Mazziero Research - Ricerca finanziaria …...le Pmi, venga concessa una tassa-zione agevolata in...

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LA SICILIA C I S A L A I L I C positivi, sia pure con un pizzico di cautela visto il rialzo che hanno avuto i mercati finanziari. Credia- mo che ci sia ancora spazio sui governativi periferici dell’area del- l’euro e anche sulle obbligazioni dei paesi emergenti oltreché sui titoli corporate. I mercati azionari soprattutto giapponese e quelli pe- riferici dell’area dell’euro hanno ancora valutazioni piuttosto inte- ressanti. Non siamo ancora giunti ad una soglia di sopravalutazione che, in base ai dati attuali, possa far temere, a breve, una brusca correzione. Siamo tutti molto attenti a cosa accadrà alla fine dell’estate quando si potrebbe ipotizzare che la Banca centrale degli Stati Uniti possa alzare i tassi e dunque in- vertire il segno della politica mo- netaria che è stata ultra espansiva dal 2008. In tal caso è ipotizzabile uno storno dei mercati azionari americani e, di riflesso, di quelli asiatici, e quindi come sgr dovremo sapere gestire l’accentuazione della volatilità con dei portafogli che ri- ducano l’esposizione al rischio». Lo Stato negli ultimi anni ha cal- cato la mano sulla tassazione delle rendite finanziarie e del risparmio in genere alzando l’asticella del- l’aliquota sugli interessi e con la mini patrimoniale, uniche ecce- zioni i fondi pensione e i titoli dello Stato. Auspicate l’adozione di misure che agevolino il mercato del risparmio gestito? «La rivisitazione delle aliquote, malgrado i nostri auspici, non credo verrà realizzata a breve. A fronte di questo inasprimento della tassazione abbiamo chiesto che agli investimenti che finanziano l’economia reale e in particolare le Pmi, venga concessa una tassa- zione agevolata in considerazione di un investimento di medio-lungo periodo. Un provvedimento utile per l’industria, per il risparmio e per l’economia in generale. In que- sto modo, per altro, l’Italia si alli- neerebbe ad altri Paesi industria- lizzati che incentivano gli investi- menti sul medio e lungo termine». IPSE DIXIT Dino Risi (regista e sceneggiatore italiano) “Gli onesti non sono incorrut- tibili. Solo costano di più”. La congiuntura mette le ali ai Fondi Giù le tasse a chi investe nelle Pmi Sui mercati obbligazionari periferici e corporate c’è spazio per crescere. Valutazioni accettabili negli azionari giapponese e dell’area dell’euro. Indispensabile l’educazione finanziaria per capire che c’è una correlazione tra rischio e rendimento L’industria del risparmio gestito nell’analisi di Tommaso Corcos (Assogestioni) a cura di Giambattista Pepi del trend sui mercati». Vista dal risparmiatore, la crescita è tuttavia sempre accompagnata dalla prudenza. Circa il 70% delle famiglie italiane, osserva la Consob elaborando dati Gfk Eurisko, sem- bra infatti disposto a investire i propri risparmi in prodotti finan- La cavalcata dei fondi comuni continua. Nel primo trimestre l’in- dustria del risparmio gestito ha conseguito una raccolta di oltre 50 miliardi e il patrimonio com- plessivo è volato a 1.730,5 miliardi. Come si spiega il boom del rispar- mio gestito? «Il successo è legato al fatto che in seguito alle manovre delle Ban- che centrali il classico investimento tradizionale in titoli dello Stato, come ad esempio Btp e Bot, non offre più al risparmiatore i rendi- menti del passato per cui è gioco – forza necessario investire su altre asset class. Negli ultimi anni l’in- dustria del risparmio gestito ha sviluppato nuove soluzioni di in- vestimento diversificate che spesso prevedono un flusso cedolare. Se l’investitore decidesse, come faceva in passato, di concentrare il capitale in un solo prodotto questa volta non si troverebbe più in un seg- mento o in una nicchia di mercato, ma vedrebbe investito il proprio risparmio in soluzioni ricche e di- versificate sia sull’azionario, sia sull’obbligazionario». Eppure fino al 2012 fondi comuni e gestioni patrimoniali individuali avevano fatto registrare flussi ne- gativi. Poi si è assistito ad un’in- versione di tendenza con una cre- scita sostenuta delle sottoscrizioni. C’è una correlazione legata alla volatilità dei mercati azionari e all’abbattimento della curva di rendimento dei bond? «Non c’è dubbio che la crescita degli asset gestiti sia stata favorita dall’allentamento monetario attua- to dalle Banche centrali che ha penalizzato i rendimenti dei bond sovrani. C’è stato uno spostamento verso asset class più rischiose come l’azionario che ha registrato un in- cremento delle quotazioni e, con- temporaneamente, ha generato un interesse maggiore verso i fondi di investimento come strumento di- versificato. Così come immagino che qualora non saremo bravi a fare tutti insieme, banche, sgr, pro- motori finanziari un’educazione finanziaria c’è il rischio che una parte di questo risparmio possa nuovamente allontanarsi dall’in- dustria del risparmio gestito alle prime avvisaglie dell’inversione Laureato in Economia e Commercio all’Università La Sapienza di Roma, Master in Intermediazione Finanzia- ria. Tommaso Corcos da gennaio 2014 è AD e Direttore