MASTER UNIVERSITARIO IN PARI OPPORTUNITA’
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MASTER UNIVERSITARIO IN PARI OPPORTUNITA’
Laboratorio
LE CARRIERE DELLE DONNE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CHE CAMBIA
docente Valeria Sborlino
Milano, 26-28 APRILE 2004
Valeria Sborlino – 26-28 aprile 2004 2
Programma
Il QUADRO DI RIFERIMENTO
• Contesti organizzativi e pari opportunità
• Variabili “hard”e variabili “soft”
PARTE PRIMA
• La Pubblica Amministrazione: le specificità del contesto organizzativo
• La presenza femminile nella PA oggi: caratteristiche quantitative e qualitative
• I cambiamenti in corso nella pubblica amministrazione
• Vecchi e nuovi paradigmi organizzativi
• Gli impatti di genere: nuovi vincoli e nuove opportunità
• Il nuovo tetto di cristallo
PARTE SECONDA
• Le risorse per lo sviluppo di politiche di pari opportunità
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IL QUADRO DI RIFERIMENTO
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Il quadro di riferimento: pari opportunità e contesti organizzativi
Paradigma organizzativo
Politiche di gestione delle risorse umane
Politiche di pari opportunitàContesto sociale ed economico
Contesto culturale
Contesto normativ
o
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Il quadro di riferimento: l’iceberg organizzativo
S T R U TT U R A
T E C N O LO G IA
S IS TE M I D I V A L U T A ZIO N E /IN C E N T IV AZIO N E
PO S IZIO NI
N OR M E
P R O C E S S I D I L A V O R O
O R A R I D I L A V O R O E D I S E R V IZ IO
R U O L IG E R AR C H IA
H A R D = F O R M A L E
R A ZIO N A L EV IS IB IL E
S O F T = IN F O R M A L E
E M O T IV OA G ITO
L ING U AG G IO
PO T E R E
C U L T U R A
C O M P E TE N ZE
LE AD E R SH IP
S E N T IM E N T I
ST E R E OT IP I
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Variabili “hard”
ALL'INTERNO DEI MECCANISMI OPERATIVI DELLE ORGANIZZAZIONI SI EVIDENZIANO PERICOLI DI DISCRIMINAZIONE TRA UOMINI E DONNE • SI TRATTA DI PROCEDURE CHE NON PRATICANO L'INEGUAGLIANZA ESPLICITAMENTE, MA CHE LA GENERANO COME RISULTATO, POICHÉ CONTENUTA NELLA CULTURA TRADIZIONALE DELL'ORGANIZZAZIONE
• A PAROLE SI NEGA LA DIFFERENZA E SI AFFERMA CHE CIÒ CHE CONTA E' SOLO IL MERITO, MA NELLA PRATICA LE DIFFERENZE EMERGONO
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Pericoli (e opportunità) all’interno del percorso lavorativo
RECLUTAMENTO E
SELEZIONE
SVILUPPO PROFESSIO
NALE
USCITA
INDIVIDUAZIONE E SCELTA DELLE NUOVE RISORSE DA INTRODURRE NELLA ORGANIZZAZIONE
ASSEGNAZIONE DI COMPITI/OBIETTIVI
SISTEMA RETRIBUTIVO
VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI E SISTEMA PREMIANTE
ORARI-FLESSIBILITA’ TEMPORALE E SPAZIALE
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
….
INSERIMENTO
E IMPIEGO
MOBILITÀ VERTICALE E ORIZZONTALE
PIANI DI FORMAZIONE
ASSEGNAZIONE DI INCARICHI
SVILUPPO RETRIBUTIVO
…..
RIORGANIZZAZIONI AZIENDALI
PRIORITA’ NEI PROCESSI DI RIQUALIFICAZIONE
INCENTIVI ALL’USCITA
….
