Maurizio tiriticcodirigenza scolastica e EELL 20081 DIRIGENTI PUBBLICI E SCUOLA AUTONOMA LA...
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maurizio tiriticco dirigenza scolastica e EELL 2008 1
DIRIGENTI PUBBLICIE SCUOLA AUTONOMALA COLLABORAZIONE TRA IL DIRIGENTE SCOLASTICOE L’ENTE LOCALE NELLA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALEDEI SERVIZI EDUCATIVI
Milano – Brescia - 17, 18 e 19 settembre 2008
a cura di Maurizio Tiriticco
CORSO DI FORMAZIONE
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premessa
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un forte richiamo ci viene daldpr 275/99, art. 1, comma 2
“L’autonomia delle istituzioni scolastiche… si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di EDUCAZIONE, ISTRUZIONE e FORMAZIONE mirati allo sviluppo della persona umana… al fine di garantire ai soggetti coinvolti il SUCCESSO FORMATIVO”
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lavoratore
persona
cittadino
un Sistema finalizzato a
educare istruire formare
tre connotazioniin un continuum
di sviluppo/crescita e di apprendimento
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Tre punti di attenzione
1. Lo scenario costituzionale2. Gli spazi della autonomia3. Gli strumenti per operare
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1. Lo scenario costituzionale
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il novellato Titolo V Cost. articolo 117e il nuovo concetto diStato orizzontale
i 4 punti cruciali dellalegislazione esclusiva dello Stato
1. Le norme generali sull’istruzione 2. La determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto
il territorio nazionale 3. La perequazione delle risorse finanziarie 4. I principi fondamentali
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lI Titolo V afferma che * è esercitata la legislazione concorrente dalle Regioni in materia di istruzione, fatta salva l’autonomia delle istituzioni Scolastiche
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Attenzione!!! Il Titolo V modificato dal Centrodestra ma bocciatodal referendum del 25/26 giugno 2006
affida alle Regioni la legislazione esclusiva* nella organizzazione scolastica e nella gestione degli istituti scolastici e di formazione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche* e nella definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della regione
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lI Titolo V afferma che
* è esercitata lalegislazione esclusiva dalle Regioniin materia di istruzione e formazione professionale,
ma…
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…è competenza dello Stato definire
* gli standard del Sistema Educativo Nazionale di Istruzione e Formazione* i LEP erogate dalle Istituzioni
* gli SMF del SENdIF previa intesa con laConferenza Unificata Stato-Regioni,
vedere accordo Stato–Regioni del 15/01/04
* il profilo professionale dei docenti
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Visualizzazione della distribuzionedelle competenzein materia di istruzione e formazionedopo la riforma del Titolo Vdella Costituzione
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Stato norme e standard
Stato LEP docenti
ISTR progr. curric.
EELL ISA
Regioni gestione poli ITS
Stato LEPdocenti
IFP progr. curric.
EELL IFA
ConfStRe SMF
le autonomie territoriali, scolastiche e formative
lo spazio dello Stato, delle Regioni e degli EELL
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Attenzione!
Il masterplan approvato dalla Conferenza delle Regioni il 14 dicembre 2006 prevede che entro il primo settembre 2009 le Regioni abbiano predisposto le condizioni per l’esercizio delle funzioni loro attribuite dal Titolo V!!!
I nodi principali: allocazione funzioni; la questione dei LEP nazionali; ripartizione risorse; il personale (stato giuridico nazionale, dipendenza regionale); rapporti di lavoro e sindacali; rapporti con le ISA; trasferimenti…
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Istruzione e formazione secondo la Costituzione
una tripartizione bilanciata di poteria ciascuno le proprie competenze
lo Stato
le Regioni e gli EELL le istituzioni scolastiche e formative autonome
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* Lo Stato ha competenza in materia di norme generali e di LEP
* Le Regioni e gli EELL hanno competenza in materia di programmazione integrata di istruzione e formazione sul territorio
* Le Istituzioni Scolastiche Autonome hanno competenza in materia di Piano dell’Offerta Formativa e di gestione dei curricoli
Ma…
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…la prassi corrente è questa:chi conta sono Stato e Regioni…e le
scuole???
