati Giganti quegli uomini, che furono

in aittico, /»ossei»fi c fatnosi, e che in altre antiche versioni delia Bibbia furon dotti Mommi violenti, impetuosi (Genes. c. VI, v. 4). — In Pai-Mina crau d'-tli Giganti gli uomini di alta statura e guerrieri (Baruch, c. Ili, v. gii-.- fili Egizi ebbero i loro Giganti nei fabbricatori dei labirinti c ch ili- pii amidi; gl* Indiani in quelli delle loro pagòde, e negli ariefid delle ini ni«-use (Scavazioni.

Vico, nella Sdenta Kuora, inclina a credere alla esistenza dei Giganti, cioè dei primi uomini nati da* concubiti incerti, dopo Vili riversalo diluvio, i «piali por opera di una bestiale educazione trovarono in un maggioro sviluppo di membra, nel quale non poterono trovarsi i popoli più «ulti, che allori» erano gli Ebrei — Egli è vero, che ì Germani velluti «la Giulio Cesar«* presentavano persone più aitanti c robuste, come ritengo che »»ano i Pata>oiies dello stretto Magellanico; egli è vero, che 11 museo di »ino dogrimiK-ratori romani, descritto da Svetonio conteneva armature »li no­mini giganteschi, e no ho veduto anch’io delle intero di acciaio; ma ma» potrassi im i prestare credenza alla favolosa dismisura dei loro corpi, tanto da sovrapporre monti a monti, e tentare la scalata «U4 ri«4<\ c da far tremare l’ Etna sovrapposto ad Encclado. — Un maggiore »viluppo nei muscoli, uomini aitanti ed alti della persona dovettero mistero, muro le primitive piante, c le primitive famiglie dei bruti, lo quali ri presen­tano nei loro scheletri forme e poi porzioni maggio! i dello attuali, ma che fosse esistita una razza di uomini di una altezza e robustezza egli è un errore che parte più dalla fantasia o da un *4■ 'tema, che dalla fìsica storia dell’uomo.

Page 21: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

- 2 4 -

uno dei capi della stirpe pelazga, migrata in Sicilia, nominato Aerufas, ti dice aver dato il suo nome alla cittì nostra ( ') , c questa tradizione tiene sorretta pell’autoritì di Tucidide (*) c di Diodoro, dei quali Q primo d narra, che la colonia che partiva da Gela, fosse tenuta ad abitare, non a fondare una cittA, clic fu da essi appellata Acragas, dal fiume che le scorrerà ricino, ed il secondo sentendo del Cárnico si riporta ad una idea rclntica f la quale accenna ad una città di altro nome, la quale fu |K>scia appellata A cragantefy— Dal che sorge, che l'antica tradizione, trasmessaci alterata per tolger di secoli, da Beroso, Manctone c<l altri, possa correggersi in questa guisa, cioè che uno dei capi delle tribù pelasghe, abbia fondato una città, che fu probabilmente

0 Questa tradizione si riattacca all’altra, riportataci da Diodoro, polla quale Sterope (madre di Acragas) sia stata uni delle sette figlie di Al­iante, le quali, unitesi ad eroi ed agli stessi numi, akbiin dato principio a molte nazioni, avendo dato alla luce figli, per rinomanza celebratissimi, parte d a quali furon fondatori di città, e pertanto anche fra' Greci, molti degli antichi eroi da esse ripetono l'origine della loro stirpe.—Alle Ai- laakdi fu dato ¿1 nome di Nmfe, perchè tal nome era comune a dinotare la èmme.

Che la famiglia degli AUmkà sia Tenuta in queafisola, risulta dalla naxnziooe deilo s ta ra Diodoro, pelk quale Saturno, fratello di Atlante sia regnato in Africa, in Italia, in Sicilia, e che egli, collo ^juto dei Titani (che ran per me i Pelasgi) abbia rooeso guerra a Giove.

Diod. Lih. I li, c. 60 e 61.(*) tMm 'Ziféptt — lib. VI L'yMfcr di Tucidide è l ' aoristo primo di M t* , che suona deducere

cehmam ad %abiim d m —lA edificare una dUA sarebbe rappresentato da iti?«, io abitarla, da ddm, che d darebbe l’aoristo frisar. — Non sarà però inutile osserrare, che in Tuddide, e nei greci scrittori si dia indistintamente lo stesso significato alle parole **<£«*, d*u*t ¿uf«# (fabbricarti abitare, condurre una celoma ad abitare). —Io non pertanto ho stimato adottare il lignificato proprio, perchè lo redo sorretto da tradizioni, e da monumenti che provano una precedente fondazione.

(*) Lo ai vedrà più sotto, quando » discorrerà del Camino,

Page 22: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

- 2S -Omfaco ('), elio fu poscia abitata dai Golii o dai Rodiotti, ed alla

quale fu dato il nomo di Acragae.I nostri Giganti furon detti Ciclopi, e Lutrìgoni, e tutti dappoi

Scani, corno sarò ad esporre, malgrado il parore di tari scrittori,

che vollero vedere in quei nomi i tipi di diversi popoli, Tenuti ad

abitare Sicilia, sia daH'Iboria orientale, sia dalla vicina Italia (*). Tucidide (r) infatti, confessando ignorare donde e quando siano

venuti fra noi i Ciclopi e i Lestrigoni, ci induce a concludere, elio essi non siano che lo stesso popolo dei Giganti. Io penno, die

ogni antico popolo abbia avuto i suoi Ciclopi, e che i Ciclopi-tri- fiacri non siano stati che della stirpe dei nostri Giganti.

