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Torino, via Perugia / via Padova / corso Novara master plan Il nuovo Michelotti: il primo Smart Park di Torino Smart City, a totale ecosostenibilità e accessibilità. Masterplan redatto dall'associazione culturale Piùconzero di Torino. Torino, 10.02.2012 progetto di riqualificazione di parco michelotti

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Torino, via Perugia / via Padova / corso Novara

master plan

Il nuovo Michelotti: il primo Smart Park di Torino Smart City, a totale ecosostenibilità e accessibilità. Masterplan redatto dall'associazione culturale Piùconzero di Torino.

Torino, 10.02.2012

progetto di riqualificazione di parco michelotti

RIQUALIFICAZIONE DI PARCO MICHELOTTI

MASTER PLAN - 01

INDICE

p. 2 PREMESSA

p. 3 CONNESSIONI CON IL PROGETTO DI CANDIDATURA “TORINO SMART CITY”

p. 4 IL QUADRO CONOSCITIVO1. Il contesto storico-ambientale2. Il contesto attuale

p. 8 LINEE DI AZIONE STRATEGICA

p. 9 LA PROPOSTA DI INTERVENTO1. Gli obiettivi2. Le vocazioni3. Articolazione per ambiti funzionali

a. Area per l’infanziab. Laboratori e sale polifunzionalic. Biblioteca, Teatro, Performanced. Centro di accoglienza e. Area per attività sportive

4. Il sistema del verde5. Interconnessioni interne ed esterne al parco6. L’accessibilità fisica e sensoriale7. Interventi per la riqualificazione e la fruizione

p. 27 IL MODELLO DI GESTIONE1. Il comitato, ruolo e componenti2. Gli strumenti attuativi3. Stima dei costi di gestione

p. 29 IL PIANO DI COMUNICAZIONE

p. 32 GRUPPO DI LAVORO DI PIÙCONZERO

ALLEGATO: SCHEDE RELATIVE ALLE COSTRUZIONI DELL'EX ZOO

PREMESSA

Il presente Master Plan è stato redatto dall’Associazione Piùconzero attraverso un gruppo di lavoro costituito da soci professionisti esperti in varie discipline, che hanno conferito gratuitamente le ore di lavoro necessarie per la redazione stessa nella banca del tempo di Piùconzero.L’elaborato non si limita alla illustrazione degli interventi possibili, ma approfondisce il modello di governance da adottare per regolare e sviluppare i rapporti con i privati in modo da assicurare qualità e coerenza a interventi da realizzare necessariamente in progress e attraverso l’apporto di soggetti esterni all’Amministrazione, da finanziare con il ricorso al fund raising. L’ambizione è di sperimentare un nuovo approccio nella gestione dei beni collettivi operando in stretto raccordo con l’Amministrazione, facendo assumere ai privati un ruolo non solo di semplici gestori –attuatori, ma di soggetti che possono interloquire in tutte le fasi del processo apportando valore aggiunto sia in termini di progettualità che sul piano delle risorse finanziarie. A seguito del confronto avviato con l’Amministrazione Comunale, l’Associazione ha elaborato una proposta di piano per consentire di realizzare la riqualificazione del Parco Michelotti in un quadro di coerenze definite. Il progetto di Master Plan definisce le linee di azione per gestire la trasformazione dell’area coinvolgendo in tale percorso le comunità e i soggetti privati interessati. La proposta prende spunto dal progetto di una rete di associazioni (Pop rete dinamica) che si occupano di danza, di teatro, di antropologia e di sociale, che attraverso un processo di progettazione condivisa hanno elaborato un nuovo modo di “abitare il parco”, rivolto a diverse fasce di popolazione per restituire l’area ad una fruizione collettiva. L’obiettivo generale è quello di prefigurare un piano in grado di valorizzare l’insieme delle strutture dell’ex giardino zoologico per creare uno spazio vitale e attrattivo per i quartieri circostanti, in modo da rafforzare i legami fra l’area verde e il centro della città, rendendo in questo modo più fruibili le sponde del Po. Per tale motivazione il Master Plan non si sofferma solo sugli interventi che interessano l’area pertinenziale del parco, ma fornisce spunti di riflessione sulle reti pedonali e ciclabili da realizzare per migliorare l’accessibilità della fascia fluviale e per collegare direttamente il quartiere Vanchiglia a Borgo Po e alle aree verdi collinari, e questo settore urbano al nuovo distretto universitario in costruzione in riva alla Dora .

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MASTER PLAN - 02

CONNESSIONI CON IL PROGETTODI CANDIDATURA “TORINO SMART CITY”

Il progetto di riqualificazione di Parco Michelotti si basa su alcuni principi (la sostenibilità ambientale ed economica, la piena accessibilità motoria e plurisensoriale, la sostenibilità sociale e il benessere di tutte le fasce di popolazione, senza distinzione di genere, di età, di provenienza, di abilità, e la sicurezza) che, facendo ricorso a progettazioni e ad azioni innovative anche dal punto di vista tecnologico, sono alla base delle attività promosse dal Comune di Torino conseguenti all'invito a presentare progetti pilota nell'ambito del “CIP ICT PSP Work Programme 2012” dell'Unione Europea dal titolo “COMPETITIVENESS AND INNOVATION FRAMEWORK PROGRAMME (CIP) - ICT POLICY SUPPORT PROGRAMME”.

In particolare, il progetto è stato pensato per rispondere al Tema 3 “ICT FOR HEALTH, AGEING WELL AND INCLUSION” rispettivamente agli obiettivi:

3.2: “Towards open and personalised solutions for active and independent living” riguardante la fornitura di soluzioni flessibili e convenienti basate sulle ICT a sostegno attivo delle persone anziane.

3.7: “Community building on Active and Healthy Ageing”, relativa alla costruzione di una rete tematica con l'obiettivo di aumentare la consapevolezza, creare consenso, stabilire "coalizioni" di larga scala di servizi innovativi a sostegno dell'invecchiamento attivo e sano.

In entrambi i casi, il progetto avrà lo scopo di dimostrare i vantaggi socioeconomici di buone prassi, reti e servizi - anche gestiti da piattaforme ICT - per favorire una vita attiva e indipendente e l'inclusione sociale alle persone anziane e ai loro accompagnatori.

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MASTER PLAN - 03

IL QUADRO CONOSCITIVO

1. Il contesto storico ambientaleIl Parco Michelotti è posto in bella posizione, prossima al centro città, immediatamente a nord della chiesa della Gran Madre, lungo la riva destra del Po. E’ costituito dalla striscia, in declivio da corso Casale fino all’argine, compreso fra il ponte della Gran Madre e il ponte Regina Margherita.L’estremità sud del parco coincide con lo sbarramento curvilineo che interessa trasversalmente l’intera sezione fluviale, dove potrebbe esserci spazio per una piccola conca di navigazione.Precedentemente la fascia più a valle del percorso era adibita a giardino zoologico di piccola taglia; tale impostazione, a padiglioni, vasche e recinti, ne caratterizza ancora l’andamento. Gli spazi sono frammentati, interrotti da muri e recinzioni, i “padiglioni” versano in cattivo stato di conservazione e vi sono spesso addossate strutture precarie e cadenti.Come in tanti altri “piccoli zoo”, così frequenti nelle tante ville comunali delle città d'Italia del novecento, la decadenza fu rapida e indecorosa, mentre i “residui” restano problematici e ingombranti. Infatti le strutture per la custodia e l’esposizione degli animali, via via dismesse, hanno finito per ospitare attività sempre più precarie, incompatibili e rabberciate.La larghezza (sezione trasversale) del parco è di dimensione piuttosto modesta ed è addirittura divisa in tre fasce distinte: la prima, assai stretta, è la sponda del Po (argine e sentiero sterrato), in mezzo l’ex giardino zoologico, la terza fascia, immediatamente a valle di corso casale, è riquadrata da rigide aiuole con cordoli, spazi asfaltati e fontane con lunghe vasche e zampilli.Il parco appare decisamente estraneo al quartiere precollinare che gli sta di fronte: forse a causa dell’intenso traffico su corso Casale, o a causa dell’aria abbandonata dell’area, ma il parco non sembra un settore di arrivo, una meta, ma piuttosto un sito che si attraversa longitudinalmente senza sostare. Il rapporto con il fiume è in gran parte precluso da recinzioni e da siepi incolte. I ciclisti, a volte numerosi, passano sulla pista sterrata a bordo fiume o lambiscono corso Casale. L’atmosfera è quella di un luna park smantellato che mette disagio e i punti di ristoro, tipo chioschetti da spiaggia o da dopolavoro non mettono allegria.In conclusione, si tratta di un “buco nero” nel contesto urbano, cui si è tentato in più riprese di dare una soluzione, ma senza successo. Eppure occorre sottolineare che, nonostante siano trascorsi 24 anni dalla sua chiusura, il ricordo dello zoo è ancora molto vivo nella generazione di torinesi che dal 1955 al 1987 lo hanno visitato e che oggi spesso frequentano l’area “bambini” con i propri figli o nipoti.

