MEDICINA / LIFESTYLE MEDIA / POLITICA / SCIENZA &...

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IL MONDO NEL 2014 Guida indispensabile al nuovo anno LE TENDENZE SU TECNOLOGIA / ECONOMIA MEDICINA / LIFESTYLE MEDIA / POLITICA / SCIENZA & AMBIENTE EDIZIONE SPECIALE 8 SEZIONI DI IDEE PER IL TUO FUTURO E PER IL TUO BUSINESS DAVID HAMBLING SUL FUTURO DEI DRONI MADHUMITA VENKATARAMANAN SULLA NUOVA STAMPA 4D JUAN ENRIQUEZ COME FABBRICARSI I VACCINI + 120 ALTRE IDEE CHE CAMBIERANNO IL MONDO

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IL!MONDO

NEL2014

Guida indispensabileal nuovo anno

L E T E N D E N Z E S UT E C N O L O G I A / E C O N O M I A

M E D I C I N A / L I F E S T Y L EM E D I A / P O L I T I C A / S C I E N Z A

& A M B I E N T E

E D I Z I O N E S P E C I A L E

8 SEZIONIDI IDEE

PER IL TUO FUTURO

E PER IL TUO BUSINESS

D AV I D H A M B L I N G S U L F U T U R O D E I D R O N IM A D H U M I TA V E N K ATA R A M A N A N S U L L A N U O V A S TA M PA 4D

J UA N E N R I Q U E Z C O M E F A B B R I C A R S I I VA C C I N I

+120 A LT R E I D E E C H E C A M B I E R A N N O I L M O N D O

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La stampa 3D permetterà di creare nuove e sorprendenti forme, e verrà usata anche per creare componenti elettronici. I Big Data raggiungeranno dimensioni tascabili e la crittografia quantistica garantirà la privacy delle comunicazioni. È forse troppo? Potrete consegnare una birra e inna!are i campi con un drone

Tecnologia

Articoli di: Leander Kahney, Madhumita Venkataramanan, Saul Klein, Don Davis, David Hambling e David Baker

Illustrazioni: Steebz

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NANO LED I computer saranno in grado di leggere le impronte digitali tramite nanofili in ossido di zinco, che si illuminano come piccoli led quando viene applicata una pressione su di essi.

Tecnologia

Androidè il nuovo Linux

In soli cinque anni il sistema operativo open source di Google è arrivato, da zero, a dominare il mercato mobile. Videogiochi e internet delle cose sono i prossimi obiettividi Leander Kahney

BANDA LARGA 5G

La banda larga per telefonia mobile potrà raggiungere velocità di decine di gigabit al secondo, centinaia di volte superiori rispetto alla rete 4G. Nel 2014 i ricercatori di Samsung sfrutteranno la tecnologia sviluppata dall’azienda per utilizzare la “banda millimetrica” tra 30 e 300 GHz, che in passato aveva riscontrato problemi di attenuazione a lunga distanza e in condizioni di pioggia. Samsung ha realizzato un array con 64 ricetrasmettitori che ha già raggiunto velocità di 1.056 Gbps su un raggio di due chilometri. L’azienda sostiene che, al termine della fase di testing nel 2014, riuscirà a o!rire velocità di trasmissione di decine di Gpbs.

lan Cohen, ex Director of Systems Enginee-ring presso Logic PD, società che realizza mi-cro-apparecchiature medicali, vanta decenni di esperienza nell’utilizzo di sistemi opera-tivi come Windows Embedded o Linux. Oggi però preferisce una diversa combinazione di software: Android.

«È un’ottima soluzione per dispositivi so-fisticati e specifici con interfacce utente avanzate», a!erma Cohen. «La piattaforma è in grado di gestire con e"cacia molti dei proble-mi riscontrati dagli sviluppatori durante la creazione di sistemi in-tegrati sofisticati».

Non è il solo a pensarla così. Generalmente associato a telefoni e tablet (Android è presente sull’80% degli smartphone e su circa 900 milioni di dispositivi in tutto il mondo), il sistema operativo mobile di Google si sta di!ondendo su una gamma di apparecchi in continua crescita. Oggi è utilizzato negli orologi connessi come Sony SmartWatch, in dispositivi per il fitness come Motorola Mo-toactiv, nei frigoriferi Samsung con collegamento WiFi, nel sistema di entertainment a bordo iQon di Saab e nelle fotocamere “intelli-genti” Polaroid SC1630. Inoltre, grazie alla facilità con cui può es-sere personalizzato, nel 2014 diventerà la piattaforma open-source preferita dagli sviluppatori.

Nel giugno del 2013,Julie Uhrman, ex Vice President Digital presso GameFly, azienda con sede a Los Angeles, ha presentato su Kickstarter una console giochi potenzialmente rivoluzionaria. La minuscola console Ouya è riuscita a raccogliere oltre 8,5 milioni di dollari (circa 6,2 milioni di euro) sul sito, dando vita a una del-le campagne di crowdsourcing più riuscite di sempre. L’hardware è stato progettato dal celebre designer Yves Béhar, ma, grazie ad Android, include componenti economici e disponibili sul mercato, caratteristica che ha permesso a Uhrman di mantenere un prezzo inferiore alle 65 sterline (circa 78 euro) per unità.

Secondo Uhrman, questa console Android favorisce la democra-tizzazione del mondo dei videogiochi e la sua apertura ai produt-tori indipendenti diversi dalle grandi aziende che pubblicano i loro titoli su Xbox e PlayStation. I responsabili di Ouya, soprannominata “la console del popolo”, a!ermano che più di 12mila sviluppatori, tra cui Square Enix, società creatrice di Final Fantasy, hanno sotto-scritto un accordo di collaborazione con loro.

Con il costante aumento del numero di dispositivi associati al concetto di internet delle cose, Android diventerà il sistema opera-tivo universale e potrebbe rappre-sentare il vantaggio più importante per Google nella sua battaglia con-tro Apple. Inizialmente Android fu concepito come sistema per video-camere collegate in rete, ma le sue applicazioni si sono rapidamen-te diversificate. Oggi è supporta-to dall’Open Handset Alliance, un potente consorzio di 84 fornitori di hardware e software che com-prende colossi come Samsung Elec-tronics e Htc. Android costituisce la base di alcuni dei dispositivi più di!usi nel settore dell’elettronica di consumo, tra cui prodotti che han-no riscosso un successo commer-ciale strepitoso come il Samsung Galaxy S4, venduto in oltre dieci milioni di unità nel primo mese e la gamma Kindle di Amazon.

La natura aperta e personalizza-bile di Android lo rende compatibi-le con un vasto numero di apparec-chi elettronici. Assicura una facilità di utilizzo pari a quella di Windows CE, ma, essendo gratuito e open-source, gli sviluppatori non devo-no pagare alcun costo di licenza, un vantaggio notevole per i dispositivi di largo consumo. Sono inoltre li-beri di adattare e modificare il co-debase quando lo ritengono oppor-tuno, una possibilità che Microsoft non o!rirebbe mai.

Android è poi particolarmen-te indicato per i prodotti avanzati di oggi, più intelligenti e integrati rispetto ai modelli precedenti. Le versioni in commercio di questo sistema operativo sono in grado di gestire numerose funzioni complesse, associate per esempio a grafica, comunicazione e supporto per database. «Utilizzando altre piattaforme e sistemi operativi, è necessario configurare moltissi-me funzionalità iniziali integrate, di solito con problemi notevoli» sostiene Cohen. Tuttavia Android non è sempre la soluzione ideale. Ha un’eccessiva potenza distruttiva per dispositivi semplici come sensori o attuatori che non necessitano di un’avanzata interfaccia utente. Può essere invece adeguato per gli schermi touchscreen utilizzati negli ospedali, che rispondono ai comandi del personale medico, ma è eccessivo per un cardiofrequenzimetro portabile che invia semplicemente delle informazioni a uno smartphone.

«Android richiede un discreto volume di memoria e risorse di elaborazione» sottolinea Cohen. «E non si tratta di un sistema in tempo reale in grado di garantire una risposta in un determinato intervallo di tempo, come richiederebbe un pacemaker cardiaco».

Ciò nonostante, le startup stanno convergendo su Android, una piattaforma che favorisce condizioni di parità in termini di con-correnza. Infatti, con la riduzione dei costi associati alla realizzazione di dispositivi integrati sofisticati, le aziende di piccole dimensioni pos-sono competere più facilmente con i colossi del settore. Avere a disposi-zione enormi risorse finanziarie per i costi di sviluppo non rappresenta più un vantaggio per i sistemi integrati. «Oggi registriamo una maggior attivi-tà sul fronte Android da parte di nuo-ve start-up o di nuovi protagonisti del mercato» evidenzia Michael Inouye, Senior Analyst presso Abi Research.

Non è chiaro quale sarà il potenzia-le e!etto di questa tendenza su Apple. Anche se Android è la tec-nologia leader nell’internet delle cose, è improbabile che prodotti come iPhone e iPad rimangano esclusi. La crescita esplosiva di Ap-ple sta rallentando, ma non è assolutamente conclusa. Per l’azienda di Cupertino, poi, il fatto che il vostro frigorifero sia dotato di un sistema integrato Android, Linux o Windows fa poca di!erenza. Li-nux, dal canto suo, sta reagendo. Steve George, Vice President Com-munications and Products presso Canonical, l’azienda con sede a Londra che sponsorizza la nota distribuzione Ubuntu per PC, sot-tolinea che la campagna Ubuntu Edge sul sito di crowdsourcing Indiegogo ha raccolto impegni per contributi pari a 12,8 milioni di dollari, dimostrando la popolarità di Linux come piattaforma alter-nativa per smartphone.

George evidenzia che «le tradizionali distribuzioni Linux come Ubuntu sono utilizzate su pc, laptop e ora su smartphone e tablet.

Ubuntu è anche molto di!uso nei data centre, dove gestisce ser-ver e ambienti cloud e la maggior parte delle attività di sviluppo di questi ultimi».

Secondo George, Android, che utilizza il kernel di Linux, è la dimostrazione del fatto che «Linux è ovunque». Ma il prossimo anno dovrà lottare tenacemente con il giovane rampollo per conservare i propri ricavi e la propria posizione di mercato.Leander Kahney è redattore ed editore di cultofmac.com

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Materiali intelligenti: arriva il 4D

Strutture autoassemblanti, pneumatici adattivi e abbigliamento sportivo reattivo ridefiniranno il nostro futuro di Madhumita Venkataramanan

PIEGATURA A C Sarà possibile ottenere circuiti elettronici pieghevoli, grazie a una tecnica sviluppata dalla Northwestern University di Evanston e Chicago per stampare percorsi di grafene tramite stampanti a getto d’inchiostro.

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Anche se la stampa 3D può essere considerata ancora in una fase iniziale del proprio svilup-po, nel 2014 inizieremo a parlare di stampa in 4D. «La chiamiamo 4D perché desideria-mo aggiungere l’elemento temporale e, uti-lizzando stampanti 3D, creare una materia in grado di trasformarsi e assemblarsi nel cor-so del tempo», spiega lo specialista informa-

tico e designer Skylar Tibbits, direttore del laboratorio di autoas-semblaggio del Mit. «Il nostro obiettivo è rendere più intelligenti e più reattivi i materiali che stampiamo, dando loro la capacità di prendere decisioni». A tale scopo, Tibbits sfrutta le proprietà mec-caniche innate delle materie. «Tutto è programmabile poiché il metallo, il legno, la plastica rispondono a fattori ambientali come suono, pressione, calore, umidità o vibrazioni» sottolinea il desi-gner. Tibbits collabora con l’azienda Stratasys, che si occupa della realizzazione rapida di prototipi, per sviluppare il primo materiale composito stampato in 4D: un polimero sensibile all’acqua combi-nato con uno scheletro in plastica rigida in grado di ripiegarsi su se stesso come un origami. Una volta immerso in acqua il materia-le aumenta del 150% il proprio volume avvolgendosi verticalmen-te nella fase di espansione. «Se si desidera limitare il fenomeno, è

possibile interrompere l’avvolgimen-to a 90° o piegare il materiale verso una determinata direzione» spiega Tibbits. «Lo scheletro rigido funge da guida geometrica. Aiuta a conservare angoli e forme, in modo che il compo-sito si fermi quando necessario. È una sorta di codice Morse integrato, che indica la direzione che la componen-te flessibile deve prendere». Finora il laboratorio ha programmato il ma-teriale stampato in 4D in modo che si ripieghi su se stesso assumendo una forma “Mit”, e ha realizzato un poli-mero di 15 metri che si piega 75 volte sull’asse longitudinale fino a diventa-

re un cubo di 25 cm. Ulteriori modalità di utilizzo sono in fase di studio. «[Le forme create con questo materiale composito] posso-no aumentare di volume, ridursi o deformarsi. Possono addirittu-ra autoripararsi» sottolinea Tibbits. Nel 2014 è previsto l’utilizzo del materiale in tecnologie e prodotti reali, come ad esempio l’ab-bigliamento sportivo. Spiega Tibbits: «Pensiamo a ciò che usiamo per praticare sport: sono tutti elementi statici. Indipendentemente dalle nostre prestazioni o sensazioni, gli indumenti e le attrezza-ture non cambiano mai». «L’obiettivo è lanciare quindi sul mercato abbigliamento sportivo realizzato con il nostro materiale, capace di adattarsi a chi lo indossa, rispondere alle sue prestazioni e aiu-tarlo ad ottenere risultati migliori anche in condizioni di!cili». Po-trebbe anche favorire il miglioramento delle prestazioni di un at-leta quando, per esempio, si trova a un’altitudine maggiore o in un clima più caldo. Altre applicazioni sono ipotizzabili per il settore automotive e aerospaziale. «Si potrebbero realizzare pneumatici che si adattano alle prestazioni dell’auto e al tipo di terreno in tem-po reale» aggiunge Tibbits. Nel 2014 il laboratorio collaborerà con Stratasys su materiali che reagiscono agli stimoli, come il calore o la pressione. Inoltre, insieme ad Autodesk, società sviluppatrice di software per la progettazione 3D, si dedicherà alla realizzazione di una piattaforma di progettazione chiamata Cyborg, in grado di si-mulare istruzioni di autoassemblaggio e codifica per gestire le fasi di curvatura delle forme. «Stiamo definendo il concetto di stampa 4D, il modo in cui creare una forma da un’altra e i limiti di ciò che è possibile fare» spiega Tibbits. «Stratasys ha inventato le macchine e i materiali. Adesso stiamo sviluppando un nuovo processo». Madhumita Venkataramanan è vicecaporedattore di "#$%& '(.

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RICONOSCO IL TUO VISO DAI VASI SANGUIGNI

Sarà possibile ottenere un riconoscimento facciale più preciso grazie alla tecnologia, sviluppata dalla Jadavpur University in India, che esamina la struttura dei vasi sanguigni presenti sul viso di una persona, piuttosto che il semplice aspetto. La disposizione dei vasi sanguigni sotto la pelle è una caratteristica unica come l’impronta digitale o l’iride e può essere “letta” attraverso una termocamera a infrarossi, anche se il viso è in penombra. Grazie a un algoritmo è possibile identificare un individuo dai suoi vasi sanguigni con una precisione del 97%.

Tecnologia

Big Data a portata di schermo Nuove applicazioni permetteranno

alle aziende di gestire e interpretare grossi volumi di informazioni utili in pochi istanti di Don Davis

on i terabyte che diventano pe-tabyte, aumenta il divario tra la disponibilità dei dati e la ca-pacità di intervenire sulle in-formazioni che contengono. Le aziende temono di non sfrutta-re appieno le risorse o!erte dai Big Data. I motivi alla base del-la relativa “oscurità” dei dati? Oggi è difficile condividere le informazioni tra silos da parte delle business unit, identificare le origini dei dati da utilizzare per decisioni specifiche e creare un rapporto di fiducia tra anali-sti e manager. Gli strumenti che

usiamo per trasformare i Big Data in decisioni migliori si basano su quelli che abbiamo sviluppato per piccoli volumi di dati: directory di file, strumenti di ricerca basati su testo, ftp e sistemi di gestione dei documenti. Ma ognuno di noi nella propria vita ha assistito a una rivoluzione in termini di autonomia decisionale e potere par-tecipativo grazie alle applicazioni mobili e ai servizi cloud. La ge-stione dei Big Data nei prossimi dodici mesi seguirà uno sviluppo analogo. Le applicazioni svolgono automaticamente il pesante lavoro di elaborazione dei dati complessi, esprimendoli in forme utilizzabili in modo intuitivo. Questo approc-cio, diffondendosi nel mondo Big Data, lancia nuove sfide ai sistemi tradizionali. Tableau Software, per esempio, ha raggiunto una valuta-zione pari a 6 miliardi di dollari (ol-tre 4 miliardi di euro) convertendo semplicemente fogli di calcolo in dashboard grafici che possono es-sere creati da qualunque analista e compresi da qualunque manager. Splunk genera visualizzazioni da log IT, 1010Data da informazioni su servizi finanziari, Zoomdata da va-rie fonti di business intelligence. Per superare i limiti degli approcci software tradizionali è essenziale liberare le informazioni dal volume e dalla complessità degli stessi dati di origine, esprimendole in forme eleganti e utili.

Nel 2014, i dati espliciti compren-sibili e interpretabili da tutti sosti-tuiranno il tradizionale processo di elaborazione numerica. Grazie a questo cambiamento i Big Data ver-ranno trasformati in informazioni fruibili e non dipenderemo più dalle vincolanti procedure del passato. Don Davis è ceo di OneOcean Corporation

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el 2014 potremmo essere i testimoni di un “momento Sputnik”, un evento paragonabi-le al lancio del primo satellite della storia da parte della Russia. Nel 1958, gli Stati Uniti avevano qualche di!coltà a colmare lo svan-taggio nei confronti dei russi, nella corsa allo spazio; nel 2014 la nazione concorrente è la Cina e la tecnologia è un propulsore spaziale

originariamente sviluppato in Gran Bretagna. Quando devono re-golare la propria posizione, i satelliti utilizzano il propellente tra-sportato a bordo, che in alcuni casi può raggiungere un peso pari alla metà del peso di lancio. La creazione di un sistema di propul-sione che non necessiti di propellente costituirebbe un vantaggio fondamentale per i satelliti militari e commerciali, oltre ad apri-re nuovi ed eccezionali orizzonti nell’esplorazione dello spazio. L’EmDrive, sviluppato dallo scienziato britannico Roger Shawyer, si basa sulla teoria iniziale secondo cui le microonde, all’interno di una cavità con una forma specifica, esercitano una forza supe-riore su un lato rispetto all’altro. Il propulsore sembra sfidare le leggi sul movimento di Newton, ma Shawyer sostiene che la spin-ta netta sia il risultato di e"etti relativistici. Nel 2003 lo scienziato aveva realizzato il suo primo prototipo, in grado di generare 16 mi-cronewton, una forza equivalente al peso di un paio di noccioline.

Ma senza il supporto di letteratura scientifica sottoposta a valutazio-ne inter pares, il progetto EmDrive fu scartato e considerato inutile, impossibile da realizzare e addi-rittura illegale, con il conseguente esaurimento dei fondi. Oggi però un team cinese guidato da Yang Juan della Northwestern Polytech-nic University di Xi’an ha avviato la propria ricerca sull’EmDrive. Dal 2008 il team ha pubblicato vari do-cumenti scientifici, che conferma-no la validità della teoria EmDrive e, secondo le previsioni, i risultati di questo lavoro si dovrebbero con-cretizzare l’anno prossimo. All’ini-zio del 2013 il team di Yang soste-neva di aver costruito un EmDrive in grado di produrre circa 72 gram-mi di spinta da 2500 Watt di ener-gia. Grammi/Watt, ovvero una spinta quattro volte superiore ri-spetto a quella del più moderno propulsore ionico Xips per satelli-ti prodotto da Boeing. Sulla rivista in lingua inglese Chinese Physics B, Yang a"ermava che il suo team era riuscito a eliminare un errore spe-rimentale: «La presenza di spinta con retroazione di forza dimostra con certezza che il propulsore a microonde sviluppato è in grado di generare una spinta Em netta». Gli scettici, tuttavia, rimangono tali. «Senza avere a disposizione un anno di tempo per analizzare dettagliatamente i calcoli e le si-mulazioni eseguite, è impossibile riuscire a individuare l’errore com-

messo», sostiene John Costella, studioso di fisica quantistica. Lo scrittore di fantascienza Greg Egan a"erma che l’EmDrive potrebbe produrre una spinta, ma solo se emettesse realmente microonde, e l’e"etto sarebbe minimo. «Il limite sulla spinta prodotta da 2500 Watt di radiazione è di circa 8,33 micronewton, quasi centomila volte più piccolo [rispetto all’a"erma-zione del team di Yang]» sottolinea Egan. Questo indica la presenza di un errore fondamentale nell’esperimento cinese, addirittura un tentativo di fro-de. A meno che non funzioni davvero. Il team di Yang pubblicherà altri risul-tati sperimentali nel 2013 e sta conver-tendo un propulsore da laboratorio in un motore per il volo di un satellite. In base all’esperienza di Shawyer, l’opera-zione non richiederà troppo tempo. Nel dicembre 2013, il programma dell’In-ternational Astronautical Congress in-cludeva una presentazione sull’EmDrive da parte della divisione responsabile dei satelliti per le comunicazioni della China Academy of Space Technology. Si tratta dell’organizzazione direttamen-te coinvolta nel lancio di un satellite equipaggiato con propulsore EmDrive per comprovare l’e!cacia di questa tecnologia. Il lavoro svolto dal team cinese si potrebbe rivelare non riproducibile. Ma se lo fosse, preparatevi al famoso momento Sputnik del 2014 e a un rapido cambio di leadership nello spazio. Il successo dell’EmDri-ve renderebbe obsoleti tutti i satelliti esistenti, taglierebbe i costi delle missioni e darebbe vita a una nuova era spaziale, con la Cina come paese guida. David Hambling si è occupato di radar in The Wired World in 2013.

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STERILIZZATORI SOLARI

Un team della Rice University di Houston, Texas, e!ettuerà in Kenya il collaudo sul campo di alcuni sterilizzatori portatili che utilizzano una reazione tra le nanoparticelle e la luce solare per produrre vapore. Questi dispositivi potrebbero essere usati dai 2,5 miliardi di persone nel mondo che vivono lontano da una fonte di energia elettrica e non dispongono delle misure sanitarie adeguate per sterilizzare gli strumenti medici o trattare i rifiuti organici. Gli sterilizzatori sfruttano le nanoparticelle che convertono lo spettro della luce in calore e garantiscono un’e"cienza del 24%. Una cella fotovoltaica presenta un’e"cienza del 15% circa.

Tecnologia

VETRO PURO Schermi mobili che uccidono i batteri verranno introdotti sul mercato nel 2014, quando Corning commercializzerà il vetro antibatterico.

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L’EmDrive acquista velocità Per alcuni è il futuro, per altri il propulsore spaziale

inventato dagli inglesi e rilanciato dalla Cina è soltanto spazzatura scientifica. Nel 2014 scopriremo la verità sull’EmDrive di David Hambling

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el 2014 assisteremo alla diffusione dei qua-drirotori, semplici elicotteri elettrici a con-trollo remoto con quattro gruppi di pale del rotore. Modelli di piccole dimensioni sono già in uso per attività di esplorazione all’interno di impianti nucleari, ispezione di edifici e ri-prese aeree cinematografiche. Ma nel 2014 i loro compiti non si limiteranno al trasporto

di telecamere. Il trasferimento di piccoli carichi utili è un’attività ovvia. In alcuni casi si tratta di pr: Yo Sushi! ha utilizzato droni di piccole dimensioni per consegnare cibo (e per guadagnarsi i titoli dei giornali); in Sudafrica, la società Darkwing Aerials si è servita di quadrirotori per lanciare bicchieri di birra con paracadute per-sonalizzati in occasione del festival musicale OppiKoppi.

Ma esistono utilizzi aziendali più seri per queste macchine. La startup statunitense Matternet sta sviluppando una rete basata su droni per spostare fisicamente gli oggetti con la stessa facilità con cui i dati vengono trasferiti su internet. Il primo progetto della so-cietà, dedicato ai paesi in via di sviluppo, prevede la consegna di forniture mediche in villaggi isolati non raggiungibili via terra a causa delle piogge stagionali. I piccoli quadrirotori consegneranno vaccini e medicinali e torneranno indietro con campioni per gli esa-mi medici. Gli utenti dovranno semplicemente posizionare il loro pacchetto in un contenitore di consegna collegato a una stazione base. Il sistema localizza il quadrirotore più vicino, ne traccia la rotta e lo invia verso la stazione per raccogliere il contenitore. (La stazione base, alimentata da energia solare, funge anche da punto di ricarica per i quadrirotori). Le macchine di Matternet possono trasportare un carico utile di due chilogrammi per dieci chilometri in circa 15 minuti.

Matternet ha svolto test di collaudo sul campo ad Haiti e nella Re-pubblica Dominicana, programmando attività di prova più estese per il 2014. Il ceo e cofondatore Andreas Raptopoulos a!erma che il costo del sistema dovrebbe essere inferiore a 3000 dollari (circa 2200 euro) per quadrirotore e stazione base, un li-vello di prezzo sostenibile per le or-ganizzazioni umanitarie attive nei paesi in via di sviluppo. Il sistema potrebbe rappresentare un’interes-sante soluzione commerciale anche nelle nazioni industrializzate e si guadagnerà un buon posizionamen-to di ingresso nel mercato quando verranno stabilite regole più precise per l’utilizzo dei droni volanti nell’a-eronautica civile.

