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Relatore: Vittorio Dr. Magrin Fisioterapista
Doctor Chiropractic and Osteopath U.S.A.
Kinesiologist A.S.K.
Medicine Integrate
Nuove Frontiere
IGIENE
FISICA
L’ OSTEOPATIA
Nata negli Stati Uniti alla fine
del secolo scorso, l'osteopatia è
l'opera originale di A. T. STILL
(1828-1917) che è stato il primo
a stabilire l'interrelazione tra
la nozione di salute ed equilibrio
anatomico delle strutture del
corpo umano: questa si è
arricchita con l'apporto delle
tecniche cranio-sacrali del Dr.
William G. SUTHERLAND e
delle tecniche viscerali del Dr. T.
BRANDT.
Il Dr. J.M. LITTLEJOHN introduce l'
Osteopatia in Gran Bretagna nel 1917, ma,
è a partire dal 1975 che in Europa si
osserva uno sviluppo senza precedenti,
giustificato dalla notevole efficacia
associata ad una perfetta innocuità.
STORIA DELL’OSTEOPATIA
Il termine Osteopatia, dal
greco osteon-osso e pathos-
sofferenza, fu introdotto nel
campo medico dal Dr.
Andrew Taylor Still per
definire quelle disfunzioni
organiche, funzionali o
strutturali che coinvolgono
l'apparato muscolo-
scheletrico sotto forma di
tensione miofasciale e
pertanto causa di alterato
allineamento posturale
CHE COS'È L'OSTEOPATIA?
IL DOTTORE IN
OSTEOPATIA
Coloro che praticano questa scienza
olistica amano definirsi osteopath
(osteopati), cioè coloro che sul sentiero
(path) dell'osso esaminano la funzione
del corpo umano offrendo ai loro
pazienti una guarigione naturale.
DEFINIZIONE
L'osteopatia è una scienza ed un'arte della
salute che si basa sulla ricerca degli
squilibri e delle riduzioni di mobilità delle
diverse parti del corpo umano e la loro
normalizzazione con tecniche manuali
specifiche.
LE TECNICHE OSTEOPATICHE
Le tecniche osteopatiche
possono essere riassunte in 3
forme:
1) le tecniche strutturali osteo-
articolari (mobilizzazioni
precise e fisiologiche)
2) le tecniche viscerali o tissutali
organiche (mobilizzazioni
locali)
3) le tecniche craniali o cranio-
sacrali (micro-movimenti).
LE TECNICHE
STRUTTURALI
OSTEO-ARTICOLARI
LA MANIPOLAZIONE
Introduzione storica
La manipolazione a scopo curativo è una
pratica medica vecchia come il mondo.
Non stupisce quindi il fatto che già in disegni
antichissimi, che risalgono al 3000 a.C., si
trovino rappresentazioni di tale tipo di terapia.
Testimonianze di questo genere sono state
tramandate in moltissime culture antiche.
Ne fanno menzione anche illustri medici del
passato, i quali riportano dati espressi in
termini sorprendentemente attuali.
I metodi di trattamento iatromeccanici hanno
assunto sempre maggiore importanza nei
secoli successivi fino ad arrivare ai giorni
nostri.
LA MANIPOLAZIONE E’ UN ATTO MEDICO
Essa consiste dunque, a
livello del rachide e quando
lo stato di questo lo
permette e lo rende
necessario, nell’eseguire
movimenti di rotazione, di
lateroflessione, di flessione
o di estensione, isolati o
combinati, sul segmento
vertebrale scelto.
Cari Colleghi …..
Ad ognuno il fatto
suo !!!
Così enunciata, la Manipolazione
è un atto Medico.
I PRINCIPI GENERALI D’ESECUZIONE
A prescindere dalle tecniche impiegate, è necessario ricordare alcuni
principi generali:
A. La manipolazione non deve essere la risultante di due movimenti
opposti. Essa deve essere eseguita nel senso del movimento libero
rispettando, quindi la regola del non dolore e movimento contrario.
B. La manipolazione non deve essere praticata di slancio. Prima di
giungere al momento della sollecitazione manipolativa si deve
dolcemente arrivare alla messa in tensione.