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IL QUADRO CONOSCITIVO/.../

2. Il contesto attualeIl parco Michelotti è un tratto essenziale della tratta urbana della corona verde e del Parco del Po, e il suo assetto va assolutamente migliorato. infatti, da sud fino al ponte Vittorio Emanuele riva sinistra e riva destra del Po mantengono confortevoli distacchi verdi. poi solo corso Moncalieri e lungo Po Piemonte sono orlati da un nastro verde piuttosto esile fino alla Gran Madre. Da qui il parco Michelotti ricostituisce il sistema lineare di verde rivierasco, che proseguirà ininterrotto verso Madonna del Pilone, Sassi, San Mauro e la pianura extraurbana.L’area del parco attualmente si connota per la presenza di varie attività nate da esigenze spontanee, ma non organizzate secondo un progetto unitario.L’area di pertinenza dell’ex giardino zoologico, completamente recintata, si estende per circa 24.500 mq dalla diga sul Po (a sud) fino all'altezza della bocciofila (a nord), e si sviluppa fra il viale che fiancheggia il corso Casale e la fascia di verde ripariale cresciuta lungo il margine lambito dalle acque del fiume. L’ ingresso principale si apre all'altezza di via Romani, in corrispondenza di una area a parcheggio pubblico. il parco è tagliato in senso longitudinale da una strada asfaltata a copertura dell'ex canale Michelotti, che consente al passante di dare uno sguardo all’area dello zoo, in quanto essa è circondata da una recinzione di rete metallica.All’interno permangono le costruzioni realizzate per ospitare gli animali quali:_il fabbricato comprendente otto vaste gabbie suddivise in zone riscaldate e all'aperto per i felini, alto quattro metri e sormontato da coni di vetro-cemento per favorire l'illuminazione naturale e dotati, sulla cima, di un sistema di aerazione;- 12 gabbie per scimmie e piccoli mammiferi con annessa un'isola per i giochi delle scimmie e una collinetta artificiale creata con la terra di riporto;- un ruscello, un laghetto-stagno con acqua corrente, isolotti sabbiosi e qualche angolo erboso con ciuffi di canne; - un recinto in pietra per gli struzzi;- un edificio con un ampio ricovero-stalla per le giraffe da un lato e dall’altro lato per gli elefanti pure con un grande ricovero-stalla;- una piscina per i pinguini a sud, mentre all’estremità opposta sorge il ricovero degli ippopotami.Il complesso è dotato anche di un edificio destinato ad acquario-rettilario, progettato dall'arch. Enzo Venturelli, che rappresenta l’opera architettonica più rilevante; l’edificio ha una pianta a T, il piano dell'acquario risulta ribassato di circa due metri rispetto al piano esterno del terreno, mentre il piano del rettilario è rialzato di circa due metri (cfr. in allegato, le schede relative alle costruzioni dell'ex zoo).

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IL QUADRO CONOSCITIVO/Il contesto attuale/.../

Una piccola porzione di area è occupata dalla biblioteca Geisser, dotata di sala di lettura e aula per conferenze; questo edificio dispone di un accesso indipendente dal controviale di corso Casale.Come noto, ad eccezione della biblioteca, tutte le strutture destinate ad ospitare gli animali versano in abbandono.Una piccola porzione di area è occupata dalla biblioteca Geisser, dotata di sala di lettura e aula per conferenze; questo edificio dispone di un accesso indipendente dal controviale di corso Casale.Come noto, ad eccezione della biblioteca, tutte le strutture destinate ad ospitare gli animali versano in abbandono.Nel corso degli anni queste piccole costruzioni, in attesa di dare una definitiva destinazione all’area, sono state utilizzate temporaneamente per attività diverse adattandole alle nuove esigenze con l’aggiunta di prefabbricati incongrui (strutture metalliche, casette in legno). Sono stati così realizzati dei magazzini, due bar, una sala da ballo (ex casa ippopotamo), una sala per dei gruppi teatrali e per esposizioni (ex casa giraffe).La parte dell’area destinata in origine agli struzzi è stata attrezzata per i bambini e questo spazio è molto apprezzato da mamme e nonni nei mesi più caldi perché molto ombreggiato. .All’esterno dell’area recintata, lungo la riva del Po, il Comune ha realizzato una strada sterrata che passa sotto il ponte di corso Regina Margherita per connettersi al verde che prosegue verso Madonna del Pilone. mentre sul lato di corso Casale l’ampia fascia del controviale è arricchita da aiuole verdi e fontane.Sul limite del giardino verso il fiume il parco è orlato da un viale di ginkgo biloba, mentre al centro dell’area sono rimasti i platani secolari cresciuti lungo il bordo del canale Michelotti coperto nella prima metà del ‘900. Le intense variazioni cromatiche assunte dalle fronde degli alberi nei mesi autunnali rendono particolarmente suggestivo questo spazio verde.Il parco si affaccia sul limite del terrazzo della città storica, protetta da imponenti difese spondali; di tutto il percorso urbano questo è il tratto dove le sponde sono più incise e la sezione del corso d’acqua è più ridotta. Di fronte al parco, in sponda sinistra, si trovano i Murazzi con gli ampi locali sotterranei che funzionavano da magazzini per le attività che si svolgevano sul fiume, attualmente occupati da locali notturni. Le facciate in bugnato dei magazzini terminano con una copertura a terrazza dalla quale si può ammirare il paesaggio collinare. Essa culmina nel belvedere di corso San Maurizio dove sono state poste delle scalinate monumentali per raggiungere la riva.

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IL QUADRO CONOSCITIVO/Il contesto attuale/.../

Proseguendo la sponda degrada dolcemente e gli edifici si affacciano direttamente sul fiume, ai piedi di questi, su un stretto gradone, è stato realizzato un giardino lineare, dove gli anziani del quartiere trovano rifugio nelle ore più calde sotto la vegetazione ad alto fusto. La passeggiata è resa più piacevole dalla presenza della ricca vegetazione dei giardini condominali degli edifici. Le vie del quartiere Vanchiglia confluiscono nel giardino attraverso scale di disegno diverso. In corrispondenza di via Cesare Balbo è stato realizzato l’unico raccordo, pedonale e ciclabile, con il gradone sottostante, che termina sotto il ponte di corso Regina Margherita dove, attraverso un ripida scalinata, si accede al lungo Po Antonelli.In sponda destra la pendenza è meno accentuata, ed è ripartita in tre fasce distinte di verde. Quella, in leggera pendenza, posta fra Corso Casale e la strada di attraversamento di Parco Michelotti. Quella in fregio al Giardino zoologico realizzato su una ampia fascia pianeggiante e quella sottostante, ai piedi di una ripida scarpata, dove trova spazio una stretta pista ciclabile sterrata, che si diparte dal ponte della Gran Madre, corre lungo l’argine e prosegue sotto il ponte di corso Regina Margherita e, all’altezza della bocciofila, si raccorda al viale principale che attraversa longitudinalmente il parco.

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LINEE D’AZIONE STRATEGICA

La riqualificazione del Parco deve essere necessariamente compresa all’interno di un più generale processo di valorizzazione del sistema di spazi aperti che trovano nelle sponde del Po e nel fiume l’asse centrale di infrastrutturazione ambientale della città. L’area dell’ex giardino zoologico attualmente è pressoché priva di relazioni con le strutture e gli spazi aperti circostanti e il tratto di fiume compreso fra i ponti di Piazza Vittorio e di corso Regina Margherita si configura, per la ridotta sezione e l’acclività delle sue sponde, come un canale bordato di verde. Si tratta quindi di superare l’attuale condizione per dar forma ad un sistema di spazi aperti capaci di innervare questo settore di città. Il fiume in questo tratto deve assumere la funzione di asse portante di un sistema di connessioni longitudinale e trasversaleQueste linee d'azione muovono dal Piano Regolatore che individua nell’asta fluviale uno degli assi strategici per la città facendo proprie le indicazioni del Progetto di tutela e valorizzazione del Po e dei suoi affluenti, parte integrante del più vasto Progetto della corona verde metropolitana. Questi strumenti individuano nei grandi spazi aperti la struttura portante del verde che deve irradiarsi profondamente nel tessuto urbano per definire un reticolo di grandi e piccoli spazi fortemente interconnessi tra loro da una rete di fruizione pedonale e ciclabile. A questo circuito, che sta ridisegnando la città, restituendo continuità e piena fruizione alle aree verdi, l’Amministrazione intende interconnettere la rete pedonale e ciclabile in via di definizione nei quartieri.Muovendo da queste considerazioni si è ritenuto opportuno non concentrare la proposta di riqualificazione del parco Michelotti esclusivamente su interventi di scala ridotta, in quanto ciò porterebbe a soluzioni di breve respiro. In questo approccio il parco diventa luogo identificativo del contesto urbano in cui è inserito e si pone in stretto rapporto con la città e il sistema metropolitanoRiflettere sulla riqualificazione del parco richiede prioritariamente un esame dell’assetto del contesto urbano limitrofo e del sistema di accessibilità. L’accesso all’area risulta agevole solo in corrispondenza degli incroci semaforici dei Ponti della Gran Madre e di corso Regina. Mentre per i quartieri pedecollinari l’accesso è reso difficoltoso dalla mancanza di adeguati attraversamenti del corso Casale. Per i quartieri in sponda sinistra la barriera per accedere al parco è rappresentata dal fiume che costringe ad affrontare lunghi percorsi in strade molto trafficate per arrivare nella sponda opposta raggiungibile solo attraverso i due ponti.

