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BOLLETTINO periodico del Coordinamento dei Comitati contro gli Inceneritori della Provincia di Torino, aderente alla Rete Nazionale dei Comitati Rifiuti Zero. Ricordiamo la nostra richiesta di bandire il termine rifiuto in favore di un piu' corretto e giusto MPC ovvero Materiali Post Consumo, ed un passaggio della nostra Costituzione Italiana. L'articolo n.32 comma I recita: "la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita'" Per un migliore consultazione del nostro bollettino, ecco l'indice degli argomenti trattati: 1. appuntamenti 2. resoconto dell'incontro con l'Assessore Regionale 3. ancora una fumata nera sulla truffa dei sussidi all'incenerimento 4. iniziative in Sardegna contro gli inceneritori 5. incontro Mondiale della Global Alliance for Alternatives Incineration 6. a Serre Nella Valle del Sele Assemblea Nazionale della Rete Rifiuti Zero 7. mobilitazione contro gli inceneritori ad Arezzo 8. prossimo tour del professor Connett 9. un anno vissuto ecologicamente 10. il paginone pro-TAV 11. ad Alessandria incontro sul Terzo valico 12. Comunicato stampa del Comitato No Tav Rivalta di Torino 13. scandalo Acciaieria Beltrame 14. esempio di educazione ambientale 15. eco-pannolini, per ogni bimbo si risparmiano 890 kg di rifiuti (e 900 euro) 16. inceneritori e malformazioni 17. portale per gli acquisti verdi 18. colture farmaceutiche PGM: rischi e pericoli 19. incontri su risparmio energetico e fonti alternative 20. mille richieste di contributi della Pmi per le rinnovabili 21. microturbine italocinesi per l´efficienza energetica 22. premio per tesi di laurea su consumo sostenibile 23. come Vodafone "recupera" i costi di ricarica 24. l´industria del riciclo: i Raee 25. visita all'impianto che smaltisce RAEE a Volpiano (TO) 26. accorciare la filiera produttore-consumatore 27. crisi dell'agricoltura e commercializzazione creativa 28. non buttate il pesce in mare: l'Ue contro i rigetti 29. osservazioni sul piano provinciale dei rifiuti 30. le nanopolveri degli inceneritori responsabili degli ictus cerebrali 31. lo sviluppo sostenibile per modernizzare la politica 32. dibattito ad Alessandria su politica e rifiuti 33. precisazioni sugli inceneritori 34. una nuova plastica biodegradabile in mare 1.. APPUNTAMENTI: 3 APRILE Alessandria. Il ruolo della politica nel governo del Ciclo dei rifiuti Per dettagli vedi punto 32. Orario 9-13 presso l'Associazione "Cultura e

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BOLLETTINO periodico del Coordinamento dei Comitati contro gli Inceneritori della Provincia di Torino, aderente alla Rete Nazionale dei Comitati Rifiuti Zero.

Ricordiamo la nostra richiesta di bandire il termine rifiuto in favore di un piu' corretto e giusto MPC ovvero Materiali Post Consumo, ed un passaggio della nostra Costituzione Italiana. L'articolo n.32 comma I recita:

"la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita'"Per un migliore consultazione del nostro bollettino, ecco l'indice degli argomenti trattati:

1. appuntamenti2. resoconto dell'incontro con l'Assessore Regionale

3. ancora una fumata nera sulla truffa dei sussidi all'incenerimento 4. iniziative in Sardegna contro gli inceneritori

5. incontro Mondiale della Global Alliance for Alternatives Incineration 6. a Serre Nella Valle del Sele Assemblea Nazionale della Rete Rifiuti Zero

7. mobilitazione contro gli inceneritori ad Arezzo8. prossimo tour del professor Connett

9. un anno vissuto ecologicamente10. il paginone pro-TAV

11. ad Alessandria incontro sul Terzo valico12. Comunicato stampa del Comitato No Tav Rivalta di Torino

13. scandalo Acciaieria Beltrame14. esempio di educazione ambientale

15. eco-pannolini, per ogni bimbo si risparmiano 890 kg di rifiuti (e 900 euro)16. inceneritori e malformazioni17. portale per gli acquisti verdi

18. colture farmaceutiche PGM: rischi e pericoli19. incontri su risparmio energetico e fonti alternative

20. mille richieste di contributi della Pmi per le rinnovabili21. microturbine italocinesi per l´efficienza energetica22. premio per tesi di laurea su consumo sostenibile

23. come Vodafone "recupera" i costi di ricarica24. l´industria del riciclo: i Raee

25. visita all'impianto che smaltisce RAEE a Volpiano (TO)26. accorciare la filiera produttore-consumatore

27. crisi dell'agricoltura e commercializzazione creativa28. non buttate il pesce in mare: l'Ue contro i rigetti

29. osservazioni sul piano provinciale dei rifiuti30. le nanopolveri degli inceneritori responsabili degli ictus cerebrali

31. lo sviluppo sostenibile per modernizzare la politica32. dibattito ad Alessandria su politica e rifiuti

33. precisazioni sugli inceneritori34. una nuova plastica biodegradabile in mare

 

1.. APPUNTAMENTI:3 APRILE

Alessandria. Il ruolo della politica nel governo del Ciclo dei rifiutiPer dettagli vedi punto 32. Orario 9-13 presso l'Associazione "Cultura e sviluppo" Piazza De Andre' 76

13 APRILEAlessandria. Incontro "TAV un enorme buco nei conti". Per dettagli vedi punto 11. Ore 21, presso la Circoscrizione

Nord via Teresa Michel n. 17 14 APRILE

Torino. Incontro periodico del Coordinamento Regionale Ambientale, presso la sede di Pro Natura, in Via Pastrengo 13 

2. RESOCONTO DELL'INCONTRO CON L'ASSESSORE REGIONALEEcco brevemente cosa si puo' dire dell'incontro tenuto il 24 marzo scorso, tra noi del Coordinamento Regionale

Ambientalista e l'Assessore Regionale all'Ambiente Nicola De Ruggero. Abbiamo ottenuto il risultato che ci eravamo proposti, avremo tavoli di approfondimento sui vari temi che abbiamo sollevato e trattato durante la mattinata, siamo

forti e credibili al punto di poter scrivere e discutere emendamenti formali al nuovo Piano Regionale.Attenzione questo e´ semplicemente un nuovo livello, raggiunto, verso gli obiettivi ben piu´ ambiziosi che perseguiamo:

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UN PIANO REGIONALE SENZA INCENERITORI.Tutte le attivita´, tutti i momenti di lotta locali pro o contro visioni impiantistiche o progetti contrastanti la logica del

"rifiuti zero", ci impongono di non abbassare la guardia, anzi...Vorrei che diventassero tante le persone che abbandonano logiche inceneritoriste come nel caso del Presidente del Consorzio Alessandrino, (sabato pomeriggio), che

ha fatto pubblica ammenda.Calendario prossimi appuntamenti:

- definizione date incontri con Regione Piemonte (per i nostri emendamenti alla bozza di Piano regionale rifiuti e per la parte Piano comunicazione alla cittadinanza)

- incontro con Consiglieri regionali per la presentazione della nostra proposta di delibera rispetto all'incentivazione del compost e di altre frazioni (carta plastica, metalli, legno)

- visita Pubblirec - azienda per la valorizzazione di carta, plastica, legno, metalli- visita impianti di trattamento rifiuti dell'astigiano

- incontro sul compostaggio a Novara 31 marzo- inaugurazione nuovo impianto di compostaggio di Castelceriolo (AL) il 30 marzo

- incontro del CRA sul tema della dissociazione molecolare- visita ad una cartiera che tratta il macero

- convegno sui rifiuti in preparazione a BiellaQuesti sono solo alcuni dei tanti lavori in corso, sarebbe auspicabile giungessero informazioni di ulteriori iniziative.

Vorrei suggerire, da ora, uno dei temi importanti che dovremo discutere in una delle riunioni canoniche del CRA; LE ALLEANZE. Sempre piu´ le questioni ambientali si pongono come attivita´ che interagiscono le une con le altre, dai

rifiuti si giunge facilmente a parlare di acqua, suoli, energia, inquinamento atmosferico ecc, altresi´ coinvolgono categorie di persone quali: medici, insegnanti, scuole, la ricerca ecc, ebbene dobbiamo maturare la capacita´ di

relazionarci con questi potenziali e naturali alleati.Se rimaniamo chiusi nel nostro mondo rischiamo di fare molta fatica e poca strada, penso sia ampiamente possibile

inserirci in quegli ambiti e promuovere incontri di relazione/sensibilizzazione.Il nostro prossimo incontro dovremo rimandarlo, derogare dalla regola del primo sabato del mese, essendo quella la

giornata prepasquale, slittare quindi a sabato 14 aprile 2007. 

3.. ANCORA UNA FUMATA NERA SULLA TRUFFA DEI SUSSIDI ALL'INCENERIMENTOSembrava che la Commissione "affari costituzionali" ce l'avesse fatta martedi' 13 marzo a sbloccare la situazione

ripristinando il testo che esclude dalla nozione di impianti autorizzati quelli ancora non in opera. Ma evidentemente "il partito trasversale dell'incenerimento" era ben vigile visto che il giorno successivo ha di nuovo bloccato il

provvedimento. Ancora una volta il Governo ha confermato la sua disponibilita´ alla modifica ma guarda caso dando nuovamente la "colpa" al minacciato ostruzionismo dell'ex ministro Matteoli ha ritirato il provvedimento.

IL GIOCO E' SEMPRE PIU' SCOPERTO: da un lato si cerca di far guadagnar tempo agli impianti (circa 11 impianti sono coinvolti) in via di realizzazione (ma non operativi) per farli rientrare nei finanziamenti (truffa nella truffa),

dall'altro i due schieramenti si fanno da sponda uno con l'altro confermando la natura trasversale dell'imbroglio. E' stato ancora detto che a brevissimo con corsia preferenziale si arrivera´ all'agognata modifica: speriamo I CONTORNI DEL COMITATO D' AFFARI CHE SOSTIENE QUESTO BALLETTO APPAIONO SEMPRE PIU' CHIARI: BERSANI -

MATTEOLI - FEDERAMBIENTE - ANCI E I GRUPPI INDUSTRIALI CON LA FIAT IN TESTA.  

4. INIZIATIVE IN SARDEGNA CONTRO GLI INCENERITORINelle settimane scorse in provincia di Nuoro e precisamente nell'area della piana di OTTANA si sono tenute ben due

iniziative. Una dai contorni ambigui organizzata dai Comuni a Gavoi alla quale erano, si' presenti anche Federico Valerio e Marco Caldiroli a parlare in modo critico contro gli inceneritori ma che soprattutto e´ servita alla Regione

(presente con l'assessore all'ambiente che ha concluso i lavori) e agli stessi Sindaci tutti di centrosinistra di ribadire una scelta che se realizzata rischia di condannare un'intera comunita´ visto i disastri provocati da una industrializzazione

ormai decotta e in totale degrado a cui si vorrebbe rispondere rilanciando la politica dell'industria inquinante ed assistita.

Se venisse realizzato l'inceneritore da circa 700 tonnellate giorno (dotato anche di una linea di combustione di non precisate biomasse) oltre al danno sanitario e ambientale dovremmo registrare anche il danno economico visto che l'economia dell'intera zona e´ ancora fortemente legata alla produzione di latte di pecora che sarebbe a forte rischio

diossina (nella zona, gia´ attualmente interessata dall'inceneritore di Macomer pascolano ben 140.000 capi). Nell'assemblea in cui e´ "spiccato" l'intervento a favore dell'inceneritore del rappresentante regionale della CGIL e´

intervenuto un esponente della RETE NAZIONALE RIFIUTI ZERO invitato dai Comitati dei cittadini. Nel pomeriggio e' seguita un'assemblea organizzata dagli stessi Comitati alla quale hanno preso parte piu´ di 200 persone in totale

dissenso con l'ipotesi dell'inceneritore (se ne prevede anche un altro in provincia di Sassari) anche perche´ gia´ da ora in

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7 Comuni della zona (per un totale di 10.000 abitanti) si stanno svolgendo raccolte "porta a porta" con una resa del 70%. All'incontro dal titolo "non bruciamoci il futuro" hanno partecipato con specifiche relazioni il dottor Vincenzo

Migaleddu dell'ISDE e consulente del WWF, Mauro Bulgarelli (senatore) e Rossano Ercolini. 

5. INCONTRO MONDIALE DELLA GLOBAL ALLIANCE FOR ALTERNATIVES INCINERATIONNella citta´ di Zarauz provincia di Guipuzcoa si terra´ il terzo Incontro Mondiale Della Global Alliance for Alternatives Incineration (GAIA) che raccoglie piu´ di 500 realta´ che in circa 70 paesi si battono contro l'incenerimento dei rifiuti e per l'alternativa rifiuti zero. Il meeting si svolgera´ in quattro giornate e verra´ preparato nei singoli paesi con incontri

locali di cui daremo informazione. La Rete Nazionale dei Comitati Rifiuti Zero partecipera' con una delegazione a questo evento che significativamente si tiene in Europa.

 

6. A SERRE NELLA VALLE DEL SELE SI E' SVOLTA L'ASSEMMBLEA NAZIONALE DELLA RETE RIFIUTI ZERO

Grande partecipazione soprattutto dalla Campania e dalla Valle del Sele alla Assemblea Nazionale della Rete Rifiuti Zero. All'incontro del 24 marzo scorso, erano presenti anche delegazioni da tutta Italia ed in particolare da Toscana,

Lazio, Marche. Era presente ed e´ piu´ volte intervenuto padre Alex Zanotelli. La comunita´ di Serre, che sta subendo un grave attacco ambientale attraverso il tentativo del Commissario per l'emergenza rifiuti in Campania Bertolaso di

realizzare una MEGADISCARICA PER RIFIUTI TAL QUALI (del tutto illegale alla luce della direttiva europea 33/99), era presente in massa anche con i propri amministratori cosi' come erano numerose le delegazioni provenienti da

Caserta dove si vuole realizzare la discarica di Lo Uttaro, da Acerra dove e´ in corso di realizzazione un megainceneritore imposto con la forza e da Napoli dove era presente una delegazione del Comitato per l'allarme Rifiuti Tossici. Erano inoltre presenti rappresentanti del WWF campano e del Lazio e dei COBAS. L'assemblea ha approvato un documento finale che PROMUOVE UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE A NAPOLI per il 19 maggio con al

centro la richiesta di cessazione dei commissariamenti in Campania e nelle regioni meridionali che ad oggi non solo non hanno impedito il riproporsi delle "emergenze" ma che hanno aggiunto "disastro al disastro" rilanciando la logica devastante di inceneritori e discariche. Il piano campano recentemente approvato in materia rifiuti dal Consiglio Regionale non fa che confermare questo avvitamento su se stessa della "tragedia campana" fondato com'e´ sulle

strategie impiantistiche come quelle del CDR che stanno soffocando con 5 milioni di tonnellate di ecoballe l'intero territorio campano. SE DAVVERO SI VUOLE PORTARE A SOLUZIONE LA TRAGEDIA CAMPANA OCCORRE

PARTIRE CON LE RACCOLTE DIFFERENZIATE PORTA A PORTA PROPRIO DALLA CITTA' DI NAPOLI RESPONSABILE DEI 3 quinti dei rifiuti prodotti in tutta la regione. Occorre poi dotarsi di un piano basato sulla riduzione e sul riciclaggio arrivando a "trattare a freddo" le frazioni residue (non piu´ del 20% del totale rifiuti).

Per la proposta alternativa vedi http://ambientefuturo.interfree.it (cliccare su "incontri").La manifestazione, allargata anche sulle altre tematiche relative alla difesa dei "beni comuni" vertera´ anche sulla richiesta della DEFINITIVA CESSAZIONE DEI FINANZIAMENTI PUBBLICI all'incenerimento dei rifiuti che

continuano a permanere in modo illegale per gli impianti esistenti o in via di realizzazione (anche a dispetto di impegni governativi che per quest'ultimi prevedevano la loro "operativita´" da dimostrare entro il 31 dicembre 2006 escludendo tutti gli altri come l'inceneritore di Torino, il gassificatore di Malagrotta e gli inceneritori di Acerra e di Santa Maria La Fossa nonche´ la terza linea dell'inceneritore di Brescia). A tal proposito immediate saranno le iniziative di promozione di AUTORIDUZIONE E/O di RICHIESTA DI RIMBORSI relativi al pagamento della tariffa rifiuti quando questa va a beneficio di inceneritori e/o altri impianti inquinanti. Per preparare la buona riuscita della manifestazione si svolgeranno in tutta Italia incontri con la partecipazione anche di rappresentanti delle realta´ campane che con questa ulteriore prova vogliono manifestare di essere non "parte del problema" ma parte della soluzione dello stesso: e' un'intera classe politica

legata a potenti gruppi di affari che deve dimettersi. 

