(Mantova) - manzoni.gov.it · Nel periodo esteso dal 14 al 25 gennaio 2013 , a noi alunni della...
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Relazione esperienza di alternanza scuola-
lavoropresso centro C.H.V. di Palidano
(Mantova)
Tutor aziendale: Monica Faglioni,
Tutor scolastico: Benvenuta Ceriani
Matilde Franzoni, 4^SA
INDICE
Introduzione
Cenni storici
Luoghi, ambienti della struttura
Presentazione utenti ed educatori
Organigramma
Mansioni svolte
Considerazioni personali riguardanti:
puntualità,
rispetto delle norme interne,
espletamento delle consegne,
relazione con gli altri lavoratori,
relazioni con l’utenza / clientela esterna e/o con
fornitori,
rapporti con il tutor aziendale,
rapporto con il tutor scolastico
Proposte
Risultati ottenuti e giudizio personale riguardante
l’esperienzasvolta
Conclusione
Nel periodo esteso dal 14 al 25 gennaio 2013 , a noi alunni della classe
4^SA è stata data la possibilità di svolgere un’attività di alternanza
scuola lavoro in uno degli enti coerenti al nostro indirizzo delle scienze
sociali. Io personalmente con Erica, ho deciso di attuare la mia
esperienza presso il centro C.H.V a Palidano situato in piazza Sordello,
10.
CENNI STORICI
La Cooperativa C.H.V. (centro handicap e volontari) è
stata costituita nel 1986 ad opera di un gruppo di
genitori, volontari e disabili dell’Associazione
territoriale di Coordinamento Volontari e
Handicappati (oggi Associazione "IDEA"), attiva già da
due anni nell’oltrepo mantovano nel campo della
sensibilizzazione ai temi dell’integrazione scolastica, sociale e
lavorativa di portatori di handicap e diversamente abili. Gestisce servizi
di assistenza, formazione e integrazione sociale per persone con
handicap e disagio sociale a rischio di marginalità ed opera in
collaborazione con gli Enti Locali e con Associazioni di Volontariato del
territorio. Dal 1987 si occupa con il Centro Socio Educativo (oggi CDD di
Suzzara) dell’assistenza qualificata di ragazzi con handicap grave. Nel
1996 avvia la sperimentazione del Servizio Formativo all’Autonomia per
l'Integrazione Sociale di Palidano rivolto a persone con handicap psico-
fisico più lieve e/o con disagio mentale a rischio di marginalità. Dalla
sperimentazione educativa, assistenziale, formativa e riabilitativa della
Coop. C.H.V. nasce e sviluppa nel 1998 “Chi è dentro, è dentro... e chi è
fuori?” soluzione progettuale avanzata di impresa sociale sempre
nell’ottica dell’inclusione sociale e della ricostruzione delle cittadinanze
dei più fragili. Il progetto, dalle spiccate caratteristiche produttive e
socio-culturali, attualmente prevede la gestione congiunta dei Giardini
Pubblici Gina Bianchi di Suzzara e (dal 2005) Parco Florida di Pegognaga
mediante il coinvolgimento progettuale ed operativo di circa 60
giovani/studenti, 20 adulti e diverse agenzie sociali/culturali del
territorio mantovano. Accanto alla gestione dei bar e delle aree verdi
spicca l’attivazione di Sconfinart , rassegna di concerti internazionali di
musica etnica e di qualificati eventi culturali.
Logo della cooperativa
LUOGHI ED AMBIENTI DELLA STRUTTURA
La struttura presso la quale ho svolto la mia esperienza di tirocinio si trova in piazza Sordello a Palidano ed è una vecchia scuola primaria, nella quale oltre alle attività della cooperativa C.H.V. ce ne sono altre. Durante il periodo estivo nel quale spesso la cooperativa opera altrove (vd. sopra progetto Sconfinart), nella settimana della sagra del paese ad esempio vengono allestite delle mostre pubbliche per la comunità.
Il fabbricato infatti è composto da varie stanze di modesta grandezza che permettono ai “ragazzi” della cooperativa di poter svolgere varie attività.
Vi è innanzitutto una stanza che io definirei la principale, occupata da un grande tavolo ed è confinante con l’ ufficio del responsabile dell’associazione. Al suo interno il lunedì tutti gli educatori svolgono una riunione pomeridiana nella quale decidono il programma della settimana e parlano delle problematiche o delle novità che si sono verificate. Durante la mattina invece per gli utenti la stanza è utilizzata per disegnare, prendere una bevanda calda oppure stare a computer, o in caso di necessità riposare sui divanetti.
Vi è poi un grande salone diviso in tre stanze più piccole dove vengono sistemati i tavoli per l’ora di pranzo, dove si può ascoltare la musica e c’è un piccolo teatro con diverse poltroncine.