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LA PROPOSTA DI INTERVENTO

La proposta progettuale oggetto del presente Master Plan intende costruire un percorso strutturato e partecipato di riqualificazione del parco, delle sue infrastrutture e delle sue aree verdi finalizzato a restituire alla città una delle sue aree di maggior pregio e di consentire la localizzazione di iniziative e servizi di natura culturale, turistica, ambientale, sportiva e di formazione coordinate ed integrate fra loro dal comune obiettivo della piena valorizzazione del parco e caratterizzato da una totale accessibilità motoria e multisensoriale.Da un punto di vista più generale obiettivo della proposta è la trasformazione del parco in area urbana totalmente ecosostenibile e la piena integrazione del progetto con la strategia complessiva di valorizzazione del tratto torinese del Parco del Po, nelle sue diverse declinazioni.

L’area del parco presenta alcune peculiarità rispetto alla fascia fluviale a monte del ponte della Gran Madre dove la sponda degrada dolcemente verso lo specchio d’acqua navigabile creato dalla traversa Michelotti favorendo l’insediamento delle storiche società di canottaggio. Il parco è collocato su un terrazzo naturale e gode di un affaccio sul fiume e la città storica di grande suggestione. Inoltre, la dislocazione dei manufatti dell’ex giardino zoologico e le loro caratteristiche strutturali condizionano fortemente l’utilizzo sia dei volumi che degli spazi liberi. Le attività ospitate dopo la chiusura dello zoo e quelle storicamente presenti, come la biblioteca e la bocciofila, suggeriscono di assecondare tali vocazioni valorizzandole maggiormente nel contesto. La forma allungata dell’area, che si rastrema in prossimità dei due ponti, suggerisce la sagoma di una foglia. E come una foglia è dotata di nervature che diffondono la linfa vitale, cosi il parco, per rinascere, deve poter irradiare lo spazio con una rete di percorsi in modo da connettere strettamente fra loro l’insieme degli interventi che devono mantenerlo vitale. Ma come una foglia deve essere attaccata ad una pianta per essere alimentata, così il parco deve essere collegato alla rete di percorsi che si innervano dal sistema del verde metropolitano e alla rete di fruizione dei servizi che permea i quartieri. In questo modo la connettività dell’area è articolata su due livelli:- il primo livello, delle reti lunghe, collega l’area ai quartieri e al sistema del verde fluviale e metropolitano - il secondo livello, dei percorsi lenti, si sviluppa all’interno del parco per dare continuità alla rete locale e si prolunga solo in alcuni punti (nodi della rete) per connettersi a quella del primo livello.

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IL QUADRO CONOSCITIVO/.../

1. Gli obiettiviGli obiettivi prioritari dell’intervento oggetto del presente Master Plan, cui si dovranno adeguare i singoli interventi di recupero e di valorizzazione dell’area, sia a titolarità pubblica sia a titolarità privata, sono i seguenti:- recuperare alla piena fruibilità il parco, oggi percepito come area dismessa, individuando una precisa vocazione e una conseguente destinazione d’uso;- inserire il parco nel più ampio disegno generale del verde urbano correlato al progetto di valorizzazione e fruizione delle sponde fluviali del Po; - recuperare uno spazio verde di grande pregio (per qualità e densità della vegetazione ad alto fusto esistente) restituendo l’accessibilità e l’uso ai residenti di piazza Vittorio, della precollina (circoscrizione 8) e del quartiere di Vanchiglia (circoscrizione 7), anche eventualmente prevedendo una serie di servizi di cui il quartiere Vanchiglia è attualmente carente, nonché prevedendo una passerella ciclopedonale;- ricondurre a un progetto unitario l’area verde, segmentata in tre fasce distinte separate fra loro dalla recinzione del giardino zoologico, prevedendo la riorganizzazione della fascia più a ridosso di corso Casale e aprendo l’area dello zoo in modo da creare uno spazio di verde attrezzato atto ad ospitare anche le nuove funzioni.- riutilizzare le strutture fisse esistenti con eliminazione di quelle incongrue e valorizzare al massimo il patrimonio arboreo per gran parte costituito da piante secolari con eliminazione di quelle malate e degli arbusti; - nel nuovo ridisegno del parco far diventare biblioteca Geisser uno spazio flessibile di fruizione e di aggregazione che nei mesi estivi si amplia occupando spazi esterni; - a livello sociale e di welfare, dotare il parco di tutti gli strumenti e gli accorgimenti necessari per renderlo completamente accessibile, non solo dal punto di vista motorio, ma anche da un punto di vista multisensoriale, e individuare modelli di fruizione per tutte le fasce di età;- a livello economico, dare al parco anche una vocazione turistica e di wellness, oltreché di produzione e fruizione culturale, e concentrare interventi integrati di produzione energetica da fonti che consentano di sostenere economicamente i costi di manutenzione e gestione del parco stesso;- integrare l’azione di valorizzazione del Parco con le azioni di valorizzazione dell’intero tratto torinese del fiume, definite e in corso di definizione, promosse dall’Ente Parco fluviale del Po- Tratto torinese.

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IL QUADRO CONOSCITIVO/.../

2. Le vocazioniCoerentemente con tali obiettivi, sono state individuate una serie di vocazioni del Parco, che saranno illustrate negli elaborati allegati e che qui si richiamano brevemente:

A. L’INFANZIAL'obiettivo è quello di creare uno spazio attrezzato per integrare socialmente i bambini con differenti abilità attraverso la progettazione di giochi e installazioni ideati a partire dai diritti dei bambini sanciti dalla convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia attraverso l’ONU nel 1989. Il progetto del giardino pubblico deve essere pensato per rispettare sette diritti significativi : diritto all’ozio; a sporcarsi; agli odori; all’uso delle mani; alla strada; al selvaggio e al silenzio.Lo spazio gioco per i bimbi è uno spazio creativo, ma anche uno spazio di socializzazione importante per genitori e nonni ed è sentita l’esigenza di creare uno spazio chiuso, una sorta di giardino d’inverno dove poter portare i più piccoli nella stagione più fredda. Questa moderna struttura dovrebbe essere progettata per realizzare una coperture di pannelli solari, funzionale alla produzione di energia e calore da mettere a disposizione delle altre strutture di servizio del nuovo parco.

B. LA MEMORIA DELL’EX ZOOÈ stato detto come sia molto forte nei genitori e nei nonni che accompagnano i bambini la memoria dell’ex zoo. Riteniamo che tale memoria non vada cancellata, ma che si trovino soluzioni, non solo multimediali , per avvicinare i bambini al mondo degli animali in modo corretto ed educativo. Ad esempio, la memoria dello zoo potrebbe ispirare il disegno dei giochi per i bimbi, ma anche gli elementi dell’arredo urbano, le aiuole del parco, o altre installazioni artistiche senza escludere l’arte topiaria. Ma qui si riuniva anche la Torino operaia ai primi del 900, qui veniva Gramsci. Sotto questi alberi passava Emilio Salgari per andare nella sua casa editrice. Da qui non sapevano come trasportare l'ultima giraffa. Occorre quindi conoscere e recuperare organicamente il materiale dalle associazioni del territorio che già lavorano in questo senso; ricostruire la memoria fotografica del luogo; raccogliere le memorie sullo zoo, foto di famiglia in gita.

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IL QUADRO CONOSCITIVO/.../

C. LA VOCAZIONE ARTISTICA E CULTURALEIl linguaggio artistico è da sempre uno strumento utilizzato per entrare in relazione con l'altro, uno strumento di integrazione sociale. Il Parco vuole quindi diventare un luogo in cui le diverse attività artistiche vengono intese non solo come intrattenimento, ma come momenti di riflessione, di formazione, di approfondimento e di condivisione coordinati da Pop Rete Dinamica. L'animazione artistica e la programmazione culturale faranno del parco un punto di riferimento per le realtà artistiche torinesi e non solo. Spazi al chiuso e spazi all'aperto saranno le location naturali della numerosa offerta culturale e artistica che dialogherà con i grandi eventi della Città e che potrà diventare la vetrina delle diverse attività artistiche che si svolgono nelle diverse province del Piemonte.Saranno allestiti laboratori in cui i bambini (ma anche chi appartiene ad altre fasce di età) potranno avvicinarsi all’arte contemporanea e ai mestieri dell’artigianato, prevedendo tra l’altro incontri con artisti e artigiani. A partecipare ai laboratori saranno invitati, in residenza, artisti italiani e stranieri, che dialogheranno con gli artisti locali, e che potranno creare opere ispirate ai principi ispiratori del parco.Tra le vocazioni culturali, particolare importanza riveste il manufatto del Rettilario, dato in concessione alla Fondazione Teatro Piemonte Europa, che si è impegnata a reperire le risorse per la relativa trasformazione in teatro.L'edificio, che accoglie gli spazi delle biblioteca Geisser, è al centro del parco; un blocco grigio separato da quest'ultimo da una recinzione imponente che separa le sale di lettura dalle volte verdi e rinfrescanti degli alberi tutt'intorno. Gli abbattimenti delle barriere, la realizzazione di spazi all'aperto fruibili dai lettori sarebbero il primo passo di un cambiamento visibile e vivibile. La biblioteca è ovviamente il centro dal quale potrebbe irradiarsi il lavoro rivolto alle scuole e dal quale potrebbero aver vita i workshop sui temi della diversità a partire da quella culturale.

