Membro dell’ EFAH numero 2 2011 Tutti a Torino il 17 ... · BOLLETTINO DELLA LEGA PER...

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Membro dell’ EFAH European Federation Against Hunting www.abolizionecaccia.it numero 2 2011 BOLLETTINO DELLA LEGA PER L’ABOLIZIONE DELLA CACCIA In caso di mancato recapito inviare all’ufficio CMP Roserio - Milano per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Anno XXXIV, n. 2 2011 Poste Italiane Spa spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Milano Tutti a Torino il 17 settembre! Tutti a Torino il 17 settembre! Manifestazione nazionale anticaccia Manifestazione nazionale anticaccia

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Membro dell’ EFAH European Federation Against Huntingwww.abolizionecaccia.it numero 2 2011

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Tutti a Torinoil 17 settembre!

Tutti a Torinoil 17 settembre!

Manifestazionenazionale anticaccia

Manifestazionenazionale anticaccia

Perché il 17/9? Perché il giorno successi-vo,18/9, apre la stagione venatoria 2011/2012 e centinaia di migliaia di animali saranno fucilati da sedicenti “amanti della natura” in nome di futili o false argomentazioni come “divertimento, gola, necessità di selezione, sport”

Con il corteo ribadiamo il nostro “SI DECISO” a fermare questo massacro

Perché a Torino? Perché in Piemonte nel 2012, dopo 25 anni dalla raccolta delle fi rme e 25 anni di ostruzionismo della Regione vinto solo da una pronuncia della Corte di Appello, si terrà un REFERENDUM REGIONALE CONTRO LA CAC-CIA che non ha precedenti.

Nel 1987 vennero raccolte 60.000 fi rme in calce alla proposta di referendum che chiedeva:

a) Divieto di caccia per 25 specie selvatiche (17 uccelli e 8 mammiferi)

b) Abolizione delle deroghe di carniere per le aziende private di caccia

c) Abolizione delle deroghe al divieto di cac-cia su terreno innevato

d) Divieto di caccia la domenica. Nel 1987 (come oggi) avremmo tutti voluto abolire completamente la caccia.

Purtroppo un referendum regionale non può abolire un’attività prevista da una legge dello Stato.

Ma, oggi come ieri, ribadiamo che in caso di successo di questo referendum l’attività ve-natoria in Piemonte verrebbe drasticamente ridotta,

- togliendo ai cacciatori la possibilità di uc-cidere ben 25 specie di animali, di ucci-dere quanti animali vogliono in aziende private,sulla neve e nella sacrosanta do-menica. In sintesi togliendo ai cacciatori una grandissima parte del loro “sano diver-timento”,

- salvaguardando maggiormente la biodiversi-tà

- e, soprattutto, lasciando la “loro” vita a un grandissimo numero di animali selva-tici, animali NON umani che, come noi, dal

MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA CACCIA17/09/2011 - TORINOCORTEO DA PORTA SUSA (PIAZZA XVIII DICEMBRE) ORE 15.30 A PIAZZA VITTORIO VENETO

punto di vista morale non “appartengono” ad altri che a sé stessi checché un’arbitra-ria legge “umana” li qualifichi come “patri-monio indisponibile dello Stato”, cedibile in base a concessione.

Parlare di esseri senzienti in termini di mer-ce ci fa orrore, ma “oggi” possiamo combat-tere solo con le armi (chi ha detto armi?) giuridiche di cui disponiamo.

Questo referendum è indubbiamente uno strumento con cui può essere inferto alla cac-cia piemontese un colpo mortale, riducendo i cacciatori a tal minimo numero da perdere ogni potere in sede istituzionale. Quel potere che ha bloccato il referendum per ben venticinque anni. Le amministrazioni regionali di tutti i colori e di tutti gli schieramenti hanno in questi anni illeci-tamente impedito il voto popolare costringendo il Comitato Promotore ad una estenuante batta-glia legale durata quasi un quarto di secolo.

Ora la Corte d’Appello di Torino ha dato il via li-bera al referendum piemontese che si svolgerà nella primavera del 2012. Ciò signifi ca che le stesse richieste referendarie piemontesi potrebbero essere proposte IN TUT-TE LE REGIONI. Per raggiungere l’obiettivo però bisogna otte-nere il quorum con la vostra affl uenza alle urne e la vittoria dei quesiti con il vostro “si’ “

Per gli animali e per il primo referendum ”straccia-caccia” TUTTI A TORINO IL 17 SETTEMBRE 2011 affi nché quella che si apre il 18 settembre sia l’ultima stagione venatoria.

Contatti: Adesioni di gruppi e associazioni alla ma-nifestazione devono essere inviate a [email protected] Aggiornamenti e quesiti in real time su facebo-ok:http://www.facebook.com/event.php?eid=22239 2361126280

Iscrizioni a newsletter per notiziari sul corteo e sulle attività di promozione al referendum a cui

)!etnatropmi otlom( erapicetrap onossop [email protected]

ORGANIZZAZIONE PULLMAN DA FUORI PIE-MONTEI gruppi che avessero piacere di organizzare un bus per raccogliere manifestanti da portare alla manifestazione nazionale contro la caccia del 17 settembre 2011 a Torino possono usu-fruire di un contributo economico che la LAC Sezione Piemonte mette a disposizione.

Il contributo parte da Euro 100,00 e arriva fi no alla cifra di Euro 300,00 (a seconda della distan-za da Torino), nel limite della cifra massima di spesa impegnata.

Per ottenere il contributo è necessario contatta-re la LAC Piemonte all’indirizzo:[email protected] al cell. 3484991623

ORSO DAY per l’abolizione della caccia Tante voci per dire sì all’orso in Trentino “Gli animali sono nati liberi e tali devono restare”. L’orso Dino è morto perché il collare gli provocava dolore da fargli sbattere la testa e sembrava impazzito. Jurka la mamma orsa libera in Trentino nell’ambito del proget-to Life Ursus (10 orsi importati dalla Slovenia tra il 1999 ed il 2002) rinchiusa poi a San Romedio e a Casteller perché attirata dalle offerte di cibo di qualche albergatore si avvicinava poi troppo ai centri abitati, vive adesso nel “Parco alternativo della Foresta Nera per orsi e lupi” in Germania. Non è la libertà ma un parco di sette ettari. Grazie alla associa-zione Movimento Vegetariano No alla Caccia che ha svolto il ruolo di mediatore e si sta valutando se chiedere ancora spazio alla fondazione tedesca per DJ3. Non tentate di avvicinarvi all’orso è un animale timido e di indole molto pacifica ma di grandi dimensioni e se spaventato può reagire per autodifesa. Nel giorno dell’Orso Day il 26 maggio organizzato da Cateri-na Rosa Marino delegata LAC, sono intervenuti per mitigare l’insulsa campagna, attualmente in corso, contro la presenza dell’orso in Trentino: Francesco Mongioi, Carlo Consiglio; Mi-randa Bizjak, Roberta Lucchi, Marco Ianes, Sergio Tomio che a Pozzacchio non reclamò per un gallo e sei galline; l’avvocato Francesco Dalba, Sergio Merz; Giovanna Giugni; Aldo Pomper-maier; pupazzi, orsetti e topolini della figlia di Caterina Rosa..

L’Adige, 05/06/2011

E chi lo vuole in padella, invece?Trento, 3 luglio - La carne di orso alla festa della Lega Nord in Trentino non si può mangiare, perché i Nas dei carabi-nieri ne hanno bloccato la vendita. Manca infatti il certifi-cato d’importazione della carne dalla Slovenia. A spiegare l’accaduto è il leghista Enzo Erminio Boso, già senatore e parlamentare europeo. ‘E’ Roma che ce li ha mandati - ha detto alla festa - e sono venuti da Vicenza’.

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ANNULLATE LEGGI REGIONALI DI LOM-BARDIA E TOSCANA

La sentenza della Corte Costi-tuzionale è una nuova, secca bocciatura della politica delle regioni Lombardia e Toscana in fatto di cattura e utilizzo di ri-chiami vivi, cioè gli uccelli usati come esche per la cattura o la caccia di altri uccelli. Ma ha un valore che riguarda tutta l’atti-vità venatoria. È questo il com-mento delle associazioni am-bientaliste alla sentenza della Consulta n. 190 dell’8 giugno, con cui è stata sancita l’illegitti-mità della legge n. 16 del 21 set-tembre 2010 della Lombardia, e dell’articolo 2 e del richiamato

allegato A della legge della To-scana del 6 ottobre 2010. Quel-la dei richiami vivi è una pratica desueta e deprecabile ma che, essendo ammessa dalla legge nazionale, va comunque effet-tuata nel rispetto delle norme. Cosa che ancora una volta, la Lombardia e la Toscana non hanno fatto (16 giugno 2011).

DIRE CHE I CACCIATORI SONO BARBARI NON È DIF-FAMAZIONE

Alcuni mesi fa l’associazione «Caccia e ambiente - Partito

dei Cacciatori» aveva querelato il Ministro del Turismo, Miche-la Vittoria Brambilla, ritenendo che la categoria dei cacciatori fosse stata diffamata dal Mini-stro con le sue dichiarazioni e la sua battaglia in difesa degli animali e contro la caccia. In particolare, i cacciatori ave-vano contestato alcune affer-mazioni pubbliche sull’attività venatoria, giudicata dal Mini-stro come una «pratica barba-ra» che «non solo fa male agli animali ma causa anche grave danno all’ambiente». Ricordando anche la frase dello scrittore russo Tolstoj, Brambilla aveva definito la caccia «un atto stupido, cru-dele e nocivo al sentimento morale», oltre che «pericoloso

per l’incolumità dei cittadini più dediti al turismo della na-tura». Il 9 maggio, il Ministro del Turismo ha reso noto di aver ottenuto una completa vittoria davanti ai giudici. Il Tribunale di Salerno ha infatti deciso, con una sentenza de-positata il 5 maggio, l’impro-ponibilità della causa nei suoi confronti. La «manifesta infondatezza» della richiesta di risarcimento, avanzata dall’associazione e sostenuta da alcuni cacciatori che sono intervenuti volonta-riamente nel giudizio, ha in-dotto il Tribunale di Salerno a condannare i querelanti al rim-borso delle spese legali (2.500 euro) al Ministro Brambilla (www.lastampa.it, 9 maggio).

