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1 Master Anno 2015 World Natural Heritage Management Conoscenza e gestione dei Beni naturali iscritti nella lista del patrimonio mondiale UNESCO (Dolomiti e altri siti montani) Milena Rettondini

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Master

Anno 2015

World Natural Heritage

Management

Conoscenza e gestione dei Beni naturali iscritti nella lista del patrimonio

mondiale UNESCO (Dolomiti e altri siti montani)

Milena Rettondini

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Trentino School of Management

Master in Conoscenza e gestione dei Beni naturali iscritti nella lista del

patrimonio mondiale UNESCO (Dolomiti e altri siti montani)

Progetto pilota per la creazione di una rete

nazionale di aree Man and Biosphere (MaB)

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Sommario

Introduzione ...................................................................................................................................................... 4

Obiettivi ............................................................................................................................................................. 6

Le Aree MaB italiane.......................................................................................................................................... 8

Riserva Alpi Ledrensi e Judicaria .................................................................................................................... 9

Riserva Collemeluccio-Montedimezzo ........................................................................................................ 10

Riserva Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano ............................................................................................ 12

I benefici attesi dal progetto ........................................................................................................................... 14

Attività ............................................................................................................................................................. 14

Cronogramma .................................................................................................................................................. 16

La metodologia ................................................................................................................................................ 16

Budget ............................................................................................................................................................. 18

Assicurare una sostenibilità al progetto .......................................................................................................... 19

Partner di progetto .......................................................................................................................................... 20

Conclusioni ...................................................................................................................................................... 21

Sitografia .......................................................................................................................................................... 22

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Introduzione

La gestione del territorio a livello locale è una delle pratiche fondamentali per riuscire a

salvaguardare la bellezza paesaggistica e la biodiversità del nostro paese. Per proteggere

e riconoscere la nostra ricchezza nel settore naturalistico vi sono da anni alcuni programmi

nazionali ed internazionali, dai vari parchi regionali a Rete Natura 2000, iniziativa europea

che ha come obiettivo la conservazione della biodiversità.

Nel 1971 l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura

(UNESCO) creò un altro programma, in Italia ancora poco conosciuto, per riconoscere le

aree nelle quali la conservazione della biodiversità riusciva a conciliarsi con uno sviluppo

sostenibile del territorio e per incentivare così uno diffusione di questo modello. In

particolare, durante la XVI Conferenza Generale UNESCO, gli obiettivi del programma sono

stati così definiti:

“Il Programma MAB (Man and the Biosphere) è stato avviato dall’UNESCO negli anni

’70 allo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità

attraverso programmi di ricerca e capacity-building. Il programma ha portato al

riconoscimento, da parte dell’UNESCO, delle Riserve della Biosfera, aree marine e/o

terrestri che gli Stati membri s’impegnano a gestire nell’ottica della conservazione delle

risorse e dello sviluppo sostenibile, nel pieno coinvolgimento delle comunità locali. Scopo

della proclamazione delle Riserve è promuovere e dimostrare una relazione equilibrata fra

la comunità umana e gli ecosistemi, creare siti privilegiati per la ricerca, la formazione e

l'educazione ambientale, oltre che poli di sperimentazione di politiche mirate di sviluppo e

pianificazione territoriale.”

Ogni Riserva della Biosfera si divide in tre zone:

Core area: sono le zone protette per la conservazione della biodiversità, solitamente

al centro del sito e che vengono monitorate periodicamente;

Buffer zone: è lo spazio che circonda la core area e che può essere utilizzato per

attività di cooperazione compatibili con pratiche ecologiche come l’educazione,

l’ecoturismo o la ricerca;

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Transition Zone: queste aree, infine, possono contenere cittadine, fattorie,

allevamenti ittici e altre attività umane e sono gli spazi dove i vari attori che vivono il

territorio lavorano insieme per gestire e sviluppare in maniera sostenibile le risorse

della riserva.