D. LA VOCAZIONE SPORTIVA – DI FRUIZIONE DEL TEMPO LIBEROLa posizione centrale del parco, il suo porsi in continuità con un ricco sistema di piste ciclabili e di percorsi per il fitness, il progetto di estendere la navigazione lungo il Po, che prevede la possibilità di superare la “traversa Michelotti” per rendere il fiume percorribile dai natanti lungo tutti i circa 12 chilometri del tratto cittadino, rendono l’area particolarmente indicata per un uso del tempo libero vocato al wellness ed allo sport, attraverso la realizzazione, a puro titolo di esempio, di:

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IL QUADRO CONOSCITIVO/.../

- palestra a cielo aperto con attrezzature in grado di convertire il movimento e lo sforzo fisico in energia;- punto tappa attrezzato per podisti e sportivi;- biciclette nel parco che producono energia;- spiaggia attrezzata;- sport acquatici.

E. LA VOCAZIONE AMBIENTALELe attività che ci si prefigge di realizzare nel Parco e la gestione stessa dello spazio verde debbono essere caratterizzate dalla completa ecosostenibilità.Il parco dovrà utilizzare energia prodotta da fonti rinnovabili, sperimentando una gamma di soluzioni, dal miniidrico, al fotovoltaico, al geotermico che escludano il ricorso ad energia prodotta con combustibili fossili. Il Parco, infine, sarà individuato dalla Fondazione Torino Smart City come uno dei punti principali di disseminazione e comunicazione alla città della strategia e delle azione del Progetto Torino Smart City.

F. I SERVIZI Gli utenti del parco dovranno trovare, dislocati in diversi punti del parco stesso, alcuni servizi fondamentali quali punti ristoro, servizi igienici, eventuali piccole attrezzature sportive, palestra a cielo aperto,stazioni di bike sharing, punto tappa attrezzato per podisti e sportivi.

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IL QUADRO CONOSCITIVO/.../

3. Articolazione per ambiti funzionaliCoerentemente con tali obiettivi è stato definito l’assetto del parco assumendo come criterio quello di considerare la fascia fluviale articolata in tre terrazzi come un’unica area verde da riplasmare, eliminando la recinzione che delimita l’ex giardino zoologico.In questo nuovo assetto la parte centrale dell’area, dove sono dislocati la biblioteca e l’edificio ex acquario rettilario (per il quale è stato elaborato un progetto per trasformarlo in teatro) assume la funzione di area di accoglienza dove prevedere i servizi generali. A ridosso di questa, dove sono collocati i piccoli manufatti che fungevano da ricovero per scimmie, tigri e orsi, è previsto un riuso per sale e laboratori multifunzionali da destinare a manifestazioni artistiche e attività culturali. All’estremità sud, verso il ponte della Gran Madre, nella parte più ombreggiata del parco, si conferma l’area per il gioco dei bambini. Sul lato opposto, in prossimità della bocciofila e dell’edificio dell’ippopotamo è previsto uno spazio da destinare ad attrezzature sportive e fitness . L’insieme delle attività dovrà essere collegato da spazi verdi dove prevedere anche una piccola area attrezzate per i cani . Alla luce delle vocazioni sopra illustrate, e tenendo conto delle disponibilità di alcuni soggetti privati a investire nella riqualificazione e nel riuso del parco in modo coerente con gli obiettivi generali condivisi con la Città di Torino, è stata ipotizzata un’articolazione per ambiti funzionali:

PARCO BEACH - PUNTO RISTORO: ai margini del parco verso il ponte della Gran Madre è attualmente allestita un’area beach, frequentata nella bella stagione nel tempo libero, anche durante l’intervallo di pranzo da gente che lavora nei dintorni (da Piazza Vittorio alla Piazza della Gran Madre, alla precollina al di là di corso Casale). Sarebbe interessante nella riqualificazione del parco mantenere e potenziare questo tipo di fruizione spontanea, mantenendo in quest’area sia una spiaggia attrezzata sia un punto ristoro qualificato.

GIOCHI BIMBI: l’attuale spazio dedicato ai bambini (frammentato in luoghi diversi al di qua e al di là della recinzione) richiede un intervento di riqualificazione e di unificazione. Lo spazio dovrà essere protetto, evitando tuttavia recinzioni vere e proprie, e dotato di giochi sui quali potrà essere chiesta una progettazione specifica, anche ispirata alla memoria del parco, nel rispetto del principio della completa accessibilità e delle più attuali teorie pedagogiche. Sarebbe opportuno creare dei giochi d’acqua , utilizzando risorse già esistenti, quali le vasche e i laghetti realizzati per gli animali dello zoo.

Pagina seguente: tavola grafica “Articolazione per ambiti funzionali”

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IL QUADRO CONOSCITIVO/.../

LABORATORI POLIVALENTI: Lo spazio dedicato alla creatività e alla formazione - attraverso la creazione di laboratori polivalenti - sarà collocato nell’area che comprende la casa e la vasca delle scimmie e la casa della tigre e sarà utilizzato sia dai soggetti privati che lo avranno in concessione sia dalla Rete di associazioni culturali che già abitano il parco (Pop rete dinamica).

BIBLIOTECA: la presenza della biblioteca Geisser all’interno del parco può diventare un’opportunità per i frequentatori del parco e caratterizzare lo stesso come “luogo attrezzato per la lettura”, attraverso l’allestimento di spazi esterni (ad esempio la collinetta attigua) attrezzati per la lettura individuale o di gruppo.Il progetto di riqualificazione della Biblioteca si propone di sfruttare la qualità dei servizi offerti, introducendone anche di innovativi. Oltre alle novità editoriali in continuo ricambio, sezioni tematiche dedicate alle più svariate aree d'interesse, narrativa in lingua inglese, anche un settore dedicato all'Arte contemporanea, all'educazione ambientale, alle energie alternative, alla bioarchitettura; nonché un servizio di edicola, con quotidiani nazionali e diverse riviste in italiano e in inglese. Dovrebbe anche esserci la possibilità di connettersi al web attraverso un servizio wireless all'interno della biblioteca e all'esterno, in tutta l’area del Parco. Saranno disponibili e-book e e-reader in prestito, smartphone per consultare i contenuti del Parco durante la visita al medesimo, una caffetteria alla quale saranno integrati i servizi di lettura di quotidiani, alcune postazioni di internet e di lettura e l'esposizione delle novità editoriali. Infine, in collaborazione con il Circolo dei Lettori di Torino (cfr. www.circolodeilettori.it) si potrà avviare un servizio di biblioteca mobile cittadina, in analogia a quanto effettuato a New York con il Progetto UNI (cfr. www.theuniproject.org/).

TEATRO PERFORMANCE: lo spazio detto Casa della Giraffa sarà attrezzato a spazio polivalente, con funzioni teatrali, espositive, e per piccoli convegni. Sarà gestito da Pop Rete Dinamica attivando fin da subito l’Osservatorio permanente sulle attività del Parco, strumento indispensabile per monitorare, analizzare e sviluppare idee e progettualità che tengano conto delle peculiari variabili insite nel contesto, per monitorare le modalità di fruizione del parco, per verificare la coerenza delle diverse iniziative.Sempre in quest’area il Rettilario potrà in futuro diventare un punto nevralgico nell’ambito delle funzioni culturali del Parco con le sue sale teatrali e i suoi servizi.

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ACCOGLIENZA: La Piazza coperta e i servizi di accoglienza: Sulla convergenza del rettilario, della biblioteca e della nuova passerella fluviale deve essere ricostituita l’originaria centralità del Parco. E’ attorno a quest’area che le due fontane gemelle, insieme all’ampio parcheggio veicolare, disegnano lo spazio antistante il giardino zoologico e ne caratterizzano l’accesso principale, oggi segnalato da una pensilina con cancellata, ma in futuro da una piazza coperta con i relativi servizi di accoglienza e ingresso alle strutture recuperate e funzionanti.Davanti a quest’area, lungo corso Casale, dovrà necessariamente essere prevista un’isola di rallentamento del traffico veicolare che garantisca in questo modo una permeabilità in sicurezza tra il quartiere pedecollinare e il parco, relazione da sempre resa difficile anche in ragione della barriera che il traffico veloce purtroppo determina.E’ altresì importante creare una zona coperta, che assolverà una doppia funzione: da un lato, dilatandosi “a macchia”, legherà funzionalmente tra loro i principali edifici, esistenti e nuovi, generando una sorta di grande galleria protetta dalle intemperie, e dall’altro potrà ospitare i servizi di accoglienza del parco quali saranno in futuro i punti informazione, una caffetteria e altri spazi polivalenti usufruibili specialmente durante il periodo invernale.Il Master Plan illustra la posizione e la logica compositiva di questa grande pensilina, suggerendo solo indicativamente soluzioni di architettura e design. E’ però ipotizzabile che sia realizzata con materiali traslucidi e leggeri, con reticolo strutturale o tenso-struttura. Saranno da preferire progetti e studi di design che privilegino il rapporto della copertura con l’ambiente vegetale, con la presenza di alberi ad alto fusto; composizioni zoomorfe di ispirazione naturalistica e organica anche in discontinuità con la rigidità strutturale che ancora oggi caratterizza fortemente il disegno delle preesistenze del parco.

