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NON BASTA ASTENERSI DAL MALE SE NON FAI LOPERAZIONI BUONE (SAN BERNARDINO DA SIENA) 1/2012 El Sapo (il rospo) Quebrada de Cafayate: valle di km. 60 e più, caraerizzata da “sculture” naturali e stupendi colori (foto Carlo Pesco, 27.9.2010) AGESCI Associazione Guide e Scout Caolici Italiani

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NoN basta asteNersi dal malese NoN fai l’operazioNi buoNe(saN berNardiNo da sieNa)

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El Sapo (il rospo) Quebrada de Cafayate: valle di km. 60 e più, caratterizzata da “sculture” naturali e stupendi colori(foto Carlo Pesco, 27.9.2010)

AGESCIAssociazioneGuide e ScoutCattolici Italiani

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MarcheScout

Somm

ario!

3 Editoriale4 L’arrivo di chi già è arrivato5 Patriarca Atenagora6 Speciale Assemblea: I candidati7 and the winner is... Matteo Carlocchia!8 Relazione Bilancio14 Impressioni di una assemblea16 Da figlio a coniuge17 Area Metodo - analisi dati “diarchia e coeducazione”18 Pensando al prossimo Consiglio Generale21 Gli scout di Val d’Enza22 Tenda di Abramo25 ScoutJam26 In ricordo di Ivan30 27a giornata della memoria contro le mafie (di Libera)32 Per costruire la Polis ideale34 IAB L/C: la mia esperienza35 Convegno capi zona Macerata37 Estote Parati (ad ogni evenienza) Settore PC38 Thinking Day 2012 - Jesi lo fa cittadino!40 Calendario Regionale 2012

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La speranza è un sogno ad occhi aperti.

Il presente numero doveva vedere la luce, inizialmente, per Natale, poi, a gennaio, infine, in febbraio; ed esce in occasione della festa della donna.Doveva essere stampato, e lo mettiamo in rete. Questo ha comportato una diversa scel-ta degli articoli. Abbiamo mantenuto l’intervento di don Flavio per vari motivi, tra questi: riflettere è sempre un esercizio dell’uomo. Un esercizio tanto più rilevante se indirizzato alla nostra formazione, anche spirituale.Nel numero trovate temi dell’assemblea delegata ed altre esperienze che ci invitano a con-siderare alcuni aspetti della nostra vita di tutti i giorni ed associativa che, di solito, non sono quotidianamente presenti nella nostra rubrica.Rimane la preoccupazione di aver atteso i contributi da capi, che magari arriveranno per il prossimo numero.In attesa di questo evento, noi chiudiamo il presente. E lo chiudiamo definitivamente. È l’ultima fatica di questa sparuta pattuglia di volontari della tastiera che da almeno tre anni hanno provato a mettersi a disposizione in questo che non continuiamo a considerare un servizio, inventandosi - di volta in volta – modalità e forme vecchie e nuove per avere la col-laborazione di tutti e per non far essere la “stampa” un monopolio.Non ci sono riuscito!E, come ogni progetto che si rispetti, è arrivato il tempo della verifica.È arrivato il tempo di lasciare ad altri il compito di trovare nuove energie, nuove forme, nuove…per mantenere, modificare o annullare questo “tas-sello associativo”.Spero che il prossimo consiglio regionale affronti decisamente questo argomento e trovi la strada giusta. Noi non possiamo far altro che dare la nostra disponibilità a collaborare, se lo si riterrà opportuno, magari solo per un breve tratto.Forse, in un’ottica più complessiva e condivisa non si avranno tanti sog-getti polarizzati, ma una mentalità comune e partecipata.Un consiglio, recuperiamo la memoria storica del nostro territorio; recu-periamo gli investimenti fatti sulle persone e poi lasciate nel limbo o nel dimenticatoio.E buon lavoro a tutti.

Carlo Pesco

Noi siamo quello che facciamo costantemente. L’eccellenza quindi non è un atto ma un’abitudine. (Aristotele)

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Edito

riale.

..

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l’arriVo di CHi Gia’ e’ arriVatoAvvento di qualcuno… ma c’è attesa di chi sta per venire? Potrebbero esserci cuori duri. E forse sono tanti! Grandi le distrazioni, grandi attese di altro.Chi attende sa aspettare, sa “vegliare” e per vegliare bisogna addestrarsi, come sanno gli scout. Attendere con gioia perché sappiamo Chi viene.E chi viene è già venuto: “i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia” (Lc.7,23).Ma come vedere questo Natale già avvenuto da più di 2000 anni?Due consigli.1. Fermarsi, oggi. Spesso le nostre giornate son “tirate all’indietro: sono piene di segni che ci ha lasciato il passato anche prossimo (preoccupazioni, insuccessi, delusioni…), oppu-re sono proiettate in avanti (quello che faremo, con chi saremo…). Per cui l’oggi non solo lo viviamo malamente, ma non sappiamo più cos’è. Invece il “tempo opportuno” è oggi. Allora ogni giorno prendersi una pausa, una piccola sosta (Dio, preghiera, anima… e non con le cuffiette dell’I-POD!). E’ fare il nostro piccolo “deserto” quotidiano. Naturalmente la sosta va proporzionata all’età, alle responsabilità e all’intensità dell’oggi. 2. Lasciar correre, lasciar stare. Quante energie sprecate. Tensioni interne, esterne, con le cose, le persone…! Se è vero che il Natale è già qui, come non avere la calma interiore per accorgersene?Bisogna evitare tre grandi tentazioni:1. Autosufficienza: bastare a se stessi… cosa centro io col mondo, con gli altri, con i cie-chi, con gli zoppi, con i lebbrosi, coi poveri?2. Voglia di spremere dal presente tutto il possibile. “Se non lo fai adesso che sei giova-ne, che puoi, quando allora?”. Ossessionati da una vita da riempire di successi, di soddisfa-zioni, di piaceri senza freni, come una sfida continua. Le ambizioni che chiudono il cuore, e bendano gli occhi.3. Rassegnazione ed evasione. Rifiutarsi di pensare, di entrare in se stessi, di decidere. Una vita spenta e drogata. Stordimento generale, cecità morale, ottusità. E anche mentalità, abitudini e costumi che in noi si sono consolidati, che circondano il cuore e la mente come una coltre di tenebre. Pensate all’uso di internet, di certi siti… al bere e fumare (!) delle co-siddette festicciole tra amici, delle feste di fine anno…fino allo stordimento, all’abbrutimento e alla perdita di coscienza. Il male è diventato normale, anzi il male non c’è più. E quello che accade è, semmai, una “cazz…”Il Natale nella storia dell’uomo è stato una rottura assoluta, Un colpo che ha fatto girare il tempo.Dio si fa uomo come noi. Una illogicità assoluta. E si umilia e trepida nell’attesa della rispo-sta di una ragazza di Galilea.E allora questo fatto richiede quello che il tempo chiama “conversione”. Sulla scia del Natale, essa richiede rotture, salti di qualità, decisioni radicali per troncare ogni compromesso con

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il male… affrancamento da ogni nostra schiavitù. Allora per es. bisognerà rivedere la nostra scala di valori, perché la vita dovrà prendere una direzione diversa. Richiederà un cambia-mento di mentalità, del modo di ragionare (Gesù è il maestro che ci educa, il solo maestro!). Bisognerà darsi nuove regole di vita, una disciplina, e avere di questo una cura quotidiana. E’ opportuno riprendere in mano la Carta di Comunità o il Patto Associativo: lì i valori sono ben sottolineati.Se ci saranno uomini e donne disposte a mettersi in gioco in questa difficile arte di accoglie-re Dio, questa sarà “la buona notizia” che il mondo attende ogni giorno. Questo sarà Natale!

Don Flavio

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Occorre fare la guerra più dura,che è quella contro sé stessi.Bisogna riuscire a disarmarsi.

Ho fatto questa guerra per anni ed è stata terribile.Ma adesso, sono disarmato dalla cupidigia di aver ragione:

di giustificarmi squalificando gli altri.Non sono più in guardia sospettosa e difensiva,

gelosamente aggrappato alle mie ricchezze.Accolgo e condivido.

Non tengo, in modo particolare,alle mie idee, ai miei progetti;

se me ne vengono presentati di migliori,o anche non migliori ma buoni,

li accetto senza rimpianti.Ho rinunciato al comparativo di maggioranza.

Ciò che è buono, reale, veroÈ sempre il meglio per me.

Ecco perché non ho più paura.Se ci si disarma, se ci si spossessa,

se lo Spirito ci da la grazia di aprirci al Dio-Uomo,che fa nuove tutte le cose,

allora Lui cancella il brutto passato,ci rende un tempo totalmente nuovo,nel quale tutto è veramente possibile.

Patriarca Atenagora

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speCiale assemblea reGioNaletHe CaNdidates

CaNdidato arespoNsabilereGioNale...NoN eletto...

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Candidatura a Incaricato Regionaleall’OrganizzazioneDomenico BergamaschiNato a San Benedetto del Tronto attualmente sono Capo gruppo del San Benedetto del T. 3.Faccio parte del comitato di zona Picena come

incaricato all’organizzazione e sono Capo Campo CFM E/G.Laureato in Ingegneria Gestionale lavoro come sistemista infor-matico anche in giro per l’Italia del Sud ed Albania.Il perché di questa candidatura: sono dell’idea che se l’associa-zione ci mette a disposizione dei momenti di crescita personale sia buona norma non sprecare queste occasioni.

Candidatura a incaricata alla branca L/CNoemi PiermariaCiao a tutti…. sono nata e vivo a Pesaro. Sono entrata negli Scout seguendo mia madre che era Kaa!! Nell’anno 2005 sono passata dal gruppo Pesaro 5 al gruppo Pesaro 8 ultimo

nato e bisognoso di rinforzi. Oggi svolgo il mio servizio come capo fuoco anche se non ho mai lasciato l’incarico come IAB L/C della zona di Pesaro.Per 4 anni membro della staff delle Piccole Orme legate all’inter-nazionalità e oggi in quelle legate al settore PNS.Negli ultimi due anni mi sono avvicinata alla FO.CA. e partecipo come aiuto al CFM L/C e al CFT organizzato dalla zona di Pesaro.