I quadrirotori possono inoltre es-sere equipaggiati con spray e pinze. Un sistema sviluppato in Australia identifica e localizza le singole er-bacce infestanti, irrorandole con erbicidi (vedere “I droni diventano i migliori alleati dell’agricoltura”, se-zione Ambiente). Un altro è in gra-do di verniciare muri o edifici senza l’ausilio di ponteggi o scale. I ricer-catori dell’università della Pennsyl-vania hanno realizzato un utensile a pinza per quadrirotori: ispirato agli artigli dei rapaci, è in grado di a!er-rare gli oggetti, anche volando ad alta velocità. Oltre a questo, un team del Grab Lab dell’università di Yale ha presentato un manipolatore aereo che riesce ad a!erra-re una lattina di birra. Il Drexel Autonomous Systems Lab di Fila-delfia sta lavorando su un progetto di quadrirotore più ambizioso, con vari bracci meccanici destinati a operazioni che richiedono maggior manualità. Grazie alle pinze, i quadrirotori sono quindi in grado di raccogliere e trasportare oggetti “reali” senza intervento umano: ciò li rende potenzialmente adatti per applicazioni come la sostituzione delle lampadine dei semafori, la raccolta di frutta e la manutenzione degli edifici. Anche l’industria edile è interessata.

Oggi i quadrirotori sono relativamente economici e presentano un ottimo potenziale. L’anno prossimo molte attività per le qua-li adesso è necessaria una scala potrebbero essere eseguite con successo dal cielo. David Hambling si è occupato di radar in The Wired World in 2013

Tecnologia

Se il quadrirotore ti porta la pizzaIrrorazione delle colture, consegna di cibo, cancellazione di gra!ti: i droni volanti stanno per svelare il loro lato umano di David Hambling

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ARCHIVIAZIONE A VITA

Un team della University of Southampton ha creato un supporto di memoria estremamente duraturo, in cui un laser scrive su una nanostruttura in vetro in cinque dimensioni digitali. La struttura altera il modo in cui la luce attraversa il vetro, rendendolo leggibile da parte di un microscopio ottico e di un polarizzatore. Una porzione del vetro con le dimensioni di un disco può contenere 320 Tb di dati, l’equivalente di 80mila dvd.

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el 2014 inizierà una nuova corsa nello spazio: quella associata alla realizzazione di un satel-lite spaziale quantistico, il cui obiettivo sarà creare la prima rete di comunicazione globale completamente sicura.

«Desideriamo utilizzare un satellite spa-ziale per i test su comunicazioni super pro-tette a lunga distanza» a!erma Thomas Jen-

newein dell’Institute for Quantum Computing della University of Waterloo in Ontario, Canada. La crittografia quantistica è basata sulla costruzione di chiavi quantistiche: stringhe di bit protette archiviate in fotoni di luce trasferiti su fibre ottiche. Queste chiavi vengono usate per crittografare e decrittare dati scambiati tra due comunicatori: nel linguaggio della crittografia questi ultimi sono spesso soprannominati Alice (mittente) e Bob (destinatario), con la parte che intercetta i messaggi detta Eve.

«La sicurezza di questa trasmissione deriva dal fatto che, se qualcuno tenta di manipolare o intercettare i fotoni, il loro stato

viene modificato. Non è mai pos-sibile misurare lo stato quantico senza creare un disturbo in esso» spiega Jennewein. Ciò significa che una chiave di crittografia costituita da fotoni può essere trasmessa da Alice a Bob, con la certezza che se Eve la intercetta, tutti ne saranno al corrente.

È ovvio che un sistema di questo tipo susciti l’interesse di governi, forze armate e aziende; sul merca-to esistono già tecnologie commer-ciali, come quelle sviluppate da Id Quantique, società con sede a Gi-nevra. Tuttavia rimane un proble-ma piuttosto rilevante.

«Queste aziende usano le fibre ottiche per le proprie trasmissioni, dunque la distanza che i dati pos-sono percorrere è limitata a circa 200 chilometri», spiega Jennew-ein. «Oltre, l’intensità dei segnali tende a indebolirsi poiché i fotoni vengono assorbiti o si diffondono in modo disordinato». In altre pa-role, attualmente è di fatto possi-bile comunicare solo a livello in-terurbano. «L’obiettivo ancora da raggiungere è realizzare una rete di comunicazione intercontinenta-le, globale» aggiunge Jennewein.

Da qui la corsa alla creazione di una chiave quantistica nello spa-zio extra-atmosferico. «Nello spa-

zio i fotoni non incontrano ostacoli sul loro percorso. All’esterno dell’atmosfera, non si propagano disordinatamente, motivo per il quale i satelliti costituiscono un’ottima tecnologia da utilizzare in questo campo», conferma Jennewein. Almeno tre gruppi di ricer-ca stanno tentando di lanciare satelliti quantistici: Jennewein e il suo team, un progetto di collaborazione guidato da Anton Zeilinger presso l’università di Vienna e da Jian-Wei Pan presso la University of Science and Technology of China, Alexander Ling e Artur Ekert presso il Centre for Quantum Technologies a Singapore.

Ciascun team possiede un proprio metodo per l’invio e la ricezio-ne di dati con protezione quantistica tramite i satelliti spaziali. Il satellite di Jennewein sarà dotato di un telesco-pio per raccogliere i fotoni emessi da due stazioni (Alice e Bob) sulla Terra e di un analizzatore ottico che misurerà la polarizzazione dei fotoni e calcole-rà i parametri comuni per Alice e Bob. Successivamente i fotoni verranno re-gistrati, memorizzati su un sistema di acquisizione dati ed elaborati. A que-sto punto sarà generata una chiave, di-sponibile per Alice e Bob, che permet-terà di condividere le informazioni in modo libero e protetto.

L’anno prossimo i tre team condur-ranno esperimenti aerei, con l’obiettivo di lanciare i satelliti nel 2016. Il gruppo cinese è già riuscito a far emettere singoli fotoni da un sa-tellite esistente e a rilevarne la presenza sulla superficie della Ter-ra, dimostrando così l’e"cacia del sistema. Nei prossimi 12 mesi, il team di Jennewein e!ettuerà i test sul carico utile servendosi di mongolfiere e aerei. «Il prossimo anno sarà totalmente dedicato al passaggio dal laboratorio al mondo reale» aggiunge Jennewein. Se funziona, Alice e Bob potrebbero aver sconfitto Eve per sempre. Madhumita Venkataramanan è vicecaporedattore di Wired #$

N

DISPOSITIVI SENZA BATTERIE

Grazie a sensori immersi nel cemento sarà possibile ricevere e trasmettere dati senza l’esigenza di batterie, sfruttando l’energia dei segnali di radiodi!usione e delle comunicazioni cellulari circostanti. Utilizzando la tecnologia sviluppata dalla University of Washington, i dispositivi rileveranno i segnali, li convertiranno in impulsi elettrici e li ritrasmetteranno in un messaggio tipo codice Morse che può essere ricevuto dai sensori vicini. In questo modo gli smartphone potrebbero inviare messaggi anche in caso di batteria completamente scarica.

COMBUSTIBILE PIÙ EFFICIENTE Pile a combustibile con un’e"cienza dieci volte superiore sostituiranno i generatori diesel quando Redox utilizzerà la tecnologia sviluppata presso la University of Maryland.

Crittografia quantistica

I test per la prima rete di comunicazione globale ultraprotetta sono in fase di lancio di Madhumita Venkataramanan

Tecnologia

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ricercatori che si occupano di stampa 3D han-no sviluppato tecniche per estrudere, appli-care tramite tecnologia Aerosol Jet, o depo-sitare in altro modo, materiale conduttivo agglomerato tra gli strati durante operazioni di realizzazione, aprendo la strada ai primi servizi di stampa 3D in commercio in grado di stampare semiconduttori e componenti elet-

trici. Secondo Richard Ranky, fondatore e ceo di 3-Spark, azienda spino! del Biomedical Mechatronics Lab della Northeastern Uni-versity che sta sviluppando la tecnologia, la capacità di stampare in 3D i componenti elettronici ridurrà il tempo necessario per creare nuovi dispositivi, ampliando contemporaneamente gli strumenti a disposizione dei designer.

«Per esempio, iniettando materiale semiconduttore nell’allog-giamento dei componenti di dispositivi intelligenti, questo viene trasformato da un semplice contenitore in una parte del sistema elettrico stesso» a!erma Ranky, «con la conseguente creazione di dispositivi più resistenti, la protezione di cavi e interconnessioni e l’introduzione di nuove applicazioni, al momento impensabili».

Con i componenti elettronici indissolubilmente integrati nel-la struttura del dispositivo di cui fanno parte, i sensori stampa-ti in 3D saranno in grado, ad esempio, di interagire più diretta-mente con i loro ambienti fisici e digitali. «Un’economica ruota di plastica per un piccolo robot mo-bile potrebbe contenere un poten-ziometro rotativo incorporato per misurare la rotazione del mozzo» sottolinea Ranky. «I nuovi mate-riali edili, in fase di test per la de-formazione, saranno stampati con sensori già presenti al loro interno, che offrono uno strumento a bas-so costo per il monitoraggio delle prestazioni in tempo reale».

Producendo alloggiamento e componenti in parallelo anziché in sequenza, risulteranno eviden-ti nuove applicazioni. Stratasys, un’azienda che si occupa di stam-pa 3D negli Stati Uniti e in Israele, e Optomec, società con sede nel Nuovo Messico, stanno effettuan-do ricerche su singoli componenti integrati che valuteranno la defor-mazione o la temperatura di parti critiche degli aerei durante il volo. Attualmente si tratta di due pro-cessi separati condotti in paralle-lo, ma nel 2014 potremmo vedere questi sistemi combinati in una sola unità hardware.

Un’altra azienda statunitense, nScrypt, ha sviluppato una tecnica per stampare antenne radio diret-tamente su piccoli componenti, in modo da permettere agli addetti di esaminare un gruppo motore e mo-nitorare le prestazioni di centinaia di parti. Il deposito di materiale per creare un contrassegno ad oggi è un processo separato che richiede tempi e costi aggiuntivi.

I ricercatori di Princeton stanno poi analizzando le modalità con cui combinare bioplotting e tecnologia radio integrata. La capacità di incorporare componenti elettronici in tessuti come la cartilagine potrebbe consentire la presenza di una batteria con ricarica indut-tiva in un orecchio artificiale.

Per Ranky, la ricerca aziendale e universitaria è solo l’inizio. L’in-tegrazione di componenti elettronici tramite la stampa 3D si com-bina perfettamente con le possibilità emergenti legate al concetto di Internet delle cose e al movimento dei maker associato.

«Garage maker e studenti stamperanno componenti elettronici in modi inimmaginabili» sostiene Ranky, «scoprendo applicazio-ni rese possibili dalla combinazione delle operazioni di creazione dell’alloggiamento e di assemblaggio dei componenti, più e"ciente rispetto alle due attività separate». David Baker è redattore di The Wired World in 2014 e collabora con Wired #$

I

Componenti elettronici e sensori li stampo in 3DLa capacità di integrare sensori e altri microdispositivi nel processo di stampa 3D rivoluzionerà nuovi settori di David Baker

MEMORIA CROSSBAR

Commercializzando una tecnologia chiamata memoria crossbar, la memoria dei computer sarà più veloce, più e!ciente e avrà capacità di archiviazione superiori ai chip Dram o flash. Basata su una struttura di nanoelettrodi a due livelli allineati a 90° uno rispetto all’altro, la memoria crossbar archivia i dati modificando la conduttività tra i punti di contatto degli elettrodi. Con questa tecnologia sarà possibile archiviare 1 Tb di dati su un chip di 20 mm x 10 mm, una densità 40 volte superiore al chip di memoria flash più e!ciente attualmente disponibile.

Tecnologia

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Articoli di: Eden Shochat, Madhumita Venkataramanan, Juan Enriquez, Alexander Peysakhovich e David Rand, Seth Shostak, Mitchell Joachim e Toyoko Orimoto

Illustrazioni: Justin Mezzell

La stampa 3D permetterà la creazione di nuove e sorprendenti forme, i Big Data raggiungeranno dimensioni tascabili e la crittografia quantistica garantirà la privacy delle comunicazioni. È forse troppo? Potrete conse-gnare una birra con un drone e lanciare applicazioni per la messaggistica

Tecnologia

L’evoluzione umana riceverà una spinta dalla tecnologia, la trascrizione Dna-Rna aprirà la strada a un nuovo modo di diagnosticare le malattie, la Terra acquisirà un cugino lontano e i videogiochi faranno parte degli strumenti utilizzati dagli scienziati che studiano il comportamento sociale

Scienza

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umanità aumentata accelererà l’evoluzione e migliorerà la nostra struttura biologica con sensori tecnologici, dispositivi di input/ou-tput e apprendimento automatico.

L’umanità aumentata è un’evoluzione del-la realtà aumentata applicata alle macchine, come per esempio la tecnologia sviluppata da Mobileye, la società da 1100 miliardi di euro

fondata da Amnon Shashua, professore presso la Hebrew Universi-ty di Gerusalemme, che nel 1999 condusse i primi studi sulla possi-bilità che i veicoli riuscissero a evitare autonomamente gli inciden-ti. OrCam, un’altra startup israeliana fondata anch’essa da Shashua, ha sviluppato un sistema che, grazie a una videocamera, permette agli ipovedenti di leggere facilmente e spostarsi liberamente sfrut-tando capacità avanzate di riconoscimento degli oggetti con una voce sintetizzata.

Alcuni studenti del Royal College of Art di Londra hanno creato una maschera che, tramite sensori, per-mette di concentrarsi sulle parole pronunciate nelle vicinanze neu-tralizzando il rumore di fondo. Se a tutto ciò aggiungiamo i progressi compiuti nella formazione dei fasci ultradirezionali, una tecnica di ela-borazione del segnale acustico che permette di ascoltare una conver-sazione a 30 metri di distanza, ot-teniamo un udito superumano.

Queste tecnologie hanno porta-to alla creazione di piattaforme, e le piattaforme stimolano il cambia-mento. I Google Glass, esempio pre-coce di hardware destinato a un’u-manità aumentata, sono nati nel 2013. Per ora il loro utilizzo è limita-to all’esecuzione di operazioni atti-vate dall’utente, come scattare foto o effettuare il rendering dei conte-nuti sullo schermo degli occhiali.

Ma poiché il kit per gli svilup-patori sarà disponibile a tutti nei primi mesi del 2014, nuove funzio-nalità non tarderanno ad arrivare. Un altro forte elemento di sviluppo consiste nella commercializzazione di tecnologie militari, come quelle prodotte da Lumus, l’impresa in-gegneristica che ha sviluppato la tecnologia Loe (Light-guide Optical Element) per i caschi dei piloti degli aerei da caccia. La Loe utilizza proiettori laterali e fibra ot-tica per riprodurre le immagini in full hd sul visore del pilota, ma ora è stata adattata per funzionare anche con gli occhiali consumer. Tecnologi e ricercatori si sono concentrati su e!cienza energetica, sensori, portabilità e produzione. La sfida per il 2014 consiste nel fondere questi nuovi input e output con il contextual computing – dove sei e con chi – e con la scienza dei dati per estrarre model-li e informazioni che vanno ben al di là dei numeri. Le prestazio-ni e le capacità degli esseri umani potranno essere potenziate con un semplice aggiornamento dell’applicazione back-end. Il ricono-scimento facciale ci permetterà di ricordare i nomi delle persone, quando è stata l’ultima volta che le abbiamo incontrate, la data del loro compleanno e così via. La visione e l’apprendimento artificiali ci aiuteranno a ricordare dove abbiamo messo le chiavi, a rispet-tare la dieta, a mantenere il giusto ritmo di corsa per migliorare le nostre prestazioni o a cogliere il momento ideale per lo stacco da terra in un salto in lungo.

La tecnologia si sostituirà alla natura nel compito di migliorare la specie. Eden Shochat è socio di Aleph, una società israeliana di venture capital, nonché cofondatore di Geek-con, un evento annuale di hackathon. Non ha interessi in nessuna delle aziende menzionate nell’articolo.

L’

Oltre i Google Glass: l’umanità aumentata Fatti da parte, Madre Natura! Dal

contextual computing a Mobileye, fino all’apprendimento tramite la visione artificiale, l’evoluzione riceverà una forte spinta dall’hi-tech di Eden Shochat

TRANSISTOR QUANTICI

I ricercatori del Mit, di Harvard e della Vienna University of Technology hanno sviluppato un transistor ottico attivato da un singolo fotone. I transistor ottici utilizzano la luce e non la corrente elettrica, pertanto sono capaci di velocità più elevate a fronte di un consumo minore di energia. In un computer quantico, una matrice di soli 30 transistor, controllata da fotoni che si trovino in uno stato quantico conosciuto come “superposizione ”, potrebbe elaborare 230, oltre 1 miliardo, di bit di informazioni simultaneamente.

Scienza

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al 2009, la missione Kepler della Nasa ha un obiettivo singolare: scoprire un pianeta cugino della Terra nelle profondità della no-stra galassia. Gli astronomi di Kepler ritengo-no che questo misterioso ed elusivo pianeta, che chiameremo Terra 2.0, sia molto simile al porridge di Goldilocks: non troppo caldo e

non troppo freddo, e lo troveremo nel 2014.«Quando pensiamo alla Terra, pensiamo all’aria che possiamo

respirare, agli oceani nei quali possiamo nuotare o al suolo sul qua-le possiamo camminare? Nessuna di queste cose è misurabile», af-ferma Bill Borucki, lo scienziato spaziale che ha dato vita alla mis-sione Kepler nel 1992. «Possiamo solo misurare la sua dimensione e la distanza dalla stella più vicina. Tutto il resto sono solo ipotesi».

Per fregiarsi del titolo di Terra 2.0 un pianeta deve avere una di-mensione simile a quella della Terra, trovarsi nella zona abitabile di una stella, a una distanza tale per cui la temperatura della sua superficie sia compatibile con la presenza di acqua, e la stella deve avere la stessa temperatura del nostro Sole.

«Abbiamo scoperto pianeti dalle dimensioni della Terra o di di-mensioni inferiori, pianeti in zone abitabili di varie stelle e stelle che assomigliano al Sole» racconta Jill Tarter, direttore del Seti Institute e scienziato che da lungo tempo collabora al progetto Kepler.

«Ma la combinazione vincente, costituita da un pianeta dalle di-mensioni della Terra in orbita attorno a una stella simile al nostro Sole in una zona abitabile, non l’abbiamo ancora trovata, anche se credo che presto riusciremo nell’impresa». La scoperta di questo pianeta speciale nel 2014 sembra possibile, perché il team di scien-ziati che si occupa del progetto Kepler sta analizzando due anni di dati accumulati nei supercomputer della Nsa.

«Più anni di dati si prendono in considerazione, più transiti o ri-voluzioni del pianeta si riescono a vedere», spiega Tarter. «Aggiunge-re un anno di dati a quelli dell’anno precedente non significa solo rad-doppiare i dati, ma ottuplicarli».

La vera domanda, dice Borucki, è: perché dovrebbe interessarci? «Cosa ce ne facciamo di una seconda Terra che ruota attorno a un secon-do Sole? Abbiamo l’intera galassia da esplorare». Altri pianeti possono essere a!ascinanti, ma Terra 2.0 sa-rebbe quello dove la vita avrebbe più probabilità di svilupparsi.

«Sarebbe un pianeta dove l’at-mosfera e le temperature di super-ficie consentirebbero la presenza dell’acqua e quindi sarebbe un pia-neta antropogenico», prosegue Tar-ter. «La vita, per quanto ne sappia-mo noi, dipende dall’acqua».

Una ricerca di materiale biologi-co condotta su larga scala potreb-be richiedere altri dieci anni prima di poter essere iniziata, ma il Seti Institute può già avviare la ricerca di forme di vita sulla base delle ca-ratteristiche tecnologiche. «Siamo alla ricerca di segnali di tecnologie intelligenti, come ad esempio i ra-diosegnali», afferma Tarter. «Tro-vare Terra 2.0 renderebbe la ricerca molto più concreta». Madhumita Venkataramanan è vicecaporedattore di Wired UK

D

Operazione Terra bis: a caccia del pianeta gemelloGli scienziati della missione Kepler, alla ricerca di un corpo celeste simile al nostro per conto della Nasa, sono convinti di riuscire a trovarlo nel 2014 di Madhumita Venkataramanan

Scienza

COMPUTER NEUROMORFICI

Nel 2014 Steven Furber, insieme al team con cui collabora presso la University of Manchester, completerà la costruzione di un potente computer neuromorfico contenente un milione di processori, con il quale spera non solo di migliorare la progettazione dei computer, ma anche di fare maggior chiarezza sul funzionamento del cervello. L’elaborazione neuromorfica punta a costruire computer che, come il cervello, utilizzino bassa potenza, tollerino i guasti e non necessitino di programmazione. La macchina di Furber sarà capace di modellare in tempo reale il lavoro svolto da un centesimo del cervello umano.

Nel 2014 capiremo perché la trascrizione Dna-Rna non sia un’operazione lineare. Tale compren-sione non solo amplierà la nostra conoscenza del più importante meccanismo di replicazione, ma po-trebbe anche fornire gli strumenti diagnostici ne-cessari per individuare i prodromi delle malattie.

La doppia elica del Dna istruisce il corpo su come costruirsi a partire da un uovo fertilizzato. Mentre si scompatta, le sue quattro basi, A, T, C e G, ripro-ducono il codice genetico di un individuo nell’Rna, un cugino molecolare del Dna. Tutto ciò accade tri-lioni di volte nel corso di una vita.

Fino a quando Stirling Churchman, assistente professore di genetica presso la Harvard Medical School, non ebbe modo di osservarlo direttamente nel 2011, gli scienziati pensavano che questo pro-cesso seguisse un ritmo costante. Churchman sco-prì invece che mentre il Dna si dispiega e codifica l’Rna, si verificano ripetuti arresti e riavvii. Sono forse questi arresti e riavvii che contribuiscono all’attivazione dei geni nel Dna? E l’eventuale di-sturbo del ritmo potrebbe causare una malattia?

Nel 2014 il laboratorio di Churchman dovrebbe essere in grado di osservare in che modo gli arresti e i riavvii del processo di creazione dell’Rna diano vita a cellule cancerogene invece che a cellule sane. Le sfasature del ritmo forniranno indizi preziosi su come l’espressione del Dna possa produrre cellule maligne, e sul perché, il come e il quando gli errori vengano introdotti.

Il laboratorio di Churchman osserverà diretta-mente il ritmo dell’espressione del Dna attraverso la cattura e la sequenziazione dell’Rna nascente. Con l’a!narsi della tecnica, il team inizierà a tro-vare risposte alle domande sul ritmo fondamentale del codice della vita. Per esempio sarà importante capire se Ia capacità di mantenere il ritmo cambi nelle diverse fasi della vita – neonati, adolescenti, adulti e anziani -, se siamo capaci di modificarne la velocità e che cosa succederebbe se ci riuscissimo. Grazie a queste informazioni legate al ritmo del co-dice dovremmo poter riuscire a creare strumenti diagnostici più efficienti e capaci di avvisarci per tempo dell’insorgere delle malattie. Juan Enriquez è ceo di Excel Venture Management e presidente del consiglio di amministrazione dell’Harvard Medical School Genetics Council

IL CODICE GENETICO SCOMPATTATO Il segreto della trascrizione Dna-Rna potrebbe essere una questione di ritmo. Capirlo ci aiuterà di Juan Enriquez

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el 2011, l’azienda produttrice di videogiochi Riot Games doveva affrontare un problema: riuscire a fare in modo che degli sconosciu-ti cooperassero tra loro, coordinando le pro-prie azioni e lavorando insieme per ottenere risultati concreti. Molte aziende hanno a che fare con problemi simili quando si tratta della gestione dei propri dipendenti. Ma alla Riot,

creatrice di un gioco online di grande successo quale League of Le-gends, erano preoccupati per le interazioni tra i giocatori, che al tempo erano 32 milioni in tutto il mondo. League of Legends si svi-luppa a partire da un gruppo di cinque giocatori selezionati a caso che si sfidano tra loro, e il divertimento è dato dal fatto che i par-tecipanti devono collaborare tra loro e lavorare in squadra. Spesso però i giocatori si comportavano in modo poco educato e scortese. Per risolvere il problema la Riot chiese aiuto a un gruppo di ricer-catori comportamentisti. Il risultato fu una drastica diminuzione di comportamento “tossico” e alcune importanti intuizioni sul comportamento cooperativo, che nel 2014 verranno utilizzate in ambiti as-sai diversi da quelli del gioco online multigiocatore.

Gli esperimenti condotti dalla Riot per definire norme contro il compor-tamento antisociale, ed esperimenti simili compiuti dai comportamentisti in altre comunità di gioco, tra cui Eve Online, World of Warcraft e Valve, di-mostrano una nuova, potente verità: i giochi online su grande scala creano ecosistemi culturali simili, per com-plessità socioeconomica, a quelli del-la vita o!ine. Ne consegue che questi mondi virtuali offrono ai ricercatori l’opportunità di capire le dinamiche delle società, delle economie e delle culture.

La teoria del gioco, per mezzo della quale complesse interazio-ni sociali sono ridotte a semplici giochi, da tempo occupa un ruo-lo centrale in settori quali l’economia, la biologia, la psicologia e la filosofia. I giochi fungono da utile paradigma per studiare il comportamento negli esperimenti controllati e ci insegnano mol-

tissimo sulle interazioni sociali dell’essere umano. Si tratta però di semplificazioni estreme.

