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MANUALE DI RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI PER ISTITUZIONI (COMUNI, CONSORZI, PROVINCE) E GESTORI Dalla raccolta dati al sistema di qualità per un cambio paradigmatico a cura di Gianluigi Salvador Referente Regionale WWF Veneto Settore Energia e Rifiuti [email protected] tel. 0438 894072

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MANUALE DI RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI PER ISTITUZIONI (COMUNI, CONSORZI, PROVINCE)

E GESTORI

Dalla raccolta dati al sistema di qualità per un cambio paradigmatico

a cura di

Gianluigi Salvador Referente Regionale WWF Veneto

Settore Energia e Rifiuti [email protected]

tel. 0438 894072

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INTRODUZIONE AL MANUALE Quando si parla di rifiuti si è inondati di dati, statistiche e risultati. Le organizzazioni istituzionali ed imprenditoriali fanno a gara per mostrarsi efficienti nella raccolta, nel riciclo e nello smaltimento, ma quali sono i perché di fondo che muovono queste organizzazioni? Spesso sono slegati da una prospettiva di sostenibilità, cioè da una chiara e integrata visione del futuro, perché i parametri del loro paradigma di riferimento, gli interessi immediati di crescita economica, i risultati a breve e una miope visione delle problematiche ecologiche creano contraddizione e degrado. E' necessario un cambio di paradigma ogni volta che le divergenze tra teoria e realtà diventano troppo grandi (T.Kuhn). Se nella filosofia della scienza il paradigma è definito come " insieme coerente ed articolato di teorie, metodi e procedimenti che contraddistinguono in modo predominante una fase dell'evoluzione di una teoria scientifica", allora la teoria, i metodi ed i procedimenti che finora sono stati adottati per la gestione dei rifiuti, devono essere rivisti da un nuovo "punto di vista", considerato il continuo degrado che avanza e sta minacciando la salute dell'uomo e dell'ambiente. Anche nella gestione dei rifiuti dobbiamo assumere e rivedere in modo integrato differenti "criteri", se vogliamo rispettare il nuovo paradigma della sostenibilità ambientale, la quale, alla conferenza UNCED a Rio nel 92, è stata definita come "una riduzione dell'uso delle risorse tale da garantirne il mantenimento per le generazioni future e la contemporanea possibilità di accedervi per tutti i popoli della terra, secondo il principio di equità". Nell' economia di questo manuale, il quale propone un metodo per gestire a livello organizzativo nelle province e nei consorzi ed a livello anche operativo nei comuni i Rifiuti urbani, questi criteri per un cambio di paradigma possono essere riassunti nei seguenti cinque punti: 1. orientamento all'utente/cittadino (interessi generali e coinvolgimento); 2. valore aggiunto dell'utente/cittadino nel processo di gestione dei rifiuti (cliente

interno al processo); 3. rifiuto come prodotto da migliorare; 4. processo di produzione senza scarti ed inquinamento (minimizzazione degli input); 5. controllo e miglioramento dei parametri correlati (principi, strategie, obiettivi). Potrebbero essere aggiunti altri punti, purché la tutela della salute dell'uomo e la conservazione dell'ambiente siano sempre presenti agli organismi responsabili ed ai cittadini. RINGRAZIAMENTI Ringrazio sinceramente colleghi ed amici che mi hanno aiutato fornendomi informazioni e messe a punto. Fra gli altri Enrico Sangalli membro del consiglio di amministrazione del Consorzio Pubblico di Igiene Ambientale est milanese e assessore all'ecologia di Bellusco, Carmelo Caruso assessore all'ecologia di Carnate; Dino Dall'Osso consigliere comunale di Bellusco; Andrea Almasio, Giampiero Raganelli e Giuseppe Frigerio attivisti del WWF Lombardia; Marco Menichetti, membro dell’Ufficio Ambiente del WWF Lombardia..

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1. SCOPO DEL DOCUMENTO Lo scopo del documento è quello di: 1 proporre un metodo per l'attuazione della raccolta differenziata "spinta" dei Rifiuti urbani (RU) in

comuni, consorzi e province. I criteri organizzativi di raccolta differenziata sono basati su esperienze di alcuni comuni che hanno ottenuto i migliori risultati in Italia;

2 fornire uno strumento flessibile, scalare ed indipendente dai mezzi tecnici di raccolta che si usassero, che aiuti a fare i capitolati di appalto, con imprese certificate e non, in modo più completo e dettagliato, sia durante la fase di progettazione che durante la fase di controllo;

3 facilitare il passaggio dalla tassa di smaltimento RU all'applicazione della tariffa di raccolta e smaltimento RU, così come indicato nel decreto legislativo nr 22 del 5.2.97 (decreto Ronchi);

4 fornire uno strumento didattico, facilmente informatizzabile perché sviluppato per tabelle relazionate tra loro, per l'addestramento del personale ed una base di riferimento per lo svolgimento delle attività nelle varie funzioni provinciali, consortili e comunali coinvolte nella raccolta e smaltimento dei RU;

5 facilitare l'inserimento di una procedura di raccolta differenziata nei comuni che intendessero certificare il loro sistema qualità secondo le norme internazionali ISO 9000, ISO 14000, EMAS (vedi glossario).

1.1 Questo documento non è • né una presentazione di dati o di risultati di una o più raccolte differenziate, ma è uno standard di

sistema scalare da diffondere per omogeneizzare i dati e migliorare la comunicazione ai diversi livelli istituzionali;

• né una descrizione dei vari metodi di raccolta differenziata RU attuata in alcuni comuni, ma è una definizione dei vari parametri qualitativi (informazione, processi, organizzazione) che permettono di porre in essere una struttura di controllo e di miglioramento qualitativo di un sistema qualsiasi di raccolta e smaltimento RU in un’ ottica utente/cliente;

• né un manuale per un sistema qualità RU ottenuto dalla stretta applicazione delle norme ISO 9000, ma è una procedura omogenea ai concetti della norma internazionale ISO 9000, norma che si applica a qualsiasi realtà industriale o di servizi ( province, consorzi, uffici, scuole, ecc).

2. A CHI E' RIVOLTO Agli amministratori di comuni, a quelli consortili o provinciali responsabili dei flussi della raccolta RU/RAU, affinché introducano dei sistemi standard di raccolta differenziata basati sulle esperienze dei comuni migliori, apprendendo da essi criteri di efficacia (progettare le azioni giuste lungo il processo) ed efficienza (fare correttamente le azioni lungo il processo). Nelle regioni Veneto e Lombardia molti comuni hanno raggiunto livelli dimostrabili di raccolta differenziata del 60/70% (80/90% con la frazione secca residua, che è un buon combustibile) attraverso imitazione (e miglioramento) delle esperienze dei comuni migliori e talvolta senza investimenti aggiuntivi; in molte di essi si sono ridotte le tasse RU del 30/50%; attraverso azioni di miglioramento e di autosmaltimento della frazione organica, in prospettiva queste tasse si ridurranno ancora. E' tempo che nelle nostre regioni o province sia fatto un salto qualitativo complessivo, che consisterà nel passare dai dati e metodi di raccolta eterogenei, incerti, il più delle volte inventati, ad un sistema di qualità guidato da standard riconosciuti e credibili. Un sistema che confuti sullo stesso piano metodologico l'ambigua politica della qualità (mai chiaramente dichiarata ed esaustivamente misurata) delle lobby delle discariche e degli inceneritori sovradimensionati. Il sistema di qualità è infatti un insieme di elementi organizzativi che integrati insieme ("con il buon senso" dicono alcuni) permettono di conoscere meglio la realtà in cui si opera e soprattutto di determinare coscientemente gli elementi di controllo e miglioramento.

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In questo sistema si enfatizza la coerenza che deve essere posta da parte dei responsabili del comune tra indirizzi generali, obiettivi (che devono essere misurabili), attività di raccolta, misurazione e controllo dei risultati. Un sistema informativo coerente è indispensabile soprattutto nelle società per azioni miste pubblico/privato dove la separazione dei ruoli tra dirigenti pubblici e privati è essenziale. Infatti i valori, gli scopi, gli obiettivi delle due componenti sono divaricati. La parte pubblica deve progettare badando all’efficacia del sistema (la parola efficacia è ripetuta ben 27 volte nelle nuove norme Vision2000-ISO9000) e la parte privata deve collaborare all’efficienza ed economicità del sistema. L'adozione di un sistema integrato di raccolta differenziata "spinta": • cambia il "come", ovvero i processi e procedure; • migliora il "cosa", ovvero il prodotto; • responsabilizza il "chi", ovvero le imprese, le istituzioni, il cittadino; • integra il "dove", ovvero comune, provincia, regione; • stimola il "quando", ovvero la riduzione dei tempi di implementazione e controllo; • giustifica il "perché", ovvero la protezione della salute dell'uomo e dell'ambiente, nonché la

riduzione dei costi economici ed ecologici; • definisce il "quanto" ovvero i costi economici da sostenere per la gestione.

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La figura 2.1 rappresenta il legame e la circolarità tra le componenti strutturali di un sistema tipo, e sottolinea, attraverso le relazioni tra componenti, i vari passi del metodo proposto per la gestione dei RU, passi elencati in ordine nell'indice del manuale.

POLITICA DELLAQUALITA'

valori, principi, strategie, obiettivi,

indicatori

CONTROLLO

DEL SISTEMA

PIANIFICAZIONE

amministrazione, date,

responsabilità, processi, risorse

MISURAZIONI

costi, qualità, tempi, quantità

ESECUZIONE

attività, dati, prodotti

obiettivi

piani irrealistici

processi fuori controllo

TERMINOLOGIA E

CLASSIFICAZIONI

leggi, glossario

legare la politica della qualità alla matrice di piano

legare la matrice di piano alle attività dei

processi

Alimentare gli indicatori con i dati

Figura 2.1 - La ruota del controllo e del miglioramento del sistema (Ruota di Deming o spirale virtuosa) evidenzia sia l'integrazione circolare delle componenti strutturali di un sistema sia la funzione centrale del controllo per il miglioramento del sistema stesso.

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3. PREMESSA

3.1 Il rifiuto: da "risorsa" (o "scarto") a "prodotto da migliorare" Il rifiuto è "qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nella categoria riportata nell'allegato A e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi", secondo quanto recita il decreto legislativo n. 22/97 (decreto Ronchi). Questo concetto di rifiuto è nato con l'esigenza moderna di dover operare sull'oggetto rifiutato (o scartato) un’ attività di raccolta e smaltimento, cioè di allontanamento ed eliminazione o quantomeno di accantonamento.. In natura non esiste il rifiuto: la materia infatti si trasforma e si mineralizza, quindi in passato non si è mai resa necessaria l'applicazione del principio "chi inquina paga". Solo negli ultimi quarant'anni (con la diffusione delle materie plastiche non degradabili) l'oggetto di rifiuto è stato eliminato "tal quale" in modo "indifferenziato", prima nelle discariche e successivamente anche negli inceneritori. Poi, in seguito alla difficoltà di reperire siti di smaltimento ed all' accresciuta coscienza ambientale, si è pensato di recuperare come risorse, le parti più pregiate e più facilmente separabili come il vetro, carta, metalli, o le più pericolose, come le batterie, le pile, i farmaci, etc. Il passo successivo, appena avviato, sarà un cambio di paradigma: l'oggetto rifiuto sarà visto da un diverso punto di vista. Non si dovrà considerare solo una parte del rifiuto come una risorsa, ma tutto il rifiuto dovrà diventare un prodotto da migliorare. Ciò fornirà un input di qualità ad altri processi a valle che lo dovranno utilizzare completamente. Nella figura 3.1 è riassunta la filosofia del DLGS 22/97: prevenzione a monte attraverso la scelta da parte del cittadino consumatore, recupero a valle attraverso la separazione attuata dal cittadino utente.

PIANIFICAZIONE

TRASFORMAZIONE

CONTROLLO

bene acquistato

SEPARAZIONE E

CONFERIMENTO

prodotto da recuperare (tariffato)

rifiuto

UTILIZZO O

RIUTILIZZO

SCELTA E

ACQUISTO

beni di consumo (con o senza imballaggio)

CITTADINO CONSUMATORE

CITTADINO UTENTE

(ad altri processi)

Figura 3.1: Nel processo di consumo il cittadino conferisce valore aggiunto attraverso l'attività di scelta e di separazione, caratterizzando il rifiuto come un prodotto da migliorare per altri processi a valle Le semplici attività di scelta del prodotto da consumare ( con o senza imballaggi) e di separazione, grazie alla loro flessibilità, possono dare un alto valore aggiunto in termini di qualità e diversificazione del prodotto.

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Esse sono parte di un modello concettuale: il Cerchio della qualità, composto dall'assieme di attività che, interagenti tra loro, influenzano la qualità del prodotto o del servizio (figura 3.3).

3.2 Il degrado entropico del processo di consumo I processi, ossia l'insieme di risorse e di attività tra loro interconnesse, trasformano degli elementi in ingresso (input) in elementi di uscita (output). Ogni attività di trasformazione e consumo, utilizzando energia, materia ed informazione, compie lavoro e produce prodotti, rifiuti, energia degradata ed informazione (figura 3.2). Per il primo principio della termodinamica, in un processo di trasformazione nessuna delle risorse di input (energia, materia prima ed informazione) si perde, poichè per una dispersione inevitabile di parte dell'energia e della materia utilizzata, si trasforma in forme sempre meno disponibili (secondo principio della termodinamica). In sostanza ogni volta che l'energia e la materia vengono trasformate da uno stato in un altro "è necessario pagare un prezzo". Questo prezzo è rappresentato dalla perdita di una quantità e qualità di energia e di materia, sotto forma di calore, inquinamento, rifiuti. Il termine che designa questo fatto è "entropia" (J. Rifkin). In sostanza l'entropia è la misura del "disordine" che ogni processo di trasformazione produce. Quindi la riduzione del degrado, cioè dei rifiuti e dell'inquinamento, non può che essere ottenuta riducendo l' input e massimizzando la qualità dell'output attraverso un utilizzo "intelligente e smaterializzato" del processo di trasformazione. Per esempio, la riduzione del degrado si può ottenere riducendo l' input di prodotti con imballaggi o riducendo la tossicità dei prodotti consumati e separando con cura gli "inevitabili" rifiuti prima del conferimento. Questi rifiuti potranno essere riutilizzati completamente in processi che produrranno a loro volta meno "disordine " a valle. Nel caso del processo di consumo, la figura 3.2 mette in evidenza la buona qualità energetica dell' input e l'attuale scarsa qualità energetica degli output in termini di qualità della differenziazione dei rifiuti. Per poter utilizzare i rifiuti completamente e senza scarti o residui nei processi a valle, dovremmo ridurre le quantità di rifiuti ed aumentare la loro qualità attraverso una differenziazione mirata. Natura:

BASSA ENTROPIA CODICI DEI PRODOTTI DEI SUPERMERCATI: - centinaia di materiali - migliaia di prodotti

PROCESSO

DI TRASFORMAZIONE

O USO

Natura: ALTA ENTROPIA CODICI DEI RU: - una trentina di materiali - una quarantina di prodotti

energia degradata ed inquinamento prodotti (rifiuti) informazione

controlli

energia

materia ( prodotti)

informazione

risorse

feedback "+" "-"

riuso, riciclo

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Figura 3.2: Nel processo entropico di trasformazione avviene un forte degrado dell'informazione e della qualità energetica della materia, degrado che bisogna attenuare attraverso una separazione spinta dei rifiuti da conferire.

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3.3 Il Cerchio della qualità degli RU Nella gestione del ciclo dei rifiuti sono coinvolte in catena le Istituzioni (Comuni, Province e Regioni), le Industrie ed i Cittadini (figura 3.3).

ISTITUZIONI

MARKETING

SEPARAZIONE

RIDUZIONE

RICICLO

INDUSTRIA

UTILIZZO/RIUTILIZZO ACQUISTO

CONFERIMENTO

CITTADINI

RACCOLTA

SELEZIONE

SCELTA Figura 3.3: Il Cerchio della qualità RU può diventare una spirale "virtuosa", se gli attori si impegnano soprattutto al miglioramento di alcune attività chiave: riduzione, riciclo, scelta e separazione. Le attività svolte dalle Istituzioni e dai Cittadini per la raccolta e lo smaltimento sono poche e semplici. Chi vuole fornire alto valore aggiunto a tutta la catena, dovrà porre una grande attenzione organizzativa in alcune di esse, sottolineate in figura 3.3 e qui di seguito elencate . 3.3.1 Istituzioni La riduzione, intesa come azione preventiva per evitare la produzione dei rifiuti o per ridurne le quantità prodotte e la nocività per la salute e l'ambiente, è un’ attività problematica e quasi sempre ignorata. E' un’ attività ad alto valore aggiunto, ma molto impegnativa perché, per attuarla, dovrebbero essere emesse ordinanze di divieto, nuove regolamentazioni su standard di formato e nocività e dovrebbero essere stanziati fondi per incentivi, informazione ed educazione. Tutte queste sono azioni ed investimenti di sostenibilità ecologica che non producono però risultati immediati, né politici né economici, e per questo sono sovente disattese. 3.3.2 Cittadini La scelta del prodotto: prima dell'acquisto il cittadino valuterà se il prodotto con imballaggio è proprio necessario, se è nocivo, se produce rifiuti riciclabili, se può essere riutilizzato o riparato.

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La separazione accurata sarà eseguita secondo gli standard richiesti dal comune e da una coscienza ecologica orientata al massimo riuso e riciclo. Se da una parte il bene da consumare è curato e identificato, dall'altra il prodotto "rifiutato" deve essere a sua volta identificato, suddiviso e curato. Il rifiuto diventa culturalmente da "rifiutare" solo quando si ha intenzione di allontanarlo da sé e lo si unisce in modo indifferenziato ad altri rifiuti. 3.3.3 Industria Per l'industria la complessità del riciclo è funzione della qualità dei prodotti che vengono forniti in input. Se questi input sono fortemente selezionati, omogenei e non tossici , i processi di riciclo possono essere altrettanto semplici, ottimizzati e poco inquinanti. Ciò vuol dire produrre sempre meno rifiuti a parità di prodotto finito. Ma non è sufficiente che si Riduca, si Riutilizzi o si Ricicli (le cosiddette 3R), nell'ottica di uno sviluppo falsamente sostenibile. Si dovrà andare oltre, verso una economia industriale e di servizio "ad emissioni zero", cioè a bassa entropia, ove il rifiuto di un settore industriale può diventare materia prima per un altro comparto, senza eccezioni (Gunter Pauli). Per questo motivo entro il Cerchio della gestione della qualità è stata omessa l'inutile e dannosa attività di smaltimento. Il concetto ora descritto è rappresentato sinteticamente con la scritta "Rpiù" entro il Cerchio delle tre frecce che si inseguono; "Rpiù" significa insomma "oltre le 3R". 4. I PASSI DEL METODO

4.1 La politica della qualità ecologica 4.1.1 Una terminologia da curare "Prima di parlarmi definisci i tuoi termini" diceva Voltaire. Tanto più una parola può essere utilizzata per dire tutto ed il contrario di tutto, tanto maggiore risulterà il suo uso da parte degli esperti. Questo è vero soprattutto nel campo dei rifiuti, ove decine di leggi si sono stratificate nel tempo con definizioni che via via si modificavano per il rapido cambiamento culturale e metodologico. Con lo sviluppo della complessità è importante curare la nomenclatura delle entità materiali ed immateriali e delle relazioni che compongono il sistema pena la perdita di trasparenza ed immediatezza della comunicazione. Con nomi e definizioni standardizzati e condivisi è più facile, ai diversi livelli istituzionali (locali, statali ed europei) e produttivi, classificare per controllare ed incentivare, definire contratti, fornire coerente informazione ai cittadini. Purtroppo attualmente comuni, province, consorzi e camere di commercio, nonostante la grande frequenza di scambi di dati tra loro , usano classificazioni e nomenclature personalizzate, rendendo difficile e poco rigorosa la comparazione dei dati e poco credibili i risultati. Per rendere più facile tutto questo dovrebbe essere emesso a livello mondiale, non solo come è stato fatto a livello europeo, un glossario standard sul tema rifiuti, analogamente a quanto ha fatto l'organizzazione mondiale per la certificazione dei sistemi di qualità con il suo glossario. Con questo rapido sviluppo della globalizzazione non è più sufficiente "pensare globalmente ed agire localmente", ma occorre "agire globalmente per sopravvivere localmente". 4.1.2 Una classificazione flessibile dei rifiuti Il decreto Ronchi sui rifiuti ed imballaggi ricalca la stessa nomenclatura del Elenco europeo dei Rifiuti (EER), così come la dichiarazione annuale (MUD) che i comuni e le aziende devono inviare alla Camera di Commercio per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. L’EER ad esempio, al capitolo 20 elenca i materiali (es. vetro, legno, carta, cartone, etc) dei RU e RAU sotto il titolo: "Rifiuti urbani ed assimilabili da commercio, industria ed istituzioni inclusi i rifiuti della raccolta differenziata" ed al capitolo 15 indica “I rifiuti da imballaggio oggetto di raccolta differenziata”. A questo elenco dei rifiuti , che dovrebbe essere modificato il meno possibile ed avere come riferimento le nomenclature dell’EER, si dovrebbe aggiungere almeno un secondo livello di classificazione per prodotto (es. vetro bianco, vetro verde, etc).

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Ciò renderebbe la classificazione più flessibile e faciliterebbe: • la modifica alla lista dettata dalle varie peculiarità locali Individuazione dei comuni più attenti alla

differenziazione, • l'utilizzo della lista come base coerente ed integrata di dati per una eventuale informatizzazione scalare

a livello regionale, provinciale e comunale, o almeno consortile. La tabella 4.1 è una lista RU a tre livelli, derivata dalla lettura delle tabelle statistiche RU di alcuni comuni (non riportati in legenda) che effettuano la raccolta differenziata spinta nonché da tabelle RU di altri variegati utilizzatori (riportati in legenda) che in genere, come si vede in colonna 1, personalizzano non solo la nomenclatura ma anche la completezza della classificazione. Quando ad esempio, un comune sarà in grado di differenziare non solo a livello di materiale, ma anche a livello di prodotto e/o sotto-prodotto, dovrà riportare la frazione differenziata anche nella colonna "prodotti” e/o “sottoprodotti".

Tabella 4.1: CLASSIFICAZIONE DEI RU

LEGENDA SIMBOLI DOVE USATO: "x" = Elenco Europeo Rifiuti (EER) secondo la Decisione 2000/532/CE "*" = Modulo Unico di Dichiarazione ambientale (MUD) "+" = Modulo del premio nazionale Legambiente "Comuni ricicloni" 1995 "o" = Modulo inviato a tutti i comuni della provincia di Milano dall' Osservatorio Rifiuti Provinciale per la raccolta dati. "c" = Listino prezzi all'ingrosso 1/97 - Camera Commercio, Industria e Art. - Milano

DOVE USATO

1° LIVELLO MATERIALI

(Nomi EER e non)

2° LIVELLO PRODOTTI

(Nomi EER e non)

3°LIVELLO SOTTOPROD.

(nomi EER e non)

NOTE: esempio provenienza

rifiuti o loro caratterist. (ex rup, RAU, etc)

x + * o FRAZ. ORGANICA (biorifiuto, fraz..umida, scarti alim., etc)

mercatale, domestica, ristorazione, alimentaz. collettiva)

x + * o *

VERDE (scarti verdi, legnocellulosici, frazione

verde)

erba ramaglie

da verde pubblico o privato

*

FRAZIONE SECCA RESIDUA domestica

x + * RIFIUTO INDIFFERENZIATO (RU misto, tal quale)

rifiuti esterni cimiteriali cestini parchi giardini

x + * o INGOMBRANTI secco selezionato indifferenziato

x + SPAZZATURA STRADE (meccanica/manuale)

territorio comunale area mercato

x x * c

LEGNO (legname trattato) legname trattato legno non trattato

cass., sfridi, pallet

x + * o c c c c

VETRO (rottame di vetro)

bianco verde giallo misto

x + * o c

CARTA E/O CARTONE (da macero)

carta/cartone non selezionati giornali o moduli continui

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c c c

giornali e riviste misti cartone ondulato fustellati di cartone

x * o c c c c c

METALLI FERROSI

rottami di ferro lattine rottami acciaio inossidabile rottami ghisa rottami di macchine

x c STRACCI (tessuti, prod.tessili, abiti)

cascami

x + * o c ALLUMINIO rottami alluminio lattine

c OTTONE/BRONZO rottami c RAME rottami c PIOMBO rottami x + * o c c c

PLASTICA (piccole dimens) (materie plastiche)

contenitori per liquidi cassette di plastica

pet pe pvc

x o c

PLASTICA (altri tipi)

polietilene (film) polistirolo espanso

x * x o

ELETTRODOMESTICI lavatrici lavastoviglie freezer frigoriferi piccoli elettrodomestici

ex rup ex rup

x o COMPONENTI ELETTRONICI da person. computer da televisioni da radio

ex rup - da utenze domestiche o collettive

x * o c c

OLII ESAUSTI olii vegetali e/o animali oli lubrificanti

ex rup

x o BATTERIE d'auto altre

ex rup

x + * o PILE E/O ACCUMULATORI ex rup x c o

LAMPADE FLUORESCENTI TUBI CATODICI

ex rup ex rup

x + * o MEDICINALI (farmaci scaduti) ex rup o SIRINGHE sparse

consegnate ex rup

* o TONER fotocopiatrici stampanti

ex rup

x o RIFIUTI T / F (contenitori t o f)

vernici - inchiostri - colle adesivi solventi acidi rif.alcalini, detergenti prod.fotolitici pesticidi

ex rup

CENERI DI COMBUSTIONE ex rup x c INERTI (terreno e rocce) da demoliz.costruzione misto

di natura lapidea

x FANGHI di serbatoi settici di pozzetti stradali

ex rup

x VEICOLI FUORI USO c GOMMA pneumatici c SUGHERO cascami - tappi

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Confronti con capitolati esistenti Abbiamo confrontato questa tabella 4.1 con la nomenclatura dei rifiuti utilizzata da un comune che attua già la raccolta differenziata spinta ed ha attivi quattro capitolati di appalto per diversi tipi di rifiuti comunali. Dal confronto è emerso che il comune in oggetto non aveva considerato la gestione di voci importanti come carta, stracci, lavatrici/lavastoviglie, metalli pregiati (rame e piombo, etc). Queste mancanze potranno provocare in futuro contenziosi, aumenti di spesa o quantomeno difficoltà di gestione e di classificazione dei risultati della raccolta differenziata. Una proposta di tabulazione Sotto un altro aspetto, gli organi provinciali o consortili, nel definire la percentuale dei rifiuti raccolti in modo differenziato da parte dei singoli comuni, inseriscono spesso frazioni improprie (o non prendono in considerazione frazioni proprie) entro la classe "rifiuto differenziato". Ma cosa si intende per rifiuto differenziato? Quando un comune comunica la propria percentuale di raccolta differenziata, quali frazioni ha incluso e quali frazioni ha escluso dai rifiuti differenziati? Per esempio è corretto inserire come rifiuto differenziato la frazione secca residua (15-25%) o gli inerti conferiti alla piattaforma ecologica da famiglie o piccoli artigiani, oppure le pile ed i farmaci scaduti? Si pensa correttamente che per rifiuto differenziato si debbano intendere "le frazioni di rifiuto recuperate e finalizzate al riutilizzo o al riciclaggio di materia prima" come ribadito dal Decreto Legislativo 22/97 e dalla legge regionale Lombardia 21/93 art.7. Se non si seguiranno queste indicazioni, sarà difficile comunicare, effettuare confronti, statistiche affidabili e controlli (per esempio se si vogliono assegnare degli incentivi). In effetti la classe "rifiuto differenziato", tanto citata quanto ambigua, è utilizzata spesso arbitrariamente. La logica della trasparenza dovrebbe consigliare, da parte della provincia o dei consorzi, l'uso di una classificazione di "benchmark" coerente con gli scopi prefissi, basata sulla nomenclatura EER e suddivisa in classi che individuano le varie frazioni di rifiuto differenziato entro varie tipologie di smaltimento. Perché sono le tipologie di smaltimento meno virtuose che devono essere controllate meglio e sulle quali bisogna investire di più. Uno schema di classificazione, compilato secondo i criteri enunciati, potrebbe essere quello riportato in tabella 4.1A. Il codice EER (xxyyzz*pp) relativo ai vari tipi di rifiuti ha il seguente significato: xx - numerico 01/99 - fonte o processo che genera il rifiuto yy - numerico 01/99 -sottoprocesso che genera il rifiuto zz - numerico 01/99 – codice rifiuto EER “*” – la presenza dell’asterisco indica che il rifiuto è un rifiuto pericoloso pp – numerico 01/99 – suffisso per i tipi di rifiuto originati localmente e che non esistono nell’EER Questo tipo di codifica, permette di collocare e riconoscere in una unica colonna tutti i tipi di rifiuto che siano definiti sia nell’EER che originati localmente. I rifiuti originati localmente, sono identificati da un suffisso entro un codice EER esistente . Uno schema simile, senza i codici EER,è utilizzato mensilmente dai Comuni del consorzio Est Milanese.