Buona caccia e Buon volo

Candidatura a Consiglieri GeneraliRoberta Battistini36 anni di cui 28 di promessa.Sono sposata con Marco, maestro dei novizi, e abbiamo due figlie.Ho terminato il mio servizio di Responsabile

di Zona di Ancona iniziato nel 2006 e sono aiuto capo branco dell’Ancona 5.Carattere:Amo la chiarezza e non i sotterfugi; sono disponibile e se prendo un impegno lo porto a termine. Mi candido perché è un espe-rienza che vorrei provare a fare e ringrazio anticipatamente chi si è fidato di me e mi ha contattato per questo ruolo. Spero solo di “fare del mio meglio”.

Giorgio Filippini( detto chiodo)Sono un capo storico di Pesaro recentemente diventato “nonno”. Ho svolto numerosi inca-richi. Da ultimo come Responsabile di Zona ed ora come responsabile della gestione Casa Scout “ Colonia Don Orione” di Monte Nerone

e Membro del consiglio Caritas Diocesano. “Tasso Laborioso”

è stato recuperato anche Franco Ripanti, C.G. Camerano 1 che,

pur avendo dato la sua disponibilità, non era stato eletto per l’uni-

co posto messo “a concorso!” A volte, avere più candidati serve!

Marco Bevilacqua nato ad Ancona ha fatto il capo unità in tutte le Branche, con maggiore assiduità in L/C, è stato Capo Gruppo, Incaricato Regionale alla Formazione Capi e ad altro.Si è candidato come Responsabile Regionale

su invito della Zona di Ancona perché ri-tiene fondamentale che i delegati all’As-semblea Regionale abbiano la possibilità di scegliere fra più candidati e diversi stili di gestione. Il mio primo impegno: favorire la parte-cipazione associativa, valorizzare idee, proposte e progetti che ci ridiano il gusto e la soddisfazione di fare buon scauti-smo insieme.

...e iN foNdo a questoNumero.... il NuoVo CaleNdario reGioNale!!!

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speCiale assemblea reGioNaleMarcheScout

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è stato recuperato anche Franco Ripanti, C.G. Camerano 1 che,

pur avendo dato la sua disponibilità, non era stato eletto per l’uni-

co posto messo “a concorso!” A volte, avere più candidati serve!

aNd tHe wiNNer is...matteo CarloCCHia!

Sono Matteo Carlocchia, attuale Consigliere Generale e Incaricato Regio-nale ai rapporti con la Pastorale Giovanile.Sono nato a Jesi il 27 agosto del 1978, risiedo a Potenza Picena (MC), sposato con Isabella (anche lei scout) e papà di due bimbi Alessandro ed Elena.Laurea in Economia e Commercio e Master in Pubblicità presso L’Istituto Europeo di Design di Milano; nella vita svolgo il ruolo di “art director” presso un impresa di marketing e comunicazione. Collaboro con il Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile, per il quale, ho ricoperto delle responsabilità per l’evento con il Papa del 2007 e per l’ultimo Congresso Eucaristico.Le “stagioni della mia vita” sono state rappresentate fondamentalmente da due momenti: l’ “essere scout” e l’“essere capo scout”.La prima “stagione” ha avuto inizio nel 1993 (anno di nascita del mio gruppo Potenza Picena 1): a 15 anni, decido di entrare negli scout, realtà nuovissima per il mio paese, voglioso di avventura e consape-vole di una scelta controcorrente. Pronuncio la mia Promessa e mi viene affidato il mio primo ruolo di responsabilità, capo squadriglia delle Aquile.Tre intensi anni di Clan e svariati momenti di servizio, il più significativo Lourdes, scoperto dopo un cantiere regionale. Sarà la mia tappa fissa per i successivi sette anni nei quali entro come novizio nella Comunità dei Foulards Blanc.A 19 anni con la Partenza, inizia l’altra “stagione” della mia vita: l’ “essere capo scout”… il darsi per gli altri, un cammino di ascolto per stupirsi ed imparare.Nel 1997 entro in Co.Ca. Dopo il primo anno come aiuto nella branca L/C, nel 1998 divento Capo Bran-co, partecipo in Veneto al CFM L/C, e arrivano i primi incarichi in zona: delegato (per quattro anni) e IABZ L/C.Nel 1999, partecipo al CFA e divento Capo Reparto per quattro anni; in questo periodo vengo nominato capo, partecipo al campo nazionale E/G in Sardegna, due anni come IABZ E/G e gli altri come membro della Pattuglia Regionale E/G.Dal 2003, per 2 anni, Capo Clan e partecipazione al CAM R/S.Dal 2005 al 2011, Capo Gruppo ricoprendo anche i ruoli di Capo Branco e Maestro dei Novizi.Dal 2009 faccio parte della Pattuglia Regionale Formazione Capi e svolgo il CFT per la zona di Macerata come Capo Campo.Dal 2008 ad oggi, sono Consigliere Generale.Un impegno svolto con continuità, fedeltà e costanza. Con momenti duri, in cui ti senti inadeguato, in cui i tuoi impegni ti schiacciano, in cui vorresti fare altre cose, in cui ti sembra di aver dato già abba-stanza, in cui… la forza dell’avventura ti da il giusto stimolo per continuare, a gonfie vele, il tuo servizio e capisci quanto sia bello essere scout!!!Le motivazioni che mi spingono a candidarmi come Responsabile Regionale, sono la voglia di un servi-zio nuovo in cui io possa mettere a disposizione degli altri passione e creatività; il desiderio di andare alla ricerca di fonti di crescita per migliorare la mia conoscenza, la mia competenza e rafforzare la mia vocazione. Fraternamente, Buona Caccia! Matteo

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La presente relazione giunge alla fine dell’anno amministrativo dell’associazione che non corrisponde all’anno solare.Nella raccolta dei dati per la stesura del bilancio, si è tenuto conto di tutte le voci di entrata e di uscita che, per competenza, dovevano essere imputate al periodo in esame, anche se ancora materialmente non è avvenuta la loro rilevazione contabile. Per la completezza dei dati si è lavorato con la massima attenzione sia riguardo ad una loro corretta imputazione, sia alla ricerca di eventuali situazioni non segnalate o non supportate da adeguata documentazione, le quali però, sono state fonti sia di entrate che di uscite e quindi dovevano essere riportate nel bilancio stesso. Tale situazione di incertezza sulle fonti potrebbe essere causa di incongruenze che ci debbono spingere ad un lavoro di massima ricerca della precisione.Sono state inserite anche le contabilità di tutte quelle manifestazioni e degli eventi (delle quali abbiamo avuto la relativa documentazione contabile), che sia a livello regionale che di branca o settore, hanno prodotto movimento di denaro. Questa decisione è stata presa per evidenziare, nella sua globalità, la rilevanza oltre che sociale, anche contabile del nostro “agire”, poiché è l’unico modo per inserire nel bilancio le voci di entrata relative alle quote pagate dai partecipanti a tali eventi le quali, movimentano il nostro c/c postale e sono a loro volta stornate attraverso i rimborso agli organizzatori.Il problema della raccolta dati è sempre il punto debole e vi rinnoviamo la richiesta di porre la dovuta attenzione e cura nella stesura, ed in un invio tempestivo degli stessi utilizzando lamodulistica della nostra segreteria regionale..Sempre in merito alle voci di spesa da imputare, vi rammento a “.. far si che le richieste dirimborso alla Regione siano relative alle attività strettamente istituzionali, mentre tutte le spese per l’organizzazione di eventi siano a totale carico dell’evento stesso. Così come vi sollecitiamo ad evitare di fare richieste di rimborso che contengono acquisti di materiale per un evento o settore insieme alla richiesta di rimborso per la riunione di pattuglia” poiché così ci aiutate a redigere un bilancio più preciso ed contemporaneamente ci abituiamo a rendicontare meglio le nostre attività.Si fa sempre più pressante l’esigenza, o piuttosto l’obbligo, di ogni gruppo, zona e regione, di stilare una precisa rendicontazione delle proprie entrate ed uscite finanziarie per le quali il Decreto Legge 29 novembre 2008 n.185 che prevede all’art. 30 nuove formalità di controllo sugli Enti associativi, diventa più che mai un avviso per attivarsi in detta direzione operativa.Passando all’analisi del Bilancio 2010/2011 potete notare un “risultato di gestione” di € -12.978,31 che aggiunto al riporto del risultato dell’anno precedente” pari a € 15.373,13, porta la somma in attivo per € 2.394,82

relazioNe sul bilaNCio reGioNalerelativo al periodo 1 ottobre 2010 – 30 settembre 2011

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Entrate da AGESCI Centrale e Quote Integrative

La somma che quest’anno il Centrale ci ha riconosciuto, sulla base dei soci censiti, è stata di € 53.056,30 (7.947 soci) con un incremento rispetto al preventivato di circa € 6.550,00 dovu-to sia in parte all’aumento degli Associati (+ 197), sia alla nuova modalità di computo deiristorni legata non solo al numero degli associati, ma anche ad altri fattori quali la superficiedella regione e distanza rispetto al capoluogo, la distanza da Roma, il numero dei parteci-panti ai periodici incontri Nazionali di Branca, Settore, Quadri etc.Abbiamo avuto una ulteriore entrata per € 7.727,00 dovuta alla richiesta di € 1,00 per censi-to per realizzare alcuni lavori di manutenzione della sede, ed il maggior costo del personale inizialmente affiancato alla segretaria in procinto di andare in congedo per maternità.

Entrate da Associati

La nostra associazione, in relazione alla attività svolta a livello regionale e non solo ha avuto introiti per una somma pari ad € 17.670,22 che è servita a coprire le spese di gestione degli eventi stessi.

Entrate Accessorie

In questa parte del bilancio, troviamo le entrate dovute ad affitti, interessi attivi o azionicommerciali. Dobbiamo evidenziare la voce “Scout Park”, la quale, essendo utilizzata in maniera sempre maggiore, in termini di giornate d’uso (76), ha realizzato un introito di € 15.947,50.24 sono stati i gruppi scout per un numero complessivo di 930 tra Capi e ragazzi.