DECRETO PRIVATIZZA SPIAGGE

Il Consiglio dei ministri ha approvato il 6 maggio un decreto legge che rilancia l’offerta turistica nazionale mediante lo strumento urbanistico del diritto di su-perfi cie fi no a 90 anni (poi ridotti a 20), consentendo così una vera colata di ce-mento lungo le coste. In proposito, il pre-sidente nazionale dei Verdi Angelo Bo-nelli dichiara: “Il ministro Brambilla sulla norma del decreto sviluppo che privatiz-za le spiagge italiane non dice la verità. Con il diritto di superfi cie le spiagge ita-liane verranno invase da una colata di cemento che non ha precedenti: circa 10 milioni di nuovi metri cubi”. I Verdi negli scorsi giorni hanno inviato una memoria al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano su questo decreto che viola la Costituzione, le norme europee ed il codice della navigazione e che inaugura una vera e propria maxi svendita delle spiagge che sono di tutti i cittadini, un provvedimento che non ha paragoni nel mondo. Un altro pericolo, segnalato da FAI e WWF, è che se lo Stato vorrà le spiagge libere da infrastrutture, una vol-ta scaduto il termine dei vent’anni, dovrà pagare ai privati il valore degli immobili realizzati perché questi saranno a tutti gli effetti di loro proprietà e quindi potran-no essere venduti o ereditati (ASCA, 11 maggio; La Repubblica, 13 maggio).

GROSSETO

Un cacciatore aveva posizionato all’in-terno di un appezzamento di terreno ben recintato una gabbia trappola per la cattura delle gazze con uova all’interno usate come esca, ma nei guai c’è fi nito lui. Raimondo Silveri, delegato LAC per Grosseto, dopo aver fotografato la gab-bia trappola, è tornato nuovamente sul luogo il giorno dopo e ha notato che tre gazze erano rimaste intrappolate al suo interno. Avvertito subito due guardie del WWF e successivamente una pattu-glia della polizia provinciale, si è aspet-tato l’arrivo del bracconiere sul posto.Vari i reati contestati, dall’esercizio della caccia in periodo vietato all’uso di mezzi vietati per esercizio della caccia, oltre il rea-to di maltrattamento di animali (due gazze sono state tutto il giorno rinchiuse al sole senza acqua). Durante l’accertamento sono emerse anche varie irregolarità in materia di anagrafe canina, il cacciatore era in pos-sesso di diversi cani, uno dei quali a suo

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maltrattato e quindi preso in affi damento, ovviamente come molti altri cani non iscrit-to all’anagrafe canina regionale (saranno le indagini adesso a chiarire molti dubbi).Le gazze sono state rimesse in libertà.Grosseto, 03/05/2011

SALVI I VOLPACCHIOTTI

Il TAR di Bolzano con decreto del 9 giugno 2011, n. 82/11, ha sospeso con decorrenza immediata l’abbattimento di volpacchiotti nelle quattro riserve di Ultimo, Naturno, Tirolo ed Avelengo. Sulla base di questa decisione del TAR l’Ufficio provinciale caccia e pesca ha comunicato ai responsabili del settore che, con decorrenza immediata, è proibito qual-siasi abbattimento e prelievo di volpacchiotti nei quattro comprensori di Ultimo, Naturno, Tirolo ed Avelengo. La sospensione degli abbattimenti rimarrà in vigore sino all’aper-tura normale della caccia il prossimo 1° luglio 2011 (www.provincia.bz.it, 10 giugno).

ANNULLATE NORME PROVINCIALI SULLA TUTELA DELL’AMBIENTE

La Corte costituzionale, a seguito di ri-corso del Presidente del Consiglio dei

ministri, con sentenza n. 151/2011 del 18 aprile 2011, depositata in cancelleria il 21 aprile 2011, ha dichiarato l’illegit-timità costituzionale degli articoli 4, 8, comma 4, 11, commi 1 e 2, 22, comma 6, e 33, comma 3, della legge della Provincia autonoma di Bolzano 12 maggio 2010, n. 6 (Legge di tutela della natura e altre disposizioni). La legge, infatti, all’articolo 4 contiene norme per la tutela dell’am-biente, di esclusiva competenza statale, indipendentemente dalla caccia e dalla disciplina dei parchi naturali; all’articolo 8, comma 4, consente ad alcune cate-gorie di persone la raccolta in quantità illimitata di funghi epigei, in deroga al limite stabilito da legge statale; all’arti-colo 11, commi 1 e 2, attribuisce al diri-gente della Ripartizione provinciale Na-tura e paesaggio il potere di concedere deroghe ai divieti previsti a tutela delle specie animali integralmente protette, potere che spetta invece al Ministero dell’ambiente; all’articolo 22, comma 6, prevede un rapporto diretto tra la Provin-cia autonoma di Bolzano e la Commissio-ne europea, rapporto che spetta invece allo Stato; ed all’articolo 33, comma 3, consente l’abbattimento, all’interno delle oasi di protezione, di determinate specie per motivi biologici, igienico-sanitari e per prevenire danni alle colture agricole e forestali ed al patrimonio ittico, con il parere dell’osservatorio faunistico pro-vinciale anziché dell’Istituto nazionale della fauna selvatica come previsto dalla Legge 157/1992 (28 aprile).

Rispetto all’abbattimento di specie “non cacciabili” , la fattispecie di reato di cattura o uccisione di specie “particolarmente protette”, prevista dall’art. 30, primo comma-lett. b) della legge 157/92 contempla pene più severe e la so-spensione della licenza di porto di fucile da 1 a 3 anni in caso di condanna.L’elenco delle specie particolarmente protette include non solo le specie espressamente citate dall’art. 2 delle legge quadro sulla caccia, ma anche quelle che direttive e convenzioni internazionali indicano come minacciate di estinzione.

Tra queste ultime specie la giurisprudenza ha ritenuto di includere anche gli animali inclusi nell’allegato II della Convenzione di Berna , ratificata e resa esecutiva con legge 503/81.Da qui alcune recenti condanne per abbattimenti di frosoni o miglia-rini di palude (in qualità di specie “particolarmente protette”), inclusi infatti nell’allegato II della Convenzione di Berna, che gli organi di vigilanza faranno bene a considerare in caso di contestazioni di de-terminate catture , detenzioni o abbattimenti di specie di mammiferi ed uccelli.L’Allegato II (o “Annesso II”) della Convenzione di Berna elenca le specie di faunarigorosamente protette ; si tenga presente che l’elenco vigente è quello emendato,entrato in vigore in Italia dal 27 aprile 1996, a seguito di una revisione delle liste delle specie operata dal Comitato permanente della Convenzione in data 26/1/1996 (vedasi il comunicato del Ministero degli Affari Esteri,coi nuovi elenchi, pubblicato sulla Gazz. Uff. 28/8/1996 n.201).Tra le specie di mammiferi ed uccelli (fauna omeoterma) qui elencate e presenti in Italia figurano, tra i mammiferi, l’Istrice e 29 delle 30 spe-cie italiane del sottordine dei Microchirotteri (in pratica tutte le specie di pipistrelli presenti nel nostro Paese tranne il più diffuso Pipistrello Nano), e più di 200 specie di uccelli ,tra cui :le Strolaghe, alcuni Svassi,le Berte, il Tuffetto,gli Uccelli delle Tempeste, tutti gli aironi,il Cuculo dal Ciuffo, le Sterne,il Martin Pescatore,il Gruccione,l’Upupa, gli Zigoli,il Frosone,i Crocieri, il Verdone, il Cardellino, il Lucherino, il Gracchio, la Nocciolaia, le Averle, i Rampichini, i Corrieri, i Piovanelli i Succiacapre, i Rondoni pallido e maggiore, Usignoli, Sterpazzole, la Capinera, la Casar-ca, la Pesciaiola, l’Oca lombardella minore, l’Oca collorosso, l’ Oca fac-ciabianca, le Schiribille, il Voltolino, il Re degli Edredoni, i Gambecchi, le Calandre, il Passero solitario, il Pettirosso, le Pispole, le Cutrettole, e vari altri passeriformi e uccelli acquatici.Come si vede un’interpretazione in tal senso porta ad un’estensione dell’elenco delle specie particolarmente protette in termini molto più ampi, sino a comprendere specie di interesse venatorio (benché pro-tette) che molto spesso vengono, con tutta probabilità erroneamente, fatte oggetto di trattamento sanzionatorio più blando a causa del man-cato approfondimento della conoscenza di tali Allegati.

La convenzione di Berna estende l’elenco delle specie “particolarmente protette” in materia di reati venatori

GIURISPRUDENZA

GOVERNO - IMPUGNATA LEGGE LIGURE

Nella seduta del 14 luglio 2011 il Consiglio dei Ministri ha stabilito, tra l’altro, di impugnare presso la Corte Costituzionale la legge della Regione Liguria n. 12, approvata il 31 maggio scorso dal Consiglio Regionale, con cui si stabilivano i calendari venatori per le prossime tre stagioni di caccia, sino al gennaio 2014.Accolte di fatto le tesi di un espo-sto ai Ministeri interessati inoltrato a metà giugno dalle associazioni ambientaliste, che avevano soste-nuto che le regole dei calendari venatori devono essere annuali e non pluriennali, perché va valutata periodicamente la consistenza del-le popolazioni delle specie che si dichiarano cacciabili; inoltre questi devono essere tipici provvedimenti di natura regolamentare: approvar-li con legge regionale significa ren-derli non impugnabili dal Governo ogni qual volta la Regione ignori i pareri scientifici obbligatori forniti dall’Istituto Superiore per la Ricer-ca Ambientale. È stata violata la legge statale 157/92; ora dovrà esprimersi la Consulta per verificare le la legge regionale ligure è incostituzionale.Lo scorso 15 giugno la Corte Costi-tuzionale aveva annullato un’altra legge regionale ligure nella parte in cui consentiva illegalmente la caccia per mezz’ora oltre il tramonto, quan-do la vigente normativa statale fissa lo stop giornaliero alle doppiette al momento del calar del sole.