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Tabella 4.1A: Risultati mensili e annuali della raccolta comunale RU/RAU

CODICE EER xxyyzz*pp

NOMENCLATURA RIFIUTO (EER o locale)

Gen Feb …… Nov Dic TOTALE (kg)

Kg/ab/ g

%

Rifiuto differenziato avviato a riciclaggio 200108 Rif.biodegr.di cucine e mense 200201 Rifiuti biodegrad.da giard/parc 200138 Legno senza sostanze pericol 200102 Vetro 200101 Carta e cartone 200140 01 metalli ferrosi 200140 02 alluminio 200140 03 ottone 200140 04 rame 200140 05 piombo 150101 01 Imball.in plast. bottiglie 150101 02 Imball.in plast. cassette 150101 03 Imball.in plast.polietilene 150101 04 Imball.in plast.polistirolo 200111 Prodotti tessili 200125 Oli e grassi commestibili 200126* Oli e grassi diversi da 200125 200133* Batterie ed accumulatori 170107 Miscugli o scorie edilizie TOTALE RICICLATO

Rifiuto differenziato NON avviato a riciclaggio 200199 01 Frazione secca residua 200307 Ingombranti 200131* Medicinali citotoss/citostatici 200133* Batterie ed accumulatori 200127* Vernici-inchiostri-ades.-resine TOTALE IN INCENERITORE 200199 01 Frazione secca residua 200307 Ingombranti 200131* Medicinali citotoss/citostatici 200133* Batterie ed accumulatori 200127* Vernici-inchiostri-ades.-resine TOTALE IN DISCARICA

Rifiuto indifferenziato NON avviato a riciclaggio 200301 Rifiuti urbani non differenziati 200303 Spazzatura strade TOTALE IN INCENERITORE 200301 RU indifferenziato 200303 Spazzatura strade TOTALE IN DISCARICA

TOTALE COMPLESSIVO (100%) Totale rifiuto avviato a riciclaggio Totale rifiuto non avviato a riciclaggio

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4.1.3 Definire i valori, i principi, le strategie In generale la misura dell’efficacia e dell’efficienza amministrativa del comune è legata alla soddisfazione dei cittadini e si basa sulla capacità di capire ed anticipare non solo le loro necessità, ma anche le loro esigenze esplicite ed implicite. Per definire le priorità, l’Amministrazione dovrà tener conto non solo dei vincoli finanziari, ma soprattutto, in un'ottica interdisciplinare, dei sempre crescenti vincoli territoriali e paesaggistici, delle non rinnovabilità di talune fonti energetiche, della crescita dell’inquinamento idrico ed atmosferico, insomma degli elementi che condizionano fortemente la vivibilità entro il territorio. Solo un’ analisi di questo tipo, che considera il comune un sottosistema compatibile col sistema sociale e territoriale esterno, riuscirà a “chiudere il Cerchio” della sostenibilità amministrativa e riuscirà a garantire un benessere (qualità della vita) accettabile sia per le presenti che per le future generazioni. La gestione dei rifiuti è un importante anello di questo Cerchio; come processo di servizio, essa dovrà preoccuparsi a contribuire a ridurre gradualmente a zero gli sprechi ed a ridurre gradualmente a zero gli inquinanti (a partire dall'eliminazione delle discariche e degli inceneritori i quali sono dei grossi "concentratori di inquinanti"- Luigi Mara) che minacciano la salute dell’uomo e dell’ambiente. La politica per la qualità ecologica della gestione comunale dei rifiuti dovrà poggiare in modo coerente su valori, principi, strategie ed obiettivi comuni e condivisi all’interno di tutta l’Amministrazione. Dovrà inoltre curare con particolare attenzione i fattori critici di successo, che possono condizionare il risultato del progetto. Per ognuno di questi termini valgono le considerazioni sulla chiarezza e la condivisione dei significati, fatte per la terminologia sui rifiuti. Troppo spesso nei documenti ufficiali (piani provinciali sui rifiuti, loro allegati e relative presentazioni), si nota l'uso disinvolto dei termini fondamentali come obiettivi, obiettivi strategici, criteri fondamentali, linee guida, principi parole d'ordine, etc. Questa approssimazione terminologica porta inevitabilmente a confondere il mezzo con il fine (o scopo):questo però nelle tematiche ambientali è pericoloso. Valori Intesi come condizioni essenziali di esistenza. 1. Salute dell’uomo 2. Salute e salvaguardia dell’ambiente (flora, fauna, suolo, acqua, aria, paesaggio, energia) per le presenti e

le future generazioni. Principi Intesi come regole di comportamento definite dall'uomo affinché guidino la sua azione. 1. Considerare la qualità della vita dei cittadini delle presenti e delle future generazioni come la forza

trainante di ogni nostra azione. 2. Rispettare le leggi in vigore e la normativa contrattuale. 3. Operare sempre nell’ottica di prevenzione (principio di precauzione) e sostenibilità ambientale. 4. Condividere responsabilmente valori, strategie, principi ed obiettivi da parte di tutti i componenti

dell’Amministrazione e degli enti appaltati che eseguono i servizi. 5. Migliorare continuamente la qualità ambientale, misurandone l'adeguatezza ed adattando rapidamente i

processi agli standard eccellenti. 6. Addestrare le strutture comunali a tutti i livelli alla disciplina della qualità. 7. Enfatizzare il conferimento differenziato a monte come responsabilità del cittadino. 8. Fornire i servizi ai cittadini/utenti nello spirito dei principi di uguaglianza, imparzialità, continuità, diritto di

scelta, partecipazione, efficacia ed efficienza (Decr.Presidente Consiglio dei Ministri 27/1/94). 9. "Chi inquina paga".

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Strategie Intese come abilità di gestire i mezzi, cioè le risorse (ambiente, energia, lavoro, materiali, capitali, informazione) per assecondare e raggiungere gli obiettivi nel lungo periodo. 1. Riduzione drastica dello smaltimento in discariche del rifiuto tal quale, fino alla loro totale eliminazione. 2. Riduzione drastica dello smaltimento in inceneritori del rifiuto tal quale, fino alla loro totale eliminazione (le

discariche e gli inceneritori sono concentratori di inquinanti). 3. Riduzione graduale dello smaltimento in inceneritori del rifiuto secco residuo da utilizzare in impianti

industriali come combustibile pregiato (cementifici, fabbriche di mattoni, impianti termoelettrici, etc). 4. Massimizzazione del risparmio delle risorse, rinnovabili e non (energia e materiali). 5. Massimizzazione dell'autosufficienza dello smaltimento in loco. Con questo si intende l'abilità di utilizzare

efficacemente una rete adeguata ed integrata di smaltimento situata nello stesso luogo della produzione dei rifiuti.

In questa strategia si può comprendere l'autosmaltimento. Per questa attività e soprattutto per i rifiuti assimilabili agli urbani dovranno essere istituiti forti controlli e Certificazioni dei flussi di smaltimento.

6. Massimizzazione dell’occupazione. 7. Riduzione dei costi di raccolta e smaltimento complessivi (economici ed ecologici).

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4.1.4 Legare le strategie agli obiettivi L'attuazione di una strategia avviene attraverso delle azioni amministrative ad essa coerenti. Noi assumiamo alcune di queste azioni come obiettivi strategici misurabili per un sufficiente controllo delle strategie elencate. Nella figura 4.1 sono indicate le numerose relazioni che esistono tra l'applicazione delle strategie e il loro controllo attraverso gli obiettivi: impegnarsi in prevenzione significa ad esempio, incidere positivamente sulla riduzione degli inceneritori e delle discariche, sull'incremento dell'occupazione, sulla riduzione dei costi di smaltimento, sul risparmio delle risorse non rinnovabili. Di converso attuare una strategia di eliminazione delle discariche e degli inceneritori significa investire su obiettivi di prevenzione, riuso, riciclo e combustione. Quest'ultimo ovviamente solo per la frazione secca residua. Sempre nella figura 4.1 si nota che gli obiettivi ad alto valore ecologico aggiunto sono tutti fortemente interrelati a quasi tutte le strategie considerate. Ottenere buoni risultati significa infatti gestire le risorse (strategie) in modo sistemico. Altri obiettivi comunque potrebbero essere aggiunti per migliorare il controllo di queste stesse strategie.

STRATEGIE (e risorse strategiche) OBIETTIVI STRATEGICI

Figura 4.1: La relazione coerente fra strategie ed obiettivi strategici definita in fase di pianificazione, rende controllabile la qualità dell'utilizzo delle risorse strategiche.

1- prevenzione 2- riuso 3- riciclo materie prime seconde e organico 4- incenerimento (con o senza recup.energetico) 5- ammasso in discar. (tal quale e speciale) 6- soddisfazione degli utenti

1- eliminazione discariche (tal quale e speciali) 2- eliminazione inceneritori 3- riduz. combust. frazione secca residua in impianti industriali 4- massimizzazione risparmio risorse non rinnovabili 5- massimizzaz. Autosufficienza dello smaltimento in loco (con controlli e certificazioni) 6- massimizz. dell'occupazione 7- riduzione dei costi di raccolta e smaltimento (costi economici ed ecologici)

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4.1.5 Legare gli obiettivi agli indicatori Gli indicatori sono misure rappresentative dell'andamento dei risultati qualitativi e quantitativi di un'attività o di un processo. Servono a valutare il progresso all'interno dei processi decisionali, operativi e di controllo, sempre più complessi in materia di politiche di sostenibilità. Sono in sostanza "una bussola per raggiungere la sostenibilità" (Studio sull'Europa sostenibile dell'Istituto Wuppertal) Come detto in precedenza, non si possono controllare gli obiettivi e l'attività presente e futura, se non si è in grado di trovare e definire degli indicatori alimentati da dati raccolti durante le attività stesse, indicatori che permettano di rendere visibili e misurabili sia i problemi che le soluzioni proposte. Gli obiettivi diventano così misurabili nei quattro parametri canonici di tempo, costi, qualità e quantità, se a fronte di ciascuno di essi si è in grado di definire uno o più indicatori che ne permettano il controllo in modo efficiente. Per esempio, riferendosi all'obiettivo "prevenzione", un indicatore potrà essere il numero di ordinanze comunali emesse per ridurre la produzione di imballaggi inutili, oppure il numero di interventi degli amministratori nelle scuole, o il numero di visite delle scuole agli impianti di raccolta differenziata o di riciclaggio. Come per gli obiettivi, la lista degli indicatori nel corso del tempo può modificarsi per nuove esigenze dovute per esempio ad affinamenti dei processi o a nuove leggi. L'indicatore comunque deve: • essere il più semplice possibile; • "spiegare" ampiamente il fenomeno che intende misurare; • essere alimentato da dati sicuri dei processi di servizio o produzione; • essere definito in una scheda indicatore apposita (vedi tab.4.5), per consentire una lettura non ambigua

dei parametri utilizzati; • avere un significato diffuso e condiviso per permettere confronti. Talvolta scegliere un indicatore non è facile, soprattutto quando deve misurare le caratteristiche qualitative di un servizio. La tabella seguente, denominata “cruscotto” è una tabella di controllo del sistema, utilizzata dal responsabile del sistema per verificare se gli obiettivi periodici, controllati mensilmente o riesaminati annualmente sono stati raggiunti. Se il sistema fosse informatizzato, il “cruscotto” fornirebbe in tempo reale e diffuso a tutti i portatori di interessi, i risultati della raccolta e smaltimento dei rifiuti gestita dal sistema stesso. Le due righe trasversali in grassetto delimitano i tre tipi di obiettivi “classici” propri della gestione operativa della raccolta differenziata. Essi sono quelli utilizzati normalmente nella rapportistica (vedi tab. 4.1A e FIG 7.3) e nei piani rifiuti e quindi dovrebbero essere i primi ad essere eventualmente informatizzati. Gli obiettivi di prevenzione, riuso e soddisfazione degli utenti, invece, sono obiettivi sempre citati ma mai perseguiti realmente e raramente tenuti sotto controllo. Attraverso il sistema qualità, questo è possibile perché essi diventano parte integrante e coerente della gestione dei rifiuti alla stregua degli altri tre obiettivi, citati in precedenza.

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Tabella 4.2: CRUSCOTTO DI CONTROLLO CON OBIETTIVI, INDICATORI E TARGET

OBIETTIVO STRATEGICO

CODICE

EER (yyxxzz*pp)

TIPO DI RIFIUTO

(qualche esempio)

ESEMPI DI INDICATORI

VALORE ATTUA-

LE

VALORE PIANIFI-CATO

BENCH-MARK

+ +

PREVENIRE

(contiene ed evita il rifiuto)

200108 200199 01

- tutti - tutti - tutti - rif.biodegr.cucine/me - tutti - tutti - tutti - fraz. secca residua - tutti - tutti - tutti -tutti

- nr di ordinanze di divieto vendita contenitori o imballaggi inutili - nr ordinanze di divieto prodotti dannosi - nr di autocertificaz.per autosmaltimento, nr corsi compostaggio, nr composter distribuiti e relativi corsi/manuali utilizzo, divieto trituratori domestici - nr interventi di amministratori nelle scuole - nr visite scolastiche alla piattaforma - nr obiettivi anticipati su obiettivi legislativi - ordinanza vs pannolini riusabili

- incentivi dati (tipo e nr) per riduzione produzione - rifiuti: nel quartiere / famiglie / scuole(progetti) - codici di comportamento delle attiv prod/comm (es. marchio ecolog., manifesto ambientale, etc) - incentivi ai riparatori di oggetti durevoli

+ + RIUSARE

(usa di nuovo per lo scopo originale)

150107 01 150107 02 200123*01 200138 01

- imball.vetro bottiglie - imball.vetro barattoli - frigoriferi - mobili etc

- quantità, ricavo e costo - quantità, ricavo e costo - tipo e quantità, ricavo e costo - tipo e quantità, ricavo e costo

+

RICICLARE (recuperare per usi alternativi)

200102 200101 200138 200111 200140 150101 01 200133* 200108 200201

- vetro - carta e cartone - legno senza sost.per. - prodotti tessili - metallo - imball.in plast.bottigl. - batterie e accumulat. - rif.biodegr.cuc/mense - rif.biodegr.da giard/p etc

- quantità, ricavo " " " " " " " " " " “ “ - quantità, ricavo,qualità “ “ “

- INCENERIRE (con o senza recupero di

energia)

200199 01 200307 200137* 200399 01 200131* 200133* 200127*

- fraz.secca residua - ingombranti - legno cont.sost.peric. - siringhe -medicin.citotoss/citos. - batterie e accumulat.

- quantità, qualità - quantità " “ " " "

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- vernici-inchios-ades. etc

- - STOCCARE

IN DISCARICA

200307 200303 200301 01 200301*02

- ingombranti - spazzatura strade - rifiuti esterni indiffer. - rif. esterni pericolosi etc

- quantità " " "

SODDISFARE GLI UTENTI

- servizio : raccolta porta a porta, racc. campane strad., gestione piattaforma

-nr di reclami ricevuti e risolti in comune o attraverso numero verde -nr di suggerimenti ricevuti ,applicati e non applicati -nr messaggi di non conformità nel porta a porta -indici di servizio da questionari (costi/tempo/qual.)

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4.1.6 Obiettivi e tariffa RU Gli obiettivi sono intesi come elementi in grado di misurare dettagli o momenti di una strategia. Nella tabella 4.2 gli obiettivi sono posti in relazione con alcuni esempi di indicatori utilizzati o auspicabili, come nel caso della prevenzione. La misura della loro efficacia in termini di impatto ambientale è indicata nella prima colonna. Tre sono in sostanza le fasce di classificazione degli obiettivi: 1. la prima e la seconda sono indicate rispettivamente con “+++” e "++" e si potrebbero definire ad alto valore

aggiunto ambientale. Sono gli obiettivi più difficili e il più disattesi dalle amministrazioni, perché richiedono forte motivazione, creatività, determinazione, organizzazione.

2. la terza indicata con "+" è a discreto valore aggiunto. E' la classe di obiettivi più utilizzata nei paesi con la raccolta differenziata spinta.

3. La quarta e l'ultima classe può accomunare "-" e "- -", cioè gli obiettivi più devastanti per l'ambiente e sui quali purtroppo attualmente si investe di più.

In futuro si dovranno investire risorse (uomini, finanze, tecnologia, informazione) soprattutto nei processi critici estremi per massimizzare gli effetti positivi e minimizzare gli effetti negativi. Questo sarà una via obbligata in fase di attuazione del decreto Ronchi, che obbliga a trasformare la tassa di smaltimento in tariffa. Ora il costo di raccolta e smaltimento RU/RAU è calcolato sulle quantità prodotte in base alle superfici ed alla produzione specifica delle categorie economiche (art.65 DLGS 507/93). La tariffa unitaria per categoria produttiva è data dall'algoritmo: Tx = Ix x Tm x Kx (in lire/mq) dove: Ix è l'indice di produttività specifica per categoria (rilevato da associazioni di categoria o dalla Camera di Commercio, etc), Tm è la tariffa media (lire/mq) = Ct/St, dove Ct è il costo complessivo annuale richiesto agli utenti e St è la superficie totale. Kx è il coefficiente di qualità che tiene conto delle caratteristiche dei rifiuti legate ovviamente ai costi di gestione. Attualmente il coefficiente Kx è posto = 1. In futuro la "tariffazione " del servizio sarà distinta non solo per categorie produttive (o territoriali), ma anche per quantità individuali di rifiuto raccolte porta a porta o conferite alla piattaforma comunale e per qualità del rifiuto conferito entro una certa categoria produttiva (art. 49, c.3 - 4 - 6 DLGS 22/97). Si amplieranno quindi i tipi di rifiuto entro le categorie e si attribuiranno coefficienti Kx diversi da 1. Per controllare le due variabili, qualità e quantità, in termini di costi di servizio, sarà quindi necessario disporre di indicatori differenziati per categorie produttive anche per uno stesso tipo di rifiuto conferito. Non si dovrà ad esempio confondere la quantità di frazione organica raccolta dalle famiglie con lo stesso tipo rifiuto raccolto porta a porta dalle aziende commerciali, perché i due servizi potranno avere tariffe diverse. Analogamente si dovranno poter distinguere le qualità e le quantità dei rifiuti conferiti alla piattaforma comunale. Gli indicatori degli obiettivi dovranno quindi contenere anche la caratteristica "qualità del rifiuto": questo significa aumentare molto la complessità del sistema di controllo, in quanto essa è propria di tutti i tipi di rifiuto. Gestire la complessità del sistema significa controllare le relazioni fra componenti e per questo si dovrà porre ancor più attenzione alla relazione fra indicatori e dati derivati dai processi specifici, come si vedrà più avanti quando si tratterà dell'analisi e della descrizione dei processi.

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4.2 Le attività e le strutture 4.2.1 Una matrice per un piano operativo Se un comune intende attuare la raccolta differenziata spinta o intende migliorare quella esistente, per prima cosa è opportuno che indaghi sulle esperienze concrete avanzate già attuate in realtà simili. Questo è accaduto ed accade tuttora per esempio nei comuni del Consorzio Est milanese. Dato l'obbligo di attuare la raccolta differenziata spinta entro giugno 97, i 46 comuni del consorzio hanno infatti attuato, e tutti con buoni risultati, la metodologia nata quattro anni fa nel comune pilota di Bellusco (Milano). La distinzione profonda tra una realtà comunale e un'altra sta nell'applicazione convinta e rigorosa del principio "enfatizzare il conferimento differenziato a monte come responsabilità del cittadino". L'applicazione di tale principio da parte degli amministratori porta inevitabilmente all'aumento dell'impegno organizzativo per la raccolta porta a porta, ma è anche quella che, a consuntivo, ha dato i migliori risultati in termini di qualità e contemporaneamente ha ridotto le quantità di rifiuto conferite. La matrice in tabella 4.3 è un modello di entità sperimentate nel comune di Carnate e può essere un primo strumento di analisi per verificare le differenze tra la propria realtà e quella di un paese tipo. Essa contiene gli elementi essenziali (entità) che servono a descrivere in modo esaustivo i processi di servizio per la raccolta e smaltimento RU. E' organizzata per chiave: luoghi di conferimento( il dove), conferitore (il chi), tipo di rifiuto (il cosa). Questi parametri sono in gran parte comuni a tutte le realtà e permettono da subito un'analisi disaggregata delle necessità e delle possibilità. La prima colonna della matrice "nr proc" è riservata alla numerazione del processo corrispondente, che descriverà un certo servizio di raccolta e smaltimento. Per esempio il processo numero 1 descrive il servizio di raccolta e smaltimento della frazione organica da utenze domestiche attuato porta a porta; il processo numero 2 il servizio di raccolta e smaltimento della frazione secca residua ottenuta da utenze domestiche/servizi e produzione attuato porta a porta; il processo numero 4 la raccolta contemporanea della carta, metalli e stracci attuato porta a porta dai volontari della parrocchia, etc. Per un certo servizio la matrice dovrebbe essere compilata per tutte le sue entità. comprese le due colonne dedicate allo smaltimento provvisorio e definitivo. Il responsabile del comune ha il diritto ed anche il dovere di indicare o di farsi indicare, prima dell'appalto, il corretto luogo di smaltimento dei rifiuti per poterlo poi controllare a consuntivo attraverso documenti di registrazione (note, formulari di identificazione, documenti di trasporto o registri).

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Tabella 4.3: MATRICE DELLE ENTITÀ DEL PROCESSO DEGLI RU DI CARNATE

NR PROC (pr)

LUOGO DI CONFERIMENT

O (input)

CONFERITORE o

UTENZA (input)

TIPO DI

RIFIUTO (input/output)

TIPO DI

CONTENITOR (input)

FREQ. DELLA

RACCOLT (controllo)

RESPONSAB DELLA

RACCOLTA (input/output)

SMALTIM. PROVVIS.

(output)

SMALTIM. DEFINITIVO

(output)

1 STRADA (porta a porta)

utenze domestiche frazione organica cassonetti 2 x 1 sett. renua spa no centro di compostaggio

2 3 4 " "

STRADA (porta a porta)

utenze domestiche / servizi /produzione

fraz.secca residua bottiglie di plast. carta metalli stracci

sacchi trasp. sacchi trasp terra marciap terra marciap terra marciap

settiman 1 x 2 sett 1 x 2 sett 1 x 2 sett 1 x 2 sett

renua renua volont.parr. volont.parr. volont.parr.

StazConsTr. no piatt.orat piatt.orat piatt.orat

discarica cons.obbl. privato(crippa) privato privato

5 STRADA (porta a porta)

utenze commerc. / mense / servizi rist. /etc

frazione organica cassonetto 2 x 1 sett renua StazConsTr. centro di compostaggio

6 " " 7 8

MERCATO commercianti / cittadini

rif.indifferenziato fraz.organica legno non trattato vetro / lattine bottiglie plastica

spazzatura terr. - - campane campane

giovedì giovedì giovedì 2x1 sett. 2x1 sett.

commercianti commercianti commercianti renua renua

no - - no no

discar. autosmalt. autosmalt. cons.obblig. cons.obblig.

9 " "

FESTE LOCALI commercianti / cittadini carta vetro/lattine bottiglie di plast.

campane campane campane

annuale / a richiesta

organizzzatori della festa

piattaf. piattaf. piattaf.

cons.obblig. cons.obblig. cons.obblig.

10 11 12 13 14

PIAZZUOLE STRADALI

cittadino vetro / lattine bottiglie di plast. pile farmaci rif.indifferenziati

campane campane contenitori contenitori terra

2 x 1 sett 2 x 1 sett a rich. a rich. 2 x 1 sett

renua renua consorzio consorzio operat. comun.

no no no no villa comun.

cons.obbl. cons.obbl ditta special. ditta special. discarica

15 " " " " " 16

TERRITORIO COMUNALE (rifiuti esterni

ovvero raccolti sul territorio)

cittadino anonimo vetro carta metalli ingombranti rif.indifferenziati rif.pericolosi rif.indifferenziati

terra terra terra terra terra terra cestini

a richiesta a rich a rich a rich a rich a rich a rich

operat.com. oper.com. oper.com. oper.com. oper.com. ditta spec. oper.comun

piattaf piattaf piattaf piattaf villa com. no villa com.

cons.obbl privato privato discar discar ditta special. discar

17 "

SPAZZATURASTRADE

cittadino rif.indifferenziati rif.indifferenziati

terra cestini

settim settim

renua renua

StaConTrasf Staz.Cons.T.

discar discar

18 " 19

CIMITERO cittadino verde rif.indifferenziato riesumazioni

cassonetto cassonetto cassonetto

a rich a rich a rich

oper.comun. oper.comun ditta specializz.

piattaf. piattaf. no

centro comp. discar. incenerit

20 VILLA COMUN. operatore comunale rif.indifferenziato sacchi/casson. settimanale renua Sta.Cons.Tr. discarica 21 22 23 24 25 26 27 " " " 28 29 30 31 32 " 33 34 " 35

PIATTAFORM. PER LA

RACCOLTA DIFFERENZIAT

A

cittadino / utenze commerciali / servizi

verde ingombr.secco ingombr.indiff. legno trattato vetro carta metalli ferrosi alluminio lattine rame piombo stracci conten. plast. elettrodom. comp.elettron. olio minerale olio vegetale batterie pile tubi catodici/fluor. inerti

cassone “ “ “ “ “ “ campane contenit. “ “ campane terra terra bidoni bidoni cassone contenit. contenit. terra

a rich “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ ““

system ecogreen renua “ ditta special. renua/privato privato " " " " " renua privato renua cons.obbl. “ “ ditta specializz. ditta specializz. privato

no no Staz.Cons.T. " no no no no no no no no no no no no no no no no

comp.noviglio discar discar ditta special cons.obbl. privato “ “ “ “ “ cons.obblig. privato discarica cons.obblig. “ “ ditta specializz ditta specializz discar.privato

PIATTAFORM. RACCOLTA DIFFERENZ. ORATORIO

cittadino / utenze comm. / servizi

carta metalli ferrosi alluminio lattine rame piombo stracci

cassone “ “ “ “ “

a richiesta " " " " "

privato “ " " " "

no “ " " " "

privato “ " " " "

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4.2.1.1 Miglioramento del capitolato La matrice di riferimento può anche servire come lista di riscontro per verificare nel proprio capitolato di appalto RU, per la parte relativa alle attività appaltate, quali di esse abbiano una descrizione completa, quali debbano essere completate o inserite ex novo. Questo è ancora più necessario se i servizi RU, come succede in quasi tutti i comuni, sono attuati attraverso più capitolati di appalto. La matrice di tabella 4.3 utilizzata come lista di riscontro ha consentito di evidenziare nei capitolati di alcuni paesi (che effettuano la raccolta differenziata spinta), le seguenti differenze: 1- entità non definite per alcune attività attuate dal comune; 2- attività presenti nella matrice ma assenti dal capitolato anche se attuate dal comune; 3- attività presenti nella matrice ma assenti dal capitolato perché non attuate dal comune; 4- attività assenti dalla matrice ma presenti nel capitolato perché attuate dal comune. I casi 1 e 2 si verificano spesso perché si tende a definire le procedure (il chi, quando, con quali mezzi) nel capitolato, senza aver prima completamente pianificato le varie tipologie di rifiuti, la loro origine e le attività da compiere per la loro corretta gestione, coerentemente con gli obiettivi fissati. Dopo questa lettura comparata fra matrice e capitolato esistente, soprattutto in vista di un nuovo capitolato di appalto, l'amministrazione comunale può decidere se attuare nel comune nuovi servizi o migliorare quelli già esistenti. I miglioramenti dovrebbero essere riportati in un nuovo documento che, essendo più completo, potrà diventare uno strumento di controllo più efficace e ridurre il contenzioso in fase di gestione. 4.2.2 Descrizione e documentazione dei processi e degli indicatori Il processo è un insieme di risorse e attività tra loro interconnesse che trasformano degli elementi di ingresso (input) in elementi di uscita (output). Le risorse utilizzate possono comprendere personale, disponibilità finanziaria, mezzi, apparecchiature, tecnologie e metodologie. Nell'industria e nei servizi si procede sempre più spesso alla re-ingegnerizzazione (ridisegno delle attività ed utilizzo del supporto informatico) dei processi, sia di quelli diretti, cioè legati strettamente alla produzione di un prodotto o di un servizio, sia di quelli indiretti, cioè di supporto alla produzione (finanze, controllo, personale, etc). Il ridisegno è necessario perché le caratteristiche del mercato, dell'ambiente e della società in genere sono cambiate, stanno cambiando radicalmente e rapidamente. Soprattutto i processi di servizio devono essere ridefiniti in un'ottica più vicina al cliente/utente, il quale è diventato più esigente e volubile. Nel nostro caso si dovrà anche aggiungere l'ottica per le problematiche ecologiche. I processi in genere si documentano per: 1. conoscere la realtà in cui si opera (conoscere se stessi), 2. semplificare le attività e chiarirle riducendo le ridondanze, 3. standardizzare i metodi per facilitare soprattutto l'addestramento degli operatori dedicati alla raccolta e

smaltimento e facilitare il controllo da parte degli amministrativi comunali. 4. permettere il loro miglioramento continuo perché solo un processo definito e sotto controllo può essere

migliorato. Per descrivere un processo è opportuno partire dalla matrice delle entità prodotta per la propria realtà comunale. Una volta scelti i servizi che si intendono documentare, per ognuno di essi si riempie una scheda processo (tabella 4.4), tenendo presenti alcuni accorgimenti:

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• utilizzare le nomenclature dei rifiuti in modo corretto, derivandole dalla relativa lista classificazione rifiuti allegata in precedenza,

• assegnare ad ogni input del processo un corrispondente fornitore ed ad ogni output il corrispondente destinatario,

• gli input e gli output sono in genere materiali o documenti, • il fornitore di un input e il destinatario di un output possono essere persone, organizzazioni ma anche un

altro processo, • le attività del processo devono essere descritte sinteticamente, lasciando ad eventuali procedure di

riferimento documentate, da elencare in fondo alla scheda, il dettaglio delle modalità per eseguire le attività,

• i verbi specialistici utilizzati per le attività devono essere precisi e non ambigui. Ci si può aiutare con il glossario allegato o con le definizioni ricavate dalle leggi.

