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Maria di Nazareth

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Mariadi Nazareth

B E L L E STO R I E B E L L E V I T E N ° 2Collana fondata da Padre Jean PIHAN

TESTOAGNÈS RICHOMME

ILLUSTRAZIONIROBERT RIGOT

COLORICHAGNAUD – BRUNET – YOT

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Circa duemila anni fa, vivevano inPalestina due persone molto felici: erano igenitori di una bellissima bambina appenanata. Si pensa che un neonato sia semprebello, anche se la sua pelle è grinzosa e il suonaso a volte un po’ grosso. La tradizione cidice che la mamma di questa bella bambina si chiamava Anna, e il papà Gioacchino. Essierano particolarmente felici perché era la loro primogenita.

La chiamarono Myriam,che significa Maria, un nome che veniva datocomunemente alle bambine in Palestina.Anna si sentiva piena di gioia vestendo e nutrendola piccola Maria. Ma essa ignorava che, dasempre, Dio aveva scelto la sua bambina peressere la Madre del Messia.Come avrebbe potuto indovinare che il Signore,in previsione della sua grande missione, avevaconcesso a Maria, sin dal primo momento dellasua esistenza lo stato di grazia che riceviamosolo mediante il Battesimo? Questo privilegioviene chiamato Immacolata Concezione.

Sì, Maria era completamente pura e Dio,che sarebbe nato più tardi da essa per salvaregli uomini, aveva salvato lei stessa in anticipo.Per ora, soltanto la sua gentilezza e la suabontà la distinguevano dagli altri. Era cosìbrava da lasciare tutti meravigliati. Cominciòben presto a sorridere, ma non solo con le labbra ma anche con gli occhi molto dolci e profondi. Anche gli adulti si sentivano commossi davanti a quel viso piccolissimo; siprovava gioia solo a guardarla.Cominciò ben presto a stare in piedi, poi acamminare tenendo nella sua manina il vestitodella mamma o il ditone del papà.

In quel periodo, cercava di pronunciare sillabe che presto diventaronoparole, poi piccole frasi.Il tempo passava. Dal grazioso bebé che eranei primi mesi della sua vita, la piccola Mariaera divenuta una bambina così dolce e buonada sorprendere tutti. Si aveva un bel cercare:non si trovava mai in essa il minimo difetto.Che fosse in casa con i genitori, nella strada oalla fontana con gli altri, Maria era sempregentile, educata, servizievole. Davvero non siera mai visto qualcosa di simile!

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Tutte le bambine del paesefurono presto sbalordite. Maria non litigavamai, non mancava mai di essere caritatevole.Anzi, era sempre pronta a cedere, a sacrificarsiper far piacere, a prestare le sue cose.I grandi si chiedevano a volte bisbigliando:«Che pensate di questa bambina? Sicuramentenon è come gli altri e Dio deve avere dei progetti per lei». Mentre le sue compagne provavano per Maria un affetto misto a rispetto. Ognuna avrebbe voluto assomigliarle.

Si dice che Maria, già in teneraetà, fosse stata condotta dai suoi genitori aGerusalemme e presentata al tempio per esservieducata dai sacerdoti e dalle sante donne.Così la Chiesa festeggia il 21 novembre di ognianno, con il nome di Presentazione di NostraSignora, il ricordo di questo evento.Quel che è certo è che la piccola Maria avevauna vita piena del più grande amore di Dio edel più grande amore per tutti quelli che lacircondavano, poiché non si può amare Dio senon si ama il prossimo.

Maria amava talmente il Signore dapensare un giorno di dover consacrarsi inte -ramente a Lui. Allora, senza tanto parlare, macon tutto l'ardore della sua generosità, fecevoto di castità.Doveva avere, allora, più di dodici anni, perchésolo a questa età era possibile per le ragazzeebree manifestare e rendere valido un voto.Maria rinunciava dunque alla possibilità diessere madre con questo voto con il qualeconsacrava a Dio la propria verginità; essarinunciava anche, pur appartenendo allastirpe di David da cui doveva nascere ilMessia, alla speranza di esserne la madre.

Essa era senza dubbio troppo umile emodesta per avere mai pensato di poteressere la madre del Cristo. Desiderava soloservirlo con tute le sue forze con una vita deltutto pura.Poiché in Oriente ci si sposa molto giovani,presto venne l'età, per Maria, di fidanzarsi.Possiamo certo pensare che nel caso di Mariafosse Dio stesso ad ispirare la scelta che caddesu Giuseppe. Anche lui era discendente dellafamiglia reale di David, ci dice l'EvangelistaLuca. Ma un discendente povero come Maria:questo erede di un re era un semplice falegname.

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Ci fu dunque il fidanzamento deidue giovani. Maria aveva avvertito Giuseppedel voto che aveva fatto, cioè di rimanereconsacrata al Signore. Anche Giuseppe era moltopio e comprese molto bene il significato diquesto voto e fu felice di essere lo sposo e ilprotettore di una giovane così bella e così pura.Essi si promisero di condurre insieme una vitamolto santa, e di fare delle loro giornate e dei loro lavori una preghiera e un'offerta perottenere la venuta prossima del Messia attesoda tutti.

Un giorno mentre Maria si trovavain casa, presa dalle faccende domestiche, lastanza s'illuminò improvvisamente in modoincomprensibile. Prima che Maria avesse avutoil tempo di chiedersi cosa stesse accadendo,un Angelo apparve là davanti ad essa. Eral'Arcangelo Gabriele incaricato da Dio di questamissione unica nella storia del mondo. Eglidisse:«Ave, Maria, piena di grazia, il Signore ècon te!»Maria rimase lì a guardarlo, domandandosicosa significassero quelle parole.

Gabriele continuò: «Non temere,Maria, hai trovato grazia davanti a Dio. Eccoche sarai madre di un bimbo al quale darai ilnome di Gesù. Egli sarà grande. Lo chiamerannoil Figlio dell'Altissimo. Il Signore gli darà il tronodi David, suo avo, e il suo regno durerà in eterno». Maria ascoltò con attenzione questa dichiara-zione, sentendosi rassicurata. Ma allo stessotempo rifletté a quello che aveva appenaudito: le viene annunciato che avrà un figlio,ma consacrandosi a Dio, lei ha rinunciato allapossibilità di essere madre.

Eppure essa sa bene che Dio è onni-potente e può tutto quello che vuole.Allora, umilmente e modestamente, chiede:«Come può avvenire questo?».L'Angelo, pieno di ammirazione per la saggezzae l'umiltà di questa giovane, le spiega con dolcezza che sarà opera dello Spirito Santosenza coinvolgere affatto la sua verginità: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenzadell'Altissimo ti coprirà della sua ombra. Per questo il bambino che nascerà da te sarà chiamato il Figlio di Dio».

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Offre a Gesù già vivente in lei tuttaquesta bella natura: chiama a testimoni dellasua felicità gli uccelli, i fiori, gli alberi, le colline,e offre se stessa sempre più intensamente. Ilpercorso, così le appare più breve; ella nonperde un solo minuto del suo tempo. Anchenoi possiamo fare, sull'esempio di Maria, unaofferta e una preghiera di tutte le nostreazioni, dei nostri passi, dei nostri giochi.

Ecco Maria arrivare davanti alla casadei cugini. Scorge Elisabetta e si affretta perdirle buongiorno per prima. Ma che accade?Elisabetta, invece di rispondere semplicementeal saluto le dice che «è benedetta fra tutte ledonne» e che «essa è felice di aver creduto alla parola dell'Angelo». Come ha potutoindovinare ciò che era accaduto a Nazareth?Essa spiega a Maria che, appena l'ha sentitadirle «buongiorno» ha capito tutto perché ilbambino, sebbene non fosse ancora nato, glielo ha fatto capire sussultando dentro di lei.

Aggiunge poi con modestia: «Dadove mi viene questa felicità perché la madredel Signore è venuta fino da me?». Allora Marianon può più trattenere la sua felicità: dalmomento dell'Annunciazione stava custodendoil suo segreto. Ma, vedendo che Dio stessol'aveva comunicato a Elisabetta, si mette a cantare di tutto cuore.Noi ripetiamo spesso quel canto: è il Magnificat.Maria canta: «L’anima mia magnifica ilSignore», che vuol dire «la mia anima riconosceche il Signore è grande».

Maria canta una verità che esplode dentro di lei, così piccola e umile, che Dio hascelto tra tutte le donne per essere la madredel Salvatore.«Ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandatoi ricchi a mani vuote», significa che Dio mandavia a mani vuote chi è orgoglioso e crede dipoter fare a meno di lui. Dio ha sempre agito inquesto modo e continuerà a farlo.

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Allora Maria, che da sempreaveva vissuto per Dio, accettò ciò che leveniva proposto con una risposata piena diumiltà: « Eccomi sono l'ancella del Signore,avvenga di me secondo la Tua Parola!».E subito il miracolo si compì! Il Messia tantoatteso dagli Ebrei, Gesù, il Cristo, viene formatodallo Spirito Santo nel corpo purissimo dellaSanta Vergine, che lo partorirà dopo nove mesi.E Maria rimase là, le mani giunte sul cuore,mentre Gabriele si ritirò con rispetto, lascian-dola alla sua adorazione.

Questa visita avvenuta in unasemplice stanza di una piccolissima città dellaPalestina è la più importante del mondo: èl'Annunciazione. Perché dalla risposta che laMadonna avrebbe dato all'Angelo sarebbedipesa la sorte di tutta l'umanità. Essa hadetto «Sì » e con questo possiamo, malgrado i nostri difetti, le nostre colpe, le nostre mancanze, essere ancora figli e figlie di Dio –poiché Gesù, che è il Figlio di Maria e nellostesso tempo anche di Dio Padre, ci ha salvatie vuole considerarci suoi fratelli e sorelle.

L'Angelo Gabriele aveva annun-ciato a Maria un'altra buona notizia. Egli leaveva detto che sua cugina Elisabetta aspettavaun bimbo. Elisabetta e suo marito Zaccariaerano già anziani e da tempo erano tristi diinvecchiare da soli. Non speravano più!Ed ecco che Elisabetta stava per diventaremamma poiché, aggiunge Gabriele, «niente èimpossibile a Dio». Che gioia deve essercistata in casa di Zaccaria, a Hebron! Maria cheaveva un grande affetto per i suoi cugini, ne fufelicissima. Appena l'Angelo l'ebbe lasciata,decise di rendere subito visita a Elisabetta.

Essa voleva essere lì per parteciparealla gioia comune. Ma soprattutto voleva aiu-tare sua cugina, perché sapeva che la nascitadi un bambino dava sempre grande lavoro incasa. In fretta (lo dice il Vangelo) Maria simette in viaggio verso il paese dei suoi cugini,che era in un'altra provincia, abbastanza lontanoda Nazareth. Ma Maria è giovane e le piacecamminare. Pur affrettandosi, poiché le premedi aiutare sua cugina, dice e canta senza sostail suo ringraziamento.

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Si mettono dunque in marcia, conun asinello, poiché Giuseppe vuole evitare aMaria una fatica troppo grande nel lungoviaggio. Lei pensa soprattutto a preparare ciò di cui lui ha bisogno. Nessuno di loro è contrariato per questo spostamento così scomodo proprio al momento della nascita.Giuseppe guarda con un po' di rimpianto laculla che egli stesso ha fabbricato con tantoamore, ma che non può trasportare nel viaggio.