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Variabili soft
Nelle organizzazioni le discriminazioni si nascondono anche
• NEL LINGUAGGIO FORMALE E INFORMALE
• NELLA CULTURA ORGANIZZATIVA
• NEI MITI E NEI RITI
• NEGLI STILI DI LAVORO
• NEGLI STILI DI MANAGEMENT
• …
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IL CONTESTO ORGANIZZATIVO PUBBLICO
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Il quadro di riferimento: pubblico e privato
• Fino ad un passato recente il mondo pubblico ed il mondo delle organizzazioni che lavorano per il mercato seguivano logiche, presentavano modelli organizzativi e operavano in contesti assolutamente diversi e in qualche modo contrapposti
• Oggi si assiste ad un progressivo avvicinamento delle due logiche
ma permangono differenze rilevanti che influiscono sui paradigmi organizzativi
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Il quadro di riferimento: pubblico e privato
Turbolenza del contesto
Trasformazione degli utenti in “clienti”
Crescente rilevanza della competizione
Attenzione al dato economico
Pubblico vs Privato Privato vs Pubblico
•Necessità di bilanciare obiettivi diversi
•Esigenza di legittimazione dall’esterno (Social responsability)
•Aumento delle “regole”
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Il quadro di riferimento: molte pubbliche amministrazioni
• Il mondo della pubblica amministrazione si è molto diversificato: non c’è la
pubblica amministrazione ma ci sono le pubbliche amministrazioni, ciascuna
con proprie caratteristiche distintive e con diverse velocità di cambiamento
la pubblica amministrazione come realtà multiorganizzativa, anche se attraversata da elementi comuni
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Realtà multiorganizzativa: esempi
• Comuni e Province
• Regioni
• Aziende pubbliche di servizio
• Camere di commercio
• Strutture decentrate di Ministeri, Istituti e Agenzie nazionali
• …
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Le tradizionali specificità del contesto organizzativo pubblico..
Il paradigma tradizionale della PA
• attenzione all’adempimento (non al risultato) e al rispetto delle procedure
• elevata commistione tra politica e gestione
• forte regolamentazione normativa per quanto attiene il personale e l’evoluzione organizzativa (alta intensità di vincoli)
• sostanziale immobilità dei modelli organizzativi
• reclutamento esclusivamente attraverso concorsi
• scarsa responsabilizzazione della dirigenza e sua sostanziale inamovibilità
• percorsi di carriera rigidamente regolamentati, di tipo sostanzialmente automatico, legati prevalentemente all’anzianità
• sostanziale assenza di iniziative di sostegno allo sviluppo delle competenze
• irrilevanza dei sistemi di valutazione e assenza di meccanismi di incentivazione
• retribuzioni mediamente inferiori al mercato del lavoro privato
• basso livello di competizione nel mercato interno del lavoro
• condizioni di lavoro facilitanti: orari, aspettative, soglia del ritiro dal lavoro, ecc.
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….le specificità del contesto organizzativo pubblico…
Focus sull’amministrazione del personale
e non sulla sua gestione
Assenza di politiche di valorizzazione delle risorse umane
Assenza di politiche di sviluppo attente alle differenze di
genere
ma parziale ascolto delle esigenze di cura
(trasferimenti, assenze, ritiro dal lavoro, ecc.)
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…le specificità del contesto organizzativo pubblico
Ambiente di lavoro oggettivamente più amichevole per le donne
• maggiore protezione dalla fatica del doppio lavoro
• assenza di modelli e stili di lavoro fortemente competitivi e improntati alla prevalenza della sfera lavorativa
crescente femminilizzazione della generalità delle strutture pubbliche
collocazione delle donne ai livelli bassi della piramide organizzativa
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Donne e uomini oggi nella PA: parità e disparità
• Elevata femminilizzazione in quasi tutti glia ambiti della PA (in molti contesti si è superato il 50%)
ma
le donne sono state per lungo tempo concentrate nei livelli medi e bassi della gerarchia organizzativa
continuano ad essere per lo più escluse dalle posizioni apicali, di massima responsabilità (il tetto di cristallo)
spesso, pur possedendo lo stesso titolo di studio dei colleghi maschi, ricoprono qualifiche inferiori
sono sovrarappresentate nelle mansioni amministrative e sottorappresentate in quelle più tecniche e specialistiche
anche negli ambiti specialistici, permangono forti segregazioni orizzontali tra ambiti di competenza
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Segnali recenti
• Da alcuni anni entrano nelle strutture pubbliche sempre più donne, dotate di titoli di studio adeguati e con voglia di spendersi nel lavoro
