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La mente umana, in quanto tale, e’ talvolta persuasa dalla creazione di immaginarie realta’, intangibili, ideali, evanescenti, utopiche, sublimi evasioni dal mondo reale, di cui l’uomo contempo-raneo e’ succube. Emblema di tale affermazione e’ appunto l’utopia, termine coniato per la prima volta da Thomas More (italianizzato Tommaso Moro) nell’omonimo scritto del 1516. Il lemma composto da ou cioe’ non e topos cioe’ luogo, indica quindi il luogo inesistente per antonoma-sia. Utopia e’ una meta ideale ma irraggiungibile, e’ un progetto, un’idea, un sogno, utopia e’ una mera illusione, un falso ideale. E’ l’orizzonte paradigmatico a cui il genio anela, la forza propulsiva della storia. L’ingegno umano, che da sempre aspira ad un ideale, da sempre si capacita della creazione di scenari, paesaggi, luoghi, citta’. E’ forse la citta’, cio’ che di piu‘ umano e tangibile si avvicina all’utopia. Dalla polis greca al municipium romano, dal comune urbano medie-vale alla metropoli moderna, la citta‘ ha sempre recitatao un ruolo egemone sul territorio, sulle vite e sui pensieri delle persone. E’ questo luogo un po magico, intrinseco di vita, l’utopia del costruibile, fatta di oggetti, struttu-re, edifici, palazzi ma soprattutto di persone che vi interagiscono, che sono la linfa vitale della metropoli. Le loro idee, i loro, pensieri, le loro vite nascono, si intrecciano, si incontrano, si scontrano tra loro ogni giorno, e forse senza mai entare in relazione, come passeggeri distratti, indifferenti, alienati, niente rende meglio l‘idea del pezzo di una famosa canzone, di un celebre cantautore italiano: «...ognuno col suo viaggio, ognuno diverso, ognuno immerso dentro ai fatti suoi...» ma tutti parte essenziale di questo luogo meraviglioso, che unisce e allo stesso tempo divide.Citta’ che altro non e’ se non un contenitore, un contenitore di vite, una sorta di ventre materno.Ma la seguente trattazione non vuole essere un presuntuoso tentativo svelare chissa’ quale verita‘ universale, tantomeno tediare, con banali capitoli correlati tra loro, in una qualche manie-ra, da un comune argomento; l’obbiettivo, invece, e’ quello di esporre riflessioni e pensieri, talvolta di non immediata comprensione, talvolta nascosti dietro ad un’opera. Riflessioni di grandi personaggi, artisti, letterati, geni, menti brillanti che hanno meditato sull‘argomento, che hanno rivolto un pensiero, scritto un libro, scattatato una foto, creato un’opera d‘arte o diretto un film, che piu sempli-cemente hanno voluto comunicare un’idea, forse di non univoca condivisione o particolar-mente illuminante, ma che certamente esprime un singolare punto di vista, certamente degno di nota.

Gianluca Maffoni

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letteratura in

glese L’Utopia di Thomas M

ore

storia L’Utopia comunista in Unione Sovietica

storia dell’arte La Città futurista di Antonio Sant’Elia e La Berlino di Ernst Ludwig Kirchner

psicologia Le Luci della città di Charlie Chaplin (analisi della comunicazione non verbale)letteratura italiana Le Città invisibili di Italo Calvino e L’Ultimo viaggio di Giovanni Pascoli

storia della fotografia Il Paesaggio urbano secondo Gabriele Basilico

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L’Utopia di Thomas MoreThomas More, ideatore del termine e del concetto di Utopia, è l’autore dell’opera letterario-filosofica L’Utopia. Era un politico, intellettuale ed umanista inglese nel ‘500, durante il regno di Enrico VIII e il periodo della riforma luterana. More nella sua opera, originariamente scritta in latino aulico nel 1516, poi tradotta in lingua inglese, narra di un ipotetico dialogo con un viaggia-tore, il quale descrive un’isola immaginaria dominata da una realtà sociale che è l’opposto di quella inglese del sedicesimo secolo.Nell’isola di Utopia, pensata da More, il concetto di proprietà privata è inesistente.