• nella descrizione delle attività si deve porre particolare cura alla relazione con l'utente (informazioni, messaggi, reclami) ed al controllo della qualità del prodotto (rifiuto raccolto e smaltito),

• le attività entro il processo , per risultare stabili nel tempo, dovrebbero essere descritte in modo da risultare indipendenti dalle risorse con le quali si eseguono (persone, mezzi meccanici, etc),

• in corrispondenza di alcune attività del processo si genereranno dei dati che alimenteranno uno o più indicatori. Generare un dato in una certa attività significa per esempio dover registrare una pesata, contattare un utente, lasciare un messaggio di non conformità del rifiuto, etc. Le attività del processo che generano dati si marcano come dati generici oppure come dati che hanno una relazione diretta con gli utenti.

• nel campo indicatori si riporteranno i nomi degli indicatori alimentati dai dati del processo. E' chiaro che uno stesso indicatore , per esempio la quantità mensile di frazione organica domestica, può essere alimentato dai dati di più processi.

• ogni indicatore sarà descritto nella scheda indicatore riportata in tabella 4.5. Le schede dei processi compilate diventano parte integrante del capitolato di appalto.

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Tabella 4.4: SCHEDA PROCESSO

NR PROCESSO: ......... TITOLO PROCESSO: .................................................................................................................... FREQUENZA: ............................. RESPONSABILE: ....................................................... INPUT: 1- 2- 3-

FORNITORE INPUT: 1- 2- 3-

ATTIVITA' DEL PROCESSO: - - - - - - - - - - - -

DATI PER GLI INDICATORI:

OUTPUT: 1- 2- 3-

DESTINATARIO DELL'OUTPUT: 1- 2- 3-

INDICATORI: 1- 2- PROCEDURE UTILIZZATE: 1- 2-

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Nella tabella 4.5 è riportato l'esempio di una scheda per la documentazione di indicatori, scheda che tiene conto delle varie entità legate alla gestione dell'indicatore stesso (processi, organizzazione, significati).

Tabella 4.5: SCHEDA INDICATORE

NR INDICATORE: ........... TITOLO INDICATORE: ..................................................................................................................

FUNZIONE RESPONSABILE:

- Proprietario: ................................................. - Misuratore: ................................................. - Inviato a: ................................................. .................................................

PERIODICITA'(giornaliera, mensile, etc):

...............................................

DESCRIZIONE CONCETTUALE / SIGNIFICATO / SCOPO DELL' INDICATORE: FORMULA DI DEFINIZIONE / CALCOLO (qualitativo o quantitativo): SORGENTI DELLE INFORMAZIONI / DATI (interne, esterne, data base, manuali, etc): 4.2.2.1 Esempi di processi e indicatori Come esemplificazione si riporta la descrizione delle schede di cinque processi attuati nel comune di Carnate e di quattro indicatori contenuti: I processi sono derivati dalla tabella 4.3 e la loro numerazione sequenziale è riportata nella prima colonna della tabella stessa. PROCESSI: Tabella 4.6.A: n. 1 - Raccolta e smaltimento frazione organica RU da utenze domestiche Tabella 4.6.B: n. 5 - Raccolta e smaltimento frazione organica RU da utenze commerciali/servizi Tabella 4.6.C: n.15 - Raccolta, cernita e trasporto RU esterni Tabella 4.6.D: n.20 - Trasporto e smaltimento rifiuti indifferenziati dalla villa comunale Tabella 4.6.E: n.21 - Trasporto e smaltimento verde da piattaforma comunale INDICATORI: Tabella 4.7.A: Quantità frazione organica Tabella 4.7.B: Nr messaggi di non conformità per frazione organica Tabella 4.7.C: Cittadini identificati per trasgressione rifiuti esterni Tabella 4.7.D: Quantità di rifiuti indifferenziati

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Tabella 4.6.A: SCHEDA PROCESSO N.1 NR PROCESSO: 1 TITOLO PROCESSO: Raccolta e smaltimento frazione organica RU da utenze domestiche. FREQUENZA: due volte la settimana RESPONSABILE: operatore INPUT: 1-frazione organica 2-modulo documento di trasporto 3-messaggi di rifiuto non conforme

FORNITORE INPUT: 1-utenze domestiche 2-operatore 3-operatore

ATTIVITA' DEL PROCESSO: - pesare e registrare la tara dell'automezzo prima di iniziare l'attività di raccolta - controllare a vista per ogni utenza la qualità dei rifiuti nei sacchi o nei cassonetti carrellabili. - se il rifiuto non è di qualità lasciare il rifiuto ed un messaggio con la motivazione. - se il rifiuto è accettabile, caricare i sacchi e/o il rifiuto dai cassonetti. - a fine giro o ad automezzo pieno, trasportare i rifiuti allo smaltimento. - controllare la qualità dei rifiuti con il responsabile della stazione . - se i rifiuti non sono di qualità, smaltirli come rifiuti indifferenziati. - pesare i rifiuti - compilare il documento di trasporto - consegnare copia del documento

DATI PER GLI INDICATORI: i1/i2 - dato i4-dato/utente i1/i2-dato i1/i2/i3-dato fin

OUTPUT: 1-frazione organica 2-rifiuto indifferenziato 3-messaggio conformità rifiuto 4-copia documento di trasporto 5-copia documento di trasporto

DESTINATARIO DELL'OUTPUT: 1-stazione di trasferimento consortile 2-staz.trasfer.consortile 3-sul carrello dell'utenza 4-staz.di trasferim.consortile 5-responsabile comunale RU

INDICATORI: 1-Quantità frazione organica (da utenza domestica) 2-Qtà RU indifferenziati (da utenza domestica) 3-Nr di carichi di frazione organica scartati come rifiuto indifferenziato 4-Nr messaggi di non conformità per frazione organica PROCEDURE UTILIZZATE: 1-Compilazione documento trasporto (presso il responsabile comunale)

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Tabella 4.6.B: SCHEDA PROCESSO N. 5 NR PROCESSO: 5 TITOLO PROCESSO: Raccolta e smaltimento frazione organica RU da utenze commerciali/servizi FREQUENZA: giornaliera (lun-ven) RESPONSABILE: operatore INPUT: 1-frazione organica 2-modulo documento di trasporto 3-messaggi di rifiuto non conforme 4-lista delle utenze commerciali / servizi

FORNITORE INPUT: 1-utenze commerciali 2-operatore 3-operatore 4-operatore

ATTIVITA' DEL PROCESSO: - ottenere la lista delle utenze autorizzate - pesare e registrare la tara dell'automezzo prima di iniziare il giro - controllare a vista per ogni utenza la qualità dei rifiuti nei sacchi o nei cassonetti carrellabili. - se il rifiuto non è di qualità lasciare il rifiuto ed un messaggio con la motivazione. - se il rifiuto è accettabile, caricare i sacchi e/o il rifiuto dai cassonetti. - a fine giro o ad automezzo pieno, trasportare i rifiuti allo smaltimento. - controllare la qualità dei rifiuti con il responsabile della stazione . - se i rifiuti non sono di qualità, smaltirli come rifiuti indifferenziati. - pesare i rifiuti - compilare il documento di trasporto. - consegnare copia del documento.

DATI PER GLI INDICATORI: i1/i2-dato i4-dato/utente i1/i2-dato i1/i2/i3-dato fin

OUTPUT: 1-frazione organica 2-rifiuto indifferenziato 3-messaggio di non conformità rifiuto 4-copia documento di trasporto 5-copia documento di trasporto

DESTINATARIO DELL'OUTPUT: 1-stazione di trasferimento consortile 2-staz.trasfer.consortile 3-sul carrello dell'utenza 4-staz.trasferim.consortile 5-respons.comunale RU

INDICATORI: 1-Qtà frazione organica (da utenza commerciale / servizi) 2-Qtà RU indifferenziati (da utenza commerciale / servizi) 3-Nr di carichi di frazione organica scartati come rifiuto indifferenziato 4-Nr messaggi di non conformità frazione organica PROCEDURE UTILIZZATE: 1-Compilazione documento trasporto

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Tabella 4.6.C: SCHEDA PROCESSO N.15

NR PROCESSO: 15 TITOLO PROCESSO: Raccolta, cernita e trasporto RU esterni FREQUENZA: a richiesta RESPONSABILE: operatore comunale INPUT: 1-rifiuti esterni 2-pianta del territori o da ripulire 3-scheda rifiuti pericolosi

FORNITORE INPUT: 1-cittadini non identificati 2-responsabile comunale RU 3-responsabile comunale RU

ATTIVITA' DEL PROCESSO: -Avvisare l'operatore comunale attraverso il responsabile comunale e consegnargli la pianta del territorio da ripulire -munirsi dei mezzi opportuni di caricamento e pulizia siti -identificare il rifiuto esterno da raccogliere -effettuare la cernita se possibile -avvisare la polizia municipale se il rifiuto o parte di esso appare pericoloso -dopo conferma della pericolosità chiamare la ditta specializzata per l'analisi e lo smaltimento e compilare la scheda rifiuti pericolosi esterni -identificare se possibile, attraversi informazioni sul rifiuto, la provenienza e/o il conferitore abusivo dello stesso -se il conferitore è stato identificato, informare la polizia urbana -se il rifiuto non è pericoloso, caricare e trasportare separatamente i rifiuti differenziati alla piattaforma comunale e gli indifferenziati alla villa comunale -consegnare la scheda rifiuti pericolosi esterni

DATI PER GLI INDICATORI I1-dato i2-dato/utent

OUTPUT: 1-rifiuto differenziato 2-rifiuto indifferenziato 3-rifiuto pericoloso 4-indirizzi cittadini trasgressori 5-scheda rifiuti pericolosi

DESTINATARIO DELL'OUTPUT: 1-piattaforma comunale 2-villa comunale 3-ditta specializzata 4-polizia municipale 5-responsabile comunale RU

INDICATORI: 1. Qtà rifiuti pericolosi da rifiuti esterni 2. Cittadini identificati per trasgressione rifiuti esterni PROCEDURE UTILIZZATE: 1- Regolamento disciplina servizio raccolta/smaltimento RU/RAU 2- Procedura compilazione scheda rifiuti pericolosi

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Figura 4.6.D: SCHEDA PROCESSO N. 20

NR PROCESSO: 20 TITOLO PROCESSO: Trasporto e smaltimento rifiuti indifferenziati da villa comunale FREQUENZA: settimanale RESPONSABILE: operatore INPUT: 1-rifiuti indifferenziati

FORNITORE INPUT: 1-deposito villa comunale

ATTIVITA' DEL PROCESSO: -pesare e registrare la tara del mezzo -caricare i rifiuti contenuti nei sacchi e nei cassonetti -trasportare i rifiuti allo smaltimento -pesare all'arrivo i rifiuti -compilare il documento di trasporto -consegnare copia del documento

DATI PER GLI INDICATORI i1-dato i1-dato i1-dato fin

OUTPUT: 1-rifiuti indifferenziati 2-copia documento di trasporto 3-copia documento di trasporto

DESTINATARIO DELL'OUTPUT: 1-staz. di trasferim. consortile 2-staz. di trasferim. consortile 3-responsabile comunale RU

INDICATORI: 1-Quantità di rifiuti indifferenziati (da svuotamento cestini, rifiuti esterni, cimitero, etc) PROCEDURE UTILIZZATE: 1- Compilazione documento di trasporto

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Figura 4.6.E: SCHEDA PROCESSO N.21

NR PROCESSO: 21 TITOLO PROCESSO: Trasporto e smaltimento del verde da piattaforma comunale FREQUENZA: a richiesta (a cassone pieno) RESPONSABILE: operatore INPUT: 1-verde

FORNITORE INPUT: 1-cittadini, operatore comunale

ATTIVITA' DEL PROCESSO: -il custode della piattaforma avvisa il responsabile comunale quando il cassone è pieno -il responsabile comunale chiama il trasportatore per il trasporto -verificare la qualità del verde nel cassone -togliere eventuali rifiuti estranei al verde -compilare il documento di trasporto -trasportare il verde al centro di compostaggio -pesare e completare il documento di trasporto -consegnare il documento di trasporto

DATI PER GLI INDICATORI i1-dato i1/i2-dato fin

OUTPUT: 1-verde 2-copia documento di trasporto

DESTINATARIO DELL'OUTPUT: 1-centro di compostaggio 2-responsabile comunale RU

INDICATORI: 1-Quantità verde (da piattaforma comunale) 2-Nr di cassoni del verde prodotti PROCEDURE UTILIZZATE: 1- Compilazione documento di trasporto

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Tabella 4.7.A: SCHEDA INDICATORE

NR INDICATORE: ........... TITOLO INDICATORE: Quantità frazione organica

FUNZIONE RESPONSABILE:

- Proprietario: Sindaco (Assessore) - Misuratore: Responsabile comunale RU - Inviato a: Assessore .................................................

PERIODICITA'(giornaliera, mensile, etc):

mensile

DESCRIZIONE CONCETTUALE / SIGNIFICATO / SCOPO DELL' INDICATORE: Quantità mensile frazione organica RU di qualità raccolta porta a porta dalle utenze domestiche e commerciali/servizi FORMULA DI DEFINIZIONE / CALCOLO (qualitativo o quantitativo): Kg frazione organica / mese SORGENTI DELLE INFORMAZIONI / DATI (interne, esterne, data base, manuali, etc): Dai processi n. 1 e n. 5: documenti di trasporto ricevuti dall'operatore

Figura 4.7.B: SCHEDA INDICATORE

NR INDICATORE: ........... TITOLO INDICATORE: Nr messaggi di non conformità per frazione organica

FUNZIONE RESPONSABILE:

- Proprietario: Sindaco (assessore) - Misuratore: Responsabile comunale RU - Inviato a: Assessore .................................................

PERIODICITA'(giornaliera, mensile, etc):

mensile

DESCRIZIONE CONCETTUALE / SIGNIFICATO / SCOPO DELL'INDICATORE: Messaggio di non conformità (unico modello autoadesivo) lasciato sul carrello dell'utente per avvisarlo che il rifiuto non è stato raccolto perchè non conforme. FORMULA DI DEFINIZIONE / CALCOLO (qualitativo o quantitativo): Nr messaggi / mese SORGENTI DELLE INFORMAZIONI / DATI (interne, esterne, data base, manuali, etc): Dai processi n. 1 e n. 5: nota dell'operatore consegnata al responsabile comunale RU.

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Figura 4.7.C: SCHEDA INDICATORE

NR INDICATORE: ........... TITOLO INDICATORE: Cittadini identificati per trasgressione rifiuti esterni

FUNZIONE RESPONSABILE:

- Proprietario: Sindaco (Assessore) - Misuratore: Responsabile comunale RU - Inviato a: Assessore .................................................

PERIODICITA'(giornaliera, mensile, etc):

mensile

DESCRIZIONE CONCETTUALE / SIGNIFICATO / SCOPO DELL' INDICATORE: Prevenire i depositi di rifiuti esterni attraverso la conoscenza dei motivi della trasgressione FORMULA DI DEFINIZIONE / CALCOLO (qualitativo o quantitativo): Nr di cittadini trasgressori / mese SORGENTI DELLE INFORMAZIONI / DATI (interne, esterne, data base, manuali, etc): Dal processo n. 15: nota dell'operatore comunale consegnata al responsabile comunale RU.

Figura 4.7.D: SCHEDA INDICATORE

NR INDICATORE: ........... TITOLO INDICATORE: Quantità di rifiuti indifferenziati

FUNZIONE RESPONSABILE:

- Proprietario: Sindaco (Assessore) - Misuratore: Responsabile comunale RU - Inviato a: Assessore .................................................

PERIODICITÀ'(giornaliera, mensile, etc):

mensile

DESCRIZIONE CONCETTUALE / SIGNIFICATO / SCOPO DELL' INDICATORE: Qtà di rifiuti indifferenziati provenienti dalle diverse fonti o utenze comunali. Non sono ovviamente compresi i rifiuti ingombranti, la spazzatrice stradale, la frazione secca residua. FORMULA DI DEFINIZIONE / CALCOLO (qualitativo o quantitativo): Kg rifiuti indifferenziati / mese SORGENTI DELLE INFORMAZIONI / DATI (interne, esterne, data base, manuali, etc): Dai processi n. 1, 5, 6, 14, 15, 16, 18, 20, 21 attraverso i relativi documenti di trasporto.

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4.2.3 Mappatura del territorio e dati statistici sui rifiuti del comune Il servizio di raccolta differenziata spinta ha bisogno di una accurata e capillare mappatura delle strutture di raccolta in tutto il territorio comunale. Tutti i paesi che hanno attuato tale raccolta, utilizzando l'ufficio tecnico o società esterne, dovendo fornire un servizio sistematico e garantito, soprattutto per le numerose raccolte porta a porta, prima dell'appalto hanno analizzato in genere due categorie di dati: 1. dati sulle caratteristiche fisiche e strutturali del territorio comunale(mappatura del territorio), 2. dati derivanti da analisi statistiche ed esperienze pilota, relative alle caratteristiche qualitative e

quantitative dei vari tipi di rifiuti nel comune. Nel caso l'incarico del progetto fosse assegnato a società esterne, sarebbe opportuno che queste non fossero le stesse che poi saranno chiamate a partecipare all'appalto. Mappatura del territorio I dati sulle caratteristiche fisiche e strutturali del territorio comunale si rilevano in genere da fonti istituzionali (Comune, Provincia, Camere di Commercio, etc) e da sopralluoghi diretti sul territorio. I principali sono i seguenti: A - Caratteristiche del territorio (estensione, geomorfologia, struttura viaria ed abitativa). Particolare attenzione deve essere posta alla viabilità interna al comune e fra il comune ed i luoghi di smaltimento per definire potenze e dimensioni degli automezzi. B - Struttura demografica ed abitativa: - nr. di abitanti, - nr. di numeri civici, - numerosità delle famiglie per numero civico. La numerosità delle famiglie per numero civico permette di definire la struttura abitativa del comune: orizzontale se prevalgono villette mono-bifamiliari o verticale se prevalgono i condomini. C - Identificazione di strutture critiche Entro il territorio esistono delle strutture che per la loro particolarità, o per importanza sociale, o perché grandi produttori di rifiuti o altro, devono essere curate con la massima efficienza e garanzia di servizio. Esse sono in primo luogo i centri istituzionali (scuole, pubblici impianti, mercati, etc), poi le zone ad elevata densità abitativa popolare e residenziale ed infine, le zone commerciali (es. supermercati), le attività produttive agricole industriali (es. florovivaisti) e commerciali. Per queste strutture critiche è opportuno prendere in considerazione tipologia, quantità e localizzazione. D - Analisi del trend di crescita della popolazione per pianificare eventuali strutture future. Dati statistici più importanti sulla produzione di rifiuti nel comune. A - Stato attuale quantitativo e qualitativo degli RU prodotti e dello smaltimento. In genere si definisce per ogni tipo di rifiuto (es. carta, vetro, frazione organica, etc) le quantità annue prodotte e le quantità annue pro-capite. B - Definizione delle attrezzature consegnate alle utenze (secchielli, contenitori carrellabili, cassonetti, etc). E' importante che le caratteristiche qualitative e quantitative delle utenze, siano esse critiche o standard, siano rilevate sia attraverso dati degli uffici comunali, sia eseguendo fisicamente le rilevazioni sul territorio, soprattutto per quanto riguarda la struttura delle abitazioni e relativa allocazione dei contenitori stradali. In

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qualche comune, ove le attrezzature sono state dimensionate solo a tavolino, si sono verificate a consuntivo carenze anche del 30%. Per definire le attrezzature da consegnare alle utenze, i dati necessari di solito sono: - serie di dimensioni dei contenitori per struttura abitativa (es. contenitore di litri 80 per ogni villetta con max di due famiglie, contenitore di 240 litri per .....etc) - quantità e tipi di contenitori necessari, stabiliti in base alla struttura abitativa e demografica (villette, condomini, etc) ed al tipo di servizio che si vuole effettuare. E' opportuno che la proprietà delle attrezzature consegnate agli utenti rimanga del comune per rendere più agevole, al termine dell'appalto, l'eventuale cambio dell'appaltatore. C - stato attuale dell'attività di eventuale raccolta differenziata e capacità di smaltimento in loco (compostatori, recuperatori, riciclatori). 4.2.4 Piazzuole per la raccolta differenziata Sono aree attrezzate, non presidiate, distribuite sul territorio comunale e destinate a ricevere dalle utenze alcune singole frazioni di rifiuti ottenute dalla raccolta differenziata. In questa fase di transizione, esse sono degli strumenti complementari alla raccolta porta a porta ed al conferimento in piattaforma. In futuro, col potenziamento della raccolta porta a porta e con l'applicazione della tariffa, applicabile solo nella raccolta a domicilio ed alla piattaforma presidiata, esse dovranno essere eliminate. Le frazioni di rifiuti In genere, le piazzuole essendo degli strumenti complementari alla raccolta porta a porta ed al conferimento in piattaforma, aiutano il cittadino al conferimento di frazioni di rifiuto: 1 - pesanti (es. vetro e metalli) 2 - prodotte in grosse quantità e per le quali esiste solo la raccolta in piattaforma ma non quella porta a porta (es. vetro e lattine) oppure la raccolta porta a porta è poco frequente (es. bottiglie di plastica) o non effettuata su tutto il territorio comunale. Nelle piazzuole non dovrebbero essere contemplate frazioni di rifiuti che vengono raccolte frequentemente porta a porta (es. frazione organica, frazione secca residua). I contenitori Sono in genere delle campane o dei cassonetti che, colorati in modo standard unificato (legge regionale Lombardia 21/93), devono indicare con scritte chiare la frazione di rifiuto da introdurre e non. Dovrebbero riportare anche il numero di telefono a cui il cittadino può telefonare in caso di contenitore pieno o malfunzionamenti vari. Per questo alcuni comuni hanno chiesto ed ottenuto dalle società di raccolta l'istituzione di un apposito numero verde. Le piazzole Dislocate nel territorio a seconda della tipologia di rifiuti contenuti, della struttura urbanistica (orizzontale o verticale) e del numero di abitanti serviti (in genere da 400 a 800), devono essere gradevoli e funzionali. In quanto elementi dell'arredo urbano, esse vanno recintate con siepi verdi e con un varco di accesso sufficiente per il prelievo, in genere effettuato dall'alto, e pavimentate in modo da impedire il ristagno dell'acqua. Devono inoltre agevolare la sosta di chi preleva i rifiuti e di chi li conferisce, nonché di chi pulisce la piazzola quando vengono lasciati rifiuti intorno ad essa. Infine dovranno essere munite di una bacheca o tabellone, sui quali possano essere posti avvisi tempestivi sui cambi organizzativi, ordinanze ed informazioni varie (es. il nr di telefono per svuotare le campane).

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4.2.5 Piattaforma per la raccolta differenziata E' un'area attrezzata, presidiata, dove vengono ammassate, stoccate temporaneamente, selezionate e cedute a terzi, magari attraverso un mercatino dell'usato, le singole frazioni dei rifiuti ottenute dalla raccolta differenziata. E' il luogo ideale (complementare all'educazione nella scuola) per l'educazione permanente ad una raccolta differenziata sempre più accurata. Le frazioni di rifiuti La varietà della differenziazione che essa può offrire la rende assai flessibile. Contiene in genere tutti i tipi di Rifiuti urbani differenziati ( circa 15/20 materiali diversi) ed assimilabili agli urbani che il comune raccoglie. I rifiuti assimilabili agli urbani vi possono essere conferiti purché ci sia una convenzione col comune ed una autorizzazione degli organismi sanitari sulla qualità del rifiuto. Come è stato detto per le piazzole, per ridurre i costi di raccolta attraverso la responsabilizzazione dei cittadini, la piattaforma non deve contenere le frazioni raccolte frequentemente porta a porta (es. frazione secca residua e frazione organica). Inoltre, per non creare problemi sanitari (es. percolamenti da cassoni), non deve prevedere la raccolta della frazione organica, tranne il verde (vedi figura 4.6.E). Caratteristiche e costi La struttura e la dimensione delle piattaforme nei vari comuni sono le più varie. In genere, per la raccolta differenziata occorrono alcune strutture minime come: 1 - un luogo di ricovero delle persone che la presidiano durante gli orari di apertura (capanno, casetta). 2 - una rampa , alta circa un metro, per facilitare dall'alto il conferimento ed il controllo del contenuto dei cassoni (alti circa due metri).La rampa dovrebbe essere costruita in modo da permettere al veicolo conferitore un tragitto circolare in entrata ed uscita dalla piattaforma. Se non si volesse costruire la rampa, in sostituzione si potrebbero mettere a fianco dei cassoni dei sopralzi con accesso a scaletta, alti circa 70/80 cm. Molti comuni possiedono già la piattaforma con queste strutture minime anche senza avere la raccolta differenziata spinta; se però un comune volesse costruirne una, nel rispetto delle leggi, l'esperienza dimostra che un costo di investimento iniziale per costruzione ed attrezzature può essere ammortizzato in 3/5 anni. Le superfici possono andare da 500 a 1.500 mq per comuni sotto i 10.000 abitanti e da 1.500 a 2.000 mq per comuni da 10.000 a 20.000 abitanti. In caso di disponibilità di spazio e di affinamento della differenziazione si possono avere delle strutture ulteriori: 1 - tettoia per ricovero rifiuti ingombranti e non (es. elettrodomestici piccoli e grandi, bottiglie di vetro, etc) ancora riutilizzabili e rivendibili in un mercatino dell'usato. 2 - tettoia per i cassoni della carta/cartone e per i rifiuti pericolosi onde evitare percolamenti. 3 - bancale al coperto ove smontare i rifiuti ingombranti. 4 - spazio per la triturazione ed il compostaggio della frazione verde e del legno non trattato conferiti alla piattaforma. Organizzazione della piattaforma La qualità dei risultati di una piattaforma per la raccolta differenziata dipende da pochi fattori sostanzialmente di tipo organizzativo, in quanto i processi di conferimento, raccolta, cernita e smaltimento sono semplici e ripetitivi. Essa: 1 - deve evidenziare all'entrata informazioni su orari e regole e/o sanzioni eventuali. Gli orari dovrebbero essere fissi e sistematici per tutti i giorni della settimana (es. sempre al pomeriggio alla stessa ora) in modo da essere ricordati facilmente;

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2 - deve evidenziare con chiarezza sopra i contenitori le indicazioni sul contenuto e sugli errori da evitare; 3 - deve essere presidiata da almeno un responsabile, che : - apra i cancelli all'ora stabilita e recuperi eventuali rifiuti abbandonati fuori dal cancello; - identifichi il cittadino residente conferitore (conoscenza personale, carta d'identità, pass apposito, etc); - controlli la conformità delle frazioni conferite; - suggerisca i criteri di selezione al cittadino che ha portato i rifiuti non selezionati in precedenza; - suggerisca il contenitore opportuno entro cui porre la frazione di rifiuti; - registri il denaro riscosso per eventuali vendite o conferimenti; - registri i contenitori prelevati e depositati o carichi di prelievi di frazioni poste a terra (es. inerti, elettrodomestici, etc); - comunichi al responsabile comunale RU che i cassoni sono pieni e pronti per il prelievo; - comunichi al responsabile comunale RU, secondo tempi concordati, tutte le informazioni relative al carico/scarico nella piattaforma; 4 - deve essere ordinata, pulita e gradevole per chi vi accede per il conferimento; 5 - deve poter consentire l’accesso in automobile. In caso contrario ci sarebbero troppi inconvenienti. Con la trasformazione della tassa in tariffa diventa sempre più importante il ruolo della piattaforma presidiata. Alle attività sopra descritte il responsabile della piattaforma dovrà aggiungere il controllo sulla qualità delle varie frazioni conferite che, dovranno essere poi pesate. La tariffa sarà rapportata ai costi diretti di raccolta, trasporto e smaltimento. Infatti più la frazione conferita sarà di "qualità", cioè riusabile e riciclabile e quindi rivendibile, e meno si pagherà al conferimento. Si pensi che lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, per certe frazioni, costa più dell'acquisto del prodotto stesso. La tariffa, anche se nel breve periodo procurerà un aumento dei rifiuti esterni sparsi nel territorio, incentiverà però da un lato l'autosmaltimento della frazione organica e verde e dall'altro suggerirà ai consumatori l'acquisto di prodotti più duraturi e di imballaggi ridotti e riciclabili.

