MEGAFONO N°4

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n. 4 anno I UNA QUESTIONE DI RAPPORTI... AFTERHOURS

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"Una questione di rapporti" RIVISTA GIOVANILE DEI COMUNI DELLA VAL D'ELSA ALTA

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n. 4 anno I

UNA QUESTIONE DI RAPPORTI...

AFTERHOURS

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n. 4 anno I

WORk In pROgRESS….LAvORO In cORSO…

Coordinato da:

prossimo numero in uscita fine dicembre

A cura di:

* Editoriale ....................... p. 3* Amicizia e Amore .......... p. 4-5* Articoli sul s esso........... p. 6-7* Giovani e politica ........... p. 8-9 * Musica: Afterhours ........ p. 10-11* Cinema e libri ................ p. 12-13* L’amore ai tempidi facebook agenda .................... p. 14* Associazione Il Segno .. p. 15

MEGAFONOPeriodicoANNO I NUMERO 4Reg. del Tribunale di Siena n°2 del 07/04/2010

RedazioneVia Romana, 98/C - Poggibonsi - Staggia SeneseTel. 0577 958993 - Cell. 3381337207E-mail [email protected]:Il Segno AssociazionePromozionesociale

AmministrazioneAssociazione “Il Segno Editore”Viale Marconi, 42 - Poggibonsi - Tel. 338 1337207

Direttore ResponsabileFabrizio Calabrese

progetto graficoKiné

copertina a cura di:Kandinsky, Ponte nell’arco, olio su cartone. Parigi, collezione privata.

In redazione: Aimone Pignattelli (vice direttore), Antonella Trefoloni, Fabrizio Calabrese, Leonardo Pazzagli, Laila Gouhai, Giuditta Ciani, Silvia Bernardini, Andrea Senesi, Claudio Fontanelli, Serena Taccone.

Hanno collaborato a questo numero:Centro Collaterale Colle di Valdelsa, A.N.P.I. San Gimignano, Associazione Librarsi, Carlotta Ciani, Veronica Di Leonardo, Francesco Cacciante e Andrea Movilli.

StampaArti Grafiche Nencini

La foto in copertina degli AFTERHOURS è di giulio Mazzi

Manoscritti, dattiloscritti, foto non si restituiscono. La direzione di Megafono non assume come propria l’opinione di quanti collaborando con Megafono esprimono liberamente giudizi e affermazioni con scritti e servizi a loro firma. La collaborazione non richiesta for-malmente per iscritto non è retribuita. è vietata la riproduzione totale o parziale di testi, disegni, foto riprodotte su questo numero del giornale senza autorizzazione.

MEGAFONOMEGAFONOMEGAFONOMEGIndice

In collaborazione con

AMICI FOR EVER... ALMENO FINO A QUANDO NON ARRIVA L’AMORE. Vi ricordate la vostra infanzia? Quando l’unica persona realmente importante era il vostro amichetto del cuore?

Asilo insieme, scuole insieme.. sembrava una scena idillica da film hollywoodiano. Poi, improvvisamente arriva L’ORMONE. E sballa tutto. Dentro e fuori. I ragazzi iniziano a guardare con occhi diversi le compagne di classe, certi che, fino all’anno scorso, la ragazza al secondo banco era una cessa da paura e invece quest’anno..ha un qualcosa in più. Esattamente DUE cose in più... Iniziano i primi amori, fugaci e leggeri. I primi baci dati al cinema, alla festa organizzata da un amico in comune. I ragazzi iniziano a ritrovarsi nelle loro camerette per delle specie di “riunioni”, il cui unico tema è “la scoperta del corpo femminile”, spesso accompagnata da video o giornali trovati in camera del fratello maggiore. Le ragazze invece lasciano le bambole in un angolo recondito della loro stanza per dedicarsi ai primi pettegolezzi, attività che le accompagnerà per tutta la vita, con un picco non indifferente nella terza età.

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Rif lessioni . . .... diversamente dalle altre riviste questa tocca il cuore dei giovani e quello degli adulti e gli articoli riportati sono davvero emblematici della realta' che viviamo e dei rapporti che instauriamo.

Qualcuno ha detto che siamo tornati agli anni ‘70, non c’è niente di più errato. Questa è un’altra generazione che per certi aspetti è affascinante e per altri, inquietante.

