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- Storia della Media Education Storia della Media Education

in Italia e nel mondo in Italia e nel mondo - -

TECNOLOGIE COMUNICATIVE E MEDIA TECNOLOGIE COMUNICATIVE E MEDIA EDUCATIONEDUCATION

A.A. 2009/2010A.A. 2009/2010

Prof.ssa Eleonora Camaioni Prof.ssa Eleonora Camaioni

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ME: primi sviluppi nel XX ME: primi sviluppi nel XX secolo secolo

- in Italia -

Il secolo si apre con l’affermazione della “settima arte”: il cinema.

1895: cinema muto

1927: cinema sonoro

Dopo la Grande Guerra: arrivo del colore e del grande schermo

Oggi: sviluppo degli effetti speciali Grande interesse di studiosi e educatori per il cinema.

Tra il 1900 e il 1918 appaiono ben 25 riviste cinematografiche tra cui “La rivista sul cinematografo italiano” a cura di Fabbri Editore che contiene le prime riflessioni sul ruolo educativo delle pellicole. Nel 1946 viene fondato a Roma il “Movimento del Cineforum”

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La TV in Italia

3 gennaio 1954 nasce la TELEVISIONE ITALIANA

“La Rai, Radio Televisione italiana, inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni

televisive. Le maggiori trasmissioni dell’odierno programma sono: ore 11.00

Telecronaca dell’inaugurazione degli studi di Milano e dei trasmettitori di Torino e di

Roma; ore 15.45 Pomeriggio sportivo; ore 17.30 Le miserie del Signor Travet film

diretto da MarioSoldati”

(Fulvia Colombo, “prima sig.na Buonasera”, 3 gennaio 1954)

ME: primi sviluppi nel XX ME: primi sviluppi nel XX secolo secolo

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Primi effetti sociali della nascita della tv e…

“ Da qualche mese, nella vita dei piccoli paesi della risaia vercellese, è entrato un elemento nuovo: la televisione, e si può già dire che essa incida sul costume paesano più di quanto non abbia fatto in tanti anni il cinema. Infatti, nei paesi dove esiste una sala cinematografica gli spettacoli sono saltuari o limitati ai giorni festivi, e assistervi assume un carattere di eccezionalità. Invece la televisione c’è tutte le sere,e vi si assiste in un ambiente tradizionale e tipico della vita paesana: l’osteria; e non c’è da pagare lo spettacolo, ma solo la consumazione, che poi non è dappertutto obbligatoria […]. I quattro locali pubblici di Lignina (paese di 1350 abitanti, nella quasi totalità braccianti) hanno messo uno dopo l’altro la televisione. Al circolo ENAL di Ronsecco (1700 abitanti, braccianti e salariati agricoli) alla sera, da quando c’è la televisione, la sala è tanto piena che hanno dovuto mettere un cartello: si prega di lasciare libero il passaggio fra i tavolini. Mentre nella vita delle nostre città la televisione ha ancora un peso irrilevante, nella vita paesana si può già dire che essa eserciti un’influenza sulle abitudini sociali: e, al contrario di quanto può parere a prima vista, la sua fortuna si adatta particolarmente ad una situazione di povertà e isolamento, dove altri svaghi sono inaccessibili e le possibilità di spostamento limitate”.

Italo Calvino,La televisione in risaia, “Il Contemporaneo”, 1954

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ME: primi sviluppi nel XX ME: primi sviluppi nel XX secolo secolo

… successivamente i secondi effetti.

Se nei primi anni della avvento della televisione in Italia, paese ancora agricolo-comunitario, la gente si riuniva nelle piazze, nei bar, nei

cinema, nei teatri per assistere alla programmazione; successivamente, in pieno boom economico (fine anni ’50), iniziò la tendenza all’acquisto del proprio apparecchio televisivo

da mettere in casa.

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ME: primi sviluppi nel XX ME: primi sviluppi nel XX secolo secolo

La TV è una sorta di grande orologio che scandisce, attraverso i suoi ritmi, i suoi appuntamenti, le abitudini di ascolto condivise dall’intera popolazione e favorisce una sorta di unificazione all’interno di un tessuto sociale che non

disdegna di rivelare le sue trame…rispecchia i mutamenti della società dopo aver alimentato le condizioni di questi mutamenti.