Al contrario, le comunità di gio-co online offrono lo stesso con-trollo e osservabilità dei semplici giochi di laboratorio, a cui però si sommano complesse interazioni culturali ed economiche. Una simi-le combinazione permette ai ricer-catori di testare direttamente l’ef-ficacia di politiche diverse rispetto all’evoluzione della società. Nel mondo reale la storia si manife-sta una sola volta, rendendo estre-mamente difficile valutare l’effet-to sortito da politiche e interventi specifici: possiamo riprodurre sce-nari ipotetici (nelle nostre teste o utilizzando modelli e simulazioni), ma non sapremo mai realmente che cosa sarebbe accaduto se aves-simo optato per scelte di"erenti.

Nel mondo virtuale possono co-esistere simultaneamente periodi di storia in evoluzione. Quasi tutti i giochi online utilizzano numerosi server, veri e propri mondi separa-

ti tra loro anche se inizialmente identici, dove solitamente i gioca-tori sono presenze stanziali e non passano da un server all’altro. Mettere a confronto questi universi paralleli o"re ai ricercatori la possibilità di condurre analisi controfattuali impossibili nel mondo reale. Grazie ai giochi online, chi studia il comportamento sociale su macrolivelli può disporre del metodo sperimentale, strumento indispensabile nel campo delle scienze naturali.

Uno dei motivi per il quale temi socio-scientifici importanti sono molto dibattuti e scarsamente compresi consiste proprio nell’inca-pacità di condurre esperimenti. Al contrario, nel mondo dei giochi online gli esperimenti su scala macroscopica sono non solo possi-bili, ma rappresentano una componente standard del ciclo di svi-luppo del gioco: le nuove caratteristiche vengono testate su un solo server prima di essere messe a disposizione dell’intera comunità. A di"erenza di quanto avviene nei mondi artificiali costruiti in labo-ratorio, i mondi virtuali permettono di condurre sul campo esperi-menti randomizzati su piccola scala che sono collegati al compor-tamento “attuale” nel mondo virtuale. I risultati ottenuti in termini di conoscenza del comportamento umano e di organizzazione so-ciale non serviranno solo a soddisfare un pugno di studiosi chiusi nella loro torre d’avorio. Una migliore comprensione del mondo del gioco produrrà comunità di giocatori più cooperative, economie di gioco più stabili e giochi più divertenti. Questa stessa conoscenza potrà servire per rendere più sicuro, felice e produttivo il mondo o!ine, informando le amministrazioni pubbliche e le istituzioni. Alexander Peysakhovich è un ricercatore post dottorato che lavora al programma per la dinamica dell’evoluzione della Harvard Uni-versity. David Rand è assistente di psicologia, economia, scienza cognitiva e gestione presso la Yale University

I ricercatori che operano in due laboratori sulla Terra, e in uno in orbita intorno alla Terra, compi-ranno un passo importante ver-so la comprensione della materia oscura aumentando la sensibili-tà dei loro strumenti a livello di Wimp (Weakly interacting massi-ve particles), le particelle che per molti astrofisici sono la compo-nente di questa elusiva sostanza.

La materia oscura costituisce l’80 per cento dell’intera massa dell’universo, ma dal giorno in cui se n’è supposta l’esistenza, negli anni Trenta del ‘900, la sua composizione è rimasta un mistero. Le cose potrebbero cambiare nel 2014, grazie agli esperimenti condotti presso il Cryogenic Dark Matter Search (Cdms) in Minnesota, il laboratorio nazionale del Gran Sasso e a bordo della stazione spaziale internazionale (Ssi).

Le Wimp sono le principali candidate perché possiedono tut-te le caratteristiche teorizzate per la materia oscura. Previste dalla teoria della supersimmetria, le Wimp interagiscono con la materia ordinaria tramite la gravità, ma interagiscono solo de-bolmente o per nulla con i fotoni: per questo motivo la materia è definita “oscura”. A di!erenza degli atomi ordinari, non si colli-dono e non perdono l’energia cinetica irradiando calore. Se esi-stessero, sciamerebbero in enormi aloni galattici invece che col-lassare in dischi di galassie formati da gas e stelle.

Nel 2013, i ricercatori del Cdms hanno annunciato la scoperta di tre collisioni che potrebbero essere la conseguenza dell’urto delle Wimp contro nuclei atomici, e attualmente sono impegna-ti a migliorare la sensibilità dei loro strumenti per scoprire altri eventi del genere.

Anche gli scienziati del Gran Sas-so Science Institute stanno poten-ziando gli strumenti e abbassando la soglia di energia rilevabile.

Ma la scoperta più significativa av-verrà forse a bordo della Ssi. La sta-zione ospita infatti lo spettrometro magnetico alfa, uno strumento da 1,1 miliardi di euro studiato per cattura-re le collisioni ad alta energia, gra-zie al quale sono già stati registrati decine di miliardi di impatti di raggi cosmici, elettroni e positroni. I positroni sembrano colpire i sen-sori con troppa frequenza, il che potrebbe essere dovuto a una collisione occasionale e autodistruttiva delle Wimp nello spazio.

Una volta che i fisici dei tre centri avranno scoperto come ri-levare con più precisione le Wimp (supponendo che sia possibi-le), non dovranno fare altro che tracciare la distribuzione della materia oscura scattando un’istantanea dell’universo con una fotocamera per la materia (non ancora inventata) e mappare la misteriosa sostanza nei dettagli, oppure produrre immagini ap-prossimative derivate dalla lente gravitazionale. Potremmo sco-prire che la sua struttura è ben altro da quella macchia amorfa che ci immaginiamo, ed è tanto intricata e stupefacente quanto la piccola frazione di universo che ci è dato vedere. Seth Shostak è astronomo presso il Seti Institute

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Scienza

SETA GENETICAMENTE MODIFICATA Il filo di ragnatela artificiale, più resistente del Kevlar e prodotto da batteri geneticamente modificati, sarà commercializzato l’anno prossimo da una startup giapponese.

2mN La forza che un propulsore al plasma progettato dalla University of Michigan fornirà per un anno, portando un CubeSat nello spazio interstellare.

RIFLETTORI PUNTATI SULLA MATERIA OSCURA La sostanza più misteriosa dell’universo rivelerà i propri segreti ai supersensori di ultima generazione di Seth Shostak

HYDROGEL ELETTRICI

Robot antropomorfi si muoveranno grazie alla tecnica chiamata “ionoprinting”, sviluppata dai ricercatori della North Carolina State University. Un hydrogel composto al 99,9% di acqua viene iniettato insieme a ioni di rame. Quando viene applicata la corrente elettrica, il gel si flette, come i tentacoli di un polipo, facendo muovere il dispositivo.

Il videogioco entra in laboratorio

Studiosi del comportamento umano osserveranno le comunità di giocatori online per studiare la società o!ine di Alexander Peysakhovich & David Rand

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rifiuti urbani sono una grande risorsa, a patto che riusciamo a trasformarli in qualcosa che possiamo utilizzare.

Da Napoli a Pechino, il problema dello smaltimento della spazzatura sta assumendo proporzioni gigantesche, perché le discariche sono piene e gli inceneritori generano dios-sine. La sola New York produce quasi 30mila

tonnellate di rifiuti al giorno. In Cina la quantità di rifiuti solidi ur-bani aumenta del 6 per cento all’anno. Nel 2014, in India si preve-de un aumento del 500 per cento dei rifiuti elettronici, come vecchi cellulari e televisori.

La soluzione a lungo termine consiste nel ridurre i consumi, ma è di di!cile attuazione. Nel frattempo possiamo migliorare il modo in cui utilizziamo i rifiuti che generiamo.

I paesi sviluppati saranno costretti a ripensare il ciclo di vita de-gli oggetti. In un mercato globale non sarà più possibile eliminare gli oggetti per obsolescenza. La tecnologia verrà utilizzata per sco-prire nuove finalità degli oggetti. Le bottiglie di vetro, ad esempio, potrebbero essere riutilizzate per la preparazione di pannelli di calcestruzzo trasparente, ottenuto integrando frammenti di vetro negli strati di cemento.

I programmi di riacquisto/rigenerazione degli elettrodomestici sono proliferati grazie agli incentivi governativi e di gruppi terzi, come il programma per la gestione sostenibile dei materiali lancia-to dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti e da ReCellular. Se nel 2014 riciclassimo un milione di telefoni cellu-lari, recupereremmo 15.500 kg di rame, 350 kg di argento, 35 kg di oro e 15 kg di palladio.

Oltre ai cicli di vita degli oggetti, nel 2014 cambieranno anche quelli dell’ambiente costruito dall’uomo. Il recupero dei materiali delle strutture urbane fatiscenti avviene spesso in modo disorga-nizzato. Negli Stati Uniti, la Atlas Copco ha sviluppato un robot per il riciclaggio del calcestruzzo, battezzato Ero, che tramite un brac-cio automatico a getto d’acqua frantuma i pannelli di calcestruzzo e separa le parti da recuperare.

Il riutilizzo domestico aumenterà grazie a un mix di pressione culturale e normative. A Zurigo i residenti sono tassati per la spaz-zatura che viene semplicemente eliminata, mentre il riciclaggio è in-coraggiato con servizi di raccolta gratuiti in tutta la città. Ma non è così facile adottare disincentivi finanziari in città in rapida crescita come Lagos o Giacarta, dove sarà necessario proteggere la nascente cultura del riutilizzo, che fiorisce quando le risorse scarseggiano.

Un modo per incoraggiare e mettere in relazione ciò che faccia-mo con i rifiuti che produciamo è quello di trasformare i sistemi per lo smaltimento dei rifiuti in veri e propri spettacoli per il pubblico. La discarica dell’Hangzhou Environmental Group, a sud-ovest di Shanghai, ogni anno è meta di oltre 10mila turisti. A New York è in corso d’opera un progetto simile, il programma di recupero della discarica di Fresh Kills, a Staten Island, che una volta completata avrà un’estensione pari a due volte e mezzo Central Park.

Faremo inoltre un uso migliore della tecnologia, che eguaglia o supera la velocità di apprendimento umano per quanto riguarda la classificazione della spazzatura. A Helsinki, ZenRobotics ha svilup-pato il braccio robotico Recycler, che utilizza algoritmi di “sensor fusion” per la separazione intelligente dei materiali riutilizzabili.

Gli abitanti delle smart city cominceranno a vedere raccoglitori come questi, che utilizzati insieme alle stampanti 3D convertiran-no la spazzatura in qualcosa di utile, sotto forma di oggetti finiti o di materiali da costruzione.

Nelle città del futuro non si farà distinzione tra lo scarto e il nuovo. Mitchell Joachim è copresidente di Terreform One a New York

Gli scienziati che lavorano al Large Hadron Collider (Lhc), situato presso il Cern di Ginevra, potranno sfruttare a loro vantaggio lo spegnimento tempora-neo del collisore per analizzare i circa 25 petabyte di dati prodotti finora.

Sebbene il bosone di Higgs spieghi l’origine della massa delle particelle elementari, rimangono anco-ra senza risposta le domande sul Modello Standard della fisica delle particelle. Non sappiamo cosa si-ano né la materia oscura né l’energia oscura. Non sappiamo perché la gravità sia così debole rispet-to alla forza elettromagnetica e nucleare. Ci chie-diamo, per esempio, se a livelli più alti di energia le forze fondamentali siano unificate, e se esistano altre dimensioni. Le risposte, o quantomeno degli indizi che ci permettano di sciogliere simili dubbi, sono quasi certamente sepolte tra i dati già raccolti.

Sappiamo che la materia e l’energia oscure costi-tuiscono più del 95 per cento dell’universo, eppure il Modello Standard non prende in considerazione l’universo oscuro, né fa menzione della gravità, no-nostante sia la forza con la quale abbiamo maggio-re familiarità.

Una delle teorie più interessanti, che potreb-be spiegare la materia oscura e la debolezza della gravità, è quella della supersimmetria, secondo la quale a ogni particella del Modello Standard cor-risponde una particella partner supersimmetrica. Le dimensioni extraspaziali sono una soluzione al-ternativa al problema della debolezza della gravi-tà. Una previsione di queste teorie è l’esistenza del gravitone, che trasmetterebbe la forza di gravità allo stesso modo in cui il fotone trasmette la forza elettromagnetica.

Per tutto il 2014 i fisici dell’Lhc scandaglieranno i dati raccolti, alla ricerca di segni e deviazioni del-le nuove particelle, e si prepareranno alla prossima frontiera dell’energia, 14 teraelettronvolt, quando l’Lhc riaprirà nel 2015. Toyoko Orimoto è assistente di fisica presso la Nor-theastern University

I

La fine della spazzaturaGrazie a nuove modalità di relazione con i rifiuti, gli abitanti delle città comprenderanno il valore del riciclaggio, della trasformazione creativa e del riutilizzo di Mitchell Joachim

Scienza

OLTRE IL BOSONE DI HIGGS L’enorme quantità di dati generati dal Large Hadron Collider presso il Cern apre la strada a nuove, a!ascinanti teorie di Toyoko Orimoto

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Articoli di: Frank Swain, Tom Cheshire, Damien Brown, Juan Enriquez e Alex B Berezow

Illustrazioni: Matthew Billington

La stampa 3D permetterà la creazione di nuove e sorprendenti forme, i Big Data raggiungeranno dimensioni tascabili e la crittografia quantistica garantirà la privacy delle comunicazioni. È forse troppo? Potrete conse-gnare una birra con un drone e lanciare applicazioni per la messaggistica

Tecnologia

Il geocaching riformerà il sistema di registrazione delle vaccinazioni, a!ronteremo l’emergenza dei batteri resistenti agli antibiotici, i medici in formazione useranno i simulatori, gli organi autocreati avranno vita propria. E l’Hiv sarà sconfitta

Medicina

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medici sono preoccupati dall’au-mento dei batteri super resi-stenti da quando, nel 2008, un ceppo particolarmente resisten-te di Klebsiella pneumoniae è stato isolato in un paziente di 59 anni. Questo batterio è insen-sibile a quasi ogni antibiotico a disposizione. Gli ottimisti spe-ravano che fosse un unico cep-po, ma il fattore di resistenza responsabile, il New Delhi-Me-tallo-beta-lattamasi (Ndm - 1), da allora è stato trovato in più di una dozzina di altri ceppi batte-rici. Secondo John Conly del di-

partimento di fisiologia e farmacologia dell’università di Calgary, questo annuncia «lo scenario apocalittico di un mondo senza anti-biotici». Per combattere questa situazione, l’Unione Europea, nel 2014, lancerà l’iniziativa di programmazione congiunta sulla re-sistenza antimicrobica, un programma che coinvolgerà 18 nazioni per far fronte ai batteri super resistenti ai farmaci.

I ceppi batterici resistenti sono il risultato dell’uso scorretto di antibiotici da parte delle persone. L’invecchiamento della popo-

lazione, gli ospedali sovraffolla-ti, l’uso smisurato di antibiotici in agricoltura e l’aumento dei viaggi internazionali contribuiscono tut-ti allo sviluppo e alla di!usione di malattie super resistenti ai farma-ci. Non solo questi batteri super resistenti sono un problema, ma i fattori di resistenza possono dif-fondersi anche nascosti all’interno di batteri non patogeni.

Le speranze di scoprire nuovi farmaci sono scarse. «Lo sviluppo antimicrobico e l’immunoterapia sembrano essersi fermati», dice Stephanie Dancer, una microbiolo-ga medico consulente presso Nhs Lanarkshire e specialista in mate-ria. «Le ragioni sono economiche perché a breve termine gli anti-infettivi non generano molto utile. Ma probabilmente c’è anche il fatto che i bersagli microbici per l’esplo-razione antimicrobica hanno un nu-mero finito». Gli antibiotici richie-dono decenni di ricerca e sviluppo, e i magri profitti che generano non incentivano le aziende farmaceuti-che investire in questo settore. Inol-tre, i nuovi farmaci sono destinati a fallire proprio come avevano fatto i loro predecessori.

Un’alternativa è quella di cerca-re di gestire le popolazioni batte-riche piuttosto che distruggerle. La pratica di prescrivere ai pazien-ti notevoli quantità di antibiotici

crea un ambiente che favorisce i superbatteri. Ma senza tali van-taggi, questi batteri super resistenti ai farmaci possono essere uc-cisi dai loro cugini meno resistenti. Le popolazioni di batteri nocivi possono anche essere estromesse dal loro ambiente incoraggiando batteri “amici” a prendere il loro posto, con l’aiuto di vaccinazioni e probiotici. E, siccome molte specie di batteri entrano in una fase patogena solo quando la densità della loro popolazione è abbastan-za alta, sostanze che bloccano il rilevamento del numero possono ingannare questi batteri e far credere loro che non sono su"cienti per sca-tenare un’infezione.

Inevitabilmente, i trattamenti di-menticati e ignorati possono essere riconsiderati. La terapia dei fagi, vi-rus che infettano i batteri introdotti nel corpo come cani da caccia, è tor-nata di attualità. Sono in esame anche trattamenti che completano il sistema immunitario con versioni sintetiche di peptidi di difesa, o che lo aiutano a identificare i batteri patogeni.

Ma il corpo non è l’unico campo di battaglia. Gli ospedali dovranno esse-re ristrutturati per assicurare un maggior controllo di igiene e in-fezioni. L’aumento dei livelli di luce solare, dell’aria condizionata e delle misure di pulizia passive come le superfici antimicrobiche possono ridurre il numero di batteri che vivono in loco. La presen-za di batteri super resistenti aumenterà la domanda di reparti di isolamento, e probabilmente verranno ricreati i sanatori per rico-verare quei pazienti che so!rono di infezioni incurabili.

«Non si può pretendere che i governi si impegnino adesso a co-struire ospedali a prova di infezione nel clima economico attuale», a!erma Dancer. «Hanno bisogno di prove evidenti, o, più proba-bilmente di una tragica epidemia di infezione incurabile, prima di trovare le risorse».

Per ora, dobbiamo sfruttare al massimo gli antibiotici che ab-biamo a disposizione. Una diagnostica rapida e migliore eviterà di prescrivere antibiotici ad ampio spettro, favorendo una medicina più mirata. In definitiva, abbiamo bisogno di cambiare i compor-tamenti. Non possiamo contare sugli antibiotici per sopprimere le malattie infettive a tempo indeterminato. E la lotta contro super-

batteri richiederà livelli di coordinamento im-portanti a livello internazionale. «Gli interven-ti di successo in una parte del mondo saranno compromessi da deficit di controllo in un’altra» avverte Dancer. Quando si tratta di pandemie globali, siamo tutti sulla stessa barca. Frank Swain è il creatore di SciencePunk

I

Medicina

PELLE ARTIFICIALE SENSIBILE

Le persone che hanno subito amputazioni saranno in grado di avvertire la sensibilità attraverso le loro protesi grazie alla pelle artificiale sviluppata presso Technion – l’Istituto di tecnologia di Israele. Il materiale flessibile, composto da nanoparticelle d’oro fissate su un substrato di Pet - la plastica utilizzata per le bottiglie delle bibite – è in grado di rilevare tatto, umidità e temperatura, mentre quelle precedenti si limitavano al tatto. La sensibilità può essere modificata cambiando lo spessore e il materiale del substrato, che o!re potenziali applicazioni in fase di realizzazione.

SALDARE LE FERITE Nanoparticelle d’oro e aggregati di polipeptidi elastici renderanno il tessuto più resistente rispetto a quello sinterizzato con il laser.

Icona: Matt Harrison Clough TORNA A INIZIO PAGINA

Curare senza antibiotici L’abuso di questi farmaci ha portato

a un aumento di batteri super resistenti. Ma non aspettatevi nuovi medicinali: meglio, molto meglio, cambiare radicalmente i nostri comportamenti di Frank Swain

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iò che è stato a lungo un gioco preferito per i geek, nel 2014 inizierà a salvare i bambini. Il geocaching è una versione hi-tech della caccia al tesoro, un gioco praticato in tutto il mondo da maggio del 2000 da sei milioni di avventu-rosi ricercatori (i geek) che seguono gli indi-zi e le coordinate gps per trovare più di due milioni di “cache”, o luoghi segreti, in tutto il

mondo. Quando trovano una cache, i giocatori scrivono una nota per altri giocatori sulla carta (fisica) della cache e la annotano an-che online. Ora il gioco verrà utilizzato per aiutare i bambini nei paesi in via di sviluppo a ricevere i vaccini di cui hanno bisogno.

«Ogni 20 secondi un bambino muore di una malattia che può es-sere curata con un vaccino» a!erma Seth Berkley, ceo di Gavi Al-liance, un’organizzazione sanitaria pubblica-privata che si occupa delle vaccinazioni nei paesi poveri. «Una delle ragioni è che i siste-mi di distribuzione nei paesi in via di sviluppo, creati negli anni ‘60 dello scorso secolo, non sono stati modernizzati. Oggi il personale sanitario tiene ancora traccia dei vaccini usando carta e matita, e la procedura di feedback è estremamente lenta». Anche le registra-zioni del tipo di vaccinazioni somministrate e dei riceventi sono del tutto incomplete.

«Quindi mi sono posto una domanda» dice Berkley. «Come pos-siamo usare strumenti moderni per trasformare le procedure at-tuali in un sistema che ci possa fornire dati in tempo reale?».

Quest’anno ha presentato un pro-getto al Ted in California. L’ idea ha entusiasmato Catherine Mohr, senior director della ricerca medica presso Intuitive Surgical, un’azienda di robo-tica e appassionata geocacher.

Berkley aveva bisogno di un meto-do globale per monitorare i vaccini, al quale i coordinatori centrali così come i medici locali potessero avere acces-so dagli uffici e dai dispositivi mobi-li. Il sistema doveva permettere alle persone di scrivere note, indicare quando fossero state vaccinate, e idealmente memorizzare le informazioni gps su dove il vaccino dovesse essere successivamente somministrato. Doveva essere an-che asincrono, per le zone che dispongono di connettività limitata. E doveva essere forte, resistente alle manomissioni e aperto.

«Ho solo pensato: questo è geocaching!» ricorda Mohr.Catherine Mohr ha iniziato recentemente a lavorare con Groun-

dspeak, l’organizzazione che gestisce il geocaching e la sua api, per sviluppare un’applicazione proof-of-concept che possa tracciare i vaccini. Nel 2014 assieme a Gavi Alliance sperimenteranno il siste-ma in vari paesi in via di sviluppo, utilizzando i server di Groun-dspeak. In caso di successo, il vaccino-caching sarà esteso a livello globale mediante una rete separata, parallela. Grazie a milioni di geek, milioni di bambini riceveranno i loro vaccini in tempo utile.Tom Cheshire è associate editor di Wired UK

Finalmente una buona notizia per quanto riguarda l’Hiv/Aids in Afri-ca: sempre più persone vengono trattate con farmaci più sicuri, più economici e sempre più e!caci, e ora siamo sul punto di ridurre al minimo la di"usione del virus con l’utilizzo dei trattamenti attual-mente disponibili.

Oggi più di sette milioni di afri-cani malati di Hiv/Aids vengono curati con la terapia antiretrovi-

rale (Art), con un incremento di quasi 100 volte in meno di die-ci anni. I costi dei farmaci sono diminuiti da 10mila dollari per persona all’anno a meno di 100 dollari: è risultato combinato di un incremento dei finanziamenti e di una serie di decisioni legali e commerciali che hanno consentito ai paesi più poveri di acce-dere ai farmaci generici o scontati.

Gli ultimi trattamenti sono stati anche migliorati. Vi sono ef-fetti collaterali minori e la triplice terapia viene sempre fornita con una singola compressa, il che significa miglior adattamento e minore manifestazione di resistenza ai farmaci. La terapia vie-ne iniziata prima e i pazienti vivono più a lungo; piuttosto che curare un sistema immunitario danneggiato, stiamo impedendo il suo deterioramento. Secondo queste linee guida, l’Organizza-zione mondiale della sanità ha raccomandato nel luglio 2013 di iniziare la Art quando la conta dei Cd4 (i globuli bianchi linfociti) scende al di sotto di 500, mentre la soglia precedente era sotto i 350. Oltre nove milioni di persone possono ora beneficiare della Art nei paesi a risorse limitate, portando il totale a 26 milioni - circa il 75 per cento dei portatori di Hiv di tutto il mondo. Tutta-via, non tutti i potenziali fruitori riceveranno immediatamente il trattamento: a causa di carenze nelle procedure di finanziamen-to e nel sistema sanitario, milioni di persone non potranno esse-re curate, almeno non per lungo tempo, ma questo è l’obiettivo da raggiungere.

Nonostante questi rapidi progressi nel trattamento, stiamo perdendo la battaglia su un altro fronte: per ogni persona che inizia un trattamento, altre due vengono infettate dall’Hiv. La prevenzione deve diventare la priorità, anche se i risultati sono stati finora deludenti. Un vaccino test in Thailandia, completato nel 2009, ha dimostrato una protezione limitata, ma l’opinione è che un vaccino rimane e!cace per decenni. Anche i gel vagina-li antimicrobici che consentono alle donne una maggiore prote-zione si sono dimostrati ine!caci, e le strategie di cambiamenti comportamentali hanno avuto risultati contrastanti. Dall’altro lato, la circoncisione maschile dimezza il rischio di contrarre il virus - anche se solo per l’uomo - ma nell’Africa sub-sahariana sono le donne più giovani a correre i rischi maggiori. I preserva-tivi continuano quindi a essere la colonna portante dei program-mi di prevenzione. Ma ora abbiamo almeno la chiave per ridur-re realisticamente la di"usione del virus dell’Hiv: il trattamento come prevenzione.