A provare, che i Ciclopi siano ap|»artenuti ad una stirpe di­versa, taluni ce li hanno dipinto come uomini che avessero avuto

i! bene di un occhio solo; altri, che una lucerna avessero avuto quegli uomini selvatici attaccata sul fronte, onde immetterai p ii agevolmente nelle grandi escavazioni (*), e da altri ci si assevera, che fossero stati gagliardi saettatori, ch e , per coglier la mira f

chiudessero uno degli occhi (*).— Ma se natura non et diede che

due occhi al volto, se i monumenti etruschi e se le medaglie (•) ci rappresentano Polifcmo ciclope con due occhi, se la parola ri

appresta ne' suoi elementi una verosimile ragione di ben conget­tu rare 0 , ¡° adotterei piuttosto altro parere, che quello di veder

(*) Non potrebbe essere laico (come si opina da taluni), perchè «sa esisteva ai tempi di Platone, ed era piccola d i t i (*V *fùn?r P h ^ Ipp. Mai. Proverò più sotto, che nemmeno Gamico potè essere, ove sorgo Girgenti.

(*) V. gli scrittori diati da Narbone, Storia M a Letteratura di Sicilia, T. I, pag. 4 e segg.

(*) Lib. VI.(*) Irzio, Paimeri, Mal vico, ad altri.(*) Di Bissi, Storia di Sicilia, Lib. J, c. 1.(*) Narbone, i. c. pag- 5, nota 1.(*) Le etimologie delie lingue native sono storie delle cose significate

da esse voci. Vico, Scmsa S o m , pag. 120, odia, di Napoli 1840.4

Page 23: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

— 26 —

n o ' C ic lo p i uba rmxiA d i marnimi ■ m ostr i, o d i s e m p l ic i s c a v a to r i ( ') . H se g u en d o io a v e ro s ig n if ic a to d e l la p a r o la ih! il m ito , r i p a r o , c h e i C idop i n o n s ia n o s ta t i c h e i G ig a n t i esp lora tori, i custod i, h» eeutimcile d e i lu o g h i, o n d e a v v e r t i r n e g l i a b i t a n t i d i q u a lc h e n e m ic a in c u r s io n e , o d i q u a ls iv o g lia a l t r o s in i s t r o i m m i n e n t e . — I v i «*• p e r ta n to , c h e , a p p e n a U lis se a p p r o d a in S ic i l ia , s 'im b a t to in P o ­llicino, u n o d e i C idopi, e d è p e r lo t e r r o r e s v e g l i a to d a llo s t r a ­n iero , c h e iY >li/em o c h iu d e U lis s e e d i s u o i c o m p a g n i n e l l 'a n t r o .

• n e d iv o r a ta lu n i ( “). Q u e s to stesso p r in c ip io i n f o r m a i c o s tu m i d e i Jjestrigoni, e lo a i r a v v is a d i le g g ie r i in A n t i f a t e , l o r o r e , u o m o d i g igantesca stru ttura , (c io è g u erriero e c a p o d i q u e lla tr ib ù ), il q u a le r e g im a i l s u o p o p o lo ,

Fòrti di brmcàlo, la nomerò infiniti,£ Gifòmfs nlin v iste (*),

e p e r s e g u e lo s t r a n i e r o , e lo e s p e lle .

(") f i n i te# s i com p o n e delie d u e p a ro le (c irc o lo ) e d <3* (o cch io ),d a c u i Smòym ( r e d o ) , 6 q u in d i «V * n ri* inrofAtu— ntftoiroftcu (v ed o in* to rn o ) . — S e s i a v e sse v o lu to esprìm ere l a unicità d e l l ’o c c h io , s i s a re b ­b e r o i Ciclopi a p p e lla ti Mir-m***; se s i a v e s s e v o lu to a l lu d e r e a l la figu ra m a te r ia le d e l l 'o c c h io , e ssen d o q u e s to n a tu ra lm e n te d i f ig u ra circo tare , n o n s i s a re b b e a p p ic c a to q u e ll 'e p ite to su p e rf lu o , r a p p r e s e n ta to d a l la p a ­r o la mmmiòCi s e a i a v e s s e v o lu to a c c e n n a re a l la lucerna, c h e p o r ta v a n o in f r o n te , a i s a re b b e ro a p p e lla ti ( d a lu ce , lum e) e Xi%*-<*>*/<(dm lu c e rn a ) . E g li è e v id e n te d u n q u e , c h e l a p a r o la n o n s i p re s ti a l l e v a r ie opinioni f in o ra e m e sse d ag li s c r i t to r i . — D u n q u e l a r a g io n d e l n o m e d e v e c e rc a rs i a l tro v e . — I o (p e rc h è in a r c h e o lo g ia è le c i to c o n g e t­tu r a r e ) , e m e t te r ò u n a o p in io n e d iv e rs a d a l le a l t r e f in q u i a c c e n n a te .

(*) Q u e s to feroce p r in c ip io d e lla a n t ic a b a r b a r ie , e le v a to a d i r i t t o d e l le g e n t i , fri serbato in R o m a d a l le Leggi d e l le X I I t a v o le : A d versus /io* etem (straniero) aetem a auctoritas erto. V . V ico , Scienea N u o va .

S a p p ia m o d a i p o e t i g rec i, c h e , p r e s s o g li S c i t i , i f o r e s t i e r i fo s s e r o s a c r if ic a ti a l i ' a r a d i D ia n a , e D iodoro (L . IV ) c i r i p o r t a l a b a r b a r i e d i B o a ir id e in E g it to , e d e g li a n t ic h i C e lti , i q u a l i s c a n n a v a n o i f o r e s t ie r i , c h e c a p i ta v a n o in q u e i lu o g h i

(*) H o m e r . Odiss. L ib . I X . — T ra d . d i P in d e m .

Page 24: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

- 27 -

Or, il sito ove sorgeva O m f a ' h e fu pi™ loia ' itt i di origine mi aii.i, c |K»H' ia {nrU‘/.A4 ‘li Arrogante, non par dubbio ohe f'^ae stato aiutato «lai LVlopi, avvina« hi* nrloptm u à U pr'/!ig»'>ia Oflcavuzioiie, n|>|*llata da noi I/Onrudo, la quale dimostra 1 ardito concetto, e la copia «lei mezzi, dei quali dwpooeTàno quegli uomini

antichissimi.Questi immensi Ipogèi si dilatano lungo tu tu la e*Vrn§ione ¡n*

tem a della rupe , sulla quale »orge G irgenti, e ii compongono di grandi gallerie, che immettono in delle stanze quadrilatere, e queste in altre innumerevoli in forma irregolare, con soffitti piani, sui quali, c nulle pareti si scorgono pronunziati, e come da fresco, i colpi del piccone.