Spese Vincolate

Per quanto riguardano le somme da ristornare alle Zone, queste sono state pari ad € 2.560,00 relativi all’anno appena trascorso, utilizzando lo stesso metodo di calcolo degli anni precedenti. La spesa relativa alla copertura assicurativa di tutte le strutture e dei beni dalla Associazione è stata di € 5.123,00.Sui ristorni alle Zone, diviene obbligatorio da parte delle zone l’invio del bilancio senza dover subire continui solleciti da parte degli organi regionali.Vi ricordiamo che il contributo alle zone è si dovuto per regolamento, ma è altrettanto veroche le somme debbono finanziare le attività con i ragazzi e di momenti di formazione per i Capi.Risulta quindi doveroso far conoscere a tutti i Capi della Regione come le zone impiegano ildenaro a loro destinato.

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Spese Istituzionali

In questo settore del bilancio troviamo le spese delegate per la funzione democraticadell’Associazione. In quest’anno si è avuto un leggero aumento delle stesse poiché, rispetto al preventivo di € 5.730,00, si sono avute spese pari ad € 6.975,71 dovute ad una maggiore attività del Comitato Regionale a causa degli incontri sia in Sede che fuori sede (Roma).

Spese Strutturali

Qui troviamo le spese operative, che ci permettono di rendere attive le scelte educative.Come potete notare la differenza tra il preventivato € 46.070,00 e il consuntivo € 50.359,01 è minima, dovuta principalmente a maggiori spese della Branca E/G ed il Settore Fo.CA.nell’organizzare gli eventi ed i Campi Scuola.Rispetto agli anni precedenti si nota una maggiore attenzione ed una più accorta pianifica-zione degli eventi ed una sensibilità maggiore nello stilare il bilancio preventivo e consuntivo degli eventi effettuati, anche se, ancora non si può abbassare la guardia su questo aspetto legato alla reportistica da realizzare per le attività che si intendono svolgere.Invitiamo inoltre a non richiedere la disponibilità di fondi di accantonamento per cifre che vengono sovrastimate, perché “non si ha la voglia di stilare un seppur minimo bilancio pre-ventivo”. Questo modo di fare rischia di sottrarre risorse ad altre Branche o Settori, costrin-gendoli ad escogitare o attivare iniziative per finanziare le loro proposte educative con mag-giore dispendio di energie e di tempo, oltre a non essere nello stile scout di attenzione al prossimo.Inoltre sollecitiamo al fine di non pesare in maniera eccessiva né sul bilancio regionale né tantomeno sulle tasche dei ragazzi, la realizzazione di attività di autofinanziamento così come realizzato da alcuni settori.

Gestione Sede Regionale

In questa parte del bilancio dobbiamo evidenziare maggiori costi dovuti ad azioni diintervento per messa a norma sia strutturale che amministrativa della nostra segreteria. Ab-biamo provveduto ad effettuare alcuni lavori di manutenzione degli infissi, delle vetrate e si sono avuti maggiori costi sul fronte degli oneri bancari (+400,00 €), del personale (+5.000,00 €) dovuto all’affiancamento della nuova segretaria in sostituzione della titolare del servizio che è andata in congedo per maternità e presumibilmente non rientrerà prima di maggio/giugno del prossimo anno.Maggiori costi di cancelleria (+1.300,00 €) dovuti alla necessità dei vari Settori e Branche dieffettuare fotocopie e di utilizzare quanto messo a disposizione.Su questa voce di spesa vi invitiamo a porre attenzione e verificare se effettivamente c’è lanecessità di produrre o riprodurre documenti o se forse un maggior uso di sistemi di sup-porto informatici non ci consenta di portare anche noi un piccolissimo contributo sia econo-

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mico che ambientale.Anche la spesa telefonica ha visto un incremento di (+500,00 €). Segnaliamo su questa voceche, spesso si è costretti a chiamare sui cellulari i Capi poiché non sempre si hanno gli indi-rizzi email corretti o aggiornati, segnalare il cambiamento di indirizzo, di numero di cellulare o quant’altro alla segreteria permette una gestione più agevole del lavoro ed un conseguen-te risparmio economico.

Gestione Straordinaria

Nel caso specifico delle entrate abbiamo il versamento da parte dei ragazzi partecipan-ti al Jamboree per € 57.201,00 , di € 200,00 come contributo per il settore nautico e di € 7.727,00 come quota integrazione censimenti.Sul fronte delle uscite straordinarie troviamo la rimessa effettuata per le quote Jamboree dei ragazzi e quella di competenza della Regione per € 56.741,54 più una ulteriore integra-zione per € 6.000,00 dal Fondo Eventi per Ragazzi.Le spese relative alla gestione e alla manutenzione straordinaria dello Scout Park di Treia per€ 10.594,91 essendo stato realizzato il bagno per portatori di handicap e altri lavori di ge-stione ed ottimizzazione della struttura.Tra le Attività risulta ancora indicato il credito relativo al prestito deliberato nell’assemblea di novembre 2006 per l’acquisto della struttura di Montenerone.Nel 2007 era stata chiesta una sospensiva all’erogazione non essendo ben definite le proble-matiche relative alle proprietà. Nel 2008 la somma è stata regolarmente erogata e, rispet-tando la dilazione per i rimborsi a suo tempo prevista, nel prossimo anno associativo 20011-12 dovremmo avere il rientro della prima delle tre rate pattuite pari a € 6.666,00.

Fondi

Con esclusione del fondo TFR che viene incrementato ogni anno di una quota proporzionaleal debito che matura nei confronti del dipendente, (per il prossimo anno è stato preventi-vato un accantonamento doppio dovuto alla fatto che per un anno, oltre che la titolare del servizio abbiamo anche la sostituta), per alcuni fondi, pur richiesti al momento della appro-vazione del bilancio dello scorso anno, non si è avuto nessun utilizzo, come ad esempio:• Adeguamento Sede e Basi.• Pace Non Violenza Solidarietà• Internazionale• Protezione Civile• Formazione CapiTotale Fondi € 12.100,00Crediamo sia opportuno capire bene quali siano le nostre intenzioni o progetti al fine di evitare di tenere bloccate somme che possono essere utilizzate in altro modo. Vi invitiamo nuovamente ad effettuare uno sforzo per pianificare attività, proporre momenti di incontro e di crescita a tutti i livelli.

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APS

Come sapete la nostra associazione è membro della APS regionale. Per il corrente anno il fondo stanziato era pari ai € 350.000,00 euro.L’indirizzo per la scelta dei progetti da finanziare è quello relativo alle tematiche sociali e dilavoro con i soggetti socialmente più deboli, (anziani, ragazzi con problemi di inserimento,accoglienza etc.)Nonostante le informative inviate a tutte le Branche e Settori, non si è avuto nessun ri-scontro ed allora, su invito del C.S.I. e con il Settore nautico è stato stilato e presentato un progetto che coinvolge una ampia porzione del territorio della nostra Regione e vede come interlocutori i ragazzi con portatori di handicap non solo fisici, ma relazionali e psicologici.Il progetto presentato, oltre ad una serie di attività da realizzarsi negli Oratori, prevede anche delle attività in mare utilizzando le imbarcazioni a nostra disposizione (canoe, derive, barche a vela) e prevede l’acquisto di una barca a vela appositamente realizzata per poterla utilizzare anche da portatori di handicap in carrozzella.Non abbiamo ad oggi una comunicazione ufficiale, ma il progetto è passato con il massimodel punteggio ed a breve dovremo avere il via libera per iniziare il lavoro così come previsto.L’importo richiesto è stato di circa € 12.000,00 che logicamente dovremo puntualmente ren-dicontare dimostrando quanto realizzato in attività e dotazione di strumenti per il raggiungi-mento del fine. Per opportuna conoscenza allego il progetto presentato.

5XMille

I ristorni del 5xMille che il Nazionale ha effettuato per la nostra Regione ammontano ad €9.539,00 per l’anno 2007 ed € 13.352,21 per l’anno 2008.È stata costituita a suo tempo una apposita commissione che, all’ultima assemblea ha avuto il rinnovo dell’incarico ancora per un anno. La commissione si è dotata dalla prima riunione di uno strumento di valutazione dei progetti per poter assegnare i fondi in maniera la più oggettiva possibile.Dei progetti presentati da finanziare con l’erogazione del 2007 solamente l’acquisto delletende e dei kajak hanno visto l’erogazione dietro presentazione dei giustificativi di spesa, degli altri non si è avuta notizia pur sollecitando la loro realizzazione e dando delle scadenze ben precise.Per i progetti relativi alla erogazione del 2008, per i quali era prevista una rendicontazioneentro il 30 settembre del corrente anno, pena l’obbligo di restituire la somma al Nazionale, sono stati presentati alla commissione, anche qui dopo vari solleciti, solo due progetti.Di questi si è avuta la documentazione relativa all’impegno di acquisto della barca Aum-pappà solo a fine settembre, ed i giustificati di acquisto delle casse di amplificazione solo a metà ottobre (documento non più utile ai fini della rendicontazione). Abbiamo evitato la restituzione della somma solo perché il valore di acquisto della barca era superiore alla som-ma stanziata con i Fondi del 5Xmille.Riteniamo assolutamente obbligatorio fare una profonda riflessione sul nostro agire e sugli

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impegni che nei luoghi deputati Assemblea, Consigli, etc. prendiamo. Somme di denaro im-portanti non possono essere trascurate soprattutto in questi momenti di crisi profonda che vede le famiglie dei nostri ragazzi sempre più in difficoltà.È nostro obbligo istituzionale, morale e di capi al servizio e sottolineo servizio e non vo-lontariato, attivarci affinché si possano utilizzare questi ed i fondi futuri dei quali la nostra associazione potrà avere disponibilità per investire in strumenti ed iniziative rivolte ai nostri ragazzi anche in collaborazione con le altre agenzie educative che operano sul territorio.Avere la cura e l’attenzione di cogliere queste occasioni da parte delle Branche e Settoridedicandogli del tempo per capire come utilizzare al meglio i fondi, coinvolgere le zone, i gruppi per proporre progetti od iniziative, ritengo siano le strade che obbligatoriamente dobbiamo seguire, oppure, dichiararsi non interessati a tali opportunità e correttamente ed onestamente rifiutare le rimesse dei fondi oltre a cancellarsi dai Registri di associativismo dove siamo iscritti.

Bilancio preventivo

È stato redatto sulla base di alcune indicazioni di spesa avute da parte di branche e settori e sull’andamento delle spese fisse che la nostra associazione sopporta per il suo funziona-mento.