7. MOBILITAZIONE CONTRO GLI INCENERITORI AD AREZZO Arezzo era purtroppo finora rimasta ai margini delle mobilitazioni toscane contro l'incenerimento dei rifiuti pur

"ospitando" l'inceneritore di San Zeno e il cementificio Colacem che brucia CDR. Dopo la manifesta intenzione degli amministratori DS (con i "mugugni" della Margherita e l'opposizione di Rifondazione) di voler realizzare il raddoppio

dell'attuale impianto si stanno succedendo incontri e costituendo comitati in tutta la Val di Chiana anche in considerazione del fatto che a Castiglion Fiorentino si vuole realizzare "un impianto a biomasse" che altro non e´ se non

un inceneritore (con il "solito" GRUPPO FALCK coinvolto in prima persona) che dovrebbe riconvertire le attivita´ dimesse dello zuccherificio Eridania.

 

8. PROSSIMO TOUR DEL PROFESSOR CONNETT

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Paul Connett sara´ in Italia da 22 maggio al 3 giugno (compreso). Per adesso sono previste tappe a CREMONA, VERONA, PADOVA, GORIZIA, AREZZO, PESARO, CATANIA. Presto verra´ definita l'agenda degli appuntamenti ai quali e´ possibile aggiungere anche una sosta in Campania a supporto delle mobilitazioni dei cittadini di Caserta e di

Serre. 

9. UN ANNO VISSUTO ECOLOGICAMENTEDa repubblica.it venerdi´ 23 marzo 2007

Caterina Pasolini Un anno vissuto ecologicamente: senza carta igienica e con i vermi allevati amorevolmente in casa perche´ mangino la

spazzatura. Con pochi bagni in vasca per risparmiare acqua e molti maglioni per non abusare del riscaldamento. Pronti a rinunciare anche alle vacanze se questo significa usare l´aereo che troppo inquina.

Non e´ teoria, voglia di ascesi o masochismo, ma la realta´ di chi in Inghilterra o negli Usa sta seriamente provando a vivere cosi´, con un occhio di riguardo al pianeta e alle sue risorse. Avanguardie di uno stile di vita low profile ma ad

alto livello etico-ecologico che si diffonde e di cui si cominciano a vedere anche da noi le prime avvisaglie. Se e´ vero, come racconta un´indagine di Altroconsumo, che l´80% degli italiani preferisce la doccia invece di immergersi nella

vasca risparmiando cosi´ 70 litri a lavaggio; e che 1 su 2 chiude i rubinetti quando si sbarba o si insapona, e che il 90% spegne il riscaldamento di notte mentre 6 su 10 usano lampadine a basso consumo.

Primi passi rispetto a chi al di la´ della Manica e dell´oceano sceglie di vivere ecologicamente 24 ore su 24, dal cibo alla scelta delle lampadine, dall´uso dell´auto all´oblio dei detersivi industriali. Di chi mangia solo prodotti coltivati o

allevati in modo organico, confezionati in materiali riciclabili - come il vetro - per creare meno spazzatura. Non solo: il pensiero "verde" passa anche per le pulizie domestiche. Tanto che i nuovi ecologisti si danno faticosamente da fare per pulire casa e bagni con aceto, limone e soprattutto olio di gomito invece di usare prodotti industriali che garantiscono

nelle pubblicita´ "tutto e subito senza sforzo" - ma inquinano.Etico-ecologisti in prima linea ma anche consumisti pentiti come la famiglia Conlin Beavan di New York che sul New York Times e in rete racconta la fatica di mettere in pratica da un anno il "no impact". La filosofia, la scelta di vivere

provocando il minor impatto possibile sull´ambiente degradato da usi e abusi. E cosi´ sulla loro tavola vengono serviti cibi solo organici e cresciuti o allevati nel raggio di 250miglia da Manhattan, mentre si riduce la spazzatura acquistando prodotti in confezioni riciclabili. Senza contare che per diminuire il consumo di cellulosa e quindi il taglio di alberi, a

casa Conlin e´ stata abolita per un anno la carta igienica. Con conseguenti imbarazzi degli ospiti al momento di varcare la stanza da bagno e l´aumento dei lavaggi di panni avendo rigorosamente cancellato dalla lista anche i pannolini usa e

getta per la figlia.Da New York all´Inghilterra, dove Leo Hickman, giornalista del Guardian ha convinto moglie e figlia in fasce a vivere Una vita ridotta all´osso, come si intitolera´ il suo libro che a meta´ aprile uscira´ anche in Italia per Ponte alle Grazie. Gia´ un successo nei paesi angloassassoni per l´ironia con la quale racconta buona volonta´ e delusioni, stanchezze e

tentativi di chi vorrebbe vivere "green" ma da anni e´ abituato a comodita´ e prelibatezze esotiche. Di chi improvvisamente decide di mangiare solo cibi bio, solo di stagione, solo prodotti in paesi dove non vi e´ dittatura o

sfruttamento, prediligendo confezioni eque e solidali. Di chi per diminuire la produzione di spazzatura decide persino di allevare lombrichi a casa per far sparire i rifiuti (con ovvia riottosita´ della consorte alla vista dei vermi) ed e´ persino

pronto a rinunciare alle vacanze oltre mare per non inquinare. Vite ecologiche che ben presto diventano etiche, decidendo anche di spostare i soldi in un banca, per l´appunto, etica.

L´Italia e´ ancora indietro rispetto a queste esperienze. Anche perche´, per adesso, produciamo rifiuti a gogo´ - 533 chili a testa all´anno - consumiamo piu´ acqua di tutti gli europei (200 litri al giorno a persona). E col riscaldamento abbiamo un rapporto ondivago: l´11% degli italiani anche quando ci sono 20 gradi in casa alza il termostato, e il 17% che non lo

abbassa neanche quando e´ fuori. Senza contare lo spreco di energia elettrica se si pensa che il 24% non spegne mai apparecchi elettrici e tv facendoli restare in stand by: il 10% di bolletta in piu´. Ma le cose stanno migliorando. Cosi´ tra

il 48 e il 55% chiude l´acqua quando si insapona o sbarba, l´80% sceglie la doccia risparmiando 70 litri di acqua alla volta, mette i doppi vetri alle finestre, usa le lampadine a bassa intensita´ e ricicla vetro e carta.

 

10. IL PAGINONE Pro-TAVIn risposta al paginone di pubblicita´ pagato dalle ditte TAV, apparso su tutti i giornali di qualche giorno fa, in merito

alla assoluta necessita´ della TAV e contro la ratifica che dovrebbe aver luogo oggi di annullare gli appalti autoaggiudicatisi nel 1992, vi proponiamo il seguente ottimo pezzo scritto da Mirko Lombardi.

Una sola considerazione su questa serie di paginate e tantissimi servizi televisivi su tutte le emittenti locali e regionali. Commovente il vittimismo di lor signori!

Una valanga di falsita´ diffuse su tutti i mass media, azioni di lobbies a tutti i livelli, a cominciare dal Senato ove oggi si dovrebbe votare sul decreto delle Liberalizzazioni Bersani.

A fronte di tutto cio´ nulla viene riferito di quanto detto da chi la pensa diversamente, a parte le dichiarazioni di Bersani,

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riprese da tutti i giornali ("L'annullamento delle concessioni favorira´ l'avvio reale delle tratte TAV non iniziate"). Non mi risulta che alcun giornale o TV ad alta diffusione inneggi a questo doveroso annullamento, di contratti, retaggio

delle spartizioni tangentizie dell'epoca Mani pulite.Ovviamente non e´ possibile replicare con lo stesso sistema: tutto cio´ che abbiamo speso come comitato interregionale

contro il Supertreno Mi-GE , dal 1992 a oggi, corrisponde a quanto necessario per comprare una mezza pagina di un quotidiano!

PER UN EFFETTIVO RILANCIO DELLE FERROVIE OCCORRE CAMBIARE IL MODELLO T.A.V.Serve un cambio radicale nel modello di trasporto del nostro Paese che privilegi il ferro rispetto alla gomma.

Per le persone, i pendolari, le merci, la mobilita´ urbana e l´intermodalita´. In particolare per il Mezzogiorno questa e´ una priorita´.

C'e´ stato un tempo in cui questa possibilita´ si stava delineando, a cavallo degli anni settanta-ottanta con il Piano Nazionale dei Trasporti.

Ma lo spazio riformatore fu interrotto dall'irrompere di una scelta che vanifico´ idee, progetti, modalita´ pensate con cura e rispondenti ai fabbisogni reali. Questa scelta si chiamo´ TAV.

Un affare colossale che fino ad oggi ha drenato un'enorme quantita´ di risorse pubbliche.Questo punto di analisi e´ fondamentale per capire e leggere correttamente la vicenda trasportistica italiana.

La TAV, infatti; non e´ solo l'impatto negativo sui territori, ma anche, se non soprattutto, un progetto che si e´ contrapposto agli interessi ed alle esigenze del trasporto del Paese.

I punti cardine dell'affare TAV li denunciamo da anni, a volte in solitudine all'inizio, per poi veder crescere il consenso alla ragionevolezza delle nostre obiezioni. Posso rielencarli succintamente:

l'assurdita´ di una linea separata dal resto della rete, il modello tecnologico scelto non confacente con la morfologia dei nostri territori e delle nostre conurbazioni, le disinvolte modalita´ finanziarie ed il sistema di progettazione ed

affidamento dei lavori, l'uso di procedure semplificate (legge obbiettivo) che cancellano attente analisi di fattibilita´, mancanza di procedure di valutazioni di impatto, labili analisi dei costi e dei benefici, il falso ricorso al finanziamento

dei privati.Conseguenza di tutto cio´ sono stati conflitti in ogni direzione.

Per fortuna! Ma intanto il sistema TAV ha macinato costi esorbitanti, 4-5 volte quelli europei (compresa la Roma Napoli) ed uno spreco enorme di risorse che hanno avuto l'effetto di rendere impossibile il miglioramento del nostro

sistema ferroviario.Si puo´ dire che la TAV ha di fatto peggiorato e destabilizzato il servizio di trasporto italiano? Si, eccome! Questa e´ la

TAV italiana.E francamente e´ difficile distinguere tra una TAV cattiva ed una TAV buona! Dunque solo una rottura radicale sui

punti nodali del modello TAV puo´ consentire un cambio di fase. Anche recentemente abbiamo reso pubblici gli elementi che stanno alla base di una reimpostazione di una nuova modalita´ progettuale e realizzativa.

Anche questi li rammento brevemente:modalita´ di progettazione e di realizzazione con metodi "ordinari", cioe´ fuori dalla Legge Obbiettivo - approfondita

valutazione delle diverse possibilita´, compreso il potenziamento, la ristrutturazione e velocizzazione delle linee esistenti - severe valutazioni di impatto sull'ambiente con il metodo del confronto delle possibili alternative - gare

d'appalto con rigorosa applicazione delle normative europee - costi onfrontabili con medie europee - piano finanziario certo e correlato ad un rapporto fra costi e benefici.

E' giusto chiedere di spostare la priorita´ di intervento infrastrutturale ferroviario verso il Sud, ma questo puo´ avvenire, come detto, solo fuori da un modello distorto, disastroso e controproducente.

E che ha ancora ben attiva una lobby che lo sostiene in tutte le sedi. Un nuovo modello non lo chiamerei mai SI TAV !

Semmai "un altro treno e´ possibile" a partire da un rilancio del ruolo delle istituzioni.Si, perche´ le istituzioni sono la cifra della chiarezza e della trasparenza dei diversi ruoli.

Proprio loro sono il soggetto che deve garantire il cambio di modello e di progetto. Senza commistioni in modalita´ neoconcertative.

Da ultimo vorrei suggerire a tutti di prendere il largo dallo sciocchezzaio ricorrente sulle sindromi nymbi.I cosiddetti "signorno´" contro i quali si scagliano soprattutto i fautori delle grandi inutili e costosissime opere, sono in realta´ l'espressione modernissima dell'inquietudine dei territori, della loro voglia di protagonismo, del loro rivendicare

diritti e partecipazione ....tutta roba di sinistra.E sono anche i portatori di conoscenze approfondite, di sapienze territoriali antiche, dei cicli, delle geografie, delle

morfologie, dei paesaggi.Se in questi anni si fosse dato retta ai comitati avremmo risparmiato gran parte di quel centinaio di infrazioni ambientali

che l'Ue ci ha appioppato evitando spreco di denaro pubblico e disastri ambientali.E magari avremmo realizzato, con meno soldi, le soluzioni alternative che sempre, e sottolineo sempre, i comitati

propongono.Sembra proprio che la demonizzazione dei Nimby sia utilizzata in questa fase da chi vuole iscrivere un presunto

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ambientalismo moderato al Partito Democratico. E questa non e´ un'altra storia.RC agisce come parte dei movimenti, non si sente il suo rappresentante nelle istituzioni e nel governo; si sforza di far si

´ che le istituzioni siano permeabili alle istanze dei movimenti Rifondare il partito immaginandolo come una rete di soggetti che, condividendo un progetto comune, stanno insieme per contribuire alla trasformazione della societa´.

 

11. AD ALESSANDRIA INCONTRO SUL TERZO VALICOAd Alessandria venerdí 13 aprile, ore 21, presso la Circoscrizione Nord via Teresa Michel n. 17 l'incontro "TAV un

enorme buco nei conti".La provincia di Alessandria e´ coinvolta in faraonici progetti logistici annessi a opere ferroviarie di grande impatto,

quali il Terzo Valico e la Voltri-Lerma , mentre nulla o ben poco si muove sul fronte del trasporto pendolari, sul miglioramento del servizio passeggeri e su un reale rilancio del trasporto merci su ferrovia, gia´ ora possibile per la

grande disponibilita´ di linee lontanissime dall'essere sature.Sfumata la creazione di una Commissione di inchiesta su tutta la vicenda TAV, vista la presenza della TAV nei 12 punti del Governo Prodi, ci pare opportuno ribadire la nostra ferma opposizione a un progetto costosissimo che non risolvera´ nulla, creera´ disastri ambientali e dilapidera´ le risorse economiche essenziali per un effettivo mutamento nella politica

dei trasporti dalla gomma alla ferrovia.Per questo motivo organizziamo per meta´ aprile un convegno in Alessandria chiedendo la partecipazione alla senatrice Anna Donati, presidente della Commissione Lavori pubblici al Senato, e a Dario Balotta, segretario generale della Fit-

Cisl della Lombardia.Aggiungiamo altre motivazioni.

- siamo ad un anno dalla stupenda manifestazione del 22 aprile ( la Marcia Serravalle - Arquata, organizzata dalla RETE ambientalista alessandrina, a cui parteciparono oltre duemila persone)

- Venerdi´ 30 marzo il Senato ha approvato definitivamente l'annullamento delle concessioni TAV per le tratte Milano-Verona e Verona-Padova, oltre alla concessione 1991 al Cociv (ora Impregilo).

- Il 4 aprile il TAR Lazio esaminera´ la nostra richiesta di sospensiva aul progetto definitivo Terzo Valico- Il Governo prossimamente dovra´ decidere che cosa fare delle Ferrovie italiane

- La revoca delle concessioni Tav costituisce un'occasione per le forze politiche liguri e piemontesi di rivedere le loro posizioni in materia di infrastrutture. Preso atto che non ci sono i soldi per l'alta velocita´ ferroviaria Genova - Milano e che non esiste piu´ la concessione assegnata senza gara pubblica al consorzio Co.Civ., sarebbe neccessario sviluppare

una forte azione per l'ammodernamento delle attuali cinque linee esistenti. Tali interventi, come anche sostenuto dall'amministratore delegato delle Ferovie dello Stato Moretti, permetterebbe di aumentare il trasporto passeggeri e

merci di quantita´ rilevantissime, a costi infinitamente piu´ contenuti.Invitiamo amministratori e candidati sindaci a non fare la fine del giapponese trovato nella giungla del Borneo che

pensava ancora di essere in guerra contro gli americani a distanza di decenni dal termine del conflitto mondiale. Evitate di imitare il patetico tentativo delle ditte TAV (il paginone su tutti i giornali) di continuare, a 16 anni di distanza, a spremere soldi allo Stato offrendo in cambio il nulla o l'inutile o il danno ambientale. Prendete atto della realta´ e

impegnatevi per le opere che realmente servono per la vivibilita´ dei cittadini e non per i profitti dei soliti poteri forti.L'iniziativa viene promossa dalle quattro associazioni ambientaliste che hanno firmato e finanziato faldoni di

Osservazioni dal 1992 al 2002 e che hanno presentato i ricorsi al TAR, al Consiglio di Stato e al Presidente della Repubblica.