C. La fase manipolativa deve essere secca, brusca e controllata, ed
eseguita rapidamente, così come rapido
deve essere il rilasciamento.
LE TECNICHE VISCERALI
Esiste da un punto di vista anatomico e funzionale una
relazione tra i visceri e la struttura muscolo-
scheletrica. Si sa, inoltre, che i visceri e gli organi
hanno una mobilità propria e sono in relazione tra
loro grazie a legamenti e pieghe delle membrane di
rivestimento. La conseguenza è che una cattiva
funzione della struttura (colonna vertebrale), può
influenzare uno o più visceri e viceversa. Si possono
trovare, in persone che soffrono di mal di schiena,
problemi di mobilità del fegato, del colon, del rene o
dell'utero. Il trattamento osteopatico mira, con
tecniche indirette attraverso l'addome ed il
diaframma, a ristabilire una buona mobilità viscerale.
L’OSTEOPATIA E
LA CURA VISCERALE
Le cavità craniche, toraciche, addominali e pelviche
contengono i visceri liberi nei loro movimenti.
Tutte le patologie interessanti un viscere determinano una
fissazione di questo viscere in rapporto alla struttura vicina,
ed una restrizione dei suoi movimenti.
Il corpo può adattarsi a questa fissazione, sviluppando una
turba funzionale, nel caso contrario, presenterà una turba
strutturale.
Il ruolo dell'osteopatia sarà dunque di scoprire l'adattamento,
la fissazione e la restrizione, di permettere al corpo di ritrovare
un buon funzionamento liberando la fissazione e ridando ai
visceri il loro movimento fisiologico.
PRINCIPI FILOSOFICI: LA CAUSA E IL SUO CICLO
Segmento mobile di Yunghanns
Complesso Segmentario-riflessogeno
I visceri sono animati da due tipi di mobilità:
- All'inizio il peristaltismo: queste sono delle grandi
onde che cercano di mobilizzare il contenuto dei
visceri.
- Infine la mobilità propria dell'organo che noi
chiamiamo motilità.
È un movimento lento e di debole ampiezza, non
visibile, che solo la mano esperta percepisce: esso
manifesta l'espressione cinetica dei tessuti che
compiono un continuo movimento di scivolamento
gli uni sugli altri grazie alle sierose che li avvolgono,
e che costituiscono anche delle superfici di
scivolamento.
VISCERI E MOVIMENTI
Esistono differenti movimenti dei visceri in
funzione dei sistemi da cui dipendono:
1. il movimento proprio dei visceri o motilità
viscerale;
2. i movimenti dei visceri sotto l'influenza del
sistema nervoso centrale (SNC);
3. il movimento legato al sistema nervoso
centrale autonomo o meccanismo respiratorio
primario (MRP).
VISCERI E MOVIMENTI
IL MOVIMENTO RESPIRATORIO Durante la respirazione, il movimento
diaframmatico si ripete 20.000 volte nella giornata. Esso interessa i polmoni ed
egualmente i visceri addominali, ciò che modifica la pressione intra-
addominale.
IL MOVIMENTO CARDIO-VASCOLARE Si ripete 100.000 volte al giorno e
trasmette le sue vibrazioni all'insieme della cavità addominale e toracica.
I MOVIMENTI RISULTANTI DEL SNC sono i più facili ad osservare, essi
appartengono alla motricità volontaria, alla vita di relazione.
Le strutture ossee sono mobilizzate dai muscoli striati responsabili della
marcia, della prensione, della fonazione, del linguaggio, della masticazione.
Questi grandi movimenti dell'apparato locomotore sono ottenuti dalla
sommazione di piccoli movimenti, che fanno intervenire i muscoli mono-
articolari e soprattutto pluri-articolari organizzati in catene muscolari, del
cranio, alle estremità distali delle membra.
ESISTONO DIFFERENTI MOVIMENTI
DEI VISCERI
LE TECNICHE CRANIO-SACRALI
L'osteopatia cranio-sacrale segue gli
insegnamenti del dott. W.G.
Sutherland, discepolo di A.T. Still, il
fondatore dell'Osteopatia.