Ancona, 18 novembre 2011

Gli I.R.O.Luca e Debora

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La strada per giungere a “Barcaglione” di Falconara, luogo dell’Assemblea delegata, non è lunga, da casa mia. Mi è servita per ripensare ai temi e sentirmi leggero, dato che non avevo nessun obbligo di voto.Speriamo che questa volta l’assemblea “parta”! Sono dell’idea che la democrazia sia un valore per coloro che la vivono, e non la subiscono né la fanno pesare agli altri. A mio avviso solo chi partecipa vive la democrazia e deve decidere. Chi non è presente, accetta o parteci-pa per affermare la propria idea.Sono anche convinto che in Zona e, tutto sommato, anche in Regione esistano ancora rela-zioni bilaterali, tra base e vertice (scusate il linguaggio), mentre altro-ve c’è scollamento, se non perdita completa della realtà. Purtroppo i “frustrati” trovano terreno fertile proprio lontano dalla base: qui si sentono realizzati, specie se propongono assurdità. Entro in casa alle 8.45. Mi piace arrivare un po’ prima, anche per sbri-gare gli aspetti burocratici. Trovo solo due persone: il custode della casa e Augusto dell’Ancona 1. aspetto, … aspettiamo. Ormai il ritardo è diventato “di norma”!Finalmente si incomincia. Il nuovo A.E.R., don Enrico, propone la preghiera, i presidenti sbrigano le prime formalità, l’IRO presenta una dettagliata relazione al bilancio, integrata con opportune spiegazioni, visto che solo 3 delegati l’avevano letta. Mi chiedo che ruolo hanno le Co.Ca., se il delegato diventa come il consigliere generale, senza vin-colo di mandato. Dopo che le Branche ed i Settori hanno presentato i loro programmi, arrivano le candidature a R.R.m. di Marco e Matteo, di “Chiodo” e Franco a consigliere generale, di ….. a IRO, di…….Non è presente Enrico, detto “Chicco”, Brutti perché dimissionario. Mi stupisco che nessuno chieda conto di queste dimissioni! I diversi can-didati si presentano sostenuti dalle rispettive zone. Tutti hanno voglia di impegnarsi e di proporre qualcosa di nuovo. Eppure, qualcuno ave-va interpretato qualche possibile candidatura come “contro”, anche se non si sa bene cosa.Rita, nel ringraziare, aggiunge che in quest’ultimo anno il comitato ha lavorato, ha lavorato bene e in serenità, grazie anche all’esperienza di Chicco. Peccato che lui non ci sia.Era di moda, una volta, fare dopo ogni attività una verifica, magari anche dopo un servizio per lasciare testimonianza al nuovo e la possi-bilità di non ripetere errori ma di potenziare gli aspetti positivi. Questa tradizione sembra che si sia persa.Dopo tanto tempo abbiamo avuto, per alcuni incarichi, la possibilità di scelta. Grazie!

impressioNi di uNa assemblearesoconto semiserio dell’assemblea del...

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Mozioni, proclamazione degli eletti, bilancio, programma: la vita assembleare è continuata, a volte con una spinta, con il solito clima. A chiusura, la S. Messa. Ma io avevo preso già la strada di casa per una ricorrenza personale!Ringrazio Chicco e Luca, con i quali sono stato a più stretto contatto, per il loro servizio, per il tempo che hanno dedicato ai capi e, di conseguenza ai ragazzi, e all’Associazione tutta. E ringrazio gli altri che hanno terminato il proprio mandato come coloro che si sono resi di-sponibili, anche se non eletti.Certe energie non andrebbero dimenticate. Riusciremo, un giorno, a costituire una “scrigno” con tutti coloro che sono stati punti di riferimento ed ora sono nel limbo?

Carlo

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da fiGlio a CoNiuGeLa mia esperienza di vita scout non mi aveva mai dato la possibilità di partecipare ad eventi e riunioni che andassero oltre l’assemblea o gli incontri zonali di branca, né avevo mai avuto la necessità pressante di parteciparci. Diciamo la verità: nell’immaginario collettivo, prende-re parte a consigli e riunioni regionali non è la massima aspirazione di un giovane capo, né questi eventi vengono ricordati per il divertimento. Ovviamente questi momenti non sono creati per giocare o passare bei momenti. Da quando un tirocinante entra in Co.Ca. è sogget-to alla solita filastrocca: “ L’AGESCI è un’associazione democratica: partecipare alle assemblee significa dare il proprio contributo alle decisioni che vengono prese tutti insieme”. Dopo 4 anni sono sempre più convinto di questa frase. Dopo 4 anni, però, ho avuto la possibilità di sperimentarla a livello regionale; nello specifico, sono diventato Delegato della mia Comunità Capi, partecipando all’assemblea regionale e accompagnando la mia Capo Gruppo al Consi-glio di Zona.Ho preso parte con spirito critico ma con la voglia di comprendere a fondo cosa volesse dire Democrazia e partecipazione attiva in un’associazione che mi aveva sempre trattato come “figlio” e adesso mi chiamava ad essere “coniuge”: uno dei tanti, sì, ma con pari diritti, pronto a dare il mio contributo. All’assemblea delegata ho notato, però, come una persona che entra in un ambiente cosi per la prima volta possa rimanere spiazzata. Quel tipo di comunità è ba-sata su relazioni pluriennali, alcune pluridecennali; e tentare di comprendere sul momento le diverse dinamiche, come ho provato io, risulta pressoché impossibile. L’assemblea Regionale rappresenta uno spaccato delle varie esperienze scoutistiche di tutte le Marche, che si incon-trano per gestire l’Associazione e far sì che possa compiere lo scopo per cui è nata: EDUCARE. Il mio personale pensiero è che certe volte questi due aspetti di una stessa visione non colli-mano; le relazioni tra le persone e l’obiettivo dell’educazione, in molti casi, sembrano sovrap-porsi in favore delle relazioni personali. Pensiamo: quante volte ci è capitato di infervorarci e arrabbiarci per un argomento scoutisti-co che, via via nella discussione, perdeva l’obiettivo per cui era nato, per perdersi, poi, nella ricerca della supremazia dialettica nel confronto? Quante volte abbiamo preso posizione soltanto per non essere d’accordo con qualcuno, piuttosto che ascoltare veramente ciò che aveva da dire? Certe volte sembrano - perdonatemi la forzatura - le tipiche discussioni che ca-pitano tra marito e moglie, quando, dopo un po’ che discutono, si dimenticano l’oggetto del contenzioso ma continuano a litigare piuttosto che ammettere che hanno perso l’obiettivo.Tutto questo è il motivo principe perché da fuori le assemblee regionali sono viste in questo modo. Non si percepisce lo scopo ultimo di queste riunioni che io, ora che ne ho fatto parte, ritengo più che mai fondamentali ma che, permettetemi, hanno bisogno di un riposiziona-mento delle relazioni in funzione dell’Educare, e non viceversa.Ritengo che impegnarsi significhi, ancor prima che dare il meglio di sé, individuare gli obiet-tivi da raggiungere, gli strumenti da utilizzare, e, soprattutto, avere la capacità di percepire i propri limiti per superarli. Considerate questo scritto come emblema del mio impegno nella vita associativa.

Giuseppe Becciu

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Numero questionari 22 Numero gruppi 77

Percentuale risposte 28,5%

Zona n. Gruppi che rispondono Tipo unità L/C E/G R/S Ancona 8 miste 17 10 20 Faleria 2 monosessuali 1 1 1

Macerata 3 parallele 3 10 1 Pesaro 2 Picena 3

Vallesina 4

Motivazioni al tipo di Unità La scelta è stata mai messa in discussione? Motivi logistici 1 SI 18 Scelta educativa 8 No 4 Tradizione 11 Non abbiamo l’unità 2

Vi siete mai confrontanti con l’emersione? Avete mai discusso in Co.Ca. dell’omosessualità? SI 18 SI 5

No 4 No 17

È presente il fenomeno della ruolizzazione?

R/S E/G L/C

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peNsaNdo al prossimo CoNsiGlio GeNerale...A causa di ricovero in ospedale di mia madre, anziana, dovendo garan-tire una assistenza pressochè continua, non ho potuto partecipare al Consiglio Generale di giugno scorso.Avevo, per l’occasione preparato un intervento sulla relazione del Comi-tato Nazionale che vorrei portare a conoscenza di tutti i capi della regio-ne. L’intervento comunque è stato effettuato durante i lavori del C.G., in maniera sintetica, dagli altri consiglieri delle Marche che lo hanno con-diviso.

Ho letto con attenzione la relazione del Comitato nazionale, l’ho trovata ben fatta e ricca di spunti di riflessione.In particolare ho avuto modo di apprezzare e condividere la parte iniziale relativa all’analisi che viene fatta dello stato della nostra società.Crisi dell’adultità, relativizzazione dei valori, vita vissuta (cito) “con frenetico ritmo, con gli imperativi vincere, emergere, apparire”.Il tutto aggravato, ( continuo a citare) dallo “ squallore fornito da un troppo elevato numero di esponenti pubblici che sottrae credibilità alla società adulta e impoverisce gravemente il livello del dibattito e del confronto, specie a danno dei più giovani” Vorrei partire da questa ultima citazione per riproporre brevemente alcune riflessioni che ho avuto modo di condividere, alcuni mesi fa, con alcuni quadri associativi di diverse regio-ni, riflessioni proposte ai vertici associativi e che hanno avuto parziale riscontro nella lettera diffusa in occasione del Thinking Day.Sappiamo tutti che da anni assistiamo alla progressiva perdita di dignità della vita pubblica nel nostro Paese. E’ un’evidenza innegabile. Non è tanto una crisi della moralità e della le-galità diffuse, perché esiste un’Italia sana e positiva di cui l’Agesci stessa è umilmente un’e-spressione originale. E’ piuttosto una degenerazione crescente e sfrontata dell’etica e dei comportamenti di un gruppo dirigente che governa il Paese credendo di potersi porre al di sopra della Costituzione, delle leggi, delle norme morali e del buon senso. Questa drammatica situazione diviene particolarmente grave a fronte del rischio che molti cedano all’assuefazione nei confronti della politica divenuta immorale e incivile. Se l’elogio della prepotenza, della furbizia, del maschilismo e dell’illegalità diventa una cosa norma-le, allora, tra le molte cose più preziose che vengono compromesse, c’è l’educazione delle nuove generazioni. Non a caso la Chiesa, nelle sue più alte espressioni, ha richiamato certo mondo politico al rispetto rigoroso della moralità e della legalità. Lo ha fatto non solo per ragioni morali, sociali e civili, ma anche per ragioni educative. Oggi il modello di gestione dell’economia e le scelte di politica della scuola e dell’università sacrificano proprio i giovani, negando loro sia le risorse e gli strumenti per l’educazione e