L'invito alla partecipazione e´ rivolto a tutti ed in particolare alle associazioni ambientaliste ( La Rete alessandrina in primo luogo), politiche, sociali e sindacali che hanno organizzato o aderito un anno fa alla marcia Arquata-Serravalle

contro il Terzo Valico.INTERVENTI: Renato Milano, Luigi Cavalchini, Wanda Bonardo, Anna DONATI, Dario BALOTTA, Stefano LENZI;

alle ore 22,45 seguira´ dibattito.WWF nazionale - Fulco Pratesi

Pro Natura Piemonte - Pier Luigi CavalchiniLegambiente - Wanda Bonardo

A.F.A. - Renato Milano 

12. COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO NO TAV RIVALTA DI TORINORivalta di Torino, 22 marzo 2007

L'ordine del giorno "MOZIONE SU MODERNIZZAZIONE TRATTA FERROVIARIA TORINO-LIONE", approvato all'unanimita´ il 15 marzo 2007 dal Consiglio Comunale di Rivalta, e´ la risposta "istituzionale" all'impegno e al lavoro

di questi ultimi mesi del Comitato No TAV Rivalta di Torino.Nella mozione emergono gli elementi presentati dal Comitato No TAV Rivalta

di Torino nel corso del Consiglio Comunale aperto del 22 febbraio 2007,

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considerati come aspetti "irrinunciabili":- il riconoscimento del lavoro indispensabile dell'Osservatorio tecnico, utile per verificare la necessita´ dell'opera;

- la consapevolezza che nelle riunioni preparatorie della Conferenza dei Servizi si procede, con analisi del territorio e delle valutazioni dell'impatto ambientale, su elementi progettuali inesistenti, per cui si da´ mandato al Sindaco di

richiedere la sospensione di tali analisi in attesa degli eventuali indirizzi stabiliti dal Tavolo Politico e della conclusione dei lavori dell'Osservatorio tecnico;

- l'impegno a proseguire, con atti concreti, nell'opera di salvaguardia e tutela dell'area territoriale di raro pregio paesaggistico, ambientale, storico e naturalistico costituito dalla Collina Morenica e dal Parco del Sangone, attraverso

l'istituzione del parco della Collina Morenica in collaborazione con i Comuni interessati o, in subordine, attraverso l'inserimento, in una variante urbanistica comunale, delle parti di Collina Morenica insistenti sul territorio rivaltese,

all'interno del Parco Po-Sangone;- l'impegno a costituire con gli Enti locali limitrofi un coordinamento supportato dai movimenti locali e dalla

popolazione e con i quali mantenere uno scambio costante di informazione, di coinvolgimento e di condivisione delle azioni future. Il Comitato No TAV Rivalta di Torino, apprezzando il testo nel suo complesso e lo sforzo degli eletti nel

Consiglio Comunale di Rivalta di Torino a far fronte, in tempi brevi, alla situazione complessa e articolata in cui si svolge il dibattito sulla linea Torino-Lione, auspica inoltre:

- la partecipazione del Sindaco di Rivalta alla manifestazione No TAV Trana-Avigliana del 31 marzo 2007;- la disponibilita´ del Sindaco di Rivalta ad inserirsi nelle dinamiche e nelle strategie promosse in seno alla Conferenza

dei Sindaci della Val Susa, Val Sangone, Gronda, favorendo il gioco di squadra e confrontandosi su eventuali necessita´ e aspettative del proprio territorio;

- l'approfondimento del Sindaco di Rivalta e degli eletti nel Consiglio Comunale di Rivalta di Torino delle ragioni dell'opposizione al progetto TAV e delle alternative orientate al miglioramento della ferrovia esistente e alle politiche

relative al trasporto delle merci. 

13. SCANDALO ACCIAIERIA BELTRAME Comitato EMISSIONIZERO

CLAMOROSO! SCOPERTE ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA NEGLI UFFICI DELLA PROVINCIA!Si tratta del nuovissimo e letale modello di AUTORIZZAZIONE AMBIENTALE INTEGRATA.

Nel luglio 2006 e´ stato rilasciato dalla PROVINCIA all'ACCIAIERIA BELTRAME, in Valle di Susa.Questo provvedimento AUTORIZZA la Beltrame ad emettere in un anno una quantita´ di DIOSSINA pari a:

- quella prodotta da tutte le acciaierie di Germania e Svezia messe insieme.- quella emessa da alcune decine di megainceneritori come quello del Gerbido.

- quella che, se finisse tutta nella catena alimentare, equivarrebbe alla dose massima tollerabile per una popolazione di 90 milioni di persone, mentre sul territorio coinvolto dall' inquinamento della acciaieria di abitanti ce ne sono meno di

30.000.AUTORIZZA la Beltrame a continuare ad inquinare con diossina e pcb prati, campi, orti. A contaminare di

conseguenza alimenti vegetali e animali e, attraverso la catena alimentare, l'uomo. E i bambini sono i soggetti piu´ a rischio.

La situazione sanitaria e´ pesante, come dimostrano relazioni di ARPA e ASL..Le analisi hanno riscontrato un grave inquinamento da diossine nei terreni e nei prodotti animali in un territorio

compreso tra Susa ed Avigliana, e che ha nel suo centro proprio l' acciaieria.Gli studi epidemiologici hanno evidenziato, all' interno di un' area di 10 km di raggio attorno a questa sorgente

inquinante, una mortalita´ del 5-10% superiore alla media regionale regionale (gia´ piu´ alta di quella nazionale), con punte del 70-80% nel Comune di San Didero dove e´ ubicata la Beltrame.

Ma alla Provincia tutto questo non interessa!In pratica, il funzionario e l'assessore competenti hanno autorizzato:

il CANCRO, l'INFARTO, l'ICTUS, i DISTURBI NEUROLOGICI, le PATOLOGIE ENDOCRINE, l'ENDOMETRIOSI, gli ABORTI SPONTANEI e molte altre malattie.

Contro questa AUTORIZZAZIONE-KILLER, i Valsusini hanno fatto ricorso al TAR. Il 28 marzo, sapranno a chi il TAR dara´ ragione.

Ai carnefici o alle vittime? MA LE VITTIME NON STANNO A GUARDARE. 

14. ESEMPIO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE I ragazzi della 5a Atiel dell'Ipsia "Cristoforo Colombo" di Porto Tolle conquistano un risultato prestigioso: il 4° posto

nazionale di "Energia in gioco" il progetto che Enel dedica alle scuole italiane.La 5 Atiel, guidata dal professor Vincenzo Boscolo Bariga, ha realizzato il progetto "I ragazzi del Delta - Il nostro futuro": un originale plastico articolato su diversi livelli che illustrando la riconversione della centrale a carbone

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propone una rivalutazione del territorio circostante. Gli studenti sono stati premiati ieri mattina dal presidente di Enel Piero Gnudi, alla presenza professor Umberto

Veronesi gia´ ministro della Salute. L'evento e´ stato condotto da Licia Colo´. REAZIONE: il portavoce del comitato contro il rigassificatore di Rovigo, Luigi Flamini, scrive a Veronesi: mai piu´ un

euro per le sue ricerche sul cancro!Ecco il testo:

Esimio professore, ho letto sul "Gazzettino" di oggi che lei e Licia Colo´ siete intervenuti a Porto Tolle alla premiazione di un concorso

indetto dall'Enel nelle scuole della provincia di Rovigo.Dire che sono scandalizzato, e´ un eufemismo! Spero soltanto che lei non fosse al corrente che la societa´ Enel il 31

marzo 2006 e´ stata condannata dal Tribunale di Adria , non dai soliti fanatici ambientalisti, per aver gravemente inquinato l'ambiente ed e´ in corso un'indagine a carico della societa´ suddetta per omicidio colposo per il forte sospetto

che le emissioni della centrale siano responsabili della morte per tumore di numerose persone della zona.In ogni caso mi sorprende profondamente che una persona come lei, che ho sempre stimato profondamente per

l'impegno nella ricerca per la cura e la prevenzione del tumore, si sia prestato a un gioco orchestrato da chi da anni inquina, distrugge il territorio e provoca malattie spesso mortali.

Immagino che l'Enel abbia sponsorizzato la sua ricerca, dando con una mano quello che da tempo continua a togliere con l'altra in misura inimmaginabile, tuttavia credo abbia peccato di grande superficialita´, quantomeno a non essersi

informato sulla socita´ a cui forniva con la sua presenza un avallo, un "nulla osta" a realizzare la riconversione a carbone altamente impattante e pericolosa e in deroga alla normativa vigente sul nostro territorio. E' molto deprimente vedere che ci si puo´ vendere a chiunque contro ogni etica! Non credo che tornero´ a versare ancora il mio contributo

alla sua fondazione perche´ una cosa del genere posso aspettarmela da una persona di spettacolo ma non da uno che ha fatto della lotta al tumore lo scopo della sua vita, o almeno cosi´ credevo fino ad oggi. Mi auguro di non dovermi

portare nella tomba (magari raggiunta per qualche tumore) questa gravissima delusione, ma che lei ebbia il buon senso di correggere un comportamento che, se non e´ falso e criminale, e´ certamente irresponsabile perche´ presumo che

conosca anche lei quanta responsabilita´ abbiano sulla salute e sull'origine dei tumori le emissioni delle centrali comprese quelle a carbone.

Grazie per l'attenzione; gradirei una sua spiegazione che mi aiuti a capire e a cambiare parere.Distinti saluti,

LUIGI FLAMINI 

15. ECO-PANNOLINI, PER OGNI BIMBO SI RISPARMIANO 890 KG DI RIFIUTI (E 900 EURO) E ad Acquanegra (in provincia di Cremona), il Comune incentiva l´acquisto di quelli in stoffa rimborsando il 50%

Acquanegra e´ un comune della provincia di Cremona e il sindaco, che ha dei figli piccoli, si e´ fatto due conti: secondo le statistiche nei primi tre anni di vita per ogni bimbo si consumano piu´ o meno 4500 pannolini, con un impatto

sull'ambiente a cui nessuno pensa (almeno da noi, in altri paesi il loro smaltimento di e´ considerato un bel problema) e che soprattutto rappresenta una "tassa" quotidiana sul bebe´ che le giovani e spesso squattrinate coppie si trovano a

pagare per mantenere il bimbo pulito e asciutto. Si calcola che la spesa per i pannolini sia di 1100 euro e che il pargolo, finche´ non usera´ il vasino, arrivi a produrre

900 chili di rifiuti (escluso l´organico ovviamente!), contenenti sostanze inquinanti e di difficile smaltimento e recupero. Ogni anno nella sola Europa occidentale vengono prodotti 22 miliardi di pannolini, uno sopra l'altro formerebbero un

grattacielo alto 800 metri e con una base larga quanto un campo di calcio. Nei pannolini ecologici di solito le fibre plastiche vengono sostituite con sostanze naturali come il "Pla", costituito da

zuccheri estratti dai vegetali, e cotone biologico, prodotti completamente ipoallergenici.Il sindaco di Acquanegra, nome abbastanza evocativo, vista la materia di cui si tratta, ha deciso di invogliare i genitori

ad acquistare pannolini lavabili, al posto di quelli usa e getta. Non si tratta dei vecchi "triangoli" o "sorrisi di stoffa, ma di un "indumento" che puo´ essere riutilizzato fino a 250 volte

e regolato secondo le fasi di crescita del bambino. Costo 12,5 euro l'uno e con soli venti pannolini, si puo´ coprire il fabbisogno dei tre anni con 250 euro di spesa invece che 1100.

Ma l'ambiente ci guadagna ancora di piu´, alla fine ci saranno da smaltire 8 chili di eco-pannolini invece degli 800 chili di usa e getta che ogni bimbo dei paesi ricchi consuma normalmente. Ma pubblicita´ ossessiva, il sospetto per la novita´

e paura di un ritorno all'antico, rendono titubanti molte mamme a lasciare la comodita´ "moderna" dell'usa e getta e allora il sindaco Luca Ugaglia ha pensato bene di dare un contributo comunale pari al 50% della spesa alle famiglie che compreranno i pannolini ecologici al posto di quelli ormai diventati tradizionali. Naturalmente chi decidera´ di dare una svolta ecologista anche a questo ingombrante problema ricevera´ l'assegno del comune di Acquanegra solo se esibira´ lo

scontrino di acquisto. TRATTO DA: GREENREPORT.IT del 21.9.06

 

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 16. INCENERITORI E MALFORMAZIONI

Un nuovo studio fa chiarezza sul rapporto che intercorre tra termovalorizzatori e malformazioni congenite del palato e del labbro. Ricercatori del Centro Epidemiologico per la Sorveglianza delle Malformazioni Congenite di Austin (Texas,

USA) hanno esaminato oltre 6.000 neonati per valutare l'aumento o meno della frequenza di questo tipo di malformazioni come conseguenza dell'esposizione della madre ad agenti inquinanti nei primi tre mesi di gravidanza,

periodo in cui avviene la morfogenesi (http://uweb.txstate.edu/~fz01/Reprints/Zhan_2006_JOEM.PDF). Dopo un'attenta valutazione dei dati gli autori hanno dimostrato che le donne gravide di eta´ uguale o superiore ai 35

anni che hanno vissuto i primi tre mesi di gravidanza nel raggio di circa 1.600 metri da un TERMOVALORIZZATORE (la parola e´ sinonimo di INCENERITORE) hanno un rischio maggiore di dare alla luce un figlio affetto da labio e/o

palatoschisi (malformazione congenita nota come labbro leporino). Questa anomalia sembra essere correlata all'emissione nell'ambiente di metalli pesanti per cui l'aumento del rischio vale anche per quelle gravide che abitano ad 1,6 km da una CENTRALE A CARBONE. Gli studi effettuati fino ad oggi su questa relazione avevano dato risultati non sempre sovrapponibili. Adesso questa nuova ricerca mette chiaramente in

risalto il pericolo che facciamo correre ai nostri figli ancor prima di nascere.. Dr. Giovanni Ghirga,

Portavoce del Coordinamento dei Comitati dei Medici del Comprensorio di Civitavecchia per l'Ambiente e la Salute, Roma, 20 febbraio 2007

 

17. PORTALE PER GLI ACQUISTI VERDIElettrodomestici, prodotti per ufficio, apparecchi per l'illuminazione, veicoli efficienti, componenti e impianti per

l'edilizia, energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Una lunga lista della spesa per le amministrazioni pubbliche, obbligate piu´ che le imprese private, ad acquistare secondo parametri di rispetto dell'ambiente, oltre che di qualita´ e

prezzo. Per aiutare i responsabili degli acquisti a compiere la scelta giusta, a basso consumo di energia, c'e´ ora un sito Internet frutto di un progetto che vede la partecipazione di nove Stati europei: GreenLabelsPurchase.

Il portale per gli acquisti verdi e´ al suo esordio e alcune parti sono ancora in fase di sviluppo, ma l'idea e´ semplice: offrire una serie di esempi di buone pratiche europee, grazie a un sistema di ricerca che permette di selezionare i casi

relativi a ciascun paese e per tipologia di prodotto. Nella sezione dedicata all'Italia, coordinata dall'Enea, unico partner italiano del progetto, sono disponibili esempi raccolti a livello nazionale e una procedura semplificata che potra´ essere

utilizzata dai responsabili delle varie amministrazioni per l'acquisto di beni e servizi eco-efficienti.Gli acquisti della Pubblica Amministrazione in Italia rappresentano il 17 per cento del Prodotto interno lordo (Pil) e un orientamento a favore dei prodotti che possono ridurre i consumi di energia e salvaguardare l'ambiente costituisce un

forte impulso per il mercato e un esempio virtuoso per i consumatori; benefici che si possono estendere anche al settore privato, a cui il sito e´ comunque aperto. (l.g.)