IMPUGNATA LEGGE SARDA SULLA CACCIA

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per i rapporti con le Re-gioni e per la coesione territoriale,

Raffaele Fitto, e su conforme pare-re dei Ministeri competenti, nella riunione del 10 marzo 2011 ha de-liberato d’impugnare la legge del-la Regione Sardegna n. 5 del 2011 (Disposizioni integrative della legge regionale 29 luglio 1998, n. 23: Nor-me per la protezione della caccia in Sardegna) (11 marzo).

UN CACCIATORE RAPPRESENTERÀ IL GOVERNO ALL’ISPRA

L’onorevole Luciano Rossi, presiden-te della Federazione italiana tiro a volo, nonché presidente del Gruppo interparlamentare amici della caccia e della pesca, rappresenterà il Gover-no alla direzione dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ri-cerca Ambientale), la massima au-torità scientifica nazionale che può esprimere pareri vincolanti sulla ge-stione dell’attività venatoria e sulla tutela degli animali selvatici. La no-tizia è stata resa nota pochi giorni fa, seppure senza grande enfasi.Con la nomina dell’onorevole-cac-ciatore Luciano Rossi si apre un futuro di grave incertezza per l’am-biente del nostro Paese. Già oggi i cacciatori uccidono milioni di ani-mali ogni anno, scaricando tonnel-late di piombo nell’ambiente, men-tre le Regioni ignorano le normative europee consentendo la caccia ad uccelli protetti in tutta Europa. D’ora in poi, con un cacciatore a presiedere le riunioni dell’ISPRA, la situazione non potrà che peggio-rare ulteriormente. I l ministro Ga-lan, anch’egli grande appassionato di caccia, ha individuato la perso-na “giusta”, colui che si prodigherà per garantire ancora più privilegi ai cacciatori, e sempre maggiori opportunità per dare sfogo alla loro passione sanguinaria (LAV, 11 marzo).

Uccellagione o caccia con mezzi non consentiti?

Catturare o uccidere uccelli con trappole è un reato e quindi viene pu-nito penalmente. Ma ci sono due fattispecie e occorre sapere cosa le distingue. In base alla giurisprudenza, la predisposizione di mezzi per catture multiple e non selettive fa scattare ipotesi sanzionatorie penali più gravi (13/04/11)Il verificarsi di atti di bracconaggio consistenti nella predisposizione di insiemi di trappole (serie di “schiacce - pietre o mattonelle tenute in bilico con esche -, una o più reti, gabbia/e trappola con richiami di varie specie per la cattura di anatidi vivi, sequenze di taglioline a scatto tipo “sep”) costituisce un atto volto alla cattura o all’uccisione di numerosi esemplari di animali selvatici, in modo non selettivo, e pertanto può configurare il più grave reato di uccellagione, anziché solo quello di caccia con trappole o altri mezzi non consentiti (sen-za conseguenze rispetto alla eventuale sospensione della licenza di porto di fucile).È importante che ne tengano conto forze di polizia e volontari che si imbattono in questo specifico tipo di reati venatori. Da non trascurare, in caso di reati di uccisione o cattura di animali in modo illecito da par-te di soggetti privi di licenza, anche l’ipotesi delittuosa del cosiddetto “furto venatorio”h t t p : / / w w w . t u t e l a f a u n a . i t / M a t e r i a l i / A p p r o f o n d i m e n t i /Uccellagione_O_Caccia_Con_Mezzi_Non_Consentiti.kl

Lucherino

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BRACCONAGGIO E ISOLE

NOTIZIE SUL BRACCONAGGIO PRIMAVERILE NELLE ISOLE MEDITERRANEE

Concluso il campo a Cipro con alcuni record, tanto positivi, quanto nega-tivi: di positivo c’è l’ottima efficienza dei volontari che ormai conoscono dettagliatamente il territorio e riescono a trovare e rimuovere le trappole con efficacia e rapidità: 2789 bastoncini di vischio, 11 reti e 8 richiami elet-tronici smantellati in pochi giorni. Eh sì, pochi giorni, perché in tutti gli altri giorni abbiamo cercato di for-nire segnalazioni alle 4 forze di polizia locali, che non hanno esitato a mostrarci la loro più totale inadeguatezza al compito. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Per leggere del campo antibracconaggio, dei nuovi notevoli pericoli relativi alle operazioni e alla risposta delle autori-tà, seguite questo link http://www.komitee.de/it/antibracconaggio/cipro/campo-cipro-aprile-2011

Una svolta a Malta: 1.200 falchi pecchiaioli arrivano sull’isola e si alzano all’alba, a caccia aperta, senza l’usuale massacro!! Non un miracolo in toto, perché gli atti di bracconaggio ci sono stati e come sempre vergognosi, con vere e proprie gang di cacciatori che inseguono gli animali in volo sull’isola, ma certo un grande miglioramento rispetto al solito massacro generalizzato.Abbiamo sintetizzato le osservazioni del campo in questa pagina: http://www.komitee.de/it/antibracconaggio/malta/campo-primavera-2011

E poi una notizia dell’ultima ora: si sta approvando in questi giorni nel Parlamento maltese una nuova legge che impone la revoca totale della licenza di caccia per chi venga sorpreso una sola volta ad abbattere specie protette!! In pratica inizia il conto alla rovescia: vediamo quanti ne scoveremo ogni anno.

Dal notiziario del Comitato tedesco contro l’uccellagione

Il 14 maggio un sopraluogo di 5 per-sone all’isola del Giglio organizzato dalla sezione di Grosseto della LAC ha permesso di togliere 136 lacci vietati, tutti armati, con alcuni conigli selvati-ci intrappolati, ormai morti, ed alcune tagliole, anch’esse vietate. Un gabbiano intrappolato è stato salvato da morte sicura. Tutto questo all’interno del Parco dell’Arcipelago Toscano ed in periodo di divieto as-soluto di caccia. Due notizie di reato saranno presen-tate il 16 luglio alla Procura della Re-pubblica di Grosseto.

ISOLA DI ISCHIA

Sfacciato bracconaggio ai mi-gratori primaverili, ormai fuori controllo. La Lega Abolizione Caccia si appella al Ministro del Turismo e agli organi di vigilanza per una più incisiva

opera di repressione.

Ischia, uno dei paradisi del turismo campano, ma anche luogo (oltre che del proverbiale abusivismo edilizio) di uno sfacciato bracconaggio in pe-riodo di divieto venatorio generale, fa risuonare in questi giorni l’eco delle fucilate fuorilegge presso i rilevi e le scogliere più lontane da occhi indi-screti.Come ogni primavera, è in atto sull’iso-la una piccola contraerea rivolta ver-so gli uccelli migratori, in ritorno dalle

zone di svernamento africane verso i siti di riproduzione primaverili.Anche martedì mattina, secondo in-formatori delle LAC sull’isola, sono risuonati molti spari di fucile rivolti verso le tortore selvatiche e le qua-glie che sostano stremate su Ischia, attirate da altrettanto illegali richia-mi elettroacustici registrati, collocati in cassette blindate occultate tra la vegetazione, ed azionati di notte da timers per consentire all’alba ai brac-conieri di abbattere l’avifauna così attirata.Già a marzo i tordi in migrazione sull’isola erano stati oggetti di giorni e giorni di fucilate (la caccia chiude in tutta Italia a fine gennaio).Ora la nuova recrudescenza del brac-conaggio armato verso le specie in transito ad aprile: spesso in passato si sono utilizzate munizioni e fucili lasciati occultati nella macchia, per non essere visti trasportarli da e ver-so casa.Questa settimana di odono gli spari dei bracconieri ischitani anche dalla vicina Procida.Il contrasto operato da Corpo Fore-stale e polizia provinciale di Napoli al bracconaggio isolano è assolutamen-te inadeguato, quando non inesisten-te. La LAC si appella alle forze dell’or-dine, agli organi di vigilanza venatoria e al Ministro del Turismo Brambilla, affinché anche nei boschi e nei cieli di Ischia venga ristabilita la legalità e si ponga un freno una volta per tutte allo sconsiderato comportamento dei cacciatori di frodo, che arrecano dan-ni gravissimi ai migratori in periodo pre-riproduttivo.Aprile 2011

Isola del Giglio

6 - numero 2 2011

Diario di Ponza dal 20/4 al 4/5

il campo ha avuto inizio con un serie diproblemi culminati nell’aggressionedel 2 maggio.

2 Aprile, Andrea Rutigliano perlustra l’isola da solo, trovando siti attivi per trappole in parecchi posti già conosciuti ma anche in tante altre nuove zone, fotografa persone con decine di trappole in mano e con sac-chetti pieni di uccelli.La presenza di Andrea è affi ancata da un ispettore della Forestale che da anni colla-bora con i volontari LAC. Due trappolatori vengono denunciati, gli altri fotografati sono ancora al vaglio di indagini perchè sorpresi da Andrea dopo la partenza dell’ispettore.Il 18 Aprile, da Ponza mi arrivano messaggi di allarme:”stanno sparando come matti!” Il 20 arriva il primo turno con un problema: un volontario ha problemi famigliari e non può andare per cui il resto dei partecipanti erano preoccupati perché vista la situa-zione pesante di spari e la mancanza della Forestale, essere meno di 6 non era certo rassicurante.Il primo giorno i volontari arrivano sulla piana e colgono in fl agrante una decina di cacciatori con fucili: gli isolani non si aspet-tavano questo effetto sorpresa.Riescono a fotografare bracconieri con fucile e con trappole e durante la notte sequestra-no un richiamo elettroacustico proprio die-tro la casa del bracco più famoso e protetto. La Forestale non può venire a fare dei con-trolli e per i volontari non è facile presidiare quest’isola: proprio per il fatto di essere pic-cola ognuno si conosce, controlla ogni spo-stamento e anche i muri hanno le orecchie.