Spesso entrambi pregano insieme,cantando dei Salmi. Adorano il Signore chesembra tanto grande in quella bella naturache stanno attraversando. Essi lo adoranoancor di più poiché Egli è sempre presente conloro, nel ventre di Maria. La sera si fermano perdormire in piccole locande, per ripartire prestol'indomani, offrendo a Dio la nuova giornata!Dopo molti giorni scorgono la case di Betlemme,quando ormai la nascita è imminente.

Giuseppe cerca subito di trovareuna stanza ma, ci dice il Vangelo, «non c'eraposto per loro nelle foresterie». Con Mariache stava per diventare madre, in effetti, non era possibile entrare in quei vasti cortili(chiamati caravanserragli) dove i viandantipoveri si affollavano, insieme agli asini e ai cammelli.

Bisogna assolutamente trovare unangolo riparato dove condurre Maria. Qualcunoindica a Giuseppe una grotta ben riparata,dove i pastori riparano talvolta le bestie.Senza esitazione Giuseppe vi conduce Maria.Dopo aver pulito la grotta egli ammucchiadella paglia per farne un giaciglio sul qualeMaria possa distendersi.Là, in questa grotta per il bestiame, su un giaciglio di paglia, Gesù, il Cristo, il Messiaviene al mondo, piccolo e indifeso come tutti i neonati.

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Maria tace, mentre Elisabetta laguarda a lungo, emozionata. In tutta semplicità,ora, Maria si mette all'opera occupandosidelle faccende domestiche, della cucina, aiutando Elisabetta in ogni modo.Presto nasce il piccolo Giovanni, che sarà chiamato il Battista (colui che battezza);lavandolo e prendendosi cura di lui Mariapensa certamente a Gesù che, fra qualchemese, sarà nelle sue braccia: essa fa in casa diElisabetta il suo tirocinio di madre. Quandosua cugina non ha più bisogno di lei, riprendeil cammino per rientrare a Nazareth.

Quanto le piace il silenzio della suacasetta! Lì, mentre si occupa dei pasti e sbrigale faccende di casa, rimane sempre unita alSignore, senza che il suo lavoro ne risentaminimamente. Essa ha ben capito che Dio cichiede non di recitare preghiere per tutto ilgiorno, ma di far entrare la preghiera in tuttociò che facciamo, dedicando il nostro lavoro aLui e riponendovi molto amore.Giuseppe trovava sempre tutto pronto conpuntualità. Maria non si spazientiva mai nelfare i suoi doveri di casa.

Da quando Giuseppe conosceva la verità, appresa da un Angelo apparsogli in sogno per spiegargli la prossima nascitamiracolosa di Gesù, la sua venerazione perMaria era diventata ancora più grande. Il suoamore per lei cresceva in ogni istante, ed egliringraziava sempre il Signore di averlo sceltoper questa bellissima missione.Maria tesseva il lino e filava la lana per preparareil corredino di Gesù. Che dolce gioia regnavain quella piccola e semplice casa! I re nei loropalazzi non erano così felici come lo era quellasemplice coppia di lavoratori!

Il momento della nascita si avvicina.E' allora che Cesare Augusto decide di sapereil numero degli abitanti della Palestina, in quel tempo sotto la dominazione dell'ImperoRomano. Viene indetto il censimento e ognunodeve andare a farsi iscrivere nelle liste delcomune di origine della famiglia.Giuseppe era della stirpe di David, e la città diDavid era Betlemme: è dunque a Betlemmeche egli deve recarsi. Naturalmente, parte conMaria quando ormai la nascita è vicina.

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Dopo poco certamente Gesù avràcominciato a piangere, perché aveva fame. Marialo prese in braccio e si preparò ad allattarlo.Quali dovettero essere le sue sensazionidavanti a questo fatto stupendo: il Signore, ilCristo, vuole il suo latte che svilupperà il suocorpo umano che egli ha voluto prendere!Questo gesto della Madonna che permetteràa Gesù di vivere e di crescere, noi dobbiamoripeterlo in un modo diverso ma altrettantoreale: dal nostro modo di vivere la nostra vitacristiana, noi permettiamo a Gesù di vivere innoi e nel mondo.

Giuseppe trovò un piccolo alloggiodove condusse Maria e il Bambino. Malgradole condizioni di vita nel paese fossero moltopovere, la serenità riempiva l'umile dimora,ove i due sposi non lavoravano che per Gesùin stretta comunione tra di loro.Maria ringraziava sempre il Signore per avervoluto prenderla come madre e per averledato Giuseppe come marito per proteggerla.La povertà e anche qualche privazione nonintaccavano la profonda letizia di coloro che vivevano per Dio, affettuosamente unitifra loro.

Gesù aveva già otto giorni, tempo incui tutti i piccoli maschi giudei venivano circoncisi: la cerimonia corrispondeva in parteal nostro Battesimo di oggi, poiché questo piccolo intervento stava a significare l'entratadel nuovo nato nella famiglia dei figli diIsraele. Nel giorno della circoncisione venivadato al bambino il nome prescelto, come nelBattesimo: Giuseppe lo chiamo ufficialmenteGesù, come aveva detto l'Angelo Gabriele.

La vita continuava tranquilla aBetlemme e il quarantesimo giorno dopo lanascita si avvicinava. I giudei prescrivevano chein quel giorno ogni piccolo primogenito venisseconsacrato al Signore nel Tempio di Gerusalemme.Anche la madre doveva sottoporsi ad alcunecerimonie chiamate «di purificazione».Questa legge non concerneva il figlio di Mariache non doveva essere riscattato al pari deglialtri bambini, lui che era venuto proprio perredimere il mondo. Anche sua madre nondoveva essere purificata di alcunché, lei cheera completamente pura, l'Immacolata.

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Dinanzi a questo bimbo la Madonnaoffrì interamente la sua vita. Da brava madre, dopo aver abbracciato teneramente ilpiccolo Gesù, Maria si mise a fasciarlo. Mentreavvolgeva quel corpicino con le fasce cheaveva portato con sé, Maria non smetteva di ammirarlo e di adorarlo. Poi posò il Bambino in una mangiatoia riempita di paglia da Giuseppe.

Maria e Giuseppe lo adoravanoin silenzio, mentre la notte avanzava. Nei dintorni greggi e pastori dormivano. Una luceimprovvisa li ridestò: il cielo era attraversatoda grandi bagliori e ci si vedeva come in pienogiorno. I pastori, spaventati, si chiedevano acosa fosse dovuto tutto ciò. Un Angelo disseloro: «Non temete, vi annuncio una grandegioia per tutti. Oggi è nato il Salvatore, ilCristo! Da questo potrete riconoscerlo: troverete un neonato avvolto in fasce, postoin una mangiatoia».Incuriositi e rassicurati, i pastori si miserosubito alla ricerca del bambino annunciato.

Essi portavano con sé poveri doni presida ciò che avevano: latte, formaggio, burro,lana…forse un agnello. Ma queste semplicicose date con cuore fecero di certo molto piacere a Dio.Trovata infine la grotta con dentro il bambinoannunciato dall'Angelo i pastori, senza stupirsiper la strane condizioni della nascita delMessia, l'adoravano profondamente.Giuseppe e Maria furono sorpresi da questavisita, ma i pastori riferirono come avevanoappreso della nascita di Gesù.

Maria sapeva bene come si è felicinel tenere un neonato tra le braccia. Tuttaviaquel neonato è il Messia! Essa lo affida volen-tieri ai pastori che, al solo toccarlo, sentonouna tale dolcezza, una tale gioia pervaderli dapiangere per l'emozione. Parlano con Giuseppe,offrono i doni e poi se ne ripartono conl'animo felice, per raggiungere il loro bestiamee per raccontare agli abitanti di Betlemme ciòche era loro capitato.

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Maria e Giuseppe tornarono aBetlemme, riflettendo lungo il percorso suquello che era successo al Tempio.Nella casetta la vita continuò tranquilla.Un giorno Giuseppe, stupito, vide avvicinarsiuna carovana nella strada dove abitava. Sivedeva, dalla ricchezza delle vesti e dai finimentidei cammelli, che si trattava di persone impor-tanti: in effetti, si trattava di tre ricchi saggistranieri e del loro seguito. La carovana sifermò proprio davanti alla modesta abitazione.Giuseppe era lì, in silenzio, chiedendosi cosasignificasse quella visita.

Ma, discesi a terra, i tre saggi (che vengono chiamati anche Magi) chiesero il permesso di entrare. Matteo ci dice nel suoVangelo: «Essi guardarono il bambino e suamadre, si inginocchiarono davanti a lui el'adorarono. Poi gli offrirono in dono oro,incenso e mirra».I Magi, dopo aver adorato il bambino tenutoin braccio da Maria, spiegarono il perché dellaloro visita: nei loro paesi d'Oriente essi studia-vano gli astri e aspettavano la comparsa diuna stella particolare.

Un giorno, finalmente, questastella era apparsa nel cielo. Subito, lasciandola loro vita normale e i loro paesi, si misero inmarcia. La stella sembrava precederli nel cielo.Giunti in Palestina, non vedendo più la stella,essi si erano recati dal re Erode per chiederglidove doveva nascere il re dei Giudei.Erode aveva riunito i saggi e fatto cercare neitesti: nelle predizioni dei profeti si era trovatoche il Re doveva nascere a Betlemme. Essi,dunque, si erano diretti verso Betlemme.

Soddisfatti della felice conclusionedel loro lungo viaggio, i tre saggi non si stan-cavano di ammirare il bambino, di parlare alla madre e offrire i loro tesori. La dolce gioia che provavano li rendeva certi di nonessersi sbagliati.

Malgrado il loro sapere adorarono intutta semplicità quel piccolo bambino chesembrava come tutti gli altri, ma che la lorofede diceva ad essi che era proprio il Re delCielo e della Terra, per il quale avevano compiuto quel lungo viaggio.

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Ma, facendosi uomo, aveva accettatodi essere «uno di noi» al punto di volere che glisi facesse quello che si faceva agli altri bambini.Anche Maria si recò in tutta semplicità aGerusalemme per presentarsi al sacerdotecome le altre madri ebree.Eccoli dunque di nuovo in viaggio, un meravi-glioso viaggio malgrado la stanchezza! QuandoDio è con noi si è sempre felici, qualunquecosa accada.Il Tempio di Gerusalemme apparve all'orizzontee Maria e Giuseppe erano contenti di ritornarvi.

Maria aveva un atteggiamento umileinsieme alle altre madri davanti alla porta delTempio, dove il sacerdote riceveva le offerte.Ai poveri venivano chieste due tortore, ed èquello che offerse Maria, moglie di Giuseppe,semplice artigiano.Dopo di lei fu Gesù ad essere presentato peresser offerto al Signore, come tutti i primogeniti,ed esser quindi restituito ai genitori.

La cerimonia era terminata. Maecco che un vegliardo, di nome Simeone, siavvicinò a Maria e le chiese di ridargli il bambino per qualche momento: egli sembravarapito dalla gioia e, quando prese Gesù inbraccio, lo guardò amorevolmente cantandoun cantico di ringraziamento al Buon Dio:«Adesso, Signore, non chiedo più nulla, moriròfelice perché ho visto il Salvatore, che tu haiinviato per essere la Luce di tutti i popoli».Così come era già accaduto con i pastori, Dio stesso fece conoscere a Simeone chi eraquel bambino.