 

18. COLTURE FARMACEUTICHE PGM: RISCHI E PERICOLILe colture farmaceutiche sono piante geneticamente modificate (PGM) per produrre farmaci. I giganti biotech battono in ritirata in Europa, ma duplicano gli sforzi per produrre farmaci in piante in Nord America ed altrove. I biofarmaci risultano costosi se prodotti in colture di cellule ed animali in laboratorio, mentre sono piu´ economici se prodotti in

piante ed in pieno campo. La gamma di biofarmaci attualmente cosi´ prodotti, introducendo geni di mammiferi nelle colture, comprende: vaccini,

anticorpi, proteine, citochinine, ormoni di crescita, enzimi, contraccettivi, ed altri. Colture farmaceutiche sono state prodotte e vendute negli USA per diversi anni, all'insaputa del pubblico e con diverse scappatoie alle procedure. Numerosi campi sperimentali segreti di colture farmaceutiche, negli USA, Canada e Caraibi,

hanno permesso alle industrie di produrre farmaci edibili in mais, riso, patata ed altre colture. Le principali preoccupazioni su queste colture farmaceutiche, allevate in campo aperto, sono la contaminazione di altre

colture attraverso il polline e la diffusione dei biofarmaci, contenuti anche nella linfa e nei residui delle piante, sotto forma di polvere o attraverso le acque superficiali e profonde, insetti e virus, vettori nei quali il trasferimento

orizzontale e la ricombinazione possono creare supervirus e nuovi patogeni. Come se cio´ non bastasse, i biofarmaci possono indurre tolleranza orale, la quale normalmente permette d'ingerire

proteine (allergeni) senza produrre anticorpi e quindi senza creare problemi immediati. Se le stesse proteine vengono iniettate nel sangue possono produrre una risposta immune, producendo anticorpi, ma solo se non si e´ sviluppata tolleranza orale. L'acquisizione di tolleranza orale impedirebbe al sistema immunitario di

considerare i biofarmaci come molecole estranee e quindi di produrre anticorpi, determinando, cosi´, shock anafilattici e morte dei soggetti, esposti prima alle colture farmaceutiche dopo ai vaccini o ai patogeni o ancora agli stessi biofarmaci

usati in eventuali interventi chirurgici. I soggetti che vivono a contatto con i biofarmaci potrebbero compromettere per sempre la loro capacita´ di resistere alle

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infezioni da parte di patogeni portatori di geni presenti nelle colture farmaceutiche. Nel caso particolare dei vaccini prodotti in pianta, i neonati, avendo acquisito la tolleranza immune durante la

gravidanza, non produrrebbero anticorpi e quindi non sarebbero protetti contro l'infezione. Per queste ragioni, negli USA ed in Canada, la reazione del pubblico ha costretto i governi ad ordinare la distruzione di soia e mais contaminati.

Si tratta pero´ della punta dell'iceberg. La vera dimensione della contaminazione resta sconosciuta a causa della segretezza dei campi sperimentali all'aperto.

Le colture farmaceutiche in pieno campo avvelenano le nostre fonti alimentari, l'aria, il suolo e l'acqua con potenziali conseguenze disastrose per la salute. I governi e le compagnie coinvolte dovrebbero sentirsi responsabili per i danni che

ne possono derivare. Intanto, per evitare di diffondere nella popolazione pallottole biologiche, la produzione di biofarmaci dovrebbe avvenire solo in ambienti chiusi e rigorosamente controllati.

Informa il tuo governo, gli studiosi e la popolazione locale, con la diffusione della presente nota..Pietro Perrino

Dirigente di Ricerca del CNR di BariLavoro presentato al 4° Convegno sul tema: "Il Riso: Alimento Fondamentale per la Salute Umana", svoltosi al Centro

Ricerche sul Riso - Ente Nazionale Risi, Castello di Agogna (PV), l'11 marzo 2007, a cura di Mario Pianesi, Associazione internazionale Un Punto Macrobiotico.

 

19. INCONTRI SU RISPARMIO ENERGETICO E FONTI ALTERNATIVESalendo a Sud organizza 2 serate incontro su Risparmio Energetico e Fonti alternative presso "Fonderie Teatrali

Limone", Via Pastrengo 88 - Moncalieri - ore 21. Ecco i dettagli:4 Aprile

Impronta ecologiaCos'e' l'impornta ecologica, come si calcola, come leghiamo i nostri consumi alla poverta' e alla distruzione del pianeta.

Relatore : Ing. Enrico Auxilia11 Aprile

Risparmio domesticoPresentazione di consigli che ogniuno puo' mettere in pratica nelle proprie case e nelle proprie abitudini quotidiane per

diminuire i propri consumi domestici.Relatore : Ing. Enrico Auxilia

 

20. MILLE RICHIESTE DI CONTRIBUTI DELLA PMI PER LE RINNOVABILI Il 16 gennaio il ministero dell'ambiente ha emanato il bando per contributi in conto capitale rivolto alle piccole e medie imprese che vogliono dotarsi di energie rinnovabili. E a distanza di poco piu´ di due mesi sono gia´ ottimi i risultati. Ne ha dato contezza direttamente il ministro Alfonso Pecoraro Scanio spiegando che sono 1117 le richieste di contributo. Di cui: 887 per il fotovoltaico, pari al 79% delle domande ricevute; 115 per l'eolico, pari al 10% delle domande; 85 per

il solare termico, pari all'8% delle domande; 30 per le biomasse, pari al 3% delle domande. Il contributo totale richiesto ammonta a 81 milioni e 342.066 euro per un investimento complessivo di circa 215 milioni

di euro. I progetti presentati prevedono una producibilita´ attesa complessiva pari a circa 55mila kWh/a che determinerebbe un riduzione di CO2 pari a 420.931 ton/anno corrispondenti alla quantita´ di CO2 catturata da circa

600mila alberi.Per Pecoraro Scanio questa risposta significa che "si e´ sulla strada giusta, quella dell'autoproduzione. Un impegno concreto per realizzare la svolta di cui abbiamo bisogno".. "Il nostro Paese - aggiunge - e´ pieno di burocrazia, ed e´ difficile fare innovazione, ma possiamo farcela". Il ministro conclude sottolineando che questi risultati ottenuti con

questa grossa richiesta di impianti "Daranno lavoro a migliaia e migliaia di persone e soprattutto ai giovani". 

21. MICROTURBINE ITALOCINESI PER L´EFFICIENZA ENERGETICAA distanza di un anno dalla presentazione del progetto Energia per la Sapienza, una delegazione scientifica di Tongj

(Universita´ di Shanghai) ha visitato ufficialmente l´impianto di cogenerazione a microturbina istallato presso il dipartimento di Farmacologia. La struttura pilota (gemella di quella realizzata a Shangai), una volta a pieno regime, consentira´ di ottenere notevoli risparmi energetici ed economici, permettendo di produrre autonomamente energia

necessaria al funzionamento della citta´ universitaria. Il progetto della microturbina e´ stato promosso dal ministero dell'Ambiente in collaborazione con le due universita´ ed

e´ il risultato della cooperazione tra istituzioni scientifiche e imprese italiane e cinesi. Il programma prevedeva l'istallazione nei campus dell'universita´ di Roma e Shanghai di una microturbina (prodotta da Turbec spa) per la produzione di energia elettrica, calore ed energia frigorifera, come primo passo per la realizzazione di una rete

"intelligente" di produzione e distribuzione di energia, efficiente e a basse emissioni.

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"La Microturbina sperimentata contemporaneamente a Shanghai e Roma - commenta Corrado Clini, direttore generale del ministero dell'Ambiente - e´ il prototipo di una tecnologia innovativa per la piccola generazione distribuita di

elettricita´, calore e freddo che permette di raggiungere livelli molto elevati di efficienza, fino a oltre il 70%".La microturbina che si sta sperimentando sia in Italia sia in Cina e´ non solo una tecnologia di particolare interesse

industriale - per la Cina si tratta della prima microturbina europea - ma anche di interesse generale con un grande valore ambientale. In Italia, per esempio, secondo Clini la cogenerazione ad alta efficienza potrebbe rappresentare il 15%

dell'energia richiesta dal Paese.Il progetto promuove la produzione energetica con un sistema "distribuito" e non con il tradizionale sistema di

produzione centralizzato. Quest'ultimo a causa delle perdite sui trasformatori e sulla rete, fa si che solo il 37/40% dell'energia prodotta arrivi al consumatore finale. Operando invece con una microturbina rigenerativa, si e´ stimato che

da questi bassi valori del ciclo tradizionale si puo´ ottenere un'efficienza fra il 60-72% con una stima in termini di abbattimento di CO2 del 66% e con evidenti risparmi economici che vanno dal 30 al 50% a seconda delle applicazioni.

Particolarmente interessanti sono le applicazioni delle microturbine che sfruttano i biogas da discarica o fanghi di depurazione come combustibile. L'effetto prodotto e´ l'annullamento delle emissioni di metano in atmosfera, risultato

importante, dato che questo gas ha un "effetto serra" oltre venti volte superiore a quello dell´ anidride carbonica. Alla base di tutto il programma c´e´ finalmenet l´innovazione di processo: all´Italia ma soprattutto alla Cina non

servono solo nuovi prodotti e nuovi design, servono appunto modelli tecnologici di riferimento, facilmente replicabili, che permettano il conseguimento degli obiettivi in materia di risparmio energetico e riduzione delle emissioni

inquinanti.  

22. PREMIO PER TESI DI LAUREA SU CONSUMO SOSTENIBILESi invia il Bando del Premio per tesi di laurea su CONSUMO SOSTENIBILE promosso dalla Fondazione ICU - Istituto

Consumatori Utenti, con la richiesta di darne visibilita´. La scadenza per la partecipazione e´ il 30 settembre p.v.Ringraziando per la disponibilita´, porgiamo cordiali saluti.

Paolo StevanatoSegreteria Fondazione ICU

4° Premio tesi di laurea sul CONSUMO SOSTENIBILE ediz. 2007 per tesi di laurea su:- Economia solidale

- Commercio equo e solidale- Risparmio e lotta agli sprechi

- Qualita´ e costi dei consumi alimentari- Sicurezza degli utenti e dei consumatori

- Vantaggi delle energie rinnovabili- Informazione e "trasparenza" nel mercato

- Strumenti economici per un consumo piu´ sostenibile- Legislazione e giurisprudenza a favore dei consumatori

- Diritti dei consumatori e degli utenti Movimenti consumeristi- Unione Europea e politiche per i consumatori

- Pregi e difetti della concorrenza nei mercati interni ed internazionali1° premio € 750,002° premio € 250,00

3° premio segnalazione sui Quaderni ICUSono ammesse tesi discusse nelle Universita´ italiane, negli anni accademici dal 2000-2001 in poi, inviate entro il 30

SETTEMBRE 2007 a:Fondazione ICU - Viale Venezia, 7 - 30171 Venezia Mestre.

La copia della tesi, fotocopiata fronte e retro, va inviata sia in versione cartacea che su CD-Rom f.to Word (vi consigliamo di incollare una bustina di carta alla terza di copertina e inserirvi il CD-Rom) non verra´ restituita e il

lavoro potra´ essere pubblicato, a firma dell'autore, nei quaderni ICU, previo accordo e a firma dell'autore.E´ necessario inoltre compilare e allegare alla tesi la scheda di partecipazione scaricabile all'indirizzo

www.fondazioneicu.org. La giuria, composta dal CdA della Fondazione ICU: Michele Boato, Tito Cortese, Anna Ciaperoni, Ugo Ruffolo,

Graziano Cioni, si riserva di non attribuire il 2° e 3° premio.La Fondazione ICU ha come fine statutario la ricerca e la divulgazione delle tematiche consumeriste, la creazione di

corsi di aggiornamento e il sostegno alle associazioni dei consumatori, in particolare Federconsumatori, che l'ha promossa una decina di anni fa.

A questo scopo, tra l'altro, pubblica i "Quaderni ICU" e i Libri dei Consumatori, che si possono richiedere gratuitamente alla sede della Fondazione (tel. e fax 041.935.666).

info: 041.935666 lu-ve dalle 17 alle 18 [email protected], www.fondazioneicu.org

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23. COME VODAFONE "RECUPERA" I COSTI DI RICARICA Ecco come Vodafone "recupera" i costi di ricarica, dopo che il decreto Bersani del Governo li ha eliminati.

Dal 6 marzo 2007 Vodafone ha introdotto due nuove "funzionalita´" ricezione SMS vocale e notifica ricezione vocale, una sorta di

segreteria telefonica (al costo di 0,29 Euro a chiamata) attivato automaticamente a tutti coloro che non usano la segreteria telefonica (99% degli utenti).

Quando chiamerete un/a vostro/a amico/a e il telefono e´ spento sentirete una voce che vi dirottera´ al nuovo servizio. Per disabilitare questa funzione e´ necessario:

CHIAMARE il 190 o il 42070 oppure:- essere registrati al sito www.vodafone.it oppure www.190.it

- effettuare l'accesso al proprio account- Cliccare su "190 fai da te", poi sul menu di sinistra la voce "Servizi e Promozioni"

- Cercate nell'elenco dei servizi le voci "Ricezione SMS vocale" e "Notifica Ricezione Vocale" (solitamente e´ nella seconda pagina)

- Cliccate sul pulsante "Disattiva" nel rettangolo i ciascun servizio da disabilitare e si aprira´ la pagina di conferma. Cliccate sulla voce minuscola in basso con scritto "Clicca qui per confermare l'operazione"

- Eseguite lo stesso procedimento per entrambi i servizi Da questo momento chi vi chiamera´ a cellulare spento non paghera´ piu´ i 29 centesimi per questo servizio che nessuno

ha richiesto!!Se lo facciamo tutti riusciremo a non incappare in questo ennesimo tranello rivolto ai consumatori.

 

24. L´INDUSTRIA DEL RICICLO: I RAEE Se, finalmente, andasse a regime il sistema previsto dalla direttiva Ue, si innescherebbe una interessante filiera dell

´industria ambientale anche in Italia Il tema dei Raee, rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche e elettroniche, dovrebbe diventare presto di estrema

attualita´, infatti, i decreti attuativi del Dlgs 151/05, che regola la raccolta ed il riciclo dei prodotti elettrici ed elettronici, sono al vaglio della conferenza unificata Stato Regioni. I due piu´ importanti consorzi della "filiera Raee" - Ecodom ed

Ecolamp - il primo perche´ si occupa del 70% di tutti i Raee in peso, il secondo perche´ si occupa delle moderne lampade a basso consumo energetico ed apparecchiature luminose - si dicono gia´ pronti a partire.

Per la precisione, Il 19 marzo 2007 3 Decreti Ministeriali (che daranno avvio al sistema di raccolta su tutto il territorio nazionale) hanno ricevuto l'ok formale dal Ministero dello Sviluppo Economico. Si chiude cosi´ la parte piu´ lunga

dell'iter legislativo. Entro questa settimana i tre decreti verranno inviati alla conferenza unificata Stato-Regioni che sara´ chiamata a dare il suo parere.

Una volta ricevuto l'ok di fatto l'iter si concluderebbe e mancherebbe solamente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. A livello di tempi, il Ministero dell'Ambiente sta tentando di far entrare i decreti nell'ordine del giorno della prossima riunione della Conferenza Stato-Regioni in programma per fine marzo (la conferenza si riunisce una volta al mese..di

norma a fine mese) con l´ipotesi della pubblicazione sulla GU per meta´ aprile.A questo proposito la Commissione Ambiente della Camera ha approvato una risoluzione che sollecita il Governo a svolgere ogni azione di propria competenza per pervenire, entro il mese di marzo, alla definitiva approvazione dei

Decreti attuativi. Sulla base di questa risoluzione e´ possibile che i Decreti acquisiscano una certa "priorita´" tale da inserirli nell'ordine del giorno della conferenza stato-regioni.

A loro volta, l'industria e i produttori di Aee si stanno muovendo, facendosi trovare pronti quando il sistema entrera´ in vigore e percio´ e´ gia´ stato costituito il Centro di Coordinamento - l'organismo che rappresenta tutti i consorzi dei

Raee domestici e che sara´ chiamato a rappresentarli nei confronti di tutti gli interlocutori di riferimento (governo, Anci, federdistrubuzione). L'elezione del comitato esecutivo e del presidente e´ prevista per il 17 aprile.