Un ampio studio denominato Hptn 052 ha dimostrato che la trasmissione del virus dell’Hiv durante il sesso eterosessuale - la principale causa di nuove infezioni in Africa - è del 96 per cento più basso se il partner infetto è sottoposto ad Art. La carica vi-rale viene diminuita in quanto i fluidi corporei contengono una quantità di virus fino a sei volte inferiore. Altri studi hanno di-mostrato che il rischio di una madre sieropositiva di trasmet-tere il virus al suo bambino, se è in trattamento, è inferiore al cinque per cento. Inoltre, un progetto, chiamato Population Art (PopArt) e cominciato nel gennaio di quest’anno in Sudafrica e in Zambia ha l’obiettivo di determinare se il test universale per l’Hiv, con il trattamento immediato dei casi positivi, ridurrà la di"usione a livello di popolazione.

Rimangono ancora molti obiettivi da raggiungere – l’aumen-to della resistenza ai farmaci, per esempio, e l’eliminazione dei criteri di disuguaglianza che continuano a caratterizzare l’epi-demia - ma con accertamenti rigorosi e trattamento precoce per tutti, la prospettiva di una generazione senza Aids ora è a por-tata di mano. Sarà necessario focalizzarsi sulla di"usione mas-siccia delle cure più e!caci, sulla diminuzione della trasmissio-ne da madre a figlio e sull’analisi dei dati preliminari degli studi condotti sul trattamento come prevenzione.Damien Brown ha lavorato per Medici Senza Frontiere in Africa e ha scritto Band Aid for a Broken Leg (Allen & Unwin)

C

Medicina

CARICO MINIMO Capsule tracciabili contenenti farmaci, sviluppate presso il Karolinska Institute di Stoccolma, aiuteranno a individuare i tumori.

TRATTAMENTO HIV IMMEDIATO Grazie alle recenti scoperte mediche, la prospettiva di un mondo senza Aids può diventare realtà di Damien Brown

Il geocaching rivoluziona il sistema delle vaccinazioni

Il sistema per la somministrazione dei vaccini in tutto il mondo è lacunoso. Ma una caccia al tesoro aiuterà a monitorarlo in tempo reale di Tom Cheshire

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erdere una vita in un videogioco non è un grosso problema, per questo i medici ne sono attrat-ti. Patient Rescue della TruSim consente agli studenti di medici-na di comprendere il disagio dei loro pazienti avvertendo il dolo-re che provano. Triage Trainer della stessa società li aiuta a va-lutare le priorità negli interventi di emergenza complessi.

Nel 2014 i chirurghi faranno gran parte del loro addestra-mento nel mondo virtuale, uti-lizzando anche i programmi svi-luppati da Mimic, una società di

software di Seattle, da Simbionix, una società israeliana leader nel campo della formazione di personale medico e da Intuitive Surgi-cal, creatori di da Vinci, un robot super attrezzato, dotato di bisturi controllato a distanza da un chirurgo attraverso una console.

«Usiamo la realtà virtuale e scenari generati tramite computer per formare i chirurghi» dice Brian Miller, senior director del re-parto sviluppo avanzato prodotti della Intuitive Surgical. «Prima di utilizzare il simulatore, i chirurghi dovevano creare l’intero si-stema Da Vinci in sala operatoria installando gli strumenti e così via. Ora invece è su!ciente schiacciare un tasto e cominciare l’addestra-mento». Il sistema di formazione In-tuitive Surgical è uno “zaino”che si collega alla stessa console utilizzata in operazioni reali. Ciò dà al chirur-go la possibilità di esplorare un am-biente generato dal computer attra-verso il visualizzatore 3D Da Vinci.

Secondo Miller gli usi principa-li del sistema sono attualmente ri-volti alla formazione delle abilità motorie e cognitive. Per esempio i chirurghi possono migliorare la loro tecnica con l’aiuto del robot togliendo punti virtuali. E il com-puter può anche creare scenari impegnativi per i medici, creando complicanze virtuali. Gli utenti ri-cevono un feedback preciso: «Ab-biamo un computer tra i chirurghi e gli strumenti, per poter tenere trac-cia di tutti i movimenti. Si ha tempo per completare bene gli interventi e i movimenti inutili diminuiscono».

Altri programmi attualmente in fase di sviluppo forniscono un feedback immediato: se un medico applica troppa pressione a un pa-ziente virtuale, i suoi strumenti si illuminano di rosso. Formazione a distanza significa, inoltre, che gli studenti possono seguire lezioni te-nute da esperti di istituti geograficamente distanti.

Intuitive Surgical ha realizzato il primo prototipo di simulatore nel 2011, ma l’anno prossimo il prodotto subirà un cambiamento ra-dicale. «Stiamo creando ambienti più realistici: il realismo fotografico è simile a quello di un’immagine della telecamera rispetto a un video-gioco degli anni ‘90». (Miller dice che gli e"etti del fumo di cauterizza-zione dei tessuti molli sono ora particolarmente impressionanti).

E il suo software potrà anche aiutare i chirurghi qualificati a piani-ficare e preparare un’operazione. Un programma sviluppato da Sim-bionix consente ai chirurghi di prendere le immagini pre-operatorie dei pazienti e di fonderle con ambienti virtuali, in modo da poter-ne pianificare le procedure. La simulazione guiderà anche Ricerca e Sviluppo: l’azienda utilizzerà il software per progettare prototipi di futura strumentazione medica da applicare al sistema Da Vinci, «per vedere se esiste la possibilità di creare un prodotto reale».

Miller ha intenzione di portare il simulatore alle conferenze per farlo usare dai chirurghi e metterli in competizione fra di loro. «Avre-mo una vera classifica con dei vincitori» a"erma. La chirurgia è sem-pre più vicina ai videogiochi, con più scenari di quanto si immagini. Tom Cheshire è associate editor di Wired UK

P

Medicina

TRATTAMENTI CARDIACI CON MICROBOLLE

Gli attacchi cardiaci saranno più facili da diagnosticare e trattare grazie a minuscole bolle piene di gas che viaggiano nel sangue fino al punto danneggiato. Introdotte per via endovenosa, le microbolle, sviluppate da GE Global Research, riflettono le onde sonore, dando ai paramedici un’immagine ad ultrasuoni ad altissima risoluzione del cuore del paziente. Ove necessario potrebbero poi rilasciare, modificando l’impostazione acustica del suono, delle sostanze anticoagulanti.

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Imparo giocando a fare il chirurgo

Simulatori trasformeranno l’insegnamento delle tecniche di sala operatoria, aiutando gli studenti a essere competitivi di Tom Cheshire

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l governo degli Stati Uniti, la Synthetic Geno-mics (di cui io sono un direttore) e il J Craig Venter Institute prepareranno, nel 2014, un piano per testare nuove modalità per distri-buire i vaccini. Un campione biologico sarà consegnato a un laboratorio per essere deco-dificato. Un team di scienziati lo manipolerà, rileverà il ceppo, lo analizzerà e lo farà passa-

re attraverso un sequenziamento genetico. Poi un aereo decollerà da una base aerea militare con a bordo un prototipo di sintetizza-tore biologico che, in rotta, creerà un vaccino. Prima di atterrare, il produttore biologico avrà realizzato un vaccino che potrà difendere il cor-po umano dal patogeno influenzale ri-levato nel campione, utilizzando la se-quenza del Dna digitalizzata.

Avere un’attrezzatura portatile che può creare materiali biologicamente attivi in tempo reale, sulla base di una semplice mail, è un cambiamento im-portante rispetto alle attuali strutture di bioproduzione. In questo studio, un sequenziatore del genoma decifrerà il codice genetico di un virus influen-zale mortale, eseguirà la sequenza del gene secondo un database di prece-denti influenze avarie, suine e umane, determinerà il giusto vaccino da produrre, creerà un file che forni-sce istruzioni su come assemblare i corretti biomateriali e invierà tutte queste informazioni all’aereo in volo.Prima che l’aereo atter-ri, sarà stato creato vaccino a su!cienza .

In pochi anni, unità simili di codificazione del Dna saranno cre-ate in tutto il mondo, in strutture statali, ospedali, scuole e auto-

bus, nelle nazioni ricche e in quelle povere. I vaccini saranno sviluppa-ti, prodotti e distribuiti in tutto il mondo in poche settimane dall’i-dentificazione del patogeno.

Gli scienziati della Synthetic Genomics e del J Craig Venter In-stitute hanno costruito una mac-china prototipo che converte una sequenza di Dna digitale in ma-teriale biologico vivente e stanno codificando il più grande oligonu-cleoide del mondo. Mentre si svi-luppano le capacità delle attrezza-ture che codificano il Dna, saranno avviati progetti per convertire il Dna e trasformarlo in Rna, protei-ne e vaccini. Questi primi vaccini codificati sono solo una delle tec-nologie che saranno realizzate in parallelo alla formazione di cellule sintetiche. La produzione di oligo-nucleotidi su larga scala, utilizzan-do codificatori di Dna, ci permette-rà di codificare enormi quantità di dati e le istruzioni all’interno delle cellule. Questo, nel prossimo de-

cennio, modificherà sostanzialmente le modalità di ricerca (il come e il dove) in molti settori fra cui quello energetico, farmaceutico, chimico, agricolo, tessile e quello dei mangimi alimentari.

La capacità di creare prototipi in modo rapido e produrre con si-stemi viventi sarà la futura rivoluzione industriale.Juan Enriquez è ceo di Excel Venture Management, cofondatore di Synthetic Genomics e presidente della Harvard Medical School Ge-netics Council

Realizzare organi funzionanti, su misura, in la-boratorio sarà un momento decisivo per la medi-cina rigenerativa. Nel 2014, un primo passo verso questo obiettivo sarà lo sviluppo del primo organo da cellule staminali embrionali umane clonate.

Si stanno facendo progressi in questo campo. I pazienti che hanno bisogno di una nuova trachea possono ricevere un impianto rivestito in plastica con cellule staminali mesenchimali - un tipo di cel-lule staminali adulte - estratte dal proprio midol-lo osseo. I ricercatori stanno anche lavorando alla creazione di vesciche utilizzando tecniche simili. Inoltre, cellule staminali pluripotenti indotte (iPsc) - cellule che sono state geneticamente riprogram-mate per imitare uno stadio con caratteristiche si-mili alle cellule staminali embrionali - sono state utilizzate per creare un fegato umano in miniatura e topi fertili.

Ma queste tecniche hanno anche i loro svantaggi. Le cellule staminali adulte non sono pluripotenti, non possono di!erenziarsi in qualsiasi tipo di cel-lula o tessuto. È improbabile che da sole possano essere usate per creare organi complessi, come il cuore. Le iPsc non possono assomigliare alle cellule staminali embrionali (Ces) in termini di espressio-ne genica o profilo epigenetico.

Un approccio alternativo è la clonazione di cellu-le staminali embrionali umane attraverso un pro-cesso chiamato trasferimento nucleare da cellule somatiche (Scnt).

Il nucleo di una cellula donatrice viene trasferito in una cellula uovo il cui nucleo è stato preceden-temente rimosso. Dopo essere stata manipolata, la cellula clonata può essere coltivata in un embrione o in un animale intero. La pecora Dolly e altri ani-mali sono stati clonati in questo modo, anche se la clonazione di primati si è rivelata di"cile.

Quando inizierà la clonazione umana, potranno essere raccolte cellule staminali embrionali per la clonazione terapeutica di organi. Nel mese di mag-gio, i ricercatori della Oregon Health & Science Uni-versity hanno annunciato che per la prima volta avevano derivato Ces umane utilizzando Scnt. (Il loro ingrediente magico? La ca!eina.)

Il prossimo passo sarà quello di creare un organo semplice come una trachea o una vescica. Dopo di che, gli organi creati con le Ces derivate da trasferi-mento nucleare possono essere paragonate a quelle create con iPsc per determinare quale funzioni me-glio. Le stesse di"coltà genetiche ed epigenetiche mostrate dalle iPsc possono influire sulle Ces deri-vate dallo Scnt, quindi dovranno essere a!rontati anche problemi di sicurezza.

Il successo significherebbe risolvere due grandi problematiche di tipo medico: la carenza di organi disponibili e i rigetti da trapianto. Nel 2014, la solu-zione a questi due problemi potrebbe essere vicina.Alex B Berezow è editore e fondatore di RealClearScience e co-autore di Science Left Behind (PublicA!airs)

I

Stampa la tua vaccinazione

Servono campagne di immunizzazione su larga scala? Presto saremo in grado di produrre e inviare vaccini su ordinazione di Juan Enriquez

ORGANI UMANI RIPRODOTTI E SVILUPPATI Il 2014 segnerà una svolta nella clonazione che potrebbe portare alla produzione di organi umani di Alex B Berezow

AURICOLARI Auricolari sviluppati da HeadSense, un’azienda israeliana di recente costituzione, usano le onde sonore per misurare la pressione endocranica, senza la necessità di praticare fori.

INTUBAZIONE ROBOTICA

Nel 2014 inizieranno gli studi clinici su un sistema robotizzato che sarà in grado di inserire un tubo nella trachea di un paziente in caso di insu!cienza respiratoria. I ricercatori della Hebrew University di Gerusalemme hanno sviluppato una sonda robotica che viene guidata da una sorgente di luce infrarossa applicata all’esterno della gola.

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Articoli di: Rory Sutherland, Anne-Marie Slaughter, David Friedlander,Lior Frenkel, Michael Watts, Stephen Jacobs, Leander Kahney and Charles Spence

Illustrazioni: Cruschiform

La stampa 3D permetterà la creazione di nuove e sorprendenti forme, i Big Data raggiungeranno dimensioni tascabili e la crittografia quantistica garantirà la privacy delle comunicazioni. È forse troppo? Potrete conse-gnare una birra con un drone e lanciare applicazioni per la messaggistica

Tecnologia

Il prossimo movimento di liberazione sarà maschile, le società private combatteranno l’analfabetismo puntando a un mercato miliardario, i videogiocatori potranno fare a meno delle mani, gli smartphone faranno decollare l’Africa e, in tutto il mondo, diventeranno strumenti indispensabili della nuova cucina cool

Lifestyle

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l 19 maggio 2013, Barack Oba-ma ha tenuto un discorso alla cerimonia dei diplomi del Mo-rehouse College di Atlanta – lo storico college maschile nero, l’università in cui si laureò Mar-tin Luther King. In tale occasio-ne esortò i neolaureati dicen-do loro: «Continuate a essere di modello per tutti gli uomini. Sia-te il miglior marito per vostra moglie, o per il vostro fidanza-to, o per il vostro partner. Siate il migliore dei padri per i vostri figli. Poiché non vi è nulla di più importante». Alla fine del suo di-

scorso, Obama esortò i giovani uomini che lo stavano ascoltando a essere leader in grado di aiutare a «vedere gli uomini con occhi di-versi». Nel 2014 dobbiamo impegnarci a modificare il nostro modo di vedere l’uomo: sarà uno degli impegni più importanti dell’anno.

Molte delle diseguaglianze radicate tra i sessi che ancora persi-stono anche nelle società più socialmente evolute, non possono es-sere appianate finché gli uomini non potranno godere delle stesse opportunità di scelta delle donne, che possono occuparsi dei loro cari e lavorare per avere un reddito. Per rendere realistiche queste

scelte, tuttavia, gli uomini dovranno essere rispettati e ricompensati per le loro scelte: prendersi cura a tempo pieno dei propri cari; procrastinare un avanzamento di carriera o optare per un lavoro part-time per passare più tempo con i propri figli, i propri geni-tori, o comunque i loro cari; prende-re un congedo di paternità o chiedere orari di lavoro flessibili; rifiutare una cultura di stakanovismo, di dipenden-za dal lavoro.

Perché tutto ciò possa realizzarsi vedremo nascere un nuovo movimento maschile di cui si iniziano a vedere i primi segnali. In un blog postato a maggio, lo scrittore inglese Jack O’Sullivan, cofondatore del Fatherhood Institute, ri-fletteva sul discorso del deputato laburista Diane Abbott sulla “cri-si della mascolinità” nel Regno Unito, che sollecitava un «dibattito con una sentita partecipazione sia maschile che della dirigenza». O’Sullivan diceva che i tempi sono maturi: «Gli uomini, come le donne, stanno tardivamente sfuggendo a ciò che ora riconosciamo come i limiti del nostro genere», assaporando «un impegno mol-to più forte con i figli» e «uno sbalorditivo sviluppo della capacità maschile di ridurre i tempi lavorativi per svolgere un ruolo a tutto campo sia in famiglia che nella vita personale».

In Canada, Cameron Phillips, che aiuta le aziende a migliorare l’equilibrio tra i sessi, sostiene che gli uomini abbiano bisogno di «un’associazione maschile» – un mezzo che permetta loro di discute-re dei problemi derivanti dalla loro aspirazione a diventare «i mariti, i partner e i genitori che vorreb-bero essere». Egli segnala inoltre uno studio pubblicato nel 2013 dal Journal of Social Issues che isola lo “stigma della flessibilità” a!bbiato generalmente agli uomini (e in mi-sura minore anche alle donne) che beneficiano di politiche quali il con-gedo di paternità e l’orario elastico.

Il dibattito verte soprattutto su come gli uomini vedono gli altri uo-mini, e sul fatto che anche le donne dovranno cambiare forma mentis. Negli Stati Uniti un nuovo genere di “blog dei papà” raggruppa uo-mini che non condividono gli stere-otipi delle donne che vedono i pa-dri come genitori di seconda classe nella cura e nell’educazione dei pro-pri figli. E hanno ragione. Parecchie donne, che vorrebbero che i loro mariti o compagni dedicassero più tempo ed energie alla vita domesti-ca, applicano poi due pesi e due mi-sure e si aspettano che il loro uomo porti a casa uno stipendio se non più consistente almeno pari al loro. Tuttavia alcune donne, poche, vedo-no i loro compagni perfettamente in grado, al pari loro, di accudire un ne-onato, di organizzare i momenti di svago di un bambino, di fare la spesa o di controllare i compiti.

Le donne sono in grado di definire la mascolinità proprio come gli uomini la femminilità. Gli uomini devono valorizzare molto di più la capacità maschile di occuparsi dei loro cari ripensando al significato di “mantenere” una moglie. Allo stesso tempo le donne devono essere in grado di vedere un uomo che vuole condividere il fardello dell’impegno domestico non come meno virile, ma piutto-sto come un uomo sicuro di sé e abbastanza forte da voler rifuggire dalle convenzioni, un uomo moderno che desidera occuparsi della propria famiglia accettando di correre i rischi che comporta inve-stire se stesso a tempo pieno nella vita domestica.

Punto parecchio su questo movimento, in qualità di donna in car-riera che vede molte donne in posizioni di rilievo grazie anche ai loro coniugi che le sostengono occupandosi in toto della casa come per secoli hanno fatto le donne con i loro compagni ai vertici delle loro carriere. Ma alzo la posta in quanto madre di due figli, perché vorrei poter garantire loro la stessa libertà di scelta e la stessa ric-chezza di esperienze che hanno le figlie dei miei amici. Dobbiamo far capire ai nostri ragazzi che possono fare tutto ciò che vogliono, rimanere a casa a occuparsi della loro famiglia, fare l’insegnante delle scuole elementari o il consulente finanziario, e che il loro va-lore prescinde da ogni tipo di scelta. Il nuovo movimento maschili-sta si sta adoperando ad aprire la strada a tutto ciò.Anne-Marie Slaughter è professore di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’ università di Princeton

I

1,8 TERAFLOP La potenza di elaborazione teorica della Ps4, il videogioco della Sony. Quella del MacBook Pro Retina è di circa 60 gigaflop.

Lifestyle

CIBO STAMPATO IN 3D

In Texas la pizza uscirà direttamente da una stampante 3D. La Smrc (Systems and Materials Research Corporation), con sede a Austin, ha allo studio una stampante alimentare tridimensionale per la Nasa. Scopo del progetto è sviluppare una stampante per gli astronauti in missione verso Marte. Il progetto della Smrc si prefigge di riuscire a immagazzinare sostanze nutrienti come proteine, carboidrati e condimenti in cartucce del tutto simili a quelle per l’inchiostro, che una volta mischiate con acqua o olio, a seconda delle necessità, vengono depositati a strati come in una tradizionale stampante 3D.

Icona: Matthew Hollister TORNA A INIZIO PAGINA

Movimento di liberazione maschile: la prossima emancipazione

Vogliamo veramente la parità tra i sessi? Cambiamo la mentalità tradizionale: i neopadri, invece di restare al lavoro, devono prendere il congedo parentale di Anne-Marie Slaughter

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n programma ad alto contenuto tecnologico che si prefigge di ridurre l’analfabetismo nei paesi in via di sviluppo, si estenderà nel 2014 all’Uganda, alla Nigeria, al Ghana, all’India e al Pakistan. La Bridge International Acade-mies, che coordina questo programma, pun-ta ad alfabetizzare sei milioni di bimbi poveri entro i prossimi dieci anni.

Le Academies furono fondate a Nairobi nel 2008 da Jay Kimmel-man, che ha ora 35 anni, dall’amministratore delegato Shannon May che ha 36 anni, e da Phil Frei, rientrato negli Stati Uniti ma continuando a ricoprire la carica di presidente. Queste Academies si prefiggono di creare scuole private “low cost” nelle regioni del mondo dove l’economia è veramente in crisi.May è un’antropologa, Kimmelman è il fondatore dell’azienda di software educativi Edusoft, che ha tirato su dal nulla facendone un’attività da 15 milioni di euro l’anno prima di venderla nel 2003.La società ha sviluppato un business model di elearning che ha chiamato “academy in a box”, una scuola in cui tutto è standardiz-zato e monitorato virtualmente. Gli insegnanti sono formati a usa-re moduli standard per le lezioni, e la frequenza ai corsi e i risultati degli allievi sono tutti registrati e inviati all’u!cio centrale di Nai-robi per la valutazione.L’ubicazione di ogni scuola è scelta valutando i dati sul reddito dell’area, la presenza di miniere, e avvalendosi di informazioni trat-te dal sistema gps di geolocalizzazione e da rilevazioni da riprese aeree. L’architettura di queste scuole è uguale ovunque. Gli inse-gnanti devono vivere in zona, a una distanza percorribile a piedi. I genitori sono informati sui progressi dei loro figli via sms e pagano la retta attraverso il cellulare. La Bridge, che ha una propria casa editrice per la pubblicazione dei libri di testo, è una società profit. I genitori, per quanto poveri, devono pagare una retta di circa 3,7 euro al mese per ogni allievo (in Kenya il reddito annuo medio è di 1200 euro). La società dice che il fatto di dover pagare la retta dà ai genitori una forza contrattuale, facendo di loro una “base clienti” alla quale la Bridge deve rendere conto come una qualsiasi organiz-zazione commerciale.La Bridge sostiene di aver avviato una scuola ogni tre giorni nel 2013 e di contare a tutt’oggi 2000 dipendenti. Tra gli investitori troviamo Pierre Omidyar, fondatore di eBay, che ha contribuito al capitale di avviamento con 1,8 milioni di dollari, mentre Pearson, il più grande editore di libri scolastici del mondo, ha investito attra-verso la sua a!liata Learn Capital.Il progetto pilota in Kenya ha mostrato cosa possono fare le azien-de private in un settore generalmente controllato dalle ong. Esisto-no 700 milioni di bambini in tutto il mondo che vivono con meno di due dollari al giorno e, stando ai calcoli della Bridge, il mercato per la loro educazione vale 38 miliardi di euro.Nel 2013 Michael Watts si è occupato per The Wired World di Li-Fi, una tecnologia wireless per la trasmissione dati attraverso la luce

U

Nel 2014 una tecnologia nata per scopi diagno-stici e terapeutici, quella dei sensori Eeg e dei di-spositivi di biofeedback, uscirà dai laboratori per entrare nella quotidianità. Rispondendo alle varia-zioni dell’attività elettrica del cervello, questi ap-parecchi non solo accelereranno l’evoluzione dei videogiochi ma, stando ai produttori, ci aiuteranno anche a migliorare le nostre capacità cognitive. Ad-dirittura saranno introdotti nel campo della moda. La Neurowear, una società giapponese, ha lancia-to nel 2012 le Necomimi, le cuffie con orecchie da gatto che si muovono al ritmo delle emozioni di chi le indossa.

Necomimi e altri dispositivi similari ricorrono alla tecnologia Eeg sviluppata a fini commerciali da NeuroSky, la società californiana di sensori per la rilevazione di onde cerebrali. Uno dei partner di NeuroSky, la canadese InteraXon, sta sviluppando una cuffia per il controllo cerebrale che dovrebbe uscire sul mercato in questi mesi. Nata come pro-getto da applicare a installazioni artistiche e spet-tacoli musicali, la cu!a della InteraXon si rivolge al mercato dei videogiochi e della “salute mentale”. Il primo prodotto che uscirà dai suoi laboratori al prezzo di circa 136 euro sarà la fascia Muse. Inoltre il software development kit (Sdk) di Muse sarà reso pubblico per incoraggiare altri a sviluppare nuo-ve applicazioni. La Emotiv, una società australia-na specializzata in apparecchiature Eeg wireless, si sta rivolgendo al settore della neurologia con la Emotiv Insight, una cu!a che controlla l’attivi-tà cerebrale trasformandola in dati (più o meno la versione craniale del FuelBand della Nike). I finan-ziamenti per realizzare la cu!a sono stati raccol-ti su Kickstarter. L’azienda dice che l’Insight sarà molto più leggera delle cu!e precedenti e non ri-chiederà l’applicazione di appiccicosi gel condutti-vi tra la pelle e gli elettrodi. Su Kickstarter si era posta un obiettivo di 100mila dollari e, grazie al supporto di Wired World, la cifra raccolta è stata 14 volte superiore. La Emotiv prevede il lancio del-la cu!a nell’aprile 2014.