Ma dopo aver così ringraziato Dio,Simeone aveva ancora qualche cosa da dire. Sivoltò verso Maria rendendole Gesù: «Questobambino è venuto per la felicità o l'infelicitàdella gente di Israele, a seconda che si sia conLui o contro di Lui. E tu, Maria, avrai l'animotrafitto da una spada di dolore».Maria, a queste parole, si ricordò tutto quelloche sapeva riguardo al Messia, comprendendoinfine certi brani della Bibbia che annunciavanoun Messia doloroso.

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Questa fuga verso l'Egitto fu certa -mente molto dura. Occorreva camminare ilpiù rapidamente possibile, bruciando le tappe,per interporre al più presto una grande distanzatra il bambino e quel re crudele. Bisognòanche attraversare il deserto, e Maria dovettepensare agli Ebrei che avevano dovuto fuggire,come lei, passando in quello stesso desertocon Abramo. Anche Mosé aveva fatto lostesso percorso in senso inverso per guidare gliEbrei nella loro terra: l'immensa carovanaaveva errato per decine di anni in quelle zone,nutrendosi miracolosamente con la manna.

Adesso era il piccolo Gesù, il Messia,portato in braccio da sua madre, ad attraversareil deserto. Perseguitato dovette trovare rifugioin terra straniera, in Egitto.Maria e Giuseppe erano ancora più poveri chea Betlemme e doveva essere molto difficile perGiuseppe sfamare la famiglia. Inoltre, eranocompletamente soli, senza conoscere nessuno.!Più che mai bisognava confidare in Dio, eMaria non mancava di farlo, pregando il Padredi proteggere la vita umana del figlio e dicoloro che lo custodivano.

Una notte a Giuseppe apparve dinuovo in sogno un Angelo che gli annunciò la morte di Erode e gli disse di tornare nellasua terra. I due sposi si rimisero in marcia unendosi,come già all'andata, alle carovane equipaggiateper affrontare il deserto. Giuseppe, avvicinandosialla Palestina, apprese che Archelao, figlio diErode, era succeduto al trono e che era cattivoquanto il padre. Ancora una volta Dio intervenne,e Giuseppe fu avvertito di recarsi a Nazareth.

Maria fu ben contenta di questadecisione. Nazareth, infatti, era per lei ilricordo della visita dell'Angelo Gabriele con ilsuo straordinario messaggio; là, inoltre, eranotrascorsi i mesi dell'attesa di quel bambino cheportava in grembo. Quanti avvenimenti si erano verificati dopo di allora!Quel figlio annunziato dall'Angelo, ora se loteneva in braccio. Essa aveva visto inchinarsidavanti a lui pastori e ricchi stranieri; avevaascoltato il cantico di Simeone e provato laspada annunciata per lei. Già aveva dovutofuggire per salvare il bambino.

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Maria era piena di ammirazione nelsuo cuore per come Dio aveva illuminato econdotto questi stranieri, e ripensava alleparole di Simeone che già vedeva avverarsi:«Egli è la Luce che deve rischiarare tutte legenti». Alla nascita di Gesù, Dio aveva avvertito i più umili pastori, che tutti disprez-zavano. Adesso, ecco che Egli guida verso ilbambino questi grandi saggi, che non sonoGiudei ma stranieri.Maria ripensava continuamente a tutte questecose meravigliose che serbava in cuore.

I Magi, conclusa la loro visita, ripartironosui loro cammelli, portando dentro di loro lagioia di aver conosciuto Gesù. Il re Erode aveva detto loro: «Quando avretetrovato questo bambino, tornate indietro adavvertirmi affinché anche io possa adorarlo».Ma stava mentendo poiché temeva solo diperdere il trono: nell'apprendere infatti da queglistranieri la nascita di un «Re dei Giudei», erastato colto da una grande inquietudine esubito cominciò a pensare a come sopprimerequesto rivale. Ma i Magi avevano avuto insogno l'avviso di rientrare nel loro Paese senzaripassare da Erode.

Erode, non vedendoli tornare, si infuriòmoltissimo e decise, non potendo sapere dovetrovare questo bambino, di far uccidere tutti imaschi di meno di due anni a Betlemme e neidintorni per essere sicuro di sbarazzarsi del Messia.Ma Dio vegliava su suo figlio e mandò unAngelo ad avvertire Giuseppe: «Prendi ilBambino e Maria, fuggi subito in Egitto e restaci fin quando ti avvertirò, poiché Erodevuole uccidere il Bambino». Giuseppe si alzòimmediatamente e partì nella notte con la sua famiglia.

Povera Maria, costretta a mettersiin salvo così, in piena notte! Come deve avertenuto stretto il piccolo, pronta a difenderlocon la propria vita! Come deve aver compresole sofferenze di tutte le madri che, scacciatedalle loro case dalla guerra, sono fuggite portando i loro bambini in braccio! Maria, dalCielo, quante volte si sarà rivolta teneramentesu queste donne e avrà pregato per loro; aquante di loro il suo intervento avrà evitatodisgrazie e grandi sofferenze!

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Giuseppe, al rientro dal suo faticosolavoro, era felice di ritrovare Maria. Che emo-zione quando Gesù si arrampicava su di lui peraccarezzarlo! Egli era ben ripagato delle suefatiche! La vita trascorreva così, calma e feliceper Maria, tra quell' uomo tanto buono chel'amava teneramente e quel bambino i cuiprogressi destavano ogni giorno la sua ammi-razione. Gesù cresceva e voleva impararetutto, come gli altri bambini. Maria, con tuttala più grande semplicità, era la prima insegnantedel Messia.

All'età giusta, Gesù andò a scuolacome gli altri bambini di Nazareth. A parte ilsuo comportamento, sempre irreprensibile,egli voleva essere come gli altri: non fecevedere dunque, allora, chi Egli fosse veramente. Era la sua vita nascosta, che durò fino ai 33 anni. Maria e Giuseppe erano i soli a conoscere inNazareth la vera identità di Gesù. Tutti crede-vano che Giuseppe fosse il suo vero padre.Maria non raccontò mai ai vicini quello che le era accaduto.

Lei avrebbe potuto farlo, se fossestata solo un po’ vanitosa. Alla fontana pubblica dove si incontravano, le donne chiacchieravano volentieri, e le facevanograndi complimenti per il suo figlio così belloe buono. Maria rispondeva con gentilezza e siinformava della salute di tutti. Poi si metteval'orcio sul capo senza attardarsi oltre, e rientravaa casa. Era una donna poco chiacchierona, che sapeva bene come troppe conversazionipotessero deviare presto in una mancanza di carità.

Gesù le raccontava volentieri quelloche aveva imparato a scuola e le parlava deisuoi giochi e delle sue trovate.Gli anni trascorrevano lenti, pieni della serenità semplice di una vita retta vissuta inun villaggio dove non accadeva mai niente di importante. Il Vangelo non ci dice nulla diquesto periodo dell'infanzia di Gesù, simileall’infanzia degli altri ragazzi di Nazareth. Ma è proprio per questo che il ruolo di Mariaci sembra magnifico, poiché suo figlio, al pari degli altri, imparava a vivere prendendo a modello sua madre.

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Il rientro a Nazareth fu discreto e i suoi vicini si stupirono di questa lungaassenza. Gentile, ma sempre discreta, Mariaconservava dentro di sé il ricordo di tutto ciò che era accaduto dopo l'Annunciazione.Giuseppe riprese presto il suo lavoro e ripresepoco a poco la sua clientela. Maria rimise in ordine la casa, dopo la lungaassenza, ritrovando con piacere gli oggetti chele erano familiari.

La casa di Maria era molto più sem-plice delle nostre case. Vi era una sola stanza,poco mobilio, poiché ci si sedeva per terraintorno ad un tavolo molto basso. Un fornellodi terracotta che si poteva facilmente traspor-tare fuori per cucinare nel cortile; alcunestuoie erano accatastate in un angolo, che di notte venivano distese per dormire.Qualche orcio, vasi e ceste per mettervi l'olioe le provviste. Le lampade ed altri oggetti abituali venivano posti nelle nicchie scavatenei muri di argilla. La vita si svolgeva soprat-tutto in cortile e molto poco all'interno.

Nel cortile Maria, al pari dellealtre donne giudee, pestava il grano e impastavala farina per fare il pane, cuoceva i cibi e, dopoaver pulito, una volta terminato il pasto, ripa-rava la biancheria e le vesti. Era lì che Mariafilava il lino e la lana per vestire i suoi cari.Vicino a lei Gesù, seduto su una stuoia, giocavacon delle piccole cose come tutti i piccoli eguardava contento sua madre, sorridendo.

Che intima felicità per Maria vederecrescere suo figlio, svilupparsi, cominciare amuovere i primi passi!. Il tempo trascorreva rapidamente. Si vorrebbepoter immaginare i pensieri della Madonnanel sentir Gesù dire «Mamma» per la primavolta. Il canto di ringraziamento, il Magnificatdel tempo della Visitazione, doveva risalirecostantemente dal suo cuore alle labbra.

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Uno alla volta gli uomini del villaggioerano chiamati per leggere a tutta l'assembleaun passaggio della Legge. Nell'attesa didoverlo fare anche Lui in futuro, Gesù era fieroquando veniva il turno di Giuseppe, come noistessi siamo fieri quando nostro padre viene in qualche modo onorato.Quanto era felice, Gesù, quando era di nuovosabato! Nella casetta di Nazareth però, non siaspettava solo quel giorno per pregare. Tutti igiorni, in famiglia, veniva invocato Dio, ed ogniattività della giornata era dedicata al Signore.

Ogni sabato Gesù si rallegrava perqueste riunioni dove tutti pregavano assieme,uniti da una stessa fede, uno stesso amore,una stessa riconoscenza, una stessa speranza.Da vero figlio di Israele Gesù cantava i Canticidi David, suo antenato, e lasciava entrare in sétutti i sentimenti che vi sono espressi in modotanto vero e armonioso.Quei Salmi che cantiamo ancora oggi, Gesù li cantò in piedi accanto a Giuseppe nellaSinagoga di Nazareth.

Dopo il pasto di mezzogiorno,sempre un po' più abbondante rispetto aquello degli altri giorni, si poteva andare di nuovo alla Sinagoga, si faceva anche una passeggiata o si poteva andare a visitare unmalato o chi era in lutto.E' lecito pensare che Gesù, che tante volteguarì i malati nel giorno di sabato durante lasua vita pubblica, si ricordasse così le passeg-giate con la famiglia e le visite ai malati fatteil sabato quando era ragazzo.Maria, in queste occasioni, si rimetteva semprealla decisione di Giuseppe, come era usanzaper le donne.

Quando era necessario dare unordine a suo figlio, come ogni mamma devefare, si metteva in evidenza la meravigliosaumiltà di Maria. Molte si sarebbero sentiteimbarazzate al suo posto. Maria si era abituataad essere semplice di fronte a Dio.Serva del Signore in tutta la sua vita seppeessere educatrice del figlio di Dio con natura-lezza. Se essa poté così semplicemente darglidegli ordini quando era necessario, fu perchépur nel comandarlo non smetteva di servirlo.

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Egli leggeva sul viso di Maria quello chedoveva fare. Guardandola compiere i gesti diuna madre nella sua casa, Egli comprendeva qualefosse una vita umana vissuta alla perfezione.La sua mente di ragazzo imparava da lei che ogniazione, anche la più semplice, come spazzare oaccendere il fuoco, è una preghiera quando lasi compie con amore, con l'anima unita a Dio. Egli teneva a mente tutti i dettagli della vitadomestica e più tardi, nella sua vita pubblica,mostrerà di conoscerli per esperienza, peraverli appresi da sua madre Maria.