Essi non sono stati visitati in tu tu la loro la titudine, nè in tu tte le loro particolarità, per lo pericolo cui li va incontro, pei corridoi ostrutti da enormi massi staccati dalla montagna, pelle lacune che vi si rinvengono di tratto in tratto. — Molti curiosi li

hanno tentato, ma invano. V- Solo, in una delle pareti di una di quelle stanze , a circa metri 800 da uno degl’ ingressi (che ve ne ha parecchi) leggesi I. HouvSl, 9, 1776 (*).

Quest’Ipogèi presentano la prima epoca dell* architettura, che fu detta trogloditica (*). D Labirinto in Egitto, in cui eran dodici palagi con tremila stanze, delle quali mille e cinquecento sotterra, m entre altro sullo stesso modello, ma di minore dimensione. diceTasi, essere silfo in Creta; i Labirinti di Nauplia vicino Argo, e quello del Parnaso, si tennero opera dei Ciclopi (•). I nostri Ipogèi adori*

(*) L. Vigo. Sugl Ipogèi di GirgtntL(*) Da *féyìrtl forame, caverna.(*) Darthelemy, Viag. di Anae. voL IX, pag. 21, ediz. Xap. 1821Queste grandi escavozioni trovami nel Caucaso, nella Geòrgia, in

Cuba e Podroma, nel Paro pa mi so traforato interamente.—NVH’Indm, l'arte trogloditica sembra cominciasse dalla escavazione del porfido c del gra­nito, nei monti In u lta e Cascemir, sulle frontiere della Persia, c nell'alto Indostan. Son celebri le catacombe di Definita, i censettanta sotterranei di Dumnar, il Panteon di Elioni nel seno di un monte di granito rosso.

Page 25: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

— 28 —

q u o w m o p e r a pei**?*, o p e r a d e i C i d o p i - t r i n a c r i ( • ) , c h e f u r o n o a r c h i t e t t i e » c u l to r i , c o m e r i r ic o p i le d a l l a te s t im o n ia n z a <Ii P u u - M n ia . p e l i» q u a le a v re m m o , c h e A g n S la e d I p c r b i o , d u e d e i n o ­a t r i C i c lo p i , fo sse ro a n d a t i in A te n e a c o s t r u i r v i l e m u r a d e l la R o c c a (*), e d a l l a t r a d iz io n d e g l i A r g iv i , c h o a s s ic u r a v a n o , e l io la t e s t a d i M e d u s a , c h e v e d o v a s i s c o lp i ta p r e s s o i l T e m p i o «lei C e l ìs o i n A r g o , s i a s t a t a o p e r a d e i C ic lo p i (* ).— E s s i in s o m m a m e r i t a r o n o s ì b e n e d a l l a c iv i l tà , c h e in C o r in to fu v is to s o r g e r e u n T e m p i o , d e t to VArm d e i Cieiopiy o v e s i c o n s a c r a v a n o a d e s s i d e i s a c r i f ìc i (•) .

M a q u a le l a d e s t in a z io n e d i o p e r e c o s i c o lo s s a l i? . . . . T a l u n i le s t im a n o c i t t à a b i t a b i l i , p e r r i f u g g i r v i d a l r i g o r e d e l l a s t a g io n e ; a l t r i c h e s ia n o s e r v i t e a l lo s c a m p o d a in v a s io n i n e m ic h e (*), o a t r a r n e p i e t r a p e i la c o s tru z io n e d i g r a n d i e d if ic i ( ') ; a l t r i c h e s ia n o

eh« co rre p e r se i m iglia, e i m isteriosi lab irin ti d e l p a lazzo d i S iv a ; t r o ­v a m i essi in Am erica. nell'A rcipelago delle M arianne, in In g h ilte rra , nel co n tin en te d 'Ita lia , in Sicilia, in G irgenti, e i r a m ille a ltr i popo li.

C antù , L c. U h . I I , e. 34.I n Sicilia, C'yclo/mm v a sti U stantur sp teu s.Solin . PtU tfkuL c. 10.

A ltre e s tiv az io n i di diverso genere, nella te rra d i G ibellina , n e lla c o n ­tra d a d e tta L e Grott»crUf, presso Raffadali, ed altrove s i v ed o n o a l p iè , nel s e n o , e in cim a dei co lli, le quali sem brano n icch ie o c e l le t te , ed accennano ad una prim itiva abitazione trogloditica.

(*) I Ciclopi vengono detti P e la ssi d a Pausan ia , e fu ro n o essi c h e co* s tru sse ro le m u ra deU 'antichissim a T irin to , e quelle d i M icéne.

P au s. L . I I , c. 25; Lu V II, c. 25.(■) Idem , U h . I , c. 28 e c. 41.(•) Id em , U b . I I . c . 20.(•) Id em , U b . I I , c. 2.C ) S i dice, che JoU o abbia condotto in 84dlia u n a co lon ia , © q u iv i ,

acavate deUe cav ern e , v i rifuggisse, a scam pare i pericoli d e lla g uerra .Ehod. U b . IV , c. 30.

(•) T a le è p u re la opinione del duca di Serradi falco, su l sup p o sto che, vicino la C ittà, le lapidicene non fossero state sufficienti a fo rn ire i ma* tc tia li necessari (T . I l i , pag. 31 e 33), m a ciò ripugna al fatto.

Page 26: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

- » -acquiflotli ó), altri caUromL*, altri pì^ ijIa/ j m «yerb /U ii. p*r

nascondere i minteri dei riti sa* ri, e tener tiro j] terror*- r^/U m im i di lla moltitudini'.

