Anno II n° 8 Abolire la miseria della Calabria

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Anche noi di “Abolire la miseria della Calabria” pubblichiamo come hanno già fatto il notiziario telematico Notizie Radicali e la redazione di fai notizia l'articolo scritto dal gior- nalista del Corriere della sera Carlo Vulpio e pubblicato sul suo blog. Anche noi senza com- mentarlo con il solo fine di far conoscere per deliberare. Fateci sapere cosa ne pensate inviando vostri commenti a [email protected] Via di qui. Cattivi magistrati e cattivi giornalisti di Carlo Vulpio Avevo fatto una battuta: avevo detto: i giornalisti, a differenza dei magistrati, non possono essere trasferi- ti. Avrei fatto meglio a stare zitto. Da lì a poco sarei stato “trasferito” anch’io. “E’ stato la sera del 3 dicembre, dopo che sul mio giornale era uscito un mio servizio da Catanzaro sulle perquisizioni e i sequestri ordinati dalla procura di Salerno nei confronti di otto magistrati calabresi e di altri politici e imprenditori. http://www.carlovulpio.it Come sempre, non solo durante questa inchiesta, ma perché questo è il mio modo di lavorare, avevo “fatto i nomi”. E cioè, non avevo omesso di scrivere i nomi di chi compariva negli atti giudiziari (il decreto di perquisizione dei magistrati di Salerno, che trovate su questo blog in versione integrale) non più coperti da segreto istruttorio. Tutto qui. Nomi noti, per lo più. Accompagnati però da qualche “new entry”: per esempio, Nicola Mancino, vicepresidente del Csm, Mario Delli Priscoli, procu- ratore generale della Corte di Cassazione, Simone Luerti, presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Con una telefonata, il giorno stesso dell’uscita del mio articolo, la sera del 3 dicembre appunto, invece di sostenermi nel continuare a lavorare sul “caso Catanzaro” (non chiami- amolo più “caso de Magistris”, per favore, altri- menti sembra che il proble- ma sia l’ex pm calabrese e non ciò che stanno combi- nando a lui, a noi, alla gius- tizia e alla società italiana), invece di farmi continuare a lavorare – dicevo –, come sarebbe stato giusto e natu- rale, sono stato sollevato dall’incarico. Esonerato. Rimosso. Congedato. Trasferito. Con una telefonata, il mio direttore, Paolo Mieli, ha dichiarato concluso il mio viaggio fra Catanzaro e Salerno, Potenza e San Marino, Roma e Lamezia Terme. Un viaggio cominci- ato il 27 febbraio 2007, quando scoppiò “Toghe Lucane” (la terza inchiesta di de Magistris, con “Poseidone” e “Why Not”). Un viaggio che mi fece subito capire che da quel momento in poi nulla sarebbe stato più come prima all’interno della mag- istratura e in Italia. Tanto è vero che successi- vamente ho avvertito la necessità di scrivere un libro (“Roba Nostra”, Il Saggiatore), che, dicevo mentre lo consegnavo alle stampe, “è un libro al futuro”. Una battuta anche questa, certo, perché come si fa a prevedere il futuro? In un libro, poi, che si occu- pa di incroci pericolosi tra politica, giustizia e affari sporchi…Ma si vede che negli ultimi tempi le battute mi riescono piuttosto bene, visto che anche questa, come quella sul “trasferi- mento” dei giornalisti, si è avverata. Avevo detto – e lo racconto in “Roba Nostra” – che in Basilicata l’anno scorso è stato avviato un esperimen- to, che, se nessuno fosse intervenuto, sarebbe stato riprodotto da qualche altra parte in maniera più ampia e più disastrosa. E’ accaduto che mentre la procura di Catanzaro (c’era ancora de Magistris) stava indagando su un bel numero di magistrati lucani, di Potenza e di Matera, la procura di Matera (gli inda- gati) si è messa a indagare sugli indagatori (de Magistris). Come? Surrettiziamente. E cioè? Si è inventato il reato di “asso- ciazione a delinquere final- izzato alla diffamazione a mezzo stampa” e ha messo sotto controllo i telefoni di cinque giornalisti (me com- preso) e un ufficiale dei carabinieri (quello delegato da de Magistris per le indagini sui magistrati lucani). Così facendo, i magistrati indagati hanno potuto conoscere cosa si dicevano gli indagatori (de Magistris e l’ufficiale dele- gato a indagare). Avvertivo: guardate che così va a finire male. Chiedevo: caro CSM, caro Capo dello Stato, interven- ite subito. Niente. Nemmeno una paro- la, un singulto, un cenno. Nemmeno quando era chiaro a tutti che quei mag- istrati lucani, al di là di ogni altra considerazione, vede- vano ormai compromessa la loro terzietà. Un magistrato - si dice sempre, e a ragione -, come la moglie di Cesare, deve non soltanto “essere”, ma anche “apparire” imparziale, terzo, non sospettabile di alcunché. Per i magistrati lucani, invece, non è così. Nonostante siano parti in causa, essi continuano a indagare sugli indagatori, chiedono e ottengono pro- roghe di indagini (siamo alla quarta) perché, dicono, il reato che si sono inven- tati, l’associazione a delin- quere finalizzata alla diffamazione a mezzo stam- pa, è complicatissimo. E rimangono al proprio posto nonostante le associazioni regionali degli avvocati ne chiedano il trasferimento, per consentire un funziona- mento appena credibile della giustizia. Niente. Si è lasciato incan- crenire il problema ed ecco replicato l’esperimento a Catanzaro. La “guerra” fra procure non è altro che la riproduzione di quel corto circuito messo in atto da indagati che indagano sui loro indagatori, affinché, rovesciato il tavolo e saltate per aria le carte, non si sap- pia più chi ha torto e chi ha ragione perché, appunto, “c’è la guerra”. E dopo la “guerra”, ecco la “tregua” o, se preferite, “l’armistizio” (così, banal- mente ma non meno con- sapevolmente, tutti i gior- nali, salvo rarissime eccezioni di singoli com- mentatori). Guerra e tregua. E’ questo il titolo dell’ultima, penosa sceneggiata italiana su una vicenda, scrivo in “Roba Nostra”, che è la “nuova Tangentopoli” italiana. Quando, sei mesi fa, è usci- to il libro, qualcuno mi ha chiesto se non esagerassi. Adesso, l’ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, dichiara: “Ciò che sta accadendo oggi è peggio di Tangentopoli”. E Primo Greganti, uno che se ne intende, ammette anche lui, che “sì, oggi è peggio di Tangentopoli”. Infine, una curiosità, o una coincidenza, o un suggeri- mento per una puntata al gioco del Lotto, fate voi. Mi hanno rimosso dal servizio che stavo seguendo a Catanzaro il 3 dicembre 2008. Esattamente un anno prima, il 3 dicembre 2007, Letizia Vacca, membro del CSM, anticipava “urbi et orbi” la decisione che poi il CSM avrebbe preso su Clementina Forleo e Luigi de Magistris. “Sono due cattivi magistrati, due fig- ure negative”, disse la Vacca. E Forleo e de Magistris sono stati trasferi- ti. Per me, più modesta- mente, è bastata una tele- fonata. Ma diceva più o meno la stessa cosa. Diceva che sono un cattivo giornal- ista. Carlo Vulpio www.carlovulpio.it Abolire la miseria della Calabria CONOSCERE PER DELIBERARE Carlo Vulpio, corrispondente del Corriere della Sera sospeso dal ruolo di corrispondente da Catanzaro Via di qui. Cattivi magistrati e cattivi giornalisti di Carlo Vulpio Periodico indipendente di cultura liberale, laica, socialista e radicale - Dicembre 2008 - ANNO II - n° 8 Gandhi è diventato Gandhi dopo aver letto “Il Regno di Dio è in noi” di Tostoj” Dialogo/Incontro con Vittorio De Seta - di Curtosi e Candido Inchieste: Il caso De Magistris; Ambiente e depurazione in Calabria; Scuola pubblica e democrazia; Anagrafe degli eletti in Calabria; Di quale “Caso Salerno - Catanzaro” stiamo parlando? - di Maurizio Bolognetti RU486. Metodo farmacologico meno dispendioso e meno traumatico per la donna - di Simona Tulelli Uno Stato laico è possibile? - di Simona Tulelli Bruzzano e la cultura popolare - di Giovanna Canigiula Miseria - di Vincenzo Franco alias Nipio (Strenna Avvenire Vibonese - 1886) La qualunque vince e io parteggio. Per De Magistris - di Giovanna Canigiula La fitodepurazione: un processo possibile - di Francesco Santopolo In memoria di Piergiorgio Welby - di Mina Welby Marcia per la libertà in Birmania, Iran e Tibet - di Marco Marchese Oltre la vita, oltre la morte - di Vittorio Emanuele Esposito All’interno ... www.almcalabria.it ABBONATI e SOSTIENI ABOLIRE LA MISERIA della Calabria Periodico che non fruisce dei contributi statali all’editoria di cui alla Legge n°250 del 07/08/1990. La pubblicaazione è possibile soltanto grazie al lavoro volontario dei nostri collaboratori e al sostegno dei nostri abbonati e dei pochi sponsor che ci sostengono. Versa il tuo contributo a Associazione di Volontariato Culturale NON MOLLARE conto corrente postale 93431955 Di seguito l’articolo di Vulpio “reo” di dire i nomi ... Il blitz Operazione dei magis- trati di Salerno. Sequestrata la documentazione Caso de Magistris, toghe indagate “Illeciti per sfilargli le inchieste” Perquisita la procura di Catanzaro sui filoni Why Not e Poseidone di Carlo Vulpio. Pubblicato il 3 dicembre 2008 sul Corriere della Sera CATANZARO - Non era mai accaduto prima in Italia, che una procura della Repubblica fosse «circondata» come un fortino della malavita. Ieri è successo alla procura di Catanzaro, che per tutta la giornata e fino a tarda sera è stata letteralmente accerchia- ta da cento carabinieri e una ventina di poliziotti, tutti arrivati da Salerno. Con i carabinieri del Reparto opera- tivo e i poliziotti della Digos, sono entrati in procura ben sette magistrati, tra i quali il procuratore di Salerno, Luigi Apicella, e i titolari dell' inchi- esta, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani. Hanno notificato avvisi di garanzia e perquisito case e uffici dei magistrati calabresi che hanno scippato le inchieste «Poseidone» e «Why Not» all' ex pm Luigi de Magistris (ora giudice del Riesame a Napoli) e dei magistrati che queste inchieste hanno eredi- tato, «per smembrarle, disin- tegrarle e favorire alcuni inda- gati», scrivono i pm salerni- tani. Tra gli indagati «favoriti», l' ex ministro della Giustizia, Clemente Mastella, il segre- tario nazionale Udc, Lorenzo Cesa, l' ex governatore di Calabria, nonché ex procura- tore di Reggio Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, il generale della Guardia di Finanza, Walter Cretella Lombardo, l' ex sottosegre- tario con delega al Cipe, Giuseppe Galati (Udc), Giancarlo Pittelli, deputato di Forza Italia, il ras della Compagnia delle Opere per il Sud Italia, Antonio Saladino. (continua www.carlovulpio.it) www.fainotizia.it C o p i a o m a g g i o - C o n t r i b u t o L i b e r o

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Abolire la miseria della Calabria Periodico nonviolento di storia, arte, cultura e politica laica liberale calabrese

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Anche noi di “Abolire la miseriadella Calabria” pubblichiamocome hanno già fatto i lnotiziario telematico NotizieRadicali e la redazione di fainotizia l'articolo scritto dal gior-nalista del Corriere della seraCarlo Vulpio e pubblicato sulsuo blog. Anche noi senza com-mentarlo con il solo fine di farconoscere per deliberare.Fateci sapere cosa ne pensateinviando vostri commenti [email protected]

