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MATRICE DI CONTABILITÀ SOCIALE E DISTRIBUZIONE DEL REDDITO Un’applicazione al caso italiano I R P E T Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana Elena Caramaschi

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MATRICE DI CONTABILITÀSOCIALE E DISTRIBUZIONE

DEL REDDITOUn’applicazione al caso italiano

I R P E TIstitutoRegionaleProgrammazioneEconomicaToscanaElena Caramaschi

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I R P E TIstitutoRegionaleProgrammazioneEconomicaToscana

MATRICE DI CONTABILITÀSOCIALE E DISTRIBUZIONEDEL REDDITOUn’applicazione al caso italiano

Elena Caramaschi

Firenze, 2004

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RICONOSCIMENTI

Il presente lavoro è una revisione della tesi di laurea svolta in paralle-lo ad uno stage presso l’IRPET.

Un ringraziamento va a Stefano Casini Benvenuti, relatore, i cuiinsegnamenti e suggerimenti sono stati essenziali nello sviluppo ecompimento di questo studio. Per la sezione relativa agli aspetti fi-scali si ringrazia Francesco De Luca e per la costruzione del modellodi microsimulazione Maria Luisa Maitino e Nicola Sciclone.

L’allestimento del volume è stato curato da Elena Zangheri delServizio Editoriale dell’Irpet.

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INDICE

INTRODUZIONE 5

1.L’IMPORTANZA DELLA DISTRIBUZIONEDEL REDDITO 7

2.STORIA ED EVOLUZIONE DELLA SAM 112.1 Le origini della SAM 112.2 Dalla Tavola I-O alla NAM verso la SAM 122.3 Alcuni studi 132.4 Struttura e contenuti di una matrice di contabilità sociale 142.5 Aspetti caratterizzanti una SAM 162.6 Gli operatori economici nella SAM: branche d’attività,

settoriistituzionali e fattori produttivi 17

2.7 Il trasferimento dei redditi da capitale 182.8 Le fonti principali 19

3.UNA SAM PER L’ITALIA 213.1 Introduzione 213.2 Gli scambi interindustriali 213.3 Il valore aggiunto 223.4 Il settore istituzionale “famiglie” 293.5 Una soluzione per la distribuzione secondaria 303.6 Il consumo delle famiglie nella SAM 313.7 Il bilanciamento con il metodo Stone, Champernowne,

Meade 333.8 Le fonti per la costruzione della SAM Italia 33

4.SAM: ANALISI ED APPLICAZIONI 394.1 Quadro generale 394.2 La distribuzione del reddito in Italia nel 1998 404.3 Il modello dei moltiplicatori contabili 45

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE EPROSPETTIVE DI RICERCA 57

Appendice A Disaggregare la Matrice Ponte dei Consumi 61Appendice B Verso un modello di microsimulazione fiscale 67

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 79123456123456123456123456

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INTRODUZIONE

Questa ricerca ha per oggetto la costruzione di una matrice dicontabilità sociale (nota con l’acronimo di SAM dall’inglesesocial accounting matrix) per l’Italia, anno 1998. La scelta del1998 è legata alla disponibilità di informazioni nel periodo disvolgimento di questo studio, in particolar modo disponibilitàdi fonti/informazioni su reddito e relativa distribuzione. Daltitolo di questo lavoro emerge palesemente che l’obiettivo nonè solamente la costruzione di una SAM, ma l’intento è di farlocon una particolare sensibilità verso la distribuzione. Questotema è stato affrontato sia congiuntamente alla matrice di con-tabilità, attraverso un’opportuna disaggregazione delle fonti direddito, e sia in modo disgiunto, attraverso un’analisi della di-stribuzione dei redditi sui dati Banca d’Italia, finalizzata adosservare, tra l’altro, il grado di diseguaglianza delle varie fon-ti di reddito e la composizione dei bilanci delle famiglie classi-ficate per decili di reddito (equivalente).

La matrice di contabilità sociale nasce all’interno della teo-ria economica tradizionale ed è stata largamente utilizzata perl’analisi delle economie in via di sviluppo, soprattutto per lapossibilità di considerare i problemi di distribuzione del reddi-to particolarmente acuti in quelle aree. L’aggettivo social è le-gato all’enfasi posto sulle famiglie e relativi comportamenti(formazione del reddito e consumo fondamentalmente). In annirecenti, la SAM è ritornata ad essere oggetto di interesse ancheper le economie sviluppate per diverse ragioni, tra queste, lapossibilità di creare modelli di equilibrio economico generalepartendo dalla SAM stessa, dato che, rispetto a modelli simili,ha il pregio di inserire la distribuzione all’interno del processoeconomico, ed in tal modo la distribuzione è, al contempo, causaed effetto di altri fenomeni.

La SAM è uno strumento flessibile, rappresenta il processoeconomico e ne evidenzia la circolarità. La sua costruzione richie-de l’impiego di una molteplicità di fonti, poiché nessuna è esaustiva,vale a dire che nessuna è in grado di fornire informazioni su tutti ifenomeni, flussi, scambi delle diverse fasi di un processo econo-mico. Le fonti possono avere, come si verifica solitamente, naturadiversa e necessitano, quindi, di essere integrate. Sotto questo aspet-to, la SAM è un valido strumento e si caratterizza, tra l’altro, perla capacità di valorizzare le statistiche relative a fenomeni specifi-ci, spesso studiati in maniera indipendente; la SAM, quindi, comeluogo per verificare la coerenza della Contabilità Nazionale.

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Una fonte di estrema importanza, nella costruzione dellaSAM e nell’analisi della distribuzione del reddito, è stata l’in-dagine campionaria Banca d’Italia sui bilanci delle famiglieitaliane (anno 1998). Il suo impiego, tuttavia, ha richiesto unapreventiva rielaborazione dei dati stessi, che con miglioramentitutt’ora in corso, ha condotto alla costruzione di un modello dimircrosimulazione fiscale. Altre problematiche meritevoli diapprofondimento, oltre alla stima dei redditi lordi, sono ladisaggregazione della Matrice Ponte dei Consumi e la compi-lazione del quadrante della distribuzione secondaria.

Questo studio si conclude con il passaggio dalla SAM comequadro contabile alla SAM come modello, con l’introduzionedi ipotesi comportamentali; il modello è impiegato per una bre-ve analisi d’impatto.

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1.L’IMPORTANZA DELLA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO

I due temi principali di questa ricerca sono distribuzione delreddito e SAM (social accounting matrix), i quali sono affron-tati sia insieme (affrontando la distribuzione all’interno dellaSAM) e sia separatamente. In questo capitolo si toccano alcuniconcetti, aspetti e problematiche legate direttamente e/o indi-rettamente alla distribuzione dei redditi in modo assolutamen-te sintetico, per fornire un inquadramento del problema e moti-vare l’attenzione di questa tematica.

Dagli anni cinquanta, ed in misura ancora maggiore nei duedecenni successivi, lo sviluppo economico è stato spesso iden-tificato (e confuso) con il concetto di crescita economica. L’ac-cento è stato posto su espansione e diversificazione della pro-duzione; sviluppo, quindi, come processo caratterizzato dallacrescita del reddito (pro capite), visione da legarsi anche al con-testo storico. Progressivamente la visione dello sviluppo siamplia, con conseguente considerazione di una serie di legamitra crescita, occupazione, distribuzione del reddito, bisogni fon-damentali: l’attenzione si sposta, quindi, dai produttori aibeneficiari della produzione, ossia dalle imprese alle famiglie.Oggi, sempre più spesso, si guarda allo sviluppo non solo comeun processo a carattere prettamente economico, ma come unfenomeno multidimensionale. L’incremento del reddito di unanazione, ad esempio, non può essere interpretato come auto-matico incremento del benessere perché molteplici sono gli ele-menti che si inseriscono tra le variabili monetarie ed ilsoddisfacimento dei bisogni, si pensi, ad esempio, alla dispo-nibilità di servizi pubblici (sanità ed istruzione), al grado dicoesione sociale, all’inquinamento ambientale, all’accesso alcredito, alla struttura e alla stabilità familiare, alla distribuzio-ne delle risorse all’interno delle famiglie, ecc.

Tra i molteplici aspetti legati allo sviluppo rientra senzadubbio la distribuzione del reddito, esplicativa di comporta-menti economici ed indice del livello di sviluppo e/o di benes-sere. Sviluppo, distribuzione del reddito quindi benessere. Èdifficile stabilire cosa si indichi di preciso con questo ultimotermine -benessere-, tuttavia, il lato al quale si fa solitamenteriferimento è materiale; benessere implica un certo grado disoddisfazione, quindi, in questa sua accezione, funzione dellerisorse disponibili -della distribuzione dei redditi-, dei bisognie di elementi soggettivi, quali capacità di utilizzo delle risorse,aspettative e altre caratteristiche individuali.

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Individuata la definizione di benessere -che evidentementenon è univoca- occorre rispondere ad almeno altri due interro-gativi, il primo dei quali è in capo a chi vada valutato il benes-sere economico: all’individuo o ad un’unità più ampia? Teori-camente il benessere dovrebbe essere valutato a livello indivi-duale, ma la scelta del singolo come unità d’analisi tralascia unaspetto molto importante: la condivisione delle risorse tra per-sone che vivono insieme.

Il secondo interrogativo fa riferimento alla/e variabile/i chepermette/permettono di misurare il benessere. Il reddito è ge-neralmente considerato una buona proxy del benessere, in quan-to, rappresenta un flusso di risorse di “immediato” utilizzo; al-tri fattori contribuiscono al raggiungimento del benessere, qualil’accesso al credito, variazioni dello stock patrimoniale, ecc.Qualora si propenda per il reddito, quale proxy del benessere, ènecessaria un’accorta valutazione della definizione più appro-priata: reddito lordo, disponibile o equivalente? E soprattutto,come affrontare il problema della numerosità e delle caratteri-stiche di coloro che dispongono di reddito? Il benessere di ogniindividuo dipende, oltre che dal livello del proprio reddito, anchedal reddito degli altri individui appartenenti alla stessa collettività.

La distribuzione del reddito è stata definita come “esplicati-va di comportamenti economici”, primo tra i quali è il compor-tamento verso il consumo. L’evidenza empirica mostra che ilreddito (e la sua distribuzione) ed i prezzi sono, salvo rare ec-cezioni, le determinanti principali del consumo. Senza dubbio,altri fattori -oggettivi e soggettivi- influenzano la scelta deiconsumatori. A proposito della distribuzione del reddito e delconsumo, Kaldor dimostra che la quota del risparmio è funzio-ne, non del reddito, ma della distribuzione del reddito. Proce-dendo analogamente per il consumo è dimostrabile che ancheil consumo è funzione della distribuzione del reddito.

La distribuzione del reddito fa riferimento a diversi concettiper alcuni dei quali non esistono definizioni univoche, ma di-pendono spesso dalle finalità d’analisi. Le “coordinate” fonda-mentali della distribuzione del reddito sono l’unità di riferi-mento, la definizione di reddito, l’arco temporale e la scalad’equivalenza; altri elementi importanti sono i fattori di con-versione nelle analisi comparate (PPP, tassi di cambio, indicidei prezzi, ecc.).

Soffermiamo l’attenzione sui principali quattro aspetti par-tendo dall’unità di riferimento: singolo individuo o nucleo piùcomplesso? In entrambi i casi, i soggetti sono considerati inqualità di percettori di reddito1. L’individuo ha per riferimentoil reddito percepito, ossia le risorse che egli è capace di reperirecon il proprio lavoro, attraverso trasferimenti (da parte delloStato e/o altri Enti) e con l’ausilio di capitale investito.

1 Tuttavia rientrano in questa categoria anche i proprietari (o soci) di società di perso-ne, in quanto in caso di impresa individuale, è difficile, se non impossibile, scinderereddito e patrimonio di una persona in qualità di imprenditore ed in qualità di percettore.

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Il riferimento all’individuo trascura la condivisione di ri-sorse che avviene in contesti più ampi, come ad esempio lafamiglia. La famiglia richiama il concetto di reddito pro capi-te, ossia le risorse a disposizione di un membro grazie allariallocazione dei redditi in ambito familiare. In famiglia, infat-ti, i percettori trasferiscono risorse a coloro che non hanno red-dito o hanno entrate al di sotto del minimo vitale (ad esempiogenitori verso figli minorenni o studenti), trasferimenti chepossono assumere un’importanza anche vitale nella determi-nazione del benessere individuale. È difficile, tuttavia, se nonimpossibile, reperire informazioni sulla redistribuzione in am-bito familiare e per questo è necessario ricorrere ad assunzioni,la più ricorrente delle quali -malgrado sia la più estrema- è l’equaredistribuzione delle risorse in modo che tutti i membri (delnucleo familiare) raggiungano lo stesso tenore di vita, nonchéuguale benessere. Tale assunzione è sicuramente criticata ecriticabile, soprattutto per diversi paesi nei quali alcune cate-gorie della popolazione sono soggette a discriminazione (adesempio donne e bambini).

Qual è il concetto ottimale di reddito ai fini dell’analisi del-la sua distribuzione? Reddito complessivo lordo, disponibile,disponibile aggiustato, equivalente o pro capite? Dipende sicu-ramente dalle finalità d’analisi. Due concetti che è spesso utilecomparare sono reddito lordo e reddito netto, ossia prima e dopol’imposizione fiscale ed i trasferimenti, questo per valutare l’im-patto dell’intervento statale (e privato). Alcune delle questionipiù discusse circa la definizione di reddito vertono sull’inclu-sione o meno delle entrate non ricorrenti, che si verificano sal-tuariamente o una tantum; l’inclusione delle sole componentiche contribuiscono al solo benessere attuale o anche a quellofuturo. La misurazione del reddito dovrebbe tenere conto dellevariazioni del patrimonio?

Il reddito, in quanto flusso, va riferito ad un’unità tempora-le precisa, la cui ampiezza, non è neutrale, si può incorrere inposte transitorie, in periodi eccezionalmente negativi o positiviper un individuo. Non è sempre possibile adottare il periodo diriferimento ottimale, tuttavia, perché i dati possono non esseredisponibili o l’operazione risultare troppo dispendiosa. Sem-pre riguardo alla dimensione temporale occorre valutare l’op-portunità di unire nella stessa analisi gruppi di diversa età. Sipone l’interrogativo sull’opportunità di restringere l’analisi delladistribuzione del reddito a persone con la stessa età e distin-guere tra ineguaglianza intragenerazionale ed ineguaglianzaextragenerazionale.

L’eterogeneità delle caratteristiche familiari (numerosità, etàcomponenti, grado di istruzione, ecc.) ostacola le analisi com-parate tra famiglie in merito a reddito, consumo o altri indica-tori. Per neutralizzare l’influenza dei vari aspetti si fa ricorsoalle scale d’equivalenza, ossia un insieme di coefficienti chepermettono di aggiustare gli indicatori in modo da tenere pre-sente le principali differenze tra le varie unità statistiche. Gli

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elementi che possono essere inclusi in una scala sono moltepli-ci, i principali sono sicuramente dimensione familiare2 e com-posizione. Nella costruzione delle scale si individua la personao la famiglia (o altra unità) standard, ossia di riferimento (il cuicoefficiente è unitario)

Dividendo il reddito familiare per il coefficiente della scalad’equivalenza si determina il reddito familiare equivalente, ilquale differisce dal reddito pro capite, perché la scala d’equi-valenza è un fattore di correzione.

2 La dimensione familiare può essere l’unico fattore di correzione nelle scale più sem-plici e nelle scale più complesse l’elemento con maggiore peso.

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2.STORIA ED EVOLUZIONE DELLA SAM

2.1Le origini della SAM

La matrice di contabilità sociale (abitualmente indicata conl’acronimo SAM dall’inglese Social Accounting Matrix) è unamatrice a doppia entrata che registra i flussi che intercorronotra gli operatori di un sistema economico; le coordinate princi-pali sono lo spazio territoriale e l’arco temporale.

Convenzionalmente si fa risalire la prima SAM al1960 costru-ita ad opera di Richard Stone per l’economia britannica, nell’am-bito del Cambridge Growth Project; tuttavia questa è precedutada due esperienze relative alla Norvegia ed ai Paesi Bassi, rispet-tivamente, degli anni ‘30 e ‘403. Prima del 1960, informazionidettagliate sul sistema economico erano concentrate nei Conti dellaproduzione ed assumevano la forma di Tavole Input-Output.

Alcuni eventi fondamentali, quali la grande depressione deglianni ‘30, lo sviluppo dei sistemi economici, l’intensificarsi de-gli scambi tra paesi, hanno fatto sorgere l’esigenza di un siste-ma informativo comune, basato su una standardizzazione dellemodalità di raccolta, codifica e presentazione dei dati. Datequeste esigenze, nel 1953 l’ONU pubblicò il System of NationalAccounts and supporting tables (d’ora in avanti SNA) adottatodai paesi ad economia di mercato ed il Material Product System(MPS) adottato dai paesi ad economia collettivista. Alla lucedegli sviluppi del Cambridge Growth Project, l’ONU revisio-nò sostanzialmente lo SNA53, pubblicando lo SNA68, acco-gliendo il suggerimento di R. Stone di presentare i conti in for-mato matriciale; in questa sede fu enfatizzata l’importanza del-la SAM evidenziandone soprattutto l’aspetto contabile. Pur uti-lizzando concetti, definizioni e classificazioni comuni allo SNA,la SAM nasce negli anni ’70 in posizioni antagonistiche rispet-to questo; quale strumento flessibile e non standardizzato, po-teva, infatti, essere adattata alle diverse realtà locali. Nel 1968,l’Istituto Statistico delle Comunità Europee (ISCE) elaborò ilSistema Europeo dei Conti Economici Integrati (d’ora in avan-ti SEC), applicato dai paesi membri dal 1970. Un’ulterioremodifica dello SNA68, lo SNA93, ha offerto le basi per la re-visione Sistema Europeo dei Conti Economici Integrati del 1995(d’ora in avanti SEC95), entrato in vigore in Italia nel 1999.

3 Pyatt, Round (1977).

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Nel quadro delle revisioni dei sistemi contabili, la SAM èdivenuta sempre più strumento di rilievo, anche nella stesu-ra dei conti nazionali. Può essere considerata, infatti, un veroe proprio mezzo per creare la Contabilità Nazionale, perchéi suoi conti sono compilati utilizzando fonti diverse ed allacostruzione segue una procedura di bilanciamento che con-sente di pervenire ad un complesso sistematico e coerentedi informazioni.

2.2Dalla Tavola I-O alla NAM verso la SAM

Altri strumenti, oltre alla SAM, sono in grado di descrivere letransazioni che intercorrono in un sistema economico o partedi queste; questi sono la Tavola Input-Output e la Matrice diContabilità Nazionale (NAM). È possibile vedere la SAM comeil completamento della prima e l’evoluzione della seconda.

La Tavola Input-Output (o delle interdipendenze produtti-ve) nasce nel 1936 ad opera di Leontief. Ha una formamatriciale a doppia entrata, scomponibile in tre sotto-matrici.La prima, incrocio branche-branche, costituisce l’elemento ca-ratterizzante la tavola stessa; la seconda sub-matrice, incrociobranche-fattori produttivi, registra i redditi primari cheremunerano i fattori produttivi impiegati nella produzione. Laterza sub-matrice registra flussi finali ossia l’incrocio tra bran-che e domanda finale (consumo privato, spesa pubblica, inve-stimenti ed esportazioni). La Tavola Input-Output non com-prende il processo distributivo e redistributivo del reddito,aspetto chiave, invece nella SAM grazie inclusione dei contiintestati ai settori istituzionali. La SAM completa, quindi, laTavola input-output aggiungendo le matrici che consentono dichiudere il modello di Leontief, tenendo presente le relazionitra distribuzione funzionale, personale del reddito e composi-zione della spesa per consumo. I conti intestati ai settori istitu-zionali consentono di cogliere, appunto, oltre all’intero pro-cesso di formazione del reddito disponibile, l’atteggiamentodegli stessi verso consumo ed investimenti.

Lo SNA93 prevede la rappresentazione dei conti nazionaliin forma matriciale (National Accounting Matrix NAM). LaNAM ha una struttura rigida, perché fa riferimento ad una purasequenza di conti e di tipologie di unità intestatarie degli stes-si, come previsti in contabilità; non privilegia, inoltre, aspettiparticolari. La SAM si differenza dalla NAM per la maggioreflessibilità che va ricercata, oltre che nella possibilità di sce-gliere quali fasi del processo economico evidenziare, nell’op-portunità di disaggregare gli intestatari dei conti ricorrendo aicriteri classificatori più idonei distinguendo caso per caso; laSAM pur essendo una sequenza di conti, consente di enfatizzareformazione, distribuzione e redistribuzione del reddito.