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la formazione, sia l’accesso al lavoro e alle condizioni per costruire il futuro. Quei leaders politici che usano il potere in questo modo sono poi gli stessi che, sul piano morale, civile e giuridico, non sono affatto credibili per avere titolo a proporre alcunché che sia veramente al servizio del bene comune.Di fronte a tutto questo, come si levano voci e istanze di protesta sia dalla società civile che dalla Chiesa, così quanti hanno una responsabilità educativa non possono più tacere. Ben vengano allora, così come ricordato dalla relazione del Comitato, le collaborazioni con Azione Cattolica ed Acli per dar vita a iniziative comuni in tema di educazione.Mi chiedo però se da parte dell’Agesci si possa osare di più, alle volte ho l’impressione che ci sia timore di prendere, all’esterno dell’Associazione, posizioni autonome ed autorevoli per paura di offendere qualcuno o perché si ritiene che una associazione come la nostra non debba (fra virgolette) fare politica.Ciò, nonostante ci siano documenti dell’Associazione come il Patto Associativo e I Care, solo per citarne alcuni, che ci impongano chiaramente di esserci, di dire apertamente come la pensiamo, di uscire dal chiuso e dalla tranquillità delle nostre sedi.Ed allora, a mio avviso, dobbiamo dare espressione precisa, coerente e ferma della nostra critica alla prassi antieducativa, alla logica antidemocratica e ai micidiali “esempi a rovescio” che arrivano ogni giorno. Ciò non per partigianeria o per calcolo politico, ma solo e pura-mente per semplice dovere di educatori, memori del monito evangelico che ammonisce chi dà scandalo ai più piccoli, ai più giovani, a chi ha bisogno di guide credibili per crescere: “è meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piut-tosto che scandalizzare uno di questi piccoli” (Lc 17, 2). Basta ricordare don Lorenzo Milani, la sua “Lettera ai Giudici” o la “Lettera a una professoressa” che scrisse insieme ai suoi ra-gazzi di Barbiana. Che cosa scriverebbe oggi ? Forse qualche calcolo di opportunità potrebbe farlo tacere? Noi invece saremo più pavidi e conniventi davanti a un potere che rovina l’edu-cazione dei giovani ? Spero di no, confido invece che noi capi dell’Agesci, senza tentennamenti, riusciamo a dare voce a ciò che abbiamo il dovere di affermare dinanzi ai nostri ragazzi, alle loro famiglie, alla Chiesa e alla società italiana intera.

Ho avuto modo di apprezzare inoltre quella parte della relazione ove si ricorda che l’attua-le crisi economica, possa influenzare la nostra azione educativa, e come sia necessario rilan-ciare i valori della sobrietà e della solidarietà. Il costo della vita scout non può essere moti-vo di non accesso al percorso educativo o di abbandono per le fasce meno abbienti.Su questo è necessario un forte coinvolgimento e riflessione da parte di tutti, non solo di quei livelli associativi e degli enti coinvolti su questo tema, quali Fiordaliso e sistema coope-rative, ma anche dei gruppi e singoli capi che sappiano riscoprire la vera essenzialità scout e la portata educativa dell’articolo della legge che ci richiama alla laboriosità ed economicità.

Una riflessione relativamente al tema dell’inclusione sociale.E’ vero potremmo portare all’attenzione dei singoli contesti nei quali ci troviamo ad opera-re, il nostro originale contributo esperienzale, che viene dal basso e dalla quotidianità di un servizio educativo a favore dei minori che accogliamo nei nostri gruppi.

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C’è da chiedersi però se non sia necessario supportare questa opera di accoglienza ed inclusione con un percorso di formazione che preveda anche dei momenti specifici di for-mazione per i nostri capi sia all’interno della formazione capi istituzionale sia con appositi eventi dedicati al tema. Ciò per evitare certo spontaneismo, garantire e strutturare in maniera più consapevole e solida un servizio prezioso e fondamentale per aiutare a superare quella lettura emergenzia-le del fenomeno emigrazione che la relazione del comitato ci ricordava.

Un ultima riflessione sulla situazione dei nostri giovani capi.In relazione alla crisi economica, la relazione ci ricordava che il tasso di disoccupazione gio-vanile sfiora nel nostro Paese il 30% dei giovani.A questo va ricordato che una altrettanto grande percentuale di giovani oggi sono occupati in maniera precaria e senza garanzie di stabilità. Non mi voglio dilungare sugli effetti nefa-sti che tale situazione provoca non solo a livello di società e collettività, ma anche a livello personale in termini di provvisorietà, emarginazione, impossibilità di progettare il proprio futuro, anche a breve termine.A mio avviso la nostra associazione deve, a fronte di questa situazione, fare una profonda riflessione e chiedersi se gli schemi e i modelli istituzionali, ormai consolidati e testati, sia-no ancora rispondenti a queste nuove esigenze, se non sia invece opportuno uscire da certi schematismi e sperimentare nuove forme di partecipazione associativa.Questa considerazione vale per molti aspetti dell’organizzazione associativaMa un riferimento preciso voglio farlo per i modelli e tempi della formazione capi istituzio-nale.Siamo proprio sicuri che introdurre una sperimentazione, per lo meno per quanto riguarda i CFM, basata su due fine settimana lunghi piuttosto che su un periodo unico possa nuocere all’efficacia di questo evento? Ritengo di no e su questo ho il supporto di esperienze positive in tal senso che anni fa si facevano nella nostra regione.

Non chiedo di rivoluzionare gli as-setti che ci siamo dati ma perlo-meno provare a sperimentare, a provare, per alcuni CFM tale for-mula e agevolare così una parte di nostri giovani capi a partecipa-re. Poi come in tutte le cose della nostra Associazione potremo fare una verifica e valutazione.

Enrico Brutti

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Gli sCout di Val d’eNzaLa nostra esperienza di servizio alla Tenda di Abramo è stata breve, ma intensa.Non sapevamo cosa aspettarci quando siamo partiti, se avremmo trovato situazioni spiacevoli, sofferenza e dolore che non saremmo riusciti a sostenere, oppure un clima di solidarietà e amicizia.Quando abbiamo aperto la porta agli ospiti per la prima volta, per noi era un mondo nuovo: le facce, gli odori, gli atteggiamenti… nulla per noi era scontato.Siamo riusciti a conoscere parecchi ospiti da vicino, per quello che erano veramente e nonper come ci appaiono ogni giorno quando li vediamo per la strada, davanti al supermercato oalla chiesa a fare l’Elemosina, in stazione sdraiati su una panchina o coricati in unsottopassaggio.Siamo riusciti ad andare oltre questi luoghi comuni, a conoscere quello che sono veramente,le loro storie,il loro modo di pensare e di vivere…Siamo arrivati alla tenda con l’idea di dare qualcosa agli altri, di cucinare un piatto caldo percoloro che non lo possono avere, di pulire una stanza per poter offrire un posto dovepassare una notte, di dare un sorriso a chi pensa che la sua vita sia un fallimento e ormai haperso le speranze!Sono stati loro invece a dare qualcosa a noi, a insegnarci quanto siamo stati fortunati anascere nelle nostre famiglie,quante possibilità abbiamo e quante ne sprechiamo perché non siamo mai contenti, a renderci conto di quanto tempo passiamo preoccupandoci di noi stessi quando c’è un mondo là fuori che aspetta soltanto di essere ascoltato, sfamato e accolto.Questa route di servizio ha insegnato tanto a tutti, compreso chi di queste cose hasempre avuto “paura” e le ha sempre evitate con egoismo e con un po’ di”puzza sotto ilnaso”!Ringraziamo i volontari che ci hanno dato una mano e ci hanno insegnato quanto siaimportante quello che fanno!GRAZIE TENDA DI ABRAMO!

Il consiglio ne approfitta per salutare e ringraziare anche i gruppi di Marina, SanBenedetto, Rimini e Fabriano che ci hanno tenuto compa-gnia negli ultimi due mesi!

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teNda di abramo: breVe resoCoNto sulla situa-zioNe aCCoGlieNza a falCoNara e …su altro aNCora Come noto anche dalla cronaca locale nell’ultimo periodo il nostro territorio sta vivendo un disagio, una necessità di confronto, … chiamiamola come riteniamo opportuno … sul tema delle persone che da tempo vivono e dormono all’aperto.

Su richiesta di tanti proviamo a fare il punto della situazione.

Le righe sotto vogliono essere solo una sintetica, molto sintetica, partenza per un’ulteriore possibilità di confronto.

La Tenda di Abramo ha partecipato a tutte le commissioni (quattro in un mese) convocate dal Comune per parlare della situazione di coloro che dormono all’aperto e che, soprattutto negli ultimi tempi, dormivano presso la Parrocchia del Rosario.

Ad ogni riunione i volontari della Tenda sono sempre stati minimo in tre, con delle punte di circa dieci / quindici persone alle ultime riunioni del 5 e 15 dicembre.

Ci è stato chiesto di portare un contributo sulla gestione della vicenda, alla luce della ven-tennale esperienza sul campo. Alla difficoltà di confrontarsi fra persone diverse per ruoli (chi istituzionalmente rappresenta il Comune, chi l’opposizione, chi le parrocchie e chi l’associa-zionismo …) si sono associati il forte disorientamento per chi, ascoltando e costruendo per minuscoli passi un possibile percorso di integrazione, il giorno seguente sui giornali leggeva di decisioni e ordinanze che andavano in senso fortemente contrario.

Quando si è ipotizzato di trovare una stanza per l’emergenza freddo le pagine della cronaca locale, immediatamente dopo, raccontavano della volontà della giunta di chiamare l’esercito per svolgere funzioni di pubblica sicurezza senza che nessuno lo avesse detto. Oppure se si accennava, durante le riunioni, alla distribuzione di coperte e pasti caldi incredibilmente, quanto tempestivamente, i giornalisti ci informavano che le fontane pubbliche erano blocca-te per evitare che qualcuno le utilizzasse in modo improprio.

