Mappe: La rappresentazione dello spazio (dal mesospazio...
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Mappe:La rappresentazione dello spazio
(dal mesospazio / macrospazio al microspazio)
Dall’autobiografia del principe Modupeche ha imparato a leggere a scuola le carte topografiche e
riporta a casa la mappa di un fiume che il padre aveva percorso per anni come commerciante:
[…] mio padre pensava che tutto ciò era assurdo.Si rifiutava di identificare il ruscello che egli stesso aveva
attraversato a Bomako, dove l’acqua, diceva, è meno alta di un uomo, con le ampie e profonde acque del grande deltà del Niger.
Le distanze misurate in miglia non significavano nulla per lui [..]Le carte sono bugiarde, mi disse in conclusione.
Dal tono della sua voce potevo capire che l’avevo offeso in un modo che non capivo a quel tempo.
Mappe:La rappresentazione dello spazio
(dal mesospazio / macrospazio al microspazio)
Dall’autobiografia del principe Modupe (segue):
Le cose che fanno male non si mostrano sulle carte.La verità di un posto è nella gioia e nel dolore che emana da esso.Avrei fatto meglio a non fidarmi di qualcosa di così inadeguato
come una carta, mi consigliava […].Capisco solo ora, sebbene a quel tempo mi sfuggisse, che con unafacile e superficiale occhiata ad una carta, che tracciava percorsi
di lunghezza indeterminata, sminuivo i viaggi che egli aveva misurato con passi stanchi.
Con il gran discorrere sulle carte io avevo cancellato la grandezza dei suoi viaggi, lenti e faticosi per il caldo e per il carico.
Breve sintesi della ricerca:Stella G. (1987), La représentation de plans chez l’enfant,
Archive de Psychologie, 55, 265-280
Le caratteristiche del compitoCostruire la pianta (mappa) di un ambiente richiede di considerare:
alcune caratteristiche degli oggetti che non si utilizzano in una rappresentazione iconica (verosimile);
le dimensioni degli oggetti
le relazioni geometrico-spaziali tra i i diversi oggetti
Breve sintesi della ricerca:Stella G. (1987), La représentation de plans chez l’enfant,
Archive de Psychologie, 55, 265-280
Per realizzare questo il bambino deve uscire dalla rappresentazione isometrica dello spazio e soggettiva degli oggetti per realizzare una sorta di omogeneità tra i diversi oggetti disegnati, pur conservando la loro specificità. Una pianta è contemporaneamente astratta nel senso che non c’è un rapporto figurativo immediato tra l’oggetto rappresentato e la sua immagine sul foglio di carta e concreta poiché non è del tutto distaccata dalle caratteristiche reali degli oggetti rappresentati (G.S.)
Breve sintesi della ricerca:Stella G. (1987), La représentation de plans chez l’enfant,
Archive de Psychologie, 55, 265-280
Analisi a priori delle difficoltà:
Comunicazione del compito.
Realizzazione di riduzione in scala.
Passaggio davista di fronte → vista di profilo → vista ‘dall’alto’
con successiva elaborazione
Breve sintesi della ricerca:Stella G. (1987), La représentation de plans chez l’enfant,
Archive de Psychologie, 55, 265-280
Metodologia e soggetti osservati
Scelta di 25 (13 m e 12 f) bambini di una scuola pubblica di Ginevra da 4;8 a 7;1 anni Identificazione di locali ben noti (biblioteca e aule)Preparazione di modellini in cartone della biblioteca e degli arredi in scala (escluse le sedie)
Breve sintesi della ricerca:Stella G. (1987), La représentation de plans chez l’enfant,
Archive de Psychologie, 55, 265-280
Presentazione a ciascun bambino del modellino vuoto (con solo due scaffali per ‘riferimento’).Dialogo intervistatore-bambino (ricostruzione del contesto, denominazione degli arredi in miniatura, collocazione nel modello)Al termine della ricostruzione (secondo il giudizio del bambino), ripresa dall’alto di una foto polaroidCommento della foto e invito a riconoscere gli oggetti fotografatiCopia della foto su un foglio di carta.