Le belle foto molto dettagliate scattate dal primo turno saranno consegnate all’ispetto-re che procederà con una denuncia.Il 25 aprile arriva il secondo turno, ci scam-biamo le informazioni e siamo subito operativi,ma ormai l’effetto sorpresa è svanito, infatti riscontriamo subito i primi disagi: Ponza si deve girare o in pullman o a piedi.Infatti la mattina alle ore 5.00 avremmo do-vuto prendere il primo pullman ma come accadde al turno precedente gli orari erano boicottati. Gli autisti e non solo loro, sono tutti collusi, amici dei bracconieri quindi abbiamo perlustrato varie zone dall’altra parte dell’isola a piedi.Il primo giorno il presidio va abbastanza bene ma per 2 due giorni incomincia a piovere. C’è un forte passo, l’isola è invasa da uccelli stremati: luì verdi, pigliamosche, averle capirosse, stiaccini, quaglie, rapaci e tanti ancora. Migliaia di chilometri per ef-fettuare la migrazione e trovare poi la mor-te certa a Ponza e sulle altre isole.Troviamo anche noi molti siti per trappole chiaramente usate ma vuote, confermando l’ipotesi più volte sottolineata che i bracco-nieri le tolgono e le mettono se ci vedono in giro. Gli uccelli essendo cosi stremati ed af-famati fi niscono facilmente in una trappola con camola anche se posizionata per sole 2 ore, e sono principalmente insettivori.Il secondo giorno non piove e alle 6.00 sia-mo sulla piana per il presidio, Katia aveva con sé occhiali con telecamera e possiamo registrare tutte (o quasi) le ingiurie e intimi-dazioni dei bracconieri in picchetto durante la nostra salita sulla piana. Al nostro arrivo si sentono spari da tutte le parti ma non sulla piana, purtroppo eravamo in pochi, avvisati 1515 e 122 ma con pochi risultati. Finiamo il nostro presidio perché dopo una certa ora i turisti girano e i bracconieri smettono di sparare. Durante una perlustrazione in tre andiamo a controllare un posto segnalato: Monte Schiavone, luogo ormai conosciuto perché usato molto come punto di sparo.La mattina ci alziamo tardi, alle 5.30, e alle 6.00 incominciamo a sentire ripetuti spari su tutta l’isola. Saltiamo giù dai letti per an-dare sulla piana, ma sapendo che sarebbe arrivato l’ispettore che voleva fare un blitz vicino alla casa del bracconiere più famo-so detto “o’ Pallone”, restiamo lontano dalla piana per tutta la mattina in attesa dell’arri-vo dell’elicottero del CFS. L’elicottero fi nal-mente arriva sorvolando tutta l’isola e get-

tando scompiglio. Poi fi nalmente vengono sequestrare le trappole dei tipi fotografati da Andrea il 2 aprile: trappole che da anni nessuno riusciva più a controllare perché sempre presidiate dai bracconieri nelle loro sedicenti proprietà private (quasi sempre abusi edilizi). Sul luogo troviamo anche noi trappole e uccellini principalmente stiacci-ni purtroppo in fi n di vita.La mattina del 29 il presidio inizia alle 5.00 sulla piana. Anche questa volta il pullman ci boicotta, alla fermata molti insulti e lievi intimidazioni di altri che giravano in moto e in auto per controllare i nostri spostamenti. Con una mossa inaspettata ci allontaniamo dalla fermata e dopo 20 minuti di cammi-no lungo la strada, blocchiamo con le torce il pullman che ci carica per forza.Accolti sul posto con un altro “comitato di benvenuto” decidiamo di non salire subito sulla piana al buio perché la situazione è molto tesa. Aspettiamo il chiaro e ci posizio-niamo nel punto più alto per avere la vista di tutta la piana di Incenso (luogo meraviglio-so) e ad un certo punto arrivano tre energu-meni con bastoni verso di noi. Chiamiamo il 112 e fi nalmente riusciamo a far salire i ca-rabinieri ma senza concludere molto perché nel frattempo i soggetti si erano dileguati.

Al cambio turno arrivano i volontari di Valle vegan e purtroppo il primo giorno vengo-no malmenati, Piero conosce molto bene l’isola perché da anni svolge il campo a Ponza scoprendo siti attivi con vischio, riu-scendo con successo a fi lmare gli aggres-sori. Grazie al loro sacrifi cio ed impegno accade quello che serviva a Ponza: grande attenzione mediatica. Dopo l’aggressione tutti si sono mossi. Vari politici sostengono il loro lavoro, persino il Co-mune ha mandato un comunicato che espri-me solidarietà ai volontari attivi a Ponza.Oggi 4 aprile l’ispettore Giulivo mi informa, che i tipi fotografati dal primo turno e il fa-moso o’ Pallone sono stati denunciati per atti di bracconaggio e maltrattamento di animali Forse il NOA (il Nucleo Antibracconaggio del Corpo Forestale) tornerà a Ponza e sulle altre isole grazie al grande impegno di tutti i volontari che dedicano il loro amore per una causa cosi diffi cile e importate come la lotta a caccia e il bracconaggio e vale ricor-dare che le persone fermate sull’isola per bracconaggio sono risultate essere tutte titolari di porto d’armi: i bracconieri sono come sempre i cacciatori .

Katia Impellittiere

Carissimo, Ti ringrazio della solidarietà. Per quanto riguarda la differenza tra cac-cia e bracconaggio, essa non è sempre chiara, dato che “oltre l’85% dei reati di bracconaggio viene commesso da persone dotate di licenza di caccia” (A. Gari-boldi, A. Andreotti, G. Bogliani, La conservazione degli uccelli in Italia: strategie e azioni, Perdisa, Bologna, 2004, pagina 113).Con cordiali salutiCarlo Consiglio

Il 03/05/2011 19.32, Osvaldo Veneziano ha scritto: Alla Presidenza della LACAlla Presidenza della LIPUAlla Presidenza del CABSAlla Direzione del Corpo Forestale dello Stato-------------------------------------------------------------------Desidero esprimere la solidarietà mia personale e dell’ARCI Caccia ai volontari aggrediti e malmenati a Ponza, alle Guardie volontarie, al Corpo Forestale dello Stato e a tutte quelle donne e quegli uomini impegnati nella lotta al bracconag-gio e che si adoperano tutti i giorni per contrastare un fenomeno delinquenzia-le non più tollerabile.Vi ringraziamo per il lavoro che fate da Latina a Messina passando per Palmaro-la. Per parte nostra ci spenderemo sempre con tutte le nostre forze affi nché sia chiara la divaricazione e la differenza tra caccia e bracconaggio. Il Presidente Nazionale ARCI CacciaOsvaldo VenezianoARCI CACCIA Nazionale

Balia

Codirosso

Bacchette di vischio a Cipro

Dalla stampa

In queste ultime due settimane sono stati profi cui gli interventi a campione effettuati dal personale del N.I.P.A.F. per contrastare il feno-meno del bracconaggio sulle isole Pontine. Soltanto ieri grazie ad un opportuno supporto aereo che ha permesso un intervento imme-diato sull’isola di Ponza sono state sequestrate oltre 130 trappole a scatto (micidiali tagliole che stra-ziano i poveri volatili come si nota nelle foto allegate), molte delle quali contenevano ancora esem-plari vivi che fortunatamente sono stati liberati dagli operatori del Corpo Forestale dello Stato. Piccoli insettivori come lo Stiaccino, Balie nere, Codirossi, Capinere, vengono quotidianamente abbattuti men-tre effettuano brevi soste sull’isola durante la migrazione. Recuperati inoltre circa 300 bossoli di cartucce evidentemente esplose nei gior-ni precedenti. A seguito di analisi visive dei vari scenari di caccia in loco, grazie alla valutazione delle informazioni attendibili che si pos-sono ricavare con il metodo delle evidenze fi siche da segni e tracce presenti, conoscendo l’etologia delle specie migratrici, si è potuto stimare che in pochi giorni siano state abbattute diverse centinaia di quaglie, costituendo tali numeri un danno biologico rilevante alla specie in questione. Tutto ciò senza considerare gli animali catturati con reti o trappole. La Procura della Repubblica di Latina è stata immediatamente informata del fatto. Da un’accurata attività d’in-dagine e grazie alla preziosa collaborazione dei volontari della L.A.C. si è risaliti ad alcuni responsabili che verranno deferiti all’Autorità giudiziaria per aver esercita-to la caccia illegale verso avifauna selvatica protetta, con mezzi non consentiti ed in un periodo vietato, di particolare importanza per la fauna selvatica migratrice.

http://www.ilfaroonline.it/2011/04/30/ponza/bracconaggio-sulle-isole-ponti-ne-una-piaga-16955.html

CAMPO ANTIBRACCONAGGIO A PONZAAl via dal 20 aprile al 15 maggio il campo antibracconaggio della LAC sull’isola di Ponza. Volontari della LAC sono stati in presenza continuativa nell’isola per con-trastare la caccia di frodo con fucili e trappole ai migratori che sostano nell’area.Sono state osservate e rimosse trappoline a scatto per catturare esemplari di specie protette dalla Comunità Europea e da leggi nazionali, come averla capi-rossa, stiaccino, pettirosso, codirosso, gruccione, rigogolo, usignolo, torcicollo… Due bracconieri sono stati fotografati e denunciati il 21 aprile dai volontari della LAC: uno mentre era intento a cacciare con il fucile imbracciato, l’altro mentre collocava trappole.Il promontorio di Piana d’Incenso sembra una discarica disseminata di bossoli ed in più la presenza di gente armata diventa un serio problema per l’incolumità dei turisti. Alle 7 di mattina del 2 maggio gli animalisti sono stati aggrediti e ba-stonati mentre presidiavano la Piana d’Incenso nel nord dell’isola. Tra i picchiatori c’era un famoso pregiudicato di Ponza che è stato fi lmato grazie alla prontezza di rifl essi di uno dei volontari. Sul posto sono subito intervenuti Carabinieri e la Polizia provinciale. Nei giorni precedenti erano state sequestrate oltre 130 trap-pole a scatto, molte delle quali contenevano ancora esemplari vivi che sono stati liberati dagli operatori del Corpo Forestale dello Stato. Piccoli insettivori come stiaccini, balie nere, codirossi, capinere, venivano quotidianamente abbattuti mentre effettuano brevi soste sull’isola durante la migrazione. Sono stati recu-perati circa 300 bossoli di cartucce evidentemente esplose nei giorni precedenti. A seguito di analisi visive dei vari scenari di caccia in loco, grazie alla valutazione delle informazioni attendibili che si possono ricavare da segni e tracce presenti, conoscendo l’etologia delle specie migratrici, si è potuto stimare che in pochi giorni siano state abbattute diverse centinaia di quaglie. Tutto ciò senza conside-rare gli animali catturati con reti o trappole. La Procura della Repubblica di Latina è stata immediatamente informata dei fatti. Da un’accurata attività d’indagine si è risaliti ad alcuni responsabili che verranno deferiti all’autorità giudiziaria per aver esercitato la caccia illegale verso avifauna selvatica protetta, con mezzi non consentiti ed in periodo vietato (http://www.h24notizie.com/news/?p=31543) (3 maggio).