Io che davvero sono figlia dagli anni ‘70 (lotta di classe “dura senza paura”, femminismo esasperato, rapporti liberi, vitalità “sfrenata”, ideologie autentiche), mi sento disorientata di fronte a temi come la noia, vedi l’articolo di Carlotta, che afferra i giovani inducendoli ad una “sessualità” a mo’ di “passatempo”, una specie di

droga per attenuare un senso di vuoto che poi si potrebbe tradurre in un assenza di valori. Oppure l’essere tornati a giudizi grotteschi su chi fa o non fa sesso e parlarne come cinquant’anni fa con il pretesto di una società “malata”, trascurando di ricordare che la società siamo noi!

Senza generalizzare, non so se si possa parlare d’involuzione sociale, ma è difficile parlare di evoluzione. Se ancora, come dice Leonardo, portarsi a letto una ragazza corrisponde ad un trofeo; se ancora, dopo tutto il movimento femminista, l’argomento principale per screditare una ragazza è darle della troia!!? allora io denuncio lo svuotamento di quei contenuti e di quei valori che sono l’essenza dei rapporti veri. Qui tutti sembrano amici, ma nessuno lo è davvero. Manca aggregazione, convinzione, consapevolezza.Poi, come ci fa notare Veronica, le donne che parlano delle donne, altro che disorientata, siamo tornati all’immagine delle donne pettegole!

E la politica? che tanto ci angoscia e sempre meno ci rappresenta? Viene raccontata un maniera esemplare da Francesco e sembra essere l’unico argomento dove i giovani appaiono con idee chiare e molto critiche.

In un contesto mondiale di crisi profonda e angosciante, continuiamo a “proteggere”, a “deresponsabilizzare” i giovani, lasciandoli in un limbo che certo non li prepara ad affrontare un futuro più grande di noi e di loro. Incapaci, ma anche preoccupati e “delusi”, noi adulti, li abbiamo abbandonati alla noia, alla “superficialità”, alla droga legale del consumismo, di internet, di Facebook, del mito del grande calciatore.

Li abbiamo abbandonati a tal punto che a 16 anni, come di nuovo ci fa notare Carlotta, non sanno niente del sesso, del loro corpo. Vivono un’ignoranza che li espone a rischi irreparabili; e ancora, siamo di fronte ad uno svuotamento di contenuti e di valori umani fondamentali.

cosa dire? Certo è che ciò che esprime questa rivista, deve far riflettere gli adulti, siano loro genitori, insegnanti, educatori,.........dobbiamo riflettere sui nostri errori, ma anche agire, intervenire in qualche maniera, per ridare loro vitalità, autostima, desiderio, valori ,senza il quale, non si costruisce nessun “mondo” nuovo!

Antonella Trefoloni

L'angolo degli adulti

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AMOREAMICIZIAcontinua da pagina 2

In queste nuove attività sociali si instaurano le prime vere amicizie, quelle accompagnate da un “For Ever”..

ma sarà davvero per sempre?Nell’adolescenza l’amore è comunque dopo l’amicizia.

Sarà perchè i ragazzi hanno così tanta voglia di “scoprire” il mondo femminile da non riuscire a stare con una sola ragazza

per volta; sarà che le ragazze sono così stupide da innamorarsi sempre del figlio illegittimo di Arthur Fonzarelli e ad autocommiser-

arsi; ma durante l’adolescenza è quasi impossibile trovare l’altra metà della mela. Così impossibile che, consumati ormai l’anni da teen, si è

persa ogni speranza. Poi arriva lui/lei.. e tutto cambia. Passeggiate mano nella mano, gite fuori

porta, notti passate a dormire insieme..insomma, sarà che, a questo punto, siamo abbastanza “grandi” da poter fare cose che a 15 anni ci erano proibite;

ma improvvisamente tutto ci appare chiaro davanti a noi: «VOGLIO PASSARE IL RESTO DELLA VITA CON TE». Questa frase annuncia la fine.

Fine dell’amicizia che hai tanto lodato nell’adolescenza. Fine delle serate passate fra un pub e l’altro, fine delle vacanze al mare con gli amici, fine (pseudo-fine) dei pettegolezzi

fra amiche. Fine del “per sempre”. Adesso non hai occhi che per lui/lei. Perchè..bhè perchè dovrai passare il resto della tua vita con quella persona, perchè stai bene con lei e non hai

bisogno degli amici, adesso hai tutto. Ma questo è vero amore? L’amore si misura sulla quantità del tempo passato insieme o sulla sua qualità?

L’amicizia e l’amore sono due sentimenti importantissimi per l’uomo, esso è infatti definibile come essere sociale. Ma quando uno di questi sentimenti preclude “l’estinzione” dell’altro..allora bisogna

iniziare a farsi delle domande.

Veronica di Leonardo

E’ possibile l’amicizia tra uomo e donna?