I pasti vengono preparati in cucina grazie alla collaborazione degli educatori e degli utenti che si alternano a turno nell’apparecchiare fare la spesa o cucinare. A me personalmente è capitato spesso di andarci per aiutare a cucinare, lavare i piatti oppure servire in tavola ed ho trovato un bel clima in cui le ricette erano
sane e “fantasiose” e preparate con tanto divertimento.Le ultime tre stanze sono quelle dei laboratori: la stanza della serigrafia, la sartoria ed infine la palestra. Le prime due vengono utilizzate da educatori e soprattutto utenti per produrre oggetti che poi andranno venduti nelle bancarelle durante alcuni eventi esterni alla struttura di Palidano. In serigrafia vengono personalizzate magliette, felpe, Una delle bancarelle
Nella foto: stanza citata
grembiuli e borse con immagini di disegni fatti da uno degli utenti. In sartoria invece, la stanza solitamente più silenziosa, vengono create collane, braccialetti ed orecchini con perline di ogni genere.
PRESENTAZIONE UTENTI ED EDUCATORI
Nelle note accanto alle foto ho volutamente deciso di
scrivere i nomi delle persone e non ”etichettarli” brevemente con la loro
funzione svolta all’ interno della struttura, come scritto nella copertina di
questa relazione infatti, “Visto da vicino nessuno è normale”.
Il responsabile di questo servizio è Claudio
Delegati che coordina i compiti di una decina
di educatori, tutti molto disponibili e
appassionati al loro lavoro. La maggioranza è
costituita da donne, fra cui vi è il mio tutor
Monica Faglioni che è sempre stata affiancata
da tutti gli altri nel fare in modo che io ed
Erica vivessimo serenamente la nostra
esperienza di tirocinio. Uno dei compiti degli educatori oltre a quello di
organizzare e guidare gli utenti è quello di prelevarli la mattina per portarli al
centro a Palidano e poi riaccompagnarli a casa nel pomeriggio. Per fare ciò ogni
educatore, a seconda dei turni stabiliti si reca verso le 9 di mattina con il
proprio veicolo nelle città limitrofe i modo di arrivare a Palidano verso le 10.
I “ragazzi “del centro sono invece all’ incirca 35 ed hanno un’età media di 30-35
anni; fra di loro vi è anche mio cugino Alessio, che essendosi attaccato molto a
me ha reso i pochi giorni di tirocinio ancora più intensi e significativi. Con
quasi tutti i ragazzi abbiamo instaurato un forte legame io ed Erica tanto che
terminato il tirocinio, continuiamo a ricevere telefonate, messaggi e ci siamo
già ripromessi di rivederci presto. Ognuno di loro è completamente diverso
dagli altri e porta dento di sé caratteristiche e comportamenti che mi hanno
meravigliato positivamente. Ciò che mi ha stupito più di tutto è stata la facilità
con la quale i ragazzi del centro si relazionano con le persone appena
conosciute, senza alcuna inibizione o timore. Ognuno di loro infatti si
avvicinava a noi con domande, racconti o richieste di compagnia che ci
consentivano di avere sempre attività da svolgere.
Uno dei mezzi del centro
Alcune collane
ORGANIGRAMMA:
Foto in sartoria.
Claudio Delegati (responsabile centro)
Monica Faglioni (tutor aziendale)
Matteo
Matteo
Elena
Marcello
Odilla
Silvia
Emanuela
Federica
Elisabetta
….
Alessio Carmine
Giuseppe Beatrice
Ilaria Davide
Emanuele Melissa
Alan
Paola
Matteo
Edo Monica
Monica
Francesco
Silvia
Ombretta
Stefano
Juri
Bicio
Simone
Simona Priscilla …
EDUCATORI UTENTI
MANSIONI SVOLTE
Durante il tirocinio ho dovuto svolgere mansioni molto differenti, nelle
quali mi sono alternata con l’Erica.
Tutti i giorni aiutavamo in cucina a
preparare, apparecchiare, servire in
tavola ed infine lavare i piatti e
riordinare. Al pomeriggio
solitamente stavamo in sartoria a fare
collane o braccialetti e conversare
oppure ascoltare musica e provare
balli divertenti con chi non era mai
stanco. Mi è anche stato richiesto di
inventare una storia che poi è stata letta e
trascritta a computer ed è piaciuta molto ad
alcuni ragazzi. Ho aiutato un paio di volte in
serigrafia a decorare grembiuli e borse e ho
partecipato all’attività di palestra e anche a
meditazione. Quest’ultima attività si svolge
regolarmente i martedì con la durata di
circa un’ora e consiste nel muovere le articolazioni del corpo fino a
giungere ad una situazione di riposo dove si cerca di liberare la mente
dai pensieri.Altre attività svolte sono la visita settimanale in biblioteca o
il giro al mercato o la gestione della cucina
durante i concerti al parco la Quercia di
Suzzara.