Sutherland scoprì che le ossa del
cranio si muovono e non sono fisse
come si sosteneva e taluni continuano
a dire. Esistono infatti sul cranio
delle fessure (suture) che ne
permettono il movimento. Esse
permettono il movimento attraverso
un sistema complesso di flangie,
fasce e giunture.
Il cervello contenuto nel cranio è bagnato
da un liquido, chiamato cefalorachidiano,
che è secreto nel cervello stesso e fluisce
dentro e fuori dal cranio grazie ad una
pulsazione che in Osteopatia si chiama
Meccanismo di Respirazione Primaria.
Il cervello è tenuto sospeso ed in tensione,
all'interno del cranio, grazie a delle fasce e
lamine che si chiamano meningi.
Queste fasce che ricoprono il cervello
passano attraverso la grande apertura
che c'è alla base del cranio (il foramen
magnum) e rivestono il canale vertebrale
fino ad attaccarsi all'estremità opposta,
il sacro.
LE TECNICHE CRANIO-SACRALI
Questi movimenti che avvengono in
sincronia tra cranio e osso sacro
sono appena percettibili e sono le
mani esperte dell'osteopata possano
apprezzarli ponendole in precisi
punti. L'obiettivo del trattamento è
l'ottenimento del buon ritmo nei casi
in cui questo si trova alterato (ad
esempio in casi di trauma cranico o
"colpi di frusta")
LE TECNICHE CRANIO-SACRALI
Per W.G. Sutherland il MRP è provocato da differenti fenomeni:
1) Motilità propria del cervello e del midollo spinale
2) Il liquido cefalo rachidiano (LCR)
3) La mobilità delle membrane intracraniche ed intraspinali
4) La mobilità delle ossa del cranio
5) La mobilità involontaria del sacro tra le iliache.
IL MECCANISMO
RESPIRATORIO PRIMARIO
Il cervello ed il midollo, come gli altri visceri, sono animati da
una motilità. Esistono nel cervello e nel midollo spinale circa
100 miliardi di cellule gliali (nevroglia) che hanno per scopo
di nutrire, di sostenere, e di separare tra loro 20 miliardi di
neuroni. Lasserk descrive questa pulsazione ritmica come
vibrante di vita, continuamente attiva, dinamica,
estremamente mobile in tutti i sensi. All'ascolto cranico, la
mano può percepire tre pulsazioni di ritmo differente.
- una pulsazione respiratoria polmonare
- una pulsazione cardiaca
- un’onda differente dalla pulsazione cardiaca e respiratoria.
MOTILITÀ PROPRIA DEL CERVELLO E
DEL MIDOLLO SPINALE
Secondo Sutherland e Magoun, la direzione di propagazione di
questa onda si stabilisce nel senso della crescita embrionaria
del tubo neurale, e con le sue due evaginazioni si attorciglia
verso l'alto come due corna di pecora che diverranno, durante
il loro sviluppo, la corteccia.
Leland Clarck, scrive: «delle pulsazioni continue intervengono
nelle più fini strutture del cervello... onde cicliche di 8 a 12 per
min. Nel cervello e il midollo, i neuroni sono sostenuti dalle
cellule della nevroglia oligodendrociti ed astrociti».
Hyden e coll. hanno mostrato in vitro che le cellule della
nevroglia sono animate da pulsazioni ad un ritmo costante.
NEVROGLIA
OLIGODENDROCITI ED ASTROCITI
- Meccanismo:
Esso è formato da una combinazione di pezzi ossei orientati
in modo tale da produrre un movimento in un senso
determinato.
PERCHÉ
MECCANISMO RESPIRATORIO PRIMARIO?
- Respiratorio:
Per confronto al sistema respiratorio secondario che presenta
lui stesso un’espansione ed una ritrazione del parenchima
polmonare, ma così pure perché la respirazione è equivalente
ad un metabolismo o ad una eliminazione.
Il liquido cefalo-rachidiano e le cellule della nevroglia per il
sistema nervoso, sono gli elementi indispensabili del
metabolismo del neurone.
- Primario:
Ha due origini:
1) origine gerarchica: il sistema nervoso comanda la respirazione
costale, dunque, la respirazione primaria cranica esiste prima delle altre, che gli sono secondarie.