• Dovunque ci sono più donne e donne più istruite
• Le donne riescono meglio nei concorsi e cominciano a fare carriera
Sta aumentando, pur continuando a restare minoritaria, la presenza delle donne nelle posizioni di responsabilità non apicali
Il confronto con quanto avviene in altri settori mette in luce che le pratiche di selezione di tipo universalistico (concorsi) garantiscono alle donne più
opportunità
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Alcuni dati: donne nella pubblica amministrazione centrale (1999) (fonte: Verifica Prodi – Ministero Pari Opportunità)
• Personale livelli donne 47%
• Area C donne 43%
• Dirigenti di II fascia donne 23%
• Dirigenti di I fascia donne 15%
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Confronti: presenza femminile sul totale dei dirigenti (1999) (fonte: Verifica Prodi – Ministero Pari Opportunità)
22,9
24,5
23,8
77,1
75,5
76,2
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Pubblica
Amministrazione
Centrale
Enti Locali
Regioni
DONNE
UOMI NI
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Confronti: presenza femminile sul totale dei dirigenti (2000) (fonte: Verifica Prodi – Ministero Pari Opportunità)
4
2,9
6,9
3,1
96
97,1
93,1
96,9
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Media Industria
Grande Industria
Medie Imprese di
Servizi
Grandi Imprese di
Servizi
DONNE
UOMI NI
20 80
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Francia: A. C.DONNE
UOMI NI
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I cambiamenti in atto
• Nel corso degli anni 90 si è dato avvio ad un processo di radicale trasformazione della Pubblica Amministrazione che è tuttora in corso (leggi Bassanini)
• Gli assi principali di questo cambiamento:
Decentramento Devolution
Outsourcing Privatizzazione Amministrazione “leggera”
Focalizzazione sul risultato, sul servizio, sul rapporto costi/benefici (value for money)
Distinzione tra indirizzo politico e gestione
Privatizzazione del rapporto di lavoro pubblico
Cambia il paradigma organizzativo
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I criteri ispiratori dei due paradigmi
VECCHIO PARADIGMA
• Adempimento dei fini istituzionali
• Sull’adempimento
• All’interno
• Imparzialità – neutralità- indifferenziazione
• Sul rispetto delle procedure
• Orientata al passato “Logica del precedente”
• Prevalentemente normativi
• “Fare direttamente”
NUOVO PARADIGMA
• “Rendimento” istituzionale
• Sul servizio
• All’ambiente esterno
• Differenziazione personalizazzione
• Sulla customer satisfaction
• Tesa ad anticipare problemi e nuove opportunità “La visione”
• Costi/tempo - Costi/risultati
• “Far fare” – “Fare con”
Obiettivo
Focus
Orientamento
Relazione on i destinatari
Controllo
Prospettiva tempoarale
Vincoli
Strategia
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Gli impatti sulla gestione delle risorse umane…..
• riequilibrio delle condizioni di lavoro (orari, soglia di ritiro dal lavoro, carichi di lavoro, ecc.)
• separazione tra ruolo e incarico dirigenziale
• apertura al mondo esterno, con la possibilità di assumere direttamente dirigenti e esperti con contratti a tempo determinato
• maggiore gerarchizzazione, con ruoli apicali di massima responsabilità coperti secondo criteri di elevata discrezionalità
• forte responsabilizzazione della dirigenza e verifica delle prestazioni
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….gli impatti sulla gestione delle risorse umane…..
• introduzione di sistemi di valutazione e di meccanismi incentivanti (parte variabile della retribuzione), con effetti sui percorsi di carriera
• percorsi di carriera meno vincolati dalla normativa, con componenti di valutazione lasciati alla discrezionalità dei decisori
• elevate dinamiche organizzative (spoil system)
• riequilibrio delle retribuzioni dei livelli alti rispetto al mercato privato
• diffusione di iniziative formative e di sostegno allo sviluppo delle competenze
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…gli impatti sulla gestione delle risorse umane
aumento della competizione interna
passaggio ad una gestione meno regolamentata, più discrezionale
NUOVE OPPORTUNITA’
NUOVI VINCOLI
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Il nuovo tetto di cristallo nella pubblica amministrazione
• Le donne hanno dimostrato di avere buone chances dove la selezione è guidata da criteri di tipo universalistico o meritocratico
• Il vecchio tetto di cristallo si è spostato e oggi si attesta saldamente dove l’accesso è regolato dal principio della cooptazione da parte del gruppo dirigente
assegnazione degli incarichi dirigenziali
assunzione di dirigenti con contratto a termine
scelta del Direttore Generale o Segretario Generale
copertura delle posizioni di vertice nelle amministrazioni centrali
nomine varie
….