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AMOREAMICIZIA

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È più facile amare o permet-tere a qualcuno di amarti?

Non penso che si possa “permettere” a qualcuno di amare... non è in nostro potere. Mi sembra un’idea commerciale di amore. se è facile amare... credo di no, eppure si ama mal-grado la complessità che l’amore a volte com-porta (Eugenio, 31)

Amare… perché comunque dovresti modellare te stesso a piacimento altrui (Jacopo, 19)

Permettere qualcuno di amarti, perché amare è più una scelta univoca: te ami 1 sola persona, mentre la-sciarsi amare è più plausi-bile poiché puoi suscita-re un qualcosa in più persone! (Michela, 18)

Cos’è l’amore?L’amore è una droga troppo pesa mi garba di più fammi le canne (Francesco, 22)

Per la mia esperienza e per quanto riguarda la mia per-cezione dell’amore, ho sempre avuto la conferma che sia un’illusione passeggera; in fondo spero che mi pos-sa ricredere (Silvia, 23)

Boh è un sentimento molto forte che lega due persone; è un sentimento molto bello se condiviso.. Altrimenti ti può far soffrire un casino… (Niccolò, 15)

Hai mai sofferto per amore?

NO, perché sono troppo intelligente (Francesco, 22)

Sì, ho sofferto per amore; gli amori per cui ho sofferto di più sono stati platonici (Silvia, 23)

No fortunatamente… …cioè.. sì, ma non penso sia stato amore (Niccolò, 15)

Come ti comporti se un tuo/a caro/a amico/a si dichiara e tu non provi niente per lui/lei tranne un grande affetto?

Le dico che purtroppo non provo x lei lo stesso senti-mento.. ma le dico che comunque le voglio bene e che potrà sempre contare su di me… che paroloni! (Nicco-lò, 15)

Glielo spieghi cercando di non ferire i suoi sentimenti. Io poi cercherei comunque di continuare ad averci un rapporto, nonostante tutto! (Sara, 22)

un caro amico merita quanto di meglio siamo in grado di dargli. Se l’amore non c’è, penso che meriterebbe comunque tutto l’affetto che abbiamo; non merita la di-stanza che creiamo per la paura di una situazione com-plessa (Eugenio, 31)

Come nasce un’amicizia?

è chimica: ti conosci e senti se la scintilla dell’amicizia scoppia o no. Lo senti a pelle! (Claudio, 29 anni)

Secondo me l’amicizia nasce come una cosa spontanea e graduale: per esempio io ricordo il primo gior-no di scuola quando non conoscevo nessuno e ci si guardava tutti; poi abbiamo iniziato a parlare, a fare qualche battuta, le prime uscite di gruppo, le cene e ora non possiamo restare nemmeno un giorno senza sentirci (Chiara, 16 anni)

Secondo me è data dagli stessi pensieri, dalla comprensione, poi da lì nasce il resto come ad es la com-plicità, il rispetto e ovviamente il bene reciproci (Elena, 22 anni)

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SESSOSESSOSESSOSESSOSESSOSES

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I VALORI DI UN TEMPO PER NON AMARE SUPERFICIALMENTEDa che mondo è mondo, i giovani sono sempre stati compresi poco dal resto della comunità e, cosa più in-solita, sono stati costantemente ripudiati nella categoria di “incomprensibili”. Ma i giovani, nel passare delle generazioni, sono rimasti gli stessi?Beh, come è facile immaginare, certamente no! I ragazzi hanno il difetto di essere più influenzabili dai mass media, o, se si vuole, dal mondo che li circonda? Semplice capire, quindi, che insieme ai mutamenti della società avvengono quelli degli adolescenti. Sarebbe interessante trattare tutte le sfumature del comportamento “tipico” di un adolescente, ma basta ci-tare un solo argomento per scuotere gli adulti : il sesso.L’educazione sessuale è sempre stata un concetto spinoso da spiegare alle nuove generazioni, a tal punto da abolirla totalmente dalla vita di un ragazzo o di una ragazza; “mal di poco” penseranno molti di voi “è im-barazzante parlare di certe cose con gli adulti”, e questo è purtroppo vero. Per quanto i grandi si sforzino di essere a loro agio e noi ragazzi a imitarli, si percepisce sempre nell’aria una certa tensione. Quindi saltare direttamente l’argomento diventa facile e conveniente per ognuno di noi, ma a cosa può portare questa “igno-ranza” sull’argomento? Può portare ad un’interpretazione soggettiva del sesso, cioè ognuno lo vive come vuole e questo è da una parte un bene, se non fosse per quei ragazzi e quelle ragazze che trasformano il sesso in un passatempo o in una cosa da nulla. Forse questo concetto potrà apparire strano agli adulti, o del tutto prevedibile, dipende un po’ che idea hanno dei giovani. Si può arrivare a tanto? Si può pensare di stravolgere totalmente il vero significato di un atto così importante? Succede molto probabilmente non solo per la disinformazione che c’è tra i ragazzi, ma anche per questa incessante noia che caratterizza tristemente la nostra generazione. Noi abbiamo tutto, fin dalla nascita, i nostri genitori non ci fanno mancare niente, o meglio, non ci fanno gua-dagnare niente, perché tutto è meritato e dovuto senza il minimo sforzo. A 18 anni un ragazzo o una ragazza ha già fatto molte delle esperienze più importanti, ma, purtroppo, con superficialità, per passare il tempo. Se si insegnassero i valori e l’importanza di certi argomenti, invece di abbandonare i bambini davanti alla televi-sione per ore e ore, forse recupereremo anche i ragazzi più influenzati da questa società superficiale.