Generale di Eurizon Capital SGR. Dal 2014 ri- copre la carica di Vice Presidente di Assogestioni. Alla fine del primo trimestre 2015 l’industria del risparmio gestito registra una raccolta positiva per oltre 55 miliardi di euro. Lo segnala Assogestioni nel consueto report trimestrale. Trainano la raccolta i fondi aperti con sot- toscrizioni per 38,6 miliardi. Molto bene i prodotti Flessibili (+15,4mld), gli Obbligazionari (+12,2mld), i Bilanciati (+6,5mld) e gli Azionari (+5,2mld). Il patrimonio delle gestioni di portafoglio supera i 917 miliardi, pari al 53% delle masse complessive gestite dall'industria. Le masse ge- stite dal sistema ammontano a 1.731 miliardi di euro. Fonte: Assogestioni Fonte: Assogestioni & F inanza S viluppo a cura della PK Quanto rende investire in Buoni ordinari del Tesoro, il più “classico” e popolare tra i titoli di Stato? Se l’è chiesto Mazziero Research (il centro di ricerche fondato e coordinato dall’analista Maurizio Mazzie- ro, che pubblica l’Osservatorio trimestrale sui dati statistici italiani) e la risposta è stata: nulla. Anzi, a conti fatti, l’investitore addirittura ci rimette di ta- sca propria. A ogni asta pubblica del Tesoro, tutta- via, il bid to cover, il rapporto tra domanda e offerta e di 2,5-3 volte superiore. Si vede che i Bot people hanno una fiducia incrollabile nello Stato e sono assolutamente certi che il loro risparmio, seb- bene in questa fase non generi un rendimento, co- me spieghiamo sotto, non andrà perduto e che alla scadenza riavranno indietro i loro soldi. Nella tabella 1 viene calcolato il rendimento di un investitore in Bot, partendo dal tasso di interesse medio di marzo 2015 calcolato dalla Banca d’Italia pari allo 0,08%. Relativamente alla ritenuta fiscale si precisa che, come espressamente dichiarato dal Dipartimento del Tesoro, per i Bot: La remunerazione, interamen- te determinata dallo scarto di emissione (dato dalla differenza tra il valore nominale ed il prezzo paga- to), è considerata ai fini fiscali anticipata, in quanto la ritenuta per gli investitori individuali si applica al momento della sottoscrizione”. Visto che la tassazione è anticipata, ne consegue che su questa porzione l’inflazione costituisce un’ulteriore decurtazione del rendimento a scaden- za. Occorre precisare che, con un valore medio dell’inflazione pari a o%, questo valore è attualmen- te trascurabile, ma potrebbe ampliarsi nel caso di una crescita inflativa. Dal 19 gennaio la commissio- ne bancaria massima è 0,05% per il Bot trimestra- le, 0,10% per quello semestrale e 0,15% per quello annuale; nel caso di rendimento nullo o negativo le commissioni sono azzerate. La tabella 2 mostra che, a fronte di un rendimento lordo dello 0,08%, il rendimento netto per l’investi- tore sarà negativo e pari a -0,2800%. La tabella 2 riporta che per ogni 1.000 euro investiti in Bot si otterranno 0,80 euro di rendimento lordo a cui ver- ranno detratti costi per 3,60 euro e quindi l’investi- tore si troverà a pagare 2,80 euro di tasca propria. Un costo, dunque, che è peggiorato rispetto alla precedente rilevazione di inizio anno (si veda Finan- za & Sviluppo del 22 febbraio 2015). Per ogni 1.000 euro investiti in Bot il risparmiatore ne perde 2,80 ziari a condizione che il capitale sia protetto e/o ci sia un rendi- mento minimo, mentre il 40% delle famiglie chiede che la commissione da sostenere sia bassa. A queste condizioni qual è stata la risposta delle Sgr. «La risposta è stata di scegliere di lanciare prodotti a volatilità con- trollata molto ben diversificati legati al gestore, i cosiddetti obbligazio- nari flessibili piuttosto che i mul- tiasset flessibili total return. Il con- cetto è mirare a offrire, a fronte di una volatilità contenuta, un ren- dimento superiore a quello che si incasserebbe sul mercato dei Bot o sugli strumenti obbligazionari di breve periodo. Chiaramente quello che è poco realistico è avere ren- dimenti particolarmente elevati con una volatilità contenuta. E qui torniamo a quanto auspicato con l’educazione finanziaria: bisogna far capire che esiste una correla- zione tra il rischio e il rendimento. Chi vorrebbe ottenere un rendi- mento più elevato, specie adesso, deve correre qualche rischio in più, altrimenti deve accontentarsi dei tassi che il mercato è in grado oggi di offrire». Stante l’attuale quadro macro e le politiche monetarie accomodanti delle Banche centrali, quali pre- visioni fate sull’evoluzione del mercato nei prossimi mesi? «Allo stato attuale siamo ancora Fonte: Mazziero Research in collaborazione con F&S. Elenco costi Rendimento BOT Annuale 0,0800% Ritenuta fiscale 0,0100% Bollo conto titoli 0,2000% Commissione bancaria 0,1500% Decurtazione da inflazione 0,0000% Costi 0,3600% Rendimento netto -0,2800% CALCOLO RENDIMENTO NETTO DI UN INVESTITORE IN BOT (ELABORAZIONI SU DATI DELLA BANCA D’I TALIA) Fonte: Mazziero Research in collaborazione con F&S. Investimento in BOT 1.000,00 Rendimento BOT Annuale 0,80 Costi 3,60 Rendimento netto 2,80- RENDIMENTO NETTO PER OGNI 1.000 EURO INVESTITI IN BOT L’Osservatorio trimestrale di Mazziero Research rivela il rendimento negativo dei Buoni ordinari del Tesoro