Il MPI
Le Regioni
Le scuole
Conferenza Unificata
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Di fatto, mentre* lo Stato esercita in pieno le SUE
competenze* le Regioni e gli EELL esercitano
le LORO competenzeed hanno i loro “tavoli”
decisionali, la Conferenza Unificata
* le Istituzioni Scolastiche Autonome sono frammentate, disperse, fluttuanti,per cui devono solo… “allinearsi”!!!
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Le Istituzioni Scolastiche Autonome ancora non hanno detto la loro… Occorre una loro organizzazione territorialee nazionale perché continosu un tavolo a tre e non a due!
Reti… Consorzi… Accordi di programma…Patti territoriali… ed anche…
una associazione delle ISA?una conferenza delle ISA?una consulta delle ISA?altro…??? Disegno di Legge 1763/07, Negri, Soliani, Carloni
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il domanidipende soprattutto dalleIstituzioni Scolastiche Autonome!!!
La metafora delgigante… bambino!!!
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L’Istituzione Scolastica Autonoma è un gigante, ma non sa di esserlo!!!Le ISA dovrebbero contare di più come
terzo potereinteragendo sistemicamente con lo Stato, le Regioni e gli EELL
MIUR
RegioniEELL
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2. Gli spazi dell’autonomia
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Dall’autonomia come
STRUMENTO…L’autonomia è funzionale alla realizzazione delle
finalità e degli obiettivi del Sistema educativo nazionale di Istruzione
Ma le Istituzioni Scolastiche Autonome non sono istituzioni strumentali del MPI
Occorre interpretare l’autonomia come declinazione della sussidiarietà nel campo del diritto all’istruzione dei cittadini Alla autonomia della domanda sociale di istruzione non può non corrispondere l’autonomia dell’offerta:
- la programmazione territoriale da parte degli EELL
- il POF da parte delle ISA
… all’autonomia comeCULTURA ORGANIZZATIVA RISORSA VALORE nell’ottica del principio costituzionaledella SUSSIDIARIETA’ orizzontale
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Dallo Stato centralizzato alla Repubblica delle Autonomie
Le parole chiave per operare
SISTEMA – relazioni non casuali ma progettate, realizzate, monitorate e valutate in una struttura organizzata apertaISTITUZIONE – ente, organismo istituito per svolgere attività per fini determinati e regolate da normeSERVIZIO – l’insieme delle attività rese da un’istituzioneQUALITA’ – proprietà che caratterizza un processo, un prodotto, in ordine ad indicatori dati
VALUTAZIONE DI SISTEMA, interna ed esterna
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Attenzione! Tra il ‘90 e il 2000c’è la stagione delle Carte dei servizi!Confermata dalla legge 59/97 e dal nuovo Titolo V
La Direttiva della PCM del 27/01/95 detta i “principi sull’erogazione dei servizi pubblici”, in larga misura desunti da quelli che regolano l’iniziativa privata. Questi principi sono:
eguaglianza, imparzialità, continuità, diritto di scelta, partecipazione, efficienza, efficacia, adozione di standard, informazione degli utenti, rapporti con gli utenti, valutazione della qualità dei servizi, reclami e rimborsi, sanzioni per la mancata osservanza delle direttive governative
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Unione europea: FSE, FESR,
i fondi strutturali
Italia : la legge 53/ 03
I protocolli di intesaMiur-Mlps-Regioni e
Istruzione e formazione integrate
I corsi IFTS
Il territorioLe Regioni, gli EELL,
i serviziil D.Lgs.112/ 98il nuovo Titolo V
le norme italiane
visualizzazione del
Sistema Educativo Nazionale
di Istruzione e Formazione
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fattori di criticità di un’ISA* scarto tra “domanda” e “offerta”* scarto tra “processi” e “prodotti”
Le criticità più complesse si verificano in genere all’avvio ed alla fine di un anno scolastico
All’inizio ci sono le attese dei fruitori (studenti e loro famiglie), in genere alte e non sempre chiaramente manifestate e l’offerta dell’ISA
Al termine ci sono i risultati che per i fruitori contano essenzialmente a livello dei prodotti ottenuti (i giudizi finali espressi dall’ISA), per l’ISA a livello di processi realizzati e della valutazione delle attività
Su questi due momenti l’attenzione ricognitiva e valutativa da parte dell’ISA deve essere molto attiva e diligentemente mirata