4.3 L'organizzazione ed il controllo 4.3.1 Un proprietario dei dati Con il termine "dati" si intende una rappresentazione formalizzata di fatti, concetti o istruzioni funzionale alla comunicazione, interpretazione o elaborazione da parte dell'uomo o delle macchine. L'obiettivo è quello dell'informazione che non è altro che l'interpretazione dei dati stessi. Essere proprietario dei dati significa quindi essere responsabile delle caratteristiche dei dati cioè della loro nomenclatura, classificazione, affidabilità, frequenza di elaborazione, etc. I dati sono un patrimonio fondamentale del comune e senza di essi non potrebbe esistere né attività né controllo del sistema amministrativo. Nel caso dei rifiuti, come detto in precedenza, nomenclature, classificazioni etc sono derivate in parte dalle leggi ed in parte da necessità di gestione del sistema comunale. E' il proprietario del dato che decide perché, come, quando un dato debba essere creato o registrato ed elaborato entro un certo processo, affinché tale dato possa alimentare gli indicatori per il controllo del processo e la verifica degli obiettivi. In genere il proprietario dei dati è il sindaco o l'assessore in quanto responsabili dei risultati degli obiettivi promessi ai cittadini e richiesti dalla legge (es. art.21 Decreto Legislativo 22/97). Il proprietario dei dati, se non vuole che la qualità dell'informazione sia alterata, deve inoltre assicurarsi che il significato dei dati sia ben compreso dagli operatori coinvolti, in primis dal responsabile del controllo RU. Il proprietario dei dati inoltre definisce le indagini di customer satisfaction da effettuare sulla base del “Regolamento nazionale di servizio pubblico” ed i criteri di documentazione dei reclami.

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4.3.2 Un responsabile del controllo Controllare nel nostro caso significa usare tecniche ed attività di carattere operativo, messe in atto per governare un processo ed eventualmente eliminare le cause di prestazioni insoddisfacenti, in tutte le fasi del "Cerchio della qualità RU" in cui l'amministrazione è coinvolta. Il responsabile comunale del controllo del sistema di raccolta e smaltimento RU, deve quindi: • conoscere i processi, il capitolato di appalto e gli obiettivi da raggiungere, i criteri di misurazione e di

verifica degli obiettivi stessi; • addestrare sul sistema rifiuti il personale comunale coinvolto in tutte le attività che influenzano la qualità

del prodotto; • attuare delle azioni correttive in caso di problemi rilevati periodicamente (ad esempio eccessivi messaggi

di non conformità lasciati agli utenti nella raccolta porta a porta, reclami ripetuti, etc.); • attuare azioni preventive attraverso il miglioramento continuo dei processi e delle informazioni ottenute; • mantenere i dati di registrazione della raccolta differenziata comunale (ricevute, note di carico/scarico,

registri, formulari di identificazione, etc); • preparare e fornire sintesi mensili sui risultati e informazioni all'amministrazione, ai cittadini che ne

facessero richiesta ed agli organismi competenti secondo i dettami della legge (es. l' annuale Modello Unico di Dichiarazione ambientale - MUD da inviare alle Camere di Commercio);

• pianificare ed eseguire delle verifiche ispettive allo scopo di accertare che tutte le attività relative ai rifiuti ed i risultati ottenuti siano in accordo con quanto espresso nei contratti d'appalto o negli ordini di servizio;

• Raccoglie i dati delle indagini e reclami di customer satisfaction e li elabora. • riferire al sindaco o all'assessore sulle azioni preventive e correttive intraprese, sui risultati delle ispezioni,

sull'andamento generale del sistema dei rifiuti e sulla customer satisfaction, per permettere agli organi deliberativi, giunta e consiglio comunale, un riesame almeno annuale del sistema rifiuti.

Viste queste competenze il responsabile del controllo è designato in genere all'interno dell'ufficio tecnico. 4.3.3 Riesame e miglioramento del sistema RU Per riesame del sistema si intende la valutazione formale effettuata dagli organismi comunali competenti circa lo stato e l'adeguatezza del sistema di raccolta differenziata, in relazione alla politica della qualità prefissata ed ai relativi obiettivi decisi e presentati ai cittadini. Per miglioramento della qualità del sistema si intende l'insieme delle azioni intraprese nell'ambito dell'amministrazione comunale per accrescere l'efficienza e l'efficacia delle attività e dei processi a vantaggio sia dell'amministrazione che dei cittadini. Siccome il capitolo relativo alla raccolta e smaltimento RU è una grossa voce nel bilancio comunale, esso dovrebbe essere oggetto di particolare attenzione sia da parte della giunta che del consiglio comunale attraverso un riesame annuale effettuato prima dell'approvazione del bilancio annuale di previsione. Per questo riesame possono essere utilizzate le informazioni fornite dal responsabile del controllo del sistema: 1. rapporti delle ispezioni; 2. sintesi consuntive mensili sulla raccolta differenziata; 3. dati consuntivi degli obiettivi strategici; 4. rapporti sui risultati delle indagini e dei reclami di customer satisfaction; 5. lista delle azioni preventive e correttive intraprese. La giunta ed il consiglio comunale, in fase di riesame e, per le relative competenze, in base ad eventuali nuove necessità, ai risultati degli obiettivi o altre considerazioni, potranno ridefinire la politica della qualità o correggere , come indicato nella "ruota del controllo e del miglioramento del sistema"; (figura 2.1): • obiettivi irrealistici; • piani irrealistici; • processi fuori controllo.

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A questo punto potranno essere allocati opportuni finanziamenti, risorse e magari apportate modifiche al capitolato di appalto. Il riesame da parte della giunta e del consiglio comunale dovrebbe essere pubblicizzato attraverso una assemblea pubblica prima dell'approvazione del bilancio preventivo annuale.

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4.3.4 Il Cerchio della qualità del servizio Per rafforzare e legare tra loro ancora una volta i criteri di progettazione descritti, si riporta in figura 4.2 il Cerchio della qualità del servizio tratto dalla "Guida per i servizi": UNI EN 29004/2 - 4/94. In esso sono evidenti da una parte la centralità dell'utente/cliente/cittadino che, con le sue esigenze, (valori e necessità esplicite ed implicite) innesca il processo circolare di progettazione, fornitura e controllo del servizio, dall'altra .il coinvolgimento dello stesso utente / cliente / cittadino per la valutazione ed il miglioramento dell'intero sistema del servizio. L'obiettivo di soddisfazione del cittadino si può misurare e valutare in diversi modi attraverso sondaggi di vario tipo, controllo dei reclami, ispezioni sulle attività degli appaltatori. La figura 4.2 richiama anche la circolarità del flusso di controllo e miglioramento di un sistema tipo riportato all'inizio del manuale nella figura 2.1.

ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO DEL FORNITORE

cliente esigenze da soddisfare col servizio

sintesi

informativa

processo di ricerca di mercato

specificazione del servizio,

specificaz.

per la realizzazione del servizio,

specifica di

processo di fornitura del

servizio

servizio cliente

valutazione del fornitore

analisi e miglioramento

delle prestazioni del servizio

valutazione del cliente

processo di

progettazione

interfaccia

i n t e r f a c c i a

Figura 4.2: Nel Cerchio della qualità del servizio è evidente la centralità del cliente/utente, il quale attraverso le sue esigenze innesca il processo di progettazione ed alla fine valuta le prestazioni del servizio stesso per permetterne il miglioramento.

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5. I LUOGHI COMUNI 1. "Il falso ideologico". Un dirigente di una multinazionale della raccolta/smaltimento RU disse in un

congresso: "Noi non siamo radicali, noi non ci poniamo obiettivi !". Questo non è assolutamente vero. Ogni azienda si pone giustamente chiari obiettivi economici e ignora gli obiettivi sociali se questi ostacolano o riducono a breve o lungo termine il profitto aziendale. L'azienda che smaltisce attraverso discariche o inceneritori è sempre sospetta, se si pone come obiettivo per esempio la riduzione della quantità dei rifiuti, perché è in contraddizione con l'obiettivo base, che è il profitto. Eppure l'informazione pubblicitaria di queste aziende pone sovente la riduzione al primo posto!

2. "Ognuno inventi la propria soluzione, poi pensiamo noi a “pre-selezionare” a valle". Le ditte che si

occupano dello smaltimento dovrebbero dire “post-selezionare” perché scartano come rifiuto tal-quale alte percentuali di rifiuti, che poi finiscono in discarica e/o in inceneritore, compreso il compost “ post-selezionato”.

3. "Ogni centro abitato è unico per la sua peculiarità sociale ed urbanistica". In realtà i processi di

raccolta e smaltimento dei rifiuti, come l'acquisto dagli scaffali dei supermercati, possono essere uguali in tutti i paesi ed in tutte le città. Può essere leggermente diversa la collocazione dei contenitori e la raccolta in relazione alla struttura urbanistica, ma si dà il caso che i grossi condomini, le villette, i supermercati esistano attualmente tanto nei piccoli paesi che nelle città.

4. "Il sistema di raccolta di ogni realtà non è copiabile e replicabile". Se gli amministratori comunali

ignorano le esperienze collaudate e pretendono di inventare nuovi sistemi, finiscono per spendere di più. Decine di comuni entro il Consorzio Est Milanese in tempi rapidi (da 1 a 4 mesi in situazioni con precedente contratto di appalto in scadenza) hanno avviato raccolte che hanno migliorato subito del 20/30% la raccolta differenziata, utilizzando le vecchie piattaforme e investendo solo in organizzazione ed informazione (vedi figura 5.1)

5. " Le strategie della regione e della provincia vanno contro la raccolta differenziata spinta". E' vero

talvolta, ma è anche vero che i risultati dimostrabili in termini di costi (riduzione tassa smaltimento) e qualità (salute dell'uomo e dell'ambiente e qualità dei materiali raccolti) devono spingere le amministrazioni locali a forzare i consorzi, la provincia e le regioni al rispetto dei valori e delle regole. Con i fatti sovraesposti si dimostra l'eccellenza del metodo. Nel Consorzio Est Milanese ad esempio (46 comuni, 350.000 abitanti) 10 sindaci ed associazioni verdi ed ambientaliste hanno ottenuto nel giugno 96, e l'assemblea del Consorzio ha approvato all'unanimità, l'attuazione della raccolta differenziata spinta secco - umido entro il giugno 97 per tutti gli associati, pena l'aggravio pesante dei costi di conferimento dell' RU indifferenziato dopo tale data. A dieci mesi dall'ordinanza 36 nuovi comuni si sono già allineati.

6. "Con la raccolta spinta ci sono troppe materie prime seconde che non sappiamo come smaltire".

Questo è vero nel breve periodo soprattutto se la regione (vedi Lombardia) ritarda le ordinanze e le approvazioni dei centri di compostaggio, che sono attualmente l'unico collo di bottiglia del sistema di raccolta spinta. Le ordinanze sono state solo 5 su 10 impianti previsti dal piano provinciale di due anni fa. Va inoltre osservato che con la raccolta spinta le quantità smaltite diminuiscono e la qualità delle frazioni separate migliora.

7. "Il sacco multimateriale (lattine, bottiglie di plastica, carta, cartone, tessuti, etc) è efficace come il

sacco della frazione secca residua". Non è vero. Dopo la cernita a valle la carta, i tessuti e la frazione secca residua risultano più umidi e sporchi per contaminazioni reciproche e quindi sono soggetti a maggior trattamento e scarto.

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TREND DI CRESCITA RACCOLTA SECCO-UMIDO5 PAESI ADIACENTI DEL BACINO NORD-EST MILANESE

(Non inclusa la frazione secca rasidua)

20

30

40

50

60

70

80

Mes

e in

iz. -

2

Mes

e in

iz. -

1

Mes

e in

izio

Mes

e in

iz. +

1

Mes

e in

iz. +

2

Med

ia '9

6

Med

ia '9

7

%

INIZIO-RACCOLTA

3/94 Bellusco

3/95 Carnate

7/95 Bernareggio

10/95 RoncoBriantino

6/96 Usmate

Figura 5.1: Trend e risultati della raccolta differenziata spinta. I cinque paesi analizzati, nel mese di avvio della raccolta differenziata spinta, hanno ottenuto un miglioramento medio dei risultati del 25% (esclusa la frazione secca residua che può essere considerata un buon combustibile) ed hanno avviato un trend di miglioramento continuo dei risultati.

6. I FATTORI CRITICI DI SUCCESSO I fattori critici di successo sono definiti come settori che devono funzionare bene o indicazioni che devono essere seguite affinché gli obiettivi possano essere raggiunti. 1. Volontà politica. Consapevolezza e convincimento degli amministratori per una politica di qualità

ambientale che si rivolga efficacemente ed efficientemente alla tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente.

2. Gradualità degli interventi. Partire comunque col metodo di raccolta giusto e collaudato dalle esperienze migliori. La gradualità degli interventi va riferita esclusivamente ai mezzi utilizzati o all'ampiezza del territorio coperto, ma non al metodo adottato, perché la qualità del prodotto deve essere buona fin dall'inizio. Per esempio la raccolta della frazione organica può essere fatta in due fasi: prima fase attuata per alcuni mesi senza bidoni carrellabili o cassonetti, ma solo attraverso sacchi mater-bi trasparenti deposti sul marciapiede e raccolti porta a porta. Seconda fase con utilizzo di bidoni o cassonetti entro i quali si pongono i sacchetti di mater-bi. In entrambi i casi il rigore del metodo è rispettato: la qualità del prodotto finale è costante.

3. Informazione preventiva. Ad ogni nuova azione o azione di miglioramento informazione delle famiglie e delle scuole con volantini (responsabilizzanti) ed in parallelo con manifesti. Assemblee pubbliche informative e consuntive.

4. Servizio efficiente e distribuito. Dimensionato e garantito porta a porta e nella piattaforma di raccolta differenziata a tutela delle percentuali di riciclaggio promesse.

5. Trasparenza assoluta dei contenitori sia che siano sacchi, contenitori, bidoni o cassoni. (+10% di raccolta differenziata a Bellusco con l'introduzione del sacco trasparente per la frazione secca residua).

6. Attenzione continua al miglioramento con azioni correttive rapide per le situazioni anomale.

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7. Motivazione e addestramento degli operatori della raccolta (operatività, controllo, suggerimenti, reclami).

8. Piattaforma comunale: pulita, presidiata ed assistita come centro permanente di educazione alla separazione e al recupero economico. Innovativa nelle proposte di prevenzione e recupero: es. mercatino dell’ usato, separazione del vetro per colore, riutilizzo contenitori di vetro, etc).

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7. DOCUMENTI DI RIFERIMENTO E BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE NORME E LEGGI • UNI EN ISO 8402 - Termini e definizioni: Gestione per la qualità ed assicurazione della qualità - 10/95 • UNI EN ISO 9004/1 - Guida generale: Gestione per la qualità ed elementi del sistema qualità - 12/94 • UNI EN ISO 9001 - Norma per i sistemi qualità: Modello per l'assicurazione della qualità nella

progettazione, sviluppo, fabbricazione, installazione ed assistenza - 12/94 • UNI EN 29004 parte 2^- Guida per i servizi: Elementi di gestione per la qualità e del sistema qualità -

4/94 • Decreto legislativo n.22 del 5.2.97 "Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti

pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio". - Pubblicato nel supplemento ordinario alla "Gazzetta ufficiale" n.38 del 15.2.97.

• EER- Elenco Europeo dei Rifiuti – Decisione 2000/532/CE; Direttiva del Ministero dell’Ambiente e del Territorio del 9.4.02

• Rpiù/WWF – Glossario ed acronimi del Sistema qualità e Raccolta differenziata RU ottobre 2000. ECOLOGIA • Giorgio Nebbia – Le merci ed i valori – Ed. Jaca Book – Feb. 2002 • Istituto Wuppertal / AdT - Per un'Europa sostenibile - Ed. Maggioli - 1995 ENTROPIA • Jeremy Rifkin - Entropia - Ed. Interno Giallo - 1992 • Enzo Tiezzi - Fermare il tempo - Ed. Raffaello Cortina - 1996 RIFIUTI • Luigi Mara - Oltre lo spreco - Ed. L'ecoapuano - 1994 PROCESSI • Gunter Pauli - Svolte epocali (Breakthroughs) - Ed. Baldini & Castoldi - 1996 • Gunter Pauli - Oltre le tecnologie pulite con emissioni zero - In "Impresa ambiente" n. 9/1996.

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SISTEMA QUALITA’ COMUNE di ..................................

GLOSSARIO ED ACRONIMI

DEL

SISTEMA QUALITÀ RU

Autore: .......................................... Proprietario: .......................................... Stato: In lavorazione Data di scadenza: .......................................... Data di emissione: .......................................... Codice del documento: ………………………………. Reperibilità presso: AUTORE Ogni destinatario del Glossario entro l’Ente è tenuto a: 1 - applicarne il contenuto, 2 - diffonderne il contenuto nella propria funzione, 3 - gestire correttamente la propria copia, 4 - aggiornarlo al ricevimento delle modifiche, distruggendo le copie obsolete.

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NOTA: Lo STATO DEL DOCUMENTO è da intendersi: • "IN LAVORAZIONE" se provvisto della sola firma dell’autore, • "EMESSO IN BOZZA" se provvisto anche della firma del proprietario, • "APPROVATO" se provvisto di tutte le firme.

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SCOPO DEL DOCUMENTO Questo glossario fornisce una serie di accezioni comuni e di acronimi, usati nel lavoro preparatorio e nei documenti per la realizzazione di un SISTEMA DI QUALITA' per la raccolta RU / RAU.

AGGIORNAMENTI • Attualmente il Manuale Qualità è in fase di bozza. • Gli aggiornamenti (data e tipo di modifica) saranno registrati sistematicamente dopo il primo rilascio

ufficiale del Manuale Qualità.

GESTIONE DEL DOCUMENTO PROPRIETARIO: -Sindaco dell’Ente -Il proprietario approva il documento, ne assicura il periodico aggiornamento, autorizza le distribuzioni all’interno ed all’esterno dell’Ente. AUTORE: -Responsabile Assicurazione Qualità -Il Responsabile Assicurazione Qualità cura la preparazione del documento, gli aggiornamenti e la distribuzione. La distribuzione del MQ può essere fatta mediante copie controllate e copie non controllate. Le copie controllate sono numerate e registrate su apposite schede dal Responsabile Assicurazione Qualità. Le copie non controllate riportano sul frontespizio la dicitura: “ Copia non controllata emessa per informazione esterna all’Ente”.

LISTA DI DISTRIBUZIONE

LISTA DI APPROVAZIONE (eventuale):

LISTA DI REVISIONE (eventuale): PREFAZIONE

ANEDDOTI • Prima di parlarmi, definisci i tuoi termini. (Voltaire) • L'inizio di ogni discernimento e' la definizione dei termini. (Socrate) • L'essere si dice in molti modi. (Aristotele) • Anche Dio, prima di rispondere, opta per un preciso quadro linguistico. (H. Putnam) • Con un dato linguaggio si puo' dire solo cio' che quel linguaggio permette di dire. (H.R. Maturana e F.J.

Varela) • Tanto piu' una parola puo' essere utilizzata per dire tutto ed il contrario di tutto, tanto maggiore ne risulterà

il suo uso da parte degli addetti ai lavori. (E. Paderni). • Quando io uso una parola questa significa quel che io ho scelto che debba significare, nè più nè meno.

(detto da Humpty Dumpty in "Alice nel paese delle meraviglie" - di Leslie Carol)

CONVENZIONI E RIFERIMENTI 1 - I VOCABOLI (o lemmi o esponenti) possono:

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• essere in inglese o in italiano, • avere le ACCEZIONI (definizioni, descrizioni o significati) in una o in entrambe le lingue, • avere l' alias nell'altra lingua o avere sinonimi: esempio "Vedi ......." 2 - Le parole tra parentesi indicano il PUNTO DI VISTA (o limite d'uso o dominio) dell'accezione: esempio"(vs processi)" 3 - L'eventuale numero all'inizio dell'accezione definisce la sequenza delle varie interpretazioni, ricavate da varie fonti, per una stesso vocabolo per quel punto di vista. 4 - I contenuti tra parentesi alla fine dell'accezione si possono: * riferire al documento posto in bibliografia: esempio "(47)", • al nome di un autore o al codice di un documento non posto in bibliografia: esempio " (ECO IGM 3/94)"

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DOCUMENTI DI RIFERIMENTO 1 DPR 915/82 10.9.82 Attuazione Direttive CEE 75/442 sui rifiuti, 74/403 sullo smaltimento di

policlorodifenili/trifenili, 78/318 su rifiuti tossici e nocivi. 2 Direttiva CEE 91/156 Regolamentaz. smaltim. dei rifiuti (modif a Dir.CEE 75/442) 3 DM 29.5.91 Indirizzi per regolamentazione raccolta differenziata rifiuti 4 LR 51/90 10.5.90 Attuazione raccolta differenziata e riutilizzo MPS 5 L. 475/88 9.11.88 Smaltimento di rifiuti industriali 6 Regolamento CEE 1836/93

29.6.93 (EMAS) Adesione volontaria delle imprese del settore industriale ad un sistema comunitario di ecogestione e audit.

7 Regolamento CEE 880/92 23.3.92

Sistema comunitario di assegnazione di un marchio di qualità ecologica (ecolabel).

8 Direttiva 96/61/CE 24.9.96 Prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento 9 DM 26.1.90 Individuazione MPS e determinazione norme tecniche per attività di

stoccaggio / trasporto / trattamento / riutilizzo MPS. 10 DPCM 27.12.88 Istituzione Ministero dell'Ambiente e Valutazione di Impatto Ambient. (VIA) 11 12 Delib.Giunta Reg.Lombardia

5/51456 19.4.94 Impiego compost in impianti di compostaggio (rif. LR 21/93 art 5 c 2 lett a)

13 Delib.Giunta Reg. Lombardia 5/40516 5.8.1993

Autorizz. per impianto compostaggio per compost verde

14 REGOLAM. RU CARNATE Regolamento comunale Carnate RU 5-6-91 15 LR 21/93 1.7.93 (legge

Monguzzi) Smaltim.di rifiuti urbani e di quelli dich.assimilabili a norma del DPR 915/82

16 Delibera Comitato Interminist. 27.7.84

Applicazione articolo 4 DPR 915/82 (vedi nr 1) - Classificazione rifiuti ai fini dello smaltimento

17 Direttiva CEE 91/689 Regolamentazione smaltimento dei rifiuti pericolosi 18 DL 162/95 10.5.95 Discipl.provv. in materia di residui (16 reiterazioni parlamentari) 19 ZINGARELLI 1995 Vocabolario della lingua italiana 20 Direttiva CE 94/62 20.12.94 Imballaggi e rifiuti di imballaggio 21 Direttiva PCM 27.1.94 Principi sull’erogazione dei servizi pubblici 22 UNI EN ISO 8402 Gestione per la qualità ed assicurazione della qualità - Termini e definizioni.

- ottobre 1995 (Quality management and quality assurance - Vocabulary - ISO 8402)

23 Regolamento Regionale NR 1 - 11.4.94 per il Regolamento comunale tipo

Regolamento comunale tipo per il servizio RU e RAU

24 Dlgs n. 22 - 5.2.97 (decreto Ronchi)

"Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio"- (58 artt, 6 allegati, 26 decreti attuativi, 71 provvedimenti attuativi) - Pubbl. in suppl. ordin. n.33 GU n.38 del 15.2.97

25 Direttiva Discariche 99/31/CE Direttiva Discariche 26 Regolam. (CE) nr 761/2001

EMAS Regolamento sull’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit. (ex regolam. EMAS - CEE 1836/93)

27 UNI EN ISO 14.001 – nov 1996

Sistemi di gestione ambientale – Requisiti e guida per l’uso

28 Piano Reg.Veneto Gestione RU

18.5.2001

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G L O S S A R I O ACCORDO VOLONTARIO (vs rifiuto di imballaggio) 1-E’ un accordo ufficiale concluso tra le autorità pubbliche competenti dello Stato membro e i settori economici interessati, aperto a tutti gli interlocutori che desiderino attenersi alle condizioni previste dall’accordo al fine di contribuire al raggiungimanto degli obiettivi della presente direttiva. (20) 2-Accordo ufficiale concluso tra le autorità pubbliche competenti ed i settori economici interessati, aperto a tutti gli interlocutori che desiderano, che disciplina i mezzi, gli strumenti e le azioni per raggiungere gli obiettivi di recupero e riciclaggio di cui all'articolo 37. (24) ADEGUAMENTO VOLUMETRICO Le azioni meccaniche di taglio, frantumazione e compattazione di materie prime secondarie. (9) AEROBICO Processo nel quale i microorganismi si sviluppano in presenza di aria e ossigeno. (M.Barberi- Ecologia al gabinetto) AMBIENTE (vs qualità ambientale) 1-Contesto nel quale un’organizzazione opera, comprendente l’aria, l’acqua, il terreno, le risorse naturali, la flora, la fauna, gli esseri umani e le loro interrelazioni. Nota: In questo caso il contesto si estende dall’interno dell’organizzazione al sistema globale. (27) 2-Surroundings in which an organization operates, including air, water, land, natural resources, flora, fauna, humans, and their interrelation. Note: Surroundings in this context extends from within an organization to the global system. (27) 2-L'insieme delle componenti fisiche, chimiche, biologiche, sociali, estetiche e altro del sistema naturale che sono direttamente influenzabili dall'attività dell'organizzazione. AMMASSO TEMPORANEO (vs rifiuti) Vedi deposito temporaneo. AMMENDANTE Materiale in grado di migliorare le caratteristiche fisiche e meccaniche dei terreni compensandone i difetti agro-fisici (lavorabilità, drenaggio, porosità, etc). (ECO IGM 3/94) ANALISI AMBIENTALE (vs qualità ambientale) Esauriente analisi iniziale dei problemi, dell’impatto e delle prestazioni ambientali connesse all’attività di un’organizzazione (alleg.VII). (26) ASPETTO AMBIENTALE (vs qualità ambientale) 1-Elemento delle attività, dei prodotti o dei servizi di un’organizzazione che può interagire con l’ambiente (alleg. IV); un aspetto ambientale significativo è un aspetto ambientale che ha o può avere un impatto ambientale significativo. (26) 2-Elemento di un’attività, prodotto, servizio di un’organizzazione, che può interagire con l’ambiente.