Dal 1977 ad oggi, In Italia sono state proclamate 13 aree MaB, con la recentissima

proclamazione in simultanea delle Alpi Ledrensi e Judicaria, dell’Appennino Tosco-Emiliano

e del Parco del Delta del Po. Spesso queste aree si sono create su parchi già esistenti e

quindi in molti casi il riconoscimento MaB è stato visto dal parco solo come un

riconoscimento in più tra quelli che un parco poteva avere, facendo così passare in secondo

piano l’essenza del progetto e non investendo in iniziative ad hoc.

Oltre agli enti parco, anche i comuni che si trovano in aree MaB hanno una scarsa

consapevolezza di quello che sta a significare questo tipo di programma, e di conseguenza

anche delle sue sfide e delle sue opportunità.

Ad oggi, vi è una grande diseguaglianza di sviluppo tra le aree MaB italiane sia per una

scarsità di fondi sia, talvolta, per una mancanza di volontà.

La seguente proposta mira alla realizzazione di un progetto pilota per la creazione di una

rete nazionale di aree MaB. In quanto progetto pilota, si è deciso di coinvolgere solo alcune

delle 13 aree MaB italiane, in particolare quelle delle Alpi Ledrensi e Judicarie, quella

dell’Appennino Tosco-Emiliano e quella di Collemeluccio-Montedimezzo.

Le prime due aree sono state recentemente proclamate, mentre la terza fa ormai parte del

programma dal 1977. Si è scelto di coinvolgere le prime due per i già presenti contatti tra

aree, che faciliterebbero una collaborazione a progetto avviato, mentre la terza è stata scelta

per la sua propositività e la vasta gamma di attività già avviate sul territorio MaB.

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Obiettivi

La necessità di una rete tra le varie aree è un’idea di cui si è discusso molto negli ultimi anni

ma che non è mai arrivata a concretizzarsi per diversi motivi. Sicuramente una collegamento

tra le varie riserve potrebbe aiutare i nostri territori a operare sinergicamente verso uno

sviluppo sostenibile e virtuoso.

Obiettivi del progetto sono quindi:

La promozione e lo sviluppo dei territori che fanno parte di aree MaB

Informare policy maker e operatori del settore turistico sul programma MaB

Far conoscere tra di loro sia le aree sia gli enti che sono in queste aree (ecomusei,

etc.) in modo tale da poter riuscire anche a creare delle collaborazioni per eventuali

progetti futuri

Knowledge sharing

Capacity development tra le amministrazioni coinvolte nei programmi MaB

Scambio di informazioni sulle buone pratiche affinché chi ha già esperienza possa

ispirare gli altri.

Centrale nel progetto sarà il ruolo della comunicazione, in primis di cos’è il programma MaB,

in modo tale da riuscire a valorizzare in toto la sua essenza, e in secondo luogo, di quali

sono le possibili sfide nella gestione di questo tipo di aree.

Inoltre questi obiettivi vanno a supportare alcuni dei target presenti nella “Strategia di

Siviglia”, il documento che contiene alcuni principi e linee guida delle aree MaB, prodotto

nel 1995 durante la Conferenza Internazionale UNESCO sulle Riserve della Biosfera. In

particolare, la presente proposta andrà a rispondere agli obiettivi di assicurare una migliore

armonizzazione e interazione tra le aree MaB esistenti e di migliorare la formazione degli

specialisti e dei manager.

Oltre a ciò, anche alcuni dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite possono

essere racchiusi nella presente iniziativa. Nel dettaglio il progetto si concilierebbe molto

bene con i seguenti obiettivi:

Assicurare vite salutari e promuovere il benessere per tutti a tutte le età

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Conservare e usare in maniera sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per

uno sviluppo sostenibile

Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, la

gestione sostenibile delle foreste, arrestare e invertire il degrado del terreno e

fermare la perdita di biodiversità

Rinforzare i mezzi di implementazione e rivitalizzare la leadership globale per lo

sviluppo sostenibile

Il progetto si inserisce quindi nell’ottica di fornire degli strumenti ai decisori politici affinché

questi riescano a pensare al meglio dei programmi di sviluppo per i loro territori che siano

rispettosi di certi criteri, quali per l’appunto la conservazione, la protezione e il ripristino,

dove possibile, delle risorse naturali.