La Foc.us (una società inglese a dispetto del “.us”) immetterà sul mercato una tecnologia diver-sa. La sua cu!a non si prefigge di leggere il cervel-lo, ma di “overclockarlo” cioè di potenziarne le pos-sibilità attraverso la tecnologia della stimolazione transcranica a corrente continua (tDcs), tecnica che nasce per la cura di pazienti colpiti da ictus. Quattro elettrodi stimolano la corteccia prefronta-le con corrente a bassissima intensità (pochi mil-liampere). La tDcs ha una lunga storia segnata da alti e bassi. È stata utilizzata sin dagli anni Sessan-ta con successo per accelerare i livelli di apprendi-mento, aumentare la memoria di lavoro, ma anche per curare persone affette da trauma cerebrale. Foc.us si rivolge ai gamer con lo slogan: “Incendia-te le vostre sinapsi”.

Nel 2014 inoltre i gamer vedranno un’espansione dell’o"erta di meccanismi di feedback per rendere ancor più coinvolgente la loro esperienza ludica. La Valve, ideatrice della piattaforma Steam, sta speri-mentando la combinazione di sensori biofeedback in grado di misurare la sudorazione e di rilevare i movimenti oculari dei giocatori per valutarne il coinvolgimento emotivo. Il suo scopo è quello di utilizzare i dati raccolti per modificare il gioco in tempo reale, mantenendo sempre alta l’attenzione del giocatore. Nel 2014 l’azienda pensa di testare le prime versioni di questa tecnologia sui consumatori.

Intanto un gruppo di ex allievi della University of Southern California sta sviluppando il Nevermind, un puzzle-game, un horror psicologico che si av-varrà della tecnologia feedback per aumentare il disagio del gamer. Erin Reynolds, uno dei fondato-ri di Nevermind, dice che il gioco completo uscirà nell’ultimo trimestre del 2014, ma, in linea con il modello Kickstarter, coloro che hanno investito nel progetto avranno accesso ai primi livelli non appe-na questi saranno sviluppati.Stephen Jacobs è vicedirettore del Center for Media, Arts, Games, Interaction & Creativity del Rochester Institute of Technology

NEURO GAMING, GIOCA CON IL CERVELLO La Tecnologia Eeg, che o!re un’alternativa all’uso delle mani, o!rirà un’interfaccia più intima tra uomo e macchina di Stephen Jacobs

Lifestyle

TORNA A INIZIO PAGINA

4 euro al mese:e sei milioni di bambini andranno a scuola

Le aziende private lotteranno contro l’analfabetismo nel mondo gestendo un mercato potenziale da 38 miliardi di euro di Michael Watts

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el 2014 la penetrazione degli smartphone nei paesi in via di sviluppo aumenterà del 15 per cento. Secondo Michael Morgan, analista se-nior per l’aerea dei telefoni cellulari della Abi Research «gli smartphone sono pronti ad aprir-si nuove strade e nuove vie d’accesso». Entro il 2018, i paesi in via di sviluppo rappresenteran-no il principale mercato per gli smartphone.

Secondo Dorothy Ooko, direttrice per le comunicazioni e gli a!a-ri pubblici di Google, responsabile della regione orientale e franco-fona dell’Africa, «il prossimo miliardo di internauti sarà africano. I cellulari saranno la scintilla che farà scoppiare la rivoluzione».

In Africa vive una popolazione che supera il miliardo con una middle class in rapida evoluzione. Sette su dieci delle economie in rapida ascesa sono in questo continente. La penetrazione della te-lefonia mobile è all’80 per cento e, dopo l’Asia, l’Africa è il secondo mercato più vasto per la telefonia mobile. Stando alla ricerca della Abi, nel 2014 in Africa verranno venduti 123 milioni di cellulari e, di questi, 36,5 milioni saranno smartphone. Rispetto alla vendita di computer, il rapporto è di quattro a uno.

Gli smartphone Android cinesi a basso costo stanno facendo da apripista. Jimmy Wales di Wikipedia usa un telefono Android della Huawei, comprato nelle strade del Kenya per 66 euro. Il suo pare-

re? «Lo schermo è più piccolo di quel-lo dell’iPhone e la qualità non è pro-prio la stessa, ma la batteria dura due giorni». «Huawei ha dato il via alla produzione di smartphone economi-ci e ora gli altri seguono il suo esem-pio», dice Gerald Kibugi, sviluppatore di applicazioni che sta a Nairobi. Per esempio abbiamo già i Pocket Phone della Samsung; il 4Africa, nato dalla partnership tra Microsoft e Huawei, e il Yolo della Intel.

Nairobi è decisa a diventare una ca-pitale tecnologica. Attualmente ospi-ta diversi incubatori di startup come 88Mph e iHub, una comunità di 11mila

membri che fornisce una rete e un posto dove lavorare a liberi pro-fessionisti e imprenditori. A sud della città, a Konza City, il governo ha già un progetto da 10 miliardi di dollari per la costruzione di un distretto tecnologico.

Sempre in Africa società come Ibm e Nokia investono. Microsoft e Google stanno lanciando dei servizi di prova per portare internet an-che nelle zone più remote, nelle aree rurali, attraverso la rete degli spazi bianchi televisivi o con gli enormi palloni delle sonde atmosferiche.

Tutto ciò rappresenta una grande sfida. Anche se il Kenya è in rapida e forte espansione, i suoi vicini somali vivono nella totale anarchia. Le forniture elettriche sono aleatorie e centinaia di mi-gliaia di telefonini spesso vengono ricaricati una volta alla settima-na usando le batterie delle automobili. Su una penetrazione della telefonia cellulare pari a circa l’80 per cento, solo il 20 per cento degli smartphone viene collegato regolarmente a internet. Proba-bilmente il problema maggiore è rappresentato dal fatto che il nu-mero degli apparecchi cresce a un ritmo di gran lunga superiore alla capacità della rete di cui può disporre. L’analista Horace Dediu della Asymco dice che le economie emergenti ben presto dovran-no a!rontare il punto di rottura della banda larga. Gli apparecchi low cost non produrranno un reddito su"ciente per l’adeguamento delle reti poiché, sostiene Dediu, «la velocità della crescita dei te-lefonini sta rapidamente superando la crescita della rete a banda larga, e i prezzi contenuti degli apparecchi non saranno in grado di sostenere il decollo della rete».Leander Kahney è caporedattore e editore di Cultofmac.com

N

25 PER CENTO Stando agli studi di Shai Reshef dell’University of the People, l’università online, l’insegnamento in rete agli studenti del primo anno di college porterebbe un taglio dei costi del 25%.

Nel 2014 la nuova tendenza per al-cuni chef, come Juan Manuel Ar-zak a San Sebastian, in Spagna, è usare in maniera creativa la tec-nologia. Al ristorante di Arzak le portate sono servite su piatti che rilasciano fragranze in sintonia con la ricetta. I commensali di El Celler de Can Roca in Girona pos-sono scegliere un dessert servi-to con un iPod e un altoparlante.

Mentre mangiano una meringa aromatizzata ascoltano la radio-cronaca di Lionel Messi che dribbla i giocatori del Real Madrid (i cosiddetti “merengues”) per andare in goal. Quando segna viene lanciata una palla di cioccolato in una ciotola coperta da una pic-cola rete. La rete si rompe e l’insieme si può mangiare in un tri-pudio di gusto e gloria multisensoriale. (La ricetta, è ovvio, dà il meglio di sé con i tifosi del Barça.)

Ma questo genere di esperienza non si limita all’udito. Al risto-rante El Celler de Can Roca si proiettano dei video sulle pietanze servite. Per esempio ce n’è uno che fa apparire il piatto come la superficie di un uovo che improvvisamente si rompe e rivela ciò che nasconde. Miss K!, il nuovo bar ristorante parigino di Phi-lippe Starck, ha come tavoli degli schermi che proiettano tutta una serie di notiziari live delle reti asiatiche.

Lo scorso anno Caroline Hobkinson, del ristorante londinese The House of Wolf, ha partecipato alla cena annuale della The Experimental Food Society con un lecca-lecca agrodolce al cioc-colato, servito con due numeri di telefono. Digitando il primo numero il commensale ascolta una colonna sonora che mette in valore il gusto dolce della portata; e digitando il secondo sono le note più amare del dessert che vengono in primo piano: una sor-ta di “condimento digitale”. I ristoratori (e gli altri commensali) spesso odiano quando le persone usano il telefono a tavola, ma il 2014 cambierà anche questo: i telefonini diventeranno parte in-tegrante dell’esperienza culinaria.Charles Spence è a capo del Crossmodal Research Laboratory della Oxford University

PASTI MULTISENSORIALI E CENE DIGITALI Nel 2014 il cellulare a tavola entrerà a far parte dell’esperienza gastronomicadi Charles Spence

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Gli smartphone vanno forte in Africa

Il prossimo miliardo d’internauti navigherà low cost su telefonini Android, sempre che la rete riesca a sopportarne il caricodi Leander Kahney

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Articoli di: James Dyson, Chris Anderson e Tom Cheshire

Illustrazioni: Vesa Sammalisto

La stampa 3D permetterà la creazione di nuove e sorprendenti forme, i Big Data raggiungeranno dimensioni tascabili e la crittografia quantistica garantirà la privacy delle comunicazioni. È forse troppo? Potrete conse-gnare una birra con un drone e lanciare applicazioni per la messaggistica

Tecnologia

Nel campo dei trasporti, arrivano le grandi idee che cambiano tutto. E i droni? Si occuperanno anche di agricoltura. Mentre la sorveglianza diventerà ravvicinata. Grazie all’alta definizione

Ambiente

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olte menti brillanti hanno dedi-cato la loro vita a studiare come spostarsi da A a B. La tecnolo-gia del trasporto ci ha spinto ol-tre la rivoluzione industriale, e i motori a vapore stazionari sono diventati locomotive che corro-no sui binari.

Ora stiamo attraversando una fase di scarsa ispirazione. Dei treni ad alta velocità si discu-te poco. Delle automobili e del-la loro sicurezza si parla un po’ di più e i sistemi di trasporto si schiantano sotto il peso crescen-

te delle popolazioni in continuo aumento.Io appartengo alla generazione dei lettori di Eagle, uno splendi-

do fumetto con disegni schematici dettagliati che prometteva l’av-vento di un’utopia tecnologica entro l’anno 2000. Era il precurso-re domestico di Wired, con gagliardi veterani della seconda guerra mondiale alla guida di ogni possibile mezzo di trasporto; jet super-sonici capaci di volare da Northolt a Sydney in tre ore, automobi-li-elicottero con cui risolvere ogni problema di tra!co sulle auto-strade, lo spazio ormai diventato una frontiera vicina, e aspirapolveri senza sacchetto che non perdevano la capacità di aspirare. Be’, questo è quello che ricordo io.

Il rallentamento è avvenuto per-ché abbiamo spinto i confini del trasporto più lontano e più veloce-mente di quanto sia mai avvenuto in qualunque altro momento nella storia, e la scienza dei materiali e la fisica avevano bisogno di recu-perare il terreno perduto. Adesso si sono messi in pari. Ormai la fibra di carbonio viene impiegata di serie per vetture e aeroplani, e il grafe-ne e altri supermateriali occupano le prime pagine dei giornali grazie alle loro potenzialità. Mi aspetto che aprano nuove strade alla tecnologia delle batterie, di vitale importanza per lo sviluppo dei trasporti. Le na-notecnologie stanno rendendo più piccolo e più intelligente quello che prima era più grande e migliore.

L’orizzonte o"re molto di più dei treni ad alta velocità. Elon Musk ha svelato i piani per la realizzazione di Hyperloop, un veicolo simile a un treno che impiegherà 30 minuti per collegare San Francisco a Los Angeles, viaggiando in parte come se fosse su un tavolo da air-ho-ckey, in parte come un cannone a rotaia. Gli ingegneri del suo team non si accontentano di ottenere un 10% di prestazioni in più, ma vo-gliono creare un nuovo tipo di trasporto. E la tecnologia per farlo esi-ste già. Basti pensare al nuovo prototipo giapponese di treno super-veloce a levitazione magnetica per vedere quali sono le possibilità.

Il Concorde, un successo sotto il profilo ingegneristico e un disa-stro sotto quello economico, tornerà presto a nuova vita. Superso-nic Aerospace International sta sviluppando un aeroplano che pro-duce 1/100 del boato del Concorde. Nella sua prima incarnazione trasporterà solo 30 passeggeri, ma straccerà i tempi della trasvo-lata atlantica. Dopo un’interruzione di tre anni, il progetto verrà ripreso nel 2014, con l’obiettivo di far volare il Concorde entro il 2020. La tecnologia avanza talmente rapidamente che siamo a cor-to di sinonimi di “veloce”. All’inizio di quest’anno, il WaveRider di Boeing ha raggiunto la velocità di Mach 5.1. Le tecnologie sviluppa-te per il mondo militare spesso trovano applicazione nella vita di tutti i giorni. Non passerà molto tempo prima che gli sviluppi inge-gneristici di Boeing vengano tradotti in un velivolo civile. E forse anche la prossima invenzione di Dyson avrà qualcosa di supersonico.

Naturalmente il trasporto non riguarda solo i veicoli: per soste-nere queste macchine occorrono grandi infrastrutture. Le popola-zioni crescono e le città sono sempre più congestionate. Solo inge-gneri intelligenti possono risolvere il problema dell’inquinamento creato dalla rete dei trasporti urbani. L’elettrificazione delle strade è un’opzione percorribile, perché consentirebbe ai veicoli di tra-sportare batterie più piccole e quindi di essere più leggeri. In Corea è già stato realizzato un tratto di strada lungo 12 km, percorrendo il quale i veicoli elettrici si ricaricano, ed è previsto che l’esperimento sia allargato ad altre città nel 2014.

Ma le idee più grandiose arrivano dalla Cina. Huashi Future Par-king sta sviluppando un autobus sopraelevato, largo quanto due corsie, che passa sopra le vetture mentre si sposta. Il progetto pilo-ta, realizzato a Pechino, promette di ridurre le congestione del traf-fico di un terzo. Questa idea ambiziosa era stata bloccata nel 2010, ma sembra che sia stata ripresa per via dell’enorme aumento del tra!co in Cina.

Il 2014 sarà l’anno in cui gli ingegneri cambieranno marcia, e dai piccoli progetti passeranno alle grandi idee. Modelli completa-mente nuovi di trasporto possono essere realizzati solo se si lascia campo libero alle menti creative per creare tecnologie completa-mente nuove. E tutto ciò non può succedere senza l’avallo dei go-verni e delle aziende, che dovranno adottare una visione a lungo termine su ricerca e sviluppo. Le nuove scoperte nella scienza dei materiali o"rono agli ingegneri la possibilità di realizzare ciò che prima era concretamente impossibile. Gli strumenti ci sono tutti. Occorre solo che le aziende investano in progetti a lungo termine e

abbiano il coraggio di abbracciare nuove idee. Meno conservatorismo, più determinazione. Gli ingegneri più brillanti faranno bene a darsi una mossa. James Dyson è il fondatore di Dyson, il colosso degli aspirapolvere. Nel 2013 ha scritto per Wired un articolo sull’ingegneria snella

M

ELICOTTERI AUTONOMI

La Us Air Force collauderà degli elicotteri che le truppe di terra potranno chiamare utilizzando un’app. Il velivolo potrà decollare, volare, scegliere dove atterrare ed eseguire l’atterraggio automaticamente, sotto la supervisione dello smartphone di un soldato.

Ambiente

Icona: John Holcroft TORNA A INIZIO PAGINA

Trasporti? Sempre più velociDai supermateriali alle infrastrutture reinventate, nel 2014 gli ingegneri premeranno sull’acceleratore e inizieranno a concretizzare grandi idee: Hyperloop, il nuovo Concorde e... di James Dyson

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entendo pronunciare la parola “drone” pro-babilmente ci immaginiamo un qualche tipo di arma volante, pronta a lanciare missili dall’alto. La prospettiva di vederli transitare nei cieli nazionali è comprensibilmente pre-occupante. Ma nel 2014, quando i droni sa-ranno diventati una presenza consueta, pro-babilmente verranno utilizzati per irrorare

le coltivazioni, e grazie ai sensori ad alta risoluzione di cui sono provvisti miglioreranno la produttività e permetteranno di ridurre il consumo di acqua per l’irrigazione e di pesticidi.

L’agricoltura è un problema che riguarda i big data. Quasi metà di tutto ciò che viene “introdotto” in agricoltura (liquidi, pestici-di, fungicidi ed erbicidi) viene sprecata, vuoi per la distribuzione di quantità superiori al necessario, vuoi perché su obiettivi sbagliati, come per esempio sul terreno tra le piante e non sulle piante. In ge-nere si considerano questi sprechi inevitabili, per la natura stessa del metodo di irrorazione o per non correre il rischio di distribuire acqua e prodotti chimici in quantità non su!cienti.

Nel 2014 gli agricoltori sapranno quel che succede a ogni pianta: po-tranno individuare i problemi prima che si diffondano e applicare i diser-banti con precisione chirurgica. Li useranno solo se necessario e nelle dosi minime indispensabili, riducen-do la presenza della chimica nel cibo e nell’ambiente, e risparmiando denaro. In una piccola fattoria è possibile di-stribuire le giuste quantità a mano, in una grande fattoria sarà possibile far-lo con i droni.

Proviamo a pensare ai droni come a delle telecamere munite di ali (o rotori). A di"erenza dei modelli telecomandati per hobbystica, i droni sono capaci di compiere mis-sioni autonome. Volano da soli, seguendo le coordinate del gps, e di solito sono completamente indipendenti, dal momento del decollo a quello dell’atterraggio. I droni utilizzati per scopi militari costa-no milioni di dollari e volano a centinaia di metri da terra, ma quelli che si libreranno nello spazio aereo nazionale saranno più piccoli, con un diametro di circa 30-60 cm, e voleranno a meno di 120 metri da terra. Costituiranno un’alternativa di sorveglianza delle colti-vazioni migliore della visione satellitare, che è costosa e o"re solo immagini a bassa risoluzione e spesso vecchie di settimane o mesi, o dell’aeroplano privato munito di telecamera, che ha un costo ora-rio minimo di 1200 euro.

A prima vista molti droni sembrano dei piccoli aeroplani di po-listirolo, simili a quelli radiocomandati fatti volare dagli hobbisti,

ma a un esame più attento scopria-mo che hanno il pilota automatico, il gps, telecamere e sistemi radio sofisticati. Altri sono del tipo “mul-ticottero”, con quattro o sei pale che permettono al veicolo di decollare e atterrare in verticale, e di punta-re la telecamera con precisione su un’area specifica. Oggi questi droni si possono acquistare per meno di 1000 euro (approfitto di questo spa-zio per promuovere la mia azienda, la 3D Robotics, che li produce).

Tutti i robot volanti sono in gra-do di e"ettuare riprese delle colti-vazioni secondo percorsi precisi, raccogliendo foto o video. A volte l’immagine è come quella prodotta da una normale fotocamera, seb-bene da una prospettiva aerea, ma si sta di"ondendo sempre di più la tecnologia delle riprese all’infra-rosso o con spettro vicino all’infra-rosso, che consente agli agricoltori di vedere cose che non potrebbero altrimenti vedere con i loro occhi.

Una di queste rappresentazioni fotografiche, chiamata Ndvi (Nor-malised Difference Vegetation In-dex, Indice di vegetazione delle di"erenze normalizzato), non è al-tro che la di"erenza tra il modo in cui le coltivazioni riflettono la luce

rossa e la luce infrarossa. Le piante sane assorbono il rosso e riflet-tono l’infrarosso, ma quando la clorofilla è danneggiata riflettono entrambi. Le normali telecamere digitali, equipaggiate di filtri spe-ciali, riusciranno a scattare fotografie che potranno essere elabora-te in modo da mostrare l’Ndvi, dove le parti sane della vegetazio-ne saranno colorate in verde e quelle non sane o malate in rosso. Questo metodo veniva un tempo utilizzato come servizio di analisi delle coltivazioni e costava migliaia di dollari. Ora, acquistando un drone a una cifra decisamente più economica, è possibile ottenere lo stesso risultato ogni giorno, sostanzialmente senza pagare.

Molto presto sarà normale vedere questi veicoli sorvolare le col-tivazioni e di tanto in tanto scendere in picchiata per irrorare le singole piante. I droni potranno volare in stormo, come gli insetti, per coprire più rapidamente superfici maggiori. La robotica è pre-sente da tempo nell’agricoltura, pensiamo ad esempio alle mungi-trici automatiche o ai trattori guidati via gps, ma il 2014 sarà l’anno in cui decollerà. Chris Anderson, ex direttore di Wired Us, è ceo di 3D Robotics

S

IL COLORE DEL SOLE La vernice a base di materiali fotovoltaici organici plasmonici è in grado di trasformarequalunque superficie in una cella solare.

Nel 2014 le immagini prodotte dalle telecamere dei circuiti chiusi (Cctv) saranno più definite. «La qua-lità delle immagini hd può essere 95 volte superio-re a quella di una comune telecamera di tv a circu-ito chiuso» a!erma Mark Massie, direttore vendite presso Avigilon, un’azienda che produce telecame-re di sicurezza con una risoluzione di 29 megapixel. Bastano 16 di queste telecamere per controllare lo Stamford Bridge, lo stadio da 41.837 posti del Chel-sea Football Club, e 400 sono su"cienti per coprire l’intera rete di trasporti pubblici di Liverpool. «La di!erenza per il nostro settore sarà enorme» sostie-ne Simon Adcock, presidente del consiglio di ammi-nistrazione della divisione Cctv della British Securi-ty Industry Association. «Grazie all’alta definizione è possibile coprire la stessa area con un numero de-cisamente inferiore di telecamere, oppure utilizza-re lo stesso numero di telecamere ma con maggiore dettaglio».

Le telecamere hd non sono una novità, tuttavia riuscire ad analizzare una quantità così considere-vole di dati video non è stato facile. Il software per la gestione dei flussi ad alta definizione realizzato da Avigilon cerca di risolvere il problema. «Potrem-mo analizzare 12 mesi di immagini prodotte da te-lecamere a 29 megapixel e scoprire un incidente in circa un minuto», dice Massie.

Anche nel campo del riconoscimento facciale i pro-gressi sono enormi. Progettato inizialmente per rico-noscere soggetti “condiscendenti”, ovvero persone disposte a farsi riconoscere, ora è e"cace anche con soggetti “non condiscendenti”. Face Alert, un softwa-re utilizzato insieme alle telecamere hd, è in grado di identificare una persona in un solo secondo.

Altri sistemi invece capiscono le immagini che hanno acquisito: la videoanalisi, ad esempio, è in grado di individuare gli automezzi rimasti in panne sull’autostrada.

Da sempre i sistemi Cctv presentano problemi di privacy, soprattutto nel Regno Unito. «Potenzialmen-te i sistemi Cctv possono invadere la privacy», a!er-ma Adcock. «E il rischio aumenta a mano a mano che diventano più semplici da gestire e più economici». Tom Cheshire è associate editor di Wired UK

SORVEGLIANZA AD ALTA DEFINIZIONE Saremo osservati in modo più ravvicinato e dettagliato che mai, grazie a un codice capace di analizzare terabyte di immagini delle tv a circuito chiuso a 29 megapixel di Tom Cheshire

Al contadino fai sapereche il drone irriga i campiDopo avere invaso i cieli delle fattorie, i robot volanti si prenderanno cura delle coltivazioni e forniranno dati preziosi di Chris Anderson

Ambiente

FINESTRE A CIRCOLAZIONE SANGUIGNA

Le camere saranno tenute al caldo (o al freddo) da finestre ricoperte da uno strato di silicone contenente piccoli canali, simili ai vasi sanguigni, attraverso i quali verrà fatto circolare un liquido chiaro. Sviluppato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Toronto, il rivestimento impedirà il trasferimento di calore verso l’esterno in inverno e verso l’interno in estate. L’uso di un liquido con lo stesso indice di rifrazione del vetro lo renderà praticamente invisibile.

Icona: John Holcroft TORNA A INIZIO PAGINA

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Nel 2014 il paesaggio del pianeta continuerà a trasformarsi: nuovi grattacieli in vetro e città che scompaiono, corsi d’acqua che si ampliano, strade in grado di illuminarsi grazie a vernici speciali e miniere scavate nelle montagne. A!rettatevi a vedere questi luoghi prima che cambino per sempre...

Ciao & addio

Testi di Sandra Davenport e David Baker

HASANKEYF, TURCHIAAppena si concluderanno i lavori sulla diga di Ilisu, 75 km a valle del fiume Tigri, l’antica città di Hasankeyf (12mila anni) nel Sudest della Turchia scomparirà. La diga creerà un bacino di 313 km! che inonderà circa 185 tra città e villaggi. Il governo turco stima che 40mila persone perderanno la propria abitazione.