Via di qui .Ca t t iv i mag is t ra t i ecatt iv i giornal ist idi Carlo VulpioAvevo fatto una battuta:avevo detto: i giornalisti, adifferenza dei magistrati,non possono essere trasferi-ti. Avrei fatto meglio a starezitto. Da lì a poco sareistato “trasferito” anch’io.“E’ stato la sera del 3dicembre, dopo che sul miogiornale era uscito un mioservizio da Catanzaro sulleperquisizioni e i sequestriordinati dalla procura diSalerno nei confronti di ottomagistrati calabresi e dialtri politici e imprenditori.“

http://www.carlovulpio.itCome sempre, non solodurante questa inchiesta, maperché questo è il mio mododi lavorare, avevo “fatto inomi”. E cioè, non avevoomesso di scrivere i nomi dichi compariva negli attigiudiziari (il decreto diperquisizione dei magistratidi Salerno, che trovate suquesto blog in versioneintegrale) non più coperti dasegreto istruttorio. Tuttoqui. Nomi noti, per lo più.Accompagnati però daqualche “new entry”: peresempio, Nicola Mancino,vicepresidente del Csm,Mario Delli Priscoli, procu-ratore generale della Cortedi Cassazione, SimoneLuerti, presidentedell’Associazione nazionalemagistrati.Con una telefonata, ilgiorno stesso dell’uscita delmio articolo, la sera del 3dicembre appunto, invece disostenermi nel continuare a

lavorare sul “casoCatanzaro” (non chiami-amolo più “caso deMagistris”, per favore, altri-menti sembra che il proble-ma sia l’ex pm calabrese enon ciò che stanno combi-nando a lui, a noi, alla gius-tizia e alla società italiana),invece di farmi continuare alavorare – dicevo –, comesarebbe stato giusto e natu-rale, sono stato sollevatodall’incarico. Esonerato.Rimosso. Congedato.Trasferito. Con una telefonata, il miodirettore, Paolo Mieli, hadichiarato concluso il mioviaggio fra Catanzaro eSalerno, Potenza e SanMarino, Roma e LameziaTerme. Un viaggio cominci-ato il 27 febbraio 2007,quando scoppiò “TogheLucane” (la terza inchiestadi de Magistris, con“Poseidone” e “Why Not”).Un viaggio che mi fecesubito capire che da quelmomento in poi nullasarebbe stato più comeprima all’interno della mag-istratura e in Italia. Tanto è vero che successi-vamente ho avvertito lanecessità di scrivere unlibro (“Roba Nostra”, IlSaggiatore), che, dicevomentre lo consegnavo allestampe, “è un libro alfuturo”. Una battuta anchequesta, certo, perché comesi fa a prevedere il futuro?In un libro, poi, che si occu-pa di incroci pericolosi trapolitica, giustizia e affarisporchi…Ma si vede chenegli ultimi tempi le battutemi riescono piuttosto bene,visto che anche questa,come quella sul “trasferi-mento” dei giornalisti, si èavverata. Avevo detto – e lo raccontoin “Roba Nostra” – che inBasilicata l’anno scorso èstato avviato un esperimen-to, che, se nessuno fosseintervenuto, sarebbe statoriprodotto da qualche altraparte in maniera più ampia epiù disastrosa. E’ accaduto che mentre laprocura di Catanzaro (c’eraancora de Magistris) stava

indagando su un bel numerodi magistrati lucani, diPotenza e di Matera, laprocura di Matera (gli inda-gati) si è messa a indagaresugli indagatori (deMagistris). Come?Surrettiziamente. E cioè? Siè inventato il reato di “asso-ciazione a delinquere final-izzato alla diffamazione amezzo stampa” e ha messosotto controllo i telefoni dicinque giornalisti (me com-preso) e un ufficiale deicarabinieri (quello delegatoda de Magistris per leindagini sui magistratilucani). Così facendo, imagistrati indagati hannopotuto conoscere cosa sidicevano gli indagatori (deMagistris e l’ufficiale dele-gato a indagare). Avvertivo: guardate checosì va a finire male.Chiedevo: caro CSM, caroCapo dello Stato, interven-ite subito. Niente. Nemmeno una paro-la, un singulto, un cenno.Nemmeno quando erachiaro a tutti che quei mag-istrati lucani, al di là di ognialtra considerazione, vede-vano ormai compromessa laloro terzietà. Un magistrato- si dice sempre, e a ragione-, come la moglie di Cesare,deve non soltanto “essere”,ma anche “apparire”imparziale, terzo, nonsospettabile di alcunché.Per i magistrati lucani,invece, non è così.Nonostante siano parti incausa, essi continuano aindagare sugli indagatori,chiedono e ottengono pro-roghe di indagini (siamoalla quarta) perché, dicono,il reato che si sono inven-tati, l’associazione a delin-quere finalizzata alladiffamazione a mezzo stam-pa, è complicatissimo. Erimangono al proprio postononostante le associazioniregionali degli avvocati nechiedano il trasferimento,per consentire un funziona-mento appena credibiledella giustizia. Niente. Si è lasciato incan-crenire il problema ed eccoreplicato l’esperimento a

Catanzaro. La “guerra” fraprocure non è altro che lariproduzione di quel cortocircuito messo in atto daindagati che indagano suiloro indagatori, affinché,rovesciato il tavolo e saltateper aria le carte, non si sap-pia più chi ha torto e chi haragione perché, appunto,“c’è la guerra”. E dopo la“guerra”, ecco la “tregua”o, se preferite,“l’armistizio” (così, banal-mente ma non meno con-sapevolmente, tutti i gior-nali, salvo rarissimeeccezioni di singoli com-mentatori). Guerra e tregua. E’ questo iltitolo dell’ultima, penosasceneggiata italiana su unavicenda, scrivo in “RobaNostra”, che è la “nuovaTangentopoli” italiana.Quando, sei mesi fa, è usci-to il libro, qualcuno mi hachiesto se non esagerassi.Adesso, l’ex presidentedella Repubblica, CarloAzeglio Ciampi, dichiara:“Ciò che sta accadendo oggiè peggio di Tangentopoli”.E Primo Greganti, uno chese ne intende, ammetteanche lui, che “sì, oggi èpeggio di Tangentopoli”. Infine, una curiosità, o unacoincidenza, o un suggeri-mento per una puntata algioco del Lotto, fate voi. Mi hanno rimosso dalservizio che stavo seguendoa Catanzaro il 3 dicembre2008. Esattamente un annoprima, il 3 dicembre 2007,Letizia Vacca, membro delCSM, anticipava “urbi etorbi” la decisione che poi ilCSM avrebbe preso suClementina Forleo e Luigide Magistris. “Sono duecattivi magistrati, due fig-ure negative”, disse laVacca. E Forleo e deMagistris sono stati trasferi-ti. Per me, più modesta-mente, è bastata una tele-fonata. Ma diceva più omeno la stessa cosa. Dicevache sono un cattivo giornal-ista.

Carlo Vulpiowww.carlovulpio.it

Abolire la miseriadella Calabria

C O N O S C E R E P E R D E L I B E R A R ECarlo Vulpio, corrispondente del Corriere della Sera sospeso dal ruolo di corrispondente da Catanzaro

Via di qui. Cattivi magistrati e cattivi giornalistidi Carlo Vulpio

Periodico indipendente di cultura liberale, laica, socialista e radicale - Dicembre 2008 - ANNO II - n° 8

Gandhi è diventato Gandhi dopo aver letto “Il Regno di Dio è in noi” di Tostoj”Dialogo/Incontro con Vittorio De Seta - di Curtosi e CandidoInchieste: Il caso De Magistris; Ambiente e depurazione in Calabria; Scuola pubblica e democrazia;Anagrafe degli eletti in Calabria;

Di quale “Caso Salerno - Catanzaro” stiamo parlando? - di Maurizio BolognettiRU486. Metodo farmacologico meno dispendioso e meno traumatico per la donna - di Simona TulelliUno Stato laico è possibile? - di Simona Tulelli

Bruzzano e la cultura popolare - di Giovanna CanigiulaMiseria - di Vincenzo Franco alias Nipio (Strenna Avvenire Vibonese - 1886)

La qualunque vince e io parteggio. Per De Magistris - di Giovanna CanigiulaLa fitodepurazione: un processo possibile - di Francesco Santopolo

In memoria di Piergiorgio Welby - di Mina WelbyMarcia per la libertà in Birmania, Iran e Tibet - di Marco MarcheseOltre la vita, oltre la morte - di Vittorio Emanuele Esposito

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Di seguito l’articolo di Vulpio“reo” di dire i nomi ...

Il blitz Operazione dei magis-trati di Salerno. Sequestrata ladocumentazioneCaso de Magistris, togheindagate “Illeciti persfilargli le inchieste”Perquisita la procura diCatanzaro sui filoni Why Not ePoseidonedi Carlo Vulpio.Pubblicato il 3 dicembre 2008sul Corriere della Sera

CATANZARO - Non era maiaccaduto prima in Italia, cheuna procura della Repubblicafosse «circondata» come unfortino della malavita. Ieri èsuccesso alla procura diCatanzaro, che per tutta lagiornata e fino a tarda sera èstata letteralmente accerchia-ta da cento carabinieri e unaventina di poliziotti, tuttiarrivati da Salerno. Con icarabinieri del Reparto opera-tivo e i poliziotti della Digos,sono entrati in procura bensette magistrati, tra i quali ilprocuratore di Salerno, LuigiApicella, e i titolari dell' inchi-esta, Gabriella Nuzzi eDionigio Verasani. Hannonotificato avvisi di garanzia eperquisito case e uffici deimagistrati calabresi chehanno scippato le inchieste«Poseidone» e «Why Not»all' ex pm Luigi de Magistris(ora giudice del Riesame aNapoli) e dei magistrati chequeste inchieste hanno eredi-tato, «per smembrarle, disin-tegrarle e favorire alcuni inda-gati», scrivono i pm salerni-tani. Tra gli indagati «favoriti»,l' ex ministro della Giustizia,Clemente Mastella, il segre-tario nazionale Udc, LorenzoCesa, l' ex governatore diCalabria, nonché ex procura-tore di Reggio Calabria,Giuseppe Chiaravalloti, ilgenerale della Guardia diFinanza, Walter CretellaLombardo, l' ex sottosegre-tario con delega al Cipe,Giuseppe Galati (Udc),Giancarlo Pittelli, deputato diForza Italia, il ras dellaCompagnia delle Opere per ilSud Italia, Antonio Saladino.(continuawww.carlovulpio.it)

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L'8 settembre 2008, in occa-sione del sessantesimo anniver-sario della dichiarazione univer-sale dei diritti dell'Uomo gira aPentedattilo, in provincia diReggio Calabria, il cortometrag-gio sull'articolo 23 delladichiarazione: "Articolo 23.Pentedàttilo" che sarà presen-tato il prossimo primo dicembreal Teatro Argentina in Roma.Nato in Sicilia (Palermo, 1923)da nobile famiglia di origini cal-abresi, il maestro del film docu-mentario italiano vive a SelliaMarina, in provincia diCatanzaro, dove cura le suetenute. Dopo essersi iscritto allafacoltà di Architettura nel ''41 fuallievo ufficiale dell'AccademiaNavale di Livorno. Dopol'armistizio fu internato in Austriadai nazisti. Liberato nel ''45ricomincia a studiare e inizia adoccuparsi di fotografia e di cine-ma. Nel ''53 collabora comeaiuto regista ne "Le village mag-ique" di Jean Paul Le Chanois e,sempre nello stesso anno, affi-anca Mario Chiari in un episodiodi "Amori di mezzo secolo". Ilsuo nome, nel dizionario del cin-ema dei registi mondiali dei tipiEnaudi, sta tra quelli di DeSantis e De Sica. A partire dal''54 sino al ''59 scrive e dirigeuna serie di documentari cor-tometraggi considerati oggi vericapolavori del cinema mondiale:Lu tempu di li pisci spata (1954min 10'.04'' ); Isole di fuoco(1954 min 09'.02'' ); Surfarara(1955 min 09'.39''); Pasqua inSicilia (1955 min 08'.12'' );Conrtadini del mare (1955 min09'.24'' ); Parabola d'oro (1955min 09'.39'' ); Pescherecci (1958min 10'.02'' ); Pastori diOrgosolo (1958 min 09'.54'' ); Ungiornoin Barbagia (1958 min09'.27'' ); I dimenticati (1959 min16'.56'' ). Straordinari documen-ti originariamente inFerraniacolor e Cinemascopeoggi digitalizzati e ripubblicati ne"Il mondo perduto" assieme a"La fatica delle Mani",una rac-colta di scritti su Vittorio De Setaa cura di Mario Capello cheaccompagna il dvd e in cui spic-cano "La sabbia negli occhi" diRoberto Saviano, "su Banditi aOrgosolo" di Martin Scorsese,"una conversazione con VittorioDe Seta" di Goffredo Fofi, "Il

metodo verghiano di De Seta"di Vincenzo Consolo, "De Seta:la Grande del documentario" diAlberto Farassino, "L'arcaico ela trasmissione della conoscen-za" di Marco Maria Gazzano,"Un lungo viaggio verso il mondoperduto" di Gian Luca Farinelli.Nel ''61 De Seta esordisce col35 mm nel lungometraggio con"Banditi a Orgosolo" ( Italia,1961 - 98 min., 35 mm b/n).Seguono "Un uomo a metà" (Italia, 1966 - 93 min., 35 mm,b/n) osteggiato dalla critica mache ottenne riconoscimenti aVenezia e lodi da parte diPierpaolo Pasolini e Moravia,"L'invitata" ( Italia-Francia, 1969

- 90 min., 35 mm, col.); "Diariodi un maestro" ( Italia, 1973 -270 min. 4 episodi , 16 mm, col.)evidenzia la problematica della

scuola italiana e il vero scopodella scuola non finalizzataall'ottenimento di una pro-mozione o di un diploma mapiuttosto come preparazione allavita, la formazione del caratteree della personalità. Tutti temiripresi in "Quando la scuolacambia" ( Italia, 1978 - 240 min.4 episodi , 16 mm, col.) con cuiDe Seta, rispondendo a chi glisottolineava dopo l'uscita diDiario che quel maestro erafinto e che non poteva attuarsiquel tipo di scuola, descrivequattro casi di scuola d'avan-guardia, in Lombardia e inPuglia. Successivamente DeSeta gira "La Sicilia rivisitata" (

Italia, 1980 - 207 min. 4 episodi ,16 mm, col.), "Hong Komg, lacitta dei profughi" ( Italia, 1980 -135 min. 3 episodi , 16 mm,col.), "Quando la scuola cambia"( Italia, 1978 - 240 min. 4 episo-di , 16 mm, col.), "Un carnevaleper Venezia" ( Italia, 1983 - 56'min., 16 mm, col.). Con "InCalabria" ( Italia, 1993 - 83'min., 16 mm, col.) ritorna alletradizioni, al racconto dellarealtà ancestrale in cui unpaese, un villaggio erano unacomunità. In "Lettera dalSahara" ( Italia, 2004 - 123'min., col.) De Seta racconta l'im-migrazione nel mondo di oggicon la storia di Assan, un sene-galese sbarcato a lampedusa eche, in meno di sei mesi, risalel'Italia passando per Napoli,Prato, Torino e cambiando ognivolta lavoro. E sul lavoro che nelsettembre 2008, in occasionedel sessantesimo anniversariodella dichiarazione universaledei diritti dell'Uomo, gira inprovincia di Reggio Calabria uncortometraggio sull'articolo 23della dichiarazione, il lavoro."Articolo 23. Pentedàttilo"(Italia, 8 settembre 2008 - min.05' 49'' , col) è un cortometrag-gio in cui immagini, musiche

delle Calabrie ti accecano e rac-contano. Pentedàttilo, a suddell'Italia, è stato abbandonatodagli abitanti partiti in cerca dellavoro. Ma altri emigranti, anco-ra più poveri, arrivano a pren-derne il posto.