Carlotta Ciani

Descrivi con una parola cos’è per te

il sesso

Impollinazione (MisterX, 16)

Istinto animalesco

(Daniele, 24)

Collante di un rapporto di coppia

(Nadia, 24)

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SESSOSESSOSESSOSESSOSESSOSES

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CONOSCERE SE STESSI PER VIVERE IL PIACERE CONTRO OGNI IMPOSIZIONE.“Non c’è niente di male in quello che fa piacere a due persone e non danneggia nessuno. Quello che veramente è male è credere che ci sia qualco-sa di male nel piacere” (Fernando Savater).La connotazione negativa che la società, quell’im-placabile giudice assoluto dei comportamenti umani, dalle sentenze più restrittive e chiuse di mentalità di quanto magari invece è realmente l’opinione della maggioranza, attribuisce al sesso, trova radici nelle norme sociali che benché mitiga-te dal tempo sopravvivono da secoli. Una società che interpreta il sesso come un momento in cui la vertigine dell’appagamento fisico rende superflua ogni altra cosa e priva l’uomo di regole ed obblighi civili e morali. Una soddisfazione talmente forte da essere ritenuta un grave rischio per il rispetto delle istituzioni, un potenziale nemico dell’ordine pubblico.Ma anche la concezione popolare del sesso è più che mai mai sessista. Inevitabile gioco di parole per descrivere l’enorme divario che separa uomo e donna di fronte ad un rapporto sessuale al di fuori di un legame affettivo: se l’uomo ne risulta un conquistatore, una persona che ha successo nella vita, la donna viene giudicata “facile”, incapace di tenere a freno “l’istinto”, più semplicemente detta “troia”.Il genere maschile giudica una donna portata a let-to un trofeo, un manifesto della propria grandez-za di fronte agli amici per ottenere rispettabilità; il genere femminile è invece incapace in questo contesto di allearsi, spalleggiarsi, saper gestire le gelosie reciproche. E se poi l’uomo che non se la sente di fare ses-so con una donna che non gli piace è definito un “finocchio” e la donna che se la sente troppo una “puttana”, io definisco la società ipocrita, sorda, spaventata dai propri cambiamenti.Mentre l’uomo manda le sonde su Marte, ancora non è capace di sondare davvero se stesso.

Leonardo Pazzagli

Saresti capace di vivere una storia di

solo sesso?

Preferisci l’amore o il

sesso?

L’amore è una cosa più completa è come la panna montata rende ancor più buono ciò che è già buono! (Enrico Jay, 21)

Mmm...tutt’e due insieme?!? “non c’è sesso senza amore” (A. Venditti)

ma nemmeno amore senza sesso direi!! (Sara, 22)

Forse sì, basta essere sinceri da subito con il/la partner (Pietro, 24)

Assolutamente no! (Jacopo, 19)

Sì, dipende con chi (Alex, 27)

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POLITICAPOLITICAPOLITICAPOLITICAGIOVANI E POLITICA:

“cambiare idea è possibile”“cHE pALLE!”. Metà dei tg e dei programmi di approfondimento, quando non hanno da seguire la notizia cult del mo-mento, non fanno altro che parlare della difficile si-tuazione creatasi nel nostro “Bel Paese” senza mai dare risposte concrete.........e quindi…cHE pALLE! E se vi chiedessi cos’è la politica? Probabilmente mi rispondereste quasi tutti con interrogative onomato-pee! Qualcuno direbbe che la politica è quella cosa che si vede in televisione il Martedì e il Giovedì sera, dove c’è quel tizio calvo che fa le battute, o quello con tanti brufoli in faccia e una postura da far invidia a Igor di Frankenstein che tutte le sere ci propina la notizia cult del giorno; programmi dove dopo cinque minuti devi abbassare il volume della televisione per-ché hanno già tutti superato la soglia del dolore acu-stico fissata a 130 decibel e vaffanculo ai contenuti! E da questa situazione cosa possiamo capire?