Ambiente

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PENTOMIMIUM, DUBAINel 2014 riprendono i lavori sul grattacielo Pentomimium, a Dubai, che diven-terà l’edificio residenziale più alto del mondo. La torre raggiungerà 516 metri e comprenderà 122 piani di appartamenti di lusso. Un lato dell’edificio alternerà gli appartamenti con 65 giardini pensili. L’altro lato sarà invece una facciata ver-ticale in grado di schermare la luce solare. La facciata si amplia man mano che l’edificio sale, per proteggere i balconi dei piani più alti dal vento.

Ambiente

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CANALE DI PANAMA, PANAMAIl collaudo definitivo delle due nuove chiuse sul Canale di Panama - una sull’oceano Atlantico e l’altra sul Pacifico - avrà luogo nel settembre 2014, come fase finale di un progetto quinquennale di espansione per il quale sono stati investiti 5,25 miliardi di dollari. La capacità del canale sarà raddoppiata permettendo il passaggio di navi da 49 metri di larghezza, rispetto ai 32,2 attuali. Nell’immagine è ra!gurata la chiusa davanti al lago Gatun.

Ambiente

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STRADE CHE SI ILLUMINANO NEL BUIO, OLANDAGuidare in Olanda sarà più facile grazie a strade che si illuminano nel buio con una vernice fosforescente. Durante il giorno, la vernice assorbe l’energia solare e di notte si illumina di blu per un massimo di dieci ore. Le strade saranno dotate anche di fiocchi di neve luminosi, che brillano quando la temperatura scende sotto una certa soglia e la superficie diventa scivolosa.

Ambiente

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CANDLESTICK PARK, SAN FRANCISCOIl Candlestick Park, uno stadio da 69mila posti realizzato nel 1960, che ospitava i San Francisco 49ers dal 1971, è stato chiuso nel dicembre 2013 dopo l’ultima partita e verrà demolito per far posto a un centro commerciale. La squadra si sposterà in un nuovo stadio a Santa Clara. Il Candlestick Park è anche noto per essere stato la sede dell’ultimo concerto dei Beatles, nel 1966.

Ambiente

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CAPURATA, BOLIVIAI pendii del vulcano Acotango (6.052 metri), 350 km a sud di La Paz, al confine tra Cile e Bolivia, ospiteranno una miniera di zolfo a cielo aperto. Lo scioglimento dei ghiacciai ha svelato enormi giacimenti, da cui saranno estratte circa 30 tonnellate di minerale all’anno per rifornire un’azienda di acido solforico della zona. L’accesso dal lato cileno è chiuso da uno sbarramento di mine.

Ambiente

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Articoli di: AN Hash, Jillian Jordan e David Rand, Neil Richards, Will Davis e Evan Baehr, Sr!ja Popovi" e Tom Hale

Illustrazioni: Sam Falconer

La stampa 3D permetterà la creazione di nuove e sorprendenti forme, i Big Data raggiungeranno dimensioni tascabili e la crittografia quantistica garantirà la privacy delle comunicazioni. È forse troppo? Potrete conse-gnare una birra con un drone e lanciare applicazioni per la messaggistica

Tecnologia

I droni militari si metteranno al servizio della comunità, la società incoraggerà l’altruismo mentre i cittadini sorveglieranno dal basso il potere. E, in caso di proteste, lo contrasteranno ricorrendo all’informazione invece che alle armi

Politica

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i ritorno dalla guerra, i robot mi-litari saranno impiegati in un’ope-razione di seduzione per il 2014. Dopo dieci anni di servizio in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Yemen, So-malia e altre zone turbolente, i ro-bot dovranno a!rontare - e vince-re - la battaglia per conquistare il cuore delle persone.

Nel corso dell’anno, mentre una nuova instabilità permanen-te si consolida in Afghanistan, le truppe britanniche e americane dovrebbero cominciare a riti-rarsi. E se le truppe si dirigono verso casa, i robot - veicoli a pi-

lotaggio remoto (Ugv) e aeromobili a pilotaggio remoto (Uav) - non saranno lasciati indietro. L’esercito degli Stati Uniti intende infat-ti rinnovare e reimpiegare 2.700 robot, mentre altri 2.469 saranno dirottati verso le agenzie governative americane per aiutarle nel-la sicurezza interna. La Us Border Patrol, l’agenzia di controllo e protezione delle frontiere, utilizzerà i robot veterani per ampliare la sua flotta di droni Predator che controlla il confine con il Messico.

Nel giugno del 2014, durante i Mondiali del Brasile, la polizia si avvarrà di 30 robot PackBot, simi-li a quelli impiegati in Afghanistan, per i controlli anti-bombe. Anche gli spettacoli, come il volo in for-mazione di 30 droni per promuove-re il film Star Trek Into Darkness a Londra nel 2013, saranno all’ordine del giorno nel tentativo di ottenere il sostegno della società civile. Nel dicembre del 2014, la Darpa Robo-tics Challenge (Drc) vedrà robot progettati da università e azien-de competere tra loro in uno “sce-nario catastrofico”, un esempio di soft power in azione. In questo caso, i robot saranno impiegati nel primo soccorso: come degli eroi, salveranno vite.

Per molti detrattori però il pro-blema è che il Dipartimento di Di-fesa degli Stati Uniti, che control-la la Darpa, continua a realizzare droni programmati per intervenire contro il fuoco nemico: una modifi-ca al codice, e saranno in grado di uccidere senza ordini. La pianifica-zione strategica degli attacchi mi-litari degli Stati Uniti dipende mol-tissimo da armi autonome come queste e nei prossimi anni saranno schierati sempre più Ugv e Uav au-tonomi, per passare poi agli Ucav (unmanned combat aerial vehicles). Nel 2014, il principale ostacolo alla realizzazione di questi piani sarà l’opinione pubblica.

Secondo un sondaggio condotto nel 2013 dal Pew Center, il 56% degli intervistati americani approva l’uso di droni per combattere il terrorismo internazionale, il 18% non lo sa e solo il 26% degli in-tervistati si dichiara contrario. Stando a un recente sondaggio di YouGov, l’opinione pubblica inglese è sostanzialmente allineata a quella americana. Tuttavia, se si introduce l’idea di abbandonare qualunque tipo di controllo umano, l’opinione pubblica cambia ra-dicalmente. Di 1000 americani recentemente intervistati da You-Gov e dai ricercatori dell’università del Massachusetts-Amherst, il 55% si oppone all’uso delle armi autonome mentre il 39% è “forte-mente contrario”.

Gli attivisti stanno già facendo leva su queste paure. Lanciando una protesta preventiva, la Campaign to Stop Killer Robots, una co-

alizione di ong coordinate da Human Rights Watch, sta invocando la stesu-ra di un trattato internazionale che vieti l’uso di quelli che chiama Robot Killer o Lars (Lethal Autonomous Ro-botics). Anche il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite sta dibat-tendo sull’opportunità di promuove-re una moratoria contro i robot a uso militare. In un rapporto pubblicato nell’aprile di quest’anno, pur ammet-tendo che i robot autonomi sono privi dei limiti umani a meno che non siano programmati per averne, quindi non

stuprano né commettono abusi, Christof Heyns, giurista che si oc-cupa dei diritti umani all’università di Pretoria, Sudafrica, lancia l’allarme sull’assenza nei robot di compassione e intuito, necessa-rie per interagire con gli uomini.

Qualunque siano le argomentazioni sollevate dagli attivisti per i diritti umani, riuscire a mettere fuori legge i robot killer non sarà semplice. Sulla spinta dei progressi tecnologici, delle nuove dot-trine militari e dell’imperativo economico dei contractor militari, sono in campo interessi troppo forti che hanno tutto l’interesse a non essere sconfitti. Al vincitore, il premio nel 2014: plasmare nor-me ed etica, politiche, leggi e codici sociali per determinare il gra-do di libertà che potrà essere concesso a questi robot autonomi.AN Hash scrive di relazioni tra tecnologia e società su imakecontent.net

D

Politica

PROTESTE A SOCHI

I visitatori alle Olimpiadi Invernali di Sochi assisteranno alle proteste contro le leggi anti-gay russe, che hanno messo il paese delle Olimpiadi in contrasto con gli atleti e i sostenitori più progressisti. È poco probabile che ci sia un boicottaggio unanime, tuttavia le proteste potrebbero avere un successo mediatico paragonabile al saluto delle pantere nere ai giochi di Città del Messico del 1986. Ad ogni modo, la posizione della Russia non cambierà molto, perché nel paese l’omofobia si è fusa con il nazionalismo anti-occidentale. Tom Hale

STATI UNITI IN STALLO Il Parlamento resterà sotto il controllo dei Repubblicani e questo si tradurrà in una paralisi politica negli Stati Uniti fino al 2016. TH

Icona: Gillian Blease TORNA A INIZIO PAGINA

Missione simpatia per i robot volantiI droni militari cercano di perdere la fama di guerrafondai pro-muovendo film e garantendo la sicurezza dei mondiali di calcio. Per conquistare il consenso dell’opinione pubblica di AN Hash

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a natura umana è buona o cattiva? Economi-sti, biologi, politici e la maggior parte dell’o-pinione pubblica risponderebbero che l’uomo è per natura egoista: se aiutiamo gli altri, è perché controlliamo i nostri impulsi istintivi (in genere paura di qualche punizione). Se a questo aggiungiamo un mondo basato sulla competizione e il mercato libero, le prospetti-

ve per l’altruismo diventano fosche.Nel 2014, però, questo misero ritratto del genere umano sarà ri-

baltato. I ricercatori di scienze sociali e naturali stanno raccoglien-do sempre più prove che dimostrerebbero come le persone siano programmate per prendersi cura del prossimo e come le nostre re-azioni istintive siano spesso col-laborative e altruistiche. Pensate alle centinaia di persone presenti all’attentato di Boston del 2013, il cui primo istinto è stato quello di correre verso le esplosioni piut-tosto che fuggire lontano. L’anno prossimo, capiremo che questo tipo di altruismo non costituisce un’anomalia.

Ovviamente, in laboratorio è difficile creare le condizioni per studiare la collaborazione nei casi di vita o di morte. Per questo motivo gli scienziati sfruttano i “giochi economici”, dove i sog-getti ricevono dei soldi e decido-no quanto (e se) spendere a van-taggio di altri. I ricercatori hanno così scoperto che gli impulsi istin-tivi, emozionali, svolgono un ruo-lo chiave nel motivare la collabo-razione, laddove la razionalità tende a favorire l’egoismo.

Un recente studio condotto dal-lo Human Co-operation Labora-tory presso l’università di Yale ha scoperto che, tra i partecipanti, chi prendeva più rapidamente de-cisioni tendeva a essere più colla-borativo. Obbligando i partecipan-ti a decidere in fretta, il grado di collaborazione aumentava. Anche chiedere loro di fidarsi del proprio istinto faceva aumentare la colla-borazione: i partecipanti infatti aiutavano di più gli altri dopo aver rievocato un momento della loro vita in cui l’intuizione li aveva con-dotti nella giusta direzione. Le pro-ve neuro-scientifiche evidenziano anche l’importanza dei processi emotivi, automatici, nella collabo-razione. Jamil Zaki di Stanford e Jason Mitchell di Harvard hanno scoperto che quando i partecipanti si sacrificano per gli altri, si attiva-no le regioni del cervello associate alla ricezione dei premi (anche se i soggetti stavano rinunciando a un premio). Le di!erenze nell’attività cerebrale di una persona altruista e di una egoista puntano alle regio-ni associate alle emozioni più che all’autocontrollo.

Nel 2014, comprenderemo me-glio perché siamo naturalmente predisposti ad aiutarci e questo ci permetterà di studiare dei sistemi che incoraggino i comportamenti collaborativi. Stiamo iniziando a capire che le azioni che in genere portano a buoni risultati vengono interiorizzate come prassi istinti-ve - e la collaborazione spesso pre-mia. Esistono diversi motivi per cui, nella vita di tutti i giorni, collaborare si rivela un’idea geniale: ti fa guadagnare una buona reputazione, aumenta le possibilità che i tuoi collaboratori, amici e parenti ti aiutino in futuro, costruisce capitale sociale attirando nuove connessioni e occasioni e ti tie-ne fuori dai guai con la legge. Di conseguenza, i bravi ragazzi - con istinti gentili - spesso arrivano primi.

Nel 2014, riprogetteremo i luoghi di lavoro, le comunità e le isti-tuzioni politiche per promuovere l’altruismo sostenendo chi fa la-voro di squadra e ricompensando direttamente la collaborazione.Jillian Jordan è dottoranda in psicologia mentre David Rand è assistente di psicologia, economia, scienze cognitive e amministrazione, entrambi a Yale

L

Politica

IL/LA PRESIDENTE DI DOMANI

La campagna elettorale per le presidenziali degli Stati Uniti inizierà davvero alla fine del 2014, dopo le elezioni di medio termine di novembre. Per i democratici, la maggior parte dell’azione si svolgerà dietro le quinte, con Hillary Clinton che rimanderà l’u!cializzazione della sua candidatura per tenere i potenziali rivali col fiato sospeso fino all’ultimo. I repubblicani invece non seguiranno una regola di gioco e i personaggi meno conosciuti proveranno a fare la prima mossa per portarsi in vantaggio sugli altri. Chris Christie e Marco Rubio sono nomi da tenere sott’occhio. TH

PARLAMENTARI EUROPEI ANTI-EUROPEISTI

A maggio, i cittadini di tutta Europa si recheranno alle urne per eleggere i 766 membri del Parlamento Europeo. Benché il parlamento abbia acquisito maggiori poteri negli ultimi anni, queste elezioni saranno le prime dall’inizio della crisi. Con il dilagare dei sentimenti anti-europeisti, questo parlamento rischia di essere uno dei più euroscettici mai eletti, e potrebbe rivelarsi un potenziale ostacolo ai tentativi della Ue di stabilizzare la propria unione monetaria. TH

Il bene è redditizio, parola di scienziato

Collaborare, fare squadra, sono comportamenti che premiano. Lo dimostrano i ricercatori di Stanford, Harvard e Yale di Jillian Jordan e David Rand

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a nostra è l’epoca della sorve-glianza. Le tecnologie digitali che hanno rivoluzionato la no-stra esistenza quotidiana negli ultimi trent’anni, hanno crea-to una documentazione sempre più dettagliata sulle nostre vite ad uso e consumo di governi e aziende. La polizia controlla le strade principali attraverso tele-camere di sorveglianza e droni. I pubblicitari studiano il nostro uso di internet per inviarci pub-blicità mirate.

Ma adesso la stessa sorve-glianza è messa sotto esame. Nel

2014, la società civile si impossesserà delle tecnologie di controllo (telecamere, droni, web bug e così via) e le utilizzerà per monitorare i sorveglianti. Finalmente è arrivato il momento della sousveillance.

Il termine “sousveillance” è stato coniato nel 2003 dal tecno-logo Steve Mann, ma l’idea sta facendo presa solo adesso grazie alle tecnologie convenienti e compatte che la rendono possibile. Il suo punto di forza è che l’osservazione permette il controllo. In-formazione è potere, indipendentemente da chi la detiene: gover-ni, aziende o società civile. La sousveillance è l’idea democratica che siano i cittadini a controllare dal basso le istituzioni e non il contrario. Per dirla con le parole pronunciate nel 1914 dal giudice americano Louis Brandeis «La luce del sole è considerata come il migliore dei disinfettanti; la luce elettrica il miglior poliziotto». La sousveillance rivolge questa luce verso l’alto. Assume molte forme, ma hanno tutte in comune l’idea che osservare gli osservatori tie-ne il potere sotto controllo e può produrre una società migliore. La sousveillance è The Guardian che svela il monitoraggio di internet da parte di Gchq e Nsa o sono alcuni spiritosi olandesi che, nel giu-gno 2013, hanno festeggiato il 110° anniversario della nascita di Ge-orge Orwell decorando le telecamere di sorveglianza di Utrecht con cappellini da festa. O ancora è l’associazione britannica Big Brother Watch, che ha dimostrato come l’uso di telecamere di sorveglianza non è solo invasivo della privacy, ma è spesso ine!cace, inutilizza-to e paurosamente costoso. Oppure sono i plugin per browser come Ghostery, che permettono agli utenti di internet di vedere chi li sta tracciando per agire di conseguenza.

Nel 2014, questa capacità si estenderà alle telecamere perso-nali di sousveillance. I cittadini hanno iniziato già da alcuni anni a riprendere gli scontri con le forze dell’ordine con i cellulari ed è sempre più chiaro come questo obblighi i poliziotti a svolgere con maggiore e!cienza il proprio lavoro. Ora Google Glass e altre nuo-ve tecnologie di sousveillance che verranno immesse sul mercato nel 2014 porteranno tutto questo a un livello più sofisticato.Neil Richards è docente di diritto alla Washington University di St Louis. Il suo primo libro, Intellectual Privacy, uscirà nel 2014 per la Oxford University Press. Blogga su intellectualprivacyblog.wordpress.com

L

Ricordate la famosa dichiarazio-ne di Marc Andreessen del 2011 sul Wall Street Journal, «Il software sta divorando il mondo?». Be’, nel 2014 le startup divoreranno i go-verni. E lo faranno creando mer-cati completamente nuovi. Nono-stante si sappia da tempo che le startup sono veicoli efficienti di innovazione, il loro ruolo funzio-nale all’interno della società sta cambiando. Un tempo semplice metodo più produttivo di innova-

re il mercato, le startup stanno scoprendo di avere il potere di creare mercati assolutamente nuovi, ridefinendo completamen-te il nostro modo di concepire l’allocazione e!ciente delle risor-se. Città come New York, per esempio, hanno per molto tempo regolato il servizio taxi attraverso tipici esempi di contratti di partenariato pubblico-privato: la città assegna ai vincitori delle gare d’appalto il diritto di opera-re e riscuotere incassi e in cambio il comune stabilisce le tari"e e di-sciplina i privilegi di guida, oltre a incassare un canone dalle com-pagnie di taxi. Per anni, si è dato per scontato che questo model-lo fosse l’approccio più e!ciente per gestire il settore dei traspor-ti. Eppure chiunque abbia preso di recente un taxi a New York sa che questo sistema è, in buona so-stanza, fallimentare. Se sei così fortunato da salire su un taxi che non va in mille pezzi in autostra-da, dovrai comunque trovare un metodo di pagamento che vada bene al tuo conducente. Anche i trasporti ben gestiti, come i black cab di Londra, possono essere de-scritti al massimo come program-mi gestiti al meglio nell’ambito di un modello ine!cace.

Per ironia della sorte, i quadri normativi utilizzati per limitare la concorrenza hanno portato alla nascita di mercati nuovi, come quelli creati da innovatori dei trasporti come Uber, Lyft, Cabify e BlaBlaCar. Questi servizi dimo-strano che condividere le risorse in mercati completamente acces-sibili si dimostra più e!ciente che allocare le risorse in un merca-to controllato, per quanto possa essere ben gestito. Sono aziende che non sarebbero mai sopravvissute se avessero basato i loro mo-delli di business originari sulla tradizionale struttura del parte-nariato pubblico-privato, perché molte delle loro innovazioni non sarebbero mai state possibili con le normative in vigore.

E questo fenomeno non si limita al settore dei trasporti. Khan Academy rivoluzionerà il significato di aula con i suoi corsi Mooc (Massive Open Online Courses), Aereo decimerà il consorzio del-le emittenti televisive e i bitcoin continueranno a scombussolare

l’industria dei servizi finanziari. I governi cercheranno di combat-

tere questi framework innovativi at-traverso nuove normative (incluso “il citizen arrest”, ovvero l’arresto da parte dei comuni cittadini, di chi usa i servizi di ride-sharing, come sta succedendo nell’aeroporto di San Francisco dove il servizio taxi è altamente disciplinato), ma alla fine autorizzeranno gli innovatori a operare facendosi semplicemente da parte. Questo ridurrà necessaria-

mente l’influenza dello stato sul mercato, ma senza volerlo cree-rà il miglior tipo di partner statale che un imprenditore potrebbe mai augurarsi: un partner assente. Will Davis e Evan Baehr sono cofondatori di Outbox, una startup che si occupa di servizi postali

LE STARTUP PRENDONO IL POTERE Il partenariato pubblico privato è condannato a sparire. Ma sta per emergere un nuovo modello per i nostri servizi essenziali di Will Davis e Evan Baehr

Politica

EUROPA, È TEMPO DI PICCOLE PATRIE?

I governi di Scozia e Catalogna indiranno referendum sull’indipendenza, rispettivamente, dal Regno Unito e dalla Spagna. La formulazione e le implicazioni precise dell’iniziativa scozzese sono ancora in fase di negoziazione con Westminster, mentre il voto della Catalogna sarà meramente simbolico, senza peso legislativo.Tuttavia il forte sostegno all’indipendenza darà forza ai nazionalisti di Fiandre, Corsica, Paesi Baschi e altri ancora. TH

7 MILIONI DI BARILI La quantità giornaliera di petrolio che la Cina importerà nel 2014,superando gli Stati Uniti. TH

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Gli osservatori sotto osservazioneNel 2014, la sorveglianza dal basso - sousveillance - dei cittadini metterà il potere sotto esame di Neil Richards

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USCITA DI SCENA La Nato prevede di ritirare le truppe dall’Afghanistan entro la fine del 2014, anche se 10mila - 20mila soldati potrebbero restare a tempo indeterminato. TH

l 2014 sarà segnato dal dilagare delle prote-ste di cittadini che chiedono maggiore de-mocrazia e trasparenza ai propri governi. L’insofferenza si manifesterà in luoghi ina-spettati - nessuno aveva previsto le proteste di quest’anno in Brasile, Turchia e Bosnia - e in alcuni casi innescherà cambiamenti a lungo termine, sempre più grazie all’uso dell’infor-

mazione che all’uso delle armi.Per decenni si è ritenuto che la lotta contro i regimi tirannici richie-

desse capacità militari e azioni violente, tuttavia nel 2014 molti regi-mi autocratici si concentreranno su azioni “più morbide”, per esempio mantenendo (o riconquistando) il controllo dei mezzi di informazione e chiudendo le organizzazioni non governative. E gli oppositori rispon-deranno con la stessa moneta. Que-sto nuovo genere di conflitto richie-derà dati e la capacità di usarli: la lotta armata sarà soppiantata da una lotta “informata”.

La maggior parte dei movimen-ti non violenti e sociali hanno suc-cesso grazie alla capacità dei grup-pi di opposizione di essere creativi e flessibili. Se nel 2014 gli strateghi militari non potranno semplice-mente basarsi sulla superiorità nu-merica delle loro truppe, anche gli attivisti non violenti dovranno an-dare oltre il numero di contestato-ri che riusciranno a radunare. Do-vranno invece pianificare una serie di azioni, individuare le risorse, usarle e prevedere le reazioni del regime come fossero una startup. Come con un rivale in a!ari, i lea-der dei movimenti dovranno cono-scere a fondo i regimi che sfidano e, come in ogni conflitto, regime e opposizione cercheranno degli al-leati: altri regimi e altri movimenti pro-democrazia. Questa lotta “in-formata” non riguarderà semplice-mente la conoscenza delle posizio-ni e la natura dei regimi oppressivi ma anche le competenze e la mobilitazione si dovranno arricchire di una serie di nuove tecniche non tradizionali e di attivismo creativo. Utilizzando i social media, movimenti di opposizione anche distanti tra loro, ad esempio di Iran, Cina, Bahrein, Palestina o Myanmar, saranno in grado di con-dividere tattiche ed esperienze, imparare dagli altri ed eventual-mente anche collaborare.

In occasione di sommosse popolari, i politici occidentali si chie-dono spesso cosa sia meglio fare per sostenere i movimenti pro-democrazia. Il 2014 dimostrerà che investire nell’educazione degli attivisti e istruirli a condurre una lotta e"cace e non violenta è la strada giusta. Alimentare una lotta “informata” che o!ra delle ca-pacità si dimostrerà la carta vincente per i movimenti di resistenza di tutto il mondo.Sr!ja Popovi" è direttore esecutivo del Centre for Applied Nonvio-lent Action and Strategies, una ong internazionale nel settore civile

con sede a Belgrado, Ser-bia. È borsista in scambio presso la School for Inter-national Public A#airs del-la Columbia University e nel 2013 è stato nominato tra gli Young Global Lea-der dal Forum Economico Mondiale

I

Politica

PECHINO ALLA RESA DEI CONTI

I leader cinesi dovranno fare i conti con l’opposizione delle aziende statali, le baronie u!ciali e altri gruppi di interesse. Opposizione che si farà sentire appena Pechino cercherà di spostare la propria economia da un modello di crescita sostenuto da esportazioni e investimenti pubblici a un modello più equilibrato che valorizzi i consumi interni e l’industria privata. La grande domanda è quanta fermezza mostrerà la leadership cinese nell’a"rontare le nuove élite. TH

Dalla lotta armata alla lotta “informata”

I manifestanti non violenti useranno dati, creatività e tattiche flessibili per combattere i regimi oppressivi di Sr!ja Popovi"

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Articoli di: Tej Rekhi, Imogen Heap, Nicholas White e Jake Chapman

Illustrazioni: Alex Walker

La stampa 3D permetterà la creazione di nuove e sorprendenti forme, i Big Data raggiungeranno dimensioni tascabili e la crittografia quantistica garantirà la privacy delle comunicazioni. È forse troppo? Potrete conse-gnare una birra con un drone e lanciare applicazioni per la messaggistica

Tecnologia

Gli spot televisivi saranno più intelligenti, mirati e molto probabilmente inevitabili, con una comprensione sempre più profonda dei nostri desideri. La tecnologia del futuro sarà indossabile e la vecchia editoria diventerà finalmente digitale

Media

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el 2014 si compiranno i primi tentativi seri per rendere “mirata” la pubblicità televi-siva, su misura dell’elettrodomestico o del singolo spettatore.