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2.3Alcuni studi

Diversi studi sulla matrice di contabilità sociale hanno avu-to per oggetto le realtà dei paesi in via di sviluppo e sonostati spinti dalla necessità di creare un sistema informativocapace di fornire dati basilari su occupazione e distribuzio-ne dei redditi, approccio sicuramente in contrasto con la tra-dizionale enfasi posta sulla crescita in quanto tale. La co-struzione delle SAM era concepita come la fase iniziale diun percorso verso la comprensione della distribuzione deiredditi come parte integrante del processo di sviluppo. L’esi-genza di focalizzare l’attenzione su occupazione e distribu-zione, piuttosto che sulla crescita in quanto tale come obiet-tivo di politiche economiche, è stata sottolineata anche dall’International Labour Office (ILO), World EmploymentProject (WEP). In merito si ricordano la SAM per Sri Lanka(1970), Swaziland (1971-1972) ed Iran (1970).

Altra esperienza degna di nota è la costruzione di una SAM“estesa” dove le estensioni, finalizzate all’inserimento di indi-catori sociali ed ambientali, avvengono solitamente aggiun-gendo righe e colonne, talvolta accompagnate da tavole “sa-tellite”. La consapevolezza del deterioramento ambientale edei suoi effetti a lungo termine è divenuta una preoccupazionesempre più pressante per i governi; ne consegue la necessità diinserire indicatori (sociali ed ambientali) in una struttura chepermetta di considerarne le relazioni con il sistema economi-co. Tale struttura è contenuta nella matrice di contabilità so-ciale. Come esperienza di SAM estesa si ricorda quella costru-ita per la Bolivia (anno 1989).

Nonostante il notevole interesse e le molteplici esperienzedi lavoro finalizzate alla costruzione di SAM nazionali eregionali, il materiale prodotto in Italia è limitato: si ricor-dano la NAM prodotta dall’ISTAT ed alcune esperienze ditesi di laurea e gruppi di studio non sempre confluite in veree proprie pubblicazioni.

Vale tuttavia la pena di ricordare l’attenzione posta ad esten-dere l’esperienza delle SAM a livello regionale. Del resto, ne-gli anni ‘60 emerse, anche a livello internazionale, l’interesseper lo sviluppo di una contabilità regionale, riferita cioè a si-stemi economici sub-nazionali (Stone, 1961a). Esempi che te-stimoniamo l’interesse in Italia per studi regionali sono il la-voro di D’Antonio M. sviluppato con il progetto FORMEZfinalizzato alla costruzione di una SAM a quattro regioni4 e laSAM biregionale costruita dall’unità di ricerca “Una SAM peril Mezzogiorno”, nell’ambito del Sottoprogetto I5.

4 D’Antonio, 1993.5 D’Antonio, 1990.

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2.4Struttura e contenuti di una matrice di contabilità sociale

Scopo di questo capitolo è delineare la struttura, i contenuti edi caratteri fondamentali di una generica matrice di contabilitàsociale, per poi addentrarci nelle specificità di quella costruitanel prossimo capitolo (Cap. 3).

La Matrice di Contabilità Sociale (SAM) registra i flussiche intercorrono tra i diversi operatori nelle varie fasi del pro-cesso economico (produzione, distribuzione, consumo ed ac-cumulazione), evidenziandone la circolarità. È una matrice adoppia entrata che permette di registrare un flusso una solavolta, ed avere, tuttavia, due letture: per convenzione, registrai flussi in entrata per riga ed i flussi in uscita per colonna.

Una regola fondamentale della SAM è di avere un’uscita incontropartita ad ogni entrata: questo implica che riga e colon-na, intestati alla stessa voce, abbiano i medesimi totali perchéogni coppia di riga-colonna riproduce la contabilità di un ope-ratore. L’aspetto particolarmente originale della SAM è che,oltre al processo produttivo, permette di cogliere il passaggiodalla distribuzione funzionale alla distribuzione personale delreddito, grazie alla presenza dei conti intestati ai settori istitu-zionali; consente di seguire, inoltre, il processo di utilizzo delreddito.

Per la struttura generale di una matrice di contabilità socia-le si osservi la figura 2.1.

Processo produttivo. Il primo quadrante di dimensione (mxm),rappresenta il processo produttivo nel quale le branche d’atti-vità economica utilizzano beni e servizi intermedi. La letturaper colonna informa sulla quantità di inputs assorbita da ognibranca nel processo produttivo; mentre per riga si conosce l’as-sorbimento da parte di tutte le branche del bene prodotto dallai-esima branca (compresa la i-esima)6.

Distribuzione primaria. La distribuzione primaria-trasferimentodi risorse dalle branche ai settori istituzionali- nella SAM ed inContabilità Nazionale è scissa in due passaggi per enfatizzarel’origine delle fonti di reddito ed il ruolo dei fattori produttivi.Il primo passaggio -trasferimento dalle branche ai fattori pro-duttivi (Quadrante kxm)- indica l’assorbimento dei k fattoriproduttivi da parte delle m branche, nonché il trasferimento dirisorse dalle branche ai fattori produttivi. È la fase in cui ègenerato il valore aggiunto, ossia l’incremento di utilità gene-rato dai fattori produttivi durante il processo produttivo. Il se-condo passaggio (Quadrante nxk) registra il trasferimento dai

6 Questo tipo di informazione è raccolto nella Tavola Intersettoriale, che, tuttavia, nonè costruita regolarmente per tutti gli anni. Negli anni non coperti dalla TavolaIntersettoriale, è noto, in linea generale, l’ammontare complessivo dei costi intermediper branca.

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2.1STRUTTURA DI UNASAM

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fattori produttivi ai settori istituzionali (proprietari) delleremunerazioni per la partecipazione all’attività produttiva.

Distribuzione secondaria. I redditi che si formano in capo aisettori istituzionali in seguito alla distribuzione primaria nonsono risorse effettivamente utilizzabili, perché tra i settori isti-tuzionali intercorrono altre transazioni che, pur lasciandoimmutato il reddito complessivamente prodotto nel sistemaeconomico, ne modificano la distribuzione. L’insieme dei tra-sferimenti tra gli n settori istituzionali genera la distribuzionesecondaria e permette di determinare il reddito disponibile.Questi trasferimenti non sono il corrispettivo di una qualcheprestazione, come nel caso della distribuzione primaria, manascono sia dall’esigenza di far confluire i redditi ai proprietaridel capitale finanziario (§ 2.7 ) sia dalla necessità di procederead una redistribuzione dei redditi. La prima deriva, dunque, datitoli di proprietà, la seconda da scelte pubbliche (imposte etrasferimenti) e private (ad esempio le assicurazioni).

Utilizzo del reddito. Ogni settore istituzionale sceglie come ri-partire il proprio reddito disponibile tra consumo e risparmio.Nella SAM, l’utilizzo è scisso in due momenti. In primo luogo,i settori istituzionali decidono quanto reddito destinare a con-sumo e risparmio (Quadranti fxn e ixn). In un secondo momen-to, le risorse accantonate per consumo privato e per consumocollettivo sono “spese” in corrispondenza delle branche d’atti-vità economica (Quadrante mxi).

Resto del Mondo. Se con la SAM si rappresenta un sistemaeconomico aperto, si devono includere i conti intestati al Restodel Mondo, ossia a tutte le realtà esterne al sistema stesso. Perriga sono registrate le entrate del resto del mondo (uscite per ilsistema economico oggetto della SAM) e per colonna le uscitedel resto del mondo (nonché entrate per il sistema economico diriferimento). In figura 2.1 le frecce tratteggiate indicano i flussi discambio tra il sistema economico ed il resto del mondo.

2.5Aspetti caratterizzanti una SAM

Malgrado la SAM nasca come strumento per i paesi in via disviluppo, negli anni più recenti è divenuta oggetto di interesseanche per le economie sviluppate, perché fornisce un quadrocontabile completo di un sistema economico e consente di co-struire modelli di equilibrio economico generale partendo dal-la matrice di contabilità stessa.

Altro elemento che lo rende uno strumento estremamenteattuale è l’enfasi posto sulla distribuzione del reddito, alcontempo, causa (del consumo e del risparmio, quindi influen-

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za il comportamento individuale) ed effetto perché è, a sua vol-ta, influenzata dalle modifiche di variabili esogene (un aumen-to delle esportazioni influenzerà, ad esempio, la distribuzionedel reddito), ed in particolare di alcune delle variabili strumen-tali (tutte le azioni di politica economica hanno anche un effet-to redistributivo).

Nessuna fonte è in grado di fornire sufficienti informazionisu tutti i fenomeni di un sistema economico, quindi, la costru-zione della SAM -che descrive appunto un sistema economi-co- richiede l’utilizzo di diverse fonti. Questo comporta la ne-cessità di integrare dati di natura e provenienza diversa. L’inte-grazione è il momento fondamentale nel processo di costruzio-ne di una matrice di contabilità sociale, e si caratterizza proprioper la capacità di valorizzare le statistiche relative a fenomenispecifici solitamente indipendenti. La SAM può essere conside-rata un vero e proprio mezzo per creare la Contabilità Nazionale.

La flessibilità della SAM riguarda, sostanzialmente, la pos-sibilità di disaggregare gli intestatari dei conti ricorrendo, casoper caso, ai criteri classificatori più idonei; è possibile deciderequali aspetti privilegiare e con che grado di dettaglio, anche inrelazione ad un eventuale modello da utilizzare per la simula-zione di politiche economiche e sociali. Ha il pregio di com-prendere tutte le fasi del processo economico e di evidenziarnela circolarità; non si limita, inoltre, alle sole transazioni interne adun paese, ma comprende i flussi da e verso il resto del mondo.

2.6Gli operatori economici nella SAM: branche d’attività,settori istituzionali e fattori produttivi

Alla base di ogni scelta vi sono uno o più operatori economici,quindi, ogni stadio del processo economico potrebbe essere ana-lizzato con riferimento ad essi. La produzione, ad esempio,potrebbe essere analizzata dal punto di vista dei settori istitu-zionali, poiché, in ultimo, essa dipende dalle decisioni dellesocietà, delle famiglie, delle Amministrazioni Pubbliche. IlSEC95 suggerisce di assumere punti di vista differenti nellevarie fasi del processo economico ed esaminare, quindi, il pro-cesso produttivo per branche d’attività economica, la genera-zione e distribuzione primaria del reddito per fattori produttivi,la distribuzione/redistribuzione del reddito e la spesa per set-tori istituzionali.

Produzione. Il SEC95 definisce una branca di attività econo-mica come “L’insieme di tutte le unità di attività economicalocali che esercitano la medesima attività o una attività di tiposimile”7. Le unità di attività economica (UAE) locali sono so-

7 EUROSTAT, 1996, p. 9.

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stanzialmente nuclei con attività omogenea, definite (dalSEC95) come il luogo che “raggruppa tutte le parti di unaunità istituzionale in veste di produttore che si trovano in unaunica sede o in siti vicini e che concorrono all’esercizio di unaattività al livello di classe (4cifre) della NACE Rev.1”8; l’atti-vità “ha luogo quando risorse quali attrezzature, manodopera,tecniche di produzione, reti informative o prodotti concorronoalla creazione di determinati beni o servizi. Una attività è ca-ratterizzata da un input di prodotti (beni e servizi), da un pro-cesso di produzione e da un output di prodotti”9.

Distribuzione del reddito e spesa. Un settore istituzionale è uninsieme di unità “che hanno un comportamento economico si-mile”10. L’unità istituzionale è “un centro elementare di deci-sione economica caratterizzato da uniformità di comportamentoe da autonomia di decisione nell’esercizio della propria fun-zione principale”11. Delle varie unità istituzionali si considera-no il tipo di produttore, le funzioni e l’attività principale. I set-tori istituzionali previsti dal SEC95 sono le società finanziarie,le società non finanziarie, le Amministrazioni Pubbliche, le fa-miglie, le istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle fa-miglie ed il resto del mondo.

Generazione e distribuzione primaria del reddito. I fattori pro-duttivi mettono in relazione le branche di attività economica edi settori istituzionali.

2.7Il trasferimento dei redditi da capitale

Soffermiamoci su un aspetto particolare: il trasferimento deiredditi da capitale. Le branche remunerano i fattori produttivi,i quali, a loro volta, trasferiscono queste risorse ai settori istitu-zionali. Che tipi di reddito trasferiscono i fattori produttivi aisettori istituzionali, in particolare al settore istituzionale “fami-glie”? Sicuramente i redditi da lavoro dipendente, mentre nonè immediato a chi siano trasferiti i redditi da capitale generatidalle società: alle famiglie (in qualità di proprietari) o alle so-cietà (in qualità di utilizzatrici)?

La prima opzione, implica una visione dell’impresa comepuro fattore da tramite. Questo accade nei casi di piccole im-prese, dove il proprietario del capitale è anche proprietario del-l’impresa. In tal caso non avviene una distribuzione secondariadel reddito dall’impresa alla famiglia, in quanto, quest’ultimane entra direttamente in possesso. La seconda interpretazione,

8 EUROSTAT, 1996, p. 9.9 EUROSTAT, 1996, p. 36.10 EUROSTAT, 1996, p. 23.11 EUROSTAT, 1996, p. 21.

Page 21: matrice di contabilità

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al contrario, attribuisce un ruolo rilevante all’impresa che per-cepisce i redditi primari e decide, se ed in che misura,redistribuire i dividendi alle famiglie. Ciò accade nelle grandiimprese, dove può essere deliberato, ad esempio, un re-investi-mento totale dei profitti nella società senza alcuna distribuzione.

La presentazione del Conto istituzionale dell’attribuzionedei redditi primari (ISTAT) avviene sulla base della prima ipo-tesi (fattori produttivi-famiglie); nella SAM per l’Italia è se-guita, al contrario, la seconda ipotesi (fattori produttivi-impre-se-famiglie). Questa decisione è dettata, in parte, dalla possibi-lità di vedere la prima ipotesi come caso particolare della se-conda e non viceversa. Nella piccola impresa, infatti, il titolarecoincide perfettamente con il proprietario (o i proprietari) delcapitale, quindi gli utili sono distribuiti all’impresa, e la distri-buzione secondaria avviene, ma è pari a zero, poiché il pro-prietario dell’impresa distribuisce i redditi a se stesso in qualitàdi settore istituzionale “famiglia”.

2.8Le fonti principali

Costruire una SAM richiede l’utilizzo di una pluralità di fontidi diversa natura; le principali diffuse dall’ISTAT sono i ContiEconomici Nazionali Annuali (CENA), i Conti dei Settori Isti-tuzionali e la Tavola Intersettoriale dell’Economia Italiana (TEI)che costituiscono, in linea generale, i vincoli da rispettare. Illimite di queste fonti è di fornire dati solitamente aggregati peri vari fenomeni e non consentire, quindi, di entrare nella speci-ficità di tematiche quali la distribuzione, il consumo ecc. Daqui il ricorso ad indagini specifiche come quella Banca d’Italiasul reddito oppure quella Istat sul consumo.

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20

123456123456123456123456

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21

3.UNA SAM PER L’ITALIA

3.1Introduzione

Questo capitolo è dedicato alla descrizione delle modalità di co-struzione dei principali quadranti della SAM costruita per l’Italiarelativa al 1998. Il principale aspetto di interesse della SAM co-struita ed in generale di una matrice di contabilità sociale è il set-tore istituzionale “famiglie” e quindi i fenomeni direttamente eindirettamente ad esso collegati, in primis, la distribuzione del red-dito. A questo scopo, si opera una disaggregazione, oltre che dellefamiglie, anche delle fonti di reddito e del consumo. Ladisaggregazione deve rispettare la significatività di ogni incrociosia dal punto di vista statistico, perché nessuna fonte garantisce lacompresenza di tutte le informazioni richieste; sia dal punto divista economico, poiché la lettura della SAM per fini solo descrit-tivi o il suo utilizzo come modello implicano che il contenuto diogni incrocio identifichi una relazione economica alla quale poterdare un significato che non sia equivoco.

3.2Gli scambi interindustriali

I settori istituzionali sono alla base di ogni scelta economica,ma non costituiscono sempre il punto di riferimento ottimalenel rappresentare le transazioni economiche. Per l’analisi delprocesso produttivo è più proficuo guardare all’unità di attivitàeconomica (UAE), che nella SAM sono aggregate in branche d’at-tività economica. In particolare per la SAM Italia ‘98, i flussiinterindustriali, ossia gli scambi tra branche d’attività economica,provengono dalla Tavola Intersettoriale per l’economia italianastimata dall’IRPET per il 1998. Le branche sono 29 ed i valoridella produzione sono a prezzi départ usine (o prezzi ex fabbrica),ossia i prezzi dei beni in seguito al processo produttivo.

L’unità di attività economica (UAE) dovrebbe far riferimentoad un’attività omogenea, in realtà, per un’impresa è impossibi-le non diversificare la produzione (attività “secondarie”). Se leattività secondarie appartengono a branche diverse è necessa-rio trasferire contabilmente la produzione verso le branche ri-tenute di “competenza”, in modo che le attività di riferimentoabbiano una certa omogeneità. L’insieme dei trasferimenti di

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produzione, a somma zero, è stato marginalizzato inserendolotra le discrepanze statistiche12.

3.3Il valore aggiunto

Per spiegare e comprendere in parte il comportamento dellefamiglie dal punto di vista economico è necessario conoscereorigine, composizione e distribuzione del reddito familiare,nonché dei redditi individuali.

Rifacendoci allo schema SAM presentato precedentemen-te, il lavoro -in quanto fattore produttivo- versa ai percettori, diconseguenza alle famiglie, le remunerazioni per la partecipa-zione al processo produttivo. Conoscere il solo dato aggregatodi questi trasferimenti (ad esempio il lavoro dipendente trasferi-sce x all’individuo A) è di scarsa utilità ai fini dell’individuazionedi gruppi di percettori, quindi di famiglie, con comportamentisimili almeno verso il consumo; più significative, invece, sonole informazioni sul lavoro disaggregate a seconda dell’originedei redditi (ad esempio il reddito da lavoro dipendente qualifi-ca operaio/settore industria trasferisce x all’individuo A). Inol-tre, dato che il reddito familiare è la somma dei redditi indivi-duali ne consegue che questi ultimi siano il punto di partenzadella nostra analisi per arrivare a suddividere il Conto istituzio-nale intestato alle famiglie inserito nella SAM in modo omoge-neo, oltre che in relazione alla “classe” di reddito (cfr. § 3.4),anche in relazione all’origine dei redditi ed al comportamentoverso il consumo.

Ordinati i percettori in base al reddito equivalente della fa-miglia di appartenenza, si suddividono in gruppi analoghi aidecili nei quali sono suddivise le famiglie. Le famiglie sonostate classificate per decili di reddito equivalente; questa ope-razione permette di individuare i valori che definiscono le clas-si, quindi i gruppi familiari. Gli stessi valori sono stati impie-gati per raggruppare i percettori. La finalità di questa operazio-ne è di posizionare ogni individuo nella medesima classe occu-pata dalla famiglia. Si supponga, ad esempio, che il reddito delpercettore A sia talmente alto da farlo posizionare tra i gruppidi individui più ricchi, mentre nel contesto familiare si vede col-locato tra le famiglie più povere perché egli è l’unico percettore diuna famiglia numerosa, quindi, per effetto della redistribuzione inambito familiare quella persona ha un reddito effettivamente frui-bile molto basso. Nell’analizzare provenienza e destinazionedel reddito, nel primo caso sosterrei che il reddito, ad esempioda impiegato nel settore Pubblica Amministrazione, confluiscead individui posizionati su fasce medio-alte; nel secondo caso,invece, sosterrei che il reddito di quell’individuo è destinato a

12 I valori con segno negativo sono in corrispondenza della branca produttrice, quellicon segno positivo in corrispondenza della branca di competenza.

Lavoro, fontidi reddito e

percettori

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23

gruppi meno agiati, come effettivamente si verifica.Una volta suddivisi i percettori, la situazione ottimale sa-

rebbe la massima concentrazione delle fonti di reddito, ossia,ogni tipo di reddito confluisce ad un solo gruppo, quindi, unarelazione biunivoca (Tab. 3.1). Questa situazione sarebbeottimale per la costruzione e l’utilizzo di una SAM come mo-dello a coefficienti fissi13 (si veda Cap. 4). Nel caso di fonticoncentrate al massimo e di un coefficiente fisso per ognitipologia di reddito, a fronte di una variazione di una fonte siavrebbe una variazione in un’unica classe di reddito.

Fonti di redditoGruppi di Operaio Impiegato ...individui Agricolt. Industria Servizi Agricolt. Industria Servizi ... ...