Breve sintesi della ricerca:Stella G. (1987), La représentation de plans chez l’enfant,
Archive de Psychologie, 55, 265-280
Nuovo compito: ‘Disegna la tua classe, nello stesso modo in cui hai ‘disegnato’ la biblioteca’(senza modellino e senza foto su un nuovo foglio di carta).
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Archive de Psychologie, 55, 265-280
Presentazione a ciascun bambino del modellino vuoto (con solo due scaffali per ‘riferimento’).Dialogo intervistatore-bambino (ricostruzione del contesto, denominazione degli arredi in miniatura, collocazione nel modello)Al termine della ricostruzione (secondo il giudizio del bambino), ripresa dall’alto di una foto polaroidCommento della foto e invito a riconoscere gli oggetti fotografatiCopia della foto su un foglio di carta.
Da una ricerca di Siegel (1981)
Gli studiosi di psicologia evolutiva hanno spesso sostenuto che i bambini sono spazialmente incompetenti.Ma i bambini sono di solito capaci di muoversi nel loro ambiente.Le prestazioni devono essere considerate come un mix di competenza e comprensione del compito.Nelle ricerche si possono quindi trarre conclusioni solo quando la componente della comprensione del compito sono ridotte al minimo.
Breve sintesi della ricerca:Stella G. (1987), La représentation de plans chez l’enfant,
Archive de Psychologie, 55, 265-280
Nuovo compito: ‘Disegna la tua classe, nello stesso modo in cui hai ‘disegnato’ la biblioteca’(senza modellino e senza foto su un nuovo foglio di carta).
Risultati
4 tipologie di disegni dell’aula ……
Tipo
I Disegno ‘realistico’
II Disegno realistico con qualche elemento in pianta
III Disegno in pianta con qualche elemento realistico
IV Disegno in pianta
Risultati
……. così distribuiti
classe 1e 2e 1petà media 4;11 5;10 6;9
Tipo
I 5 0 0
II 1 4 2
III 2 4 2
IV 0 1 4
Totale 8 9 8
Risultati
TipoI Disegno realistico:
Rappresentazione.del quadro (contorno) in forma stereotipata (casa)di oggetti e persone esemplaridegli oggetti secondo stereotipi (tavoli ‘aperti’ ecc.)di oggetti e persone ‘dove c’è spazio’ (dentro o fuori).di oggetti e persone con dimensioni e collocazioni determinate da elementi affettivi.
Risultati
TipoII Disegno realistico con qualche elemento in pianta
Rappresentazione.del quadro (contorno della stanza) in forma schematicadi molti oggetti (quantità) anche di profilo e poche personedi oggetti con dimensioni non in scala.