La pubblicità online presenta diversi van-taggi rispetto alla tradizionale pubblicità di massa. A differenza di quella stampata o te-levisiva, la pubblicità online permette ai pub-

blicitari di raggiungere gli utenti che vogliono in base al loro com-portamento individuale e, a di!erenza dei mezzi di comunicazione tradizionali, la rete o!re la possibilità di misurare l’impatto della pubblicità con metodi che mostrano il numero di persone che han-no visualizzato o fatto clic su uno spot.

Nel 2014, mirare e misurare la pubblicità assumerà un ruolo di primo piano nella televisione grazie alle nuove tecnologie presen-ti in set-top box, console e televisori. Questo si preannuncia come l’anno dello spot “mirato”.

Negli Stati Uniti, questo tipo di pubblicità è già in fase di speri-mentazione. Il canale via cavo pay-per-view Starz, che lavora con l’operatore via cavo DirectTv, sta utilizzando i dati sul numero di abbonati che usano il video on demand o i canali premium per sin-tonizzare gli spot dei programmi in funzione dei desideri di chi spende di più. Inoltre utilizza questi dati per evitare di trasmettere spot a chi è già abbonato a Starz. Il risultato è un balzo in avanti del-le vendite del 49%, rispetto a un gruppo di controllo, da parte degli utenti a cui sono state mandate in onda pubblicità mirate. Hbo ha utilizzato un sistema simile per promuovere Game of Thrones.

In Gran Bretagna, gli spot televisivi mirati dovrebbero fare il loro ingresso su BSkyB tra gennaio e giugno 2014 con il lancio del nuovo servizio AdSmart, che consentirà per la prima volta ai pub-blicitari britannici di personalizzare gli spot. Gli spot mirati an-dranno in onda anche sulle set-top box Sky+Hd e, in base alle in-formazioni sull’abbonato, saranno inseriti nei flussi televisivi live. Con AdSmart, Sky spera di avvicinarsi a un livello di segmentazio-ne dell’audience simile a quello di-sponibile per le pubblicità online. I consumatori saranno ripartiti in base a posizione geografica, stato economico, influenze e preferenze comportamentali, fase di vita ed età dei figli. Anche Virgin Media sta lavorando per sviluppare siste-mi simili per il suo servizio di vi-deo on demand. Per i pubblicitari i cui prodotti sono strettamente lega-ti a una fascia d’età, dai produttori di pannolini ai titolari di case di ripo-so, le implicazioni di questo sistema sono significative. Una casa auto-mobilistica che acquista uno slot di AdSmart in un programma popolare potrebbe trasmettere la pubblicità di un suv per famiglie sull’apparec-chio di una famiglia con bambini e quella di un modello più sportivo sull’apparecchio di un single.

I consumi televisivi sono diven-tati un’attività sempre più fles-sibile. Gli spettatori guardano i contenuti su dispositivi diversi, in formati lineari, ovvero in real time, e on demand. Di conseguenza, la loro esposizione a spot mirati po-trebbe essere influenzata non solo dai dati del loro fornitore via cavo ma anche dall’uso che fanno di dispositivi come le console. Sia la Ps4 sia la Xbox One, il cui lancio è previsto entro Natale 2013, si posizionano come sistemi di intratte-nimento multimediali.

La Xbox One Kinect sarà in grado di calcolare il numero di utenti presenti nella stanza e comunicarlo all’account Xbox Live per rac-cogliere informazioni su di loro - in questo modo sarà possibile tra-smettere spot mirati. Le aziende potrebbero ad esempio trasmet-tere a una bambina di sette anni degli spot sui giochi che usa e su quel che vede, bloccando quelli più indicati per gli adulti.

Ma questo non è che l’inizio. Il prossimo passo sarà o!rire agli spettatori un’esperienza diversa mentre guardano contemporane-amente lo stesso set. Al Ces 2013, Samsung ha lanciato quello che ha definito come il primo Tv multivisione del mondo. Due spetta-tori useranno degli speciali occhiali (dotati di propri altoparlanti integrati) per vedere contenuti radicalmente diversi. La Lg ha cre-ato un sistema simile studiato per il gaming, chiamato Dual Play, i cui occhiali, indossati da ogni giocatore, permettono due diverse visualizzazioni di gioco.

L’accettazione di queste tecnologie dipenderà da quanti multi-view set saranno acquistati e da alcuni significativi cambiamenti nelle abitudini di visualizzazione. È molto probabile che nel 2014 avremo spot indirizzabili per seguire gli spettatori nei diversi di-spositivi. Se a uno spettatore piace qualcosa che ha visto sul cel-lulare, lo stesso spot potrebbe apparire sul suo televisore. I pub-blicitari correleranno i dati discreti, come la posizione geografica e i pattern di comportamento di utenti anonimi, per desumere in modo informato chi guarda quando. L’analisi dei big data per mo-nitorare le audience tra i dispositivi e i media farà sì che gli spot vi-sti dagli spettatori siano molto più attinenti. E, esattamente come

le carte fedeltà hanno aumentato il legame tra acquirenti e commercianti che ne fanno buon uso, le tecnologie Tv indirizzabili potrebbero rendere gli spot per dispositivi mobili più per-sonali e godibili. Tej Rekhi è International innovation strategist alla Dg MediaMind

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Media

LA FINE DELLA TV TERRESTRE

Secondo Andrew Glasspool, partner amministrativo di Farncombe, una ditta di consulenza sulla tv digitale, il 2014 segnerà l’inizio della fine della tv terrestre. La tedesca Rtl terminerà le trasmissioni via etere nel 2014. In Gran Bretagna, il numero di contenuti trasmessi via internet supererà il numero di quelli via decoder, mentre la qualità video dei collegamenti internet migliorerà sempre di più.

La pubblicità mirata sa tutto di te

Decoder intelligenti e console di prossima generazione straripano di dati sulle preferenze dei loro utilizzatori. Il 2014 sarà l’anno in cui i pubblicitari si accaparreranno queste informazioni di Tej Rekhi

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a tecnologia indossabile si sta già prendendo cura di noi. L’altra sera ho aperto il frigo per mangiarmi un pezzo di formaggio ammu!to. Mentre facevo il mio spuntino, mi sono infila-ta il mio Up Wristband per dirgli di svegliarmi dopo otto ore di sonno ed è apparso un mes-saggio... che mi ricordava di non mangiare subito prima di coricarmi. Ero un po’ perples-

sa, ma non mi è dispiaciuto. In questo momento, ogni strumento tecnologico svolge il proprio ruolo discreto, ma dal prossimo anno, quando sarà più facile condividere i loro dati, avremo della tecnolo-gia indossabile ibrida con funzioni molto più complesse. Unite l’Up al WristQue, un sensore indossabile che interagisce con gli edifici smart, e avrete un dispositivo in grado di spegnere qualsiasi ele-mento di casa vostra per garantirvi un buon riposo notturno. I Go-ogle Glass o i Jet heads-up display interagiranno con tecnologie quali i Muse Eeg headband o i Valen-cell earpiece per monitorare la vostra attenzione mentale e l’indice di stress durante una tele-conferenza. Le informazioni viaggeranno attraverso gli e-textile grazie a un filo o a una fibra ottica conduttiva, che darà vita agli in-dumenti. A seconda dell’occasione, sopra i vostri slip aptici Durex Fundawear, in grado di farvi stare insieme al partner anche a di-stanza, potreste indossare un Crying Dress di Kobakant, che sparge lacrime, un Intimacy Dress di Anouk Wiprecht, realizzato in e-foil opachi che diventano trasparenti via via che qualcuno vi si avvici-na, oppure un led Galaxy Dress a colori della CuteCircuit. E se pro-prio non riuscite a decidervi, potreste indossare un tessuto biomi-metico, sviluppato da un team dell’università di Bristol, che cambia colore come un camaleonte.

Con NeuroKnitting, sviluppato dagli artisti Varvara Guljajeva e Mar Canet, potrete “pensare” la trama del tessuto direttamente sulla sciarpa, invece Thinker Thing aiuterà la mente a materializ-zare oggetti tridimensionali. Se un tempo l’elettronica stampata in 3D era troppo delicata per l’uso quotidiano sul corpo, ora un team della North Carolina State University ha sviluppato una lega di gal-lio e indio che può essere stampata in 3D senza perdere elasticità - questo significa che le connessioni interne e tra i componenti elet-tronici indossabili non si rompono con il movimento.

Potreste infilarvi un paio di guanti Isg Motion Picture per un po’ di animazione in 3D oppure uno dei miei guanti GluvTech per creare musica muovendo le mani, mentre con la giacca controller Midi di Machina potete creare le configurazioni per i vostri gadget musicali.

La maggior parte di questi oggetti richiede ovviamente energia. Quindi, saremo in grado di utilizzare abiti con gruppi batteria per ricaricare i tessuti intelligenti, con porte sul colletto o sul polsino per alimentarli di corrente aggiuntiva. Le nostre diverse tecnologie indossabili saranno anche in grado di scambiare dati e, in mezzo alla folla, potranno condividere connettività e informazio-ni per uno spot di cluster computing spontaneo.Imogen Heap è una musicista con un piedenello sviluppo di tecnologie musicali

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Media

Infilatevi qualcosa di più tecnologico

I dispositivi più interessanti del 2014 sono indossabili, collegabili e magari anche trendy di Imogen Heap

130 MILIONI Il costo del progetto del museo d’arte del ventesimo secolo di Berlino, vicino a Potsdamer Platz. I lavori inizieranno nel 2014.

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editoria potrebbe ritornare dal regno dei morti nel 2014, quando le società capiranno finalmente come fare soldi con i contenuti online - pensate a uno Zombie Apocalypse ma con meno violenza e più senso civico.

Come ha detto Ken Lerer (co-fondatore dell’Hu!ngton Post, presidente esecutivo di BuzzFeed e direttore amministrativo di Le-

rer Ventures) alla conferenza Paid Content Live tenutasi ad aprile a New York, «il mondo dei media tradizionali sta finendo, ma sta iniziando quello dei media digitali».

E per queste aziende, i numeri sono promettenti. Nel 2012, la Time Warner ha acquistato il sito di notizie sportive Bleacher Re-port per quasi 200 milioni di dollari; Vox Media, una società di con-tenuti web che pubblica Sb Nation (un blog sportivo), The Verge (news di tecnologia) e Polygon (gaming), ha dichiarato guadagni per 25 milioni di dollari in ricavi lordi mentre a settembre Nick Denton, ceo di Gawker Media, ha comunicato al proprio sta" che il sito di notizie e gossip Gawker ha incassato 2 milioni di dollari di ricavi in un solo giorno - più di quanto sperassero di realizzare in un anno intero. E si prevede che BuzzFeed genererà ricavi per 40 milioni di dollari nel 2013.

Nel 2014, queste aziende continueranno a crescere. Secondo eMarketer, una società di consulenze americana, negli Stati Uniti la spesa per il brand advertising digitale, il più venduto dai pubblici-tari, crescerà del 17% nel 2014 per arrivare a 20,5 miliardi di dolla-ri, che si aggiungono al 18% di crescita annua del 2013. La spesa in “native advertising”, come le pubblicità, dovrebbe crescere del 20% nel 2014, raggiungendo i 2,25 miliardi di dollari.

Secondo Trei Brundrett, chief product officer per Vox Media, questo porterà a un miglioramento nella qualità editoriale e pub-blicitaria. Nel 2014, a"erma, sia i brand consolidati che i nuovi mar-chi premium si concentreranno «sul pieno utilizzo di questo mezzo di comunicazione per la narrazione digitale di qualità. La qualità e il valore conteranno più che mai. Questo vale per il prodotto edi-toriale ma sarà importante soprattutto per aiutare i pubblicitari a raccontare la loro storia e spalancherà le porte del digitale al brand advertising di qualità».

Il segreto, dice, sarà unire la capacità di produrre contenuti per-sonalizzati di alta qualità con i dati sull’audience. Questo permette-rà all’editore di chiedere tari"e più alte ai pubblicitari e migliorerà il look and feel della stessa pubblicità.

Il sito musicale Pitchfork ha ab-bracciato questa strategia e adesso almeno l’80% dei suoi spot includo-no un’esecuzione personalizzata.

Ja r re t M ye r, c o - f o n d a to re del sito di notizie di cultura pop Uproxx, riferisce che i prodot-ti pubblicitari stanno iniziando a emergere. Il display assomiglierà di più alle pubblicità ed entrambi saranno integrati sul sito sia in ter-mini di grafica che di contenuti. Gli spot saranno «ben fatti e attinenti con il sito da ogni punto di vista», dice. «Il 2014 sarà l’anno in cui gli spot miglioreranno».

I puristi ribatteranno che questo farà cadere il confine tra pubblici-tà ed editoria, ma non è così - per lo meno non più di quanto abbia mai fatto un articolo sponsorizza-to. «Far prevalere la qualità sulla spazzatura è una cosa positiva, a prescindere dal fatto che sia analo-gica o digitale», dice Jim Spanfel-ler, ex ceo di Forbes.com e fondato-re del Spanfeller Media Group, che pubblica il sito gastronomico The Daily Meal. «Da ora in avanti co-struire un’attività editoriale online inizierà a cambiare radicalmente», afferma. Il giusto mix di contesto, contenuto, integrazione e dati sta iniziando a emergere appena ora.Nicholas White è ceo di The Daily Dot.

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MECENATI DELLE ARTI 3.0

Chiunque sarà in grado di sostenere le arti grazie a siti come Patreon che mettono in contatto finanziatori su piccola scala con artisti, musicisti, blogger e scrittori nel web. I donatori si impegnano a e!ettuare piccoli pagamenti ogni volta che l’artista produce qualcosa di nuovo e sono invitati a inviare un feedback sull’opera. I grandi donatori otterranno l’accesso speciale a un creatore di contenuto, una specie di Google Hangout mensile, che equivale ad un invito alla serata inaugurale. I piccoli donatori non contribuiranno a finanziare grosse organizzazioni artistiche ma potrebbero aiutare il Picasso del futuro a pagare l’a"tto in attesa del successo.

Oggi cerchiamo le risposte alle no-stre domande su Google. Ma a par-tire dal 2014, il nostro telefonino anticiperà le nostre richieste, farà ricerche e ci dirà quel che voglia-mo sapere, a volte anche prima di esserci posti la domanda. Benve-nuti nella rivoluzione della mes-saggistica push. I messaggi push sono informazioni che vengono inviate piuttosto che richieste. Benché questo tipo di tecnologia non sia nuova, due recenti svilup-

pi stanno aprendo la strada a un enorme incremento: un prati-co canale per inviare questo tipo di messaggi e sistemi sofisticati capaci di prevedere le necessità dell’utente. Questo canale è lo smartphone. Abi Research prevede che ci saranno 1,4 miliardi di smartphone attivi in tutto il mondo entro la fine del 2013, con una quasi onnipresenza nei paesi industrializzati.

C’è stato anche un grande passo avanti nell’elaborazione dei big data. Supportati da un’informatica incredibilmente potente, i nostri dispositivi portatili possono ora monitorare in tempo re-ale il mondo che ci circonda. Utilizziamo applicazioni interamen-te capaci di anticipare molte delle nostre necessità quotidiane, dalle semplici previsioni del tempo alle informazioni sul tra!co fino ad aggiornamenti dinamici della nostra giornata.

Probabilmente avete già scaricato delle applicazioni che, sen-za che glielo chiediate, vi danno le informazioni che vi servono. Se usate regolarmente i trasporti pubblici, è probabile che usiate delle applicazioni per consultare gli orari. Queste raccolgono in-formazioni sui ritardi, le confrontano con il vostro itinerario e vi inviano degli alert se c’è qualcosa che non va. Gli appassionati di calcio invece potrebbero usare delle app che forniscono il risul-tato della loro squadra del cuore.

In questi casi, si tratta di usi specifici. Ma Google ha fatto un passo avanti con Google Now. Sincronizzato con i vostri account Google, inclusa la posta elettronica e il calendario, Google Now ha accesso a tutte le vostre ricerche personali e ai dati sulla vo-stra posizione e li usa per dirvi il livello di tra!co che potreste trovare sulla strada per l’u!cio, quando uscire di casa e se por-tare l’ombrello. Può anche darvi i risultati delle vostre squadre del cuore e inviarvi una notifica quando stanno per consegnarvi un pacco. In nessun caso è richiesto l’input dell’utente. Strumen-ti simili sono offerti anche da altre applicazioni, come Sherpa personal assistant, molto in voga in Spagna e America del Sud.

Se Google Now si concentra sulle previsioni delle esigenze future attraverso l’analisi del comportamento passato, Expect Labs pensa al presente. Si tratta della società che sta dietro a MindMeld, una app in grado di ascoltare le conversazioni del te-lefonino e o"rire informazioni importanti in tempo reale. Anche se è ancora in fase di sviluppo, presto gli utenti potranno esse-re “ascoltati” mentre discutono con gli amici su dove andare per cena e ricevere raccomandazioni di ristoranti.

Urban Airship, una delle più grandi aziende che o"re servizi push alle società che cercano di raggiungere gli smartphone dei consumatori, ha osservato che le possibilità che i consumatori continuino a usare un’applicazione che invia messaggi push sono più del doppio rispetto alle altre applicazioni. Inoltre, la proba-bilità che gli utenti siano coinvolti da questo tipo di applicazioni sono più che quadruple. Ciò significa che la messaggistica push non potrà che aumentare. Nel 2010, l’azienda ha abilitato 1,7 mi-liardi di messaggi pubblicitari push. Nel 2012, la cifra era cre-sciuta a 31,7 miliardi. Se continua così, l’azienda invierà quasi 300 miliardi di messaggi di questo genere nel 2014 per conto delle aziende.

Nuove interfacce, in particolare i dispositivi indossabili, si presteranno meglio degli smartphone a ricevere questo tipo di messaggio: basti pensare ai Google Glass o al tanto favoleggiato orologio Apple. Entro la fine del 2014, la maggior parte delle in-formazioni attualmente ricercate saranno presentate da dispo-sitivi appositamente realizzati per questo scopo e saranno abi-litate da strumenti come Google Now. I generosi proprietari dei vostri robot saranno più che lieti di tenervi informati. Jake Chapman è vicepresidente di strategia aziendale per Sazze, una piattaforma di recensione di prodotti

IL TUO CELLULARE SAPRÀ COSA VUOI PRIMA DI TE La messaggistica push utilizzerà il nostro comportamento passato per prevedere la nostra prossima mossa di Jake Chapman

Media

I siti di contenuti sono i nuovi Big Media

L’editoria online è stata quasi sempre un articolo civetta. Con l’arrivo degli spot mirati, tutto questo cambierà di Nicholas White

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Articoli di: Naval Ravikant, Shahid Hussain, Tom Cheshire, Kate Raworth, Hiroshi Mikitani, Mikko Hyppönen, Leander Kahney, Brian Bell, Saul Klein e Tim Harford

Illustrazioni: Halfpastwelve

La stampa 3D permetterà la creazione di nuove e sorprendenti forme, i Big Data raggiungeranno dimensioni tascabili e la crittografia quantistica garantirà la privacy delle comunicazioni. È forse troppo? Potrete conse-gnare una birra con un drone e lanciare applicazioni per la messaggistica

Tecnologia

La Cina avrà un’influenza sempre maggiore nella progettazione dei prodotti e gli acquirenti potranno sfruttare i vantaggi dei servizi di sottoscrizione (Bitcoin). Le società quotate in Borsa saranno più innovative e la finanza sarà meno spericolata. Ma l’umanità riuscirà a rimanere in una “zona di sicurezza”?

Economia

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itcoin, il sistema digitale su cui si basa la valu-ta Bitcoin, diverrà una piattaforma per la crea-zione di nuovi servizi finanziari, molti dei qua-li attualmente impossibili da realizzare o che necessitano di un massiccio intervento di terzi.

Con il linguaggio script di Bitcoin è possi-bile gestire transazioni molto più complesse dei semplici trasferimenti di denaro da X a Y. I pagamenti possono essere e!ettuati automa-

ticamente non appena vengono approvati dalla maggioranza delle parti coinvolte: un sistema particolarmente e"cace per l’emissione di fondi Kickstarter o per la gestione dei costi aziendali. È possibi-le programmare i depositi in garanzia per svincolarli non appena un arbitro indipendente accerta che il fornitore ha consegnato la merce (e l’account può essere chiuso elettronicamente dall’arbitro stesso). Il denaro può essere bloccato in modo che possa prelevar-lo dal conto bancario di un minore solo il minore e un genitore. Le transazioni possono essere elaborate perfino in base a numeri in-dovinabili, spianando la strada a chiunque voglia istituire lotterie a costi prossimi allo zero.

Le transazioni, inoltre, non sono limitate al trasferimento di fon-di: il sistema funziona anche con smart object. Per la vendita di un’auto, ad esempio, Bitcoin potrebbe collegare la chiave elettroni-ca (o lo smartphone) dell’acquirente al sistema di sicurezza dell’au-to quando il pagamento viene concluso (e disabilitare la chiave del venditore). Tutto ciò è possibile senza consulenti legali, banche o società assicurative. Basta solo un semplice codice.

Poiché tutti hanno una copia della block chain Bitcoin, dove ven-gono registrate tutte le transazioni, è facile creare account e trac-ciare i pagamenti. E la funzione di marcatura oraria attendibile del sistema, con firma crittografica per ogni documento, appone data e ora al documento e lo colloca nella block chain a"nché chiunque possa verificare l’esistenza del documento in un determinato mo-mento. Firmando il documento con la propria chiave privata e chie-dendo all’altra parte di firmare con la sua, il documento diventa un contratto con marcatura oraria incontestabile, con sottoscrizione reciproca senza bisogno di rivolgersi a consulenti legali o di procu-rarsi testimoni.

A questo punto, per la gestione di azioni e lo scambio delle obbli-gazioni tramite Bitcoin il passo è breve.

Bitcoin, inoltre, si serve di un’Api aperta; lo sviluppo di contenuti e la pubblicazione tramite il web ormai sono alla portata di tutti, e con Bitcoin saranno alla portata di tutti anche i servizi finanziari. Qualunque programmatore competente sarà in grado di sviluppa-re prodotti per la gestione di denaro liquido, pagamenti, depositi fiduciari, testamenti, atti notarili, lotterie, dividendi, piccoli paga-menti, sottoscrizioni, raccolta di fondi e altro. Mentre le banche e

le società di carte di credito tradizionali limi-tano l’accesso alla loro infrastruttura di paga-mento a pochi soggetti attendibili, Bitcoin sarà aperta a tutti.Naval Ravikant è angel investor, ad e cofondatore di AngelList, e fondatore di Venture Hacks

Attenzione: Bitcoin non è solo denaroLa criptovaluta più nota al mondo sta cambiando. Molto presto con Bitcoin sarà possibile creare associazioni di beneficenza, emettere fondi Kickstarter e tracciare i pagamenti di Naval Ravikant

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elettronica di consumo più so-fisticata della Gran Bretagna dall’anno prossimo sarà prodot-ta e marchiata in Cina.Tra gli innumerevoli dispositivi prodotti attualmente a Taiwan o in Cina, quasi nessuno ha un marchio non occidentale. Que-sto perché i consumatori occi-dentali sono più importanti e possono spendere di più in valu-te molto più solide.Un team inglese di branding comprende le esigenze del con-sumatore britannico meglio di chiunque altro.