Sempre di più ci si imbatte in sedicenni sedicenti Fa-scisti/Comunisti che usano questi due termini per autodefinirsi, oppure alternativamente, essere af-fibbiati ad altri e usati come offese. Ciò che più mi fa pensare di questo scenario, è l’impressione che ormai la politica, così come il vestiario o il look, sia diventato un mezzo comune per crearsi un senso di appartenenza. è un po’ come dire che appartenere a un dato schieramento politico è diventato come tifa-re per una squadra di calcio o idolatrare un cantan-te pop. Nei casi peggiori diventa una vera e propria fede e allora si rinuncia completamente all’uso del cervello e si prende per buona qualsiasi parola che

I nove decimi delle attività

di un governo moderno sono

dannose; dunque, peggio son

svolte, meglio è.

Bertrand Russell

A proposito di politica... ci sarebbe

qualcosa da mangiare?

Totò

In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica.

Gandhi

Se l’esperienza ci

insegna qualcosa, ci insegna

questo: che un buon politico, in

democrazia, è tanto impensabile

quanto un ladro onesto.

Henry Louis Mencken

In politica la stupidità

non è un handicap.

Napoleone I

Un cretino è un cretino. Due

cretini sono due cretini. Diecimila

cretini sono un partito politico.

Franz Kafka

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POLITICAPOLITICAPOLITICAPOLITICA

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abbia detto il politico di riferimento. Penso, invece, che sia importante porsi in maniera critica verso chi ci rappresenta.

Se veniamo a sapere di un parlamentare che com-mette un qualcosa di disonesto non ci pensiamo due volte a trovare un qualcosa di analogo da chi sta dall’altra parte. Questo perché non ci piace ammet-tere di sbagliare; e ammettere che un politico del “no-stro” schieramento abbia fatto qualcosa di sbagliato, ci espone al doverci chiedere se è ancora giusto se-guire quella persona. Molti, probabilmente i più, non si pongono il problema, e nel caso che glielo ponga qualcun altro, non esitano a modificare in Real-Time i propri principi etici e morali. Un tale atteggiamento, che è sempre più diffuso fra i giovani, danneggia in maniera fortissima il senso politico che proprio in età giovanile dovrebbe nascere in tutti noi.

D’altra parte scegliere l’altra opzione, ovvero quella di “cambiare bandiera” (termine infelicissimo di que-sti tempi), ci porta a dover rinunciare ad appartenere ad un clan. Il problema del senso di appartenenza di cui parlavo sopra. Solo confrontandosi con chi la pensa in maniera diversa si può riuscire ad avere una visione il più possibile d’insieme della realtà e voglio sottolineare il fatto che “cambiare idea”, qualora sia un cambiamento motivato e senza secondi fini, non è segno di debolezza, ma al contrario di grande ma-turità; infine sappiate che siamo noi che plasmiamo la politica del nostro paese, con le nostre idee e con le nostre azioni. Se un politico fa qualcosa di sbaglia-to non dobbiamo aver paura di prenderne atto. Solo così potremo riuscire ad uscire dalla palude del “votare il meno-peggio”.

Francesco Cacciante

La politica non è una scienza, ma un’arte.

Otto von Bismarck

I politici hanno una loro etica. Tutta loro. Ed

è una tacca più sotto di quella di un maniaco

sessuale.

Woody Allen

La democrazia funziona quando a

decidere sono in due e uno è malato.

Winston Churchill

Il miglior sedativo per le smanie

rivoluzionarie consiste in una poltrona

ministeriale, che trasforma un insorto

in un burocrate. Giovanni Giolitti

Tre metri di corda e un

asse mobile, questo è

tutto ciò che occorre

al potere.

O. Wilde

L’arte della politica. Il segreto di fare i

propri affari e di impedire agli altri di

fare i loro.

G. Courtilz de Sandras

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MUSICAMUSICAMUSICAMUSICAMUSInei loro ventiquattro anni di vita hanno attraversato il rock nella maniera più trasversale possibile aprendo alla contaminazione e rifiutando etichet-te spesso troppo strette. Fare musica per loro è comunicazione pura, sen-za bavagli e senza fronzoli raccontando le proprie storie.