ATTREZZATURE SPORTIVE E ALTRE ATTIVITÀ DEL TEMPO LIBERO E DEL WELLNESS: Questa ampia area che si sviluppa attorno alla Casa dell’ippopotamo potrà essere dedicata alle attività sportive, in stretto collegamento con la rete di piste ciclabili e di fitness in cui il parco è inserito, al wellness, e ad altre attività commerciali e di ricerca connesse a queste tematiche. Potrà essere prevista, in quest’area, una struttura coperta, leggera e a carattere temporaneo, di circa 2.500 mq.: anche in questo caso dovrebbe essere garantita la presenza degli alberi ad alto fusto. Nella casa dell’Ippopotamo, potrebbe trovare spazio un ristorante. L’intera area potrà essere data in concessione a soggetti privati interessati a investire in questo tipo di attività, secondo le linee guida di cui al presente documento.

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4. Il sistema del verdeIl Po a Torino è orlato da bordure verdi quasi ininterrotte. Se si eccettuano Vanchiglia e Murazzi sulle due rive del Fiume il sistema dei parchi, giardini, scarpate erbose o alberate si snoda per kilometri, talvolta esile come un nastro, e consente un itinerario di grande interesse che i cittadini mostrano di apprezzare sempre di più.Il panorama italiano di antiche e importanti città fluviali è decisamente risicato; diversamente che nel resto del mondo, soprattutto nei paesi continentali. Da noi solo Roma, Firenze, Verona, Pisa, Pavia e Milano (per la rete di canali, oggi quasi del tutto scomparsa) possono costituire ”casi studio” nella morfologia della città antica e medievale posta direttamente sulle rive , però solamente Roma e Pisa, vicine all’estuario dei propri fiumi, rappresentano davvero una condizione storica di portualità complessa fluviale e marinara orientata ai commerci e alla difesa. Torino, con fiumi vicini alle loro sorgenti e che nascono tutti nello stesso settore imbrifero e quindi con sensibili irregolarità nella portata d’acqua, si è sviluppata dapprima a una certa distanza dai corsi d’acqua, sfruttandone però le numerose utilità a cominciare dalla forza motrice; più tardi gli abitati si sono estesi fino alle rive. C’è più città sulla Dora che sul Po nel senso che il maggior Fiume sembra essere un “passante” che, proveniente dalle pianure meridionali e diretto a nord, sembra portarsi appresso ritagli della campagna fino allora attraversata, anche scorrendo incassato fra città e collina a Moncalieri, Torino e San Mauro, per ritrovar la campagna subito dopo, piatta e senza ostacoli. Per i seicento kilometri che mancano all’Adriatico tutte le città si terranno alla larga dal Fiume che fa sua tutta la Pianura e le dà il nome. Così a Torino le fasce verdi che fiancheggiano il Po sono effettivamente la tratta urbana del Parco fluviale, ma, nello stesso tempo, articolazione del sistema torinese del verde. Infatti il corso fluviale è innanzi tutto la “gronda” di tutti i parchi collinari torinesi e dei vasti territori verdi posti in altura a est della Città; è anche il raccordo di tutti i grandi parchi a corona che lambiscono gli affluenti – il Sangone a Orbassano, Stupinigi, Drosso, Mirafiori, Vallere; la Dora fra Collegno e parco Carrara, parco Dora, Giardini Reali, Cimitero, Regio Parco, parco Colletta; lo Stura con la Ceronda al parco della Mandria – data l’originale funzione di vasti territori di caccia dei Savoia delle grandi zone verdi fuori Città. Il parco Michelotti, pur nella sua dimensione contenuta, si inserisce potentemente fra queste relazioni analizzate: attraverso un passaggio pedonale sul Po è in grado di servire Vanchiglia e gli insediamenti dell’Università ( da “Palazzo nuovo” alle strutture dell’ex Italgas ) ed a meglio collegarsi all’attiguo quartiere pre-collinare e a Villa della Regina costituendo un tratto a traffico rallentato sul Corso Casale.

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Si vede come la previsione di eliminare le attuali separazioni interne al parco ne renda l’attraversamento longitudinale assai più ricco d’interesse che non una frettolosa pedalata per passare oltre. Passerella sul Po e accesso facilitato verso le alture determinerebbero un percorso trasversale capace di influenzare nuovi spostamenti e nuove mete cittadine. Il parco diventerebbe un crocevia alternativo alla viabilità veicolare specie se verranno create più zone pedonali a Vanchiglia e a Santa Giulia. In definitiva un sistema urbano del verde acquista potenzialità ben maggiori se è possibile stabilire continuità di percorrenza, se è accessibile da più punti della città e raggiungibile con più mezzi di trasporto diversi: ne risultano fortemente incrementati il ventaglio di fruizione e la soddisfazione degli utenti. Ancora più interessante appare la circostanza che ci sia continuità anche con altri parchi extraurbani a formare cunei e “intrusioni” verdi fino al cuore delle città. Sotto questo aspetto la condizione di Torino si presenta promettente.La proposta del Master Plan è anche quella di sperimentare al Michelotti nuovi modelli applicabili al sistema del verde in materia di gestione, sostenibilità e attività. Questa operazione di ricerca e pianificazione integrate serve anche ad elaborare un metodo per selezionare vocazioni e opportunità che possono essere meglio individuate in altre aree del sistema: in altri termini mettere a punto una lettura territoriale per un più largo utilizzo. Se il verde pubblico che fin’ora abbiamo a disposizione deriva dall’acquisizione di tenute padronali, parchi venatori, terreni agricoli, demani forestali o militari – da cui il repertorio ottocentesco e novecentesco del verde in città – sempre più dovremo confrontarci con aree degradate da riconvertire – ex discariche, cave, ex scali ferroviari, ecc..- oppure aree industriali abbandonate. In tali situazioni il sistema del verde sarà caratterizzato da una complessità elevata sia sul piano delle forme che su quello del funzionamento e dell’organizzazione.

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5. Interconnessioni interne ed esterne al parcoAi bordi dell’area, in corrispondenza del viale di corso Casale e del terrazzo ai piedi della fascia fluviale, si prevedono i percorsi pedonali e ciclabili da raccordare con la rete di fruizione lungo il Po. In senso trasversale occorre prevedere una nuova infrastruttura di attraversamento del Po, per pedoni e ciclisti, da collocare in posizione mediana rispetto all’area verde. La nuova passerella dovrebbe fungere da asse di collegamento fra i quartieri pedecollinari e Vanchiglia dando continuità alla rete di percorsi pedonali e ciclabili che dal centro storico si dirigono verso la collina.Un riflessione a parte richiede il quartiere Vanchiglia, sede del nuovo polo universitario in riva alla Dora che sta generando un flusso di studenti fra Palazzo Nuovo, in via S. Ottavio angolo corso San Maurizio, e la nuova sede, in corso Farini – lungo Dora Siena. Questo settore urbano è da sempre interessato, in senso longitudinale, attraverso via Napione e via Vanchiglia, dal traffico proveniente dal centro e diretto nella zona di Sassi e viceversa. Gli studenti nel percorso devono attraversare due corsi: corso San Maurizio e corso Regina Margherita. Il primo ha sostanzialmente funzione di asse di distribuzione interna del traffico che fluisce nel centro storico in quanto si attesta sul Po, il secondo è una delle arterie fondamentali di attraversamento in seno est-ovest della città. Entrambi i corsi sono sede di binari del tram ma mentre in corso San Maurizio i binari della linea tranviaria circolare 16 sono affiancati e occupano un solo lato del corso, in corso Regina Margherita i binari della “metropolitana leggera” sono protetti da transenne e corrono su ciascun lato; in entrambi i casi i punti di attraversamento pedonale regolamentati da semafori sono molto ridotti e l’effetto barriera che ne deriva ostacola notevolmente la mobilità pedonale e ciclabile interna al quartiere. Per eliminare gli attuali ostacoli che limitano la permeabilità di questo settore urbano, occorre dare continuità ad una rete di percorsi protetti. L’Amministrazione sta operando per migliorare i collegamenti con la realizzazione di una pista ciclabile, che dalle rive della Dora si prolunga nel cuore della città. In Vanchiglia è stata realizzata una piccola isola pedonale in corrispondenza del plesso scolastico e della parrocchia di S. Giulia in asse con la via C. Balbo.Con la realizzazione di una nuova passerella sul Po potrebbe essere data continuità alla pedonalizzazione di via C. Balbo, un asse ciclopedonale che potrebbe essere intercettato in corrispondenza di via Giulia di Barolo da analoga passerella (tipo green way) di attraversamento, in sopraelevata, del corso Regina Margherita per continuare in corso Farini e prolungarsi verso la passerella di attraversamento della Dora recentemente realizzata.