L´industria pero´ - come anticipavo - e´ gia´ molto avanti nel percorso: in risposta alla normativa sono nati una decina di consorzi volontari di produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche ed e´ probabile che qualche altro

consorzio si aggiunga ancora nei prossimi mesi. Come funzionera´ a livello operativo la raccolta ed il ruolo del cittadino?

Le piazzole ecologiche riceveranno i Raee dai cittadini e dalla distribuzione. Un Centro di Coordinamento istituito presso i consorzi dei produttori smistera´ i "ritiri" dei Raee dalle piazzole da parte dei singoli consorzi in base ad un

sistema alquanto complesso (un "algoritmo") che terra´ conto della tipologia di RAEE trattati da ogni consorzio e delle loro quote di mercato.

I Consorzi dei produttori sosterranno i costi della logistica, dalle piazzole in poi, e i costi del riciclo. Saranno i Consorzi ad attivare contratti con le imprese private di trasporto e con gli impianti di riciclo, e a garantire l'effettivo e corretto

riciclo. In questo senso e per questa parte i produttori si sostituiranno ai comuni nella gestione del

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recupero/riciclaggio/smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici. I cittadini potranno conferire i Raee presso le piazzole ecologiche e anche presso la distribuzione (qualora acquistino un

prodotto nuovo equivalente). La legge prevede che il finanziamento del sistema venga assicurato da un eco-contributo Raee - proporzionale

all'acquisto e pagato dal consumatore - che verra´ applicato su tutti i prodotti nuovi, e che potra´ essere reso visibile (dunque separato dal prezzo del prodotto) oppure invisibile, ovvero incluso nel prezzo totale.

Cosa cambia rispetto ad oggi?La nuova legge introduce il concetto di "responsabilita´ dei produttori", che sono cosi´ chiamati ad implementare e

gestire un sistema di raccolta dei prodotti a fine vita. Si tratta di un range di prodotti pressoche´ infinito che comprende al suo interno frigoriferi, lavatrici, computer e monitor, tv, radio e, appunto, prodotti di illuminazione. Questi ultimi e i frigoriferi, in particolare costituiscono un unicum rispetto al resto dei Raee in quanto sono dei "rifiuti pericolosi" a tutti

gli effetti.I numeri

- 11.000 sono le aziende in Italia che producono apparecchiature elettriche ed elettroniche; - 32 miliardi di euro e´ il loro fatturato annuo;

- 212.000 gli addetti (e´ il secondo settore dopo l'auto in Italia); - 40 sono gli impianti di riciclo operativi in Italia (considerando tutte le tipologie di Raee) ;

- 60.000 sono le tonnellate, che al tasso attuale di raccolta dei RAEE (circa 1 kg procapite/anno) sottratte alla discarica; - 20 milioni di euro circa e´ attualmente il giro d'affari del riciclo;

- 240.000 tonnellate, per 80 milioni di euro sara´ il giro d'affari per l'industria del riciclo considerate le quantita´ previste dalla normativa (4 Kg. Abitante/anno nel 2008);

- L'Italia purtroppo e´ uno dei fanalini di coda dell'Ue nonostante la normativa di recepimento delle direttive comunitarie e´ del 2005;

- Nei paesi del nord Europa si sono raggiungi tassi di raccolta pari a 10 kg per abitante. Quando e se in Italia si raggiungera´ questo risultato, avremmo 600.000 tonnellate risparmiate alla discarica e 200 milioni di euro di giro

d'affari.  

25. VISITA ALL'IMPIANTO CHE SMALTISCE RAEE A VOLPIANO (TO)Promemoria sulla visita alla ditta Tbd (Amiat) di Volpiano (To) effettuata il 17marzo scorso da una delegazione del

Coordinamento Ambientalista Regionale.a)Storia del recupero RAEE in Italia

Nel 1998,in accordo con il Decreto Ronchi, furono costituiti 12 centri pubblici per il riciclo dei RAEE con impiego di lavoratori non qualificati,appartenenti alle fasce deboli.

Dal punto di vista trattamento di riciclo i RAEE possono essere divisi in quattro grandi categorie:- grandi elettrodomestici bianchi con CFC (freon) (es. frigoriferi)

- grandi elettrodomestici bianchi senza CFC (es. lavatrici,lavastoviglie,cucine elettriche o a gas)- piccoli elettrodomestici con CFC (es.condizionatori,refrigeratori)

- piccoli elettrodomestici senza CFC (es.televisori,computer,telefoni cellulari).Dal punto di vista quantitativo,la raccolta RAEE in Italia ha visto la seguente evoluzione:

Anno kg/abitante x anno ton totali/anno2004 1,33 80.000

2006 2,00 120..0002007 4,00 240.000

La raccolta di 4 kg/abitante x anno corrisponde alla Direttiva UE, che prevede di mantenere in Europa il riciclo dei RAEE..

b)Storia della TBD In questo quadro l'AMIAT di Torino costitui´ alla fine del 2000 a S.Mauro Torinese un centro per il riciclo

elettrodomestici bianchi per coprire le necessita´ del Piemonte e della Valle d'Aosta..A questo centro vennero attribuiti 60 lavoratori della categoria "lavori socialmente utili", pagati con denaro pubblico. La

capacita´ di riciclo di questo centro era 900 ton/anno di elettrodomestici bianchi.Nel 2001 l'AMIAT trasformo´ questo centro nella societa´ TBD con capitale sociale 1.250.000 € e con organico ridotto

da 60 a 30 dipendenti. La sede rimaneva a S.Mauro.Nel 2003 il target di produzione si allargo´ dagli elettrodomestici bianchi ai televisori e da 900 a 2.500 ton/anno,in

modo da coprire le necessita´ del 60% della popolazione del Piemonte.La sede rimaneva a S.Mauro, nonostante i problemi di spazio.

Dal punto di vista tecnologico i problemi maggiori e i maggiori investimenti hanno riguardato l'impianto di recupero del gas CFC, che,come e´ noto, e´ responsabile del buco nell'ozono.

Si tenga presente che nel frigorifero il 25% del CFC si trova nella serpentina del circuito frigorifero e il 75% assorbito

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nello strato isolante della carcassa della macchina.Nel 2003 la Direzione della TBD elaboro´ un piano di sviluppo dell'azienda, che comprendeva un grande sviluppo della

capacita´ produttiva da 2.500 a 17.500 ton/anno, una ricapitalizzazione dell'azienda a 4.500.000 € e l'apertura di una nuova unita´ produttiva nell'attuale sede di Volpiano.

All'inizio dell'attivita´ i ricavi erano costituiti per il 98% dai conferimenti e soltanto per il 2% dai proventi dalla vendita dei materiali recuperati.

c)Situazione attuale in Italia del riciclo RAEEOggi in Italia nel settore riciclo e trattamento RAEE operano le seguenti 4 aziende leader:

ECODECO con 3 impiantiMERLONI con 2 impianti

SISTEMA ITALIA con 6 impiantiTBD con 1 impianto

La TBD e´ l'unica azienda pubblica rimasta delle 12 previste dal decreto Ronchi( v. sopra) ed e´ l'unica che tratta tutti i tipi di RAEE domestici.

Oltre alle aziende leader operano nel settore altre aziende minori, per un totale di circa 20-25 impianti di trattamento RAEE.

Il primo luglio 2007, in ottemperanza alla Dir..Eur. 2002/96/CE , entrera´ in vigore la legge che trasferisce , dagli enti locali ai produttori dei beni , l'onere dello smaltimento delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (R.A.E.E.). A

seguito di questa nuova legge il materiale recuperato in Italia passerebbe a circa 240.000 tonnellate annue (4 kg. all'anno per abitante),con conseguente recupero di produttivita´ per l'azienda.

Dal prossimo 1° luglio 2007 scatta l'obbligo per i venditori di apparecchi elettrici ed elettronici di raccogliere dall'utilizzatore il vecchio apparecchio in sostituzione del nuovo apparecchio. Se viceversa l'utilizzatore non acquista un

nuovo apparecchio, ma semplicemente vuole sbarazzarsi di un vecchio apparecchio, questi lo conferira´ all'isola ecologica della sua zona. Viene cosi´ a configurarsi la seguente FILIERA: da VENDITORE/ISOLA ECOLOGICA a

CONSORZI NAZIONALI a PRODUTTORII Consorzi Nazionali sono per lo piu´ aderenti all'ANIE( Associazione Nazionale Industrie Elettriche).

Sempre a partire dall' 01.07.07 i Consorzi dovranno pagare i costi di trasporto e di trattamento RAEE. Tale costo verra´ inglobato nel prezzo dell'apparecchio pagato dall'utilizzatore. Sarebbe interessante che tale costo venisse evidenziato

quale componente del suddetto prezzo.d)Situazione attuale della TBD

Oggi la TBD si compone di quattro linee di produzione:-BIANCO

-COMPUTER-CRT ( TUBI CATODICI di televisori,monitor di computer)

-PICCOLI ELETTRODOMESTICIL'attuale capacita´ produttiva della TBD e´ di 6.000 ton/anno, ma puo´ essere estesa a 20.000 ton/anno. La Direzione

avrebbe necessita´ di impiegare in aggiunta personale con piu´ elevata qualificazione professionale. Comunque sarebbero da definire piu´ esattamente le condizioni per passare dalle 6.000 alle 20.000 ton/anno di capacita´ produttiva.

La TBD sarebbe quindi in grado non solo di sopperire alle necessita´ della regione Piemonte, ma anche in parte alle necessita´ delle regioni limitrofe.

L'organico attuale e´ composto da 29 persone, che lavorano su 2 turni in 5 giorni/settimana. Oggi i ricavi provengono per il 30% dalla vendita dei materiali recuperati e per il 70% dai conferimenti.

Oggi l'80% del materiale raccolto viene riciclato e soltanto il 20% va in discarica. Riguardo all'investimento nella TBD, nel 2004 il costo della linea frigoriferi fu di 1,7 milioni €, per cui stimiamo che l'investimento totale della TBD ai prezzi

attuali non superi i 3 o 4 milioni €. Gran parte dell'investimento riguarda l'impianto di recupero del CFC.Lo smaltimento viene effettuato tramite quattro impianti

Il primo impianto tratta i frigoriferi Tramite pinze viene forato il circuito frigorifero (che contiene il 25% del CFC) ed aspirato il gas refrigerante , poi viene

tolto il motore e viene tagliata e triturata la carcassa . Poiche´ il 75 % del CFC e´ contenuto nella carcassa , durante il taglio e la triturazione , gli aspiratori recuperano il CFC . Il CFC e l'olio vengono trattati all'esterno del capannone dove

vengono divisi da appositi macchinari . Il CFC viene trattato con carboni attivi, reso allo stato liquido tramite refrigerazione ottenuta con azoto liquido e stoccato in bombole . Le bombole vengono mandate in Francia, in appositi

impianti dove il CFC viene bruciato a 8.000 gradi. Durante la triturazione (effettuata in ambiente controllato per evitare la dispersione del CFC) un tappeto magnetizzato

suddivide gli scarti di ferro e li convoglia in un container posto all'esterno del capannone. La parte rimanente , sempre del tutto automaticamente , tramite nastri trasportatori , entra in un macchinario che sfrutta

l'azione delle correnti , per cui i vari materiali vengono suddivisi automaticamente a seconda del peso del materiale stesso . Rame e alluminio vengono separati e rimane solo la plastica che pero' non e´ di tipo riutilizzabile , perche´

contiene ritardanti di fiamma , quindi finisce in discarica.

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Il secondo impianto tratta i computer Una macchina squarta il computer . I pezzi vengono disposti su un tappeto ed i vari materiali pezzi vengono suddivisi

manualmente . Viene recuperato il rame e le schede di rete (che vengono venduti a societa´ terze che dalle schede recuperano materiali nobili come argento , oro e palladio) il resto viene triturato.

Il terzo impianto tratta monitor e televisori , da cui vengono prelevati tubi catodici. Con un altra macchina si smonta il tubo catodico e si recupera il vetro in esso contenuto.

Il quarto impianto tritura i piccoli elettrodomestici e sempre con lo stesso tipo di principio viene recuperato : rame, alluminio, ferro e polistirene.

e)Che fare ?e.1)Verso Ministero Ambiente

- Chiedere la pubblicazione ufficiale dei decreti attuativi della legge 151/2005e.2)Verso Regione Piemonte

- Presentare proposta di legge regionale elaborata dal CRAP per incentivazione riciclo di frazione organica, materie plastiche, carta, alluminio, acciaio, RAEE

- Verificare passaggio da 2 a 4 kg/abitante x anno in Piemonte: da 9.000 a 18.000 ton/anno sia per quanto riguarda la raccolta che il trattamento

- Verificare possibilita´ di istituire Centro per il ridisegno dei prodotti industriali (si veda l'attivita´ del Laboratorio dell'Istituto di Disegno Industriale del Politecnico di Torino-ing.Bistagnino; inoltre le possibilita´ offerte dal territorio

novarese)e.3)Verso territorio

- Verificare con le singole Province la funzionalita´ delle isole ecologiche per la raccolta RAEE- Sviluppare iniziative locali per la comunicazione sui RAEE (si veda progetto di TBD con Istituto Europeo di Design)

- Organizzare convegni locali per l'informazione sui RAEE (si veda disponibilita´ di TBD) - Visitare PUBLIREC (riciclo materie plastiche,carta,ingombranti).

Per approfondimenti : http://www.ingegneriambientali.it/docs/docs_bacheca/AIATinforma4-2004.pdf

http://www.tbdtorino.it  

26. ACCORCIARE LA FILIERA PRODUTTORE-CONSUMATORELa vendita del latte sfuso crudo delle vacche di Paolo Crotti e´ un insegnamento di alto valore sociale, pedagogico e

culturale e musica blasfema per il sistema alimentare.Non possiamo non riflettere: e se anche le patate le comprassimo dal contadino? e il formaggio? ecc.

Segnalo anche l'insegnamento dei fratelli Sassella di Talamona (SO), in calce.Non si spiegherebbe tanto accanimento delle centrali del latte se fosse solo per una piccola fetta di mercato. La cosa piu

´ bella e´ che da "dieci metri" il vicino di casa che prima magari guardava in cagnesco il contadino perche´ "le bestie puzzano" (quasi quanto l'insopportabile tanfo dell'organico sotto il lavello?) va a prendersi il latte. E anche i bambini

sanno da dove viene. Gli ambienti ufficiali delle ASL gia´ cominciano a dire che c'e´ un problema igienico nel riuso delle bottiglie perche´ la

gente non le lava bene. Meglio buttare (dove?) una bottiglia di plastica ogni volta. Su cosa e´ "pulito" e "sporco" dovremmo riaprire una discussione? Quanto si sporca l'ambiente per produrre e smaltire

una bottiglia di plastica? L'ossessione dei microbi e´ quella di un mondo che si vuole apparentemente disinfettato ma, alla fine, del tutto

artificiale e morto ("bionico"?). Senza contatti piu´ o meno innocui con gli allergeni, con un sistema immunitario indebolito da inquinanti e stress

siamo... buoni consumatori di farmaci e dell'industria sanitaria. Del resto i pesticidi e i farmaci antitumorali li producono le stesse company.

Nella gran parte della zootecnia industriale padana, invece di riportare la dimensione delle stalle e dei caseifici a dimensioni compatibili con l'ambiente (scontentando qualcuno, quanti?), si ricorre al biogas sostenuto dai "certificati verdi", che in termini ecologici significa "bruciare" sostanza organica prodotta con grande consumo di energia fossile.

Ne vorrebbero costruire uno anche in Trentino in una piccola micro realta´ territoriale in cui il rapporto tra UBA (Unita´ bovine adulte) e SAU (Superficie agraria utilizzata) e´ pesantemente sbilanciato verso eccessiva antropizzazione (simil

padana); ma all'occorrenza, fatto rientrare nei limiti... La sindaco di Fiave´, localita´ prescelta per costruire il mega impianto di biogas (90.000 tonn/anno), si giustifica affermando che "l'impianto di biogas e´ un'opportunita´... ci darebbe

la possibilita´ di avviare un'attivita´ turistica... di arrivare ad un equilibrio tra agricoltura e turismo.(dall'intervista a Vita trentina, 18 marzo 2007, vedi su http://www.ecceterra.org/docum.php?id=992).