La necessità di tale rete viene anche dalla conoscenza della carenza di informazioni di molti

stakeholder e policy maker verificata durante il progetto di Research Based Learning (RBL),

portato avanti dai ragazzi della terza edizione del Master World Natural Heritage

Managment, organizzato dalla Trentino School of Managment. Il commitment di questo

lavoro era capire se vi fossero la predisposizione da parte degli stakeholder dell’area del

Monte Baldo (monte di grande valore naturalistico, a ridosso del Lago di Garda, diviso tra la

provincia di Verona e quella di Trento), a creare un’area MaB. Durante questa ricerca da

quasi tutte le interviste è emersa un mancanza totale di conoscenza del programma e un

conseguente ignoranza di opportunità e sfide derivanti dal programma stesso.

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Le Aree MaB italiane

In Italia attualmente le aree MaB sono 13 e sono dislocate lungo tutto il territorio italiano:

Valle del Ticino (Lombardia/Piemonte) 2002

Monviso (Piemonte) 2013

Miramare (Friuli Venezia Giulia) 1979

Selva Pisana (Toscana) 2004

Arcipelago Toscano (Toscana) 2003

Circeo (Lazio) 1977

Collemeluccio-Montedimezzo (Molise) 1977

Cilento e Vallo di Diano (Campania) 1997

Somma-Vesuvio e Miglio d'Oro (Campania) 1997

Parco Nazionale della Sila (Calabria) 2014

Parco del delta del Po (Emilia Romagna - Veneto) 2015

Appennino Tosco-Emiliano (Toscana - Emilia) 2015

Alpi Ledrensi e Judicaria (Trentino-Alto Adige) 2015

Figura 1:Dislocazione aree MaB italiane

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Il progetto andrà a collaborare in particolare con tre di queste aree: quella di Collemeluccio-

Montedimezzo in Molise e le due neo proclamate aree dell’Appennino Tosco-Emiliano e

delle Alpi Ledrensi e Judicaria.

Riserva Alpi Ledrensi e Judicaria

L’area Alpi Ledrensi e Judicaria è una delle tre che sono state proclamate nell’ultimo anno.

È un’area che si estende dalle Dolomiti di Brenta fino alla parte superiore del Lago di Garda

e si configura come un territorio montano congruente in cui si è sviluppata una comunità

Figura 2:Area MaB Alpi Ledrensi e Judicaria

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umana coesa1. Il relativo isolamento geografico di questi territori ha determinato la

conservazione di un paesaggio tradizionale ad impronta silvopastorale2.

l territori di questa area sono caratterizzati da una ricchezza di ambienti naturali e di

paesaggi che si spiegano a causa della singolare conformazione del territorio situato tra un

ambiente alpino e uno prealpino, a contatto con le propaggini più settentrionali dell’ambiente

mediterraneo.

La riserva si estende sul territorio di 10 comuni: Bleggio superiore, Bondone, Comano

Terme, Fiavè, Ledro, Riva del Garda, San Lorenzo, Dorsino, Stenico, Storo, Tenno.

Riserva Collemeluccio-Montedimezzo

Collemeluccio-Montedimezzo ha ricevuto nel 1977 il riconoscimento di area MaB, ed è

quindi tra le tre aree la prima ad essere entrata nel programma.