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il sistema scuola/alunno
l’isaprogetta
offreil fruitore attende riceve PRODOTTI
realizzavaluta
PROCESSI
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le parole chiaveper la progettazione/valutazione di istitutoe la risposta alla Committenza – alunni, famiglie, EELL
efficienza – risorse vs risultatiefficacia – obiettivi vs risultatifattori di qualitàeconomicitàstandard, indicatori, descrittori trasparenza e partecipazione
– dal POF al PEC, patto educativo di corresponsabilità
monitoraggio come controllo continuorilevazione e misurazione oggettiva dei dativalutazione come formulazione di un giudizio
in ordine a criteri dati
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3. Gli strumenti per operare
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Dlgs 59/98 e Dlgs 165/01, artt. 15 e 25“Il dirigente scolastico promuove gli interventi
per assicurare la qualità dei processi formativi e la collaborazione delle risorse culturali, professionali, sociali ed economiche del territorio…”
Il dirigente devepossedere
conoscenze giuridiche, amministrative, istituzionalicompetenze politico/gestionali, organizzative, relazionali,
garantire i flussi comunicativi scuole/istituzioni del territorio
attivare iniziative sul territorio con ISA , EELL, altri significativi
al fine di rafforzare le autonomie delle ISA
In tale contesto/scenarioquale ruolo per il dirigente scolastico?
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Utilizzare la risorsa della SUSSIDIARIETA’ ORIZZONTALEper una corretta relazionetra amministrazione pubblica, cittadini e società civile
“I Comuni e le Province svolgono la loro funzione anche attraverso le attività che possono essere adeguatamente esercitate dalla autonoma iniziativa dei cittadini e delle loro formazioni sociali”
(D.Lgs 267/2000, Testo unico degli Enti locali, art. 3)
“…Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”
(articolo Cos. 118)
In tale scenario quale ruolo per l’ente locale?
Non faccia lo Stato ciò che i cittadini possono fare da soli!!!
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Alcuni dati circa la “sensibilità” degli amministratori locali nei confronti dell’istruzione e della formazione
Negli ultimi dieci anni le risorse destinatedal Centro alle Amministrazioni locali sono passate
da 100 miliardi a 230 miliardi
Ma le risorse destinate all’istruzione e alla formazione da parte delle Amministrazioni locali sono passate dall’11,6% del 1994 al 7,8% del 2006
«Gli enti locali nel Centro-nord hanno fatto in questi decenni cose straordinarie per la scuola… nel Sud tutto questo o è episodico o non c'è. Nel Centro-nord la scuola è un tema che influenza le scelte dell'elettorato locale, che stimola così gli amministratori. Al Sud o è episodico o non c'è» Luigi Berlinguer da “l’Unità” del 19 agosto 2008
La Cultura del Titolo V stenta a farsi strada!!!
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Le responsabilitàdel dirigente scolastico
le fonti normative
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Dlgs 165/01Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche
Art. 4
1. Gli ORGANI DI GOVERNO esercitano le funzioni di indirizzo politico-amministrativo, definendo gli obiettivi ed i programmi da attuare ed adottando gli altri atti rientranti nello svolgimento di tali funzioni, e verificano la rispondenza dei risultati dell'attività amministrativa e della gestione agli indirizzi impartiti. Ad essi spettano, in particolare:
a) le decisioni in materia di atti normativi e l'adozione dei relativi atti di indirizzo interpretativo ed applicativo;
b) la definizione di obiettivi, priorità, piani, programmi e direttive generali per l'azione amministrativa e per la gestione;
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Dlgs 165/01 - Art. 4
c) la individuazione delle risorse umane, materiali ed economico-finanziarie da destinare alle diverse finalità e la loro ripartizione tra gli uffici di livello dirigenziale generale;
d) la definizione dei criteri generali in materia di ausili finanziari a terzi e di determinazione di tariffe, canoni e analoghi oneri a carico di terzi;
e) le nomine, designazioni ed atti analoghi ad essi attribuiti da specifiche disposizioni;
f) le richieste di pareri alle autorità amministrative indipendenti ed al Consiglio di Stato;
g) gli altri atti indicati dal presente decreto.