Proprio come un ragazzo, era curiosodi tutto e domandava spesso: «Perché questo?Perché quello?». Così Egli imparava che non siaggiunge un pezzo di stoffa nuova a una troppovecchia perché al primo lavaggio il tessuto sirestringerebbe, facendo più danni che altro.E così Egli poteva raccontare come fa unadonna a mescolare il lievito alla farina e preparare la pasta che diventerà pane.E tante altre cose ancora che mostrerannocome Gesù abbia vissuto una vita normalissima,come qualsiasi ragazzo comune, imparandoun po’ alla volta dalla madre tutto quello chelo farà poi diventare un uomo adulto.

Ancora di più: Maria fu la primacatechista di Gesù, che volle imparare da lei aconoscere Dio con la sua intelligenza umana.Sì, Maria era colei che era stata scelta percondurre il Bambino Gesù a Dio. Lei gli insegnò le preghiere e lo iniziò alla Legge giudaica, e gli fece ripetere frase per frase le preghiere che gli Israeliti erano tenuti aconoscere a memoria.

Il giorno di sabato (che è comela nostra domenica) era interamente dedicatoa Dio e al riposo: non si poteva neanchecucinare, per cui Maria preparava tutto il ciboil giorno prima.Così come noi andiamo a Messa la domenica,gli Ebrei vanno alla sinagoga il sabato: là vengono letti i brani dei libri sacri e tutti pregano insieme ad alta voce.Gli abitanti di Nazareth che recitavano le preghiere in cui si parlava della venuta delMessia non sospettavano che fosse già fraloro e che era il figlio di Maria!

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Le feste durarono una settimana,durante la quale la Santa Famiglia restò aGerusalemme, alloggiando un po' in un albergo,un po' presso amici. Poi si prepararono ariprendere il cammino verso Nazareth.L'affluenza era molto notevole nella CittàSanta in occasione dei grandi pellegrinaggi(forse centomila persone). Anche le carovane siriunivano in base alla loro provenienza in un puntoben determinato, per permettere ai pellegrinidi una stessa regione di ritrovarsi facilmente.

Gesù non era più un bambino. I genitorinon si preoccuparono dunque per Lui fino asera, pensando che Egli facesse il camminocon i giovani di Nazareth.Ma al cadere della notte Maria e Giuseppe, dopomolte ricerche in tutti gruppi della carovana,si resero conto che Gesù non era lì. Si erasmarrito? Si può facilmente immaginare l'ansia della Madonna, che si rimproverava dinon aver sorvegliato abbastanza suo figlio. Essainterrogava, invano, tutti coloro che incontrava.

I poveri genitori, alle prime lucidell'alba, pieni di angoscia rifecero in sensoinverso il cammino percorso dopo la partenzada Gerusalemme. Nuovamente in città, essiandarono dai loro amici presso i quali avevanoalloggiato. Il ragazzo non era stato visto danessuna parte. Passò un'altra giornata, poiun'altra notte. Maria e Giuseppe non ne potevano più dalla stanchezza e dalla pena.Decisero di andare al Tempio per gridare a Dioil loro sconforto.

Sotto i portici videro un assembramentodi persone come ve ne sono spesso. Erano idottori della Legge che insegnavano, circon-dati da una numerosa folla. Maria e Giuseppesi avvicinarono, e che videro?Gesù era là, in mezzo ai dottori, e parlava eponeva domande di volta in volta. Tutti queivecchi saggi erano in ammirazione per la pertinenza delle domande poste da Gesù; parlavano con Lui e l'interrogavano a lorovolta. In verità si sarebbe detto che i ruoli sierano invertiti e che coloro che avrebberodovuto insegnare erano diventati gli alunni diquel ragazzo straordinario.

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Gli anni erano passati tranquillamentesenza mai un'ombra nella casa di Nazareth.Gesù non era più il bambino seduto per terraaccanto a Maria e attaccato alle sue vesti pernon cadere quando camminavano sul sentieroverso il pozzo.Ora egli aveva dodici anni, età in cui inOriente si diventava giovanotti, come a sedicianni da noi. E' anche l'età in cui i giovani ebreicominciavano ad accompagnare i genitori algrande pellegrinaggio a Gerusalemme.

Maria era emozionata mentre si preparava a questo viaggio. Gerusalemme è lasede di Dio, è l'immensa preghiera di tutto unpopolo, il luogo dove sono offerti alla maestàdivina sacrifici di animali.E' anche quella parte del Tempio dove, dodicianni fa, Maria aveva presentato un bebé diquaranta giorni.E' il ricordo delle parole profetiche di Simeoneche non aveva mai allontanate dal suo cuore.Gerusalemme! Quanti pensieri salivano dalcuore della Madonna camminando verso laCittà Santa!

Oggi era un giovanotto che essaconduceva al Tempio, non più un bambino, ilquale già avvertiva in Lui la volontà di farsiconoscere. Gesù si avvicinava alla Città Santacon un grande entusiasmo interiore. Avevafretta di questo incontro «ufficiale» con suoPadre; era nello stesso tempo presente e lontano durante i canti del pellegrinaggio,tutto teso verso la meta.Maria, che avvertiva tutto ciò, univa incessan-temente la sua preghiera interiore a quella delfiglio che, dopo questo pellegrinaggio, diven-terà un «figlio della legge», entrando nella«maggiore età» religiosa.

Finalmente erano arrivati. Gesù videper la prima volta questo magnifico Tempio.Fu colto da emozione davanti all'altare deisacrifici e a tutto il sangue sparso là intorno.La sua anima ripeté la parola profetica «Tunon vuoi più sangue di capri e di giovenche.Allora ho detto: eccomi».Sapeva che il suosangue, fino all'ultima goccia, sarebbe servitoper mostrare fino a che punto Dio ama l'uomo peccatore.

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Gesù faceva tesoro dei consigli diGiuseppe e, osservandolo al lavoro, cercava di imitarlo. Poco a poco divenne esperto nel mestiere, con soddisfazione di entrambi.Vedendo le mani di Gesù indurite dal manicodegli attrezzi, Maria capiva ancor meglio lagrandezza del lavoro umano e offriva i suoipiù modesti incarichi di mamma in unione conil lavoro manuale del figlio.

Anche lei era infatti molto occupata,con due uomini in casa. Ogni giorno dovevafare il pane, che costituiva il principale nutrimento delle famiglie modeste. Bisognavaandare ad attingere l'acqua all'unico pozzo diNazareth, e occuparsi delle riparazioni dellabiancheria e delle vesti di tutta la famiglia.Ma lavorare per i suoi e cercare di far loro piacere era per lei una gioia.

Un giorno Giuseppe si ammalò emorì. Maria soffrì molto e anche Gesù. PerGiuseppe fu la morte più bella che si potessedesiderare: andarsene così da questo mondo,assistito da Gesù e Maria. Lasciare le bracciadella Madonna, benedetto dal Salvatore, perpassare nelle braccia del Padre eterno! Checosa può accader di meglio a un essere umano?E' per questo che Giuseppe è considerato patronodella buona morte.

La morte di colui che tutti conside-ravano il padre di Gesù comportava per Luidei nuovi doveri. Diventava capo-famiglia, con l'obbligo di vegliare su sua madre, nutrirlae proteggerla.Gesù cominciava dunque a lavorare per suamadre. Quando la fatica era più grande, ilpensiero della sua amata madre, di cui era ilsolo sostegno, doveva aiutarlo e dargli forza.

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Dopo un momento di stuporeMaria si riprese e si fece avanti rapidamente:la sua ansia era stata troppo forte. Non potéimpedirsi di dire a Gesù, con tristezza mista arimprovero: «Figlio mio, perché ci hai fattoquesto? Tuo padre e io ti abbiamo cercato,pieni di angoscia». Alla domanda così naturaledi sua madre, Gesù diede questa straordinariarisposta: «Perché mi cercavate? Non sapevate chedovevo occuparmi delle cose del Padre mio?».Maria, con una stretta al cuore, non compresequesta risposta: il Vangelo lo dice a chiare lettere.

Essa poté sentire soltanto che Gesù avevastabilito Lui stesso l'uscita dalla sua infanzia.Senza capire le ragioni profonde di questoatteggiamento, adorò in cuor suo la volontàdel Padre che si manifestava, e rinnovò dentrodi sé il dono di se stessa a quella volontà, perquanto dolorosa.Senza comprendere, Maria dedicò se stessacon più ardore che mai, ripetendo: «Sono laserva del Signore». E' una bella lezione cheessa stava dando.

Dopo quella dichiarazione dei suoidiritti e quel riferimento al suo vero Padre,Gesù lasciò che Giuseppe lo conducesse via. Sipuò pensare che si occupasse con più tenerezzadi sua madre che aveva fatto soffrire.Invece di lagnarsi di questo episodio, Maria siritenne felicissima di vedere Gesù tornare conloro a Nazareth, poiché Egli avrebbe potutocontinuare a restare a Gerusalemme in mezzoai dottori.No, l'ora di manifestarsi con più evidenza nonera ancora venuta.

Gesù sarebbe rimasto, infatti, ancoramolto tempo in famiglia. Dopo il ritorno aNazareth, poiché Gesù era uscito ormaidall'infanzia, era normale che cominciasse alavorare. Il Vangelo non dice nulla a questoriguardo, ma è naturale pensare che Egliseguisse il mestiere di Giuseppe: da questiimparò, dunque, come lavorare il legno.In un grande villaggio come Nazareth il carpentiere era anche falegname, e fabbricavaquindi i gioghi per attaccare le bestie comeanche costruiva i tetti.

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Maria aveva ben altre preoccupazionidentro di sé che le cattiverie della gente. Essaaveva compreso che, contrariamente a quelloche gli Ebrei stavano aspettando, il Messiadoveva essere un Messia sofferente.Le parole dei profeti a questo riguardo risuo-navano continuamente dentro di lei, e cosìpure quelle di Simeone. Non poteva fare ameno di pensare alla tremenda profezia: «Eglinon era più un uomo ma un verme che si torceva dal dolore».

Allora il suo cuore si stringeva e facevamolta fatica a trattenere le lacrime. Gesù, chela capiva senza che essa parlasse, la guardavaallora con una più grande tenerezza. Eglisapeva che non c'era bisogno di rassicuralacon parole prive di senso.Allora anch'egli taceva. Forse, talvolta, per la grande tenerezza e ammirazione le avrà semplicemente mormorato «mamma».

Gli anni passavano così. Gesù progrediva negli anni e il momento di iniziarela sua vita pubblica si avvicinava. Une seraMaria lo vide riordinare accuratamente i suoiattrezzi. Da qualche tempo non aveva piùaccettato lavori e aveva portato a terminel'ultima consegna.Maria capì.Sapeva che quella vita a due, tanto dolce alsuo cuore, era terminata: sentì che era arrivatal'ora, per suo figlio, di presentarsi al mondo.

Inoltre, ella aveva saputo recentementeche Giovanni, il figlio di Elisabetta, aveva comin-ciato a predicare sulle rive del Giordano: «Fatepenitenza, perché il Regno di Dio si avvicina».Maria rivide la sua visita a Elisabetta,trent’anni prima, quando il piccolo Giovanniannunciava il Cristo prima ancora che nascesse.Poiché lo andava dicendo apertamente, eraevidente che Gesù stava per mostrarsi al mondo.Quella sera Maria e Gesù rimasero assiemepiù a lungo. Forse Gesù le disse in parte quelloche si preparava a fare.