Simbolicamente questi giorni coincidevano con quelli del convegno organizzato dalla Tenda sul tema della legalità, giustizia e fraternità …

Si è arrivati poi al 5 dicembre. Giornata difficile e carica di tensioni. Alle 18 la commissione e alle 21 l’assemblea pubblica. In quella giornata sono state evidenti le tensioni presenti. Non ci soffermiamo sui contenuti per necessità di sintesi. I volti dei volontari partecipanti erano

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comunque fortemente perplessi e soprattutto preoccupati per quanto si ascoltava. Molti sono intervenuti in entrambi gli appuntamenti portando un contributo di testimonianza ed “esperienza maturata sul campo”.

In tenda ci siamo visti alcuni giorni dopo (con un consiglio straordinario aperto a molti vo-lontari presenti agli incontri del 5 dicembre) per confrontarci. E’ stata condivisa la volontà di impegno concreto senza tralasciare la parte del confronto aperto e franco con la giunta sulla inopportunità di alcune scelte fatte. In modo particolare riteniamo fortemente critica la scelta di chiudere l’acqua pubblica e tutto l’approccio che tende ad allontanare anziché entrare in relazione per capire e conoscere.

In quei giorni difficili è uscita la possibilità, dopo un confronto fra il sindaco e don Giovanni, di concedere una stanza da parte della parrocchia del Rosario. Con un progetto che vedesse l’impegno delle associazioni e del Comune.

Si è arrivati alla commissione del 15 dicembre dove sono state raccolte le adesioni delle as-sociazioni al progetto: la Tenda di Abramo ha dato l’adesione, assieme ad altri.Il 19 dicembre alle 13 e 30 la prima riunione tecnica alla quale erano presenti: i Servizio Sociali del comune, la Tenda (eravamo in cinque compresi gli operatori di rete), Giò, l’Avulss e la Caritas dei Frati.

Si è partiti dalla necessità di capire il prima possibile chi e come possa essere rilasciata l’autorizzazione alla stanza. Senza autorizzazione non sarà possibile partire con l’accoglienza notturna. L’operatore (presente alla riunione) nel frattempo inizia un percorso di avvicina-mento in “luoghi protetti” (Caritas dei frati o Tenda di Abramo o similari). Nella serata del 19 questo percorso di avvicinamento da parte dell’operatore è già iniziato, proprio nei locali della Tenda di Abramo, in quanto alcuni “potenziali destinatari” erano nostri ospiti …

Abbiamo anche stabilito che i “destinatari dell’intervento” saranno ben definiti e una sorta di lista di coloro che potranno eventualmente dormire nella stanza dovrà essere chiara con anticipo (in sostanza NON SAREBBE una PRIMA ACCOGLIENZA per tutti).

Si è scorsa anche una veloce lista delle possibili scelte concrete sulla gestione e sul materia-le vario da reperire. Il tutto subordinato alla autorizzazione. Non credo che, anche se tutto vada bene, si riesca a partire prima della Befana.Occorre coinvolgere le Associazioni non presenti al tavolo tecnico e per questo serve un aiuto di tutti.Nella serata del 19 ci siamo ritrovati e confrontati ulteriormente sulla questione, sul clima creatosi, sull’opportunità o meno di collaborare con chi non fa che innalzare barriere anzi-ché creare le condizioni per una possibile relazione di conoscenza. Sugli eventuali “rospi” da ingoiare, ma anche sull’opportunità di oltrepassare la barriera del pregiudizio per affiancare l’azione culturale sul territorio alla concretezza della relazione umana. Per questo assieme ai tavoli tecnici qualcuno ha pensato ad un manifesto per coniugare la voglia di esserci con

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l’azione concreta e la sensibilizzazione delle persone.

Senza restare in una nicchia, ma cercando di far respirare aria nuova a tutti.

Il risultato è stato il manifesto “Auguri di Pace”, che ha visto la firma di una ventina di asso-ciazioni falconaresi e marchigiane, ampiamente e giustamente letto (molti anche diretta-mente sul nostro sito), commentato, criticato o apprezzato.

Fra le firme importanti c’erano anche quelle dei tre gruppi scout falconaresi.

Durante il mese di gennaio si sono tenuti altri incontri per il cosiddetto “tavolo tecnico”, ai quali hanno partecipato le associazioni e l’operatore di strada Riccardo, che ha esposto i risultati iniziali del suo lavoro.

Riunioni di non facile gestione. All’ultima di queste riunioni, in particolare, si è fatto presen-te con chiarezza la volontà di cercare dei possibili percorsi, con la logica dei piccoli passi. In particolare la ricerca dei documenti, la possibilità di relazionarsi con l’ufficio di collocamento ecc.. ecc.. Il Comune non ha autorizzato la stanza messa a disposizione dalla Parrocchia del Rosario, per l’eccessivo onere, e dunque questa possibilità di accoglienza emergenziale è saltata. In caso di necessità, valutata dall’operatore di strada, la Tenda metterebbe a disposi-zione (in orario di chiusura) le proprie docce, la Caritas dei Frati continua a fornire occasioni di incontro assieme all’esperienza della mediatrice culturale.

Abbiamo sempre ribadito e ampiamente spiegato che il progetto è ideato e realizzato nelle sue linee generali di base dalle associazioni presenti, assieme ai Servizi Sociali e che prevede la possibilità di percorsi individuali di conoscenza e cambiamento della situazione di disagio per coloro che siano realmente interessati. Per questo si è spiegato con estrema chiarezza che il “censimento generale delle persone” che sono costrette a dormire all’Area ex Monte-dison non rientra affatto fra gli obiettivi condivisi.

Ci siamo ritrovati anche con le cosiddette “Associazioni in rete” di Falconara per un inte-ressante confronto fra i presenti non legato soltanto alla situazione contingente, ma anche all’importanza della reciproca conoscenza nel rispetto delle varie specificità associative che devono essere un’occasione di arricchimento. Assieme cercheremo di continuare la sensibi-lizzazione del territorio verso il tema dell’acqua, della reale sicurezza e dell’accoglienza. Ri-badiamo, ancora, la nostra contrarietà alla chiusura dell’acqua pubblica, evidenziando che il provvedimento ha connotati di mera formalità in quanto i bagni e l’acqua di Piazza Catalani, dalle nostre verifiche, sono sempre rimasti aperti … Naturalmente, tutto questo, in contem-poranea alla gestione della casa di prima accoglienza di Via Flaminia, sempre al completo….”

Quelli della tendaper maggiori info: www.tendadiabramo.it

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Ciao Ivan...Momenti particolari della nostra vita chiedono anche a noi di riandare alle radici profonde della Fede, di rinnovare la scelta di seguire il Signore con un impegno chiaro e personale,

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superando quel senso di paura e d’incertezza che può nascerci dentro in questi momenti. Ecco questo è uno di quei momenti. Rivado col pensiero a 15 anni fa….Ivan è un cucciolo del Branco Piccole Orme del gruppo Pesaro 8. E’ entrato un anno prima degli altri ma è esuberante, concreto e non si spaventa di fronte a nulla. Ci accomunavano 2 cose, il fatto di avere perduto il padre in giovane età e la “testardaggi-ne”.Lui è preciso, puntuale e pieno di voglia si scoprire il mondo ma nulla può essergli imposto, tutto viene messo in discussione.Sua mamma che gli lava l’uniforme tra il sabato e la domenica (perché non si va a Messa con l’uniforme sporca) e lo obbliga ad indossare la calzamaglia sotto i pantaloncini quando fa freddo.Il passaggio negli esploratori e i primi problemi a conciliare il suo amato ruolo di portiere con lo scoutismo. Non ci sono mezze misure per Lui, le cose o si fanno per bene o niente, quindi esce dall’As-sociazione per qualche anno ma visto che la carriera calcistica non gli riserva le gioie che sperava la lascia e rientra in Clan. E qui ci ritroviamo.Eravamo per Lui un punto di riferimento, qualcuno da guardare per poter crescere e diven-tare un “cittadino di un mondo migliore”.Viviamo insieme ancora altre esperienze anche con il Clan di Porto Sant’Elpidio e Lui diventa di nuovo il Leader del gruppo. Partecipiamo insieme a due route, abbiamo camminato fianco a fianco per tanti sentieri, Lui ci aspettava prendendo in giro me e Giancarlo (altro suo capo da quando è entrato negli scout). Ha preso la Partenza…io che gli ho dato, tanti anni prima la Promessa, gli ho dato pure la Partenza. E’ entrato in Comunità Capi e ha subito iniziato il suo cammino di formazione per diventare un Capo dell’AGESCI. Questa estate dopo, avere fatto il Campo Estivo con i suoi ragazzi, è partito per la Toscana dove con altri Capi ha partecipato al Campo di Formazione Metodolo-gica.Dal 6 novembre era Capo del Reparto “Cavalieri Erranti” del Pesaro 8.Era il Capo Reparto di mio figlio Stefano che adesso trovava in Lui il suo punto di riferimento, qualcuno da guardare per poter crescere e diventare un “cittadino di un mondo migliore” tanto che a settembre lo ha scelto come Padrino della sua Cresima.Ivan aveva chiaro e condiviso che il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri, di cercare di lasciare questo mondo un pò migliore di quanto non l’abbiamo trova-to e ora che la sua ora è suonata è potuto morire felice nella coscienza di non aver sprecato il suo tempo, ma di avere fatto del suo meglio.Stare dalla parte del bene a volte richiede il coraggio della coerenza, andare contro le mode correnti che ci dicono di mettere il benessere personale al primo posto.Ecco Ivan era questo, aveva scelto……

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Nella Pieve di Candelara si sono svolti i funerali di Ivan Guerra