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Dlgs 165/01 - Art. 4
2. Ai DIRIGENTI spetta l'adozione degli atti e provvedimenti amministrativi, compresi tutti gli atti che impegnano l'amministrazione verso l'esterno, nonché la gestione finanziaria, tecnica e amministrativa mediante autonomi poteri di spesa di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo. Essi sono responsabili in via esclusiva dell'attività amministrativa, della gestione e dei relativi risultati.
3. Le attribuzioni dei DIRIGENTI indicate dal comma 2 possono essere derogate soltanto espressamente e ad opera di specifiche disposizioni legislative.
4. Le amministrazioni pubbliche i cui organi di vertice non siano direttamente o indirettamente espressione di rappresentanza politica, adeguano i propri ordinamenti al principio della distinzione tra indirizzo e controllo, da un lato, e attuazione e gestione dall'altro.
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Dlgs 165/01 - Art. 25 1… I DIRIGENTI SCOLASTICI sono inquadrati in ruoli di dimensioni regionale e rispondono in ordine ai risultati, che sono valutati tenuto conto della specificità delle funzioni e sulla base delle verifiche effettuate da un nucleo di valutazione istituito presso l'amministrazione scolastica regionale… 2. Il DIRIGENTE SCOLASTICO assicura la gestione unitaria dell'istituzione, ne ha la legale rappresentanza, è responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio. Nel rispetto delle competenze degli organi collegiali scolastici, spettano al DIRIGENTE SCOLASTICO autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane. In particolare, il DIRIGENTE SCOLASTICO organizza l'attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia formative ed è il titolare delle relazioni sindacali.
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3… ll DIRIGENTE SCOLASTICO promuove gli interventi per assicurare la qualità dei processi formativi e la collaborazione delle risorse culturali, professionali, sociali ed economiche del territorio, per l'esercizio della libertà di insegnamento, intesa anche come libertà di ricerca e innovazione metodologica e didattica, per l'esercizio della libertà di scelta educativa delle famiglie e per l'attuazione del diritto all'apprendimento da parte degli alunni. 4. Nell'àmbito delle funzioni attribuite alle istituzioni scolastiche, spetta al DIRIGENTE l'adozione dei provvedimenti di gestione delle risorse e del personale. 5… Il DIRIGENTE può avvalersi di docenti da lui individuati, ai quali possono essere delegati specifici compiti, ed è coadiuvato dal responsabile amministrativo, che sovrintende, con autonomia operativa, nell'àmbito delle direttive di massima impartite e degli obiettivi assegnati, ai servizi amministrativi ed ai servizi generali dell'istituzione scolastica, coordinando il relativo personale.
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6. Il DIRIGENTE presenta periodicamente al consiglio di circolo o al consiglio di istituto motivata relazione sulla direzione e il coordinamento dell'attività formativa, organizzativa e amministrativa al fine di garantire la più ampia informazione e un efficace raccordo per l'esercizio delle competenze degli organi della istituzione scolastica. 8. Il Ministro della pubblica istruzione, con proprio decreto, definisce gli obiettivi, i contenuti e la durata della formazione; determina la modalità di partecipazione ai diversi moduli formativi e delle connesse verifiche; definisce i criteri di valutazione e di certificazione della qualità di ciascun corso; individua gli organi dell'amministrazione scolastica responsabili dell'articolazione e del coordinamento dei corsi sul territori, definendone i criteri; stabilisce le modalità di svolgimento dei corsi con il loro affidamento ad università, agenzie specializzate ed enti pubblici e privati anche tra loro associati o consorziati.