E´ cosi´ che si "ricicla" liquame, costretto nell'ultimo anello della catena di un sistema che e´ basato su un enorme sperpero di energia. I cicli non si chiudono perche´ in America o in Europa, dove si producono le materie prime che

entrano nei mangimi e nei foraggi che le vacche mangiano e che noi (non tutti) mangiamo, gli agricoltori devono

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continuare a far entrare nel sistema concimi chimici e sostanze "estranee". Ogm inclusi? Ovvero, c'e´ un problema dovuto a un uso esasperato del territorio, e cosa si fa? Non lo si "alleggerisce" (quante

analogie con la prima R sulla produzione dei cosiddetti rifiuti) ma vi si aggiungono nuovi carichi inquinanti (quante altre "fumose" analogie); quantificabili, se si volesse guardare alla complessita´ di quelli in aggiunta con simili mega

opere.Il problema quindi e´ che da una parte si importano mangimi e foraggi "ricchi" perche´ la vacca superproduttiva esige una dieta "spinta" che il fieno di montagna non puo´ assicurare; dall'altra si importa anche foraggio tout court per pura

carenza quantitativa perche´ la variabile indipendente e´ divenuta lo "stallone" e la base foraggera un optional. Per assicurare un reddito costante si e´ dovuto negli scorsi anni produrre sempre di piu´, vendendo il latte a prezzi

calanti. Ci ha guadagnato chi vende stalloni, mangimi, attrezzature, integratori, seme congelato di tori (le vacche sono sempre meno fertili e se ne usa di piu´), software specializzato, consulenze ecc. L'allevatore e´ quindi subalterno al

sistema che difende e che alla fine lo espelle o lo sfrutta facendogli credere di essere un protagonista.E´ un lapalissiano esempio di zootecnia industriale che esternalizza anche il ciclo delle deiezioni animali (gia´ aveva esternalizzato la trasformazione del latte e la produzione di buona parte dell'alimento del bestiame) con la recisione

dell'ultimo cordone ombelicale che la legava al territorio. La necessita´ di prati (antidoto vitale alla zootecnia dei grandi numeri), non tanto per far fieno ma per "smaltire" i liquami, diventa pura industria, un piccolo anello di un ciclo,

industriale al 100%. Con la necessita´ di produrre biogas e l'allettamento dei "certificati verdi", tanto piu´ liquame si produce meglio e´. Tutt'altro che alimentazione bilanciata, risparmio di azoto, individuazione dei limiti alle emissioni

climalteranti e applicazione di reali misure correttive!I grossi produttori dicono che il settore zoocaseario locale determina un forte indotto, ma non devono dire che le

ricadute complessive sono insostenibili e che l'ecosistema verrebbe compromesso. Sono due modelli antitetici.. Dicono che chi sostiene quello di Paolo Crotti, dei fratelli Sassella, di Graziano Lozzer in Trentino ecc. e´ un troglodita e un sognatore, ma non si spiega che quello imperante e´ un incubo popolato di liquami,

cattivi odori, bestie sfruttate e maltrattate, mediocri politiche e peggioramento della situazione climatica. Eppure c'e´ chi vive dignitosamente con poche vacche, anche in Pianura padana. Con il tempo risparmiato dalle operazioni di stalla "industriali" ci si puo´ dedicare a produrre buoni formaggi (non standardizzati e senz'anima come quelli dei caseifici

sociali) e altri prodotti agricoli, alla valorizzazione commerciale dei prodotti, a fare un po'di agriturismo ed altre attivita´ rurali per mantenere e vivere il territorio. Non alimentando tutto quell'apparato di tecnici, manager, commerciali,

burocrati a monte e a valle della stalla.E´ importante capire che, al pari dei problemi sugli inquinanti prodotti dal traffico o dagli inceneritori, quello delle

stalle a zootecnia intensiva non e´ da meno.Nel novembre 2006 la Fao ha pubblicato un rapporto dal titolo significativo: "La lunga ombra della zootecnia -

Problemi e scelte ambientali" Livestock's Long Shadow -Environmental Issues and Options. Il full text si puo´ scaricare a questo indirizzo: http://www.virtualcentre.org/en/library/key_pub/longshad/A0701E00.htm.

Di seguito uno stralcio del comunicato della Fao che pubblicizza il rapporto con il titolo "scandaloso":"Cosa contribuisce di piu´ all'effetto serra: allevare bovini o guidare le auto? Sono necessari rimedi urgenti".

Il testo sottolinea che bisogna dimezzare subito l'impatto ambientale della zootecnia per compensare il piu´ possibile l'aumento della produzione zootecnica nei paesi "emergenti".

"Sorpresa! Secondo un nuovo rapporto pubblicato dall'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite, il settore zootecnico genera piu´ emissioni di gas serra come misurato nell'equivalente del CO2 - 18 per cento -

che i trasporti. E´ inoltre una fonte importante di degradazione dell'acqua e del suolo". Dice Henning Steinfeld, capo del ramo delle informazioni e di politica del bestiame della FAO e autore maggiore del rapporto:

"Il bestiame e´ uno dei contributi piu´ significativi agli odierni problemi ambientali piu´ seri. E´ richiesta un'urgente azione per porre rimedio alla situazione... Con l'aumentata prosperita´, la gente sta progressivamente consumando piu´ carne e latticini. La produzione di carne globale e´ proiettata a piu´ del doppio: da 229 milioni di tonnellate negli anni

1999/2001, a 465 milioni di tonnellate nel 2050, mentre quella del latte sale da 580 milioni a 1043 milioni di tonnellate... Il settore del bestiame sta sviluppandosi piu´ velocemente di qualunque altro sub-settore agricolo... Ma tale veloce sviluppo esige un elevato prezzo ambientale... il settore del bestiame rappresenta il 9% delle emissioni di CO2...

ma produce una parte molto piu´ grande di gas, ancora piu´ nocivi del gas serra...".Adriano Rizzoli

Trento 

27. CRISI DELL'AGRICOLTURA E COMMERCIALIZZAZIONE CREATIVATalamona (So)

Le piccole aziende invece di morire e svendere il latte reagisconoL'Azienda agrituristica Sciaresöla di Talamona (So) gestita dai giovani fratelli Sassella si conferma all'avanguardia nella commercializzazione creativa, che unisce la tradizione della vendita diretta con moderne tecnologie. E' stata la settima

azienda in Italia ad installare un distributore automatico di latte crudo sfuso e la prima ad introdurre la distribuzione

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automatica di altri latticini (formaggio, yogourt). Attualmente l'azienda gestisce un distributore di latte presso l'agriturismo ed uno nella piazza del paese latte dove, all'interno di una capannina in legno, e´ collocato anche un

distributore automatico di yogourt e formaggi porzionati sotto vuoto. Un distributore automatico di prodotti verra´ a breve installato in comune di Cosio. Queste iniziative sono state attuate dall'azienda in collaborazione con le

amministrazioni comunali. Nei prossimi giorni verra´ presentata in occasione della manifestazione Agrivaltellina a Morbegno un nuovo modello di

distributrice automatica di latte crudo sfuso che Alex Sassella, uno dei fratelli titolari dell'azienda, ha messo a punto insieme ad una ditta specializzata di Brescia (e che, tra l'altro, gli fruttera´ delle royalty). Questo nuovo modello

battezzato "Frescolat" introduce sistemi del tutto sicuri ed automatici di pulizia dell'impianto e una semplificazione nelle operazioni di rifornimento del latte.

Alex Sassella e´ anche vice-presidente del Consorzio tutela latte crudo. E' significativo che questo dinamismo si accompagni con scelte che apparentemente vanno in direzione contraria: i fratelli Sassella non intendono ampliare la

mandria oltre le trenta vacche in lattazione e stanno sostituendo la razza Brown Swiss, razza specializzata per alte produzioni, con la Bruna originale svizzera dopo aver introdotto anche la Pezzata Rossa (entrambe razze a duplice

attitudine: latte e carne). Alfio, che si occupa della mandria, sta anche utilizzando fiale con il seme di tori "Original" e la sua scelta e´ apprezzata sia dagli allevatori locali meno giovani che dalle nuove leve.

Una delle due vacche "Original" portata alla mostra bovina locale ha suscitato l'ammirazione dei vecchi allevatori, felici di vedere finalmente dopo tanto tempo "una vera mucca" dopo aver dovuto subire dall'alto la sostituzione della vecchia Bruna alpina con la Brown Swiss. I Sassella non si sono curati dei commenti dei tecnici dell'Associazione allevatori che qualificano con disprezzo come "grossolane" le loro nuove-vecchie Brune e che li accusano di "distruggere 40 anni di

selezione". Ma loro vanno avanti e l' Associazione Produttori Valli del Bitto alla quale l'azienda appartiene sta pensando di introdurre nel disciplinare del Bitto Valli del Bitto (quello autentico), la regola dell'utilizzo della Bruna originale

quale razza idonea alla produzione sugli alpeggi. Va sottolineato che Alfio Sassella, come tutti i produttori dell'Associazione in alpeggio continua a mungere a mano, a

non utilizzare "bustine" con i fermenti e a non somministrare mangimi. Ha la fortuna peraltro di caricare uno degli alpeggi migliori di tutte le Alpi Orobie: l'Alpe Cavizzola nell'Alta Valbrembana bergamasca, appena al di la´ della

cresta che la separa dalla Valtellina. Fedelta´ alla tradizione e creativita´ commerciale sono i segreti che hanno consentito ad una piccola azienda di giocare la parte di Davide quando il Consorzio delle latterie valtellinesi (Colavev), novello Golia, invio´ loro una letteraccia in cui le si intimava di cessare la distribuzione del latte crudo accusandola di "concorrenza sleale". I Sassella decisero di uscire dal Consorzio accellerando il passaggio di tutta la produzione alla

trasformazione e alla vendita diretta. Molti allevatori valtellinesi che di recente hanno ricevuto ingiunzioni da parte di Parmalat, Carnini e Colavev per cessare la distribuzione di latte crudo sfuso stanno facendo la stessa cosa.

 

28. NON BUTTATE IL PESCE IN MARE: L'UE CONTRO I RIGETTI La Commissione Ue ha adottato una comunicazione per la riduzione delle catture accessorie e l´eliminazione dei rigetti

nella pesca, cioe´ della pratica d ributtare a mare pesci o altri organismi marini di scarso o nullo valore commerciale catturati accidentalmente.

I tassi dei rigetti nella pesca europea variano in maniera significativa: per alcune attivita´ della piccola pesca costiera sono trascurabili, per la pesca al traino raggiungono il 70-90% delle catture, e questo si riflette naturalmente sulle varie

marinerie europee. Nel 2005 la Fao stimava in un milione 332 mila tonnellate il volume annuo dei rigetti nell´Atlantico settentrionale, il

13% delle catture. Nel Mare del Nord i rigetti erano stimati tra 500 mila e 880 mila t. e nelle acque ad ovest di Irlanda e Scozia rappresentavano tra il 31 e il 90% delle catture a seconda del tipo di imbarcazioni, della specie da pescare e della profondita´. Nel Mediterraneo e nel Mar Nero i rigetti ammontavano a 18 mila tonnellate, il 4,9% delle catture, mentre

nel mar Mar Baltico erano solo l'1,4%.Quella della Commissione Ue e´ una proposta innovativa per la politica comune della pesca, con un un divieto graduale

di rigetto e la definizione di norme sui volumi massimi accettabili di catture accessorie. Invece di disciplinare gli sbarchi, i pescatori saranno incoraggiati a trovare soluzioni che consentano di rispettare i limiti per le catture accessorie, cosi´ avranno interesse a prelevare unicamente le risorse marine che potranno essere commercializzate. Il 2007 servira´

a chiarire come raggiungere questi obiettivi e nel 2008 dovrebbero essere presentate le proposte."La pratica dei rigetti va condannata perche´ rappresenta uno spreco di risorse marine preziose - ha detto Joe Borg,

commissario europeo per la pesca e gli affari marittimi - ed e´ quindi ingiustificata sotto il profilo ecologico, economico e morale. Quanto prima porremo fine a questa pratica inutile e dannosa, tanto meglio sara´ per gli stock ittici, l

´ambiente marino e l´industria della pesca". L´Ue si era gia´ occupata del problema dei rigetti, con misure di disciplina degli attrezzi da pesca, per le dimensioni

delle maglie, l'obbligo di "finestre" di fuga o di dispositivi acustici. A volte si sono ottenuti risultati positivi, in altri casi le misure si sono rivelate complicate e difficili da controllare.

La Commissione punta ora ad una gestione orientata sul tasso massimo accettabile di catture accessorie e sull´obbligo di

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sbarcare la totalita´ delle risorse prelevate, un sistema piu´ semplice da applicare e da far rispettare. Le misure potrebbero comprendere incentivi per migliorare la selettivita´ degli attrezzi da pesca, zone di divieto e l´obbligo di cambiare la zona di pesca nei casi in cui vi sia, ad esempio, una concentrazione particolarmente elevata di esemplari

giovanili.la pratica dei rigetti riguarda soprattutto il novellame di taglia inferiore alla taglia minima di sbarco autorizzata, un

divieto che dovrebbe garantire che gli esemplari giovanili non siano pescati e cosi´ contribuire al ripopolamento degli stock, ma il tasso di sopravvivenza dei pesci e degli organismi riversati in mare e´ estremamente basso. I rigetti

riguardano anche gli stock di pesci adulti: un peschereccio, puo´ disporre di possibilita´ di cattura per una specie e aver esaurito il proprio contingente per le altre, oppure i pescatori possono decidere di conservare a bordo unicamente le

risorse di maggior pregio e di sbarazzarsi dei pesci commercializzabili di minor valore.I rigetti diminuiscono la futura produttivita´ dei mari, sia perche´ si pescano pesci troppo giovani sia perche´ si riduce il

numero di esemplari adulti in grado di sopravvivere e riprodursi. Oltre alle specie ittiche non commerciali, i rigetti interessano anche uccelli, tartarughe e altri mammiferi marini ed incidono sull´ambiente marino, sull´integrita´ degli

ecosistemi marini e sulla conservazione della biodiversita´.Tutto questo contrasta con la politica comune della pesca e con gli impegni sottoscritti dall'Ue, ad esempio con la

convenzione Onu sulla biodiversita´ e con l´impegno preso al vertice mondiale per lo sviluppo sostenibile di Johannesburg, di gestire gli stock ittici in modo da consentire un rendimento sostenibile.

 

29. OSSERVAZIONI SUL PIANO PROVINCIALE DEI RIFIUTIRiportiamo un documento redatto dagli amici del canadese.

Il piano provinciale prevede che nei prossimi 5 anni si potra´ ottenere al massimo una riduzione dei rifiuti del 3% ed una raccolta differenziata che arrivera´ al 52,1%.

Quindi, secondo la provincia, nel 2011 avremo circa 1.130.000 tonnellate di rifiuti, con 540.000 tonnellate di indifferenziato da smaltire.

Questi obiettivi NON sono in linea con le proposte della Regione Piemonte e le normative nazionali ed europee che prevedono: riduzione del 10% entro il 2011 e RD al 65% nel 2012..

Se assumiamo gli obiettivi indicati dalla Regione Piemonte ( riduzione rifiuti al 10%, raccolta differenziata al 60% ) si passa da 540.000 a 421.000 tonnellate/anno di indifferenziato da smaltire. Siamo molto lontani dalle 700.000 tonnellate

indicate dal piano. Infatti per l'impianto della zona Nord si intendono utilizzare altre tipologie di rifiuti: scarti degli impianti di compostaggio, di riciclaggio e dei fanghi provenienti dai depuratori. Vediamoli nel dettaglio.

Scarti: nel 2011, 53.000 ton/a da trattare deriveranno dallo scarto dell'organico e 35.000 ton/a da scarto di impianti di recupero e riciclaggio. Lo scarto della raccolta dell'organico e´ a oggi il 40% di quanto raccolto: livello assurdo ( lo scarto normale di organico e´ non oltre il 10% nei casi peggiori, il 1-2% nei casi migliori) che dimostra il pessimo

funzionamento degli impianti di compostaggio e la pessima qualita´ della raccolta differenziata, qualita´ tanto bassa da inficiare pesantemente le percentuali dichiarate di raccolta differenziata.