Vittorio De Seta mentra esaminaalcuni originali della Rivista diletteratura popolare La Calabriaedita in Monteleone di calabriatra 1888 e il 1902

Lo scorso 28 ottobre, VittorioDe Seta, ha voluto farci l'onoredi redigere la prefazione per "LaCalabria", una raccolta di cantisacri, leggende, cantipopolari,tratti dall'omonima riv-ista di letteratura popolare editain Monteleone, dal 1888 al 1902e che gli scriventi stanno curan-do e stiamo per pubblicare.Abbiamo pensato al maestro perla prefazione a questa raccoltaperché i documentari di De Seta,lodati dalla critica nazionale edinternazionale, non raccontanoma mostrano la realtà e ripercor-rono, nel tempo che celebra ilculto mediatico, il mondo perdu-to che fu non per esorcizzare oevadere la realtà ma per recu-perare il senso delle cose daisegni, dai simboli ancora carichidi sacralità laica perché vere,umane.Siamo andati a trovarlo in unagiornata tempestosa, con ilvento che piega la pioggia comele canne, per ringraziarlo dellasua disponibilità e cogliendol'occasione per fargli qualchedomanda .....Antico e aspra-mente contemporaneo, la forzadelle immagini dei cortometraggiche riescono a far parlare alberi,animali, vento, mare, a tradurrein racconto il rumore, ora lieveora travolgente della vita.Lo incontriamo nella sua casa diSellia Marina (CZ), facendo fati-ca a non distrarci dal nostro dial-ogo per guardare le suecose,volti e corpi che diventanocompagni di cammino.

D: Nella fase in cui si trovanooggi l'Italia e il mondo nellacrisi globale, cosa è diventatooggi il lavoro?R: Io ho fatto il lavoro manuale,sono stato due anni prigioniero.Una volta il lavoro in un certosenso era creativo .. perché illavoro manuale è creativo. Unofa un lavoro. vengono qui glioperai, una siepe, è finita e lavedi. Ma l'alienazione consistenel fatto che ci sono degli operaiin certe fabbriche meccaniche,che fanno dei pezzi che nonsanno neanche che cosa sono,dove vanno. Se sono pezzi d'au-tomobile o pezzi di un qualsiasialtro meccanismo. Perché ormaiè fatto tutto per appalti. La fiatnon è che produce, appalta tuttele parti. la cosa non può fun-zionare. Non fosse altro che peril fatto che per quattro milioni dianni si sapeva che cosa si face-va. Capito? La vita media potevaessere, che ne so, quarantac-inque anni, mortalità infantile,gravidanze, ....figuriamoci,malaria, tubercolosi. Ci siamoliberati da questo, però si èperso un qualche altra cosa cheera fondamentale. E che sisarebbe potuto mantenere.

D: Cosa ti piace di oggi?R: Di oggi? E' bellissimo vogliodire. Un trattore è una cosa bel-

lissima, e non è che non si puòusare. Non c'era bisogno dibuttare tutto il resto. E' un'in-credibile imprevidenza da partedelle classi dirigenti. degli intel-lettuali. Nessuno ha dato l'al-larme di questo. Che io sappia.salvo un americano: Torou, chea un certo punto ha detto chebisognava distruggere le mac-

chine.

D: Finalmente hanno capitochi è Vittorio De Seta. In Italia,...R: Adesso forse..., Saviano?

D: Guardando i cortometraggidi De Seta si ha la netta sen-sazione di conoscere il temponelle sue varie scansioni, diconoscere il vento, di vederlo,di assaporarlo, di sentirlo.Oggi è una giornata DeSetiana.Abbiamo visto lecanne piegate dal vento. Nelcinema di De Seta è la stessacosa. I tuoi documentari ripro-pongono esperienze di vita.De Seta scandaglia il fondodelle cose e dell'animo umanodella cultura popolare?R: Si, in sostanza, la culturacontadina che è la cultura popo-lare, che era proprio la storiadell'uomo come evoluzionelenta, è stata buttata a mare. Iofaccio sempre il paragone, forsene ho già parlato. Insomma, siva sempre indietro. Già si parladell'Umo da 4 milioni di anni. Iodico: 4 milioni di anni sono42.000 secoli; 42.000 secolisono come i metri della mara-tona. Sono 42.195 metri. Il pro-gresso prende gli ultimi duemetri. Nessuno parla mai diquesto. Il nostro cervello si erasviluppato lentamente fino al1827 quando è entrata in campola locomotiva, tanto per stabilireuna cosa. E li c'è stato un movi-mento. Un'accelerazione espo-nenziale. Per cui io sento chenoi non facciamo più fronte. Lavita è proprio cambiata. I docu-mentari ripropongono quell'es-perienza di vita che potevaavere un uomo siciliano dicinquant'anni fa. E quindi quelladi sempre. Mi segue? E quindigli odori, i sapori, i suoni. Tutto.Noi siamo stati privati di questopatrimonio, in cambio del pro-gresso. Però a questo punto iodico che il frigo e questo tele-fonino (prendendo in mano il suocellulare) l'abbiamo pagati trop-po caro. (minuti 4':20''.11)

D: Maestro, hai conosciutoPasolini? Com' era Pasolini?R: l'ho visto 4 5 volte in tutto.Intanto molto generoso, moltoanche impulsivo, diretto. Lui, adesempio, quando ho fatto unuomo a metà che è stato letteral-mente linciato da una parte dellacritica ma che è andata in cortocircuito a Venezia, e poi adessosempre meglio capisco perché,

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Questo numero è stato chiuso il 18 Dicembre 2008 alle ore 11,00

ABOLIRE LA MISERIA DELLA CALABRIA

Dialoghi/ Incontro con il regista-antropologo-poeta Vittorio De Seta tra parole e immagini come in un film

"Gandhi è diventato Gandhi dopo aver letto il Regno di Dio è in noi di Tolstoj"22 novembre 2008 Intervista a Vittorio De Seta

di Filippo Curtosi e Giuseppe Candido

Credo che Gesù sarebbe stato per l ’eutanasia.

Con Pasolini ha in comune la formula"Sviluppo senza progresso"

Sul caso Eluana

Englaro cita Gesù :

"voglio misericordia e

non sacrificio".

In Sardegna: c'erala cabadora

". . Sono per l 'autent ica dottr ina diGesù. Però non credo che Gesù

abbia mai espresso i concett i cheson r iassunt i nel credo"

Sono per l 'autent ica dottr ina di

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lui è intervenuto. Ha parlato dicinema di poesia. AncheMoravia aveva fatto una buonacritica. Però non è servito per-ché l'hanno massacrato passan-do pure notizie false. Quello chepiù ho di più lui (Pasolini ndr) èla formula "sviluppo senza pro-gresso" . Tutto il resto per esem-pio, leggendo quegli articoli delCorriere della Sera, ecco, dovreirileggerli. Ma non c'è mai tempo.Mi sono ricomprato il volume diGramsci, non si fa più in tempo aseguire, a capire. (minuti1':23''.17)

D: Maestro, con Moravia cherapporto avevi? Com'eraMoravia?R: No, Moravia era bravo, luifaceva la critica sull'espresso.

D: E' venuto in Sardegna?R: No, lui dirigeva una rivista."Nuovi argomenti" che, mi parenel '57 o '58, ha pubblicatoun'inchiesta di Franco Cragnettache era un antropologo sociolo-go. F. Cragnetta aveva fatto "aO r g o s o l o " r a c c o n t a n d oOrgosolo, raccontando lafamosa disamistate a cavallodella guerra mondiale. Una faidainterna al paese. E proponendo

questo paese che era rimastofuori dalla storia.

D: Lui era un'esistenzialista?R: Moravia? I titoli, una noia. Ioripeto, non lo conosco bene.Non ho avuto il tempo. Io peresempio Purz non l'ho letto. Nonho fatto in tempo. Però qualcheanno fa ho passato due anni arileggere solo Tolstoj. PerchéTolstoj oltre ai romanzi ha scrittodei saggi morali bellissimi.Gandhi è diventato Gandhi dopoaver letto un libro di Tolstoj chesi chiama "Il Regno di Dio è innoi". Una frase che c'è nel van-gelo.

D: Che rapporto ha con la fedeDe Seta?R: Questo è molto complesso. Ionon riesco a rinunciare allaragione. Se la fede è rinunciaalla ragione allora non ho fede.Ho una grande devozione, comedire, un'ammirazione immensaper Gesù. Per l'autentica dottri-na di Gesù. Però non credo cheGesù abbia mai espresso i con-cetti che son riassunti nel credo.Cioè questa revisione, questoabbandono totale. Questa deveessere roba..., Tolstoj l'ha appro-fondito in questo libro che ho mama è in inglese e non riesco aleggere. Si chiama Critica dellateologia dogmatica. I discorsidiventano troppo lunghi. Insostanza, Tolstoj mi ha insegna-to che al di la della versionechiesastica, diciamo, di Gesù,della dottrina di Gesù. Che siriassume nel credo, che è stataannunciata a Nicea nel 300 d.C..

Al di la di questo, la dottrina diGesù è un'altra cosa, contrastaenormemente.

D: Tu innamorato di SanPaolo?R: Si, si. Ma soprattutto di Gesùperché è stato falsato. Forsenon si poteva fare altro. SanPaolo lo stesso. Cioè pratica-mente: Gesù è un profeta. InfattiLui dice(va) sempre: "è statodetto occhio per occhio ma, Io vidico .....". Quindi Lui era venutoa cambiare. Quella frase che c'ènel vangelo: "Sono venutosoltanto a compiere". Non èvero. Però ... nel cristianesimoc'erano le sette giudeo cristianeche hanno mantenuto il vecchiotestamento. Però fra il vecchi e ilnuovo c'era un contrastoenorme. (minuti 4':18''.05)

D: Riesci ad esprimere questonei tuoi lavori ? Che Gesù èstato falsato?R: E no. Io volevo fare, ma nonce la farò. Insomma, non tutto ilvangelo, un film su una parte delvangelo per cercare di spiegare.C'è un grosso equivoco di base.Cioè la dottrina di Gesù vienesempre espressa come unqualche cosa di meraviglioso ma

astruso, inattuabile, metafisico.Mentre invece no. Tolstoj mi hainsegnato che è profondamenterazionale. Quando Gesù dicequei paradossi, che sembranoparadossi, "ama il tuo nemico".In realtà è giusto, è vero. E lagente lo sente tant'è vero che aquesta dottrina la genteaderisce. Però poi è invalsa laconsuetudine di dire: va bene,però questi sono sogni, la realtàè un altra. E quindi, per esem-pio, il Male. la chiesa riconosceil male, mentre invece Gesù nonlo riconosceva. Oppure loriconosceva come diminuzionedi bene, ecco, non come entitàautonoma.

D: San Paolo in un certo qualmodo ha divinizzato....R: San Paolo ha dovuto fondareuna chiesa che è un istituto sec-olare. Che è uno Stato oggi, cheha una guardia svizzera, unaguardia armata. Gesù dicevache - quando manda in giro i dis-cepoli - che non dovevano por-tarsi neanche i sandali di ricam-bio. Neanche la bisaccia, forseneanche il bastone. Insomma, èdifferente nei vari vangeli. Li(nella chiesa ndr) abbiamo ilVaticano con la cappella sistina.... (minuti 2':00''.86)

D: Parlando di nuovo dichiesa, lei diceva, raffiguravanelle sue parole una contrap-posizione tra religione e reli-giosità sentita dalle persone.Oggi questo tema la chiesa loripropone per il caso

Englaro, come fu perPiergiorgio Welby..R: Nel Caso?

D: Eluana Englaro, quellaragazza ...R: Si, e quello non l'ho seguitoper niente.