Io confutai! ignorare la destinazione diri nostri Ipogei, *| Ritorsi giungere a tal«* scovcrta, dopo la più d ilig a ti m i t i g a ­

zioni nullo particolarità, che r i ai potranno incontrare i*i.E ritornando ai Ciclopi, io non dubito, che U »te*<a loro «tiri*

abbia preso altri nomi, secondo le varie arti o i vari mestieri. *be

una parte di m a imprese ad esercitare. Talune tribù furooo per­ciò (lette hstri<ioni (erano i Ciclopi raccolti contro l ’imae da An-

tifate», |K>rchò bi eran date alla coltivazione dei campi ed alle cscavnzioni (').

Eccoci dunque in epoca rimotiusima, in cui Sicilia mostrasi progredita in ugricultura, in architettura, ed in altre arti, animata da cittadi dalle ampie strade e dai celeri carri ( #p

Dalla tradizione, cho i Lotofagi fossero vissuti insieme ai G -

(') Questa opinione pare probabile, nel senso, che quelle stanze siano state destinate a raccogliere il filtro, che avrebbe trovato lo sbocco ai piedi della rupe, ove s’innestano moltissimi acquidosi, che tuttora con­ducono delle acque nella città antica. Questa congettura è del mio ami­co, Prof. Giuseppe Cognata, Deputato al Parlamento.

(*) L i Commissione di Antichità e Bette Arti in Girgenti, avea già otte­nuto dal cessato governo autorizzazione, pelio sgombero di questi im­ponenti sotterranei; si era cominciato il lavoro, e si era aperto un altro ingresso nel largo della chiesa del Purgatoria, ove fu costruita una porta sorretta da due colonne doriche, che sostengono lo abbozzo di un leone che dorme. —Voglio sperare, che il governo attuale ordini la continua­zione dei lavori, onde aggiungere alla siciliana archeologia un altro mo­numento, appena visto, ma non conosciuto finora.

(•) Da Aiotpr, palo — Atitftim, scavo — I Lestrigoni furooo i C kk fi scavatori dei nostri Ipogèi.

Non ho voluto dir cosa su ' Feaci, perchè da taluni si è voluto con­fondere riperia della Tessaglia, con in Sicilia.

(*) Hom. Odiss. Lib. X.

Page 27: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

— 30 —d o p i, ì nostri Scio A (*) e N arbone (») indussero , eh o i p r im i ninno ■tati un popolo novello , qu i venuto a confondersi cog li unti* hi ab itato ri, e che abbian to lto ta l nom e d a li’easersi p an c iu ti d i ¡Atto, o guyyiofo, che nasce spontaneo nelle coste m erid io n a li d e i r i s o lu n o s tra (■). Io ritengo vera la p rim a p a rte d i q u e s ta n a r r a / io n e , avvegnaché i Lotofagi-trimacri non siano ch e co lon ie d e ll’ a n t ic a r a n a africana della M auritania, d i cui il te rr ito r io co n fin a v a co lla C iren a ica , e della razza ab ita trice dell'isola M en inge (•), r i c o n o ­sc iu ta dai geografi p e r quella delie G crb c , conciossiachò s ia c o rto , c h e colonie africane siano venute a d occupare il la to d e l l ’ I so la n o stra , p iù vicino a l loro continente. Q uelle co lon ie dovettero m a n ­te n e re i l nom e d i Lotofagi, perchè d eriv av an o d a l p ae se , in c u i i l I r to ap p re s tav a loro (com e lo ap p re s ta tu tto ra ) c ib o sq u is i to , • squ is itiss im a bevanda (*).

U n a trad iz ione del secolo X I I a ttr ib u ì il no m e d i Lotofagi a g l i A g rig e n tin i. Irtopkagoo eoi esse ajunt, qui m ine A grigen tin i d i- cantar (*); m a g li A cragm ntini n on essendo s ta t i ihaì u n a colo« n ia a fr ic a n a , q u e lla trad iz ione non po trebbe a l lu d e re c h e a l m ito , s e rb a to c i d a O m ero, cioè che, U Ir to faceva dim enticare la p a tr ia

O Leder. d i SidL dei imagi greci — Jntrod.(■) L . e. L . I, pag. A( 0 D i B issi, fantasticando opina, che i Lotofagi siano stati coltivatori

d i giardini, giardinieri— Stor. di SidL U h . I , c. L(«) Strati. L iti. m .O D ii antichi traevano dal frutto del Irto una bevanda, ch e sapea del

m ele e d el v in o .— O li Arabi lo chiamano oggi Scedra, 1 N egri Tambo- rotmg, e n e cavano da mangiare e da ber*.

Piananti, Viaggi m Barberia.O u w te pianto non è il Lotmt Zrtgpkm (com e scrìve Scim i), m a U Bah-

marno d i L inneo.C antò. Star. Vaio. L iti. IV .Enddop. pop-, V . Loto.N o d , Dio. MA. V . Loto.

( 0 EusU L ad Odioo. Bomor. l i t i . IX .

Page 28: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

— 31 -a chi «r f/itobissr. {»). Or questo mito, paro eh»; ci rpf-pri-wrnti il fatto, •;ioò, clic i Cólojii-triimm, i Lestrigoni, c avatori dei noatri J|«<ig«'i, allontanati «lulli* parti orientali dcirlsoU, p»*r furor** M - l'K fnn, ed inerii tali dulie bulica//» tranquille, r? 'lai la 'alma ohe loro preparava la ri-Kbinc meridionale, rUm ì <lim*-nti» ati d«dle loro ami'-ho contrailo, Minimi indi riabiliti noi nostro territorio, quivi abbiano fondato città, dallo «piali infine furono enpuUi dai G+V>\

c dai Rodiotti-Acragaiitini, «•In* preso il dominio dei luoghi, furono intosi Lotofagi dal nomo dei primi abitatori.

Queste varie tribù ili Pelassi, rappresentate per diverse denomi­nazioni, furon poscia appellati; Staine, e per m e fu detta .Strania Pisola nostra, malgrado lo asserto di Tucidide, che narra, i Biconi essere venuti in Sicilia dulllberia vicina, quasi un secolo prima della guerra di Trojo.