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In sintesi
Nei tornei meritocratici le donne possono gareggiare ad armi pari
E’ dove non ci sono tornei ma meccanismi di selezione basati sulle decisioni di un numero ristretto di persone che occupano le posizioni di vertice e che sono in maggioranza uomini, che le donne non riescono a passare
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Pilastri su cui poggia il tetto di cristallo
Man
can
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i vi
sib
ilità
Eff
etto
cu
mu
lo
Eff
etto
co
de
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wo
rk b
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LE RISORSE PER LO SVILUPPO DI PARI OPPORTUNITA’ NEL CONTESTO
PUBBLICO
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Risorse per lo sviluppo di politiche di pari opportunità
• Le donne elette e in posizioni di responsabilità istituzionale
• Gli organismi di parità
• Le Consigliere di parità
• I Comitati per le Pari Opportunità
• I piani di azione positiva
• I progetti finanziati dalla Legge 125 (estensione anche al settore pubblico), da fondi europei (Equal,..)
necessità di collegamento con i progetti di riforma
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Le donne nelle istituzioni (fonte: Commissione Nazionale Pari Opportunità)
Totale di cui Donne
% Donne
GOVERNO
Ministri 23 2 8,6
Sottosegretari 56 6 10,7
REGIONI
Presidenti 20 1 5,0
Assessori 204 27 13,2
Consiglieri 960 81 8,4
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Le donne nelle istituzioni (fonte: Commissione Nazionale Pari Opportunità)
Totale di cui Donne
% Donne
PROVINCEPresidenti 102 4 3,9
Assessori 882 120 13,6
Consiglieri 2858 292 10,2
COMUNI CAPOLUOGOSindaci 103 7 6,7
Assessori 1023 148 14,4
Consiglieri 4028 457 11,3
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Totale di cui Donne
% Donne
COMUNI >15.000 ABSindaci 555 36 6,5
Assessori 3637 498 137
Consiglieri 12050 1296 10,8
COMUNI INFERIORISindaci 7265 522 7,2
Assessori 25468 4095 16,1
Consiglieri 78941 14065 17,8
Le donne nelle istituzioni (fonte: Commissione Nazionale Pari Opportunità)
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Gli organismi di parità
• Sono di diverso tipo Assessori alle pari opportunità
Deleghe alle pari opportunità
Commissioni femminili
Consulta delle elette
…
• Hanno poteri e responsabilità diverse Decisionali
Consultivi
Propositivi
…
• Generalmente sono più proiettate verso politiche di pari opportunità all’esterno nel territorio amministrato che non verso l’organizzazione interna
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Le Consigliere di parità…
• Istituite con la legge 125/1991
• Ridefinite con il decreto legislativo 196/2000, che ne potenzia le funzioni e ne disciplina lo stato giuridico e le dotazioni strumentali
• Sono nominate a livello nazionale, regionale e provinciale
• Svolgono funzioni di promozione e controllo dell'attuazione dei principi di uguaglianza di opportunità e non discriminazione per donne e uomini nel lavoro. Nell’esercizio delle funzioni loro attribuite, le consigliere ed i consiglieri di parità sono pubblici ufficiali ed hanno l’obbligo di segnalazione all’autorità giudiziaria per i reati di cui vengono a conoscenza (art. 1)
• Di fronte ad atti, patti o comportamenti discriminatori possono agire in giudizio
• Svolgono tra l’altro i seguenti compiti: a) rilevazione delle situazioni di squilibrio di genere, al fine di svolgere le funzioni promozionali e di garanzia contro le discriminazioni previste dalla legge 10 aprile 1991, n. 125;b) promozione di progetti di azioni positive, anche attraverso l’individuazione delle risorse comunitarie, nazionali e locali finalizzate allo scopo;c) promozione della coerenza della programmazione delle politiche di sviluppo territoriale rispetto agli indirizzi comunitari, nazionali e regionali in materia di pari opportunità;d) sostegno delle politiche attive del lavoro, comprese quelle formative, sotto il profilo della promozione e realizzazione di pari opportunità;