D: In buona sostanza la situ-azione è la stessa cosa diPiergiorgio Welby....R: Cos'era? La sacralità dellavita?

D: La sacralità della vita difesafino all'ultimo tant'è cheadesso in pratica si proponeuna petizione al Parlamentoeuropeo per cercare diannullare tre gradi di giudiziopiù una sentenza della Cortecostituzionale che già si sonoespresse a favore di Beppinoe della famiglia Englaro nellarichiesta di veder rispettatal'autodeterminazione.R: Detto proprio in soldoni. Lachiesa quando dice cosìtradisce. Perché Gesù, credoche nel vangelo è riportato tre oquattro volte, Lui dice: "vogliomisericordia e non sacrificio". E'tutto li. Mantenerla in vita è unsacrificio. Per lei (Eluana ndr),

per la famiglia, per tutto. Iocredo che Gesù sarebbe statoper l'eutanasia. Perché è la cosalogica, è razionale. Non c'èniente di irrazionale, niente diastruso, niente di metafisiconella dottrina di ..(Gesù ndr). Setutti facessimo così credo chevivremmo in pace meravigliosa-mente.

D: Nella cultura delle nostretradizioni, come per il casodell'aborto clandestino chec'era la figura delle mammane,esistevano delle figure similiper quanto riguarda l'aiutare afar soffrire meno nella morte?R: In Sardegna c'era sicuro.C'era la cabadora, la cabadora(deriva ndr) dallo spagnolo.Cioè, quando c'era qualcuno cheera così, in difficoltà, eprovvedeva lei. Quando la situ-azione era insostenibile. Quindila saggezza popolare avevatrovato il rimedio. Perché è unaquestione di senso comune. Seuno accantona i pregiudizi, iprincipi. Umanamente una situ-azione così bisognerebbe inter-venire, assumersi ....E' faciledire la vita è sacra. Ma che cosavuol dire? Abbiamo avuto i cap-pellani militari. La chiesa hapartecipato alle guerre.

D: Cos'è il senso di colpa perDe Seta?R: Il senso di colpa è che noi...noi veniamo dal male. Dal cosìdetto male. Il mondo della natu-ra si vede: c'è il male. Il mondodei dinosauri era un mondobasato sulla violenza. Noi veni-

amo da la. Ce lo portiamo nell'in-conscio. L'inconscio è ereditario.

D: Non c'è niente da fareinsomma.R: E si, l'uomo esprime questacontraddizione: si è instaurata,non so quando non so come, lacoscienza morale però è rimastoquesto ricordo ereditario delmale dal quale usciamo. Misegue?(minuti 0':58''.15)

D: Come liberarsi dal senso dicolpa?R: Capendo. Capendo il mecca-nismo. Per cui Gesù dice dellecose fondamentali. Una volta glidicono: Tu che sei buono... ELui (Gesù ndr) dice: "Io non sonobuono, Dio è buono". Lui sidichiarava Uomo. E poi perdonatutti: perdona l'adultera, perdonail partigiano, il brigante crocefis-so vicino a Lui, perdona tutti. Loaccoglievano i pubblicani, cheerano gli esattori delle imposte,quindi doppiamente spregevoliper il popolo. Perché percepi-vano le imposte per i Romani,che poi l'impero romano era unimpero militare fiscale. Non c'eraquesta grandezza di Roma chesi dice. Si, perché facevano lestrade ma in realtà spremevanosangue da tutti.

D: De Seta, come diceScorsese, antropologo poeta?R: A.. questo l'ha dettoScorsese? Va be questo riguar-da i documentari. Si, ma perchéio neanche me ne rendevo contoquando li ho fatti. Adesso, haragione (Scorsese ndr), c'è -come dire . un'interpretazionereligiosa della vita. si sente neidocumentari. Li avete vistiadesso quelli restaurati? Perchéuna volta era così. C'era....,c'era la soggezione per il mis-tero. Cioè si riconosceva chec'era un qualcosa che non si puòcapire. La saggezza popolarequesto lo aveva intuito. Mentreinvece, oggi ... E' come laparabola dei vignaioli omicidiche c'è sempre nel vangelo.Quella è illuminante. Il padrone,cioè Dio, costruisce una vigna,la circonda di un muro, insom-ma, e poi la consegna a questivignaioli. Poi quando manda aprendere l'affitto, manda i pro-feti, questi li maltrattano,qualche volta li uccidono. AlloraLui dice: manderò mio figlioalmeno avranno rispetto di lui. Diquesti temi, di queste cose nonse ne parla mai. Il materialismoè questo. Si parla solo della pen-sione, l'ambiente. Cose sacrosante, per carità. Però questo ebasta. S'è perso quel senso...quando si dice gli antichi, chepoi noi giudichiamo spregevoli,ignoranti, arretrati, il popolorozzo, violento. Ma quando mai!Avete visto i dimenticati?Quello era e ancora in parte è.Quindi è tutto un inganno. E'tutto un'impostura. Questo è ilfatto.

D: Pensa di essere stato, in uncerto senso, scomunicato peraver detto verità scomode?R: Si, ma queste cose poi non leho mai scritte. Però basterebberiprendere Tolstoj. Non è cheuno vuole fare chissà che. Nonc'è questo assunto di originalità....... Tolstoj a un certo punto hafinito di scrivere. Ha smesso discrivere narrativa, romanzi.Perché la chiesa ortodossa l'hascomunicato. E poi ancora oggiè all'indice. Nessuno ne parla. E'una personalità, uno dei piùgrandi uomini del secondo mil-lennio.

Filippo CurtosiGiuseppe Candido

"Il Caso De Magistris""E' il magistrato più scomo-do d'Italia. E' al centro ditutte le più scottanti inchi-este che partono dallaCalabria e si diramano lungol'intero tessuto politico edeconomico della Regione,della Nazione, dellaComunità Europea.di Maurizio Bolognettihttp://www.fainotizia.it/inchiesta/il-caso-de-magistris

Ambiente e depurazione in CalabriaIndagine conoscitiva sullostato dell'emergenza ambi-entale nella regioneCalabriahttp://www.fainotizia.it/inchiesta/5020491/contributi

Scuola pubblica edemocraziaInchiesta volta a ricavareopinioni e confronti costrut-tivi per una riforma dellascuola pubblica nazionale.http://www.fainotizia.it/inchiesta/5025775/contributi

Anagrafe pubblicadegli eletti per latrasparenza e lademocrazia inCalabriaConoscere per deliberare.Avere maggiori informazionisull’operato dei nostri elettimediante la promozione del-l’anagrafe nei comuni dellaCalabria.http://www.fainotizia.it/inchiesta/5024393/contributi

TIBET LIBERO PER UNACINA DEMOCRATCAUn appello ai Sindaci dellaCalabriail testo dell’appellohttp://www.fainotizia.it/2008/04/01/caro-sindaco-2-il-t i b e t - e - i l - d a l a i - l a m a -hanno-bisogno-anche-del-tuo-aiuto

Inchieste

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Latronico, 5 dicembre 2008Quale guerra tra procure? Gli

inquirenti salernitani hannosemplicemente svolto le fun-zioni loro assegnate dallalegge. Sarà opportuno ricor-dare al PG Iannelli, al MinistroAlfano, al PresidenteNapolitano e a coloro che inqueste ore innalzano cortinefumogene per impedire, ancorauna volta, che si parli dei con-tenuti dell’inchiesta, spostandol’attenzione sul fumo, che imagistrati salernitani hannocompetenza ad indagare suiloro colleghi di Catanzaro, e lostanno facendo sulla base didocumentate denunce. Perusare un eufemismo potremmodire che desta stupore l’inizia-tiva della Procura Generale diCatanzaro, che annuncia divoler indagare i magistratisalernitani e dispone il seque-stro degli atti sequestrati.Gioverà segnalare al PGIannelli quanto affermato sullamateria dall’avvocato PietroMilio: “il contro-sequestro chesarebbe stato emesso oggidalla Procura di Catanzarocontro quella di Salerno nonesiste nel sistema giudiziario.”Verrebbe da dire: “Signori, maa che gioco giochiamo?” Inquesta kafkiana vicenda, in cuii carnefici si spacciano per vit-time e i ladri inseguono leguardie, è sempre più chiaro esolare l’obiettivo di rendereimpossibili indagini chetocchino centri di potere ancheocculti. Un ceto politico arro-gante e impunito in queste orefa quadrato per difendere l’in-difendibile, e non una solaparola viene spesa per difend-ere un PM, messo alla gogna etrasferito d’urgenza. Vogliamosapere, chiediamo di sapere,che fine abbiano fatto le inchi-este Why not e Poseidone, e iveri motivi che hanno spinto ilProcuratore Lombardi atogliere a De Magistris la dele-ga d’indagine sull’inchiestaPoseidone e Dolcino Favi (ahìDolcino!!!) ad avocare allostesso De Magistris l’inchiestaWhy not. Ma quanto è statorapido il nostro Ministro dellaGiustizia, quanto è stato sol-erte nel disporre accertamentipreliminari sull’inchiesta dellaProcura di Salerno; un po’meno solerte nell’interveniresu palesi incompatibilità ambi-entali lucane. Sembra di assis-tere ad un film già visto, cheha avuto per protagonista ilpredecessore di Alfano,Mastella da Ceppaloni, e chesi è concluso con l’incredibiledecisione del CSM diprovvedere al trasferimento disede e di funzione del dott. DeMagistris. Occorre sgretolare ilmuro di omertà che ha consen-tito in questi mesi di insab-biare inchieste e colpire tutticoloro che si sono occupati delCaso De Magistris, anch’essosimbolo ed emblema del CasoItalia. Occorre dire alPresidente Napolitano, che

solo pochi giorni fa ha parlatodi impoverimento morale eculturale del ceto politicomeridionale, che se proprio hada far sentire la sua voce suquesta vicenda, la faccia sen-tire per difendere il dirittodegli inquirenti di Salerno apoter indagare sui magistrati diCatanzaro. Perché non c’è unaguerra tra Procure, ma solo

una guerra volta ad impedireche si possano svolgere indagi-ni su chi da sempre è abituatoa sentirsi intoccabile. Abbiamobisogno di sapere se in questopaese abbiano ancora diritto dicittadinanza la legge e il dirit-to. Abbiamo bisogno di saperese in questo nostro Sud, e inquesta nostra Italia, un magis-trato che intenda indagaresullo sperpero di denaro pub-blico, sulla montante cor-ruzione, possa farlo o debbalimitarsi a perseguire lavavetrie vucumprà. In questi due anniabbiamo difeso, noi garantisti,noi che da sempre denunciamoil disastro prodotto dal cetooligarchico partitocraticomeridionale, il diritto di unsostituto procuratore a poterindagare senza dover subireuna quotidiana, proditoria, sis-tematica opera di delegitti-mazione. Potremmo ripetere,in queste ore, le parole pro-nunciate da Pierpaolo Pasoliniin uno splendido articolo pub-blicato sul Corriere della Serae intitolato “Cos’è questogolpe? Io so.” Non lo faremo,ma di certo daremo seguitoall’iniziativa di un settimanaledi frontiera, che in questi anniha svolto giornalismo d’inchi-esta, denunciando intrallazzi eruberie. Pubblicheremo anchenoi, così come è stato pubbli-cato sul sito del settimanale IlResto(http://www.ilresto.info/11.html), il decreto di perquisizione esequestro disposto dallaProcura di Salerno e lo pub-blicheremo sui Blogwww.lucania.ilcannocchiale.ite www.toghelucane.ilcannoc-chiale.it. Riteniamo sia un attodoveroso e dovuto, nelmomento in cui si profila unnuovo tentativo volto adimpedire l’accertamento dellaverità.