Nota: Un aspetto ambientale significativo è un aspetto ambientale che ha o può avere un impatto ambientale significativo. (27) ASSICURAZIONE DELLA QUALITA’ (vs qualità) Tutte le attività pianificate e sistematiche, attuate nell'ambito del sistema qualità, e di cui, per quanto occorre, viene data dimostrazione, messe in atto per dare adeguata confidenza che un'entità soddisferà i requisiti per la qualità. Nota1: L'assicurazione della qualità ha finalità interne ed esterne: a-assicurazione della qualità interna: nell'ambito di un'organizzazione serve a dare confidenza alla direzione; b- assicurazione della qualità esterna: in un contesto contrattuale o in altre situazioni fornisce confidenza al cliente o ad altri. Nota2: Alcune attività del controllo della qualità e dell'assicurazione della qualità sono correlate. Nota3:Qualora i requisiti per la qualità non riflettano pienamente le esigenze dell'utilizzatore, l'assicurazione della qualità può non fornire confidenza adeguata. (22) ASSICURAZIONE DELLA QUALITA’ ESTERNA (vs qualità) Le attività finalizzate a dare fiducia al committente che il sistema di qualità del fornitore realizza un prodotto o un servizio conforme ai requisiti di qualità posti dal committente. Vedi anche assicurazione della qualità.(22) ASSICURAZIONE DELLA QUALITA’ INTERNA (vs qualità) Le attività finalizzate a dare fiducia alla direzione che la qualità prestabilita è ottenuta. Vedi anche assicurazione della qualità. (22) ATTIVITA' INDUSTRIALE (vs qualità ambientale) Qualsiasi attività elencata nelle sezioni C e D della classificazione delle attività economiche nella Comunità Europea (NACE rev.1), stabilita dal regolamento CEE nr.3037/90 del Consiglio, nonchè la produzione di elettricità, gas, vapore e acqua calda, ed il riciclaggio, il trattamento, la distruzione o lo smaltimento di rifiuti solidi e liquidi. (6) AUDIT DELLA QUALITA' (vs qualità Vedi verifica ispettiva della qualità. AZIONE CORRETTIVA (vs qualità Azione intrapresa per eliminare le cause di esistenti non conformità, difetti, o altre situazioni non desiderate, al fine di prevenirne il ripetersi. Nota1: Tali azioni correttive possono comportare modifiche di procedure e di sistemi al fine di ottenere un miglioramento della qualità in ogni fase del Cerchio della qualità. Nota2: Occorre fare distinzione fra "correzione" ed "azione correttiva": - Correzione si riferisce ad azioni come riparazione, rilavorazione o ripristino e riguarda il trattamento di una non conformità; - Azione correttiva si riferisce all'eliminazione delle cause che hanno generato una non conformità. (22) AUDIT AMBIENTALE (vs qualità ambientale)

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1-Strumento di gestione comprendente una valutazione sistematica, documentata, periodica e obiettiva delle prestazioni dell’organizzazione, del sistema di gestione e dei processi destinati a proteggere l’ambiente al fine di: a-facilitare il controllo gestionale dei comportamenti che possono avere un impatto ambientale; b-valutare la conformità alla politica ambientale compresi gli obiettivi ed i target ambientali dell’organizzazione (alleg. II). (26) 2-Uno strumento di gestione comprendente una valutazione sistematica, documentata, periodica e obiettiva dell'efficienza dell'organizzazione, del sistema di gestione e dei processi destinati alla protezione dell'ambiente, al fine di: a- facilitare il controllo di gestione delle prassi che possono avere un impatto sull'ambiente; b- valutare la conformità alle politiche ambientali aziendali. (6) AUDIT DEL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE (vs qualità ambientale) Processo di verifica sistematico e documentato, per conoscere e valutare, con evidenza oggettiva, se il sistema di gestione ambientale di un’organizzazione è conforme ai criteri definiti dall’organizzazione stessa per l’audit del sistema di gestione ambientale e per comunicare i risultati di questo processo alla direzione. (27) AUTORITA' COMPETENTE (vs inquinamento) La o le autorità o gli organismi che sono incaricati, a norma delle disposizioni legislative degli stati membri, dell'adempimento dei compiti derivanti dalla presente direttiva. (8) AUTORIZZAZIONE (vs inquinamento) La parte o la totalità di una o più decisioni scritte, che autorizzano l'esercizio di un impianto o di parte di esso a determinate condizioni che devono garantire che l'impianto sia conforme ai requisiti della presente direttiva. Un'autorizzazione può valere per uno o più impianti o parte di essi, che siano localizzati sullo stesso sito o gestiti dal medesimo gestore. (8) AZIONE PREVENTIVA (vs qualità) Azione intrapresa per eliminare le cause di potenziali non conformità, difetti o altre situazioni indesiderate, al fine di prevenirne il verificarsi. Nota: Tali azioni preventive possono comportare modifiche di procedure e di sistemi al fine di ottenere un miglioramento della qualità in ogni fase del Cerchio della qualità. (22) BILANCIO AMBIENTALE (vs azienda) E' un documento analitico di tipo reattivo che cerca di fare un bilancio tra entrate ed uscite aziendali legate a variabili ambientali. E' un rendiconto che contabilizza e fotografa l'impegno di una azienda in tema ambientale. BIODEGRADAZIONE E' un sottogruppo della degradazione. E' il cambiamento nelle proprietà chimico-fisiche dovute a reazioni bio-

chimiche(microorganismi) che portano alla rottura dei legami chimici ed alla formazione di un peso molecolare inferiore al composto originario. (Panda - WWF) BIODEGRADAZIONE ACCETTABILE E' il livello minimo di degradazione di un composto o di un materiale, necessario a rimuovere alcune proprietà indesiderate, tenendo conto di: a - possibili impatti sull'ambiente(acqua ,aria, suolo, paesaggio), b - impatti sulla salute dell'uomo, c - dei possibili impatti sulla biodiversità, d - del livello tecnologico raggiunto nelle tecniche di depurazione e smaltimento. Il riferimento al concetto di biodegradazione accettabile e' la biodegradazione completa, cioè al 100% la completa mineralizzazione del composto o del materiale. (Panda - WWF) BIODEGRADAZIONE COMPLETA Processo di completa mineralizzazione di un composto (o di un materiale) con liberazione di anidride carbonica, acqua sali minerali, oppure di composti immediatamente utilizzabili dai microrganismi con produzione di biomassa microbica. (Panda - WWF) BIODEGRADAZIONE PRIMARIA Rappresenta il livello minimo di degradazione necessario a cambiare la identità del composto. E' un concetto importante per i composti organici di sintesi, difficile biodegradabilità, ma che possono essere parzialmente degradati da microrganismi, in grado di riconoscere solo alcuni pezzi di molecola e di rompere solo alcuni legami chimici di essa. Un esempio di questa complesse molecole artificiali create dall'uomo può essere il DDT. (Panda - WWF) BIOGAS Gas metano ricavato dalla fermentazione anaerobica di materiali biologici (deiezioni animali, residui vegetali, etc). (M.Barbieri- Ecologia al gabinetto) BIOFUEL Combustibile composto o derivato esclusivamente da biomasse. BIOMETANAZIONE Vedi riciclaggio organico. BONIFICA (vs inquinanti) Ogni intervento di rimozione della fonte inquinante e di quanto dalla stessa contaminato fino al raggiungimento dei valori limite conformi all'utilizzo previsto dell'area. (24) CADMIO Metallo pesante usato nella produzione della plastica come stabilizzatore termico e come pigmento. E' cancerogeno e tossina. CATASTO O OSSERVATORIO DEI RIFIUTI E’ istituita una struttura organizzata per raccogliere in un sistema unitario, articolato su scala regionale, tutti i dati relativi ai soggetti produttori e smaltitori di rifiuti speciali, speciali di origine industriale assimilabile agli urbani o tossici e nocivi. (5)

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CENTRO ATTREZZATO RACCOLTA DIFFERENZIATA (CARD) (vs rifiuti) Vedi: Piattaforma per la raccolta differenziata CENTRO DI CONFERIMENTO DIFFERENZIATO ( vs rifiuti) Vedi: piattaforma per la raccolta differenziata. CERCHIO DELLA QUALITA' (vs qualità Modello concettuale per indicare attività che, interagendo tra loro, influenzano la qualità nelle varie fasi che vanno dall' identificazione delle esigenze da soddisfare sino alla verifica del loro soddisfacimento. Nota: Il termine "spirale della qualità " è un concetto analogo. (22) CERNITA (vs rifiuti) Le operazioni di selezione di materiali, qualitativamente omogenei di rifiuto, ai fini del riciclaggio, riutilizzo o reimpiego degli stessi. CERTIFICAZIONE DI CONFORMITA’ Atto mediante il quale una terza parte indipendente dichiara che, con ragionevole attendibilità, un determinato prodotto, processo o servizio, è conforme ad una specifica norma o ad altro documento normativo (UNI CEI 70001) CHART-BI Derivato della fibra di amido di mais il quale miscelato con la cellulosa è ingrediente principale per la produzione della carta. (13) CICLO DI AUDIT INTERNO (vs qualità ambientale) 1-Periodo per cui tutte le attività di un dato stabilimento sono sottoposte ad audit, conformemente alle esigenze dell'articolo 4 e dell'allegato II, relativamente a tutti gli aspetti ambientali pertinenti citati nell'allegato I punto C. (6) 2-Periodo in cui tutte le attività di una data organizzazione sono sottoposte ad audit (alleg. II). (26) CICLO DI VITA (vs ecolabel) Vedi: dalla culla alla tomba, life cycle analysis. CLASSE (vs qualità) Categoria o grado attributi a delle entità aventi una stessa utilizzazione funzionale, ma differenti requisiti per la qualità. Nota1: La classe esprime una differenza, prestabilita o riconosciuta, di requisiti per la qualità con particolare riguardo al rapporto tra utilizzazione funzionale e costo. Nota2: Un'entità di classe elevata (per esempio: un albergo di lusso) può avere qualità insoddisfacente o viceversa. Nota3: Quando la classe è indicata con un numero, di regola si usa 1 per la classe più alta, 2, 3 e 4 per quelle più basse. Se la classe è indicata, invece, mediante simboli (per esempio: da un numero di stelle), la classe più bassa ha in genere il numero minore di simboli o stelle. (22); CLASSI DI RIFIUTI I rifiuti sono classificati secondo l'origine (provenienza) in: rifiuti urbani (vedi) e rifiuti speciali (vedi) e, secondo le

caratteristiche di pericolosità (composizione) , in: rifiuti pericolosi (vedi) e rifiuti non pericolosi. (24) CLASSIFICAZIONE Gruppo di entità di varia natura identificato all'interno di uno schema di classificazione da un complesso di caratteristiche comuni. Es: vedi classi di rifiuti. (19) CLIENTE (vs qualità) Colui che riceve un prodotto da un fornitore. Nota1: In un contesto contrattuale il cliente è denominato committente. Nota2: Il cliente può essere per esempio il consumatore finale, l'utilizzatore, il beneficiario o il committente. Nota3: Il cliente può essere sia esterno, sia interno all'organizzazione. (22) COGENERAZIONE (vs energia) Processo di generazione e recupero contemporanee di energia termica ed energia elettrica da impianti di termocombustione (es. motori a scoppio, turbine a gas, etc). Da non confondere con il teleriscaldamento che è il trasporto a distanza di energia termica. (M.Pallante- Le tecnologie di armonia) COMBUSTIBILE DA RIFIUTI 1-Il combustibile ricavato dai rifiuti urbani mediante trattamento finalizzato all'eliminazione delle sostanze pericolose per la combustione ed a garantire un adeguato potere calorico e che possieda caratteristiche specificate con apposite norme tecniche. (24) 2-Combustibile ottenuto da Rifiuti urbani e/o assimilabili agli urbani (...) attraverso la raccolta differenziata e/o cicli di lavorazione che ne aumentano il potere calorifico, riducono la presenza di materiale metallico, vetri, inerti, materiale organico putrescibile, contenuto di umidità e di inquinanti. ( DM 11.11.93) 3-Il combustibile derivato da rifiuti (CDR) o Refused Derived Fuel (RDF) è un combustibile ottenuto dai rifiuti civili (RU) e/o industriali sottoposti a cicli di lavorazione atti a ridurre la pezzatura, una volta che si e' separato il materiale ferroso, il vetro, il materiale inorganico, nonché quello putrescibile (biologico). Ci sono sette diverse tipologie di RDF: A-rifiuto usato come combustibile tale e quale. B-rifiuto triturato dal quale può o non può essere stato separato il materiale ferroso. C-combustibile derivato dai rifiuti dal quale e' stato tolto il materiale ferroso, il vetro, il materiale inorganico da componenti putrescibili. La pezzatura e' tale che il 95% del materiale passa attraverso un setaccio con maglie 50x50 mm. D-combustibile derivato dai rifiuti sotto forma di polvere tale che il 95% del materiale passa da un vaglio di 10 mesh. E-combustibile derivato dai rifiuti addensato o compresso sotto forma di pallets, slugs, cubetti o briquettes. F-combustibile derivato da rifiuti liquidi.

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G-combustibile derivato dai rifiuti gassosi. (ASTM - fuel test materials) COMMITTENTE (vs qualità) E' il cliente in un contesto contrattuale. Nota: Il committente è talvolta denominato "seconda parte" nella pratica commerciale. (22) COMPOST (vs rifiuti) 1-E’ un prodotto ottenuto mediante un processo biologico aerobico dalla componente organica dei Rifiuti urbani, da materiali organici naturali fermentiscibili o da loro miscele con fanghi derivanti da processi di depurazione delle acque di scarico di insediamenti civili come definiti dall’art. 1/quater/b. L 690/76. (16) 2-Frazione organica dei RU, ortofrutticoli e altri rifiuti organici, che sono sottoposti ad un processo di mineralizzazione (decomposizione biologica) per essere utilizzati come fertilizzanti in agricoltura. (1) 3-Prodotto ottenuto dal compostaggio della frazione organica dei rifiuti urbani nel rispetto di apposite norme tecniche finalizzate a definirne contenuti e usi compatibili con la tutela ambientale e sanitaria, ed in particolare a definirne i gradi di qualità. (24) 4-Si definisce compost il prodotto ottenuto mediante un processo biologico aerobico delle seguenti matrici di rifiuti: -rifiuti di provenienza alimentare collettiva, domestica e mercatale, anche in miscela con i rifiuti di cui all'art.5 comma 2 lettera C2 della LR 21/93 "rifiuti vegetali derivanti da attività di manutenzione del verde pubblico e privato e scarti ligneo-cellulosici naturali ad esclusione degli scarti di lavorazione del legno". Questi ultimi devono essere in quantità non superiore al 50% in peso sul totale del materiale miscelato. (12) 5-Il prodotto del processo aerobico di stabilizzazione biologica controllata in fase solida di scarti, residui e rifiuti organici fermentiscibili, in condizioni che garantiscano il passaggio spontaneo attraverso uno stadio termofilo. Alla base del processo di compostaggio sono reazioni prevalentemente biossidative promosse dai microrganismi aerobi naturalmente associati ai substrati sottoposti al trattamento. Il prodotto finale è humificato, non fitotossico, da utilizzare come ammendante in agricoltura e orticoltura. (Scuola Agraria Parco di Monza) COMPOST VERDE Il prodotto derivante dal processo di compostaggio dei rifiuti derivanti dagli scarti vegetali provenienti dalla manutenzione del verde pubblico comprese le aree verdi cimiteriali e/o privato e produzione vivaistica e da scarti ligneo-cellulosici (assi, listelli, cortecce, trucioli, e segatura) provenienti dalla lavorazione di legno vergine o eventualmente assemblato con chiodatura ed avvitatura, esclusi i residui cimiteriali (fiori, corone e simili) e foglie derivanti dallo spazzamento delle strade. (13) COMPOSTAGGIO 1-Processo biossidativo termofilo volto ad ottenere l'abbattimento della putrescibilità e l'umidificazione della frazione organica. Si può dividere in tre tempi: compost

fresco (2-4 mesi), compost pronto (5-8 mesi), compost maturo (12-18-24 mesi). (Scuola agraria di Monza) 2-Processo biologico che trasforma la sostanza organica dei rifiuti per effetto dell’azione dei microorganismi aerobici. Il prodotto finale è un materiale igienizzato, stabilizzato e (più o meno ) humificato. (ECO IGM 3/94) Vedi anche riciclaggio organico. CONCIME Fertilizzante organico o minerale in grado di arricchire il terreno di uno o più elementi chimici (azoto, fosforo, potassio, calcio, zolfo, etc). (ECO IGM 3/94) CONDUZIONE AZIENDALE PER LA QUALITA' (vs qualità) Vedi Gestione per la qualità. CONFERIMENTO (vs rifiuti) Le modalità secondo le quali i rifiuti vengono consegnati al servizio di raccolta da parte dei produttori. (23) CONFERIMENTO DIFFERENZIATO (vs rifiuti) La modalità con cui il produttore di rifiuti urbani li conferisce in maniera differenziata per categorie merceologiche al servizio di raccolta dei rifiuti urbani. (28) CONFORMITA' (vs qualità) Soddisfacimento di requisiti specificati. Nota: Tale definizione vale per le norme relative alla qualità. Il termine "conformità" è definito in modo diverso nella guida ISO/IEC 2. (22) CONSORZI NAZIONALI OBBLIGATORI PER RICICLAGGIO Sono organizzazioni istituite dallo stato, con personalità giuridica, ad articolazione regionale, senza scopo di lucro, che hanno il compito di riclicare i contenitori od imballaggi per liquidi in vetro, metallo e plastica nonché il recupero degli oli vegetali esausti. Sono obbligati a partecipare a questi consorzi i produttori e gli importatori di contenitori ed imballaggi. (5) CONSUMATORE (vs rifiuti di imballaggi) L'utente finale che acquista o importa per proprio uso imballaggi, articoli o merci imballate. (24) CONTENITORI O IMBALLAGGI PER LIQUIDI Si intendono la bottiglia, il barattolo, il vaso, la scatola o qualsiasi altro involucro sigillato di vetro, metallo, plastica, carta e loro combinazioni che contenga un liquido, eccettuati fusti, le botti i barili. (5) CONTRATTISTA (vs qualità) E' il fornitore in un contesto contrattuale. Nota1: Il contrattista è talvolta denominato "prima parte". Nota2: In francese il "titolaire du contract" può essere denominato "contractant". Nota nazionale: Con questo significato vengono anche usati i termini: "assuntore", "appaltatore", "titolare di contratto". (22) CONTROLLO DELLA QUALITA' (vs qualità) Le tecniche e le attività di carattere operativo messe in atto per soddisfare i requisiti della qualità. Nota1: Il controllo della qualità implica tecniche ed attività a carattere operativo volte sia a tenere sotto controllo un

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processo, sia ad eliminare le cause di prestazioni insoddisfacenti in tutte le fasi del Cerchio della qualità al fine di conseguire una maggiore efficienza economica. Nota2: Alcune attività del controllo della qualità e dell'assicurazione della qualità sono intercorrelate. Nota nazionale: Nella lingua italiana il termine "controllo" ha due distinti significati: a- quello connesso ad attività di verifica della conformità di un prodotto o processo (con questo significato viene anche utilizzato, in determinate situazioni, il termine ispezione), b- quello relativo ad attività mirate a tenere sotto controllo, governare, regolare un processo (come qui utilizzato). (22) CONTROLLO E COLLAUDO (vs qualità) Attività quali la misurazione, esami, prove, verifiche mediante calibri di una o più caratteristiche di un'entità e confronto dei risultati con i requisiti specificati allo scopo di accertare la conformità di ciascuna caratteristica. Nota1: In francese il termine "inspection" può essere riferito ad una attività di sorveglianza della qualità eseguita nell'ambito di un determinato incarico. Nota2: Tale definizione vale per le norme relative alla qualità. Il termine "controllo e collaudo" viene definito in modo diverso dalla guida ISO/IEC 2. Nota nazionale: Nella lingua italiana il termine "controllo presenta due distinti significati: a- quello connesso ad attività di verifica della conformità di un prodotto o processo (come qui utilizzato). (Con questo significato viene anche utilizzato, in determinati casi, il termine ispezione); b- quello relativo ad attività mirate a tenere sotto controllo, governare, regolare un processo. (22) CUSTOMER SATISFACTION Lo stato in cui bisogni, desideri, aspettative del cliente sono soddisfatte e portano al riacquisto ed alla fedeltà all'azienda. (Stefano Sestili- Gr.Galgano) DALLA CULLA ALLA TOMBA (vs ecolabel) Il ciclo di vita di un prodotto, dalla produzione , compresa la selezione delle materie prime, alla distribuzione, al consumo e all'uso, fino all'eliminazione dopo l'uso. (7) DATO Rappresentazione di fatti, concetti o istruzioni fatta in maniera formalizzata, utilizzata per comunicare, interpretare o processare da parte degli esseri umani o dei mezzi automatici. (Zingarelli) DEGRADAZIONE Per degradazione dei materiali si intende un cambiamento nelle proprietà chimiche o fisiche del materiale stesso (o di un semplice composto del materiale) dovuto all'intervento di un qualsiasi fattore ambientale (luce ,calore, umidità, vento, condizioni chimica o attività biologica). Il fattore ambientale può portare alla rottura di uno o più legami chimici con la formazione di uno o più composti di peso molecolare inferiore a quello di origine. Il concetto di degradazione si applica a sostanze organiche ed inorganiche. (Panda- WWF) DEPOSITO TEMPORANEO(vs rifiuti)

1-Il raggruppamento dei rifiuti effettuato, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti alle seguenti condizioni: 1- i rifiuti depositati non contengono policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani, policlorodibenzofenoli, policlorobifenile, policlorotrifenili in quantità superiore a 2,5 ppm. 2-il quantitativo di rifiuti pericolosi depositato non deve superare 10 metri cubi, ovvero i rifiuti stessi devono essere asportati con cadenza almeno biimestrale. 3- il quantitativo di rifiuti non pericolosi non deve superare 20 metri cubi, ovvero i rifiuti stessi devono essere asportati con cadenza trimestrale. 4- il deposito temporaneo deve essere effettuato per tipi omogenei e nel rispetto delle relative norme tecniche, nonché, per i rifiuti pericolosi, nel rispetto delle norme che disciplinano il deposito delle sostanze pericolose in essi contenute. 5- devono essere rispettate le norme che disciplinano l'imballaggio e l'etichettatura dei rifiuti pericolosi; 6 - deve essere data notizia alla Provincia del deposito temporaneo di rifiuti pericolosi. (24) 2-Il deposito di residui o rifiuti effettuato nell'interno dell'insediamento produttivo di origine dei medesimi. (23) DETENTORE (vs rifiuti) Il produttore dei rifiuti o la persona fisica o giuridica che li detiene. (2)(24) DETERIORAMENTO Per deterioramento dei materiali si intende ogni cambiamento che rende il materiale stesso inadeguato all'uso a cui era destinato. (Panda- WWF) DICHIARAZIONE AMBIENTALE (vs qualità ambientale) Le informazioni di cui all’allegato III, punto 3.2, lettere da a a g.(26) DIESEL-BI Carburante derivato dagli oli vegetali che sostituisce completamente il diesel. E' derivato dagli esteri metilici degli oli vegetali di colza, arachide, cotone, palma, girasole e soia. (13) DIFETTO (vs qualità) Non soddisfacimento di un requisito o di una ragionevole aspettativa in relazione ad una utilizzazione prevista, incluso quanto connesso alla sicurezza. Nota: L'aspettativa deve essere ragionevole nelle circostanze esistenti. (22) DISCARICA (vs rifiuti) Sono impianti di stoccaggio definitivi sul suolo e nel suolo dei rifiuti tal quali o sottoposti a trattamento. Sono divise in tre categorie e progettate in funzione delle specifiche caratteristiche dei siti interessati e dei materiali da smaltire e devono rispettare i requisiti minimali indicati. • categoria 1: per RU, RAU, fanghi stabilizzati e

palabili, non tossici e nocivi, derivati da insediamenti civili.come definiti nel paragrafo 4.2.2

• categoria 2A: per rifiuti inerti precisati nel paragr. 4.2.3.1

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• categoria 2B: per rifiuti sia speciali che tossici e nocivi, tal quali o trattati, anche con fibre di amianto, a condizione che non contengano sostanze come definite in paragr. 4.2.3.2.

• categoria 2C: per rifiuti speciali, tossici e nocivi tal quali o trattati come definiti nel paragr. 4.2.3.3.

• categoria 3: sono impianti aventi caratteristiche di sicurezza particolarmente elevati per la protezione dell'ambiente e della salute dell'uomo, nei quali possono essere confinati rifiuti tossici e nocivi pericolosi definiti nel paragr. 4.2.4. (16)

DISTRIBUTORI (vs rifiuti di imballaggi) Commercianti ed i distributori. (24) ECOBILANCIO (vs azienda) E' un’analisi proattiva che valuta tutte le variabili ambientali e le alternative nel progettare un processo produttivo, i consumi, lo smaltimento. Cerca di anticipare limiti, tematiche, leggi per prevenire problemi curativi successivi molto costosi. ECOCENTRO (vs rifiuti) Vedi: “Piattaforma per la raccolta differenziata” ECOLOGIA 1-Studio delle relazioni fra organismi viventi e l’ambiente in cui essi vivono. 2-Studio dei rapporti fra gli esseri umani (uomo) e la loro casa (oikòs) la quale comprende la società e la natura dell’intero pianeta. (Giorgio Nebbia) 3-È l’economia della natura. (Ernst Haeckel .1866) EFFICACIA Progettare le azioni giuste lungo il processo, a beneficio dell'utente/cliente. EFFICIENZA 1 - Fare correttamente le azioni lungo il processo. 2 - Ottenere gli stessi servizi con meno materiali. (Istit. Wuppertal) EMISSIONE (vs inquinamento) Lo scarico diretto o indiretto, da fonti puntiformi o diffuse dell'impianto, di sostanze, vibrazioni, calore o rumore nell'aria, nell'acqua ovvero nel terreno. (8) EMISSIONI ZERO (vs processi) E' un approccio innovativo olistico ad alto valore aggiunto, che propone il totale utilizzo di tutti i materiali che non hanno valore per un settore mentre ne possono avere, e anche molto, per un altro. Ricerca, anche utilizzando le energie rinnovabili, il migliore utilizzo dell'output in maniera creativa, anche se più complessa, sulla base dei rapporti output-input. (Gunter Pauli - Zero Emissions Research Initiative - ONU) ENTITA' (vs ISO 9000) Ciò che può essere descritto e considerato individualmente. Nota: un'entità può essere per esempio: - un'attività od un processo, -un prodotto, - un'organizzazione, un sistema od una persona, -una qualsiasi loro combinazione. (22)

ENTROPIA 1-Da en (dentro) e tropé (rivolgimento) - Grandezza usata in termodinamica come indice della degradazione dell'energia di un sistema fisico la cui variazione in una trasformazione isotermica reversibile è pari al calore assorbito dal sistema diviso per la sua temperatura. (19) 2-Il secondo principio della termodinamica dice: ogni volta che l'energia viene trasformata da uno stato in un altro "è necessario pagare un prezzo". Questo prezzo è rappresentato dalla perdita di una quantità di energia disponibile per eseguire in futuro qualunque tipo di lavoro. Il termine che designa questo fatto è "entropia". (Jeremy Rifkin) ETICA Da ethos (costume, norma di vita) - Insieme delle norme di condotta pubblica e privata che, secondo la propria natura e volontà, una persona o un gruppo di persone scelgono nella vita o in una attività (19) E' relativa alle categorie del bene e del giusto. Sinonimo:morale. EVIDENZA OGGETTIVA (vs qualità) Informazioni la cui veridicità può essere dimostrata sulla base di fatti acquisiti a seguito di osservazioni, misurazioni, prove od altri mezzi. (22) FATTORI CRITICI DI SUCCESSO Aree chiave che devono andare bene per raggiungere gli obiettivi. FIDATEZZA (vs qualità) Insieme delle proprietà che descrivono la disponibilità ed i fattori che la condizionano: affidabilità, manutenibilità e logistica della manutenzione. Nota1: il termine fidatezza è usato solo per descrizioni generali in termini non quantitativi. Nota2: la fidatezza è uno degli aspetti della qualità legati al tempo. (22) FILTRO BIOLOGICO (vs compostaggio) Sostanze biologiche permeabili all’aria, composte da compost stabilizzato, chips, etc, che trattengono gli odori molesti generati durante la fermentazione del compost. (ECO IGM 3/94) FORNITORE (vs qualità) Organizzazione che fornisce un prodotto al cliente. Nota1: In un contesto contrattuale il fornitore può essere denominato contrattista. Nota2: Il fornitore può essere per esempio produttore, fabbricante, distributore, importatore, assiematore o un'organizzazione di servizi. Nota3: Il fornitore può essere sia esterno, sia interno all'organizzazione. (22) FOTODEGRADAZIONE E' la degradazione di un composto o di un materiale dovuta all'attacco della luce su determinati legami chimici e la loro conseguente rottura. (Panda - WWF) FRAZIONI RECUPERABILI (vs rifiuti)

Page 57: MANUALE DI RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI …files.meetup.com/227483/fedrambiente.pdfLa figura 2.1 rappresenta il legame e la circolarità tra le componenti strutturali di un sistema tipo,