I XII XIIIIV XV XVIVII XVIIIIXX X

Una relazione biunivoca fonte di reddito e gruppo dipercettori, quindi di famiglie, non è plausibile, poiché le fontidi reddito cadranno sempre in più raggruppamenti (Tab. 3.2).

Per tale ragione va cercata una soluzione “sub-ottimale”,ossia che tenda a ridurre al minimo la dispersione delle fon-ti di reddito nei vari gruppi di famiglie in modo da evitaredistribuzioni che prevedano posizionamenti in classi tra loromolto distanti.

Fonti di redditoGruppi di Operaio ... ...individui Agricolt. Industria Servizi Agricolt. Industria Servizi ... ...

I X XII X X X XIII X X X XIV X X XV X X XVI XVII X XVIII X XIX X X XX X

13 Una delle ipotesi comportamentali nella costruzione di modelli più frequenti in let-teratura.

3.2UNA POSSIBILEDISTRIBUZIONE

3.1MASSIMACONCENTRAZIONEDELLE FONTI DIREDDITO

Page 26: matrice di contabilità

24

Ad esempio, gli incroci tra i redditi da lavoro autonomo e lediverse classi avrebbero un significato molto ambiguo se questotipo d’entrata fosse un unico aggregato: sia il piccolo coltivatorediretto, sia l’industriale di un’impresa individuale fortemente af-fermata sui grandi mercati internazionali riceverebbero un redditoda lavoro autonomo versato da entrambi alle proprie famiglie conla differenza che il primo starà verosimilmente tra i primi decili edil secondo tra gli ultimi. Qualora utilizzassimo la SAM come mo-dello, un aumento del reddito da lavoro autonomo provocherebbeun aumento di reddito simultaneamente nei primi e negli ultimi,indipendentemente dal fatto che sia aumentato il reddito dell’agri-coltore o dell’industriale.

La semplice bipartizione del valore aggiunto in reddito dalavoro dipendente e risultato lordo di gestione, presente anchenei Conti Economici Nazionali, non è sufficiente, ma è neces-saria una distinzione più dettagliata delle tipologie di reddito.

La Contabilità fornisce dati aggregati che costituiscono i vin-coli ai quali attenersi nella costruzione della SAM; rispettandoi vincoli è possibile operare la o le opportuna/e disaggregazione/iper enfatizzare, spiegare un fenomeno. Per analizzare il com-portamento familiare ponendo l’accento sulla distribuzione delreddito, i dati sulle fonti di reddito sono stati disaggregati e ciòin base all’indagine Banca d’Italia che offre informazioni suisettori d’attività e le qualifiche professionali (dell’attività prin-cipale). L’utilizzo dell’indagine Banca d’Italia sui Bilanci del-le famiglie italiane ai fini SAM non è immediato perché la pri-ma registra le entrate al netto di qualsiasi prelievo fiscale e/ocontributivo, mentre la seconda al lordo. È necessario che siconfrontino elementi omogenei, ossia che i redditi Banca d’Italiasiano lordi (e non netti) come quelli di Contabilità Nazionale.Per far questo, è stata operata una stima dei dati mancanti perla quale si rimanda all’Appendice B. La conoscenza dei datilordi è necessaria sia ai fini SAM e sia per la distribuzione deiredditi per constatare se ed in che misura l’operato della manopubblica apporta un miglioramento in termini di equità.

L’analisi è effettuata sul reddito da lavoro dipendente e nondipendente, entrambi distinti per qualifica professionale e set-tore d’attività. Il confronto delle diverse fonti può essere effet-tuato per qualifica professionale (gli operai, ad esempio, di tut-ti i settori d’attività) o per settore d’attività (tutte le qualificheprofessionali dell’industria, ad esempio). La comparazione perqualifica professionale sembra il metodo migliore perevidenziare distribuzioni simili, in quanto si mettono a con-fronto fonti di reddito più omogenee rispetto ad un’analisi persettore d’attività. Questo è stato confermato dall’analisi14 cheha condotto alle seguenti classificazioni:

Lavoro: settori equalifiche

professionali

14 Unica eccezione l’agricoltura che presenta caratteristiche così particolari da ritenereopportuna la trattazione separata dalle altre componenti, anche non va dimenticata labassa numerosità campionaria della rilevazione Banca d’Italia.

Page 27: matrice di contabilità

25

3.3DISAGGREGAZIONEREDDITO DALAVORODIPENDENTE

Il lavoro dipendente è distinto a seconda che sia versato in-ternamente o al resto del mondo. Per il reddito versato all’in-terno del sistema economico in analisi, è stato possibiledisaggregare solamente quello proveniente dall’attività princi-pale. In particolare, il reddito proveniente dall’agricoltura è statotrattato separatamente.

La scelta della classificazione per il lavoro indipendente siè rivelata più complessa, poiché le osservazioni sono, in gene-rale, poco numerose.

L’indagine Banca d’Italia raccoglie informazioni su settored’attività e qualifica professionale relativi all’attività principa-le (dichiarata tale dall’intervistato), e non per l’attività secon-daria (“doppio lavoro”). Questo implica che con le informazio-ni disponili sia possibile disaggregare solamente il reddito pro-veniente dall’attività principale, a meno che non si decida arbi-trariamente di attribuire all’attività secondaria la medesima clas-sificazione.

Nella SAM, i fattori produttivi versano ai fattori istituzio-nali ciò che ricevono dalle branche d’attività economica, ciòimplica che la classificazione dei fattori produttivi va incrocia-ta, con le branche d’attività, ossia è necessario evidenziare qualibranche pagano quali tipi di reddito. Questo vale sia per l’atti-

Redditi interni/esterni Tipo di attività Qualifiche SettoriTutte le qualifiche Agricoltura

Industria e CostruzioniTrasporti e Comunicazioni

Operai Intermediazione monetariae finanziaria e AssicurazioniCommercio e AlberghiPA e altri serviziIndustria e CostruzioniTrasporti e Comunicazioni

Impiegati Intermediazione monetariaRedditi versati e finanziaria e Assicurazioniall’interno del Attività Commercio e Alberghisistema economico principale PA e altri servizi

Industria e CostruzioniTrasporti e Comunicazioni

Quadri Intermediazione monetariae finanziaria e AssicurazioniCommercio e AlberghiPA e altri serviziIndustria e CostruzioniTrasporti e Comunicazioni

Dirigenti Intermediazione monetariae finanziaria e AssicurazioniCommercio e AlberghiPA e altri servizi

Attivitàsecondaria

Redditi versatiall’esterno (al restodel mondo)

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vità principale e sia per quella secondaria. Questa distinzionenon è immediata perché prima dell’introduzione del SEC95(quindi SEC70), l’ISTAT distingueva principalmente tra lavo-ro regolare, irregolare e doppio lavoro. Attraverso un’opportu-na integrazione delle fonti (Censimento della Popolazione, Cen-simento dell’Industria, ecc.) era possibile determinare (appros-simativamente) l’entità del sommerso e del doppio lavoro. Suc-cessivamente (dopo l’introduzione del SEC95), l’attenzione siè spostata verso il sommerso statistico ed il sommerso econo-mico, rendendo, di fatto, più difficile la stima del “lavoro se-condario”. Alla luce di questo, per distinguere tra lavoro prin-cipale e secondario nella SAM Italia‘98 sono stati utilizzati idati sulle unità di lavoro pubblicati dall’ISTAT, riferimentoSEC70, malgrado l’ultimo anno disponibile sia il 1997.

3.4DISAGGREGAZIONE

REDDITO DALAVORO

INDIPENDENTE

Redditi interni/esterni Tipo di attività Qualifiche SettoriTutte le qualifiche Agricoltura

Industria e CostruzioniCommercio e Alberghi

Liberi Intermediazione monetariaprofessionisti e finanziaria e Assicurazioni

Trasporti e ComunicazioniPA e altri serviziIndustria e CostruzioniCommercio e Alberghi

Imprenditori Intermediazione monetariaindividuali e finanziaria e Assicurazioni

Quota versata Attività Trasporti e Comunicazionialle famiglie principale PA e altri servizi

Industria e CostruzioniCommercio e Alberghi

Lavoratori Intermediazione monetariaautonomi e finanziaria e Assicurazioni

Trasporti e ComunicazioniPA e altri serviziIndustria e CostruzioniCommercio e Alberghi

Titolari o Intermediazione monetariacoadiuvanti e finanziaria e Assicurazioni

Trasporti e ComunicazioniPA e altri serviziIndustria e CostruzioniCommercio e Alberghi

Soci o Intermediazione monetariagestori e finanziaria e Assicurazioni

Trasporti e ComunicazioniPA e altri servizi

Attivitàsecondaria

Quota versataagli altri settoriistituzionali

Page 29: matrice di contabilità

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Settore d’attività Osservazioni Frequenze Media Coeff. di IndiceCampionarie Variazione di Gini

OPERAIAgricoltura 634.617 180 24.058 0,800 0,430

(euro 12,42)Industria e Costruzioni 3.800.845 1.350 45.311 0,394 0,216

(euro 23,40)Commercio e riparazioni,Alberghi, ristorazione 941.620 323 39.196 0,453 0,255

(euro 20,24)Trasporti e Comunicazioni 347.321 126 50.862 0,428 0,228

(euro 26,27)Intermediazione eAssicurazioni 6.391 4 76.143 0,210 0,115

(euro 39,32)AAPP e altri servizi 1.3e+06 484 40.377 0,462 0,261

(euro 20,85)

IMPIEGATI/INSEGNANTIAgricoltura 74.652 29 41.564 0,785 0,441

(euro 21,47)Industria e Costruzioni 1.326.518 454 60.167 0,555 0,252

(euro 31,07)Commercio e riparazioni,Alberghi, ristorazione 590.160 202 50.404 0,385 0,206

(euro 26,03)Trasporti e Comunicazioni 205.124 89 61.833 0,414 0,229

(euro 31,93)Intermediazione eAssicurazioni 308.171 139 70.847 0,444 0,248

(euro 36,59)AAPP e altri servizi 4.5e+06 1.726 56.567 0,430 0,210

(euro 29,21)

IMPIEGATI DIRETTIVI/QUADRIAgricoltura 8.604 3 74.735 0,172 0,094

(euro 38,60)Industria e Costruzioni 171.504 83 101.242 0,582 0,292

(euro 52,29)Commercio e riparazioni,Alberghi, ristorazione 73.514 27 76.433 0,375 0,195

(euro 39,47)Trasporti e Comunicazioni 29.096 14 100.805 0,255 0,141

(euro 52,06)Intermediazione eAssicurazioni 142.550 45 129.454 0,785 0,301

(euro 66,86)AAPP e altri servizi 457.082 158 78.152 0,500 0,257

(euro 40,36)

DIRIGENTIAgricoltura 7.725 2 318.164 0,193 0,099

(euro 164,32)Industria e Costruzioni 58.371 31 189.055 0,514 0,279

(euro 97,64)Commercio e riparazioni,Alberghi, ristorazione 26.420 7 167.834 0,365 0,206

(euro 86,68)Trasporti e Comunicazioni 17.983 7 143.201 0,581 0,341

(euro 73,96)Intermediazione eAssicurazioni 22.590 12 156.526 0,670 0,252

(euro 80,84)AAPP e altri servizi 226.439 101 115.808 0,485 0,253

(euro 59,81)* La media è espressa in milioni di lireFonte: nostre elaborazioni su dati Banca d’Italia

3.5LAVORODIPENDENTE*

Page 30: matrice di contabilità

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Settore d’attività Osservazioni Frequenze Media Coeff. di IndiceCampionarie Variazione di Gini

LIBERI PROFESSIONISTIAgricoltura 25.497 12 89.569 0,568 0,236

(euro 46,26)Industria e Costruzioni 179.919 67 148.888 2,660 0,570

(euro 76,89)Commercio e riparazioni,Alberghi, ristorazione 126.848 52 72.258 0,932 0,356

(euro 37,32)Trasporti e Comunicazioni 27.918 10 140.260 1,091 0,439

(euro 72,44)Intermediazione eAssicurazioni 118.277 38 130.607 0,601 0,327

(euro 67,45)AAPP e altri servizi 550.262 215 145.405 1,270 0,515

(euro 75,10)

IMPRENDITORI INDIVIDUALIAgricoltura 30.706 14 78.986 0,655 0,329

(euro 40,79)Industria e Costruzioni 109.668 36 209.204 2,279 0,643

(euro 108,04)Commercio e riparazioni,Alberghi, ristorazione 93.741 41 92.258 0,891 0,399

(euro 47,65)Trasporti e Comunicazioni 32.113 6 58.073 0,618 0,362

(euro 29,99)Intermediazione eAssicurazioni 14.353 5 184.553 0,527 0,188

(euro 95,31)AAPP e altri servizi 51.803 21 80.510 0,811 0,408

(euro 41,58)

LAVORATORI AUTONOMIAgricoltura 118.157 47 63.720 0,534 0,303

(euro 32,91)Industria e Costruzioni 528.873 194 81.988 1,461 0,378

(euro 42,34)Commercio e riparazioni,Alberghi, ristorazione 694.497 267 64.126 0,812 0,387

(euro 33,12)Trasporti e Comunicazioni 135.489 40 64.837 0,717 0,328

(euro 33,49)Intermediazione eAssicurazioni 25.714 10 100.158 0,761 0,334

(euro 51,73)AAPP e altri servizi 371.229 138 76.489 1,583 0,518

(euro 39,50)

TITOLARI O COADIUVANTIAgricoltura 85.992 29 57.009 1,917 0,492

(euro 29,44)Industria e Costruzioni 299.811 67 62.291 0,699 0,383

(euro 32,17)Commercio e riparazioni,Alberghi, ristorazione 544.690 192 49.414 1,217 0,478

(euro 25,52)Trasporti e Comunicazioni 25.440 7 159.483 0,853 0,529

(euro 82,37)Intermediazione eAssicurazioni 10.651 5 36.207 0,831 0,391

(euro 18,70)AAPP e altri servizi 42.154 16 61.522 0,471 0,243

(euro 31,77)

3.6LAVORO

INDIPENDENTE*

Page 31: matrice di contabilità

29

Settore d’attività Osservazioni Frequenze Media Coeff. di IndiceCampionarie Variazione di Gini

SOCI O GESTORIAgricoltura 808 1 22.948 - -

(euro 11,85)Industria e Costruzioni 119.929 50 160.702 0,709 0,405

(euro 83,00)Commercio e riparazioni,Alberghi, ristorazione 150.914 49 76.118 0,702 0,328

(euro 39,31)Trasporti e Comunicazioni 19.089 4 84.951 0,283 0,582

(euro 43,87)Intermediazione eAssicurazioni 4.345 1 26.222 - -

(euro 13,54)AAPP e altri servizi 86.283 49 71.815 0,963 0,450

(euro 37,09)* La media è espressa in milioni di lireFonte: nostre elaborazioni su dati Banca d’Italia

3.6 segue

Per completare il quadro del valore aggiunto mancano le impo-ste sulla produzione e sui prodotti che, nella SAM Italia, sonostate distinte in: imposte sulla produzione e sui prodotti (esclu-sa l’imposta regionale sulle attività produttive), imposta regio-nale sulle attività produttive (IRAP)15, imposta sul valore ag-giunto (IVA), imposte sulle importazioni e contributi ai pro-dotti ed alla produzione.

3.4Il settore istituzionale “famiglie”

La disaggregazione delle famiglie è stato uno dei temi di mag-gior interesse nella costruzione della SAM per l’Italia; deveessere significativa sia dal punto di vista del processo di for-mazione e distribuzione dei redditi, sia nel riflettere comporta-menti omogenei nel consumo dei gruppi di famiglie. Ladisaggregazione Nel disaggregare le famiglie è possibile fareriferimento, teoricamente, a più criteri contemporaneamenteognuno dei quali dipende dalle finalità d’analisi (ad esempiopovertà o comportamento sul lato del consumo), tuttavia è ne-cessario valutare quanto sia gestibile una classificazione moltospinta. Il principale punto di riferimento, generalmente, è il red-dito, in particolare la fonte principale di reddito o le classi direddito; in entrambi i casi è possibile disaggregare basandosisul reddito equivalente piuttosto che su quello effettivo. Il cri-terio “fonte principale di reddito” conduce a gruppi di famiglieall’interno dei quali è più difficile individuare comportamenti

Imposte suprodotti eproduzione

15 Nella SAM, l’IRAP è stata calcolata sulla somma di redditi da lavoro dipendente erisultato lordo di gestione, al netto degli ammortamenti. L’importo determinato è pros-simo a quello dell’IRAP accertata così come risulta dai dati pubblicati dal Ministerodelle Finanze.

Page 32: matrice di contabilità

30

omogenei verso il consumo, rispetto ai decili di reddito. Ognifamiglia, infatti, può avere più fonti di reddito di diversa naturacon pesi diversi nella formazione del reddito complessivo: ladiversificazione delle fonti permette una diversificazione delrischio, quindi, una differente attitudine al consumo.

In questo studio le famiglie sono state disaggregate perclassi (decili) di reddito equivalente, poiché questo tipo diclassificazione permette di cogliere in maniera più soddi-sfacente la problematica della distribuzione del reddito; inol-tre, in un modello a coefficienti fissi, la disaggregazioneper decili appare maggiormente in linea con gli effettivi com-portamenti economici dei soggetti.

Disaggregare il conto intestato alle famiglie comportadisaggregare tutti i conti con i quali questo si incrocia: di-stribuzione primaria (fattori produttivi-settori istituziona-li), secondaria (settori istituzionali-settori istituzionali), uti-lizzi (settori istituzionali-funzioni di consumo; risparmio)e resto del mondo.

Le famiglie sono state disaggregate per decili di redditoequivalente¸ ossia il reddito totale diviso per il coefficientedella scala d’equivalenza OCSE. Essa attribuisce peso 1 alcapofamiglia e alle persone che vivono sole; peso 0,7 adogni altro adulto e peso 0,5 ai minorenni. Per una famigliacomposta, ad esempio, da padre (peso 1), madre (peso 0,7)e due figli minorenni (2*0,5), il fattore di correzione è paria 2,7. Il reddito complessivo della famiglia diviso per 2,7rappresenta il reddito equivalente, una sorta di reddito procapite corretto.

3.5Una soluzione per la distribuzione secondaria

Dopo aver percepito i redditi dai fattori produttivi, i settoriistituzionali operano una serie di scambi tra loro (distribu-zione secondaria) al termine della quale si forma il redditodisponibile. Il riferimento (vincolo) per compilare il qua-dro della distribuzione secondaria della SAM Italia è statoil Conto della distribuzione secondaria (ed in parte anche ilConto dell’attribuzione dei redditi primari) dei Conti deisettori istituzionali ISTAT che riporta per ogni tipo di flus-so (imposte sul reddito e sul patrimonio, trasferimenti cor-renti diversi, ecc.) il totale delle entrate e delle uscite perogni settore istituzionale.

Questi valori costituiscono i marginali di riga e di colonnadel quadrante da compilare, del quale, tuttavia, è necessarioconoscere anche i flussi interni (Tab. 3.7). Dato che queste in-formazioni non sono esplicitate dai Conti Istituzionali, devonoessere necessariamente stimate.

Page 33: matrice di contabilità

31

Imprese Famiglie AAPP Ecc. Totale

ImpreseFamiglie Flussi interni da stimareAAPPEcc.

Dati noti

Dati

noti

3.7QUADRANTEDISTRIBUZIONESECONDARIA

La stima dei trasferimenti tra i settori istituzionali avvienein base alla probabilità del verificarsi degli scambi stessi:

px

X

x

XX

ij

i. .j= ∗

÷

DoveX= totali di riga Σx

i. (o di colonna Σx

.j)

xi.= marginali di riga

x.j= marginali di colonnaQuest’ipotesi necessita di alcune correzioni poiché, ad esem-

pio, alcuni settori istituzionali non scambiano con altri e/o conloro stessi, oppure alcuni flussi vanno esclusi (come gli scambinel resto del mondo che non influenzano il sistema economicoin analisi). La correzione porta a marginali (di riga e colonna)differenti da quelli di partenza (vincoli), ciò richiede unriproporzionamento per ottenere i valori marginali originali.Per risalire ai flussi della distribuzione secondaria, oltre ai Contidei settori istituzionali, è stata utilizzata anche l’indagine Ban-ca d’Italia sui Bilanci delle Famiglie (1998).