Aldo Grasso, Storia della Televisione Italiana, Garzanti, Milano, 1992

PALEO-TELEVISIONE o TV delle ORIGINI (1954-1975 c.ca)

monopolio RAI con una mission ad impronta pedagogizzante con intenti di istruire ed

educare le masse.

Caratteristiche principali:

progetto formativo, comunicativo, a caratteri pedagogici e educativi;

rapporto paternalistico-didascalico con il telespettatore;

funzioni dell’emittenza pubblica erano di servizio sociale e di divulgazione culturale

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Il caso “Lascia o Il caso “Lascia o raddoppia?”raddoppia?”

Prima puntata 26 novembre 1955

Conduttore Mike Bongiorno, un giovane che il giovedì sera comincia

a porre domande ai concorrenti in studio sotto forma di quiz

Funzione: impriniting pedagogizzante

Effetti nella società: ha permesso

l’elevazione dell’obbligo scolastico e

la riforma della scuola media inferiore (1962)

Mike e Lascia o raddoppia? 2 icone della tv delle origini

Aldo Grasso, op. cit., Garzanti, Milano, 1992

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Il caso “Non è mai troppo Il caso “Non è mai troppo tardi?”tardi?”

Prima puntata 15 aprile 1960

Conduttore: Maestro Alberto Manzi, con gessetti, sguardo severo

ma comprensivo ha alfabetizzato generazioni di italiani insegnando

a “leggere, scrivere e far di conto”

Funzione: programma di educazione popolare

a cura della pubblica istruzione

Effetti nella società: in quegli anni circa 35.000 italiani superarono l’esame

di V elementare grazie ai suoi insegnamenti; è uno dei personaggi che ha

unificato linguisticamente penisola

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Nel 1972 viene pubblicata la Rivista EDAV (Educazione Audiovisiva) che propone un metodo semiotico-strutturale di lettura dell’immagine (fissa, cinematografica, televisiva)

Dal 1985 i programmi scolastici danno ampio rilievo all’educazione all’immagine

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- in Italia -

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Nel 1991 iniziano le prime esperienze di Media Education nell’ambito dell’ISCOS (Istituto di Scienze delle Comunicazione Sociale) dell’Università Salesiana.

Nel 1996 un gruppo di ricercatori, professionisti dei media ed educatori, attraverso la fondazione del MED-Media Education. Associazione Italiana per l’educazione ai media e alla comunicazione accredita e rende permanente il network di interessati alla materia che si era costituito nei cinque anni precedenti attorno alla figura di Don Roberto Giannatelli (padre salesiano colui che ha promosso la ME in Italia).

ME: primi sviluppi nel XX ME: primi sviluppi nel XX secolo secolo

- in Italia -

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Il termine MEDIA EDUCATION appare sullo scenario mondiale all’inizio degli anni ‘70 .

L’Australia è tra le prime nazioni a proporre la ME come curricolo scolastico, preceduta, almeno come dibattito, dalla tradizione inglese fin dagli anni ‘30.

A partire dagli anni ’80/’90 vi sono stati i primi documenti, le prime dichiarazioni e i convegni che hanno attestato la nascita/esistenza di questa disciplina non ancora formalizzata a livello istituzionale.

ME: primi sviluppi nel XX ME: primi sviluppi nel XX secolo secolo

-La ME sbarca in Italia –

Un solco già tracciato?

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1982: l’Unesco si fa promotrice della Dichiarazione di GRUNWALD

“Piuttosto che condannare o esaltare l’indubbio potere dei media, noi dobbiamo accettare il loro significativo impatto e la loro penetrazione nel mondo intero come un fatto indiscutibile ed anche apprezzare la loro importanza come un elemento della cultura del nostro tempo. I sistemi politici ed educativi dovranno essere consapevoli del loro obbligo di promuovere nei cittadini una comprensione critica del fenomeno della comunicazione moderna”.

ME: primi sviluppi nel XX ME: primi sviluppi nel XX secolo secolo

-La ME sbarca in Italia –

Un solco già tracciato?

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1990: Colloquio internazionale di Toulouse nel quale si fornirono “nuove direzioni” per gli educatori e i ricercatori come:

- studiare i media come un sistema e studiare un l’audience e la ricezione;

- promuovere la cooperazione tra i professionisti dei media e gli educatori;

- studiare il rapporto media-educazione-democrazia e promuovere la cittadinanza come obiettivo della ME.