Sono le frazioni di rifiuti che, per le loro caratteristiche quali-quantitative e per le condizioni di mercato, siano suscettibili di recupero. (3) FRAZIONE SECCA (vs rifiuti) 1-I materiali a basso o nullo tasso di umidità aventi di norma rilevanti contenuti energetici ovvero valorizzabili come materie secondarie. (3) (23) 2-I materiali a basso o nullo tasso di umidità aventi di norma rilevanti contenuti energetici ovvero valorizzabili come materie secondarie. Il PCI utile non deve essere inferiore a 2.500 kcal/kg rilevato sul rifiuto conferito all’impianto di smaltimento dopo la raccolta e trasporto. (28) FRAZIONE SECCA RECUPERABILE (vs rifiuti) La frazione costituita da materiali recuperabili, costituiti ad esempio da vetro, metalli ferrosi e non ferrosi, plastica, carta, cartone, anche mescolati tra loro, ma selezionabili con procedimento manuale o meccanico. (28) FRAZIONE SECCA RESIDUA (vs rifiuti) Vedi frazione secca. FRAZIONE UMIDA (vs rifiuti) 1-I materiali putrescibili ad alto tasso di umidità presenti nei Rifiuti urbani. (3) (23) 2-I materiali putrescibili ad alto tasso di umidità presenti nei Rifiuti urbani. Ad esempio i resti della manutenzione del verde pubblico e privato, gli scarti organici vegetali provenienti dai mercati alimentari, gli scarti di cucina provenienti dalle utenze domestiche, e dai centri di ristorazione, gli scarti organici vegetali provenienti dalla confezione delle merci nelle strutture della distribuzione commerciale. Il tasso di umidità complessivo non deve essere inferiore al 60% rilevato sul rifiuto conferito all’impianto di smaltimento, dopo la raccolta e trasporto e senza alcuna manipolazione intermedia. (28) FRAZIONE VERDE (vs rifiuti) La frazione umida costituita esclusivamente da scarti della manutenzione del verde privato e pubblico, compreso le aree cimiteriali indipendentemente dal tasso di umidità e dal potere calorifico interno utile(PCI). (28) GARANZIA DELLA QUALITA' (vs qualità) Vedi assicurazione della qualità. GASSIFICAZIONE (vs rifiuti) Processo di trattamento ad alta temperatura dei rifiuti per ottenere combustibili gassosi o componenti base gassosi per altri materiali. GESTIONE (vs rifiuti) La raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compreso il controllo di queste operazioni nonchè il controllo delle discariche e degli impianti di smaltimento dopo la loro chiusura. (2) (24) GESTIONE DEI RIFIUTI DI IMBALLAGGIO 1-La gestione dei rifiuti secondo la definizione della Dir.CEE 75/442. (20) 2-Le attività di gestione di cui all'articolo 6 comma 1 lettera D. (24)

GESTIONE PER LA QUALITA' (vs qualità) L'insieme delle attività di gestione aziendale che determinano la politica per la qualità, gli obiettivi e le responsabilità e li traducono in pratica, nell'ambito del sistema qualità, con mezzi quali la pianificazione della qualità, il controllo della qualità, l'assicurazione della qualità, ed il miglioramento della qualità. Nota1: La gestione per la qualità è responsabilità di tutti i livelli direttivi, ma deve essere condotta dall'alta direzione. La sua attuazione coinvolge tutti i membri dell'organizzazione. Nota2: Nella gestione per la qualità vanno tenuti presenti gli aspetti economici. (22) GESTIONE TOTALE PER LA QUALITA' (vs qualità) Modo di governo di un' organizzazione incentrato sulla qualità, basato sulla partecipazione di tutti i suoi membri, che mira al successo a lungo termine ottenuto attraverso la soddisfazione del cliente, e comporta benefici per tutti i membri dell'organizzazione e per la collettività. Nota1: La dizione "tutti i suoi membri" si riferisce al personale di ogni dipartimento e ad ogni livello della struttura organizzativa. Nota2: Un'incisiva e continua guida da parte dell'alta direzione, nonchè l'istruzione e la formazione di tutto il personale dell'organizzazione, sono essenziali per il successo di questo approccio. Nota3: Nella gestione totale per la qualità il concetto di qualità riguarda il conseguimento di tutti gli obiettivi della direzione. Nota4: Il concetto di "benefici per la collettività" implica, per quanto necessario, il soddisfacimento dei "requisiti della collettività". Nota5: La gestione totale per la qualità (Total Quality Management) o parte di essa, viene talvolta denominata "qualità totale", "controllo qualità esteso all'intera azienda" (Company Wide Quality Control), "controllo totale della qualità" (Total Quality Control) e così di seguito. (22) GESTORE (vs impianti) Qualsiasi persona fisica o giuridica che detiene o gestisce l'impianto oppure, se previsto dalla legislazione nazionale, dispone di un potere economico determinante sull'esercizio tecnico del medesimo. (8) GRUPPO DI PRODOTTI (vs ecolabel) I prodotti destinati a scopi analoghi e che possono essere usati in modo equivalente. (7) HUMUS Suolo ricco di sostanze organiche allo stato colloidale derivanti dalla decomposizione di residui vegetali ed animali operato da microorganismi e da processi chimico-fisici. (ECO IGM 3/94) IDRIFICAZIONE (vs plastica) Processo di trattamento ad alta temperatura dei rifiuti di plastica per ottenere combustibili liquidi o componenti base per altri materiali. IMBALLAGGIO

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1-Contenitore utilizzato per vendere, proteggere, maneggiare un prodotto, comprendente una unita' base di imballo, un imballo intermedio ed un imballo per la spedizione. (ASTM D996) 2-Il prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere e proteggere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore , e ad assicurare la loro presentazione, nonché gli articoli “a perdere” usati allo stesso scopo. L’imballagio è classificato in: 1-imballaggio per la vendita o imballaggio primario, 2-imballaggio multiplo o imballaggio secondario, 3-imballaggio per il trasporto o imballaggio terziario. (20) (24) IMBALLAGGIO MULTIPLO Vedi imballaggio secondario. IMBALLAGGIO PRIMARIO Imballaggio concepito in modo da costituire, nel punto di vendita, un'unità di vendita per l'utente finale o per il consumatore. (24) IMBALLAGGIO PER IL TRASPORTO Vedi imballaggio terziario. IMBALLAGGIO PER LA VENDITA Vedi imballaggio primario. IMBALLAGGIO SECONDARIO Imballaggio concepito in modo da costituire, nel punto di vendita, il raggruppamento di un certo numero di unità di vendita, indipendentemente dal fatto che si sia venduto come tale all'utente finale o al consumatore, o che serva soltanto a facilitare il rifornimento degli scaffali nel punto vendita. Esso può essere rimosso dal prodotto senza alterarne le caratteristiche. (24) IMBALLAGGIO TERZIARIO Imballaggio concepito in modo da facilitare la manipolazione ed il trasporto di un certo numero di unità di vendita oppure di imballaggi multipli per evitare la loro manipolazione ed i danni connessi al trasporto, esclusi i container per i trasporti stradali, ferroviari, marittimi ed aerei. (24) IMPATTO AMBIENTALE (vs qualità ambientale) 1-Qualsiasi modifica all’ambiente, positiva o negativa, derivante in tutto o in parte dalle attività, dai prodotti o dai servizi di un’organizzazione. (26) 2-Qualunque modificazione dell’ambiente, negativa o benefica, totale o parziale, conseguente ad un’attività, prodotti o servizi di un’organizzazione. (27) IMPATTO AMBIENTALE L'azione di una causa fisica sull'ambiente naturale (Grande Dizionario Garzanti) IMPIANTO (vs inquinamento) L'unità tecnica permanente in cui sono svolte una o più attività elencate nell'allegato I e qualsiasi altra attività accessoria, che sono tecnicamente connesse con le attività svolte nel luogo suddetto e possono influire sulle emissioni e sull'inquinamento. (8)

IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO Sono impianti idonei a sottoporre al processo di mineralizzazione (decomposizione biologica) le frazioni organiche dei rifiuti urbani, dei rifiuti ortofrutticolo o altri rifiuti organici, in modo da poter essere utilizzati in agricoltura per il mantenimento della fertilita' dei terreni o per il recupero ambientale di aree degradate. (4) IMPIANTO DI SMALTIMENTO COMPLESSO Impianti che consentono il riutilizzo, il riciclaggio e l'incenerimento dei rifiuti con il recupero di energia e calore. (CEE progr.triennale tutela ambientale 89/91) IMPRESA (vs qualità ambientale) L'organizzazione che esercita un controllo gestionale complessivo sulle attività svolte in un determinato sito. (6) INDICATORE Indice rappresentativo dell'andamento dei risultati qualitativi e quantitativi di un'attività o di un processo. Sinonimo: misuratore. INFORMAZIONE 1-Dati, parole, testi, voce, immagini che servono a gestire i . processi. 2-Ciò che può essere formalizzato in dati e processato attraverso un sistema informatico. (Zingarelli) 3-Il significato che è normalmente assegnato al dato attraverso convenzioni applicate a quel dato. (ISO 2382-1) INPUT (vs qualità) Elementi in ingresso in un processo. Vedi processo. (22) INQUINAMENTO L'introduzione diretta o indiretta a seguito di attività umana, di sostanze, vibrazioni, calore o rumore nell'aria, nell'acqua o nel terreno, che potrebbero nuocere alla salute umana o alla qualità dell'ambiente, causare il deterioramento di beni materiali, oppure danni o perturbazioni a valori ricreativi dell'ambiente o ad altri suoi legittimi usi. (8) ISOLA ECOLOGICA (vs rifiuti) Vedi "piazzuola per la raccolta differenziata" oppure "piattaforma per la raccolta differenziata". LANDFILL (vs rifiuti) Vedi: discarica. LIFE CYCLE ANALYSIS/ASSESSMENT (LCA) Fase specifica dell'ecobilancio in cui vengono quantificati i flussi di materia e di energia in input e output dei diversi momenti del ciclo di vita del prodotto o del processo sottoposto a valutazione. In genere considera 5 passi: 1-approvvig.materia prima, 2-processo produttivo(consumo energetico, consumo e inquinam.idrico, inquinamento atmosferico, produzione rifiuti), 3-uso del prodotto, 4-smaltimento del prodotto, 5-distribuzione, trasporto e logistica tra le fasi precedenti. Vedi anche ciclo di vita. (Replastic - 10/96) LINEE GUIDA

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Sintesi dei principi che guidano il comportamento dell’uomo per il perseguimento dei valori ed il raggiungimento di obiettivi. LIQUIDI ALIMENTARI Si intendono quelli elencati e nella fattispecie: latte e derivati, oli commestibili, succhi e nettari di frutta e ortaggi, acque minerali, mosti, vermuth e assimilati, sidri, alcol etilico non denaturato, acquaviti, liquori, preparazioni alcooliche, aceti fermentati e acidi acetici sintetici. (5) LUOGO DI PRODUZIONE DEI RIFIUTI Uno o più edifici o stabilimenti o siti infrastrutturali collegati tra loro all'interno di un'area delimitata in cui si svolgono attività di produzione dalle quali originano i rifiuti. (24) MANUALE QUALITA' (vs qualità) Documento che enuncia la politica per la qualità e descrive il sistema qualità di un'organizzazione. Nota1: Il manuale della qualità può considerare tutte le attività di un'organizzazione o solo parte di esse. Il titolo e lo scopo del manuale definiscono il relativo campo di applicazione. Nota2: Un manuale di qualità, di regola, comprende o richiama come minimo quanto segue: a-politica della qualità; b- responsabilità, autorità e rapporti reciproci per le persone che dirigono, e seguono, verificano o esaminano attività che influenzano la qualità; c- procedure e istruzioni del sistema qualità; d- disposizioni per rivedere, aggiornare e tenere sotto controllo il manuale. Nota3: Il manuale della qualità può variare, come grado di dettaglio ed impostazione, in relazione alle esigenze dell'organizzazione. Esso può comprendere più di un documento. A seconda della funzione del manuale può essere aggiunto un termine qualificativo come ad esempio "Manuale di assicurazione della qualità" o "Manuale di gestione per la qualità". (22) MATER-BI Materiali termoplastici biodegradabili a base di amido di mais, impiegabili per contenitori di cibi, prodotti igienici, etc. (13) MATERIA PLASTICA Prodotti chimico di sintesi, costituiti da polimeri di alto pesomolecolare. Sono polimeri che hanno proprieta' meccaniche(resilienza, duttilita', durezza, malleabilita', tenacita') che ne hanno permesso un largo e diffuso uso. Il loro rapido deterioramento e la loro resistenza alla degradazione, rendono necessario il loro recupero come rifiuto. I polimeri piu' adoperati sono: il PVC(policlorulvinile) usato per le acque minerali non gassate, tubi, canalette per fili elettrici; il PET(poliestere) usato per le bibite gassate e per le fibre tessili ad alta resistenza; il PE(polietilene) usato per contenitori per detergenti,poliolefine (plastiche leggere) usate come piattini, riempitivi da imballaggi, etc. (Panda -WWF)

MATERIA PRIMA CORRISPONDENTE Materia prima la cui utilizzazione viene sostituita dall'uso della materia prima secondaria. (9) MATERIA PRIMA SECONDARIA(MPS) Residuo derivante dai processi produttivi o da raccolte differenziate che e' suscettibile, eventualmente previo idoneo trattamento, di essere produttivo della stessa o di altra natura. Non sono MPS le sostanze impiegate come combustibili per ottenere energia. Le MPS sono individuate con DPRMA. Vedi residui. (4) (5) MERCURIO Metallo pesante usato in pigmenti inorganici. E' una neurotossina. MESSA IN SICUREZZA (vs inquinanti) Ogni intervento per il contenimento e/o isolamento definitivo della fonte inquinante rispetto alle matrici ambientali circostanti. (24) MIGLIORAMENTO CONTINUO (vs qualità ambientale) Processo di accrescimento del sistema di gestione ambientale per ottenere miglioramenti della prestazione ambientale complessiva in accordo con la politica ambientale dell’organizzazione. Nota: Il processo non necessariamente deve essere applicato simultaneamente in tutte le aree di attività. (27) MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLE PRESTAZIONI AMBIENTALI (vs qualità ambientale) Processo di miglioramento, di anno in anno, dei risultati misurabili del sistema di gestione ambientale relativi alla gestione da parte di un’organizzazione dei suoi aspetti ambientali significativi in base alla sua politica ed ai suoi obiettivi e ai target ambientali; questo miglioramento dei risultati non deve necessariamente verificarsi simultaneamente in tutti i settori di attività; (26) MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA' (vs qualità) Le azioni intraprese nell'ambito di un'organizzazione per accrescere l'efficienza e l'efficacia delle attività e dei processi a vantaggio sia dell'organizzazione, sia dei suoi clienti. (22) MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI (vs impianti) La più efficiente ed avanzata fase di sviluppo di attività e relativi metodi di esercizio indicanti l'idoneità pratica di determinate tecniche a costituire, in linea di massima, la base dei valori limite di emissione intesi ad evitare, oppure ove ciò si riveli impossibile, a ridurre in modo generale le emissioni e l'impatto sull'ambiente nel suo complesso.. Per: -"tecniche" si intende sia le tecniche impiegate sia le modalità di progettazione, costruzione, manutenzione, esercizio e chiusura dell'impianto; -"disponibili", qualifica le tecniche sviluppate su una scala che ne consenta l'applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente valide nell'ambito del pertinente comparto industriale, prendendo in considerazione i costi ed i vantaggi, indipendentemente

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dal fatto che siano o meno applicate o prodotte nello Stato membro di cui si tratta, purché il gestore possa avervi accesso a condizioni ragionevoli; -"migliori", qualifica le tecniche più efficaci per ottenere un elevato livello di protezione dell'ambiente nel suo complesso. Nel determinare le migliori tecniche disponibili, occorre tener conto in particolare degli elementi di cui all'allegato IV. (8) MISSION (vs qualità ambientale) La ragione per cui un’organizzazione esiste, soddisfa le sue esigenze societarie ed il suo fondamentale business focus. (27) MISURATORE Vedi: indicatore. MODELLO DI ASSICURAZIONE DELLA QUALITA' (vs qualità) Insieme, normalizzato o selezionato di requisiti del sistema qualità, associati in modo da soddisfare le esigenze di assicurazione della qualità in una determinata situazione. (22) MORALE Da mos,moris (costume) - Che concerne le forme ed i modi della vita pubblica e privata, in relazione alle categorie del bene e del male. (19) Sinonimo: etica. NOMENCLATURA Dal latino nomenclatura- elenco di nomi. L'insieme dei nomi che vengono dati in modo sistematico agli oggetti concernenti una data attività. Es: nomenclatura dei RU entro il catalogo EER. Da non confondere con classe o classificazione.(19) NON CONFOMITA' (vs qualità) Non soddisfacimento dei requisiti specificati. Nota: La definizione comprende lo scostamento o l'assenza, rispetto ai requisiti specificati, di una o più caratteristiche relative alla qualità, (ivi incluse le cararatteristiche di fidatezza) o di elementi del sistema qualità. (22) NORMA Sono documenti, prodotti mediante consenso ed approvati da organismi (regionali, nazionali ed internazionali) riconosciuti, che forniscono, per usi comuni e ripetuti, regole, linee guida o caratteristiche, relative a determinate attività o ai loro risultati, al fine di ottenere un miglior ordine in un determinato contesto. I tipi di norme sono: di base, di terminologia, di prova, di prodotto, di processo, di servizio, di interfaccia, sui dati da indicare. (UNI CEI 7001) NORMA DI QUALITA' AMBIENTALE (vs inquinamento) La serie di requisiti che devono sussistere in un dato momento in un determinato ambiente o in una specifica parte dui esso, come stabilito nella legislazione comunitaria. (8) NORME UNI EN ISO 9000 (vs sistema qualità)

Norma che specifica i requisiti di un modello di sistema di qualità utilizzabile dai fornitori per dimostrare all'esterno le proprie capacità e da enti esterni (clienti, organismi di Certificazione, assicurazioni, etc) per valutare la capacità del fornitore stesso a fornire determinati prodotti e/o servizi. Tali norme sono generali ed indipendenti da ogni specifico settore economico o industriale. (UNI EN ISO 9001 - 12/94) OBIETTIVO Uno specifico e misurabile dettaglio o elemento di uno scopo o fine. Gli elementi base di misura sono: costo, qualità, quantità e tempo. OBIETTIVI AMBIENTALI (vs qualità ambientale) 1-Gli obiettivi particolari che l'impresa si prefigge in ordine all'efficienza ambientale. (6) 2- Gli obiettivi ambientali complessivi, conseguenti alla politica ambientale, che l’organizzazione si prefigge di raggiungere, quantificati per quanto possibile. (26) 3-Il fine ultimo ambientale complessivo, derivato dalla politica ambientale, che un’organizzazione decide di perseguire e che è quantificato ove possibile. (27) OPERATORI ECONOMICI (vs rifiuti di imballaggio) I fornitori di materiali di imballaggio, i fabbricanti e trasformatori di imballaggi, gli addetti al riempimento e gli utenti, gli importatori, i commercianti e i distributori, le pubbliche amministrazioni e gli organismi di diritto pubblico. (20) (24) OPERAZIONI DI PRESELEZIONE (vs rifiuti) Vedi preselezione. OPERAZIONI DI PRETRATTAMENTO (vs rifiuti) Vedi pretrattamento. ORGANISMI COMPETENTI (vs qualità ambientale) Gli organismi nazionali, regionali o locali, designati dagli Stati membri a norma dell’articolo 5 per svolgere i compiti indicati nel presente regolamento. (26) ORGANISMI DI DIRITTO PUBBLICO (vs rifiuti di imballaggi) Vedi: Pubblica amministrazione. ORGANIZZAZIONE (vs qualità) Ente, azienda, società, organismo, impresa, o parte di essi, a capitale azionario o meno, pubblico o privato, avente funzioni ed amministrazione proprie. Nota: Questa definizione vale per le norme relative alla qualità. Il termine "organizzazione" è definito in modo diverso nella guida ISO/IEC 2. (22) ORGANIZZAZIONE (vs qualità ambientale) 1-Società, azienda, impresa, autorità o istituzione, o parte o combinazione di esse, con o senza personalità giuridica o privata, che ha amministrazione e funzioni proprie. L’entità da registrare come organizzazione è concordata con il verificatore ambientale, e se del caso, con gli organismi competenti (dimensione max uno Stato membro). La più piccola entità corrisponde ad un sito ed eccezionalm. alla suddivisione di un sito con funzioni proprie. (26)

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2-Gruppo, società, azienda, impresa, ente o istituzione, ovvero loro parti o combinazioni, associata o meno, pubblica o privata, che abbia una propria struttura funzionale e amministrativa. Nota: Nelle organizzazioni costituite da più entità operative, una singola entità operativa può essere definita come un’organizz. (27) OSSERVAZIONE DI VERIFICA ISPETTIVA (vs qualità) Constatazione di un fatto effettuata durante una verifica ispettiva della qualità e convalidata da evidenze oggettive. (22) OUTPUT (vs qualità) Elementi di uscita di un processo. Vedi processo. (22) PACCIAMATURA (vs agricoltura) E' una pratica di copertura della superficie di un suolo coltivato o piantato per evitare la crescita di malerbe, per mantenere relativamente elevata la temperatura del suolo anche nei mesi invernali e per diminuire l'evaporazione dell'acqua nei mesi estivi. Può essere fatta con cippato, paglia, erba secca, tessuto non tessuto e film di pvc. (Scuola agraria di Monza) PARADIGMA Nella filosofia della scienza(epistemologia), un insieme coerente ed articolato di teorie, metodi e procedimenti che contraddistinguono in modo predominante una fase dell'evoluzione di una teoria scientifica. (19) E' necessario un cambio di paradigma ogni volta che le divergenze tra teoria e realtà diventano troppo grandi. (Thomas Kuhn) PARTE INTERESSATA (vs qualità ambientale) Individuo o gruppo coinvolto o influenzato dalla prestazione ambientale di un’organizzazione. (27) PIANIFICAZIONE DELLA QUALITA' (vs qualità) Le attività mediante le quali vengono stabiliti gli obiettivi ed i requisiti per la qualità e per l'applicazione degli elementi del sistema qualità. Nota: La pianificazione della qualità copre: a-la pianificazione del prodotto: identificazione, classificazione e valutazione delle caratteristiche relative alla qualità nonchè la definizione degli obiettivi, dei requisiti per la qualità e dei relativi vincoli, b- la pianificazione gestionale ed operativa: definizione delle modalità di applicazione del sistema qualità comprendendo organizzazione e programmazione, c- la preparazione di piani della qualità e la predisposizione di misure per il miglioramento. (22) PIANO DELLA QUALITA' (vs qualità) Documento che precisa le particolari modalità operative, le risorse e le sequenze delle attività relative alla qualità di un determinato prodotto, progetto o contratto. Nota1: Un piano della qualità di regola fa riferimento alle parti del manuale della qualità applicabili al caso specifico. Nota2: A seconda della funzione, può essere aggiunto un termine qualificativo come ad esempio: piano di assicurazione della qualità o piano di gestione dellla qualità. (22)

PIATTAFORMA ECOLOGICA (vs rifiuti) Vedi piattaforma per la raccolta differenziata. PIATTAFORMA PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA (vs rifiuti) 1-Un'area attrezzata destinata ad ammassare, stoccare, selezionare e cedere a terzi le singole frazioni dei rifiuti ottenute dalla raccolta differenziata. (4) (23) 2- E' un metodo di raccolta del Rifiuto urbano basato sul principio della raccolta differenziata che assolve le funzioni di: a-centro pulito ed efficiente, accompagnato da una gestione che assistendo l'utente fa da riscontro positivo alla richiesta di collaborazione del cittadino. b-punto di riferimento ed appoggio commerciale ed operativo per tutti i centri di raccolta satelliti. c-supporto concreto ed affidabile alle iniziative di volontariato. d-punto di valorizzazione commerciale dei materiali raccolti. e-struttura economica ed operativa di compensazione per la gestione dei servizi di raccolta di quelle frazioni che autonomamente non sarebbero in grado di svilupparsi. La raccolta inizierebbe col rifiuto ingombrante (il 20% dei RU) cercando di assicurarsi una forte collaborazione dei cittadini, assicurando, su obiettivi prefissati, i risultati evidenti e riscontrabili. (Conerre- studio RU 7/91) PIATTAFORMA PER LO STOCCAGGIO PROVVISORIO DELLE FRAZIONI DEI RU Vedi piattaforma per la raccolta differenziata. (14) PIAZZOLA ECOLOGICA (vs rifiuti) Aree non custodite, attrezzate con contenitori monomateriale, multimateriale. (28) PIAZZUOLA PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA (vs rifiuti) 1-Aree attrezzate e distribuite sul territorio comunale e destinate a ricevere dalle utenze alcune singole frazioni di rifiuti ottenute dalla raccolta differenziata. (4 alleg. B) 2-Aree custodite ed attrezzate al ricevimento di rifiuti urbani o loro frazioni che non prevedano l’installazione di strutture tecnologiche o processi di trattamento. (28) PIOMBO Metallo pesante utilizzato nella produzione della plastica come stabilizzatore termico e pigmento inorganico per l'opacità'. E' una tossina che si accumula nell'organismo. POLITICA La difficile arte di risolvere insieme i problemi. (Don Milani) POLITICA AMBIENTALE (vs qualità ambientale) 1-Gli obiettivi ed i pricipi di azione dell'impresa riguardo all'ambiente ivi compresa la conformità alle pertinenti disposizioni regolamentari in materia ambientale. (6) 2-Obiettivi e principi generali di azione di un’organizzazione rispetto all’ambiente, ivi compresa la conformità a tutte le pertinenti disposizioni regolamentari sull’ambiente e l’impegno di un miglioramento continuo delle prestazioni ambientali; tale politica ambientale

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costituisce il quadro per fissare e riesaminare gli obiettivi e i target ambientali. (26) POLITICA PER LA QUALITA’ (vs qualità) Obiettivi ed indirizzi generali di un'organizzazione relativi alla qualità espressi in modo formale dall’alta direzione. Nota: La politica per la qualità costituisce uno degli elementi della politica aziendale e va stabilita dall’alta direzione (22) PORTATORI DI INTERESSI (STAKEHOLDERS) (vs qualità ambientale) vedi “parte interessata”. POZZO (vs sistema) Destinazione ultima dei flussi di energia e di materiali impiegati da un sistema dissipativo. L'atmosfera è il pozzo del diossido di carbonio generato dalla combustione del carbone; una discarica municipale è spesso il pozzo per la carta prodotta a partire dal legno di una foresta. (Oltre i limiti dello sviluppo - D.L.Meadows) PREPARATO (vs ecolabel) I miscugli o le loro soluzioni, come definiti dall'articolo 2 della direttiva 67/548/CEE del Consiglio. (7) PRESELEZIONE (vs rifiuti) Operazioni idonee a separare e classificare il rifiuto, anche tramite raccolta differenziata, in frazioni omogenee destinabili al recupero, ivi compresa la separazione della frazione organica umida. (24) PRESELEZIONE A MONTE (vs rifiuti) Modalità con cui il produttore di rifiuti urbani (es. cittadino) evita di mescolarli e li separa per frazioni merceologiche quali ad esempio la frazione organica domestica, frazione verde, vetro, metalli ferrosi e non ferrosi, plastica, carta, cartone, etc. (28) PRESTAZIONE AMBIENTALE (vs qualità ambientale) 1-I risultati della gestione degli aspetti ambientali da parte dell’organizzazione. (26) 2-Risultati misurabili del sistema di gestione ambientale, conseguenti al controllo esercitato dall’organizzazione sui propri aspetti ambientali, sulla base della sua politica ambientale, dei suoi obiettivi e dei suoi traguardi. (27) PRETRATTAMENTO ( vs rifiuti) Operazioni idonee a qualificare la frazione omogenea dei rifiuti al fine di renderla idonea al recupero. (24) PREVENZIONE (vs rifiuti di imballaggio) La riduzione della quantità e della nocività per l’ambiente: -delle materie e sostanze utilizzate negli imballaggi e nei rifiuti di imballaggio, -degli imballaggi e rifiuti di imballaggio nella fase del processo di produzione nonché in quelle della commercializzazione della distribuzione, dell’utilizzazione e dello smaltimento, in particolare attraverso lo sviluppo di prodotti e di tecnologie non inquinanti. (20) 2-Riduzione, in particolare attraverso lo sviluppo di prodotti e di tecnologie non inquinanti, della quantità e della nocività per l'ambiente sia delle materie e delle sostanze utilizzate negli imballaggi e nei rifiuti di imballaggio, sia degli imballaggi e rifiuti di imballaggio nella fase del processo di produzione, nonchè in quella

della commercializzazione, della distribuzione, dell'utilizzazione e della gestione post-consumo. (24) PREVENZIONE DELL’INQUINAMENTO (vs qualità ambientale) 1-Impiego di processi, pratiche, materiali o prodotti che evitano, riducono o controllano l’inquinamento, tra cui possono annoverarsi riciclaggio, trattamento, modifiche di processi, meccanismi di controllo, uso efficiente delle risorse e sostituzione dei materiali. (26) 2-Uso di processi (procedimenti), prassi, materiali o prodotti per evitare, ridurre o tenere sotto controllo l’inquinamento, compresi il riciclaggio, il trattamento, i cambiamenti di processo, i sistemi di controllo, l’utilizzazione efficiente delle risorse e la sostituzione dei materiali. Nota:I benefici potenziali della prevenzione dell’inquinamento comprendono la riduzione degli impatti ambientali negativi, l’incremento dell’efficienza, e la riduzione dei costi. (27) PRINCIPI Grandi e fondamentali linee di condotta e di organizzazione umana. Non devono essere confusi con i valori, dai quali si differenziano per la loro autonomia ed elasticità. Essi sono in sostanza un mezzo, uno strumento di orientamento per attuare i valori. La loro validità non viene percepita come assoluta, ma in rapporto funzionale alle congiunture umane. (V.Bettinelli- Per un raggruppamento dei valori) PRINCIPI GUIDA (vs qualità ambientale) Dichiarazioni formali che esprimono la base su cui costruire una politica ambientale, che servono per indirizzare le azioni dell’organizzazione e possono fornire una posizione etica in aree di importanza all’organizzazione stessa ed alle altre parti interessate. (27) PROCEDURA (vs qualità) 1- Modalità definite per eseguire un'attività. Nota1: In molti casi le procedure sono documentate (per esempio le procedure relative ai sistemi qualità). Nota2: Quando la procedura è documentata, conviene utilizzare il termine "procedura scritta" o "procedura documentata". Nota3: Una procedura scritta o documentata di regola contiene: lo scopo e il campo di applicazione di un'attività; che cosa deve essere fatto e da chi; quando, dove e come deve essere fatto; quali materiali, apparecchiature e documenti devono essere utilizzati; come ciò deve essere tenuto sotto controllo e registrato. (22) 2- Sono disposizioni scritte che specificano lo scopo e il campo di applicazione delle attività svolte nell'organizzazione di servizio per soddisfare le sigenze dei clienti. Esse definiscono come le attività devono essere svolte, controllate e registrate. Le procedure dovrebbero essere concordate, rese disponibili al