3.6Il consumo delle famiglie nella SAM

Le famiglie destinano il reddito disponibile per consumo nelpaese di residenza, per consumo all’estero ed il residuo è ri-sparmiato (si parla di indebitamento, se la famiglia è ricorsa afinanziamento per consumo). Disaggregare il conto intestatoalle famiglie -come precedente spiegato- comporta disaggregaretutti i conti con i quali “le famiglie” si incrociano, quindi, an-che il consumo per cui ogni funzione di consumo (alloggio,vestiario, ecc) deve essere disaggregata in modo da individua-re la quota di ogni bene o servizio “consumata” dal singolodecile (quanto il primo decile spende per trasporto, quanto ilsecondo decile spende per trasporto, ecc. per ogni decile e perogni funzione di consumo).

Per operare questo tipo di disaggregazine, sarebbe opportu-no utilizzare i dati sul consumo raccolti dall’ISTAT “Indaginesui consumi delle famiglie”, ma non è stato possibile, poichéun corretto utilizzo della fonte ISTAT richiederebbe una proce-dura di matching tra la stessa indagine ISTAT e l’indagine Bancad’Italia, in modo da creare una corrispondenza tra livello di

[3.1]

Page 34: matrice di contabilità

32

reddito e livello di consumo. Una soluzione alternativa potreb-be essere l’utilizzo delle propensioni al consumo ricavabili dal-l’indagine Banca d’Italia sui Bilanci delle Famiglie, ma anchequesta strada è stata scartata perché i valori delle propensioninon sono soddisfacenti (essendo poco attendibili i dati sui con-sumi della fonte stessa).

La scelta, quindi, è ricaduta sulle propensioni al consumostimate dall’IRPET per la Toscana. Si tratta, evidentemente, diun’approssimazione dettata dalla difficoltà di utilizzare la fon-te ISTAT menzionata e parzialmente giustificata dal fatto chele propensioni medie al consumo dei toscani sono analoghe aquelle degli italiani. Si assume, in conclusione, che il compor-tamento dei toscani sia una buona approssimazione del com-portamento degli italiani.

I settori istituzionali “destinano” il reddito disponibile alle fun-zioni di consumo, le quali spendono in corrispondenza dellebranche. Nella SAM vi è quindi un incrocio tra funzioni diconsumo e branche d’attività economica, raccordo contenutonella Matrice Ponte dei Consumi (d’ora in avanti MPC). LaMPC -che incrocia funzioni di consumo (per colonna) e bran-che d’attività economica (per riga)- permette di comprendereda dove originano beni e servizi, ossia quali settori partecipa-no alla produzione di certi beni/servizi.

La matrice impiegata nella costruzione della SAM Italia èstata stimata dall’IRPET e, analogamente a quella dell’ISTAT,si riferisce ai consumi interni, ossia comprende i consumi deiresidenti e degli stranieri. In rispetto a quanto previsto dalSEC95, è necessario tener distinti i consumi dei residenti equelli dei non residenti. Nella SAM costruita, oltre a recepirele indicazioni del SEC95, il consumo degli italiani è stato di-stinto in spesa per turisti e spesa per scopi diversi dal turismo.

Il metodo adottato per disaggregare i consumi interni nelletre voci menzionate -consumo degli stranieri, consumo degliitaliani per turismo, consumo degli italiani per scopi diversidal turismo- è sintetizzabile in due punti.1) Partendo dalle presenze (Fonte ISTAT) e dalla spesa media

giornaliera turistica (Fonte CISET) entrambe distinte pernazionalità e struttura ricettiva, si stimano la matrice pontedei consumi turistici stranieri e quella dei consumi turisticiitaliani (in Italia);

2) Dalla matrice ponte dei consumi stimata dall’IRPET si sot-traggono le due matrici ponte di cui al punto 1), ottenendo,in modo residuale, la matrice dei consumi degli italiani perfini diversi dal turismo.La fonte utilizzata è una ricerca svolta nel 1994 dal Centro

Internazionale di Studi sull’Economia Turistica (CISET) in col-laborazione con il Dipartimento Turismo della Regione Veneto,intitolata “La spesa Turistica nel Veneto. Caratteristiche edeffetti macroeconomici”. Questa fonte è completa nel senso

Funzioni diconsumo e

branched’attività

economica

Page 35: matrice di contabilità

33

che si occupa, anche, del consumo turistico degli stranieri (sulterritorio italiano) per funzioni di spesa, ciò è importante inquanto rari sono stati, e sono attualmente, gli studi in merito

Per la descrizione dettagliata della procedura di stima dellematrici di consumo degli italiani e degli stranieri si rimandaall’Appendice A.

3.7Il bilanciamento con il metodo Stone, Champernowne, Meade

Completata la costruzione della SAM, è molto probabile che itotali di riga e di colonna non coincidano a causa dell’utilizzodi molteplici fonti. È necessaria, quindi, una procedura dibilanciamento volta a ridurre le discrepanze tra i totali di riga edi colonna perché, tra i principi di una SAM, rientra l’ugua-glianza appunto di riga e colonna intestate al medesimo conto.La procedura di bilanciamento avviene nel rispetto sia di alcu-ni principi che di alcuni dati che costituiscono i vincoli.

Il metodo utilizzato per il bilanciamento della SAM Italiafa riferimento alla metodologia proposta nel 1942 da Stone,Champernowne e Meade basata sull’assunto che le diverseposte inizialmente inserite nella SAM siano stimate con erroreed abbiano, quindi, un diverso grado di affidabilità. Contem-poraneamente alle stime iniziali, è definita una matrice divarianze e covarianze che indica la variabilità delle singolevoci rispetto a loro stesse (varianza) e rispetto alle altre(covarianza). Si assume che le stime siano tra loro indipenden-ti, di conseguenza, la covarianza è sempre nulla: la matrice èdiagonale e la varianza dipende dal grado di attendibilità dellestime iniziali. Il grado di attendibilità può essere stimato og-gettivamente (ad esempio, nel caso di stime campionarie) osoggettivamente. Inseriti i vincoli esistenti nel sistema conta-bile, si modificano le stime iniziali sulla base della matrice divarianza nel rispetto, appunto, dei vincoli16.

3.8Le fonti per la costruzione della SAM

Le fonti impiegate per la costruzione della SAM per l’Italiasono molteplici. Tra le principali si ricordano i conti economicinazionali, la tavola intersettoriale, l’indagine Banca d’Italia sui

16 I vincoli sono: totale di riga uguale al totale di colonna, il reddito da lavoro dipen-dente complessivo versato dai fattori produttivi ai settori istituzionali (e al resto delmondo) è pari al totale delle remunerazioni versato dalle branche al fattore produttivolavoro dipendente, analogamente per il risultato lordo di gestione, la somma dei con-sumi per branca deve eguagliare il totale accantonato nelle voci di spesa, il risparmiocomplessivo è pari alla somma delle differenze tra entrate ed uscite dei settori istitu-zionali, l’accreditamento (indebitamento) è pari al saldo delle partite correnti, ecc.

Page 36: matrice di contabilità

34

Bilanci familiari, l’ndagine Ciset sulla spesa turistica, le pre-senze turistiche Istat, la matrice Ponte dei consumi, la matriceponte spesa pubblica ecc..

La Tavola intersettoriale comprende i Conti economici diequilibrio, della produzione, della generazione dei redditi pri-mari ed alcuni dei conti per branca (valore aggiunto, redditi dalavoro dipendente, imposte indirette e contributi).

Essendo costruita ad intervalli pluriennali (l’ultima dispo-nibile al momento di questo studio si riferisce al 1992), è ne-cessario procedere a ricostruzioni con metodo indiretto per glianni intermedi, utilizzando abitualmente i dati dell’ultima ta-vola disponibile bilanciati con quelli della contabilità naziona-le prodotti annualmente. In questo lavoro è stata impiegata laTavola intersettoriale per l’economia italiana ricostruitadall’IRPET per il 1998.

In tabella 3.9 si riporta la SAM costruita per l’Italia in unaversione aggregata; comunque tutti i conti e le relativedisaggregazioni sono contenuti in tabella 3.8.

SAM 110x110 SAM 22x22

BRANCHE D’ATTIVITÀ ECONOMICA1- Agricoltura, caccia e silvicoltura, pesca, piscicoltura e serv. connessi Settore primario2- Estrazione di minerali energetici3- Estrazione di minerali non energetici4- Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco5- Industrie tessili e dell’abbigliamento6- Industrie conciarie, prodotti in cuoio, pelle e similari,7- Industria del legno e dei prodotti in legno8- Fabbricazione della carta e dei prodotti di carta, stampa ed editoria9- Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combustibili nucleari10- Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali11- Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche12- Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi13- Produzione di metalli e fabbricazione di prodotti in metallo14- Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici, compresi a riparazione e la manutenzione15- Fabbricazione di macchine elettrice e di apparecchiature elettriche ed ottiche16- Fabbricazione di mezzi di trasporto17- Altre industrie manifatturiere18- Produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas ed acqua calda19- Costruzioni Settore secondario20- Commercio all’ingrosso e al dettaglio21- Alberghi e pubblici esercizi22- Trasporti e comunicazioni23- Intermediazione monetaria e finanziaria24- Attività immobiliari, noleggio, attività professionali ed imprenditoriali25- Pubblica amministrazione e difesa26- Assicurazione sociale obbligatoria27- Istruzione28- Sanità ed altri servizi sociali29- Altri servizi pubblici, sociali e personali Settore terziario

3.8SAM ITALIA 1998:

I CONTI E LECLASSIFICAZIONI

Page 37: matrice di contabilità

35

3.8 segueVALORE AGGIUNTO AL COSTO DEI FATTORI

A) Retribuzioni lordea) Attività principale:Qualifica profess.le Settore d’attività

Tutte le qualifiche AgricolturaOperai 1- Industria e costruzioni/Trasporti e comunicazioni/

Intermediazione finanziaria e assicurazioni;2- Commercio e alberghi/PA e altri servizi

Impiegati 1- Industria e costruzioni/Trasporti e comunicazioni/ Intermediazione finanziaria e assicurazioni; Retribuzioni2- Commercio e alberghi/PA e altri servizi lorde

Quadri 1- Industria e costruzioni/Trasporti e comunicazioni/ Intermediazione finanziaria e assicurazioni;2- Commercio e alberghi/PA e altri servizi

Dirigenti 1- Industria e costruzioni/Trasporti e comunicazioni/ Intermediazione finanziaria e assicurazioni;2- Commercio e alberghi/PA e altri servizi

b) Retribuzioni provenienti da attività secondariac) Retribuzioni lorde versate a lavoratori non residentiB) Risultato lordo di gestioneB 1) Risultato lordo di gestione versato alle famigliea) Attività principale:Qualifica profess.le Settore d’attività

Tutte le qualifiche Agricoltura

Liberi 1-Industria e costruzioni;professionisti 2-Commercio e alberghi/Intermediazione e assicurazioni;

3-Trasporti e comunicazione/PA e altri serviziImprenditori 1-Industria e costruzioni;individuali 2-Commercio e alberghi/Intermediazione e assicurazioni;

3-Trasporti e comunicazione/PA e altri serviziLavoratori 1-Industria e costruzioni;autonomi 2-Commercio e alberghi/Intermediazione e assicurazioni;

3-Trasporti e comunicazione/PA e altri serviziTitolari o 1-Industria e costruzioni;coadiuvanti 2-Commercio e alberghi/Intermediazione e assicurazioni;

3-Trasporti e comunicazione/PA e altri serviziSoci o gestori 1-Industria e costruzioni; Risultato

2-Commercio e alberghi/Intermediazione e assicurazioni; lordo di3-Trasporti e comunicazione/PA e altri servizi gestione

b) Risultato lordo di gestione proveniente da attività secondariaB 2) Risultato lordo di gestione residuo (versato ai settori istituzionali diversi

dalle famiglie)

IMPOSTE INDIRETTE NETTE

Imposte sui prodotti e sulla produzione (esclusa IRAP)IRAP ImposteIVA indiretteImposte sulle importazioni netteContributi ai prodotti e alla produzione Imposte indirette nette

SETTORI ISTITUZIONALIFamiglie: I, II, III DecileFam. I decile IV, V, VI, VII DecileFam. II decileFam. III decileFam. IV decileFam. V decileFam. VI decile VIII, IX, X Decile

Page 38: matrice di contabilità

36

Fam. VII decile VIII, IX, X DecileFam. VIII decileFam. IX decileFam. X decileSocietà non finanziarie Società non finanziarieSocietà finanziarie Società finanziarieAAPP AAPPSIFIM SIFIM

UTILIZZOFunzioni di consumo dei residenti:1- Alimenti, bevande, tabacco2- Vestiario e calzature3- Beni e servizi per la casa4- Servizi sanitari e spese per la salute e igiene Funzioni di consumo dei5- Trasporti residenti:6- Comunicazioni 1- Alimenti, bevande, tabacco7- Ricreazione, cultura e istruzione 2- Altro8- Alberghi e pubblici esercizi9- Beni e servizi vari10-TurismoFunzioni di consumo dei turisti:1- Vitto2- Alloggio e alimenti3- Trasporti Funzioni di consumo dei turisti4- Shopping5- Ricreazione6- Altri beni e serviziSpesa per consumo collettivo1- Servizi generali2- Difesa3- Ordine pubblico e sicurezza Spesa per consumo collettivo4- Affari economici 1- Servizi generali, difesa,5- Protezione dell’ambiente ordine pubblico e sicurezza6- Abitazioni e assetto territoriale 2- Altro7- Sanità8- Attività ricreative e culturali9- Istruzione10-Protezione socialeFormazione del capitale Formazione del capitale

RESTO DEL MONDOImportazioni (Esportazioni)- di beni Importazioni (Esportazioni)- di serviziConsumi turistici Consumi turisticiMovimenti di reddito Movimenti di reddito

ALTRE VOCIAccreditamento/indebitamento Accreditamento/indebitamentoDiscrepanze statistiche Discrepanze statistiche

3.8 segue

Page 39: matrice di contabilità

37

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Setto

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278.

197

181.

941

580.

571 3.9

SAM PER L’ITALIA.1998Milioni di euro

Page 40: matrice di contabilità

38

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9853.9 segue

Page 41: matrice di contabilità

39

4.SAM: ANALISI ED APPLICAZIONI

4.1Quadro generale

Negli anni ’90, l’ineguaglianza della distribuzione dei redditinel nostro Paese si è mantenuta ad un livello superiore alla mediaeuropea e prossima a quella statunitense.

Paesi Totale popolazione Popolazione da 18 a 64 anni

Austria 0,238 0,233Belgio 0,272 0,274Danimarca 0,217 0,205Finlandia 0,228 0,234Francia 0,278 0,277Germania 0,282 0,282Grecia 0,336 0,322Irlanda 0,324 0,321Italia 0,345 0,342Olanda 0,255 0,254Norvegia 0,256 0,249Regno Unito 0,312 0,304Svezia 0,230 0,247Svizzera 0,269 n.d.Stati Uniti 0,344 0,333Mexico 0,526 0,527Canada 0,285 0,287Giappone 0,265 n.d.Australia 0,305 0,290Fonte: OECD

Secondo l’indagine campionario Banca d’Italia, in Italia ladiseguaglianza è aumentata nel corso degli ultimi dieci annicirca (Tab. 4.2) e l’indice di Gini è passato dallo 0,325 del 1991allo 0,374 del 1998. L’indice medio rilevato dalla Banca d’Ita-lia è lievemente superiore a quello OCSE.

Anni Gini reddito Gini redd.famiglie famiglie equivalente

1991 0,325 n.d.1993 0,363 n.d.1995 0,362 n.d.1998 0,374 0,3432000 0,360 0,329Fonte: Banca d’Italia

4.1INDICE DI GINI PERALCUNI PAESINELLA METÀ DEGLIANNI ‘90Valori %

4.2INDICE DI GINI SUDATI BANCAD’ITALIA. 1991-2000

Page 42: matrice di contabilità

40

4.2La distribuzione del reddito in Italia nel 1998

L’analisi sui redditi, trattata in questa sezione, è stata svoltaseguendo due tipi di approcci: una prima analisi si concentrasul grado di diseguaglianza delle singole fonti di reddito ed ilruolo redistributivo della mano pubblica; un secondo tipo dianalisi lega SAM e distribuzione del reddito e può essere ulte-riormente scisso in due parte. In un primo momento si osservala distribuzione delle diverse voci che confluiscono alle fami-glie e fuoriescono dalle stesse. Una seconda analisi si soffermasulla distribuzione dei soli redditi da lavoro all’interno dellaSAM, quindi incrocio tra fonti di reddito e famiglie entrambedisaggregate in base alle classificazioni trattate precedente-mente (Cap. 3).

Nel complesso (Tab. 4.3), la fonte che incide maggiormentesul livello di diseguaglianza è il reddito da capitale, precisa-mente da capitale finanziario, seguito dal reddito da fabbricatie da lavoro indipendente.

Tipologia di fonte Coefficiente di Indice di Gini Indice di Atkinsonvariazione e=0,5

Reddito da lavoro 1,383 0,368 0,133Reddito da lavoro dipendente 0,749 0,304 0,085Operaio 0,937 0,297 0,082Impiegato 0,548 0,288 0,069Impiegato direttivo-Quadro 0,772 0,310 0,096Dirigente 0,725 0,348 0,108Reddito da lavoro autonomo 1,480 0,447 0,176Libero professionista 1,617 0,472 0,196Imprenditore individuale 2,089 0,501 0,218Lavoratore autonomo 0,998 0,361 0,124Titolare o coadiuvante di società 0,804 0,385 0,105Soci o gestori di società 1,014 0,459 0,172Reddito da capitale 2,454 0,672 0,381Reddito da fabbricati 2,002 0,497 0,225Reddito da capitale finanziario 2,620 0,702 0,416Interessi sui depositi 2,55 0,614 0,325Interessi sui titoli di Stato 1,415 0,541 0,239Interessi altri titoli 2,111 0,653 0,358Interessi passivi 2,455 0,646 0,361Entrate diverse 1,161 0,585 0,301Assistenza economica, borse di studio, ecc. 0,611 0,330 0,108Contributi da parenti e amici 1,356 0,628 0,343Assegni per alimenti 0,752 0,421 0,185Altre entrate 0,649 0,347 0,111Uscite diverse 1,645 0,619 0,319Assegni per alimenti in entrata 0,638 0,329 0,096Contributi a parenti a amici 1,841 0,663 0,364Fonte: n.s. elaborazioni su dati Banca d’Italia

Tra le entrate reperite sul mercato il reddito da lavoro dipen-dente è quella che presenta il minore grado di diseguaglianza; gli

Le fonti direddito

4.3INDICI SU SINGOLEFONTI DI REDDITO

FAMILIARIEQUIVALENTI

Page 43: matrice di contabilità

41

indici di diseguaglianza aumentano, in linea generale, al cresceredella qualifica professionale, si passa da un Gini di 0,288 per gliimpiegati a 0,348 per i dirigenti. Eterogenea e maggiormenteineguale è la situazione per il reddito da lavoro indipendente; idiversi indicatori di concentrazione assumono i valori più ele-vati per la qualifica “imprenditori individuali” (Gini: 0,501).

La fonte con il maggior grado di concentrazione è il reddito dacapitale finanziario, sia nel suo complesso, e sia nelle varie vociche lo compongono, in particolare gli interessi sui titoli diversi daquelli di Stato e gli interessi passivi. Per quanto riguarda l’inter-vento statale (Tabb. 4.4 e 4.5) i valori degli indici sono in linea conle aspettative, ossia gli indici di concentrazione per i i contributisociali sono prossimi a quelli del reddito da lavoro; per le pensionisono relativamente bassi. Il ruolo della mano pubblica ha, nel com-plesso, un effetto perequativo sulla distribuzione dei redditi cosìche la situazione post tax e post transfer è meno concentrata ri-spetto al quadro ante tax e ante transfer.

Tipologia di fonte Coefficiente di Indice di Gini Indice di Atkinsonvariazione e=0,5

Pensioni di previdenza 0,567 0,290 0,078Pensioni di assistenza 0,674 0,333 0,095Contributi sociali 0,807 0,336 0,103Imposte 1,438 0,457 0,197Fonte: n.s. elaborazioni su dati Banca d’Italia

Tipologia di fonte Coefficiente di Indice di Gini Indice di Atkinsonvariazione e=0,5

Reddito da lavoro, da capitale comprensivo di entrate diverse nette 1,703 0,536 0,290Reddito comprensivo delle pensioni 1,248 0,431 0,112Reddito al netto di imposte e contributi 1,520 0,321 0,116Fonte: n.s. elaborazioni su dati Banca d’Italia

L’indice di Gini (0,321) di tabella 4.5 sul reddito familiare,al netto delle imposte e comprensivo dei trasferimenti, è infe-riore a quello originale Banca d’Italia (0,374) poiché il primo ècalcolato sui redditi netti complessivi stimati in questo studio,(aspetto per il quale si rimanda all’Appendice B).