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Finita la dura giornata, come eradolce tornare vicino a lei! Attenta a ogni suanecessità, silenziosa e modesta come sempre,essa aspettava che Gesù parlasse per primo.Vedendolo continuare ad apparire a tutti comeun semplice lavoratore, Maria si chiedeva per quanto tempo sarebbe durata quella vitaritirata. Ma quell'attesa non turbava la sua pace,ed ella non poneva mai domande indiscrete.Nel vivere perfettamente il momento presente,si teneva sempre pronta per quello che Dioavrebbe voluto.

Gesù doveva essere veramente felice divedere sua madre così santa, umile, dimenticadi se stessa! Nella pace della sera Egli dovevaparlarle del Padre. Insieme pregavano, insiemepresentavano offerte. Certamente Egli dovevafarle delle confidenze, parlarle della suafutura missione.Raccolta, attenta, essa ascoltava rapita,l'anima totalmente fusa in Lui, talmente vicinache le sembrava di non essere più se stessa.

Ciò non le impediva, però, di esseresempre disponibile verso tutti. Chi aveva unproblema, una pena, veniva da lei, sicuro ditrovare sempre aiuto e conforto. La piacevarendersi utile, e lo faceva senza clamore, senzafarsi notare, senza aspettarsi riconoscenza. Per questo tutti l'amavano, e forse qualcunoprovava un po' di gelosia. Coloro che sonocattivi non possono sopportare facilmenteche qualcuno sia buono.Si può dunque pensare che Maria abbia anchesofferto per qualche atteggiamento meschinoe altre cattiverie. Ma lei non si lagnava mai.

Gesù, che sapeva tutto ciò, la ringraziavacon una frase, la consolava con un bacio. Ameno che non tacesse perché giudicava chefosse meglio così.Da allora, tutti coloro che hanno consacrato lavita a Dio, cercano di imitare l'esempio di Maria.La Madonna è allora felice di aiutarli.

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Poiché accadde uno spiacevolecontrattempo, del quale Maria si accorse perprima: mancava il vino. Di certo le previsionierano state insufficienti. La famiglia che riceveva era di modeste condizioni e nonaveva potuto spendere di più.Si può anche supporre che tutte quelle persone al seguito di Gesù avessero esauritopiù in fretta le scorte di vino.Maria, nella sua delicatezza d'animo, soffrìdell'imbarazzo in cui si trovavano gli ospiti; e pensò fiduciosamente a suo figlio.

Gesù non aveva mai manifestato di averepoteri miracolosi. Il desiderio di evitare imbarazziai suoi cugini prevalse sulla sua abituale riser-vatezza. Maria non fece nessuna richiesta precisa, ma disse semplicemente: «Non hannopiù vino». E questo voleva significare tutto,lasciando però a suo figlio la più ampia libertàdi comportamento. Ma essa aveva parlato conun tale desiderio di vedere i loro ospiti fuoridall'imbarazzo che Gesù non poté ingannarsi.Del resto, conosceva così bene i modi di sua madre.Tuttavia, «la sua ora non era ancora venuta».Egli non aveva previsto di rivelarsi come ilMessia a queste nozze.

In tal modo rispose a Maria. Ma leinon si scoraggiò per la risposta apparentementefredda di Gesù e, raggiunti i servi, disse loro:«Fate tutto ciò che Egli vi dirà». E' evidente lagrande influenza di Maria su Gesù poiché, ineffetti, Egli compì il miracolo che lei gli chiedeva.Chiamati i servi, chiese loro di riempire diacqua i sei otri di pietra che servivano per lapurificazione dei Giudei, ed essi le riempironofino all'orlo.

Quando gli otri furono pieni, Gesùchiese di attingervi e di portare il contenuto al padrone. Questi, assaggiandolo, si stupì eaffermò che quel vino era di gran lungamigliore di quello servito in precedenza. Tutticoloro che si trovavano là, entusiasmati daquel miracolo, riconobbero che Gesù dovevaessere il Messìa.In mezzo al brusio generale, Maria ringraziòcon lo sguardo Gesù per avere in tal modoanticipato la sua ora, esaudendo la suarichiesta. Gesù era ben contento di averlefatto piacere: non si può non avere fiducia in Maria!

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Comunque, ella si rese conto chesuo figlio stava per andarsene, che lei sarebberestata sola, e che lo avrebbe rivisto solo ditanto in tanto.Ma questo faceva parte della sua missione:restarsene discretamente da parte, senza distur -barlo in alcun modo ma, anzi, aiutandolo dalontano con una vita sempre più santa.Egli sapeva bene di poter contare su di lei.Certamente anche Gesù aveva provato unastretta al cuore nel lasciare quella casa doveaveva vissuto tanto a lungo vicino a sua madre.

Eccolo ora in cammino, con sul capouna sorta di velo di cotone trattenuto da unafrangia fatta di peli di capra intrecciati. Soprala tunica, sicuramente tessuta per lui daMaria, indossava il mantello da viaggio,tenendo in mano un bastone.Maria lo guardò a lungo, finché poté, rimanendocalma come sempre. Quando Gesù scomparvealla sua vista dietro una curva, Maria rientròin casa; tutta la sua vita, da quando l'AngeloGabriele le annunciò quel messaggio, le sisvolse davanti.

Maria cominciò allora una vita insolitudine, mentre Gesù si faceva battezzareda Giovanni nel Giordano.Fu in quei giorni che dei parenti di Cana l'invi-tarono alle loro nozze. Si può ben pensare che la Madonna non avesse molta voglia dipartecipare a queste nozze ma, tuttavia, essaaccettò per fare un piacere e per rendersi utile:infatti, le donne aiutavano a preparare ilpranzo e a ricevere gli invitati. Essa vi andòdunque, col suo sorriso gentile, mettendosi allavoro, disponibile per ogni necessità.

Fu grande la sua gioia nel vedere arrivareGesù. Egli non era solo, poiché già diversi discepoli lo seguivano. Gesù era stato invitatocome parente e di conseguenza lo diventavanoanche quegli uomini che l'accompagnavano,secondo le leggi dell'ospitalità in Oriente.Maria certamente studiò con attenzione questiprimi seguaci di suo figlio e, in cuor suo, subitoli adottò.C'erano Giovanni e Andrea, Simon Pietro,Filippo e Bartolomeo e forse qualche altro.Gesù inaugurò veramente la sua vita pubblicaa Cana, arrivando con i suoi discepoli e piùancora compiendo il suo primo miracolo.

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I parenti di Gesù furono forse un po'offesi da questa risposta. Ma Maria non caddein errore e approvò dentro di sé il figlio che nonera venuto meno al dovere del suo ministero,neppure per la famiglia.Lungi dall'essere gelosa di queste altre «madri,fratelli, sorelle» che Gesù poteva avere, Mariase ne rallegrava di tutto cuore: nessuno puòessere madre del Signore come lei; non soloperché essa stessa l'aveva messo al mondo, maanche perché nessuno aveva fatto, meglio dilei, la volontà di Dio.

Tuttavia, dopo questo episodio, èpossibile che i parenti di Gesù non fosserocontenti di Lui e lo facessero vedere a Maria.Forse anche la rimproveravano apertamente pernon aver protestato per quella dichiarazionedel figlio: ma essi non potevano comprenderecome lei. Maria, senza dire nulla, soffrivamolto di questa animosità che vedeva neiconfronti del figlio. D'altronde, non era solo lafamiglia di Gesù a denigrarlo.

Man mano che Gesù svelava la falsitàdei loro sentimenti, i Farisei sentivano crescerein loro un odio implacabile per questo Messia.Vedevano che Egli prendeva le parti delle persone semplici e anche di coloro che avevano peccato pubblicamente, mentre loro,i capi, venivano biasimati davanti a tutti, trattati come ipocriti e mentitori.Maria era a conoscenza di tutto questo, poiché se ne parlava alla fontana. Sentendomontare questo odio terribile, il suo cuore sistringeva penosamente: essa presentiva chepresto sarebbe giunta l'ora del dispiacere edella sofferenza.

Perfino nel suo paese, dove tornò per predicare, Gesù fu allontanato dallaSinagoga dai suoi compaesani. Maria soffrì di certo per lo scherno e i sarcasmi che non gli venivano risparmiati.Si può supporre che, da allora, Maria cominciòa lasciare Nazareth per andare a stare dagliamici di Gesù, sia a Cafarnao, presso i parentidi qualche Apostolo, sia altrove. Forse, potrebbeessersi unita alle donne che, fin dall'inizio, sidedicavano a Gesù e ai suoi discepoli.

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Questo miracolo ci fa vederenon solo quale grande influenza essa avevasul figlio, ma anche quale deve essere il nostroatteggiamento verso di lei. Come non ha esitato,a Cana, ad adoperarsi per evitare un problemaa quella famiglia, così essa è sempre pronta a intercedere per farci ottenere le grazie che ci sono necessarie con dei miracoli, come aLourdes: e questo lo fa sempre, ancora di più,da quando regna gloriosa in Cielo.Dobbiamo soltanto considerarla veramentecome una madre, amarla molto e chiederlecon fiducia ciò che ci occorre.

Il miracolo di Cana, e tutto l'onoreche se ne riversò su Maria «madre del Messia»,fu per essa come la conclusione della sua vitaumana con Gesù prima della Passione: da quelmomento essa rientrò nel suo silenzio. Mentresuo figlio percorreva tutte le province dellaPalestina, Maria rimaneva a casa sua. Sentìspesso raccontare i prodigi che il figlio andavacompiendo e si rallegrava di sapere quantoentusiasmo le folle nutrivano per Lui.Alcuni miracoli le avranno procurato, probabil-mente, più soddisfazione, come quello della resur-rezione di Lazzaro o del figlio della vedova, nelquale Maria riconobbe l'animo delicato di Gesù.

Le raccontarono il miracolodella moltiplicazione dei pani e dei pesci, con il quale il Signore nutrì più di cinquemilapersone. Sentì parlare della pesca miracolosa,della tempesta sedata, dei demoni che abban-donarono, ad un comando di Gesù, quei poveretti di cui si erano impossessati da tempo.Maria ammirava tutto questo e rendeva grazie.Talvolta essa si metteva in cammino per com-piere un pellegrinaggio a Gerusalemme, insiemea dei parenti e a dei vicini.

Forse in queste occasioni essa rivedevaGesù, da lontano soltanto, poiché non volevaarrecargli disturbo, sapendo bene che l'unionetra di loro era così stretta che un incontro nonavrebbe potuto aggiungere altro.Un giorno alcuni parenti che erano con leichiesero di vedere Gesù. Lui, che era preso dalsuo ministero in quel momento, rispose inquesto modo significativo: «Chi è mia madre e chi è mio fratello? (In Oriente i cugini e iparenti prossimi venivano chiamati fratelli).Chiunque faccia la volontà di Dio è miamadre, mio fratello, mia sorella».

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L'ultimo trionfo delle Palme fuun momento di calma in mezzo a quell'oceanodi dolori: Maria sapeva che l'entusiasmo dellafolla era solo un fuoco di paglia. Infatti alcunigridavano «osanna» (oggi si direbbe: viva Gesù!),mentre pochi giorni dopo grideranno «a morte,sia crocefisso!».Così essa pregava continuamente per chiederea Dio, per sé e per il figlio, la forza di arrivarefino in fondo e di restare forti.