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..le Consigliere di parità
e) promozione dell’attuazione delle politiche di pari opportunità da parte dei soggetti pubblici e privati che operano nel mercato del lavoro;f) collaborazione con le direzioni provinciali e regionali del lavoro al fine di individuare procedure efficaci di rilevazione delle violazioni alla normativa in materia di parità, pari opportunità e garanzia contro le discriminazioni, anche mediante la progettazione di appositi pacchetti formativi;g) diffusione della conoscenza e dello scambio di buone prassi e attività di informazione e formazione culturale sui problemi delle pari opportunità e sulle varie forme di discriminazioni;h) verifica dei risultati della realizzazione dei progetti di azioni positive previsti dalla legge 10 aprile 1991, n. 125;i) collegamento e collaborazione con gli assessorati al lavoro degli enti locali e con organismi di parità degli enti locali
• Al fine di rafforzare le funzioni delle consigliere e dei consiglieri di parità, di accrescere l'efficacia della loro azione, di consentire lo scambio di informazioni, esperienze e buone prassi, è istituita la rete nazionale dei consiglieri e delle consigliere di parità, coordinata dalla consigliera o dal consigliere nazionale di parità
• L’ attività delle Consigliere è finanziata tramite uno specifico Fondo
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I Comitati Pari Opportunità
• Previsti dai contratti di lavoro dei comparti del pubblico impiego, a partire dal 1987. Ne fanno parte, in misura paritetica, rappresentanti delle amministrazioni e dei sindacati firmatari dei relativi contratti.
• Dopo una fase iniziale molto difficile, sono istituiti in quasi tutti i grandi enti
• Mancano invece in moltissimi enti medi e piccoli
• In ogni caso, in generale faticano a funzionare per via della carenza di risorse e ancora prima della debole attenzione dei vertici e del management
• Promuovono piani di azione positiva o singole iniziative di valorizzazione delle risorse femminili o di recupero di discriminazioni esistenti
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I piani di azione positiva
Articolo 7 del decreto legislativo 196/2000
• Le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le regioni, le province, i comuni e tutti gli enti pubblici non economici, nazionali, regionali e locali, sentiti gli organismi di rappresentanza, il Comitato per le pari opportunità eventualmente previsto dal contratto collettivo e la consigliera o il consigliere di parità territorialmente competente, predispongono piani triennali di azioni positive tendenti ad assicurare, nel loro ambito rispettivo, la rimozione degli ostacoli che, di fatto, impediscono la piena realizzazione di pari opportunità nel lavoro.
• Al fine di promuovere l’inserimento delle donne nei settori e nei livelli professionali nei quali esse sono sottorappresentate, favoriscono il riequilibrio della presenza femminile nelle attività e nelle posizioni gerarchiche ove sussiste un divario fra generi non inferiore a due terzi. A tale scopo, in occasione tanto di assunzioni quanto di promozioni, a fronte di analoga qualificazione e preparazione professionale tra candidati di sesso diverso, l’eventuale scelta del candidato di sesso maschile è accompagnata da un’esplicita ed adeguata motivazione
Valeria Sborlino – 26-28 aprile 2004 40
L’evoluzione dell’approccio gestionale alle azioni positive
Le azioni positive sono state tradizionalmente politiche aggiuntive al “corpo” delle politiche organizzative e gestionali delle organizzazioni, che sono rimaste invariate E’ importante che siano invece parte integrante dei processi di cambiamento e riorganizzazione del contesto organizzativo e alla base delle politiche di gestione del personale
AS IS
TO BE
Piano di azione positiva
Bisogna sapere dove
l’organizzazione sta andando
Valeria Sborlino – 26-28 aprile 2004 41