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personale e capite da tutti quelli che interagiscono con la loro applicazione. (Guida per i servizi - UNI EN 29004/2) 3- Uno specifico modo per eseguire un’attività. (27) PROCESSO (vs qualità) Insieme di risorse e di attività tra loro interconnesse che trasformano degli elementi in ingresso in elementi di uscita. Nota: Le risorse possono comprendere personale, disponibilità finanziaria, mezzi, apparecchiature, tecnologie e metodologie. (22) PRODOTTO (vs qualità) 1-Risultato di un'attività o di processi. Nota1: Un prodotto può comprendere, servizi, hardware, materiali da processo continuo, software o loro combinazioni. Nota2: Un prodotto può essere tangibile (per esempio: insiemi di componenti o materiali da processo continuo), oppure intangibile (per esempio: conoscenze o idee), oppure una combinazione di essi. Nota3: Un prodotto può essere sia intenzionale (per esempio: prodotto offerto ai clienti), sia non intenzionale (per esempio: prodotto inquinante o altri effetti non voluti). (22) 2-(Da productione: far avanzare, far uscire) Tutto ciò che la terra produce, o che deriva da un'attività umana. (19) PRODUTTORE (vs rifiuti) La persona la cui attività ha prodotto rifiuti(produttore iniziale) e/o la persona che ha effettuato operazioni di pre-trattamento o di miscuglio o altre operazioni che hanno mutato la natura o la composizione di detti rifiuti. (2)(24) PRODUTTORE (vs rifiuti di imballaggi) I fornitori di materiali di imballaggio, i fabbricanti, i trasformatori e gli importatori di imballaggi vuoti e di materiali di imballaggio. (24) PROGRAMMA AMBIENTALE (vs qualità ambientale) Descrizione delle misure (responsabilità e mezzi) adottate o previste per raggiungere obiettivi e target ambientali e relative scadenze. (26) PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (vs rifiuti di imballaggi) I soggetti e gli enti che gestiscono il servizio di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento di Rifiuti urbani nelle forme di cui la legge 142/90, o loro concessionari. (24) QUALITA’ (vs qualità) L'insieme delle caratteristiche di un'entità che ne determinano la capacità di soddisfare esigenze espresse ED implicite. Nota1: In un contesto contrattuale o in un settore regolamentato, come quello della sicurezza nel settore nucleare, le esigenze sono specificate, mentre in altri contesti le esigenze implicite andrebbero identificate e definite. Nota2: In molti casi le esigenze possono cambiare nel tempo; ciò implica riesami periodici dei requisiti per la qualità.

Nota3: Generalmente le esigenze sono tradotte in caratteristiche secondo criteri definiti (vedere requisiti per la qualità). Le esigenze possono comprendere aspetti quali ad esempio: prestazioni, facilità di utilizzazione, fidatezza (disponibilità, affidabilità, manutenibilità, sicurezza, protezione ambientale (vedere requisiti della collettività) ed anche aspetti economici ed estetici. Nota4: Il termine "qualità" da solo non va usato per esprimere un livello di merito in senso comparativo, nè per esprimere valutazioni tecniche in senso quantitativo. Per esprimere questi significati devono essere aggiunti altri termini qualificativi. Per esempio si possono usare le espressioni : a-"qualità" relativa: quando le entità sono classificate secondo una graduatoria di merito in senso comparativo (da non confondrsi con classe); b- "livello di qualità" in senso quantitativo (come nell'accettazione per campionamento) e misura della "qualità" quando vengano eseguite precise valutazioni tecniche. Nota5: L'ottenimento di una qualità soddisfacente coinvolge tutte le fasi del Cerchio della qualità nel suo complesso. I contributi dati alla qualità da queste varie fasi possono essere specificati separatamente; per esempio: qualità dovuta alla definizione delle esigenze, qualità dovuta alla progetttazione del prodotto, qualità dovuta alla conformità, qualità dovuta all'assistenza al prodotto durante il suo ciclo di vita. Nota6: In alcuni casi, la qualità viene indicata come "idoneità all'uso" o "idoneità allo scopo" o "soddisfazione del cliente" o "conformità ai requisiti". Questi rappresentano solo alcuni aspetti della qualità come sopra definita. (22) QUALITA' DELLA VITA 1-La realizzazione ed il mantenimento dei valori fondamentali. 2-E' il livello di soddisfazione raggiunto nel soddisfacimento delle proprie esigenze materiali o immateriali, da parte di un individuo, gruppo, comunità. QUALITY MANUAL (vs qualità) Vedi manuale qualità. RACCOLTA (vs rifiuti) 1-L'operazione di raccolta, di cernita (o differenziazione) e/o di raggruppamento dei rifiuti per il loro trasporto. (2) 2-L'operazione di prelievo, di cernita e/o di raggruppamento dei rifiuti per il oro trasporto. (24) 3-Le operazioni di prelievo e di collettamento dei rifiuti fino all'accumulo in apposita attrezzatura o impianto. (23) RACCOLTA DIFFERENZIATA (vs rifiuti) 1-Si intende il conferimento e la raccolta separata di frazioni dei Rifiuti urbani. (3) 2-L'organizzazione della separazione di determinate frazioni di rifiuti fin dalla fase di conferimento finalizzata a ridurre la quantita' e la pericolosita' dei rifiuti da smaltire ed a favorire il recupero di materiali od energia dai rifiuti. Rientrano in tale servizio tutte le attività a partire dalla fase di conferimento, fino alla fase di gestione delle piattaforme per la raccolta differenziata. (4) (14)(23)

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3-La raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee, compresa la frazione organica umida, destinate al riutilizzo, al riciclaggio e al recupero di materia prima. (24) 4-La raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee, destinate al riutilizzo, al riciclaggio e al recupero di materia prima.(28) RACCOLTA DIFFERENZIATA INTEGRATA (vs rifiuti) E' il servizio di raccolta di specifici materiali oggetto di raccolta differenziata nell'ambito e con le stesse, o simili, modalità di raccolta del servizio per i rifiuti indifferenziati, da parte dello stesso gestore di quest'ultimo servizio. Il servizio di raccolta differenziata integrata ha lo scopo di permettere la separazione all' atto del conferimento presso l'utenza domestica e/o produttiva delle frazioni oggetto di raccolta. (Prog.legge PRC a integraz. LR 21/93) RACCOLTA DIFFERENZIATA MULTIMATERIALE 1-Contenimento di plastica, vetro, alluminio e banda stagnata nello stesso contenitore per la frazione secca recuperabile. (Cons. Replastic - 10/96) 2-Raccolta differenziata di due o più componenti merceologiche contenute nei rifiuti urbani, componenti che siano poi facilmente e utilmente separabili con appositi impianti di selezione. (28) REALIZZAZIONE DEL SERVIZIO (vs qualità) Le attività del fornitore necessarie per prestare il servizio. (22) RECUPERO (vs rifiuti) 1-Tutte le operazioni previste nell’allegato 2B. Esse sono classificate come: -recupero e rigenerazione dei solventi,- recupero e riciclo delle sostanze organiche dei metalli e dei composti metallici e di altre sostanze inorganiche, - rigenerazione degli acidi e delle basi, -recupero dei prodotti che servono per captare gli inquinanti, -recupero dei prodotti provenienti dai catalizzatori, - rigenerazione o altri impieghi degli olii, - utilizzazione principale come combustibile o altro mezzo per produrre energia, -spandimento sul suolo a beneficio dell'agricoltura o dell'ecologia, comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche, -utilizzazioni di rifiuti ottenuti da recuperi vari o trasformazioni. (2) (20) 2-Tutte le pertinenti operazioni previste nell'allegato "C"del presente decreto. (24) 3-Ogni azione intesa ad ottenere, mediante reimpiego, riciclaggio, riutilizzo dei rifiuti, materie prime secondarie e/o energia. (3) 4-Utilizzare almeno in parte materiali, sostanze o energie che andrebbero perdute, rendere di nuovo disponibile, utile, valido. (19) RECUPERO DI ENERGIA (vs rifiuti di imballaggio) L’utilizzazione di rifiuti di imballaggio combustibili quale mezzo per produrre energia mediante incenerimento diretto con o senza altri rifiuti ma con recupero di calore. (20) (24)

REFUSED DERIVED FUEL(RDF) Vedi combustibile da rifiuti. REGISTRAZIONE (vs qualità) Documento che fornisce evidenza oggettiva di attività eseguite o di risultati ottenuti. Nota1: Una registrazione della qualità fornisce evidenza oggettiva circa il grado di soddisfacimento dei requisiti per la qualità (esempio: registrazione della qualità di un prodotto) o l'efficacia operativa di un elemento del sistema qualità (esempio: registrazione relativa ad un sistema qualità). Nota2: Alcuni degli scopi delle registrazioni della qualità sono la dimostrazione, la rintracciabilità e le azioni preventive e correttive. Nota3: Una registrazione può essere scritta o memorizzata su qualunque supporto dati. (22) REIMPIEGO Ogni azione intesa ad utilizzare materiale separato dai rifiuti, nella stessa funzione iniziale (es. vuoti a rendere). REQUISITI DELLA COLLETTIVITA' (vs qualità) Obblighi derivanti da leggi, regolamenti, regole, codici, statuti e da altre considerazioni. Nota1: Le "altre considerazioni" includono, in particolare protezione ambientale, salute, sicurezza, security conservazione dell'energia e delle risorse naturali. Nota2: Nel definire i requisiti per la qualità è opportuno considerare tutti i requisiti della collettività. Nota3: I requisiti della collettività includono i requisiti giurisdizionali e regolamentari. Essi possono essere diversi da una giurisdizione all'altra. (22) REQUISITI DELLA SOCIETA' (vs qualità) Vedi requisiti della collettività. REQUISITI PER LA QUALITA' (vs qualità) Espressione delle esigenze, o loro traduzione in un insieme di requisiti espressi quantitativamente o qualitativamente , per le caratteristiche di un'entità al fine di consentirne la realizzazione e l'esame. Nota1: E' importante che i requisiti per la qualità riflettano pienamente le esigenze del cliente espresse ed implicite. Nota2: Il termine requisiti include sia quelli derivanti da esigenze contrattuali o di mercato, sia quelli interni all'organizzazione. Essi possono essere definiti, precisati ed aggiornati in varie fasi della pianificazione. Nota3: I requisiti definiti in termini quantitativi e relativi a determinate caratteristiche comprendono, ad esempio, valori nominali, valori limite, scostamenti limite e tolleranze. Nota4: I requisiti per la qualità dovrebbero essere espressi in termini funzionali ed in modo documentato. (22) RESIDUO (vs rifiuto industriale) Sostanza o materiale derivante da un processo di produzione o di consumo, suscettibile di essere avviato a riutilizzo (art.2 lett.b). (18) - Vedi materie prime seconde. REVISORE (vs qualità ambientale)

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1-Individuo o gruppo di lavoro, appartenente al personale dell'impresa o esterno ad essa, che opera per conto della direzione generale dell'impresa, in possesso, individualmente o collettivamente, delle competenze di cui all'allegato II, punto C e sufficientemente indipendente dalle attività che controlla per esprimere un giudizio obiettivo. (6) 2-Individuo o gruppo, appartenente al personale dell’organizzazione o esterno ad essa, che opera per conto della direzione dell’organizzazione, dotato, individualmente o collettivamente, delle competenze di cui all’allegato II, punto 2.4 e sufficientemente indipendente dall’attività che controlla per esprimere un giudizio obiettivo. (26) RICICLAGGIO (vs rifiuti) 1-Ritrattamento in un processo di produzione dei rifiuti e rifiuti di imballaggio per la loro funzione originaria o per altri fini, compreso il riciclaggio organico ed a esclusione del recupero di energia. (20) (24) 2-Ogni azione intesa a riprodurre un materiale nuovo partendo dallo stesso tipo di materiale separato dai rifiuti. RICICLAGGIO DEI CONTENITORI O IMBALLAGGI PER LIQUIDI Si intende la fabbricazione di nuovi contenitori, o imballaggi, o di altri prodotti mediante contenitori usati nonché l'utilizzazione di questi ultimi come combustibile in impianti destinati al recupero di energia e calore. (5) RICICLAGGIO ORGANICO (vs rifiuti di imballaggio) Il trattamento aerobico (compostaggio) o anaerobico (biometanazione), a opera di microrganismi e in condizione controllate, delle parti biodegradabili dei rifiuti di imballaggio, con produzione di residui organici stabilizzati o di metano ad esclusione dell'interramento in discarica che non può essere considerato una forma di riciclaggio organico. (20) (24) Vedi anche compostaggio. RICICLARE In varie tecnologie (metallurgiche, chimiche, biochimiche) sottoporre più volte una sostanza o parte di essa, a uno stesso ciclo di lavorazione. (19) RICICLERIA (vs rifiuti) Vedi "piattaforma per la raccolta differenziata" RIESAME DA PARTE DELLA DIREZIONE (vs qualità) Valutazione formale effettuata dall'alta direzione circa lo stato e l'adeguatezza del sistema qualità in relazione alla politica della qualità e ai relativi obiettivi. Nota1: Il riesame da parte della direzione può comprendere il riesame della politica della qualità. Nota2: I risultati delle verifiche ispettive della qualità sono uno dei possibili elementi da considerare nel riesame da parte della direzione. Nota3: Per "alta direzione" si intende la direzione dell'organizzazione di cui si riesamina il sistema qualità. (22) RIESAME DEL CONTRATTO (vs qualità) Attività sistematiche, eseguite dal fornitore prima della firma del contratto per assicurare che i requisiti per la

qualità siano adeguatamente definiti, privi di ambiguità, documentati e che possano essere utilizzati dal fornitore. Nota1: Il riesame del contratto è responsabilità del fornitore, tuttavia può essere eseguito congiuntamente con il cliente. Nota2: Il riesame del contratto può essere ripetuto in diverse fasi della realizzazione del contratto per quanto può essere necessario. (22) RIFIUTI 1-Per rifiuto si intende qualsiasi sostanza od oggetto derivante da attività umane o da cicli naturali, abbandonato o destinato all'abbandono. Sono classificati in: urbani, speciali, tossici e nocivi. (1) 2-Qualsiasi sostanza od oggetto che rientri nelle categorie riportate nell’allegato 1 e di cui il detentore si disfi o abbia l’obbligo di disfarsi. Sono esclusi dal campo di applicazione della direttiva i seguenti rifiuti: -effluenti gassosi emessi nell’atmosfera, -rifiuti radioattivi, - rifiuti da prospezione ed estrazione minerale e sfruttamento cave, - carogne di animali, materie fecali, -acque di scarico esclusi i rifiuti allo stato liquido, - materiali esplosivi in disuso. (2) 2-Qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell'allegato A e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi. (24) RIFIUTI DI IMBALLAGGIO 1-Ogni imballaggio o materiale di imballaggio rientrante nella definizione di rifiuti della Dir.CEE 75/442, esclusi i residui della produzione. (20) 2-Ogni imballaggio o materiale di imballaggio, rientrante nella definizione di rifiuto di cui all' articolo 6 comma 1 lettera a, esclusi i residui della produzione. (24) RIFIUTI GIACENTI SU STRADE O AREE PUBBLICHE Vedi: Rifiuti urbani esterni. RIFIUTI INDUSTRIALI Si intendono i rifiuti speciali, i rifiuti speciali assimilabili ai Rifiuti urbani nonché i rifiuti speciali tossici e nocivi che derivano da lavorazioni industriali. (5) RIFIUTI INGROMBANTI 1-Sono Rifiuti urbani quali beni di consumo durevoli,di arredamento di impiego domestico, di uso comune, provenienti da fabbricati o da altri insediamenti civili in genere. (1) (3) 2-I rifiuti che per dimensione non possono essere conferiti all’ordinario servizio di raccolta. (28) RIFIUTI LIQUIDI Sono frazioni di rifiuti urbani ed assimilabili ottenuti dalla raccolta differenziata. Sono composti da: - olii e grassi vegetali ed animali residui dalla cottura degli alimenti presso luoghi di ristorazione collettiva. (15) RIFIUTI ORGANICI COMPOSTABILI (15) Sono frazioni di rifiuti urbani ed assimilabili ottenuti dalla raccolta differenziata. Sono composti da: -rifiuti di provenienza alimentare collettiva, domestica e mercatale,-rifiuti vegetali derivanti da attività di manutenzione del verde pubblico e privato e scarti

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ligneo-cellulosici naturali, ad esclusione degli scarti della lavorazione del legno. (15) RIFIUTI PERICOLOSI 1-Sono pericolosi i rifiuti non domestici precisati nell' elenco di cui all'allegato "D". (24) 2-Per essere pericoloso un rifiuto deve appartenere ad una delle categorie elencate nell'allegato I , contenere uno o più dei 51 costituenti elencati nell'allegato II e presentare una o più delle 18 caratteristiche di pericolosità di cui all'allegato III della direttiva UE 91/689. (s24o - 30/12/96) RIFIUTI SOLIDI Sono frazioni di rifiuti urbani ed assimilabili ottenuti dalla raccolta differenziata. Sono composti da: -rifiuti ingombranti, -materiali in vetro, -contenitori in plastica, -materiali in metallo, -carta e cartone, -frigoriferi o frigo-congelatori e simili, -componenti elettronici provenienti da utenze collettive, da attività produttive, commerciali e servizi. (15) RIFIUTI URBANI (RU) Vedi rifiuti urbani. RIFIUTI SPECIALI 1-Sono residui speciali: A-i residui derivanti da lavorazioni industriali, quelli derivanti da attività agricole, artigianali, commerciali, e di servizi che, per quantità o qualità, non siano dichiarati assimilabili ai rifiuti urbani B-i rifiuti provenienti da ospedali, case di cura ed affini, non assimilabili a quelli urbani. C-i materiali provenienti da demolizioni, costruzioni e scavi; i macchinari e le apparecchiature deteriorati o obsoleti. D-i veicoli a motore, i rimorchi, e simili fuori uso e loro parti. E-i residui dell'attività' di trattamento dei rifiuti e quelli derivanti dalla depurazione degli effluenti. I rifiuti radioattivi, prodotti dalle cave, le carogne, le feci di produzione agricola, le emissioni nell'aria, sono considerati rifiuti speciali ma regolati con leggi apposite. (1) 2-Sono rifiuti speciali: A-i rifiuti da attività agricole /o agroindustriali (già in dpr 915/82 art.2 c.4 punto 1 senza riferimento ad attiv.agro-industr). B-i rifiuti derivanti da attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti pericolosi che derivano dalle attività di scavo (già in dpr 915/82 art.2 c.4 punto 3). C-i rifiuti da lavorazioni industriali (già in dpr 915/82 art.2 c.4 punto 1). D-i rifiuti da lavorazioni artigianali (già in dpr 915/82 art.2 c.4 punto 1). E-i rifiuti da attività commerciali. (già in dpr 915/82 art.2 c.4 punto 1). F-i rifiuti da attività di servizio. (già in dpr 915/82 art.2 c.4 punto 1).

G-i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento dei rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento dei fumi. (già in dpr 915/82 art.2 c.4 punto 5). H-i rifiuti derivanti da attività sanitarie (già in dpr 915/82 art.2 c.4 punto 2, viene meno la categoria generale degli ospedalieri assimilabili agli urbani)., I-i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti. (già in dpr 915/82 art.2 c.4 punto 3). L-i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti. (già in dpr 915/82 art.2 c.4 punto 4). (24) RIFIUTI SPECIALI ASSIMILABILI AGLI URBANI (RAU) Sono rifiuti speciali che possono essere smaltiti come gli RU in discariche di 1^ categoria, e che hanno una composizione merceologica analoga a quella dei RU. L'elenco di questi rifiuti è fornito al punto 1.1.1 del C.I. 27.7.84; inoltre i rifiuti speciali di cui ai punti 1,3,4,5 comma 4° art 2 DPR 915/82, possono essere ammessi allo smaltimento in discariche aventi le caratteristiche fissate come al punto 4.2.2 se rispettano le 3 condizioni: a-composizione merceologica analoga ai rifiuti urbani (segue lista),b-lo smaltimento non dia luogo ad emissioni o altro, c-se non sono contenute sostanze pericolose.(1) RIFIUTI SPECIALI OSPEDALIERI Tutti i rifiuti provenienti da strutture sanitarie, pubbliche o private, compresi i rifiuti di ristorazione, che non sono assimilabili ai rifiuti urbani, salvo che per l'incenerimento, fatta eccezione per i residui cartacei prodotti presso i servizi amministrativi e gli imballaggi e contenitori fisicamente esclusi dal circuito dei servizi sanitari. (5) RIFIUTI TOSSICI E NOCIVI Sono rifiuti tossici e nocivi tutti i rifiuti che contengono o sono contaminati da una serie di sostanze chimiche ben precisate in una lista inclusa nel presente decreto e che sono presenti in quantità e/o in concentrazione tali da presentare un pericolo per la salute e l'ambiente. Le caratteristiche di pericolosità per i rifiuti sono elencate in allegato 3 documento 17. (1) RIFIUTI URBANI 1-Sono rifiuti urbani: A-i residui non ingombranti provenienti dai fabbricati o da altri insediamenti civili in genere. B-i rifiuti ingombranti, quali beni di consumo durevoli, di arredamento di impiego domestico, di uso comune, provenienti da fabbricati o da altri insediamenti civili in genere. C-i rifiuti di qualunque natura o provenienza giacenti sulle strade ed aree private, comunque soggette ad uso pubblico, o sulle spiagge marittime, lacuali e sulle rive dei fiumi. I rifiuti urbani possono essere solidi (RU), liquidi o gassosi. (1) 2-Sono rifiuti urbani:

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A-i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione (già in dpr 915/82 art.2 c.3 punti 1 e 2). B-i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla lettera "A", assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità. ai sensi dell'articolo 21, comma 2, lettera "G", cioè definiti da regolamento comunale (già in delib. intermin.27.7.84 punto 1.1.1).. C-i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade (non previsti prima espressamente nel dpr 915/82). D-i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua. (già in dpr 915/82 art.2 c.3 punto 3). E-i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali. (implicitamente già in dpr 915/82 art.2 c.3 punto 3). F-i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere B, C ed E. (non previsti in dpr 915/82). (24) RIFIUTI URBANI ESTERNI Sono rifiuti costituiti da oggetti di varia natura abbandonati sulle aree pubbliche come strade, fossi, spiagge, boschi, etc. Sono in genere complementari ai rifiuti interni che sono identificati da rifiuti urbani "ordinari" cioè originati da fabbricati ed insediamenti civili e da rifiuti ingombranti. (L.445/87 art 10bis) RIFIUTI URBANI PERICOLOSI 1-Sono frazioni di rifiuti urbani ed assimilabili ottenuti dalla raccolta differenziata. Sono composti da: -batterie e pile, -prodotti e relativi contenitori, etichettati con il simbolo "T" o "F", -prodotti farmaceutici inutilizzati, scaduti o avariati, -lampade a scarica e tubi catodici, -siringhe giacenti sulle aree pubbliche, in uso pubblico o aperte al pubblico, del territorio comunale, -cartucce esauste di toner per fotocopiatrici e stampanti. (15) 2-Sono rifiuti che possono presentarsi sotto forma di liquidi, di solido o di fango, precisati in un elenco da stabilirsi conformemente all’art.18 Dir.Cee 75/442 e basato sugli allegati 1 e 2 della presente Direttiva entro 6 mesi che precedonola data di applicazione della presente direttiva. Tali rifiuti devono possedere almeno una delle caratteristiche elencate nell’allegato 3. L’elenco precitato tiene conto dell’origine e della composiz. dei rifiuti e eventualmente dei valori limite di concentrazione. La presente dirett. non riguarda i rifiuti domestici. (17) 3-Quelli così definiti dalla deliberazione del Comit.Interm. di cui all’art.5 del DPR 915/82 e successive integrazioni. Vedi rifiuti tossici e nocivi. (3) RIFIUTI URBANI PARTICOLARI (vs rifiuti) I rifiuti che per le loro caratteristiche o per espresse disposizioni di legge devono essere avviati a forme

particolari di recupero o smaltimento e quindi, a tal fine, devono essere raccolti in modo differenziato. Ad esempio: olii minerali usati, pile e batterie per apparecchiature elettriche ed elettroniche di uso domestico, medicinali scaduti, contenitori contaminati da liquidi e sostanze infiammabili irritanti o nocivi, tossici, corrosivi ecotossici, batterie per auto esauste possedute da privati, olii e grassi vegetali ed animali esausti, rifiuti di polietilene, beni durevoli di cui all’art.44 dlgs 22/97. (28) RINTRACCIABILITA' / RIFERIBILITA' (vs qualità) Capacità di ricostruire la storia e di seguire l'utilizzo o l'ubicazione di una entità mediante identificazione registrata. Nota1: Il termine riferibilità o il suo sinonimo rintracciabilità può avere tre significati principali: a- riferiti ad un prodotto può riguardare l'origine del materiale e componenti, la storia dei processi relativi al prodotto, la distribuzione ed ubicazione del prodotto dopo la consegna; b- riferiti ad una taratura mettono in relazione strumenti per misurazioni con campioni nazionali od internazionali, con campioni primari o con costanti e proprietà fisiche fondamentali o materiali di riferimento; c- riferiti ad una raccolta dati riguardano calcoli e dati ottenuti lungo tutto il Cerchio della qualità, risalendo, talvolta, fino ai requisiti per la qualità di un'entità. Nota2: Tutti gli aspetti concernenti i requisiti di riferibilità o rintracciabilità, ove esistenti, dovrebbero essere chiaramente definiti, precisando per esempio il periodo coperto, il punto di origine o l'identificazione. (22) RISORSA (da resurgere: risorgere) Mezzi di cui si dispone e che possono costituire sorgente di guadagno o di ricchezza. (19) RIUSO Vedi reimpiego. RIUTILIZZO ( vs materie prime seconde) 1-Processo produttivo nel quale un rifiuto viene utilizzato come materia prima anche o esclusivamente una materia prima secondaria. (9) 2-Ogni azione intesa a produrre beni e/o combustibili partendo da materie prime ottenute da materiali separati dei rifiuti. RIUTILIZZO (vs rifiuti di imballaggio) Qualsiasi operazione nella quale l’imballagio concepito e progettato per poter compiere, durante il suo ciclo di vita, un numero minimo di spostamenti o rotazioni, è riempito di nuovo o reimpiegato per un uso identico a quello per il quale è stato concepito, con o senza il supporto di prodotti ausiliari presenti sul mercato che consentano il riempimento dell’imballaggio stesso; tale imballaggio riutilizzato diventa rifiuto di imballaggio quando cessa di essere reimpiegato. (20) (24) SACCHETTI O BUSTE Si intendono gli involucri pre-confezionati di qualsiasi materiale che il venditore al dettaglio fornisce al consumatore per l'asporto delle merci. Dimensione