- numero 2 2011

8 - numero 2 2011 9- numero 2 2011

REGIONI

La Lac: “Il Colombini pericoloso per uomini e animali” Appello: «Senza reti di protezione il canale è una trappola mortale» Quel canale sta diventando una trappola mortale. I primi di maggio le guardie vo-lontarie della Lac sono intervenute per estrarre dalla griglia in ferro del canale Colombini due caprioli. Uno purtroppo era già morto, l’altro, ormai sfi nito, è stato invece rimesso in libertà poche ore dopo. Siamo a San Secondo, sulla collina di Pi-nerolo. Alle porte del paese scorre il cana-le Colombini, un «bedale» che attraversa i campi e termina con una griglia metallica meccanica, che serve a bloccare ramaglie e rifi uti che cadono nell’acqua.«Proprio qui sta il problema - dice Rober-to Piana, presidente di Lac Piemonte -. Il canale scorre a fi lo dei campi, spesso gli animali durante la notte, caprioli e cin-ghiali soprattutto, cadono nell’acqua, e vengono trascinati dalla corrente fi no alla griglia. Qui restano impigliati, poi il pettine meccanico che si aziona ad in-tervalli regolari fa il resto. Le scene che si presentano alle nostre guardie sono or-rende, pietose, animali con le gambe rot-te o con ferite profonde al ventre, spesso morti, come nel caso di uno dei due ca-prioli rinvenuti domenica scorsa».Il secondo animale un giovane maschio, è stato liberato con fatica; era nell’acqua

da ore. Una volta salvato, era sfi nito, quasi in coma. Rifocillato, si è ripreso dopo ore, quando è stato liberato nei boschi vici-ni. Nell’ultimo anno sono stati decine gli animali impigliati nella griglia recuperati dai volontari della Lac. «Eppure sappia-mo che già da tempo dovrebbe esserci un progetto, ormai in fase esecutiva per rispondere al problema - denuncia Ro-berto Piana -. Serve una recinzione lun-go il canale o almeno uno scivolo, vicino alla griglia, per consentire agli animali di uscire dall’acqua e liberarsi. Il canale è pericoloso anche per gli uomini». h t t p : / / w w w. l a s t a m p a . i t / l a z a m -p a / g i r a t a . a s p ? I D _ b l o g = 1 6 4 & I D _articolo=2113&ID_sezione=339&sezione=

LOMBARDIA

BRESCIA: Bracconiere ‘derubato’ e denunciatoQuesta è la storia di un “cattivo” che pen-sando di avere subito un torto, ottiene invece una punizione.Protagonista della curiosa vicenda un bracconiere, che, nei giorni scorsi, in Valle Sabbia, ha denunciato il “furto” di stru-menti di cattura vietati e di uccelli posse-duti illegalmente ai carabinieri, ma è stato a sua volta denunciato dalla guardia fore-stale della stazione di Gavardo che aveva sequestrato quelle reti illegali a seguito di un’attività di indagine nella zona.Così l’improvvido cacciatore di frodo non solo è stato costretto a ritirare in

fretta e furia la denuncia, ma si è a sua volta visto contestare i reati di uccella-gione e quello di maltrattamento degli animali, dato che nelle gabbie rinvenute nel terreno di proprietà dell’uomo, i fo-restali hanno trovato alcuni uccelli morti e altri tenuti in cattive condizioni.L’operazione delle guardie si è svolta in località Singia, nel territorio comunale di Muscoline, dove, nei pressi e intorno ad una casolare sono state rinvenute reti e richiami vivi in gabbiette.Gli agenti hanno atteso che il proprieta-rio dei roccoli andasse a ritirarli, ma poi-ché questi non si era presentato, hanno deciso di sequestrare tutto il materiale, facendo così cadere nell’equivoco il bracconiere, che il giorno successivo ha denunciato l’ammanco. In ultimo, i carabinieri stanno verifi can-do il possesso di alcune armi da fuoco regolarmente denunciate dall’uomo, dalle quali mancherebbero alcuni pezzi.

http://www.quibrescia.it/ 12 aprile 2011

SALVE LE NUTRIE A MANTOVACon ordinanza n. 2 del 26 febbraio il Co-mune di Pomponesco (Mantova) aveva ordinato l’abbattimento delle nutrie su tutto il territorio comunale. A seguito di ricorso al TAR della LAC, difesa dall’avvo-cato Rizzato, il Comune ha revocato l’or-dinanza. Ma il TAR, pur essendo cessato l’oggetto del contendere, ha condan-nato ugualmente il Comune di Pom-ponesco a pagare le spese giudiziarie,

(Avvocato Rizzato, 8 giugno)

FRIULI-VENEZIA GIULIA

BRACCONIERI IMPUNITIGuardiaccia ridotti a misurare con l’auto-velox gli automobilisti indisciplinati men-tre i bracconieri scorrazzano liberamente

per il Friuli senza alcun controllo: è la realtà denunciata dalle associazioni ambientali-ste del Friuli-Venezia Giulia, LAC in testa, all’alba dell’assemblea dei Comuni e delle Province di UPI e ANCI che 14 aprile sono chiamati a fare un primo bilancio sulla Legge Regionale 9/2009 sulla sicurezza.Tale legge ha infatti sostanzialmente pa-rifi cato funzioni e criteri di assunzione dei guardiacaccia provinciali a quelli dei vigili urbani dei comuni; le Province di Udine e Pordenone hanno subito colto la palla al balzo, mettendo un autovelox in mano a persone che per anni si sono formate in materia faunistica e ambien-tale e lasciando così libero il campo ai bracconieri. “Basti pensare – fanno nota-re gli ambientalisti – che alla domenica, giornata canonica per la caccia, quasi nessuna Provincia organizza più servizi e che gli orari dei turni degli agenti che dovrebbero vigilare su caccia e bracco-naggio sono stati sostanzialmente con-formati a quelli di apertura degli uffi ci”. La legge regionale 6/2008 – tuttora in vigore ma rimasta lettera morta – pre-vedeva invece la formazione di un cor-po unico tra Corpo forestale regionale e guardiacaccia delle Province, creato anche per razionalizzare ed ottimizzare costi e risorse impegnati nei controlli in campo ambientale. La Lac e le altre asso-ciazioni chiedono dunque alla Regione e alle Province di porre immediatamente rimedio al vuoto di vigilanza ambientale creato dalla Legge 9, mantenendo l’im-pegno di costituire fi nalmente il Corpo Unico tra guardiacaccia e personale del Corpo forestale regionale

MARCHE

APPROVATA NUOVA LEGGE REGIONALEQuella andata in scena martedì 12 luglio al Consiglio regionale è l’ennesima farsa tragicomica della politica, a cui i cittadi-ni sono purtroppo abituati ad assistere

PIEMONTE

impotenti. Come i loro “maestri” in par-lamento, anche i nostri rappresentanti in Regione appartengono ormai ad un’altra dimensione spazio-temporale, dimo-strando di essere sempre più distanti dalla realtà e dalle legittime aspettative di coloro che li hanno eletti. Le modifi che apportate alla Legge regionale n. 7/95 (Legge sulla caccia), infatti, scontentano un po’ tutte le categorie interessate: gli agricoltori, presenti in gran numero in aula, che hanno visto disattese le loro legittime aspettative di risarcimento dei danni causati dai cinghiali, di cui sono le principali vittime. Gli ambientalisti, gli animalisti e in genere tutti coloro che vi-vono o lavorano in campagna, che ave-vano proposto degli importanti e quali-fi canti emendamenti, non solo in favore della fauna, ma anche per tutelare quelle attività economiche che si esercitano in campagna ed a contatto diretto con la natura. L’unica categoria che alla fi ne è risultata, come al solito, “protetta” dai po-litici, peraltro con benefi ci di modesta le-vatura e di dubbia effi cacia, è stata quella dei cacciatori, i quali possono contare in consiglio regionale su una consolidata maggioranza trasversale nei maggiori partiti di maggioranza ed opposizione, PD e PDL, capeggiata dai cacciatori Ricci e Bugaro. In sostanza, le principali novità apportate da questa modifi ca sono state quelle di attribuire maggiori funzioni e poteri agli ATC (Ambiti Territoriali di Cac-cia), organismi composti in maggioran-za da cacciatori e loro simpatizzanti, poi l’istituzione dell’Osservatorio faunistico venatorio, organismo sotto diretto con-trollo politico, a cui sono state attribuite le medesime funzioni svolte dall’ISPRA, col preciso scopo di contrastare quest’ul-timo e di aggirarne le decisioni quando queste vanno contro gli interessi dei cac-ciatori. Un’altra importante e deleteria modifi ca è stata quella di far approvare il calendario venatorio ogni anno per leg-ge dal consiglio regionale e non più dalla Giunta, anche qui per impedire eventuali ricorsi al TAR da parte delle associazioni ambientaliste ed animaliste! Neppure uno della decina di emendamenti pre-sentati dalle associazioni stesse è stato invece discusso e tantomeno approvato, e si trattava per la maggioranza di recepi-menti alla Legge Comunitaria 2009 che, in quanto tali, sarebbero dovuti essere quindi adottati obbligatoriamente dalla legge regionale. Prevedibili quindi una pioggia di ricorsi da parte delle associa-zioni ambientaliste, nei confronti di una legge che dimostra degli aspetti palese-mente incostituzionali ed illegittimi. Ma, come già detto, sono state rigettate an-che le proposte, dettate dal buon senso, di aumentare fi no a 500 metri le fasce di divieto di caccia da agriturismi, country house, maneggi ecc…, che si trovino in campagna, ma anche per luoghi di culto, sentieri escursionistici, piste ciclabili e per MTB. Così facendo i nostri politici hanno quindi dimostrato di fregarsene alta-mente di tutti quei cittadini che vivono e lavorano a contatto con la natura, ma an-che dell’incolumità fi sica di tutti coloro che per turismo o per sport usufruiscono degli stessi spazi di territorio assegnati, fi nora in via esclusiva, ai cacciatori! (LAC Marche, 13 luglio).