Sono gli Afterhours, intervistati in estate in una delle date del Summer Tour 2010. Una stagione fortu-nata, soprattutto per i numeri, ci spiega il leader e voce della band, Manuel Agnelli. Manuel, cosa avete pro-posto nelle serate del tour? Abbiamo pensato alla resa sonora e quindi si tratta di uno spettacolo molto duro, senza ballate, senza cadute di tensione e con poche occasioni di dialogo con il pubblico. E’ il tour più violento degli ultimi quindici anni. Molto diverso da quello fatto di recente in teatro. In generale come è il rapporto con il pubblico? Buono, anche se è difficile mantenere sincerità ed autenticità, come non facile è raccontare ed esprimere sempre noi stessi. Nel 1995 con l’album Germi, il primo cantato in italiano c’è la prima vera svolta del gruppo. E con l’uscita nel HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/2002” \o “2002” 2002 di HYPERLINK

AFTERHOURS

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MUSICAMUSICAMUSICAMUSICAMUSI

AFTERHOURS

“http://it.wikipedia.org/wiki/Quello_che_non_c%27%C3%A8” \o “Quello che non c’è” Quello che non c’è il sound cambia e si evolve ancora. Adesso, come va, l’equilibrio è raggiunto? Non abbiamo mai fatto un di-sco uguale all’altro e stessa cosa con i concerti. Abbiamo cambiato impostazione sonora spesso e adesso la personalità è ben definita, ma ci interessa ancora crescere. Se tu fossi nato in Toscana cosa canteresti? Nella vostra regione c’è il gusto per la parola, anche quella tagliente adatta al sociale e quindi lavorerei sicu-ramente sui contenuti. Il peso della cultura poi è imponente e la toscanità sugli artisti si fa sentire. Cosa ci dici di Rino Gaetano? Nel 1995 avete interpretato Mio fratello è figlio unico. Aveva un talento enorme e per noi è stato un punto di riferimento. Ci riconosciamo molto in lui. Era una mosca bianca, antiretorico per eccellenza. Un gran simpatico ma anche molto caustico. Progetti futuri? Dopo il tour ci fermiamo per lavorare al nuovo disco. Andremo anche negli Usa dove abbiamo molti amici, lontano dall’Italia dove nella musica c’è un’aria che non ci piace. Cosa c’è che non va? Troppo astio e invidia, anche se ci sono talento e gruppi interessanti che vengono però schiacciati dalla mediocrità.

Intervista realizzata da Fabrizio Calabrese nella seconda metà di agosto durante il Summer Tour 2010.

Foto di: Alessandra Di Gregorio

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Chi ha scritto: “nessun uomo è un’isola?” Will: “è facile e se posso permettermi è una frase del cazzo! Secondo me ogni uomo è un’isola e per di più questo è il momento giusto per esserlo”..........Marcus: “ci sono persone che nella vita si divertono. Io cominciavo a rendermi conto di non essere una di loro. Io non m’inserivo proprio, non mi ero inserito nella vecchia scuola e decisamente non m’inserivo nella nuova.......”

Tratto dal romanzo di Nick Hornby “Un ra-gazzo” e realizzato dai registi Chris Weitz e Paul Weitz, rispetta fedelmente i conte-nuti del libro dando una divertente ma an-che sapiente rappresentazione dei diversi rapporti che caratterizzano la vita, nelle più disparate sfaccettature.Al primo posto è senz’altro il rapporto ad-olescente-adulto. Marcus è un ragazzo di 12 anni depres-so, figlio di genitori separati con la madre “figlia dei fiori”, vegetariana, femminista e depressa pure lei.Will, un single quasi quarantenne, bello, ricco, euforico e superficiale che non fa niente nella vita, a parte dedicarsi a fare il “figo”.Il loro incontro/scontro, sarà un’esplosione

di combinazioni che porterà entrambi ad un cambiamento profondo delle loro vite.Attraverso vicissitudini quasi caricaturali, vi è una vasta rassegna di rapporti umani, da quello d’amicizia, a quello sessuale, a quello d’amore e con la famiglia. Pieno di colpi di scena, evidenzia, in maniera inequivocabile, la complessità dei rapporti, la desolazione della solitudine, ma anche quella dei rapporti finti che, come una buccia di banana, stanno lì ad aspettare che tu ci scivoli per imbrigliarti in rapporti ipocriti dal quale, una volta entrati, è difficile, per non dire impossibile, uscirne.In questo film vincono la verità ed i rapporti sinceri! Nel finale convenzione e originalità riescono a conciliarsi in rapporti “normali” ma inediti.E di chi è il merito?Di un ragazzo depresso e “sfigato”!