Di quale “Caso Salerno -Catanzaro” stiamo parlando ?di Maurizio Bolognett i

A poco più di un mese daglistrali lanciati dal Vaticanocontro la sentenza dellaCassazione che il 13 novem-bre ha autorizzato lo stopall'alimentazione ad EluanaEnglaro (rendendo definitivo ildecreto della Corte di Appellodi Milano che, nel luglio scor-so, aveva autorizzato lasospensione dell'alimentazionee dell'idratazione artificialeche la teneva artificialmente invita), siamo di fronte ad unaltro attacco alla laicità dellostato e, questa volta, ai dirittidi autodeterminazione delledonne e della loro salute, daparte della Congregazione perla dottrina della fede, spalleg-giata sulle pagine dei quotidi-ani da alcuni esponenti politicidel nostro Governo.L’attacco, puntuale, arriva adue giorni dall’approvazionedefinitiva della richiesta diregistrazione in Italia della pil-lola abortiva ru486: domanitoccherà al comitato tecnicoscientifico, poi, giovedì,dovrebbe riunirsi il consigliodi amministrazionedell’Agenzia Italiana delFarmaco (Aifa) che decideràin via definitiva.Il cardinale Javier LozanoBarragan insiste sull’abortocome “peccato” contro la vita,mentre sulle pagine delCorriere della Sera si registra-no le reazioni “allarmate” delMinistro Giorgia Meloni chemette in guardia “Non è unanticoncezionale. E’ un’altracosa. E’ un farmaco con gravirischi, che interrompe unagravidanza già iniziata”. Le faeco Eugenia Roccella, sot-tosegretario al Welfare cheannuncia l’incompatibilitàdella adozione della pillolaru486 con la legge 194.Quest’ultima è portavoce diuna crociata contro la ru486già da qualche tempo, per-lomeno da quando ha pubbli-cato con Franco Angeli Lafavola dell'aborto facile. Miti erealtà della pillola RU 486(con Assuntina Morresi).Isabella Bertolini componentedel direttivo del PDL allaCamera dei Deputati, alza laposta paventando, con toni daapocalisse, la deriva “laicista enichilista dalle conseguenzegravi ed inimmaginabili”.L'uso della pillola abortivastravolgerebbe radicalmente,secondo Bertolini, i principialla base della legge 194 cheprevede che l'aborto sia effet-tuato all'interno di struttureospedaliere. Inoltre, con il vialibera alla pillola abortiva siaffermerebbe “la cultura dellamorte, rispetto alla culturadella tutela della vita”(http://www.asca.it/news).I toni da apocalisse fanno dasempre buon gioco all’ideolo-gizzazione di temi su cuimanca una adeguata infor-

mazione e sui quali, nel nostropaese, il Vaticano insisterichiamandosi a questioni dibioetica di difficile compren-sione per tutti noi. Su questitemi non vogliamo discutereneanche in questa sede.Vogliamo però ricordare che laloro forte ideologizzazione,come sempre, fa perdere ilnocciolo della questione e siritiene quindi necessario ricor-dare che la sperimentazionedella ru846 in Italia è iniziatanel 2005 all'Ospedale S. Annadi Torino sotto la direzione deldott. Silvio Viale (a questoproposito si segnala l’inter-vista al dott. Viale e a EugeniaRoccella http://www.radioradi-cale.it/scheda/206729/confron-to-a-tre-voci-sul-libro-la-favola-dellaborto-facile-miti-e-realta-della-pillola-ru486-di-eugenia-ro) dopo un'ispezioneministeriale il cui esito positi-vo è stato emesso all'inizio del2004 da parte del Consigliosuperiore di sanità (CSS). LaV sezione del CSS ha afferma-to che l'interruzione farmaco-logica di gravidanza comportarischi che si possono consider-are equivalenti a quelli dell'in-tervento chirurgico, se avvienein ambito ospedaliero. E infat-ti, l’introduzione della ru486viene compresa nella normati-va relativa all’IGV(Interruzione Volontaria diGravidanza), finora praticatasolo con intervento chirurgico,nella quale l’uso della pillolaru846 si inserisce come nuovometodo, farmacologico, menodispendioso economicamentee meno traumatico per ladonna.Guido Rasi, direttore generaledell’AIFA (Agenzia Italianadel Farmaco), l’organismo chesovraintende l’intera procedu-ra, conferma che la regis-trazione, nel caso specifico,rappresenta un mutuoriconoscimento, essendoci giàstato un via libera da partedell’agenzia europea e che, sesarà introdotta in Italia, la pil-lola sarà erogata solo inospedale, come previsto dallalegge 194.L’opposizione alla intro-duzione della pillola ru846,letta alla luce del suo inseri-mento all’interno della norma-tiva sull’aborto che a momentialterni si tenta di delegitti-mare, significa opposizione aitemi della libertà di ricercascientifica, del ruolo socialedella scienza, del diritto all’au-todeterminazione e alla liberascelta.Quella scelta che, per rispon-dere al Ministro Meloni, conl’inserimento della ru846 tra imetodi di IVG, mette al riparoda eventuali usi non legalidella pillola e che costituisceun altro passo in avanti versola tutela della salute delledonne.

RU 486Metodo farmacologico meno dispendioso e menotraumatico per la donna

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La realtà in cui viviamo è comp-lessa, ce ne rendiamo conto ognigiorno, e presenta molteplici edinfinite sfaccettature tanto da farsembrare una impresa titanica cer-care di esaminarla. E tuttavia talecomplessità non ci deve scoraggia-re ed esimerci dal tentare di com-prenderla. Il metodo più adatto èquella di analizzarla in alcune suedimensioni. Ho sempre pensatoche per affrontare alcuni argomentie temi difficili, che toccano lecorde più sensibili dell’opinionepubblica, si può cominciare dal-l’analizzarne gli elementi che aprima vista sembrano più vicinialla nostra realtà quotidiana. E cosìfarò, iniziando dalla sala d’attesadi un parrucchiere mentre sfogliosvogliatamente un Oggi di qualchesettimana fa e leggo:

«Gentile Don Leonardo Zega,mio figlio, dodicenne, si masturba.Me ne sono accorta per caso, sor-prendendolo davanti al suo televi-sore. Lui è un bravo ragazzo, vaall'oratorio, si confessa e si comu-nica regolarmente, ma questo suo“buco nero” mi preoccupa. Devotacere? E se no, come dirglielo?Non vorrei ferirlo» Elide D. –Lecce. Ho voluto citare questasemplice e candida missiva all’exdirettore di Famiglia Cristiana per-ché Elide, che può pur sembrareingenua e anacronistica, non è solouna buona madre cattolica ma èparte di quei 3.209 adulti su uncampione di 23.866 lettori di setti-manali (dal rapporto Audipresssulla stampa periodica in Italia del2007, per approfondimentihttp://www.audipress.it) che com-prano Oggi e votano. Se calcol-iamo che quei 23. 866 altro noncostituiscono che un campionerappresentativo della popolazionee che altri tremila lettori si dis-tribuiscono solo su FamigliaCristiana… Quasi un terzo deibuoni lettori di settimanali in Italiasi orienta verso testate che hannouna chiara impronta cattolica. Evotano.Ho voluto citare questa lettera inun momento in cui lo StatoItaliano sembra aver fatto qualchepasso avanti verso l’affermazionedei diritti civili e della laicità delloStato: sto parlando della sentenzadella Cassazione che l'altro ieri, intempi brevissimi, ha autorizzato lostop all'alimentazione ad EluanaEnglaro e rende definitivo il decre-to della Corte di Appello di Milanoche, nel luglio scorso, aveva autor-izzato la sospensione dell'alimen-tazione e dell'idratazione artificialeche tiene in vita Eluana (LaRepubblica, 13 Novembre 2008).

(Continua .... su http://www.fain-otizia.it/2008/11/15/uno-stato-laico-e-possibile)

Uno Stato laico èpossibile?di Simona Tulel l i

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L’associazione di volontariatoculturale Non mollare siaccinge a riproporre editorial-mente La Calabria, rivista diletteratura popolare fondata ediretta dal monteleonese LuigiBruzzano, negli anni chevanno dal 1889 al 1902. Ilprogetto, curato da FilippoCurtosi e Giuseppe Candido,è nato dall’intento non solo divalorizzare quel ricco patrimo-nio di tradizioni popolari cherappresentano le nostre radici,ma anche di cercare diricostruire quel particolareclima politico e culturale chea fine Ottocento anima unaterra, la nostra, le cui vicendesi intrecciano con quelle delladifficile nascita di uno statounitario e dell’altrettanto diffi-cile realtà post unitaria. Inquesto particolare contesto vainquadrata l’opera diBruzzano, che non è solol’erudito e appassionato stu-dioso di “cose calabre”, ma ungiovane che, come altri delsuo tempo, fa sue le grandiquestioni della vita politicadel secolo e, in nome degliideali liberali di libertà, gius-tizia, democrazia, indipenden-za, partecipa alla lotta di lib-erazione dal dominio stranieroche infiamma l’intero paese. Nato nel 1830 a Monteleone,l’odierna Vibo Valentia,Bruzzano studia diritto aCatanzaro prima di dedicarsialla letteratura e ottenere unacattedra presso il locale Liceo“Filangieri”. Sono anni inten-si per la sua cittadina: perdutoil prestigio di cui godevadurante la permanenza deifrancesi, si ritrova con iBorboni sotto il peso di tasseche danneggiano il commerciomentre la proprietà rustica èdeprezzata. Le due “vendite”carbonare presenti sul territo-rio subiscono, come nel restodella regione, una dura repres-sione. I giovani si organiz-zano: si riuniscono, discu-tono, programmano. Neidecenni successivi infatti,quando si tenta la via delleinsurrezioni, i liberali mon-teleonesi sono attivissimi,affrontano perquisizioni e per-secuzioni, ma non cessa laloro opera di propaganda.

Bruzzano, ammiratore diMazzini e Garibaldi, partecipanel 1860, a fianco dei garibal-dini, allo scontro con letruppe borboniche guidate dalgenerale Ghio a SoveriaMannelli. E’ la vigilia diun’unità che non daràcomunque pace alla Calabria:la politica fiscale del neonatoStato la condannerà ad unacondizione di marginalità eco-nomica. Miseria, brigantag-gio, emigrazione saranno icapitoli della nuova storia. Figura versatile, Bruzzano siinteressa sempre più al recu-pero delle tradizioni popolari:così, oltre alle poesiepolitiche in cui denuncia leprepotenze e le soverchierieche si commettono nei piccolipaesi e che rendono pocoinvidiabili le condizioni dellaCalabria, scrive un saggiosulla scrittura fonetica deldialetto di Monteleone, tra-duce novelle nella linguagreca di Roccaforte, raccoglienovelle e canti calabresi,riduce in greco moderno e tra-duce in italiano racconti e fav-ole albanesi, collabora conl’Archivio di Pitré, colGiornale della Domenica diNapoli, con la rivista franceseLa tradition. Attorno a luigravita un piccolo universo dipatrioti e letterati comeAntonio Julia, GiovanniBattista Marzano, PietroArdito, Apollo Lumini, CarloMassinissa Presterà,Giovanni De Giacomo, Ettoree Vito Capialbi, MarioMandalari, Francesco Polito,Filippo Iacopo Pignatari,Carlo Buccisani, Raffaele DeLeonardis, Carlo Giuranna,Salvatore Mele, MariaGiustina Zonta, Diego Corso,Vincenzo Bilotti, PasqualeCandela, Eugenio Scalfari,Raffaele Lombardi Satriani.Uomini dimenticati e ignotiai più, professori imbevuti dicultura classica che volgonolo sguardo alla realtà cir-costante, esponenti dellaborghesia agraria e aristocrati-ci che indagano la cultura con-tadina, il cui contributo èstato determinante per la con-servazione e la conoscenza diusi e costumi di piccole realtàcalabresi, di proverbi, ninnenanne, canti religiosi o brig-anteschi, liriche, detti,indovinelli, leggende, farse,imprecazioni, filastrocche,panzane, giochi infantili,superstizioni, favole.Documenti assai preziosi,perché non solo hanno con-sentito di non disperdere quel-la cultura cosiddetta minore ea trasmissione orale, maanche di capire quanto delletradizioni greco- latine siasopravvissuto nelle credenzepopolari calabresi e comequeste si siano modificate nel-l’incontro col pensiero cris-tiano.

Nella prefazione al volumeVittorio De Seta, appassiona-to documentarista della realtàpopolare calabrese delNovecento, pone l’accentosull’esilio che subirono,all’indomani dell’unità e adopera della cultura ufficiale, lediverse parlate locali e quellastraordinaria produzione “folk-loristica” che racconta comeesattamente eravamo. Unico ilcontributo di Luigi MariaLombardi Satriani, antropolo-go, etnologo e profondoconoscitore della realtà merid-ionale. Il suo viaggio nelmondo della cultura popolareparte dal racconto delle prim-issime difficoltà dell’iniziati-va letteraria di Bruzzano eCapialbi, dallo scherno deiconcittadini e dei “dottorini dacaffè” alla collaborazione che,pian piano, arriva da altri cor-

regionali. Colpisce, nella suaricostruzione, il fatto chealcuni dei collaboratori non sisiano limitati ad un’opera diraccolta ma, come nel caso diDe Giacomo, abbiano tentatola via dell’interpretazioneattraverso il metodo dellacomparazione e della docu-mentazione storica, alloscopo di individuare il centrodi irradiazione e le inno-vazioni e gli adattamenti neltempo e nello spazio. Lo stu-dioso cita anche il lavoro diMarzano, autore di unDizionario etimologico cal-abrese pubblicato postumodai figli e prima in forma diarticoli sulla rivista diBruzzano: alle spalle il sis-tematico spoglio di documen-ti relativi alle investiture, alledonazioni, alle fondazioni dimonasteri normanni inCalabria, per concludere che lalingua greca classica fu sem-pre usata nella regione e le suepersistenze non hanno nientea che vedere con le “colonieneoelleniche” stanziatesidurante la dominazione nor-manna. Lombardi Satriani si chiede daquale prospettiva culturale eideologica questi intellettualisi siano accostati alla culturafollklorica calabrese: l’amoreper la propria terra è stata unacomponente essenziale e suquesta ha attecchito quel clima