NON RENDIAMO VANA LA MORTE

Sabato scorso, mentre salivo alla Pieve di Candelara per partecipare alla Liturgia funebre per Ivan, il ragazzo ventunenne morto in un incidente, ho acceso la radio. Il programma di Radio Maria proponeva la S. Messa da Brembate. Il parroco stava commentando la Parola; lo sentii dire con voce forte: “Guai a noi se rendiamo vana la morte di Iara!” Subito il mio pensiero andò e si fissò sulla morte di Ivan, un amico, un fratello, un figlio, un “cavaliere” della nostra Comunità. Come non rendere vana la sua morte? Ed anche il giorno prima, Massimo, che ha aiutato Ivan a crescere con l’amore che solo un genitore sa dare, davanti alla sua bara nella camera mortuaria, mi poneva nella sostanza la stessa domanda: perchè? da un po’ di tempo, forse stando vicino (dedicandomi senz’altro troppo poco) a persone che vivono nella sofferenza o nel disagio per gli anni che “cominciano a pesare”, sto guardando il cammino della vita come una corsa a staffetta, dove non sei solo a correre (è un gioco di squadra) e dove porti un testimone che, raggiunto il tuo traguardo, devi cedere ad un altro.Ivan, pur umanamente troppo presto e con grande dolore per chi l’ha frequentato, ha rag-giunto il traguardo di questo nostro pellegrinaggio terreno e vuole passare il testimone ad ognuno di noi. E noi non possiamo “rendere vana la sua morte”!l testimone sono le cose belle che ha fatto nella sua breve vita, e sono tante. Noi dobbiamo individuarle, fissarle e interiorizzarle per renderle luce per il nostro cammino con il “testi-mone” in mano.Io ho provato a fermarmi sulla vita di Ivan. Tanti sono i ricordi e le esperienze che tornano alla mente e lo sforzo per individuare il vero “testimone” per me non è stato semplice.l mio pensiero è tornato allora alla camera mortuaria di venerdì scorso, alla riflessione sul perchè con Massimo davanti a Ivan ….... e Massimo mi confidava: una sera , in montagna, tornati stanchi da sciare, Ivan anziché riposarsi si mise a giocare con dei bambini presen-ti nell’albergo che ci ospitava. Ivan stava trasmettendo la sua gioia di vivere ad altri; Ivan, con quel gesto, ha messo a disposizione un po’ del suo tempo ad altri per rendere più bello quel frammento di vita. Si tratta, come dicono gli scout, di partecipare alla costruzione di un mondo migliore. Ed Ivan ha vissuto anche quella grande avventura, fare l’esperienza del cammino scout fino a diventare guida.E sabato tanti, tantissimi scout gli hanno detto: buona strada Ivan. Sono convinto che sta percorrendo un’ottima strada nella Pace e nella Gioia: “Vieni prendi parte, partecipa alla gioia del tuo padrone (Mt 25, 21).E Ivan di tempo ne ha dedicato agli esploratori e alle guide del suo reparto per farli divertire nel gioco o per aiutarli nelle varie attività.E penso che anche in altri ambienti si è divertito a far divertire. Penso agli ambienti sportivi che ha frequentato. Erano tanti, molti i giovani presenti al suo funerale: la Pieve di Candela-ra non li ha potuti contenere. Tutti per Ivan.Il suo sorriso contagioso non si disperda; possano i tanti giovani che lo hanno conosciuto

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iN riCordo di iVaN

È stato CHiesto al dalai lama:“Cosa l’Ha sorpresa di più Nell’umaNità?”

e lui ...Ha risposto: “ Gli uomiNi….perCHé perdoNo la salute per fare soldi

e poi perdoNo i soldi per reCuperare la salute. perCHé peNsaNo taNto aNsiosameNte al futuro

CHe dimeNtiCaNo di ViVere il preseNte iN talemaNiera CHe NoN riesCoNo a ViVere Né il preseNte Né il futuro.

perCHé ViVoNo Come se NoN doVessero morire mai e perCHé muoioNo...

Come se NoN aVessero mai Vissuto.”

Sulla lapide di B.P. è inciso questo simbolo:“è tornato alla casa del Padre”

Una preghiera, in ricordo di tutti gli scout che ci hanno preceduto.

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prendere questo testimone e trovare un po di tempo per portare il sorriso agli altri. Sarà il contributo di corresponsabilità per costruire un mondo migliore …...Concretamente un mondo più giusto, più umano, più fraterno nella pace.E la sua morte, come quella di tante persone, proseguirà nella vita di ciascuno di noi chia-mati a portare, stretto nella nostra mano, il testimone.

Emilio Pietrelli

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per Costruire la polis idealeSan Giorgio Zona Picena 2011

I messaggeri arrivarono un sabato in tutte le città dell’impero per annunciare che il vecchio Euclide aveva stabilito che il momento di costituire la città ideale era ormai giunto.Tutti furono chiamati e tutti, pronti come sempre, risposero alla chiamata del saggio filoso-fo.Accorsero da ogni dove per raggiungere le loro città di origine: Sparta, Tebe e Atene.Il corno cominciò così a chiamare tutti gli abitanti delle città e non smise fin quando sull’I-sola di San Giorgio non giunsero tutti i drappelli con i loro zaini, tende e bisacce piene di coraggio, gioia e spirito di avventura. Si issavano tendaggi, rifugi e accampamenti; spartani, ateniesi e tebani si osservavano in lontananza nell’attesa che il saggio arrivasse.Tutti furono chiamati e accolti nella Polis mentre in alto le bandiere sventolavano e i vessilli di ogni drappello furono consegnati in segno di rispetto.Al calar del sole Euclide arrivò accompagnato dai tre generali ognuno con il suo stendardo: Leonida a comandare Sparta con il suo stendardo rosso a rappresentare forza/abilità/coraggio, Temistocle di Atene con lo stendardo verde, generale dove regna la cultura, la letteratura e le scienze e infine Leonsiade della città di Tebe, dallo stendardo bian-co simbolo dell’arte e del commercio.Ma ognuno dei tre generali voleva che la propria città prevalesse sulle altre perché il proprio stendardo spiccasse sulla grande Porta.E così ebbe inizio una lotta feroce tra fratelli che condividevano la stessa terra, sotto lo stesso cielo.Ogni città si ritrovò, con i suoi eserciti, sotto il proprio stendardo per la tregua finché, quando Apollo era passato ormai da tempo con il suo carro, alcuni cittadini furono rapiti.Euclide aveva inviato, in gran segreto, delle guardie a catturare dei giovani per capi-re quale città si sarebbe dimostrata più coraggiosa ma soprattutto leale e onorevole verso i propri fratelli.La ricerca notturna fu difficoltosa e piena di pericoli, ci furono prigionieri tra le città e ancora sfide senza fine ma poi, il vecchio saggio, compresa la forza d’animo di tutti i drappelli elesse il giorno successivo come dì di festa e pace.Nell’oscurità Euclide inviò tre tedofori ad annunciare l’inizio dei giochi di festa e abilità che si sarebbero svolti il giorno successivo.Le città erano stanche ma ora in pace e prima di ritirarsi nei propri accampamenti si udì una voce, potente e autorevole, una voce che ti stringeva il cuore, che parlava di coraggio, di aprire le porte, di spalancare il proprio cuore a Dio.Ogni città, ogni drappello, ogni uomo e donna doveva lanciarsi verso una sfida possi-bile: aprire le porte a Cristo.E così al sorgere del sole fu di nuovo il corno a svegliare le membra di chi tanto aveva lottato nella giornata precedente.

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Il sacerdote aspettava tutti per celebrare il giorno di festa ma non prima che ognuno fosse passato sotto una maestosa porta. Furono presentati in dono i vessilli, le chiavi e le porte delle proprie città,E i giochi ebbero inizio mentre le insegne dei punteggi si sollevavamo a rincorrersi l’uno die-tro l’altro fino alla vittoria finale di SpartaOnore, cortesia, fraternità, lealtà, purezza, gioia e rispetto hanno accompagnato ogni giova-ne ad avvicinarsi un passo in più alla porta della nostra Polis cui tutti noi tendiamo mentre percorriamo il nostro sentiero. « Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pa-scolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.”

Buona cacciaIABZ – zona Picena

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iab l/C: la mia esperieNza!!La prima cosa che mi viene in mente se penso alla mia esperienza come incaricataregionale alla branca L/C sono gli sguardi delle persone che con me hanno condivisoquesti cinque anni: il “mio” incaricato Cristian, tutti i pattuglieri presenti e passati,i membri del consiglio e del comitato, gli incaricati regionali delle altre regioni esoprattutto tutti i capi incontrati agli eventi, ai cantieri, ai campi.E questa è stata la grande ricchezza di questo mio incarico: l’incontro con gli altri, illavoro di squadra, il pensiero che tutto lo sforzo fatto e le riflessioni metodologichesarebbero state condivise e avrebbero poi aiutato i capi a fare servizio nei branchi e neicerchi. In questi anni, la branca L/C ha vissuto molti cambiamenti e ha lavorato molto; ab-biamo approfondito il gioco delle prede e degli impegni, abbiamo lanciato le nuove speciali-tà, abbiamo scritto e discusso e puntualizzato, ma questo ci ha dato la possibilità di cresceree di domandarci se quello che stavamo facendo con i nostri bambini era davvero “ilnostro meglio” oppure no. Non sempre è stato facile, ci sono stati momenti di stanchezza, di tensione, di crisi, ma mai, in questo lungo periodo, mi sono sentita sola. E questo perché davvero nella pattuglia L/C ho trovato degli amici, delle persone di cui potermi fidare cieca-mente, persone che come me e Cristian amano la branca L/C e che si sono rese disponibili alavorare per lupetti e coccinelle che spesso nemmeno vedranno mai.Essere un “quadro” non significa essere un invasato che nella vita non ha nient’altrooltre lo scoutismo, cosa che la maggior parte dei capi pensa e a volte dice, significa solomettere a disposizione un po’ di tempo, pazienza ed entusiasmo per lavorare per la nostraAssociazione, per i nostri ragazzi.Quello che si decide durante le riunioni di pattuglia, i consigli, i comitati e le assembleeriguarda davvero tutti noi e soprattutto i nostri ragazzi, ed è per questo che dovremmosentirci un po’ più coinvolti e disponibili, nel momento in cui servisse, a rispondere unbel “Sì” ad una chiamata al servizio di quadro. Quando ripenso ai voli e ai CDA regionali, ai campetti di Piccole Orme che ormai vedono coinvolti tanti bambini e capi della regione, non ricordo solo la fatica, il nervosismo, la pioggia, la confusione, il mal di testa... ricordo i canti, i giochi, i cappellini verdi e rossi, i cerchi, i membri della pattuglia vestiti da coccinelle, i sorri-si, gli occhi stanchi dei bambini. E questo lo porterò per sempre con me.Un pensiero speciale vorrei dedicarlo a Cristian, uno splendido incaricato regionale, masoprattutto un meraviglioso e vero amico. Abbiamo camminato insieme, riso e piantoinsieme, e mi mancherà davvero...So però che lo lascio in ottime mani: Noemi, la nuova incaricata, e i pattuglieri non lofaranno sentire solo! E sappiate che io non vi mollo mica... è una minaccia!!!Sono sicura che la branca L/C continuerà a lavorare sempre meglio grazie alla “mia”pattuglia (permettetemi di chiamarla così”) e agli incaricati.Buona caccia e buon volo a tutti, che il favore della giungla vi accompagni.