Risultati
TipoIII Disegno in pianta con qualche elemento
realistico
Rappresentazione.del contorno della stanza come rettangolo come primo passo del progettodi molti oggetti (quantità) senza personeDi oggetti visti dall’alto (e non di profilo, con le poche eccezioni degli oggetti appesi alle pareti o al soffitto)di oggetti con dimensioni in scala (con le poche eccezioni degli oggetti appesi alle pareti o al soffitto)Di oggetti con collocazioni spaziali corrette
Risultati
TipoIV Disegno in pianta
Rappresentazione.del contorno della stanza come rettangolo interrotto dalle aperture delle porte come primo passo del progettoDegli oggetti che stanno nello spazio classe visti dall’alto (sia quelli per terra che quelli sospesi) Degli oggetti in scala e dei rapporti spaziali tra gli oggettiDelle forme degli oggetti (piuttosto che delle immagini realistiche)
Breve sintesi della ricerca:Stella G. (1987), La représentation de plans chez l’enfant,
Archive de Psychologie, 55, 265-280
In definitiva si è messo in evidenza che, anche se il compito non è affatto facile, attraverso l’utilizzo della sequenza:
ricostruzione del modellino 3dfoto del modellino dall’altodisegno della foto
è possibile non solo comunicare il senso del compito ma anche indurre processi di concettualizzazione delle relazioni spaziali e di elaborazione dell’immagine degli oggetti spogliati da alcune caratteristiche iconiche
Osservazioni su:Stella G. (1987), La représentation de plans chez l’enfant,
Archive de Psychologie, 55, 265-280
La ricerca nasce in ambito Piagetiano ‘ortodosso’Tuttavia adotta alcuni elementi che richiamano l’approccio Vygotskiano:
L’attività congiunta collaborativa del bambino e dell’adulto (nella ricostruzione del modellino)
L’introduzione di un’immagine (fotografia) per rompere lo stereotipo della rappresentazione realistica attesa
Il compito dell’imitazione della fotografia
Osservazioni critiche su:Stella G. (1987), La représentation de plans chez l’enfant,
Archive de Psychologie, 55, 265-280
La ricerca nasce in ambito Piagetiano Tuttavia adotta alcuni elementi che richiamano l’approccio Vygotskiano:
L’attività collaborativa del bambino e dell’adulto(nella ricostruzione del modellino)
L’introduzione di un’immagine (fotografia) per rompere lo stereotipo della rappresentazione realistica attesa
Il compito dell’imitazione della fotografia
Mediazionesemiotica
Zona di sviluppoprossimale
Zona di sviluppoprossimale
“la distanza tra il livello di sviluppo attuale determinato dalla soluzione individuale di problemi e il livello di sviluppo potenziale determinato dalla soluzione di problemi con la guida dell’adulto o in collaborazione con compagni più capaci”.
Ogni forma forma elementare di comportamento presuppone una reazione diretta al compito posto al soggetto (che può essere espresso con la semplice formula S – R, stimolo – risposta). Ma la struttura delle operazioni con i segni richiede un legame intermedio tra lo stimolo e la risposta. Questo legame intermedio è uno stimolo del secondo ordine (un segno) che è trascinato nell’operazione dove assume una funzione speciale: crea una nuova relazione tra S e R. Il termine ‘trascinato’indica che un individuo deve essere impegnato attivamente nello stabilire un tale legame. Il segno inoltre possiede la caratteristica importante dell’azione inversa (cioè, esso opera sull’individuo, non sull’ambiente). Di conseguenza, il processo semplice di stimolo –risposta è sostituito da un atto complesso, mediato, che rappresentiamo nel modo seguente:
S ---------------- R
X
Mediazionesemiotica
Mediazionesemiotica
In questo nuovo processo l’impulso diretto a reagire è inibito, ed èincorporato uno stimolo ausiliario che facilita il compimento dell’operazione con mezzi indiretti.Studi attenti mostrano che questo tipo di organizzazione èfondamentale per tutti i processi psichici superiori, anche se in forme più sofisticate di quelle mostrate qui. […] Poiché questo stimolo ausiliario possiede la funzione specifica dell’azione inversa, esso trasferisce le operazioni psicologiche a forme superiori e qualitativamente nuove e consente agli esseri umani di controllare il loro comportamento dal di fuori, per mezzo di stimoli esterni. L’uso dei segni porta gli esseri umani a una struttura specifica di comportamento che si stacca dallo sviluppo biologico e crea forme nuove di processi psichici culturalmente fondati (Vygotskij).
Mediazione semiotica
Quando un uomo fa un nodo al fazzoletto come promemoria, sta, sostanzialmente, costruendo il processo di memorizzazione, forzando un oggetto esterno a ricordargli qualcosa.