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Direttiva 34/06
Gli obiettivi formativi prioritari di un dirigente attengono a:- profili e aspetti problematici inerenti la complessità della gestione delle ISA;- problematiche gestionali e complesse ricadute organizzative e contrattuali che derivano dalla progressiva attuazione dei processi di riforma e innovazione;- attuazione degli obblighi contrattuali;- valorizzazione dell’autoaggiornamento;- iniziative di formazione per tutti i dirigenti scolastici sulla cultura e sulla tecniche della valutazione.
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Direttiva 34/06
L’Amministrazione centrale promuove e sostiene:- la leadership educativa e organizzativa all’interno dell’istituzione scolastica;- la cultura della qualità con particolare riferimento all’individuazione di modelli organizzativi e operativi per l’analisi del servizio scolastico;- la cultura della valutazione e, in particolare, la valutazione dei dirigenti scolastici, anche in collaborazione con la SSPA;- l’aggiornamento, il completamento e la diffusione dei materiali già prodotti sulla base delle precedenti direttive 51/05, 48/04, 43/03, 87/02;- l’azione dirigenziale in materia di trattamento e protezione dei dati personali (dlgs 196/03);- la previdenza complementare nell’ambito del sistema previdenziale pubblico.
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Tra le competenze relazionalicompetenze relazionali del Dirigente Scolastico, quelle relative ai rapporti con gli Enti Locali acquistano una particolare importanza
L’Ente locale è al tempo stesso un organo amministrativo ed un organo elettivo. Nell’Ente locale convivono l’amministrazione e la politica e ogni decisione è destinata a pesare sul consenso, soprattutto nei piccoli centri.
Per il Dirigente Scolastico è importante avere relazioni distese, non giungere mai a tensioni o a rivendicazioni “irrinunciabili”. Il livello politico a volte ha più a cuore il consenso “facile” che non l’erogazione di un servizio “corretto” e “produttivo”!
Mai confrontarsi da soli con il livello politico! Le Istituzioni Scolastiche associate pesano molto di più nel chiedere, rivendicare, trattare, ottenere!
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Dlgs 112/98 – Art. 138 - Deleghe alle Regioni
1. Ai sensi dell'articolo 118, comma secondo, della Costituzione, sono delegate alle regioni le seguenti funzioni amministrative:
a) la programmazione dell'offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale;
b) la programmazione, sul piano regionale, nei limiti delle disponibilità di risorse umane e finanziarie, della rete scolastica, sulla base dei piani provinciali, assicurando il coordinamento con la programmazione di cui alla lettera a);
c) la suddivisione, sulla base anche delle proposte degli enti locali interessati, del territorio regionale in ambiti funzionali al miglioramento dell'offerta formativa;
d) la determinazione del calendario scolastico;e) i contributi alle scuole non statali;f) le iniziative e le attività di promozione relative all'ambito
delle funzioni conferite.
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2. La delega delle funzioni di cui al comma 1 opera dal secondo anno scolastico immediatamente successivo alla data di entrata in vigore del regolamento di riordino delle strutture dell'amministrazione centrale e periferica, di cui all'articolo 7 della legge 15 marzo 1997, n. 59.
3. Le deleghe di cui al presente articolo non riguardano le funzioni relative ai conservatori di musica, alle accademie di belle arti, agli istituti superiori per le industrie artistiche, all'accademia nazionale d'arte drammatica, all'accademia nazionale di danza, nonché alle scuole ed alle istituzioni culturali straniere in Italia.
