Manduria 5

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Progettazione e coordinamento delle attività archeologiche: Associazione Arké di Sandra Sivilli e Maria Lucrezia Rinaldi Archeologi: Daniela Citro, Maria Lucrezia Rinaldi, Sandra Sivilli, Francesco Solinas Rilievi in fase di progettazione: Akra Iapygia s.r.l. Rilievi e documentazione grafica in fase di esecuzione: Daniela Citro Analisi archeobotaniche: G. Colaianni, F. Solinas (Laboratorio di Archeobotanica e Paleoecologia Università dell’Università del Salento) Committente: Acquedotto Pugliese S.p.A. Direzione Lavori AQP: Massimo Pellegrini, Michele Giorgio, Daniela Mastromatteo Impresa esecutrice: ATI Simeone Salvatore & figlio s.r.l. (capogruppo) e Salvatore Matarrese S.p.A. Impresa scavi archeologici: Volpe di Galiuto s.r.l. Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia Direzione scientifica: Arcangelo Alessio 2 3 4a 4a 4b 4b 4c 4c 4d 4d 5 1 5a 5a 5b 5b tracciato originario AQP variante di progetto La collinetta calcarea di Monte Maliano (89 m s.l.m) è nota in letteratura archeologica per la presenza di una struttu- ra megalitica di epoca protostorica (“Specchia Maliano”), per la probabile presenza di un insediamento neolitico sulla parte più alta della collina ed una frequentazione dell’età del Bronzo alle falde del versante meridionale. Nel 1926 fu interessata da lavori dell’Acquedotto Pugliese per la realizzazione del “Sifone Leccese” e di un torrino di rac- colta delle acque, posizionato sulla sommità del rilievo (1). I manufatti AQP comportarono purtroppo la parziale di- struzione di “Specchia Maliano” e di parte della collina stessa. Il progetto per la realizzazione della nuova condotta AQP (dal Torrino di Monte Ciminiello al Serbatoio di San Paolo – Acquedotto del Sinni – Lotto I), nel 2010 prevedeva il raddoppio della condotta del 1926 e la realizzazione di una camera di derivazione adiacente la specchia. Poiché tali lavori avrebbero comportato l’asportazione dei resti della specchia ancora in posto, è stata valutata e messa in opera una variante di progetto che ha deviato la condotta in direzione SO (3), allontanandola il più possibile dalla specchia, e traslato la camera di derivazione verso NO. Le indagini archeologiche sono state quindi effettuate sui versanti SE e SO, concentrandosi sul margine meridionale del terrazzo nel punto di cambiamento di pendenza dello stesso, dove è stata messa in luce un’area di frequentazio- ne neolitica, ascrivibile ad una fase evoluta del Neolitico antico (2,5). Anche in questa situazione di maggiore impatto sui lavori, la progettazione iniziale e le modalità di conduzione dei saggi preventivi hanno permesso un’ottimale integrazione con i tempi di realizzazione della condotta, lasciando ampio spazio alla raccolta dei dati scientifici. Va fatto notare inoltre che l’approccio interdisciplinare è reso possibile dal coinvolgimento strategico, nell’ambito del programma ordinario degli scavi, di un gruppo di specialisti che hanno prodotto ulteriori dati scientifici e analisi (4) a vantaggio della ricerca. Il torrino di raccolta delle acque sulla sommità di Monte Maliano. La sua realizzazione nel 1926 da parte dell’AQP causò la parziale distruzione della specchia. Pur essendo caratterizzata da roccia affiorante e scarso interro, la superficie indagata ha restituito industria litica (selce e qualche frammento di ossidiana), fauna, ceramica im- pressa e incisa, frammenti di intonaco, aree arrossate dall’azione del fuoco, suggerendo l’ipotesi di una destinazione abitativa dell’insediamento. La variante richiesta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia e predispo- sta dall’AQP ha portato a collocare il nuovo tracciato dell’acquedotto al di fuori della sommità del pianoro su cui insistevano le evidenze archeologiche con l’intento di limita- re l’impatto delle nuove opere sulle antiche. Il campionamento e la flottazione dei sedimenti archeologici e l’analisi dei macroresti vegetali sembrano confermare la probabile destinazione abitativa del sito: tracce di canna domestica, e alcuni frammenti di intonaco, documentano conoscenze di carattere tecnologico, applicate alla costruzione di possibili strutture abitative. Frammento di argilla con impronta del sistema vascolare del culmo della canna domesti- ca (Arundo donax). Frammento di argilla con impronta di cortecce di leccio (Quercus ilex). Frammento di argilla con impronta fogliare di Graminaceae. Frammento di argilla con impronta cilindrica di un culmo di Graminaceae. Posizionamento dei quadrati di scavo sulla carta catastale. Il sensibile diradamento del materiale (fino alla scomparsa) e l’assenza di strutture abita- tive, nella parte meridionale dell’area sondata con lo scavo preventivo, ha condotto all’ipotesi che ci si trovi in una zona esterna, forse legata ad attività funzionali, marginale rispetto all’area insediativa vera e propria che si sviluppava verso NE. Lo scavo di un muro a secco, in cui è stato individuato il livello di imposta neolitico, ha consentito la delimitazione dell’area insediativa anche sul margine sud-orientale. La struttura muraria, posta sul limite tra terrazzo e pendio, oltre a funzionare da limite fisico della zona abitativa è interpretabile come barriera di contenimento. 2 3 4a 4a 4b 4b 4c 4c 4d 4d 5 5b 5b 5a 5a 1 Leporano Pulsano Faggiano Roccaforzata Monteparano Lizzano Fragagnano Carosino San Giorgio Jonico Monteiasi San Marzano di San Giuseppe Oria Sava Manduria Torricella Maruggio Avetrana Taranto Montemesola Grottaglie Villa Castelli Francavilla Fontana Latiano Ceglie Messapica San Michele Salentino Statte Crispiano Massafra Palagiano Mottola Palagianello Castellaneta SS7ter SP64 SS ex SP174 SP138 SP137 stazione Erchie stazione Manduria Monte Maliano Monte Maliano Avetrana Monte Maliano manduria