Andrea Senesi

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CINEMACINEMACI

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Un posto nel mondo di Fabio Volo, Milano, Mondadori, 2006

“voglio lasciarmi andare, voglio di più per me, voglio but-tarmi per cadere verso l’alto. Ci sto pensando da tempo e sono arrivato a questa conclusione: perché non giochiamo un po’ con la vita?”

Trovare “un posto nel mondo” e trovarlo raggiungendo le “giuste distanze” e l’equilibrio in tutti i suoi rapporti. come la storia dei porcospini di Schopenhauer. Questo è quello che vuole e farà Michele, il protagonista di questo ro-manzo.Fa lavoro che non gli piace, una vita frenetica in cui non trovano spazio i rapporti umani, spesso però si annoia. Solo l’amicizia fraterna con Federico resiste, ed è lui a tentare di svegliarlo da quel torpore che lo avvolge: “Senti Michele, pensala come vuoi, ma è da tempo che io ho un fortissimo desiderio: voglio lasci-armi andare, voglio di più per me, voglio buttarmi per cadere verso l’alto. Ci sto pensando da tempo e sono arrivato a questa conclusione: perché non giochiamo un po’ con la vita?”

Ma Federico non aspetta la reazione di Michele: lui molla tut-to, lavoro e famiglia, e parte per un viaggio nel mondo, las-ciando al suo amico solo un bigliettino. così Michele rimane solo, a condurre la sua vita monotona: continua il suo lavoro, con nuove possibilità che però non coglie. Incontra Francesca, di cui si innamora, ma con cui non riesce a costruire una relazione. Dopo un bel po’ di tempo torna Federico, arricchito da esperienze nuove, più vitale, più sereno, ma soprat-tutto più realizzato. E’ come se davvero avesse trovato ciò che cercava: SE STESSO. Riusciranno le sue parole questa volta a smuovere Michele?

Dopo il tragico destino dell’amico-fratello, Michele decide finalmente di partire. Va a Capo Verde dove Federico ha passato la maggior parte del suo tempo e trovato l’amore. Qui, a contatto con la natura e con l’umanità “senza fronzoli” delle persone che incontrerà, inizia un cammino di ricerca interiore alla scoperta della parte più nascosta e genuina di se stesso. Questa ricerca lo porterà a rielaborare i rapporti con gli altri, soprattutto quelli con il padre, da cui si è sentito “tradito” dopo la morte della madre. Ma anche quello con Francesca, la sua ex-ragazza, con cui Michele rimarrà sempre in contatto come amico. Le loro lettere saranno frequenti e piene di contenuti umani: “che cosa posso offrire agli altri? Quale VITA scorre dentro di me?”. Così, quasi ingenuamente, continua il suo percorso che lo porterà ad apprezzare la vita semplice, a volersi bene, ad “occuparsi di se stesso”.

Quando torna a casa, Michele è un uomo nuovo, diverso. Riesce ad affrontare la vita di prima con più calma, senza perdere di vista i propri desideri, la propria vita interiore e realizza anche il suo progetto di scri-vere un libro. Ritrova il rapporto con suo padre, quello con Francesca, col quale non aveva perso contatto. Essi riprendono presto una relazione che diversamente da prima è vera, vitale, interessante. Anche lei real-izza il sogno che aveva e che non si era mai provata a seguire. Nel frattempo ritrovano quell’amore rimasto latente negli anni ma mai dimenticato. Si mettono di nuovo insieme, ma questa volta è tutto diverso. Entrambi sono “cresciuti”, realizzati ed hanno capito una cosa fondamentale: rispettare l’identità, la libertà dell’altro per tenere vivo il rapporto. Così Michele e Francesca decidono di non vivere insieme, ma di incontrarsi solo quando realmente lo vogliono, un modo per non cadere nella routine, dove spesso le coppie si adagiano e perdono, l’interesse per se stessi e per la relazione.proprio come i due porcospini di Schopenhauer che trovano la giusta distanza per non pungersi l’un l’altro e proteggersi dal freddo!