tardo- romantico e di atteggia-menti positivistici che si res-pirava in Italia e che indirizza-va al recupero della poesiapopolare. Non sempre gliesiti sono stati esaltanti: ilpassaggio dalla fase romanticaa quella positivista ha genera-to complessità evidenti, comequando si indulge nelladescrizione stereotipata dellabellezza dei luoghi qualepretesto per introdurre i docu-menti popolari e li si colloca,in maniera forzata, in ununico contenitore letterario.Alcuni giudizi, come quello diRaffaele Corso, sono statiimpietosi: in molti folkloristinon ci sarebbero state con-sapevolezza metodologica eprospettiva storiografica, percui si tratterebbe di curiosieruditi o scrittori che hannotratto spunti dall’osservazionedei costumi. Non archeologidella parola, insomma, maindagatori “senza ordine nelcampo delle tradizioni”. Bruzzano muore nel 1902 e larivista cessa la sua attività. Ingenerale si assiste, in Italia,ad una stasi degli studi delletradizioni popolari, aggravatadalla morte del siciliano Pitré,il più noto e accreditato tra glistudiosi di folklore. InCalabria solo RaffaeleLombardi Satriani riavvia ilpercorso tracciato da Bruzzanopubblicando, nel 1915, unperiodico, il FolkloreCalabrese, per promuovere laraccolta delle tradizioniregionali. Con lui si congrat-ula Ettore Capialbi che nongli tace le difficoltà dell’im-presa, non da ultime l’apatia ela resistenza dei conterranei,di quelle classi dominanti perle quali il popolo non puòessere produttore di cultura.Questo secondo ciclo di studipresenta, come sottolinea lostudioso, un orientamentodiverso: mentre La Calabria silimita a raccogliere la letter-atura popolare e le sue espres-sioni linguistiche e dialettali,il Folklore allarga il propriocampo d’indagine e abbraccial’etnografia. Un lavoro impo-nente, che si concreta nellafondazione della Bibliotecadelle tradizioni popolari cal-abresi. Quali le conclusioni: pur contutti i limiti, l’opera di questogruppo di intellettuali vissutia cavallo tra fine Ottocento eprimi decenni del Novecentoha consentito il recupero e latrasmissione della memoriapopolare. “Custodi di memo-ria” li definisce L. M.Lombardi Satriani e siamod’accordo con lui perché,come ci spiega, solo attraver-so la conoscenza del passatole nostre vicende esistenziali eculturali possono farsi “lib-ertà e progetto”.

Giovanna Canigiula

L’associazione di volontariato culturale Non mollare edita la Calabria di Luigi Bruzzano

BRUZZANO E LA CULTURA POPOLARE CALABRESEDe Seta e Lombardi Satriani: la memoria del passato serve a recuperare la nostra identitàdi Giovanna Canigiula

Fermativi nu morzu pé piaciriO aggenti chi passati di la via,

Trasiti nta sa casa pé vidiriSi nc' é miseria mai

comu la mia:

Non aju pani, non aju undi jiriE mancu focu mu mi scarfariaMi viju avanzi li figghi periri

Di friddu e fami e di dissenteria!

Dati la carità pé st' innocenti,Ca vi lu rendi a milli chiju

Ddio!...Fici la carità ..Non aju nenti...

E ognunu passa e lu rimpaccia puru,

Ed iju disperatu:- oi Gesù mio,Pari ca parru e parru cu nu

muru! ...

IIIntra na staja allastricata

e scura,Subbra a nu jazzu, chi pari

di cani,Mori l'aggenti senza cuvertura

Cu cuscina di petri emazzacani!

Morti di fama aspettamu a sta ura

Tri figghi muzzicandusili mani

Lu patri, chi jiu foramu procura

Nu vrasciu e ncunu tozzuludi pani!

E quandu infini cumpari lu tataSi ribbejanu a coru

tutti quanti,Gridandu:

- amminda a mia na muzzicata.

E lu povaru patri a chiji piantiSi scippa li capiji a diricata,

Pigghiandu Patraterni,Cristi e Santi!...

IIIE, la matina quandu ssi levaru,

Subbra a la pagghiamortu a Loigeju,

Mpisicchiatu di friddulu trovaru

Cu l'occhi spanticati, povareju!

Lu patri ndi jettauchianti l'amaru,

Cà era di li figghi lu cchiùbeju...

E, quandu nta la varal'acconzaru,

Paria mortu daverun'angiuleu!...

Finisti di penari! di la porta- Facia na vecchiareja:

- o tia nbiatu,L'avissi avutu jeu sta beja

sorta!

Ed allu beccamortu nci diciaLu patri, nchi ebbilu figghiu vasatu:

Passa sta sira,cà ti pigghi a mia

Vincenzo Francoalias Nipio

Miseria !Vincenzo Franco alias Nipio

L'Avvenire ViboneseStrenna del 1886

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A Catanzaro succede una cosapericolosissima: non solo,come finora è accaduto, lapolitica bipartisan tace e rifiu-ta persino la vetrina televisi-va, ma tutti, in generale, invi-tano a riacquistare il senno e anon parteggiare in nome delbuon nome - mi si perdoni ilbisticcio - della regione, dellagiustizia non giustizialista,del decoro pubblico. ACatanzaro, la guerra tra le dueprocure è presentata comeguerra di quel De Magistrische, anche per chi lo sostene-va, è ora lo sceriffo cattivo,che tradisce i principi a cui siispirava e getta fango impune-mente su tutto. Tant’è che simanda ripetutamente in ondauna sua intervista di qualcheanno fa, quando una delleinchieste era stata appena avvi-ata, si profilava nelle sueparole il temporale ma non sene immaginava la portata.Non la immaginava neppure

lui. Era fiducioso, pacato,garantista. Ha sbagliato par-lando troppo questo magistra-to? Forse. La stessa accusa larivolgevano a Falcone. Dallaprocura, tutti contro uno,dicono cose inquietanti e scon-tate: nessuna delle inchieste diDe Magistris era destinata adandare a buon fine, come lasua storia personale insegna (edel resto si è provato a scoper-chiare anche le magagne delsistema scolastico, dimenti-cando che colleghi e superiorihanno mogli, sorelle, cuginedi ogni ordine e grado all'inter-no del suddetto sistema); non èun magistrato preparato; è unoche, per godere dei primipiani, fa tutto ciò che unbravo magistrato mai farebbe.Allora, ragionando sulla suabuona fede, altrimenti sarebbelunga: - mettiamo che DeMagistris sia una specie di donChisciotte moderno che, ani-mato da principi nobili, getta

ogni cosa in un calderone,travisa la realtà, scambia gliutili mulini a vento per nemi-ci da combattere; - mettiamoche il folle cavaliere, vittimadi un progetto più grande dilui, finisce prigioniero delgioco delle scatole cinesi chegli era piaciuto tanto: ne apreuna, poi un'altra, poi un'altra eannega senza trovare una viad'uscita; - mettiamo che inprocura abbiano ragione: lesue inchieste sono solo con-tenitori vuoti che, però,arrecano danni a chi vi si ètrovato suo malgrado dentro.Messo tutto ciò e anche altro,le cose pur tuttavia non tor-nano: - se le sue inchiestesono contenitori vuoti, perchésottrargliele quando dice diessere in dirittura d'arrivo? -Sele sue inchieste non valgonoun fico secco, perché il magis-trato crotonese Bruni, chiama-to a condividerne una, litigacoi magistrati catanzaresi, se

ne tira fuori e dichiara chesarebbe meglio passarne lacompetenza a Salerno? E per-ché se ne tira fuori ancheFacciolla, attuale sostitutoprocuratore di Paola che all'e-poca aveva denunciato la soli-tudine e gli ostacoli che, dal-l'interno, colpiscono chiintende onorare il mestiere? -Se le sue inchieste sono scat-ole cinesi illusorie, perchérifiutare a Salerno ciò che laprocura chiede? - Se le sueinchieste andavano chiuse,visto che non contengononulla di nulla, perché al CSMora dicono che Salerno le vol-eva scippare avendo saputo chesi profilavano arresti eccellen-ti? E così: la politica tace(tutti collusi?); il Presidentedella Repubblica tace (a chi lorende questo putrido servigio?Non a noi); il giornalista èsollevato dall'incarico (i tagliall'editoria che si invocanonon toccherebbero le grosse

testate sorrette e condizionatedai poteri forti, o sbaglio?); imagistrati lucani siedono sulleloro belle e grasse poltrone; aCatanzaro continuerà l'oscuracommistura di poteri mafiosidi ogni lega. Si chiede uncommento, ma quale?Dovrebbero dirci dove sonofiniti gli oltre 700 milioni difinanziamenti spariti e magari,per alleggerire il tema, spie-garci pure perché il potentissi-mo Chiaravalloti aveva giàsenza pudore alcuno tracciatoil futuro dell'ex pm. E' ilmomento in cui un'interaregione dovrebbe sentirsi chia-mata alla rivolta maguardiamo la miserevole fine:il dubbio, come un tarlo, com-incia a farsi largo nelle menti.E vogliamo che sia così.Cetto La Qualunque vince e ioparteggio. Per De Magistris.Perché qui la vicenda è legataal suo [email protected]

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E' il momento in cui un'intera regione dovrebbe sentirsi chiamata alla rivolta

L a Q u a l u n q u e v i n c e e i o p a r t e g g i o . P e r D e M a g i s t r i sLo sceriffo cattivo, che tradisce i principi a cui si ispirava e getta fango impunemente su tutto

di Giovanna Canigiula

Per gli immemori, l’estate del 2008 ma anche quelleprecedenti, saranno ricordate come le stagioni delle“emergenze idriche”.Usiamo il plurale perché l’acqua presenta due tipi diemergenze (sia consentito anche a noi l’abuso): unalegata alla sua disponibilità, l’altra allo scadimentoqualitativo dovuto ad un inquinamento diffuso esempre meno controllabile per il sommarsi dell’ap-porto da fonti di inquinamento localizzate (refluiurbani, agricoli, zootecnici, industriali) e non sempregestiti in modo corretto, a quello da “fonti non local-izzate” delle quali non si conosce o non si vuoleconoscere il sito e l’origine.La superficie del nostro pianeta è costituita da acquaper il 75% mentre il restante 25% rappresenta le terreemerse ed è costituito per il 15% da ghiacciai edeserti e solo il 10% da paesaggi bioproduttivi, per-altro in costante diminuzione per l’avanzare dei pro-cessi di desertificazione legati in massima parte alleattività antropiche. Se riflettiamo sul fatto che la“Mezzaluna fertile”, una delle aree in cui hannomosso i primi passi l’agricoltura e la domesticazionedi piante e animali, è ora per il 90% desertica, forseavremo la misura di quanto le risorse naturali sianolimitate e di come le attività umane possano modifi-carne i cicli evolutivi e minacciarne la conser-vazione.Rispetto alla prima emergenza, vorremmo ricordareche, misurando la portata alla foce dei fiumi, laCalabria è attraversata da 8,8 miliardi di m3 diacqua, di cui appena il 15% risulta regimentato peruso potabile, industriale o agricolo mentre il resto èlasciato libero di regalarci ogni tanto qualcheSoverato o qualche Nardodipace.E questo è un dato che, chi è preposto al governo delterritorio, dovrebbe ricordare ogni qualvolta fa usodell’espressione emergenza per autoassolversi.L’altro aspetto riguarda la depurazione dei refluiurbani, agricoli e zootecnici la cui emergenzaesplode ogni estate, giusto per offrire a molti sindacil’opportunità di parlarne, senza affrontare adeguata-mente il problema.Negli ultimi decenni, in molti paesi, la depurazionedei reflui è stata affrontata, oltre che con i consuetisistemi intensivi (depuratori), ricorrendo alla depu-razione con sistemi naturali definiti in letteratura ditipo estensivo come l’infiltrazione- percolazione, illagunaggio, l’accumulo in serbatoi e la fitodepu-razione che, in alcuni casi, affiancano i processi

intensivi (depuratori) e in altri li sostituiscono. A S.Michele di Ganziria, per esempio, l’acqua fitodepu-rata recuperata a valle dell’impianto, consente l’ir-rigazione di 142 ettari di oliveti dimostrando che èpossibile trasformare in risorsa quello che per ora èun problema.Così, mentre nella vicina Sicilia sono stati studiati emessi a punto sistemi naturali in grado di depurare,disinquinare e riutilizzare le acque reflue, i sindacicalabresi inseguono il miraggio della depurazioneintensiva che, oltre a presentare difficoltà di ges-tione, ha elevati costi energetici per cui, parados-salmente, l’intervento di risanamento delle acquereflue si risolve in una maggiore concentrazione delPM (Particulate Matter) per il quale da tempo sonoin atto studi sugli effetti che può avere sulla saluteanimale relativamente a quel nuovo gruppo dipatologie denominate nanopatologie, riconducibili amalattie provocate da micro e nanoparticelle cheriescono ad introdursi nell’organismo e la cui eziolo-gia è indifferente rispetto all’origine e alla pro-duzione del particolato stesso, per una sostanzialeanalogia evolutiva.Rispetto agli altri metodi, la fitodepurazione com-porta il vantaggio di un basso costo di esecuzione edi gestione, la possibilità di riuso delle acque depu-rate, la riduzione dell’inquinamento atmosferico. Inmolti casi può essere una depurazione aggiuntiva neiterritori a popolazione fluttuante, come è il caso ditutti i comuni calabresi ad indice medio- alto diaccoglienza turisticaLa costruzione di un impianto di fitodepurazione èmolto semplice e richiede prevalentemente oper-azioni di movimento terra e piccole opere edilieseguibili anche da imprese non particolarmente spe-cializzate. I costi di manutenzione sono relativa-mente bassi e consistono nel taglio e rimozione dellavegetazione sulle sponde, piccoli interventi sugliargini, quando necessari, nessun costo per larimozione dei fanghi.Dal punto di vista tecnico, i sistemi di fitodepu-razione possono essere a flusso superficiale, a flussosubsuperficiale orizzontale, a flusso subsuperficialeverticale. Dal punto di vista biologico le piante depu-ratrici possono essere macrofite radicate (emergentio sommerse) o macrofite galleggianti.Nella fattispecie il sistema più idoneo per gli ambi-enti calabresi è quello subsuperficiale a macrofiteemergenti che, con una scelta opportuna delle piante,