Barbara Giannini

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se lo sCautismo prepara alla Vitapuò preparare aNCHe al laVoro!Giovedì 19 gennaio si è svolto a Porto Potenza Picena, presso il Cine Teatro “Divina Prov-videnza”, il convegno dal titolo “Se lo scautismo prepara alla vita può preparare anche al lavoro”. L’incontro, organizzato dall’AGESCI Macerata, ha visto la partecipazione di Maurizio Crippa, capo scout di lunga esperienza, dirigente d’azienda e autore dell’articolo pubblica-to nella rivista per capi – educatori scout RS – SERVIRE#, che ha dato il titolo al convegno. L’idea di coinvolgere i capi e i ragazzi su un tema così attuale è nata dalla lettura del pezzo di Crippa, che propone una visione diversa del tema “lavoro”, cogliendo e sottolineando come lo scautismo con il suo metodo e quindi con gli strumenti che offre, possa preparare al me-glio i ragazzi ad affrontare questa strada (sempre più in salita!).L’autore ha testimoniato ai capi e ai ragazzi la sua esperienza, sia dal punto di vista di lavora-tore che dal punto di vista di selezionatore del personale e dirigente d’azienda, raccontando come per lui l’esperienza scout sia stata cruciale. Egli sostiene che se il metodo scout “da più di cent’anni in tutto il mondo ha aiutato milioni di ragazzi e ragazze a prepararsi alla vita con una visione globale della persona, di conseguenza può sicuramente aiutare anche a prepararsi a lavorare”. Partendo da questo assunto, sottolinea quali sono gli strumenti e le opportunità da cogliere per crescere nella dimensione lavorativa. In particolare si sofferma sui seguenti punti:prepararsi al lavoro significa conoscere se stessi;prepararsi al lavoro è come prepararsi a un viaggio.Per quanto riguarda il primo aspetto, Crippa evidenzia come il metodo scout aiuti a cono-scersi, a “scoprire i propri talenti e inclinazioni, a saperli valorizzare e metterli a servizio di un obiettivo”. Allo stesso tempo però bisogna essere in grado di verificare le proprie capa-cità e i propri limiti. In ognuno di questi passi lo scautismo ci offre occasioni e strumenti per metterci alla prova. Già nel Branco e nel Cerchio, i bambini (8 - 11 anni), attraverso la con-quista delle specialità, hanno la prima occasione per mettersi alla prova e scoprire i propri talenti. È nella fase adolescenziale, però, che lo scautismo offre il meglio di sé da questo punto di vista: “l’esperienza del Caposquadriglia rappresenta l’unione delle capacità personali con la relazione interpersonale e il servizio”. L’autore dà molto rilievo a questa esperienza, fonda-mentale nella vita di un ragazzo o di una ragazza. Avere competenze, capacità di leadership e sapere metterle a servizio della propria squadra assomiglia molto ai modelli di lavoro più attuali. “È in questa fase infatti che si anticipano molte situazioni del contesto lavorativo organizzato, nel quale si affrontano quotidianamente le dinamiche dell’incontro tra profes-sionalità individuale, il lavoro di gruppo e il raggiungimento di obiettivi comuni”. Crescendo i ragazzi e le ragazze vivono la fase del Noviziato – Clan, dove realizzano una situazione di vita “comunitaria”, con regole e impegni codificati nella Carta di Clan, strumen-to educativo che può tranquillamente essere affiancato alle “carte di valori , alle relazioni di mandato e ai codici etici: quell’insieme di strumenti che servono per comunicare le attività

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di esercizio della responsabilità sociale delle organizzazioni”. Anche nell’esperienza del Clan si possono vivere situazioni paragonabili al mondo del lavoro e offre strumenti semplici e allo stesso tempo efficaci, di programmazione e progettazione delle attività (Carnet di Mar-cia) attraverso i quali verificare la strada già percorsa e vedere come affrontare quella che ancora ci aspetta. In merito al secondo punto e quindi alla metafora del lavoro –viaggio, l’autore evi-denzia alcune fasi essenziali del viaggio. Anzitutto la partenza; “occorre essere sicuri di voler partire”, quindi avere chiaro chi sono, cosa so fare e cosa mi riesce meglio. “Iniziare il viaggio verso il lavoro significa conoscere se stessi e conoscere le proprie inclinazioni”, così come essere consapevoli dei propri limiti. Già da questo, dice l’autore, “dovrei capire se sono più orientato ai risultati o alle persone, se mi piace essere protagonista o se preferisco lavorare con altre persone”. In secondo luogo “occorre accettare la sfida che l’incertezza del viaggio comporta”, il che può implicare anche cambiamenti di rotta, affrontare panorami banali e sopportare compagni di viaggio noiosi che rendono il viaggio insopportabile e faticoso. Ma bisogna essere pronti, come diceva Baden Powell! Orientarsi nel mondo del lavoro inoltre richiede strumenti adatti, come può esserlo una “mappa” (Curriculum Vitae), fatta dal mag-gior numero di informazioni, fatta di competenze in continuo aggiornamento (conoscenza delle lingue, l’uso del PC). Quello che è fondamentale oggi, e che può dare una marcia in più, è il saper gestire l’imprevisto - o come dice Crippa - “accettare di cambiare mezzo di trasporto ed essere disponibili a tappe impreviste. Non aspettarsi quindi una modalità unica e rigida di lavoro, ma affrontare le proposte con molta disponibilità e flessibilità, senza pre-giudizi ma con la voglia di imparare”Ciò che deve fare la differenza è l’atteggiamento positivo verso il lavoro, “affrontare le dif-ficoltà con risentimento, vittimismo e rabbia è inutile e sterile: tanto vale affrontarle con le conoscenze adeguate e lo spirito giusto!”. L’autore infine conclude con una citazione di Paul Valadier “non si può fare nulla senza l’a-more per se stessi o senza la preoccupazione di valorizzare i propri talenti” e non possiamo che essere d’accordo, perché per ogni edu-catore, scout e non, il fine ultimo è quello di rendere consapevole il ragazzo delle proprie capacità e dargli gli strumenti più utili per metterle al servizio di chi lo circonda.

Angela SforziniComitato di Zona – AGESCI Macerata

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estote parati (ad oGNi eVeNieNza) terzo Campo d’area del settore pCDal 20 al 22 gennaio di quest’anno si è svolta la terza edizione del Campo d’area, aperto a partecipanti delle regioni del centro Italia del Settore Agesci Protezione Civile. Aderenti all’iniziativa promossa quest’anno dalla Pattuglia del Lazio, capi appartenenti al settore e ‘simpatizzanti’ provenienti da Marche, Umbria, Toscana e Lazio. La parte marchigiana ha visto presente al campo Francesco Petrachi, Giovanni Mengoni, Roberto Carletti e Giorgia Riganelli. Come nelle edizioni precedenti (svoltesi alla casa del Masci di S. Maria del Colle nelle Marche nel gennaio 2010 e alla Base Scout di Mascionchie nei pressi di Spoleto nel di-cembre dello stesso anno), si è trattato di un momento molto formativo ma soprattutto una grande presa di coscienza dell’altissimo potenziale che noi scout possediamo nelle situazioni di crisi e di emergenza. Ci sono aspetti della storia scout che forse molti di noi hanno dimen-ticato e che sono stati recuperati alla memoria dopo la tragica esperienza del sisma dell’A-quila. Storie che ci parlano di come gli scout nelle situazioni più tragiche e dure della storia italiana, dalle guerre alle varie catastrofi naturali, come l’alluvione di Firenze e il terremoto dell’Irpinia, erano sempre lì, in prima linea nei soccorsi nel ristabilimento della normalità, già decenni prima che l’attuale Protezione Civile Nazionale fosse anche lontanamente con-cepita. Noi c’eravamo!! Questo fa si che chiunque di noi prenda coscienza di questo non può fare a meno di continuare a formarsi, su tutti i temi che riguardano la ‘Difesa Civile’, campo ampio che abbraccia i vari aspetti dello ‘stare accanto ai cittadini’; il rendere autentica la frase che tutti pronunciamo nella promessa ‘di compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese’. Il mio Paese, cioè chiunque abbia bisogno, proteggere chi è in pericolo e chi ha perso tutto. Formarsi sui piani d’emergenza, studiare i rischi naturali e causati dall’uomo,

la psicologia d’emergenza, imparare a mettere su e poi a gestire una ten-dopoli, saper lavorare in squadra (cosa che tutti gli scout dovrebbero saper fare). Tante cose ma sempre rimanendo con i piedi per terra. Siamo sempre scout, e il nostro estote parati si realizza non solo negli eventi eccezionali, ma anche nella quotidianità. E’ per questo che abbiamo, nonostante aves-simo un programma preciso di questi tre giorni, acconsentito alla richiesta del Comune di Roma di prestare servizio durante i funerali di 5 giovani morti pochi giorni prima in un incidente stradale sul raccordo anulare. Emergenza di Protezione Civile? No, richiesta di servizio. Siamo e restiamo scout, con gli stessi doveri degli altri. Non siamo un gruppo di elitè tra gli altri anche se abbiamo il fazzolettone appariscente. Il settore PC è aperto a chiunque voglia approfondire le tematiche della prevenzione, del soccorso e anche di come si opera, in collaborazione con gli altri enti di cui è composto lo Stato, in situazioni di crisi ed eccezional. In pratica diventare sempre più compe-tenti in materia di previsione rischi ed aiuto al prossimo in difficoltà così che, nella malaugurata ipotesi che accada di nuovo qualcosa di grave, la situazio-ne trovi scout “sempre pronti”!

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tHiNKiNG daY 2012.. Jesi lo fa CittadiNo!

HaNNo parteCipato:Jesi 1 - Jesi 2 - Jesi 4 - Jesi 5 - Jesi 6piaNello VallesiNa 1 - Gruppo sCout fse Jesi 1

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