L'obiettivo dichiarato e´ portare al 25% lo scarto entro il 2011, che porterebbe lo scarto da organico alle 53.000 ton/a citate. Il 25% e´ uno scarto ancora troppo elevato rispetto agli scarti che, come abbiamo citato, si verificano in altre

situazioni. Ma e´ la scelta di mandare all'inceneritore questa materia che lascia piu´ sconcertati.L'ultima versione del piano provinciale prevede che questo scarto sia incenerito nel secondo impianto, il piano

precedente prevedeva invece, come dovrebbe essere, che lo scarto fosse destinato alle discariche di servizio agli impianti di compostaggio tanto e´ vero che questa destinazione e´ rimasta indicata nella Fig. 1-1, pag. 19 del

PPGR2006, forse per una svista degli estensori del documento. Anche le 35.000 ton/a di scarto da impianti di recupero non e´ affatto logico che finiscano nell'inceneritore a griglia mobile poiche´ possono essere trattati in impianti piu´

adatti a questo tipo di materiali.Fanghi: questi costituiscono una parte importante, 75.000 ton/a, del totale del materiale che dovrebbe alimentare il secondo impianto di incenerimento. Anche questa e´ una scelta non obbligata e discutibile, non prevista nei piani

provinciali redatti negli anni precedenti. Riteniamo che la motivazione che ha portato a questa decisione sia essenzialmente dovuta a ragioni economiche. Un impianto di incenerimento a griglia mobile fattura in base al numero

di tonnellate che brucia. Piu´ e´ alto il numero di tonnellate trattato maggiore e´ l'incasso.La decisione di destinare i fanghi al secondo impianto e´ legata al maggiore potere calorico del residuo raccolto nella

zona Nord, dove e´ piu´ alta la raccolta differenziata. Questo permette di aggiungere materiale a basso contenuto calorico rimanendo nei margini del funzionamento ottimale dell' impianto.

Dovrebbe in via prioritaria essere esaminata la possibilita´ di intervenire sugli impianti di trattamento dei fanghi in modo da aumentare la percentuale di materiale utilizzabile in agricoltura ed in seguito valutare quale sia l'impianto

migliore per inertizzare la parte restante.L'ultima considerazione riguarda il pre-trattamento dell'indifferenziato da smaltire.

L'aver abolito qualsiasi pre-trattamento, bioessicazione e produzione di CDR e´ la piu´ rilevante variazione del piano provinciale 2006 rispetto alla versione 2005. Questa decisione fa ulteriormente aumentare il numero delle tonnellate da

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incenerire. Ed anche questa e´ una scelta determinata essenzialmente da ragioni economiche e che ha poco a che fare con oggettivita´ tecnologiche o ragioni ambientali. Noi chiediamo percio´ che sia valutata in base ad un criterio di costi-

benefici, senza annullare il secondo termine del confronto.A questo punto si possono trarre prime conclusioni al ragionamento sulle cifre contenute nel piano.

Una quantita´ cosi´ grande di rifiuti da incenerire e´ incongrua e ingiustificata. Non deriva, a nostro parere, dall'analisi oggettiva dei dati sulla raccolta rifiuti nella provincia come si afferma, ma piuttosto da una decisione basata sulla

valutazione di quale sia la quantita´ piu´ conveniente di materiali da far trattare in due impianti. Cio´ e´ confermato dal fatto che negli aggiornamenti che si sono susseguiti nella stesura del piano provinciale e´ variata la composizione dei

rifiuti da avviare a incenerimento ma non la quantita´ finale prevista. Queste scelte di fondo, che tendono a costituire un grande polo industriale di trattamento rifiuti nella provincia di

Torino hanno tre ragioni di fondo:1) Gli impianti a griglia mobile, tipologia tecnologica scelta, necessitano di grandi quantitativi di materiale in ingresso,

sopra le 200.000 ton/a per essere economicamente giustificabili.2) Maggiore e´ la taglia maggiore e´ la convenienza economica dell'investimento.

3) Il prezzo per tonnellata trattata, fissato alla richiesta di finanziamento alle banche, e´ l'elemento su cui si determinano tutti i conti economici. Piu´ tonnellate si bruciano piu´ aumenta il fatturato.

Un piano che e´ incentrato sugli impianti, facendo diventare la gestione dei rifiuti un comparto industriale, e su questo imposta le scelte di fondo della raccolta e del trattamento e´ inaccettabile e rende difficile anche ragionare sui dati che

vengono forniti per giustificare tali scelte.Ma, pur rimanendo nell'ambito delle cifre fornite e delle impostazioni dichiarate, un secondo impianto di incenerimento

in provincia di Torino e´ INGIUSTIFICATO.Infatti se aumentiamo, in modo del tutto ragionevole, le percentuali di previsione della riduzione dei rifiuti e della raccolta differenziata, se sottraiamo alle quantita´ da incenerire lo scarto da organico e lo scarto da altri impianti di

recupero, se eliminiamo i fanghi e ripristiniamo pretrattamenti ed essiccazioni, un impianto di incenerimento e´ piu´ che sufficiente per il trattamento dei rifiuti.

Ma non e´ questa la strada che proponiamo. Occorre rovesciare l'impostazione: l'approccio deve essere il contrario della grande scala, funzionale ad una gestione industriale dei servizi, che mira in via prioritaria al risultato economico.

Il modello che proponiamo assume come centrali i principi di riduzione, recupero, riuso e riciclo e parte da un approccio decentrato. Riteniamo essenziale partire dalle caratteristiche dei territori, verificare in modo approfondito la

situazione esistente, i problemi e le soluzioni possibili, analizzare la composizione dei rifiuti residui che si devono smaltire ed alla fine di questa ricerca decidere le quantita´ da trattare e il tipo di impianto.

Questa impostazione, oltre ad essere l'unica corretta, e´ anche quella che consente una responsabilizzazione e partecipazione della popolazione sul problema dei rifiuti, senza le quali anche il controllo e il miglioramento

dell'operato e delle scelte delle societa´ territoriali di raccolta dei rifiuti diventa molto difficile. E' questo un altro dei punti cruciali per avere risultati positivi in termini di qualita´ e quantita´ della raccolta differenziata. Gli ultimi dati sui comuni che avevano raggiunto alti livelli di RD segnalano un arretramento, le proteste sulla raccolta si vanno facendo

allarmanti. Le cose peggioreranno, le proteste cresceranno se non ci sono ragioni chiare, condivise e non contraddittorie per impegnarsi nella raccolta differenziata. Se si sostiene e propaganda che l'inceneritore produce energia e calore in

modo vantaggioso per l'ambiente e con benefici economici per tutti, se l'impianto puo´ bruciare il talquale, allora perche´ mirare ad avere alti livelli di raccolta differenziata che comportano disagi ed anche maggiori costi per i cittadini?

Un grande impianto che brucia di tutto e piu´ brucia piu´ incassa favorisce il formarsi tra i cittadini di un opinione che va´ in direzione opposta alla raccolta differenziata e solleva i territori e le amministrazioni locali dalla responsabilita´ su un problema grande e scomodo come quello dei rifiuti. Non sono ragionamenti che possono essere trascurati , anche se

non si basano su numeri, evidenze immediate o questioni tecniche.Inoltre la quantita´ da incenerire non puo´ diminuire essendo, oltre alla tariffa fissata per tonnellata trattata, il dato

chiave su cui si basa la concessione dei finanziamenti. Percio´ non si puo´ puntare a una raccolta differenziata che migliora nel tempo in termini di quantita´ e qualita´ ma deve

rimanere immodificata per tutto il tempo di funzionamento dell' impianto.In ultima analisi la scelta dell' inceneritore va in direzione CONTRARIA alla raccolta differenziata.

Si deve invece decidere per una gestione decentrata anche dello smaltimento finale, quindi piu´ impianti localizzati all'interno di territori omogenei, questa impostazione allarga le alternative all'impianto a griglia mobile verso tecnologie

piu´ adatte a trattare quantita´ inferiori di materiali.Vanno inoltre previsti impianti di trattamento meccanico del residuo da RD a cui abbiamo accennato in precedenza, che permettono, oltre agli altri risultati, di avere una composizione omogenea del materiale in uscita, condizione importante

per il trattamento successivo con alcune tecnologie innovative, alcune di queste tecnologie sono in fase di sperimentazione, altre sono state maggiormente affinate.

La scelta del grande impianto ci vincola per i prossimi venti anni, rendendo pressoche´ impossibile qualsiasi seria sperimentazione nei nostri territori.

Tutti sanno come il non essere disponibili alla ricerca e alla sperimentazione in Italia abbia portato a risultati catastrofici

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in moltissimi settori. La scelta di un secondo inceneritore a griglia mobile vuol dire importare tecnologia, e per di piu´ tecnologia gia´ matura. Contrabbandare questo come opportunita´ anche per l'occupazione e´ scorretto.

Siamo convinti che l'industria del riciclaggio comporta non solo un minor impatto sulla salute e sull'ambiente, ma anche un maggior recupero energetico, una maggiore e piu´ qualificata occupazione.

Sicurezza e salute.Il piano provinciale afferma che gli impianti di incenerimento hanno raggiunto alti livelli di sicurezza in quanto

sottoposto a norme sempre piu´ restrittive sulle emissioni. In verita´ le norme sulle emissioni, certamente piu´ restrittive rispetto al passato, non fanno altro che seguire l'evoluzione tecnologica ma il fatto che oggi sia possibile ridurre le

emissioni pericolose in misura maggiore rispetto al passato non significa che la salute sia salvaguardata. Anche perche´ la crescita dei costi degli impianti (+40% negli ultimi 6 anni) dovuti proprio ai maggiori controlli, porta le ditte

costruttrici a realizzare impianti di grande taglia (superiori alle 400.000 t/a) e quindi ad accrescere enormemente le emissioni complessive. Per ogni tonnellata di rifiuto incenerito si generano dai 6.000 ai 10.000 metri cubi di fumi: nella tabella sottostante riportiamo le emissioni per un solo anno di attivita´ utilizzando i dati degli inceneritori di brescia e Silla2 di Milano e l'ipotesi minima di 6000 metri cubi di fumi per tonnellata bruciata. Si tenga conto che la persistenza

di queste sostanze nei suoli e´ molto elevata (la diossina si dimezza ogni 15 anni) e quindi si genera un accumulo di anno in anno.

E' scorretto parlare di limiti di emissioni da rispettare senza evidenziare il fatto che queste sono proporzionali alle quantita´ bruciate. Se si tiene conto delle quantita´ si vede che non esiste alcun altro impianto che concentra cosi´ tante

emissioni in un punto limitato del territorio. Territori, come quello della pianura padana, che presenta gia´ una dose elevata di diossine al suolo.

Infine vi e´ un ultimo aspetto che riguarda le nano particelle: ci sono studi che affermano l'impossibilita´ di intercettare dei corpi molto piccoli che si generano nella combustone ad alte temperature.. Anche in questo caso il principio di

precauzione, a cui sono tenute le autorita´ pubbliche, imporrebbe la non accettazione di impianti che potenzialmente rappresentano un pericolo per la popolazione.

UN PIANO PER IL CANAVESEIl modello che proponiamo assume come centrali i principi di riduzione, recupero, riuso e riciclo ed e´ in piena sintonia

con la proposta avanzata dai dodici sindaci del CCA basata su un approccio decentrato.Riteniamo infatti essenziale partire dalle caratteristiche dei territori, verificare in modo approfondito la situazione

esistente, i problemi e le soluzioni possibili, analizzare la composizione dei rifiuti residui che si devono smaltire ed alla fine di questa ricerca decidere le quantita´ da trattare e il tipo di impianto.

POLITICHE DI RIDUZIONE E SVILUPPO RACCOLTA DIFFERENZIATAI principi alla base delle scelte di fondo sul problema dei rifiuti devono essere quelli della riduzione, recupero, riuso,

riciclo. Quindi la riduzione e l'incremento quantitativo e qualitativo della raccolta differenziata devono essere gli obbiettivi fondamentali dei piani territoriali. L'impegno del territorio deve essere quello di andare oltre gli obiettivi del

10% di riduzione e del 65% di raccolta differenziata entro il 2012.Politiche di riduzione.

Organico. E' possibile ridurre i rifiuti alla fonte accrescendo la quantita´ di organico smaltito direttamente dalle famiglie. Il nostro e´ una realta´ prevalentemente rurale, con la popolazione sparsa in piccoli centri, quindi e´ possibile

attuare forme di compostaggio di comunita´ o di vicinato oltre a quella delle singole famiglie. Ricordiamo che l'organico rappresenta il 30% del totale dei rifiuti.

Imballi. E' possibile ridurre gli imballi a partire da iniziative locali, mentre si chiede una normativa nazionale. Alcuni esempi: coinvolgere la piccola e grande distribuzione come nel caso dei detersivi alla spina, orientare gli acquisti delle

istituzioni pubbliche (Comuni, scuole..).Sviluppo della raccolta differenziata.

Il Canavese e´ largamente compreso nel bacino 17 che e´ organizzato nel CCA (Consorzio Canavesano Ambiente) che include 108 Comuni. E' recentemente entrato nel CCA il CSAC (alto Canavese) e la raccolta e´ gestita dalla SCS e

dall'ASA. Ci sono differenze tra le due realta´ (l'Eporediese ha superato il 50% di RD mentre l'alto Canavese e´ piu´ indietro. D'altro canto in alcuni Comuni dell'alto Canavese e´ in corso una sperimentazione di raccolta porta porta spinta

con tariffa puntuale. Noi riteniamo che questa sia la modalita´ a cui bisogna tendere per raggiungere alte % di RD e buona qualita´ nel rifiuto

recuperato. E, fatto importante, premiando con la tariffa puntuale i buoni comportamenti dei cittadini.In funzione di questo obiettivo e´ necessario fare il punto dell'attuale sistema di raccolta: infatti ci sono notevoli

differenze tra Comune e Comune, non e´ chiara qual e´ la qualita´ dei materiali raccolti, va verificato se le societa´ di raccolta hanno personale e mezzi adeguati al raggiungimento degli obiettivi indicati.

Recupero elettrodomestici ed apparecchiature elettroniche (RAEE). Il primo luglio del 2007 entrera´ in vigore la normativa che impone a produttori, distributori e Comuni di organizzare il recupero dei RAEE. Siamo a pochi mesi

dalla scadenza e chiediamo: se e´ stato organizzato il servizio di raccolta, stoccaggio e conferimento; se e´ stato preparato un piano di informazione per i cittadini.

IMPIANTI DI TRATTAMENTO DEL RIFIUTO RESIDUO

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Se, come si dice, siamo in emergenza, perche´ l'inceneritore che non sara´ pronto prima del 2014 dovrebbe essere la soluzione? Fino l 2010 avremo la disponibilita´ della discarica di Cavaglia´, pertanto entro quella data, e possibilmente

prima, va trovata una soluzione. Impianti di trattamento del residuo (TMB).

In Italia, nel 2006, 7,5 milioni di t/a sono stati trattati da impianti TMB contro i 3,5 milioni di t/a avviati a incenerimento.

Si tratta pertanto di una tecnologia diffusa e consolidata che consente di separare la parte umida da quella secca ed avviare in flussi separati carta, vetro, plastiche, metalli, presenti nei residui. Una parte di questi materiali puo´ essere

riciclata, il resto bio-stabilizzato e stoccato o avviato ad impianti tipo gassificazione, pirolisi, dissociazione molecolare etc. etc.

Rimane la parte organica che puo´ essere trattata separatamente e che puo´ generare un compost di bassa qualita´ o essere avviata anch'essa a piccoli impianti di trasformazione..

Questi impianti sono modulari e flessibili e non richiedono di essere alimentati con flussi continui quindi non costituiscono un vincolo alla crescita della RD.

Commissione di studio.Non e´ intenzione di questo documento, ne´ compito nostro indicare quale deve essere la soluzione tecnica da adottare. Intendiamo semplicemente sostenere che esistono le condizioni per giungere ad una soddisfacente chiusura del ciclo dei

rifiuti in tempi brevi e a costi di gran lunga inferiori ai costi dell'incenerimento. Non si puo´ gridare all'emergenza, chiedere l'autosufficienza dei territori e poi avanzare una soluzione che forse sara´ pronta nel 2014.