I .SVani non furon per fermo un popolo diverso da quello che esisteva noli'Isola.— Ivi invero, come concepirli la totale dispari­zione dei popoli primitivi ?... Spariscono i Giganti, i Ciclopi, i Le­strigoni, i Lotofagi, e si vede apparire un popolo novello, con leggi, governo, con civiltà adulta, scnzachò più si ridesti almeno la ri­membranza dei primi abitatori! Questa rapida disparizione non può conciliarsi nemmeno colla congettura di Scinà (*), che vor­rebbe di due popoli faro un miscuglio, che poscia fu addoman- dato sicano. — Io penso, che i Sicani non siano che lo stesso po­polo polnsgo, il quale a grado a grado sia entrato in quel ciclo

(•) Colà brucava8tarai, • mancando dal aotva Lato,La eoa Irida natia bandir dal petto.

Odi$$. Lib. IX, di Finta.

E forse, polla ospitalità degli abitatori di quelle contrade, ai esagerava la squisitezza di quel frutto.

Qsoa IMCO nobili* arbor Et dolci paacit Leto*, nimli hospita bacca.

80. ilal. Uk 111, V. Ma« L . e .

Page 29: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

— 3 2 —di citìIU v in che pria non cns e che, fuso lo vario tribù sotto unico polìtico ir^gim^nto v abbia tòlto il nonio novello dal uo- tno del ano primo Minore. Tunoo infatti scrivo (•), i Siciuii l’sscro stati iwrfiyfn' o la favola ci ha tramandato Sicn pto <|ualano dei beli del ciclope Hriaròo (•), o Scowo fu il nonio del primo co di quella pronte, che appellimi poscia «cana (*); c questo «Virano re vuoimi marito di Cerere (*), la quale appartiene, por nascita, all'isola nostra.

Comi la veritA storica, paro si appalesi in tutta la sua scliict- tessa, malgrado la contraria opinione di Fi listo, seguita dii Sii io Italico, da Dionigi di Alicamasao o da altri, i quali non fecero che riprodurla, copiandola. Cosi svanisco la istantanea dispariscono dei primi abitatori , o la inventata mistura di duo popoli , o la sintesi storica scorge nei «Siena* il mito del morale progredì monto dei primi nostri padri, por lunga stagiono imbarbariti. Infatti, tro­viamo nell'epoca dei Biconi e leggi o religione o statuti , o tale miglioramento nelle orti, da esser questo rappresentato dal mito nella persona di Dedalo (*).

Narrasi per tonto, che Cocalo re dei Biconi avesse accolto quel­l'artista fuggitivo, e tenutolo in altissima stima, pella eccellenza dell’arte sua. Dedalo (le cui opere, al dire di Fa usa ni a, erano sconce a vedermi, ma splendevano di una impronta divina), costrusse nel- 1* *g*o acrogantino, appellato Catm ica , una città fortissima , con unico ingrasso, e cosi tortuoso e stretto, da poter essere agcvol- nicnto difeso da tre o quattro uomini armati. Fenduta inespugna­bile la città, e sicura la regia, Cocalo vi depose tutte lo suo ric­chezze (*).

(*) Framm. II, raccolto da Spala(*) D em etrio Calatliano, citato dallo Scoliaste di Teocrito nell'Idillio I.(*) Marxiano Captila, L. V ili, c. C.(*> V. gli scrittori citati da Narbone, 1. c_ T . I, p*g. 53.( • ) a r t e f i c e .

(*) DkmI Lab. IV, c. 78. — Paimeri (Somma delZa Storia Hi Sicilia* T . I* pag. 3), ci tramanda Dedalo corno re ilei 6'*cani.—Errore storico ! (A pag. O),

Page 30: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

— 33 -P ii in qu**l fxriodo. •he N Veglio*-i 1la g*•lori* l'arnb dei

vil ini potenti, e primo Min*» • II«*«ai dir •li aT#-ari indirò del mar«-, e m'ilite isole air«*a ' '.'I'»- I«V» «hei>.ixlalo fi>HHo fuggito pri ‘(irto (Viilo. al;.pnxlò r o t i num»f'»-a fi'AIA,alla riviera acnigantinu. «1e fu <U’ Cretini fondiiu Min'«.E qui narrarti, clic Min«Hrt*. abbia «p.ylito araldi al re i- Sv ani.perché gli si rende**» Dolalo reo di jx-na rapitale ; • he (>x*lo siasi offerto fari lo alle r ¡eh uste d»l crrte-v* monarca, e avendolo cortesemente accolto, per ojH-ra «Ielle *U" fig lie , io abbia «*»nd"tto ni bagno, od ivi tanto lo abbia tenuto, che. p»*r ecreftaivo caiore, ve lo ubbia fatto perire ( ’ ); «.'he C on ilo , perchè non bue* incol­pato dì assassinio, ne abbia consegnato il ch iaverò ai Cretesi, {atto lor credere, che Minosse, sdrucciolando, sia p en to nel bagno.

Essi elevarono doppio magnifico monumento, di cui nello in­terno seppellirono le ossa del loro re, e nello esterno costruasero un tompio a Venero, il quale, per lungo volgere di tempi, fu ve­nerato con sacrifici da' vicini.

I Cretesi, dopo ciò, assediarono Camico per cinque anni, ma, per difetto di viveri, si sbandarono per altri luoghi dell'Isola (*).

La città di Camico dunque sorgeva nell'agro acragantino, ed altro città sicane venivano fondate in questi dintorni, fra le quali Omfacc cd laico, che si dice essere stata capitale della Sicania.

Egli ò errore storico, in cui urtarono parecchi scrittori delle

assicura che la regia di Cocaio sia stata scavata nel vivo del sasso, e cho essa ora sia divenuta un vasto sotterraneo (cioè »1 labirinto).— Errore storico. L‘ f*ì r»;f *irpav di Diodoro importa sopra la rupe, non ntUo interno di essa. — 11 Labirinto è sotto Girgeoti, e la regia di Cocaio non fU mai questa Città.

(*) De Reputo. Lib. li, c. 10.(•) Diod. Lib. IV, c. 79.