Pagine seguenti: tavole grafiche “Schema delle connessioni interne ed esterne” e“Planimetria di inquadramento urbanistico”

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La pedonalizzazione di via Giulia di Barolo potrebbe proseguire fino a Corso San Maurizio in prossimità di Palazzo Nuovo già compreso in una isola pedonale. In questo disegno verrebbe cosi data continuità ad una rete pedonale da innestare su quella realizzata nel centro della città.Sulla sponda destra, per garantire una maggiore penetrazione verso i sentieri della collina occorre, prevedere dei dissuasori in corso Casale per ridurre la velocità e facilitare l’attraversamento dell’asse viario.All’interno dell’area verde dovrà essere data continuità ad una rete di nuovi percorsi, alternativa a quelli esistenti, che privilegino l’attraversamento in senso longitudinale per creare delle isole verdi. Una particolare attenzione dovrà essere posta nel riorganizzare la viabilità esterna all’attuale recinzione in fregio a Corso Casale dove aiuole e viali ripartiscono in modo geometrico l’area. In questa fascia, caratterizzata da una leggera pendenza, i percorsi non dovranno raccordarsi a pettine con la dorsale centrale, ma a spina di pesce in modo da assecondare dolcemente il dislivello esistente per facilitare l’accesso per i diversamente abili.

PERCORSI PEDONALI: Si intende individuare e prevedere una trama di itinerari pedonali con rampe e pendenze adatte a carrozzelle e passeggini all’interno del Parco e in direzione dei più comodi parcheggi e dei punti di accesso al trasporto pubbico. I percorsi pedonali proseguiranno all’esterno per collegarsi ad altre viabilità prevalentemente pedonali sia di tipo lineare che ad “isola”, per realizzare un reticolo indipendente a margine del traffico e con attraversamenti strutturati per un più elevato grado di protezione dei passanti.Si prevede che, in città, il trasporto individuale al quale siamo abituati, subirà un sensibile ridimensionamento dovuto a diversi fattori fra i quali spicca l’inarrestabile aumento dei costi ( manutenzione, assicurazione, parcheggio, multe, ingresso in Z.T.L., carburanti o energia anche nel caso di diffusione dell’elettrico ), per cui il servizio alla pedonalità –comprese scale mobili, passaggi coperti, navette, ecc..- integrato con varie modalità di mezzi di trasporto e punti di interscambio potrà innovare decisamente il panorama della mobilità urbana, come si vede concretamente in altri Paesi. Il presente piano tiene conto di queste premesse.

LE RETI CICLABILI: Le piste ciclabili sono correlate ai percorsi pedonali e in vari casi coincidono. Il parco Michelotti è già attraversato, bordo fiume e lungo Corso Casale, da piste ciclabili. Si intende rendere questi percorsi più serviti e attrattivi.

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L’itinerario ciclabile che oggi riguarda il Parco è quello sud-nord: da Moncalieri ( e Stupinigi ), su riva destra e sinistra del Po, fino a San Mauro.La “passerella” crea il presupposto per una rete a sé stante che resti affrancata da marciapiedi dove circolano biciclette e sensi unici con ciclisti contromano, e costituisce una trasversale est-ovest solo ciclopedonale. Le reti ciclabili urbane si stanno velocemente incrementando in tutto il mondo per funzioni che vanno ben al di là delle passeggiate in bici e soddisfano una buona fetta dello spostamento di persone. Nell’intento di prefigurare la più ampia integrazione fra modalità diverse di movimento, sarebbe utile mettere in atto taluni servizi di mezzi pubblici in grado di trasportare bici a seguito. Nel parco Michelotti le attrezzature per l’utenza, a partire dal ristoro e dalla sosta, sono pensate in previsione di un consistente numero di fruitori in bicicletta, sia diretti che di passaggio.

IL FIUME: Come è già stato evidenziato Torino è una delle pochissime nostre città su fiume dove è possibile ipotizzare un utile sistema di navigazione, che ovviamente comporterebbe consistenti opere di predisposizione: dragaggi, chiuse, attracchi ecc. Esistono da tempo i relativi progetti che si riferiscono al tratto fluviale Moncalieri-confluenza Po/Stura; una lunghezza circa corrispondente all’attuale linea della Metropolitana. La realizzazione di un simile servizio sarebbe decisamente augurabile, per ragioni turistiche, ma, innanzi tutto, come risorsa trasportistica pubblica – potrebbe servire più di dieci stazioni. Al parco Michelotti viene previsto un attracco – venendo da sud dopo i Murazzi – in posizione quanto mai favorevole: vicino al parcheggio, alla “passerella” , a numerose fermate d’autobus e, in particolare, al tram n. 3, che viaggia in sede propria ed è la grande linea trasversale cittadina. Sulla riva del Parco ci può essere spazio per un limitato numero di elementi galleggianti e qualche altro natante di carattere sportivo. In conclusione, l’ “apertura” al Fiume è totale: prima di tipo, diciamo, percettivo – si vede l’acqua, ci si può avvicinare. Poi si può attraversare o imbarcarsi. A questo punto le varie modalità di spostamento e le articolazioni del sistema trovano la sintesi.

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6. L'accessibilità fisica e sensorialeUno dei principi cui dovranno ispirarsi tutti gli interventi e tutte le attività che saranno realizzati nel parco è quello della totale accessibilità non solo motoria ma anche sensoriale. Il Comitato avrà quindi il compito di verificare l’utilizzo, da parte dei progettisti, di tutti gli accorgimenti necessari per il rispetto di tale principio. Dalla segnaletica verticale ed orizzontale, ai diversi tipi si servizi, all’accessibilità degli spazio aperti e chiusi, all’impostazione delle diverse attività che vi si svolgeranno.Alcuni dei progetti e delle esperienze di accessibilità culturale hanno contribuito a evidenziare il ruolo importante svolto dalle nuove tecnologie, che stanno portando positivi cambiamenti nell’accesso ai prodotti culturali. Per certi aspetti, chi produce cultura non sfrutta appieno le potenzial­ità di questi strumenti per intercettare e venire incontro alle esigenze di pubblici con specifiche necessità.Il parco Michelotti dovrà diventare un luogo in cui prima sperimentare e poi utilizzare quotidianamente tutti gli strumenti che contribuiscono al raggiungimento di questo obiettivo.Per ottenere questo risultato, occorre inserire il requisito inderogabile dell’accessibilità ai prodotti culturali già in fase di programmazione e progettazione, congiunta­mente con tutti gli aspetti legati all’offerta culturale proposta, mettendo in pratica i principi teorici dell’Universal Design, a cui la Convenzione ONU del 2006 sui diritti delle persone con disabilità fa esplicito riferimento negli articoli 2 (Definizioni) e 4 (Obblighi generali).

7. Interventi per la riqualificazione e la fruizione

FASE 1Interventi propedeutici e “start up”La planimetria denominata “Fase 1” individua gli interventi minimi necessari a rendere nuovamente fruibile buona parte del parco nel breve periodo. Questa prima fase prevede il contributo sia dell’Ente Pubblico che di altri soggetti, al fine di procedere alla riqualificazione del parco “per parti”, attraverso interventi di leggera ma significativa entità.

Pagine seguenti: tavole grafiche “Planimetria generale stato di fatto” e“Fase 1 - Interventi propedeutici e start up”

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Tra questi si elencano:_eliminazione di posticci e manufatti indefiniti che affollano le radure del parco in più parti al fine di operare una bonifica di base. _verifica ed adeguamento del sistema di smaltimento delle acque piovane e dei corsi d’acqua ancora attivi_allacciamento alla rete idrica e fognaria (almeno per i manufatti da rifunzionalizzare)._verifica dell’impianto vegetale, con particolare riguardo agli alberi di alto fusto, attraverso potatura, pulizia del sottobosco, nuove piantumazioni._allacciamenti alla rete di forza motrice per servire impianti termotecnici, illuminazione, attrezzature (per i manufatti da recuperare)._sistema di illuminazione provvisorio delle arre esterne e delle aree verdi per incrementare i requisiti di sicurezza del parco anche nelle ore serali._eliminazione parziale delle delimitazioni murarie e delle cancellate che limitano fortemente la fruizione del parco._eliminazione dei manufatti e delle composizioni naturali o artificiali esistenti (non più a norma) che possano rappresentare pericolo per i più piccoli._inserimento di elementi di arredo per il gioco bimbi in aree idonee e protette._verifica e adeguamento del percorso ciclabile lungo l’allea alberata parallela al fiume_delimitazione e confinamento delle aree di cantiere con particolare riguardo a quella dell’ex-rettilario._creazione di uno o più punti ristoro dislocati nell’area del parco_delimitazione di un’area attrezzata per i cani.