Giuditta Ciani

LIBRILIBRILIBRIL

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SOCIALNETWORKS

Appuntamenticentro collaterale presenta (tutte le attività si svolgeranno presso la nostra sede, casa del popolo, via Oberdan, 42):

cORSO DI pITTURA a cura di Antonello plantamura (ogni mercoledì ore 16,18 e 21)per info e prenotazioni: Antonello 3480040010- [email protected]

cORSO DI TEATRO a cura di Francesco chiantese e Francesco pennacchia (ogni lunedì ore 21) per info e prenotazioni: Francesco 3396338565- [email protected]

Ogni giovedì ci potete trovare, dalle 22 in poi, presso la nostra sede!!!contattateci sul profilo facebook o sulla nostra email ([email protected])

L’AMORE AI TEMPI DI FACEBOOKIl tempo passa per tutti, anche per l’amore. Sono finiti gli anni delle lettere mandate per posta, finite le lunghe attese sotto casa sua sperando che si affacci, finite le serenate che facevano affacciare tutto il vicinato.. or-mai l’amore si dichiara su facebook. “T.A.T. ” non è la nuova sigla di una qualche pseudo-associazione di volontariato, non è un nuovo gruppo mu-sicale, non è nemmeno una formula matematica.. è semplicemente il modo più veloce e meno dispendioso per dichiarare il nostro amore via sms. Si sa, in tempo di crisi bisogna saper risparmiare, e allora i giovani, preoccupati per l’economia mondiale, hanno “studiato” questa tecnica per cui scrivi solamente le inizali delle parole, oppure una parte della parola stessa, cosicchè l’sms possa essere il più corto possibile ma pregno di contenuto. Quindi non spaventiamoci leggendo un messaggio del genere, non scomodate Robert Lang per decifrarlo, basta chiamare un 15enne e chiedere:- Cosa c’è scritto?- e lui, con la stessa abilità meccanica di Google Transalte, vi tradurrà il messaggio da lingua teen a lingua italiana.Anche facebook è stato ahimè invaso da questo nuovo modo di comunicare: t.v.t.t.t.b, t.a.t.x.s., it.v.1.k.d.b. e chi più ne ha più ne metta..Ma la novità introdotta da facebook, quella secondo me più sorprendente, è il fatto di poter far sapere a tutti i tuoi “amici” con chi ti stai frequentando. E allora nelle nostre homepage compaiono post del genere: “stellina puffetta truzzetta” è impegnata con “Markino tunz tunz”, “Caio” ha una relazione aperta con “sempronio”, “Mister x” è SPOSATO con “miss y” (poi guardi l’età e hanno 14 anni) etc.. Quest’in-novazione ti permette di farti gli affari di tutti con un semplice clic, scorrendo la tua homepage di facebook. E ti accorgi di come le persone si lasciano e si ri-fidanzano con una semplicità allucinante. E’ come se il fatto stesso di aver accorciato il “TI AMO” in un misero “ta” avesse irrimediabilmente diminuito il suo vero valore. Sembra quasi che ormai tutti sono capaci ad amare, nel vero senso della parola. Ma è realmente così? Vale più un “ti amo” urlato dalla piazzetta dove si affaccia camera sua, un “ti amo” scritto in una di quelle let-tere con la data in alto sulla destra, vale più un “ti amo” detto dopo aver fatto l’amore, dopo un bacio lungo, dopo una giornata passata al mare; o vale più un “ta” condiviso fra gli stati di facebook? Ragazzi/e che leggete questo articolo, non voglio farvi la morale; vorrei solo invitarvi a prendere carta e penna, o anche aprire un foglio bianco sulla vostra schermata del pc, e iniziare a scrivere una vera lettera d’amore. Non importa quanto sia lunga, se sarà piena di errori grammaticali, se ci sarà qualche scarabocchio qua e là. Riempitela d’amore. Varrà molto di più di 1000 stupidi “ta” condivisi quotidianamente su facebook!

Veronica Di Leonardo

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L’associazione di promozione sociale “il Segno” nasce nel 1997 proponendo e realizzando progetti per minori, giovani e adolescenti per i comuni e per le istituzioni sociali.

Attualmente gestisce da nove anni il Centro Giovanile “la Stanza” a Staggia Senese, dove accedono un centi-naio di ragazzi di tutte le età, e partecipa al “Progetto Giovani” con la rivista il “Megafono”.

Per il futuro vorremo realizzare progetti per e con i giovani, aprendo nuovi Centri Giovanili dove svolgere attività culturali, sociali, ludiche, e chi più ne ha ce ne metta!

L’importante è che i giovani abbiano un luogo fisico e umano dove incontrarsi, stare insieme e sviluppare le

loro idee insieme ad adulti che li ascoltino e li aiutino a realizzare i loro progetti.

SAREBBE FIGO E DIVERTENTE!DIPENDE DA VOI!

Centro Giovanile ìLa Stanzaî

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n. 4 anno I

UNA QUESTIONE DI RAPPORTI...