Convergenza tra valorizzazione femminile e trasformazione dell’ente
• La valorizzazione delle risorse femminili non risponde soltanto a importanti obiettivi sociali di equità, ma costituisce una delle leve attraverso cui attuare quella valorizzazione del capitale umano che è condizione necessaria per il raggiungimento dei nuovi obiettivi strategici di tutta la PA
• Esiste dunque un’oggettiva convergenza di interessi e di obiettivi tra riorganizzazione dell’Ente e valorizzazione delle risorse femminili
Valeria Sborlino – 26-28 aprile 2004 42
Convergenza tra valorizzazione femminile e trasformazione dell’ente
Obiettivi dell’enteObiettivi dell’ente Obietitvi di valorizzazioneObietitvi di valorizzazione
COLLEGAMENTI CON I PROCESSI DI CAMBIAMENTO
COLLEGAMENTI CON I PROCESSI DI CAMBIAMENTO
PIANO DI AZIONI POSITIVE CON RELATIVE PRIORITA’PIANO DI AZIONI POSITIVE CON RELATIVE PRIORITA’
Valeria Sborlino – 26-28 aprile 2004 43
Due condizioni
• Disporre di un una forte sponsorship dei vertici dell’organizzazione
• Coinvolgere i “capi” perché hanno un ruolo critico nello sviluppo di effettive condizioni di pari opportunità
Gli stakeholder del piano non possono essere solo le donne
Cercare stakeholder dentro e fuori l’ente
Valeria Sborlino – 26-28 aprile 2004 44
I passi
Analisi di genere dell’organizzazione
Lo scenario futuro e i processi di
cambiamento in atto
Punti di forza
Disparità e squilibri
Minacce
Opportunità
Benchmarking
Buone prassi
Riferimenti
COMUNICAZIONE
Linee strategiche
RisorseAzioni Tempi
MONITORAGGIO
MONITORAGGIO
Ricerca degli stakeholder
Valeria Sborlino – 26-28 aprile 2004 45
Lo sviluppo delle linee strategiche
• Per ciascuna azione vanno definiti: Il target ( a chi si rivolge)
Gli obiettivi specifici
Le attività
I tempi
Le risorse
Le responsabilità (chi deve fare che cosa)
Gli indicatori per il monitoraggio (indicatori di stato e indicatori obiettivo)
Valeria Sborlino – 26-28 aprile 2004 46
OBIETTIVI “MACRO” CRITICITA’ PRINCIPALI AZIONI E LEVE
Sensibilizzare la cultura del sistema organizzativo alle tematiche di genere
Seminari diffusi (rivolti in particolare a chi è nei fatti “agenti di cultura”)
· Formazione dei capi
· Iniziative di elevata visibilità· · Materiale informativo – Marketing sociale•· ….
Rafforzare l’identità professionale femminile
Laboratori sull’identità
· Iniziative formative sui ruoli , il potere, la negoziazione, la leadership, ecc.
· Gruppi di sostegno …………..
La mappa delle leve…
Superare gli stereotipi
Valorizzare il principio delle differenze
Riconoscere da parte delle donne il proprio valore e valorizzare le proprie competenze
Darsi strategie professionali esplicite da parte delle donne
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Ridurre il disagio della doppia presenza – favorire la conciliazione
Evitare un eccesso di tutela
· Tenere conto dei “cicli di vita”
Orari organizzazione del lavoro· Flessibilità organizzativa· Gestione della maternità· Gestione della mobilità· Telelavoro· ………..
Superare la segregazione orizzontale (aumentare la presenza delle donne nei territori maschili) dentro un’organizzazione
Far entrare le donne· Ri Sostenerne la permanenza senza costi soggettivi eccessivi
Sensibilizzazione verso l’ambiente per “demaschilizzare” ruoli e lavori e orientare le scelte formative e di lavoro delle donne· Revisione dei meccanismi di selezione e reclutamento· Revisione dei meccanismi di assegnazione alle mansioni· Ridisegno delle figure professionali · Formazione integrativa specifica· Massa critica di immissioni femminili· Sostegno alle “pioniere” tutoring counseling …….
…la mappa delle leve….
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Valorizzare i lavori tradizionalmente femminili
Rendere visibile il valore aggiunto “nascosto”· Attribuirgli un significato di competenza professionale e non di semplice “propensione femminile”
Analisi dei lavori e individuazione del contributo dato all’organizzazione (job analysis)· Schema dei percorsi di carriera· Riparametrazione di lavori (job evaluation) ……..