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LA SICILIA CISAL AILIC

positivi, sia pure con un pizzicodi cautela visto il rialzo che hannoavuto i mercati finanziari. Credia-mo che ci sia ancora spazio suigovernativi periferici dell’area del-l’euro e anche sulle obbligazionidei paesi emergenti oltreché suititoli corporate. I mercati azionarisoprattutto giapponese e quelli pe-riferici dell’area dell’euro hannoancora valutazioni piuttosto inte-ressanti. Non siamo ancora giuntiad una soglia di sopravalutazioneche, in base ai dati attuali, possafar temere, a breve, una bruscacorrezione. Siamo tutti molto attentia cosa accadrà alla fine dell’estatequando si potrebbe ipotizzare chela Banca centrale degli Stati Unitipossa alzare i tassi e dunque in-vertire il segno della politica mo-netaria che è stata ultra espansivadal 2008. In tal caso è ipotizzabileuno storno dei mercati azionariamericani e, di riflesso, di quelliasiatici, e quindi come sgr dovremosapere gestire l’accentuazione dellavolatilità con dei portafogli che ri-ducano l’esposizione al rischio».Lo Stato negli ultimi anni ha cal-cato la mano sulla tassazione dellerendite finanziarie e del risparmioin genere alzando l’asticella del-l’aliquota sugli interessi e con lamini patrimoniale, uniche ecce-zioni i fondi pensione e i titolidello Stato. Auspicate l’adozionedi misure che agevolino il mercatodel risparmio gestito?«La rivisitazione delle aliquote,malgrado i nostri auspici, noncredo verrà realizzata a breve. Afronte di questo inasprimento dellatassazione abbiamo chiesto cheagli investimenti che finanzianol’economia reale e in particolarele Pmi, venga concessa una tassa-zione agevolata in considerazionedi un investimento di medio-lungoperiodo. Un provvedimento utileper l’industria, per il risparmio eper l’economia in generale. In que-sto modo, per altro, l’Italia si alli-neerebbe ad altri Paesi industria-lizzati che incentivano gli investi-menti sul medio e lungo termine».

IPSE DIXIT

Dino Risi(regista e sceneggiatore italiano)“Gli onesti non sono incorrut-tibili. Solo costano di più”.