potrebbe costituire un elemento di arredo urbano,ove si pensi che molte piante come Cannacoro(Canna indica), Fior di cardinale (Lobelia cardi-nalis), Salcerella comune (Lythrum salicaria) com-pletano il loro ciclo biologico con una fiorituraappariscente.L’esecuzione consiste nello scavo di una trincea pro-fonda da 0,1 a 0,6 m, in leggera pendenza, col fondoimpermeabilizzato e ricoperto con sabbia, ghiaia opietrisco e la realizzazione di sistemi di efflusso amonte e di deflusso a valle. L’acqua depurata puòessere recuperata e riutilizzata.Per esempio bar, ristoranti, strutture di balneazione,potrebbero realizzare, a valle dell’impianto, un gia-rdino fitodepurante e rendersi autonomi sia per losmaltimento dei reflui che per la disponibilità diacqua di servizio. Lo stesso dicasi per quartieri per-iferici o per villaggi turistici.Dovendo funzionare principalmente nei periodi piùfavorevoli (primavera, estate), lo spazio necessario èdi 1-5 m2 abitante equivalente (AE) che equivale alcarico organico biodegradabile che ha una richiestabiochimica di ossigeno (BOD5) pari a 60 grammi diossigeno al giorno.L’efficienza depurativa è elevata con la rimozionedel 99,999% dei batteri coliformi, un abbattimentodel BOD5 (fabbisogno di ossigeno biologico) e COD(fabbisogno di ossigeno chimico) tra il 90 e il 97%,dell’ammoniaca tra 68 e l’80% e del fosforo tra il 78e il 95%.Soprattutto questo processo combinato consente didimensionare gli impianti intensivi agli abitanti resi-denti e utilizzare la depurazione aggiuntiva nei mesiestivi, quando il carico di abitanti equivalenti simoltiplica per 5-6 volte.A conclusione di queste note non esaustive, vorrem-mo porci una domanda e cercare insieme una rispos-ta. Posto che il problema delle depurazione dei refluiè cresciuto a dismisura con l’affermarsi della culturadistruttrice del consumismo e che in varie parti delmondo, Italia compresa, si va facendo ricorso ai sis-temi di depurazione naturale o estensiva, come maiin Calabria questo problema viene affrontato solocon sistemi intensivi? Riteniamo che la rispostadebba trovarsi nei bassi costi che non sono sufficien-ti ad alimentare quell’economia di scambio trapolitici, progettisti e imprese che sembra ormai con-notativa della società italiana.

Bassi costi che non sono sufficienti ad alimentare quell’economia di scambio tra politici, progettisti e imprese

L a f i t o d e p u r a z i o n e : u n p r o c e s s o p o s s i b i l eProcesso combinato che consente di dimensionare gli impianti intensivi agli abitanti residenti e utilizzare la depurazione aggiuntiva nei mesi estivi

di Francesco Santopolo

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In questi versi di Piero Welby c'è uncompendio di vita, vissuta da lui condelusione iniziale, poi ripresa concaparbietà e ironia per fare di un maleun bene incommensurabile e mai sog-nato da lui stesso, per noi tutti chesiamo l'Italia in ricerca della riscossaper i diritti della persona. Lui sapeva dimorire senza la vittoria in tasca, ma ciha lasciato un'eredità che noi tutti,Radicali e non solo, ma anche cittadinisenza alcuna appartenenza, abbiamoaccolto e con determinazione con-tinuiamo a fare sempre più nostra. Questo 20 dicembre, secondo anniver-sario del suo olocausto per la libertà didecidere di tutti i cittadini, ci ricorda

che esistono valori più alti della vitastessa. Questa giornata cade in un peri-odo di grande discussione sull'ese-cuzione della sentenza del giudice perla liberazione di Eluana da uno statoinnaturale tra una non vita e una nonmorte. Si può parlare di veri e propritentati attentati alla nostra Costituzione.Noi con la nostra raccolta firme lancia-ta in tutta Italia cerchiamo di tener vivoe onorare il ricordo di Piero.Sappiamo che solo con una battagliaserrata riusciremo a uscire dagli atten-tati alla libertà della persona, dove ter-apie non volute vengono inflitte a molti

malati; uscire dal tunnel di una morteillegale, non richiesta dalla persona.Le parole di Welby sono rivolte alParlamento:" Le scelte che avete difronte sono scelte che vanno dritte alcuore della vita e della morte. Ciòdetto, è indispensabile chiarire che, nel-l'affrontare le tematiche legate al ter-mine della vita, non ci si trova in pre-senza di uno scontro tra chi è a favoredella vita e chi è a favore della morte:tutti i malati vogliono guarire, nonmorire. Chi condivide, con amore, ilpercorso obbligato che la malattiaimpone alla persona amata, desidera lasua guarigione. I medici, resi impotentida patologie inguaribili e incurabili,sperano nel miracolo laico della ricercascientifica. Tra desideri e speranze, iltempo scorre inesorabile e, con il pas-sare del tempo, le speranze siaffievoliscono e il desiderio di guari-gione diventa desiderio di abbreviareun percorso di disperazione, prima chearrivi a quel termine naturale che le tec-niche di rianimazione e i macchinariche supportano o simulano le funzionivitali riescono a spostare sempre più inavanti nel tempo. Chi deve rispondere aqueste domande, inquietanti, ma ine-ludibili, che aumentano con l'au-mentare della "potenza" dell'apparatotecnoscientifico? In Europa alcuni statihanno risposto con leggi, altri siapprestano a farlo, qualunque siano leconvinzioni personali, si deve prendereatto che la tendenza generale va nelsenso di un sempre maggiore rispettodella volontà espressa dagli interessatie di una minore discrezionalità delmedico."Ecco noi siamo gambe, braccia e manidi Piero nella battaglia che lui ha ideatoe promosso con il suo corpo "stregato"dalla malattia. Noi lo facciamo vivere eagire come avrebbe voluto lui.Un saluto a tutti,

Mina Welby

Il messaggio di Mina

In memoria di Piergiorgio Welby

Era ieri o un miliardo di anni fa?E ' succes so ve ramen te

o sono prigioniero di un giocoincominciato per caso

e che non riesco più a interrompere?Perché non compaiono le fate, i maghi,gli esseri incantati che possano ridarmil e m i e g a m b e , l e m i e b r a c c i a ,

le mie mani stregate. . .

Piergiorgio We l b y

Domenica 30 novembre si è tenuta aRoma la marcia per la libertà inBirmania, Iran, Tibet, organizzata dal-l’associazione Società Libera. A questamanifestazione hanno partecipatoRadicali Italiani, Nessuno tocchiCaino, Non c’è pace senza giustizia e ilPartito Radicale nonviolento. Noi del-l’associazione per la resistenza nonvio-lenta abbiamo partecipato con una del-egazione composta da RiccardoCristiano, Marco Marchese, SalvatoreMoscato e Claudio GiuseppeScaldaferri.Un paio di centinaia le persone chehanno marciato per le vie di Roma,silenziosamente, e fino all’ultimomomento il tempo non è statoclemente, ma durante la manifes-tazione conclusasi a Piazza Farnese perfortuna non è venuto a piovere.Numerose le presenze “Radicali”:

Antonella Casu, Bruno Mellano,Michele De Lucia, Marco Pannella,Sergio D’Elia, Marco Perduca,Elisabetta Zamparutti, Marco Cappato,Sergio Stanzani, Giorgio Pagano,Sergio Rovasio e molti altri militantiradicali.Dai collegamenti che seguono si rag-giungono gli audiovideo della marcia ela manifestazione conclusiva di PiazzaFarnese, con gli interventi di VincenzoOlita, Presidente di Società Libera,Hamid Assadian, membro del NCRI(National Council of Resistance ofIran), Ashin Sopaka, Monaco buddistabirmano, Dechen Dolkar, rappresen-tante dell’Associazione DonneTibetane in Italia, Stefania Fuscagni,consigliere della Regione Toscana(PDL) e vice Direttrice del ComitatoScientifico di Società Libera, BrunoMellano, presidente di Radicali Italiani

Marcia per la libertà inBirmania, Iran, Tibetdi Marco Marchese

Foto di Giuseppe Tulelli

Foto di Giuseppe TulelliFoto Mihai Romanciuch

La Chiesa romana e le partipiù integraliste, illiberali emisoneiste del mondo cat-tolico sono da tempo schier-ate in una offensiva ideolog-ica volta alla “difesa dellavita“ nelle situazioniestreme, anche quandoquesto fondamentale diritto-dovere dell’uomo e del cit-tadino, riconosciuto in tuttigli ordinamenti liberali edemocratici, entra in conflit-to con situazioni soggettiveirreversibili, che rendono

insopportabile la soprav-vivenza (come nel casoWelby) o in situazioni in cuiaddirittura la persona umananon c’è più, perché si è spen-ta la consapevolezza e lapossibilità di percepire ilmondo esterno (come nelcaso Englaro). La difesa del principio, percui la Chiesa e solo laChiesa è custode e interpretedel cosiddetto “diritto natu-rale” e, in nome di Dio, èarbitra della vita e della

morte ( vedi le esecuzionicapitali, non solo dei crimi-nali, ma anche degli avver-sari politici, che sotto Pio IXsi moltiplicarono nello Statopontificio ) spegne ognipietà cristiana nei confrontidegli individui e dei lorofamiliari, che si trovano incondizioni non augurabili anessuno.Abbiamo assistito così aforme di bieco sadismo pro-pagandistico, come nell’esi-bizione di bottiglie d’acqua

per significare la volontà dicontinuare ad idratare lasfortunata ragazza che dadiciassette anni si trova instato vegetativo permanenteed è, pertanto, umanamentemorta.E’ appena il caso di osser-vare che queste situazioni divite prolungate o di mortiprocrastinate oltre l’ordinenaturale delle cose sono laconseguenza delle tecnicheartificiali di rianimazione emantenimento in vita messe

a punto dalla medicina con-temporanea. La vita saràpure un “dono di Dio”, mal’intervento dell’uomo, dellascienza, delle macchineinterferisce in modo decisi-vo su di essa e fa sorgereproblemi nuovi non risolvi-bili sulla base di normeetiche astratte e non applic-abili a casi che, fino a pocotempo fa, non erano nep-pure immaginabili.… ( C o n t i n u a )http://www.almcalabria.it/category/esposito-e-vittorio/

Oltre la vita, oltre la mortedi Vittorio Emanuele Esposito

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Catanzaromon amurdi Giovanna Canigiula01/12/2008Catanzaro. Ospedale civile. Quindipubblico. Per tutti, insomma.Arriviamo questa mattina decisa-mente prima delle otto per un con-trollo ambulatoriale di mia madre,circa venti giorni dopo le dimissionie trentadue dopo un ricovero peruna consistente emoriasi. In attesadel medico, si chiacchiera. Di politi-ca dapprima. Domina il berlusconi-ano doc: accusano il grande capodi essere un imbroglione, …http://www.almcalabria.it/2008/12/12/catanzaro-mon-amour-2/

Un silenzio pieno dirumoredi Giovanna Canigiula21/11/2008Nell'inchiesta:Cosa e' veramente successo aManuel Eliantonio nel Carcere diMarassi di Genova?Manuel Eliantonio è morto il 25luglio di quest’anno nel carcereMarassi di Genova. La morte èstata etichettata sotto la voce“suicidio”. Le foto scattateall’obitorio del San Martinoevidenziano ferite ed ecchimosiche il ragazzo difficilmente avrebbepotuto procurarsi da solo.http://www.fainotizia.it/2008/11/21/un-silenzio-pieno-di-rumore

Buon Natale conqualche dubbiodi Giuseppe Fontanadeadwoman montain11/12/2008Vi auguro Buon Natale, anche senon sappiamo chi sia nato il 25dicembre se Osiride, Mitra o unaltro dio, non certo Gesu'. Siamotutti un po' mitraici (anche il papacon la sua mitra in testa), celti,ebrei ed egizi. Infatti forse gli Ebreinon erano altro che Egizimonoteisti e non un popolo di schi-avi. Ricordo che ad una mia amicacattolica chiesi: se tu credi negliangeli perche' io non possocredere all'esistenza degli elfi?Dove sta scritto? E poi gli angeliderivano dall'immagine del dioPhanes, nato dall'uovo cosmicomunito di ali come gli angeli, conzoccoli e coda. Cattolici, mi scusi-no se mi fan sorridere un po' bef-fardo, intanto auguro un BuonNatale anche a tutti I Vescovi eche non sognino troppo le donnine,altrimenti poi ... Non per essereirriverente ... Ma si finsce con losporcarsi le mutandine.http://www.fainotizia.it/2008/12/11/buon-natale-con-qualche-dub-bio