Venuto il Giovedì, Gesù dettele sue disposizioni per la preparazione dellaPasqua. Scelse una grande sala per farvi la cenapasquale con i suoi discepoli. Le donne, conMaria, mangiarono anch'esse nella medesimasala, restando però separate come era inusanza in Oriente. Maria vide Gesù alzarsi da tavola e, al pari di quello che facevano iservitori, inginocchiarsi davanti ai discepoliper lavare loro i piedi. Essa sentì le accese proteste di Pietro, il focoso apostolo, e la risposta di Gesù.

Ma soprattutto, essa assistetteall'istituzione dell'Eucaristia e all'ordinazionedegli Apostoli come sacerdoti per rinnovare il sacrificio.Il suo affetto per gli Apostoli si velò di rispettoda questo momento, per la missione affidataloro da suo figlio.Vide pure Giuda uscire dalla sala per tradire ilsuo Maestro. Come avrebbe voluto correrglidietro per trattenerlo!

Ascoltò, infine, la magnifica preghieradi Gesù per i suoi, che viene chiamata preghierasacerdotale, della quale ogni parola trovò econel suo cuore. I sentimenti espressi da Gesù in questa preghiera(trasmessaci da San Giovanni al capitolo 17del suo Vangelo) entravano nel cuore di Mariache vi si univa fortemente, pregando intensa-mente per la loro realizzazione. Essa visse ciò che accadde per tutto il restodella notte, quella dura notte che preparavala giornata di Venerdì, ancora più dura.

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Comunque, Maria era al correnteanche dei successi del figlio. Ma ancora di più,essa sapeva che l'avversione per lui cresceva digiorno in giorno, e aspettava con ansia laconclusione del dramma che si stava svolgendo.La spada predetta da Simeone affondava cosìsempre di più nel suo cuore. Ma ogni volta cheessa riusciva ad incontrare o solo a scorgereGesù, gli comunicava con lo sguardo di esserepronta ad andare con Lui fino alla fine. Ed Egliattingeva nuovo coraggio in quello sguardodella madre.

Una nuova Pasqua si avvicinava.Gesù si recò a Gerusalemme con i discepoli.Anche le donne li seguirono, e Maria visse fraloro i giorni della Passione. Durante il camminoGesù aveva preannunciato più volte ciò chel'aspettava. Ora ne parlava apertamente,dando dei particolari: «Ecco che noi saliamo a Gerusalemme. Il Figlio dell'Uomo (così Gesùindicava se stesso) sarà consegnato ai capi deisacerdoti e degli scribi; essi lo condannerannoa morte e lo daranno ai pagani che lo insulte-ranno, gli sputeranno in viso, lo flagellerannoe lo uccideranno».

Fermandosi a Betania, dove Simeone,il lebbroso, gli offrì un pasto, egli disse, parlando di Maddalena che aveva cosparso i suoi piedi di profumo, che ciò era «in vistadella sua sepoltura». Il mercoledì prima della sua morte, disse ancora: «Fra due giorni sarà Pasqua. Allora il Figlio dell'Uomosarà crocefisso».E' vero che Gesù prediceva anche la sua resur-rezione, ma Maria non soffriva di meno perquesto, vedendo suo figlio così prossimo aldestino fatale. Essa contava le ore e la suapena interiore aumentava ad ogni istante.

Essa sentiva che l'ora di soffrirepubblicamente con il figlio era arrivata. Finchéil figlio era stato ammirato ed esaltato, lei siera tenuta umilmente in disparte senza maicercare per se stessa un po' di questa gloria.Ma ora che Egli stava per essere ucciso, contutto il cuore Maria si offriva per soffrire colui.Lei che era stata così modesta, così nascosta,mostrava ora un coraggio che solo una madrepoteva avere.Non si trattava più di stare nell'ombra, ma diessere là, presente, per aiutarlo e sostenerlodurante la sua Passione.

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Era un Pietro irriconoscibile, che nonaveva più niente a che vedere con ilbrav'uomo dal gran cuore e un po’ spavaldoda lei conosciuto. Egli piangeva come un bambino, gettandosi ai suoi piedi e appog-giando il capo sulle sue ginocchia. PoveroPietro, che le raccontava singhiozzando la suavigliaccheria di quella notte, e come per trevolte avesse rinnegato Gesù davanti a tutti,proprio come Gesù gli aveva predetto. Mariasoffriva e invocava il perdono di Dio.

Con gesti di dolcezza infinita eparole che solo lei poteva trovare consolò l'infelice, mostrandogli che la sua colpa eraconseguente alla sua vanità, poiché egli eraconvinto di essere molto forte, di potere sfi-dare tutto, di poter contare su di sé piuttostoche sulla grazia. Oramai sarebbe stato piùumile. Poiché era stato chiamato a divenire ilCapo della Chiesa, questo errore lo avrebbereso più indulgente verso i peccati degli altri:ora li avrebbe compresi molto meglio.Per rasserenarlo del tutto, Maria lo rassicuròdel perdono di Gesù, al quale aggiunse mater-namente il suo.

Forse Maria continuò a seguire laPassione con Pietro, certamente con Giovanni.Anche se da lontano, essa vi partecipava davicino con l'ardore del suo amore, che lafaceva soffrire in cuor suo per tutte le offese ele torture inflitte al Salvatore: è quello che sichiama la Compassione della Madonna. Essaseppe che, la mattina, era stato portato daPonzio Pilato, già sfinito dalla tremenda notte che aveva passato, sia all'Orto degliUlivi che davanti al sommo sacerdote. Forse lo vide anche passare incatenato, come si facon un criminale.

Poiché Pilato teneva la sua udienza inun tribunale all'aperto, era normale che Mariafosse stata li, un po’ in disparte in mezzo allafolla. Quel calice che suo figlio aveva accettato,anche lei voleva berlo fino all'ultima goccia.Quanto doveva essere amaro quel calice perla sua anima così dolce! L'urlo della folla«Mettetelo in croce!» le entrava nel cuorecome una spada – la spada annunciata daSimeone – che penetrava sempre di più. Ellarabbrividì sentendo reclamare la liberazionedel bandito Barabba in cambio della morte disuo figlio.

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Gesù, uscito dalla sala insieme ai suoidiscepoli, attraversò il torrente Cédron per entrarenell'orto del Getsemani: in quest'orto soffriràun grande tortura morale! La sua natura provava un rifiuto fortissimo per ciò che stavaper accadere, una lotta si scatenò dentro di Lui:Egli vorrebbe allontanare le sofferenze chel'aspettano. Supplicò il Padre «di allontanarequel calice amaro». Tuttavia, Egli voleva sempresalvarci e sapeva che ciò sarebbe stato possibilesolo con la sua Passione. Allora, rimasto solo, soffrendo al punto di sudaresangue, egli accettò la volontà di Dio dicendo:«non quello che io voglio, ma ciò che tu vuoi,Padre sia fatto».

Quanto avrà sofferto Maria inquei momenti!Forse aveva sentito l'esclamazione straziantedi Gesù: «Il mio cuore è triste fino alla morte!».Ma anche se non aveva sentito, il suo cuore dimadre diceva che la Passione era cominciata eche già, prima ancora di essere arrestato, Gesùsoffriva moltissimo. Piena di angoscia, la suapreghiera saliva a Dio sempre più ardente. Soltanto lei, in verità, credeva in quei momentialla realtà di ciò che suo figlio aveva predetto.

Essa venne certamente a saperedell'arresto di Gesù dalle voci della gente, oforse da qualcuno dei discepoli ritornatopresso di lei dopo essere fuggito. Maria sapevache il bacio di Giuda non era stato un segno di affetto, ma un segnale di tradimento. Le fu riferita la frase di Gesù addolorato: «Mioamico… è con un bacio che tu mi tradisci!».Mentre tutti si indignavano contro il traditore,lei non lo malediceva e sperava ancora nel suo pentimento, lui che dopo il suo delitto, ilSignore aveva chiamato «amico».

Con ansia seguì le varie peripeziedurante la notte. Il giudizio presso il sommosacerdote, con lo schiaffo del servo, la fece soffrireparticolarmente. Ma contemporaneamenteMaria ammirava la solenne dichiarazionedella divinità di Gesù, fatta da Lui stesso inquella notte memorabile. Senz'altro sentì parlare degli oltraggi che i servi fecero subireall'accusato. In ogni caso il suo cuore li intuì. Possiamo anche immaginarci che, verso la finedella notte, Giovanni abbia condotto da leiPietro, colui che essa più rispettava in cuor suocome il capo prescelto da Gesù.

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Senza dubbio avrà cercato di sorridergli, pur piangendo, e Gesù avrà rispostocon uno sguardo altrettanto profondo ed eloquente. Come debbono essersi compresiancora una volta senza parlare!Gesù continuava il suo cammino e Maria loseguiva, ben decisa a non abbandonarlo.Qualcuno la riconosce e la indica. «E' la madredel condannato».

Essa accettò questa nuova sofferenzae questa umiliazione. Dopo molto soste ecadute venne raggiunta la cima della collina.Maria aveva pregato più volte perché Gesùconservasse la forza interiore. Un ultimooltraggio che fu anche un ultimo dolorosostrazio per lei: la veste del condannato vennestrappata, lasciandolo esposto nudo alle beffedi una folla cattiva.

Quanto la madre avrebbe volutoprecipitarsi per ricoprire suo figlio! Ma il suocuore straziato continuava ad accettare disoffrire con Gesù. Vide bene che egli rifiutòl'acqua che avrebbe un po' attenuato il dolore.Sanguinante, poiché le ferite della flagellazionesi erano riaperte quando la tunica gli vennestrappata di dosso, Gesù venne coricato sullacroce: i chiodi furono conficcati nei polsi a martellate.

Il dolore di Maria era così intenso, lasua unione alla tortura così stretta, che lesembrava di ricevere quei grossi chiodi nel suocuore. Maria dovette allora rivedere GesùBambino, quando ella fasciava i suoi piedini,ed ora doveva lasciarlo in mano ai carneficiche stavano inchiodando sulla croce queglistessi piedi!Quella tunica, che lei stessa aveva tessuto con amore, veniva ora impregnata del sangue di suo figlio ed infine era tirata a sorte dai soldati. Maria non potrà conservare neanchequest'ultimo ricordo del figlio.

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Quando portarono via Gesù dopoaverlo flagellato, irriconoscibile sotto lacorona di spine, gocciolante sangue e copertodi stracci, le ci volle tutta la sua volontà pernon svenire. «Ecco l'uomo», disse Pilato. Maria aggiunse,rivolgendosi a Dio: «Padre, accoglilo. Te looffro come nel giorno della sua nascita.Accoglilo, Padre, e accogli anche me con Lui».

Dopo aver assistito alla mollezza diPilato che, lavandosi le mani credeva di poterallontanare la responsabilità di quel delitto,essa vide portare via Gesù brutalmente. Eglinon poteva quasi tenersi in piedi, per il sangueche aveva perduto e per le sofferenze. Eppure, gli misero sulle spalle la pesante crocedi legno sulla quale sarebbe stato inchiodato.Per disonorarlo ancora di più venne deciso dicrocifiggere ai suoi lati due criminali in attesadell'esecuzione.

Il triste corteo si mise in marcia,preceduto da soldati, che allontanavano lafolla che si accalcava. In mezzo alla folla c'eradi tutto: i farisei che avevano fatto arrestareGesù per gioire della loro vittoria; i curiosi,sempre attratti da qualsiasi avvenimentonelle strade, persone che Gesù aveva guarito,altre che Egli aveva aiutato. Perché costoronon dicevano niente? Essi avevano paura etemevano di compromettersi. Una ragazzaebbe più coraggio di loro, e non esitò a esporsianche a delle percosse, per manifestare la suapietà per Gesù.