2) origine cronologica: l'MRP esiste prima della nascita allorché la
respirazione secondaria toracica non si crea che alla nascita. Il MRP
comincerà al 5° mese di vita in utero, e continuerà qualche ora dopo la morte clinica.
PERCHÉ
MECCANISMO RESPIRATORIO PRIMARIO?
OSTEOPATIA E POSTUROLOGIA
SI CONSIDERA
COME POSTURA
DI RIFERIMENTO
LA STAZIONE
ERETTA
VISCERI ORGANI
COME AGISCE L’OSTEOPATIA?
Il sistema arterioso e venoso dà nutrimento
a tutte le cellule del nostro corpo
provvedendo all'eliminazione delle tossine
e delle sostanze di rifiuto.
L'osteopata attraverso le sue
tecniche rimuove gli ostacoli a
questo "fiume di vita" (il sangue)
permettendo alle forze
autoguaritrici del corpo umano di
ripristinare lo stato di salute in
rapporto all'età ed alla gravità del
problema.
I PRINCIPI
Le basi originali dell'osteopatia si trovano confermate e
sostenute dalla scienza e dalle tecniche moderne di indagine:
1. II corpo umano è un' unità funzionale
2. La struttura e la funzione sono in interrelazione costante
3. Il principio di auto-guarigione poggia sull'omeostasi ristretta dell'individuo
4. La circolazione arteriosa e capillare sono determinanti per la salute dei
tessuti organici
5. Le ossa craniche nel vivente sono dotate di una relativa malleabilità
6. Gli organi sono la sede dei movimenti ritmici necessari al buon
funzionamento.
I PRINCIPI
1. La struttura e la funzione
sono interdipendenti ciò significa che la forma di una determinata
struttura è direttamente influenzata dalla
funzionalità di quella parte anatomica o
degli organi in essa contenuti; tale
adattamento è dovuto anche all'influenza che
una alterazione strutturale può avere sulla
fascia o sul tessuto connettivale. Tutto ciò
provoca una alterazione della funzionalità
organica, ormonale, psicologica e
immunologica di tutto il corpo.
2. Il corpo come unità di funzione molto spesso i terapeuti fanno cadere la
loro attenzione solo sulle regioni in cui il
paziente manifesta il sintomo dolore, in
osteopatia il sintomo non è che un effetto
al quale si deve ricercare la causa che può in
alcuni casi essere lontana dal luogo di
manifestazione. L'osteopata riconosce che il
corpo di ogni paziente interagisce con il
lavoro interiore nella sua parte mentale e
spirituale.
I PRINCIPI
3. Integrità del
meccanismo articolare questa integrità presuppone
un movimento libero ed
ampio di ciascuna delle sue
parti, necessario per il buon
funzionamento del sistema
vegetativo autonomo che
regola la vasomotricità
(sistema simpatico).
I PRINCIPI
4. Il corpo ha la capacità di
autoguarirsi in osteopatia non è il terapeuta
che guarisce il paziente, il suo
ruolo è quello di riequilibrare una
struttura o l'insieme dei sistemi
per ridare al corpo la forza vitale
per autoripararsi, ciò significa che
l'osteopata ed il paziente per
raggiungere lo scopo devono
collaborare.
I PRINCIPI
5. La regola
dell'arteria di Still per una buona salute è
necessaria una buona
circolazione, il sistema
venoso, arterioso e nervoso
devono adempiere alle loro
funzioni ed impedire ogni
accumulo.
I PRINCIPI
L’OSTEOPATA E’ CONOSCENZA
"L'OSTEOPATIA È ANATOMIA, ANCORA ANATOMIA,
SEMPRE ANATOMIA“
"L'anatomia è da considerarsi l'alfa e l'omega, l'inizio e la fine di tutte le
forme e delle leggi che danno vita al corpo umano".
Ogni osteopata deve conoscere perfettamente l'anatomia per poter
proiettare all'interno del corpo la propria azione.
"L'osteopatia è la regola del movimento, della materia e dello spirito, dove la materia e
lo spirito non possono manifestarsi senza il movimento; pertanto noi osteopati
affermiamo che il movimento è l'espressione stessa della vita".
Dr. Andrew Taylor Still