Il secondo tipo di analisi lega distribuzione del reddito e SAM.Prima dell’impiego dei dati Banca d’Italia è stata effettuata unasorta di controllo in modo da eliminare i valori “anomali” -daimputarsi alla natura della fonte (indagine campionaria)- fina-lizzato, tra l’altro, ad evitare una distorsione nel risultato d’ana-lisi. Le famiglie Banca d’Italia sono state classificate inpercentili di reddito equivalente ed i diversi outliers che si no-tano nella distribuzione sono stati eliminati. Esistono, inoltre,situazioni particolari legate a fenomeni di natura occasionale,

4.4TRASFERIMENTI EPRELIEVI DELLOSTATO

4.5L’INTERVENTOSTATALE: DAL“LORDO” AL NETTO

Distribuzione eSAM

Page 44: matrice di contabilità

42

per questo può capitare -specie per alcune categorie di reddito-di trovare dati anomali in positivo (utili eccezionali in un anno)o in negativo (perdite).

Dopo aver opportunamente corretto i dati, le famiglie sonostate classificate in decili di reddito equivalente e, posto il red-dito lordo di ogni decile pari a 100, è stato osservato il pesodelle diverse componenti (Tab. 4.6).

Entrate UsciteDecili Lavoro Lavoro Redditi da Interessi Entrate Uscite Interessi

dipend. indipend. da fabbricati attivi diverse diverse passivi

Componenti del reddito lordoPrimo 61,1 6,3 1,7 4,2 1,1 -0,3 -7,2Secondo 56,2 4,0 1,5 3,5 0,5 -0,4 -2,5Terzo 47,3 6,1 1,5 4,2 2,0 -0,2 -2,4Quarto 49,6 7,9 1,1 4,9 0,4 -0,4 -1,6Quinto 55,6 8,5 1,0 4,7 0,2 -0,1 -0,9Sesto 53,9 8,6 1,3 5,4 2,0 -0,1 -1,0Settimo 55,3 11,3 1,0 5,4 2,3 -0,4 -1,2Ottavo 50,5 16,3 0,9 6,2 2,7 -0,5 -1,0Nono 43,4 23,4 0,8 8,1 3,8 -0,3 -0,7Decimo 29,8 35,1 0,8 11,0 6,2 -0,2 -0,8

Pensioni Contributi Imposte

Trasferimenti e prelieviPrimo 25,7 -20,3 -8,6Secondo 34,3 -18,5 -9,0Terzo 39,0 -15,8 -10,1Quarto 36,1 -16,8 -11,8Quinto 30,0 -18,8 -11,3Sesto 28,8 -18,2 -11,8Settimo 24,8 -19,0 -12,2Ottavo 23,4 -17,8 -12,8Nono 20,5 -16,2 -13,4Decimo 17,2 -12,8 -15,1Fonte: n.s. elaborazioni su dati Banca d’Italia

Il peso del reddito da lavoro dipendente tende ad aumentarepassando dai primi decili a quelli intermedi, per poi ridursi nellaparte alta della distribuzione, dove il reddito da lavoro dipendenteè sostituito da reddito da lavoro indipendente e da capitale (finan-ziario). Notevole il peso degli interessi passivi nel primo decile,ciò emerge anche nell’indagine CNEL17. Il peso dei contributi so-ciali è in linea con il reddito da lavoro; i trasferimenti dello Statosi riducono, com’è opportuno aspettarsi, passando dai decili inter-medi ai decili superiori; le imposte, infine, sono progressive.

Il secondo step dell’analisi si concentra sull’incrocio redditoda lavoro e famiglie, entrambi classificati in base alla SAM Italia;ciò implica che le famiglie sono suddivise per decili di reddito e lefonti di reddito per qualifica professionale e settore d’attività.

17 Rossi N. (a cura di), Competizione e giustizia sociale, 1994-1995,Terzo rap-porto CNEL sulla distribuzione e redistribuzione del reddito in Italia, Bologna,il Mulino, 1996.

4.6COMPOSIZIONE DEL

REDDITO LORDOEQUIVALENTE

FAMILIAREReddito lordo = 100

Page 45: matrice di contabilità

43

Per il lavoro dipendente, le qualifiche medio-basse si distribu-iscono in maniera abbastanza omogenea tra i decili e, in linea ge-nerale, il loro peso tende a diminuire verso la parte superiore delladistribuzione. Il peso delle qualifiche medio-alte incrementa ver-so gli ultimi decili.

Per le qualifiche “operai” ed “impiegati” è maggiore ladiseguaglianza all’interno dei decili rispetto a quella tra i decili,cosa opposta per i quadri ed i dirigenti. In altre parole, la variabi-lità dei redditi di operai ed impiegati non dipende dai decili diappartenenza nel senso che, sia nelle famiglie ricche e sia in quel-le povere queste tipologie di reddito non hanno caratteristiche sen-sibilmente diverse. Al contrario, i profili professionali medio-altisono caratterizzati da una maggiore diseguaglianza tra i decili difamiglie, ovvero, i livelli retributivi dei dirigenti si differenzianomolto tra loro, di conseguenza contribuiscono in modo decisivoalla formazione del reddito familiare e quindi alla definizione deldecile di appartenenza.

La distribuzione del lavoro dipendente proveniente da attivitàlavorativa secondaria (dipendente) presenta la maggiorediseguaglianza: questo va ricondotto, in parte, al fatto che com-prende tutte le qualifiche professionali (ovvero la “qualità” dellaprestazione lavorativa), ed in parte al fatto che, persone lavorano,ad esempio, a tempo pieno o part time (ovvero la “quantità” dilavoro svolto). Essendo estremamente differenziate sia il tipo diprestazioni che la quantità di lavoro, ne deriva che la disugua-glianza all’interno di questa categoria sia particolarmente alta.

Per il lavoro indipendente, l’ineguaglianza tra i decili sem-bra essere superiore all’ineguaglianza interna (ai decili) per tuttele categorie professionali. Anche per questa tipologia di lavo-ro, l’attività secondaria presenta valori alti dell’indice di Gini.

4.7LAVORODIPENDENTE: INDICIDI DISEGUAGLIANZA

Attività lavorativa principaleTutte le Operai Impiegati Quadri Dirigenti

qualifiche AttivitàDecili Agricoltura Costruz. Comm. Costruz. Comm. Costruz. Comm. Costruz. Comm. lavorativa

trasporti, e alberghi trasporti, e alberghi trasporti, e alberghi trasporti, e alberghi secondariacomunic. PA e altri comunic. PA e altri comunic. PA e altri comunic. PA e altri

servizi servizi servizi servizi

1 0,389 0,336 0,439 0,358 0,412 0,690 0,189 0,259 0,167 0,5582 0,327 0,280 0,375 0,357 0,328 0,272 0,282 0,173 0,203 0,5123 0,377 0,285 0,386 0,299 0,296 0,283 0,188 0,135 0,205 0,4014 0,416 0,296 0,351 0,343 0,291 0,216 0,225 0,173 0,230 0,4645 0,415 0,286 0,315 0,270 0,289 0,213 0,347 0,221 0,156 0,4506 0,417 0,324 0,346 0,333 0,330 0,242 0,208 0,233 0,251 0,5247 0,512 0,306 0,340 0,413 0,350 0,155 0,194 0,130 0,152 0,5378 0,492 0,280 0,388 0,331 0,322 0,374 0,332 0,126 0,268 0,4469 0,417 0,384 0,441 0,339 0,381 0,198 0,302 0,112 0,211 0,46710 0,709 0,294 0,316 0,412 0,462 0,497 0,276 0,455 0,425 0,513

0,350 0,091 0,078 0,199 0,14 0,295 0,369 0,528 0,409 0,127Fonte: n.s. elaborazioni su dati Banca d’Italia

Gini all’interno dei decili

Gini tra i decili

Page 46: matrice di contabilità

44

4.8LAVORO

INDIPENDENTE:INDICI DI

DISEGUAGLIANZA

Attiv

ità la

vora

tiva

prin

cipa

leTu

tte le

Libe

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ofes

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isti

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Indi

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serv

izi

10,

341

0,08

20,

172

0,64

00,

069

0,24

30,

439

0,32

80,

285

0,32

10,

174

0,33

9-

04,1

10,

438

0,46

60,

611

20,

209

0,22

50,

259

0,22

60,

199

0,12

4-

0,23

10,

284

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80,

222

0,28

40,

107

0,06

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0,23

90,

462

30,

257

0,22

90,

206

0,28

3-

0,25

70,

372

0,22

40,

235

0,24

60,

177

0,21

80,

195

0,24

7-

0,17

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459

40,

191

0,16

80,

254

0,27

00,

117

0,63

20,

426

0,15

90,

298

0,37

40,

121

0,24

8-

0,35

40,

222

0,11

90,

491

50,

359

0,16

50,

180

0,33

90,

240

0,05

10,

111

0,24

10,

257

0,37

60,

196

0,23

80,

341

0,17

8-

-0,

506

60,

127

0,21

90,

244

0,22

10,

143

0,22

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0,24

0-

0,35

90,

250

0,29

20,

152

0,38

2-

0,28

50,

428

70,

167

0,03

50,

137

0,31

10,

037

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10,

258

0,11

40,

217

0,31

30,

164

0,19

9-

0,20

30,

322

0,38

60,

404

80,

121

0,24

10,

146

0,24

80,

170

0,10

80,

243

0,27

30,

252

0,19

50,

166

0,28

70,

064

0,45

80,

607

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428

90,

245

0,13

20,

236

0,27

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196

0,07

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115

0,18

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0,13

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387

0,19

40,

520

100,

081

0,55

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271

0,42

20,

535

0,43

7-

0,38

20,

381

0,59

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339

0,37

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0,65

60,

453

0,49

70,

509

Gini

tra

i dec

ili 0,41

40,

641

0,56

30,

674

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30,

511

0,32

80,

395

0,33

50,

512

0,67

80,

414

0,56

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664

0,63

20,

537

0,55

6Fo

nte:

n.s

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dati

Banc

a d’

Italia

Gini

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Page 47: matrice di contabilità

45

4.3Il modello dei moltiplicatori contabili

La matrice di contabilità sociale non è solamente uno strumen-to contabile, ma, come sottolineato precedentemente, rappre-senta anche la base di riferimento per la costruzione di veri epropri modelli di equilibrio economico generale. Un utile e sem-plice strumento per valutare l’impatto di un intervento di poli-tica economica sul sistema, attraverso una SAM, è il modellodei moltiplicatori contabili.

Per poter utilizzare la matrice di contabilità sociale comemodello di analisi e previsione è necessario, in primo luogo,dividere i conti endogeni da quelli esogeni. I criteri di sceltanon sono assoluti, ma dipendono dall’oggetto specifico di in-dagine, anche se per alcune grandezze l’individuazione è chia-ra. Generalmente sono considerati esogeni il conto del Restodel Mondo ed il conto della formazione del capitale; per quan-to riguarda i settori istituzionali, la Pubblica Amministrazionepuò essere considerata esogena o endogena secondo il tipo dianalisi che si desidera effettuare. Il passaggio da un sistemacontabile (ad esempio la SAM) ad un modello, implica l’as-sunzione di ipotesi comportamentali degli agenti economici.

Conti endogeni Branche Fattori Settori Consumo Conti TOTALEproduttivi istituzionali privato esogeni

Branche T11 0 0 T14 F1 x1

Fattori produttivi T21 0 0 0 F2 x2

Settori istituzionali 0 T32 T33 0 F3 x3

Consumo privato 0 0 T34 0 F4 x4

Uscite L1 L2 L3 L4 G x5

TOTALE x’1 x’2 x’3 x’4 x’5

4.9SCHEMA DI UNMODELLO SAM

Le identità fondamentali di tabella 4.9 sono due:x = n + f [4.1]

dove f è il vettore delle somme (per riga) dei conti esogeni ed nè il vettore delle somme (per riga) dei conti endogeni dato da:

n = T • e [4.2]dove T è la matrice delle transazioni ed e è un vettore unitariodi dimensione adeguata.

La seconda identità contabile riguarda, invece, i conti esogeni:x5 = l + g [4.3]

x5 somma dei conti esogeni (per riga) è dato da due componenti,l

somma di L1, L

2, L

3, L

4 e da g somma di G. L

1, L

2, L

3, L

4 sono

gli “effetti” delle uscite (o leakages L), ossia di quelle variabiliche sono attivate dalle esogene ma i cui effetti fuoriescono dalsistema economico (quindi non attivano nuovamente).

Dividendo ogni elemento della submatrice Tij per il corrispon-dente elemento del vettore somma di colonna x’j, si ottiene lamatrice dei coefficienti A, il cui generico elemento aij è dato da:

Page 48: matrice di contabilità

46

ai r j si r j s

j s

t

x( ) ( )( ) ( )

( )

= [4.4]

in forma compatta:

A T x= −[ ˆ ] 1 [4.5]

dove yn è la matrice diagonale dei pagamenti totali degli ope-ratori endogeni ed A è la matrice delle propensioni medie alletransazioni endogene. I comportamenti ed i coefficienti tecnicisono descritti nella matrice A dei coefficienti fissi.

Data la [4.2] e la [4.5] deriva che:n = Ax [4.6]

ossia che le transazioni tra conti endogeni possono essere espres-se come il prodotto della matrice A delle propensioni medie alconsumo e il vettore dei redditi degli stessi conti endogeni.

La [4.1] può quindi essere riscritta come:x = Ax + f [4.7]

Dato che, in questo modello, la condizione di equilibrio deiconti relativi alle istituzioni esogene è soddisfatta quando i contiendogeni sono in equilibrio è opportuno soffermarsi solamentesulla [4.6].

Risolvendo la [4.6] per x si ottiene:

x I A f= − −[ ] 1 [4.8]

Ogni coefficiente della matrice [I - A]-1, matrice dei molti-plicatori contabili globali solitamente indicata con la lettera M,misura l’impatto diretto o indiretto che un’unità di reddito, at-tivata da un operatore esogeno, ha su un operatore endogeno.Dall’equazione si evince che i livelli dei redditi delle branched’attività economica, dei fattori produttivi e dei settori istitu-zionali sono determinati endogenamente come funzione delladomanda esogena degli altri conti.

I moltiplicatori contabili forniscono informazioni sulla strut-tura dell’economia come rilevata dalla SAM. Secondo alcuniautori (Pyatt e Round, 1979), essi non possono essere interpre-tati direttamente come misura degli effetti delle variazioni del-le immissioni (nell’economia) sui livelli dei redditi endogeni,poiché assumono che i comportamenti di questi ultimi non sia-no cambiati. A tale fine sarebbe necessario conoscere come re-agiscono i diversi operatori economici in risposta ai cambia-menti, ossia come cambia la matrice A.

Detto questo, l’equazione [4.1] diventa:

∂ = ∂ + ∂x n f [4.1a]

La [4.1a] può essere riscritta come:∂ = ∂ + ∂x A x f˙ [4.7a]

ovvero:

∂ = − ∂ = ∂−x I A f M f( ˙ ) ˙1 [4.8a]

dove Ä è la matrice delle propensioni marginali.

Page 49: matrice di contabilità

47

La SAM registra tutte le fasi del processo economico del qualene evidenzia la struttura circolare, ogni effetto finale è il risul-tato del percorso complessivo di un impulso iniziale nel siste-ma economico. La matrice M dei moltiplicatori globali rac-chiude, quindi, un complesso di effetti. Stone (1977), Pyatt eRound (1979) hanno dimostrato che la matrice comprende treeffetti, ossia un effetto interno misurato dalla matrice M1, uneffetto extra conto misurato dalla matrice M2 ed un effetto diritorno, misurato dalla matrice M3.

La matrice M1 coglie gli effetti che un’immissione esogenasu un conto di un certo blocco provoca su tutti i conti di quellostesso blocco, indipendentemente dal flusso circolare del red-dito nel sistema. Questi effetti sono detti intra-blocco(intragroup effects) o effetti di trasferimento.

È una matrice diagonale a blocchi:

M11 0 0 [I – A11]-1 0 0M1 = 0 M22 0 = 0 I 0

0 0 M33 0 0 [I - A33]-1

Il primo blocco [I - A11]-1 è l’inversa di Leontief, misura glieffetti moltiplicativi dei trasferimenti all’interno delle attività.

Dato che non esistono trasferimenti diretti tra i fattori pro-duttivi, il secondo blocco è una matrice identità.

Il terzo blocco [I - A33]-1 misura gli effetti moltiplicativi do-vuti ai trasferimenti all’interno delle istituzioni endogene.

La matrice M2, matrice dei moltiplicatori a circuito aperto(open-loop), misura l’impatto che una variazione esogena (dalconto fi) genera in un conto xj diverso da quello originariamen-te interessato, per ogni iπj.

I M12 M13 I A*13 A*32 A*13

M2 = M21 I M23 = A*21 I A*21 A*13

M31 M32 I A*32 A*21 A*32 I

Dove:A*13 = [I - A

11]-1 A13 [4.9]

A*21 = A21 [4.10]A*32 = [I - A33]-1 A32 [4.11]

La matrice M3 (closed-loop) riflette la struttura circolare delsistema. Ogni elemento diagonale della matrice misura l’im-patto moltiplicativo di uno shock esogeno dal vettore fi sul cor-rispondente conto endogeno xi

alla fine del processo circolare,comprende, quindi, gli effetti di ritorno.

M11 0 0M

3 = 0 M22 0

0 0 M33

Gli effetti coltidalla matrice M

Page 50: matrice di contabilità

48

dove:M11 = [I - (I - A11)-1 A13 (I - A33

)-1 A32A21]-1 [4.12]M22 = [I - A21 (I - A11)-1 A13

(I - A33)-1 A32]-1 [4.13]M33 = [I - (I - A33)-1 A32A21 (I - A11)-1 A13]-1 [4.14]

Per quanto riguarda l’equazione [4.14], ogni elemento hij

rappresenta il reddito percepito dal i-esimo gruppo in seguitoalla spesa per consumo di un’unità di reddito disponibile del j-esimo gruppo.

Dato che il consumo attiva la produzione, si verifica un in-cremento del valore aggiunto generato durante il processo pro-duttivo, ciò si traduce in un maggiore reddito trasferito ai pro-prietari dei fattori produttivi, ossia le famiglie.

Questo processo moltiplicativo a quattro fasi si legge nel-l’equazione [4.14] da destra a sinistra. In primo luogo, la ma-trice A13 dei coefficienti di consumo in relazione con il redditodisponibile di ogni singolo gruppo. La spesa si traduce in unincremento della produzione (I - A11)-1. Terza fase, il valore ag-giunto è trasferito ai diversi gruppi sulla base della proprietàdei fattori produttivi (prodotto delle matrici A

32A21. Infine, il

reddito è ridistribuito tra le istituzioni endogene (I - A33)-1.Pyatt e Round (1985) hanno proposto la seguente scompo-

sizione della matrice dei moltiplicatori contabili. Per determi-nare la scomposizione della matrice dei moltiplicatori globaliM nei tre moltiplicatori M1, M2, M3, è necessario, in primo luo-go, stabilire quali conti considerare endogeni e quali esogeni. Iconti endogeni sono intestati alle attività produttive, al valoreaggiunto ed ai settori istituzionali (endogeni).

La matrice A:

A11 0 A13

A = A21 0 00 A32 A33

può essere scomposta in:

A11 0 0 0 0 A13

A = 0 0 0 + A21 0 00 0 A33 0 A32 0

in forma compatta:A = Â + A [4.15]

Data la [4.20], l’equazione [4.12] può essere scritta come:

x A A x Ax f= + +−( ˙ ) ˙ [4.16]

x I A A A x I A f= +− − −− −( ˙ ) ( ˙ ) ( ˙ )1 1 [4.17]Definita A* come:

A I A A A∗ = − −−( ˙ ) ( ˙ )1 [4.18]

moltiplicando la (IV.22) per A* si ottiene:

x A x I A I A f= ∗ + + ∗ − −2 1( )( ˙ ) [4.19]

Page 51: matrice di contabilità

49

Ripentendo una seconda volta il processo di moltiplicazio-ne analogamente a quanto fatto per le equazioni [4.22]-[4.24],questa volta moltiplicando, evidentemente, per A*2 si ottiene:

x A x I A A I A f= + + +∗ ∗ ∗ − −3 2 1( )( ˙ ) [4.20]

x I A I A A I A f= + +− ∗ ∗ −− −( ) ( )( ˙ )*3 1 2 1 [4.21]

dove, per la scomposizione di Pyatt e Round:

M I A1

1= − −( ˙ ) [4.22]

M I A A22= + +( )* * [4.23]

M I A33 1= − −( )* [4.24]

Stone ha proposto la scomposizione della matrice M in for-ma additiva:

M = I + (M1 - I) + (M2 - I)M1 + (M3 - I)M2M1 [4.25]Gli elementi indicano (partendo da sinistra) l’iniziale im-

missione, gli effetti derivanti dalla matrice M1, quelli derivantidalla matrice M2 nel terzo elemento, ed infine gli effetti dellamatrice M3.