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Progettazione e coordinamento delle attività archeologiche: Associazione Arké di Sandra Sivilli e Maria Lucrezia RinaldiArcheologi: Daniela Citro, Maria Lucrezia Rinaldi, Sandra Sivilli, Francesco SolinasRilievi in fase di progettazione: Akra Iapygia s.r.l.Rilievi e documentazione grafica in fase di esecuzione: Daniela CitroAnalisi archeobotaniche: G. Colaianni, F. Solinas (Laboratorio di Archeobotanica e Paleoecologia Università dell’Università del Salento)Committente: Acquedotto Pugliese S.p.A.Direzione Lavori AQP: Massimo Pellegrini, Michele Giorgio, Daniela MastromatteoImpresa esecutrice: ATI Simeone Salvatore & figlio s.r.l. (capogruppo) e Salvatore Matarrese S.p.A.Impresa scavi archeologici: Volpe di Galiuto s.r.l.Soprintendenza per i Beni Archeologici della PugliaDirezione scientifica: Arcangelo Alessio

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Progettazione e coordinamento delle attività archeologiche: Associazione Arké di Sandra Sivilli e Maria Lucrezia RinaldiArcheologi: Daniela Citro, Maria Lucrezia Rinaldi, Sandra Sivilli, Francesco SolinasRilievi in fase di progettazione: Akra Iapygia s.r.l. Rilievi e documentazione grafica in fase di esecuzione: Daniela CitroAnalisi archeobotaniche: G. Colaianni, F. Solinas (Laboratorio di Archeobotanica e Paleoecologia Università dell’Università del Salento)Committente: Acquedotto Pugliese S.p.A.Direzione Lavori AQP: Massimo Pellegrini, Michele Giorgio, Daniela Mastromatteo Impresa esecutrice: ATI Simeone Salvatore & figlio s.r.l. (capogruppo) e Salvatore Matarrese S.p.A. Impresa scavi archeologici: Volpe di Galiuto s.r.l.

Soprintendenza per i Beni Archeologici della PugliaDirezione scientifica: Arcangelo Alessio