Nell’area sono presenti, in modo totale o parziale, 7 Siti di Importanza Comunitaria (SIC)

della Rete Natura 2000 molisana: 1) Bosco di Collemeluccio - Selvapiana - Castiglione - La

Cocozza, 2) Bosco di Monte di Mezzo - Monte Miglio - Pennataro - Monte Capraro - Monte

Cavallerizzo, 3) Isola della Fonte della Luna, 4) Pesche - Monte Totila, 5) Torrente Tirino

(Forra) - Monte Ferrante, 6) Gola di Chiauci, 7) Torrente Verrino, caratterizzati dalla

presenza di habitat di interesse comunitario forestali, ma anche arbustivi e prativi3.

La riserva di Collemeluccio-Montedimezzo è una delle aree più attive a livello italiano, con

un sito web ad hoc per l’area MaB, curato e aggiornato, ed un fitto calendario di attività. In

particolare, sono state sviluppate iniziative di cittadinanza attiva, itinerari di promozione del

territorio ed è inoltre un sito oggetto di ricerca da parte di diversi enti, tra i quali l’Università

degli Studi del Molise, che negli anni hanno realizzato numerose pubblicazioni4. Inoltre

l’attività di monitoraggio e catalogazione di specie floreali e faunistiche presenti all’interno

dell’area è molto curata e aggiornata.

1 Dossier di candidatura dell’area, Settembre 2014 http://www.areeprotette.provincia.tn.it/binary/pat_aree_protette/news/MAB_UNESCO_Dossier_Candidatura_settembre_2014_ITA.1413355752.pdf 2 Ibidem 3 http://www.riservamabaltomolise.it/la-riserva/il-territorio.html 4 http://www.riservamabaltomolise.it/la-riserva/attivita.html

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È quindi una delle riserve da cui poter prendere esempio per strutturare dei percorsi e si è

dimostrata molto disponibile e propositiva per portare avanti questo tipo di progetto.

I comuni toccati da quest’area sono 7: Carovilli, Chaiuci, Pescolanciano, Pietrabbondante,

Rocca Sicura, San Pietro Avellana e Vastogirardi.

Figura 3. Area MaB Collemeluccio-Montedimezzo

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Riserva Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano

Insieme ad Alpi Ledrensi e Judicaria e al Parco del delta del Po è tra le aree proclamate lo

scorso giugno e si appoggia sulla struttura preesistente del Parco Nazionale. Il suo iter di

candidatura è sicuramente stato esemplare, poiché è stato un percorso condiviso non solo

Figura 5.Area MaB Appennino Tosco-Emiliano

Figura 4.Area MaB Appennino Tosco-Emiliano

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tra le amministrazioni e i soggetti competenti ma anche con le associazioni del territorio e i

cittadini.

Il territorio presenta una vasta varietà di specie floreali, aspetto dovuto all’ubicazione

dell’area, al confine tra il clima mediterraneo e quello continentale, oltre che dalle quote delle

montagne più alte e comprende specie endemiche, artico-alpine e mediterranee5.

Fausto Giovanelli, il presidente del Parco Nazionale, ha sostenuto, durante un incontro

pubblico in fase di candidatura, che sia una necessità far comprendere alle comunità locali

le potenzialità del MaB per non correre il rischio che questo venga visto come l’ennesimo

riconoscimento formale.

Anche per questo motivo è stato scelto come possibile partner del progetto, per lo spirito

con cui porta avanti l’iniziativa e per l’interesse a sviluppare le tematiche della MaB, oltre

all’ottenimento del riconoscimento.

5 https://it.wikipedia.org/wiki/Parco_nazionale_dell%27Appennino_Tosco-Emiliano

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I benefici attesi dal progetto

Il presente progetto ha un focus su amministratori locali e operatori turistici e punta ad

implementare le politiche di gestione delle aree MaB italiane e a creare

contemporaneamente una rete di relazioni tra gli enti turistici delle Riserva della Biosfera.