(Vygotsky,)
Una ripresa della ricerca in situazione di insegnamentoLa tesi di laurea di Gicomo Lirici
Rubabandiera: un esperimento didatticonel campo di esperienza
“Lo spazio, l’ordine, la misura”CL in Scienze della Formazione Primaria
Indirizzo Scuola materna(Reggio Emilia)
INTERVISTA 1: realizzazione di un’intervista iniziale sulla conoscenza del gioco rubabandiera e delle sue regole.
GIOCO 1: spiegazione delle regole e gioco del rubabandiera.
INTERVISTA 2: realizzazione di una nuova intervista sulle regole del gioco.
DISEGNO 1: esecuzione di un disegno nel quale descrivere l’esperienza di gioco al rubabandiera.
MODELLO: costruzione di un modello tridimensionale del campo di gioco utilizzando uno scatolone di cartone e dello scotch adesivo.
GIOCO 2: gioco del rubabandiera all’interno del modello costruito, utilizzando degli omini di plastica per rappresentare i giocatori.
FOTOGRAFIE: scatto di fotografie polaroid che riprendono dall’alto il modello costruito, e visione da parte dei bambini delle stesse.
DISEGNO 2: esecuzione di un secondo disegno che descriva il gioco del rubabandiera con il supporto delle fotografie polaroid scattate precedentemente.
GIOCO 3: divisione in due squadre e ripetizione del gioco rubabandiera.
DISEGNO 3: esecuzione di un terzo disegno che descriva il gioco, senza servirsi né di modelli, né di fotografie;
INTERVISTA 3: realizzazione di un’intervista finale ai bambini sulle regole del gioco rubabandiera.
GIOCO 4: spiegazione delle regole e gioco del lupo.
DISEGNO 4: esecuzione di un disegno che descriva il gioco del lupo.
Ancora sulla rappresentazione dello spazioda:
Progetto Nuffield per la MatematicaForme nell’ambiente
Ancora sulla rappresentazione dello spazioda:
Progetto Nuffield per la MatematicaForme nell’ambiente
Ancora sulla rappresentazione dello spazioda:
Progetto Nuffield per la MatematicaForme nell’ambiente
Ancora sulla rappresentazione dello spazioda:
Progetto Nuffield per la MatematicaForme nell’ambiente
Ancora sulla rappresentazione dello spazioda:
Progetto Nuffield per la MatematicaForme nell’ambiente
Ancora sulla rappresentazione dello spazioda:
Progetto Nuffield per la MatematicaForme nell’ambiente
Ancora sulla rappresentazione dello spazioBaldeschi M. (2003), Una esperienza di rieducazione spazio-temporale
con il metodo Terzi: FrancescaIn BRUNO LONGO P., DAVOLI A., SANDRI P. (a cura di).:
Osservare, valutare, orientare gli alunni in difficoltà, Bologna. Pitagora.
Francesca (14 anni, 2 media)CerebropaticaRitardo psicomotorioInsufficiente mentale graveControlla male i movimenti del corpoEquilibrio molto carenteIncapace di rappresentazione spazialeIncapace di utilizzare una piantina
Metodo Ida Terzi(per bambini non vedenti)
Il metodo esamina le modalità di formazione dei concetti spaziali e temporali attraverso esperienze muscolari, articolari e vestibolari.Gli esercizi si compiono a occhi chiusi: escludendo le informazioni visive, si permette alle afferenze propriocettive deambulatorie di essere elaborate sotto l’aspetto spaziale e di raggiungere la soglia della coscienza.Si evidenzia la differenza tra
camminare e stare fermimoto traslatorio e moto rotatorio del corpo
Si avvicina l’idea di distanza compiendo passi ritmati.Si avvicina l’idea di direzione compiendo percorsi rettilinei o con rotazione del corpo.
Metodo Ida Terzi(per bambini non vedenti)
Il soggetto, bendato, è invitato o guidato a compiere un percorsoil soggetto, tolta la benda, è invitato a restituire su un foglio (disegno a mano libera) o su plastilina l’idea che si è fatta.