Egli la ricompensò per il suo coraggio,imprimendo i tratti del suo volto sul velo dicui lei si servì per asciugargli il viso.Anche qualche altra donna si lamentò ad altavoce al passaggio di Gesù.Maria era in piedi ad un incrocio, insieme aGiovanni: talmente pallida da far temere che sarebbe svenuta. Ma essa non vacillò e,all'apparire di Gesù in quello stato miserevolein cui era, lo guardò senza parlare. Le parolenon avrebbero potuto esprimere l'intensitàdella compassione, dell'unione, dell'amore,contenuti nello sguardo di Maria.

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Anche uno dei ladroni crocifisso afianco di Gesù si mise a insultarlo, mentre l'altro condannato, pieno di vera umiltà lorimproverava riconoscendo che «loro duemeritavano la pena mentre costui era inno-cente». Poi, voltando a fatica il capo versoGesù, gli disse: «Gesù, ricordati di me quandosarai nel tuo Regno». Parole sorprendenti di uncondannato ad un altro condannato del qualenon doveva sapere molto: solo la sua fiducialo ispirava in quell'istante.

Ma ancora più sorprendente fu larisposta di Gesù: «In verità, ti dico che oggistesso tu sarai con me in Paradiso». Mariadovette guardare amorevolmente quel ladroneche aveva guadagnato la salvezza in unattimo, per un meraviglioso atto di fede dopouna vita di delitti. Ella lo considerò subito unodei suoi figli più cari. Gesù stava per darglieneufficialmente altri ancora.

Il Vangelo ci dice, infatti, che«avendo abbassato lo sguardo su sua madre esul discepolo che egli amava (così Giovanniparla di se stesso nel suo Vangelo) disse a suamadre “Donna, ecco tuo figlio” e al discepolo“Figlio ecco tua madre”». Senza dubbio, Gesùintendeva con ciò, dare a Maria, che lo stavaperdendo, un sostegno nella persona diGiovanni. Questi aggiunse che da allora «laprese con sé in casa sua». Ma, al di là di questopensiero così delicato da parte di Gesùmorente, c'è qualcosa di ben più grande: conqueste parole Gesù faceva di Maria la Madredi tutti gli uomini.

Ciò fu come se fosse il suo testamento.Era il momento di esprimere decisamente cheda un lato Egli era una sola cosa con suamadre, dall'altra che voleva essere una solacosa con tutti. Dichiarare Maria madredell'Apostolo preferito era come dichiararlamadre di tutta la sua Chiesa e, chiamandoGiovanni figlio di Maria, era come se ci nomi-nasse tutti figli di quella stessa madre. Marialo comprese magnificamente. Lei lo aveva benmeritato, e già da tempo considerava gliApostoli un po' come suoi figli.

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La croce fu alzata da terra; i duealtri condannati erano già stati crocifissi ailati di Gesù.Maria si avvicinò allora, sempre accompagnatada Giovanni. La Maddalena si era accasciataai piedi della croce. Maria era in piedi accantoalla croce: sapeva che quello era il suo posto.Non aveva voluto procurare disturbo a suofiglio durante la sua vita pubblica, quando Egliera il profeta ascoltato e seguito. Ma ora quelposto nessuno glielo contendeva. Per soffrirecon Lui erano rimasti solo sua madre e un piccolo gruppo di fedeli.

Lei sente che solo per quei momentitutto il resto era esistito.Fin dal giorno dell'Annunciazione era statacollaboratrice del Salvatore, ma è in questoistante supremo, ai piedi della croce, che ellaadempì veramente questo ruolo. In quegliistanti fu la vera associata di Gesù. Ecco che lo sentì parlare: «Padre, perdona loro,perché non sanno quello che fanno». Ancorauna parola di scusa per i suoi carnefici.

Maria si unì a questa generosità delfiglio e ripeté dentro di sé: «Padre perdonali!».Essa ripete questa frase di Cristo in croce ogni volta che vede uno dei suoi figli sullaterra commettere una colpa; così come noidovremmo ripeterla senza sosta: «Prega pernoi, poveri peccatori!». Lei non aspetta altroche questo per ripetere: « Padre perdona loro»,come suo figlio.

Ma Gesù non aveva ancora finito disoffrire. A tutte le torture subite si aggiungonole ingiurie dei presenti, durante quell'estremaagonia. I grandi sacerdoti, senza alcun rispettoper una morte vicina, lo schernivano invitandoloa scendere dalla croce.Sicuramente guardavano con disprezzo quellaumile donna che restava là, ritta ai piedi della croce.

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Uno di loro si avvicinò alla crocedi Gesù e affondò la lancia nel costato delSalvatore. Maria rabbrividì ancora una voltae, al pari del soldato, vide uscire sangue eacqua dalla ferita.Così, avevano aperto il cuore di suo Figlio! Ellameditò sul significato profondo di quell' atto:quel cuore aperto era la ferita dell'amore. Ungiorno Nostro Signore lo mostrerà a SantaMargherita Marie Alacoque, quel cuore che«ha tanto amato gli uomini e che ne è cosìpoco riamato», e le chiederà di riparare. Questarichiesta è rivolta a noi tutti, evidentemente.

Un uomo si avvicinò al gruppettoriunito ai piedi della croce. Parlò con Giovanniper dirgli che avrebbe messo a disposizioneuna tomba nuova per la sepoltura delMaestro. Ma bisognava affrettarsi, poichéstava per cominciare il sabato, durante ilquale non era più permesso di fare niente.Giovanni fece sedere dolcemente Maria su unmasso; poi, insieme a Giuseppe di Arimatea, ildonatore della tomba, cominciò a staccare ilcorpo di Gesù dalla Croce. Maria lo accolsenelle braccia e adagiò quel corpo morto delfiglio sulle sue ginocchia.

Piangeva, vedendo lo stato in cui icarnefici l'avevano ridotto. Quel Bambinoannunciato dall'Angelo, che ella aveva portatoper nove mesi dentro di lei, che aveva messoal mondo nella grotta di Betlemme, nutritocol suo latte, curato, lavato, eccolo là ora!Ecco cosa ne avevano fatto gli uomini: avevano martirizzato e fatto morire suo Figlio.Quegli uomini, tuttavia, erano comunque suoi figli proprio a causa della morte di quelsuo unico Figlio.

Rispettosamente il corpo diGesù venne lavato e avvolto con bende,secondo l'usanza del posto; infine fu messo inun sudario.L'orto dove si trovava la tomba di Giuseppenon era lontano e fu raggiunto in breve tempo.Maria contemplò i lineamenti di Gesù perun'ultima volta e baciò la fronte già fredda,mentre le lacrime cadevano sul sacro volto diCristo. Poi, Giuseppe e Giovanni entrarononella camera sepolcrale e posero il corpo suuna lastra di pietra.

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A questa solenne dichiarazione diGesù morente sentì il suo cuore allargarsi infinitamente. In una sorta di visione profeticala sua anima avvolse con lo sguardo le generazioni di tutti i tempi fino alla fine del mondo. Vide noi e da quel momento ci considerò come i suoi figli beneamati. Perciònon possiamo farle più grande piacere checonsiderarla come una madre molto cara e,nello stesso tempo, onnipotente.

Gesù aveva fatto dono perfino di suamadre. Non poteva fare niente di più. Ma, perché il suo sacrificio fosse totale, perfino ilsuo stesso Padre gli sembrò estraneo.Gridò allora: «Dio mio, Dio mio, perché mi haiabbandonato?». Questo grido dovette risuonare dolorosamentenel cuore di Maria, che pensò al calice oramaivuotato fino all'ultima goccia. Ella sentìancora Gesù dire: «Ho sete», e comprese cheEgli aveva sete soprattutto delle anime cheera venuto a salvare.

Pronunciò ancora queste parole:«Tutto è compiuto». In una ultima manifesta-zione del suo potere, il moribondo gridò convoce forte: «Padre, nelle tue mani affido il mioSpirito», e chinato il capo spirò. A questo gridola lacerazione nel cuore di Maria fu totale. Ma ella doveva continuare a vivere: suo figliol'aveva fatta madre della Chiesa e i suoi figliterreni avevano bisogno di lei.

Ella restava là, muta, senzapotersi staccare da quella croce, e vedeva quellabella testa ripiegata sul petto e, dappertutto,quel sangue e quelle piaghe che le ripetonoquanto Egli avesse sofferto. Nel frattempo il sole si era oscurato e sembravache la notte fosse sopraggiunta: non erano chele tre del pomeriggio! I presenti cominciaronoad avere paura e ad andarsene. Si diceva chealcune tombe si fossero aperte e che dei mortisi aggirassero, resuscitati. Anche i soldati stavanoper ritirarsi, ma prima dovevano verificare lamorte dei condannati.

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Le apparizioni di Gesù ridavanocoraggio ai suoi discepoli impauriti ed abbattuti. In una di queste apparizioni, Egli disse loro:«Come mio Padre ha mandato me, così anch'iomando voi. Coloro ai quali perdonerete i peccatisaranno perdonati». Con queste parole davaloro anche il potere di assolvere i peccatori.Fu a causa di queste parole di Nostro Signoreche, da ventuno secoli, i preti ricevono laconfessione degli uomini ed utilizzano questaloro magnifica possibilità di rimandarli assolti.

Un giorno Gesù apparve ai suoiApostoli sulle rive del lago di Tiberiade. Nonavevano ancora pescato niente, come in un'altranotte che ricordiamo.Gesù rinnovò per loro il miracolo della pescamiracolosa già compiuto una volta. E questavolta la sua delicatezza si spinse fino a preparareloro la colazione lui stesso.Infatti, quando stanchi del grande sforzo i pescatori arrivarono a terra con la loro barcapienissima, Gesù aveva acceso il fuoco e cotto qualche pesce per permettere loro di ristorarsi subito.

Fu quel giorno che Gesùconfermò a Pietro i suoi poteri di capo e gliannunciò che sarebbe morto martire.Apparve ancora altre volte ai suoi e compìsicuramente altre cose. San Giovanni scrivenel suo Vangelo: «Gesù ha fatto tanti miracoliche non sono riportati in questo libro».Quaranta giorni erano trascorsi dallaRisurrezione. Gesù promise agli apostoli diinviare loro lo Spirito Santo e che, dopoaverlo ricevuto, «essi diventeranno i suoi testimoni a Gerusalemme, in Giudea, inSamaria, e fino all'estremità della terra».

Detto questo, si sollevò da terradavanti a loro fino a scomparire dentro unanuvola. Tutti continuarono ad osservare ilcielo dove era sparito; ma due uomini vestitidi bianco apparvero per dire loro di nonrestare là più a lungo e per annunciare loro ilritorno di Gesù alla fine dei tempi.Quando furono tornati in sé si strinserointorno a Maria, la madre del loro Signore.Ricordando la promessa di Gesù di inviareloro le Spirito Santo, decisero di preparasi a riceverlo.

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Maria rimase là ancora un po'…Giovanni le prese un braccio con molto rispetto ed affetto ed ella, con infinito doloree stanchezza, si lasciò condurre dove eglivoleva: viveva con il pensiero rivolto al Figlio,poiché sapeva bene che non era morto persempre, mentre tutti pensavano che tuttofosse finito. Maria, anche nel suo immensodolore, restava piena di fiducia. Era sicura chequello che il Figlio aveva detto si sarebbecompiuto: ora ella aspettava la Resurrezione.