Chiediamo alle amministrazioni di avviare uno studio che, tenendo conto delle esperienze piu´ avanzate presenti in Italia e nel mondo, e delle linee di fondo espresse in questo documento proponga un piano di gestione dei rifiuti per il

nostro territorio.VALORIZZARE LA PARTECIPAZIONE

La discussione sull'inceneritore ha coinvolto migliaia di cittadini, ha fatto nascere dei nuovi comitati spontanei, ha allargato la partecipazione alle associazioni ambientaliste. Soprattutto si e´ estesa la consapevolezza dell'importanza del

tema dei rifiuti e delle conseguenze che le diverse scelte possono avere sul futuro.Chiediamo che questa partecipazione attiva diventi un'utile risorsa per la gestione dei rifiuti nel nostro territorio.Chiediamo che le sedute del Consorzio siano aperte ai cittadini, ai Comitati e alle associazioni ambientaliste o

comunque di prevedere delle forme di partecipazione attiva dei cittadini alle scelte.Associazione Ambiente Foglizzo

Comitato AriabuonaCircolo Legambiente Dora Baltea

Comitato ValasseCircolo Legambiente Pasquale Cavaliere Basso Canadese 

Comitato Dora BalteaCircolo Legambiente Chiusella Vivo

Comitato Ambientale Torre-BairoFIOM-CGIL

Comitato PedaneavivaComitato Ivrealabella?

 

30. LE NANOPOLVERI DEGLI INCENERITORI RESPONSABILI DEGLI ICTUS CEREBRALIwww.carta.org - 22 marzo 2007

Uno studio pubblicato sull'ultimo numero di una delle piu´ quotate riviste neurologiche a livello internazionale, la statunitense "Stroke", ha dimostrato che le polveri ultrafini, emesse in quantita´ anche dagli inceneritori di ultima

generazione, possono provocare un ictus cerebrale. La notizia viene rilanciata da Unaltracitta´/Unaltromondo - gruppo consiliare del comune di Firenze - impegnata da

sempre per una gestione dei rifiuti virtuosa, capace di fare a meno dell'incenerimento. Gianluca Garetti, medico a Peretola, firmatario insieme ad altri cento medici di famiglia della Piana fiorentina di un appello contro le anacronistiche politiche delle amministrazioni sul tema, e attivo in Unaltracitta´/Unaltromondo ha dichiarato: "Gia´ in precedenza numerosi studi avevano dimostrato una relazione causale tra apoplessia cerebrale e

materiale particolato, tuttavia, le nanopolveri non erano mai state prese in considerazione. Oggi i ricercatori del National public health institute di Kuopio (Helsinki, Finlandia) hanno dimostrato, prendendo in esame 3.265 casi

di ictus, che anche le polveri ultrafini sono capaci di provocare questa grave patologia cerebrale. I rischi per la popolazione sono alti, basti pensare, come e´ stato dimostrato sulla rivista Environmental Medicine del settembre 2006,

come un'emorragia cerebrale possa insorgere appena dopo due ore dall'esposizione a materiale particolato".Ornella De Zordo, capogruppo in Palazzo Vecchio, ha inoltre consigliato all'assessore provinciale all'ambiente Nigi, che

solo ieri ha annunciato l'apertura di una campagna per spiegare i vantaggi della termovalorizzazione attraverso uno

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sportello "capace di offrire informazioni complete e scientifiche, ma allo stesso tempo chiare e comprensibili, sulle tecniche di trattamento termico dei rifiuti", di scaricare la ricerca all'indirizzo

http://stroke.ahajournals.org/cgi/content/full/38/3/918, tradurla in italiano, e farla poi conoscere a tutti i cittadini da lui amministrati.

Un'azione doverosa, sempre che la campagna informativa non sia solo fumo negli occhi dei piu´ ingenui e sia davvero capace di dare "un' informazione senza trucchi" come dichiarato dallo stesso assessore o di fornire "dati

scientificamente comprovati" come spiegato dalla societa´ di marketing e comunicazione Florence multimedia voluta a presidiare l''operazione termovalorizzatore' dal presidente della Provincia Matteo Renzi.

Per Unaltracitta´/Unaltromondo la diffusione di tale ricerca e´ doverosa anche presso i tecnici dell'Agenzia regionale di sanita´ della toscana (Ars) e dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della toscana (Arpat) oltreche´

naturalmente presso i vari amministratori pubblici della Piana fiorentina. 

31. LO SVILUPPO SOSTENIBILE PER MODERNIZZARE LA POLITICA di Diego Barsotti

Alcune settimane fa il Centre for european reform (Cer) di Londra e Glocus di Roma hanno presentato in anteprima a Roma la nuova edizione della pubblicazione "The Lisbon Scorecard", che valuta i progressi fatti e gli obiettivi raggiunti

dai singoli Stati-membri dell'UE nelle riforme economiche previste dall'agenda di Lisbona, e - tema di uguale importanza - analizza cio´ che ancora rimane da fare.

Sull'agenda di Lisbona in effetti ci sono diverse riflessioni da fare. Partendo dalla considerazione che quando nacque, nel 2000 non teneva in minima considerazione i temi della sostenibilita´, temi, che sono stati aggiunti successivamente,

ma che ancora oggi scontano una limitatezza: si fa riferimento esclusivamente all'energia e. E la sostenibilita´ non e´ solo energia..

Ne abbiamo parlato con Francois Lafond, professore associato di scienze politiche a Parigi e consigliere politico del minstero degli Esteri. Nonche´ responsabile internazionale di Glocus, think tank indipendente (creato e presieduto da

Linda Lanzillotta) che attraverso progetti e proposte per l'innovazione e la modernizzazione economica, sociale e istituzionale dell'Italia, mira a promuovere il dibattito e il confronto, per fornire alla "politica" idee per le politiche.

Lafond, voi avete lavorato molto sull'Agenda di Lisbona, qual e´ l'attenzione alla sostenibilita´ che propone?"Partiamo purtroppo da questa considerazione: l'ambiente nell'agenda di Lisbona in origine non e´ stato messo al centro dell'attenzione. Questi criteri relativi alla sostenibilita´ sono stati tutti aggiunti dopo, perche´ il primo testo dell'agenda

di Lisbona era prettamente economico e sociale, mentre su insistenza di alcuni paesi nordici in particolare che chiedevano piu´ attenzione al concetto di sviluppo sostenibile rispetto a una crescita generica, sono stati aggiunti alcuni

parametri soprattutto sul fronte dell'energia".Non pensa che siano parametri solo legati all'energia e lascino da parte le tematiche piu´ complessive legate alla

sostenibilita´? "Si, in parte e´ vero. Pero´ ricordiamoci anche che questi pilastri sono stati attivati con l´Agenda di Lisbona e che nuovi

obiettivi piu´ precisi sono stati riaffermati soltanto ora. E anzi forse potremmo dire che ne sono stati propedeutici. La presidenza europea con la Merkel ha alzato l'attenzione su questi temi durante l´ultimo consiglio europeo di marzo e mi

sembra importante ricordare i tre obiettivi fissati per il 2020: riduzione del 20% delle emissioni di gas serra; 20% di energie rinnovabili sull'insieme della produzione; 20% di riduzione del consumo energetico.

Affermazioni fondamentali perche´ la stessa Merkel ha deciso di portare i temi ambientali ed energetici anche al G8, che in effetti e´ la platea piu´ adatta: sono temi questi che vanno letti in ottica mondiale sulla base del protocollo di

Kyoto. Perche´ e´ giusto tenere obiettivi molto alti ma e´ giusto anche sapere che se non si coinvolgono anche i Paesi non firmatari creeremo situazioni di concorrenza sleale fra le nostre imprese, portatrici di handicap, e le altre".

L'Agenda di Lisbona, cosi´ come e´ oggi, quale ruolo puo´ avere in questa fase?"L'Agenda di Lisbona puo´ e deve essere sicuramente migliorata. Io sarei favorevole ad aumentare le iniziative in

un'ottica di maggiore protezione dell'ambiente, ma capisco che dobbiamo far coincidere questi obiettivi anche con la competitivita´ della nostra economia. E purtroppo il nostro concetto di sviluppo sostenibile non e´ lo stesso della Cina e

dell'India, ma neppure degli Stati Uniti e del Canada. Io pero´ procedo a piccoli passi e in questo momento penso all'Italia che e´ molto in ritardo sugli obiettivi europei rispetto a Germania, Francia, Inghilterra. Noi di Glocus abbiamo

proprio la mission di attirare l'attenzione dei politici anche sui temi dello sviluppo sostenibile, perche´ riteniamo che sarebbe un segno di modernizzazione della vita politica italiana e del Paese nel suo insieme".

Non pensa che l'Agenda di Lisbona potrebbe aiutare a fare un passo in avanti, al di la´ dell'energia? Pensiamo a un impegno sul fronte non solo della riduzione degli sprechi di energia, ma anche su quello dei flussi di materia.

"Da questo punto di vista in Italia manca la coscienza della classe politica. Prendiamo per esempio il caso dei rifiuti. Quello che in Europa si fa ovunque e da tempo, la differenziazione dei rifiuti, in Italia incontra sempre grosse difficolta´. E questo perche´ qui e´ mancata la pedagogia a livello politico e di conseguenza la sensibilizzazione a livello sociale".Come risparmio di materia intendevo riferirmi a una riduzione alla fonte, nella fase di produzione del bene, esattamente

come per l'energia.

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"Ma qui si ritorna al discorso che facevo pocanzi. Una situazione del genere si realizza solo in due condizioni: ovvero se c'e´ stata coscienza politica per mettere pressione sul sistema produttivo, cioe´ aiutare l'imprenditore a produrre un

prodotto piu´ sostenibile. Secondo: un grande sforzo a riconvertire sistema produttivo.Per questo ho fatto riferimento al dopo, perche´ nella situazione in cui siamo e´ molto piu´ semplice ridurre dopo. In altri Paesi europei la svolta c'e´ stata prima e spinti dalla classe politica gli imprenditori hanno cercato di adattare i

prodotti all'interesse dell'opinione pubblica".Glocus puo´ avere un ruolo in questa auspicabile svolta?

"Certo, noi dobbiamo da una parte tentare di organizzare eventi e influire sulla stampa e sui media divulgando questi temi che sono fondamentali per il futuro.

Inoltre dobbiamo riuscire a convincere e rendere consapevole prima di tutto la classe politica italiana che non c'e´ antagonismo tra sviluppo economico e protezione dell'ambiente. Lo sviluppo sostenibile sara´ sempre di piu´

sovrapponibile alla crescita economica. Nel lungo periodo l'obiettivo sara´ infine quello di adattare il sistema produttivo a questi nuovi imperativi.

Io pero´ sono piuttosto pragmatico, per cui prima di tutto cerchiamo di portare a casa gli obiettivi energetici che ci siamo dati come Europa. Poi potremo pensare a riorganizzare il sistema produttiva integrando la sostenibilita´ come

fanno i paesi nordici. Se lo fanno loro lo possiamo fare anche noi".  

32. DIBATTITO AD ALESSANDRIA SU POLITICA E RIFIUTIAmiu, Federambiente Confservizi e Coop Erica, organizzano la tavola rotonda dal titolo: Ecologia, economia e lavoro -

Il ruolo della politica nel governo del Ciclo dei rifiutiAd Alessandria 3 aprile 2007 presso l'Associazione "Cultura e sviluppo"

Piazza Fabrizio De Andre' 76, dalle ore 9 alle 13. 

33. PRECISAZIONI SUGLI INCENERITORIdi Roberto Topino

I termovalorizzatori sono responsabili della diffusione di idrocarburi aromatici policiclici, di policlorobifenile (PCB), di metalli pesanti, quali piombo, zinco, rame, cromo, cadmio, arsenico, mercurio e di furani; inoltre, come qualsiasi

processo di combustione, rilasciano nell'aria polveri sottili, la cui quantita´ emessa aumenta al crescere della temperatura (specialmente il particolato ultrafine PM inferiore a 2,5). A proposito di mercurio, la maggioranza degli studiosi sostiene che e´ pressoche´ impossibile escogitare sistemi efficaci per abbatterne con sicurezza l'emissione;

ricordiamo che il mercurio provoca gravissimi danni al sistema nervoso centrale. Per quanto riguarda le polveri fini PM 2,5 e quelle ultrafini (da PM 2,5 a PM 0,1) di tipo inorganico, va innanzitutto detto che non esistono filtri efficaci, per cui un limite alla loro emissione non sarebbe attuabile al momento, se non vietando il funzionamento degli impianti di

incenerimento.Le nanopolveri o particolato ultrafine, cioe´ quelle a PM inferiore a 2,5, sono responsabili, secondo dati OMS del 2005,

di un calo di vita medio di 8,6 mesi in Europa e di 9 mesi in Italia (morti cardiovascolari e respiratorie). L'azione mutagena e cancerogena degli idrocarburi aromatici policiclici e del policlorobifenile e´ fin troppo nota,

mentre per quanto riguarda il cadmio, questo ha mostrato un danno genotossico da stress ossidativi con accumulo nel sistema nervoso centrale, renale ed epatico e inoltre e´ causa di malformazioni fetali e cancerogenesi a carico di diversi

tessuti.  

34. UNA NUOVA PLASTICA BIODEGRADABILE IN MARE Forse i delfini e le tartarughe marine possono stare piu´ tranquilli: alla 233 esima assemblea nazionale della American chemical society dell'Universita´ del Southern Mississippi e´ stata presentata una plastica che si degrada in acqua di

mare. "Ci sono molti gruppi che lavorano alla plastica biodegradabile, ma siamo gli unici che lavorano alla plastica che

degrada in acqua di mare - ha detto Robson F. Storey professore al dipartimento Polymer Science and Engineering - Stiamo muovendoci verso la realizzazione di una plastica piu´ ecocompatibile, specialmente per quella utilizzata in

mare, per gli imballi o per gli oggetti impiegati nella preparazione e nel consumo di cibi".Alla plastica convenzionale possono occorrere molti anni per degradarsi e puo´ provocare sottoprodotti che sono nocivi

all´ambiente e tossici per gli organismi marini, circostanze che rendono la loro eliminazione in mare pericolosa - spiegato una nota dell'Universita´ del Southern Mississippi - La nuova plastica e´ capace di biodegradare in soltanto 20

giorni e ne risultano sottoprodotti naturali che non sono tossici".La nuova plastica e´ fatta di poliuretano che e´ stato modificato dall´incorporazione di acido lattico-co-glicolico, un

polimero degradabile che viene utilizzato per i fili di sutura chirurgici e in altre applicazioni in campo medico, nell'acqua di mare, in circa 20 giorni, la plastica si trasforma in acqua, anidride carbonica, acido lattico, acido glicolico,

Page 24: BOLLETTINO periodico del Coordinamento dei …files.meetup.com/206829/BOLLETTINO periodico del... · Web viewIl programma prevedeva l'istallazione nei campus dell'universita´ di

acido succinico, acido caproico e nella L-lisina. Inoltre, la plastica e´ piu´ densa di quelle tradizionali ed affonda a contatto con l'acqua, impedendone l'arrivo sulle

spiagge e di essere confusa da delfini, tartarughe e pesci come una possibile preda galleggiante. La ricerca e´ stata finanziata dal Naval Sea Systems Command che si occupa di ricerca per la difesa dell'ambiente

marino, secondo il quale potrebbe rappresentare una soluzione per tutte le navi costrette a stoccare rifiuti plastici per lunghi periodi prima di arrivare in porto.

Secondo i ricercatori la bio-plastica e´ ormai gia´ vicina alla fase della commercializzazione, e´ molto versatile perche´ presenta diverse forme, consistenze e rigidita´, ma deve superare le barriere legali che giustamente impediscono lo

smaltimento di materiali plastici in mare e sono richieste ulteriori analisi di compatibilita´ ambientale sulle reazioni del materiale a diverse condizioni di umidita´ e temperatura.

  

Per questo numero e' tutto.A presto.

Gianfranco DrogoCoordinamento contro gli Inceneritori della Provincia di Torino

Comitato Cielo Azzurro Chivasso e VolpianoComitato Spontaneo BeinascoComitato Spontaneo BorgaroComitato Spontaneo Chieri

Comitato Spontaneo Citta' giardinoComitato Spontaneo Grugliasco

Comitato Spontaneo GerbidoComitato Spontaneo Leini'

Comitato Spontaneo MontanaroComitato Spontaneo NichelinoComitato Spontaneo Orbassano

Comitato Spontaneo Pedanea Viva Comitato Spontaneo PiossascoComitato Spontaneo PoirinoComitato Spontaneo RivaltaComitato Spontaneo Rivoli

Comitato Spontaneo San Benigno CanadeseComitato Spontaneo San Giusto Canavese

Comitato Spontaneo Santa RitaComitato Spontaneo Carrone Crotte di Strambino

Comitato Spontaneo VolveraColdiretti Provincia di Torino

Movimento difesa del Cittadino