Scopo di questo studio è la costruzione di una SAM per l’Ita-lia, tuttavia, è sembrato significativo concludere con uno stepulteriore ossia passare dalla SAM come quadro contabile allaSAM come modello (a coefficienti fissi) con la finalità di con-cretizzare quanto esposto nei capitoli precedente in merito allecaratteristiche di una matrice di contabilità sociale. Il modelloè necessariamente semplice basato su una versione della SAMItalia di dimensioni ridotte (21x21 invece di 110x110); un mo-dello più complesso avrebbe richiesto di partire da una SAM data.

Il passaggio da un quadro contabile ad un modello ri-chiede, innanzitutto, le ipotesi comportamentali nonché ladivisione tra conti esogeni e conti endogeni. Le variabiliconsiderate esogene sono il settore della Pubblica Ammini-strazione (precisamente i suoi trasferimenti), la spesa pubbli-ca, gli investimenti, il Resto del Mondo (quindi movimenti direddito, consumi turistici, esportazioni). La spesa pubblicaè fissata come esogena perché si presuppone stabilita, tral’altro, con provvedimenti legislativi, quest’ipotesi divienecriticabile se si osservano le tendenze attuali, tuttavia va ri-cordato che l’anno di riferimento resta il 1998. Gli investi-menti sono esogeni perché le politiche di investimento sonodecise dalle imprese secondo una molteplicità di elementi,ad esempio le possibilità ed il grado di diversificazione delfinanziamento, strategie di mercato, delibere assembleari, po-litiche interne, ecc..

Le ipotesi comportamentali sono i coefficienti fissi, questosignifica, ad esempio, che le uscite delle famiglie avvengononella stessa proporzione indipendentemente dalla voce di rife-rimento. Le equazioni del modello sono quelle riportate nellasezione 4.3 dalla [4.1] alla [4.8].

La SAM Italia inmodello acoefficienti fissi

Page 52: matrice di contabilità

50

• Analisi d’impatto sul sistema economicoAttraverso il modello costruito è possibile valutare l’impattoche le variabili esogene hanno sul sistema economico, ovverosu tutte le variabili endogene presenti nel sistema. Poiché lafinalità è esemplificare il potenziale impiego della SAM-mo-dello, abbaiamo scelto di osservare gli effetti su alcune gran-dezze più significative, quali PIL, reddito disponibile, consumoe risparmio dei settori istituzionali, oltre alle ricadute sul restodel mondo. Le variabili esogene osservate sono i trasferimentidella Pubblica Amministrazione alle famiglie, la spesa pubbli-ca, gli investimenti, i trasferimenti del Resto del Mondo allefamiglie, le esportazioni ed i consumi turistici.

In termini di PIL attivato, le variabili che presentano un mol-tiplicatore più elevato tra quelle osservate sono la spesa pub-blica (a fronte di un’iniezione di 1000 euro ne attiva 1.490),seguita da consumi turistici, esportazioni ed investimenti. Nelcomplesso, la spesa pubblica, nelle sue due principali compo-nenti (trasferimenti e consumi collettivi), attiva circa 440 milaeuro di PIL che rappresentano oltre il 40% del PIL complessivo.

Nell’interpretazione dei risultati è necessario tenere presen-te che essi dipendono strettamente dalla suddivisione adottatatra esogene, endogene, perdite (o uscite, Tab. 4.10) e dall’ipo-tesi del modello di costanza dei coefficienti. I consumi dellefamiglie risultano totalmente endogeni, mentre il risparmio ap-pare come una perdita (o uscita), ciò può non essere condivisoda diversi punti di vista, poiché anche una parte del consumodelle famiglie può essere considerata autonomo (quindiesogeno), mentre il risparmio può avere effetti sulle altre gran-dezze, dagli investimenti alla spesa pubblica (quindi il rispar-mio è, almeno in parte, endogeno).

4.10EFFETTI SUL PILDELLE DIVERSE

COMPONENTIESOGENE

Valori assoluti inmilioni di Euro,

moltiplicatori per1000

Trasferim. Spesa Investim. Trasferim. Export Consumi Tutte lePA alle pubblica Resto del turistici esogene

famiglie Mondo allefamiglie

Ammontare esogene 181.696 197.392 207.057 27.540 255.403 27.215 1.005.303PIL 143.173 294.245 240.868 22.190 304.167 38.688 1.073.011Moltiplicatore 787 1.490 1.163 805 1.190 1.421 1.067

All’interno delle famiglie vi sono effetti differenziati: i pri-mi due gruppi (Tab. 4.12) risentono maggiormente dei trasferi-menti provenienti dalla Pubblica Amministrazione, seguiti daitrasferimenti provenienti dal Resto del mondo, spesa pubblicae consumi turistici. Osservando l’impatto sul reddito disponi-bile del terzo gruppo familiare (composto dai decili con mag-gior reddito) emerge che le voci principali sono i trasferimentiprovenienti dal Resto del Mondo, seguiti da spesa pubblica,trasferimenti dalla Pubblica Amministrazione e consumi turi-stici. Ogni voce considerata attiva maggiormente l’ultimo grup-po di famiglie.

Page 53: matrice di contabilità

51

Le società non finanziarie sono maggiormente stimolate daimmissioni esogene rispetto alle società finanziarie; per le pri-me, le voci di maggior rilievo sono la spesa pubblica seguitadai consumi turistici, le esportazioni e gli investimenti.

È stata osservata l’incidenza delle singole esogene sulle tran-sazioni con il Resto del mondo (Tab. 4.13): il saldo complessi-vo è positivo. Il contributo è negativo in relazione a tutte levariabili esogene manovrate dagli operatori nazionali, mentreè positivo in relazione alla spesa proveniente dall’estero. È in-teressante osservare che anche le esportazioni, o i redditi pro-venienti dall’estero, attivano importazioni, quindi, l’effetto sulsaldo con l’estero è inferiore alla spesa iniziale.

4.11EFFETTI DI 1000EURO SU REDDITODISPONIBILE,CONSUMO ERISPARMIO DEISETTORIISTITUZIONALI(MOLTIPLICATORI)

Impatto Settori IstituzionaliVariabili I, II, III IV, V, VI, VII VIII, IX, X Società non Società AA.PP.

finanziarie finanziarie

Tutte le redditovariabili disponibile 143 218 380 68 53 187esogene consumi 122 190 316 0 0 196

risparmio 21 28 64 68 53, -9Trasferimenti redditodella PA alle disponibile 307 369 448 56 30 -589famiglie consumi 262 322 372 0 0 0

risparmio 45 47 76 56 30 -589Spesa redditopubblica disponibile 131 229 460 98 35 499

consumi 112 199 382 0 0 1000risparmio 19 29 78 98 35 -500

Investimenti redditodisponibile 97 169 328 68 25 449consumi 83 147 272 0 0 0risparmio 14 21 55 68 25 449

Trasferimenti redditodal RdM alle disponibile 190 302 660 56 27 643famiglie consumi 162 264 548 0 0 0

risparmio 28 38 112 56 27 643Consumi redditoturistici disponibile 124 2161 433 93 33 488

consumi 106 188 360 0 0,00 0risparmio 18 27 73 93 33 488

Export redditodisponibile 99 174 339 71 26 453consumi 85 151 282 0 0 0risparmio 15 22? 57 71 26 453

Uscite Entrate Saldodel RdM del RdM

Tutte le variabili esogene 336 314 22Trasferimenti della PA alle famiglie 0 338 -338Spesa pubblica 0 239 -239Investimenti 0 368 -368Trasferimenti del Resto del mondo alle famiglie 1.160 198 962Consumi turistici 1.000 267 732Export 1.000 356 643

4.12EFFETTI DI 1000EURO, SPESI NELLEDIVERSECOMPONENTIESOGENE, SUICONTI CON ILRESTO DEL MONDO(MOLTIPLICATORI)

Page 54: matrice di contabilità

52

4.13M: MATRICE DEIMOLTIPLICATORI

GLOBALI

Setto

reSe

ttore

Setto

reRe

trib

uzio

niRi

sulta

toIm

post

eI,

II, II

IIV

, V, V

I, VI

IVI

II, IX

, XSo

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nSo

ciet

àAl

imen

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treAl

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iose

cond

ario

terz

iario

lord

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cile

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anzi

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beva

nde

efu

nzio

nige

stio

nene

tteta

bacc

oco

nsum

o

Setto

re p

rimar

io1,

130,

060,

040,

040,

030,

000,

050,

040,

040,

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020,

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050,

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ttore

sec

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910,

700,

660,

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370,

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040,

39Se

ttore

terz

iario

0,51

0,69

2,03

0,89

0,68

0,00

0,84

0,86

0,96

0,53

0,44

0,67

1,65

2,50

Retr

ibuz

ioni

lord

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380,

420,

591,

310,

240,

000,

300,

300,

330,

180,

150,

420,

550,

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sulta

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381,

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370,

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230,

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550,

67-1

,01

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ste

indi

rette

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070,

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100,

100,

060,

050,

190,

160,

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II, II

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ile0,

160,

140,

200,

370,

140,

001,

110,

110,

110,

090,

110,

140,

180,

11IV

, V, V

I, VI

I Dec

ile0,

290,

240,

350,

600,

270,

000,

191,

180,

190,

160,

200,

250,

320,

15VI

II, IX

, X D

ecile

0,66

0,41

0,62

0,67

0,80

0,00

0,34

0,33

1,35

0,68

0,47

0,45

0,57

-0,3

4So

ciet

à no

n fin

anzi

arie

0,50

0,25

0,40

0,23

0,67

0,00

0,22

0,22

0,23

1,16

0,18

0,29

0,36

-0,5

1So

ciet

à fin

anzi

arie

0,14

0,08

0,12

0,10

0,18

0,00

0,13

0,09

0,08

0,16

1,19

0,09

0,11

-0,1

1Al

imen

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evan

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taba

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0,07

0,05

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0,12

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Altr

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570,

400,

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431,

54-0

,07

Altr

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0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

-0,0

10,

001,

01

Page 55: matrice di contabilità

53

Infine, nelle tabelle 4.14-16 si riportano le matrici M, M1,

M2, M3 il cui significato è noto dal § 4.3. Ad esempio, nellamatrice M1, l’incrocio settori istituzionali-settori istituzionaliindica, per colonna, quanto le famiglie e le società sono attiva-te da immissioni esogene ed i trasferimenti agli altri settori isti-tuzionali (conti appartenenti al medesimo blocco).

Osservare le diverse matrici, consente di valutare l’ammon-tare degli effetti che ciascun blocco trasferisce sugli altri e quan-ti, a sua volta, ne riceve. Da questo punto di vista, è interessan-te osservare il primo blocco a sinistra intestato alle brancheproduttive. La matrice M1 è l’inversa di Leontief che cattura glieffetti generati sul sistema produttivo da un centesimo di spesafinale localizzata alternativamente nelle diverse branche d’at-tività. L’attivazione è determinata dal fatto che ogni branca perprodurre deve acquistare beni e servizi dalle altre.

Attraverso gli effetti colti dalla matrice M3 è possibile valu-tare gli effetti di ritorno, sui diversi settori produttivi, determi-nati dal fatto che per generare la produzione si genera e si di-stribuisce valore aggiunto, il quale confluirà alle famiglie e sitrasformerà, quindi, in domanda di beni e servizi tramite le sceltesul consumo. La produzione riceverà un ulteriormente impulsopari a 0,02652, 0,40569 e 0,38682 euro.

Page 56: matrice di contabilità

54

Setto

reSe

ttore

Setto

reRe

trib

uzio

niRi

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post

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II, II

IIV

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I, VI

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o

Setto

re p

rimar

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110,

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00Se

ttore

sec

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ttore

terz

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0,13

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1,38

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0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

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Retr

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0,00

0,00

0,00

IV, V

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VII D

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0,00

0,00

0,00

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0,00

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0,01

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0,00

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0,12

0,00

0,00

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Dec

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0,00

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0,00

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0,00

0,00

0,00

0,00

0,00

1,01 4.14

M1: MATRICE DIMOLTIPLICATORI

DEGLI EFFETTI DITRASFERIMENTO

Page 57: matrice di contabilità

55

Setto

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Setto

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00 4.15M2: MATRICE DEIMOLTIPLICATORI ACIRCUITO APERTO

Page 58: matrice di contabilità

56

Setto

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Setto

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0,00

0,00

0,004.16

M3: MATRICE DEIMOLTIPLICATORI ACIRCUITO CHIUSO

Page 59: matrice di contabilità

57

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PROSPETTIVE DIRICERCA

Questo lavoro si è concentrato su SAM e distribuzione, temiche sono stati trattati sia separatamente sia congiuntamente.Dal punto di vista teorico, della distribuzione del reddito sonostati affrontati alcuni degli elementi chiave, mentre sul pianoempirico, è stata affrontata analizzando i dati Banca d’Italia(Indagine sui Bilanci delle Famiglie Italiane per il 1998).

L’analisi sulle singole fonti di reddito ha confermato le aspet-tative, ossia il reddito da lavoro dipendente ha una distribuzio-ne più perequata rispetto alle altre tipologie d’entrata; il reddi-to da capitale, in particolare da capitale finanziario, è la fonteche presenta il maggior grado di diseguaglianza. Successiva-mente, i redditi sono stati ricondotti alle famiglie classificateper decili di reddito equivalente, ciò ha permesso di osservarela composizione dei bilanci familiari, al fine di rilevare le fontiprevalenti in un decile e comprendere, in parte, l’origine delladiseguaglianza.

Sono state tracciate brevemente le origini della SAM -na-sce per rispondere, in primo luogo, alle esigenze di un sistemainformativo per i paesi in via di sviluppo, si afferma, in segui-to, come valido strumento anche per i paesi sviluppati- e ne èstata delineata la struttura interna. Successivamente sono statidescritti i tratti salienti della SAM costruita per l’Italia (1998):disaggregazione del settore istituzionale “famiglie”,disaggregazione delle fonti di reddito, compilazione del qua-drante relativo alla distribuzione secondaria, disaggregazionedella matrice ponte dei consumi, bilanciamento della SAM co-struita, ecc. La disaggregazione del settore istituzionale “fami-glie” ha comportato la disaggregazione dei flussi con i quali siincrocia nella SAM, in particolar modo i flussi generati dal pro-cesso di formazione del reddito: generazione, attribuzione, di-stribuzione e redistribuzione.

I quesiti ai quali si è tentato di rispondere sono: quali fontidi reddito confluiscono nelle diverse classi individuate? Comesono utilizzate le risorse collocate nelle singole classi? La scel-ta di articolare le famiglie in decili di reddito equivalente èparsa la più opportuna soprattutto perché è verosimile ipotiz-zare che i comportamenti individuati nelle diverse caselle dellaSAM (che riconducono sia al modo in cui si forma il redditosia a quello in cui è speso) siano più significativi e stabili se sitiene conto, non solo del reddito complessivo a disposizione del-le famiglie, ma anche della composizione interna delle stesse.

Page 60: matrice di contabilità

58

Affinché i risultati ottenuti, con questa disaggregazione, si-ano realmente significativi, è stato opportuno individuare perciascuna classe le tipologie di reddito che concorrevano allaformazione del reddito disponibile. Questo è stato effettuatoattraverso un’opportuna analisi sui dati per singoli percettoriforniti dall’indagine Banca d’Italia, per cui si è giunti adun’articolazione dei redditi primari secondo il settore di prove-nienza ed a seconda che si tratti di lavoro dipendente o indipen-dente. Un’esigenza simile, che tuttavia abbiamo affrontato in modoassai più semplificato, riguarda i modi in cui i redditi delle fami-glie sono spesi (la propensione al consumo è diversa per i varidecili, ma è diversa anche la struttura dei consumi).

Un passaggio fondamentale sia per l’analisi della distribuzio-ne del reddito e sia per la stessa costruzione è stata la stima deidati non contenuti nell’indagine campionaria Banca d’Italia:stima di imposte, contributi e redditi lordi. L’indagine Bancad’Italia raccoglie (principalmente) informazioni sulle singolefonti di reddito, trascurando l’aspetto fiscale (e per alcunetipologie di reddito anche contributivo). Solitamente, si ricorread un’imputazione proporzionale delle imposte, mentre in que-sto lavoro è stato seguito un processo di stima molto accurato.E’ stato costruito un modello di microsimulazione, anche semolto semplificato e di natura prettamente statica attraverso ilquale, variando aliquote fiscali e contributive, detrazioni, ecc.in base alle disposizioni vigenti, è possibile stimare i nuovi flussidi imposte e passare, quindi, ai nuovi redditi netti. Il modello èstatico nel senso che non prevede variazioni nel comportamen-to degli operatori a seguito di modifiche fiscali.

Dalla SAM come quadro contabile siamo passati ad un mo-dello basato su ipotesi comportamentali assai semplificate (an-che se molto ricorrenti in letteratura); la scelta è stata, infatti, afavore di un modello a coefficienti fissi, impiegato per valutarel’effetto moltiplicativo di immissioni esogene su PIL, redditodisponibile, consumo, risparmio dei settori istituzionali, e suiconti del Resto del mondo. Tra le componenti considerate comeesogene (trasferimenti della Pubblica Amministrazione, spesapubblica, investimenti, resto del mondo), si è osservato che spesapubblica e consumi turistici attivano maggiormente il PIL, se-guiti da esportazioni ed investimenti.

L’integrazione della “SAM modello” con il modello dimicrosimulazione consentirebbe di valutare gli effetti di unamodifica della politica fiscale sulle variabili di interesse. Nelmodello SAM, infatti, la politica fiscale è racchiusa in un para-metro di imposizione diverso per ogni singolo operatore: si trattain altre parole della quota di reddito lordo che ciascun operato-re (i singoli decili, e gli altri settori istituzionali) versa allo Sta-to sotto forma di imposte dirette e contributi. Trattandosi diun’aliquota effettiva è evidente la difficoltà di modificarla ognivolta che cambiano le disposizioni fiscali: come cambia la pres-sione fiscale in presenza di nuove detrazioni per figli a carico o se

Page 61: matrice di contabilità

59

cambiano le aliquote di imposta? Il modello di microsimulazioneconsente proprio tale stima stabilendo quali saranno le nuove im-poste pagate a partire dal reddito lordo: si ricava, in altre parole,proprio il parametro da introdurre nella SAM. A questo punto,sarebbe possibile stabilire, attraverso il modello SAM, gli ef-fetti sul sistema economico determinati da una modifica dellapressione fiscale. In questo caso gli effetti terranno conto dellereazioni dei diversi operatori e forniranno indicazioni sulle ri-cadute in termini di PIL, distribuzione del reddito ed anche sulleentrate dello Stato.

Un ulteriore margine per ampliare e migliorare questo svolto,concerne la compilazione del quadrante relativo all’incrocio trafamiglie e le funzioni di consumo. Per necessità di sintesi, sonostate attribuite alle famiglie italiane le propensioni medie al con-sumo delle famiglie toscane. Una strada alternativa, sarebbe unaprocedura di matching tra i dati Banca d’Italia Indagine sui bilan-ci delle famiglie ed i dati dell’indagine ISTAT sui consumi dellefamiglie, in modo da effettuare una corretta imputazione delle fun-zioni di consumo alle famiglie a seconda del reddito.

Altri campi di lavoro sono le ulteriori disaggregazioni che èpossibile introdurre, ad esempio, per la Pubblica Amministra-zione secondo gli argomenti oggetto d’analisi.

Page 62: matrice di contabilità

60

123456123456123456123456

Page 63: matrice di contabilità

61

Appendice ADISAGGREGARE LA MATRICE PONTE DEI CONSUMI

La matrice ponte dei consumi (MPC), utilizzata per la compi-lazione del quadrante SAM branche d’attività economica-fun-zioni di consumo, è stata stimata dall’IRPET e, analogamentea quella dell’ISTAT, si riferisce ai consumi interni, ossia com-prende i consumi dei residenti e dei non residenti. Questo nonsi concilia con quanto previsto dal SEC95 secondo il quale iconsumi dei residenti devono essere distinti da quelli dei nonresidenti. Nella SAM, oltre a recepire le indicazioni del SEC95,il consumo degli italiani è stato distinto in spesa per turisti espesa per scopi diversi dal turismo. Questo implica spaccareogni voce di spesa e distinguere, ad esempio, la spesa per tra-sporto per turismo dalla spesa per trasporto per lavoro, studio,ecc.