La congiuntura mette le ali ai FondiGiù le tasse a chi investe nelle PmiSui mercati obbligazionari periferici e corporate c’è spazio per crescere. Valutazioniaccettabili negli azionari giapponese e dell’area dell’euro. Indispensabile l’educazionefinanziaria per capire che c’è una correlazione tra rischio e rendimento

L’industria del risparmio gestito nell’analisi di Tommaso Corcos (Assogestioni)

a cura di Giambattista Pepi

del trend sui mercati». Vista dal risparmiatore, la crescitaè tuttavia sempre accompagnatadalla prudenza. Circa il 70% dellefamiglie italiane, osserva la Consobelaborando dati Gfk Eurisko, sem-bra infatti disposto a investire ipropri risparmi in prodotti finan-

La cavalcata dei fondi comunicontinua. Nel primo trimestre l’in-dustria del risparmio gestito haconseguito una raccolta di oltre50 miliardi e il patrimonio com-plessivo è volato a 1.730,5 miliardi.Come si spiega il boom del rispar-mio gestito? «Il successo è legato al fatto chein seguito alle manovre delle Ban-che centrali il classico investimentotradizionale in titoli dello Stato,come ad esempio Btp e Bot, nonoffre più al risparmiatore i rendi-menti del passato per cui è gioco –forza necessario investire su altreasset class. Negli ultimi anni l’in-dustria del risparmio gestito hasviluppato nuove soluzioni di in-vestimento diversificate che spessoprevedono un flusso cedolare. Sel’investitore decidesse, come facevain passato, di concentrare il capitalein un solo prodotto questa voltanon si troverebbe più in un seg-mento o in una nicchia di mercato,ma vedrebbe investito il propriorisparmio in soluzioni ricche e di-versificate sia sull’azionario, siasull’obbligazionario». Eppure fino al 2012 fondi comunie gestioni patrimoniali individualiavevano fatto registrare flussi ne-gativi. Poi si è assistito ad un’in-versione di tendenza con una cre-scita sostenuta delle sottoscrizioni.C’è una correlazione legata allavolatilità dei mercati azionari eall’abbattimento della curva direndimento dei bond? «Non c’è dubbio che la crescitadegli asset gestiti sia stata favoritadall’allentamento monetario attua-to dalle Banche centrali che hapenalizzato i rendimenti dei bondsovrani. C’è stato uno spostamentoverso asset class più rischiose comel’azionario che ha registrato un in-cremento delle quotazioni e, con-temporaneamente, ha generato uninteresse maggiore verso i fondi diinvestimento come strumento di-versificato. Così come immaginoche qualora non saremo bravi afare tutti insieme, banche, sgr, pro-motori finanziari un’educazionefinanziaria c’è il rischio che unaparte di questo risparmio possanuovamente allontanarsi dall’in-dustria del risparmio gestito alleprime avvisaglie dell’inversione

Laureato in Economia e Commercioall’Università La Sapienza di Roma,Master in Intermediazione Finanzia-ria. Tommaso Corcos da gennaio2014 è AD e Direttore Generale diEurizon Capital SGR. Dal 2014 ri-copre la carica di Vice Presidente diAssogestioni.

Alla fine del primo trimestre 2015 l’industria del risparmio gestito registrauna raccolta positiva per oltre 55 miliardi di euro. Lo segnala Assogestioninel consueto report trimestrale. Trainano la raccolta i fondi aperti con sot-toscrizioni per 38,6 miliardi. Molto bene i prodotti Flessibili (+15,4mld),gli Obbligazionari (+12,2mld), i Bilanciati (+6,5mld) e gli Azionari(+5,2mld). Il patrimonio delle gestioni di portafoglio supera i 917 miliardi,pari al 53% delle masse complessive gestite dall'industria. Le masse ge-stite dal sistema ammontano a 1.731 miliardi di euro.