L'individuazione delle risorse finanziarie, materiali ed umane che, in materia di istruzione, concernono il trasferimento di funzioni e compiti dallo Stato agli Enti territoriali (Regioni e enti locali) e le relative modalità risultano dettate con i seguenti provvedimenti:— dpcm 12 settembre 2000— dpcm 13 novembre 2000— dpcm 22 dicembre 2000Le modalità e le procedure generali per il trasferimento del personale dallo Stato agli Enti territoriali (Regioni e enti locali) sono state dettate con il dpcm 14 dicembre 2000, n. 446
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Dlgs 112/98 – Art. 139 - Trasferimenti alle Province ed ai Comuni
1. Salvo quanto previsto dall'articolo 137 del presente decreto legislativo, ai sensi dell'articolo 128 della Costituzione sono attribuiti alle province, in relazione all'istruzione secondaria superiore, e ai comuni, in relazione agli altri gradi inferiori di scuola, i compiti e le funzioni concernenti:
a) l'istituzione, l'aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole in attuazione degli strumenti di programmazione;
b) la redazione dei piani di organizzazione della rete delle istituzioni scolastiche;
c) i servizi di supporto organizzativo del servizio di istruzione per gli alunni con handicap o in situazione di svantaggio;
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d) il piano di utilizzazione degli edifici e di uso delle attrezzature, d'intesa con le istituzioni scolastiche;
e) la sospensione delle lezioni in casi gravi e urgenti;
f) le iniziative e le attività di promozione relative all'ambito delle funzioni conferite;
g) la costituzione, i controlli e la vigilanza, ivi compreso lo scioglimento, sugli organi collegiali scolastici a livello territoriale.
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2. I comuni, anche in collaborazione con le comunità montane e le province, ciascuno in relazione ai gradi di istruzione di propria competenza, esercitano, anche d'intesa con le istituzioni scolastiche, iniziative relative a:
a) educazione degli adulti;b) interventi integrati di orientamento scolastico e
professionale;c) azioni tese a realizzare le pari opportunità di
istruzione;d) azioni di supporto tese a promuovere e sostenere la
coerenza e la continuità in verticale e orizzontale tra i diversi gradi e ordini di scuola;
e) interventi perequativi;f) interventi integrati di prevenzione della dispersione
scolastica e di educazione alla salute.
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3. La risoluzione dei conflitti di competenze è conferita alle province, ad eccezione dei conflitti tra istituzioni della scuola materna e primaria, la cui risoluzione è conferita ai comuni.
L'individuazione delle risorse finanziarie, materiali ed umane che, in materia di istruzione, concernono il trasferimento di funzioni e compiti dallo Stato agli Enti territoriali (Regioni e enti locali) e le relative modalità risultano dettate con i seguenti provvedimenti:— dpcm 12 settembre 2000— dpcm 13 novembre 2000— dpcm 22 dicembre 2000Le modalità e le procedure generali per il trasferimento del personale dallo Stato agli Enti territoriali (Regioni e enti locali) sono state dettate con il dpcm 14 dicembre 2000, n. 446
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DPR 10 luglio 2008, n. 140 – reclutamento dei dirigenti scolastici
Le due prove scritte accertano la preparazione del candidato sia sotto il profilo teorico sia sotto quello operativo, in relazione alla funzione di dirigente scolastico. La prima prova scritta consiste nello svolgimento di un elaborato su tematiche relative ai sistemi formativi e agli ordinamenti degli studi in Italia e nei paesi dell'Unione europea, alle modalità di conduzione delle organizzazioni complesse, oltre che alle specifiche aree giuridico-amministrativo-finanziaria, socio-psicopedagogica, organizzativa, relazionale e comunicativa. La seconda prova scritta consiste nella risoluzione di un caso relativo alla gestione dell'istituzione scolastica con particolare riferimento alle strategie di direzione anche in rapporto alle esigenze formative del territorio.La prova orale consiste in un colloquio interdisciplinare sulle materie indicate nel bando di concorso in relazione alle tematiche di cui al comma 1 e accerta la preparazione professionale del candidato. La prova orale accerta, altresì, la capacità di conversazione su tematiche educative nella lingua straniera prescelta dal candidato.Il periodo di formazione e tirocinio per i vincitori del concorso ha durata non superiore a quattro mesi e, comunque, non inferiore a tre. L'attività di formazione si svolge parte in presenza e parte con strumenti infotelematici. È finalizzata all'arricchimento delle competenze relative all'analisi del contesto esterno alla scuola, alla progettualità formativa, ai rapporti con i soggetti interni ed esterni alla scuola, alla gestione dell'organizzazione scolastica ivi compresi gli aspetti giuridici, finanziari ed informatici.
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