Il metodo adottato per disaggregare i consumi interni nelletre voci menzionate -consumo degli stranieri, consumo degliitaliani per turismo, consumo degli italiani per scopi diversidal turismo- è sintetizzabile in due punti.1) Partendo dalle presenze (Fonte ISTAT) e dalla spesa media

giornaliera turistica (Fonte CISET) entrambe distinte pernazionalità e struttura ricettiva, si stimano la matrice pontedei consumi turistici stranieri e quella dei consumi turisticiitaliani (in Italia);

2) Dalla matrice ponte dei consumi stimata dall’IRPET si sot-traggono le due matrici ponte di cui al punto 1), ottenendo,in modo residuale, la matrice dei consumi degli italiani perfini diversi dal turismo.La spesa di un turista dipende da una molteplicità di aspetti

quali età, livello di istruzione, professione svolta, motivo prin-cipale del soggiorno, area di provenienza, periodo dell’annoprescelto, ecc., informazioni molto difficili da reperire. L’uni-ca fonte completa e disponibile, durante questo studio, è unaricerca svolta nel 1994 dal Centro Internazionale di Studi sul-l’Economia Turistica (CISET) in collaborazione con il Dipar-timento Turismo della Regione Veneto (Manente, Minghetti,1996). Questa fonte è completa nel senso che si occupa, anche,del consumo turistico degli stranieri (sul territorio italiano) perfunzioni di spesa, ciò è importante in quanto rari sono stati, esono attualmente, gli studi in merito.

Si assume -con un’ipotesi molto forte ma assolutamente ne-cessaria -che le spese medie pro capite giornaliere per scopituristici, rilevate per il Veneto, siano prossime ai dati medi na-

Page 64: matrice di contabilità

62

zionali. Questi dati relativi al 1994 sono stati inflazionati al1998 (Tab. A.1)18. Utilizzando i dati pubblicati annualmentedall’ISTAT “Statistiche sulle capacità e il movimento clientidegli esercizi ricettivi” relativi alla struttura ricettiva e residen-za dei clienti (Tab. A.2), sono state calcolate le spese dei turististranieri e dei turisti italiani (in Italia).

Il consumo dei turisti stranieri è stato vincolato alla Conta-bilità Nazionale; mentre il turismo italiano (all’interno del Pa-ese) è stato vincolato al dato stimato dall’IRPET perché la Con-tabilità non fornisce un dato ufficiale.

Consumo Italiani Strutture Totale turismo Consumo Stranieri Strutture Totale turismoper turismo ricettive italiani per turismo ricettive Stranieri

Voci di spesa Voci di spesa

Le funzioni di consumo delle matrici ottenute sulla base dellericerca CISET e dati ISTAT sono 14, mentre quelle della matri-ce ponte di consumo da disaggregare sono 12. Ciò comporta lanecessità di armonizzare le due classificazioni (Tab. A.3).

Il passo successivo è la stima della matrice ponte dei consu-mi dei turisti stranieri e quella dei turisti italiani. Si utilizzacome distribuzione di riferimento per entrambe -seppur conun’ipotesi forte- quella della Matrice Ponte dei Consumi ag-gregata e si utilizzano come vincoli i totali di riga delle matricidi spesa (totale spesa turismo italiani e totale spesa stranieri).

Sottraendo dalla MPC iniziale quelle dei turisti stranieri edei turisti italiani, si determina la matrice del consumo diversodal turismo degli italiani (Tab. A.4).

18 Per rapportare le spese del 1994 al 1998, è stato calcolato il rapporto tra prezzicorrenti (pc) e prezzi costanti (pco) sia per il ’98 e sia per il ’94, per le varie funzioni diconsumi, infine è stato calcato il coefficiente per inflazione i prezzi del ’94:

ipc

pco

pc

pco= ÷

'

'

'

'

98

98

94

94

SPESA DEI TURISTI

Page 65: matrice di contabilità

63

A.1SPESA MEDIA PROCAPITEGIORNALIERA PERSTRUTTURARICETTIVA ERESIDENZA DEITURISTIRAPPORTATA AL1998Lire italiane, Euro

Voci

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(eur

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3.68

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286

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(eur

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(eur

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(199

4)

Page 66: matrice di contabilità

64

A.4LA MATRICE PONTEDI CONSUMO DEGLI

ITALIANIPER SCOPI DIVERSI

DAL TURISMO

MPC totale MPC turisti MPC turisti MPC ItalianiStranieri Italiani non turismo

Funzioni Funzioni Funzioni Funzionidi consumo di consumo di consumo di consumo

Branche Branche Branche Branche di attività a b .. di attività a b .. di attività a b .. di attività a b .. 1 …. -- 1 …. -- 1 …. = 1 …. 2 …. 2 …. 2 …. 2 …. 3 …. 3 …. 3 …. 3 …. …. …. …. …. …. …. …. ….

A.2PRESENZE PER

STRUTTURARICETTIVA E

RESIDENZA DEICLIENTI

Italiani Stranieri

Alberghi 5-4 stelle 23.822.777 29.078.366Alberghi 3 stelle 59.676.862 36.976.000Alberghi 2-1 stella 42.678.752 21.137.669Alloggi 17.924.789 10.661.541Campeggi e villaggi turistici 34.162.913 23.388.718Fonte: ISTAT, “Statistiche sulle capacità e il movimento clienti degli esercizi ricettivi” (Annuario del Turismo,1998)

Per contenere le dimensioni della SAM, le funzioni di spesadella matrice ponte dei turisti stranieri sono state aggregate pas-sando da nove a sei funzioni (Tab. A.5) ossia quelle suggerite dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT). Il consumo perturismo degli italiani è stato aggregato in un’unica voce “turismo”che va ad aggiungersi alle nove funzioni dei residenti.

Matrice Ponte dei Consumi IRPET Indagine sul Veneto Classificazione armonizzata

Alimentari e bevande non alcoliche Alimentari e bevande Alimentari, bevande e tabacco

Bevande alcoliche e tabacco Tabacco Vestiario e Calzature

Vestiario e calzature Vestiario e Calzature Beni e servizi per la casa

Abitazione, acqua, elettricità, gas Beni e servizi per la casa Servizi sanitari e spese per ed altri combustibili salute e igiene

Mobili, elettrodomestici e Servizi sanitari e spese manutenzione casa per la salute Trasporti

Servizi sanitari Spese di esercizio di Comunicazioni mezzi di trasporto

Trasporti Acquisto di servizi di Ricreazione, cultura e trasporto istruzione

Comunicazioni Comunicazioni Alberghi e pubblici esercizi

Ricreazione e cultura Apparecchi radio-TV e Beni e servizi vari altri beni di carattere ricreativo

Istruzione Libri, giornali e periodici

Alberghi e ristoranti Istruzione, spettacoli e altri servizi ricreativi

Beni e servizi vari Beni e servizi per l’igiene

Alberghi e pubblici esercizi

Beni e servizi non classificabili altrove

A.3ARMONIZZAZIONE

DELLE FUNZIONI DICONSUMO DELLA

MPC EDELL’INDAGINE

VENETA

Page 67: matrice di contabilità

65

A.5RACCORDO TRAFUNZIONI DICONSUMO

Voci di spesa OMT Funzioni di consumo

Vitto Alimenti, bevande e tabacchiAlloggio e Alimenti e bevande Alberghi e pubblici eserciziTrasporti TrasportiShopping Vestiario e calzature, Beni e servizi per la casaRicreazione Ricreazione, cultura e istruzioneAltri beni e servizi Servizi sanitari e spese per salute, Comunicazioni,

Altri beni e servizi

Page 68: matrice di contabilità

66

123456123456123456123456

Page 69: matrice di contabilità

67

Appendice BVERSO UN MODELLO DI MICROSIMULAZIONEFISCALE

La fonte principale impiegata per affrontare la tematica delladistribuzione del reddito è stata certamente l’indagine campio-naria Banca d’Italia; il principale ostacolo nell’utilizzo di que-sta indagine è il fatto di non rilevare redditi lordi, imposte gra-vanti sugli stessi e contributi (previdenziali e per gli infortunisul lavoro), informazioni essenziali sia per la costruzione dellaSAM e sia per l’analisi della distribuzione del reddito. In quantofondamentali, questi dati devono, quindi, essere preventi-vamente stimati, argomento oggetto di questa appendice. Nel-l’arco di questo studio, la procedura di stima è passa da pocheformule matematiche ad una sorta di modello dimicrosimulazione alla base del quale sta un complesso di ipo-tesi coerenti con la normativa fiscale vigente. Il modello dimicrosimulazione è tuttora in fase di revisione ed ampliamentoda parte dell’Istituto Regionale per la Programmazione Econo-mica della Toscana.

La procedura di stima è schematizzata in Figura B.1 e puòessere divisa in due momenti. Scopo della prima fase è stimarele singole fonti di reddito al lordo del prelievo fiscale e/o con-tributivo; obiettivo della seconda è determinare l’imposta gra-vante sul reddito complessivo di ogni percettore, nonché il red-dito netto disponibile, il tutto a livello di singolo percettore (peraggregazione a livello familiare).

B.1SCHEMA MODELLODIMICROSIMULAZIONE

Singole fonti di redditoNETTE

Singole fonti di redditoLORDE

Redditiesenti

Reddito da lavoroReddito

diverso da lavoro

Reddito da lavoro menoeventuali detrazioni

Da netto a LORDO(IRPEF, IRAP, Contributi

sociali, ecc.)

Da netto aLORDO

Reddito totaleLORDO ai fini IRPEF

Reddito totalenetto

Reddito totaledisponibile

Introduzione

Page 70: matrice di contabilità

68

Nelle sezioni successive si tratterà del solo reddito da lavoro(autonomo, dipendente e pensioni), mentre per tutti gli altri tipidi reddito si rimanda al § “Le altre fonti di reddito”.

• Un’ipotesi preliminareCome chiarito nella sezione precedente, scopo di questa primafase è stimare redditi lordi, imposte e contributi. Prima di ad-dentrarci nel vivo della questione, è necessario individuareun’ipotesi comportamentale che verosimilmente riflette l’atteg-giamento degli intervistati nel fornire le informazioni richieste.

Sui percettori gravano alcune imposte, tra queste la princi-pale è l’Irpef che grava sul cumulo di redditi di diversa fonte.L’entità dell’Irpef è determinata alla conclusione dell’anno so-lare. Durante l’anno, tuttavia, ogni percettore incassa entratecon cadenze le più diverse (mensile, trimestrale, ecc.) per lamaggior parte delle quali è tenuto contemporaneamente a ver-sare una quota di Irpef “proporzionale” all’entità dell’entratapercepita. Per semplificare, si ipotizzi che il Sig. Rossi percepiscadue fonti di reddito (x e y). Il quadro generale è il seguente:

1) Nel corso dell’annoRossi percepisce il reddito x (percepirà h trance) e paga impostapari a t (pagherà h trance); analogamente avverrà per il reddito y.

Ne consegue che egli percepisce un reddito complessivonetto annuo (M) dato dalla somma delle due fonti:

M x t h y p h= − × + − ×[( ) ] [( ) ] [B.1]E paga un’imposta totale pari a J, somma delle due imposte

computate separatamente in relazione alle due fonti di reddito:

J t h p h= × + ×( ) ( ) [B.2]

2) Alla fine di un annoSi determina l’imposta, effettivamente a carico del contribuen-te, sul cumulo di redditi percepiti. Questa imposta (che indi-chiamo con la lettera I) che può differire da quella versata dalSign. Rossi nel corso dell’anno.

Indicando con B la somma dei redditi lordi:

B x h y h= × + ×( ) ( ) [B.3]Allora l’imposta gravante effettivamente sul contribuente sarà I:

I=f(B) [B.4]3) Se J>IIl contribuente ha versato un’imposta maggiore del dovuto equindi matura un credito verso l’Erario; in caso contrario, I<J,il contribuente è tenuto a versato il residuo. Questo implica cheM può non coincidere con il reddito netto che resterà effettiva-mente nelle mani del Sig. Rossi.

Passiamo ora all’indagine Banca d’Italia. Gli intervistatidevono dichiarare le proprie fonti di reddito al netto del prelie-vo fiscale e contributivo, questo porta a chiedersi che stradahanno seguito (vale a dire il punto 1) o il punto 2), e quindi

Prima fase

Page 71: matrice di contabilità

69

occorre interrogarsi sul tipo di informazione hanno fornito.Secondo una prima interpretazione, ogni percettore -per indi-

care le singole fonti di reddito nette si è munito della propriadichiarazione dei redditi ed ha effettuato un riparto dell’impostagravante sul reddito complessivo [B.4] tra le singole tipologie d’en-trata. Rifacendoci al caso del Sig. Rossi, questo implica che su X“grava” un’imposta pari αI mentre su Y grava un’imposta pari a(1-α)I. Le fonti dichiarate sono quindi:

X X In = − ( )αY Y In = − −[( ) ]1 α

Questa sarebbe la strada ottimale perché indica quante risorserestano effettivamente a disposizione del soggetto; tuttavia sem-bra difficile ipotizzare un tale comportamento generalizzato a tut-ti o alla maggior parte degli intervistati.

Secondo un’altra interpretazione, adottata nel modello, gli in-tervistati dichiarano gli importi netti percepiti durante dell’anno(1Xn e 1Yn) perché istintivamente noti nella mente di ognuno efacilmente reperibili:

1X x t hn = ×−[( ) ] [B.5]

1Y y p hn = ×−( ) ] [B.6]

• Le detrazioniIl quadro si complica ulteriormente introducendo una variabileche, al momento, è stata tralasciata: le detrazioni. La normativafiscale prevede delle riduzioni dell’imposta dovuta qualora sussi-stano alcune condizioni, ad esempio, nel caso di figli e/o moglie acarico, nel caso in cui un reddito rientri in alcune soglie.

Alla fine dell’anno, si determina l’imposta (I) gravante sul red-dito totale (B) e se il contribuente ha diritto alle detrazioni pagheràI-d (dove d è una detrazione, ossia una decurtazione dell’impostaconcessa al contribuente).

Cosa accade durante l’anno? La normativa fiscale prevede cheil contribuente possa usufruire della detrazione a lui più favorevo-le (quindi della detrazione maggiore) e che possa beneficiare del-le detrazioni già nel corso dell’anno a favore di una fonte di reddi-to (perché le detrazioni non sono cumulabili). Ciò implica che lefonti di reddito dichiarate beneficiano delle detrazioni (l’ammon-tare effettivamente incassato è maggiore di quanto avrebbe perce-pito senza detrazioni). Riprendendo la seconda interpretazione,sorge il problema di stabilire quale fonte ha beneficiato della de-trazione nel caso di un soggetto con più fonti di reddito. La nor-mativa (Tab. B.3) stabilisce le detrazioni con riferimento ai redditilordi, mentre noi disponiamo di quelli netti, quindi, l’individuazionedella fonte di reddito che potrebbe aver beneficiato della detrazio-ne non è immediata. Si sono rese necessarie, quindi, alcune ipote-si volte, tra l’altro, a semplificare la procedura di stima19.

19 Tali ipotesi sono coerenti con quanto previsto dalla normativa fiscale vigente, ossiache le detrazioni non sono cumulabili e che il contribuente può usufruire della detra-zione a lui più favorevole.

Page 72: matrice di contabilità

70

Assunzioni

Caso aReddito da lavoro dipendente e reddito da lavoro autonomoSe una persona è titolare di reddito da lavoro dipendente e la-voro autonomo, si assume che durante l’anno utilizzi ledetrazioni (da lavoro e per familiari a carico) per ridurre l’im-posta gravante sul lavoro dipendente.

Caso bPensione e reddito da lavoro autonomoSe una persona è titolare di pensione e di redditi da lavoro au-tonomo, si assume che durante l’anno utilizzi le detrazioni perridurre l’imposta gravante sulla pensione.

Caso cPensione e reddito da lavoro dipendenteSe una persona è titolare di pensione e percepisce reddito dalavoro dipendente, si assume che utilizzi le detrazioni per ri-durre l’imposta gravante sulla fonte d’entrata maggiore (in va-lore assoluto).

I redditi netti Banca d’Italia che dovrebbero fungere da baseper la stima dei redditi lordi includono, dati i nostri ragiona-menti e le nostre assunzioni, le detrazioni e questo potrebbecondurre a valore sovrastimati. Infatti, se il reddito lordo è 100e l’imposta 10, il reddito netto è 90; se aggiungiamo detrazioniper 3, allora il reddito netto sarà 93 (ossia 100 meno (10-3)).Per ridurre l’errore di stima (dei redditi lordi e del carico fisca-le) si dovrà partire da 90 e non da 93. Quindi, stabilire quale oquali fonti di reddito beneficiano delle detrazioni diviene prio-ritario; il passaggio successivo sarà rendere omogenei i dati(sottraendo, appunto, l’importo delle detrazioni).

Box B.1Detrazioni per familiari a carico nel 1998

Se un contribuente ha familiari a carico (ossia il coniuge legalmente ed effettiva-mente separato, i figli, i genitori e, in loro mancanza, i nonni, i suoceri, i generi e lenuore, i fratelli e sorelle, i discendenti dei figli) può aver diritto a detrazioni cheriducono il suo carico di imposta, a condizione che essi risultino conviventi con ilcontribuente (condizione non richiesta per i figli) e che non abbiano conseguito unreddito complessivo superiore a 5.500.000 (euro 2.840,51).Le detrazioni per fa-miliari e figli a carico, vanno indicate rapportandole ai mesi nel corso dei quali ilfamiliare è stato effettivamente a carico; inoltre, le detrazioni per figli a caricodevono essere ripartite tra i coniugi, in relazione all’effettivo onere sostenuto, dueconiugi possono stabilire liberamente la detrazione spettante a ciascuno.Nel modello, le detrazioni sono attribuite ad un solo genitore quando il suo redditoè circa il doppio dell’entrata dell’altro coniuge; negli altri casi, le detrazioni per figlisono state ripartite tra i coniugi in base al rapporto tra reddito individuale e totalereddito coniugi.

Page 73: matrice di contabilità

71

• Il reddito da lavoro lordoDopo aver uniformato i diversi tipi di reddito lordi, si procede allastima dei corrispondenti lordi. In tabella B.2 è presentato un qua-dro di quali imposte gravano sui redditi da lavoro (in senso lato).

Fonte di reddito Imposta

Lavoro dipendente IrpefPensione IrpefLavoro autonomo di cui:Liberi professionisti Irpef e IrapImprenditori individuali Irpef e IrapLavoratori autonomi Irpef e IrapImprese familiari IrpefSoci di societàdi Persone Irpefdi Capitali Irpef o cedolare seccaGestori Irpef

Il procedimento per risalire ai redditi lordi riguarda preva-lentemente l’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche (comu-nemente abbreviata con l’acronimo IRPEF), che grava, appun-to, sui redditi delle persone fisiche ed è applicata per scaglionidi reddito, ossia le prime x1 unità di reddito lordo che cadononel primo scaglione sono tassate con la relativa aliquota, le suc-cessive x2 unità che cadono nel secondo scaglione sono tassateun’altra aliquota (maggiore della prima), ecc. Gli scaglioni direddito, le aliquote, l’addizionale IRPEF, le detrazioni per cari-chi di famiglia e per lavoro relativi al 1998 sono stati stabiliticon Decreto Legislativo 446/1997 e sono riportati in modo sin-tetico nella tabella B.3.

Nello stimare i redditi lordi, un altro problema da fronteg-giare è che gli scaglioni di reddito per l’applicazione delle ali-quote d’imposta sono lordi, mentre i dati disponibili sono netti.Per conciliare le informazioni gli scaglioni sono stati “conver-titi” da lordi a netti (Tab. B.4). Dato che, gli scaglioni lordiindividuano quante unità di reddito tassare e con quali aliquo-te, analogamente, gli scaglioni netti individuano quante unitàdi reddito sono state tassate con la corrispondente aliquota.