Vite sospese: S’Annadi Isola Capo Rizzutodi Giovanna Canigiula20/11/2008 Nel pomeriggio del 15 novembre,mentre la popolazione di Cropanisi preparava a manifestare contro ilnuovo Cpa, i radicali calabresihanno promosso un sit in a sosteg-no dei richiedenti asilo e invitato leparlamentari Rita Bernardini edElisabetta Zamparutti a visitare lastruttura. Il diluvio ha impedito losvolgimento della manifestazione,la visita invece si è svolta…(Continua)http://www.almcalabria.it/2008/11/20/vite-sospese-santanna-di-isola-di-capo-rizzuto/

Il difficile camminodei senza terradi Giovanna CanigiulaIeri pomeriggio, con Giuseppe

Candido, siamo andati a Cropani avisitare il residence Ale.mia, oracontestatissimo centro di primaaccoglienza. Ci ha accolti, all’in-gresso, un addetto alla sicurezzaal quale abbiamo lasciato i nostridocumenti e che ci ha consegnatoun pass. Le prime cose che cihanno colpito sono state la bellez-za e la pulizia del luogo: abituatialla vista del Sant’Anna -che tracontainer e filo spinato dà l’ideadel carcere per disperati…(Continua)http://www.almcalabria.it/2008/11/08/il-difficile-cammino-dei-senza-terra/

Eluana Englaro comePiergiorgio. Chiesavergogna! La parolanon è eutanasia maautodeterminazionedi Giuseppe Candido20 Novembre 2008Due anni fa sostenevamo labattaglia radicale che PiergiorgioWelby condusse per il suo e il nos-tro diritto all’autodeterminazione.Due anni fa sostenevamo labattaglia radicale che PiergiorgioWelby condusse per il suo e il nos-tro diritto all’autodeterminazione.Durante la vicenda di EluanaEnglaro abbiamo voluto rispettarela volonta del papà, BeppinoEnglaro imponendoci una sorta disilenzi stampa.Ma ora non neposso più di sentire cretinate dellachiesa che arriva chiedere firmeper sostenere una petizione alParlamento Europeo per la dignitàdella persona …(Continua)http://www.almcalabria.it/2008/11/20/eluana-englaro-come-pier-giorgio-chiesa-vergogna-la-paro-la-non-e-eutanasia-ma-autode-terminazione/

Questo regime no puòdurare. Leo Valiani,dall’antifascismo allaResistenza di Giuseppe Candido10 Novembre 2008Nato a Fiume nel 1909, Leo Valiani(nato Weiczen) Senatore a vita dal1980, ancora ragazzo aderì nellefila dei giovani socialisti comunistiche combattevano, già nella clan-destinità contro la dittaturafascista. Il suo attivismoantifascista gli costò un anno diconfino nel 1928; fu poi arrestatodi nuovo nel 1931 e condannatodal Tribunale Speciale a 12 anni diprigione per aver diffuso stampaantifascista. A seguito delleamnistie sopraggiunte recuperò lalibertà dopo aver scontato sei diprigione …(Continua)http://www.almcalabria.it/2008/11/10/questo-regime-no-puo-durare-leo-valiani-dallantifascis-mo-alla-resistenza/

Vittorio De Seta: uncorto per i sessan-t’anni delladichiarazione univer-sale dei dirittidell’Uomo. Non cisono commenti8 Novembre 2008di Giuseppe Candido28 Novembre 2008Il suo ultimo capolavoro: quattrominuti per raccontare l’articolo 23della carta.Vittorio De SetaDicembre 1948 - Dicembre 2008Sessanta anni della dichiarazioneuniversale dei diritti dell’Uomo Art.

23 ogni individuo ha diritto allavoro, alla libertà della scelta del-l’impiego, a giuste e soddisfacenticondizioni di lavoro ed alla pro-tezione contro la disoccupazione.6 Novembre 2008, Sellia Marina(CZ). In un pomeriggio piovosocome raramente succede inCalabria, dove il sole e la lucespesso sono padroni, ci siamorecati a casa di Vittorio De Seta,maestro indiscusso del documen-tario italiano …(Continua)http://www.almcalabria.it/2008/11/08/vittorio-de-seta-un-corto-per-i-sessantanni-della-dichiarazione-universale-dei-diritti-delluomo/

Maestro unico manon solo.Per la difesa dellascuola nazionale.Un’anacronisticainvoluzionedi Giuseppe Candido5 Ottobre 2008 Per capire che la scuola pubblica èun fondamento - baluardo democ-ratico - delle nostre istituzionirepubblicane che oggi merita lanostra difesa è necessario rileg-gere le pagine della nostra storia.Nel discorso pronunciato - nel feb-braio del ‘50 - al III Congresso del-l’associazione a difesa della scuolanazionale, Piero Calamandreichiede agli intervenuti:…(Continua)http://www.almcalabria.it/2008/10/05/maestro-unico-ma-non-solo-per-la-difesa-della-scuola-nazionale/

Cave: il far-west dellaCalabria. E il paesedelle mezze veritànon si smentiscedi Giuseppe Candido22/09/2008Su Calabria Ora, il quotidiano cal-abrese diretto da Paolo Policheni,oggi (lunedì 22 settembre 2008) apagina 6 è stato pubblicato un arti-colo un articolo di Eugenio Furiadal titolo virgolettato <<Cave, laCalabria è un far-west>>. Da radi-cale ambientalista prima ancorache da geologo non ho mai smes-so di denunciare in tutte le sedi(poche a dire il vero), la graveassenza di un PRAE per cui hocomprato il giornale quasi proprioper l'articolo in questione che, conrichiamo in prima pagina, ha attira-to il mio interesse.Un argomento assai “delicato”,quello delle attività estrattive inCalabria essendo argomento lega-to alle ecomafie mantenute dal farwest. Argomento legato a doppiofilo con quelli sul dissesto idrogeo-logico, sull'erosione costiera e rela-tivo ad un uso razionale e sosteni-bile delle risorse del nostro territo-rio: la Calabria. E lo diciamo dacalabresiche amiamo questa terrache, se non sarà capace di super-are certi gap che ancora l'afflig-gono sarà facile preda per il conta-gio e la diffusione della miseria.Purtroppo però l'Italia, come recitala canzone della Nannini, è ilpaese delle mezze verità e laCalabria di ora non ne faeccezione; per cui tra i virgolettatidel bell'articolo, che campeggiavaper mezza pagina sopra la pubblic-ità de “l'autunno ecologista” - pro-gramma delle giornate di dibattiti eapprofondimenti politici promossidalla sezione dei Verdi calabresi,non vi era spazio per le paroleecomafie, corruzione e illegalità.…(Continua)www.almcalabria.it/category/candido-giuseppe/

Sguardi del cinemaitaliano sui dirittiumanidi Simona Tulelli2 Dicembre 2008Roma - Il 1 dicembre, giornata incui già si celebra, come ogni anno,una ricorrenza importante come laGiornata mondiale per la lottaall’Aids, nella cornice del merav-iglioso Teatro Argentina di Roma,la redazione di AlmCalabria è statatestimone di un evento memorabilein una atmosfera intensa edemozionante: la presentazione del-l’opera collettiva All Human Rightsfor All (Tutti i diritti Umani per tutti,ndr). Sguardi del cinema italianosui diritti umani (che riprende il tito-lo che, nel 1998, le Nazioni Unite…(Continua)http://www.almcalabria.it/2008/12/02/sguardi-del-cinema-italiano-sui-diritti-umani/

Uno Stato laico è possibile ?di Simona Tulelli17 Novembre 2008La realtà in cui viviamo è comp-lessa, ce ne rendiamo conto ognigiorno, e presenta molteplici edinfinite sfaccettature tanto da farsembrare una impresa titanica cer-care di esaminarla. E tuttavia talecomplessità non ci deve scoraggia-re ed esimerci dal tentare di com-prenderla. Il metodo più adatto èquella di analizzarla in alcune suedimensioni. Ho sempre pensatoche per affrontare alcuni argomentie temi difficili …(Continua)http://www.almcalabria.it/2008/11/17/uno-stato-laico-e-possibile/

BAR CAMPEsperimenti didemocrazia: La crisidella (non)democraziadi Simona Tulelli04 Ottobre 2008Sabato 4 ottobre 2008 a Romapiove a dirotto ma è necessariocomunque prendere il motorino perarrivare in tempo all’appuntamentocon il BarCamp. Via XX Settembreè chiusa e anche le strade intornoe io devo arrivare nelle vicinanze,in via IV novembre al civico 157dove si trova L’Upter, la sededell’Università Popolare di Romache ospita la manifestazione.Lascio il motorino e mi incamminoa piedi passando davanti alQuirinale che è sorvegliato da unoschieramento composito di forzedell’ordine: dimenticavo la visita diBenedetto XVI al presidenteGiorgio Napolitano …(Continua)http://www.almcalabria.it/2008/10/06/esperimenti-di-democrazia-la-crisi-della-non-democrazia/

Delirio di onnipotenza,i medici obiettanol’anticoncezionaledi Simona Tulelli10 Settembre 2008Con l’inchiesta dell’Associazioneradicali di Roma che per due mesiha monitorato nei fine settimana ipronto soccorso della capitale (LaRepubblica, 10/09/08) si torna aparlare di un tema di vitale impor-tanza per tutte le donne e tutti i cit-tadini, così come qualche mese fa.Alla vigilia della commercializ-zazione anche nel nostro paesedella pillola abortiva (RU 486) perl’interruzione farmacologica digravidanza, se ancora nei salottitelevisivi si dà l’impressione che visia un margine per noi donne dipoter scegliere liberamente, ed incoscienza, della nostra Vita le cose

stanno ben diversamente…(Continua)http://www.almcalabria.it/2008/09/10/delirio-di-onnipotenza-i-medici-obiettano-lanticon-cezionale/

Ma per chi si stannocostruendo tuttequeste abitazioni? di Marco Marchese8 Dicembre 2008Cosenza. Da queste parti è comese fossero venute ad abitaredecine di migliaia di persone inpochi anni. E molte altre nell’immi-nente futuro, ma in realtà…Il sito dell’Istat è una miniera d’in-formazioni. Nella tabella chesegue, si possono leggere i datiche si riferiscono ai residenti nonsolo del Comune di Cosenza, madell’area interessata dal fenomenoedilizio oggetto di questa inchiesta. http://www.almcalabria.it/2008/12/08/ma-per-chi-si-stanno-costru-endo-tutte-queste-abitazioni/

“Cerchiobottista”l’intervento dell’A N Msulla vicendaSalerno-Catanzarodi Maurizio Bolognetti14 Dicembre 2008Confesso che la presa di posizionedell’ANM sulla vicenda “Salerno-Catanzaro” appare un po’ troppocerchiobottista. Con il suo interven-to, l’ANM di fatto sposa la tesi della“guerra tra procure”. Non poteva-mo aspettarci niente di meglio dachi, solo qualche mese fa, non haspeso una parola per difendereLuigi De Magistris. Tocca far pre-sente agli illustri dirigentidell’Associazione NazionaleMagistrati che la credibilità dell’isti-tuzione giudiziaria è messa in dis-cussione da inquietanti vicendeverificatesi presso le Procure dellaRepubblica di Matera e Catanzaro.L’inchiesta Why not, così comel’inchiesta Poseidone, non è stataparalizzata dall’operato dei PMsalernitani, ma da situazioni chesono ben descritte nel decreto diperquisizione e sequestro dispostodalla Procura della Repubblica diSalerno. Come possa l’ANM met-tere sullo stesso piano l’operato diJannelli e quello di Apicella e deisuoi sostituti, facciamo fatica acapirlo. Eppure è la stessa ANMad affermare che la ProcuraGenerale di Catanzaro ha compiu-to “un atto grave in palese vio-lazione dell’obbligo di astensioneche grava sul magistrato che siasottoposto a indagini in procedi-mento collegato.” Ripeto, non com-prendo il cerchiobottismo dell’ANM.Se Salerno è competente ad inda-gare sui reati commessi dai magis-trati di Catanzaro, perché l’operatodi Apicella viene messo sullo stes-so piano dell’operato di Jannelli?Cosa doveva fare la Procura diSalerno, dopo che per ben settevolte gli era stata negata la possi-bilità di disporre di atti indispens-abili per poter continuare le indagi-ni in corso su alcuni magistrati inservizio a Catanzaro?http://www.almcalabria.it/2008/12/15/troppo-cerchiobottista-l’inter-vento-dell’anm-sulla-vicenda-salerno-catanzaro/

W W W . a l m c a l a b r i a . i tDall’agosto 2007 Abolire la miseria della Calabria, il nostro periodico, esce soltanto su internet limitando l’edizione cartacea. In questa sezione riportiamo soltanto alcuni dei titoli (e relativi link) per ritrovare facilmente gli articoli sul web

C h i h a S c r i t t o e c o s a . . . .

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