Fonte: Assogestioni

Fonte: Assogestioni

&Finanza Sviluppoa cura della PK

Quanto rende investire in Buoni ordinari del Tesoro,il più “classico” e popolare tra i titoli di Stato? Sel’è chiesto Mazziero Research (il centro di ricerchefondato e coordinato dall’analista Maurizio Mazzie-ro, che pubblica l’Osservatorio trimestrale sui datistatistici italiani) e la risposta è stata: nulla. Anzi, aconti fatti, l’investitore addirittura ci rimette di ta-sca propria. A ogni asta pubblica del Tesoro, tutta-via, il bid to cover, il rapporto tra domanda eofferta e di 2,5-3 volte superiore. Si vede che i Botpeople hanno una fiducia incrollabile nello Stato esono assolutamente certi che il loro risparmio, seb-bene in questa fase non generi un rendimento, co-me spieghiamo sotto, non andrà perduto e che allascadenza riavranno indietro i loro soldi. Nella tabella 1 viene calcolato il rendimento di uninvestitore in Bot, partendo dal tasso di interessemedio di marzo 2015 calcolato dalla Banca d’Italia

pari allo 0,08%. Relativamente alla ritenuta fiscale si precisa che,come espressamente dichiarato dal Dipartimentodel Tesoro, per i Bot: La remunerazione, interamen-te determinata dallo scarto di emissione (dato dalladifferenza tra il valore nominale ed il prezzo paga-to), è considerata ai fini fiscali anticipata, in quantola ritenuta per gli investitori individuali si applica almomento della sottoscrizione”. Visto che la tassazione è anticipata, ne consegueche su questa porzione l’inflazione costituisceun’ulteriore decurtazione del rendimento a scaden-za. Occorre precisare che, con un valore mediodell’inflazione pari a o%, questo valore è attualmen-te trascurabile, ma potrebbe ampliarsi nel caso diuna crescita inflativa. Dal 19 gennaio la commissio-ne bancaria massima è 0,05% per il Bot trimestra-le, 0,10% per quello semestrale e 0,15% per quello

annuale; nel caso di rendimento nullo o negativo lecommissioni sono azzerate. La tabella 2 mostra che, a fronte di un rendimentolordo dello 0,08%, il rendimento netto per l’investi-tore sarà negativo e pari a -0,2800%. La tabella 2riporta che per ogni 1.000 euro investiti in Bot siotterranno 0,80 euro di rendimento lordo a cui ver-ranno detratti costi per 3,60 euro e quindi l’investi-tore si troverà a pagare 2,80 euro di tasca propria.Un costo, dunque, che è peggiorato rispetto allaprecedente rilevazione di inizio anno (si veda Finan-za & Sviluppo del 22 febbraio 2015).

Per ogni 1.000 euro investiti in Bot il risparmiatore ne perde 2,80

ziari a condizione che il capitalesia protetto e/o ci sia un rendi-mento minimo, mentre il 40% dellefamiglie chiede che la commissioneda sostenere sia bassa. A questecondizioni qual è stata la rispostadelle Sgr.«La risposta è stata di scegliere dilanciare prodotti a volatilità con-trollata molto ben diversificati legatial gestore, i cosiddetti obbligazio-nari flessibili piuttosto che i mul-tiasset flessibili total return. Il con-cetto è mirare a offrire, a fronte diuna volatilità contenuta, un ren-dimento superiore a quello che siincasserebbe sul mercato dei Boto sugli strumenti obbligazionari dibreve periodo. Chiaramente quelloche è poco realistico è avere ren-dimenti particolarmente elevaticon una volatilità contenuta. E quitorniamo a quanto auspicato conl’educazione finanziaria: bisognafar capire che esiste una correla-zione tra il rischio e il rendimento.Chi vorrebbe ottenere un rendi-mento più elevato, specie adesso,deve correre qualche rischio inpiù, altrimenti deve accontentarsidei tassi che il mercato è in gradooggi di offrire».Stante l’attuale quadro macro e lepolitiche monetarie accomodantidelle Banche centrali, quali pre-visioni fate sull’evoluzione delmercato nei prossimi mesi?«Allo stato attuale siamo ancora

Fonte: Mazziero Research in collaborazione con F&S.

Elenco costi Rendimento BOT

Annuale 0,0800%

Ritenuta fiscale 0,0100%

Bollo conto titoli 0,2000%

Commissione bancaria 0,1500%

Decurtazione da inflazione 0,0000%

Costi 0,3600%

Rendimento netto -0,2800%

CALCOLO RENDIMENTO NETTO DI UN INVESTITORE IN BOT(ELABORAZIONI SU DATI DELLA BANCA D’ITALIA)

Fonte: Mazziero Research in collaborazione con F&S.

Investimento in BOT 1.000,00 Rendimento BOT Annuale 0,80 Costi 3,60 Rendimento netto 2,80-

RENDIMENTO NETTO

PER OGNI 1.000 EURO INVESTITI IN BOTL’Osservatorio trimestrale di Mazziero Research rivela il rendimento negativo dei Buoni ordinari del Tesoro