Tutto ciò vuole portare ad una sinergia di azioni tra operatori che possa portare

gradualmente ad una conversione del turismo ad esperienza cosciente, dove il turista non

è più cliente all’interno dei luoghi dove soggiorna, bensì ospite.

Gli attori coinvolti quindi potranno beneficiare, una volta creata, di questa rete, per portare

avanti iniziative in maniera congiunta. Tutto ciò, inoltre, potrebbe essere utile se le aree

decidessero di intraprendere un progetto unico, per esempio un LIFE europeo, facilitando

così anche la possibilità di finanziamenti. Tali iniziative, infine, sarebbero potenzialmente

una buona pubblicità dei territori che di conseguenza ne trarrebbero beneficio sia a livello

economico sia a livello di visibilità.

Attività

La struttura del progetto prevede la realizzazione di due tipologie di attività: una prima fase

di azioni preparatorie atte a creare a creare e rafforzare le connessioni tra le realtà

coinvolte e una seconda fase di capacity development per policy maker e operatori

turistici. La tabella 1 riporta nel dettaglio lo svolgimento delle attività.

Tabella 1: Descrizione attività

Azioni preparatorie

1. Networking

2. Incontro preliminare via Skype in cui verrà

presentata l’iniziativa alla quale seguirà il kick off

meeting

3. Kick off meeting

4. Strutturazione di un piano di comunicazione

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Creazione di una piattaforma web per far

dialogare le aree coinvolte nel progetto e

dove si inserirà il lavoro della Think Tank

Brochure informative da inviare ad ogni

comune coinvolto

Creazione di un sito web dove poter

promuovere i principi e gli sviluppi del

progetto e dove inserire tutto il materiale

che verrà prodotto

Attività di

comunicazione/formazione

1. Azioni di comunicazione rivolte alle pubbliche

amministrazioni

Newsletter

1 Workshop con interventi di esperti della

gestione di aree naturali

Brochure informative su programma MaB

Knowledge Sharing tramite pittaforma web

e incontri face-to-face

2. Azioni di comunicazione rivolte agli operatori

turistici

Brochure informative su programma MaB

Incontri focalizzati sulla comunicazione di

nuovi possibili modi per vivere il territorio

Creazione di gruppi di lavoro virtuali/fisici

per la strutturazione concreta di nuove

proposte turistiche che si modellino sui

principi MaB

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Cronogramma

Le varie attività si distribuiranno su un arco temporale di sei mesi. Contemporaneamente alla fine della

prima fase di networking inizierà l’attività di strutturazione del piano di comunicazione, che verrà portata

avanti insieme all’organizzazione del workshop di metà progetto. Da marzo infine inizierà la fase di

informazione/formazione rivolta a policy makers e operatori del settore turistico.

Tabella 2. Cronogramma del progetto

La metodologia

Gli obiettivi del progetto verranno raggiunti con la seguente metodologia:

Facilitando lo scambio di informazioni ed esperienze

Identificando le sfide e i bisogni nella gestione di un’area MaB

Sviluppando e rinforzando le capacities delle amministrazioni locali

Promuovendo lo scambio di idee tra gli operatori del settore turistico delle aree

coinvolte

Diffondendo gli sviluppi del progetto in modo efficace tramite la creazione di un sito

web e di materiale informativo su altri supporti (cartaceo, video, etc.)

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Il focus centrale di questa metodologia sta nel creare una organismo simile ad una web-

based Think Tank6, ossia un gruppo di lavoro, tra i diversi soggetti del progetto, per facilitare

lo scambio di idee e proposte sia virtuale sia face-to-face nel contesto di gestione delle aree

MaB. All’interno di questa Think Tank virtuale non dialogheranno solamente gli

amministratori e gli operatori turistici, ma potranno inserirsi i vari esperti che collaboreranno

al progetto, aiutando così gli altri partecipanti ad affrontare dubbi e problematiche di varia

natura, dalla gestione del territorio a nozioni più tecnico-scientifiche sulle aree naturali.