Pausan. Lib. VII, c. 4.Straba Lib. VI. — Paimeri (L c. pag. 7) inventa lo incendio delle

navi di Minosse, per ordino di Cocaio.O Herod. Lib. VIL

Page 31: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

- 31 -

cose siciliane, 3 ritenere, chi Gamico tia stata sulla rupe, ow sorge Giranti.

Io bob farò plauso a Pinolanti (*), che pianta Cainico ni CVi- titiUuo, presso Palma di Montechiaro, ad Ortclio c Leandro, d ie la vorrebbero in Cammarata, dalla crasi Guucw-era/, nò a ( 'la ­vorio 0 , nè a Bochart ('), che la situano presso Siculiunu, alle sponde del fiume detto ZWIe-Oiaae, avvegnaché i loro argomenti non c indurrebbero, che a più o meno verosimili congetturo. Kiniln- sào però volontari alla inveterata credenza dei miei concittadini, • è colore che hanno scritto alcun che delle cose nostre, con- òossiaehè lo splendore del vero mi renda evidente la impossibi­lità di sostenere, che Camko sia sorta nel sito che noi abitiamo.

Erodoto, infatti, storico contemporaneo a Terone, scriveva, dubi- tornio, che Comico sia stata una volta abitata dagli Acragantini (■). Se Comico avesse preso poscia 3 nome di Acragante, egli non avrebbe scritto congetturando, ma lo avrebbe con sicurezza affer­mato; e, perchè Comico era città che sorgeva nell'agro acragnn- tino, presso Acragante, e di questa divenne poi uno dei castelli, egli dubitata, che gli acragantini, o altri greci di Sicilia l'avessero colonizzata

Diodoro, narrato, che Dedalo fosse venuto in Sicilia, aggiunge, che quel grónde architetto abbia edificato a Cocalo una città in un sito dell'agro acragantino, che appella vasi Cantico (*); quella

0 Jfm. «opra Oda.0 SicO. À*t Lib. I, c. 13.0 Gtogr. Sacra, lib. I, & 90.

Amico, L a Top. Sic. V. Campati,(*) IV («V«-») •*•’(*». ‘***r*u>* Mpmrn. Herod. Uh. V1L 0 LO). V, C. 78, Scrive cosi ; la i H t V ¡OH ir t f Ke/uui/

%ik* MtHUNfl.

D duca di Semdibko (L c. VoL IH, nota 11) m ol «»tenere, die Gamico aia stata sulla rupe ove sorge Girgeoti, cioè dov’era la Acropoli degli Acngantini, e mentre scrive, che l’Arce sorgesse dove è fondata la no* velli a t ti , insensibilmente la trasloca sulla vetta del vicino colle, detto

Page 32: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

- ./ # —

città <lui)«|u*> iu»n [ioti* v>TV’ff • )i<- in 'in fcito n'/n lontano fa

A< ra^niit«*. avvignai Ijc h»* Mimico h *v r stata nulla rup* fU * * r

vriwtavn la C ittà , n»? «vribbe formata l'A cro p o li, wrrbUr iu t a

parto »Iella Città HtOBHa, c Diodoro non lo avrebbe uditilo.

dal vulgo I* Forche, c dagli archeologi AfmertoZc. — Dunque i'Arce per lui non sorgi*va più sulla vetta 'li Girgentj, tru sul colie viar*o.

Cioè contrario alla topografia, c*l alla descrizione lattane <L PvliMO, avvegnaché suscitano aurora, sulla sommiti di Girgenti. gli avanzi dd Tempio delirato a Giove Abbino, o a Minerva. erroneamente rvoDO* sellilo finora per '¡lidio di GWe Foàco, « <1 rsiìta il burrone jnaccesuiAk dalla parie del Nord.

Dopo ciò, il duca, a provare il suo asserto, argomenta cosi :1. Katà importi nel tratto deU'agrigcntmo territorio; ÌMfy%*u*rf può

supporre x*v*' (regione), e *ó*r (città); dunque il pi**) di Inodoro deve intendersi cosi : In quel tratto, in cui ora è Cacragankna atte, gnuio *d Comico, edificò Dedalo una Citici.

% L i particella A7/.V (ora) determina la Città, non il territorio, giacchi il territorio cangiava di estensione nei diverti tempi. — Intatti Diodoro noe aggiunge la particella A//.V alle parole *ar< rrr lUur—m** r f * . mentre Io avrebbe dovuto aggiungere, non esistendo a quei tempi nè il terri­torio agrigentino, nè il seliountino.

Contro questi argomenti, per altro ingegnosi, osservo quanto segue:La semplice lettura del testo ri porterebbe alla seguente traduzione,

cioè : Nel tratto, ora detto ac roganti no, nel tiio appellato Comico (Dedalo), costruì una Città.— Se si volesse altre Induzione, si avrebbe; Preste U città che ora è detta Acragantina, nel silo detto Camico tee.

Se Diodoro usò dei A7/A «*t*y<x*n*r*, usò di una particella di rap­porto tra' tempi andati, ed i suoi.— All'epoca si rana quella ritti che era è detta acragantina, era r itti di altro nome, e forse fu Ombre; cori il A/AVsi riferirebbe a ni'ur, ove però si volesse riferire a /«¡e«*. ri avrebbe, che in quell'epoca rimota ¿1 territorio abbia dovuto appettarsi di altro nome, essendo certi che dovette appellarsi ocroganimo, dopo b occupa­zione della colonia gelóa rodiotta. — Dippiù, in quell’epoca rimota, poteva quel territorio non appartenere atta dizione acragantina; dovette non es­serlo anche, dopo la invasioue romana, quando Arrogante ih ridotta a città vettìgale, e perdette il suo territorio, che le dovette essere restituito io tempi non lontani da Diodoro.