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minima per riutilizzo cm 27x50. Devono avere stampate indicazioni per l’utilizzo di merci e biologico e la composizione del materiale del sacchetto. (5) SCOPING (vs impatto ambientale) E' la procedura di concertazione necessaria per definire la portata dei problemi che si debbono affrontare per identificare i nodi significativi posti dalla realizzazione di un progetto. (V.Bettini-L'impatto ambientale) SCOPO 1-Fine, intento, proposito che si vuole raggiungere ed alla cui realizzazione è rivolto tutto un modo di agire. (19) 2-Una ampia, generale direzione o intento. SERVIZIO (vs qualità) Risultato di attività svolte all'interfaccia tra fornitore e cliente e di attività proprie del fornitore, per soddisfare le esigenze del cliente. Nota1:Il fornitore o il cliente possono essere rappresentati all'interfaccia da persone o da apparecchiature. Nota2: Le attività svolte dal cliente all'interfaccia con il fornitore possono essere essenziali per la realizzazione del servizio. Nota3: La consegna o l'utilizzazione dei prodotti tangibili possono far parte della realizzazione del servizio. Nota4: Un servizio può essere connesso alla fabbricazione e alla fornitura di prodotti tangibili. (22) SERVIZIO PUBBLICO (vs servizi) Sono considerati servizi pubblici, anche se svolti in regime di concessione o mediante convenzione, quelli volti a garantire il godimento dei diritti della persona, costituzionalmente tutelati, alla salute,all’assistenza e previdenza sociale, alla istruzione e alla libertà di comunicazione, alla libertà e alla sicurezza della persona, alla libertà di circolazione, ai sensi dell’art.1 Legge 146/90, e quelli di erogazione di energia elettrica, acqua e gas. Ai principi della direttiva si uniformano le PA che erogano i servizi pubblici. Per i servizi erogati in regime di concessione o mediante convenzione e comunque svolti da soggetti non pubblici, il rispetto dei principi della direttiva è assicurato dalle PA nell’esercizio dei loro poteri di direzione, controllo e vigilanza. I principi fondamentali sono: -eguaglianza, -imparzialità, continuità, -diritto di scelta, -partecipazione, -efficienza ed efficacia. Gli strumenti principali sono: -adozione di standard, -semplificazione delle procedure, -informazione agli utenti, -rapporti con gli utenti, -dovere di valutazione della qualità dei servizi, -rimborso. (21) SERVIZIO RACCOLTA DIFFERENZIATA (vs rifiuti) Vedi raccolta differenziata. SETTORI AGRONOMICI (vs compost) Settori produttivi ambientali che utilizzano il compost nelle varie tipologie: orticoltura, agricoltura a pieno campo, viticoltura, floricultura, recupero ambientale (discariche, cigli stradali) e forestazione. (ECO IGM 3/94)

SICUREZZA (vs qualità) Stato in cui il rischio di danno alle persone o alle cose è limitato ad un livello accettabile. Nota1: La sicurezza è uno degli aspetti della qualità. Nota2: Tale definizione vale per le norme relative alla qualità. Il termine sicurezza è definito in modo diverso nella guida ISO/IEC 2. (22) SISTEMA 1-Collection of humans, methods, mechanisms and automata organized to accomplish a specified objective. (Ludwig von Bertalanffy- Teoria dei sistemi) 2-Relazione fra processi di trasformazione o uso che comunicano tra loro attraverso energia, materia, informazione, per raggiungere determinati obiettivi (Giorgio Nebbia) SISTEMA DI ACCREDITAMENTO (vs qualità ambientale) Sistema per l'accreditamento e la sorveglianza dei verificatori ambientali, gestito da una istituzione o organizzazione imparziale designata o creata dallo Stato membro (organismo di accreditamento), dotata di competenze e risorse sufficienti e con procedure adeguate per svolgere le funzioni assegnate dal presente regolamento a tale sistema. (6) (26) SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE ( vs qualità ambientale) 1-Parte del sistema complessivo di gestione comprendente la struttura organizzativa, le attività di pianificazione, le responsabilità, le pratiche, le procedure, i processi e le risorse per sviluppare (elaborare), mettere in atto, realizzare, riesaminare e mantenere la politica ambientale. (26) 2-La parte del sistema di gestione generale che comprende la struttura organizzativa, le attività di pianificazione, le responsabilità, le prassi, le procedure, i processi, le risorse per elaborare, mettere in atto, conseguire, riesaminare e mantenere attiva la politica ambientale. (27) 3-La parte del sistema di gestione complessivo comprendente la struttura organizzativa, la responsabilità, le prassi, le procedure, i processi e le risorse per definire ed attuare la politica ambientale. (6) SISTEMA DI QUALITA’ (vs qualità) La struttura organizzativa, le procedure, i processi e le risorse necessari ad attuare la gestione per la qualità. Nota1: E' opportuno che il sistema qualità comprenda solo quanto necessario per conseguire gli obiettivi per la qualità. Nota2: Il sistema qualità di un'organizzazione va progettato principalmente per soddisfare le esigenze interne dell'organizzazione stessa a livello gestionale. Esso è più ampio dei requisiti che possano interessare un particolare cliente, che valuta solo il sistema qualità di suo interesse. Nota3: Può essere richiesta dimostrazione dell'attuazione di determinate parti del sistema qualità a

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scopo di valutazione della qualità contrattuale od obbligatoria. (22) SITO (vs qualità ambientale) 1-Tutto il terreno, in una zona geografica precisa, sotto il controllo gestionale di un’organizzazione che comprende attività, prodotti e servizi. Esso include qualsiasi infrastruttura, impianto e materiali. (26) 2-L'intera area in cui sono svolte, in un determinato luogo, le attività industriali sotto il controllo di un'impresa, nonchè qualsiasi magazzino contiguo e collegato di materie prime, sottoprodotti, prodotti intermedi, prodotti finali e materiale di rifiuto, e qualsiasi infrastruttura e qualsiasi impianto, fissi o meno, utilizzati nell'esercizio di queste attività. (6) SMALTIMENTO (vs rifiuti) 1-Tutte le operazioni previste nell’allegato 2A. Esse sono ben classificate come: -deposito sul o nel suolo (messa in discarica differenziata o indifferenziata), -trattamento a terra (biodegradazione rifiuti liquidi o fanghi), - iniezione in profondità nel suolo( pompaggio in pozzi, in miniere, - in cupole saline, in faglie geologiche, etc), - lagunaggio (scarico rifiuti liquidi o fanghi in pozzi, stagni o bacini), -messa in discarica speciale ( siti isolati dall'ambiente, - scarico dei rifiuti solidi nell'ambiente idrico eccetto l'immersione, - immersione(compreso il seppellimento nel sottosuolo marino) , -trattamento biologico, trattamento fisico-chimico, incenerimento a terra o in mare, depositi permanenti (es.contenitori in miniera), -raggruppamento preliminare prima delle operazioni di smaltimento, - ricondizionamento preliminare, -deposito preliminare prima di una delle operazioni di smaltimento escluso il deposito temporaneo, - prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti. (2) (20) 2-Tutte le pertinenti operazioni di cui all'allegato "B" del presente decreto. (24) SOGGETTO INTERESSATO (vs qualità ambientale) Individuo o gruppo, comprese le autorità, interessato alle o dalle prestazioni ambientali di un’organizzazione. (26) SORGENTE (vs sistema) Punto di origine dei flussi di energia o dei materiali impiegati da un sistema dissipativo. I giacimenti carboniferi presenti nel sottosuolo sono le sorgenti del carbone nel breve periodo; nel lunghissimo periodo sono le foreste la sorgente del carbone. Le foreste sono le sorgenti del legname nel breve periodo; a medio termine acqua, energia solare e sostanze nutrienti dei suoli sono le sorgenti delle foreste. (Oltre i limiti dello sviluppo-D.L.Meadows) SOSTANZA (vs ecolabel) Gli elementi chimici ed i loro composti come definiti dall'articolo 2 della direttiva 67/548/CEE del Consiglio, del 27 giugno1967, concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative relative alla classificazione, all'imballaggio e all'etichettatura delle sostanze pericolose. (7)

SOSTENIBILITA' AMBIENTALE E' la riduzione dell'uso delle risorse tale da garantire il mantenimento per le generazioni future e la contemporanea possibilità di accedervi per tutti i popoli della terra secondo il principio di equità. (UNCED - Rio 6/92) SOVVALLO (vs rifiuto) 1-Cio’ che si ha senza spendere nulla. (19) 2-I materiali lignei grossolani relativamente indecomposti che non passano attraverso le maglie del vaglio. (Scuola agraria di Monza) SPAZIO AMBIENTALE Quantitativo di territorio, energia e materie prime non rinnovabili(ambito mondiale), legname e prodotti agricoli(ambito continentale), acqua(ambito regionale) che può essere usato in modo sostenibile, senza arrecare danni irreversibili all' ecosistema. (Amici della terra - Paesi bassi) SPAZZAMENTO (vs rifiuti) Le operazioni di rimozione dei rifiuti giacenti su strade ed aree pubbliche o su strade private comunque soggette ad uso pubblico o sulle rive dei fiumi, fossi, canali. SPECIFICA (vs qualità) Documento che stabilisce dei requisiti. Nota1: Conviene aggiungere un termine qualificativo per precisare il tipo di specifica, come, ad esempio, specifica di prodotto, specifica di prova. Nota2: Una specifica dovrebbe richiamare o includere disegni, schizzi od altri documenti significativi e dovrebbe indicare i mezzi ed i criteri secondo i quali la conformità può essere verificata. (22) STAKEHOLDER (vs qualità ambientale) Vedi “soggetto interessato”. STAZIONE ECOLOGICA (vs rifiuti) Vedi "piattaforma per la raccolta differenziata". STOCCAGGIO 1-Deposito o ammasso provvisorio precedente il trasporto, il trattamento ed il riutilizzo. (9) 2-Le attività di smaltimento consistenti nelle operazioni di deposito preliminare dei rifiuti di cui al punto D 15 dell'allegato "B" (smaltimento) nonché le attività di recupero consistenti nelle operazioni di messa in riserva di materiali di cui al punto R 13 dell'allegato "C" (recupero). (24) STOCCAGGIO PROVVISORIO (vs rifiuti) Il deposito di residui o di rifiuti effettuato all'esterno dell'insediamento produttivo di origine, in attesa del trasporto e del trattamento finale, ivi compreso il riutilizzo. (23) STRATEGIA Abilità nella gestione delle risorse per raggiungere glo obiettivi di lungo periodo. STRUTTURA ORGANIZZATIVA (vs qualità) Le responsabilità, le linee di autorità e le interrelazioni, definite in uno organigramma, per mezzo delle quali un'organizzazione svolge le sue funzioni. (22)

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SUBFORNITORE (vs qualità) L'organizzazione che fornisce un prodotto ad un fornitore. Nota1: In inglese il "subcontractor" può essere anche denominato "sub-supplier". Nota2: In francese il "sous contractant" in certi casi viene anche denominato "sous-traitan" oppure "sous-commander". Nota nazionale: Con questo significato vengono anche usati i termini "subappaltatore", "subcontrattista". (22) SUBSTRATO (vs vivaistica) Supporto fisico per la coltivazione dei vegetali che deve risultare idoneo all’attecchimento delle radici e presentare caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche adatte ad assicurare il nutrimento e lo sviluppo delle diverse specie. (ECO IGM 3/94) SUFFICIENZA (vs sostenibilità Ottenimento del medesimo livello di benessere (o almeno un livello soddisfacente) da meno servizi. (Istituto Wuppertal) SVILUPPO SOSTENIBILE Cio' che soddisfa le necessita' della generazione attuale senza sacrificare il benessere di quelle future. (WCED -Rapporto Brundtland ) TARGET AMBIENTALE vedi “traguardo ambientale”. TARIFFA Insieme dei prezzi stabiliti per determinate merci o prestazioni e prospetto su cui tali prezzi sono indicati (es. tariffa ferroviaria, doganale, etc). (19) TASSA Prestazione pecuniaria dovuta allo Stato o ad altro ente pubblico per la esplicazione di un'attività dell'ente che concerne in modo particolare l'obbligato (es. tasse scolastiche, giudiziarie, etc). (19) TERMOUTILIZZATORE Impianto di termodistruzione con recupero energetico. (16) TERMOVALORIZZATORE Vedi termoutilizzatore. TORBA (vs vivaistica) Carbone fossile di formazione più recente (rispetto alla lignite ed all’antracite) derivato dalla trasformazione millenaria, in assenza di ossigeno, dei residui vegetali. (ECO IGM 3/94) TRAGUARDO AMBIENTALE (vs qualità ambientale) 1-Requisito particolareggiato di prestazione, quantificato per quanto possibile, applicabile all’organizzazione o a parti di essa, che deriva dagli obiettivi ambientali e deve essere stabilito e raggiunto per conseguire gli obiettivi medesimi. (26) 2-Dettagliata richiesta di prestazione, possibilmente quantificata, riferita a una parte o all’insieme di un’organizzazione, derivante dagli obiettivi ambientali e che bisogna fissare e realizzare per raggiungere quegli obiettivi. (27) TRASPORTO (vs rifiuti)

1-Operazione di movimentazione del residuo o del rifiuto dal luogo di produzione al luogo di stoccaggio , trattamento e/o riutilizzo. (23) 2-Operazione di movimentazione dei rifiuti successiva alla raccolta e preliminare ad una delle operazioni di cui agli allegati "B" smaltimento e "C" recupero. (24) TRATTAMENTO (vs rifiuti) I processi fisici, termici, chimici o biologici (inclusa cernita) che modificano le caratteristiche dei rifiuti, per ridurne il volume/pericolosità, per facilitare il trasporto, agevolarne il recupero o favorirne lo smaltimento sicuro. (25) TRATTAMENTO (vs MPS) Operazione necessaria per il riutilizzo di una materia prima secondaria. (9) TRATTAMENTO FINALE (vs rifiuti) Il deposito e la discarica sul suolo e nel suolo di rifiuti in impianti a interramento controllato oppure l'incenerimento o la termodistruzione in impianti a tecnologia complessa. TRATTAMENTO INTERMEDIO (vs rifiuti) Le operazioni di trasformazione necessarie per il riutilizzo, la rigenerazione, il recupero, il riciclo, l'innocuizzazione, etc. UTENTE Dal latino "uti" usare - Chi usa un bene o un servizio specialmente pubblico. (19) UTILIZZATORI (vs rifiuti di imballaggi) I commercianti, i distributori, gli addetti al riempimento, gli utenti di imballaggi e gli importatori di imballaggi pieni. (24) UTOPIA Da ou(non) e topos(luogo) - Concezione immaginaria di un governo o di una società ideali. (19) VALIDAZIONE (vs qualità) Conferma del soddisfacimento dei particolari requisiti relativi ad un determinato impiego specifico, data a seguito di esami e supportata da evidenza oggettiva. Nota1: Nella fase di progettazione e sviluppo, il termine validazione riguarda il processo di esame di un prodotto per determinarne la conformità alle esigenze dell'utilizzatore. Nota2: La validazione viene normalmente eseguita sul prodotto finale in condizioni di utilizzazione definite. Essa può rendersi necessaria in fasi antecedenti. Nota3: Il termine "validato" viene usato per indicare la condizione che ne consegue. Nota4: Qualora siano previste differenti utilizzazioni possono essere eseguite validazioni multiple. (22) VALORI 1-Condizioni essenziali di (per l') esistenza in generale, di umanità in particolare, della convivenza tra tutti i viventi e tra gli uomini più specificatamente. Senza la sussistenza di queste condizioni indiffettibili non può esserci esistenza, vita. Essi non possono essere confusi con i principi, che attengono alle grandi linee di condotta e di

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organizzazione umana. (E.Bettinelli - Per un raggruppamento di valori) 2-Ciò che è vero, bello, buono secondo un giudizio personale più o meno in accordo con quello della società dell'epoca. (19) VALORI LIMITE DI EMISSIONE (vs inquinamento) La massa espressa in rapporto a determinati parametri specifici, la concentrazione e/o il livello di un'emissione che non possono essere superati in uno o più periodi di tempo. I valori limite di emissione possono essere fissati anche per determinati gruppi, famiglie o categorie di sostanze, segnatamente quelle di cui all'allegato III. I valori limite di emissione delle sostanze, si applicano di norma nel punto di fuoriuscita delle emissioni dall'impianto, ad esclusione di un'eventuale diluizione nella loro determinazione. Per quanto concerne gli scarichi indiretti nell'acqua, l'effetto di una stazione di depurazione, può essere preso in considerazione nella determinazione dei valori limite di emissione dell'impianto, a condizione di garantire un livello equivalente di protezione dell'ambiente nel suo insieme e di non portare a carichi inquinanti maggiori nell'ambiente fatte salve le disposizioni della direttiva 76/464/CEE e delle direttive adottate per la sua applicazione. (8) VALUTATORE DELLA QUALITA' (vs qualità) Persona qualificata ad eseguire verifiche ispettive della qualità. Nota: Un valutatore della qualità incaricato di coordinare e dirigere una verifica ispettiva della qualità è denominato "responsabile del gruppo di verifica ispettiva" (della qualità). (22) VALUTAZIONE DELLA QUALITA' (vs qualità) Esame sistematico per determinare in quale misura un'entità è capace di soddisfare i requisiti specificati. Nota1: Una valutazione della qualità può servire a determinare la capacità di un fornitore in materia di qualità. In questo caso, secondo le circostanze, il risultato della valutazione della qualità può essere utilizzato a fini di qualificazione, omologazione, registrazione, Certificazione o accreditamento. Nota2: Un termine qualificativo può essere aggiunto a valutazione della qualità per definire il campo di applicazione (esempio: valutazione della qualità del processo, del personale, del sistema) e la fase temporale (esempio: prima del contratto) in cui avviene la "valutazione della qualità del processo in fase precontrattuale". Nota3: Una valutazione sulla qualità globale di un fornitore può estendersi anche alla valutazione delle risorse finanziarie e dei mezzi tecnici. Nota4: In inglese invece di "quality evaluation" vengono talvolta utilizzati, in particolari circostanze, i termini quali "quality assessment", "quality appraisal" o "quality survey". (22) VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (VIA) 1-Per tutte le categorie di opere:

Impianti industriali, centrali termiche e impianti per produzione di energia elettrica, infrastrutture lineari di trasporto, aeroporti, porti e vie navigabili, impianti tecnologici (residui e stoccaggi radioattivi, inceneritori e stoccaggio di rifiuti tossici o nocivi) sono adottate le norme tecniche di: studi di impatto, componenti e fattori ambientali, caratteri delle componenti ambientali e relazioni con l'ambiente, criteri e procedure di applicazione degli studi stessi, per definire un giudizio di compatibilita' ambientale delle opere stesse. (10) 2-E' una procedura per la valutazione preliminare dei potenziali effetti che un'opera pubblica o privata può avere sull'ambiente naturale nel quale dovrebbe inserirsi e la definizione della loro reversibilità o irreversibilità. Le norme che ne regolano l'applicazione, prevedono anche la raccolta delle osservazioni di tutta la comunità interessata, e quindi (almeno in teoria) la reale partecipazione della "gente" alle decisioni finali. (V.Bettini-L'impatto ambientale) VERIFICA (vs qualità) Conferma del soddisfacimento dei requisiti prestabiliti data a seguito di esami e supportata da evidenze oggettive. Nota1: Nella fase di progettazione e sviluppo, il termine verifica riguarda il processo di esame dei risultati di una determinata attività per determinarne la conformità ai requisiti prestabiliti. Nota2: Il termine "verificato" indica la condizione che ne consegue. (22) VERIFICA ISPETTIVA DELLA QUALITA' (vs qualità) Esame sistematico ed indipendente mirato a stabilire se le attività svolte per la qualità ed i risultati ottenuti sono in accordo con quanto stabilito, e se quanto stabilito viene attuato efficacemente e risulta idoneo al conseguimento degli obiettivi. Nota1: La verifica ispettiva della qualità riguarda principalmente, pur se non esclusivamente, il sistema qualità o sue parti, i processi, i prodotti, i servizi. Si può pertanto parlare di verifica ispettiva del sistema qualità, del processo, del prodotto, del servizio. Nota2: Le verifiche ispettive della qualità vengono eseguite da personale che non ha diretta responsabilità nei settori oggetto di verifica, preferibilmente in cooperazione col personale di tali settori. Nota3: Uno degli scopi della verifica ispettiva della qualità è quello di valutare l'esigenza di miglioramenti o di azioni correttive. Tale verifica non va confusa con le attività di sorveglianza o di controllo e collaudo effettuate allo scopo di controllare un processo o di accettare un prodotto. Nota4: Le verifiche ispettive della qualità si possono effettuare per esigenze interne od esterne. (22) VERIFICATORE AMBIENTALE ACCREDITATO (vs qualità ambientale)

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1-Qualsiasi persona o organismo indipendente dall'impresa oggetto di verifica che abbia ottenuto un accreditamento in conformità delle condizioni e procedure dell'articolo 6. (6) 2-Qualsiasi persona o organizzazione indipendente dall’organizzazione oggetto di verifica che abbia ottenuto l’accreditamento secondo le condizioni e le procedure di cui all’articolo 4 . (26) VISIONE (vs qualità ambientale) Lo stato al quale una organizzazione aspira. La visione di un'organizzazione è intesa fornire una guida a lungo termine. (27) WASTE DUMP (vs rifiuti) Vedi: discarica.

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ACRONIMI ADA associazione demolitori auto AEN agenzia energia nucleare (ocse) AIEA agenzia internazionale dell'energia

atomica ALARA as low as reasonably achievable AITA associazione italiana tecnici ambientali ANFIMA associazione nazionale fabbricanti imballaggi metallici e affini APAT agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici ARPA agenzia regionale per l’ambiente ASTM American society for testing of

materials ATO ambito territoriale ottimale (vs

provincia) AUSITRA federaz.naz.ausiliari traffico e trasporto complementari BACT best available control technology BAT best available technologies BCSD business council of sustainable development (icc) BDT best demonstrated technology BUWAL bundesant fur unwelt, wald und landshaft (LCA method berna-sv) C&C command and control CAA clean clair act CARD centro attrezzato di raccolta

differenziata CEE Comunità economica europea CEIS comprehensive environmental impact study CENIA centro nazionale inquinamento

atmosferico CEPAC comunity european paper and cartoon (std europeo della carta) CEQ council for environmental quality (nepa) CFC cloro fluoro carburi CIC consorzio italiano compostatori CISE centro informazioni studi ed esperienze COBAT consorzio obbligat.raccolta riciclo batterie al pb esauste e rifiuti di pb COD chemical oxygen demand (ossigeno necess.per stabilizz.il percolato) CONAI consorzio nazionale sugli imballaggi CONERRE consorzio rifiuti risorse riciclaggio riuso recupero riduzione COV chemical oxygen volatile

(oos.necess.per stabilizz. gli odori nell'aria)

CPEM consorzio provinciale est milanese CRM centro raccolta materiali

CSCE conference on security and cooperation in europe CTI comitato termotecnico italiano CWA clean water act CWQC company wide quality control DFE design for environment DL decreto legge DLGS decreto legislativo DM decreto ministeriale DMA decreto ministero dell’ambiente DPCM decreto presidente del consiglio dei ministri DPR decreto presidente della repubblica DSD duales system Deutschland ECP environmentally conscious product EDR environmental dispute resolution EER elenco europeo rifiuti EGARA european group of automotive

recycling association EH&S+Q environmental, health & safety + quality

(tqm) EIA environmental impact assessment (via) EIS environmental impact statement EMAP environment monitoring and assessment program (emanaz. epa) EMS environmental (eco) management

system EMAS eco management an audit scheme EPA environmental protection agency

(usa -14000 dipendenti) EPE european partners for environment EPR extended producer responsibility EQ environmental quality ERRA european recovery and recycle assoc. EU Europa unita EUREC european renewable energy center EUROSTAT european statistics bureau EWEA european wind enterpr. association FARE fiat auto recycling (prj) FDA food and drug administration (usa) FEER federaz.europea per le ener.rinnovabili FORU frazione organica RU (da preselezione) FOS frazione organica stabilizzata FRISL fondo ricostituzione infrastrutture sociali lombarde FTC federal trade commission (usa) GEMI global environment mngt initiative (20 imprese usa) GIGO garbage in , garbage out GROW group recycling and wood GU gazzetta ufficiale italiana GUCE gazzetta ufficiale comunità europea GW gigawatt HCFC hydrogenated chlorofluoro carbons HYSOLAR idrogeno solare

Page 74: MANUALE DI RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI …files.meetup.com/227483/fedrambiente.pdfLa figura 2.1 rappresenta il legame e la circolarità tra le componenti strutturali di un sistema tipo,

IAIA international association for impact assessment IAS institute of advanced studies (unu

institute) ICC international chamber of commerce ILO international labor organization III istituto italiano imballaggio ISEA international solar energy agency IPAT impatto=popolazione x agiatezza x

tecnologia IPCC intergovernamental panel on climate change (emanaz unep) IPPC integrated prevention pollution &control (mud cee) IPS international process system IQA ufficio per impatto qualità ambientale

(bologna) ISO international organization for standardization JOULE joint opportunities for unconventional or longterm energy supply (pgm eur. a supporto energie rinnov.) LCA life cycle analysis / assessment (valutaz.ciclo di vita prodotti) LR legge regionale MAC minoprio analisi e certificazioni MAC massimo accettabile cancerogeno MCF metil cloroformio (ods) MECU milione di ecu MPS materie prime seconde MSW municipal solid waste (RU) MTBE methyl tertiary butyl ether

(antidetonante) MUD modulo unico dichiarazione

(ambientale) (L70/94) NEPA national environmental prevention

agency (usa) NIMBY not in my backyard (non nel mio

giardino) NITMO not in the terms of my office NOE nucleo operativo ecologico (carabinieri) NTA norme tecniche di attuazione OCSE organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (europa) ODS ozone depleting substances (ozone

hole) OHSAS occupation health and safety

assessment series OMC organizzazione mondiale del commercio (wto ex gatt) OMS organizzazione mondiale della sanità (world health organization) ONR osservatorio nazionale rifiuti

PEHD poly-ethytilene high density PETG poly-ethylene terephthalate glycol

(plastica) PEUR polyurethane (ether) POP persistent organic polluted PP poly-propylene PPP polluter pays principle (principio europeo chi inquina paga) PPP prevention pays principle PPP pollution prevention pays (3M status report-90) PRG piano regolatore generale PS POLY-styrene PTC piano territoriale di coordinamento PURS polyurethane (ester) PVC vinyl/poly-vinyl chloride PVS paesi in via di sviluppo RDF refused derived fuel RES renewable energy sources ROS rifiuto organico solido RAU rifiuti assimilabili/assimilati agli urbani RU Rifiuti urbani RSV/A/U rifiuti vagliati / assimilati / urbani RTN rifiuti tossici nocivi RTD research and technology development EX RUP rifiuti urbani pericolosi SAVE specific action for vigorous energy efficiency (pgm eur.contro eff.serra) SCT stazione consortile di trasferimento SMAS sustainability mngt & audit scheme (oltre l'emas) SQN sistema qualità nazionale SVAF solventi, vernici, antiparassitari, farmaci (rif.pericolosi) SYNGAS gas prodotto dalla gassif.del carbone T/F toxic and fuel TCF total chlorine free (carta esente da fluoro) TDF tire derived fuel (rdf da gomma) TEP tonnellate equivalenti di petrolio THERMIE technologie europeenne pour la

maitrise de l'energie TOC total organic carbon (tot.mat.organica

presente nell'acqua) TOTEM total energy module (motore a scoppio rendim. 95%) TQC total quality control TQEM total quality environment mngt TQM total quality management TUE trattato unico europeo (Maastricht 7-2- 92) UE unione europea

Page 75: MANUALE DI RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI …files.meetup.com/227483/fedrambiente.pdfLa figura 2.1 rappresenta il legame e la circolarità tra le componenti strutturali di un sistema tipo,

UNCED united nations conference for environmentand development (rio 6/92) UNEP united nations environmental programme (emanaz. onu) UNESCO united nations educational scientific and cultural organization UNFPA united nations population fund emanaz. onu) UNI unificazione norme italiane UNU united nations university VALSIA valutazione studi di impatto ambientale (manuale del via - bologna) VCR volume critico reflui

VG valore guida WHO world health organization VIA valutazione di impatto ambientale VM valore massimo WCED world commission on environment and development WRAP waste reduction always pays (dow chemich. pgm) WTO world trade organization (ex gatt) ZERI zero emissions research initiative (unu/ias prj) ZEV zero emission vehicles