Il giorno di sabato lo trascorseinteramente nella preghiera e nell'attesa.Maria già adempieva al suo ruolo di madreridando fiducia ai discepoli che non aspetta-vano più nulla. Ecco arrivare la domenica! «Ilterzo giorno», aveva detto Gesù parlandodella Resurrezione. Ecco dunque il terzogiorno dopo la sua morte. «E' oggi!» si diceMaria, le mani giunte: lo aspettava con tuttoil cuore nella preghiera. Anche se il Vangelonon dice che Gesù resuscitato apparve inprimo luogo a sua madre, tuttavia possiamosupporlo con la nostra fede.

Mentre Maria era là, silenziosa nellasua casa, possiamo pensare che Gesù siaapparso improvvisamente davanti a lei guar-dandola con amore infinito. Anche lei lo guar-dava e non poteva staccare gli occhi da Lui népronunciare alcuna parola. Certo cadde inginocchio, sentendosi più che mai l'ancella delSignore in quell'attimo supremo.

Nel frattempo altre donne avevanocomperato profumi e aromi e, di primo mattino,si erano recate alla tomba per finire di preparareil corpo di Gesù. Furono stupefatte di non trovarlo! Dopo averle tacciate di pazze, gliApostoli si arresero all'evidenza. Nello stessogiorno, mentre erano riuniti, Gesù fu in mezzoa loro all'improvviso e apparve loro, comeanche a Maddalena e alle donne. Il gruppettotornò in Galilea, così come era stato richiestoloro dal Signore. Maria partì anch'essa, poichéviveva ormai la vita degli Apostoli.

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Quando Giovani rinnovava ilSacrificio Eucaristico secondo il potere cheGesù aveva dato ai suoi Apostoli la sera delGiovedì Santo, Maria poteva nutrirsi delCorpo di Colui al quale non smetteva di essereunita con l'anima.Allora Maria uscì dal suo silenzio per risponderealle richieste di Giovanni: così, lui per primo, poitutta la Chiesa, conobbero l'Annunciazione,gli eventi della nascita di Betlemme, la visitadei Magi, la presentazione al Tempio, la fugain Egitto e, per finire, l'infanzia di Gesù di cuinessuno conosceva alcunché.

Quelli che erano stati incaricati discrivere i Vangeli, Luca soprattutto, annotaronocon cura tutti i dettagli dati da Maria, chehanno potuto così giungere fino a noi. Però essa, pur sentendosi felice in mezzo agliApostoli – poiché questa era la volontà di Dio – sentiva un fortissimo desiderio di essereriunita al suo Gesù, come un fuoco che laconsumava poco a poco tutta dentro di lei.

Gli Apostoli ebbero certoun grande dolore quando un giorno videroMaria ammalarsi e raggiungere finalmentesuo Figlio.Quale fu la gioia di Maria arrivando in Cielo?Lo sapremo solo quando ci saremo a nostravolta. Una antica tradizione – che la Chiesaha poi definito come dogma – vuole che ella salisse al Cielo col suo corpo. Gesù vollerisparmiare a sua madre l’umiliazione dellamorte e la corruzione del corpo nella tomba.

L’assunzione in cielo di Mariaviene lungamente pianta da tutti i cristiani.Per quell'umile donna che avevano sempre vistacosì semplice con loro, anche così rispettosa dellaloro dignità di sacerdoti, il Signore aveva volutocompiere l'incredibile prodigio di prenderlacon tutto il suo corpo! Allora capirono megliola grandezza e il potere della Madonna.

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Si riunirono tutti nella sala delCenacolo e, con Maria, Apostoli, discepoli esante donne, si misero a pregare con la fermaintenzione di restare lì finché le Spirito Santonon fosse venuto.Il loro ritiro durò nove giorni. Si erano rinchiusiper paura degli Ebrei che li accusavano di averrubato il corpo di Gesù per far credere allasua Resurrezione. Ogni rumore insolito lifaceva sobbalzare.

La preghiera di Maria si faceva piùche mai ardente. Si rendeva conto del cambia-mento che doveva operarsi in quegli uominiperché divenissero dei veri Apostoli. Sempreessa invocava lo Spirito Santo su di loro perilluminarli e fortificarli.La mattina del decimo giorno, mentre prega-vano tutti insieme, si udì un rumore simile a quello di un forte vento. Videro apparire come delle lingue di fuoco che si suddivisero esi posarono su ognuno di loro. Nello stessotempo, si sentirono riempiti dallo SpiritoSanto e si misero a parlare in lingue diverse.

Questi uomini che il giorno primaerano ancora timorosi aprirono le porte dellasala. Uscendo sul balcone Pietro predicòsubito Gesù crocefisso e resuscitato.Quanta riconoscenza dovette salire dal cuoredi Maria verso Dio! La sua preghiera era esaudita. Essa capiva più chiaramente ancoraquel che era avvenuto e ammirava l'opera diDio, continuando ad offrirsi interamente a Lui.Per questa nuova Chiesa, tutta piena dellaSpirito Santo, essa avrebbe vissuto oramai ilresto della sua esistenza.

Madre di tutti, fu però in modospeciale la madre di Giovanni, poiché era a luiche Gesù morente l'aveva affidata.Visse dunque da lui, curando la sua casa, cuocendo il pane come aveva fatto così alungo per Gesù. Teneva tutto pronto per nonfarlo aspettare quando lui rientrava stancodalle sue giornate di apostolato. Egli le raccontava quel che aveva fatto, meraviglian-dosi insieme nel vedere il numero sempre crescente di persone che credevano in GesùCristo e chiedevano il Battesimo.

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Ogni volta che lo stima necessario, essasi muove dal Cielo per venire sulla nostra terra.All'inizio del tredicesimo secolo, quando laChiesa era dilaniata dalla terribile eresia degliAlbigesi, la Madonna apparve a San Domenico.Gli spiegò che, più delle battaglie e delle discussioni, è la preghiera a poter vincerequesta eresia. Essa gli insegnò che il Rosario,questo ripetere senza sosta la stessa preghiera,in cui si ripete di volta in volta: «Santa Maria,Madre di Dio, prega per noi, peccatori…» eraun'arma molto efficace.

Molti paesi hanno ricevuto, nelcorso dei secoli, la visita di Nostra Signora.Per rimanere ai tempi più vicini a noi, possiamoelencare un buon numero di apparizioni dellaMadonna, celebri in tutto il mondo.Nel 1830 apparve parecchie volte a una giovanecontadina, allora novizia dalle Figlie dellaCarità, a Parigi: Santa Caterina Labouré. Sidimostrò così buona con lei che Caterina, contotale fiducia posò le sua mani giunte sullesue ginocchia.

Maria annunciò a Caterina le disgrazieche incombevano sul mondo, ma le indicò ancheil rimedio: la preghiera ardente e fiduciosa.Maria chiese di fare una medaglia con questainvocazione: «Oh Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te».La medaglia fu coniata. Le furono attribuiticosì tanti prodigi da essere chiamata sempli-cemente «la medaglia miracolosa».Però la gente non diventava migliore. Mariaprevide ancora grandi sofferenze.

Il 19 settembre 1846 la Madonnaapparve nuovamente a La Salette, sulle mon-tagne del Delfinato. Due pastorelli, Melania eMassimino, incontrarono a più di duemilametri di altitudine, una signora seduta su unmasso, la quale, col capo tra le mani, piangevaa dirotto. Era la Madonna. Chiese ai ragazzi se recitassero le preghiere e raccomandò lorodi non mancare di farlo sempre. Si rammaricòche si pregasse troppo poco e annunciò ancoradisgrazie causate dalla cattiveria e dai peccatidegli uomini.

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La morte, resurrezione e ascensionedi Gesù al cielo meritarono la salvezza pernoi. Infatti il mattino di Pasqua gli apostolitrovarono la tomba vuota. Invece a Maria venne risparmiata anche l’umi-liazione della morte.

Gli Angeli portarono via quel corpoverginale salendo fino ai piedi di Gesù.Istituendo nei Misteri del Rosario «l'incorona-zione della Madonna nel Cielo», la Chiesa ciinvita a meditare su questa scena così bella:Gesù che riceve sua madre e la nomina Reginadegli Angeli e Regina degli uomini: la creaturapiù alta che sia.Essa, con infinita felicità, lasciava il suo cuoreespandersi in questo Cuore di Dio che erastato tutto il suo amore.

Tutto era chiaro adesso: quello che laFede le aveva permesso di credere quando erasulla terra, essa lo vedeva ora nella luce.Sapeva di poter ottenere tutto per quellaumanità che l'aveva fatta soffrire tanto, perquella umanità che amava tanto: e questonon per uno, due, dieci anni, ma per sempre,per l'eternità.Lo sapeva e lo sa ancora, e ogni giorno ce neaccorgiamo, noi che siamo sulla terra.

Essa è tanto amata che, fin dai tempipiù remoti, ha ricevuto le manifestazioni piùgrandi di questo amore.I nostri antenati hanno costruito per lei splendideCattedrali; i nostri Paesi cristiani sono pieni dichiese, di cappelle e di pellegrinaggi in suo onore.

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Nel piccolo villaggio di Lourdes,nei Pirenei, alcune bambine stavano raccogliendola legna morta del bosco, l'11 febbraio 1868.Bernadette vide una bella giovane donna inmezzo alle rocce: «Chi siete, signora?».L'apparizione sorrise ma non disse il suo nome.Per ben 18 volte Bernadette la rivedrà. LaMadonna – poiché era lei – le chiese di recitare il Rosario. Bernadette vide «la signora»far scorrere essa stessa tra le mani il Rosarioche le pendeva da un braccio e la sentì ripetere:«Penitenza, penitenza, penitenza, pregate per i peccatori».

E chiese che venisse costruita unacappella in quel luogo, dove venire in proces-sione. Il 25 marzo disse il suo nome: «Io sonol'Immacolata Concezione». Nonostante alcunievidenti miracoli, Bernadette fu tacciata dibugiarda e non fu creduta. Ma si finì, comunque,con il costruire la cappella. Da allora Lourdespoté chiamarsi la terra dei miracoli, tantonumerose sono le grazie concesse da Maria.Centinaia di migliaia di pellegrini vi si recanoda ogni parte del mondo.

Il 17 gennaio 1871, a Pont-Mainnella Mayenne, molti bambini videro la Madonnaapparire nel cielo e un bianco striscione sottodi lei con dentro scritte queste parole:«Pregate dunque, figli miei! Dio vi esaudirà inbreve tempo. Mio figlio si lascia commuovere».Come si sente l'angoscia di questa amorevoleMadre, che ha in mano tutto quello che ènecessario perché veniamo esauditi, ma che habisogno per questo che si preghi, che si chieda.

Che sia dunque a Parigi, a Lourdes, aFatima, e forse in tanti altri luoghi del mondo,Maria continua così la sua vita per noi. Ogninazione può chiamarla «Nostra Signora di casanostra» poiché, in verità, non c'è Paese dove, inun momento qualsiasi della sua storia, la Madonnanon abbia mostrato di essere veramente unaMadre. Forse uno dei nomi più appropriati è«Nostra Signora del mondo intero».Ecco quello che è stata ed è oggi l'umile giovinettache, circa duemila anni fa, così rispondeva allavisita di un Angelo: «Sono l'ancella del Signore».

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