Il vantaggio della creazione di un organismo simile sta nella flessibilità della sua struttura

ma soprattutto nella sua essenza: un Think Tank richiede infatti un’interazione dinamica e

continua tra i suoi partecipanti ed è quindi molto diverso dall’impostazione classica di

un’associazione. Inoltre un Think Tank si pone proprio come obiettivo quello di affrontare e

sviluppare un tema, che in questo caso è identificabile nella ricerca di un ottimale piano di

gestione delle aree MaB.

Inoltre si cercherà di organizzare, almeno inizialmente, un meeting dal vivo tra i vari

partecipanti. Anche se la parte virtuale del progetto sarà centrale, non possiamo permetterci

di tralasciare l’insostituibile efficacia di un incontro dal vivo. Infatti, come evidenziato da un

progetto europeo di networking7, non vi è miglior modo per far conoscere le persone tra loro

e stimolarle a collaborare.

La struttura della web-based Think Tank sarà quindi fondamentale nei tempi morti tra gli

incontri di persona: verrà infatti utilizzata la piattaforma per tenere alta la motivazione dei

partecipanti trasmettendoli informazioni, news dalle attività delle altre aree MaB e

promuovendo un continuo dialogo tra gli attori.

6 Termine utilizzato per descrivere un gruppo di esperti, specialista in un settore o in una materia, che cooperano tra di loro per l’analisi e per trovare soluzioni di problemi specifici di vario genere(Fonte:dizionari.repubblica.it) 7 CATALYST, Capacity Development for Hazard Risk Reduction and Adaptation, 2011

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Budget

Attività Costo

Coordinatore di progetto, esperto di processi di governance delle aree

MaB. Lavora al progetto a tempo pieno, ne segue e dirige le fasi. Crea il

piano di comunicazione, si occupa dell’organizzazione logistica degli

eventi, contatta gli attori coinvolti, i relatori e gli esperti e gestisce il sito

web.

1520€ x

6mesi

(40 ore

settimanali,

9,5€/h)

Rimborso spese/spostamenti per coordinatore di progetto 1500€

Materiale di promozione del progetto (locandine, opuscoli, sito web,

brochure, etc) 1500€

Professionisti per la creazione dei materiali di progetto (grafici,

videomaker, artisti etc.) 2000€

Affitto spazi 1500€

Materiale per eventi di comunicazione (dispense informative,

cancelleria, etc.) 1000€

Spese vitto/alloggio di relatori ed esperti durante i 2 workshop 1500€

Vitto per partecipanti ai 2 workshop (kick off meeting e workshop

intermedio) 1000€

TOT=19.120€

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Assicurare una sostenibilità al progetto

Il progetto è strutturato come un progetto pilota, fondamentalmente per due motivi:

Risulta più semplice a livello logistico in un primo momento coinvolgere solo 3 delle

13 aree MaB italiane

Per riuscire a coinvolgere tutte le aree MaB italiane nella creazione di una rete

sarebbe necessario un budget al momento non disponibile per iniziative di questo

tipo

È infatti strutturato in modo tale da permettere piano piano alle altre aree MaB di inserirsi

una volta “mature” nella rete.

Ciò è permesso dalla flessibilità di una struttura come quella del Think Tank e dalla

collaborazione paritaria delle aree. Non si vuole creare un organismo rigido burocratico,

bensì una vivace rete di idee, uno scambio di ispirazioni e non solo di conoscenze.

Il progetto è pensato in modo tale che, dopo i primi investimenti iniziali, possa riuscire ad

andare avanti in maniera autonoma senza quindi il finanziamento di un ente esterno, come

può essere un ente capofila ad esempio. Il grosso del budget necessario deriverà infatti dai

primi meeting e workshop, ma successivamente, grazie alla web-based Think Tank, i costi

dovrebbero ridursi notevolmente.