LIGURIA

POLEMICA GLI AGRICOLTORI CHIEDONO I DANNIProtesta a Vendone “Otto richiami spingono i cinghiali nei campi”Gli agricoltori si ribellano ai richiami per i cinghiali vicini alle coltivazioni e si preparano a presentare una maxi-richiesta di risarcimento danni ai cac-ciatori responsabili delle installazioni illegali alle spalle delle frazioni. Nelle scorse settimane, i contadini vendo-nesi hanno subito una nuova ondata di scorribande da parte degli ungula-ti, arrivati a pochi metri dalle case, at-tirati anche dai bidoni metallici con-tenenti circa due quintali di grano. Gli autori delle opere abusive hanno montato i recipienti sugli alberi, rego-lando la caduta al suolo del mangime con un cronometro, alimentato da una batteria, in modo da far scendere l’alimento in terra a cadenze regolari.«Nei nostri boschi ci sono almeno otto di questi marchingegni e solo con la presenza di queste apparecchiature ri-usciamo a spiegarci il numero elevatis-simo di cinghiali catturati a Vendone, nettamente superiore a quello degli altri paesi dell’entroterra. I cacciatori giustificano le battute con la necessità di evitare i danni all’agricoltura, ma poi qualcuno di loro attrae questi animali vicino ai terreni per ucciderli con mag-giore facilità, a discapito di chi vive e lavora grazie alle colture», raccontano alcuni contadini, pronti a promuovere una causa civile collettiva per il man-cato rispetto della delibera con cui la Provincia vieta tassativamente il «fo-raggiamento» dei cinghiali.«La situazione sta diventando ingesti-bile. Bisogna creare delle zone cusci-netto in prossimità delle campagne, in cui impedire assolutamente l’ingresso dei cinghiali per proteggere il lavoro agricolo», taglia corto Aldo Alberto, presidente provinciale della Confede-razione italiana agricoltori, che ricor-da: «Abbiamo avviato una raccolta di fi rme per proporre una modifi ca della legge attuale in materia di caccia agli ungulati. Stiamo raccogliendo migliaia di sottoscrizioni e la nostra campagna di adesioni si concluderà all’inizio di agosto alla Festa dell’agricoltura a Gar-lenda».

INUTILE E COSTOSO INCARICO SPECIALE AI CACCIATORI IN MATERIA SCIENTIFICALe associazioni ENPA e WWF hanno chiesto al Ministro delle politiche agri-cole e forestali, Saverio Romano, quali siano le ragioni che l’hanno indotto a promuovere un tavolo fi nalizzato alla revisione dei dati tecnico scientifi ci già forniti dall’ISPRA, l’unico e prestigioso organismo di riferimento individuato dalla legge 157/92, in merito alla condi-zione delle specie cacciabili e ai perio-

Fiere venatorie

Dal primo luglio è online il nuovo sito di (contro)informazione sulla Sagra dei Osei di Sacile: www.nosagraosei.orga cura di Animalisti F.V.G. e con la collaborazione di LAC Friuli Venezia Giulia, LAV Pordenone e

Associazione Venus in Fur

Da tempo sentivamo la necessità di spiegare il nostro punto di vista sulla sagra dei osei di Sacile e, in generale, sulle numerosissime fi ere ornitologico venatorie che hanno luogo ogni anno in tutta Italia. Il motivo per il quale abbiamo scelto di parla-re in particolare della sagra dei osei (la cui 738ma edizione avrà luogo domenica 21 agosto) è dettato dal fatto che si tratta della più importante e famosa (nel settore) fi era ornitologico venatoria d’Italia. Per evidenti questioni geografi che ci è, inoltre, parso quanto meno doveroso prendere una posizione come attivisti friulani.La sezione “Perché diciamo No” contiene autorevoli interventi a fi rma di noti espo-nenti del movimento per i diritti animali, che hanno voluto dare un prezioso con-tributo a questo progetto. Era importante parlare anche della vita degli uccelli da richiamo, protagonisti (loro malgrado) della gara canora (che è indubbiamente il momento più prestigioso delle fi ere ornitologico venatorie). A questo proposito segnaliamo la sezione “Gara canora”, arricchita da bellissime immagini di uccelli cosiddetti “da richiamo” liberi, in natura, accompagnate dal fi le audio del loro splendido canto. Il fatto che le migliaia di uccelli in gabbia (e non solo uccelli) presenti a questa manifestazione possano, come dice il Sindaco di Sacile, essere tutti esemplari nati in cattività (per cui “in regola”, provenienti da allevamenti) non ci impedisce certo di manifestare tutta la nostra disapprovazione. Che siano o meno d’allevamento, si tratta di animali che non sperimenteranno mai una vita degna di tale nome, un canto veramente libero, un’esistenza al di fuori di una gabbia. Far nascere e allevare generazioni di piccoli “detenuti” con le ali per soddisfare il no-stro egoismo è legittimare la sopraffazione del più forte sul più debole.

La LAC organizza, nell’ambito dei progetti per il volontariato della Regione Lom-bardia, un Corso di formazione per aspiranti guardie venatorie, che si terrà a Milano nei mesi di settembre e ottobre 2011. Il corso è aperto anche ai residenti fuori della regione Lombardia. Il corso è gratuito e la frequenza darà diritto a sostenere un esame fi nale per la qua-lifi ca di Guardia Venatoria, a cura dall’Amministrazione Provinciale.Il servizio di vigilanza venatoria volontaria riveste un ruolo importante tra le attivi-tà della LAC. Il Gruppo Guardie, la cui direzione nazionale è a Torino, è in continua espansione. Il corso si articola in 8 incontri, per un totale di 40 ore di lezioni e sarà tenuto da docenti qualifi cati.Le materie saranno le seguenti:- legislazione a protezione della fauna omeoterma e per l’esercizio venatorio- gestione del territorio- zoologia applicata alla caccia, con prove pratiche di riconoscimento delle specie cacciabili e nozioni di cinofi lia- armi e munizioni da caccia e relative legislazioni - tutela della natura e principi di salvaguardia delle colture agricole- procedure sanzionatorie e stesura dei verbali di infrazione

Al corso si accede previo esame di ammissione obbligatorio, del quale verranno co-municati agli interessati data e luogo di svolgimento.Per informazioni: LAC – tel. 02 47711806 - [email protected]

Corso per guardie venatorie in Lombardia

di di migrazione. L’intervento delle due associazioni segue la presentazione di un’interrogazione parlamentare dell’On. Susanna Cenni (PD) sul lavoro che il Mi-nistero ha avviato per la “revisione” dei recentissimi dati scientifi ci dell’ISPRA: una correzione affi data addirittura ai cacciatori, cioè al Comitato Internazio-nale della Caccia.I dati scientifici forniti dall’Istituto nel 2010 ed inviati a tutti gli enti interes-sati, a cominciare dalle regioni, ben descrivono la vulnerabilità e il conti-nuo calo delle popolazioni di avifauna che oggi è ancora oggetto di caccia: secondo l’ISPRA è necessario un re-stringimento della stagione venatoria e la cancellazione di alcune specie dai

carnieri.L’iniziativa del Ministero è per di più “clandestina”, perché non è stata mai portata né discussa nel Comitato Tec-nico Faunistico Venatorio Nazionale – organismo in capo allo stesso Mini-stero. Secondo l’interrogazione parla-mentare dell’on. Cenni, questo nuovo ed inutile tavolo sarebbe finanziato con fondi pubblici destinati proprio ai partecipanti: un elemento, questo, che merita una doverosa segnalazione alla Corte dei Conti. È necessario inoltre fare appello all’Europa, che segue con molta attenzione la politica venatoria del nostro Paese, già duramente con-testata con numerose procedure d’in-frazione (LAC Liguria, 20 maggio).

Questi lacci per conigli sono stati rinvenuti dal gruppo Guardie Venatorie della Lac Lombardia a seguito di una denuncia nella zona di Milano nord-ovest.

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ESTERO

CACCIA ALLE FOCHE IN CALO

Il Dipartimento della Pesca e degli Oceani del Canada ha fi ssato la quota di cuccioli di foca che possono es-sere uccisi nel 2011 nel limite massimo di 400.000. Le autorità governative canadesi continuano a difendere la caccia alle foche defi nendola un’attività che fa parte del patrimonio del paese, affermando che sia sosteni-bile e condotta in modo umano e vitale per il sostenta-mento delle comunità locali. Le immagini cruenti che rappresentano animali bastonati, feriti a morte con uncini e il più delle volte scuoiati vivi, hanno suscitato rabbia ed indignazione e dato il via ad infi nite proteste dei cittadini di ogni parte del mondo.Se guardiamo le cifre, nel 2006 il valore della caccia per l’economia è stato di 33 milioni di dollari canadesi, con un prezzo di 97 dollari a pelle; nel 2007, 12 milioni ed il valore delle pelli è calato a 55 dollari e via via le cifre stanno diminuendo. Grazie al bando dell’Unione Euro-pea, i prezzi hanno raggiunto un minimo di 8 dollari a

pelle. Nel 2010 l’attività di caccia alle foche è stata ad-dirittura controproducente: il costo affrontato dal go-verno per sostenere la caccia è stato 2,3 milioni di dol-lari, mentre il valore commerciale é stato di poco più di un milione di dollari. Nel 2010 una sola compagnia ha acquistato le pelli frutto della caccia. Il numero delle licenze di caccia rilasciate è stato di 6.000, i cacciatori che hanno partecipato sono stati 390, i rimanenti 5610 hanno preferito cambiare mestiere o non andarci. Le cifre si commentano da sole.Quest’anno, all’apertura della caccia, a causa delle con-dizioni del ghiaccio, della diminuzione della domanda, dei bassi prezzi delle pelli e del bando UE, nel nord-est di Terranova, si sono presentati pochi cacciatori. Gli Sta-ti Uniti hanno vietato la vendita delle pellicce di foca nel 1972, e l’Unione Europea nel 2009. Vladimir Putin di recente ha defi nito questa caccia «un massacro che doveva essere vietato anni fa» (OIPA, 5 maggio).