Purtroppo la mia attività di tirocinio si è
conclusa anticipatamente mercoledì 23 a
causa di un viaggio che ho intrapreso
all’estero che mi ha impedito di partecipare ad un’attività serale che
aveva organizzato la cooperativa. A breve ci sarà una serata nella quale
sarà festeggiato il carnevale alla quale conto di partecipare in modo da
poter salutare di nuovo tutti. Il 23 gennaio, mio ultimo giorno di
tirocinio, si è festeggiato inoltre il compleanno di Paola con tre torte e
un menù speciale che ha portato tanto entusiasmo e divertimento da
parte di tutti consentendoci di salutarci in una atmosfera molto felice.
Un insolito ballo
Il parco la Quercia pronto per
cena e concerto
CONSIDERAZIONI PERSONALI:
L’orario del mio tirocinio si estendeva dalle 9.30 di mattina (con inizio attività alle ore 10.15 circa) fino alle 17 di pomeriggio e sono stata sempre puntuale. Gli educatori ci hanno sintetizzato in breve le regole della cooperativa e ritengo di averle comprese con chiarezza, coincidevano infatti con le generali regole di sicurezza. I compiti che mi sono stati affidati ho cercato di portarli a
termine impegnandomi e ricorrendo alle mie capacità. Mi hanno facilitato in ciò gli utenti e gli educatori che erano sempre pronti ad accogliere le domande ed a prestare aiuto. Questa cooperazione ci ha permesso di instaurare un legame piuttosto forte soprattutto con i “ragazzi” del centro. Il compito a me assegnato non prevedeva alcuna forma di contatto con gli esterni perciò non ho avuto modo di testare le mie capacità in quell’ambito. Un mese prima che iniziasse però, ho partecipato ad una serata organizzata dalla cooperativa C.H.V. nella quale ho dovuto rapportami con loro. Essa si è svolta al parco la Quercia a Suzzara e oltre alla cena sostanziosa ho ascoltato il concerto e conversato con diversi ragazzi e ballato con mio cugino. In quella situazione ritengo di essere stata adeguata e partecipativa anche con persone esterne. Dal mio tutor, Monica ho cercato di trarre il massimo profitto dall’esperienza e disponibilità ponendogli domande e interpellandolo in caso di dubbio. Non ho invece mai avuto bisogno di rivolgermi al tutor scolastico durante il periodo del tirocinio in quanto non si sono riscontrati dei problemi ma è stato indispensabile a me, come a tutta la classe per rendere possibile questa esperienza fornendoci le indicazioni necessarie e contattando gli enti ospitanti.
PROPOSTE
Personalmente non ho alcuna proposta di arricchimento per il servizio,
gli educatori infatti si occupano dell’ organizzazione degli utenti anche
durante il fine settimana invitandoli fuori a cena o accompagnandoli al
cinema o in discoteca a ballare. Ogni anno inoltre è organizzata una
vacanza in settembre in Sardegna che rende tutti i ragazzi molto
entusiasti e felici. Per quanto riguarda le attività diurne, mi è stato
spiegato che ne erano state programmate diverse che per ora sono
irrealizzabili , purtroppo per mancanza di fondi.
Risultati ottenuti e giudizio personale riguardante
l’esperienza svolta
Penso di essermi arricchita molto grazie a questa
esperienza di tirocinio e ne sono grata . Mi ha
richiesto essenzialmente molta leggerezza e
serenità, sensazioni solo teoricamente facili da
provare. Mi è stato chiesto tanto durante questi
otto giorni, i ragazzi infatti vogliono
completamente tutta la tua persona, non è
concesso dar loro di meno. Ciò che mi rimarrà
più impresso penso che sarà la loro
consapevolezza cioè il loro sentirsi diversi dagli
altri, da noi. Ho avuto la possibilità di leggere
una letterina indirizzata a Santa Lucia nella quale, a fianco dei beni
materiali veniva equiparata la richiesta di guarire dalla propria psicosi.
Mi sono resa conto che loro forse, come un oggetto materiale può
facilitare, cercano solo una facilitazione, non chiedendola a noi che
“possediamo” ogni cosa e diamo loro a vedere di non aver mai nulla.
L’unica cosa che si possa fare credo che sia star loro vicino, e arricchirsi
di ciò che hanno da dare. Dopotutto come dice Bradford
≈Disabilità non significa inabilità. Significa
semplicemente adattabilità.≈ Chris Bradford, Giovane Samurai. La via della spada, 2009
Io e mio cugino