Inoltre, se si verificasse il funzionamento e l’efficacia del format, vi sarebbe un'altra opzione

per proseguire il progetto ossia la ricerca di un finanziamento tramite bandi europei.

L’Unione Europea stanzia infatti ogni anno dei fondi per iniziative rivolte all’ambiente e

proprio negli ultimi anni ha finanziato un progetto italiano molto simile a quello che è qui

proposto. Il progetto di cui parliamo è il FARENAIT, che ha creato un network tra i

amministratori locali e agricoltori dei territori inclusi nella Rete Natura 2000, e ha promosso

attività di comunicazione e formazione rivolte alle due categorie sopra citate.

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Ulteriori finanziamenti per il proseguo del progetto potrebbero derivare anche da attività di

crowfunding, autofinanziamento da parte dei comuni o da fondazioni/enti che promuovono

iniziative sul genere quali, ad esempio, la Fondazione Sviluppo Sostenibile di Edo Ronchi.

Partner di progetto

I possibili partner identificati sono:

Provincia Autonoma di Trento

Trentino School of Managment

BIM del Sarca

Università del Molise

Parco dell’Appennino Tosco Emiliano

Slow Food – sezioni regionali

ISPRA

La Provincia Autonoma di Trento, in questo momento, potrebbe essere interessata ad

essere capofila del progetto in quanto quest’ultimo rappresenterebbe una potenziale

occasione per promuovere sia la neo proclamata area MaB Alpi Ledrensi e Judicarie, sia

contemporaneamente un ente di formazione ad hoc sulle tematiche trattate come Trentino

School of Managment.

Il BIM del Sarca è stato individuato come partner poiché sarà l’ente che si occuperà della

gestione dell’area Alpi Ledrensi e Judicarie.

L’Università del Molise si è occupata per anni dell’area MaB Collemeluccio-Montedimezzo

e ancora oggi sta lavorando per il suo ampliamento.

Il parco dell’Appennino Tosco-Emiliano è invece il parco che di recente è diventato area

MaB. La struttura burocratica dell’area MaB non è al momento operativa ma lo sarà in pochi

mesi.

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Slow Food può invece contribuire al lavoro che faranno gli operatori turistici, sponsorizzando

in tal modo un altro tipo di turismo, che è focalizzato sul recupero e la valorizzazione delle

tradizioni, anche culinarie.

ISPRA potrà infine, se disponibile, fornire dei contenuti scientifici all’interno del Think Tank

e durante gli eventi di formazione tenuti dalla Trentino School of Managment.

Conclusioni

Il progetto si inserisce in un’ottica di miglioramento dei piani di gestione delle aree MaB

italiane.

La presente proposta, inoltre, vuole porre l’accento sulla necessità di comunicazione nella

gestione dei patrimoni naturali. Spesso l’informazione e il knowledge sharing sono qualcosa

di sottovalutato e ciò è dimostrato dal fatto che in molte organizzazioni la parte di

comunicazione non è gestita da professionisti bensì affidata a chi ha già altre mansioni,

come compito in aggiunta e marginale. Una comunicazione attenta, studiata e indirizzata

può aiutare a comprendere, apprezzare e pubblicizzare al meglio i nostri patrimoni naturali.

È necessario quindi lavorare sull’implementazione della trasmissione di conoscenze dal

mondo scientifico ai policy makers, e tra i policy makers stessi, affinché questi possano

sviluppare gli strumenti per gestire al meglio il territorio.

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Sitografia

https://it.wikipedia.org/wiki/Parco_nazionale_dell%27Appennino_Tosco-Emiliano

http://www.areeprotette.provincia.tn.it/binary/pat_aree_protette/news/MAB_UNESCO_Dossier_C

andidatura_settembre_2014_ITA.1413355752.pdf

http://www.riservamabaltomolise.it/la-riserva/il-territorio.html

http://www.riservamabaltomolise.it/la-riserva/attivita.html