GERMANIA

CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMORECLAMO CONTRO LA CACCIA ALLA CAMERA ALTA

Come si ricorderà, il 20 gennaio 2011 la Camera Bassa della Corte europea dei diritti dell’uomo aveva respin-to il ricorso di un proprietario terriero tedesco, che si opponeva alla caccia forzata esercitata sul suo terreno contro la sua volontà. La Camera Bassa aveva ritenu-to che la caccia forzata non confl iggesse con i diritti umani, ed in tal modo era entrata in contraddizione con altre due precedenti sentenze della Corte, che in casi analoghi sottoposti da proprietari terrieri francesi e lussemburghesi aveva ritenuto che la caccia forza-ta fosse in contrasto con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Ora gli avvocati Herrman e Storr per conto del ricorrente hanno redatto un appello alla Ca-

mera Alta, composta da 17 giudici, appello che è stato accettato dalla commissione per il preesame e quindi dovrà prossimamente essere sottoposto alla Camera Alta. Lo comunica il Comitato per l’abolizione della cac-cia (www.abschaffung-der-jagd.de, 25 giugno).

NON PIÙ PICCOLI ASTORI TOLTI DAL NIDO IN RENANIA SETTENTRIONALE

Il ministro dell’ambiente della Renania settentrio-nale-Vestfalia, Johannes Remmel, in una lettera al Comitato contro l’assassinio degli uccelli del 12 maggio ha comunicato di aver dato disposizioni perché non vengano più concesse autorizzazioni per la sottrazione dai nidi di giovani astori per la caccia col falco. Infatti, in base all’articolo 9 della Direttiva comunitaria per la conservazione degli uccelli selvatici, il richiedente dovrebbe fornire la prova che non esistano altre soluzioni soddisfacen-ti, e ciò è inverosimile in quanto esistono in com-mercio numerosi astori di allevamento, sufficienti per il bisogno dei falconieri (Komitee gegen den Vogelmord e. V., 16 maggio).

CANADA

Da maggio osservavo il termine di una canaletta per l’irrigazione dei campi, chiusa con un’asse in legno che fermava lo scorrere dell’acqua.Vedevo il grande numero di rane che saltavano in acqua; uno spettacolo oramai insolito nei corsi d’acqua minori usati per scopi irrigui.Poi osservai i piccoli girini che nuotavano. Era uno spettacolo anche educativo oggi raro in quanto non capita più di osservare facilmente, senza andare a cercar-la, la metamorfosi degli anfibi.Passando il tempo vedevo che queste creature crescevano in dimensioni: erano davvero molti, direi a centinaia.Ultimamente si osservava facilmente lo sviluppo delle zampette posteriori negli anfibi, segno che la metamorfosi stava per completarsi.Mancavano quindi pochi giorni all’uscita in terraferma delle centinaia di ranoc-chiette.L’altra sera però passando accanto al termine della canaletta, proprio in quella posizione vi era collocata l’idrovora mobile azionata dal trattore degli agricoltori che pescava indistintamente l’acqua per gettarla nel campo di mais.Quindi non veniva gettata neppure nella risaia dove sarebbe potuta rimanere per

ancora pochi giorni dando così la possibilità ai girini quasi adulti di completare la metamorfosi.La mattina successiva l’acqua nel campo di mais era stata infatti completamente assorbita dal terreno.Non seppi né saprò mai come parlare agli agricoltori perché mi sembrano troppo idioti da non riuscire neppure a comprendere il danno che fanno senza accorger-sene.Eppure bastava isolare con un’asse il termine della canaletta e pescare l’acqua col trattore solo pochi metri prima o dopo per salvare centinaia di anfibi dalla morte certa, irrigando comunque il mais.Un semplicissimo accorgimento improbabile da essere attuato per menti così ri-strette.E viene da piangere nel vedere che la Regione promulga la legge a tutela della piccola fauna lasciando poi così mano libera ad una categoria sempre impunita di combinare simili disastri.La pozza c’è ancora ma è priva di tracce di vita.

Giovanni Barcheri, Siziano (PV)

Il mondo in una pozza

Lasciti alla LAC

Gentile amico, sono una mamma che si è avvicinata alla LAC per chiedere aiuto quan-do una decisione arbitraria impose nella classe della mia bambina, una lezione natu-ralistica tenuta da: cacciatori! Non potevo permetterlo! Da sola contavo poco, insieme ai miei amici ho potuto esprimere e veder riconosciuto il mio dissenso. Oggi una simile lezione non sarebbe più possibile! Tutti noi viventi condividiamo la medesima sorte: godiamo delle dolcezze e delle ansie della vita. Sappiamo bene che il pianeta e gli ani-mali che con noi lo condividono, non sono di nostra proprietà, tutti ne siamo solo ospiti temporanei e dovremo rispondere ai nostri eredi della considerazione in cui l’avremo tenuto. Ci sono voluti secoli per sconfi ggere alcuni terribili esempi dell’umana incivil-tà, e ancora molto resta da raggiungere, ma una linea continua di progresso ci lega ai nostri avi, rendendoli vicini e vivi più che mai nella nostra memoria. Nel corso della loro vita forse non hanno visto i risultati del loro impegno ma, di sicuro, hanno traccia-to un sentiero che continuerà a essere percorso da altri dopo di loro. Il progresso civile, anche se inavvertito dai singoli individui, nella storia dell’umanità si è accresciuto ine-sorabilmente, per quante resistenze abbiano opposto le forze oscure dell’odio e della sopraffazione. Come diceva l’artista “Moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta, ma di morte lenta”, se desideriamo tracciare un segno di continuità, uniamoci in vita e, continuiamo la nostra comune lotta di civiltà anche dopo la morte.Chi ha vissuto pienamente e consapevolmente, chi è stato trascinato per sentieri ina-spettati, come succede a tutti, quando giungerà la fi ne, come il poeta, potrà dire: “Con-fesso che ho vissuto”. Siamo pratici, sarà utile mettere in ordine per tempo i conti, una volta assegnata ai congiunti la parte del nostro patrimonio, poco o tanto che sia, che a loro è legittimamente assegnato, del resto si può disporre liberamente ed è possibile dedicare un lascito all’associazione che proseguirà negli anni la lotta che abbiamo condotto in vita: il contrasto fermo e tenace alla caccia e ai cacciatori. Siamo consape-voli di condividere con moltissimi la speranza di veder allungare la lista dei paesi civili che hanno abolito la caccia dai loro territori. Più di trent’anni fa, un gruppo d’idea-listi, fortemente motivati, fondò in Italia, la LAC, Lega per l’Abolizione della Caccia, ispirandosi alle associazioni consorelle, esistenti in Europa e in altri continenti. Uno di quei mitici fondatori è adesso il nostro Presidente e rivendichiamo con orgoglio la continuità storica e ideale, senza dubbi e tentennamenti per una conquista di civiltà, come associazione orgogliosamente, sia animalista, sia ambientalista.

In questi anni il piccolo gruppo di soci fondatori è stato affi ancato in tutt’Italia, da volon-tari che portano avanti lo stesso progetto e impegno con un lavoro tenace, disinteressato e costante. Dagli anni ’70 a oggi l’Italia ha visto crollare drasticamente il numero dei cacciatori, che oggi sono ridotti a un esiguo numero d’irriducibili privi di riconoscimento storico, culturale ed etico, ma divoratori di risorse economiche pubbliche. Questo, però, non deve farci abbassare la guardia, anche se sono rimasti in pochi, le armi che i caccia-

tori imbracciano continuano a uccidere ed essi cercano in ogni modo di ripulire la loro immagine e di fare nuovi proseliti. La loro campagna di reclutamento è subdolamente dedicata anche ai bambini e alle donne. I primi sono indotti a credere in una pretesa compatibilità ambientale della caccia. Le donne invece sono arruolate in virtù di un di-storto e perverso criterio di emancipazione e acquisizione di diritti egualitari: il diritto alla gratuita violenza! Le forti complicità politico-economiche di cui i cacciatori godono hanno consentito l’esercizio venatorio per periodi sempre più lunghi durante l’anno, in deroga alla normativa nazionale ed europea. Per questo ogni anno tutti gli italiani, nella loro stragrande maggioranza contrari alla caccia, devono pagare forti multe all’Europa comunitaria, per il sadico e insensato divertimento di un esiguo manipolo di sanguinari!Abolire la caccia signifi ca affrancarsi fi nalmente dalle tristi epoche primitive e perve-nire a un obiettivo di salubre ed equilibrato approccio al mondo animale cui apparte-niamo. Abolire la caccia era e rimane l’obiettivo necessario e fondamentale per ricono-scere in se stessi l’umanità più evoluta e nobile, nella speranza di un mondo di pace e armonia tra tutte le creature. Alcuni possono essere scoraggiati dalla prepotenza della controparte, dall’incredibile appoggio economico e politico di cui gode l’intoccabile casta sanguinaria dei cacciatori. Ricordiamo però, che anche i fautori dell’abolizione della schiavitù erano considerati illusi che avrebbero causato un danno irreparabile all’economia mondiale. Oggi, la schiavitù anche se non è completamente scomparsa, purtroppo, dalla faccia della terra è, però, almeno formalmente, illegale ovunque e come tale perseguita. A questo innegabile successo vogliamo ispirarci, e abbiamo biso-gno che anche tu ti unisca a noi, per realizzare questa meravigliosa opportunità.