Riassumendo, in primo luogo, si individua il reddito al net-to delle eventuali detrazioni. Gli scaglioni per l’individuazionedelle aliquote Irpef sono “convertiti” da lordi a netti. Le unitàdi reddito (nette) xn1,

xn2, xn3, ecc

. sono, quindi, ricondotte ai

rispettivi scaglioni netti in modo da individuare la aliquota Irperf.Si stimano, infine, le unità lorde con una semplice equazione:

xni : (100-a) = xli: 100 [B.7]

dovea = aliquota Irpefxni

= i-esima unità di reddito netto (nota)xli

= i-esima unità di reddito lordo (incognita)Si pensi, ad esempio, ad una famiglia composta da

capofamiglia lavoratore dipendente con un reddito lordo di euro

B.2FONTI DI REDDITOED IMPOSTE

Page 74: matrice di contabilità

72

B.3ALIQUOTE E

SCAGLIONI IRPEF

SCAGLIONI E ALIQUOTE IRPEF 1998

Reddito per scaglioni Aliquote Addizionale ImpostaIRPEF IRPEF compless.sul max

dello scaglione

Fino a 15 mil. (euro 7.746,85) 18.5% 0.5% 2.850.000(euro 1.471,90)

Oltre 15 mil. (euro 7.746,85) fino a 30 mil. 26.5% 0.5% 6.900.000(euro 15.493,71) (euro 3563,55)Oltre 30 mil. (euro 15.493,71) fino a 60 mil. 33.5% 0.5% 17.100.000 (euro 30.987,41) (euro 8.831,41)Oltre 60 mil. (euro 30.987,41) fino a 135 mil. 39.5% 0.5% 47.100.000(euro 69.721,68) (euro 24.325,12)Oltre 135 mil. (euro 69.721,68) 45.5% 0.5% ......

DETRAZIONI PER CARICHI DI FAMIGLIA

a) Coniuge a carico Detrazioni

Fino a 30 mil. (euro 15.493,71) 1.057.552 (euro 546,18)Oltre 30 mil. (euro 15.493,71) fino a 60 mil. (euro 30.987,41) 961.552 (euro 496,60)Oltre 60 (euro 30.987,41) mil. fino a 100 mil. (euro 51.645,69) 889.552 (euro 459,42)Oltre 100 mil. (euro 51.645,69) 817.552 (euro 422,23)

b) Figli e altri soggetti a caricoCon coniuge 336.000 (euro 173,53)Senza coniuge Come per coniuge a carico per il primo figlioAltri 336.000 (euro 173,53)

DETRAZIONI PER ONERI

19% degli oneri deducibili

DETRAZIONI PER LAVORO

a) Per lavoratori dipendenti Detrazioni

Fino a 9,1 milioni (euro 4.699,76) 1.680.000 (euro 867,65)Oltre 9,1 (euro 4.699,76) fino a 9,3 (euro 4.803,049) 1.600.000 (euro 826,33)Oltre 9,3 (euro 4.803,049) fino a 15 (euro 7.746,853) 1.500.000 (euro 774,69)Oltre 15 (euro 7.746,853) fino a 15,3 (euro 7.901,791) 1.350.000 (euro 697,22)Oltre 15,3 (euro 7.901,791) fino a 15,6 (euro 8.056,728) 1.250.000 (euro 645,57)Oltre 15,6 (euro 8.056,728) fino a 15,9 (euro 8.211,665) 1.150.000 (euro 593,93)Oltre 15,9 (euro 8.211,665) fino a 30 (euro 15.493,71) 1.050.000 (euro 542,28)Oltre 30 (euro 15.493,71) fino a 40 (euro 20.658,28) 950.000 (euro 490,63)Oltre 40 (euro 20.658,28) fino a 50 (euro 25.822,84) 850.000 (euro 438,99)Oltre 50 (euro 25.822,84) fino a 60 (euro 30.987,41) 750.000 (euro 387,34)Oltre 60 (euro 30.987,41) fino a 60,3 (euro 31.142,35) 650.000 (euro 335,70)Oltre 60,3 (euro 31.142,35) fino a 70 (euro 36.151,98) 550.000 (euro 284,05)Oltre 70 (euro 36.151,98) fino a 80 (euro 41.316,55) 450.000 (euro 232,41)Oltre 80 (euro 41.316,55) fino a 90 (euro 46.481,12) 350.000 (euro 180,76)Oltre 90 (euro 46.481,12) fino a 90,4 (euro 46.687,7) 250.000 (euro 129,11)Oltre 90 (euro 46.687,7) fino a 100 (euro 51.645,69) 150.000 (euro 77,47)Oltre a 100 (euro 51.645,69) 100.000 (euro 51,65)

b) Detrazione aggiuntiva per pensionatiPensione sino al 18 mil. (euro 9296,22) 70.000 (euro 36,15)

c) Detrazione per lavoratori autonomiFino a 9,1 milioni (euro 4.699,76) 700.000 (euro 361,52)Oltre 9,1 (euro 4.699,76) fino a 9,3 (euro 4.803,049) 600.000 (euro 309,87)Oltre 9,3 fino a 9,6 (euro 4.957,986) 500.000 (euro 258,23)Oltre 9,6 (euro 4.957,986) fino a 9,9 (euro 5.112,923) 400.000 (euro 206,58)Oltre 9,9 (euro 5.112,923) fino a 15,0 (euro 7.746,853) 300.000 (euro 154,94)Oltre 15,0 (euro 7.746,853) fino a 30,0 (euro 15.493,71) 200.000 (euro 103,29)Oltre 30,0 (euro 15.493,71) fino a 60,0 (euro 30.987,41) 100.000 (euro 51,65)Fonte: Frizzera B., La guida pratica fiscale, Imposte dirette, Rivista periodica trimestrale, edizione 118, Trento,Il Sole 24 Ore S.p.A, 1998

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28.405,13, moglie e due figli a carico, non vi sono altre entrate.Supponiamo che il percettore dichiari nell’indagine Banca d’Ita-lia euro 21.682,70, ossia al netto dell’irpef e comprensivi delledetrazioni per coniuge e figli a carico.

Suddividiamo l’importo netto dichiarato per scaglioni nettie risaliamo ai redditi lordi in base alla B.1:fino a euro 6.274,95si risale al reddito lordo con aliquota 19% e si ottiene euro7.746,85; fino a euro 5.655,20: si risale al reddito lordo conaliquota 27% e si ottiene euro 7.746,85; al residuo si applical’aliquota 34% e si ottiene euro 14.776,58. Il reddito lordo sti-mato è euro 30.270,2, ma quello effettivo è euro 28.405,13,con una sovrastima di euro 1.865,15.

Se, al contrario, si prendono in considerazioni le detrazionicui ha diritto il contribuente, si avrà:

REDDITO DISPONIBILE euro 21.682,70Detrazioni: euro 828,17Coniuge a carico euro 481,11Figli a carico (336.000 * 2) euro 347,06Reddito al lordo delle detrazioni per lavoro euro 20854,53Detrazioni per lavoro dipendente euro 387,34REDDITO AL NETTO DELL’IMPOSTA LORDA euro 20.467,19

Se per stimare il reddito lordo si utilizza l’importo di euro20.467,19, si determina un valore di euro 28.428,60,sovrastimato di euro 23,48.

L’inclusione delle detrazioni, quindi, può ridurre lasovrastima dei redditi lordi.

• I contributi socialiIl passaggio successivo è la determinazione dei contributi so-ciali a carico del lavoratore. Il computo dei contributi ha ri-chiesto notevoli semplificazioni, in quanto, sia quelliprevidenziali e sia quelli versati all’INAIL variano per settored’attività, per categoria professionale, durante l’anno; sono inol-tre previsti dei massimali e minimali, in alcuni casi le aliquotesono applicate per fasce di reddito, ecc. Le informazioni dispo-nibili e reperibili sono insufficienti e molti aspetti sono stati

B.4SCAGLIONI EREDDITI NETTI

Scaglioni Netti Imposta sul reddito Reddito Nettotassabile complessivo per

nello scaglione scaglione

Fino a 12.150.000 (euro 6.274,95) 2.850.000 12.150.000(euro 1.471,90) (euro 6.274,95)

Oltre 12,15 mil. (euro 6.274,95) fino a 23,1 mil. 4.050.000 10.950.000(euro 11.930,15) (euro 2.091,65) (euro 5.655,20)Oltre 23,1 mil. (euro 11.930,15) fino a 42,9 mil. 10.200.000 19.800.000(euro 22.156,00) (euro 5.267,86) (euro 10.225,85)Oltre 42,9 mil. (euro 22.156,00) fino a 87,9 mil. 30.000.000 45.000.000(euro 45.396,56) (euro 15.493,71) (euro 23.240,56)Oltre 87,9 mil. (euro 45396,56) ..... .....Fonte: elaborazioni personali su dati di Frizzera B., La guida pratica fiscale, Imposte dirette, Rivista periodicatrimestrale, edizione 118, Trento, Il Sole 24 Ore S.p.A, 1998

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trascurati ed omessi; una procedura di stima precisa e avrebberichiesto, infatti, l’impiego di risorse non disponibili al mo-mento dello svolgimento di questo studio.

Per semplificare, i settori di attività sono stati divisi in agri-coltura, industria e costruzioni, settore terziario; le qualifichesono state distinte in operai/impiegati e dirigenti, per il la-voro dipendente.

Box B.2I redditi da partecipazione

I redditi da partecipazione sono percepiti da soci di società di persone, coniugi chegestiscono in comunione aziende coniugali non costituite in forma societaria ecollaboratori di impresa familiare.I soci ed i collaboratori percepiscono un utile al netto IRAP, della quale si terràconto nel calcolo dell’IRPEF, in quanto non è deducibile ai fini IRPEF. Il calcolo sarà,approssimativamente, il seguente:Una società ha un utile lordo di 100 sul quale paga IRAP per 20; la società ha duesoci ai quali distribuisce completamente gli utili, per il 50% a ciascuno.Utile al netto IRAP = (100 - 20) = 80.Utile percepito da ogni soci = (80 : 2) = 40.Supponiamo che il socio A paghi il 5% di IRPEF. Poiché l’IRAP non è deducibile, il 5%va calcolato su 50, ossia quota di utile percepita più la quota di IRAP che gravasulla stessa.

• Le altre fonti di redditoVeniamo ora alle altre fonti di reddito.

Redditi da fabbricati. All’intervistato è chiesto di indicare l’im-porto del fitto attivo; nel nostro modello assumiamo che gliindividui dichiarino gli importi incassati, quindi al lordo diimposta. Questi redditi sono assoggettati ad imposizione fisca-le in dichiarazione, concorrono, quindi, alla formazione del red-dito complessivo lordo da assoggettare ad IRPEF.

Reddito da capitale finanziario. Le principali tipologie di redditida capitale sono interessi e dividendi (distribuiti da società ed entipassivi di Irpeg (Imposta sui Redditi delle Persone Giuridiche).

Dividendi. Il percettore è di norma obbligato ad indicare edassoggettare a tassazione i dividendi nella propria dichiarazio-ne dei redditi (con il diritto di utilizzare il credito d’imposta);può, tuttavia, richiedere alla società di essere assoggettato allaritenuta a titolo d’imposta del 12,5% (cosiddetta “cedolare sec-ca”), rinunciando al riconoscimento del credito d’imposta20.

20 Per optare per il 12,5%, il soggetto deve attestare che è residente, non percepisce talidividendi nell’ambito di attività d’impresa (ossia non è stato conseguito nell’eserciziodi impresa, quindi non è percepito da una società o da un imprenditore), non possiedeuna partecipazione qualificata nella stessa.

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Per semplificare, nel modello ipotizziamo che tutti gli utili di-stribuiti siano stati assoggettati a cedolare secca, malgrado que-sto comporti una sovrastima dell’imposta gravante sugli stessidividendi.

Interessi sui depositi. Si assume che gli interessi attivi sui de-positi siano tutti assoggettati a ritenuta alla fonte del 27,0%.

Interessi sui titoli. Gli interessi sono assoggettati a ritenuta allafonte, ossia l’imposta è prelevata al momento della corresponsionedegli stessi. Per semplificare, si ipotizza che tutti gli interessi atti-vi sui titoli di Stato ed i rendimenti degli altri titoli siano assogget-tati a ritenuta alla fonte del 12,5%.

Scopo della seconda fase è stimare il reddito netto disponibiledi un percettore.

• Il reddito disponibileAi fini fiscali si aggregano i redditi lordi passivi di Irpef prove-nienti sia dal lavoro e sia da fonti diverse e si determina l’im-posta lorda gravante su questo cumulo di redditi al netto dioneri deducibili (Box B.3), al lordo dei crediti d’imposta suidividendi (Tab. B.5).

Reddito lordo(somma di reddito da lavoro, da fabbricati, trasferimenti diversi)- oneri deducibili+ crediti d’imposta sui dividendi

= Reddito imponibileX aliquote IRPEF= Imposta lordaDetrazioni- per familiari a carico- di lavoro- per oneri- ritenute e crediti d’imposta

= Imposta nettaReddito lordo - imposta netta Reddito al netto IRPEF

Sull’imponibile lordo si calcola l’IRPEF; l’imposta alla qualesi giunge è lorda e va decurtata delle eventuali detrazioni perfamiliari a carico, per lavoro e degli oneri deducibili ed i credi-ti d’imposta. Il reddito lordo iniziale meno l’imposta netta co-stituisce il reddito al netto Irpef.

Determinato il reddito netto Irpef, si computa il reddito net-to disponibile -ossia l’ammontare di risorse che l’individuo potràdestinare a consumo e a risparmio- aggiungendo al reddito net-to Irpef i redditi esenti da imposta e quelli che subiscono unaritenuta alla fonte (ad esempio gli interessi).

B.5STRUTTURA DELCALCOLO IRPEF

Seconda fase

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Box B.3Oneri deducibili e oneri detraibili

Per gli oneri e le spese occorre fare una distinzione tra oneri detraibili e onerideducibili.Per gli oneri detraibili, la detrazione d’imposta va a ridurre l’imposta lorda. Sonodistinti, a loro volta tra oneri per i quali è riconosciuta la detrazione d’imposta al19% (ad spese sanitarie, spese per veicoli adattati per i portatori di handicap,interessi passivi per i mutui ipotecari per l’acquisto di immobili adibiti ad abitazioneprincipale, interessi passivi per prestiti o mutui agrari, spese per la frequenza dicorsi di istruzione secondaria superiore, assicurazioni sulla vita e sanitarie) e spe-se per interventi di recupero del patrimonio edilizio per le quali spetta la detrazioned’imposta del 41%.Gli oneri deducibili riducono il reddito complessivo. Esempi di oneri deducibili sonocontributi ed erogazioni liberali a favore di istituzioni religiose, contributi per i Paesiin via di sviluppo (deducibili nella misura massima del 2% del reddito complessivo),spese mediche e di assistenza dei portatori di handicap, assegni per alimenti sta-biliti dall’Autorità Giudiziaria, ecc.La mancanza di informazioni non permette di stimare la maggior parte degli onerideducibili e detraibili. Questo ha contribuito a calcolare valori delle impostesovrastimati.

• Altre imposteLa nostra attenzione si è concentrata prevalentemente su un’im-posta, l’Irpef. Altre imposte sono state incluse nel modello dimicrosimulazione e tra queste rientrano l’Irap e le addizionaliIrpef.

Addizionale regionale. L’addizionale regionale è stata istituitacon D. Legislativo. n. 446 del 15 dicembre 1997 (l’art. 50), edè entrata in vigore a decorrere dal 1° Gennaio 1998.

I meccanismi di calcolo previsti per l’IRPEF differisconoin parte da quelli previsti per il calcolo dell’addizionale regio-nale. Per quest’ultima, infatti, una volta determinata la debenzao meno della stessa, non è prevista alcuna detrazione.

La tendenza, ad ogni modo, è di sommare aliquota IRPEF ealiquota addizionale, in modo che, anche la seconda, beneficidelle detrazioni previste per la prima. Allo stesso modo si èproceduto nel modello.

IRAP. Il Decreto Legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 (entratoin vigore il 1° Gennaio 1998) istituisce l’imposta regionale sulleattività produttive (IRAP).

Il presupposto dell’imposta è l’esercizio abituale di un’atti-vità diretta alla produzione o allo scambio di beni e alla presta-zione di servizi.

I soggetti passivi sono tutti coloro che svolgono un’attivitàcommerciale organizzata in forma di impresa, ossia esercenteattività di lavoro autonomo, sia come persone fisiche sia in for-ma associata. Sinteticamente, sono soggetti ad imposta le im-prese, gli imprenditori individuali, le società di fatto, S.n.c.,S.a.s., S.p.A., S.r.l., le società cooperative, gli enti pubblici e

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privati (commerciali e non), le società di ogni tipo, le Ammini-strazioni pubbliche; gli esercenti attività di lavoro autonomo,ossia esercenti arti e professioni, studio associato.

Una corretta individuazione della base imponibile è deter-minata con differenti criteri secondo la tipologia dei soggetti edelle attività esercitate, importanti differenze che sono statenecessariamente tralasciate, in quanto, non disponiamo di in-formazione in merito. Nel calcolo della base imponibile IRAPsono state considerate solamente alcune regole generali, ossiala non deducibilità ai fini IRAP dei costi relativi al personale edegli interessi passivi. Per calcolare l’imponibile IRAP, quin-di, si sommano costo per i dipendenti e interessi passivi all’uti-le di gestione, si sottraggono gli ammortamenti e si applicanole aliquote, che per il 1998 sono: aliquota ordinaria 4,25%, ali-quota ridotta 1,9% sui produttori agricoli, aliquota maggiorata5,4% su banche, assicurazioni ed intermediari finanziari.

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SEGHIERI L. (1999), Diritti sociali dalla “A” alla “Z”: Pensioni -Prestazioni sociali - Contribuzione - Assistenza - Infortunistica,De Lillo Editore s.r.l., Milano, pp. 7-54, 270-271, 368-386,391-399

STATA CORPORATION (1997), Stata Statistical Software: Release5, College Station, Texas, U.S.A

THE CANBERRA GROUP (2001), Final Report andRecommendations, Ottawa

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... recentemente pubblicati nella stessa collana

Anno 2000• La metodologia di stima delle unità di lavoro a

livello locale per la Toscana, F. Cipollini

Anno 2002• Firenze e le sue popolazioni, S. Iommi

• Un modello di sviluppo locale sostenibile: il casodelle Crete Senesi-Val d’Arbia. Un’analisi con lematrici input-output, M. Daviddi

Anno 2003• Beni culturali e territorio in Toscana. P. Vezzosi

• Prodotti tipici locali tradizionali e turismo rurale,I. Malevolti

• Le imprese toscane fra leggerezza e gracilità.2° Rapporto sulle imprese di capitale 1995-2000,S. Pozzoli-E. Radicchi

• Turismo internazionale: le Regioni italiane sonoancora attraenti?, A. Giacomelli

• Le unità di lavoro in Toscana: una nuovametodologia di stima, F. Cipollini

Anno 2004• Il Terzo Settore nelle politiche sociali in Toscana,

F. Fratto

• Matrice di contabilità sociale e distribuzione delreddito. Un’applicazione al caso italiano,E. Caramaschi

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La matrice di contabilità sociale (SAM) nasce come strumentorivolto alle economie in via di sviluppo, ma sta acquistando

sempre più rilevanza anche nelle economie sviluppate.Perché utilizzare la SAM? Come utilizzarla? Come fondereinsieme distribuzione del reddito e matrice di contabilità?

Obiettivo di questo lavoro è stato la costruzione di una matricedi contabilità sociale per l’Italia, nell’anno 1998, all’interno

della quale si pone particolare attenzione alla distribuzione delreddito, attraverso una disaggregazione del settore

istituzionale “famiglie”, produttore, consumatore, distributoree redistributore di risorse, quindi, soggetto attivo e passivo di

un sistema economico.L’utilizzo dei dati individuali di Banca d’Italia, per la stima del

reddito disponibile presso le famiglie, ha condotto inoltre allacostruzione di un vero e proprio modello di microsimulazione

integrato con la SAM e tuttora in fase di revisione edampliamento da parte dell’IRPET.

A partire dalla SAM, intesa come quadro contabile, inoltre, èpossibile procedere alla costruzione di veri e propri modelli diequilibrio economico generale. In questa ottica, partendo dalla

SAM costruita, è stato stimato un modello a coefficienti fissiutilizzato per una breve analisi d’impatto, che seppur

rudimentale, è sembrata la naturale chiusura del cerchio apertocon la costruzione della SAM stessa.

Elena Caramaschi è laureata in Scienze Politiche (indirizzo economico)presso l’Università degli Studi di Firenze. A completamento degli studiuniversitari ha svolto una tesi di laurea la cui revisione è contenuta nelpresente volume; la tesi di laurea è stata supportata da uno stagepresso l’IRPET, che ha visto, tra l’altro, la costruzione di un modello dimicrosimulazione fiscale oggetto di successivi studi ed ampliamentida parte dell’Istituto. Dopo la laurea ha collaborato con il Centro Studidi Confindustria Toscana e con IRPET, con il quale tuttora collabora,sulla costruzione di matrici di contabilità sociale per Italia e Toscana.Altra tematica di particolare interesse è il fenomeno del turismo, materiaper la quale collabora con l’IRPET.