Page 33: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

— 3 6 —L o s te sso » to n co , in u n o dei su o i f ra m m e n ti ( ') « o riv e , c h e d o p o

t e i m e s i d i ««sodio, s ia s ta ta presti A rrogante, o tutti « c itta d in i in n u m e ro d i re n tic in q u e m ìla s ia n o s ta t i s c h ia v i d e g li e s e r c i t i r o ­m a n i .— D o p o ciò , q u e llo s to ric o c o n tin u a a n a r r a r e i v a r i f a t t i d 'a r m e , lo in u ti le a ssed io d i M is tra to , p e r s e t te m osi, le v a r ie v i­c e n d e d i g u e r r a , la p re s a d i C a m a rin a ; in d i s c r iv e n d o d e i m o lt i c a s te l l i c h e s i a r re n d e v a n o , o v en ian o p re s i p e r fo rz a d 'a r m i , c o n ­c lu d e , c h e a v e n d o i R o m a n i p re s id ia to lo c i t tà , v e n n e ro s o p r a C á ­rn ico , c a s te l lo d e g li A i-ru g an tin i, i l q u a le fu p re s o a t r a d im e n to (*). S e C a m ic o fosse s t a ta l 'A c ro p o li d i A c r a g a n te , D io d o ro n o n a v r e b b e t a c iu t a q u e s ta im p o n e n te c irc o s ta n z a ; eg li n o n a v re b b e s c r i t to s o l­t a n to , c h e A c r a g a n te s ia s t a t a p re sa , m a a v re b b e a g g iu n to , c h o u n a g r a n d e p a r t e d i p o p o lo s ia r ifu g g ita no i C á rn ico , e e lio d o p o

Q uesto ipo tesi diventano certezza, nel mettere quello storico in rap ­p o rto con se stesso , e cogli a ltri scrittori.—Egli, infatti, racconta l'ingresso d e i R om ani in Acragante, e nulla scrive dell'Acropoli che sarebbe la Ga­m ico d e l duca. — Diodoro, invece, dopo quasi un anno di battaglie fre­q u e n ti, ha invadere il C astri Gamico per tradim ento. — D iodoro è so ste ­n u to d a S trab o n e , che dice Gamico, ridotta C astrilo e s itua ta in luogo solitario .— Vibéo Sequestro ci d à la p iò nitida topografia, m a il duca non vuo ig li p re s ta r fed e , m entre quello scrittore è in perfetta arm onia coi aov ran n o m in a ti.— Gamico dunque non poté sorgere ove sorge G irgen ti, il conce tto d u n q u e di D iodoro è stato m al com preso dal duca.

Via d o v e so rgeva Gamico? — Dovendo situarla vicino A cragante, d o ­v en d o se p a ra r T u n a d all'a ltra p er un fiume che sarebbe vicino ad en ­tra m b e (non considerato come tale l'Acragas, che sarebbe u n picciol to r­re n te ) io o p in ere i che la c ittà d i Naro ne com prenda tu tte le condizioni.— S itu a ta e ssa s u r u n m onte, m ostra l'antichità della sua orig ine pelle grandi e sca ra z io n i ch e v i ai rinvengono, pella copia delle m onete acragantine, che a i racco lgono n e i suo i d in torn i. — Non avrebbe po tu to essere C altabel- lo t ta ( l 'a n tic a T riocàla) com e opina qualcuno, perchè essa ed A cragante sa re b b e ro s ta te sep a ra te n o n d a uno m a d a tre fiumi,

(•) L lb . X X II I , C. 14. m£ i / I Simmvf i aitm mmféìmfimm Uafmymrtm,

SméMmmS 4 1 « f c m r « » a r r a » , n idr* , tm * étaftv f im m, ami( * ) K i t a 4félm € t a l i SàI mjC niXim* S f v f é v mmwmrt^mms, in i Kéfuam r i j i # # , q i » *

fMO» i f X * a m i a t t a * p o t o r i a . L . C.

Page 34: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

— M —circa un anno, ria ceduta ai immani |rt tradimento. *— M a‘-zìi, invoco fa cailore tutta In nttatliivinza preda '1*1 nemico, senza che alcuno no fosse risparmiato.

Quelito con co ilo che risulta rhiarisrimo tanto dal guantodalla diligenza dello scrittore, il quale, nella de-'-rizio ne di queste battaglio, vulevari di Filino borico da Acragante , ri rende più manifesto dall'autorità di Strabono, il quale acri ve (*), che C'a­mico, fosse perita, ed ai suoi giorni avesse perduta la forma di città, perchè ridotta a castello degli Acragantini. — So Gamico fos&e stata T Acropoli, non si sarchile detto che essa fosse perita, av­vegnaché , formando parte della Città, la esistenza di Camico ri sarebbe fusa in quella di Acragante.

« I Romani (segue Strabono), occupato Camico, conosciuta la so­litudine del luogo, distribuirono pascoli e terre ai pastori ed ai bifolchi, che abitavan lì presso, ondo averseli al proprio partito (*).* Camico dunque dovette essere in luogo solitario, e non potè for­m ar parte di una città cospicua e popolosa.

Questa verità storica ci viene rifermata da Vibio (*), che scri­veva in tempi meuo rim oti, che il fiume Camico, dal quale fu detta la città dello stesso nome, separasse gli Acragantini.

Ciò prova, che gli Acragantini avessero abitato due città (giu­sta la opinione di Erodoto), le quali venivano separate dal fiume, ed erano esse Acragante e Camico, da loro colonizzata.

Egli è impossibile supporre che quello scrittore (Vibio) avesse voluto accennare ai borghi che sorgevano al di là del fium e, c sulla riviera fino al mare, dappoiché quei borghi venivano sepa­ra ti da Acragante, non pel fiume Camico, ma pei due fiumi Acra- gas ed Ilypsas, che la lambivano dai due lati (*).

(•) Siiab. Lib. VL(’) Id. 1. c.(*) De Fluminibus— Cam ycus (Flwnen), ex quo urte Camywos dicidit

Agrigentinos.(*) Polyb. Lib. IX.