Fai un lascito alla LAC, contribuirai alle numerose campagne, alla diffusione di un mes-saggio di pacifi cazione con i nostri vicini di casa animali, e alla civilizzazione umana.Un modo per lasciare il mondo in cui hai vissuto, migliore di come l’hai trovato!I lasciti non sono gravati da tasse, quindi potrai essere certo che il tuo denaro sarà interamente dedicato alle nostre attività. Potrai tornare sui tuoi passi, se lo desideri, in qualunque momento.Dovrai decidere tra un testamento scritto in piena autonomia (testamento olografo) op-pure con l’aiuto di un notaio (testamento pubblico). Sarà possibile lasciare in eredità:• somme di denaro• beni immobili (appartamenti, terreni, proprietà)• beni mobili (oggetti di valore, opere d’arte, ecc.)• polizze sulla vita (puoi indicarlo nel testamento oppure comunicarlo direttamente alla compagnia assicurativa)• titoli e fondi d’investimento

Caterina Rosa Marino

Grazie a chi ha donato almeno 50 euroMiranda BizjakVR, 80 euro

Anna BorelloMI, 100 euro

Giovanna CarcanoCO, 100 euro

Maddalena dell’AcquaMI, 120 euro

Alessandra GalliTO, 70 euro

Cristina GuercilenaBG, 80 euro

Lao-dan di S. BenassiMI, 50 euro

Anna MancaMI, 50 euro

Emilio SalemmeMO, 250 euro

Domenico SchiavoRM, 100contro il bracconaggio

Lucia VolonteriMI, 50 europer un merlo curato da Federica Bellandi

Marco ZerminiVR, 80 euro

Vanessa ZuccoliMI, 80 euro

- numero 2 2011 - numero 2 2011 11

Lo StrillozzoPeriodico bimestrale della LAC Lega per l’Abolizione della CacciaRegistrato al Tribunale di Milano il 28/1/1995 al n. 37 Iscrizione al ROCn. 2721 - Edizione LACAbbonamento annuo 20,00€ da versare su ccp 31776206 intestato a: Lega per l’Abolizione della Caccia Milano

Finito di stampare il 29 luglio 2011

Redazione: Guido De Filippo & Paola Verganti Amministrazione Viale Solari, 40 20144 Milano Tel/fax: 02.47711806Direttore responsabile: Andrea RiscassiImpaginazione : Rosanna Marinoni Coop Paolo VI Gorgonzola MiStampa:

Stampato su carta riciclata 100%

Autorizzazione alla riproduzione

e citando la fonte.

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dati relativi ai destinatari del presente periodico consistono nell’informare i lettori sulla situazione della caccia e sulle attività dell’associazione, mediante l’invio della presente rivista. L’Editore garan-tisce il rispetto dei diritti dei soggetti interessati previsti dalla suddetta legge.

LIBERALO DALLA RETE!

ELENCO DELLE SEZIONI DELLA LAC

LAC - SEDE NAZIONALE

ABRUZZO - c/o Marina Angela Anna Gallo (delegataresponsabile), Via Roma 202, 66016 Guardiagrele CH

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ALESSANDRIA - Via Inviziati 30, 15121 Alessandria.Delegato responsabile: Stefano Bovone, tel. 348/8921389e-mail: [email protected], www.lacalessandria.org

ASTI - c/o Claudio Ferraris (delegato responsabile),Via Trento 9, 14020 Robella d’Asti ATtel. 011/4310793 - 339 4897569e-mail: [email protected]

AVELLINO - C/O Emilio Mauro Merola(delegato responsabile), via Piave 77, 83032 Bonito AVtel. 0825/422601 – 3491533079e-mail: [email protected]

BERGAMO - c/o Giuseppe Mangoni (delegato responsabile),Via Marconi 31, 24047 Treviglio BGtel. 0363/47201, e-mail: [email protected]

BIELLA - c/o Silvana Tuninetti (delegata responsabile),

tel. 320/3595820, e-mail: [email protected]

BRESCIA - Via Fenarolo 36, 25122 Brescia, tel. 030/2000782,e-mail: [email protected], ccp 11336252.Presidente: Maria Consuelo Bianco

CAMPANIA - Via Sebastiano Enrico De Martino 980062 Meta NA tel. 347/3768001 con segreteria - 339/8531461Delegata responsabile: Maria Gabriella VaninViale Giuseppe Sirtori 69, 00149 Roma RMtel. 06/55265695 – fax 06/55265695.

CUNEO - (Giovanni Salomone Presidente)c/o Enrico Bonetto (delegato responsabile),tel. 338/9103890, e-mail: [email protected]

EMILIA ROMAGNA - c/o Carla Carrara (delegata responsabile),Via Vallescura 7, 40136 Bologna, tel. & fax 051/582247,e-mail: [email protected]

FRIULI VENEZIA GIULIA - c/o Alessandro Sperotto (delegatoresponsabile), Via del Boccolo 18, 33080 San Quirino PN,tel. 347/4913282, e-mail: [email protected]

FROSINONE - c/o Roberto Vecchio (delegato responsabile),c.p. 5 , Via Arcinazzo 59/A, 03014 Fiuggi FR

e-mail: [email protected], ccp 00000619893.

LATINA - C/o Pietro Liberati (delegato responsabile)via Colle Segatore 22, 04010 Giulianello di Cori LT,tel. 329/4955244, e-mail: [email protected]

LAZIO - c/o Casa delle associazioni, Via Sergio Tofano 9000139 Roma, tel. 06/87131267 - 338/5484055fax 06/55261729 ccp 38717005e-mail: [email protected] c.p. 97, posta centrale, 00041Albano Laziale RM. Delegato responsabile: Marcello Morrone

LECCO - c/o Luigi Parea (delegato responsabile),Via Primule 18/a, 23864 Malgrate (LC), tel. 3396657853,e-mail: [email protected]

LIGURIA - Via Martiri della Libertà 23/7, 16156 Genova,tel. 010/661758, e-mail: [email protected]

LOMBARDIA 20100 Milano, ccp 14803209. Sede: Lega Abolizione CacciaVia Solari 40, 20144 Milano, tel./fax 0247711806,e-mail: [email protected] responsabile: Graziella Zavalloni

MARCHE - c/o Danilo Baldini (delegato responsabile)loc. Pian di Morro II° n. 4, 60043 Cerreto d’Esi (AN)

e-mail: [email protected]

MODENA - c/o Emilio Salemme (delegato responsabile)Via Panni 167, 41100 Modenatel. 347/4885078 - 059/2927415 (e fax)e-mail: [email protected]

NOVARA - c/o Centro di servizio del volontariatoVia Monte Ariolo 10/12, 28100 Novara. CCP 89779508IBAN IT78M0760110100000089779508. Delegato responsabile: Massimiliano Maininitel. 0321/33393, e-mail: [email protected]/lacnovara

PADOVA - tel. 331/9033161, CCP 1595063,IBAN IT38K0760112100000001595063,e-mail: [email protected].

PAVIA - c/o Roberta Casarini (delegata responsabile),Via Vittorio Emanuele 56, Montalto Pavese PV,tel. 328/9439165, e-mail: [email protected]

PESCARA - c/o Marco Corazzini (delegato responsabile)Via Aldo Moro 7, 65026 Popoli PE, tel. 085/989024e-mail: [email protected]

PIEMONTE - Via Ormea 24, 10125 Torinotelefono & fax 011/6504544e-mail: [email protected]

Presidente Roberto Piana. Apertura al pubblico:lunedì-venerdì 10-12, 14-18 / sabato 10-13. Servizio di vigilanza:[email protected] mercoledì 18,30-20,30

PORDENONE - c/o Alessandra Marchi (delegataresponsabile), Piazza XX Settembre 333170 Pordenone - tel. 0434241292e-mail: [email protected] [email protected]

PUGLIA - c/o Francesco Fortinguerra (delegatoresponsabile), Via Bezzecca 62, 71017 Torremaggiore FG

e-mail: [email protected]

SARDEGNA - c/o Stefano Deliperi (delegato responsabile),Via Asti 9, 09126 Cagliari, tel. 3331822161,e-mail: [email protected]

SAVONA - c/o Valentina Scasso (delegata responsabile),Via Mazzini 45/3, 17056 Cengio SVtel. 333/2849538 -346/3121281e-mail: [email protected]

SIENA - c/o Andrea Cucini (delegato responsabile),Via Coneo 14/A, 53034 Colle Val d’Elsa SItel. 0577/971122 - 338/5908134, e-mail: [email protected]

TOSCANA - c/o Raimondo Silveri (delegato responsabile)via Mascagni 9 - bivio Ravi, 58023 Gavorrano (GR)tel/fax 0566.88318 - cell. 339 2859066e-mail: [email protected]

TRENTINO-ALTO ADIGE - c/o Caterina Rosa Marino (delegataresponsabile), Via F. Biasi 36, 38010 San Michele all’Adige TN,tel. 347 3789239, e-mail: [email protected]

TREVISO - c/o Maurizio Gatto (delegato responsabile),Via Stuparich 2, 31100 Treviso, tel. 366/6646426,e-mail [email protected]

TRIESTE - c/o Walter Stefani (delegato responsabile),Via Erta di S. Anna 22, 34149 Trieste, tel. 338/7121635L-V feriali ore 8-15, fax 040384097 dopo le ore 18,e-mail [email protected]

VENETO - Via Cadore 15/C int. 1, 31100 Treviso,tel. 347/9385856, e-mail [email protected]., ccp 40387441.Delegato responsabile: Andrea Zanoni

VENEZIA - c/o Maria Caburazzi (delegata responsabile),Via Palazzo 27, 30174 Venezia Mestre VE, tel. 041/950310 - 348/8908586, fax 041/980544, e-mail [email protected]

VERBANIA - c/o Laura Sommaruga (delegata responsabile),Via Casali Amore 5a, 28822 Cannobio VB, tel. 0323/71808 - 333/7979637, e-mail [email protected]

VERCELLI - c/o Centro Servizi del Volontariato,Via G. Ferraris 73, 13100 Vercelli, tel. 340/7954182,e-mail: [email protected] responsabile: Elisa Fassione

VERONA - c/o Miranda Bizjak (delegata responsabile),Via Belvedere 169, San Felice Extra, 37131 Veronatel. 045/533306, email [email protected]

VICENZA - Via dell’Astronautica 3/C, 36016 Thiene VI,Delegato responsabile: Ezio Cantù, tel. 333/5876405,e-mail [email protected][email protected]

Sede: Via Andrea Solari 40, 20144 Milano, tel./fax 0247711806, e-mail [email protected]. C.F. 80177010156, ccp 31776206, CCB su Intesa San Paolo di Milano, Corso Garibaldi, Filiale Milano 1, IBAN IT35M 03069 09441 000018051121 Presidenza: Carlo Consiglio, Via Angelo Bassini 6, 00149 Roma, tel. 06/64690478, fax 06/55261729, e-mail: [email protected]