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tracciato originario AQP

variante di progetto

La collinetta calcarea di Monte Maliano (89 m s.l.m) è nota in letteratura archeologica per la presenza di una struttu-ra megalitica di epoca protostorica (“Specchia Maliano”), per la probabile presenza di un insediamento neolitico sulla parte più alta della collina ed una frequentazione dell’età del Bronzo alle falde del versante meridionale. Nel 1926 fu interessata da lavori dell’Acquedotto Pugliese per la realizzazione del “Sifone Leccese” e di un torrino di rac-colta delle acque, posizionato sulla sommità del rilievo (1). I manufatti AQP comportarono purtroppo la parziale di-struzione di “Specchia Maliano” e di parte della collina stessa. Il progetto per la realizzazione della nuova condotta AQP (dal Torrino di Monte Ciminiello al Serbatoio di San Paolo – Acquedotto del Sinni – Lotto I), nel 2010 prevedeva il raddoppio della condotta del 1926 e la realizzazione di una camera di derivazione adiacente la specchia. Poiché tali lavori avrebbero comportato l’asportazione dei resti della specchia ancora in posto, è stata valutata e messa in opera una variante di progetto che ha deviato la condotta in direzione SO (3), allontanandola il più possibile dalla specchia, e traslato la camera di derivazione verso NO. Le indagini archeologiche sono state quindi effettuate sui versanti SE e SO, concentrandosi sul margine meridionale del terrazzo nel punto di cambiamento di pendenza dello stesso, dove è stata messa in luce un’area di frequentazio-ne neolitica, ascrivibile ad una fase evoluta del Neolitico antico (2,5). Anche in questa situazione di maggiore impatto sui lavori, la progettazione iniziale e le modalità di conduzione dei saggi preventivi hanno permesso un’ottimale integrazione con i tempi di realizzazione della condotta, lasciando ampio spazio alla raccolta dei dati scientifici.Va fatto notare inoltre che l’approccio interdisciplinare è reso possibile dal coinvolgimento strategico, nell’ambito del programma ordinario degli scavi, di un gruppo di specialisti che hanno prodotto ulteriori dati scientifici e analisi (4) a vantaggio della ricerca.

Il torrino di raccolta delle acque sulla sommità di Monte Maliano. La sua realizzazione nel

1926 da parte dell’AQP causò la parziale distruzione della specchia.

Pur essendo caratterizzata da roccia affiorante e scarso interro, la superficie indagata ha

restituito industria litica (selce e qualche frammento di ossidiana), fauna, ceramica im-

pressa e incisa, frammenti di intonaco, aree arrossate dall’azione del fuoco, suggerendo

l’ipotesi di una destinazione abitativa dell’insediamento.

La variante richiesta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia e predispo-

sta dall’AQP ha portato a collocare il nuovo tracciato dell’acquedotto al di fuori della

sommità del pianoro su cui insistevano le evidenze archeologiche con l’intento di limita-

re l’impatto delle nuove opere sulle antiche.

Il campionamento e la flottazione dei sedimenti archeologici e l’analisi dei macroresti

vegetali sembrano confermare la probabile destinazione abitativa del sito: tracce di

canna domestica, e alcuni frammenti di intonaco, documentano conoscenze di carattere

tecnologico, applicate alla costruzione di possibili strutture abitative.

Frammento di argilla con impronta del sistema vascolare del culmo della canna domesti-

ca (Arundo donax).

Frammento di argilla con impronta di cortecce di leccio (Quercus ilex).

Frammento di argilla con impronta fogliare di Graminaceae.

Frammento di argilla con impronta cilindrica di un culmo di Graminaceae.

Posizionamento dei quadrati di scavo sulla carta catastale.

Il sensibile diradamento del materiale (fino alla scomparsa) e l’assenza di strutture abita-

tive, nella parte meridionale dell’area sondata con lo scavo preventivo, ha condotto

all’ipotesi che ci si trovi in una zona esterna, forse legata ad attività funzionali, marginale

rispetto all’area insediativa vera e propria che si sviluppava verso NE.

Lo scavo di un muro a secco, in cui è stato individuato il livello di imposta neolitico, ha

consentito la delimitazione dell’area insediativa anche sul margine sud-orientale. La

struttura muraria, posta sul limite tra terrazzo e pendio, oltre a funzionare da limite fisico

della zona abitativa è interpretabile come barriera di contenimento.

22

33

4a4a

4b4b

4c4c

4d4d

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LeporanoPulsano

Faggiano

Roccaforzata Monteparano

Lizzano

Fragagnano

CarosinoSan GiorgioJonico

Monteiasi

San Marzano di San Giuseppe

Oria

Sava Manduria

Torricella

Maruggio

Avetrana

Taranto

Montemesola

Grottaglie

Villa Castelli

FrancavillaFontana

Latiano

Ceglie Messapica San MicheleSalentino

Statte

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MassafraPalagiano

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PalagianelloCastellaneta

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SS ex SP174

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stazione Erchie

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