Nella Fase 1 è stata inserita la rifunzionalizzazione e messa in sicurezza di alcune delle strutture esistenti da destinare a laboratori polifunzionali per il teatro, le arti e la didattica; per ciascuno di questi manufatti l’intervento dovrà prevedere necessariamente la sistemazione delle aree esterne di pertinenza, dei percorsi e del verde; per questi edifici dovrà anche essere predisposta una dotazione minima di attrezzature necessarie allo svolgimento delle attività (impianto luci, impianto audio, scenografie, materiali didattici: _Casa della Tigre_Casa dell’Orso_Casa della Scimmia e vasca a cielo aperto _Casa della Giraffa (e Elefante)

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Il costo di questi interventi è stato stimato in complessivi 1.500.000,00 suddivisi in 700.000,00 Euro per le opere di sistemazione esterna e dotazione di infrastrutture di base a cui si sommano circa 800.000,00 Euro per gli interventi di rifunzionalizzazione e messa in sicurezza dei manufatti esistenti sopra elencati.Non si dispone al momento degli elementi di conoscenza necessari per poter stimare il livello di infrastrutture e sottoservizi di quartiere. I costi indicati pertanto riguardano esclusivamente il perimetro definito dal parco.

FASE 2 Opere per il ridisegno e il riuso complessivo del parco e dei fabbricatiIl Master Plan di progetto arriva ad illustrare un quadro complessivo finale di pieno recupero del Parco realizzabile nel medio periodo e con un impiego di risorse economiche importanti. Tuttavia si ritiene che, una volta avviata e conclusa la fase di “start up”, la completa riqualificazione del parco, con il recupero funzionale dei fabbricati principali come il Teatro nell’Ex-Rettilario, o altri interventi significativi quali la passerella fluviale o, ancora, la creazione di una piazza coperta per i servizi di accoglienza, possa essere attuata nel tempo purché attraverso un processo organico di pianificazione e monitoraggio. In altre parole in base alle risorse disponibili e alle iniziative o alle manifestazioni di interesse sia pubblico che privato, la Fase 2 darà corso ad una progettazione “per parti” senza che ciò infici il significato che può avere oggi l’avvio, con risorse limitate, degli interventi propedeutici ma nemmeno il valore rappresentato dal concepire e realizzare il progetto di Parco Michelotti nella sua interezza e complessità.Per questo motivo più che pensare a diverse fasi temporali, l’una in successione all’altra, si è ritenuto coerente allo scopo del Master Plan raggruppare gli interventi della Fase 2 in sottomoduli funzionali atemporali. Questo metodo ci prepara a gestire sia singoli interventi così come una contemporaneità degli stessi, purché, nell’insieme, in grado di restituire all’uso pubblico porzioni di parco significative, funzionali e fruibili, connesse al quartiere e alla città.

Pagine seguenti: tavole grafiche “Fase 2 - Opere per il ridisegno e il riuso complessivo del parco e dei fabbricati”

“Master Plan a conclusione degli interventi”

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Fase 2 - modulo ARidisegno del sistema dei percorsi interni e delle aree verdiInterventi per il ridisegno di corsi d’acqua e delle vasche Progetto di una passerella fluviale pedociclabileCreazione di barriere verdi antirumore su corso CasaleRealizzazione di zone per il traffico rallentato sul corso CasaleInterventi di arredo urbano e aree attrezzate per bambini e per animaliSistema di illuminazione esterno delle aree interne e dei percorsi Si ritiene che il totale di questo modulo si possa aggirare indicativamente sui 5 – 6 milioni di euro.

Fase 2 - modulo BSpostamento del parcheggio per auto verso Nord Piazza coperta e strutture di accoglienza (informazioni e bar)Si ritiene che il totale di questo modulo si possa aggirare indicativamente sui 2,5 – 3 milioni di euro

Fase 2 - modulo CProgetto di ristrutturazione dell’Ex-Rettilario ad uso Teatro8.000.000,00Intervento di adeguamento funzionale della Biblioteca Geisser1.500.000,00Intervento di ristrutturazione del fabbricato Casa IppopotamoRealizzazione di aree attrezzate per attività sportiveSi ritiene che il totale di questo modulo, per il quale si conoscono i costi da progetto di due interventi, possa variare tra gli 11 ai 13 milioni di euro, a seconda delle strutture dedicate allo sport e al tempo libero che si realizzeranno

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8. ULTERIORI INTERVENTI ESTERNI AL MASTER PLAN

Opere per l’ampliamento della navigabilità in prossimità del parcoLe opere che interessano il tratto del Po e le sue sponde nelle adiacenze di Parco Michelotti rientrano nel più ampio piano-progetto di estensione del corso fluviale navigabile con tutto ciò che tale decisione comporterà in seno alle politiche di trasformazione dell’area metropolitana, dei progetti di valorizzazione ambientale e del sistema dei trasporti (vedi Corona Verde, Po dei Re, ed altri progetti in corso). Innanzi tutto tali opere coinvolgono un’area, urbana e ambientale, assai vasta che vede interessati, oltre a Torino, i comuni di Moncalieri, Trofarello e San Mauro. Per questo motivo si è scelto di evidenziare separatamente, almeno in questa prima valutazione, il costo degli interventi che legano il parco al fiume, quali attracchi, pontili, bonifica dell’alveo e delle sponde, in quanto non direttamente legati al progetto di riuso e valorizzazione del parco stesso. Le opere elencate fanno dunque parte di una Fase 3 del Progetto Michelotti, strutturalmente e temporalmente conseguente all’attuazione di quelle che la precedono. E sono, in sintesi:_Bonifica delle sponde fluviali nel tratto Ponte Vittorio Emanuele e Ponte Regina Margherita_Realizzazione di una conca di navigazione_Creazione di un canale navigabile_Realizzazione di un pontile per attracco di barche e battelli_Realizzazione di un pontile attrezzato per House Boat

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IL MODELLO DI GESTIONE

A. IL COMITATO: I soggetti proponenti ed i soggetti beneficiari costituiscono un comitato di gestione del parco incaricato di coordinare e realizzare i progetti di valorizzazione del parco e di garantire cura, manutenzione, accessibilità e fruibilità del parco stesso. Il comitato di gestione riceve l’affidamento dell’area da parte della Città’ ed opera sulla base del presente Masterplan approvato dalla Città di Torino.Il Comitato ha il compito di attuare quanto previsto dal Masterplan:valutando le proposte di uso del parco da parte di soggetti pubblici e privati, sulla base degli obiettivi e delle funzionalità definite dal presente Master Plan e vigilando sulle corrispondenze degli interventi con gli indirizzi del M.P.coordinando la compresenza delle attività realizzate dai singoli soggetti titolari di progetti nello spirito della piena collaborazione, trasparenza e complementarietà;promuovendo la comunicazione sulle attività del parco.Il Comitato definisce il Piano Finanziario di dettaglio e le azioni di foundraising

B. GLI STRUMENTI ATTUATIVI: Al momento dell’approvazione del presente Master Plan e della costituzione del Comitato, la Città di Torino nominerà un responsabile del procedimento per l’attuazione del Master Plan stesso. Il Comitato individuerà le figure professionali preposte a svolgere le funzioni di supporto al responsabile del Procedimento Amministrativo, nominato in seno alla Pubblica Amministrazione, istituendo una struttura di Back Office.Tale attività verrà svolta sia per quanto riguarda le opere e i servizi finanziati direttamente dall’Ente Pubblico, e per i quali lo stesso opererà come Stazione Appaltante, sia per le iniziative promosse e finanziate da altri soggetti: privati, consorzi, associazioni, fondazioni. Anche qualora detti soggetti vengano ad assumere il ruolo di Stazione Appaltante la funzione del supporto al RUP si renderà necessaria in virtù della pubblica utilità degli interventi stessi che, secondo quanto previsto dal codice degli appalti, saranno da considerare come “opere aggiuntive” o “a scomputo” rispetto a quelle pubbliche.Il Back Office, facente funzione di supporto al RUP, gestirà in tal senso le Convenzioni stipulate tra Ente Pubblico e altri soggetti operanti, verificherà la congruenza tra l’importo dell’investimento e la qualità dell’opera effettivamente eseguita, non solo per constatarne la corretta funzionalità ma in considerazione al fatto che l’opera consegnata sarà acquisita come patrimonio del parco.

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Spetterà inoltre al Back Office svolgere attività di alta sorveglianza tecnico-amministrativa, del procedimento e del corso d’opera, monitorando tempi, costi e soddisfacimento degli obiettivi, fino ad assistere l’Amministrazione nelle fasi di collaudo e avvio della gestione.

C. RAPPORTI CON I PRIVATIAlcune aree/edifici del Parco potranno essere date in concessione di valorizzazione a soggetti privati interessati a realizzare attività coerenti con il presente Master Plan. Tali soggetti dovranno impegnarsi a contribuire alle spese per la valorizzazione e la gestione delle aree comuni e a riferire in ragione della pubblica utilità di tali iniziative all'ufficio di supporto al r.u.p.