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-La ME sbarca in Italia –

Un solco già tracciato?

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Con il Patrocinio dell’UNESCO iniziano a svilupparsi incontri internazionali per lo studio e la promozione della MEDIA EDUCATION

- Principali Convegni e Congressi -

1962 – OSLO (Norvegia) seminario sull’educazione ai film e alla tv

1982 – Grunwlad (Germania) simposio internazionale di ME

1990 – Toulouse (Francia) colloquio su nuove direzioni per l’educazione ai media

2000 – Toronto (Canada) summit on Media Education

2004 – Rio de Janeiro (Brasile) summit sulla ME

2006 – Roma Convegno internazionale “Dieci anni di ME in Italia” (libro di testo Morcellini, Rivoltella del 2007)

7-8 novembre 2008 – Milano Convegno Internazionale sulla Media Education

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- Nel MONDO: alcune date importanti -

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Nel 1933 a Londra viene fondato il British Film Institute con una sezione a carattere educativo

Nel 1982 a Parigi nasce il CLEMI (Centre de Liaison de l’Enseignement et des Moyens de l’information) finalizzato alla lettura critica della stampa e poi degli altri media

In Canada l’Association for Media Literacy (nata nel 1978), pubblica dal 1989 i programmi di alfabetizzazione mediale per la scuola secondaria

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- Gran Bretagna-

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Sono tre le principali fasi della storia della ME nel mondo anglosassone

FASE 1: Discernere e resistere (anni ’30-’40)

1933 esce il libro Culture and enviornment: the training of critical awareness di F.R. Leavis e di D. Thompson una prima serie sistematica di proposte per l’insegnamento sul tema dei mass media nella scuola.

L’obiettivo principale era preservare l’eredità letteraria insieme alla lingua, i valori e la salute della nazione di cui essa era vista come personificazione e rappresentazione.

I media erano qui visti come influenza negativa orientati a offrire piaceri superficiali anziché i valori autentici della grande arte e letteratura. Lo scopo dell’insegnamento della cultura popolare era incoraggiare gli studenti a “discernere e resistere” per premunirsi contro la manipolazione commerciale dei mass media e riconoscere gli evidenti meriti della cultura alta.

Insomma era una forma di vaccinazione e protezione dal male prodotto dalla televisione.

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- Gran Bretagna-

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FASE 2: Cultural studies e arti popolari (anni ’50-’60)

Primi anni ’60: momento di inizio dei BRITISH CULTURAL STUDIES

Williams e Hoggart si contrapposero alla precedente ideologia sfidando il concetto di cultura proposto da Leavis e la distinzione tra cultura alta e cultura popolare e tra arte ed esperienza vissuta.

Con il testo The popular arts di Stuart Hall e Paddy Whannel fu divulgato questo approccio nella scuola e tra gli insegnanti offrendo loro una ampia serie di suggerimenti per l’insegnamento sui media e sul cinema.

Gli insegnanti venivano così incoraggiati a considerare l’uso di film in aula, sebbene preferibilmente film europei e inglesi, il mezzo televisivo rimaneva ghettizzato.

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- Gran Bretagna-

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FASE 3: Screen generation e demistificazione (anni ’70)

Lo sviluppo chiave era quello della “Teoria dello schermo” come esposta nelle pagine delle riviste “Screen” e “Screen Education”.

Screen era il veicolo più significativo per i nuovi sviluppi della semiotica, dello strutturalismo, della teoria psicanalitica, del post-strutturalismo e delle teorie dell’ideologia marxista.

Screen Education suggeriva in quale modalità dovessero essere applicati questi approcci accademici all’insegnamento nella scuola.

L’autore più influente di questo approccio è LEN MASTERMAN il padre della media education.

Masterman era particolarmente critico nei confronti di quello che riconosceva come elitarismo accademico della “teoria dello schermo”; rifiutava con forza quello che vedeva come approccio valutativo, “da ceto medio”, di Leavis e dei suoi sostenitori.

Promuoveva l’applicazione dei metodi analitici propri della semiologia. Agli studenti veniva richiesto di mettere da parte le proprie opinioni e attitudini soggettive e intraprendere forme sistematiche di analisi in grado di evidenziare le ideologie nascoste nei media e dunque di liberare loro stessi da tale influenza.

Dal discernimento sul piano del valore culturale si passa ad una forma di demistificazione politica ed ideologica.