L’Utopia comunista in Unione SovieticaPartendo dalla Rivoluzione d’Ottobre nel 1917, la Russia conobbe l’abominevole progetto di uomini, dittatori visionari, intenti alla realizzazione di un’utopia che abbracciava pienamente gli ideali comunisti elaborati da Carl Marx. In questi anni la Russia divenendo sotto il controllo totalitario di Stalin, Unione Sovietica, conobbe la cruda e brutale realtà dell’utopia comunista, ideale raggiunto attraverso la collettivizza-zione, l’esproprio, l’abolizione di qualsiasi proprietà privata, pratiche disumane, come lo sterminio di venti milioni di persone, e sconvolse la vita di altri centoquaranta milioni, portò un cambiamento radicale nella produzione industriale, nella vita quotidiana, nel modo di lavorare e vivere, il nuovo modello ideale di città: la città proletaria..

La Città futurista di Antonio Sant’Elia e La Berlino di Ernst Ludwig KirchnerLa visione utopica di un uomo, un architetto, che con i suoi disegni profetizzò la città del futuro, Antonio Sant’Elia. Una città composta da immensi volumi, edifici monumentali, spazi abitativi estremamente funzio-nali, il tutto attraverso i nuovi ideali dettati dal manifesto futurista, della quale, Sant’Elia è firmatario.Differisce la visione di Ernst Ludwig Kirchner, che con i suoi dipinti esprime enfaticamente la realta dei rapporti interpersonali degli abitanti di Berlino, la muta indifferenza reciproca che si stabilisce tra loro.

Le Luci della città di Charlie Chaplin (analisi della comunicazione non verbale)

Charlie Chaplin, regista e protagonista del film le Luci della città, capolavoro cinematografico, girato nel 1931 prima dell’avvento del sonoro e del colore. Attraverso il suo tipico umorismo tragicomico, Chaplin, racconta attraverso la sua pellicola la vicenda di un uomo e della vita in genere all’interno di una metropoli, le relazioni interpersonali, la comunicazione non verbale, singolare ed usuale che si sviluppa tra gli interlo-cutori di questo grande contenitore di persone, che è la città.

Le Città invisibili di Italo Calvino e L’Ultimo viaggio di Giovanni PascoliItalo Giovanni Calvino Mameli, è stato uno scrittore italiano, intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale, autore del romanzo, Le città invisibili. Protagonista del romanzo è Marco Polo che, alla corte di Kublai Khan, descrive le città che vengono toccate dai suoi viaggi. Queste città però esistono solo nella mente del viaggiatore veneziano: Marco Polo infatti le descrive sia nell’insieme che nei particolari, sempre guardando dove tutti gli altri non guardano, verso dettagli che ad altri paiono invisibili.L’ultimo viaggio di Giovanni Pascoli, opera che si proprone come una sorta di sequel-rivelazione all’Odissea. Pascoli immagina un secondo viaggio compiuto da Ulisse, che ripercorrendo i luoghi mitici dell’Odissea, tragicamente scopre la nuda finzione, l’immaginazione che vi si nascondeva, “uccidendo” il mito e l’utopia dei luoghi omerici.

Il Paesaggio urbano secondo Gabriele BasilicoGabriele Basilico, fotografo milanese contemporaneo. Dopo gli studi in architettura inizia la professione di fotografo dedicandosi alla fotografia di paesaggio e più in particolare alla fotografia di architettura.Lavora per lo più con banco ottico e pellicole in bianco e nero. Celebre il suo lavoro su Beirut, fotografata dopo la guerra. Gli scatti di Basilico mettono perfettamente a fuoco quelle che è la realtà tragica della distru-zione della guerra, scorgi toccanti, visioni fuori dal mondo, di una città in macerie a causa dell’irrazionale violenza umana, una città uccisa, un’utopia ormai distrutta.

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