Valorizzare le capacità e le potenzialità delle risorse femminili
Creare un clima e un contesto di lavoro meno “neutro” o maschile· Vedere le differenze come risorsa dell’organizzazione e non come disturbo
Modifiche dell’organizzazione· Formazione ai dirigenti e ai quadri· Formazione ai gestori del personale e dell’organizzazione· Iniziative simboliche di riconoscimento di successi femminili· ……….
…la mappa delle leve….
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Sostenere le donne verso scelte innovative all’inizio e/o durante la vita lavorativa
Gestire in maniera attiva le fasi di crisi (ritorno al lavoro, disoccupazione, licenziamenti…)Superare gli stereotipiDarsi valore da parte delle donneAvere informazioni utili
Formazione e incentivi alla creazione di impreseSportelli informativiCounselingLaboratori di orientamentoStrutture di outplacementMentoring……..
Aumentare la presenza degli uomini in settori tipicamente femminili
Dare una diversa visibilità al settore "Deghettizzare" zone tradizionalmente sottovalutate
Individuare e promuovere i settori verso il mercato esterno….
…la mappa delle leve
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L’albero delle azioni positive: un esempio
A sostegno dei percorsi di carriera interni
A sostegno dell’accesso a posizioni di massima
responsabilità
A sostegno della conciliazione
A sostegno dei processi di change management
Iniziative formative
Bilancio di competenze
Repertorio delle competenze
Verifica sistema di valutazione
Raccolta di curricula Trasparenza delle procedure di assegnazione incarichi
Quote
Telelavoro
Flessibilità
Gestione maternità/paternità
Servizi
Sensibilizzazione della dirigenza e dei capi intermedi
adeguamento del sistema informativo sul personale
Codici
A sostegno di discriminazioni dirette
Azioni ad hoc
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Check list per un’analisi di genere nelle organizzazioni (preanalisi)
FATTORI ORGANIZZATIVI
ITEM FONTI
COMPOSIZIONE DEL PERSONALE
INCIDENZA COMPLESSIVA DEL PERSONALE FEMMINILE
TASSO DI SVILUPPO DELL’INCIDENZA DEL PERSONALE FEMMINILE NEGLI ULTIMI ANNI
PROCEDURE DI ASSUNZIONE/SELEZIONE
DATI SUL PERSONALE
CARATTERISTICHE DEL POSIZIONAMENTO DEL PERSONALE FEMMINILE
DISTRIBUZIONE PER •SETTORE (AREA..)•MANSIONI/FIGURE PROF•LIVELLI GERARCHICI•LIVELLI RETRIBUTIVI
MODIFICHE NEL TEMPO
PRESENZA FEMMINILE NEI RUOLI DI VERTICE
DATI SUL PERSONALE
EVENTUALI ANALISI CAMPIONE
Valeria Sborlino – 26-28 aprile 2004 52
Check list per un’analisi di genere nelle organizzazioni (preanalisi)
FATTORI ORGANIZZATIVI
ITEM FONTI
CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE FEMMINILE
TITOLI DI STUDIO
ANZIANITà AZIENDALE
ETA’
SITUAZIONE FAMILIARE
DATI SUL PERSONALE
ANALISI CAMPIONE
PERCORSI DI CARRIERA COMPARAZIONE DEI PERCORSI DI CARRIERA DI COORTI MASCHILI E FEMMINILI (GRUPPI DI PERSONE ENTRATE NELLO STESSO ANNO CON ANALOGHI TITOLI DI STUDIO)
PROCEDURE DI SVILUPPO
ANALISI STATISTICA
CULTURA ORGANIZZATIVA
PERCEZIONE DEL MASCHILE E DEL FEMMINILE
MITI E RITI
LINGUAGGI0
……
INTERVISTE IN PROFONDITA’ CON IL MANAGEMENT
QUESTIONARI
DOCUMENTI
Valeria Sborlino – 26-28 aprile 2004 53
Check list per un’analisi di genere nelle organizzazioni (preanalisi)
FATTORI ORGANIZZATIVI
ITEM FONTI
CARATTERISTICHE DELLA CONCILIAZIONE
ORARI
STRUMENTI DI FLESSIBILITA’
SERVIZI
GESTIONE MATERNITA’-PATERNITA’
INYERVISTE CON I RESPONSABILI DEL PERSONALE
ACCORDI SINDACALI