Page 35: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

— 38 —P erchè potmse Adattarvi la deicriiion« di V ibio a lla topografìa

delle »lue città, roleodo ritener« Cárnico nell’Acropoli, bisognerebbe creare un fiume che separasse questa dalla C ittà, m a quel fiutilo non è giam mai esistito. — L'Acropoli non è cho il vertice, In C ittà non è che la base del monte, ed ««tendendosi sopra u n a ltop iano , non è s ta ta m ai solcata da fiume veruno.

N è valga in ultimo ¡’argomento contrario , tra tto d a l sepolcro d i Mino*«*, rinvenuto nellam bito della antica A cragan te , j>crchò cuno ripugna a quanto sopra ho provato, ed a lla verosim iglianza, avvegnaché sia stato più naturale il trasporto del cadavere di quello sventurato principe in sito lo n tan o , anziché prossim o al luogo dell'assassinio. — Ed invero, non sarebbe eg li s ta to u n ’im ­becillità seppellirlo in u n suolo inospitale, m entre i C retesi, sp in ti m en d a ambizione, che da vendetta, dichiararono g u e rra a Localo, la quale du rò p e r assedio di cinque anni?

E c iò b as ti su lla qu is tio n e d i Cárnico.I S ica n i g o d e tte ro , lu n g a s ta g io n e , del pacifico possesso d e lla

Iso la , finché i Siculi, o tta n ta c in q u e a n n i p r im a d e lla g u e r r a d i T ro ja , n o n fu ro n discesi d a l vicino con tinen te d 'I ta l ia a m o le s ta rli. — È q u e s ta ta l v e r i tà s to rica , c h e n on occorre d im o s tra re a q u e i ta li, c h e v o rre b b e ro , i S icu li n o n esse re s ta to a l tro popo lo , c h e i m e­d e s im i S ic a n i, e sa re b b e nojoeo r ic a n ta re le c itaz io n i d i u n a m i­r i a d e d i s c r i t to r i , c h e n e a t te s ta n o la em ig raz io n e e lo a r r iv o (*).

I S ic a n i ac co g liev a n o p ac ificam en te a l tr i e m ig ra ti p e la sg i, n e lle c o lo n ie d e g li È liin i o T ro ja n i, a lle q u a li co n cedevano p a r te d e l t e r ­r i to r io ! v ic in o i l fium e C rim iso (*); accog lievano i M o rg é ti , i C a r-

( 9 Basti p e r tu tti Micali, storia ds$U antichi popoli italiani. U h . L (9 D ioo. Alie. L ib. I , c 22.11 nom e dato a quel fiume prova la comunanza della geografia pela*

sgu sacan«. In T roia e ra ri il fiume Crimiso.Trojm O imato uuwyfm i — In matrs

V írg. A*mri4 LA. T , r . 38.

Amico, nel suo Le*, opina, che quel fiume sla U B e lic i d estro , cho sco rre vicino Sogesta. — Oli abitanti di quella città lo adoravano, sotto le sem bianze di un uomo. — Aeliao. Var. JJiet Lib. 11, c. 83.

Page 36: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

tagimni o i renici, diedero maggiora •▼ ¡lupini ni (s m m w ì'j,

v maturarono In civiltà nostra.

Iiopo la monarchia di Localo, i Si« ani ni divinerò in rane tribù, governata riuticuna dal huo principe, c si dice, in quella »unione

introdotto il «ulto di Orerò (').

Boìhko i* rifratto il potere fra molti, che stavano & reggimento

delle città, sorsero tra Si« ani e Siculi rivalità e g**»'*»* tali, 'he,

questi, coltone il destro, si dilatarono noi domini dell Isola, e tal-

mento la signoreggiarono, che essa prima appellata Stcauta, ri

chiamasse dal loro nome Sicilia. — Espulsero dai loro po^.-Jimenti

i Sicani, c li confinarono nelle parti australi ed occidentali, tre-

ccnt anni prima dello arrivo delle colonie elicne f*». I Sicani dun­

que dovettero continuare ad abitare Omfoce, mentre i 5»<:uli 11

godeano le parti orientali e boreali dell'Isola.

Questi due popoli, sempre in urto fra essi, non giunsero mai a fondersi in unico interesse; infatti i Siculi tolsero dappoi ai Si- cani i possedimenti australi, dopo averli ricacciati alle parti oc­cidentali dell'Isola, e in questo stato trovavansi gli uni e gli altri, nel tempo in cui Tucidide scriveva le sue storie (*).

Orni ace essendo sorta sulla costa meridionale, dovette anch essa cadere sotto il dominio dei Siculi, che fondarono nel territorio nostro uno dei due Erbessi, castello munitiasimo per natura c per arte , il quale vedremo riapparire più fiate nelle varie guerre, com­battute in tempi posteriori (•).

o Diod. Lib. V, c. 2.Trog. Pomp. Lib. IV, c. 2.

(*) Avvi altra tradizione, trasmessaci da Diodoro (Lib. V, c. fi), petti quale si dice, che gli uui c gli altri abbiano obbedito ai figli di Eolo, dei quali Fera mone ed AndrocJc abbiano retto Pisola dallo stretto al Lifi- beo, e Xuto ed Agatimo la città, e i rompi Icontini

(*) Tucid. Lib. VL(*) Fazello vorrebbe Erbesso in Grotti* ma la topografia sombra che r i

ai opponga. È più probabile che sia stata presso lli/Iadali, o d sito ap­pellato Terra rtcckta* ove si vedono avanzi di antiche costnizkau, e si aon trovate anticaglie, fra le quali un Sarcofago di marmo, dei tempi romani, il quale serbasi tuttora in una delle chiese di quei comune.

Page 37: MEMORIE...E, perchè anche noi avessimo una storia della Città nostra, non basta ristarci alle sole opere, che mirano Oh di quote in beiti eoa chiaro al : Alma Città primiera. Prima

— 4 0 —Cori Sicilia, priMcbè la Grecia a re re i qu i apedite le «uè

dìì, troraraai occupata da diversi popoli, i quali, p e r varietà , doli, per rivalità di stirpe, e d isperiti d" in te rra re , p repara ■ile colonie ooTelle il conquisto dell’Isola, e cori avvenne.