D. LA STIMA DEI COSTI DI GESTIONE: Sarà compito del Comitato definire il budget necessario per la gestione del parco e le modalità di copertura dei costi. Si ritiene comunque di delineare prime voci del budget necessario per la fase uno, che preveda, a carico della Città di Torino, le seguenti voci di spesa:Budget a disposizione del Comitato di gestione per le attività di back office: per la fase uno, si prevede che all’ufficio di supporto al r.u.p. sia riconosciuto un emolumento pari al 2% dell’importo lordo delle opere previste.Spese di manutenzione ordinaria del verde e pulizia dell’intera area: da definire, in quanto allo stato attuale non quantificabili.Piano di comunicazione: sono attualmente quantificabili la definizione della “Identità del progetto e strategia creativa generale” e della “Immagine coordinata” nonché l'attuazione delle “Azioni per far conoscere, promuovere e valorizzare il Parco durante le fasi di cantiere”, per un totale complessivamente stimato di 80.000 euro. I capitoli relativi alla “Segnaletica” e alle “Azioni di Fund Raising” allo stato attuale di definizione del progetto non appaiono quantificabili.Utenze: da definire, in quanto allo stato attuale non quantificabili.

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IL PIANO DI COMUNICAZIONE E PROMOZIONE

Il piano di comunicazione e promozione definirà:_l'identità del progetto e la strategia creativa generale;_l'immagine coordinata e la segnaletica;_le azioni per far conoscere, promuovere e valorizzare il Parco a partire dalla attivazione del cantiere;_le azioni volte al fund raising: finanziatori e campagna raccolta fondi.

Identità del progetto e strategia creativa generaleLa strategia creativa definirà le azioni (a basso costo e ad alta resa comunicativa, anche attraverso strumenti di “marketing non convenzionale”) per far conoscere, promuovere e valorizzare il “Parco a totale accessibilità ed ecocompatibilità” presso segmenti diversi di cittadini torinesi, con specifica attenzione al bacino giovanile. Si privilegerà un approccio integrato che consideri in maniera unitaria l'insieme delle risorse culturali e formative presenti sul territorio e che sia in grado di coniugare efficacemente le esigenze di tutela, di gestione e di sviluppo sociale ed economico del Parco. La fruibilità della offerta culturale e di servizio del “Parco” sarà perseguita attraverso l'attivazione di nuovi canali di comunicazione e sviluppo di nuove funzionalità (anche in chiave Web 2.0 e 3.0) per garantire un servizio efficiente ai fruitori, fidelizzare gli utenti, catturare nuovi segmenti di pubblico.

Immagine coordinata e segnaleticaIl piano di comunicazione definirà i caratteri dell'immagine coordinata (marchi, colori, materiali) e i criteri da seguire nella realizzazione della segnaletica verticale e orizzontale, di tutti gli artefatti informativi (bacheche, display, ecc.) nonché dei materiali di promozione dell'iniziativa.La segnaletica verticale e orizzontale non dovrà essere invasiva nei confronti dell'ambiente e dovrà essere progettata e realizzata nel pieno rispetto - sotto il profilo della forma, dei materiali, dei colori e del linguaggio - dei valori e dei criteri di “totale accessibilità ed ecocompatibilità” che sono alla base del progetto di riqualificazione del Parco. A tale scopo, si ipotizza la possibilità di attivare un partenariato con un centro - pubblico o privato - di alta formazione, per lo svolgimento di “laboratori creativi” con l'obiettivo di produrre concept altamente innovativi e cantierabili.

RIQUALIFICAZIONE DI PARCO MICHELOTTI

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IL PIANO DI COMUNICAZIONE E PROMOZIONE

Azioni per far conoscere, promuovere e valorizzare il Parco a partire dalla attivazione del cantiereIl lancio del progetto di riqualificazione del Parco Michelotti dovrà seguire i tempi e le modalità di attuazione del cantiere; questo - compatibilmente con la praticabilità (e la messa in sicurezza) dei luoghi - dovrà essere un “cantiere aperto“, ovvero disponibile: a) alle visite; b) a ospitare: incontri, manifestazioni, spettacoli , coordinati dall'Osservatorio di Pop Rete Dinamica. La strategia potrà fare riferimento alla modalità “teaser”, ovvero di costruzione di una aspettativa, con azioni differenziate per contenuto, in funzione dello stato avanzamento lavori del cantiere.Due i gruppi target di riferimento: a) gli studenti delle scuole (materna, elementari e medie); b) le famiglie.In entrambi, i casi si dovrà fare riferimento a una “narrazione” che tenga conto degli stato avanzamento dei lavori e degli “eventi” ospitati di volta in volta.

Per gli studenti delle scuole dovrà essere ipotizzate azioni presso gli istituti da parte di “evangelizzatori” del progetto (ad esempio, gli insegnanti delle scuole opportunamente formati allo scopo) dotati di materiale promozionale e illustrativo al tempo stesso.Per le famiglie dovrà essere prevista una campagna di affissione (con utilizzo degli spazi pubblicitari gestiti dal comune di Torino) volta a promuovere gli eventi ospitati e l'avanzamento del cantiere.In entrambi i casi si dovrà fare riferimento a un sito Web le cui caratteristiche evolveranno in funzione del progredire dei lavori e di azioni mirate sulle piattaforme dei Social Network. A tale scopo, potrebbero essere selezionati alcuni volontari - “nativi digitali”, ovvero under 25 anni - per il presidio delle piattaforme Social e la generazione di contenuti.

Azioni di Fund Raising: finanziatori e campagna raccolta fondiLa comunicazione orientata al Fund Raising agirà su due fronti distinti: finanziatori e donatori.Finanziatori: la comunicazione sarà rivolta alle aziende dell'area torinese e piemontese attive in settori compatibili e congruenti con gli obiettivi e le attività del Parco, quali ad esempio:_generazione, recupero, distribuzione d’energia da fonti rinnovabili e dai rifiuti_arredo urbano e segnaletica con utilizzo di materiali naturali e/o a impatto zero sull'ambiente, a basso consumo energetico

RIQUALIFICAZIONE DI PARCO MICHELOTTI

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IL PIANO DI COMUNICAZIONE E PROMOZIONE

_produzione di pannelli fotovoltaici per arredo urbano e architetture_progettazione e realizzazione di impianti wireless_sviluppo di applicazioni per smartphone_realizzazione di edifici altamente prestazionali sotto l’aspetto energetico con l'utilizzo di materiali naturali e/o a impatto zero sull'ambiente.Insieme alle imprese interessate si pianificheranno azioni locali sul territorio con l'obiettivo di generare occasioni di “matching” tra finanziatori e fruitori del parco.Donatori: la Scuola rappresenta un interlocutore di prima importanza per lo sviluppo del Progetto. In una fase successiva al varo del Parco, si avvierà una iniziativa di raccolta fondi basata, ad esempio, sul modello delle “Youth Bank”: ovvero di giovani che - grazie ad un sistema di microfinanziamenti - sovvenzionano progetti di altri giovani sul medesimo territorio. Tali attività dovranno essere precedute da azioni di informazione e promozione da effettuare nelle singole scuole - per arrivare alle famiglie - delle due circoscrizioni cittadine interessate dal Progetto.

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IL GRUPPO DI LAVORO DI PIÙCONZERO

Il gruppo di lavoro di Piùconzero che ha redatto il presente Masterplan è costituito da:

Daniela FormentoEsperta in progettazione culturale. Dal 1999 al 2007 responsabile del Settore Musei e Patrimonio culturale della Regione Piemonte. Dal 2007 al 2010 direttore della Cultura della Regione Piemonte. Presidente dell'Associazione Piùconzero.

Carlo FuciniArchitetto e designer. Esperto nella direzione di progetti, appalti e procedimenti tecnico-amministrativi nel settore dei beni culturali.

Lino Malara Architetto. Esperto in beni e attività culturali, paesaggio e insediamenti storico-urbani. Già soprintendente, direttore generale del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, membro della delegazione al Comitato dell'Unesco. Socio ICOMOS e docente nel Politecnico di Torino.

Mariella OlivierArchitetto. Esperta in pianificazione territoriale. Dal 2007 al 2010 direttore della Programmazione strategica, politiche territoriali ed edilizia della Regione Piemonte.

POP rete DinamicaNasce dall'incontro di alcune associazioni torinesi che hanno lavorato insieme a una progettualità artistico-culturale sull'area del Parco Michelotti di Torino. L'intento di POP rete Dinamica è quello di svolgere il ruolo di restauratore culturale, per riqualificare e ri-animare luoghi del patrimonio in stato di abbandono.

Andrea Terranova Designer della comunicazione nel settore dei beni culturali e ambientali. Docente di comunicazione visiva nel Politecnico di Milano. Vice presidente della Associazione Piùconzero.

Piùconzero associazione culturale - Via Giovanni Battista La Salle 17 - 10152 Torinowww.piuconzero.it - [email protected]

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