Nel 2014, però, si prevede una svolta. Secondo la Banca mondiale, il reddito della popolazione cinese sta registrando un costante au-mento, (con un incremento del Pil compreso tra l’8 e il 10% annuo registrato tra il 2009 e il 2011), per cui l’ago della bilancia pende verso l’Est. Le conseguenze sono già evidenti: all’inizio del 2013 il numero di dispositivi iOS e Android in Cina è stato superiore a quello degli Stati Uniti.Le aziende hanno sempre prodotto dispositivi per la fascia più ampia di consumatori prima di adattarli ad altri mercati, per esempio cam-biando la tastiera di un pc portati-le con il layout inglese o il testo dei manuali. Il mercato più vasto oggi è quello cinese. Per tale motivo, in-vece delle aziende statunitensi che producono dispositivi per il merca-to statunitense e la loro successi-va internazionalizzazione per altri mercati, ci saranno società cinesi che cominceranno a creare dispo-sitivi per la Cina e li internaziona-lizzeranno per i paesi occidentali. Già esistono vari esempi sul mer-cato: Oppo Find 5, uno smartpho-ne Ips da 5 pollici con funzionalità superiori alla maggior parte degli smartphone più performanti; Hi-sense Sero 7, una copia perfetta del Nexus 7 di Google con l’aggiunta di un’interfaccia multimediale ad alta definizione e di una memoria espandibile, che costa 50 dolla-ri in meno ed è in vendita da Wal-mart. Entro il 2014 sarà disponi-bile l’Xiaomi Red Rice, un telefono Android da 4,7 pollici, risoluzione 720p e processore quad-core, at-tualmente reperibile in Cina per 130 dollari. E questo è il prezzo ini-ziale: se la vendita di simili dispo-sitivi sarà autorizzata nei vari pa-esi, nulla impedirà ai rivenditori di acquistarli in massa.L’ultimo ostacolo è il marketing. Le aziende tecnologiche occidentali sanno esattamente come stimolare i consumatori occidentali, ma i venditori cinesi imparano rapidamente.Visitate oppostyle.com per saperne di più su Oppo Find 5 e per ve-dere la campagna multimediale “When technology meets affec-tion”, la tecnologia capace di suscitare emozioni. Può sembrare banale, ma mira a suscitare una risposta emotiva in modo analogo agli annunci per Spotify o Apple: giovani (occidentali) alla moda, telecamera, tavolozze di colori Instagram e un noto motivo pop. La copia è ancora un po’ grezza, ma presto sarà ra!nata e la vedremo sui nostri schermi televisivi, e i dispositivi non solo costruiti, ma progettati in Cina e con marchio cinese cominceranno a penetrare nei nostri mercati. Shahid Hussain vanta una lunga esperienza di marketing per l’e-lettronica ed è autore di The No Bullshit Guide to Product Manage-ment (Amazon)

L’

Gli u!ci nel 2014 non saranno veri e propri u!ci, ma luoghi di lavoro “fluidi”, che porteranno lavoro al lavoratore e il lavoratore al lavoro.Tramite siti come oDesk, Ta-skRabbit e PeoplePerHour, i datori di lavoro pubblicheranno i lavori online e i freelance faranno o"erte per aggiudicarseli. Alcuni proget-ti riguarderanno web e sviluppo software, scrittura e traduzione, design, gestione dei rapporti con i

clienti, vendita e marketing, e persino strategia aziendale. «Co-nosciamo bene il software come servizio», a"erma Swart, ad di oDesk’s. «Adesso è il momento del talento come servizio».Il luogo di lavoro “fluido” nasce dall’incontro tra capitalismo flessibile e connettività online. «È la prima volta che una per-sona, lavorando da casa e sfruttando le sue particolari capacità o competenze di nicchia, che prima era sprovvista di mezzi per raggiungere i clienti, può proporsi ai potenziali clienti senza do-ver sostenere spese», sostiene Danny Rimer, socio di Index Ven-tures, che ha investito nelle aziende di assistenza on demand Ta-skRabbit e PeoplePerHour. «Il luogo di lavoro “fluido” collega con precisione le capacità e il talento del fornitore con la domanda, ancorché variabile. Nei prossimi 12-18 mesi questo tipo di lavoro da subcultura diventerà un settore economico a tutti gli e"etti».La società di ricerca Staffing Industry Analysts sostiene che la spesa per il personale online da 1 miliardo di dollari nel 2013 supe-rerà i 5 miliardi di dollari nel 2018. Swart aggiunge che nel 2007 quattro categorie coprivano il 90% del lavoro su oDesk, ma entro il 2012 diventarono 35 e il sito attirava oltre 550mila clienti.Secondo Rimer, alcuni “rabbit” guadagnano 10mila dollari al mese. Swart a"erma che i principali lavoratori su oDesk guada-gnano fino a 150 dollari l’ora, ma la paga media per le competen-ze tecniche si attesta sui 20-30 dollari e quella per le competen-ze di marketing attorno ai 17 dollari. Il luogo di lavoro “fluido”,

però, presenta le sue criticità e non si può dire che sia il paradi-so dei lavoratori. Le tari"e o"erte per gli articoli di The wired world pubblicati si aggirano sugli 8 dol-lari per un articolo di 450 parole (poco anche rispetto agli attuali bassi standard per i giornalisti), e per lo più i lavoratori hanno problemi a farsi pagare, mentre i sindacati hanno poca influenza. Rimer, però, è ottimista. «Questi problemi verranno risolti», so-stiene, «con il consolidamento del p2p, tramite valutazioni, consigli e recensioni». Col tempo, sostie-ne Swart, il luogo di lavoro “flui-do” farà parte della strategia di qualunque azienda: «In sede lavo-reranno dipendenti permanenti e temporanei, partner dello stesso ecosistema, con una percentua-le proveniente dal web ubicata in qualunque parte del mondo». (Due terzi della forza di lavoro di oDe-sk lavora online in remoto). Rimer concorda e sostiene che il luogo di lavoro “fluido” «reinventa il mon-do del lavoro dando libero sfogo alle capacità imprenditoriali».Tom Cheshire è associate editor di Wired UK

LA DIFFUSIONE DEL POSTO DI LAVORO “FLUIDO” La vita d’u!cio includerà dipendenti che lavorano in sede e dipendenti che lavorano in remoto di Tom Cheshire

Economia

COLLABORAZIONE TRA UOMO E MACCHINA

La collaborazione tra uomini e macchine si intensificherà ulteriormente seguendo l’avvicinamento continuo delle tecnologie al “plateau di produttività” dell’”Hype Cycle” di Gartner. Secondo la società di consulenza, le funzionalità analitiche, gli strumenti di riconoscimento vocale, la Location Intelligence e i servizi telematici per i consumatori favoriranno l’interazione tra uomini e robot. I ricercatori citano il sistema Watson di IBM, che e!ettua ricerche preliminari per i medici e il progetto Kismet del MIT, in grado di percepire le interazioni sociali degli esseri umani, come esempi di tecnologie che aiuteranno gli uomini a lavorare e a imparare meglio.

REPORTING INTEGRATO

L’International Integrated Reporting Council concluderà il suo programma pilota alla fine del 2013, sostenendo le aziende che generano altri tipi di report oltre a quelli relativi agli aspetti finanziari. Lo scopo del programma è spingere le società a pubblicare informazioni su altre cinque risorse fondamentali: produzione, risorse umane/intellettuali, aspetti sociali/relazioni, fattori ambientali e naturali. La speranza è che in questo modo si possa comprendere meglio un’azienda attraverso le sue attività.

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Il boom del “prodotto e distribuito in Cina”

Con l’aumento di potere dei consumatori asiatici cominceremo a vedere prodotti tecnologici conformi anche ai requisiti di altri paesi di Shahid Hussain

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el 2014 i governi di tutto il mondo pubbliche-ranno una serie di obiettivi di sviluppo so-stenibile per l’umanità da realizzare entro il 2030. A settembre, inoltre, il segretario gene-rale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ospiterà un summit di leader mondiali per parlare dei cambiamenti climatici. Il Pil non sarà l’unico indicatore di successo e le iniziative saranno

finalizzate a scoprire i metodi per rientrare nella “zona di sicurez-za”, cioè una zona compresa tra i limiti sociali e i limiti planetari.

Le decisioni dell’anno in corso avranno un’importanza fonda-mentale. Entro il 2030 tre miliardi di persone apparterranno alla middle class: se si nutriranno, acquisteranno, voleranno e guide-ranno come gli attuali consumatori benestanti, le risorse naturali del nostro pianeta dovranno sostenere una pressione catastrofica. La “zona di sicurezza” è lo spazio tra l’uso minimo delle risorse per garantire il benessere di tutta l’umanità e la pressione massima che l’uomo può esercitare sulle risorse del pianeta.

Gli standard minimi per i livel-li di benessere sono stati delineati di comune accordo nelle normati-ve internazionali sui diritti umani. Recentemente è stato definito il livello massimo di risorse richie-ste dall’umanità ed è il risultato del lavoro svolto nel 2009 da un team guidato da Johan Rockström, pro-fessore e direttore dello Stockholm Resilience Centre. Il gruppo ha identificato nove processi globa-li fondamentali per la permanen-za della terra nell’olocene, lo stato planetario stabile.

Tali processi, con la pressione delle attività umane, possono dar luogo a cambiamenti irreversibili. Se si preleva troppa acqua dai fiu-mi e dalle falde freatiche, si posso-no prosciugare le sorgenti d’acqua (com’è successo con il Lago Aral) e alterare il ciclo delle precipitazioni e dei monsoni. L’utilizzo eccessivo di fertilizzanti azotati, con il con-seguente riversamento nei fiumi e negli oceani, causa la crescita delle alghe e la morte degli ambienti acquatici. (L’estensione di una di queste zone morte, nel Golfo del Messico, è pari a quella del Connecticut). I gas serra possono cau-sare lo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia. Il gruppo di Stoc-colma ha proposto dei vincoli a livello planetario per scongiurare queste zone di pericolo (v. grafico).

Il compito adesso è trovare un modo per vivere senza infrange-re questi limiti minimi e massimi, la “base sociale” e il “tetto am-bientale”, concetti fondamentali per il benessere dell’umanità. Non sarà per niente facile. Oltre un miliardo di persone vive ancora al di sotto della base sociale: il 13% degli esseri umani è in condizio-ni di denutrizione, il 19% degli abitanti del pianeta non ha accesso all’elettricità e il 21% dell’umanità vive con meno di 80 centesimi di dollaro al giorno. Nel frattempo, l’umanità ha superato almeno tre limiti planetari: cambiamenti climatici, uso dell’azoto e perdita delle biodiversità. Nel 2014 le organizzazioni globali, dall’Assem-blea generale delle Nazioni Unite ai governi e alle aziende naziona-li, saranno costrette a escogitare un sistema per tornare indietro e sopperire alle crescenti esigenze dell’umanità.Kate Raworth è ricercatrice associata ospite presso l’Environmental Change Institute dell’università di Oxford

L’ECONOMIA DELLA CLESSIDRA

Le aziende che servono il mercato di fascia media saranno schiacciate dalla crescita degli strati superiori e inferiori dell’economia. Secondo Rita McGrath (Columbia Business School), aziende come Marks & Spencer e JC Penney dovranno a!rontare tempi duri, mentre cresceranno i produttori di beni di lusso e i pound store.

Un salvagente per il pianeta

Il futuro del benessere dell’umanità dipende da una serie di indicatori sociali e geografici. Uscire dalla “zona di sicurezza” è un rischio da non sottovalutare di Kate Raworth

N

SVILUPPO ECONOMICO GENERALIZZATO E SOSTENIB

ILE

UNO SPAZIO SICURO E GIUSTO PER L’UMANITA’

I LIMITI DI SOGLIA AMBIENTALI

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LAVORI

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GIA

UGUAGLIANZA

SOCIALE

UGUAGLIANZA DEI SESSI

SALUTE

Icona: Parko Polo TORNA A INIZIO PAGINA

Page 47: MEDICINA / LIFESTYLE MEDIA / POLITICA / SCIENZA & …statics.wired.it/files/site/20140130/Wired-Speciale-2014.pdfSony SmartWatch, in dispositivi per il fitness come Motorola Mo-toactiv,

l mondo sta passando da un’economia di pro-dotti a un’economia di sottoscrizioni, favorita da tendenze tecnologiche come il cloud com-puting e i connected object.

Con i tablet e gli smartphone i consumato-ri hanno già la possibilità di iscriversi rapida-mente e ovunque per accedere ai propri con-tenuti preferiti. Nel 2014 altri tipi di beni, ad

esempio le auto e gli elettrodomestici, saranno progettati per esse-re collegati a internet, aprendo così la via a nuovi prodotti e servizi distribuiti tramite sottoscrizioni.

L’economia delle sottoscrizioni è stata dominata finora da azien-de giovani come Netflix, Spotify e Zipcar. Nel 2014, però, saranno sempre più le grosse società consolidate a interessarsi a questo fenomeno. Un chiaro esempio è l’Avis, che ha acquisito Zipcar per 500 milioni di dollari: l’azienda è ormai consapevole che i consu-matori pretendono la flessibilità di un servizio con sottoscrizione.

Lo stesso sta accadendo nel mondo del b2b: società come Sap, Hp e Dell stanno acquisendo azien-de basate sulla sottoscrizione. Di recente, Adobe ha annunciato il passaggio dai prodotti fisici con licenze perpetue a un modello di sottoscrizione basato su cloud per prodotti come Photoshop e InDe-sign. I modelli di sottoscrizione ir-romperanno anche nei servizi pub-blici. Amazon, per esempio, offre in prestito per un certo periodo di tempo i volumi di una biblioteca digitale (i libri per Kindle tecnica-mente vengono noleggiati e non acquistati). Ma ora le librerie pub-bliche inglesi (non Amazon, fino-ra) cominciano a offrire ai lettori la possibilità di scaricare ebook da casa. Si prevede un’accelerazione del passaggio ai servizi basati sulla sottoscrizione. In parte si tratta di un fenomeno generazionale, come l’attitudine al cambio di proprietà. I consumatori più giovani (fino ai 30 anni) si sono dimostrati più di-sinvolti nella condivisione di gio-cattoli, auto, film e capi d’abbiglia-mento, e sono intolleranti verso modelli di consumismo ine!cienti. Il nuovo modello promuove la sostenibilità: anziché acquistare supporti fisici che potrebbero fi-nire in discarica, i consumatori possono pagare una sottoscrizione a Spotify e accedere istantaneamente a una raccolta di musica digi-tale con milioni di brani. Questo fenomeno favorisce anche l’inno-vazione: un prodotto basato su cloud può essere aggiornato quasi continuamente.

Tutto ciò, però, non sancisce la scomparsa definitiva del concetto di proprietà: il desiderio di possedere determinati oggetti è troppo forte, ma la proprietà diventerà qualcosa di più speciale e più signi-ficativo, e questo cambiamento spianerà la via a opportunità com-merciali particolarmente allettanti. Brian Bell è chief marketing o!cer di Zuora, che sviluppa software basati sulla sottoscrizione

MOMENTO D’ORO PER GLI ANTIVIRUS

Secondo Gartner, azien-da che si occupa di con-sulenza aziendale, porta-re i programmi dei propri dispositivi sul luogo di lavoro fornirà una spinta al settore della sicurezza su internet, dal momento che i responsabili infor-matici impongono l’in-stallazione di programmi di sicurezza sui dispositivi dei dipendenti. Il mer-cato degli antivirus sui dispositivi mobili non decolla perché gli utenti a!dano la loro sicurez-za ai provider dei servizi internet.

Uno dei sogni di Steve Jobs era la creazione di una linea di prodotti che fossero “Progettati in Califor-nia da Apple e assemblati da robot”. Ora l’azienda sta passando gradualmente dalla produzione con manodopera in fabbriche affollate alla realizza-zione di prodotti in impianti automatizzati azio-nati da macchinari, e questa transizione potrebbe concludersi nel 2014. Questa possibilità per Apple è concreta poiché l’azienda ha spostato quasi tutta la produzione al cosiddetto “unibody”, un proces-so di lavorazione con cui i case dei computer por-tatili vengono ricavati da solidi blocchi di allumi-nio. Con “unibody” i case dei computer saranno più resistenti, più leggeri e più rigidi, come dimostra il sottilissimo MacBook Air di recente produzione. E saranno anche più ecologici, perché tutto il metallo in eccesso verrà riciclato e riutilizzato.

La produzione con macchinari viene general-mente utilizzata per creare pezzi unici o piccoli lot-ti di prodotti di fascia alta. Finora nessuno ha uti-lizzato questo sistema per produzioni industriali su larga scala. Mentre la produzione di iPhone ha raggiunto milioni di unità all’anno, Apple ha con-temporaneamente attuato massicci investimenti in macchinari Cnc (Computer Numerical Control) a controllo numerico computerizzato. Nessuno sa di quanti macchinari Cnc dispongano attualmen-te Apple e Foxconn, l’azienda che si occupa della produzione Apple, ma nel 2012, concentrata sulla produzione di iPhone 5 e iPad 3 (prodotti entrambi “unibody”), Apple ha stanziato un capitale di 10,3 miliardi di dollari per lo più nella produzione. Te-stimoni diretti riferiscono di investimenti massicci nei macchinari Cnc.

«In Foxconn ho visto stabilimenti zeppi di mac-chinari che intagliavano per lo più l’alluminio esclusivamente per Apple», sostiene Gautam Baksi, ex design engineer dei prodotti Apple. «Devono avere strutture veramente enormi, piene di questi macchinari che fabbricano gli iMac o il guscio po-steriore degli iPhone». Con migliaia di macchinari Cnc a disposizione, tutti i principali prodotti, iPho-ne, iPad, iPod, MacBook e iMac, sono passati al pro-cesso “unibody”. Ecco perché le dimensioni di iPho-ne, iPad e MacBook sono diventate così contenute. In ognuno di questi prodotti, piastra e telaio sono un pezzo unico in cui sono intagliate le borchie per le viti per l’applicazione degli altri componenti. I robot possono eseguire molti movimenti precisi in una frazione di secondo.

Apple è molto riservata riguardo a questo pro-cesso produttivo e non ha dato seguito alle nostre richieste di approfondimento, ma sembra che una parte sempre più vasta della sua produzione sia gestita da robot. Come il processo “unibody”, l’ul-timo iMac evidenzia i segni delle saldature Fsw (Friction Stir Welding) gestite da macchinari Cnc. Molti fori, griglie per altoparlanti, porte e aperture vengono create da trapani al laser azionati da mac-chinari Cnc. Da tempo, inoltre, i circuiti stampati vengono assemblati da robot pick-and-pack. Molti dei prodotti più recenti di Apple, poi, sono incollati: si tratta di lavorazioni che generalmente vengono eseguite da robot di precisione su scala industriale.

L’azienda ha dovuto comunque gestire le accuse di complicità nello sfruttamento della manodopera in Foxconn. Nel 2104, nelle linee di produzione Ap-ple saranno molto pochi i prodotti assemblati ma-nualmente.Leander Kahney è curatore ed editore di cultofmac.com

APPLE ADOTTA LA PRODUZIONE ROBOTIZZATA I processi di lavorazione “unibody” elimineranno la lavorazione manuale (e il problema dello sfruttamento della manodopera). di Leander Kahney

Un mondo di sottoscrizioni

Una nuova generazione rivede il concetto di proprietà personale, applicando il modello Spotify/Netflix ad altri settori. di Brian Bell

I

Economia

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a una ricerca aggiornata di Bcg (Boston Consulting Group) ri-sulta che in base alla percen-tuale del Pil la Gran Bretagna manterrà la sua posizione di le-adership nell’economia di inter-net. Entro il 2016 i prodotti e i servizi distribuiti online totaliz-zeranno il 12,4% del Pil inglese, superando quasi tutti gli altri settori dell’economia. Gran par-te di questo successo è dovuto ad aziende estere e alle piccole e medie imprese con sede nel Re-gno Unito. In questo settore, le società Ftse 100, cioè le 100 so-

cietà più capitalizzate fra quelle quotate alla Borsa di Londra, sono in ritardo. Nel 2014, se le campagne mieteranno i frutti sperati assi-steremo a una svolta con il lancio di un indicatore delle performan-ce su internet che misurerà il successo delle aziende.

L’ecommerce ha attecchito nel Regno Unito per vari motivi: in-vestimenti tempestivi nelle infrastrutture a banda larga, utilizzo massiccio delle carte di credito e la stessa lingua dei giganti sta-tunitensi come eBay e Amazon. Secondo Bcg, nel 2014 la vendita online coprirà circa il 20% degli acquisti, raggiungendo il 23% nel 2016, e i britannici spenderanno il triplo degli americani.

L’economia digitale è alimentata anche dal rapido ricorso al com-mercio online da parte delle piccole e medie imprese.

«Queste aziende costituiscono la spina dorsale del Regno Uni-to e hanno creduto nell’economia di internet», a!erma Paul Zwil-lenberg, partner Bcg. «Si è creato, quindi, un circolo virtuoso: più scelta per i consumatori, più liquidità nel mercato e più marketing con internet come canale. Tutti, dalla Royal Mail al comune fattori-no, hanno contribuito a realizzare l’infrastruttura, per cui le conse-gne avvengono il giorno successivo o addirittura nello stesso gior-no in cui viene e!ettuato l’acquisto, rendendo la proposta ancora più stimolante».

Anche le giovani aziende inglesi hanno tracciato nuovi percorsi: il 7% delle piccole aziende che registrano la crescita più rapida e a cui, secondo Nesta, è da attribuire più della metà delle nuove oc-cupazioni, generalmente è costituito dalle imprese più attente alla tecnologia. Da Arm ad Asos alle strutture locali di Skype e Spotify, fino a una nuova ondata di imprese vincenti, la Gran Bretagna da tempo sforna tecnologie altamente innovative.

I vari governi hanno sostenuto la rivoluzione digitale, pubbli-cando una marea di dati pubblici, dando vita alla fine al Gds (Go-vernment Digital Service). Il pioneristico Transactions Explorer fornisce servizi transazionali che spaziano dall’immatricolazione di veicoli alla richiesta di benefit, da 16 dipartimenti governativi e 662 agenzie e altri enti pubblici, per un totale di 1,28 miliardi di transazioni all’anno.

Ma se guardiamo alle società Ftse 100 il panorama non è così in-coraggiante. Le principali aziende britanniche hanno una capitaliz-zazione di mercato totale che supera il trilione di sterline e danno lavoro a 6,5 milioni di persone, ma i loro consigli di amministrazio-ne contano solo quattro cto (Chief Technology O"cer): un segnale dello scarso interesse dedicato alle strategie digitali. Pochissime di queste società pubblicano i dati sulla percentuale del business rela-tiva al digitale.

Nella corsa al digitale, le società Ftse 100 sono molto indietro ri-spetto a quelle pubbliche, alle piccole imprese, alle aziende di nuo-va formazione e perfino alla pubblica amministrazione, per cui da queste società ci si attende sempre di più una reazione decisa. Nel 2014, una coalizione formata da Big Tech, City, Westminster, me-dia e nuove aziende spingerà per la creazione di un indicatore di performance su internet: un archivio statistico centralizzato e tra-sparente, con la pubblicazione di tutti i dati relativi a internet, in modo da fornire un indice fondamentale del successo di un’azien-da. Le aziende britanniche che totalizzeranno il 10% delle entrate online otterranno il pubblico riconoscimento, mentre le altre sa-ranno costrette a inseguire la domanda.Saul Klein è partner di Index Ventures

D

Gli u!ci nel 2014 non saranno veri e propri u!ci, ma luoghi di lavoro “fluidi”, che porteranno lavoro al lavoratore e il lavoratore al lavoro.Tramite siti come oDesk, TaskRab-bit e PeoplePerHour, i datori di la-voro pubblicheranno i lavori onli-ne e i freelance faranno offerte per aggiudicarseli. Alcuni proget-ti riguarderanno web e sviluppo software, scrittura e traduzione, design, gestione dei rapporti con i clienti, vendita e marketing, e persino strategia aziendale. «Co-

nosciamo bene il software come servizio», a"erma Swart, ad di oDesk’s. «Adesso è il momento del talento come servizio».Il luogo di lavoro “fluido” nasce dall’incontro tra capitalismo flessibile e connettività online. «È la prima volta che una per-sona, lavorando da casa e sfruttando le sue particolari capacità o competenze di nicchia, che prima era sprovvista di mezzi per raggiungere i clienti, può proporsi ai potenziali clienti senza do-ver sostenere spese», sostiene Danny Rimer, socio di Index Ven-tures, che ha investito nelle aziende di assistenza on demand Ta-skRabbit e PeoplePerHour. «Il luogo di lavoro “fluido” collega con precisione le capacità e il talento del fornitore con la domanda, ancorché variabile. Nei prossimi 12-18 mesi questo tipo di lavoro da subcultura diventerà un settore economico a tutti gli e"etti».La società di ricerca Sta!ng Indust-ry Analysts sostiene che la spesa per il personale online da 1 miliardo di dollari nel 2013 supererà i 5 miliardi di dollari nel 2018. Swart aggiunge che nel 2007 quattro categorie co-privano il 90% del lavoro su oDesk, ma entro il 2012 diventarono 35 e il sito attirava oltre 550mila clienti.Secondo Rimer, alcuni “rabbit” gua-dagnano 10mila dollari al mese. Swart a"erma che i principali lavo-ratori su oDesk guadagnano fino a 150 dollari l’ora, ma la paga media per le competenze tecniche si attesta sui 20-30 dollari e quella per le competenze di marketing attorno ai 17 dollari. Il luogo di lavoro “fluido”, però, presenta le sue criticità e non si può dire che sia il paradiso dei lavoratori. Le tari"e o"erte per gli articoli di The wired world pubblicati si aggirano sugli 8 dollari per un articolo di 450 parole (poco an-che rispetto agli attuali bassi standard per i giornalisti), e per lo più i lavoratori hanno problemi a farsi pagare, mentre i sindacati hanno poca influenza. Rimer, però, è ottimista. «Questi proble-mi verranno risolti», sostiene, «con il consolidamento del p2p, tramite valutazioni, consigli e recensioni». Col tempo, sostiene Swart, il luogo di lavoro “fluido” farà parte della strategia di qua-lunque azienda: «In sede lavoreranno dipendenti permanenti e temporanei, partner dello stesso ecosistema, con una percentua-le proveniente dal web ubicata in qualunque parte del mondo». (Due terzi della forza di lavoro di oDesk lavora online in remo-to). Rimer concorda e sostiene che il luogo di lavoro “fluido” «reinventa il mondo del lavoro dando libero sfogo alle capaci-tà imprenditoriali».Tom Cheshire è associate editor di Wired UK

PER UN MILLISECONDO DI ANTICIPO La fine del trading ad alta frequenza, con i suoi codici deboli e i suoi crash improvvisi, sarà una liberazione e ridurrà i crolli catastrofici (e inspiegabili) in Borsa di Tom Cheshire

56% Secondo McKinsey, è la percentuale di società convinte che i ceo saranno coinvolti personalmente nelle strategie digitali.

Economia

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Grandi aziende,imparate dal web

È ora che le società superstar della Borsa di Londra seguano l’esempio delle aziende giovani, adottando una politica misurabile e soprattutto digitaledi Saul Klein